Numero 3 - 1 luglio 2010
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Transcript of Numero 3 - 1 luglio 2010
Il solito polpettone
all’italiana alla fine
scontenta tutti. L’-
accordo su Pome-
gliano d’Arco è la
dimostrazione che
tra imprenditori e
sindacati vige an-
cora la pregiudizia-
le ideologica dello
scontro “padrone/
operaio”; frutto di
una stupida pregiu-
diziale ideologica
ancorata ad alcuni
decenni fa, ma che purtroppo rimane insita, forse per
intereressi di una ristretta cerchia di funzionari, nella
forma mentis degli apparati sindacali.
Sebbene l'assetto societario Fiat, e non mi riferisco
solamente agli Agnelli, dovrebbe dignitosamente
starsene zitto, ringraziando i lauti ammortizzatori so-
ciali largamente elargiti dallo Stato, alias dai contri-
buenti italiani, per non parlare dei finanziamenti a
fondo perduto concessi alla casa del Lingotto, non
possiamo non essere concordi su di una questione
principale ed irremovibile: i posti di lavoro vanno
salvaguardati. Non solo per il lavoratori di Pomeglia-
no d’Arco, ma per tutto l’indotto che l’Azienda
madre produce.
I molti piccoli imprenditori ed artigiani rappresenta-
no infatti i veri polmoni a sostegno del lavoro, del-
l'occupazione e dell'alimentazione dell'economia
reale.
I sindacati dovrebbero comprendere che
non viviamo più negli anni ’50; tra imprenditori e
operai forse sono proprio i primi ad essere più a ri-
schio e quindi bisognosi di un maggior sostegno, col-
piti e vessati da pressione fiscale, normative sempre
più asfissianti e soprattutto pressioni sempre più rigi-
de da parte del-
le banche, senza
trascurare il con-
testo generale
dove è possibile
toccare con ma-
no mercati sem-
pre più esigenti
e difficili da in-
terpretare e sem-
pre più scarsi
margini di gua-
dagno che impe-
discono di far
tornare i conti a
fine mese. Imprenditori ben diversi dai vari ammini-
stratori alla Marchionne, ben stipendiati e magari an-
che elargiti da buone uscite miliardarie anche in caso
di condotte aziendali fallimentari, pur se incuranti
del significato del rispetto e del dovere nel lavoro
Questi sono, di fatto, i risultati di un’economia tanto
“libera” quanto virtuale; ben lontana da ciò che signi-
fica “interesse nazionale”, capace solo di privatizzare
gli utili e socializzare le perdite; nonché di elargire
stipendi d’oro a “strateghi” non tanto del mercato ma
del proprio portafoglio.
La Fiat, come gran parte delle grandi aziende nazio-
nali, a maggior ragione se facenti parte di settori rite-
nuti strategici per gli interessi nazionali, deve tornare
ad avere la partecipazione di maggioranza pubblica,
anche perchè se lo Stato continua a buttar soldi, avrà
ben diritto ad esserne rap-
presentato; e solamen-
te attraverso una reale e
concreta attuazione della
socializzazione, potrà ritor-
nare ad essere una azien-
da fiore all’oc-chiello dell’-
economia nazionale
Stampato i proprio
La Scintilla Periodico del “PNFF”
Direttore Politico: Piero Puschiavo
la posta elettronica va inviata a:
[email protected] tel.339.4599717
NUMERO 3 - 1 luglio 2010
La Scintilla
♦ BASTA CON I COMPENSI MILIONARI AI BASTA CON I COMPENSI MILIONARI AI BASTA CON I COMPENSI MILIONARI AI BASTA CON I COMPENSI MILIONARI AI
MANAGER DA STRAPAZZOMANAGER DA STRAPAZZOMANAGER DA STRAPAZZOMANAGER DA STRAPAZZO
♦ BASTA CON GLI AMMORTIZZATORI BASTA CON GLI AMMORTIZZATORI BASTA CON GLI AMMORTIZZATORI BASTA CON GLI AMMORTIZZATORI
SOCIALI A PIOGGIASOCIALI A PIOGGIASOCIALI A PIOGGIASOCIALI A PIOGGIA
♦ BASTA PRIVATIZZARE GLI UTILI E BASTA PRIVATIZZARE GLI UTILI E BASTA PRIVATIZZARE GLI UTILI E BASTA PRIVATIZZARE GLI UTILI E
SOCIALIZZARE LE PERDITESOCIALIZZARE LE PERDITESOCIALIZZARE LE PERDITESOCIALIZZARE LE PERDITE
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