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freepress giornale

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C ’era una volta…il tempo. Non e’ per filosofeggiare o dispensare perle di

saggezza, ma vero e’ che ogni giorno, la maggior parte degli uomini, pro-

va ad ingannare il tempo. Si corre tutto il giorno, non si ha tempo piu’

per nulla, e peggio ancora non si ha tempo per rispettare se stessi e di

conseguenza gli altri. Il domani sembra non esistere. “Tutto e subito” e’ il motto della so-

cietà contemporanea.

Da zero a diciotto anni il tempo lo vogliamo accelerare. I bambini vogliono camminare per

strada senza che la mamma li tenga per mano,per sentirsi piu’ grandi. Appena nati hanno

gia’ i giocattoli riservati ai cinque; a sette basta con i giochi, ci vuole il telefonino. A dodici

inizia il gusto del proibito. Insomma l’adolescenza e’ ormai fuori moda, si vuole essere

necessariamente grandi, si pensa di sapere tutto e poi si diventa finalmente grandi e si ci

sente immancabilmente depressi.Allora decidi di parlare con un amico o magari di trovar-

ne uno nuovo. Ed ecco che pensi subito,non a telefonarlo per fare magari una passeggiata

o una chiacchierata a quattr’occhi, ma a contattarlo freddamente su Facebook, o tramite

sms. Poi a quarant’anni ti arriva l’illuminazione(o meglio dovrebbe arrivare) e capisci di

aver bisogno di tutte quelle cose a cui fino a quel momento hai, volutamente,evitato. Capi-

sci che questa quarta dimensione ti sta effettivamente troppo stretta e ti rendi conto che

un minuto dura sempre sessanta secondi, un anno e’ sempre di 365 giorni, massimo 366,

e che in fondo c’e’ anche “domani”.Allora ti manca una chiacchierata con i genitori, il tem-

po negato a te stesso e alla famiglia,le serate con gli amici, un progetto in cui credere.

Non e’ forse il caso di riprenderci il nostro tempo? Impariamo a non bruciare le tappe,

godiamoci le piccole gioie quotidiane, quelle che un giorno potremo racconta-

re,rimandiamo qualcosa al giorno dopo, in segno di speranza. Speranza in un futuro che

dobbiamo ricominciare a progettare , così come dobbiamo accettare che ogni cosa ha il

suo tempo. Da piccoli facciamo i piccoli per evitare che da grandi faremo gli adolescenti.

Sembra un parlare da vecchi? Beh, magari si ma l’immagine di un viso segnato dal tempo

sa anche tanto di saggezza.

L’editore

Antonino Caccaviello

DOMANI E’

UN

ALTRO GIORNO

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41 GIOCHI

SOMMARIO

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20 MODA Moda Positano

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36 NEWS

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itano

WEEK END Parco del lago trasimeno

PERSONAGGI Veronica Maya

ARTE Edoardo De Martino

VIAGGI Praga giorno e notte

SALUTE Iperlordosi lombare

GUSTO Chenelle profumate allo speck

AMBIENTE Ti è piaciuta la bici?....

OGG.TO DEL DESIDERIO iPad 3

ATTUALITA’ La sicurezza sul lavoro

CURIOSITA’ L’uovo di Pasqua

ECONOMIA Energia rinnovabile

CULTURA Lucio Dalla:uno di noi

SPORT London 2012

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U n talento artistico che si sposa per-

fettamente con la semplicità”.

E’ questa l’impressione che ho

avuto incontrando Veronica Maya.

Una chiacchierata tra vecchi amici. Una ragaz-

za semplice, che ama la vita, la sua famiglia, i

suoi amici, le sue origini: Parigi e Piano di

Sorrento.

Parigi è la città che ha dato i natali a Veronica

Maya Russo, il 14 luglio 1977, giorno in cui si

ricorda la presa della Bastiglia. Forse perciò

Veronica stessa si riconosce uno spirito rivo-

luzionario. Piano di Sorrento e’ il luogo dove

Veronica ha vissuto l’ infanzia con i suoi geni-

tori, Raffaele ed Eleonora, e dove ancora oggi

ama ritornare e ritrovare i suoi vecchi amici.

Veronica incontrarla è un vero piacere. La pri-

ma cosa che voglio chiederle è il suo legame

con la penisola sorrentina?

Amo la penisola sorrentina e ci ritorno spes-

sissimo, appena posso. In genere arrivo di

sera, e quando arrivo a punta Scutari,e si ini-

ziano a vedere le luci del porto, provo una

sensazione di pace e gioia.Mi sento a casa.

E qual’e’ la prima cosa che pensa?

Telefonare alla mia migliore amica Marianna.

L’amicizia è quindi importante per lei?

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Essenziale direi, purchè sincera e disinteres-

sata. E’ uno di quei valori che ti accompagna-

no tutta la vita. Sapere di avere un amico e’

importante.

Ci racconta come nasce la sua passione per il

mondo dello spettacolo?

Amo l’arte sin da piccola. Il mio sogno era fare

la ballerina. Ho studiato danza e dopo il Diplo-

ma ho vinto una borsa di studio per la scuola

di Renato Greco a Roma. Ho debuttato in vari

musical e poi nel 2002 ho avuto la grande

fortuna di lavorare in teatro con Mario Moni-

celli, al fianco di Jerry Calà, Franco Oppini e

Nini Salerno nella commedia Amici miei. In

televisione ho iniziato con le trasmissioni

sportive di Rai2, Sabato sprint e Dribbling, e

poi Uno mattina, Linea verde, lo Zecchino

d’oro, Verdetto finale, varie partecipazioni

alla prima e seconda serata Rai.

Lei è sicuramente un punto di riferimento per

tante ragazze che vorrebbero lavorare nel

mondo dello spettacolo. Quale consiglio si

sentirebbe di dare loro?

Spero di essere un modello per tante ragazze

che si affacciano a questo lavoro, affascinante

ma anche severo. Studiare è sicuramente la

prima cosa, per essere all’altezza di quanto ti

viene proposto devi migliorare la tua prepa-

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razione artistica continuamente e costante-

mente;poi l’umiltà, perché ti permette di fare

la differenza in quest’ambiente, che e’ si bello

ma anche molto duro, e sicuramente il co-

raggio. Coraggio nell’accettare nuove sfide e

nel lanciarsi in progetti che a volte sembrano

molto piu’ grandi di te. Questa è la linea che

ho seguito eseguo io nel mio percorso artisti-

co, quindi spero di aver dato buoni consigli.

Sicuramente .

Da poco mamma. Ci racconta questa nuova

esperienza?

