Nuova Proposta maggio giugno 2015

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Bollettino ufficiale dell’UNEBA Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale n. 5/6 - 2015 anno XXXXI Poste Italiane SpA spediz. in abb. post. 70% - C/RM/DBC 2015 anno della luce: un’occasione per riflettere

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Il bimestrale di Uneba . www.uneba.org

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Bollettino ufficiale

dell’UNEBA

Unione Nazionale

Istituzioni e Iniziative

di Assistenza Sociale

n. 5/6 - 2015

anno XXXXI

Poste Italiane SpA

spediz. in abb. post.

70% - C/RM/DBC

2015anno della luce:un’occasioneper riflettere

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3 Luce del giorno, Luce della notte5 Spettri di luce7 Illuminarsi di immenso9 Energie della Luce o energie delle Tenebre?

11 Assenza di luce13 Luce nera15 Facciamo luce sulle leggi18 Disabilità visiva20 Fatturazione elettronica22 Reazione a catena23 Convenzione Uneba Roma - Oil Company24 Colpo d’ala

Copertina:L’anno della luce ci“provoca” sul temadelle tecnologiebasate sulla luce,offrendoci spuntididattici e motivi periniziative legislative.

SOMMARIO

Tornare a casa avvertendo il peso della fatica di un giorno edesiderare nei quaranta minuti di tram una pausa nei pen-

sieri un “acquario”, dentro il quale godere di un po’ del silenzioche viene dalle fantasie futili.Sedersi con aria assente e scoprire una Signora -cinquanta an-ni?- che ticchetta sul palmo destro del Figlio –quindici anni?-cieco sordo e muto: un incontro di mani capace di accendereuna grande luce per proporre un messaggio tattile, possibilesoltanto per il miracolo che nasce da un amore ininterrotto.

Penso alle luci che sanno accendere ogni momento quanti la-vorano -vivono- per le persone che non possono vedere udireparlare, penso agli operatori del “Filo d’oro” per esempio, e misupera ogni capacità di comprensione.Chi sono questi angeli o maghi capaci di girare l’interruttoreche può estrarre, almeno in parte, dall’isolamento totale?Chi sono questi geni del metodo, della costanza senza pause edel cuore che riescono a rompere il buio per donare i lampi diuna realtà non posseduta?Non ho saputo darmi una riposta. Allora ho provato a scriverequesto colloquio silenzioso:

Quandole mani si

illuminano…Alla tua vi ta, amore,subito han tol to-furto, rapina-la luce e i suoni ,solo lasciandoti la l infa degl i alberiper crescere i tuoi stel identro l ’acquariobuio e deserto.Distratti (o pietosi?)ci han concesso le mani-le tue, le mie-per inventare i l prodigioche ogni i stante rinnova.Le tue mani aperte a conchigl iaal ticchettio del le mie di ta:vocabolario disperato e povero, fi lo col mondo.S i ripete così ,nel grembo nuovo,i l mio dono totaleche un paradosso amarorende doloroso:darti me stessae lasciarti bambino, “cosa”-io che ti vorrei una stel la-,senza pensieri tuoi .

G. Paolo Manganozzi

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di Mauro Manganozzi

Il fascino della luce è indiscutibile, non vadimostrato, è evidente. Gli uomini, infat-

ti, hanno faticato non poco a prendere co-scienza che le principali fonti di luce non so-no un dio, ma delle semplici creature. Il te-sto della Genesi mette la separazione dellaluce dalle tenebre nel primo giorno e la crea-zione del sole, della luna e delle stelle nelquarto giorno. Un testo veramente rivoluzio-nario se si tiene presente che le grandi po-tenze politiche e culturali dell’epoca, a parti-re dall’Egitto, attribuivano a queste fonti diluce un’identità divina.Per gli egiziani “Ra”, ilsole, era anche il dioprincipale del pantheon.Oggi si da per scontatoche sole, luna e stellenon sono divini in pri-mo luogo perché si co-noscono le regole dellafisica che li governano,ma soprattutto perché, apartire dalla Genesi, ab-biamo imparato a lodareDio per il dono di crea-ture così fascinose e im-portant i per la vi tadell’uomo. San France-sco, nel Cantico dellecreature, ci guida a loda-re il Signore per il solecosì bello che diventa immagine della bel-lezza di Dio stesso, il fuoco perché riscalda elibera dalla paura della notte, le stelle e la lu-na tanto preziose nel cielo notturno.L’opposizione tra luce e tenebre rappresentaun simbolismo tra i più importanti a tutti ilivelli: antropologico, culturale, religioso,biblico, trasversale a tutta l’esperienza uma-na. La luce significa vita (Gb 3,16.20), sal-vezza (Sal 27,1), felicità (cfr. Is 60), benedi-zione e benevolenza divina (Sal 36,10). Alcontrario le tenebre rappresentano la morte,la solitudine, la malattia, la lontananza (Sal88,7.13.19), ma anche l’ottenebramento in-tellettivo e morale (Sal 82,5). Le cose perònon sono così semplici, infatti la luce e le

tenebre nella Bibbia pur essendo in opposi-zione non si possono sempre definire sem-plicemente come contrari.Prima di tutto la luce viene celebrataall’inizio della creazione come principio dibontà e di sapienza, le tenebre che copronol’abisso sono simbolo del caos e del terroreche vengono dissipati dall’ingresso della lu-ce chiarificatrice, capace di dare il ritmo altempo che nasce insieme a lei (Gn 1,2-3). Laluce è destinata alla vittoria escatologica, ilgiorno finale sarà sempre luminoso (Zc

14,7), infatti “gli elettivedranno la faccia delSignore e porteranno ilsuo nome sulla fronte.Non vi sarà più notte enon avranno più biso-gno di luce di lampada,né di luce di sole, perchéil Signore Dio li illumi-nerà e regneranno nei se-coli dei secoli” (Ap 22,4-5). La notte e le tene-bre non sono però catti-ve in assoluto, non soloperché il Signore ha lafacoltà di porvi un limi-te, ma anche perché diDio si può dire che:“nemmeno le tenebreper te sono tenebre, e la

notte è luminosa come il giorno; per te le te-nebre sono come luce” (Sal 139,12). Miste-riosamente infatti anche l’esperienza della te-nebra (della malattia, del dolore, del non sen-so) può guidare l’uomo verso la luce di Dio,l’unico capace di dare senso anche alle cose ealle esperienze che sembrano non averne.Nell’Antico Testamento il termine luce ritor-na molte volte nel libro di Giobbe, evidente-mente il simbolismo di cui si è parlato risul-ta efficace nel caso di Giobbe, giusto marto-riato, il cui male in eccesso avrà come esitola rinnovata iniziazione al mistero di Dio.Giobbe in mezzo alla prova perde ogni luceinteriore ed entra nella notte oscura nella qua-le arriva a riscoprire Dio. Lungo il suo cam-

Luce del giorno,Luce della notte

S ieger Koder - La Creazione

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culmine della storia attraverso la quale Diosi è rivelato agli uomini: “Dio, che moltevolte e in diversi modi nei tempi antichi ave-va parlato ai padri per mezzo dei profeti, ul-timamente, in questi giorni, ha parlato a noiper mezzo del Figlio, che ha stabilito erededi tutte le cose e mediante il quale ha fattoanche il mondo. Egli è irradiazione della suagloria e impronta della sua sostanza, e tuttosostiene con la sua parola potente” (Eb 1,1-3). In Gesù “luce del mondo” si vede la glo-ria di Dio perché ci ha insegnato a chiamareDio “Padre”, ma anche perché nelle sua car-ne ha mostrato le caratteristiche dell’identitàdivina, tra cui la più grande e la più intima èquella della misericordia. Gesù è luce ancheperché mostra il progetto antropologico diDio final izzato a rest i tuire al l ’uomol’immagine e somiglianza divina. Gesù haacceso una luce mostrando che la caratteristi-ca principale dell’uomo secondo la volontàdi Dio è quella di essere totalmente donatoagli altri, lontano da ogni egoismo. In parti-colare l’episodio delle tentazioni nel desertomostra come Gesù rifiuta la possibilità diutilizzare la natura divina a suo vantaggio,ma anche quello della preghiera nel giardinodel Getsemani, quando Gesù si abbandona al-la volontà del Padre, mostra come il centrodella sua vita sia fuori di lui.

La luce del battesimoPer queste ragioni siamo invitati a riceve laluce di Cristo fin dal nostro battesimo, questele parole con cui viene consegnata la candelaaccesa dal cero pasquale: “A voi, genitori, e avoi, padrino e madrina, è affidato questo se-gno pasquale, fiamma che sempre dovete ali-mentare. Abbiate cura che il vostro bambino,illuminato da Cristo, viva sempre come fi-glio della luce; e perseverando nella fede, vadaincontro al Signore che viene, con tutti i San-ti, nel regno dei cieli”. Che cosa vuol dire cheun bambino deve vivere illuminato dalla lucedi Cristo? In primo luogo che sia una personacapace di scegliere il bene piuttosto che il ma-le. La luce inoltre rappresenta la fede capace diilluminare tutte le vicende della vita; in que-sto senso Gesù è luce in quanto è il maestro eil testimone che davanti a noi chiarisce e mo-stra il percorso da seguire. Cristo è anche lafiamma nella quale bisogna passare per esserepurificati. Il rapporto con lui consente di indi-viduare ed eliminare ciò che nella vita di unapersona è superfluo, la fiamma di Cristo bru-cia il peccato, specialmente nel sacramentodella penitenza. In questo cammino impegna-tivo il Signore è luce perché accompagna, in-coraggia, conforta.

mino Giobbe arriva a “maledire il propriogiorno” (Gb 3,1ss), esprime il desiderio im-possibile di cancellare dal calendario il gior-no della propria nascita (Gb 3,4-6). La vitadel giusto sofferente quindi incappa in fasitenebrose nelle quali si arriva a provare ri-sentimento verso Dio stesso. Nella rispostadi Dio a Giobbe il simbolismo luce/tenebreviene usato per ribadire la signoria di Dio sulcreato e l’esistenza di un progetto divino cheingloba tutti gli aspetti del reale (Gb 38,19-21). Soltanto Dio infatti conosce la via dellaluce e dove sono le tenebre e l’uomo nonpuò fare altro che restare in ascolto del pro-getto di Dio, confidando che anche la tenebrapossa avere una parte importante nella rive-lazione di Dio all’uomo (Gb 42,2.5).

I salmi e i profetiPer ciò che riguarda i profeti il giorno del Si-gnore è quello annunciato per il giudizio di-vino pendente sul peccato (Is 5,20). Strana-mente i profeti parlano di “giorno di tenebra”(Am 5,18) per indicare la forza tremenda delgiudizio divino che tutto sconvolge come unfuoco divorante (Ml 3,19). Nel giorno diYhvh i giusti e Gerusalemme risplenderan-no di luce divina, mentre avverrà un capo-volgimento dell’ordine della creazione, infat-ti non solo non ci sarà più l’angoscia, ma ilgiorno di comunione col Signore dura persempre (Is 30,26; Zc 14,7; Ap 21,23).Soprattutto i salmi usano il simbolo dellaluce in modo abbondante e per esprimere si-gnificati diversi. Per esempio il Sal 19,2-3spiega come l’alternanza del giorno e dellanotte scandisce il tempo che deve essere de-dicato alla lode di Dio: “I cieli narrano lagloria di Dio e il firmamento annunzial’opera della sue mani; il giorno al giorno neaffida il messaggio, la notte alla notte dà lanotizia”. La luce identifica il volto di Dioche è l’unico bene da ricercarsi da partedell’orante (Sal 4,7; 31,17; 67,2; 80,4). NelSal 139 le tenebre a la luce sono indifferen-ti al Signore, le trascende entrambe ed en-trambe lo rivelano: “per te le tenebre non so-no scure, e la notte è chiara come il giorno,come le tenebre così è la luce”.

