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Povero mais, povera terra Contro il negazionismo Tutela del Carso in 3D Il Konrad dei piccoli: Un po’ Beethoven un po’ pifferaio magico Gli appuntamenti di novembre N.191 NOVEMBRE 2013 distribuzione gratuita Il mensile del vivere naturale

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Povero mais, povera terraContro il negazionismoTutela del Carso in 3DIl Konrad dei piccoli: Un po’ Beethoven un po’ pifferaio magicoGli appuntamenti di novembre

N.191 NOVEMBRE 2013

distribuzione gratuita Il mensile del vivere naturale

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KonradMensile di informazione di Naturalcubo s.n.c.Redatto dall’Associazione Konradvia Corti 2a - 34123 TriesteFax [email protected] www.konradnews.itAut. Trib. di Udine n. 485del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste

Direttore editoriale: Roberto Valerio

Direttore responsabile: Dario Predonzan

Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 [email protected]

Hanno collaborato:Vesna Benedetič, Nadia e Giacomo Bo, Michele Colucci, Stefano Crisafulli, Stefano De Franceschi, Giorgio Dendi, Furio Finocchiaro, Sergio Franco, Giada Genzo, Francesco Gizdic, Marco Iacono, Simonetta Lorigliola, Simonetta Marenzi, Annalisa Metus, Elia Mioni, Luisella Pacco, Laura Paris, Claudio Petracco, Giuliano Prandini, Riccardo Ravalli, Riccardo Redivo, Fabiana Salvador, Lino Santoro, Marco Segina, Lucia Sirocco, Gianni Ursini, Francesca Versienti, Massimo Visintin

Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste [email protected]

In copertina:Illustrazione di Giuliano Comelli

Stampa su carta FSC:La Tipografica srl – Campoformido (UD)

Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore.Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione.

KONRAD 191 novembre 2013

3 Contro il negazionismo, per la libertà della ricerca storica3 L’oro e il fango4 Dalla “Repubblica delle banane” alla “Repubblica del mais OGM”?

5 Il filo di paglia: Povero mais, povera terra6 Un mondo di montagne7 Tutela del Carso in 3D9 La botte piena e la moglie ubriaca!9 Erasmus+, cultura e sport le armi vincenti10 Libri: L’ultimo scalo del Tramp Steamer11 Mutis: non più gabbiere, gabbiano forse12 Firenze migranda13 Arte: EContemporary15-19 Il Konrad dei piccoli20 Alimentazione: Zucca, l’arancione che fa bene alla salute21 Pillole di cucina naturale22 Cinema: Amarcord dell’America anni Settanta e il ritorno di Star Trek

23 Teatri di confine: Si apre il sipario24 Colonna vertebrale25 Senza guinzaglio: Carattere e comportamento26 Crisi e paure: come reagire alla pressione?27 Gli appuntamenti di novembre

Sommario‘‘

Da venticinque anni questo giornale è realizzato da un gruppo di esseri umani non infallibili, che cercano di scoprire cosa è successo nel mondo, spesso interrogando altre persone che a volte sono riluttanti a parlare, a volte oppongono un deciso ostruzionismo e in altre occasioni parlano troppo. I costi di KONRAD sono interamente ricoperti dagli annunci e dalle inserzioni esplicitamente pubblicitarie. Ma la sua uscita sarebbe impossibile se tutta la redazione, direttore compreso, non collaborasse gratuitamente.

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‘‘ Letta ha dichiarato che gli immigrati annegati sono diventati citta-dini italiani. Quindi la politica rifiuta di dare la cittadinanza italiana ha chi ne ha bisogno, ma la da a chi non ne ha più bisogno, non ha fatto nessuna domanda ed è morto. Insomma, meglio una cittadinanza ai morti che un ponte – aereo o navale che sia – ai vivi.Temo che la verità sia molto più banale e volgare di quello che si pensi: quei nuovi corpi in fondo al mare preparano solamente il posto ad altri corpi, cuscini per altri cuscini per altri cuscini per… E portarli in superficie è sempre troppo tardi perché le piume sono già perdute.La disperazione, come il dolore, è sempre stata una cosa di tutti, ma è scomoda, non piace sentirla dire: chi potrà esserne all’altezza? Soprat-tutto con la facile scusa che siamo già disperati e doloranti. Eppure, non anneghiamo dopo lutti e sangue, dopo stupri e sangue, violenze, deserti

e sangue. Al massimo ci suicidiamo, con qualche caro ancora in vita, vestiti bene e con la pancia piena. La verità è volgare perché il punto di vista si è invertito: l’oro è fango e il fango oro. No, noi sappiamo nuotare e ci inginocchiamo a una quantità (311 ad es.) e non al senso che l’ha generata.

Riccardo Redivo

L’ORO E IL FANGOLa comoda ipocrisia della commozione

Prosegue in questi giorni in Parlamento l’iter di un incredibile disegno di legge “contro il negazionismo”. Giova quindi riproporre la lettera aperta firmata nel gennaio 2007 da tutti i più importanti storici italiani, in occasione di un’analoga iniziativa.

Il Ministro della Giustizia Mastella, secondo quanto anticipato dai media, proporrà un disegno di legge che dovrebbe prevedere la condanna, e anche la reclusione, per chi ne-ghi l’esistenza storica della Shoah. Il governo Prodi dovrebbe presentare questo progetto di legge il giorno della memoria.Come storici e come cittadini siamo sincera-mente preoccupati che si cerchi di affrontare e risolvere un problema culturale e sociale certamente rilevante (il negazionismo e il suo possibile diffondersi soprattutto tra i giovani) attraverso la pratica giudiziaria e la minaccia di reclusione e condanna. Proprio negli ultimi tempi, il negazionismo è stato troppo spesso al centro dell’attenzione dei media, moltiplicandone inevitabilmente e in modo controproducente l’eco.Sostituire a una necessaria battaglia cultu-rale, a una pratica educativa, e alla tensione morale necessarie per fare diventare coscienza comune e consapevolezza etica introiettata la verità storica della Shoah, una soluzione basata sulla minaccia della legge, ci sembra particolarmente pericoloso per diversi ordini di motivi:1) si offre ai negazionisti, com’è già avvenuto, la possibilità di ergersi a difensori della libertà d’espressione, le cui posizioni ci si rifiuterebbe di contestare e smontare sanzionandole penalmente.2) si stabilisce una verità di Stato in fatto di passato storico, che rischia di delegittimare quella stessa verità storica, invece di ottenere il risul-tato opposto sperato. Ogni verità imposta dall’autorità statale (l’“antifa-scismo” nella DDR, il socialismo nei regimi comunisti, il negazionismo del genocidio armeno in Turchia, l’inesistenza di piazza Tiananmen in Cina) non può che minare la fiducia nel libero confronto di posizioni e nella libera ricerca storiografica e intellettuale.3) si accentua l’idea, assai discussa anche tra gli storici, della “unicità della Shoah”, non in quanto evento singolare, ma in quanto incommen-surabile e non confrontabile con ogni altro evento storico, ponendolo di

fatto al di fuori della storia o al vertice di una presunta classifi-ca dei mali assoluti del mondo contemporaneo.

L’Italia, che ha ancora tanti silenzi e tante omissioni sul proprio passato coloniale, dovrebbe impegnarsi a favorire con ogni mezzo che la storia recente e i suoi crimini tornino a far parte della coscienza collettiva, attraverso le più diverse iniziative e campagne educative.

La strada della verità storica di Stato non ci sembra utile per contrastare fenomeni, molto spesso collegati a dichiarazioni negazioniste (e certamente pericolosi e gravi), di incitazione alla violenza, all’odio razziale, all’apologia di reati ripugnanti e offensivi per l’umanità; per i quali esistono già, nel nostro ordinamento, articoli di legge sufficienti a perseguire i comportamenti criminali che si dovessero manifestare su questo terreno.È la società civile, attraverso una costante bat-taglia culturale, etica e politica, che può creare gli unici anticorpi capaci di estirpare o almeno ridimensionare ed emarginare le posizioni nega-zioniste. Che lo Stato aiuti la società civile, senza sostituirsi ad essa con una legge che rischia di essere inutile o, peggio, controproducente.

Il testo promosso da:

Marcello Flores, Università di Siena Simon Levis Sullam, University of California, Berkeley Enzo Traverso, Università de Picardie Jules Vernecon l’adesione di altri 137 storici tra i quali:Simona Colarizi, Università di Roma La Sapienza Paul Ginsborg, Università di Firenze Carlo Ginzburg, Scuola Normale Superiore, Pisa Giovanni Gozzini, Università di Siena Andrea Graziosi, Università di Napoli Federico II Mario Isnenghi, Università di Venezia Fabio Levi, Università di Torino Giovanni Levi, Università di Venezia Sergio Luzzatto, Università di Torino Giovanni Miccoli, Università di Trieste Giorgio Rochat, Università di Torino(l’elenco completo dei sottoscrittori è disponibile nel sito http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=14457)

‘CONTRO IL NEGAZIONISMO, PER LA LIBERTà DELLA RICERCA STORICA

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TEST PRONTO!La redazione di Konrad vorrebbe effettuare una

piccola indagine per conoscere meglio i suoi lettori, e cosa pensano del giornale. Pensiamo costantemente a modi possibili per migliorare, ma ci rendiamo conto che non sempre riusciamo a vedere con gli occhi dei lettori.Stiamo preparando un breve questionario per raccoglie-re le vostre opinioni. Vi ruberemo poco del vostro tempo prezioso perché crediamo che poche domande precise siano meglio di molte domande fumose. Vi sarà però anche spazio per chi volesse esprimere diffusamente le proprie idee ed opinioni.Ci piacerebbe che fossero gli stessi lettori ad offrirsi volontari e non verremo quindi a cercarvi, ma vi chie-deremmo di inviare un messaggio di posta elettronica all’indirizzo: [email protected], dando la vostra disponibilità. Vi invieremo quindi il questionario, sempre per posta elettronica.Ovviamente sappiamo che i lettori sono molto diversi tra loro, e noi vorremmo l’opinione di tutti. Non dovete per forza sentirvi lettori fedeli o convinti sostenitori delle cause di Konrad per dare la vostra opinione.Grazie a tutti i lettori che hanno dato la loro disponibilità. Ancora qualcuno e il sondaggio parte ...

‘Il Friuli Venezia Giulia nelle scorse settimane ha avuto il suo attimo di gloria nei media nazionali. In pochi giorni hanno fatto flop decreti statali, ordinanze regionali, ispezioni e controlli. Ed è partito un rapido scambio di dichiarazioni per allontanare da sé ogni respon-

sabilità per l’avvenuta trebbiatura di alcuni campi di mais ogm.Hanno vinto i difensori delle multinazionali della manipolazione genetica, che hanno così testato la propria fede, compiendo gesti “esemplari” per creare consenso e dividere il mondo agricolo, sperimentare il proprio supporto legale, lanciare il messaggio della “disubbidienza organizzata” per il prossimo anno. Soprattutto hanno dimostrato che l’avversario è “una tigre di carta”.È la confusione totale a cui la cattiva politica ha portato la Repub-blica. Lo Stato che fa leggi (5/2005) che poi la Corte Costituzionale disbosca con sentenza, lasciando però in vita qualche articolo pur utile. Un decreto interministeriale che per essere approvato, nono-stante unanimi ordini del giorno di questo o quel ramo del Parla-mento, attende mesi che consentono prima la semina, poi vietano la coltivazione, ma forse no.

La Regione che fa una legge (5/2011), applaudita al tempo dalle associazioni del fronte no-ogm, ma mai

notificata alla Commissione Europea e quindi inservibile. Resta un orientamento politico no-ogm ma anche qui, dopo la modifica della citata legge, “sul campo” non si cava un ragno dal buco.Chissà se, in quei frangenti, a qualcuno è venuto mai in mente di

costringere attorno ad un tavolo mi-nisteri e regioni, chi scrive le norme e chi dovrebbe applicarle, magari per chiarirsi fra loro…Sullo sfondo un altro pezzo della Repubblica, la Magistratura, non pare meglio in salute: c’è chi in-daga sull’inquinamento genetico e chi benedice gli ogm, chi ritiene utilizzabile il decreto e chi invece inapplicabile.Non è sembrato il caso, in quei giorni, di “stare o con lo Stato o con la Regione”. Tantomeno di stare contro entrambi.Ma di prendere atto, “un po’ irritati”, che i cittadini, soprattutto in vicende simili, hanno bisogno di avere una Repubblica dalla loro parte. Perché appartiene a loro, anche se per far-la funzionare serve molto di più che un voto.

Elia Mioni

DALLA “REPUBBLICA DELLE BANANE” ALLA “REPUBBLICA DEL MAIS OGM”?

LA VigNEttA Di cOLucci

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Mais. Alimento millenario originario della Valle di Tehuacàn, Oaxaca, in Messico dove viene coltivato e consumato dal 1500 a.C., arrivò in Eu-ropa con uno tra i conquistadores più spietati, Hernán Cortés. In Italia si chiamò - incongrua etimologia - granoturco, un tempo coltura e cibo per i poveri. Polenta per tutti. Fu calunniato per la pellagra. Ma non era colpa del mais. Quello che conosciamo oggi è altra cosa, è il corn degli americani, pardon, degli statunitensi. Ed è proprio là che sono iniziati i guai. Andiamo con ordine.

Pianta sacra e benedetta. Un tempo. La pianta Zea mais cresce con facilità, resiste, si adatta ai climi caldi e alla sicci-tà. È molto produttiva e nutriente. I Maya l’adoravano come divinità. I conquistadores prima e i coloni americani poi ne colsero le potenzialità. La sua coltura cominciò a diffon-dersi nel Nord America ed in Europa a partire dal Cinquecento. Dal secondo Novecento tutto cambiò. La chimica dagli anni 20 scoprì azoto, potassio e nitrati di sintesi. Nutrimento chimico per le colture. Negli USA del secondo dopoguerra la produzione di esplosivi e mu-nizioni si convertì in industria del fertilizzante. Entrambe si basavano sul nitrato di ammonio, di cui restavano immense scorte. Partì l’agricoltura chimica ed estensiva, applicata in particolare al mais, data la sua estrema duttilità. Divenne il primo prodotto agricolo. E poi, in breve: crisi di sovrapproduzione, calo dei prezzi, contadini sul lastrico. Dagli anni 50 il via ai sussidi. Da allora lo Stato (ossia i cittadini) paga per mantenere in vita un sistema assurdo e dannoso.

Dagli USA al Friuli, stessa storia Questo modello, su scala diversa, funziona anche in Europa. Qui, in alcune regioni, la coltivazione del mais è quasi prevalente, come nella Pianura Padana o in Friuli che ne è lembo estremo. Si produce in modo intensivo (circa 10 steli per mq) su campi che sono deserti biologici: pian-te tenute in vita da concimazioni a base di azoto sintetico, antiparassitari, erbicidi e pesticidi. In regime di sussidi. Le falde acquifere e l’aria che respiriamo sono i luoghi in cui il surplus di chimica che la terra vomita va a finire. L’altro modello è l’apertura alla rischiosissima coltivazione Ogm, come dimostra il noto caso di Vivaro (PN). Su questo basti dire che nel luglio 2013 l’Italia, con decreto, ha vietato il mais Ogm della Monsanto Mon810, non tutto il mais Ogm. In Europa siamo in assenza di una nor-mativa stringente per gli Stati membri, ma alcune colture Ogm sono già autorizzate tra cui 66 tipi di mais, 15 di soia, 4 di patate (fonte ISAAA).

Chi consumerà tutto quel mais? La capacità mimetica del sistema produttivo post fordista non ha fine. Dagli anni 70 in poi partì l’industria alimentare del mais. Vennero inven-tati centinaia di prodotti. Olio di mais, Farina di mais, Fiocchi di mais, Amido di mais, Sciroppo di glucosio o Glucosio, Fruttosio, Sorbitolo, Amido modificato, Destrine e Maltodestrine, Mono, Di e Tri gliceridi degli acidi grassi (da cui la fatidica margarina), Glutammato monosodico, Aci-do ascorbico, Acido citrico, Lecitina, Gomma xantana, Caramello. Additivi alimentari che servono a migliorare aspetto, consistenza, sapore, con-servazione di un prodotto. E, spesso, a mascherarne la scarsa qualità. Con il mais si produce di tutto. E noi ce lo mangiamo ogni giorno. Basta leggere le etichette per scoprirlo. Ed evitarlo.

La tragica catena del maisPer produrre il mais in modo intensivo, per smistarlo e trasformarlo, i costi ambientali sono esorbitanti. Il mais riceve sul campo prodotti di sintesi derivati dal petrolio. Il petrolio alimenta i giganteschi mac-chinari agricoli e di essiccazione; petrolio per i serbatoi dei camion

che lo trasportano. Energia, cioè petrolio, e acqua per alimentare i processi di trasformazione alimentare. Non stiamo certo parlando del mais multicolore e biodiverso del popolo Maya. E nemmeno del piccolo mais rossastro che piantava mio nonno quando ero bambina, e che mio zio Jacu coltiva e conserva in direzione ostinata e contraria al corso delle cose. Parliamo di un mais giallo le cui varietà sono clas-sificate con lettere e numeri di matricola: DKC6815, mais ibrido sperimentale ad alta densità. Cresciuto sinteticamente, raccolto meccanicamente in campi desertificati, stoccato in enormi silos. Se ammuffisce non è un problema. In Friuli ci raccontano di una quotidianità in cui il mais altamente contaminato da micotossine (tossiche e cancerogene) finisce nella catena alimentare per carenza di controlli - emblema-tico il caso Cospalat di pochi mesi fa - e forse anche per la triste e diffusa mancanza di responsabilità di chi lo coltiva. Catena alimentare significa il nostro piatto, anche di carne. Quel mais è spesso destinato

ad alimentazione animale (in Italia oltre l’80%). Nutrire gli animali con mais contaminato porterà qualche serio problema. O lo ha già portato. Inoltre le mucche e i vitelli sono dei ruminanti. E i ruminanti sono erbivori. Ad allevare bovini in spazi asfissianti non solo li si condanna a condizioni infami, ma li si nutre contro natura. Al posto di erba e fieno, mais: è più calorico e gli animali ingrassano presto. Ma i corpi di questi erbivori non sono d’accordo: le bestie digerisco-no male, l’intestino si gonfia, insorgono infiammazioni ed infezioni. E allora? Cocktail di farmaci. A differenza che negli USA, in Europa ormoni e antibiotici a scopo preventivo sono vietati. Vietati a scopo preventivo. Chi stabilisce il confine sulla necessità della sommini-strazione? Chi lo controlla?