Raccontare la gioia che la nascita di Riccardo

Filippo mi ha regalato è impossibile. Solo chi

è mamma può capirmi. E’ un’esperienza nuo-

va che mi appaga totalmente e mi rende feli-

ce. Il parto è stato un po’ complicato, ma Mar-

co, mio marito, mi è stato molto vicino. E’ un

marito e un papà eccezionale e poi la gioia

provata quando ho visto Riccardo è stata

indescrivibile. Essere mamma e’ davvero

qualcosa di meraviglioso e ti compensa di

ogni fatica. Poi tra me e Riccardo, come anche

con mio marito, c’e’ un forte feeling.

Sarà difficile gestire famiglia e lavoro?

Forse un po’ complicato, ma possibile. Ric-

cardo poi è un bambino tranquillo.

Ha subito recuperato la sua invidiabile linea .

Ci racconta il suo rapporto con il cibo e se

segue diete particolari.

Con il cibo ho un rapporto delizioso. Avendo

poi i miei genitori forti esperienze nel campo

della ristorazione, ho uno spiccato senso del

gusto. Infatti io e mio marito quando sceglia-

mo una vacanza studiamo anche le specialità

culinarie che la zona offre. E devo dire che

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questa mia profonda conoscenza della buo-

na cucina mi ha aiutato anche nel lavoro.

Infatti quando conducevo Linea verde ho

avuto la possibilità di sfruttare le mie cono-

scenze in questo campo, di approfondirle e

di metterle a servizio dei telespettatori. Poi

ho la fortuna di avere ereditato da mia

mamma un metabolismo veloce- (beata lei)-

per cui non devo fare tante rinunce e anche i

tanti anni di danza mi hanno aiutato a man-

tenere la mia linea costante.

Le piacerebbe un domani investire nel cam-

po della ristorazione, compatibilmente con la

sua attuale professione? D’altronde sono

molti gli artisti che decidono di farlo.

Mai dire mai. Mi sono lanciata nel vuoto

tante volte. Mi sono inventata e reinventata

quindi non escludo nulla. Sono aperta alle

varie possibilità che la vita può offrire . Chis-

sà.

Ci racconta i suoi prossimi impegni e quale

programma vorrebbe condurre in televisio-

ne ?

Sarò ancora alla conduzione di Verdetto

finale e poi sto valutando varie proposte di

lavoro per la prossima estate. Ma per adesso

è tutto top secret. Mi piacerebbe condurre il

Festival di Sanremo.

Mi dice cosa le piacerebbe trovare nell’uovo

di Pasqua?

Mmm …che sorpresa vorrei trovare

nell’uovo di pasqua. Eh si’ mi piacerebbe

trovare un biglietto aereo, destinazione

Brasile, per me, Marco e Riccardo .

Speriamo che Marco abbia sentito.

Antonino Caccaviello

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EDOARDO DE MARTINO UOMO DI MARE E PITTORE

I quadri di De Martino, ambasciatore

internazionale della cultura marinara

italiana e sorrentina, sono sparsi in

tutto il Sud America, in Europa e in

Estremo Oriente.

Una vita in viaggio quella di Edoardo De

Martino.

Nato a Meta di Sorrento nel 1938, nella scia

del padre Salvatore e del fratello Gennaro,

nel 1849 iniziò gli studi nelle scuole nauti-

che che concluse nell’Accademia Navale di

Napoli. Anni intensi di tirocinio, di amicizie

importanti e di avventure galanti, ma so-

prattutto di passione vera per il mare, le

navi e la pittura, trasformano il ragazzo in

uomo.

Nel 1864 indossa la divisa di Sottotenente

di vascello ed è pronto a viaggiare fuori dai

confini ristretti del suo paese. Il primo im-

barco lo fa sulla pirocorvetta Ercole, diretta

in Sud America nell’ambito di una collabo-

razione col governo piemontese di re Carlo

Alberto che, su impulso dell’ammiraglio

Des Geneys, sprona le intraprendenze com-

merciali delle colonie di italiani in quel

continente.

Il Golfo di Napoli fornisce a queste rotte al

di là dell’Oceano, oltre alle navi, anche uo-

mini esperti nella cantieristica navale come

l’ammiraglio Carlo Avallone di Torre An-

nunziata. L’Ercole, con le grandi ruote late-

rali, è orgoglio dell’avanzamento tecnologi-

co voluto dalla dinastia borbonica, in parti-

colare da Ferdinando II, con la prima nave

a vapore del Mediterraneo, la Napoli - Por-

tici, prima ferrovia in Italia, il ponte sul

Garigliano ed altre significative realizzazio-

ni.

Purtroppo l’imbarco sull’Ercole non è felice

per De Martino; la nave incappa in un inci-

dente nello stretto di Magellano e la sua

carriera militare da lì a qualche anno fini-

sce. Ma non si scoraggia, nel 1868 si stabili-

sce a Montevideo grazie alle amicizie e le

conoscenze avviate in precedenza, in parti-

colare quelle dei fratelli massonici.

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Gli è favorevole, soprattutto, l’amicizia con

l’ammiraglio Barroso, vincitore della batta-

glia del Riachuelo, che lo presenta

all’imperatore Don Pedro II, residente in

Rio de Janeiro dal 1808 e sposato con Tere-

sa Cristina, figlia di Francesco I di Borbone,

re delle Due Sicilie.

L’imperatrice gioca un ruolo decisivo nel

successo artistico di Edoardo De Martino.

Basti dire che ella, nata a Napoli, aveva in

Edoardo una delle poche persone, se non

l’unica, con la quale poter parlare la lingua

napoletana e vivere un poco del calore

delle sue lontane e amatissime terre.

Don Pedro commissiona al pittore italiano

quadri che ritraggono gli avvenimenti belli-

ci vittoriosi delle guerre Cisplatine, che

rappresentano momenti trionfali del suo

impero, e il De Martino va addirittura a

studiarsi i luoghi delle battaglie navali flu-

viali imbarcandosi sulla Imperatrix, una

delle navi protagoniste dei combattimenti.

La produzione di quadri, tutti di ottima

qualità, è notevole tanto da consentirgli di

guadagnare premi e medaglie sia dalle

Accademie dei vari stati sudamericani, sia

dallo stesso imperatore.

Il successo e una certa agiatezza sociale ed

economica portano il De Martino a metter

su famiglia in Brasile sposando nel 1876, a

trentotto anni, la diciottenne Isabella Go-

mes, dalla quale ha tre figli: Violetta, Maria

Elisabetta e Romeo. Con questo evento

finisce anche la parentesi sudamericana

della sua vita in quanto nello stesso anno,

con ottime credenziali per la regina Vitto-

ria, si trasferisce a Londra al servizio della

corona britannica.

L’inserimento di Edoardo De Martino e

della sua famiglia nella vita sociale inglese

è pianificato con cura e professionalità,

tanto che poté avvalersi finanche di came-

rieri e cuoco personali. Il suo prestigioso

studio nella Londra degli artisti è arredato

come il ponte di comando di una nave. De-

terminante è l’amicizia con il re Edoardo

VII, che lo vuole al suo seguito in ogni dove,

sia prima che dopo la sua elevazione al

trono.

