Novembre 2010 n. 46

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LA FILARMONICA È… LA FILARMONICA È… LA FILARMONICA È… LA FILARMONICA È… Informatore musicale del COMPLESSO BANDISTICO COMPLESSO BANDISTICO COMPLESSO BANDISTICO COMPLESSO BANDISTICO LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Sabato 20 novembre 2010 - ore 21 CONCERTO di NOVEMBRE CONCERTO di NOVEMBRE CONCERTO di NOVEMBRE CONCERTO di NOVEMBRE Teatro Fiera - Via Ticino, 72 - Abbiategrasso (MI) INSIEME CON LA MUSICA, COME ATTO DI CONDIVISIONE Vivere l’esperienza di fare musica è altamente appagante, e produce un piacere difficilmente esprimibile con parole, ma farla insieme ad altre persone lo è indubbiamente ancora di più. Perché questo? Non sono né psicologo né sociologo, ma credo che il segreto sia riposto in un’espressione coniata in tedesco ed assente nel nostro lessico: “zusammen musizieren”, cioè “fare musica insie- me”, nel senso di condivisione delle emozioni, del piacere insieme fisico ed intellettuale di fare musica. Nella cultura mitteleuropea, la musica “si fa” spesso in casa: liberi professionisti, studenti, madri, padri, nonni, figli, amici, che si diletta- no a suonare insieme la musica da camera della grande tradizione. Quindi la musica non è soltanto arte e cultura - e questo è ovvio - ma è anche e soprattutto socialità, nel senso più pieno del termine. La nostra Banda nella realtà cittadina sta svolgendo in maniera stra- ordinaria questa triplice funzione, e i molti giovani che ogni anno si avvicinano alla Banda stanno proprio a testimoniare il piacere di “zusammen musizieren”. M° Carlo Zappa “Marcia Reale” del M° G. Gabetti, trascrizione per banda del M° A. Vessella (dall’archivio musicale de “La Filarmonica”) “Marcia Reale” del M° G. Gabetti, trascrizione per banda del M° A. Vessella (dall’archivio musicale de “La Filarmonica”) “Marcia Reale” del M° G. Gabetti, trascrizione per banda del M° A. Vessella (dall’archivio musicale de “La Filarmonica”) “Marcia Reale” del M° G. Gabetti, trascrizione per banda del M° A. Vessella (dall’archivio musicale de “La Filarmonica”) Novembre 2010 Novembre 2010 Novembre 2010 Novembre 2010 n. 46 n. 46 n. 46 n. 46

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La Filarmonica e'... novembre 2010

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  • LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Informatore musicale del

    COMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICO LA F I LARMONICALA F I LARMONICALA F I LARMONICALA F I LARMONICA

    Sabato 20 novembre 2010 - ore 21 CONCERTO d i NOVEMBRECONCERTO d i NOVEMBRECONCERTO d i NOVEMBRECONCERTO d i NOVEMBRE

    Teatro Fiera - Via Ticino, 72 - Abbiategrasso (MI)

    INSIEME CON LA MUSICA, COME ATTO DI CONDIVISIONE

    Vivere lesperienza di fare musica altamente appagante, e produce un piacere difficilmente esprimibile con parole, ma farla insieme ad altre persone lo indubbiamente ancora di pi. Perch questo? Non sono n psicologo n sociologo, ma credo che il segreto sia riposto in unespressione coniata in tedesco ed assente nel nostro lessico: zusammen musizieren, cio fare musica insie-me, nel senso di condivisione delle emozioni, del piacere insieme fisico ed intellettuale di fare musica. Nella cultura mitteleuropea, la musica si fa spesso in casa: liberi professionisti, studenti, madri, padri, nonni, figli, amici, che si diletta-no a suonare insieme la musica da camera della grande tradizione. Quindi la musica non soltanto arte e cultura - e questo ovvio - ma anche e soprattutto socialit, nel senso pi pieno del termine. La nostra Banda nella realt cittadina sta svolgendo in maniera stra-ordinaria questa triplice funzione, e i molti giovani che ogni anno si avvicinano alla Banda stanno proprio a testimoniare il piacere di zusammen musizieren.

    M Carlo Zappa

    Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)

    Novembre 2010 Novembre 2010 Novembre 2010 Novembre 2010 n. 46n. 46n. 46n. 46

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    33 Conce r to d i Novembre33 Conce r to d i Novembre33 Conce r to d i Novembre33 Conce r to d i Novembre

    Il Presidente della Filarmonica, Alessandro Bagnaschi,

    introduce il concerto

    Eccoci giunti al consueto appuntamento con il Concerto di

    Novembre, da sempre momento importante dellattivit della

    Filarmonica sia per quanto riguarda laspetto prettamente

    artistico sia per limportanza dellincontro con sostenitori e

    simpatizzanti a ulteriore riprova del radicamento della nostra

    Associazione nel il territorio e nella citt di Abbiategrasso in

    particolare.

    Penso di poter affermare che anche questanno il programma

    proposto sar allaltezza delle precedenti edizioni, grazie al

    prezioso lavoro svolto dal Maestro Carlo Zappa e da tutti i

    bandisti nella ricerca prima di brani adatti alloccasione e poi

    nel costante lavoro di perfezionamento dellesecuzione di

    insieme per migliorare sempre di pi la qualit del prodotto

    finale.

    Mi piace per sottolineare che appuntamenti come il Concer-

    to di Novembre rappresentano il coronamento di un costante

    e proficuo lavoro svolto durante tutto lanno nel tentativo di

    migliorare sempre limmagine, il profilo artistico e la valenza

    sociale dellimpegno dellintera Associazione che si manife-

    sta in numerosi ambiti: dalla presenza alle manifestazioni

    locali (cortei, processioni, manifestazioni pubbliche...), alla

    scuola di musica, alle manifestazioni organizzate ad hoc.

    Lapprezzamento e laffetto sempre dimostrati nei nostri con-

    fronti ci aiutano a continuare nellattivit stimolandoci a segui-

    re con particolare attenzione e affetto la crescita artistica ed

    umana dei nostri giovani musicanti nel loro inserimento nelle

    file del complesso, con risultati di piena soddisfazione, facen-

    doli sentire sempre pi integrati e importanti.

    La sempre maggiore presenza di giovani bandisti al fianco di

    elementi esperti e di provata capacit ci impone di esplorare

    sempre nuovi mbiti che possano aiutarci a crescere sia co-

    me gruppo sia come singoli individui, senza peraltro dimenti-

    care gli aspetti caratteristici e tradizionali del nostro essere

    Complesso Bandistico con il patrimonio di valori derivanti da

    questa nostra matrice.

    Penso che proprio questa sia la sfida che ci dovr vedere

    impegnati nei prossimi anni, nel tentativo di non disperdere

    un patrimonio di enorme valore senza perdere di vista la ne-

    cessit di adeguarci alle nuove situazioni che si verranno a

    determinare per crescere e per migliorare.

    Col patrocinio della

    Citt di Abbiategrasso

    PR IMA PARTEPR IMA PARTEPR IMA PARTEPR IMA PARTE

    S ECONDA PARTES ECONDA PARTES ECONDA PARTES ECONDA PARTE

    Direttore: CARLO ZAPPA

    Ouverture festive Andr Waignein

    Montana Fanfare Thomas Doss

    The Hungarian Spirit Roland Kernen

    The Saint and the city Jacob de Haan

    Il Bambino e la guerra Nunzio Ortolano

    Fanfare and Hymn for Peace Marco Somadossi

    Voce recitante: Stefano Borghi Immagini a cura di Stefano Ramezzana

    La Filarmonica ringrazia quanti hanno collaborato alla realizzazione della

    33a edizione del Concerto di Novembre

  • GUIDA ALLASCOLTO

    Ouverture festiveOuverture festiveOuverture festiveOuverture festive Andr WaigneinAndr WaigneinAndr WaigneinAndr Waignein

    Una struttura elegante ed una trama ritmica e sonora molto espressiva sono gli elementi principali

    di questo pezzo del compositore belga Andr Waignein.