Il profitto dei soliti noti La catena mondiale del mais è in poche mani. I grandi gruppi agroalimentari gestiscono le produzione di sementi ibride (e Ogm), fertilizzanti, pesticidi e farmaci. Novartis, Cargill e compagnia bella. Lobbies potentissime, anche nei Parlamenti. A chi vadano profitto e beneficio appare chiaro e lampante. Non all’agricoltore, che ormai ha una fabbrica e non più un campo. Non all’allevatore, che ha officine ospedaliere e non stalle. Non certo al consumatore, che paga per sussidi e prodotti. E se ancora l’alimentazione animale ed umana non bastano perché, per quanto popoli obesi, più di tanto non possiamo mangiare, l’industria della pannocchia sintetica si è inventata etanolo e biomasse, i combustibili naturali che per essere prodotti richiedono barili e barili di petrolio. Mai ossimoro eco-logico fu più grande. Povero mais. E povera terra.

Simonetta Lorigliola [email protected]

La lettura del mese Michael Pollan “Il dilemma dell’onnivoro” Adelphi, 2008

POVERO MAIS, POVERA TERRA

‘ Dalla corn belt USA al Friuli padanizzato regnano la chimica e la devastazione ambientale. Fino al nostro piatto

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Paesaggio del Nepal

‘Ho letto con piacere su Konrad l’intervista di Francesca a Massimo Rossetto, Presidente dell’Associazione Friuli

Nepal Mandi Namasté, e ho voluto vedere anch’io il film di Giorgio. Da alpinista ed amante della montagna e del suo ambiente, mi aspettavo in verità di assistere a qualche salita. Invece dallo scher-mo ecco le immagini che racconta-no di ragazzi, di compiti e lezioni, di trasferimenti a piedi lungo disagiati percorsi per raggiungere le scuole. Un po’ come facevano nel Mugello gli scolari, espulsi dalla nostra vecchia e cara scuola, e accolti in quella di don Milani a Barbiana.Raccontano di due mondi, distanti nello spazio e nel tempo migliaia di chilometri e forse più di 100 anni dal nostro Friuli, accumunati nel documentario, dalla difficoltà di vivere in aree al limite. Per fortuna, tante mani tese creano un ponte affettivo, materiale e culturale, tra comunità.è stato come fare un viaggio nel nostro passato. Potremmo evidenziarne tanti aspetti: un ambiente incontaminato, condito da fame ed ignoranza, con scuola e cultura assenti o per pochi e classi sociali a compartimenti stagni e molto altro. Analoghi spunti avevo trovato in un libro dal titolo Quark econo-mia, scritto anni or sono dall’inossidabile Piero Angela, che confron-tava l’Italia di 100 anni fa con altre regioni del mondo e tra queste con l’America del Sud di oggi, rimarcandone analogie e differenze, in termini di mortalità infantile, analfabetismo, durata di vita.Alcuni aspetti li ho potuti toccare con mano in Perù dove ho cono-sciuto un ragazzo locale diventato guida alpina in Svizzera, grazie al contributo dello Stato e che avrebbe poi restituito man mano, svolgendo la sua attività in un ambiente eccezionale. Allora senza alcuna struttura, ora invece, mi raccontano, con super percorsi ciclabili, una serie di rifugi alpini dove si possono appoggiare gli alpinisti o meglio gli ”andisti”, visto il luogo.Strutture ed accorgimenti che oggi, nonostante tutto, limitano gli impatti della presenza umana in alta quota. Ricordo il candido ghiacciaio dell’Alpamayo, ora devastato dal riscaldamento globale ma, già in anni successivi alla mia visita, anche da rifiuti di ogni

genere, eredità dei campi avanzati. Un po’ come succede ancora ai piedi dell’Everest e non solo, nonostante l’impegno di alcune Associazioni.

Oggi per fortuna, si possono confrontare tanti interventi positivi, come appunto quello relativo al Nepal, e pure quello di un’altra As-sociazione “Mountain Wilderness” che nel Pamir e nell’ Hindu Kush afgano, aree di elevatissimo interesse ambientale, in Pakistan

nell’Alto Hunza, abbina la formazione tecnica per future guide alpine, alla tutela dell’ambiente e, aspetto ancor più rilevante, coinvolge contemporane-amente uomini e donne di diverse etnie e religioni.Ripenso ancora alla scuo-la in Nepal, abbarbicata sul versante meridionale dell’Himalaya. Non so come siano raggiungibili questi centri d’inverno, tra neve e pioggia, a quelle quote. E mi domando, dopo lo studio che prospet-tive, che futuro? Emigrano in pianura? Quanto resiste-ranno gli insegnanti?

Per realizzare questi basilari, positivi, interventi sono necessarie risorse extra anche private e l’impegno personale di molti, europei e locali, a fronte di problemi ancora irrisolti. Basti pensare che solo recentemente è stato realizzato un presidio sanitario per i circa 10.000 sherpa nepalesi che vivono nei dintorni e che così risparmiano 3 giorni di cammino. Spero siano tappe di un percorso che possa portare in futuro ad una più stretta ed auspicata collaborazione tra le diverse Asso-ciazioni, magari sotto un’egida comune, per garantire insieme alle strutture del luogo ai ragazzi/e nepalesi, pakistani, afgani, un lavoro e una vita più normale, per far loro liberamente scegliere un futuro con corde e ramponi piuttosto che il kalashnikov, utilizzato in guerre civili ed altre sanguinose lotte.Un altro traguardo è rendere il territorio di bassa quota non un inu-tile tratto da attraversare per raggiungere gli 8000 ma una tappa di un percorso di un turismo solidale, a misura, e risorsa per evitare l’emigrazione dei “cervelli”, di questi ragazzi che oggi cominciano a studiare. Per contribuire anche a mantenere integro e vivibile un ambiente

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che potrà subire anch’esso le ingiurie del riscaldamento climatico.Potremo così scacciare i demoni della guerra che dalle pianure tentano di contaminare anche le immacolate cime dell’Himalaya e bloccare sul nascere quella violenza, recentemente scatenasi al campo base dell’Everest. Dovrà essere solo un brutto ricordo e non l’inizio di un altro fronte di scontro tribale.

Riccardo Ravalli

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‘La lettura del materiale che costituirà la base del piano di ge-stione del Carso è, per un geologo, motivo di tristezza. Non è una sorpresa, ma solamente la conferma che la protezione della natura, in Italia, è impostata solo ed esclusivamente sulla difesa del biodiversità. Geologia, idrogeologia, le forme del paesaggio che raccontano l’in-terazione, nei tempi geologici tra forze endogene e processi esogeni sono sullo sfondo. Rappresentano certo un substrato che condiziona, insieme al microclima e all’azione antropica, lo sviluppo delle diverse associazioni vegetali e delle specie animali che popolano il territorio ed in questa ottica vanno difese. Ma non hanno valore proprio. Questi principi vengono applicati anche sul Carso triestino, su un territorio che deve la sua fama mondiale ai processi carsici ed alle morfologie che ne derivano, anzi, è il luogo simbolo dove il carsismo è nato, il luogo che dà il nome a tutti i Carsi del mondo. E se studiosi americani, russi, cinesi, vengono a vedere il Carso triestino, non ven-gono certamente a vedere la flora dell’altopiano, bensì a vedere grot-te, doline, campi solcati, kamenitze (vaschette di corrosione)!Certo che a Trieste siamo stati antesignani. Questo stato di fatto nasce negli anni ’60, con la legge Belci. L’on. Corrado Belci ac-compagnò al sua proposta di legge con due ponderose relazioni scientifiche, la prima dei professori. Mezzena e Poldini, botanici, l’altra del prof. D’Ambrosi, geologo. La lettura di questi documenti è ancora facilmente possibile sia consultando on line gli atti par-lamentari, sia gli atti dei Civici Musei. Le due relazioni hanno pesi e approfondimenti diversi e dimostrano che Mezzena e Poldini avevano una conoscenza del territorio della provincia di Trieste più approfondita di quella di D’Ambrosi. Senza che questo suoni come una critica ad un grande geologo. Ecco quindi che l’esten-sione delle zone da proteggere fu dettata fondamentalmente da esigenze botaniche, anche se D’Ambrosi suggerì l’inclusione di alcuni settori, non indicati da Mezzena e Poldini, come ad esem-pio l’area dei torrioni di Monrupino; nella stesura definitiva appro-vata dal Parlamento questo suggerimento venne però lasciato

cadere.Passano gli anni e le varie SIC e ZPS rispondono alle normative europee, sor-gono le riserve regionali, la Val Rosandra, Doberdò, Lanaro e monte Orsario. E di nuovo continua la divaricazione tra prote-

zione e valorizzazione del Carso, inteso come contenitore di flora e fauna, mentre ben poco viene fatto soprattutto per le morfologie carsiche epigee.

Diversa la situazione per le cavità carsiche, che risultano protette sia in quanto bene archeologico e paesag-gistico sia in quanto abitate dai chi-rotteri, anche se sono frequenti le se-gnalazioni di cavità carsiche distrutte e soprattutto utilizzate come discariche. Recentemente c’è stata una fiammata di interesse su vari giornali, anche a carattere nazionale.Vorrei però riportare l’attenzione sulle morfologie superficiali: doline, campi solcati, kamenitze, grize, torrioni resi-duali. Grize e campi solcati che hanno da un punto di vista geomorfologico significati completamente diversi, e anche diversa valenza estetica, ven-gono accomunati in un unico habitat i “pavimenti calcarei”. Le kamenitze vengo associate e catalogate insieme ad altre raccolte d’acqua nel catasto degli stagni. In questo elenco è stata introdotta una categorie siglata “VDA” ovvero “invasi naturali formati da car-sismo di superficie adattati dall’uomo con utilizzo di calcestruzzo o altro materiale da costruzione” Di VDA sul Carso triestino e monfalconese ce ne sono 105 !! Accetterebbe un botanico un’aiuola di ortensie in mezzo alla lan-da carsica…??

Se la gestione di un territorio carsico è intesa come gestione delle risorse agricole, come equilibrio tra esigenze naturalistiche ed esigenze produttive, i geologi hanno poca voce in capitolo. Ma gestione del territorio carsico significa anche turismo e il territorio va valorizzato nei suoi aspetti fisici e geomorfologici. E soprattut-to non dimentichiamo che il Carso è un volume tridimensionale, con la sua superficie topografica, un suo interno, una massa rocciosa carsificata, un livello di base che sostiene un acquifero, alimentato dalle acque che lo attraversano. La protezione e le valorizzazione di questo Carso in 3D, coinvolge certamente la biodiversità, ma anche il paesaggio, i geositi, la gestione tran-sfrontaliera delle acque. E su questi temi i geologi posso-no e vogliono dire la loro.

Furio Finocchiaro

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TUTELA DEL CARSO IN 3D

‘ Vanno tutelati anche gli aspetti geomorfologici dell’ambiente carsico

Campo solcato alterato per ricavarne uno stagno artificiale all’in-terno della Riserva Naturale del Monte Orsario (foto di F. Finocchiaro)

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Leggo nei giornali di questi giorni la notizia del possibile ingresso delle Poste in Alitalia. Per la modica cifra di 75 milioni di euro, Poste acquisterà il 12% della compagnia di volo. Per capire la portata di questa notizia dobbiamo ritornare con la memoria al 2008 quando l’Alitalia era una società pubblica ober-ata di debiti, che necessitava di capitale fresco e di una nuova gestione. Il gov-erno Prodi cercò di vendere Alitalia ad Air France KLM, ma a causa del clima politico interno, in piena campagna elet-torale, la trattativa non andò a buon fine. Berlusconi, candidato premier del PDL, proponeva di preservare l’Italianità della compagnia aerea andando a coin-volgere una cordata di imprenditori ital-iani che ne rilevassero la parte “sana” mentre la parte “malata” della compagnia - cioè i debiti - restavano sul groppone dello Stato. Questi imprenditori italiani, allora definiti “capitani coraggiosi” acquistarono la parte sana di Alitalia ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quanto aveva offerto Air France KLM e soprattutto gli esuberi furono molto più numerosi, ben settemila contro i circa 2000 proposti dalla compagnia francese. Per quanto riguarda invece la parte “malata” della vecchia Alitalia, questa ci è costata circa 4,5 miliardi euro. Potremmo dire, con il senno di poi, che la privatizzazione non è stata un gran successo. Il fatto interessante è che la nuova Alitalia, ora in mano ai “capitani coraggiosi”, si trova in uno stato di dissesto economico e finanziario per più ragioni ed ha accumulato, in soli 4 anni, perdite per circa 1130 milioni di euro. Gli azionisti vedrebbero quindi di buon occhio l’ingresso di un socio pubblico che possa por-

tare liquidità a costo zero per la compagnia, per un ammontare pari a 75 milioni, ma già si vocifera di ulteriori sovvenzioni da parte della Cassa depositi e prestiti (quindi denaro di risparmiatori). Se confron-tiamo la cifra di 75 milioni rispetto a quella che la compagnia aerea brucia annualmente ci rendiamo subito conto di quanto sia irrisoria e presumibilmente insufficiente a risanare l’impresa, ma utile semmai solo a ritardarne l’agonia, magari in attesa di aumentare la quota di

partecipazione pubblica in modo che gli azionisti possano ricavare qual-cosa dalla vendita delle loro azioni. E se le cose andranno male che si potrà fare? Smembreranno di nuovo la società in due parti e lasceranno la parte malata allo Stato per vendere quella sana ai privati ad un prezzo allettante? Errare è umano ma perseverare è diabolico. Considerando la spesa pubblica per riparare i costi generati dalle imprese private quali Ilva, Ali-talia, Monte dei Paschi di Siena etc.

etc., mi chiedo se ciò che i neoliberisti sostengono quando dicono no agli interventi pubblici sia in realtà un sì ai soldi per riparare ai danni creati su territorio e popolazione da parte di alcune attività econo-miche e finanziarie, ma un no alle regole che possano limitare tali attività. In pratica chi è favorevole alla deregolamentazione vuole la botte piena e la moglie ubriaca, ma non si possono avere entrambe; a meno che non si attinga alla botte altrui, cosa che puntualmente avviene. Cerchiamo almeno di non ripetere errori già commessi: a questo serve la storia di uomini e paesi.

Simonetta Marenzi impresamoderna.wordpress.

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‘LA BOTTE PIENA E LA MOGLIE UBRIACA!‘

‘Tre milioni di studenti. Ventotto stati. Venticinque anni di storia. Sono questi i numeri di Erasmus, il programma dell’Unione Euro-pea per studiare all’estero.Dal primo gennaio 2014 si cambia; una volta ogni tanto si spera in meglio. Dopo i primi annunci terrorizzanti da parte dell’UE sulla possibilità di un ridimensionamento o di un’abolizione del programma di scambio culturale, ora finalmen-te il commissario per l’Istruzione e la Cultura, Androulla Vassiliou, ha chiarito le carte in tavola. Erasmus cambierà nome e verrà potenziato.Erasmus + dunque metterà a disposizione più fondi: 19 miliardi di Euro per il periodo 2014-2021, il 43% in più rispetto a quelli stan-ziati per gli anni 2007-2013, permetteranno ad oltre il doppio delle persone, 4 milioni il bacino dei possibili beneficiari, di affrontare un periodo di formazione fuori dal proprio paese.Più occasioni e più possibilità. Erasmus + riunirà in un solo pro-gramma tutti i progetti di mobilità, educazione, formazione e gio-ventù finora previsti come il “Leonardo da Vinci”, il “Comenius” o “Gioventù in azione”. Lo scopo è quello di semplificare le domande

di borsa di studio, ridurre quelle doppie e diminuire la frammenta-zione così da poter aumentare l’efficienza. Inoltre nei progetti ver-ranno coinvolte aree tematiche finora toccate solo marginalmente come lo sport, diventato una delle competenze formative dell’Unio-

ne. A poter accedere quindi non saranno solo gli universitari ma an-che studenti di scuole professionali, insegnanti e formatori, tirocinanti e giovani lavoratori che potranno de-dicarsi a progetti di studio, scambio culturale, insegnamento e volonta-riato. Per uscire dalla crisi dunque si pun-ta sui giovani e sul miglioramento delle conoscenze culturali, delle lingue e dell’acquisizione di com-petenze essenziali per il mondo del

lavoro. Cultura, cooperazione, mobilità. Queste le parole chiave che l’UE usa per il nuovo progetto. Speriamo che non rimangano solo sulla carta che ma che si attuino proficuamente. Come sempre allora auguriamoci, Buona Fortuna.