Oltre al titolo di pittore ufficiale di corte e a

vari altri riconoscimenti, il rapporto confi-

denziale col sovrano, grazie a quella napo-

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letanità mai sopita, valse all’artista il privi-

legio di consumare a corte le “passate di

pomodoro” che la sorella gli inviava dalla

natia Meta di Sorrento. A Londra De Marti-

no rimase per lunghi anni e vi morì a 74

anni nel 1912.

Nel 2008, in occasione della mostra del

bicentenario dell’arrivo della Corte impe-

riale portoghese a Rio De Janeiro, i quadri

di De Martino, dalle dimensioni enormi, dai

dettagli meticolosi e dalle tonalità cromati-

che di grande ricercatezza, troneggiarono

in alcune sale del Museo Historico National

di Rio espressamente dedicate al nostro

artista. Tra essi, il dipinto più emozionante

è sicuramente quello che rappresenta

“L’arrivo della nave Constituição a Rio” il 3

settembre 1843. La nave portava in Brasile

da Napoli Teresa Cristina, la sposa promes-

sa di Don Pedro, ed era scortata da alcune

unità della flotta borbonica.

Oltre a documentare l’importante evento, il

dipinto lascia intendere tutta la stima e la

devozione dell’autore verso l’imperatrice.

In primo piano campeggia la nave Vesuvio,

di fila seguono la Partenope e l’Amalia col

gran pavese e i marinai schierati sui penno-

ni per il saluto alla voce.

Le navi, al comando dell’ammiraglio baro-

ne De Cosa, inalberano la bianca bandiera

borbonica. Varate tutte e tre nel cantiere di

Castellammare di Stabia tra il 1811 e il

1833, le unità mostrano il loro possente

armamento di guerra composto da decine

di cannoni. A bordo vi è Luigi, Conte

d’Aquila, fratello di Teresa Cristina,

anch’egli colto e appassionato di arte come

la sorella che volle portare in Brasile, insie-

me alla sua dote, un cospicuo numero di

reperti archeologici provenienti dagli scavi

di Ercolano.

La nave Constituição, protagonista della

scena, risulta defilata sulla destra del dipin-

to quantunque imbandierata e attorniata

dalle festanti rappresentanze della diplo-

mazia internazionale. Un particolare inte-

ressante, quadro nel quadro, è la pilotina o

gondola reale che dirige verso il molo con a

bordo la Corte borbonica. Insomma, un

trionfo della marineria napoletana, raccon-

tato in dettaglio nei libri del barone De

Cosa.

Lucio Esposito

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Un lago incastonato fra le dolci colline umbre

U na vacanza, un fine settimana o un

long week end dedicati al relax e al

benessere dei sensi, immersi in una

natura d’altri tempi, nella pace e

nella tranquillità per staccare la spina dal caos

e dalla fretta quotidiani in un piccolo angolo di

paradiso.

Il Parco e' il più grande dei parchi regionali

umbri.

Il territorio si estende lungo il perimetro del

lago Trasimeno e comprende tre isole: l'Isola

Polvese, la più estesa, di proprietà della Pro-

vincia di Perugia, che è utilizzata come centro

didattico e di studio ambientale; l'Isola Mag-

giore, la seconda in ordine di grandezza, in cui

è un grazioso borgo di pescatori risalente al

'400; l'Isola Minore, di proprietà privata.

L'aspetto naturalistico del Parco è quello di

una zona umida di grandissima importanza. Il

lago, incastonato tra le dolci colline umbre ha,

da sempre, rappresentato per l'avifauna ac-

quatica un'importante area di svernamento,

sosta e riproduzione, e per le specie ittiche un

habitat perfetto per vivere e riprodursi. I cen-

tri rivieraschi, i piccoli borghi di pescatori, lo

sfalcio dei canneti ancora effettuato a mano,

danno una dimensione "al di fuori del tempo"

di questi luoghi. I Pescatori i veri personaggio

del Trasimeno, che da sempre hanno animato

ed animano solcando con le loro particolari

barche le acque del lago, sfidando anche le più

terribili burrasche, sono i veri custodi dei se-

greti di questo particolare scrigno naturalisti-

co.

L'isola Polvese è situata nella parte sud orien-

tale del Trasimeno ed è la più estesa delle tre

isole del lago. L'area è di particolare interesse

naturalistico per una presenza di un oliveto

secolare e un esteso canneto, ideale luogo di

sosta e svernamento per un gran numero di

uccelli acquatici. L'isola con le sue numerose

testimonianze è anche molto interessante dal

punto di vista storico e antropologico.

L’ Isola Maggiore, posta nel territorio del Co-

mune di Tuoro, da dove si parte con il traghet-

to per la visita, è l'unica abitata. Conserva an-

cora oggi il caratteristico aspetto del villaggio

quattrocentesco creato dai pescatori; per que-

sto ogni anno è meta di migliaia di visitatori

alla ricerca di luoghi incontaminati.

L’Isola Minore è la meno estesa delle tre che

sorgono dal lago. Chiamata fino ai primi del

novecento "isoletta", oggi fa parte amministra-

tivamente del comune di Passignano, è di pro-

prietà privata ed è disabitata.

Stefania Gargiulo

Parco del Lago Trasimeno

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U na ventata di libertà, del nuovo,

della rinascita di una delle più

belle capitali europee di Mitte-

leuropa, Praga. Perché è la città

più pulsante dell'antico impero austro-

ungarico è ripartita in vantaggio rispetto

alle altre capitali del Patto di Varsavia. Così

se a Varsavia, a Bucarest e altre città la

polvere spazzata via con il comunismo ha

lasciato città che erano anche prima, e ri-

mangono oggi, sostanzialmente grigie, a

Praga sono tornati improvvisamente a

brillare gli splendori di un passato nobile e

glorioso. La più affascinante di tutte le città

dell'Est europeo, Praga è una città che sa

conquistare il visitatore con la magia del

suo centro storico pieno di vita e di colori.

Assieme a un'atmosfera di fermento, di

voglia di fare, perfino di trasgressione.

Praga è una città da girare a piedi, con il

naso all'insù. Sì, perché a ogni angolo e a

ogni svolta ci si trova davanti a un palazzo

barocco, a una vecchia casa dai colori pa-

stello, a un negozio dei primi dell'Ottocen-

to. Tutto rigorosamente antico e autentico.