Luce del mondoNel Vangelo Gesù parla di sé come della lu-ce: “Io sono la luce del mondo; chi segue menon camminerà nelle tenebre, ma avrà la lu-ce della vita” (Gv 8,12). Il senso di questeparole è molto ricco, ma se ne possono co-gliere almeno gli aspetti principali. Il primoè quello teologico: l’inizio della lettera agliebrei spiega sinteticamente come Gesù è il

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di Domenico Volpi

Il racconto della creazione secondo la Bibbiainizia con “Sia la luce”, e solo dopo

si narra della formazione del sole e della luna.Non è il sole che crea la luce, ma viceversa. Laluce come forza creativa è quella del Bigbang,l’esplosione di energia da cui è natol’universo. Così ne scrive Susanna Tamaro:“Dal vuoto è nato un intollerabile bagliore, siè sparso nello spazio […] Dalla luce è natol’universo, schegge impazzite di energiaproiettate nello spazio e nel tempo hanno for-mato le stelle, i pianeti, il fuoco, la materia”.

Le prime energie luminose di cui ha benefi-ciato l’uomo sono quella del Sole, fonte indi-spensabile di luce e di calore per la vita dipiante e animali, e i raggi freddi della Lunache illumina le notti. Al tempo stesso, ilviaggio dei due grandi luminari nel cielo po-neva l’umanità in atteggiamento pensoso didisponibilità verso il mistero e di ricerca ver-so l’extraterreno. Altri pensieri nascevano dallontano bagliore delle stelle stampate sullavolta celeste in lento moto. Tutti i popolihanno costruito una propria mitologia su que-ste luci. Per gli egizi, Osiride e Iside erano glidèi principali, eppure un faraone, AmenofiIV, osò pensare a un dio unico e provvidenteche fece simboleggiare come un disco solarecon piccole mani protese verso l’umanità.

Il fascino dei due astri ha ispirato poeti e ar-tisti di tutti i tempi. Francesco d’Assisi, nelCantico delle Creature, loda “lo frate sole /lo quale jorna et allumini noi per lui; / et el-lo è bello e radiante con grande splendore” e“sora luna e le stelle / in celu l’ai formateclarite et pretiose et belle”. Ma è la luna la star celebrata dai più. Il rina-scimentale Lorenzo il Magnifico ne confron-ta lo splendore con quello degli astri (non an-cora svelati da Galileo): “La luna in mezzoalle minori stelle / chiara fulgea nel ciel que-to e sereno / quasi ascondendo lo splendor diquelle”. Per i Seicentisti, è una “conchigliad’argento” o “del padellon del ciel la granfrittata”. E Leopardi la interroga sui destiniumani: “Che fai tu dunque in ciel, dimmiche fai, luna silente e vagabonda…”. Poi lecanzonette hanno invocato una luna “mari-nara” o “caprese”, comunque “pallida” am-

ministratrice dei nostri amori. Un po’ delsuo fascino è diminuito da quando sul suosuolo si è posato un passo “piccolo per unuomo, importante per l’umanità”.

Se la luna suscita i sentimenti e le maree,dai raggi del sole dipende ogni forma di vi-ta e quindi di energia: quella solare (daglispecchi di Archimede ai pannelli odierni),ma anche l’eolica e l’idraulica per i moti deigas atmosferici e dell’acqua provocatidall’irraggiamento.

Due fonti di energia non dipendono dal sole:quella geotermica, che utilizza il calore in-terno del nostro pianeta e si rende visibilesolo nella lava incandescente dei vulcani, equella nucleare rivelata dal grande sole di Hi-roshima.

Possiamo far osservare ai ragazzi chei quattro elementi costitutivi del mondo se-condo i filosofi greci - aria, acqua, terra efuoco - concorrono tutti a fornirci energia, escoprire con loro in quali diversi modi e perquali utilizzazioni. Il fuoco, ad esempio. Rischiarò i focolari de-gli uomini primitivi e migliorò la loro ali-mentazione con la cottura, tenne lontane lebelve intimorite dalle fiamme e, per millen-ni, fu la conquista più preziosa. Scendevacon il fulmine dal cielo, temuto e benedetto,era prerogativa degli dèi ma Prometeo ne fe-ce dono agli uomini. Per conservare il fuo-co si consacravano vergini guardiane e perriaverlo morivano i guerrieri, finché avvennela più grande delle invenzioni umane: i varimodi di accendere il fuoco secondo la vo-lontà umana, e da ciò la ceramica, la fusionedei metalli e così via, fino ai motori a scop-pio e ai razzi. Il fuoco voleva dire luce, e sa-rebbe interessante far ripercorrere ai nostri ra-gazzi, abituati a spingere un interruttore, lalunga via dei mezzi d’illuminazione e deimateriali usati: le torce o fiaccole (resina egrasso), le lucerne (olio), le candele (cera), ilumi a petrolio, il gas, e infine l’elettricità,che i futuristi acclamarono come motore delmondo nuovo (“O volontà fulminea, o libe-ra elettricità…” celebra Luciano Folgore) eche Pirandello vede così: “Fremiti e guizzi di

Spettri di luce

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muta. Allora accese un fuoco e ce la mise vi-cino per scaldarla. Ma la radiolina era morta.E lui sentì, per la prima volta, il silenzio delbosco, il buio e la solitudine.” L’amico, cheaveva messo il filo, gli spiegò che la luce ela radio funzionavano perché prendevanoenergia dal traliccio. “Mangia quella roba lì?–chiese Grandocca– Fa come fanno gli albericon l’acqua?” La storia si conclude tragica-mente quando vanno a dirgli che anche la ba-racca deve scomparire: “Cercarono Grandoccadappertutto, poi videro delle orme nella nevee le seguirono. Il taglialegna era morto aipiedi del traliccio, congelato. Sul corpo ave-va le bruciature dell’alta tensione. Vicino alui, la radiolina. Aveva provato a salire in ci-ma a quello strano albero. Perché doveva purdarle da mangiare.”

Da questa nostra rapida rassegna sono rimasteultime le stelle. È una loro abitudine, datoche anche Dante termina ognuna della tre can-tiche della Commedia con la parola “stelle”.Dagli spazi siderali non arrivano influenzesui destini umani, anche se gli astrologi se-minano ancora oroscopi su quasi tutti i gior-nali. Come viene detto nel film Watchmen,“la luce impiega tanto per raggiungerci. Tut-to quello che vediamo delle stelle sono solovecchie fotografie”. Ma sulla base di questelontanissime luci si sono orientati per mil-lenni i naviganti e i viaggiatori. Il loro meri-to è quello di avere obbligato il bipede uma-no a tenere alta la testa e a guardare in alto.Perché, secondo Le Corbusier, “Possiamoperdonare un bambino che ha paura del buio,ma non un uomo che ha paura della Luce”.

luce per tutte le stanze, come scoppiettii diriso infantile nella severità d’un silenzio co-mandato”.

L’Anno della Luce è, per molti aspetti,l’anno dell’elettricità. Di essa ci serviamoin ogni istante e quindi ne siamo anche ser-vi. Quando viene a mancare la corrente, cisentiamo perduti, nulla più funziona attor-no a noi. Dedico un largo spazio al riassunto di unacuto racconto di Stefano Benni, che merite-rebbe di essere letto per intero. L’Autorenarra l’arrivo dell’elettricità in un paesellosei decenni fa. “Il paese si illuminò di centolampadine, e si fece festa. Il buio della piaz-za fu sconfitto dai lampioni, gli insetti im-pazzirono. Le lampade a petrolio divennerooggetti d’arredo e le candele invecchiarononei cassetti”. Grazie a un amico, la ricevetteanche il solitario Grandocca, analfabeta, nel-la capanna tra i boschi. “La accendeva ogninotte e si divertiva a vedere le farfalle e gliinsetti che ballavano tutto intorno”. Poi,l’amico gli portò una scatolina. “Aveva unacoda sottile. Lui la collegò, la scatolina si il-luminò e venne fuori una voce. Era una ra-dio. Grandocca restò a bocca aperta. Poi simise a girare intorno alla scatolina e a esa-minarla come per scoprire chi c’era dentro. Aun certo punto prese un falcetto e stava pertagliarla in due, quando la voce cessò e iniziòuna musica. Allora Grandocca si mise sedu-to per l’emozione.” Ma il bosco fu venduto esi scoprì che da un traliccio partiva un lungofilo: lo tagliarono. “Così quando Grandoccatornò la luce non funzionava e la radio era

Stralci da due commenti, pervenuti alla Redazione, all’articolo di Giovanni Santone pubblicato su Nuova Proposta n.1-2.2015, pp. 11 e 12

La ringrazio dell’articolo pubblicato su Nuova proposta.Direi che condivido, anzi, esprimo forte preoccupazione sia sul versante della rifor-ma della giustizia minorile (rischio soppressione dei tribunali per i minorenni) per la qua-le come garanti a livello nazionale abbiamo fatto una proposta al ministro della giustizia,sia per l’attuazione della L.R. 37/2013 che unifica in un’unica istituzione tutte le auto-

rità di garanzia (difesa civica, garante infanzia e garante detenuti) che avverrà con la prossi-ma legislatura regionale. …

Aurea Dissegna – Pubblico Tutore dei Minori per il Veneto.

* * *L’ottimo articolo di Giovanni Santone ci induce a segnalare che nel “Patto per la salute2014-2016” approvato dal Governo e dalle Regioni il 10 luglio 2014, è previsto,all’articolo 6, che le Regioni disciplinano l’integrazione delle attività sanitarie, sociosani-tarie e sociali, particolarmente per le aree della disabilità, della salute mentale adulta edel l ’età ev olut iv a, del l ’assistenza ai minori e delle dipendenze.Confidiamo che venga soppressa detta discriminante disposizione.

Andrea Ciattagl ia e Francesco S antaneraCSA - Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base.

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di Alessio Affanni

Nel proclamare l’Anno internazionale in-centrato sul tema della luce e delle sue

applicazioni, le Nazioni Unite hanno ricono-sciuto l’importanza di accrescere a livellomondiale la consapevolezza su come la lucesia alla base di tecnologie per promuovere losviluppo sostenibile e per fornire soluzioni al-le sfide globali nei campi dell’energia,dell’istruzione, dell’agricoltura e della sanità.Tra i programmi di quest’Anno internaziona-

le c’è quello di promuo-vere una migliore com-prensione del ruolo cen-trale della luce nel mon-do moderno e futuro, maanche quello di celebrareanniversari degni di nota.La scelta, infatti, è rica-duta sul 2015 per una se-

rie di ricorrenze: la realizzazione dei primi stu-di di ottica da parte dello studioso islamicoIbn Al-Haytham, nel 1015, la formulazionedell’effetto fotoelettrico per opera di AlbertEinstein, nel 1905, i progressi nella trasmis-sione di luce con fibra ottica raggiunti a parti-re dai risultati ottenuti dal fisico Charles K.Kao nel 1965.Questo evento annuale riunisce molti sog-getti diversi, tra cui le società e gli entiscientifici, le istituzioni educative, le piat-taforme tecnologiche, le organizzazioni non-profit e partner del settore privato – come haprecisato John Dudley, presidente del comi-tato direttivo dell’IYL 2015.L’Anno internazionale della Luce è stato ap-provato da unioni scientifiche internazionali edal Consiglio internazionale della scienza e hapiù di 100 partner e sponsor provenienti da piùdi 85 Paesi, tra i quali figurano anche la So-cietà Astronomica Italiana, l’Istituto Naziona-le di Astrofisica e la Società Italiana di Fisica.L’inaugurazione ufficiale dell’iniziativa a li-vello internazionale si è svolta il 19 gennaioa Parigi, presso la sede dell’Unesco, mentrein Italia è avvenuta il 26 gennaio a Torino.

Scienza illuminata

Sul sito internet www. l i ght2015. org ,traducibile in italiano, sono riportate le

informazioni sul la luce e sui suoiimpieghi passati , attual i e futuri . Adesempio una sezione è dedicata alla luce la-ser, utilizzata sia nella scansione degli og-getti alla cassa dei negozi di alimentari o perl’ascolto dei CD per arrivare fino alla chirur-gia di precisione o nell’industria, come mez-zo per tagliare spesse piastre d’acciaio. Mascienziati e ingegneri continuano a trovaresempre nuovi impieghi: in futuro questa tec-nologia potrà migliorare le diagnosi di can-cro, aumentare la connessione internet, pro-durre energia da fonti alternative e perfinomigliorare le ricerche esplorative della mate-ria dello spazio. L’elettronica, che è stata laprotagonista di uno dei principali sviluppitecnologici del XX secolo, si appresta ad es-sere sempre più affiancata e progressivamen-te sosti tui ta dal la fotonica, la scienzache studia il comportamento delle particelledi luce (fotoni), destinata a divenire protago-nista per tutto il XXI secolo.