    Tre fasi musicali costituiscono questo pezzo: le battute di apertura hanno un carattere molto fe-

    stoso; dopo una serie di maestose chiamate degli ottoni, viene introdotto il tema principale, che

    campeggia nella parte centrale della composizione con un ampio respiro melodico, fino allAllegro

    finale, che unisce ritmo e melodia portandole verso una conclusione maestosa e vivace.

    Montana FanfareMontana FanfareMontana FanfareMontana Fanfare Thomas Doss Thomas Doss Thomas Doss Thomas Doss

    giusto che un complesso di fiati e percussioni, oltre a misurarsi con trascrizioni di brani dei

    grandi del passato, si cimenti anche con pezzi concepiti appositamente per questo tipo di organi-

    co. In Montana Fanfare, Thomas Doss ad una passeggiata in montagna nella regione austriaca

    del Salzkammergut.

    Dominare il paesaggio con lo sguardo e raggiungere una meta, anche ardua, d sensazioni di

    esaltazione e di libert, che sono espresse qui dalla fanfara, mentre il tema melodico esprime

    limpressione di solidit e di grandezza regalata dalla visione di questi panorami.

    Da sempre luomo ha utilizzato la musica come mezzo per comunicare e per esprime-re quello che, con le parole, non era possibi-le trasmettere. Nel corso dei secoli, re e imperatori hanno amato circondarsi di musicisti: per rallegrare cene conviviali, per sottolineare i momenti di trionfo o anche solo per semplice diletto; e anche le persone di stato sociale meno ele-vato hanno trovato modo di fare e ascoltare musica. La musica sempre stata quindi compagna delluomo, e le compagini musicali si sono evolute portando a formazioni sempre pi organizzate e complete. La banda, ad esempio, un tipo di comples-so di formazione piuttosto recente. In Italia trova piena diffusione praticamente solo grazie alle truppe napoleoniche, ognuna delle quali era accompagnata da una banda che ne incitasse le gesta. Parliamo quindi del XIX secolo; i progressi nella produzione degli strumenti musicali e il definirsi dellorganico rendono la banda un complesso estremamente versatile. Le mi-gliorie tecniche e il gran numero di timbri disponibili rendono le bande in Italia lo stru-mento principe di diffusione delle opere liri-che, che vengono adattate alle capacit espressive bandistiche. Lorganico delle bande era in quel momento decisamente differente da quello odierno:

    accanto a clarinetti, flauti e trombe si trova-vano strumenti come il serpentone ed il cim-basso. Con parti solistiche di grande effetto, il bom-bardino, la cornetta, il flauto, il clarinetto, diventano il preciso alter ego della voce u-mana nelle arie dopera. Nei paesi, o presso le fasce di popolazione meno abbienti, la banda svolge un ruolo importantissimo: i motivi principali delle ope-re vengono fischiettati da artigiani e giovani spose. Questa situazione in Italia perdura a lungo (per avere uno specchio della situazione, pu essere gradevole la lettura di Almeno il cappello di Andrea Vitali, che narra della costituzione di un Corpo Musicale Cittadino durante il periodo fascista), anche se, nel corso dei decenni, compositori come Giu-seppe Verdi, Amilcare Ponchielli e Pietro Mascagni, oltre a ricoprire il ruolo di Maestro di Banda, si erano cimentati in composizioni dedicate a questo specifico organico. Uno sviluppo nel modo di concepire la com-posizione per banda in Italia si avvia nel corso della seconda met del Novecento, grazie allarrivo di un nuovo repertorio, per merito di alcune case editrici olandesi e a-mericane. La maggior parte dei compositori contemporanei di brani originali per banda proviene infatti da questi due paesi, oltre che dal Belgio e dallItalia.

    In paesi come Olanda, Belgio e Stati Uniti la produzione di musica per banda prende da subito la strada della composizione origina-le, dando vita a repertori dallestrema versa-tilit. Gradualmente, lidea di un repertorio pretta-mente bandistico si fatta strada anche in Italia, e le stesse bande cercano un nuovo approccio: non pi esclusivamente marce sinfoniche e trascrizioni, ma anche pezzi originali. Plasmandosi ad immagine della societ, anche il repertorio bandistico diventa mezzo di denuncia e di presa di coscienza della realt, come proposto dalla Filarmonica in questo concerto con il pezzo originale Il Bambino e la guerra. Si fa cos seguito a quei movimenti che, nel corso del 900, han-no portato le arti da semplice strumento di diletto a mezzo per riflettere su temi sempre imminenti e gravi. La banda assume, in questi ultimi decenni, un ruolo nuovo e per certi versi ancora da scoprire: presenza irrinunciabile durante la vita pubblica di ogni paese (possiamo im-maginare una processione senza marce religiose o un corteo del 25 aprile senza lInno di Mameli e Bella ciao?), pu diven-tare punto di ritrovo per persone di ogni et che, amando la musica, desiderano impe-gnarsi ed impegnare il loro tempo per fare musica e portarla tra la gente.

  • The Saint and the city The Saint and the city The Saint and the city The Saint and the city Jacob de Haan Jacob de Haan Jacob de Haan Jacob de Haan

    Questo lavoro si basa su un mito ben noto nella citt di Zwolle in Olanda: nelle acque circostanti

    viveva un drago che regolarmente diffondeva il terrore minacciando di distruggere la citt e obbli-

    gando gli abitanti a placarlo tramite sacrifici umani.

    La situazione perdur finch un giovane cavaliere, decapitando il mostro con la sua spada, salv

    la citt. Da quel momento limmagine dellarcangelo Michele (il cavaliere della leggenda) che

    combatte il drago, simbolo dellingiustizia e del male, si diffonde ovunque.

    Per questa composizione la melodia dellinno Laudate Dominum stata scelta come tema centra-

    le per larcangelo, mentre il drago si riflette in una serie di accordi che suscitano inquietudine. Il

    finale, che evoca chiaramente il suono delle campane, riporta ad unatmosfera di pace e liberazione.

    Il Bambino e la guerraIl Bambino e la guerraIl Bambino e la guerraIl Bambino e la guerra Nunzio Ortolano Nunzio Ortolano Nunzio Ortolano Nunzio Ortolano

    Nunzio Ortolano un compositore contemporaneo ( nato in Sicilia nel 1967) estremamente origi-

    nale e versatile. Giunto ormai a 100 composizioni destinate agli organici pi svariati, anche ben

    conscio delle potenzialit delle formazioni bandistiche, alle quali ha destinato parte del proprio

    repertorio.

    Il Bambino e la guerra, esprime attraverso la musica luniverso barbaro della guerra.

    Tamburi che rullano, dissonanze che riportano allo stridore delle spade, glissati di tromboni che

    evocano aerei di guerra: la musica racconta il conflitto.

    In un mondo sconvolto, i primi a subire sono i pi indifesi: tramite gli occhi innocenti di un bambi-

    no assistiamo alla devastazione, alla morte. E tramite gli occhi di un bambino, non corrotti dalla

    brutalit della guerra, assistiamo alla rinascita: una serie di scale ascendenti, che passano di stru-

    mento in strumento su un ritmo di Bolero parlano di vita e di speranza. La musica accompagna e

    sottolinea il testo, scritto appositamente da Salvatore Luzio.

    Fanfare and Hymn for PeaceFanfare and Hymn for PeaceFanfare and Hymn for PeaceFanfare and Hymn for Peace Marco Somadossi Marco Somadossi Marco Somadossi Marco Somadossi

    Commissionata in occasione del XIII Festival Internazionale delle Bande Militari di Modena del

    2004, la composizione si articola nella tipica forma musicale di questo genere: introduzione

    (fanfara), inno, Adagio, ripresa. Introdotto dallo squillo iniziale, il brano si sviluppa attraverso un

    inno marziale e solenne a cui contrapposto un Adagio dal carattere pi intenso e meditativo. Il

    brano termina con una ripresa elaborata del tema dellinno.