Di giorno Malà Strana con la fortezza di

Hradcany, Staré Mesto (la Città vecchia),

Nové Mesto (la Città nuova) e il ghetto

ebraico sono i quattro quartieri storici di

Praga. All'interno del castello Hradcany si

trovano alcuni degli edifici più significativi

della città: la cattedrale di San Vito, il Palaz-

zo Reale, la cappella di Santa Croce, la basi-

lica di San Giorgio. Alle spalle di quest'ulti-

ma inizia il Vicolo d'Oro: su un lato della

stretta stradina si susseguono minuscole

casette di pietra con porte e finestre in

legno. Oggi trasformate in negozi di stam-

pe, libri, oggetti antichi e artigianali, un

tempo furono le botteghe degli artigiani,

soprattutto orafi. Vi abitarono anche gli

artisti: al numero 22, per esempio, visse

per un certo periodo Franz Kafka.Malà

Strana è uno dei quartieri più romantici di

Praga, con palazzi barocchi, strade ripide,

vicoli stretti, piccoli negozi dove curiosare

tra cristalli, pizzi, oggetti in legno, casette

di ceramica. La strada più famosa è la Ne-

rudova: case con vecchie insegne e palazzi

eleganti, sedi di ambasciate. Al numero 19

si trova U zeleneh Cade, negozio sala da tè

con mobili anni Trenta, mentre nella tra-

Praga giorno e notte I una vivace Capitale dell'Est

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versa Jansky Vrsek (all'interno del numero

8) c'è un negozietto di antiquariato, con

vestiti, gioielli, porcellane, vetri e cappelli.

Da fare anche un giro sull'isola di Kampa:

mulini ad acqua, ristoranti e birrerie; a

Pasqua e Natale si svolge il mercato della

ceramica.

Il Ponte Carlo, uno dei simboli di Praga,

unisce Malà Strana con Staré Mesto. Cuore

della Città vecchia è l'incantevole piazza

omonima: al centro il monumento a Jan

Hus, intorno case e palazzi dai vari stili

architettonici, l'antico municipio con l'oro-

logio astronomico. Tutti i giorni nella via

Havelskà c'è il cosiddetto mercato del gal-

lo: bancarelle con frutta, verdura, fiori,

artigianato: il Sabato e la Domenica si tro-

vano anche souvenir di vario genere.

Di sera. Ristoranti, locali notturni, birrerie

(dove in alcune di loro, la birra si produce

localmente) e locande per tutti i gusti e le

tasche. U Fleku, in via Kremenkova, 9, sto-

rica birreria con birra a volonta' e diverti-

mento assicurato. Un'altra birreria tipica

dove la birra viene prodotta all'interno e' il

Novomestky Pivovar in Via Vodickovar, 20

nelle vicinanze di Piazza S, Venceslao.

Musica. Per chi ama la musica uno degli

elementi di richiamo per i giovani. Vi sono

tanti locali nella città dove ascoltare musi-

ca e bere una birra ceca, si può andare al

Kavarna Obecni Dum (Namesti Republiky,

5) oppure al Café Milena (Staromestke,

nam 22). Metropolitan Jazz Club,

(Jungmannova 14). Per la musica rock in-

vece c'è il Rock Cafe' (Narodni trida 20).

Per gli appassionati di jazz è consigliabile

una serata alla Reduta jazz club, dagli anni

Trenta ritrovo di jazzisti (vi ha suonato

anche Bill Clinton durante la sua ultima

visita a Praga); mentre i seguaci del rock

possono andare al Bunker (Lodeckà 2)

infine da non mancare alla birreria Novo-

mestsky Pivovar (Vodickova 20).

Teatro. Da non mancare, infine, gli spetta-

coli di pantomima messi in scena alla Lan-

terna magica e al Teatro nero, entrambi in

Narodni trida: sono unici nel loro genere e

famosi in tutto il mondo.

Giuseppe De Pietro

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L a colonna vertebrale rappresenta il pilastro centrale del corpo umano, svolgendo principalmente funzione di sostegno del tronco.

Per chi lavora nell’ambito del benessere psico-fisico, come ad esempio il Personal Trainer, è di fondamentale importanza saper valutare la postura del proprio cliente, per apportare le giuste correzioni ai fini estetici o funzionali dello stesso. La prima esigenza è la verifica della funziona-lità del sistema posturale e dell’integrazione recettoriale dalla quale è governato, ai fini di attuare un programma di lavoro adatto alla risoluzione della problematica. I paramorfi-smi più frequenti sono quelli che presentano un aumento della curva dorsale e della lordosi lombare. L’iperlordosi lombare è una patologia molto frequente nel sesso femminile, a causa della diversa conformazione ossea e delle abitudini culturali, come ad esempio l’uso dei tacchi alti, che spesso si associa a dolore acuto e cronico definito lombalgia. Siccome la lordosi lombare è in rapporto con l’osso sacro e quin-di con il bacino, sarà fondamentale capire come funziona il bacino in statica e in dinami-ca in modo da poter capire quelli che sono i compensi della zona lombare. Le masse mu-scolari, che prendono inserzione sul bacino sono artefici dei movimenti del bacino stesso indirizzandolo verso una retroversione

(delordosizzante) o un’anteroversione (lordosizzante). Per risolvere la problematica dell’anteroversione del bacino e quindi cor-reggere tale patologia si ci avvale della legge della “plasticità muscolare” di Borrelli-Weber-Fick, ovvero si lavora in accorciamento su quei muscoli che diminuiscono la lordosi (tutti quelli cioè che realizzano il movimento di retroversione del bacino), ischio crurali (semimembranoso, semitendinoso, bicipite femorale) cioè la parte posteriore della coscia, grande gluteo, grande adduttore e la parete addominale (retto addominale, obliqui inter-no ed esterno, traverso). E’ importante lavo-rare invece in allungamento attraverso meto-diche di stretching per detensionare la mu-scolatura responsabile dell’antiversione come i lombari (sacro spinale, rotatori lombare, multifi-do della spina, interspinali lombari), il retto del femore, l’ileo-psoas, il sartorio e il tensore fascia lata. Oltre a eseguire esercizi di stretching e potenziamento sono consigliabili sedute di gin-nastica posturale per tentare non solo di allunga-re tutta la catena posteriore, che si estende dall’occipitale fino alle punte dei piedi, come ha studiato e scoperto Mezieres, ma anche per cor-reggere atteggiamenti errati. Personal Trainer Russo Mariano

Iperlordosi Lombare:

come curarla?