Francesca Versienti

‘Il programma per studiare all’estero non viene abolito ma potenziatoERASMUS+, CULTURA E SPORT LE ARMI VINCENTI

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Ci sono persone che hanno una curiosità infinita, e del mondo esplorerebbero tutte le regioni, i deserti e i mari. Sono persone fortunate, lo sguardo affamato e insazia-

bile, il cuore vergine e bambino, e la presunzione folle che verrà dato loro il tempo per esaudire ogni desiderio. Io no, e me ne dispiace. Ho lo sguardo concen-trato solo su poche pagine d’atlante, ho un cuo-re spezzato che seleziona, prende e respinge. E quanto all’avere tutto il tempo, poi, davvero non ci credo più. Così, ho maturato una passione profonda per alcuni luoghi, mentre di altri non mi importa assolutamente niente. Sono luoghi da cui non mi sento attesa né voluta, e come per ripicca io stessa finisco per rifiutarli. Da cosa dipenda, non lo so. Uno di questi luoghi è l’America del Sud, tutta. Sono consapevole della mia menomazione idio-ta, di tutto ciò che mi perdo per la mia cocciuta avversione, ma è una consapevolezza gelida che non mi smuove di un millimetro. Non posso farci niente. Va da sé che non ho mai amato gli autori su-damericani e se qualcuno sbirciasse nella mia libreria coglierebbe al volo il misero vuoto che ne deriva. Tra i pochi nomi presenti, lo scrittore colombiano Álvaro Mutis, morto novantenne lo scorso settembre, a cui voglio rendere omaggio accennandovi al suo romanzo L’ultimo scalo del Tramp Steamer. L’ho letto molti anni fa e da allora è rimasto presente nella mia vita. Quotidianamente (non esagero), in una qualche ora del gior-no o della sera, ogni volta che guardo il mare, gli rivolgo un pen-siero. Sottile, istantaneo, inevitabile, come capita con i chiodi fissi, i ricordi intimi, gli amori antichi, le vaghe nostalgie. Che sia pioggia o sole, che sia inverno o estate, dalle rive, con i piedi a due metri dall’acqua, oppure da un balcone che consente solo una fetta rubata di golfo - che sia come sia, per un breve mo-mento, ogni giorno succede... Succede che vedo qualcosa, là in fondo all’orizzonte, qualcosa di cui non conosco il nome... Per me, che di cose di mare non so nulla, cargo peschereccio mercantile rimorchiatore o bastimento, sono bellissime parole dense di suggestioni e di odori, ma quanto alle differenze pratiche tra la forma dell’uno e dell’altro, il mistero mi rimane fitto... Ma in quell’attimo, gli occhi stretti sulla linea lontana, succede che io veda un Tramp Steamer. Con questa espressione, com’è noto, si definiscono i mercantili di scarso tonnellaggio, non appartenenti alle grandi compagnie di navigazione, che viaggiano di porto in porto cercando carichi occasionali da trasportare dove che sia. E così tirano a campa-re, trascinando la loro sagoma malconcia assai più a lungo di quanto potrebbero far prevedere le loro precarie condizioni. Così, ci spiega la voce narrante del romanzo, un uomo che per lavoro viaggia molto e che per la prima volta vede il mercantile al porto di Helsinki. Entrò all’improvviso nel mio campo visivo, con la lentezza di un sauro ferito a morte. Per quel Tramp Steamer malandato e sudicio, per il ritmo scon-nesso delle sue bielle, per la scia opaca delle sue pene, il nar-ratore sente da subito una calda simpatia. Ne indovina persino

il nome, Alción, anche se soltanto poche lettere finali sopravvivono alla ruggino-

sa rovina dello scafo. Ma quando lo rivede in altre tre occasioni, in opposti angoli del globo, gli corre un brivido lungo la schiena e il suo legame col vecchio mercantile diventa indissolubile e misterioso, un segno

indecifrabile di quella cosa bellissima, forse generosa forse crudele, rozzamente detta destino. Ancora più incredibile e significativo è che durante un ennesimo viaggio, su una chiatta fluviale, il narratore incontri il basco Jon Iturri, che proprio di quel mercantile fu capitano. Tra i due uomini, peregrini in un mondo che sembra grande quanto un fazzoletto, nascono spontanee l’amicizia e la confidenza. Favorito dalle notte nella palude, sotto il cielo stellato, di una tiepida, palpitante fosforescenza, sui ritmi del fiume che scende lento e intimo come una confessione, il marinaio racconta la sua storia, la sua storia d’amore con la bellissima Warda, e soprattutto la storia dell’Alción (che, sì, davvero si chiamava così...). Vicende di cui non vi dico nulla, perché questo breve romanzo va goduto, annusato e bevuto come una coppa di vino, ascoltato come una voce calda che narri all’orecchio una favola triste. E non sarebbe bene conoscerla già. La morte di Mutis tocca Trieste in maniera particolare. Alcuni suoi personaggi sono pas-sati da queste parti e Mutis stesso è stato qui,

anche se tardivamente, solo nel 1999. Il piacevole libretto Mutis a Trieste (a cura di Gaetano Longo, Franco Puzzo Editore) riper-corre con affetto quella visita e mostra nelle fotografie un poeta rilassato e sorridente sotto i baffi, che scopre volentieri una città che lo stava aspettando adagiata come un’amante. Mutis deve aver guardato il nostro mare, in quei giorni, lo stesso mare che guardo io e dove ogni giorno ritrovo l’Alción affaticarsi sulle onde, portatore di chissà quale tormento o speranza.Magari lontano, così lontano da doverlo immaginare, così smarrito nella nebbia da doverlo indovinare, così perduto nella notte da doverlo sognare. Eppure la sua sagoma c’è, c’è sempre.

Luisella Pacco luisellapacco.wordpress.com

L’ULTIMO SCALO DEL TRAMP STEAMER

‘‘Álvaro Mutis

L’ultimo scalo del Tramp SteamerTraduzione di Gabriella Bonettagli Adelphi, 1997pp. 107 € 8,00

Libri

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Bencich Anita

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Notizie su vita versi e romanzi le potete trovare in rete. Posso evidenziare cinque cose: la prima è narrativa (un personaggio femminile dei suoi libri – non dico apposta quale – era originario di Trieste), la seconda biografica (ha ricevuto nel 2000 il Premio Internazionale Trieste Poesia – II Edizione *); la terza musicale (alcuni suoi versi sono stato vivisezionati, elaborati e cantati da Fabrizio De André in Smisurata preghiera), la quarta aneddotica (Marquez, su Twitter, ha scritto – triste, laconico e vero –: “Mutis”) e la quinta è una coincidenza (una cifra tonda lo separa da Neruda, morto quarant’anni esatti prima, nello stesso mese ma un giorno dopo).

Riccardo Redivo

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3‘Grieta matinal

Cala tu miseria,sondéala, conoce sus más escondidas cavernas.Aceita los engranajes de tu miseria,ponla en tu camino, ábrete paso con ellay en cada puerta golpeacon los blancos cartílagos de tu miseria.Compárala con la de otras gentesy mide bien el asombro de sus diferencias,la singular agudeza de sus bordes.[…]No mezcles tu miseria en los asuntos de cada día.Aprende a guardarla para las horas de tu solazy teje con ella la verdadera,la sola materia perdurablede tu episodio sobre la tierra.

Squarcio del mattino

Penetra la tua miseria,sondala, scoprine le cavità più nascoste.Lubrifica gli ingranaggi della tua miseria,mettila sul tuo cammino, fatti strada con leie a ogni porta bussacon le bianche nocche della miseria.Accostala a quella di altra gentee misura bene lo stupore nato dalle differenze,il filo singolare dei suoi bordi.[…]Non mescolare la tua miseria nelle faccende di ogni giorno.Impara a serbarla per il tempo dello svagoe ad adoperarla per tessere la verala sola materia duraturadell’episodio tuo sulla terra.

MUTIS: NON PIù GABBIERE, GABBIANO FORSE

‘Attivare l’energia mentale attraverso il respiro. Le varie forme di respiro apportano dei cambiamenti alla chimica

interna del corpo, vale la pena prendersi lo spazio necessario per im-parare, una corretta pratica della giusta respirazione. Lo Shen è quella forma di energia altamente raffinata spirituale e mentale, che circola in tutto il corpo e va coltivata e potenziata. L’energia mentale è conser-vata soprattutto nella loggia del fuoco-cuore e poi si distribuisce sotto forma di sentimenti nei vari organi e funzioni, seguendo lo schema dei 5 elementi o movimenti; ciò porta a modifiche della chimica interna. È capacità intellettiva, affettività, coordinazione motoria, articolazione del linguaggio, vivacità dello sguardo. Questa energia va attivata mediante l’utilizzo del respiro. Si può respirare in l0 modi differenti, che sono connessi alla sfera psichica.- Respiro dell’altruismo rallenta tutte le attività fisiche e mentali, ci permette di entrare in meditazione profonda, raggiungendo il massimo livello di adattamento all’ambiente circostante, perdendo cosi il nostro egocentrismo.- Respiro dell’armonia ci rende centrati, presenti a noi stessi, aumen-tando la consapevolezza per relazionarci armonicamente con ciò che ci circonda.- Respiro della fiducia armonizza le nostre facoltà psichiche, mentali, fisiche, sviluppando la forza interiore, preparandoci agli adattamenti

ambientali in rapido cambia-mento.

- Respiro dell’azione ci sblocca mentalmente e fisicamente, attiva tutte le funzioni fisiche, mentali e spirituali. Ci rende capaci di intrapren-dere iniziative in qualsiasi contesto ambientale.- Respiro della personalità questa tecnica potenzia il nostro metaboli-smo fisico e mentale e fa emergere la nostra personalità.- Respiro della fisicità produce energia fisica e stabilità mentale, ci rende fermi e difficilmente influenzabili. Aumenta la temperatura corporea e accelera le funzioni dell’apparato circolatorio e digerente, favorisce la longevità e la buona salute.- Respiro del potere energizzante per l’intero organismo, sviluppa dentro di noi la perseveranza, la pazienza, la tolleranza e ci fornisce potere spirituale.- Respiro dell’amore calma e rende armoniche le pulsazioni cardia-che, la circolazione sanguigna e linfatica. Genera sentimenti di sensibi-lità, amore, comprensione e compassione per l’ambiente circostante.- Respiro dell’intelligenza acutizza la nostra sensibilità e favorisce la concentrazione fisica e mentale. Sviluppa lo spirito di apprendimento e di osservazione stimolando l’intelligenza.- Respiro della spiritualizzazione (spiritualizza), amplia la coscienza e potenzia al massimo la comprensione dell’univer-salità degli eventi. Anita Bencich

MEDICINA TAOISTA DELL’INFORMAZIONE‘ ‘

* Quest’anno il premio andrà al brasiliano Eduardo Degrazia e si svolgerà dal 25 al 30 novembre. Oltre ad avere varie e singolari sedi (librerie e caffè letterari, ma non solo: anche un negozio di tè o un autobus) a distinguere il XVI Festival Internazionale della

Poesia, sarà l’apertura di ogni appuntamento con i versi di quattro autori che quest’anno il mondo della letteratura ha salutato: Séa-mus Heany, Álvaro Mutis, Edvino Ugolini e Edoardo Kanzian. Per qualsiasi approfondimento: www.triestepoesia.org.

E anche Mutis se n’è andato (22 settembre 2013). Che dire di lui? Chi non ha incontrato la sua umanità nei suoi libri, forse non la meritava, per non dire di quelli che non hanno nemmeno incontrato i suoi libri. A quei pochi che avranno le capacità di

rimediare, ecco alcuni versi di aiuto – parziali – scelti a mio gusto e affetto:

REDA

ZION

ALE

A CU

RA D

ELL’INSERZIONISTA

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‘Visitare Firenze nel mese di agosto è da irresponsabili. Il caldo tocca i quaranta gradi e le masse di turisti fanno

scrivere ai graffitari in un inglese approssimativo ma efficace che “il turismo è peggio di un esercito di occupazione”.Non ci facciamo intimorire e decidiamo comunque di partire, vogliamo rivedere la “Cacciata dei progenitori dall’Eden” di Ma-saccio alla Cappella Brancacci e l’“Annunciazione” di Beato Ange-lico al Convento di San Marco, gli Uffizi e il Pitti.E poi anche a Firenze l’organiz-zazione di turismo responsabile Viaggi Solidali, assieme alla Ong Oxfam Italia e alla Cooperativa Walden viaggi a piedi, organizza visite con guide “migranti” ai quartieri multietnici della città. In piazza Santa Maria Novella incontriamo Guilherme, un brasiliano di mezza età da sei anni a Firenze, che ci racconta la storia dell’immigrazione nella città. L’integrazione fra diverse comunità risale ai Medici, che nel XV secolo avevano portato il Concilio con lo scopo di riunire la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa. Più tardi, nel ‘700, il gran tour con i giovani, soprat-tutto anglosassoni venuti per arricchire la loro cultura e poi, lo scorso secolo, all’inizio degli anni ‘60 l’arrivo di americani, greci, iraniani. Vent’anni dopo con gli arrivi da Nord Africa e Sud America nei quartieri del centro e dell’Isolotto la percezione della città nei confronti dell’emigrazione cambia, adesso è di natura economica e Firenze diventa uno dei dodici Comuni in Italia con più residenti stranieri (sono 53.400 secondo il censimento del 2011 su una popolazione di 370.000 abitanti). Prevalgono i romeni e poi gli albanesi e i cinesi.Siamo sotto la targa che ricorda il soggiorno nell’800 dello scrittore e poeta statunitense Henry Wadsworth Longfellow, traduttore di Dante, e con la moglie Nina ci avviciniamo a quello che nel ‘200 era l’ospe-dale di San Paolo destinato all’accoglienza dei pellegrini che anda-vano a Roma, poi ospedale per i poveri, convalescenziario, scuola per zitelle povere, sede del museo Alinari della Fotografia.Nicoletta è romena, in Italia da tredici anni, fa la badante, è entusia-sta della gente, della città che conosce meglio di qualche fiorentino e quando va in Romania non vede l’ora di scappare a Firenze. Ci mostra gli obelischi voluti da Cosimo II, attorno ai quali per trecento anni, alla vigilia della festa di San Giovanni, il 23 giugno, si svolgeva il Palio dei Cocchi.

Jackline, keniota, è in Italia da ventun anni, qui si è sposata e ha un bambino di otto anni, lavora in un negozio. All’inizio anche lei ha fatto assistenza agli anziani; in Kenya aveva frequentato

l’università:“è stato uno shock, ma l’ho accettato, a casa avevo mia madre e due fratelli, c’erano giorni no, alcune richieste di quel lavoro erano veramente, veramente difficili, a ventidue anni non puoi vedere il sole da dentro una casa”.Ci fermiamo sul sagrato della chiesa di San Paolo, citata dal Boccac-cio nel Decameron, nella novella di Simona e Pasquino, qui sepolti; Jackline si stupiva che qui le persone venivano sepolte nelle chiese: nel suo paese, lei è kikuyu, si viene tumulati nel proprio campo. Vici-no alla chiesa l’associazione “Gli Anelli Mancanti” aggrega italiani e migranti, organizza corsi di italiano, offre consulenza medica e legale. In via Palazzuolo entriamo in un negozio somalo dove una giovane e loquace signora velata mostra di sapere di politica (“Renzi è bravo”) più di noi, passiamo accanto a un parrucchiere nigeriano, poi è la vol-ta di un ristorante egiziano. A seguito della crisi economica degli anni ‘90 Nadiya, pediatra ucraina, con due figli a casa da mantenere, arriva senza documenti e anche lei accetta di lavorare come badante. Racconta di tante filip-pine sequestrate in casa, tenute come schiave, ostaggio dei datori di lavoro. Trova sollievo nell’incontro con un prete ucraino della Chiesa cattolica dei Santi Simone e Giuda: lì le donne parlano, cantano, la vita migliora. Siamo passati da un rione popolare ai palazzi borghesi del Borgo Ognissanti. Nella piazza la chiesa barocca, una delle poche a Firenze, già dei frati Umiliati, attivi nella lavorazione della lana e del vetro, con le opere di Botticelli e Ghirlandaio, l’Istituto di Cultura Fran-cese, e nella zona gli edifici della famiglia Vespucci con Amerigo che qui è nato. Della comunità russa ricorda i Demidoff, nobile famiglia di industriali e banchieri che nell’800 vissero a Firenze, finanziarono la facciata del Duomo, alcune chiese come quella russa ortodossa in via Leone X, si dedicarono a opere umanitarie.Aušra è venuta dalla Lituania vent’anni fa. “La mia integrazione è sta-ta molto difficile. I primi due anni piangevo tutti i giorni...poi la mia vita è cambiata con la nascita di due bambini e mi si è aperto il mondo”. Vicino a noi la chiesa battista, lì dove alla fine del ‘700 c’era il Teatro dei Solleciti e dove nacque la maschera di Stenterello. Anche questa chiesa è luogo d’incontro: “sono molto accoglienti, invitano anche me e i bambini, partecipiamo alle feste, alla Pasqua”. Aušra si è avvici-nata alla spiritualità grazie alla fisica quantistica che le ha mostrato il punto in comune fra le diverse religioni. Per Max Planck, ci dice, “la matrice divina è l’unica energia che governa la particella, per cui se vuoi cambiare la materia stessa incomincia dal vuoto che cambia anche la materia”.Di fronte ai frequenti attacchi razzisti rispondono che è con la cre-scita culturale che verranno evitati ed è ancora il livello culturale che garantirà l’integrazione degli immigrati. Sono cittadini “speciali”: pur venendo da contesti e storie molto diverse, si sono integrati, hanno spesse volte ripreso e approfondito i loro studi, in molti casi hanno tro-vato conforto in una religione, riconoscono le chiusure anche da parte delle loro comunità. Chissà quante di queste e altre storie si possono ritrovare negli altri cinquantamila che risiedono a Firenze.

Giuliano Prandini

FIRENZE MIGRANDA

Dall’alto: Jackline e Guilherme

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Passeggiando in una via arcinota ma poco frequentata del centro di Trieste, ecco d’improvviso schiudersi una “stanza”

di uno sfolgorante bianco. Alle pareti si scorgono delle suggestive fotografie: sono quelle di Cristina Coral che i versi di Anna Cargnello, sospesi e al contempo “bloccati” all’interno di sfere trasparenti, inter-pretano fino a fondersi con esse, dando vita alla mostra Luce progioniera. Mi accingo ad entrare nello spazio ampio, essenziale e scarno. Alla mia destra vi è una fila di quattro sedie a ribalta in legno (mi ricordano vecchi teatrini, ricreatori e sale parrocchiali e danno un tocco vintage che non guasta mai!), all’estremità opposta dell’ambiente, dietro ad un piccolo scrittoio, c’è invece Elena Cantori: curatrice della galleria in cui mi trovo. Lei ancora non mi conosce, ma si offre disponibile per darmi qualche informazione. Declino gentilmente, non per disinteresse, ma perché cerco sempre di far in modo che il primo sguardo che “lancio” ad una mostra non risenta della lettura di qualcun altro. Una volta gustate una per una le intense e perturbanti fotografie, riapro la conversa-zione. Elena ne è ben lieta perché, come precisa fin da subito, spera che il suo spazio diventi un luogo e un’occasione di contatto e contatti, un contesto in cui incontrarsi, relazionarsi e dove la gente non abbia paura di entrare, chiedere, conoscere persone ed artisti nuovi. Rivolgo quindi anche a lei le ormai tradizionali domande di questa rubrica…

Che cos’è EContemporary? EContemporary -o meglio Elena Cantori Contemporary- è uno spazio espositivo d’arte contemporanea a 360° che promuo-ve, attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi collaterali, artisti con un valido percorso nella pittura, scultura, fotografia e design.

Chi c’è dietro EContemporary? L’anima della galleria è Elena Cantori appassionata d’arte e soprattutto amante della creatività espressa in tutte le sue forme, ma oltre a me ci sono gli artisti con cui collaboro e con cui si è instaurato un bellissimo legame.

Come/Dove/Quando è nato EContemporary? L’idea di uno spazio tutto mio matura dopo molti anni di attività come curatrice indipendente ospite di spazi espositivi gestiti da altri colleghi

e con il desiderio di poter dare la possibilità a me e agli artisti che promuovo di esprimersi più liberamente sia nell’aspetto artistico che di allestimento. Infatti una cura particolare viene dato a quest’ultimo aspetto che rende le esposizioni ancora più incisive e dando alla galle-ria una connotazione ancora più marcatamente contemporanea.Lo spazio EContemporary, quindi, prende vita il 18 maggio scorso in una via centrale di Trieste, ma non “canonica” per questo tipo di attività.