    Si pu parlare in questo caso di musica a sviluppo continuo: dai primi suoni fino alla coda la

    struttura cresce poggiandosi sullidea iniziale e arricchendosi di nuovi elementi. Nasce cos una

    musica che pu considerarsi un simbolo di forza; una forza che unisce, che si sviluppa e si arric-

    chisce di idee diverse: la forza della pace, concetto al quale dedicata questa composizione, con

    la quale Marco Somadossi ha vinto il primo premio assoluto al VII concorso internazionale di com-

    posizione per banda Pietro Pernice di Canicattini Bagni (SR).

    The Hungarian SpiritThe Hungarian SpiritThe Hungarian SpiritThe Hungarian Spirit Roland Kernen Roland Kernen Roland Kernen Roland Kernen

    Questo pezzo dal forte sapore ungherese stato scritto dal compositore belga Andr Waignein,

    con lo pseudonimo di Roland Kernen.

    La sua prima passione musicale, la tromba, lo port a studiare contrappunto e composizione al

    conservatorio di Mons.

    Come compositore, ha raggiunto fama a livelli internazionali grazie a lavori pedagogici, musica da

    camera, musica per orchestra sinfonica o di fiati. A seconda del genere delle sue composizioni,

    Waignein, come in questo caso, si nasconde dietro ad uno pseudonimo.

  • Sabato 12 giugno nella Basilica di Santa

    Maria Nuova si tenuta la 28a edizione

    del Concerto di Giugno, con la partecipa-

    zione della Scuola Musicale di Milano,

    rappresentata dalla pianista Claudia Van-

    zini, e del solista di cornamusa Adriano

    Sangineto. Questo concerto rappresenta

    per me un nuovo debutto, in quanto sta-

    to il primo in veste di oboista. Lemozione

    era a mille, in quanto, se nei precedenti

    concerti, tra le fila dei clarinetti, potevo

    celarmi, adesso mi sono ritrovato in pri-

    ma fila allattenzione dei presenti. Ma tor-

    niamo al concerto, che come tradizione

    avrebbe dovuto svolgersi nella cornice del

    sontuoso Quadriportico della Basilica ma

    che, a causa di un improvviso temporale,

    si dovuto tenere allinterno

    della chiesa. Grazie ad una

    grande coordinazione dei mu-

    sicanti, stato possibile tra-

    sportare in chiesa in tempi re-

    cord le sedie, i leggii e soprat-

    tutto gli strumenti, evitando che

    si bagnassero e che si rovinas-

    sero.

    Nonostante il conseguente ri-

    tardo, il concerto ha preso il via

    di fronte ad un pubblico nume-

    rosissimo, che non si fatto

    scoraggiare dal tempo. Il con-

    certo si aperto con il brano

    English Rhapsody, un arran-

    giamento del musicista Trevor

    Ford, seguito dalla Prima suite

    in mi bemolle del compositore

    Gustav Holst. Ma il pezzo forte

    stato il Concerto di Varsavia

    eseguito dalla pianista Claudia

    Vanzini insieme alla nostra banda.

    Un pezzo davvero molto delicato e di diffi-

    cile esecuzione che ha rappresentato per

    noi un motivo di orgoglio e allo stesso

    tempo ha aggiunto prestigio alla serata.

    Dopo una breve pausa, il concerto ripre-

    so con un brano tratto dal musical Il fanta-

    sma dellOpera scritto dal compositore

    Andrew Lloyd Webber. A seguire,

    lesecuzione di An Irish Suite, una raccolta

    di brani popolari irlandesi, arrangiata

    anchessa dal musicista Trevor Ford, am-

    mirevole cultore della musica anglosasso-

    ne.

    Se lesecuzione del Concerto di Varsavia

    era la torta, mancava solo la ciliegina a

    completare linsieme, e questa stata

    IL CONCERTO DI GIUGNOIL CONCERTO DI GIUGNOIL CONCERTO DI GIUGNOIL CONCERTO DI GIUGNO ---- UN EVENTO AFFASCINANTE UN EVENTO AFFASCINANTE UN EVENTO AFFASCINANTE UN EVENTO AFFASCINANTE

    lesecuzione del solista Adriano Sangineto

    che in maniera memorabile ha suonato,

    accompagnato dalla Filarmonica, con la

    sua inseparabile cornamusa Highland Ca-

    thedral, un brano arrangiato dai musicisti

    Michael Korb e Ulrich Roever.

    Unimmagine indelebile nella mia mente

    quella dellingresso di Adriano Sangineto

    in basilica e vedere i volti dei presenti e-

    stasiati dalla sorpresa. Questo concerto

    verr anche ricordato come il 125 diretto

    dal nostro grande direttore Carlo Zappa.

    La serata ha lasciato tutti gli spettatori feli-

    ci di aver assistito ad un grandioso con-

    certo della nostra amata Banda Filarmoni-

    ca.

    Luca Ragona

  • LA CORNAMUSALA CORNAMUSALA CORNAMUSALA CORNAMUSA La cornamusa uno strumento musicale

    aerofono a serbatoio (o aerofono a sacco).

    Il suonatore riempie daria una sacca di

    pelle dalla quale partono tre canne di bor-

    done e una canna diteggiabile chiamata

    chanter cui affidata la melodia. Le tre

    canne ad intonazione fissa usufruiscono di

    ance semplici simili a quelle delle Launed-

    das (strumento etnico sardo); quella diteg-

    giabile, invece, usa unancia doppia, come

    quella tipica della famiglia degli oboi.

    Nellestesa famiglia delle cornamuse si

    contano diverse versioni sviluppatesi nei

    secoli in varie aree culturali europee. An-

    corch antichissima, la tradizione delle cor-

    namuse contemporanee inizia nella forma

    che conosciamo attorno al XVII secolo. Le

    cornamuse dellEuropa Occidentale si di-

    stinguono in due tipi fondamentali:

    - ad aria calda (blown pipes);

    - ad aria fredda (bellow pipes).

    Nelle prime lotre viene alimentato diretta-

    mente dal suonatore per insufflaggio

    dellaria attraverso un boccaglio (o blowing

    stick), mentre nelle seconde il gonfiaggio

    avviene mediante un mantice assicurato da

    cinghie sotto il gomito destro e azionato dal

    movimento del braccio. La pi famosa delle

    cornamuse ad aria calda quella scozze-

    se, la Great Highland Bagpipe, tuttoggi

    impiegata nelle pipe bands che si distingue

    per la sua particolare sonorit. Di questa

    cornamusa, sempre nella tradizione euro-

    pea, esistono diversi tipi:

    - la musette de cour (Francia-Bretagna);

    - la gaita galiziana e asturiana (Spagna);

    - la piva (Italia-Appennino piacentino e par-

    mense);

    - la musa (Italia-Quattro province);

    - il baght (Italia-Valli bergamasche e pro-

    vincia di Brescia);

    - la zampogna (Italia centro-meridionale),

    lo strumento di questo tipo pi diffuso e

    suonato;

    - la gaida (Penisola balcanica).

    La principale cornamusa tra quelle ad aria

    fredda pu essere considerata la Uilleann

    pipe (Irlanda),

    mentre in Scozia

    sono alquanto dif-

    fuse diverse ver-

    sioni di strumenti

    denominati Border

    pipes, derivati dal-

    la Great Highland

    Bagpipe: la Small

    pipe e le Kitchen

    pipes; tra le Border

    pipes viene a volte

    annoverata la Nor-

    thumbrian pipe,

    che per risulta pi

    simile, sia per struttura che per tecnica e-

    secutiva, alla Uilleann irlandese.

    Anni fa, ben diecimila suonatori di corna-

    musa scozzese provenienti da vari paesi si

    riunirono ad Edimburgo per esibirsi tutti

    insieme lungo le vie della citt.