In altre sezioni del sito viene illustrato ancheil campo di appl icazione del la luce nel -la ricerca e nel l ’osservazione: è allabase del funzionamento sia dei microscopiscientifici che dei telescopi astronomici. Asupporto dell’osservazione, ma anche dellavisione: le tecnologie fotoniche sono utiliz-zate per esaminare, correggere e testare la vi-sta umana. Esiste un‘intera gamma di oc-chiali fino alla correzione laser, alle terapiedi fotodinamica, agli ausili per ipovedenti eagli impianti di retina.I progressi ci sono e potrebbero anche entra-re, in un futuro prossimo, nell’utilizzo quo-tidiano. Ad esempio con le tecnologie mobi-li, come gli smartphone. Già esistono, in-fatti, per i cellulari di nuova generazione, ap-plicazioni e dispositivi aggiuntivi per rileva-re e diagnosticare alcune malattie come la de-generazione maculare legata all’età, la corre-zione di rifrazione e altre anomalie nel cam-po visivo, ma anche in grado di monitorareil diabete, le malattie renali e le infezioni deltratto urinario, grazie a misuratori e testercolorimetrici che rendono più chiaro il trat-tamento da effettuare, sia per i pazienti cheper i medici. Ma potranno esservi ulteriori

Illuminarsidi immenso

I l 20 dicembre 2013l’Assemblea Generale delleNazioni Unite ha proclamatoil 2015 Anno internazionaledella Luce e delle tecnologiebasate sulla Luce (IYL 2015)

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re il cielo. Ha partecipato anche l’astronautaitaliana, S amantha Cristoforetti , che inconcomitanza con l’evento ha scattato unafoto dalla stazione spaziale dell’ISS.All’iniziativa “M’illumino di meno” hannoaderito anche numerose scuole, università eil Ministero dell’Istruzione. In particolare èstato realizzato anche un decalogo per i lrisparmio energetico , proprio per sensi-bilizzare le nuove generazioni: contiene sug-gerimenti relativi anche alla cottura dei cibi,al lavaggio degli indumenti, all’areazione deilocali e perfino al livello di pressione dellegomme dell’auto, che incide sui consumi dicarburante.Su questo tema, chiaramente, come chiedeanche la UE, è importante che anche la pub-blica amministrazione di ciascun Comunefaccia la sua parte, sostenuta anche dallaspinta e dall’impegno delle persone ivi resi-denti. C’è già un patto dei sindaci che po-trebbe portare a buoni risultati, riducendo iconsumi di energia sia nel funzionamentodegli uffici che nell’erogazione dei servizi.

Futuro da illuminare

Luce come vita, quindi. In tutte le sue for-me. Ad esempio negli studi di optogenetica,la scienza che studia e sonda i circuiti neuro-nali del cervello, la ricerca sta mostrando in-teressanti possibili sviluppi: un clamorosoesperimento del MIT di Boston (finora effet-tuato solo su animali) ha dimostrato che èpossibile, con una luce particolare in gradodi intervenire sull’attività dei neuroni, modi-ficare i ricordi spiacevoli o post traumatici,cancellandoli. Moltissime le potenziali ap-plicazioni future, dalla cura della depressionealla tossicodipendenza. Ma già dal 2009 lericerche sull’optogenetica hanno fornito pre-ziose informazioni per la comprensione deimeccanismi di sviluppo di patologie quali lamalattia di Parkinson, l’autismo e la schizo-frenia. Già esiste la fototerapia, che è unatecnica terapeutica basata sull’utilizzo dellaluce: il suo impiego in psichiatria è cresciu-to negli ultimi trent’anni a partire dalla sco-perta della sua efficacia nel trattamento deldisturbo affettivo stagionale.Per chi volesse addentrarsi nella scoperta enella conoscenza della luce e dei suoi utiliz-zi, in un’apposita sezione del sito internetwww. l i ght2015 . org sono indicati glieventi in programma nel corso dell’anno invarie località, in tutta Italia: tra questi si se-gnalano anche at t ivi tà per ist i tut id’istruzione e, in generale, iniziative “illu-minanti” per giovani e adulti.

impieghi anche in chirurgia: ad esempio perevi tare perdi te di vi te umane durantel’intervento chirurgico a causa dell’assenzadi dati sui livelli di ossigeno nel corpo delpaziente. Tale situazione, tra l’altro, può ve-rificarsi anche in casa o per strada, a seguitodi trauma: un’azienda americana ha svilup-pato un dispositivo (un ossimetro), che at-traverso lo smartphone consente la misura-zione dei livelli di ossigeno.Ma la luce è un elemento chiave anche per legrandi strutture di ricerca scientifica noti comesincrotroni e Free Electron Laser (FEL), pre-senti anche in Italia (Elettra a Trieste e Dafnenei laboratori di Frascati). Macchine giganticon un acceleratore di particelle in grado dicreare una luce così intensa che può rivelaredettagli atomici e molecolari: vengono utiliz-zati dagli scienziati per la ricerca in fisica, in-gegneria, farmacologia e in molti altri campi.Nel sito internet dell’Anno internazionalevengono fornite numerose informazioni anchesu queste macchine e su questi studi. Ma allostesso tempo vengono mostrati anche alcunigiochi-esperimenti interessanti da po-ter effettuare con alunni in età scolareo con studenti più grandi , variando lacomplessità dell’esperimento in base all’età,per facilitare lo studio e l’apprendimento deifenomeni e degli effetti della luce.

Insieme, giorno per giorno

Un’ulteriore riflessione accompagna questoevento internazionale: è quello delle fontienergetiche al ternative ai combustibilifossili e di un uso sostenibile e responsabi-le dell’energia (ad esempio utilizzando lelampade LED al posto delle lampadine ad in-candescenza, con un notevole risparmio an-nuo sui consumi). I pannelli fotovoltaicisono solo un modo di ricavare energia lumi-nosa e di convertirla in una sorgente utiliz-zabile: secondo alcuni scienziati, lo studiodei fotoni potrebbe avere delle grandissimeapplicazioni anche in quest’ambito.A proposito di inquinamento luminoso e diun uso razionale dell’energia elettrica, la tra-smissione radiofonica RAI2 – Caterpillar hapromosso a febbraio la Giornata dedicata alrisparmio energetico “M’i l l umi no dimeno”, collegato all’Anno internazionaledella Luce. E’ stato proposto un interessan-te esperimento nazionale sull’inquinamentoluminoso al quale hanno potuto parteciparecittadini di qualunque età e senza particolariconoscenze o strumenti: sono stati spenti,per un momento della giornata, luci e dispo-sitivi non necessari, con l’invito ad osserva-

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di Cesare Silvi (*)

Nel 1964 la Yale University pubblicò ill ibro “D i re c t U s e o f S un’ s

Energy ” (L’uso diretto dell’energia solare)di Farrington Daniels, uno scienziato statu-nitense che ricoprì un ruolo da protagonistadurante il progetto Manhattan per la costru-zione della bomba atomica e diventato dopola IIa guerra mondiale, all’età di 58 anni,uno dei maggiori promotori e sostenitoridell’uso dell’energia solare rinnovabile, valea dire dell’energia contenuta nella radiazioneche il Sole invia ogni giorno sulla Terranelle sue forme diretta e diffusa, che a lorovolta si trasformano in parte nelle energiedelle correnti di acqua e aria, delle foreste edaltri vegetali.

Daniels, con il suo libro fu di grande ispira-zione per le giovani generazioni degli annicinquanta del Novecento. Creò una grandesperanza da contrapporre ai timori e alle spe-ranze suscitate dall’inizio dell’era atomica. Cinquant’anni dopo l’Anno internazionaledella luce offre un’eccezionale occasione perriflettere sull’uso dell’energia della Luce delSole.

Una storia ancora da scrivere

Per raccontarne storia e attualità, il GSESpropone di fare riferimento a due distinte età:una prima, “primitiva o antica“, durata dalmomento della comparsa dell’uomo sullaterra fino a 200 anni fa; la seconda, “moder-na o futura“, appena iniziata. Nella prima età, l’uomo, esposto quotidiana-mente alle infinite manifestazioni naturali,codifica immagini ed emozioni legate allaLuce del Sole. Paura e meraviglia danno ori-gine a miti e religioni. In questa prima età l’energia della Luce delSole è utilizzata dall’uomo in modo essen-zialmente empirico. Scopre il fuoco, imparaa crearlo e conservarlo, senza tuttavia capireche cosa esso sia. Lo utilizza per cuocere icibi, fondere i metalli, fabbricare i mattoni,

i l vetro e la calce viva, svi lupparel’agricoltura. Utilizza il legno delle foresteper costruire case e città. Impara a utilizzarele correnti di aria ed acqua, anch’esse createdall’energia irradiata dal Sole, per azionareruote a vento e ruote ad acqua. La più rivoluzionaria invenzione solaredell’antichità, quella del vetro piano per fine-stre nella Roma imperiale del I sec. d.C., in-tegrata funzionalmente ed esteticamente ne-gli edifici di tutto il mondo, è tuttora la prin-cipale tecnologia per catturare la Luce e il ca-lore del sole per il comfort luminoso e ter-mico dei nostri ambienti di vita e di lavoro. Nell’attuale mondo è come se vivesseun’antica ‘anima’ solare riconoscibile nelleforme delle nostre città, nei paesaggi urbanie rurali, nella stessa geografia del nostro ter-ritorio e nella nostra cultura. Con l’uso della sola energia solare rinnova-bile, fino ad appena 200 anni fa, si sono svi-luppate quindi tutte le civiltà del mondo. Le ultime rivoluzioni scientifica ed indu-striale, la scoperta e larga diffusione dell’usodei combustibili fossili, più recentementedell’energia nucleare, hanno creato negli ul-timi decenni un contesto favorevole per im-pegnarci per lo sviluppo e l’affermazione diquella che abbiamo proposto di chiamare l’età solare ‘moderna o futura’, fare con la Lu-ce del Sole le stesse cose che siamo riuscitia fare con i combustibili fossili e nucleari,per esempio vapore ed elettricità.Negli ultimi 500 anni, grazie ai metodid’indagine, diventati sempre più “razionali”e scientifici, tanti aspetti della natura e dellescoperte del passato, hanno potuto essereesplorati più approfonditamente di quantonon fossimo riusciti a fare quando si pote-vano utilizzare metodi praticamente soloempirici. Abbiamo così potuto penetrare i misteri delfuoco, della sua restituzione, durante il pro-cesso di combustione, dell’energia della Lu-ce immagazzinata nella legna da ardere attra-verso l’intelligente processo della fotosinte-

Energie della Luceo energie

delle Tenebre?

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È come se fossimo riusciti negli ultimi 500anni a fotografare in tutti i suoi dettagli laLuce, della quale avevamo vagamente intui-to la sua natura in tutta la sua grandiosità. In parallelo alle conoscenze sulla Luce han-no progredito quelle relative alle forze di coe-sione delle molecole e della materia, consen-tendoci di scoprire e capire sempre meglio ifenomeni elettrici, elettromagnetici, elettro-chimici, termoelettrici, fotoelettrici, foto-chimici, biolettrici. Queste nuove conoscenze sono solo alcunidei principali elementi distintivi che fannouna netta differenza tra l’uso che abbiamofatto dell’energia solare nell’età solare primi-tiva o antica e l’uso che, grazie ad esse, ab-biamo cominciato a farne nel presente e chepotremmo farne nel futuro. Basti pensare agli sviluppi della tecnologiafotovoltaica che consente di convertire la ra-diazione solare direttamente in elettricità, laforma di energia della modernità, la quale altempo della pubblicazione del libro di Da-niels stava muovendo appena i primi passi. Si tratta di prime conquiste che stanno spa-lancando un immenso universo di possibi-lità per l’uso dell’energia solare sulla Terra.