Perché è nato EContemporary? Innanzitutto ho evidenziato che a Trieste manca uno spazio realmente dedicato all’arte contemporanea e soprattutto arte contemporanea di qualità, ma accessibile per i potenziali acquirenti. Inoltre, come già accennato, avevo bisogno sia personalmente che per gli artisti con cui collaboro di avere più libertà creativa.

Un sogno nel cassetto per EContemporary? Mi piacerebbe, che con il tempo e un serio e attento lavoro, EContemporary diventasse un punto di riferimento nella promozione di arte contemporanea in città e di riuscire a creare nuove connessioni tra artisti, collezionisti e fruitori d’arte. Un ulteriore obiet-tivo è quello di far apprezzare e godere dell’arte anche coloro che hanno poca esperienza o poca conoscenza sviluppata in questo settore, ma che per curiosità e sensibilità personale sono attratti dal mondo dell’arte e della creatività.

Tre aggettivi per descrivere EContemporary Spazio Contemporaneo, creativo ed accogliente.

Tre aggettivi per descrivere TriesteScontrosa, magica, e purtroppo a volte un po’ “immobile”.

La chiacchierata scorre gradevole mentre fuori il sole tramonta accentuando ulteriormente il contra-sto tra il grigiore esterno della trafficata via Crispi ed il rilassante e caldo biancore della “culla artistica” di Elena. La salutiamo infine con la promessa di tornare presto a trovarla, cosa che ci sentiamo assolutamente di suggerirvi di fare, approfittando del fatto

che sabato 9 novembre verrà inauguata una nuova mostra dell’artista Andrea Princivalli dal titolo Di fuoco in fiamme (visitabile sino ai primi di gennaio).

Econtemporary Via Crispi 28, TriesteGiovedì, Venerdì e Sabato, dalle 17 alle 20 o su appunta-mento. www.elenacantori.com

Laura Paris

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3‘ECONTEMPORARY

‘Nelle immagini, dall’alto:– Dalla mostra Luce prigioniera (foto di Cristina Coral)– Opera di Andrea Princivalli (foto di Carlo Bugna)

Federica Degrassi 393.0519405

ci trovi a TRIESTE, Galleria Fenice, 2 - [email protected] - www.fisioformastudio.it

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Arte

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I COLORI DELLE FOGLIEIn autunno le foglie degli alberi cambiano colore: da gialle diventano rosse o marroni e poi cadono a terra secche. Quando le calpesti senti il rumore che fanno mentre le scarpe le spezzano... Vi siete mai domandati perché succede tutto questo? Cose'è cambiato nelle foglie?

LA PAROLA ALLO SCIENZIATO UMBERTOGli alberi in primavera e in estate crescono, poi in autunno le foglie cambiano colore e cadono. Ora ti

racconto perché. È tutto merito della CLOROFILLA: è lei a dare il colore verde alle foglie e a farle crescere!

ECCO PERCHÉ 1Durante la primavera e l’estate, quando il sole è molto intenso, la pianta riesce a produrre

clorofilla in continuazione e quindi CRESCE (prima le foglie, poi i fiori, infine i frutti).

ECCO PERCHÉ 2Le foglie in autunno e in inverno ingialliscono e gli alberi vanno in una specie di “letargo”! In queste stagioni, infatti, c’è meno sole e le giornate sono più brevi: la pianta non riesce più a produrre clorofilla e quindi non cresce… A questo punto il colore verde piano piano va via, lasciando il posto agli altri colori delle foglie: in certi casi IL GIALLO, in altri L'ARANCIONE, oppure IL ROSSO - sono i colori che rendono l’autunno così bello e magico!

ADESSO TOCCA A TEAnche tu in questa stagione puoi divertirti a osservare quali alberi hanno le foglie ancora verdi, quali le hanno gialle, marroni o rosse e quali, invece, non le hanno più.

Scoprirai: le SEMPREVERDI (o SEMPREUGUALI), quelle che si colorano di più, quelle di meno... quelle che cambiano colore prima e quelle invece più "pigre"che lo fanno dopo.

E ora disegna il tuo albero preferito! Può essere un albero che hai visto sotto casa, o al parco, oppure in campagna. Se preferisci puoi anche disegnare una albero che esiste solo nella tua fantasia, un albero davvero specialissimo!

NONNO ALBERO, QUANTI ANNI HAI?Il tronco di un albero, al suo interno, ha tanti cerchi, uno dentro l’altro. Ogni albero genera un nuovo cerchio ogni anno. Contando il numero dei cerchi si può ottenere l’età dell’albero. Per esempio, contate 10 anelli? Allora… 10 anni! Ma se il tuo albero cresce rigoglioso in un giardino come si fa? Di certo non lo tagliamo per contare i cerchi che ha dentro!

Prova invece a misurare la circonferenza del tronco a 130 cm da terra e poi dividi la lunghezza che hai misurato per 2,5. Allora, quanti anni hanno gli alberi del tuo quartiere? E del tuo giardino preferito?

Tratto da "Avventure e scoperte in giardino "di Marta Vitale e Rosita Deluigi

A TU PER TU CON LA SCIENZAa cura di

Scienza Express edizioni

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Ecco la nuova meraviglia di Vesna Benedetič! 57 tavole illustrano Le favole degli animali, in una curata edizione di Gri-baudo. I testi tratti da Esopo, Fedro, Leonardo da Vinci, La Fontai-ne, Schopenauer, Tolstoj, Kipling e Leon Battista Alberti sono stati rivisti da Enrica Ricciardi con agilità e ironia. Canzoncine e fila-strocche vivacizzano la lettura e ne variano il ritmo. L’insieme è armonioso, un abbraccio equilibrato di parole e immagi-ni. Le suggestioni sono molte-plici. Vesna sceglie l’acquerello (e le matite acquerellate) per questo mondo incantato. Ama infatti le trasparenze, lavorare con la luce e la brillantezza del colore direttamente sul foglio bagnato. La considera una tecnica veloce, immediata, estremamente spirituale, che espande il pensiero e fa volare. Ma è anche l’appunto che con-tiene l’essenza. Più di vent’anni di esperienza e la consapevo-lezza che è il dettaglio a far la differenza, perché anche un solo puntino, un richiamo di colore o la ripetizione di una linea appena accennata può mutare la percezione visiva e l’emozione. Conquistano i primi piani che ci avvicinano quasi fisicamente ai personaggi, invitando a conoscerli e a comprenderne la natura. I colori giocano con contrasti leg-geri suggerendo immagini quasi riflesse, osservate con gli occhi della mente, del cuore, del trasporto, insomma della poesia. Le illustrazioni di Vesna contengono tutto l’equilibrio e il rispetto per l’armonia, per il bello, per i pensieri semplici, per le piccole grandi cose che spesso non vediamo più o non ci hanno mai insegnato a guardare. Contengono poi un bagaglio di culture diverse che si intrecciano con disinvoltura. Tutta la sua storia. Tutta la sua vita.In questo libro di favole classicissime, c’è l’adorato Senegal, il paese del marito, che ritroviamo in alcuni sfondi infiniti e nei Ram-matou Mi, gli uccellini rossi portafortuna presenti in molte pagine, come fossero il vero filo conduttore. Ma c’è anche il Carso con le sue case dai tipici zoccoli azzurri e le facciate gialle e l’imman-cabile oleandro davanti all’entrata, a rappresentare il luogo dove lei ha scelto di vivere. Škrbina, piccolo villaggio vicino a Komen in Slovenia, è un luogo dove si ha la sensazione di raggiungere il mondo ma anche, all’occorrenza, di lasciarlo altrove.

Un luogo magico. Non a caso anche Lojze Spacal vi tra-scorse un periodo. Ed

è il posto scelto per organizzare l’anno prossimo un festival delle arti, Teranga na Krasu, (Teranga in senegalese significa ospi-talità), dove ancora una volta le diversità si incontreranno grazie all’entusiasmo dirompente della sua ideatrice.Ma l’appuntamento più prossimo con Vesna è il 15 novembre ore

18.30 alla Bottega del Mondo di via Torrebianca 29/b per la presentazione del libro. Una selezione delle sue tavole resterà in esposizione per una quindicina di giorni. Una mostra che ha già il suo catalogo. Un’occasione unica in una cornice inconsueta, il cui nome sposa pienamente la filosofia dell’autrice. Sen-za Confini Brez Meja.Per ulteriori informazioni: [email protected]; http:/benedetic.blogspot.com

Fabiana Salvador

ilKonraddeipiccoli“Il Konrad dei piccoli” vuole essere uno spazio di informazione ed aggregazione per mamme e papà curiosi di sapere cosa succede a Trieste e nei dintorni per i loro bambini. Da questo germe auspichiamo prenda avvio uno spazio virtuale e reale di dialogo, confronto e crescita, in un’ottica di solidarietà e attenzione alla qualità

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013,LE FAVOLE DEGLI ANIMALI

La poesia negli acquerelli di Vesna Benedetic

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Vesna Benedetič (foto di Maria Luisa Runti)

I COLORI DELLE FOGLIEIn autunno le foglie degli alberi cambiano colore: da gialle diventano rosse o marroni e poi cadono a terra secche. Quando le calpesti senti il rumore che fanno mentre le scarpe le spezzano... Vi siete mai domandati perché succede tutto questo? Cose'è cambiato nelle foglie?

LA PAROLA ALLO SCIENZIATO UMBERTOGli alberi in primavera e in estate crescono, poi in autunno le foglie cambiano colore e cadono. Ora ti

racconto perché. È tutto merito della CLOROFILLA: è lei a dare il colore verde alle foglie e a farle crescere!

ECCO PERCHÉ 1Durante la primavera e l’estate, quando il sole è molto intenso, la pianta riesce a produrre

clorofilla in continuazione e quindi CRESCE (prima le foglie, poi i fiori, infine i frutti).

ECCO PERCHÉ 2Le foglie in autunno e in inverno ingialliscono e gli alberi vanno in una specie di “letargo”! In queste stagioni, infatti, c’è meno sole e le giornate sono più brevi: la pianta non riesce più a produrre clorofilla e quindi non cresce… A questo punto il colore verde piano piano va via, lasciando il posto agli altri colori delle foglie: in certi casi IL GIALLO, in altri L'ARANCIONE, oppure IL ROSSO - sono i colori che rendono l’autunno così bello e magico!

ADESSO TOCCA A TEAnche tu in questa stagione puoi divertirti a osservare quali alberi hanno le foglie ancora verdi, quali le hanno gialle, marroni o rosse e quali, invece, non le hanno più.

Scoprirai: le SEMPREVERDI (o SEMPREUGUALI), quelle che si colorano di più, quelle di meno... quelle che cambiano colore prima e quelle invece più "pigre"che lo fanno dopo.

E ora disegna il tuo albero preferito! Può essere un albero che hai visto sotto casa, o al parco, oppure in campagna. Se preferisci puoi anche disegnare una albero che esiste solo nella tua fantasia, un albero davvero specialissimo!

NONNO ALBERO, QUANTI ANNI HAI?Il tronco di un albero, al suo interno, ha tanti cerchi, uno dentro l’altro. Ogni albero genera un nuovo cerchio ogni anno. Contando il numero dei cerchi si può ottenere l’età dell’albero. Per esempio, contate 10 anelli? Allora… 10 anni! Ma se il tuo albero cresce rigoglioso in un giardino come si fa? Di certo non lo tagliamo per contare i cerchi che ha dentro!

Prova invece a misurare la circonferenza del tronco a 130 cm da terra e poi dividi la lunghezza che hai misurato per 2,5. Allora, quanti anni hanno gli alberi del tuo quartiere? E del tuo giardino preferito?

Tratto da "Avventure e scoperte in giardino "di Marta Vitale e Rosita Deluigi

A TU PER TU CON LA SCIENZAa cura di

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,Non ne posso più dei tormentoni di “musiche per bambini”. Cosa vuol dire? Pile di riedizioni degli zecchini d’oro in versione libretto+cd. Che noia mortale. Canzonette televisive banali e melense in cui la musica è solo orpello e le parole lasciamo sta-re. Nenie che fanno strippare i timpani dei genitori che tuttavia le impongono come silenziatore dei figli nei viaggi in auto o le subiscono come richiesta bambinesca della sola cosa che offre il convento. Il convento offre molto di più oggi. Ci sono proposte raffinate e di grande piacevolezza, cresciute nel giardino fiorente di Nati per la musica e dintorni. Ma una chicca come questa vale la pena di essere segnalata.An dan dest. Cd con libretto, uscito nel 2011 ma nuovo di zecca. Filastrocche, è vero. Illustrate con acquerelli di grande legge-rezza. Idiomi multiformi: dal friulano al francese all’ucraino allo spagnolo. Musicalità delle lingue, accompagnata da creazioni ed arrangiamenti musicali di grande maestria che spaziano dal blues al folk, passando per le musiche da saltimbanchi e arrivan-do ad assonanze di Voci bulgare. Segnalo due pezzi da inchino, di musicalità potente, che scuotono per la contemporaneità di suoni e voci. Altro che musica da bambini. Il primo è una ninna nanna ucraina in cui una voce nomade e in ricerca dà vita ad un dialogo surrealista tra il Sonno ed il Dormiveglia. Sonorità di pura poesia. Ute Lemper sbircia da lontano. Il secondo è una potente ninna nanna napoletana, brevissima, cantata da una voce calda

e potente, vagheg-giando una Janis Joplin folkeggiante, scacciapensieri in tasca. Gli interpreti non vengono nomi-nati e naturalmente gli autori dei testi sono nell’oralità tramandata. Il cd – edito dalla ottima Sinnos- nasce dal lavoro nel-le Biblioteche del Medio Friuli ed è stato realizzato con i contributi dei lettori volontari, che immaginiamo – e speriamo- siano anche interpreti dei pezzi. Gran bel lavoro nell’ambito di Nati per legge-re. Insomma, è uno spasso questo cd. Io e il mio bambino ce lo godiamo a tutto volume, dividendo la felicità di un ascolto senza rinunce e sacrifici per nessuno, condiviso e gustato insieme, ognuno con il proprio metro.

An dan dest. Filastrocche per giocare insieme.illustrazioni di Paola Coduzzi; musiche a cura di Giovan-na Pezzetta e Leo Virgili; ideazione Chiara Carminati Ed. Sinnos, 2010, 42 pag, euro 12,50 (libro+CD)

Simonetta Lorigliola

AN DAN DEST, OLTRE IL GENERE BAMBINESCO

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Dal medio Friuli al resto del mondo: una chicca musicale

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Sono mille e più i motivi per visitare insieme ai propri figli il vicino Trentino, una regione all’avanguardia nel campo turistico soprattutto per quanto riguarda l’ospitalità e le proposte rivolte alle famiglie. Una scelta ben precisa che non si adagia sugli allori conquistati nel passato ma si alimenta continu-amente con offerte e iniziative sempre nuove e coinvolgenti, anche nelle stagioni interme-die come l’autunno.Per chi ha figli in età scolare il primo con-siglio è quello di andare a Trento per visitare il Muse - lo splendido Museo delle scienze la cui nuova sede, firmata dall’architetto Renzo Piano è stata inau-gurata la scorsa estate. L’edificio, articolato su sei piani, mette a disposizione ben 12.000 mq tutti dedicati alla scienza, alla natura, alla scoperta, in uno spazio architettonico che racconta in modo divertente ma scientificamente corretto le caratteristiche della Alpi, i ghiacciai, la fauna, la flora, la biodiversità al variare dell’altitudine, la nascita dell’uomo e la sua impronta nell’Universo. Non man-cano spazi interattivi dedicati alla scoperta in prima persona della scienza, laboratori per la creazione di oggetti, un’area esclusiva dedicata ai bambini da zero a cinque anni, la più grande mostra di dinosauri dell’arco alpino e una serra tropicale montana (www.muse.it)Chi lo desidera può approfondire il discorso legato alla Preistoria visitando anche l’interessante Museo delle Palafitte del Lago di Ledro (non distante da Riva del Garda) dove oggetti di vita quo-tidiana di 4000 anni fa sono esposti, sullo sfondo dei resti dell’antico villaggio palafitticolo, in modo da rendere compren-sibile la vita durante l’Età del Bronzo (www.palafitteledro.it)Un’autentica chicca, ancora poco conosciuta ma assoluta-mente da non perdere è Mezzano di Primiero, un piccolo vil-laggio di 2000 anime che dal marzo 2010 è entrato a far parte dell’esclusivo e prestigioso club de “I Borghi più belli d’Italia”. Qui, grazie a degli amministratori sensibili e lungimiranti, l’eredità contadina del paese è stata valorizzata attraverso il progetto “Segni sparsi del rurale”, un modo di leggere il paese attraverso i cinque temi fondamentali che lo contraddistin-guono: l’architettura, gli affreschi, le scritte, gli orti e le acque. Cui più di recente si è aggiunto il tema “Cataste & Canzei” grazie al quale le cataste di legna da ardere che da sempre sorgono negli anditi o sui poggioli delle case di montagna, complice il coinvolgimento di un gruppo di artisti oltremodo fantasiosi, pur mantenendo la loro funzione ancestrale sono assurte a vere e proprie opere d’arte davanti alle quali si rimane ammirati e senza parole (www.mezzanoromantica.it)Se il tempo è bello vale la pena percorrere ancora qualche chi-lometro e scivolare, magari in bicicletta, lungo la “Strada della mela e dei sapori nelle Valli di Non e di Sole”. È questo il regno della famosa mela Melinda, l’unica DOP in Italia, e anche se la grande festa del raccolto si è svolta tra settembre e ottobre,

i frutteti perfettamente al-lineati ed il paesaggio ordi-nato trasmettono un senso

di operosità e di pace. Chi lo desidera può anche aderire alla sim-patica iniziativa “Adotta un melo”: in tal modo il prossimo autunno avrà diritto a portarsi a casa un’intera cassetta di mele, colte dalla

sua pianta, per gustarle in famiglia o con gli amici (www.stradedelvinodeltrentino.it)A questo punto vi sarà venuta fame per cui non resta che sedersi a tavola, magari in uno dei 74 ristoranti che espone il marchio “Os-teria Tipica Trentina” che certifica la qualità dell’offerta e dei prodotti enogastronomici. Qui in atmosfere sempre accoglienti e tipiche, cordiali e piacevoli, i prodotti portati in tavola sono di origine rigorosamente trentina e i vini serviti sono rigorosamente locali, tutti certificati per qualità e genuinità (www.stradedelvinodel-trentino.it)Per quanto riguarda l’ospitalità e le possibilità di alloggio e pernottamento l’offerta sull’intero territorio è tra le più varie e propone soluzioni

per tutti i portafogli: si va dai classici agriturismi alle baite, dagli Hotel di charme ai Dolomiti Walking Hotel, dalle proposte “Cuore rurale” a quelle Vita Nova Trentino Wellness Hotel & Resort (www.visittrentino.it) A tutto ciò va ad aggiungersi il club Giocovacanza che dal 2006 raggruppa ben 21 alberghi per famiglie situati nelle località più belle del Trentino: dall’alta montagna, al lago di Garda, alla mon-tagna dolce. Qui le famiglie con bambini non solo sono le benv-enute ma sono accolte con calore e un’attenzione di riguardo, per far vivere a grandi e piccini un’esperienza ricca di emozioni e di scoperte che solo la montagna sa regalare (www.gioco-vacanza.it).