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N egli anni sessanta Positano viveva un nuovo splendore. Insieme allo sviluppo turistico ed artistico il paese vide nascere un nuovo inte-

ressante fenomeno: la "Moda Positano". Come in ogni paese di mare, sin dai primi anni '60 Positano si arricchì in ogni angolo di negozi e negozietti, che vendevano accessori da spiag-gia, quali i famosi “bikini”, parei, prendisole e altri capi di abbigliamento dai colori sgargian-ti. Diverse famiglie locali si ingegnarono nella produzione sartoriale in proprio, iniziando a sviluppare abiti soprattutto femminili dalle stoffe leggere e coloratissime. Il fenomeno divenne di tale rilievo da portare Positano ad essere, negli anni ottanta, il paese dal reddito pro capite più alto d'Italia. Il fenomeno ha goduto di massimo splendore fino agli inizi degli anni ‘90, quando in seguito a numerosi tentativi di imitazioni nasceva l'esigenza di un marchio registrato. Numerose manifestazioni in merito alla "Moda Positano" potevano esse-re ammirate per i canali TV nazionali. Fantasie allegre e luminose, colori brillanti e impiego di tessuti assolutamente naturali (lino, garza o cotone), caratterizzano la moda positanese. Dopo una fase in cui predominavano i disegni d'ispirazione hawaiana negli anni Cinquanta e

Sessanta, si è passati a un predominio delle garze in tinta unita nel corso degli anni Settan-ta. Oggi prevalgono le fantasie che raffigurano le piante mediterranee, i limoni, i fiori e le foglie, ispirati alla rigogliosa natura circostan-te. E così simpatiche botteghe rallegrano le stradine del centro e costituiscono una meta obbligata per i numerosi turisti. Oltre che per gli abili sarti, Positano si distingue per i famosi calzolai capaci di realizzare a mano, mentre si attende davanti alla bottega, i caratteristici sandali positanesi: "ragno", "fratino", infradito, zoccoli di legno o di sughero, e le comodissime ciabatte di tela con suola di corda. Il via vai tra le boutique alla ricerca degli abiti della cosid-detta “moda Positano” si affianca al lento scor-rere della vita di tutti i giorni, quella dei posi-tanesi che riempiono d’acqua grandi bacili mischiandovi essenze di rose, ginestre, malva-rose ed erba cedrina. Boutique e case color pastello si alternano plasmando architetture variopinte con i segni del passato. Le facciate delle case di Positano sono pezzi di storia che si dispiegano per stratificazioni successive, quasi fossero create artigianalmente.

Antonino Caccaviello

Moda Positano

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a cura di Rosanna Gargiulo

Chenelle profumate

allo speck

R ivisitiamo questo mese una ri-

cetta facile e sempre gradita a

grandi e piccini: le “polpette.”

Le polpette sono una pietanza

preparata in tutto il mondo in molteplici

varianti. Oltre ad essere proposte come

secondo piatto, possono anche essere im-

piegate come condimento per vari formati

di pasta o addirittura per arricchire le

teglie di pasta al forno. Si tratta di una

pietanza che, come dice l’Artusi nel suo

ben noto manuale “La Scienza in cucina e

l'Arte di Mangiar bene” (1881), tutti sanno

fare.

La prima apparizione delle polpette , nella

storia della letteratura culinaria italiana,

avviene nel secolo XV, grazie al “Libro de Arte Coquinaria” del Maestro Martino,

cuoco dell'allora Camerlengo Patriarca di

Aquileia, il quale nel capitolo I descrive la

preparazione di quella che lui definisce

polpetta, anche se pare alludere ad una

pietanza che noi, oggi, chiameremmo in-voltino allo spiedo. Per quanto riguarda

l’etimologia del termine "polpetta" ancora

oggi non è del tutto chiara, anche se l'eti-

mo pare sia da individuare nel tipo di car-

ne anticamente privilegiata per questa

pietanza, ovvero la polpa di vitello.

Nella tradizione culinaria campana occu-

pano sicuramente un posto d’onore. Nate

da una cucina umile, in quanto danno la

possibilità di recuperare pane raffermo e

di utilizzare avanzi di carne o tagli di carne

meno pregiati, sono oggi elevate a pietan-

za raffinata se preparate con pregiati in-

gredienti.

Noi ve le proponiamo in una simpatica

variante, in alternativa a quella tradiziona-

le che prevede l’utilizzo di carne macinata,

uova, parmigiano, mollica di pane e spezie .

Chenelle profumate allo speck

Ingredienti per sei persone:

300gr di carne macinata di bovino

100gr di speck

100gr di ricotta

2 uova(1 intero e 1 rosso)

un panino raffermo

Page 23: numero 2

23

30gr di Parmigiano Reggiano grattugiato

Olio extra vergine d’oliva

Prezzemolo

latte

Sale, pepe

Tritate lo speck ed amalgamatelo alla car-

ne, unite la ricotta, le uova, la mollica del

panino precedentemente ammollata nel

latte, il parmigiano, sale e pepe secondo il

vostro gusto. Lavorate l’impasto fino ad

amalgamare tutti gli ingredienti. Ponete in

frigorifero per almeno mezz’ora. A questo

punto preparate le polpette dando loro

una forma a chenella, passatele nella fari-

na e friggetele in abbondante olio extra

vergine d’oliva caldo. Servitele spolveriz-

zate con una manciata di prezzemolo trita-

to.

Come variante, da servire anche come

stuzzichino, dimezzate la quantità di speck

all’interno dell’impasto e con le fette rima-

ste create delle listarelle abbastanza spes-

se.

Avvolgete ogni chenella con una listarella

di speck, ungetele di olio extra d’oliva,

poggiatele su una teglia ricoperta di carta

forno e cuocete in forno preriscaldato a

180° per venti minuti. Servitele calde

poggiate su foglie di lattuga fresca.

Se gradite il sapore dello speck le trovere-

te sicuramente irresistibili.

Suggerimenti:

Preparate in anticipo le chenelle e ponete-

le in frigo fino al momento di cuocerle.

Sostituite la carne bovina con polpa di

coscia di tacchino macinato.

Accompagnate le chenelle allo speck con

un purè di patate arricchito con un rosso

d’uovo e dadini di mozzarella di latte vac-

cino.

Su www.keepintouch.es possiamo scam-

biarci gustose opinioni, chiedere consigli o

lasciare commenti.

Al prossimo “Appuntamento in cucina”.

Rosanna Gargiulo

Page 24: numero 2

24

U na recente ricerca che ha interes-sato diverse città europee ha di-mostrato che il 50% degli sposta-menti motorizzati in città, copre

una distanza compresa tra 3 e 5 km e che il 30% è addirittura inferiore ai 2 km. Ciò significa che parecchi automobilisti e moto-ciclisti per i loro spostamenti potrebbero usare la bici, che risulta di gran lunga vin-cente sulle corte distanze. Un tragitto di 3 km, anche con una normale bicicletta (non elettrica), si percorre in un quarto d'ora netto, comprese le operazioni di parcheggio. Spesso in macchina questo tempo risulta appena sufficiente per la sola ricerca del parcheggio. Certamente il sol pensiero di affrontare la fatica della pedalata, soprattut-to poi se non si è allenati, scoraggia la mag-gior parte di noi all’uso di questo mezzo

anche se consapevoli dei benefici fisici che ne potrebbero derivare e sia di quelli econo-mici, poiché saremmo esentati da spese di carburante,assicurazione,bollo e manuten-zione rispetto ad un normale mezzo di tra-sporto come un auto od uno scooter. Ma oggi la moderna tecnologia ha dato vita alla

bici elettrica,la quale grazie all’ausilio di un

motore elettrico ed una centralina rilascia forza motrice in proporzione a quella eser-citata sui pedali (pedalata servoassistita)permettendo di condurre il mezzo ovunque voi vogliate senza sforzo .Potete decidere sempre in piena autonomia il grado di assi-stenza che il motore deve fornire alla vostra pedalata. Potrete andare da una pedalata del tutto tradizionale, senza alcun contribu-to da parte del motore, sino ad una pedalata completamente assistita che consente di percorrere le salite facendo quasi "finta di pedalare".Pensate che in media con 1 KWatt una bici può percorre all’incirca 100 km al

costo di 0,20centesimi. Niente più problemi e costi di parcheggio,niente preoccupazione di ricevere multe per eventuali soste di for-tuna. Da non sottovalutare inoltre il benefi-cio ambientale che si andrebbe ad apporta-re con l’utilizzo di questo mezzo.