Chiudo questo mio scritto con l’immagine alato che illustra, in una rappresentazione tri-dimensionale non in scala, l’entità e i tipi dirisorse energetiche disponibili sulla Terra.È evidente, confrontando i vari cubi, chel’energia contenuta nella Luce del Sole, rap-presentata dal cubo grande, è tra le risorseenergetiche disponibili sulla Terra quella piùabbondante e più diffusa. Qualità queste bennote ai nostri antenati che non conoscevanoi combustibili fossili e nucleari, in quantonascosti nel sottosuolo e nelle tenebre.

Cosa è cambiato quindi dall’età solare primi-tiva o antica all’età solare moderna? Abbiamo capito come a fatta la Luce ed ab-biamo imparato a manipolarla per fare conessa le stesse cose che facciamo con i com-bustili fossili e nucleari. Anche i romani sa-pevano manipolare la Luce, ma noi della Lu-ce ne sappiamo molto di più degli antichi ro-mani. Pertanto per il nostro futuro possiamo pun-tare sulle energie abbondanti, diffuse e rin-novabili della Luce del Sole e abbandonare leenergie delle Tenebre, non rinnovabili e de-stinate ad esaurirsi.

(*) Presidente uscente del Gruppo per la sto-ria dell’energia solare (GSES)

si clorofilliana, dell’origine dell’energia delvento e delle cadute d’acqua e cominciato acapire il rapporto esistente tra la Terra e ilSole per lo svolgimento della vita sul no-stro pianeta. In un tempo dopotutto relativamente breve,se confrontato con la storia dell’uomo sullaTerra, abbiamo svelato, quindi, le proprietàintime della Luce, sia visibile che invisibileall’occhio umano, la sua doppia natura on-dulatoria e corpuscolare e della rappresenta-zione e spiegazione dei quanti di luce o foto-ni e della sua interazione con la materia.

Una modernità vecchia di 400 anniNel mondo antico, nelle religioni, nelle tra-dizioni, nella poesia, nell’arte ciò che ha col-pito inizialmente l’uomo è stata la parte vi-

sibile luminosadella radiazionesolare, mentrenon sembra chesia stata nem-meno sfioratal’idea che la ra-diazione solarecontenessedell’energia anoi invisibile.La svolta co-mincia a prende-re forma nel1600. Essa èben sintetizzatain una lettera diGalileo Galileidel 23 marzo1614 a Monsi-

gnor P. Dini, nella quale si legge “direi, pa-rermi che nella natura si ritrovi una sustanzaspiritosissima, tenuissima e velocissima, laquale diffondendosi per l’Universo penetraper tutto senza contrasto, riscalda, vivifica erende feconde tutte le persone viventi, e diquesto spirito par che il senso stesso ci di-mostri il corpo del Sole esserne ricetto prin-cipalissimo”.Grazie al pensiero e al metodo di indaginedell’ultima rivoluzione scientifica, abbiamopotuto penetrare così i segreti più intimidella Luce del Sole. Ne abbiamo compreso la sua natura elettro-magnetica, vale a dire il suo manifestarsi al-lo stesso tempo con proprietà sia elettricheche magnetiche scandite nella loro intensitàdagli intensi sette colori della parte visibilenello stupefacente fenomeno dell’arcobaleno.

Grafi co s che-mat i co , no n i ns cal a che i l l u-s t ra l e ri s o rs eenerg et i chedi s p o ni b i l is ul l a Terra –4 8 0 EJ ~ 1 0mi l i ardi di Tep(To nnel l at eequi v al ent i dip et ro l i o , co n-s umo mo ndi a-l e nel 2 0 0 2 )

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di Alessio Borghese

E’ tutto buio… sento il cuore in gola.Tutti i sensi lavorano al massimo.

Avanzo lentamente nella stanza. Le miebraccia sono tese in avanti, con le manicerco di toccare qualcosa, prima di urtarecontro un ostacolo. Ogni tanto oggettibassi mi colpiscono all’altezza del ginoc-chio: punto debole per chi s’avventuranelle stanze buie!... Penso che dovesse avere questa sensazioneil mio alunno, che chiameremo Luca, nonvedente dalla nascita, ogni volta che simuoveva nell’aula. Ma non era così: Lucasembrava muoversi meglio di tutti, il pro-blema era cercare di leggere; scrivere appun-ti era impossibile, così come utilizzare lalavagna e quindi tut t i i mezzi idoneiall’apprendimento a disposizione di ognialunno. Forse oggi ci sono scuole e mezzipiù consoni alla situazione di Luca, con te-sti in braille o altri dispositivi digitali. Mauna ventina di anni fa questo non era possi-bile: altri tempi. Facevamo miracoli, sia ioche la scuola. Ogni volta che riuscivo aspiegargli bene qualcosa, era un “mattonci-no” di esperienza che Luca metteva da parte. Un giorno sono riuscito a fargli distingue-re, col tatto, i vari componenti elettronicisul circuito stampato, e a fargli realizzaredelle saldature di alcune resistenze sullostesso stampato, aiutandosi anche conl’olfatto: un’operazione medio-facile perqualsiasi alunno dotato di vista. Edmund Husserl, nel suo volume “Idee peruna Fenomenologia pura”, afferma che laconoscenza di un oggetto è dovuta al “vis-suto” che si ha con l’oggetto stesso, ossialo si conosce effettivamente solo se si pos-siede l’esperienza dell’intera forma e dellamateria di cui è composto. La conoscenza,quindi , è legata al “vissuto” cioèall’esperienza di quell’oggetto: non è neces-sario che io lo veda se percepisco la suastruttura anche solo con il tatto. Perchésarò in grado di riconoscerlo dalla sua for-ma, dal materiale di cui è fatto, dal ricordoche quell’oggetto ha lasciato impresso nel-la mia memoria.

Penso che anche Luca riconoscesse il suobastone appena lo sfiorava con le dita, di-stinguendolo da tutti gli altri oggetti. Il suo“vissuto” con il bastone superava ogni altrotipo di conoscenza, e ogni altra esigenza diconoscenza, perché era diventato il prolun-gamento del suo braccio, era parte di sé. Rischiamo di non accorgerci e di non ren-derci conto di tutto questo, perché nellaquotidianità compiamo gesti come accende-re la luce, prendere un libro e leggerlo, ve-dere la televisione, e così via, in manieraormai quasi meccanica e scontata. Se inve-ce vivessimo al buio, tutti questi gesti cosìsemplici diventerebbero improvvisamentecomplicati, perché dovremmo affidarci aglialtri sensi e al “vissuto” che abbiamo conciò che ci circonda.Ma ritorno a Luca e a quella giornata dispiegazioni e di esperienze con oggetti,forme, odori e materiali di elettronica, altermine della quale mi dice, quasi commos-so: “Prof, lei per me è come una lampadaper una persona che entra in una stanzabuia”. Inizialmente non ho dato molto peso aquesta frase; ma poi essa ha risuonatodentro di me e mi sono emozionato, siaperché ho pensato a come Luca potesseimmaginare una stanza illuminata, maanche perché ho capito che Luca impara-va, apprendeva e scopriva la real tà el’interazione con essa anche attraverso dime. Imparava anzitutto le nozioni cheavevo il compito di trasmettergli, ma co-sì facendo potevo anche illuminare “lasua strada della conoscenza”. Per lui ero,quindi, una specie di lampadina che da lu-ce, che può accendere, di tanto in tanto,gli oggetti in una stanza buia, rendendolitangibili e permettendogli così di intrave-dere il percorso da seguire.Ho immaginato, quindi, di essere in unastanza completamente buia. Sensazioni didisagio e paura potrebbero prendere il so-pravvento. I movimenti sarebbero limita-ti, in quanto solo attraverso il tatto el’attenzione consapevole sarebbe possibile

Assenza di luce

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appena l’ambiente si illumina, era già tuttalì, nonostante i miei timori e la mia pocafiducia.Che scoperta, comprendere qualcosa di evi-dente che tuttavia non vedevo!Sì, io ero stato una lampada per Luca, maLuca era stato una lampada per me. Lucaaveva ricevuto una fonte di luce da me e ioavevo ricevuto una fonte di luce da lui. Co-me io sono stato fonte di luce per la sua co-noscenza, Luca è stato fonte di luce per lamia coscienza.Ed era una luce che scaldava, che non illu-minava solo la stanza, gli oggetti e lamente ma anche l’anima. O meglio, che hafatto brillare la luce già presente nel mioanimo, come una scintilla che diventa ba-gliore dopo che è stato tolto un velo cheimpediva di percepirla. Una luce che anco-ra oggi mi emoziona, ripensandoci, tantoreale quanto intangibile. Una luce che hosentito come uno scambio di energia vita-le tra noi.Ho imparato anche io una lezione fonda-mentale da Luca e cioè che l’assenza di luceè una nuova dimensione di conoscenza eche si può essere illuminati anche al buio.

muoversi al suo interno. Non conoscendoquello che circonda il mio corpo, la miamente creerebbe figure più o meno veritie-re, a seconda delle interpretazioni dei mieisensi in quel momento. Un rumore im-provviso potrebbe peggiorare la situazio-ne. Le cose cambierebbero se si accendes-se una piccola luce. A questo punto il ba-gliore illuminerebbe gli oggetti circostan-ti, la mia mente comincerebbe a costruireimmagini a seconda delle mie percezionivisive: in alcuni casi potrebbe migliorarela situazione, in altri invece potrebbe ma-terializzarsi quello che avevo temuto po-tesse esistere. In ogni caso andrei versoquesto bagliore proprio per riuscire a ve-dere meglio l’ambiente circostante. Se laluce aumentasse di intensità, la mia men-te inizierebbe ad avere immagini semprepiù chiare e deduzioni sempre più accura-te, fin quando l’ambiente circostante sa-rebbe familiare: molto probabilmente i di-sagi iniziali scomparirebbero insieme alleansie e alle paure.Il buio è semplicemente la non percezionedella presenza della luce. Non è una forzaopposta e contraria: la realtà che scopro,

ANNA DEI MIRACOLI

Helen Keller, sorda e cieca dall’età di 19 mesi, viene aiutata e sostenutadall’educatrice Anne Sullivan, che riesce ad insegnarle la lettura in Braille, ad ascol-

tare toccando le labbra e sentendo le vibrazioni della trachea e infine anche a parlare. Al-la sua vicenda è stato dedicato il romanzo The Miracle Worker, da cui è stato tratto ilfilm noto in Italia con il titolo Anna dei miracoli. Il film venne poi rappresentato anchea teatro: in Italia, con la memorabile interpretazione di Mariangela Melato. La storia si svolge in Alabama, negli anni ‘20. La piccola Helen Keller, viene affidataalla governante Annie Sullivan, nata cieca e guarita dopo una serie di interventi chirur-gici. La donna si rende immediatamente conto che il pietismo con cui la famiglia si re-laziona alla bambina è d’ostacolo alla sua educazione. Dopo due settimane, Annie, coisuoi differenti metodi, pare essere riuscita soltanto a mitigare gli eccessi di Helen manon a farle capire il nesso esistente tra le parole che le ha insegnato e le cose a cui fan-no riferimento. La famiglia Keller, però, è soddisfatta perché la bambina sembra più edu-cata e serena. Ma una volta a casa, Helen ricomincia a comportarsi in maniera indisci-plinata, sfruttando la consueta indulgenza dei genitori. Ne segue uno scontro verbale traAnnie e il padre di Helen, ma la sorpresa si verifica quando la bambina, vicina alla fon-tana del giardino, riesce a pronunciarne la parola «acqua!», mettendo subito dopo in re-lazione i nomi che ha imparato a compitare con la realtà presente fuori dalla villa, in uncrescendo entusiasmante e profondamente emozionante.Helen, nella vita reale, è poi diventata una brava scrittrice e un’oratrice. Nel 1903 pub-blica la sua autobiografia The story of my life. È il primo di una serie di 11 libri e dinumerosi articoli. Dopo essersi laureata in legge, Helen si impegnerà in numerose cau-se per i diritti dei disabili ed in molte altre questioni progressiste, come il voto alle don-ne ed il controllo delle nascite.