  • Figlio di un professore francese stabilitosi a Varsavia, Fryderyk Franciszek Chopin (1810-1849) dimostr fin da giovanissimo una grande predisposizione musicale. Studi con W. Zywny e J. Elsner e nel 1817 compose la sua prima polacca, di-venendo rapidamente celebre come piani-sta. Nel 1830 si trasfer a Vienna a causa della situazione politica in patria, ma in Austria non si sentiva certo a casa. Qui fu raggiunto dalle notizie sullavanzata

    russa e sullepidemia di colera: quando Varsavia cedette, disperato, compose lo Studio op.10 n.12 noto come La caduta di Varsavia, ricco di impeti drammatici ed appassionati. Nel 1831 si trasfer a Parigi in un ambien-te pi rilassato, dove conobbe grandi arti-sti come Mendelssohn, Liszt, Bellini, De-lacroix (autore di un ritratto del musicista), Heine e molti altri. In Francia la sua fama di pianista crebbe subito nonostante i po-chi concerti pubblici (non amava la folla), che sarebbero bastati per farne apprezza-re lo stile appassionato e malinconico. A Parigi conobbe la scrittrice George Sand; da lei consigliato, si rec nellisola di Maiorca per tentare di riprendersi da uninfluenza degenerata in tubercolosi. Il clima lo aiut, ma lisolamento lo port ad una profonda depressione. Tormentato, compose i Preludi, che hanno strappato parole ammirate e commosse a pi di una penna (Schumann dir che la raccolta gli ricordava rovine e penne daquila). Nel 1848 si rec in Inghilterra dove co-nobbe Dickens e Thackeray; a Londra tenne il suo ultimo concerto a favore dei profughi polacchi e nel gennaio successi-vo torn a Parigi in pessime condizioni fisiche ed in serie difficolt economiche. Assistito dalla sorella Luisa, Fryderyk Chopin mor a Parigi il 17 ottobre 1849. Grandiose furono le onoranze funebri: venne sepolto a Parigi accanto a Bellini e Cherubini; il suo cuore venne portato a Varsavia, nella chiesa di Santa Croce. La posizione di Chopin nella prima met dellOttocento musicale singolare. For-matosi presso maestri tradizionalisti, con-serva del classicismo lattenzione alla for-ma ed il controllo di stile e strutture, ma ne rifiuta le simmetrie obbligate; dal ro-manticismo mutua lo slancio passionale, il soggettivismo introspettivo, il legame con la musica popolare ma, avverso agli ec-cessi, ne respinge gli aspetti visionari e lenfasi melodrammatica. La purezza delle linee melodiche ricorda a volte stilemi dellopera italiana, di Bellini in particolare e, sebbene rifiuti ogni intrusione letteraria nelle composizioni, un aperto uomo di cultura: questo rende la sua opera una delle pi profonde sintesi dello spirito ro-mantico. Elementi innovativi provengono dalla mu-sica popolare che, non pi mero stereoti-po, apporta intervalli caratteristici, nuove armonie e scale, ambiguit tonali. Solu-zioni armoniche scaturiscono dalla ricerca timbrica, cio dallaccostamento di accor-di per affinit sonora e non per concate-

    FFFFRYDERYKRYDERYKRYDERYKRYDERYK C C C CHOPINHOPINHOPINHOPIN

    Nella storiografia musicale il termine romanticismo comprende un vasto pe-riodo storico che va dal secondo decen-nio alla fine del XIX secolo; esso coinci-de da una parte con il tramonto delle esperienze legate al classicismo vienne-se, dallaltra con l'insieme non unitario dei movimenti che preludono al contrad-dittorio panorama della musica del XX secolo. In un cos lungo periodo im-possibile ridurre ad un minimo comune denominatore la molteplicit degli appor-ti individuali; anzi, proprio nella dichiara-ta esigenza di originalit creativa si rav-visa una delle componenti caratterizzan-ti del movimento romantico. Peculiarit del periodo sono non solo la reazione allestetica musicale del razio-nalismo settecentesco, con la sua enfasi sulla convenzione formale e la sua con-cezione oggettiva degli affetti, ma an-che la mutata funzione sociale del musi-cista, che rifiuta il ruolo subordinato as-segnatogli dalla corte, dalla Chiesa, o dalla moda, per rivendicare la propria autonomia sul piano delle scelte artisti-che e morali. Per fare un solo esempio, risulta perfet-tamente romantico da questo punto di vista latteggiamento di Ludwig van Bee-thoven, che al principe Lichnowsky scrisse: [...] Voi siete quello che siete per accidente di nascita; mentre io sono quello che sono per opera mia. Prncipi ce ne sono tanti, ma c un Beethoven solo!. Questa et delle rivoluzioni fu associa-ta alla partecipazione attiva di artisti ed intellettuali, ora pienamente consapevoli del proprio valore e della possibilit (o dellutopia) di cambiare le cose grazie allarte: in particolare in Francia, scrittori (tra cui Flaubert, Baudelaire, George Sand, Hugo) musicisti (Berlioz) ed i pit-tori impressionisti di fine secolo tentaro-no di scuotere la visione materialistica del periodo. La musica trasse dallestetica romantica una straordinaria carica di rinnovamen-to: rivendicando il ruolo di massima fra le arti, in quanto linguaggio dellinfinito, svilupp il suo elemento pi specifico, suggestivo e renitente al controllo del raziocinio: il timbro. Ci si tradusse in un enorme sviluppo sia delle tecniche stru-mentali solistiche sia del trattamento orchestrale. Di pari passo furono coinvol-ti larmonia, la struttura tonale, il ritmo.

    Sul piano delle forme, le grandi strutture compositive tradizionali (la sinfonia, il concerto, la sonata, il quartetto, il Lied, loratorio, lopera) vennero ripensate ra-dicalmente dando vita a forme nuove, dai cosiddetti pezzi caratteristici (ad esempio il notturno e la barcarola), fre-quenti soprattutto nella letteratura piani-stica, fino ai grandi affreschi del poema sinfonico. Anche se il romanticismo ebbe profonda influenza in tutti i paesi europei (molti dei quali si presentarono ex novo sulla scena mondiale, sulla scia del movimen-to di rivalutazione delle culture naziona-li), innegabile che il movimento roman-tico ebbe nei paesi di cultura franco-germanica i rappresentanti pi prestigio-si: von Weber, Schubert, Berlioz, Men-delssohn, Schumann, Chopin, Liszt, Wagner, Franck, Brahms, Faur, Ciajko-vskij, Bruckner, Mahler, Strauss. Unideale sintesi della concezione ro-mantica della musica nel contesto dellintero panorama delle arti rappre-sentato dal Gesamtkunstwerk (opera darte totale) di Wagner.

    Il Romanticismo in musicaIl Romanticismo in musicaIl Romanticismo in musicaIl Romanticismo in musica

  • nazione funzionale, e dalladozione della scrittura contrappuntistica. Con la melodia fa tuttuno un accompagnamento sempre variato nel ritmo e soprattutto nellarmonia, con modulazioni nuove che anticipano soluzioni di Liszt e di Wagner ed ispireranno Faur, Debussy, Ravel. Come esecutore Chopin si ispira a grandi pianisti come Clementi e Hummel, ma crea anche un nuovo stile ed una propria interpretazione fatta di arpeggi, passaggi che impongono grande estensione della mano, ampi accordi ribattuti, oltre ad un uso personale del pedale e ad una libert ritmica creata dal rubato. La sua opera pianistica pu essere divisa in gruppi di composizioni legate solo al corso della sua fantasia. Le 16 Polacche seguono il flusso di una danza aristocrati-ca e lardore di un fervido amor di patria. Le 59 Mazurche sono vicine ai canti po-polari polacchi. Vette del virtuosismo sono i 27 Studi, mentre nei 21 Notturni la musi-ca perde ogni riferimento esteriore per trasformarsi in interiorit pura. Questopera, insieme ai 26 Preludi, per limmediatezza e lessenzialit della forma rappresenta uno degli apici del romantici-smo europeo. Le 4 Ballate, ispirate dal poeta polacco Mickiewicz, sono lettura strumentale di un genere sino a quel mo-mento legato alla parola cantata. La for-ma sonata, meno adattabile alla fantasia di Chopin, si ritrova nei due Concerti gio-vanili, e in tre Sonate (di cui una detta Funebre per la celebre Marcia che sosti-tuisce lAdagio). Poche le composizioni non pianistiche: 19 Canti polacchi per voce e pianoforte; pez-zi per violoncello e pianoforte, un Trio in sol minore op. 8; un Rondeau in do op. 73 per due pianoforti. A queste opere vanno aggiunti venti Valzer, quattro Improvvisi, quattro Scherzi, il Bolero, la Tarantella, la Fantasia in fa minore, e due capolavori: la Berceuse e la Barcarola.