Antonino Caccaviello

Ti è piaciuta la bici..e

pedala,ma con leggerezza

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Page 26: numero 2

26

Una volta desideravo un gioiello….

O ggi l’oggetto del desiderio per la maggior parte dei giovani, e non

solo, è Ipad3. Era da tempo atte-

so sul mercato e finalmente….è arrivato. Il nuovo iPad 3 o HD, come alcuni

amano chiamarlo, è stato reso disponibile

in Italia dal 23 marzo, e come era facile pre-

vedere c’è stato il tutto esaurito. Ma vedia-mo in dettaglio cosa c’è di nuovo in questo gioiello della tecnologia,riportando integral-

mente le parole del sito apple.com/it sul

nuovo gioiello di casa.”Quattro volte i pixel dell’iPad 2, testo ultranitido, colori ultra-brillanti. Il display Retina trasforma l’iPad in modo radicale, e dà a ogni cosa un aspet-

to incredibilmente realistico e dettagliato.Il

display Retina sul nuovo iPad sarebbe im-

pensabile senza il nuovo chip A5X, che è il

motore che dà energia ai 3,1 milioni di pixel

dello schermo. Ed è grazie alla sua grafica quad-core se tutto quel che fai sull’iPad è incredibilmente reattivo: dalle piccole cose

come sfogliare, scorrere e pizzicare, a quelle

più impegnative come ritoccare immagini

nel nuovo iPhoto, applicare filtri e transizio-

ni in iMovie e, ovviamente, divertirti con i

videogame. La fotocamera iSight da 5

megapixel ha un sensore BSI (backside illu-

mination) che assicura meravigliose imma-

gini con qualsiasi luce, in pieno sole come a

lume di candela. Prova l’autofocus, tocca per mettere a fuoco o fai tap per regolare

l’esposizione: gli scatti sono sempre perfet-ti. In più, la fotocamera rileva fino a 10 volti,

e ne bilancia automaticamente la messa a

fuoco e l’esposizione: vi resta solo da strin-gervi nell’inquadratura e sorridere .Con la fotocamera iSight del nuovo iPad puoi cat-

turare al volo anche le scene più imprevedi-

bili, in alta definizione a 1080p. E anche se

non hai la mano ferma, la stabilizzazione

automatica elimina le vibrazioni dalle tue

riprese. Il nuovo iPad è compatibile con le

reti cellulari veloci di tutto il mondo, fino al

4G LTE.2 per sfrecciare sul web, guardare

contenuti in streaming o scaricare film a

velocità mozzafiato”.

Rosanna Gargiulo

New iPad 3

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Page 28: numero 2

28

I giovani che si affacciano al mondo del lavoro, in quanto mancanti di esperienza e non consapevoli dei rischi per la pro-pria sicurezza e salute, possono essere

facili vittime di incidenti se non preventiva-mente e correttamente formati in merito. Tutti hanno il diritto di lavorare in modo sicuro e salutare e quindi è importante riceve-re la formazione necessaria, operare sotto la supervisione di un esperto. Oggi esistono idonee aziende che operano nel campo della formazione dei lavoratori in me-rito alla sicurezza sul luogo di lavoro, e che insegnano sia teoricamente che praticamente tutte le norme ed i comportamenti da attuare al fine di ridurre al minimo i rischi di infortu-ni. Qui di seguito elenchiamo qualcuno fra i più importanti ma anche semplici comportamen-ti da tenere al fine della sicurezza. Ordine — L'ambiente di lavoro deve essere pulito e ordinato; i pavimenti e i percorsi di accesso devono essere sgombri da ostacoli. I rifiuti devono essere rimossi regolarmente, evitando che si accumulino. Scale — I corrimano, i rivestimenti antiscivolo dei gradini, una buona visibilità, la segnaletica antiscivolo sui gradini e un'illuminazione adeguata sono tutti elementi che aiutano a

prevenire situazioni in cui i lavoratori potreb-bero scivolare e inciampare sulle scale. Calzature — I lavoratori devono indossare calzature adatte all'ambiente di lavoro. A tal fine bisogna valutare il tipo di attività, la su-perficie del pavimento, le normali condizioni del pavimento e le proprietà antisdrucciolevo-li delle suole. Elmetto — Indispensabile per coloro che lavo-rano in ambienti dove vi è la possibilità di caduta di oggetti di lavoro,o calcinacci o altri scarti prodotti da chi lavora in altezza. Occhialini protettivi — Un semplice e banale oggetto che ha già salvato la vista di molte persone che usano lavorare col volto esposto a breve distanza dall’opera in corso. Imbragature di sicurezza — Per evitare cadute spesso mortali da altezze di lavoro molto elevate,dovute o ad una semplice perdita di equilibrio o anche a dei malori improvvisi. La salute e la sicurezza sul lavoro non sono soltanto un insieme di leggi e norme, ma de-vono diventare un obiettivo da perseguire oggi per proteggere la propria salute nel lun-go termine. Sul lavoro non si debbono correre rischi.