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di Paola Springhetti

Quando arriva il grande buio attorno anoi, ci costringe a prendere coscienza

della fragilità delle nostre vite, a fare i conticon quanto dipendiamo da un sacco di cose:tecnologie, semplici oggetti, meccanismiche seguono loro regole di funzionamento. Eche le impongono anche a noi, le loro rego-le. I black out fanno danni, ma soprattuttofanno paura e, come tutte le cose che fannopaura provocano, reazioni di viltà, ma anchedi eroismo; episodi di violenza, ma anche disolidarietà. Alla fine, ci rivelano quello cherealmente siamo.

I black out – intesi come le interruzioni dienergia che fanno cadere nel buio intere cittàe territori – non sono rari. L’ultimo, in Ita-lia è stato il 6 marzo scorso in Abruzzo: è ar-rivato dopo 24 ore di pioggia, neve e inon-dazioni e ha colpito più o meno 250milapersone che abitavano in 103 comuni. È sal-tata la l inea elet t rica, si è bloccatal’autostrada, altre strade sono state sommer-se dalle acque, è mancata l’acqua nelle case.Non è stato certo uno dei black out più gra-vi della storia. Ma per chi c’è dentro, non èpossibile una graduatoria: quando mancal’energia, ci sembra di trovarci nella preisto-ria: ci sentiamo isolati dal mondo perchénon ci sono più trasporti, non più telefoni(se non altro perché le linee si intasano e lebatterie dopo un po’ si esauriscono), non piùradio né Tv né computer. Ci manca ilcomfort del riscaldamento e dell’acqua calda,o dell’aria condizionata se è estate. Nei free-zer e nei frigoriferi i cibi vanno a male e nonsappiamo dove comperarne altri perché i ne-gozi sono chiusi. Le fabbriche si fermano,gli ospedali forse no, perché hanno i genera-tori, ma gli uffici pubblici e le scuole sì. Sesei abituato al rasoio elettrico neanche labarba ti puoi fare: i gesti più quotidiani, chesei abituato a ripetere in modo quasi auto-matico, diventano difficilissimi, quando nonimpossibili. Insomma, la vita si ferma.Se poi il black out arriva che sei in metro-politana o comunque fuori casa, rischi di do-ver chiedere consigli agli homeless su comepassare la notte.

In Italia il black out più grave è avvenuto il28 settembre del 2003, alle tre e mezza delmattino. L’intero Paese (tranne la Sardegna eCapri) è rimasto al buio per 12-24 ore, a se-conda delle zone. Una dramma ovunque, maa Roma c’era la notte bianca e quindi un sac-co di gente per le strade e per di più è scop-piato un temporale (nella Capitale i guainon vengono mai soli). Così, alle tre e mez-za del mattino, migliaia di persone si sonotrovate intrappolate nella metropolitana e sicalcola che ammontassero a un milione quel-le che sono rimaste fuori al buio sotto lapioggia. Centralini del 118 intasati, stazioneTermini impazzita, due grandi ospedali (Fa-tebenefratelli e Cto) che scoprono di averescorte di gasolio troppo scarse per alimenta-re i gruppi elettrogenici: bastano solo perun’ora.

Del resto il 2003 è stato l’anno dei black out(che siano contagiosi?). Pochi giorni primace n’era stato uno a Copenaghen e un meseprima tra Stati Uniti (New York) e Canada(Toronto): più di 50 milioni di persone eranorimaste senza corrente. New York ha soffertodi black out periodici, ma quello del 2003 èstato forse il più pesante: morirono 11 per-sone per cause in qualche modo collegateall’assenza di energia elettrica: incidenti, in-cendi, intossicazioni da monossido di carbo-nio, infarti a causa delle decine di piani di sca-le salite a piedi. Ci furono centinaia di mi-gliaia di pendolari, che non riuscirono a tor-nare a casa e passarono la notte per le strade.Il primato però spetta all’India, dove nel lu-glio 2012 sono rimaste senza corrente 600milioni di persone. E comunque, tornandoindietro nel tempo fino al 1965, ci sono sta-ti black out più o meno gravi in varie regio-ni italiane, in Francia, Germania, BuenosAires, Colombia, Brasile, Filippine, Nige-ria, Algeria, Messico, Atene, Egitto, piùvolte in India e, come già detto, negli StatiUniti.Insomma sono eventi rari, ma neanche poicosì tanto, e sarebbe quindi il caso di prepa-rarsi ad affrontarli. Forse è per questo cheproprio a marzo, il 19 e il 20, si è svolto a

Luce nera

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una leggenda metropolitana che di altro. Però gli americani riescono a mettere sempreun tocco speciale nelle loro avventure, enel’65 il tocco speciale è stato che proprioallora, durante il black out o forse propriograzie ad esso, sono stati avvistati gli alieni,sotto forma di decine di sfere luminose che simuovevano veloci. Noi italiani, invece, que-sta capacità visionaria non ce l’abbiamo, edei black out ci bastano e avanzano gli aspet-ti drammatici. A meno che la colpa non siadegli alieni, che preferiscono gli Stati Unitial Bel Paese.

Comunque, fu il black out del ‘77 a fare piùpaura, tanto che viene ricordato come il peg-giore, nonostante gli abitanti della cittàavessero già vissuto l’esperienza precedente,per cui ci si poteva aspettare che fossero piùpreparati ad affrontarla. Avvenne a luglio, inuna notte molto calda. Anche quella volta cifurono episodi di solidarietà e perfino di fe-sta: al Greenwich Village la gente ballò esuonò per le strade al lume di candela. MaNew York mise in mostra la sua parte peg-giore soprattutto a Brooklyn, Harlem eSouth Bronx, quartieri che furono devastatida bande di giovani che approfittaronodell’oscurità per saccheggiare negozi, rapina-re persone, rubare automobili. Ci furono piùdi 3.700 arresti, i pompieri intervennero inoltre 1.000 incendi e il peggio è che si con-tarono perfino 1.700 false chiamate per depi-stare le forze dell’ordine.Probabilmente in quei pochi anni, tra il ‘65e il ‘77, qualcosa era cambiato nella città: disicuro c’era crisi, e la crisi porta tensione edisgregazione. Nei quartieri “alti” si può bal-lare, negli altri si scatena la violenza, perchéil buio dà coraggio a chi è pieno di rabbia.Insomma, la cattiveria e la bontà ce li abbia-mo dentro, entrambi: sono dentro le singolepersone, e sono dentro le comunità. Il buiopuò tirare fuori l’uno o l’altro, dipende daquanto abbiamo accumulato - dell’una odell’altra - quando la luce è ancora accesa.

Bolzano un congresso internazionale dellaprotezione civile proprio sui black-out. Sicuramente ha colto impreparate le autorità- ma anche i cittadini - il primo grande buiodi cui si ha memoria: quello –in America-del 1965, che provocò il panico, lasciandopoi un senso di fragilità nella memoria col-lettiva, in quegli anni molto fiduciosa nelprogresso e nelle tecnologie. Erano circa le17.30 del 9 novembre e rimasero al buio,per 12 ore, 30 milioni di persone sparse in200mila Km quadrati, con le città di Boston,Ottawa, Philadelphia, Toronto, oltre a NewYork. Si spensero le luci e le vetrine, masoprattutto i semafori, così, quando la gentesi riversò nelle strade, queste si trasformaro-no in un immenso ingorgo. Si spensero an-che le luci sulle piste di atterraggio, e gli ae-rei di linea non riuscivano ad atterrare. Negliospedali, i generatori erano insufficienti, ele operazioni chirurgiche dovettero esseresospese, anche quelle urgenti.Si racconta che fu a questo punto che si vi-de il meglio e il peggio. Il meglio erano icittadini che cercavano di aiutare chi era neiguai più di loro, improvvisandosi vigili perregolare il traffico, ingegnandosi a tirare lagente fuori dagli ascensori o a sostenere glianziani. Il peggio erano quelli che ne appro-fittavano per spaccare vetrine, rubare, rapi-nare la gente che cercava di raggiungere unluogo sicuro.

C’è chi dice che, nove mesi dopo, ci fuun’impennata nelle nascite dei bambini:molte coppie evidentemente si erano rifu-giate sotto le lenzuola. Ma il dato non è ve-rificato e appare un po’ improbabile, anchese è divertente pensare che sia stato propriocosì, cioè che sia possibile affrontare lagrande paura con la forza che deriva da ungrande abbraccio. Del resto la stessa cosa sinarra a proposito del black out successivo,quello del 1977, che colpì New York e lacontea di Westchester, e probabilmente que-sto basta a far pensare che si tratti più di

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di Salvatore Nocera

Gli accertamenti medico legaliPer avere la qualifica legale di minorato del-la vista occorre una certificazione della com-missione dell’ASL di residenza, integrata daun medico dell’INPS (DPCM n.185/2006).Qualora tale certificazione rechi la dicitura“rivedibile” la persona deve sottoporsi a vi-sita alla scadenza; sarà però l’ASL a doverchiamare l’interessato e la precedente certifi-cazione mantiene i suoi effetti sino a rila-scio di quella successiva. Da tale accerta-mento deriva il diritto alla pensione (purchènon si superino certi limiti reddituali).L’indennità o l’assegno di accompagnamen-to spetta ai soli ciechi assoluti o ventesimi-sti, qualunque siano le loro condizioni eco-nomiche.Diversa è la certificazione di handicap aisensi della L. n.104/1992, che assicura per iciechi assoluti i l diritto di precedenzanell’accesso a tutti i servizi previsti dallastessa legge (art.3, comma 3), nonché il di-ritto alla scelta prioritaria della sede di lavo-ro più favorevole e il diritto di tre giorni dipermessi retribuiti o, in alternativa, di dueanni di congedo retribuito in tutto il rappor-to di lavoro per chi – coniuge, parente o af-fine entro il terzo grado – presta assistenzaal cieco assoluto.

La normativa sull’integrazione scolasticaPremesso che le norme sull’autonomia sco-lastica debbono combinarsi con altre normefondamentali, esaminiamo le seguenti spe-cificazioni.

Il regolamento dell’autonomia scolastica,approvato con DPR n. 275/1999,all’articolo 21, comma 2, lett. c, prevedeespressamente la regola dell’integrazionescolastica come principio generale inseritoin quello dell’individualizzazione degli in-

terventi didattici. Tale individualizzazionerichiama il principio già sancito nell’art.12,comma 5, della L. 104/1992 e, per i mino-rati visivi richiama implicitamente la L.n.360/1976 che pretende la realizzazionenella scuola di interventi di servizi scolasti-ci forniti dalle ASL e dagli Enti locali. Fraesse sono da individuare e distinguere lecompetenze della provincia che, ai sensi del-la L. n.67/1993, è tenuta a fornire nellescuole di ogni ordine e grado l’assistenzascolastica, consistente sia in assistenti perl’autonomia e la comunicazione a scuola siaassistenti educativi anche fuori scuola; lecompetenze dei comuni consistono invecefondamentalmente nella trascrizione dei li-bri in braille e di sussidi didattici specificirientranti nella normativa delle singole re-gioni sul diritto allo studio.Le competenze delle ASL si sostanzianoprevalentemente nella certificazione di han-dicap in situazione di gravità. Per gli alunniipovedenti i compiti delle ASL si sono am-pliati a seguito della L. n.138/2001 che haridefinito il concetto di “ipovedente”, pren-dendo in considerazione, oltre alla riduzionedi acutezza visiva, anche quella del campovisivo; si comprende quanto questo nuovoaspetto sia importante, ad esempio, per lascelta dell’aula e della posizione del bancorispetto alle sorgenti luminose.

Facciamo lucesulle leggi

La normativa a tutela dei diritti delle persone con minorazioni visive

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la L. n.122/2010, art. 9, comma 15 e art. 10,comma 5. La scuola deve annualmente appro-vare o aggiornare il POF (piano dell’offertaformativa) cui si aggiunge il PAI (piano an-nuale dell’inclusività).