    Inizi la sua storia sentimentale con Clara Wieck: ostacolato per lungo tempo dal padre di lei, il rapporto si risolse positivamente con il matrimonio, nel 1840. Nel 1843 divenne insegnante di pianoforte al Conservatorio di Lipsia: dopo poco tempo abbandon lincarico per spostarsi prima a Dresda e poi a Dsseldorf, per lavorare come direttore dorchestra. Nel 1847 fond a Dresda il Chorgesangverein (Associazione di canto corale). Nel 1850 divent direttore di musica e dei concerti sinfonici della citt di Dssendorf, carica che avrebbe dovuto lasciare nel 1853 per i primi segni di squilibrio mentale. Soggetto a disturbi nervosi che con il passare del tempo si sarebbero progressivamente aggravati, nel 1854 Robert Schumann tent il suicidio gettandosi nel Reno. Il fatto gli com-port il ricovero nella clinica di salute mentale di Endenich, vicino a Bonn; qui trascorse i suoi ultimi anni, assistito dalla moglie e dagli amici Brahms e Joseph Joachim. Mor il 29 luglio 1856. Schumann compose unopera, 4 Sinfonie, diverse Ouverture per orchestra, concerti per pianoforte, per violino, per violoncello, pezzi corali, pianistici e liederistici. Coltissimo, profondamente legato alla poesia e alle concezioni filosofiche del suo tempo, Schumann subordin spesso la sua ispirazio-ne musicale a un movente letterario. Propu-gnatore dellideale romantico della perfetta corrispondenza tra forma e intuizione fantasti-ca, diede il meglio di s negli innumerevoli brevi pezzi pianistici (Carnaval, Kinderszenen, Kreisleriana, Novellette) e negli oltre 250 Lie-der, tra cui primeggiano i cicli dal titolo Amore e vita di donna (testi di A. von Chamisso) e Amor di poeta (testi di H. Heine).

    Schumann scrisse come accompagna-

    mento al libro per pianoforte Album per

    la Giovent le Regole di vita musicale,

    alcune delle quali sono state riportate

    tra le pagine di questo informatore.

    Robert Alexander Schumann nacque l8 giu-gno 1810 nella citt di Zwickau, in Germania. Pur avendo avuto una vita breve, considera-to da molti come il compositore pi rappre-sentativo della musica romantica e protagoni-sta di unimportante generazione di artisti che comprende maestri come Chopin, Liszt, Wa-gner e Mendelssohn. Schumann si accost giovanissimo alla poesi-a, alla letteratura e alla musica: figlio di un editore, trov in questo ambiente i primi inte-ressi soprattutto leggendo E.T.A. Hoffmann. Visse la tragedia del suicidio della sorella, e dopo la morte del padre concluse gli studi liceali nel 1828 e si trasfer a Lipsia. Frequen-t, senza portarli a termine, gli studi in giuri-sprudenza nelle Universit di Lipsia e di Hei-delberg. Nel frattempo studi pianoforte sotto la guida di Friedrich Wieck, padre della sua futura sposa. Un incidente gli provoc la para-lisi di alcune dita della mano destra: Schu-mann fu costretto ad interrompere la brillante carriera di virtuoso musicista e si dedic e-sclusivamente alla composizione. Nel 1834, appena ventenne, fond la rivista Neue Zeitschrift fuer Musik per la quale scrisse numerosi articoli in veste di critico. La rivista avrebbe fatto la fortuna del giovane Brahms, che sarebbe diventato frequentatore ed amico della famiglia di Schumann.

    RRRROBERTOBERTOBERTOBERT S S S SCHUMANNCHUMANNCHUMANNCHUMANN

  • Domenica 20 giugno La Filarmonica ha proposto per la prima volta un Masterclass (ovvero una

    giornata di studio) per sassofono aperto sia ai nostri bandisti, sia ai musicanti di altre realt

    musicali e dedicato alla cura del suono, ovvero la base per chiunque abbia velleit di usare uno

    strumento musicale. Il corso stato tenuto dal Maestro Massimo Maltese, insegnante di Sax,

    Flauto ed improvvisazione Jazz alla Civica Scuola di Musica di Trezzano sul Naviglio, nonch

    conoscenza di lunga data per alcuni membri de La Filarmonica, che sotto la sua guida hanno

    perfezionato gli studi di musica.

    Per chi non pratico di strumenti a fiato, largomento del corso potr sembrare scontato ed

    adatto solo ai principianti, perch in fondo per far uscire un suono dallo strumento sufficiente

    buttarci dentro dellaria Poi il musicante sar bravo solo se, muovendo le dita velocemen-

    te, sar in grado di eseguire i virtuosismi pi arditi. In realt non c nulla di pi falso, perch un

    musicante che si limitasse a suonare in quel modo sarebbe identico ad un comico che si espri-

    messe in modo piatto e senza

    pause: cos facendo anche la

    migliore barzelletta non sarebbe

    affatto divertente!

    Lapproccio proposto per la cura

    del suono stato a dir poco sor-

    prendente per quasi tutti i parte-

    cipanti; infatti ci aspettavamo di

    suonare fin da subito e a ritmi

    serrati per tutta la giornata, ma

    le cose sono andate in tuttaltro

    modo.

    Come giustamente sottolineato

    da Massimo Maltese, il primo passo per ottenere un buon suono sapere cosa sia effettiva-

    mente buono, dunque necessario allenare lorecchio affinch non si limiti a sentire i suoni,

    ma li ascolti attentamente. La lezione quindi iniziata con una prova audiometrica, cio un test

    che consiste nellascoltare due suoni in rapida successione per stabilire se il secondo sia pi

    acuto o pi grave del primo ovvero, usando un gergo pi tecnico, se cresce o cala. Questo a-

    spetto fondamentale quando si fa musica dassieme perch se due musicisti fanno la stessa

    nota dovrebbero ovviamente produrre lo stesso suono, ma i risultati del test hanno mostrato,

    tra lilarit generale, che la cosa non era poi cos ovvia. Infatti quasi nessuno dei partecipanti

    era abituato a usare le orecchie in questo modo, perci in molti casi eravamo pronti a giurare

    che i due suoni fossero del tutto identici e se uno studente sbagliava, gli altri erano pronti a

    solidarizzare con lui Probabilmente uno degli inizi di lezione pi tragici ed insieme comici che

    io ricordi!

    I progressi non si sono per fatti attendere: procedendo nel test sono infatti aumentate di pari

    passo difficolt (perch la differenza tra i suoni andava via via diminuendo) e attenzione degli

    Masterclass di Sassofono alla FilarmonicaMasterclass di Sassofono alla FilarmonicaMasterclass di Sassofono alla FilarmonicaMasterclass di Sassofono alla Filarmonica studenti, sicch ripetendo lascolto dei primi

    suoni la capacit di coglierne con certezza le

    differenze aumentata nel giro della prima

    mezzora.