La sicurezza sul lavoro:

un diritto non un utopia

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Come nasce

l’uovo di Pasqua

L 'uovo rappresenta la Pasqua nel mon-do intero: c'è quello dipinto, intagliato, di cioccolato, di terracotta e di carta pesta. Le uova vere, colorate o dorate

hanno un'origine radicata nel lontano passato. Le uova, infatti, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero. Già al tempo del paga-nesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scam-biate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno". L'uovo era visto come simbolo di fertilità e di magia, a causa dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così parti-colare. Le uova venivano considerate oggetti dai pote-ri speciali, ed erano portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro. Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dall'uovo, Cristo uscì vivo dalla sua tomba. Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primave-

ra e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cri-sto. La leggenda, infatti, narra che, dopo che Maria Maddalena aveva trovato il sepolcro di Gesù vuoto, corse dagli apostoli annunciando loro la straordinaria notizia. Pietro, incredulo, disse: “Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestino diverranno rosse”. E le uova, di colpo, si colorarono di un rosso intenso! Ma le uova più famose sono indubbiamente quelle del maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono spe-ciale per la zarina Maria. Il primo Fabergé fu un uovo di platino smalta-to bianco che si apriva per rivelare un uovo d'oro che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale. Gli zar ne furono così entusiasti che ordinaro-no a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni. Oggi invece l'uovo di Pasqua maggiormente celebre e diffuso è il classico uovo di cioccola-to, che ha conosciuto largo successo nell'ulti-mo secolo. Alessandra Coppola

Page 31: numero 2

31

L ’uso dell’energia solare è antico

quanto il mondo; basta pensare alla

essiccazione degli alimenti o alla

produzione del sale. Non tutti sanno

che il sole dona ad ogni metro quadro della

Penisola Sorrentina circa 1400 kWh di ener-gia all’anno. Avete letto bene: per ogni metro

quadro! Sviluppare una tecnologia in grado

di sfruttare al meglio tanto ben di Dio è una

delle priorità della scienza. Tra tutte le tecno-

logie una che ormai definirei a pieno titolo

matura è quella Solare Termica; ormai si

costruiscono pannelli solari in serie da oltre

30 anni.

A differenza della tecnologia fotovoltaica, che

nella migliore delle ipotesi trasforma il 18%

di energia solare in energia elettrica, un im-

pianto solare termico si arriva a recuperare

circa il 60% che si può utilizzare per produr-

re acqua calda sanitaria, contribuire al riscal-damento nel periodo invernale oppure ri-

scaldare la nostra piscina. Tutto questo con

costi ormai alla portata di tutti; mediamente

l’investimento per un impianto per la produ-

zione di acqua calda sanitaria oscilla tra i

2/3000€ che una famiglia di 4 persone recu-

pera in appena 3 anni di risparmi in bolletta,

senza considerare il recupero fiscale del 55%

realizzabile fino al dicembre 2012 (poi scen-

derà al 36%). A titolo di esempio nel seguente grafico si

riportano i costi di esercizio degli impianti

tradizionali in confronto con il solare termi-

co.

Il principio di funzionamento di un pannello

solare termico è molto semplice e può essere

paragonato a quello che si verifica in una

serra. Dei raggi solari che colpiscono la su-

perficie vetrata solo una piccola parte viene

riflessa, quella restante passa attraverso il

vetro e viene assorbita da una piastra realiz-

zata in rame con uno speciale rivestimento

(nei migliori è al titanio). Quest’ultima, scal-dandosi, rimette energia sotto forma

di radiazione infrarossa, rispetto alla quale il

vetro si comporta come se fosse opaco, trat-

tenendola così al suo interno (effetto serra).

SOLARE TERMICO:

ENERGIA RINNOVABILE

ALLA PORTATA DI TUTTI.

Page 32: numero 2

32

In questo modo la temperatura del fluido

primario tende a riscaldarsi. Da quel momen-to il liquido si sposta nella serpentina verso il serbatoio secondo due tipi diversi di circola-zione: naturale e forzata. La differenza princi-

pale, ben visibile, è il serbatoio di accumulo che nel primo caso va posto in cima al tetto appena al di sopra dei collettori, mentre nel secondo può essere posto in qualunque punto dell’abitazione. In considerazione dell’aspetto

estetico, determinante per le nostre zone con una forte tutela paesaggistica, dovremmo essere obbligati alla seconda tipologia, legger-mente più costosa, ma estremamente efficace sotto ogni punto di vista. In ogni caso entram-bi i sistemi, se correttamente dimensionati ed installati richiedono costi di manutenzione di gran lunga inferiori ai sistemi convenzionali.

Consigli pratici per un impianto efficace: Acquistare un impianto completo com-

porta una riduzione dell’IVA al 10% Acquistare materiali prodotti da aziende

qualificate, possibilmente Italiane Dimensionare l’impianto con un tecnico

qualificato in impianti solari Realizzare l’impianto con particolare

cura per l’impatto estetico Utilizzare fino al 12/2012 la sgravio fi-

scale del 55%

Ing. Salvatore Coppola

Page 33: numero 2
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Lucio Dalla: uno di noi Cittadino onorario della città di Sorrento

s u una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento….”. Se ne è andato improvvisamente, a Montreax, il primo marzo scorso

Lucio Dalla, cantante e uomo di cultura legato da sempre alla penisola sorrentina, in partico-lare a Sant’Agnello e Sorrento, di cui era citta-dino onorario dal 1988. Proprio la città del Tasso gli ispirò la canzone “Caruso”, definita dalla critica “il capolavoro artistico di Lucio Dalla”. Un amore confermato anche nell'ulti-ma edizione di Sanremo, dove ha voluto in-terpretare “Anema e Core”, composta proprio da un sorrentino. Il sindaco Giuseppe Cuomo ha già dichiarato che Sorrento intitolerà al cantautore un pezzo di città, probabilmente il porto di Marina Piccola:''Un modo per dire grazie all'artista che proprio in un night club sorrentino, “Il Fauno”, cominciò a esibirsi nel 1966, ben prima di assurgere alla celebrità”. Lucio era nato a Bologna il 4 marzo 1943. Aveva cominciato a suonare sin da giovane, prima la fisarmonica poi il clarino. Debutta nel 1966 al Festival di Sanremo con "Paff...Bum", in coppia con i "Yardbirds" di Jeff Beck. Nel 1971 esce l'album "Storie di casa mia", di cui fanno parte le canzoni "Il gigante e la bambina", "Itaca", "La casa in riva al ma-re". Nel 1979 si esibisce dal vivo con France-sco De Gregori nel tour di grande successo

"Banana Republic" (da cui l'omonimo "live"). Seguono nel 1980 "Dalla", con le stupende "La sera dei miracoli", "Cara" e "Futura", 1984. Nel 1985 esce l'album "Bugie" e nel 1986 "Dallamericaruso". Il disco vende oltre otto milioni di copie e include la canzone "Caruso", che verrà poi incisa in trenta versioni, tra cui quella memorabile di Luciano Pavarotti. Nel 1988 esce l’album "Dalla/Morandi", a cui segue una trionfale tournèe. Oltre ad essere autore e interprete Dalla è anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografi-ca Pressing S.r.l., che ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani e ha per-messo la rinascita artistica di Gianni Morandi. E' autore di colonne sonore per i film di Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni, Carlo Ver-done, Giacomo Campiotti e Michele Placido. Ha anche aperto la galleria d'arte No Code, in Via dei Coltelli a Bologna. E' stato autore di programmi televisivi di successo, quali, "La Bella e la Bestia" (2002) con Sabrina Ferilli. A Sanremo 2012 ha accompagnato il giovane cantautore Pierdavide Carone, con il brano “Nanì”. “…..e’ la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva già felice e ricomin-ciò il suo canto…..”