Sulla base del POF annualmente vieneelaborato il bilancio che comprende, tra lealtre, le spese per l’integrazione scolasti-ca anche degli alunni con minorazioni vi-sive. E’ questo un momento importantis-simo perché si tratta di decidere della pro-grammazione e dell’acquisto di ausili esussidi, sulla base dei finanziamenti tra-sferiti dal Ministero con vincolo di desti-nazione per l’integrazione scolastica, conparticolare attenzione ai minorati visivi(L. n.69/2000) confluiti ora nel fondo del-la L. n.440/1997. E’ su questi due pila-stri, il POF e il bilancio, che si reggono ipiani didattici personalizzati degli alunni,in particolare di quelli con minorazionevisiva.E’ il dirigente scolastico che deve istituire ilgruppo di lavoro d’ist i tuto perl’integrazione scolastica di cui all’art. 15,comma 2 della L. n.104/1992, composto didocenti, non docenti, di studenti (nelle scuo-le superiori) di operatori dei servizi territo-riali e di genitori. E’ tale gruppo che elabo-ra le proposte per il POF e per il collegiodei docenti e che offre la sua consulenza aldirigente scolastico. Con la Direttiva mini-steriale del 27 dicembre 2012, la Circolareministeriale n. 8/2013 e la Nota ministeria-le del 22 novembre 2013, i suoi poteri sonostati ampliati comprendendo tutte le politi-che scolastiche inclusive rivolte anche aglialunni con DSA (disturbi specifici di ap-prendimento) e con ulteriori BES (bisognieducativi speciali).Quanto fin qui detto, vale espressamente

Di grande interesse si rivela inoltre per icompiti delle ASL il decreto del Ministerodella Salute in data 28 aprile 2003, che defi-nisce di competenza istituzionale delle stes-se gli interventi terapeutici, di riabilitazio-ne e di “integrazione e recupero sociale”. E’questa una norma che consente di colmareun grosso vuoto spesso giustamente lamen-tato circa l’educazione all’orientamento spa-ziale dei minorati visivi, fino ad oggi tra-scurato dalla scuola, specie materna, e purfondamentale per l’educazione motoria deibimbi minorati visivi. Da ora in poi è cer-to che le ASL, direttamente o in convenzio-ne con associazioni e centri specializzati,sono tenute a garantire prevalentemente conle proprie risorse queste attività, consideratedal Ministero come “riabilitative”.

I compiti dell’amministrazione scolasticasono fondamentalmente quelli di assegnareun insegnante specializzato per un certo nu-mero di ore di sostegno didattico (art.13,commi 3 e 5, della L. n.104/1992) una cat-tedra completa per i ciechi assoluti (senten-za Corte cost. n. 80/2010) e, per gli alunnipluriminorat i , di assicurare purel’assistenza igienica tramite i collaboratoriscolast ici : nota ministeriale prot .3390/2001 e artt. 47, 48 e tab. A del con-tratto collettivo nazionale di lavoro delcomparto scuola del 2007.

Compito infine dell’istituzione scolastica au-tonoma è quello di assicurare la programma-zione didattica secondo un progetto predispo-sto da tutto il consiglio di sezione o di classe,anche ai fini della formazione delle classi(DPR n.81/2009, artt. 4 e 5, comma 2) e delnumero di ore di sostegno didattico in deroga(art.1, comma 605, lett. B, L. 296/2007) del-la sentenza della Corte Cost. n.80/2010 e del-

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per le scuole statali, ma esso deve riferirsipure a quelle non statali “paritarie”, in forzadella L. n.62/2000 che ha posto per gli entiche chiedono la parità l’obbligo di accettarele iscrizioni degli alunni con disabilità equindi pure dei ciechi.Queste scuole, pubbliche, come ad esempioquelle materne comunali, o private, godonodi una maggiore libertà di scelta del propriopersonale. Per esempio, gli insegnanti perle attività di sostegno possono essere sceltiliberamente senza la necessità di rispettare legraduatorie provinciali presso gli uffici sco-lastici provinciali.Essi godono inoltre di finanziamenti pub-blici, che sono maggiori per le scuole ele-mentari “parificate”, cioè convenzionate conlo Stato che in base alla convenzione devedare un apposito contributo pari a quasil’intero stipendio dell’insegnante per le atti-vità di sostegno. Se trattasi di scuole nonconvenzionate spetta loro solo un piccolocontributo previsto dalla L. n.62/2000, paria circa duemila euro l’anno.

L’inserimento lavorativoAnche ai ciechi si applica la legge quadrosul collocamento lavorativo mirato su pro-getto (L. n.68/1999).Rimangono però in vita numerose leggispeciali che, avendo istituito albi nazionali,oggi regionalizzate, assicurano il colloca-mento con riserva in alcune professioni.Così gli insegnanti ciechi possono insegna-re nelle scuole secondarie e hanno diritto, aloro scelta di portare in classe, a proprie spe-se, un assistente di loro fiducia in forzadell’art.1 della L. n.270/1982; gli insegnan-ti ciechi possono insegnare nelle scuoledell’infanzia e primarie solo come docentiper il sostegno, dovendo stare in compre-senza coi docenti curricolari.Per i masso-fisioterapisti cfr. la L. n.686/1961 e la L. n.403/1971; per i centrali-nisti telefonici cfr. L. n.113/1985. L’art. 7della stessa legge ha aperto la strada perl’accesso dei ciechi anche ai pubblici impie-ghi e alla carriera direttiva negli stessi.Oltre all’esercizio delle libere professioni, sista sempre più allargando il numero dei cie-chi che si avviano alle professioni informa-tiche, sia come lavoratori autonomi che co-me dipendenti.

L’assistenza economicaLa L. n.382/1970 riconosce il diritto allapensione ai ciechi assoluti. Ai ciechi con un

residuo visivo non superiore a un ventesimoè riconosciuto un assegno, che è inferioreper chi ha un residuo fino a un decimo; chiha un residuo superiore a un decimo ha lostesso trattamento degli invalidi civili. Inoltre a tutti i ciechi assoluti è riconosciu-to il diritto all’indennità di accompagna-mento, che non è legato al reddito, a diffe-renza delle pensioni che è dovuto al solo ti-tolo della cecità assoluta.

La riabilitazioneI ciechi assoluti godono dell’esenzione tota-le dal pagamento del ticket per le cure medi-che e la riabilitazione. Essi godono pure deldiritto di accedere alle prestazioni protesichepreviste dal “nomenclatore tariffario” che siva sempre più aprendo anche ad ausili nontradizionali, come i programmi informaticidi sintesi vocale, la barra braille, lo scannerper la lettura. E’ pure riconosciuto il dirittoall’acquisto di strumenti per l’autonomiacome un regist ratore, un computer,l’autoveicolo, su cui si paga l’IVA al 4%;i l 19% del presso pagato è detraibi ledall’IRPEF, purchè ci sia stata una prescri-zione dello specialista dell’ASL.

Altre agevolazioniI Comuni sono tenuti all’assegnazione dicani-guida che possono legalmente circolaresui mezzi di trasporto.Agevolazioni tariffarie sono pure ricono-sciute per i viaggi in treno; presso le princi-pali stazioni ferroviarie e gli aeroporti esi-stono servizi di assistenza per i viaggiatoricon disabilità.

Diritti civiliSino all’entrata in vigore del Codice Civiledel 1942 i ciechi dovevano essere interdetti.L’art. 415 dell’attuale Codice Civile stabili-sce che si procede all’inabilitazione solo seil cieco non è stato istruito.E’ orami riconosciuta la validità della firmadei ciechi in forza della L. n.18/1975 e lagiurisprudenza ha riconosciuto la validitàdel testamento olografo, cioè scritto inbraille tutto di pugno del cieco.

N B: Per approfondimenti sul diri t toall’integrazione scolastica si veda il sitowww.aipd.it, cliccando su scuola e poi suschede normative. Per gli altri diritti si vedail sito www.handylex.org

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mentando nuovi servizi, rivendicando cosìuno status di “normalità“ per i disabili. Lafunzione delle associazioni è da sempre pre-ziosa testimonianza che anche il disabile piùgrave è una risorsa di umanità da valorizzarenelle sue potenzialità e per il suo valore dipersona, riferimento centrale con cui misura-re l’impegno della solidarietà e il livello diciviltà. Inoltre esse, tutelando i bisogni epromuovendo le aspettative dei disabili diuna vita più piena possibile, promuovono laqualità della vita di tutti i cittadini e il ri-spetto delle “altre” diversità.

I dati statisticiIn Italia non vi sono molti dati disponibili erecenti sui disabili visivi che vengono ag-gregati a tutti i soggetti con difficoltà senso-riale e di comunicazione. Le statistiche ri-sultano datate - il quadro ufficiale della disa-bilità in Italia risale a Istat 20041 - oltre cheframmentate e non sempre in grado di stima-re i cittadini che in età senile diventano disa-bili per una “malattia visiva”, come la ma-culopatia che provoca la perdita della visionecentrale o il glaucoma che induce la perditadel campo visivo2. Secondo l’OMS, che halanciato un progetto per l’eliminazione ditutta la cecità evitabile entro il 2020, in Ita-lia nel 2006 l’82% dei soggetti con disabi-lità visiva aveva oltre 50 anni.Tra le diverse fonti consultabili vi è quellasugli alunni con disabilità nelle scuole pri-marie e secondarie. Nell’anno scolastico2013-2014 risultavano essere 6.040 gli alun-ni con tali menomazioni, pari al 4% di tuttigli alunni disabili certificati (Istat 2014). La prima rilevazione citata rivelava che circauna famiglia su due, con soggetti disabili,riceve aiuti. Nella maggior parte dei casi sitratta di aiuti gratuiti provenienti da personenon coabitanti, dalla rete di solidarietà, pe-raltro maggiore dove le istituzioni sono ingrado di erogare interventi adeguati e tempe-stivi, di supportare le famiglie con disabili

di Renato Frisanco

Oggi sappiamo che la disabilità non è di persè una condizione di segno negativo e ine-

luttabile se non come conseguenzadell’interazione con un ambiente ostile. La di-stinzione lessicale tra “handicap“ e “disabilità“segna un cambiamento culturale nel modo divedere le persone con una menomazione. Es-se, infatti, sono condannate ad una vita di-stante e separata da quella “normale” solo se atale menomazione si aggiunge un ostacolo

sociale, unhandicap ap-punto, ovve-ro una bar-riera archi-

tettonica o culturale che fa di essi degli“esclusi” o dei soggetti marginali. Pertantoper attuare politiche sociali efficaci occorrepromuovere interventi finalizzati ad abbatterele barriere, di qualsiasi natura, che ostacolanoil processo di inclusione delle persone con di-sabilità nel tessuto sociale. In questo proces-so giocano un ruolo importate la società ci-vile e le organizzazioni dei cittadini, in pri-mis quelle degli stessi disabili.

Attuare la piena cittadinanzaIl nostro Paese è da sempre tra i più avanza-ti nella legislazione sociale a tutela dei disa-bili, ma non è altrettanto in prima linea perquanto riguarda l’attuazione dei principi edelle disposizioni in direzione della loro pie-na cittadinanza. Le carenze culturali e istitu-zionali al riguardo risultano attenuate perchéè attiva una ragnatela di associazioni che alivello nazionale e locale garantiscono tute-la e servizi ai disabili in generale, e nella fat-tispecie a quelli visivi. Associazioni che na-scono spesso dall’iniziativa dei disabili, pro-tagonisti di iniziative senza dare deleghe eattendere concessioni, facendosi mobilitato-ri di coscienze e di risorse. Le loro associa-zioni sono di effettivo traino delle politichesociali, codificando bisogni emergenti, chie-dendo il riconoscimento di diritti e speri-

Disabilità visiva

La rete dell’associazionismoe le nuove opportunità

1 Nel 2004 in Italia le persone disabili di sei anni o più che vivono in famiglia erano due milioni e 600mila, pari al 4,8% della popolazione. La disabilità è un problema che coinvolge soprattutto gli anzia-ni, infatti, quasi la metà delle persone con disabilità, un milione e 200 mila, ha più di ottanta anni. 2 Secondo le stime Istat 2004 i non vedenti in Italia nel 2004 erano 350 mila, un numero che non com-prende però gli ipovedenti.