    Archiviata questa fase (che ha consentito tra

    laltro di instaurare un clima molto goliardico),

    si passati agli esercizi preliminari, e lo stru-

    mento rimasto di nuovo nella custodia! In-

    fatti se per suonare si soffia con la bocca e

    quindi si usano i muscoli della faccia, in parti-

    colare le labbra, bene scaldare questi mu-

    scoli come farebbe qualunque atleta prima di

    una gara. Di nuovo una cosa ovvia ma,

    come sempre avviene in questi casi, nessu-

    no ci penserebbe se non ci fosse il maestro a

    dirlo. Nel nostro caso specifico il riscalda-

    mento consiste nel fare le facce. Chi fos-

    se entrato in quel momento nella nostra sede

    avrebbe visto una dozzina di persone, Mae-

    stro compreso, fare due cose molto curiose:

    muovere le labbra ritmicamente avanti e in-

    dietro, come se facessero delle flessioni in

    palestra, e fissare intensamente i punti pi

    improbabili della sede, perch se soltanto

    due persone avessero provato a guardarsi in

    faccia con quelle belle espressioni intelligen-

    ti, lo scoppio di risate sarebbe stato inconte-

    nibile!

    Archiviata anche la fase ginnica, si pas-

    sati finalmente allemissione del suono, cos

    abbiamo preso i nostri sax e li abbiamo

    smontati. Infatti, poich le labbra poggiano

    sul bocchino o imboccatura (la parte del sax

    nera e a punta in cui il musicante soffia diret-

    tamente) , pr ima di concent rars i

    sullemissione del suono dallo strumento

    bene capire qual il modo corretto di dispor-

    re le labbra per ottenere leffetto migliore.

    Cos, montata lancia (il pezzetto di legno

    sottile che, vibrando colpito dallaria, produce

    Leonardo Castello ed Emanuele Parma

  • il suono) sul bocchino, il Maestro ci ha fatti

    sfogare: tutti abbiamo cominciato a soffiare

    nel rispettivo bocchino, rassomigliando in

    tutto e per tutto a uno stormo di anatre.

    Dopo il doveroso scoppio di risate, Maltese

    intervenuto spiegandoci cosa fare con

    pochissimi accorgimenti tecnici, e ripeten-

    do lesperimento abbiamo finalmente fatto

    dei suoni! Da l in avanti stato un susse-

    guirsi di affinamenti tecnici: dapprima ab-

    biamo imparato a fare diversi suoni con il

    solo bocchino, poi abbiamo visto come

    prendere bene lo strumento (non basta

    buttarci sopra le mani!). Infine abbiamo

    imparato a gestire laria inspirata per suo-

    nare a lungo e tenendo il giusto ritmo sen-

    za scoppiare.

    A questo punto la lezione stata interrotta

    per il pranzo, che grazie allottima organiz-

    zazione dellevento si potuto svolgere direttamente in sede in un clima da osteria, cementan-

    do ancor di pi lamicizia quasi istintiva creatasi in poco tempo tra allievi e Maestro.

    La lezione ricominciata con unaltra prova audiometrica, con esito decisamente pi positivo,

    poi arrivato il momento del lavoro individuale, in cui il Maestro ha affidato a ciascuno di noi un

    piccolo esercizio per correggere alcuni difetti personali.

    Fatti i nostri compiti, ci siamo ritrovati per la

    parte finale, ripetendo tutto il lavoro fatto nel-

    la giornata per fissare bene i concetti: in que-

    sta fase ci siamo resi conto sia della quantit

    di lavoro fatto nellarco della giornata, sia di

    come in un solo giorno sia migliorato il nostro

    suono. Inoltre abbiamo acquisito una serie di

    tecniche da utilizzare ogni volta che suonia-

    mo: piccoli accorgimenti che consentono

    grandi risultati.

    Nel complesso lesperienza stata giudicata

    molto positivamente da tutti i partecipanti,

    che si sono augurati di potersi ancora ritrova-

    re nella nostra sede per altre iniziative di

    questo genere.

    Emanuele Parma

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    7. Guardatevi dal suonare con tra-scuratezza! Eseguite ogni pezzo con accuratezza, n mai troncatelo a

    met.

    9. Procurate di suonare bene e con espressione i pezzi facili; ci sar assai meglio che eseguire mediocre-mente delle composizioni difficili.

    Il Maestro Maltese durante la lezione

  • Note a San Siro Note a San Siro Note a San Siro Note a San Siro ---- La Filarmonica alla Scala La Filarmonica alla Scala La Filarmonica alla Scala La Filarmonica alla Scala del calciodel calciodel calciodel calcio Sport, tifo e musica, insieme per un calcio migliore. La Fondazione Antonio Carlo Monzino, nata nel 1999 allo scopo di promuovere i valori sociali, formativi e culturali della musica, e F.C. Internazionale presentano MUSICA IN CAMPO, uniniziativa che, a partire da domenica prossima, 3 ottobre, prima dellinizio di ogni partita dellInter giocata allo stadio Meazza di Milano, vedr esibirsi un complesso bandistico della Lombardia. Le bande saranno preventivamente selezionate dallANBIMA - Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome, che sostiene il progetto insieme a F.C. Internazionale e alla Fondazione A.C. Monzino. Lesibizione del complesso bandistico si terr circa 20 minuti prima della partita, accompagnando lentrata in campo dei giocatori, e si concluder con lesecuzione dellinno dellInter. Domenica 3 ottobre, pri-ma di Inter-Juventus, si esibir la Banda Filarmonica di Abbiategrasso. Il progetto MUSICA IN CAMPO, unisce calcio, tifo e musica e nasce con lintento di creare un momento di distensione prima delle partite: uno stimolo, soprattutto per i giovani, a seguire levento sportivo nel giusto clima. Con la convinzione che la pratica musicale, cos come il calcio e lo sport, abbia un grande rilievo sociale per lintero percorso della vita di un giovane, la Fondazione A.C. Monzino crede sia necessario ripartire dalluomo, dalla sua centralit e percorrere con sapienza ed umilt, ma anche con determinazione, un cammino che consenta di porre la formazione culturale fra le priorit cui dedicare grande attenzione. La pratica musicale educa ai valori positivi della vita, antidoto alla violenza, prevenzione al disagio ambientale, favorisce lautostima, inse-gna a misurarsi con gli altri concertando i comportamenti nella squadra, dimensionando cos il proprio ego.

    Dal comunicato del 1 ottobre 2010, ufficio stampa F.C. Internazionale

    I commenti dopo lesibizioneI commenti dopo lesibizioneI commenti dopo lesibizioneI commenti dopo lesibizione Il Presidente Alessandro Bagnaschi: Il

    solo fatto di essere stati chiamati a esibirci

    in un contesto come lo Stadio di San Siro,

    prima di un evento calcisticamente impor-

    tante come la partita che vedeva opposte

    due tra le maggiori squadre italiane ed euro-

    pee, ci riempie di orgoglio e di soddisfazio-

    ne.

    Orgoglio e soddisfazione prima di tutto per il

    serio lavoro svolto da

    anni per raggiungere

    un livello artistico pre-

    stigioso e per la cresci-

    ta costante di tanti gio-

    vani musicisti.

    Ora dovremo concen-

    trarci sempre pi per

    coniugare al meglio la

    ricerca di esperienze

    artisticamente sempre

    pi stimolanti con la

    tradizione e lattac-

    camento alle nostre

    radici che non potremo permetterci di tra-

    scurare per non perdere la nostra vera iden-

    tit.

    Il Maestro Carlo Zappa: stata

    unemozione fortissima, una serata indimen-

    ticabile per La Filarmonica e per tutti coloro

    che ci hanno creduto.

    Un ringraziamento particolare va al Vice

    Maestro Mauro Bianchi per la dedizione che

    lo ha contraddistinto a organizzare questo

    importante evento (e quando ci ricapita di

    suonare davanti a settantamila persone?).