34

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35

L e Olimpiadi del 2012 apriranno

ufficialmente le gare il 27 Luglio

2012.

La capitale britannica diverrà così

la prima città ad aver ospitato per tre volte

un'olimpiade estiva, dopo quella del 1908 e

del 1948.

Le Olimpiadi hanno richiesto la ristruttura-

zione di molte zone di Londra che ospite-

ranno i giochi. Le gare olimpiche saranno

ospitate in 33 impianti, nel cosiddetto

“Olympic Village” nella parte est di Londra.

Il villaggio olimpico ha ben 17.320 posti

letto e diversi altri servizi per atleti e pub-

blico. Londra non sarà la sola protagonista

di questi eccitanti Giochi Olimpici.Difatti

sono diversi i luoghi designati come sede

delle gare olimpiche. Si prevede che i tornei

di calcio vengano giocati, oltre che a Londra,

anche nelle città di Birmingham, Manche-

ster e Cardiff, mentre le gare di vela si svol-

geranno nella bellissima costa del Dorset.

Le olimpiadi saranno il primo evento tra-

smesso, in anteprima mondiale, con la nuo-

va tecnologia televisiva Ultra Alta Definizio-

ne, in collaborazione con l'emittente Giap-

ponese NHK e con la RAI.

Molti gli atleti italiani qualificati, tra cui:

Federica Pellegrini, Clemente Russo, Aldo

Montano, Fabrizio Donato, Anna Giordano

Bruno, Josefa Idem, Marco Pinotti, Matteo

Angioletti, Elisabetta Preziosa, Luca Dotto.

Alessandra Coppola

Page 36: numero 2

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THE AVANGERS Film d’Azione

Un film di Joss Whedon. Con Chris Evans, Chris Hemsworth, Mark Ruf-falo, Robert Downey Jr., Scarlett Johans-son. Titolo originale The Avengers. Distribuito in Italia da: Walt Disney a partire da mercoledì 25 aprile 2012. Trama Gli Avengers sono un gruppo di supereroi che

si uniscono per combattere quei nemici che nessun supereroe, da solo, avrebbe mai potuto affrontare. Sono la risposta Marvel alla Justice League of America che vede tra le sue fila alcu-ni degli eroi della DC Comics capitanati da Superman con Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde e Aquaman. La rosa dei supereroi Marvel vede Capitan America come leader e tra gli altri Iron Man, Thor, Wolverine e Silver Surfer. Non sarà impresa facile per il regista Joss Whedon gestire questi supereroi. BIANCANEVE Film Fantastico

Un film di Tarsem Singh. Con Julia Roberts, Lily Collins, Armie Ham-mer, Nathan Lane, Robert Emms. Titolo origi-nale Mirror Mir-ror. Distribuito in Italia da: 01 Distribution a par-tire da mercoledì 4 aprile 2012. Trama Il film è basato sulla sce-

neggiatura di Melisa Wallack. A differenza del

film d'animazione di Biancaneve, la pellicola

diretta da Tarsem Singh è molto più fedele alla storia originale scritta dai fratelli Grimm: i nani non sono dei minatori ma dei ladri ed è presente il drago della fiaba.

STREETDANCE 2 Film Drammatico Un film di Max Gi-

wa, Dania Pasquini. Con Tom Conti, George Sampson, Sofia Boutella, Falk Hentschel. Di-stribuito in Italia da: Eagle Pictures a partire da mercoledì 18 aprile 2012. Trama Dopo essere stato sconfitto dal gruppo ameri-cano degli Invincible, lo street dancer Ash medita di prendersi la rivincita. Si mette quin-di alla ricerca dei migliori ballerini per orga-nizzare un numero unico nel suo genere. Du-rante i suoi viaggi incontra e si innamora di Eva, una strepitosa ballerina di salsa che gli farà scoprire la magia di un mondo differente, ricco di incanto e passione.

I PIÙ ATTESI BIANCANEVE E IL CACCIA-TORE Film Avventura Un film di Rupert Sanders. Con Kristen Stewart, Sam C l a f l i n , C h a r l i z e T h e r o n , C h r i s Hemsworth, Ian McShane. Titolo originale Snow Whi-te and the Hun-

tsman. Distribuito in Italia da: Universal Pictu-res a partire da mercoledì 11 luglio 2012. Trama Un nuovo live action ispirato alla favola di Biancaneve. Biancaneve e il cacciatore, è in-

centrato sulla figura del cacciatore che rifiuta di obbedire agli ordini e quindi di uccidere Biancaneve. Il cacciatore decide di accompagnarla nel bosco e, anziché ucciderla, diventa il suo men-tore, insegnandole a combattere e sopravvive-

Cinema AD APRILE NEI CINEMA

Page 37: numero 2

37

Page 38: numero 2

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Associaparole Lo scopo del gioco è completare catene di 7 parole di cui si conoscono solo la prima e l’ultima. Le parole sono in

relazione tra loro per associazioni di idee, modi di dire, proverbi, sinonimi, ecc… Ad esempio se una parola è “Mucca” la suc-

cessiva potrebbe essere “Latte”.

Sudoku Le regole sono molto semplici: alcune caselle sono già fissate, le altre vanno riempite con numeri dall'1

al 9. La tavola è suddivisa in 9 quadranti di 3x3 caselle. Su ogni quadrante devono essere messi tutti e 9 i nu-

meri, senza ripetizioni.inoltre, ogni riga orizzontale e ogni riga verticale dell'intera tavola non deve contenere

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ISCRITTO PRESSO IL TRIBUNALE DI TORRE AN-

NUNZIATA AL N. 1/2012 CON DECRETO DEL

13/02/2012.

N°2

Aprile Anno 2012

Direttore Responsabile

Giuseppe De Pietro

Direttore Editoriale

Antonino Caccaviello

Direttore Marketing

Antonino Caccaviello

Fotografie

Foto 105 di Giuseppe Coppola

Hanno collaborato a questo numero

Rosanna Gargiulo,Stefania Gargiulo,Alessandra

Coppola,Carlo Caccaviello ,Lucio Esposi-

to,Ing.Salvatore Coppola

Un ringraziamento speciale alla Signora Veronica

Maia per le gentile intervista che ci ha concesso.

La partecipazione e la collaborazione alla realizzazio-

ne di questo numero di keep in touch è totalmente

volontaria e gratuita

Ideazione del progetto grafico

Rosanna Gargiulo

Tipografia

Geniusprint

Direzione e redazione:

Keep in Touch

Via Iommella piccola,12

80065 Sant’Agnello (Na)

Tel/fax.081 8086635 cell 333 1392315

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Tutti i diritti riservati © QUESTO NUMERO DI “KEEPINTOUCH” E’ STATO

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