Stefano De Franceschi

TRENTINO: LA MAGIA DELL’AUTUNNO

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,Cataste & Canzei

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Carissimi amici degli Orti in Condotta!C’è un importante appuntamento che ci aspetta nel mese di novembre, ossia la giornata nazionale degli Orti in Condotta, curata da Slow Food Italia. Anche nei quasi 70 orti delle scuole dei Trieste ci si prepara ai festeggiamenti: la mattina saranno organizzate attività didattiche, ludiche, laboratori, letture sul tema degli orti che riposano.Il pomeriggio ritrovo in piazza Unità dove, nella sala Matrimoni, ci sarà alle 16.30 la premiazione

dei nonni ortolani e alle 17 il tè con il Sindaco, fatto con le essenze degli orti dei bambini. Durante tutta la giornata una mostra dei materiali di documentazione degli orti dell’anno scolastico passato. Venite a trovarci!Inoltre, nel mese di ottobre e novembre si avviano gli incontri formativi per i referenti degli Orti in Condotta nella scuola Addobbati di salita di Gretta (ore 16.30 -19.30).Per tutte le informazioni: www.retecivica.trieste.it/educazione

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11 NOVEMBRE 2013: FESTA DEI SEMI E DELLE STOPPIE NEGLI ORTI IN CONDOTTA DI TRIESTE

Il 20 novembre 2013 è il 23° anniversario della firma della Convenzione Internazionale di New York sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”. Il Comune di Trieste vuole sottolineare la ricorrenza della firma della convenzione di New York sui diritti dei

bambini con un calendario di eventi a favore della cultura e del mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. I dettagli del programma sul sito del Comune di Trieste (www.retecivica.trieste.it):

comune di trieste

IL COMUNE DI TRIESTE PER I DIRITTI DEI BAMBINI

‘ ‘6 novembre: Formazione per il Consiglio comunale dei Ragazzi con Ass. Kallipolis (Polo di Aggregazione Giovanile Toti, ore16.30-18.30)11 novembre: Festa nazionale degli Orti in Condotta e il Tè con il sindaco12 novembre: Formazione sul diabete nelle scuole (irccs burlo garofolo, ass n.1, usr – ENAIP, 9.00-16.00)13 novembre: Presentazione progetti ambientali per le scuole (Mib - ore 16.00)18-24 novembre: Settimana mondiale dell’Unesco per l’educazione ambientale20 novembre: Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e

dell’Adolescenza; tavola rotonda sull’articolo 12Un giorno con i Pompieri - UnicefNati per leggere - Il sindaco legge una favola in BibliotecaIniziative nei servizi/scuole21 novembre: Festa dell’Albero (con verde pubblico, usr e biblioteche comunali)4 dicembre: Formazione sull’abuso/maltrattamento IRCCS Burlo Garofolo – 1° incontro5 dicembre: Formazione sull’abuso/maltrattamento IRCCS Burlo Garofolo– 2° incontro

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Eravamo rimasti al signore con tanti capelli, Ludwig van Beethoven, giusto?

In questi giorni se tenete aperti occhi e orecchie vi accorge-rete che la sua musica si sposta di teatro in teatro e arriva persino nelle case! Dal 5 all’11 novembre infatti a Trieste lo si festeggerà con concerti piccoli, grandi e grandissimi: se non avete mai sentito da vicino un’orchestra, avrete una settima-na di occasioni per farlo!E adesso lasciamo perdere le grandi orchestre e concentria-moci su uno strumento piccolino. Sembra solo un pezzo di legno con dei buchi, ma se finisce in mano alla persona giusta può fare meraviglie: sto parlando del flauto.Immaginate poi se si tratta di un flauto con poteri magici...Sto pensando alla fiaba che sicuramente conoscete, quella del pifferaio che aveva liberato dai topi la città di Hamelin. Se ricordate bene la storia, però, era successo anche che il sindaco della città, volendo fare il furbo, non aveva pagato il pifferaio per il suo lavoro e che il pifferaio si era vendicato suonando ancora una volta il suo misterioso flauto portando questa volta via con sé tutti i bam-

bini della città.A questo punto esistono tante versioni e tanti finali diversi per la storia: a me piace quello che la fa finire bene! Aggiungiamo quindi il particolare del bambino che era rimasto indietro per-ché camminava più lentamente degli altri e che così aveva visto da lontano la grotta in cui erano stati rinchiusi i suoi compagni. Era riuscito a liberarli grazie a un flauto che aveva costruito da solo e a riportarli ad Hamelin, dove vennero fe-steggiati per giorni e notti dagli abitanti della città e dal sinda-co, molto pentito per quello che aveva fatto.Il 2 dicembre arriverà da lontano Norbert Rodenkirchen e racconterà con i suoi flauti la storia della città di Hamelin, fa-cendoci ascoltare musica antica e misteriosa.Venite ad ascoltarlo al Teatro Rossetti di Trieste e non fatevi spaventare dalle favole che sembrano finire male. Annalisa Metus

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I GIOCHI DELLA ZIA LUCIA

————————————————‘UN PO’ BEETHOVEN, UN PO’ PIFFERAIO MAGICO

la soluzione sul prossimo numero

☐f seguici su facebook

le illustrazioni di questo numero di konradeipiccoli sono di Vesna Benedetic

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illustrazione di Annalisa Metus

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Povera ma buona. La zucca, ortaggio ingiustamente bi-strattato e dimenticato, che una volta era il cibo dei poveri e di cui non si butta via niente, come col maiale, oggi com-

pare sempre di meno sulle tavole e sembra relegata a diventar lanterne per la festa di Halloween. E pensare che, invece, è uno scrigno di salute.La sua potente azione benefica si estende principalmente su nume-rosi campi: benessere della pelle, regolamentazione dell’attività intestinale, controllo della glicemia ed effetti antitumorali. Partiamo da quest’ultimo aspetto: “È una particolarità oramai documentata. I fitoestrogeni presenti nella polpa contrastano l’insorgenza delle neoplasie causate da ormoni, soprattutto alla mammella e alla prostata, mentre l’estratto oleoso dei semi riduce i sintomi dei tumori benigni alla prostata”, dice Emilio Maestri, direttore del servizio di endocrinologia dell’ospedale di Guastalla (Reggio Emilia).Poi, le elevate quantità di vitamina A ed E hanno un importante effetto antiossidante e contrastano l’azione dei radicali liberi, con-siderati una concausa del cancro. Attenzione però: la zucca va cucinata esclusivamente al vapore o al forno, perché la bollitura uccide le vitamine.Interessanti anche le altre qualità. La polpa è ricca di vitamina A, utilissima per la salute della pelle e di tutte le cellule epiteliali che ricoprono i vari organi, mentre la vitamina E (contenuta nei semi) è importante per favorire la fertilità femminile e superare meglio la menopausa.In più, la zucca, che a differenza di altri vegetali non ha fibre irri-tanti, si rivela benefica in caso di attacchi di diarrea o di enteriti ed è curiosamente capace di regolare i movimenti intestinali: li rallen-ta in caso di dissenteria e li stimola in caso di stitichezza.Mangiata ridotta in poltiglia, cattura le sostanze nocive nascoste negli altri alimenti (nitrati, polifosfati, coloranti, conservanti) e le elimina con le feci impedendo così che l’intestino le assorba. In cardiopatici e ipertesi agevola l’effetto terapeutico dei farmaci nor-malmente somministrati per il controllo della pressione. Non solo: ricca di acqua e a bassissimo livello di sodio (un milligrammo per etto), ha effetto diuretico e decongestionante sulle vie urinarie e protegge dai calcoli ai reni.Infine, possiede proprietà antidiabetiche e antipertensive, come rileva uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Uni-

Alimentazione

versità del Massachusetts e pubblicato sul “Journal of Medicinal Food”. I ricercatori hanno osservato che tra i nativi americani il diabete di tipo 2, l’ ipertensione e l’obesità mostrano un’alta incidenza, ed è opinione comune che ciò sia dovuto al brusco cambiamento di dieta avvenuto in queste popolazioni. Da una

dieta tradizionale a basso contenuto di zuccheri, i nativi americani sono passati a una ipercalorica, basata su cereali raffinati, bevande dolcificate, grassi saturi e idrogenati e simili. Per gli studiosi si è trattato di stabilire se un ritorno alla dieta tradizionale, a base soprattutto di mais, fagioli e zucca, fosse stato in grado di aiutare la comunità degli indiani a combattere queste malattie.La risposta è stata positiva: dagli studi condotti è risultato che, tra questi tre alimenti, il più efficace nel controllo del metabolismo degli zuccheri, e

quindi nel mantenere regolari i livelli di glicemia nel sangue e nel favorire un riequilibrio del peso corporeo, è di gran lunga la zucca, che diventa l’ortaggio più indicato nella prevenzione e nella cura del diabete, ma anche del sovrappeso e dell’ipertensione.Un’altra ricerca sulle virtù antidiabetiche della zucca è stata pubblicata sulla rivista “Chemistry and Industry”.Questo secondo studio arriva alla conclusione che la zucca, grazie alla sua pro-prietà di riparare le cellule pancreatiche danneggiate dal diabete, potrebbe in futuro essere utilmente impiegata, in forma di estratto, come un efficace sostituto dell’insulina.Anche i semi di zucca sono preziosi: ricchi di proteine (18,7%) e carboidrati (24%), contengono anche elevate quantità di sali minerali, come zinco e fosforo. I loro principi attivi fondamentali sono le cucurbitine, i deltasteroli, le fitosterine, le globuline vege-tali, oltre alle vitamine F ed E. Queste ultime svolgono un’azione protettrice delle membrane cellulari e un’azione antiossidante, so-prattutto la vitamina E abbinata al selenio, che nei semi di zucca è ben rappresentato.A tali principi attivi è inoltre riconosciuta un’azione preventiva nei disturbi dell’apparato urinario, sia maschile sia femminile. Per usufruire delle loro proprietà, basta consumarne un cucchiaio al giorno, come spuntino oppure spolverizzati su verdure, insalate, cereali.La zucca si consuma cucinata al forno, al vapore, nel risotto o nelle minestre, fritta nella pastella. Sebbene siamo soliti togliere la buccia, andrebbe invece mangiata anche questa perché più ricca di sali minerali. Si abbina benissimo a spinaci, formaggi, mandorle, funghi e tartufi, ideale per il ripieno dei famosi tortelloni emiliani o gli gnocchi. Ottimo anche il risotto alla zucca o la pasta condita con una crema di cipolle, aglio e zucca.Quando acquistate una zucca è importante che sia soda e ben matura: il picciolo deve essere morbido e ben attaccato all’ortag-gio. La buccia deve essere priva di ammaccature. Se la comprate già affettata o a tocchetti, accertatevi che il frutto sia ben maturo e sodo e che il pezzo tagliato non sia asciutto, mentre i semi dovranno essere umidi e scivolosi. La zucca va conservata in ambiente fresco e asciutto anche per tutto l’inverno; la sua polpa può essere anche congelata, meglio se preventivamente sbollentata.

Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it

ZUCCA, L’ARANCIONE CHE FA BENE ALLA SALUTE

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Pillole di cucina naturale

Ingredienti per due o tre persone

750 gr di polpa di zucca lavata e mondata4 cm di zenzero1 cipolla grande1 spicchi d’aglio1 peperoncino fresco senza semi o la punta di un cucchiaino di polvere di peperoncino 1 cucchiaio di semi di senape1 cucchiaino di curcuma1 cucchiaio di garam masalabuccia grattugiata di mezzo lime o limoneuna manciata di mandorle pelate, tostate e tritate 3 cucchiai di aceto di mele (o succo di tamarindo)250 ml di latte di cocco 250 ml di acquasalefoglie di coriandolo o cipollina fresca per guarnireolio evo qb

ProcedimentoFrullare zenzero, cipolla, aglio, peperoncino, masala, pepe-roncino, curcuma, buccia grattugiata di limone e mandorle tostate. In una casseruola rosolare con poco olio questo pesto e i semi di senape, fino a che l’olio si separa. Aggiun-gere quindi l’aceto, il latte di cocco, l’acqua e la zucca tagliata a cubetti. Cucinare coperto a fuoco medio, finché la zucca è morbida ma non spappolata. Aggiustare di sale e servire

guarnito da foglie di coriandolo o cipollina fresca. Ottima accompagnata a riso basmati cotto per assorbimento o pane chapati indiano.

Garam MasalaIngredienti4 cucchiai di semi di coriandolo1 cucchiaio di semi di cuminomezzo cucchiaio di pepe nero in grani (anche meno)1 cucchiaino e mezzo di zenzero in polvere1 cucchiaino di bacche di cardamomo1 cucchiaino chiodi di garofano2 bastoncini di cannella1-2 piccoli peperoncini1 cucchiaino di foglie d’alloro tritate

ProcedimentoTostare a fiamma bassa per tre/quattro minuti tutte le spezie tranne lo zenzero e il peperoncino in una padella dal fondo pesante senza farle bruciare o annerire. Spegnere e lasciar raffreddare. Estrarre i semini dalle bacche di cardamomo, aggiungere lo zenzero e il peperoncino, macinare il tutto con un mortaio o un macinacaffe. Utilizzare al momento o riporre in un barattolo di vetro o acciaio a chiusura ermetica. Il garam masala è una miscela di spezie di origine indiana, letteralmente: “Spezia piccante”. Prepararlo al momento, facendo solo una piccola scorta, farà sprigionare al vostro piatto il gusto e le proprietà benefiche contenute nelle spezie.

Claudio Petracco Cuoco professionista Insegnante di Cucina Naturale www.cucinarebio.it

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ZUCCA PICCANTE AL LATTE DI COCCO E MANDORLE

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In attesa di commentare qualcuna delle pellicole recente-mente premiate a Venezia, mi limiterò a parlare di due film passati nelle sale alcuni mesi fa e poi velocemente usciti in DVD. In realtà il primo, La regola del silenzio, è uscito in pieno inverno ed è uno

dei tanti che mi sono scappati, ma è abbastanza interessante da parlarne anche dopo tanto tempo. Diretto ed interpretato da Robert Redford, è una specie di amara rivisitazione della contestazione degli anni Settanta. Gli americani non si sono dovuti curare gli Anni di Piombo come noi europei, ma in compenso hanno avuto la loro Guerra del Vietnam, con la coscrizione militare obbligatoria seguita da innumerevoli proteste che sfociarono anche in forme molto violen-te. In qualche caso dei gruppi di giovani arrivarono perfino ad orga-nizzare rapine in banca per finanziare il Movimento. Il film di Robert Redford si concentra appunto sul destino di alcuni di essi, segnati per sempre da un tentativo di rapina finito male. Nel corso di essa un vigilante era rimasto ucciso ed il responsabile dell’omicidio catturato, condannato e poi morto in carcere. Ma i suoi complici erano fuggiti ed avevano cambiato identità per rifarsi una vita. Gli era andata bene. Dopo 40 anni infatti li ritroviamo tutti piuttosto anzianotti in una condizione agiata e rispettabile. In particolare Jim Grant (Robert Re-dford) non ha nulla da lamentarsi: vive da solo con la figlioletta e di professione fa l’avvocato. Tutto cambia quando una componente del gruppo pacifista originale viene arrestata per complicità in omicidio. Negli USA quel tipo di crimini non vanno mai in prescrizione. Come se non bastasse, un giovane giornalista, Ben Shephard (Shia La-beouf), avvia una serie di indagini. La prima ed eclatante scoperta è legata proprio a Grant. L’avvocato ha un falso nome e ha fatto parte del gruppo. Su di lui pende un’accusa di omicidio durante una rapina in banca. Grant è costretto ad affidare la figlia al fratello e a fuggire. L’FBI e Shepard, separatamente e con motivazioni diverse, si met-tono sulle sue tracce. In particolare l’FBI mette in piedi una vera e propria caccia all’uomo, con gran dispiego di uomini e mezzi, come se si trattasse di un serial killer. A questo punto mi sono chiesto: ma con tutto quello che succede ogni giorno negli USA, l’FBI non aveva

nulla di meglio da fare? Tutto quell’accani-mento mi è sembrato sinceramente esage-

rato, e politicamente sospetto. Inutile dilungarsi sulla trama e sulle peripezie dell’avvocato Jim Grant. È più interessante il tentativo di scavo psicologico nella personalità dei vari protagonisti. Qualcuno ha cercato di dimenticare, altri covano nascosti sensi di colpa, altri an-

cora continuano la loro irriducibile lotta contro il sistema, magari con metodi poco ortodossi, come il contrabbando di marijuana. Naturalmente tutte le mie simpatie poli-tiche vanno a coloro che nel film non si pentono di quello che hanno fat-to, ma era giusto usare la violenza estrema per fini pacifisti? Il regista Robert Redford afferma decisamente di no, come non è giusto far pagare ai figli le colpe dei genitori. Sarà vero, ma non ho apprezzato molto il melenso finale che innalza un inno alla sacralità della famiglia, di fronte alla quale ogni impegno politico diventa irrilevante. Questa sarà pure l’opinione di Robert

Redford, ma conosco tanta gente che non sarebbe d’accordo. Ed ora dalla politica passiamo alla fantascienza. Con tutto quello che sta succedendo oggi in Italia, il salto mi sembra piuttosto breve. Certo che nel film Into Darkness - Star Trek, nonostante la prestigiosa regia di J.J. Abrams, della serie televisiva originale creata nel 1966 da Gene Roddenberry rimane ben poco. Ritroviamo gli stessi perso-naggi del film Star Trek – Il futuro ha inizio (2009), e cioè i protago-nisti della vecchia serie visti ai tempi della loro gioventù. Con questo stratagemma gli gnomi hollywoodiani hanno potuto utilizzare degli attori giovani per la nuova saga, visto che per le inesorabili leggi della biologia quelli precedenti erano ormai decrepiti ed in gran parte passati a miglior vita. E con ciò siamo arrivati al dodicesimo film della serie, iniziata nel lontano 1979 con il magniloquente Star Trek – The Motion Picture. Dopo 34 anni però tutto è cambiato. Devo dire che questi nuovi film di fantascienza americani assomigliano sempre di più a dei videogame. In Into Darkness - Star Trek durante i primi die-ci minuti i protagonisti si calano nel cratere di un vulcano in eruzione, sprofondano negli abissi marini, vengono inseguiti da una turba di selvaggi inferociti e se la cavano per il rotto della cuffia. Nel resto del film le scene di azione si susseguono con un ritmo così incalzante che non lasciano nemmeno il tempo di tirare il fiato. Capisco che bisogna valorizzare a tutti i costi la tecnica 3D, ma qui si esagera! Evidentemente però questo è quello che piace al pubblico, perché finanziariamente il film ha avuto un successo strepitoso. Certo che nelle poche scene di dialogo i personaggi hanno una profondità psi-cologica che manca agli altri kolossal fantascientifici usciti nel 2013 come After Earth e Pacific Rim, però la visione del film mi ha procurato lo stesso un gran mal di testa. Ma forse sono io che sto diventando vecchio. Gianni Ursini

AMARCORD DELL’AMERICA DEGLI ANNISETTANTA E IL RITORNO DI STAR TREK

Cinema

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Teatri di confine

L’estate se n’è andata e le vacanze sono solo un ricordo? Pensate almeno che con l’autunno si torna a teatro. Magra consolazi-one, direte voi, e avete ragione. Ma, come ogni anno, questa rubrica vi fornirà alcune coordinate per orientarvi nell’offerta teatrale regionale, in modo del tutto parziale e con i criteri del teatro di con-fine. Vale a dire, bando ai musical e largo a tutto ciò che porta una ventata di coraggio e novità, senza per questo escludere i grandi classici. La danza? Meglio se contemporanea.