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facilitando la loro integrazione all’internodella società. Solo il mix virtuoso di inizia-tive dei cittadini e di intervento pubblico disostegno sembra garantire una discreta capa-cità di promuovere il protagonismo dei disa-bili nella nostra società.

Associazionismo e disabilità visivaQuale è oggi il peso dell’associazionismoper la disabilità visiva nel nostro Paese, lasua diffusione e le attività svolte? Si puòparlare di un associazionismo storico inquanto ha origini per lo più remote. La pri-ma associazione nazionale e la più impor-tante per diffusione e per spettro di attivitàpromosse e gestite nel nostro Paese èl’Unione Ital iana dei Ciechi e degl iIpovedenti (U.I.C.I.), nata a Roma nel1920 con «funzioni di rappresentanza e tute-la dei loro interessi morali e materiali». Do-po la legge quadro sul volontariato l’UICI hapromosso, come strumento operativo di so-stegno ai disabili (accompagnamento, lettu-ra, assistenza scolastica, compagnia...) unarete nazionale di volontariato, l’Uni oneNazionale Ital iana Volontari pro Cie-chi (l’U.N.I.Vo.C.) oggi presente in 15 re-gioni con 44 sezioni provinciali. All’UICIsi deve anche la creazione del Centro RicercaScientifica sulla riabilitazione (I.RI.Fo.R.),un Centro studi e riabilitazione, l’Agenziaper la Promozione del Lavoro dei Ciechi(A.L.A), e il Centro nazionale del Libro Par-lato. Infine l’UICI è collegata con la Biblio-teca Italiana per i Ciechi, con il Club Italia-no del Braille e con l’Agenzia Internazionaleper la prevenzione della cecità (I.A.P.B.).Un’altra storica e diffusa associazione è ilM o v i m e nt o A po s t o l i c o C i e c hi(MAC), sorto a Roma nel 1928 e di ispira-zione confessionale, in quanto associato allecomunità ecclesiali diocesane, attivo soprat-tutto sul piano della formazione e della «pro-mozione di comunità civili accoglienti alledifferenze».Ancor prima era sorta la Federazione Na-zionale del le Isti tuzioni pro Ciechi(Firenze, 1921) allo scopo di sostenerel’associazionismo e creare sinergie tra diver-si istituti alle prese con il problema di tro-vare soluzione alla produzione di materialididattici speciali per l’istruzione dei non ve-denti. Tale Federazione, che oggi raggruppa23 enti tra cui anche l’UICI e l’UNIVOC, haottenuto nel corso di quasi un secolo di sto-ria importanti traguardi in termini legislativia vantaggio dei disabili visivi e solo recente-

mente (1997) la garanzia da parte dello Statodi un finanziamento a sostegno della suafunzione.Altre due più recenti associazioni completa-no questa rete e sono: la Lega del Fi loD’Oro , fondata ad Osimo (An) nel 1964 daSabina Santilli, sordocieca dall’infanzia, gra-zie all’aiuto di un gruppo di volontari, pro-prio per aiutare chi non vede e non sente. Es-sa dispone di sei centri residenziali accredita-ti dove svolge attività socio-riabilitativa edue sedi terri toriali (Roma e Napoli);l’Associazione Disabi l i Vi s ivi , natanel 1970 per riunire i radioamatori ciechi, èanch’essa un’associazione nazionale di pro-mozione sociale e culturale dei non vedentied ipovedenti. Ha esteso le proprie attività intutti i settori tecnologici che si prestano adincrementare l’autonomia e l’integrazionesociale dei disabili visivi italiani.L’importanza di queste associazioni sta nelfatto che presiedono dinamicamente ai biso-gni dei disabili visivi per ampliarne lo spet-tro delle risposte e con esse una piena citta-dinanza. Non si accontentano di prestazionidi base e assistenziali (sostegni vari) né di ti-po sanitario-riabilitativo sempre più avanza-te, ma si fanno carico dei bisogni complessied evolutivi che spaziano dal tempo libero,allo sport (fino alle Paralimpiadi), alla libe-ra fruizione della cultura e dei luoghi di la-voro, di socializzazione e svago non diversa-mente dagli altri cittadini. In tal modo esseintervengono per mettere a disposizione deidisabili ausili (es. sistemi ottici, visori), di-spositivi e tecnologie perché possano utiliz-zare apparati e strumenti di comunicazione diultima generazione o costruiti ad hoc percompensare i deficit visivi (personalizzazio-ne di sistemi operativi e software informati-ci dedicati, browser informatici specifici...)non prima di averli informati, anche construmenti nuovi come “Tecno“, il notiziarioradiofonico sullo sviluppo delle tecnologieloro dedicate e rese così accessibili. Adesempio, essi oggi possono partecipare acorsi di scultura o a visite guidate asseconda-ti da visioni o mappe tattili appositamentestudiate. Così come utilizzare telefoni di ul-tima generazione, i cosiddetti “smartphone“dotati di strumenti per l’accessibilità o appdedicate come il Dragon Dictation (iOs,iPhone e iPad, gratis), un’applicazione di ri-conoscimento vocale che permette di dettarei propri messaggi testuali e quindi aggiorna-re il proprio status su Facebook, twitter,mandare sms e email. Il mondo evolve e i di-sabili visivi possono oggi vincere la sfida diessere “normali” nella diversità.

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strazioni e gli enti non possono accettare le fat-ture emesse o trasmesse in forma cartacea e, per-tanto, non possono procedere ad alcun paga-mento, nemmeno parziale, sino all’invio in for-ma elettronica.L’obbligo di fatturazione elettronica verso la Padecorre:• dal 6 Giugno 2014 per Ministeri, Agenzie fi-

scali ed Enti nazionali di previdenza e assi-stenza sociale individuati dall’Istat (INPS,INARCASSA, CNPADC, ENPAM, CIPAG,ENPACL, ecc);

• dal 31 Marzo 2015 per tutti i restanti enti e or-ganismi della Pubblica Amministrazione, ivicomprese le Amministrazioni locali.

Trascorsi 3 mesi dalle date sopra indicate le Panon possono procedere ad alcun pagamento,nemmeno parziale, sino all’invio delle fatturein formato elettronico (Art. 6, co. 6, D.M. n.55/13).

Il processo di fatturazione elettronicaLa fattura elettronica è rappresentata da un fileXML (eXtensible Markup Language), secondo ilformato della FatturaPA (unico formato accetta-to dal Sdi), sul quale viene apposta la firma elet-tronica qualificata che garantisce l’autenticitàdell’origine e l’integrità del contenuto. La tra-smissione del file firmato e autenticato è vinco-lata alla presenza del codice identificativo uni-voco dell’ufficio destinatario della fattura ripor-tato nell’Indice delle Pa.Nelle fatture elettroniche emesse nei confrontidella Pa devono essere indicati:• il Codice identificativo di gara (CIG), salvo

gli specifici casi di esclusione della tracciabi-lità ex Legge n. 136/2010;

• il Codice Unico di Progetto (CUP) per le fattu-re riferite a opere pubbliche, manutenzionistraordinarie, interventi finanziari da contri-buti comunitari nonché se previsto ai sensidell’art. 11, Legge n. 3/2003.

In mancanza di detti codici la P.A. non può effet-tuare il pagamento della fattura.La fattura elettronica si considera trasmessa pervia elettronica e ricevuta dalle amministrazionisolo a fronte del rilascio della ricevuta di conse-gna da parte del Sistema di interscambio (art. 2,co. 4, D.M. n. 55/13): il soggetto che ha invia-

Nuove procedure nei confronti della Pubblica Amministrazione

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di Federico Rossi e Fabio Rocci (*)

La “fattura elettronica” è un documento, firmatodigitalmente, scambiato tra un fornitore e un

cliente, gestito per tutto il suo ciclo di vita (10 an-ni) in modalità esclusivamente elettronica. Latrasmissione delle fatture elettroniche avvie-ne attraverso il Sistema di interscambio(Sdi) istituito dal Ministero dell’economia edelle Finanze e gestito dall’Agenzia delle En-trate con la partecipazione della SOGEI - So-cietà Generale di Informatica S.p.A.. Parte inte-grante di questo sistema è la conservazione so-stitutiva dei documenti in formato digitale.

Riferimenti normativiLa normativa in materia IVA (art. 21 del DPR n.633/72, modificato dalla L. 228/2012) disponeche per fattura elettronica si intende la “fatturache è stata emessa e ricevuta in un qualunque for-mato elettronico” e “la fattura, cartacea o elet-tronica, si ha per emessa all’atto della sua con-segna, spedizione, trasmissione o messa a di-sposizione del cessionario o committente.”Con la Circolare n . 18/E del 24 . 6 . 2014,l’Agenzia delle Entrate ha evidenziato che, al fi-ne di distinguere la fattura elettronica da quellacartacea, non rileva il tipo di formato originario(elettronico o cartaceo) utilizzato per la suacreazione, bensì il fatto che la fattura sia tra-smessa o messa a disposizione in formato elet-tronico dal destinatario (e da questi ricevuta edaccettata).Ad esempio, non può essere considerata elet-tronica la fattura creata in formato elettronicocon un software di contabilità o di elaborazio-ne di testi inviata e ricevuta in formato carta-ceo, mentre è elettronica la fattura creata informato cartaceo e successivamente trasforma-ta in un documento informatico per essere in-viata e ricevuta tramite un canale telematico(ad esempio, posta elettronica), a condizioneche la stessa soddisfi i requisiti di legge (auten-ticità dell’origine, integrità del contenuto eleggibilità). L’articolo 1, co. 209-214, L. n. 244/07, comemodificato dall’art.10, co.13-duodecies, lett.a),D.L. n. 201/01, convertito dalla L. n. 214/11,ha introdotto l’obbligo di “fatturazione elettro-nica” nei confronti della Pubblica amministra-zione (di seguito Pa) disponendo che le ammini-

Fatturazioneelettronica

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to la fattura avrà una ricevuta di consegna nel ca-so in cui l’inoltro abbia avuto esito positivo,ovvero una notifica di mancata consegna nel ca-so in cui l’esito sia negativo. Il rilascio da partedel Sdi della ricevuta di consegna è sufficiente aprovare sia l’emissione della fattura elettroni-ca, sia l’avvenuta ricezione da parte della Pacommittente.Alla luce di quanto esposto possiamo sintetizza-re di seguito le fas i del pro ces s o di fattura-zi o ne el ettro ni ca:1. creazione di un file in formato .xml;2. firma digitale del file;3. invio del file alla SOGEI S.p.A. per le proce-

dure di controllo (gestore del Sistema di Inter-scambio);

4. esito dei controll i effettuati dalla SOGEIS.p.A.;

5. esito del committente (Pa);6. archiviazione della fattura elettronica attra-

verso il “sistema di conservazione elettro-nica”.

In merito al punto 6 va precisato che la modalitàel et t ro n i ca v a o s s erv at a n o n s o l o p erl’emissione della fattura e per la sua trasmissio-n e, ma an ch e p er l a co n s erv azi o n e el’archiviazione della stessa: per le fatture emes-se alla P.A. vi è l’obbligo di conservazione elet-tronica, mentre per le altre fatture è possibilescegliere tra la conservazione analogica (carta-cea) e la conservazione elettronica. Ai sensi del l’art . 1, comma 209, Legge n.244/2007, è obbligatorio conservare elettro-nicamente le fatture elettroniche emesse neiconfronti della Pa. Tale obbligo vale sia perl’emittente che per il destinatario della fatturail quale, implicitamente, è vincolato ad accet-tare il processo di fatturazione e conservazioneelettronica. La conservazione elettronica può essere effet-tuata conservando digitalmente in proprio i do-cumenti, oppure affidando la conservazione aterzi, situazione, quest’ultima, più comune e per-corribile, considerando le caratteristiche e i re-quisiti del sistema di conservazione.Il sistema di conservazione deve infatti garanti-re:• identificazione certa del soggetto che ha for-

mato il documento e dell’amministrazione odell’area omogenea di riferimento;

• integrità del documento;

• leggibilità e agevole reperibilità dei docu-menti e delle informazioni identificative.