    Un grazie al presidente Bagnaschi che ha

    avallato tale iniziativa, e a tutti gli amici, mu-

    sicanti e non, che hanno sostenuto la Filar-

    monica affinch tutto riuscisse al meglio.

    Un giovane bandista Riccardo Savioli:

    Lesperienza che ho vissuto allo stadio di

    San Siro impossibile da spiegare a parole:

    comunque ci provo.

    stato un misto tra gioia, incredulit, timore

    e orgoglio.

    Quando sono entrato nel campo sacro di

    solo da

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  • San Siro, non ho calpestato le righe (no, scherzo), mi sono sentito pi

    piccolo di una formica e devo dire che ero molto emozionato e in effetti,

    lemozione mi ha spinto a stare pi attento mentre suonavo.

    Siamo stati molto felici per il fatto di aver avuto, prima banda tra tutte,

    questa opportunit, che ha permesso an-

    che ai pi piccolini di partecipare a questo

    evento (facendo avverare un loro sogno:

    suonare per la loro squadra... o almeno

    per quella di alcuni di loro).

    Era anche un mio sogno, e quando mi

    stata comunicata la bella notizia, allinizio

    non ci ho creduto, ma quando ho capito

    che non era uno scherzo, ero felicissimo.

    Settegiorni - 8 ottobre 2010

    DiconoDiconoDiconoDicono di noi di noi di noi di noi

    La Gazzetta Sportiva - 3 ottobre 2010

  • 20081 ABBIATEGRASSO (MI) CORSO G. MATTEOTTI, 21

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    5555aaaa Festa della Birra Festa della Birra Festa della Birra Festa della Birra Per due giorni dellestate appena passata, come ogni anno, la banda Filarmonica ha

    organizzato presso la Cappelletta la divertentissima Festa della Birra.

    In questa occasione i bandisti si trasformano in efficientissimi camerieri e cuochi,

    assicurando agli amici del bandon una piacevole serata. Tra birra, salamelle, wr-

    stel, patatine fritte, ovviamente la seconda protagonista, ma non la meno importan-

    te, non pu essere che la Musica.

    Ma quella presa in considerazione non costituita dalle tradizionali marce o dal re-

    pertorio di qualche concerto passato: chi in quei giorni entra alla Cappelletta sente

    le orecchiabili canzoni suonate da due complessi, ormai fedeli alla Banda: venerd

    16 luglio si esibita infatti la Rufus Band, i cui leader, Stefano e Marina, hanno tra-

    sportato i presenti in un vero viaggio nella storia della musica pop, trasformandosi

    via via in Elvis, Freddie Mercury, Renato Zero, Robbie Williams, Britney Spears,

    Geri Halliwell e, davvero il caso di dirlo, chi pi ne ha pi ne metta.

    Sabato 17 stata poi la volta di un altro gruppo ben noto nel contesto abbiatense,

    ovvero gli FBL, nato diversi anni fa proprio nel contesto della Filarmonica. Del grup-

    po originario rimasto solo Giorgio, ma lenergia e la carica degli ottoni e delle voci

    sono sempre inconfondibili: dai Blues Brothers al Rocky Horror, passando per Zuc-

    chero e Cochi e Renato, il divertimento non certo venuto meno.

    Proprio a questo punto della serata, durante le esibizioni dei gruppi, la gente si

    alza dirigendosi verso il centro della pista per concludere la serata con danze

    (ovviamente i primi ad alzarsi sono sempre i meno vergognosi e timorosi!!) inter-

    rotti da un dissetante boccale di birra!

    Ed ecco un ennesimo esempio a dimostrazione delle belle serate un po particolari e

    diverse che la magnifica Banda di Abbiategrasso propone ai suoi amici!

    Eleonora Bagnaschi

    Festa della melaFesta della melaFesta della melaFesta della mela Gi da parecchi anni (ben diciassette), durante la prima domenica di ottobre tradizione per la

    Filarmonica impegnarsi nella Festa della mela.

    Tutto cominciato sabato 2 ottobre, con la preparazione delle torte e dei sacchetti di mele per

    la vendita. Domenica mattina sono stati allestiti gli stand in piazza Marconi e in piazza San Pie-

    tro, dove sostenitori e passanti hanno potuto acquistare ottime torte e succose mele. Durante

    la mattinata, la banda ha suonato nelle due piazze e per le vie del centro, portando allegria alla

    citt e concludendo, con una visita musicale nel nuovo oratorio San Giovanni Bosco. La vendi-

    ta proseguita anche per tutto il pomeriggio, fino alle 19 circa. Ringraziamo il Sig. Montanara

    per il suo fondamentale contributo e tutti gli amici e sostenitori che hanno aiutato nello smon-

    taggio degli stand, mentre il corpo bandistico era impegnato nel servizio presso lo stadio

    Meazza di Milano.

    Chiara Magistrelli

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    Concerto di San Pietro e Festa di BalonConcerto di San Pietro e Festa di BalonConcerto di San Pietro e Festa di BalonConcerto di San Pietro e Festa di Balon Il 27 giugno abbiamo partecipato alla proces-

    sione che si tenuta in San Pietro. In seguito

    ci siamo tutti radunati in piazza, dove abbiamo

    tenuto il tradizionale concerto. Quando abbia-

    mo terminato di suonare abbiamo per avuto

    una spiacevole sorpresa: qualcuno era entrato

    nella stanza dove noi avevamo lasciato le cu-

    stodie degli strumenti e i nostri effetti personali

    e aveva derubato alcuni bandisti! Nonostante

    avessimo suonato bene, per alcuni musicanti

    la serata non si conclusa nel migliore dei

    modi.

    Qualche giorno dopo la nostra Banda stata

    invitata, come consuetudine, dalla Parrocchia

    di San Pietro a partecipare alla Festa di Ba-

    lon. Questa particolare tradizione venne inau-

    gurata dal signor Augusto Rosetta 33 anni fa e

    da allora viene ripetuta ogni anno, in occasio-

    ne della festivit di San Pietro, la sera del 29

    giugno.

    Al momento del nostro arrivo, accolto da un grande applauso, il piazzale della chiesa era

    affollatissimo e le persone attendevano con impazienza che il Balon, realizzato con cura

    dalle suore, venisse bruciato.

    Ci siamo inquadrati in piazza e abbiamo iniziato a suonare; il parroco don Giuseppe Co-

    lombo allora ha bruciato il grande pallone e la folla ha applaudito entusiasta, dando il via ai

    festeggiamenti e sparpagliandosi tra i vari stand che erano stati allestiti.

    Mentre il Balon bruciava, noi continuavamo a suonare anche se, tra il caos generale, era

    difficile concentrarci

    sulle note.

    In seguito siamo stati

    invitati ad andare in

    oratorio, per mangiare

    il tradizionale buonissi-

    mo risotto e per rinfre-

    scarci con vino o, co-

    me nel caso di noi ra-

    gazzi, semplicemente

    con acqua.

    Serena Pizi

  • un sabato pomeriggio di inizio autunno;

    mi preparo a intervistare una vera e propria

    colonna portante della Filarmonica, Felice

    Locatelli, un giovane musicante di 81 anni

    con oltre 60 anni di militanza alle spalle e

    un presente di impegno costante in banda.

    Arrivo in sede per lintervista con qualche

    minuto di ritardo, interrompendo la lezione

    di clarinetto di Giorgio Magistrelli, che mi

    informa che il mio intervistando gi sul

    posto. Apriamo la porta e lo scopriamo in-

    tento a rileggere il documento del gemel-

    laggio con la Knabenkapelle di Ellwangen,

    redatto in italiano e in tedesco. Ho letto la

    parte di sinistra, ma di quella a destra non

    capisco niente, scherza Felice.

    Cominciamo la nostra chiacchierata parlan-

    do del suo ingresso alla Filarmonica. Sono

    entrato in banda nel 1947, precisamente il

    1 gennaio. Una volta si usava cos: il pri-

    mo dellanno entravano gli allievi, mentre

    adesso ogni momento buono per iniziare.