Si parte dal Comunale di

Monfalcone, nella stagione del suo trentennale, che viene festeggiato con uno spettacolo di Marco Paolini e César Brie, con lo stesso Paolini e Mario Brunello: Verdi, narrar cantando (26 e 27/11). Sempre nell’ambito delle contrAZIONI, Giuliana Musso porta il suo La fabbrica dei preti il 31/1, mentre il 10 e 11/12 il Teatro 2 presenterà Le rane di Aristofane. Al Verdi di Gorizia si segnalano lo spettacolo di Corrado Augias, il 19/12, La vera storia di Traviata, e quello di Lina Sastri Linapolina. Le stanze del cuore, il 3/4, oltre al Tutto Shakespeare in 90 minuti con Zuzzurro e Gaspare, il 5/3.

Andiamo al Giovanni da Udine, che può calare l’asso con Le voci di dentro di Eduardo De Filippo, interpretato

dai fratelli Servillo, Peppe e Toni, il 20 e 21 novembre. Vanno segnalati anche: Decamerone. Amori e sghignazzi di Ugo Chiti dal 28 febbraio al 2 marzo, nella sezione CrossOver, un Otello in forma di tango del Teatro Arti in Scena, diretto da Massimo Navone, il 5/11, e Karenina. Prove aperte d’infelicità per la regia di Giuseppe Bertolucci, con Sonia Bergamasco, sabato 15 marzo 2014. Per il Teatro Contatto Ascanio Celestini porterà al Palamostre i Discorsi alla nazione (28/11),

mentre il grande Battiston si misura il 13/12 con L’invenzione della solitudine di Paul Auster.

A Trieste tiene banco il Politeama Rossetti, con una proposta variegata e composita. Partiamo da La

torre d’avorio di Ronald Harwood (dall’11 al 15/12) con Massimo De Francovich e Luca Zingaretti, che cura anche la regia. RIII - Riccardo

III di e con Alessandro Gassman (dal 29/1 al 2/2/2014) è una prova molto at-tesa. Si scivola poi alla Ballata di uomini e cani, dal 2 al 6/4, di Marco Paolini per giungere a Marta Cuscunà e al suo La semplicità ingannata (8 e 9/4). Per la danza da ricordare gli Spellbound con Le quattro stagioni, il 3/12. Per la stag-ione della Contrada, al Bobbio si potrà vedere Dell’umiliazione e della vendetta scritto e diretto da Marcela Serli (4/12) e la trasposizione del film Eva contro Eva,

con Pamela Villoresi dal 31/1 al 3/2. Al Teatro Sloveno, che ha scelto come motto per la nuova stagione Le tracce del cuore, ci sono titoli di un certo interesse, come ad esempio L’uragano di Ostrovski, diretto da Jernej Lorenci, il 21 e 22/12 e i Cinque nô moderni di Yukio Mishima, per la regia di Mateja Koležnik, dal 9 al 25/5.

Al Teatro Comunale G. Verdi si segnalano, in particolare, due monologhi d’autore: ‘Na specie

di cadavere lunghissimo (11/12), diretto da Giuseppe Bertolucci e pensato e realizzato, sulla base della storia e degli scritti di Pier Paolo Pasolini, da Fabrizio Gifuni e La fondazione di Raffaello Baldini, con Ivano Marescotti e la regia di Valerio Binasco (13, 14 e 15/12). Per la danza, il 5/12 andrà in scena Ghost Track, una coreografia di Andrea Leine e Harijono Roebana, che prova ad intrecciare la danza d’oriente e d’occidente.

Stefano Crisafulli

TEATRO: SI APRE IL SIPARIO

Mi sono documentato un po’ nelle scorse settimane, quando stavo preparando il mio intervento per il Congresso della Bocconi che si è tenuto a Firenze e che ha visto una massiccia partecipazione di insegnanti di tutta Italia, al punto che si sono dovute bloccare le iscrizioni, in quanto si sarebbe superata la capienza dei teatri prenotati.Fra le pagine che ho consultato, mi sono imbattuto in articoli e conferenze dell’inglese Ken Robinson, uno dei massimi esperti in campo educativo, in particolare nello studio della creatività.Ken Robinson critica aspramente i sistemi educativi attuali, che, a suo dire, anestetizzano i ragazzi e bloccano il pensiero creativo dei singoli individui. Riprendendo un pensiero di Picasso, tutti i bambini nascono artisti, però questa creatività viene bloccata, a causa degli insegnamenti ricevuti, che devono rendere gli studenti tutti uguali, con una crescita scolastica standardizzata.Un esempio di quanta creatività ci sia, è dato dai risultati di un test, nel quale è stato chiesto a tante persone di trovare molteplici risposte ad una medesima domanda. E la domanda era: trovare modi diversi di utilizzare un fermaglio per la carta, del tipo di quelli che usiamo in ufficio.Ebbene, a parte il fatto che nessuno ci obbliga a usare fermagli tutti della stessa dimensione, si è verificato che i bambini piccoli

hanno dato molte più rispo-ste di ragazzi più grandi e di adulti: man mano che l’età cresce, si verifica che sono sempre minori le idee sull’utilizzo della graffetta. Però un dato è curioso: tutte le persone testate hanno frequentato la scuola, e a scuola hanno appreso sempre che ogni problema prevede una risposta unica, da trovare sempre da soli. E alla fine tutti gli studenti si convincono che la graffetta può esser usata solo come graffetta. Tutti invece, con un po’ di tempo dedicato alla nostra creatività, possiamo trova-re circa 10 o 20 utilizzi diversi. Qualcuno riesce anche a trovarne un centinaio, e non si deve assolutamente bloccare questa sua voglia di inventare, anzi, si deve far sì che collaborando con i suoi coetanei, ogni studente ne riesca a trovare ancora altri (ricordiamo che la graffetta non deve esser fatta necessariamente di ferro, e può essere anche alta un metro).Si può vedere il filmato di Robinson al mio sito www.giorgiodendi.it, cliccando su FIRENZE BOCCONI.Ma… noi, quanti diversi modi di utilizzare la graffetta abbiamo trovato? © Giorgio Dendi

‘Siamo tutti intelligenti

LA GRAFFETTA

UDINE

MONFALCONE E GORIZIA

TRIESTE

PORDENONE

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Quello che succede ad anni di distanza dall’intervento chirurgico per scoliosi non è ancora ben conosciuto, questa carenza è principalmente correlata con il fatto che molti pazienti non tornano alle visite di controllo. Tale problematica si presenta, seppur con minor incidenza anche negli altri interventi chirurgici (er-nia, stenosi ecc.)Infatti, in molti studi effettuati ad anni di distanza dall’intervento i pazienti che hanno accettato l’invito dei chirurghi ad effettuare una visita di controllo sono relativamente pochi. E’ comprensibile che dopo aver avuto questo tipo di esperienza in gio-vane età ci sia poi una sorta di rifiuto nei confronti di qualsiasi forma di ospedalizzazione o di qual-siasi contatto con l’ambiente sanitario.Questo fenomeno genera una carenza nei dati a disposizione davvero significativa, infatti in media circa il 40% dei soggetti invitati a fare una visita di controllo rifiuta quest’opportunità. Tra coloro che rispondono in genere circa il 60% è ancora sod-disfatto. Il restante 40% lamenta dolore e disabilità di entità variabile. Resta il dubbio che coloro che rifiutano i controlli a distanza lo facciano anche per-ché non sono soddisfatti dei risultati dell’intervento. I dati a disposizione ci dicono che più grave è la scoliosi prima dell’intervento e maggiore sarà la probabilità di complicanze ad anni di distanza dall’intervento.Nel caso degli interventi per scoliosi severe, il problema principale è che i mezzi di sintesi, ovvero le barre di Harrington, favoriscono la de-generazione dei segmenti liberi vicini alle regioni bloccate. Questo ovviamente non vuol dire che ci saranno per forza dei problemi, ma solo che l’invecchiamento è più precoce (e invecchiare non vuol dire per forza avere dolori).Talvolta l’assetto globale della colonna operata presenta una biomeccanica svantaggiosa, ovvero favorente la degenerazione delle strutture e di conseguenza il dolore. Questo non si può sapere prima: se è così, lavorare sulle altre strutture che possono compensare aiuta ad invecchiare meglio e ridurre gli svantaggi biomeccanici.Premesso tutto questo, il consiglio è di non trascu-rarsi, tenersi monitorati facendo le visite mediche ed i controlli. Gli specialisti esperti nel trattamento delle patologie vertebrali potranno indirizzarvi verso gli esami diagnostici più appropriati e i trattamenti con maggiori probabilità di miglioramento dei sintomi.Sottoporsi ad esami diagnostici senza un visita od un controllo approfondito rischia di dimostrarsi una semplice perdita di tempo e risorse senza poi risol-

vere il problema. Anzi, può addirittura essere peri-coloso quando mostra un problema che in realtà è asintomatico al momento e la causa sta altrove: pratica pericolosa perché il non sapere, porta a conclusioni errate che possono aumentare i dolori, i disturbi, la depressione, l’ansia.La Risonanza Magnetica in particolare è un esame molto sensibile, che quindi mostra mille cose non necessariamente correlate al problema, e che sarebbe meglio eseguire solo in quei casi in cui si voglia mettere in evidenza una sofferenza delle strutture nervose già accertata con una visita, negli altri casi è inutile. ESEMPIO: Immaginate di trovare un’ernia. Automaticamente dareste la colpa a questa. Eppure chi è del settore, sà che ci deve essere concordanza tra l’immagine ed i sintomi DI LATO (ossia deve essere dalla stessa parte) e DI LIVELLO (ossia deve essere nel punto da cui possono partire i sintomi che vengono riferiti ed i segni che vengono trovati alla visita). Se manca una di queste cose, allora noi con la nostra com-petenza saremo in grado di dire che quell’ernia NON C’ENTRA NULLA con i problemi del paziente. Un paziente in genere non lo può fare senza es-sere un medico o del settore. Ed allora quell’ernia a quella Risonanza Magnetica, che non c’entra nulla, trova solo un problema e non offre una soluzione, perché genera la falsa idea di avere scoperto una causa che invece non c’è… Quindi: prima la visita e poi la RM, mai il contrario !In molti casi poi, per la scoliosi, anche operata, esercizi specifici regolari impostati da fisioterapisti esperti nel settore permettono di controllare meglio il dolore. In alcuni casi inoltre nonostante la stabiliz-zazione chirurgica la scoliosi tende a peggiorare; gli esercizi contribuiscono a rallentare e spesso ad arrestare quest’evoluzione.Vi propongo di guardare la situazione da un altro punto di vista, fare lo sforzo di fare controlli regolari e non dimenticare completamente l’intervento chirurgico. Oltre a contribuire al proprio personale stato di salute, permette a chi è del settore di capire qualcosa in più su quello che succede anni dopo l’intervento, anche per poter dare risposte più coerenti a tutti coloro che, come voi, a distanza dall’intervento si ritrovano nuovamente ad af-frontare un problema di colonna vertebrale. Inoltre l’accrescimento delle conoscenze ci permetterà di offrire un quadro più completo a è all’inizio della patologia e cerca risposte dai vari specialisti.

Dott. Ft. Marco Segina

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Colonna vertebrale

SE FOSSE NECESSARIO L’INTERVENTO CHIRURGICO… COSA CI ASPETTA DOPO?

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Negli articoli precedenti sono state descritte le doti del carattere del cane, le qualità naturali ereditate dai genitori

che influenzano il modo di comportarsi del soggetto. Esse sono: il temperamento (e la soglia di stimolo), la tempra, la docilità, la socialità, la vigilanza (e il tempo di attenzione), l’aggressività, la combattività, la possessività, la curiosità.Il carattere, assieme alle esperienze di vita, all’addestramento e alle abitudini apprese dal proprietario, determinano il modo di agire, cor-retto o meno, dell’animale. Il comportamento canino quindi è assolutamente modificabile, a differenza del carattere, che rimarrà tale per tutta la vita.I primi passi da muovere sono di conseguenza: la comprensione della personalità del quattro zampe, anche avvalendosi dell’aiuto di esperti addestratori, e l’instaurazione sin dal suo arrivo in casa di un corretto rapporto cane-padrone.Il nostro amico, soprattutto se cucciolo, avrà bisogno di socializzare con altri cani, umani, ambienti, ed essere sottoposto a stimoli, nuovi e graduali, che lo aiuteranno a “fare esperienza” ed a integrarsi nella caotica società moderna. La famiglia dovrà stabilire delle regole e insegnarle al cane iniziando con pazienza a occuparsi della sua educazione. Per una piacevole convivenza l’animale dovrà sporcare fuori casa, rimanere solo e interagire correttamente con le persone e con gli altri animali.Ma come fa il cane ad imparare a comportarsi bene, ad agire in un determinato modo?Come l’essere umano anche il cane utilizza i cinque sensi per

“decifrare” le informazioni e successivamente agire. Essi sono (per ordine di impor-

tanza a fini addestrativi): l’udito, il fiuto, la vista, il tatto, il gusto.Attraverso le memorie a sua disposizione lui “immagazzina” le nozioni ricevute (stimoli) che determinano un suo comportamento. Esse sono: la memoria affettiva, la memoria meccanica, la memo-ria associativa.

Il proprietario ha il compito di incentivare deter-minati comportamenti e correggere quelli sba-gliati. Conoscendo e utilizzando i meccanismi di apprendimento, che ci permettono di rinforzare positivamente e negativamente l’azione del cane. Essi sono: l’assuefazione, l’associazione (di primo e secondo tipo), l’apprendimento intuitivo e quello latente, la mimesi.È basilare comunicare correttamente. Spesso il padrone tende a rivolgersi al cane con un linguaggio a lui incomprensibile, pronunciando frasi lunghe e prive di enfasi. Per costruire una relazione sana e collaborativa è fondamentale utilizzare parole semplici, con tonalità diverse, in-tervallate da una pausa, accompagnate da mimica

corporea.Nei prossimi articoli analizzeremo i concetti sopra esposti in mani-era dettagliata, i quali ci permetteranno di capire la semplicità dell’animale-cane. La maggior parte dei problemi e dei disagi è causata da una scorretta gestione e dalla pessima comprensione tra le parti.