Da un profilo tecnico – pratico, il processo difatturazione elettronica necessita di:• un software per la creazione del file: messo a

disposizione gratuitamente dall’Agenzia del-le Ent rate sul s i to www. agenziaent rate.gov. i t , oppure, a pagamento, da case disoftware private;

• un dispositivo di firma digitale per firmare ilfile: è possibile ritirare tale dispositivo pres-so la competente Camera di Commercio oppu-re è possibile acquistarlo da aziende privateautorizzate presenti nell’apposito elencoconsultabile sul sito http://www. agid.gov.it;

• una casella di posta elettronica certificata(PEC): servizio offerto da aziende private au-torizzate presenti nell’apposito elenco con-sultabile sul sito http://www. agid.gov.it;

• un s is tema di conserv azione elet tronica(conserv azione sost i tut iv a): è possibi leconservare le fatture elettroniche stipulandoun contratto con aziende / case software spe-cializzate.

Come anticipato, dal prossimo 31 Marzo 2015la Pa riceverà - e pagherà - solo fatture elettroni-che. Tale obbligo ha l’obiettivo di rendere piùefficiente il rapporto tra la Pa e i propri fornito-ri, cercando di garantire certezza, minori costi emaggior rapidità dei pagamenti. In questo primo periodo sono state non poche ledifficoltà dovute all’adeguamento alle nuoveprocedure e ciò, ovviamente, ha anche generatodei nuovi costi. Con il tempo tali procedure diverranno sempliceprassi e magari le intenzioni del legislatore sitradurranno in risultati. I numerosi e continui interventi in materia fisca-le (purtroppo non sempre coordinati tra di loro),come ad esempio lo split payment (“scissionedei pagamenti”)1, però, complicano la situazio-ne e ostacolano il processo di assimilazione del-le nuove prassi.A proposito di interventi: ultimamente si è par-lato della possibilità di introdurre la fatturazioneelettronica anche nei rapporti tra privati. Atten-diamo ulteriori informazioni a riguardo.

(*) Studio Curina et [email protected]

www.consulenzaentireligiosi.it Tel.0657289016

1 Il meccanismo della scissione dei pagamenti (art. 1, comma 629, lettera b), legge n. 190/2014; circolare n. 1/E

del 9 febbraio 2015) prevede che, in relazione agli acquisti di beni e servizi effettuati dalle Pa, per i quali queste

non siano debitori d’imposta (cioè per le operazioni non assoggettate al regime di inversione contabile), l’IVA ad-

debitata dal fornitore nelle fatture dovrà essere versata dall’amministrazione acquirente direttamente all’erario,

anziché allo stesso fornitore, scindendo il pagamento del corrispettivo dal pagamento della relativa imposta. Tale

meccanismo ha generato dubbi soprattutto dal punto di vista tecnico – pratico: come compilare la fattura elet-

tronica in questi casi?

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donatore. Essa persegue come strategia la so-lidarietà diffusa nel territorio secondo un mo-dello partecipativo che richiede:• una cittadinanza consapevole e responsabi-

le;• istituzioni che ne promuovono la parteci-

pazione e il dialogo;• investimenti sulla fiducia e sulla collabo-

razione;• una solida rete sociale come valore.

Le attività di raccolta fondi attraverso lacampagna noci, azioni di marketing solidale,donazioni e lasciti , sono una rispostadell’impegno sociale espresso da questo ter-ritorio. Dal 2009 la Fondazione di ComunitàSinistra Piave ha avviato una singolare rac-colta fondi attraverso la collaborazionedell’Istituto Diocesano per il Sostentamentodel Clero della Diocesi di Vittorio Venetoche rappresenta circa il 60% delle donazioniraccolte nel triennio 2011-2013. Attualmen-te si stanno sviluppando iniziative in colla-borazione con realtà produttive di eccellenzadel territorio, marketing solidale, azionariatodiffuso con il coinvolgimento dell’imprese edelle organizzazioni sindacali, donazioni pia-nificate, lasciti e contributi da parte di sin-goli cittadini attraverso il 5x1000.

Azioni e progetti La Fondazione ha già raccolto, in questi an-ni, più di 500.000 euro per finanziare pro-getti tesi a contrastare situazioni di fragilitàpersonale e familiare a beneficio di oltre1.000 persone. Nel biennio 2010-2012 sonostate sostenute, attraverso bandi , alcuneiniziative sociali di associazioni del territo-rio nell’area della disabi l i tà, della fami-gl ia, della salute mentale e degli anzia-ni .Nel 2014 sono stati sostenuti progetti di ri-lievo sociale riguardanti:• percorsi di accompagnamento educativo

per genitori e bambini in difficoltà;• sostegni nella ricerca di un’occupazione

sostenibile per le persone con disabilità;• percorsi alternativi per lo sviluppo di au-

tonomie per le persone con disabilità.

di Fiorenzo Fantinel

La “Fondazione di Comunità del laS inistra Piave per la qualità di vi-

ta” è una fondazione di interesse collettivoavente caratteristiche di Organizzazione NonLucrativa di Utilità Sociale (O.N.L.U.S.),iscritta al n. 473 del Registro della Regione

Veneto delle Persone Giuri-diche di diritto privato. LaFondazione di comunitàopera in un territorio di 28Comuni che compongonol’ambito territoriale di com-petenza dell’AziendaULSS7 Veneto, che contauna popolazione di 220.000abitanti. La Fondazione diComunità pone il suo fon-damento nei v al o ridell’appartenenza, della par-tecipazione e della corre-sponsabilità con lo scopo dipromuovere attività aventiesclusivo perseguimento disolidarietà sociale nel cam-po dell’assistenza sociale e

socio-sanitaria, per sostenere il benessere el’inclusione sociale delle persone nella vitadella comunità.

Mission e obiettiviLa Fondazione di Comunità Onlus è un enteno profit che nasce nel 2006 per una scelta dei28 Comuni e dell’Azienda ULSS7 di Pieve diSoligo ed il sostegno di Banca della Marca,con l’obiettivo di consolidare la cultura di unacomunità che si fa carico dei propri bisogni epromuove la solidarietà, in tutte le sue forme.Dal 2007 ad oggi le iniziative promosse dal-la Fondazione hanno coinvolto oltre 300 As-sociazioni e più di 1000 Volontari che, con leloro azioni, hanno creato una solida rete diaiuto e permesso di realizzare interventi eprogetti innovativi finalizzati a migliora-re la qualità di vita delle persone più fragiliche vivono accanto a noi.

Raccolta fondiRispetto alla Fondazione tradizionale, laFondazione di Comunità non ha un grande

Reazione a catena

Ancora una “formula” per pro-muovere attività di solidarietàsociale sul territorio.Dopo la “Casa della Salute”(N.P.1/2-2015) e “Dottor Tre-no” (N.P. 3/4-2015), ecco lascheda di una “Fondazione di Co-munità”: un esempio di nuovowelfare che sollecita l’interessee gli interventi dei più diversi ope-ratori, dai cittadini all’UniversitàBocconi, dagli Enti pubblici allaDiocesi e ai Sindacati.

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Inoltre, nel 2014 , sono state avviate nuovecollaborazioni per reperimento fondi nel ter-ritorio: • raccogl i l ’ol io e doni un tesoro, ini-

ziat iva che coniuga i l rispet todell’ambiente e la solidarietà verso le per-sone fragili. SAVNO (Servizi Ambienta-li Veneto Nord Ovest) attraverso la rac-colta differenziata dell’olio alimentare so-sterrà i progetti della Fondazione di Co-munità;

• tanto buon latte, tante buone azio-ni - progetto Pol l icino: acquistandoil latte fresco Soligo, la Latteria dona allaFondazione un centesimo per ogni litrovenduto con l’obiettivo di contribuire allaserenità di tanti bambini in difficoltà;

• confezione Natal izia: “Le cose buo-

ne che san di buono”, eccellenze delterritorio come BIBANESI, CUZZIOL,CONSORZIO CONEGLIANO-VAL-DOBBIADENE, LAZZARIS, SOLIGOcondividono l’obiettivo di raccogliere ri-sorse per progetti sociali per il nostro ter-ritorio.

“Fondazione di Comunità della Sinistra Pia-ve per la qualità della vita” – OnlusVia Ortigara 131 - 31015 Conegliano (Tre-viso) – [email protected] – tf.0438 663865

Questa scheda vuole essere la “provocazio-ne” per un approfondimento necessario epuntuale sullo spirito diffusivo che anima iprotagonisti della Fondazione (ndr).

CONVENZIONE UNEBA-ROMA OIL COMPANY forni tura agl i Associat i di GAS NATURALE – ENERGIA ELETTRICA

L’11 febbraio 2015 è stata sottoscritta tra Uneba e Roma Oil Company una conven-zione per la fornitura agli Associati Uneba, sull’intero territorio nazionale, di gas

naturale ed energia elettrica a condizioni agevolate ed assistite.Roma Oil Company nasce da Fiorentina Oil Company, da più di trent’anni nel settoredella fornitura di energia, e da Estra Energie S.r.l., l’azienda del gas e della luce del Cen-tro Italia forte dei suoi quasi 600.000 clienti e fornitore CONSIP per la Pubblica Am-ministrazione.Nella parte riservata di www.uneba.org gli Associati potranno trovare il testo originaledella Convenzione.Roma Oil Company applicherà condizioni economiche scontate in convenzione agliaderenti all’UNEBA per la fornitura di gas metano. Tali condizioni agevolate preve-dono:• S conto non inferiore a 2, 5 €cent/smc da attuale fornitore• Pagamento a 60 gg• Nessun deposi to cauzionale• Fatturazione mensi le o bimestrale.Roma Oil Company s.r.l. mette inoltre a disposizione degli Associati UNEBA una con-sulenza dedicata, volta a verificare la possibilità di applicare particolari agevolazioni fi-scali. Tali agevolazioni incidono per circa i l 30% del l ’importo totale annuodella spesa per il gas metano. Sarà la Roma Oil Company a seguire tutto l’iter burocratico presso gli Uffici delle Do-gane competenti (senza alcun costo per il cliente) garantendo l’applicazione delle impo-ste agevolate, se spettanti, sin dal primo giorno di fornitura. A titolo puramente espli-cativo sono molteplici le attività che hanno diritto all’applicazione delle accise ridotte,fra le quali: case per ferie, altre tipologie assimilabili alle attività alberghiere, orfano-trofi, case di riposo per anziani, strutture atte a ospitare indigenti, mense etc.Per ottenere una consulenza o una valutazione della propria situazione ogni Ente ade-rente all’Uneba potrà contattare i referenti Roma Oil Company s.r.l. a numeri telefo-nici dedicati, precisati nella parte riservata del sito, ovvero inviando una fatturadell’attuale gestore all’indirizzo mail dedicato, anch’esso reperibile nella parte riservata,lasciando i propri riferimenti per poter essere ricontattati dal personale preposto.Relativamente alle utenze di energia elettrica, Roma Oil Company, fornirà agli aderen-ti, con le stesse modalità, una consulenza in rapporto alla singola situazione tariffariadell’Associato ed alla sua localizzazione.

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Bollettino ufficiale dell’UNEBA - Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza SocialeDirettore Responsabile: MAURIZIO GIORDANORedazione ed Amministrazione: 00185 Roma - Via Gioberti, 60 - Tel. 065943091 - Fax 0659602303e - mail: [email protected] - sito internet: www.uneba.orgAutorizzazione del Tribunale di Roma n. 88 del 21/2/1991Progetto e realizzazione grafica: www.fabiodesimone.itStampa: Arti Grafiche Pomezia (Roma)

Il giornale è inviato gratuitamente agli associati dell’UNEBAFinito di stampare nel marzo 201524

Questa pagina vuole essere un “colpo d’ala”, cioè una proposta per un momento di riflessione.

Trasparenze

“Le persone sono come le vetrate.

Scintillano e brillano quando c’è il sole,

ma quando cala l’oscurità

rivelano la loro bellezza

solo se c’è una luce dentro”.

Elisabeth Kubler Ross