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“Signora, è solo stress”, “Sei stressato, fatti una passeggiata che ti passa” ed altri modi di dire analoghi presuppongono che uno dei fenomeni più noti del nostro tempo, lo stress, sia una condizione di malessere facilmente risolvibile. Le cose non stanno proprio così.Lo stress non è semplice stanchezza e non è sinonimo di ansia. Tutti gli eventi imprevisti ed improvvisi, quindi stressanti, sono da noi raccolti attraverso un filtro percettivo da cui dipende la rea-zione conseguente. In pratica, il nostro intero organismo, che si configura attraverso emozioni, reazioni fisiologiche, sensazioni, posture, pensieri, ricordi, ecc. ecc. reagisce a ciò che colpisce questo filtro percettivo. Anche la nostra storia personale influ-isce su questo filtro, in quanto le nostre esperienze perman-gono nella nostra memoria è influenzano la percezione di ciò che accade qui ed ora. Se, ad esempio, le esperienze di lavo-ro che ho sviluppato nell’area commerciale sono state sempre fonte di agitazione ed ansia, ogni qualvolta mi sarà richiesto di andare a proporre un prodotto o un servizio ad una persona potenzialmente interessata, il mio organismo reagirà attivandosi non come ci si aspetterebbe in condizioni di sicurezza e calma, ma con un “quid in più” legato alle esperienze negative precedenti. Queste esperienze negative non sono necessariamente consapevoli ma si fanno ben sentire nel momento della reazione a situazioni analoghe.Il termine “memoria” è inteso colloquialmente in senso restrittivo. La memoria è considerata di solito in quanto facoltà mentale che permette di ricordare fatti ed informazioni apprese, una facoltà basata per lo più su consapevolezza ed intenzionalità. In realtà, la memoria non è solo mentale (o più precisamente “cognitiva”) e ciò si può notare proprio nel momento in cui reagiamo sotto pres-sione.Uno studio svolto nel 2004, dal Dipartimento di Psichiatria dell’Uni-versità della California, ha analizzato due gruppi di donne distinti perché il primo era composto da madri di figli sani mentre il secon-do da madri di malati cronici. La ricerca ha utilizzato test di valu-tazione oggettiva dello stress e test di autovalutazione ma anche analisi fisiologiche (delle urine e delle cellule immunitarie). Oltre a verificare il fatto che il secondo gruppo era più stressato del primo, lo studio ha evidenziato quanto le madri sottoposte ad uno stress cronico, cioè continuativo nel tempo, avessero indici di in-vecchiamento cellulare marcatamente più elevati (maggiore stress ossidativo e minore attività della telomerasi, minore lunghezza

dei telomeri cioè della parte finale dei cromosomi). Ricerche di questo tipo si sono moltipli-cate negli ultimi vent’anni e non fanno altro che sottolineare quanto le nostre

esperienze non portino solo a ricordi “cognitivi” o a traumi evidenti ma restino impresse in tutto il nostro organismo. Molti ricercatori hanno osservato, negli anni, il funzionamento della cosiddetta “memoria periferica” dell’organismo, notando che spesso segue percorsi di attivazione indipendenti dal sistema nervoso centrale. Tutto ciò lo sentiamo concretamente in certe situazioni. Ad esem-pio, uno studente si prepara per due mesi al fine di affrontare un esame, poi al momento di entrare in aula per sostenerlo, le gambe letteralmente non lo reggono, il respiro è troppo corto e il ricordo

delle informazioni apprese svanisce istantaneamente.Di fronte alle esperienze fortemente stressanti, se non addirittura traumatiche, possiamo reagire almeno in tre modi diversi:1. sentendoci più fragili e regredendo sempre di più nella nostra capacità di reazione a situazioni ana-loghe: lo studente smette di studiare fino a lasciare l’Università;2.ritrovando una situazione

di calma e sperando che la volta successiva la situazione sia meno stressante: lo studente potrebbe cercare di sostenere l’esa-me durante appelli meno affollati o di cambiare piano di studi;3.sviluppando nuove risorse e capacità: lo studente potrebbe aumentare la propria conoscenza della materia e apprendere con-temporaneamente nuovi modi di reagire allo stress da esame.Molte persone si fermano al punto 1, almeno fino a quando la situazione è sopportabile (e il livello di sopportabilità è molto sog-gettivo). Quando la tensione e l’ansia sono eccessive anche per le capacità della propria soglia di sopportazione, molte persone passano al punto 2, cioè trovano piccole strategie per modificare la situazione esterna (il lavoro eccessivo, il matrimonio insoddisfa-cente, ecc.). In entrambi i casi, però, non c’è una reale evoluzione e la persona può trovarsi in qualsiasi momento a dover affrontare il disturbo dovuto ad una nuova situazione stressogena. Solo il punto 3, fornisce garanzie di superamento di ciò che ci indebolisce e ci limita.In un periodo in cui i mass media stanno evidenziando tutte le peggiori paure e i possibili motivi di preoccupazione, gli opera-tori sanitari, medici e psicologi in primis, sono chiamati in modo sempre più pressante ad essere esperti nel conoscere e trattare lo stress e i disturbi stress correlati.

Marco Iacono Psicologo, psicoterapeuta

Centro di psicologia e psicoterapia Funzionale Integrata “Alma”Professionisti per la promozione della salute e del benessere della persona

Via Tor San Piero, 16.a – [email protected]

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CRISI E PAURE: COME REAGIRE ALLA PRESSIONE?

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27APPUNTAMENTI DI NOVEMBRE

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Su www.konradnews.it gli annunci di dicembre e gennaio entro il 20 novembre

1 venerdì ingresso liberoPietre maestre-i regni della natura Uscita e celebrazione con il Regno Mi-nerale e Pietre Maestre, nelle dimensioni di luce della natura del carso triestino, a contatto con gli Esseri-Deva creatori e costruttori del luogo; i messaggi trasmessi per la Transizione planetaria, il loro ruolo, pietre di superficie e le vene della terra, la collaborazione con l’ uomo; attivazione e armonizzazione suoni di luce canalizzati per il luogo, canto sacro, meditazione di gruppo. Dalle ore 13.30, Incontro guidato da Arleen Sidhe. Info 347 2154583, [email protected]

2 mercoledì ingresso liberoE’ arrivata l’ora di fare arte Un invito rivolto a tutti ad esprimersi attraverso l’arte. Conferenza dell’artista Leonardo Calvo alle ore 19 Scuola d’Arte UNINT via Mazzini 30, 5 p. Info 333 4784293, 040 2602395.

4 lunedìGinnastica dolce al mattinoCorso di ginnastica dolce basato sul metodo Pilates, posturale e stretching. Le lezioni si tengono presso la Casa Internazionale delle donne Via Pisoni 3 Trieste. Info 338 1362884 Daria.

4 lunedì ingresso liberoIncontri di meditazione Continuano anche in novembre da lunedì 4 dalle ore 19.15 le serate di meditazione gratuite, aperte sia agli esperti che ai neo-fiti, presso il Centro di Promozione Sociale in Via Filzi 8, V piano. Info e iscrizioni 040 761040, Segreteria via Filzi 8, lun-ven ore 10-12, [email protected]

4 lunedì ingresso liberoTai Chi Il Tai Chi propone un modo di muoversi in cui si fondono rilassamento, equilibrio, concentrazione. Provare per… stare meglio. Prova lunedì o giovedì ore 17.45 presso la palestra Bio&Fun. Info 347 9574723, www.cieloeterra.weebly.com

4-25 ogni a lunedì ingresso liberoMeditazione di luce per la terra Co-creare la Nuova Terra, facilitare la Transizione in atto e il Salto quantico; medi-tazione di Luce per la Terra e l’Umanità, in connessione con i regni-Deva della natura, il cuore di Gaia, la Fratellanza di Luce interna e galattica; dopo la meditazione seguono sempre i Messaggi di aggiorna-mento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]

5 martedì ingresso liberoI diversi Si nasce o si diventa Donne? - i nuovi Misogini. Incontro e dibattito nell’ambito del progetto Maschio e Femmina li creò sull’umiliazione di genere di Marcela Serli, Compagnia teatrale Atopos/Teatro Stabile La Contrada con il sostegno della Provincia di Trieste e della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Trieste.

5-26 ogni martedì ingresso liberoCorso pratico di cucina indiana Corso pratico di cucina indiana in 4 incontri condotti da Susheela Cignola Bhandari. Dal 5 novembre dalle 17.30, si termina con un assaggio condiviso di quanto cucinato. Ci sarà modo di cono-scere alcuni aspetti della vita sociale e culturale dell’India di oggi. Info e iscrizio-ni 040 911602, ore serali Renata. Quanto ricavato sarà devoluto ad un progetto di scolarizzazione in India.

6 mercoledì ingresso liberoPranic healing Come diventare canali e strumenti per l’energia vitale: conoscere, percepire e trattare il nostro sistema energetico per migliorare il benessere fisico ed emotivo. Conferenza alle ore 18 al New Age Center in via Nordio 4. Info Elisa 340 6858339, www.iphitalia.it

7-8 giovedì e venerdì ingresso liberoLuna di mele Scuola Allievi e Agenti della Polizia di Stato – Caserma Vincenzo Raiola, via Damiano Chiesa 11, ore 9.30. Spettacolo teatrale riservato alle scuole superiori organizzato dal Comune di Trieste nell’ambito del progetto intitolato No alla violenza ideato dal Laboratorio di Psicologia Sociale e Comuni-tà dell’Università di Trieste in collaborazione con L’Una e L’Altra Teatro.

7-28 ogni giovedì ingresso liberoRigassificatore e piano regolatore? Incontro pubblico, invito alle associazioni ambientaliste e ai singoli cittadini a con-frontarsi sulle iniziative da intraprendere in merito a questi due importanti problemi di urgente scadenze che incombono e determineranno la qualità della vita nella nostra città. Sono gradite proposte e sug-gerimenti in merito. Orario 18.30 presso lo Sportello ambiente del Multiculturacenter in via XXX Ottobre 8/a. Info 338 2118453, [email protected], [email protected], [email protected]

8 venerdì ingresso liberoTecniche di ringiovanimento tibetano Conferenza con Monica Lazzara, natu-ropata, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

8 venerdì ingresso liberoPresentazione corso di teatroterapia Presentazione del nuovo ciclo quadrime-strale di incontri di Teatroterapia, presso la sala dello Studio fisioterapico Comin, via Franca 18, alle ore 18.30. L’inizio del corso è previsto per martedì 12. Info Alessandro 329 3794329, Emmanuele 349 6470293.

9 sabatoNei gong-qi kung “Lavorare per costruire la forza interna”. I° livello con il M. Costantino Valente allievo di Shifu Luo Kangqi e Shifu Zou Gang Shen. Ass. ArieVarie, Passo della Portizza 1. Info 328 2487818, www.shiatsunuevo.it

9-10 sabato e domenicaThai foot massage Corso di Massaggio del piede in stile Tradizionale Thailandese orientato all’ac-quisizione pratica delle manipolazioni del

piede con l’utilizzo dello stick-wood e della crema, abbinate allo stretching caratteristi-co, tipicamente thailandese, originale della Scuola di Medicina e Massaggio Tradizio-nale del Wat Po di Bangkok in Thailandia. Cristina Radivo, Asokananda’s authorized teacher. Iscrizioni entro giovedi 7.ore 9.30-13 e 14.30-18.30. [email protected]. Ass.culturale Shanti, via Carducci 12.

10 domenicaLe relazioni incartate Le vostre relazioni hanno sempre lo stesso sapore? L’Io Capovolto di Elena Milocco e Patrizia Mazzuchin Counsellor Profes-sioniste presenta il seminario Le relazioni incartate. Info 335 7564352, 345 7652654.

10 domenicaSi, tu puoi - Chris di Meo Accrescere la consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si vuole, comprendere la propria realtà, conoscere i propri stati emozionali, creare il proprio percorso di crescita individuale; Avere successo e realizzarsi ponendosi obiettivi motivanti. C/o Fisioforma Studio Galleria Fenice 2 Trieste. Info 333 6023567, 393 0519405, [email protected]

11 lunedì ingresso liberoProgetto r.o.s.a.- gruppo autoaiuto Progetto gratuito rivolto a donne sole, separate, divorziate con o senza figli. Gruppo di autoaiuto: incontri a cadenza quindicinale in un gruppo di pari, condotti da professionisti, nei quali condividere le esperienze, ricevere supporto emotivo e imparare strategie di fronteggiamento dello stress, in un contesto senza giudizi - ore 20.30-22.30. A.B.C. Via Filzi,8 Trieste. Info e iscrizioni 338 8040215, Dr.ssa Parri 366 3534220, [email protected]

11-18 lunedì ingresso liberoIn moto per il benessere e felicità Per il mese di novembre presso l’ass. Moto Perpetuo-Trajno Gibanje è possibi-le provare le nostre varie attività (qi gong, taijiwuxigong, meditazione) in tutta libertà e gratis. Vieni anche tu! Info e iscrizioni 335 5751544 Paolo, [email protected], www.motoptg.it

12-26 martedì ingresso liberoCorso di teatroterapia Andare dallo psicologo e diventare atto-ri... possibile? Fare il corso di teatro per curarsi la zucca...? A partire da martedì 12 alle 19.30, riprendono gli incontri di Teatroterapia a cura di Alessandro Predonzan e Emmanuele De Filippo, presso la sala della Fisioterapia Comin in via Franca 18. Primo incontro prova gratuito. Info Alessandro 329 3794329, Emmanuele 349 6470293.

12 martedì ingresso liberoSpace clearing e eft La tua casa sembra un campo di battaglia? Se vuoi far ordine nella tua casa e nella tua vita, scopri come con Barbara Žetko. Sarata informativa alle 18 presso lo Studio Viola, via Carducci, 39 (primo piano). Info 347 2787410, [email protected]

12 martedì ingresso liberoNuovi occhi per i media: il ruolo dell’educazione. Incontro-dibattito organizzato dal Comune di Trieste rivolto

ai dipendenti dell’Ente, a tutta la cittadi-nanza e alle scuole sull’importanza della comunicazione dei media dell’imma-gine femminile. Auditorium del Civico Museo Revoltella via Diaz 27, ore 17. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

13 mercoledì ingresso liberoMetamedicina: scopri tè stesso Conferenza a cura di Yvan Herin in occasione del seminario Meta1 (per la prima volta a Trieste 11-17 novembre) Libreria Lovat ore 18. Info 345 1597470, [email protected], www.metamedicina.it

13 mercoledì ingresso liberoIncontra i tuoi talenti, inventa... ...la tua vita. Conferenza rivolta a chi vuole trovare il proprio Sistema Personale dei Talenti, alle ore 17.30 alla Libreria Borsatti. Alla conferenza seguirà un laboratorio mercoledì 20 novembre ore 20.30-22.30, con la Dr.ssa Federica Parri, psicologa e psicoterapeuta. Info 366 3534220, [email protected]

13 mercoledì ingresso liberoMeditazione e chakra Introduzione teorico-pratica al 2° chakra (Svadhisthana) per riscoprire la forza del piacere e usarla per la propria evoluzione interiore. Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

14 giovedì ingresso liberoIl simbolismo astrologico... sintesi di matematica, musica e filosofia. Conferenza del Dr Guido Marotta Diretto-re del CEGEN Centro Studi Generali Dr David Ferriz Olivares ore 17.30 Libreria del Centro (Borsatti) Via Ponchielli 3 Trie-ste. Info 333 4236902, 040 2602395.

15 venerdì ingresso liberoEquilibrio psicofisico ottenerlo e mantenerlo con l’aiuto della fitoterapia. Incontro con l’erborista Raffa-ela Ruju, alle ore 20.30 presso Institute of Yogic Culture, via San Francesco 34. Info 040 635718.

15 venerdì ingresso liberoI bambini nella Nuova Terra Accogliere i bambini nella Nuova Terra; ci sono modifiche e novità nelle anime che si incarnano oggi durante la Transizione planetaria, nessuna esclusa; come e cosa vive l’ anima nei mondi sottili durante la gestazione e la nascita, cosa porta con sè sulla Terra, e le modifiche Dna; inoltre, i bambini indaco-cristallo, comprenderne i segni e i modelli comportamentali, la comunicazione e le interazioni familiari, una splendida occasione di crescita e di evoluzione di coscienza per entrambi. Per tutti i bambini, per tutti i genitori, nonni, fratelli, educatori...; Messaggi di luce sull’ Ascensione planetaria, sempre sulla via del Cuore, aiuti te stesso, gli altri, il mondo. con Arleen Sidhe, alle ore 20.15 presso assoc. LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]

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15 venerdì ingresso liberoPotere transitorio Mostra d’arte di Lucia Flego, Graziella Menozzi, Annalisa Pisoni, Banafsheh, a cura di Elisabetta Bacci. Evento realizzato dall’Associazione Juliet, alle ore 18.30 allo Spazio Luisi, via San Nicolò 4. La mostra rimane aperta fino a sabato 7 dicembre. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

16 sabato ingresso liberoL’uomo come manifestazione divina... ... sulla Terra. Ognuno è unico ed in ciascuno di noi vi è un sogno di Dio. Conferenza con Mariuccia Lauricella alle ore 20, all’Associazione Leviedelblu in via San Francesco 15.

16 sabato ingresso liberoEsprimiamoci attraverso il fumetto Laboratorio gratuito per Bambini condot-to dall’artista Leonardo Calvo presso la Scuola d’Arte Sintesi ELIC, via Mazzini 30, 5 piano, ore: 16.00-17.30, info 333 4784293, 040 2602395.

16 sabatoGuarire e creare lo spazio quantico Pratiche semplici alla portata di tutti, tecniche di trasformazione e guarigione quantistica, meditazioni e gesti semplici ma di grande potenza, da poter attuare ed applicare anche nei momenti della routine quotidiana, in pochi attimi, di grande effetto; per vivere meglio il Cambiamento e la tran-sizione nelle nuove dimensioni e coscienza di luce, dove il potere più grande è quello del Cuore; per il corpo, per l’ anima, per tutti gli eventi della vita e del quoitidiano. Seminario pratico-esperenziale con Arleen Sidhe, dalle 14.30 alle 19.30, presso assoc. Lam in piazza Benco 4. Info 347 2154583, [email protected]

16-17 sabato e domenica ingresso liberoLaboratorio di scrittura “Da me a te al mondo-da te a me al mondo”. Casa Internazionale delle Donne, via Pisoni 3, orario: 9.30-13 e 14.30-18.30. Laboratorio di scrittura sulla soggettività e la relazione promosso dalla Casa Interna-zionale delle Donne e condotto da Gabriella Musetti, della Società Italiana delle Letterate nell’ambito del progetto sull’umiliazione di genere di Marcela Serli, Compagnia teatrale Atopos/Teatro Stabile La Contrada con il sostegno della Provincia di Trieste e della Commissione Pari Opportunità della Provin-cia di Trieste. Appuntamento inserito in “Abi-tare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

17 domenicaLiberiamo l’energia! Una mattinata di esercizi di Bioener-getica per portare il corpo in uno stato di vibrazione così da riattivare il flusso energetico che ci collega alla vitalità ed al piacere. Ass. Espande, V. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it

17 domenicaYi Pai - Bioenergetica Taoista Stage intensivo di Bioenergetica Taoista, come gestire autonomamente la circo-lazione bioenergetica per mantenersi in buona salute. programma: anatomia energetica, pulizia e equilibrio dei chakra, Xiangong, pulizia meridiani e i sette livelli dell’Aura, canali Alfa. Orario dalle 9.30-12.30 alla Scuola di Pensiero Taoista di via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, www.bencichanita.it, [email protected]

18 lunedì ingresso liberoLeonardo da Vinci: la meraviglia... dell’uomo universale. Scuola d’Arte Sintesi - UNINT Magna Fraternitas Universalis. Conferenza dell’artista Leo-nardo Calvo alle ore 17.30 alla Libreria del Centro (Borsatti) in via Ponchielli 3. Info 333 4784293, 040 2602395.

18 lunedì ingresso liberoDecreto legge anti femminicidio Sala del Consiglio della Provincia di Trieste. Piazza Vittorio Veneto 4 - ore 16.30. Riu-nione straordinaria del Consiglio provinciale con l’intervento di Natalina Folla, Docente di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Trieste che illustrerà il recente prov-vedimento contro il femminicidio approvato dal Parlamento. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coor-dinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

19 martedì ingresso liberoL’alimentazione in funzione di 3 E Economia, Ecologia, Evoluzione. Relatore: Dr Guido Marotta Direttore del CEGEN Centro di Studi Generali Dr David Ferriz Olivares. Ore 17.30 Libreria del Centro (Borsatti) Via Ponchielli 3. Info 333 4236902, 040 2602395.

19 martedì ingresso liberoParole di uomini@sulle donne Magazzino delle Idee - Corso Cavour, ingresso lato mare - Ore 17.30. Recital organizzato dalla Consulta femminile di Trieste. Selezione di testi in prosa e versi di autori dal passato più remoto sino ad arrivare ai nostri contemporanei. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

21 giovedì ingresso liberoLo faccio per te! Egoismo e altruismo, collaborazione e competizione, colpa e amore declinati al maschile e al femminile. Conferenza con il Dr. Giandomenico Bagatin, psicologo, psicoterapeuta, alle ore 18 alla libreria Borsatti, un ciclo di conferenze sugli Stereotipi femminili.

21 giovedì ingresso liberoUomini e violenza, educare per cambiare Magazzino delle Idee, Corso Cavour, ingresso lato mare - Ore 17. Incontro dibattito con Chiara Volpato, autrice di “Psicologia del maschilismo”, Lucia Beltramini autrice di “La negazione della violenza nella costruzione della mascolini-tà”, Patrizia Romito e Caterina Grego autrici

di “Madri(femministe) e figli (maschi)”. In-troduce e coordina Daniela Paci. L’incontro promosso dalla Casa internazionale delle Donne di Trieste si svolge in collaborazione con la Consigliera di Parità della Provincia di Trieste, l’associazione La Settima Onda e con il patrocinio dell’Università di Trieste. Aderisce all’iniziativa il Centro Universitario Studi e Ricerca per la Pace, Università di Trieste. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

23-24 sabato e domenicaMateria e psiche Convegno ECM di due giorni promosso da AMeC sul dualismo Materia e Psiche con relatori di grande levatura a Trieste il 23 e 24 novembre. Programma e iscrizio-ni 040 3481631, www.smileservice.it

23-24 sabato e domenicaQi ray® - tutto è energia ! Interagire consapevolmente con gli aspetti Energetici che ci animano e circondano, migliorare i rapporti con le persone, i luoghi, gli spazi che ci avvolgono. Corso aperto a tutti, di interessante supporto a chi già opera nel campo Energetico.Ma-ster Reiki: Sonia Rizzi. Info 338 7592945, [email protected], www.qi-ray.it

23-24 sab. e dom. ingresso liberoLaboratorio di scrittura Casa Internazionale delle Donne. Via Pisoni n. 3. Dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30. Da me a te al mondo-da te a me al mondo Laboratorio di scrittura sulla soggettività e la relazione promosso dalla Casa Internazionale delle Donne e condotto da Gabriella Musetti, della Società Italiana delle Letterate nell’ambito del progetto sull’umiliazione di genere di Marcela Serli, Compagnia teatrale Atopos/Teatro Stabile La Contrada con il sostegno della Provincia di Trieste e della Commis-sione Pari Opportunità della Provincia di Trieste. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

25 lunedì ingresso liberoArchetipi: la dimensione occulta... ... nell’arte. Scuola d’Arte Sintesi - UNINT Magna Fraternitas Universalis. Conferenza dell’artista Leonardo Calvo. Ore 17.30 - Li-breria del Centro (Borsatti) via Ponchielli 3. Info 333 4784293, 040 2602395.

25 lunedì ingresso liberoFinchè morte non ci separi Lettura–evento di un testo unico con Sara Alzetta, che si svolge in contemporanea nelle principali città italiane e che ha per oggetto il femminicidio. Due donne parlano con ironia, passione e rammarico per esse-re state appena uccise dal proprio compa-gno. L’evento è organizzato dal Comune di Trieste in collaborazione con l’associazione Liberi pensatori “Paul Valery”. Alle ore 21 nella Sala del Consiglio comunale in piazza dell’Unità. Appuntamento inserito in “Abita-re la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

26 martedì ingresso liberoUlisse: il viaggio come metafora... della vita e prova per raggiungere la conoscenza. Conferenza del Dr Guido Marotta Direttore del CEGEN Centro di Studi Generali Dr David Ferriz Olivares. Ore 17.30 Libreria del Centro (Borsatti) Via Ponchielli 3. Info 333 4236902, 040 2602395.

28 giovedì ingresso liberoEmergenza femminicidio: retaggio culturale o fenomeno moder-no? Conferenza dibattito organizzato dalla sezione di Trieste dell’Associazio-ne Mogli Medici Italiani sul grave proble-ma del femminicidio, con la partecipa-zione dell’Associazione GOAP, Centro antiviolenza di Trieste e della Polizia Municipale del Comune di Trieste. Alle ore 17 all’Ordine dei Medici in piazza Goldoni 10. Appuntamento inserito in “Abitare la vita senza violenza”, eventi coordinati dalla Provincia di Trieste in occasione del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

29 venerdì ingresso liberoMedicina taoista La Medicina Taoista dell’informazione, le basi per la comprensione delle disarmo-nie, ascoltare il proprio corpo, compren-dere e saper interragire, utilizzando i vari motori corporei per aumentare il proprio Qi-energia vitale. La conferenza si terra alle ore 20 alla Scuola di Pensiero Taoista, via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, [email protected], www.bencichanita.it

30 sabato ingresso liberoAttività alternative o integrative? Per il decennale di attività shiatsu l’A.I.A.S. Trieste organizza un Convegno alla Stazione Marittima dalle 9 alle 19 per un approfondimento sulle attività comple-mentari presenti in Regione e in Italia per le persone con disabilità. Introduzione: traguardi cognitivo comportamentali e socio adattativi in neuro riabilitazione. Mattina: attività psicomotoria, medicina cinese/disabilità, shiatsu, tuina pediatri-co, attività con gli animali. Pomeriggio: musica, fotografia, pittura, Cellule Staminali/disabilità, Tavola Rotonda. Info e programma 040 311222, 040 823850, 335 6068248, [email protected]

30-1 sabato e domenicaPuoi guarire la tua vita - l. hay Seminario Intensivo di trasformazione uti-lizzando il metodo Louise Hay. Luisa Serra insegnante certificata HEAL YOUR LIFE®. sab 30/11 - dom 1/12 orario 9.30-18 info 333 4577536, [email protected], www.luisaserra.com

Incontri con Legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 366 3430369, 366 5239111, fax 040 9890553, [email protected]. Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it

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Campane tibetane Il suono delle campane tibetane, del tam-buro e del gong “Terredaria”. Proposta del prof. Giancarlo Gasser per singole persone e piccoli gruppi. Info 040 220696, 368 7233752, www.assaquilone.net al lunedì 18 - 19.

Corsi di Restauro Ligneo Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it

Corsi yoga ed “altro” Corsi dalle 7 alle 21 di hathayoga, medi-tazione powery, aerobicpilates, pilates, y. gravidanza y. neonato, y. riconnessione,

ashtanga, y. dinamico, ginnastica dolce, zumba. Info 347 1312034 Metamorfosys, via Milano 18, www.metamorfosys.orgIl potere dei mantra-krishna das Sabato 7 dicembre ore 15.30-19 e domenica 8 dicembre ore 10-13: Curarsi con la musica secondo l’antica filosofia vedica - Il potere dei Mantra. Seminario condotto da Krishna Das. Iscrizioni entro venerdi 29 novembre. Concerto sabato 7 dicembre ore 21.15 su prenotazione. www.krishnadas.it. Info e prenotazioni 040 347445, [email protected], ass. culturale Shanti Trieste, via Carducci 12.

Servizi per anziani Accompagnamento anziani, (mettiamo a disposizione anche la carrozzina), ritiro ricette dal medico, consegna medicinali a domicilio, commissioni varie. Info 040 761040 dalle ore 10 alle ore 12, 328

5336354 Andrea. Movimento Donne Trieste per i problemi sociali, via Filzi 8 (V° Piano), Trieste, fax 040 761040, [email protected]

Corsi di informatica Corsi di vari livelli per adulti e ragazzi, per chi usa già il computer oppure per chi fosse a un primo approccio. Segreteria scuola popolare presso multicultura center: via XXX ottobre 8/a dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20. Info 338 2118453, [email protected]

Sloveno lingua d’ambiente Approccio graduale allo studio della lingua slovena da sempre parlata nella fascia con-finaria della nostra regione. Le lezioni sono accompagnate da momenti di conoscenza della storia, cultura e tradizioni del popolo della attigua repubblica di slovenia. Info via

Valdirivo 30 dalle 17 alle 19, 040 761470, [email protected]

Celtic Ogham Reiki® 1° livello Sab. 21 e Dom. 22 Dicembre. La magica Energia dell’antico alfabeto Celtico per il benessere e l’evoluzione personale. Trainer: Maurizio Battistella PhD. Info 338 7592945, [email protected], www.reiki-trieste.it

Cure essene l’Aura e Forme Pensiero Il percorso delle terapie essene e la let-tura dell’Aura sono una medicina di luce e di guarigione quantistica messe oggi al Servizio per la Transizione nella Nuova Energia, facilitando il passaggio quantico; Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile, disturbi del corpo e anima; il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero, come trasmutarle in luce; le modifiche del Dna in corso; il sistema dei chakra e relativi organi, la circolazione pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli essenziali, i campi aurici. Incontri, conferenze e trattamenti individuali con Arleen Sidhe, terapeuta essena certificata alla scuola di formazione di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram. Info 347 2154583, [email protected]

Yoga della musica e suoni di luce L’uso del suono e della voce quale mezzo terapeutico, artistico e del benessere psicofisico; Nada e MantraYoga; Rileva-mento del proprio Suono fondamentale, note e sinfonia individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea, cellulare e organi interni; Gestualità, voce e corpo, e Canto; Ri-accordartura del Sè,i suoni dei chakra e dei corpi sottili; Il Canto Armonico, toning e Overtones; canaliz-zazione suoni di luce, per l’ anima, la Terra e l’ ambiente. Sedute terapeutiche, lezioni individuali; corsi, terapie di gruppo, laboratori e seminari collettivi anche a richiesta; con Arleen Sidhe. Info 347 2154583, [email protected]

Musica e canto celtico Corsi di Canto tradizionale (stile, espres-sione e lingue delle aree celtiche) dal sacro al popolare, e degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlandese), bodhran (tamburo celtico), chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe, cantante, musicista e insegnante formatrice del settore. Info 347 2154583, [email protected]

Canti e danze sacre dal mondo Per i Canti, lezioni individuali o di gruppo sono sempre attive durante tutto l’anno; Si organizzano periodicamente, anche a richiesta di gruppi ed associazioni, corsi e seminari di Canti e Danze sacre in cerchio delle culture dei popoli, di guarigione, di meditazione, ritualità e cicli della Natura, gli Elementi, la Terra e il Cosmo, la celebrazione alla Vita. Con Arleen Sidhe, esperta e insegnante di canti e danze sacre e popolari, tradizioni e spiritualità, musicista, cantante e musicodanzaterapeuta. Info 347 2154583, [email protected]

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9-10 sabato e domenicaChe stress! corso teorico/pratico Capire cos’è lo stress, come funziona, e imparare tecniche ed esercizi per gestirlo, rilassarsi e recuperare energie fisiche, mentali ed emotive. Ore 9.30-18 c/o la Subida a Cormons. Costo:150 euro, pranzi compresi. Info 342 3143146, [email protected]

23-24 sabato e domenicaCorso di comunicazione efficace Comunicare a volte è difficile: scopriamo insieme come fare ... Ore 9.30-18 c/o la Subida a Cormons. Costo: 150 euro comprensivo di pranzi. Info 342 3143146, Michela.bottaz@ gmail.com

25 lunedì ingresso liberoMetodi di guarigione olistica Approcci olistici e presentazione Scuola di naturopatia evolutiva, alle 20.30 a Cormons, Sala civica Palazzo Locatelli piazza XXIV maggio 22. Info 334 2744011, www.naturopathia.si

28 giovedì ingresso liberoMetodi di guarigione olistica Approcci olistici e presentazione Scuola di naturopatia evolutiva, alle 20.30 pres-so il Centro Polivalente in via Baiamonti 22, Gorizia. Info [email protected], www.naturopathia.si

Associazione Spazio organizza Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 ed il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19; - corsi di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15. Presso la Palestra Spazio via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990.

Associazione Corpo Libero organizza corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle

ore 11, a Ronco dei Legionari presso la Palestra Corpo Libero via Roma 15. Info 0481 777737, Anna 0481 32990.

Pordenone30 sabato - 1 domenicaCorso di massaggio di base Opportunità per fare e farsi del Bene o possibile sbocco professionale con affian-camento. Tecnico/Operatore olistico: pro-fessioni del futuro! Operatività immediata. Info 334 9161209, www.centrolos.it

udine4 lunedì ingresso liberoCostruirsi la propria realtà: costruirsi la propria realtà: come liberarsi dalle credenze nocive. Conferenza con Al-bano Zucco, psicologo-psicoterapeuta alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

4 lunedìCorsi Yoga & Ayurveda a Sangha E’ ancora possibile iscriversi ai corsi Yoga. Contattateci o visitate i siti, per conoscere gli orari e le giornate di frequenza. Info Gianna 340 2233994, [email protected], www.sanghaudine.com

8 venerdì ingresso liberoProva le costellazioni familiari Vieni a sperimentare in prima persona que-sto metodo che fa emergere le vere cause dei problemi di vita e le risolve. Rimarrai stupito! Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info Giacomo Bo, www.ricerchedivita.it

8 venerdì ingresso liberoNamaste a Sangha! Presentazione del team e introduzione alle future programmazioni. Ore 20.30 presso Sangha Viale Tricesimo 103. Info Gianna 340 2233994, [email protected], www.sanghaudine.com

13 mercoledì ingresso liberoConosci le costellazioni familiari Vuoi provare a vedere se i tuoi problemi si possono risolvere? Vieni a sperimentare in prima persona questo metodo e troverai

la risposta. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info Giacomo Bo, www.ricerchedivita.it

15 venerdì ingresso liberoAlimenti e omeopatia Presentazione dello studio medico: alimenti e omeopatia. Incontro con la dott.ssa Teresa De Monte, pediatra e ayurveda charya, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

22 venerdì ingresso liberoOgnuno ha il suo cammino… ognuno ha il suo cammino… verso San-tiago de Compostela, 3a parte, Incontro con Vera Paoletti, pellegrina, alle ore 20,30 alla Bioteca in via Villa Glori 41.

23 sabatoConosci le costellazioni familiari! Incontro esperienziale condotto dal dr Mario Franchi. Si potrà richiedere un la-voro personale. Via Canova 13 a Feletto; ore 15-18.30. Info e costi 335 5977306, www.ilmutamento.it

23-24 sabato e domenicaL’amore nella relazione di coppia Corso intensivo di Costellazioni Familiari dedicato interamente alla relazione di coppia, alle sue problematiche ma anche alle sue grandi potenzialità che possono diventare reali. Info Giacomo Bo 0432 728071, www.ricerchedivita.it

24 domenicaDanza il tuo corpo con Sangha Dalle ore 14.30 alle 18.30. Progetto danza il tuo Corpo, secondo step: Gambe! Espressio-ne corporea, improvvisazione, auto-massag-gio, esperienza sensoriali. Presso Waira Aiar, Udine, via San Rocco, 2. Info Gianna 340 2233994, [email protected], www.sanghaudine.com

25 lunedìCostellazioni familiari Incontro Esperienziale: portando alla luce ciò che agisce nel profondo, veniamo accompagnati in una nuova visione, sciogliendo i legami al disagio, ore 20-23.30. Info e adesioni 347 5555802, [email protected]

29 venerdì ingresso liberoMindfullness Il cuore nel corpo della meditazione: in-troduzione alla Mindfullness. Conferenza con la dott.ssa Vida Luciana, psicologa psicoterapeuta, alle ore 20.30 alla Biote-ca in via Villa Glori 41.

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La pratica del perdono Domenica 1 dicembre: Stage teorico–esperienziale per sperimentare ed acquisire la pratica del perdono come prezioso strumento evolutivo, condotto da Nicoletta Campisi, counsellor profes-sionista. Info e adesioni 347 5555802, www.centropharus.it

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Fuori regione16-17 sabato e domenicaTantra alle terme - Montegrotto PD Incontri in acqua termale per rilassarsi, meditare, coccolarsi... pura magia! Aperto a singles e coppie, non servono pre-requisiti né capacità natatorie. Info 334 9161209, www.centrolos.it

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Escursioni17 domenica ingresso liberoYoga e natura Escursione sul Carso, alla riscoperta di ambienti “vicini”, con semplici pratiche yoga, guidata da Franco Salvi dell’Insti-tute of Yogic Culture. Info e adesioni 040 635718 (per l’organizzazione!).

Venerdì 8 e sabato9 novembre, a cura del Centro Studi albert Schweitzer di Trieste si terrà

il Convegno LA DONNA NEL NUOVO TESTAMENTO E NELLE CHIESE OGGI.Il Centro Studi “Albert Schweitzer” è un organismo autonomo, sostenuto dalle chiese evangeliche elvetico-valdese, lute-rana e metodista di Trieste. Esso è impe-gnato a promuovere attività di cultura storico-religiosa, di approfondimento di temi di attualità

etico-sociale e di concerti, attra-verso incontri mensili da ottobre

a maggio, rivolti a tutta la cittadinanza.Incontrarci per parlare del femminile nel cristianesimo risponde al comandamento dell’amore, cioè fa parte della nostra etica, che supera ogni divisione e si apre al nostro prossimo senza limiti.Venerdì 8 novembre, ore 16.00 Basilica S. Silvestro Cristo Salvatore, TriesteSabato 9 novembre, ore 9.30Aula luterana di Via San Lazzaro 19, Trieste

LA DONNA NEL NUOVO TESTAMENTO‘ ‘

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per i disturbi tipici

della menopausa

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20% diosgenina

a Dioscorea villosa, comunemente chiamata Wild Yam, è una pianta originaria dell’America setten-trionale e centrale, utilizzata tradizionalmente fin dai tempi degli Atzechi in Messico, come calmante nei dolori mestruali e del parto.

Wild Yam è una fonte vegetale di sostanze come la diosgenina e fitosteroli e l’uso moderno l’ha resa utile per contrastare i disturbi del ciclo mestruale e della menopausa.

La diminuzione dei livelli ormonali nella donna, che avviene infatti in modo progressivo con l’età, per giungere a drastica riduzione proprio con la meno-pausa, può perciò portare alla comparsa di disturbi quali vampate di calore, secchezza vaginale, stan-chezza, nervosismo, irritabilità, insonnia.

Wild Yam (specie botanica Dioscorea villosa) è una pianta che non risulta tossica e non ha mostrato evidenti effetti collaterali alle dosi somministrate.

Si consiglia di assumere alla sera, da 1 a 3 capsule da 100 mg, oppure 1 capsula da 300 mg.Wild Yam (Dioscorrea villosa) della Natural Point, prodotta secondo elevati standard qualitativi, è titolata al 20% in diosgenina ed è priva di sostanze allergeniche.

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