    Avevo diversi amici che gi suonavano

    nella Filarmonica: Federico Biglieri, il mio

    amico Ambrogio Santagostini Era lanno

    delle celebrazioni per il centenario della

    banda, con il concerto nella scuola elemen-

    tare Umberto I. Lanniversario sarebbe sta-

    to nel 46, ma lorganizzazione andata

    per le lunghe e cos il concerto stato ri-

    mandato al 47.

    Certe cose non cambiano mai: oggi come

    ieri molti di noi si avvicinano alla Filarmoni-

    ca seguendo gli amici che gi si sono avvi-

    cinati alla musica. Per Felice, per, la pas-

    sione per la musica cominciata ancor

    prima, suonando il mandolino: Nel giro di

    quindici giorni sono stato capace di entrare

    in una piccola orchestrina con due fisarmo-

    niche, due violini, la chitarra Insomma,

    un piccolo complessino per andare in giro

    a Natale a suonare la Piva. Siamo stati in

    giro per tutta la notte, e per finire abbiamo

    anche suonato alla prima Messa del giorno

    di Natale del 1946, sulla balaustra

    dellorgano nella chiesa di Castelletto. La

    Messa era verso le 6 del mattino, mi sem-

    bra, perch una volta non si usava celebra-

    re la Messa di mezzanotte. Da l gli amici

    mi hanno proposto di entrare in banda.

    Sono andato dal signor Velini, che era il

    nostro trombone cantabile; stato lui a

    darmi lezioni di solfeggio. Avevo gi avuto

    un altro insegnante in precedenza, prima di

    entrare in banda, ma con quello non capivo

    niente. Col Velini, invece, in sei mesi ho

    bruciato tutto il libro! In altri sei mesi, con

    gli insegnamenti di Guido Mancin il Gior-

    gio Magistrelli dellepoca ho preso in ma-

    no il clarinetto e sono entrato in banda.

    importante avere buoni maestri: se ti spie-

    gano bene e apprendi subito si va avanti,

    se no diventa dura!

    Il discorso cade sulle diverse sedi della

    nostra Filarmonica, che ha peregrinato a

    lungo prima di avere un posto tutto suo

    dove fare musica. Quando ho iniziato io

    eravamo in via Misericordia, davanti al ci-

    nema. Era un bel posto, cera un bel salo-

    ne col parquet, un corridoio che usciva do-

    ve cerano i tavolini per giocare a carte, il

    gioco delle bocce Un circolo ricreativo

    molto bello! Da l ci siamo trasferiti in via

    privata Cocini, di fronte alla stazione, poi

    allACLI di Abbiategrasso e infine

    alloratorio San Gaetano. Adesso final-

    mente abbiamo una sede tutta nostra.

    Piano piano ci siamo arrivati. La nostra

    fortuna sono stati tutti i consiglieri, il Pietro

    Galbiati, ma senza il Pierino Pugno che

    raggranellava non avremmo mai avuto

    questa sede! E poi ha avuto un bel corag-

    gio il signor Galasso, da Presidente, a por-

    tare avanti il progetto. E poi nella fase dei

    lavori il Pierino Volpi, che ha costruito la

    struttura, e il Bianchi, il nostro capomastro.

    Felice stato coinvolto in prima persona

    nel lungo percorso che ha portato alla co-

    struzione della sede e il suo sguardo tra-

    smette lorgoglio per un progetto che ha

    visto crescere passo dopo passo. La sera

    in cui ci hanno assegnato il terreno cero

    anchio in Consiglio Comunale al castello,

    insieme al signor Galasso, a sua moglie e

    ad altri musicanti. Il terreno per era in cat-

    tive condizioni, cera molto lavoro da fare.

    Abbiamo recintato e poi ci abbiamo dato

    dentro! Io sono stato sempre presente, dal

    primo paletto piantato fino allultimo ritoc-

    co.

    Felice mi porta fuori a vedere la Madonnina

    Vita da Banda Vita da Banda Vita da Banda Vita da Banda ---- Intervista a Felice Locatelli Intervista a Felice Locatelli Intervista a Felice Locatelli Intervista a Felice Locatelli

  • nel giardino della sede: Stavamo lavoran-

    do alla sede, venuto il Rocca e mi ha av-

    visato che il don Luigi voleva rimuovere la

    grotta con la Madonnina dalloratorio. Allo-

    ra sono corso dal don e lho portata qui per

    la nostra banda.

    Chiacchierando, ci spostiamo di fronte alle

    fotografie dei Concerti di Novembre degli

    anni 90. sempre stato lappuntamento

    centrale della nostra stagione? No, il Con-

    certo di Novembre c da quando ha preso

    le redini il Pietro Galbiati. Guarda le sceno-

    grafie in queste foto: tutti questi lavori, in

    ognuno di loro c anche la mia mano! Co-

    me quando abbiamo realizzato una stella

    colorata, con tanti bastoncini di plastica,

    per ledizione del 1992.

    Passiamo alle vecchie foto della banda

    degli anni 40 e 50, Felice si riconosce in

    quarta fila durante una sfilata a Lugano,

    per la festa dei fiori, in divisa bianca: A

    quellepoca avevamo la divisa scura inver-

    nale e la divisa bianca estiva, che era bel-

    lissima. Era un panno speciale, una mera-

    viglia. Infatti dicevo: Cun chela divisa ch,

    troeuvi anca la murusa!. Ce nera qualcu-

    na che mi correva dietro, ma io neanche

    per idea! Se avessi le possibilit, comun-

    que, comprerei una divisa bianca per tutta

    la banda Pensa che per andare a Luga-

    no siamo andati via di qui non con i pul-

    lman, che in quel periodo erano dei barac-

    coni, ma coi camion. Eppure si andava gi

    in trasferta... S, abbiamo sempre girato

    molto con la banda. Siamo stati a Lodi, a

    Brescia in piazza della Loggia con il Mae-

    stro Abriani, a SantAlessandro a Bergamo

    Alta, ad Alessandria. Con tutte queste

    esperienze, qual il posto pi bello dove

    hai mai suonato? Forse sul lago, a Lave-

    no, dove siamo andati anche quandero un

    giovanotto.

    Qual il tuo rapporto con la musica al di

    fuori della Filarmonica? Mi sempre pia-

    ciuto fare musica, pi che ascoltarla. An-

    che se adesso mi piace sentire i dischi dei

    nostri concerti, e spesso chiedo a mio figlio

    di mettere su il video del concerto con le

    colonne sonore. Al di l della Filarmonica,

    comunque, quando non si suonava qui

    capitato spesso di aiutare altre bande:

    quella di Magenta, di Albairate, di Rosate

    Ma solo quando non cera niente da fare

    qui! E poi sono andato col Lucini, il Cirielli e

    lAngelo Cattolico con la banda di Como,

    che era un bandone ed era diretta come

    noi dal Maestro Matrella. Abbiamo suonato

    a Fulda, in Germania, e ad Amsterdam. Lui

    mi conosceva e mi aveva chiesto di fare il

    primo clarinetto, ma ho preferito suonare

    da secondo Come solista io non ero ta-

    gliato, avevo paura, ma come trascinatore

    allora s che tiravo tutti!.

    Felice ha suonato il clarinetto per quasi 40

    anni, finch un incidente sul lavoro non lo

    ha costretto a cambiare strumento: Nel

    1984, un anno prima di andare in pensio-

    ne, mi sono fatto male a un dito e ho co-

    minciato a suonare il flicorno contralto. Me

    ne hanno dato uno qui, ma lera un p un

    cadenasc! Allora ne ho comprato uno io;

    allepoca costava un milione e mezzo ed

    erano soldi. Ora che non lo suono pi lho

    regalato alla banda Adesso per diffici-

    le trovare qualcuno che lo suoni: si preferi-

    sce il corno, che ha la stessa partitura ed

    lo strumento pi difficile che c in banda:

    con il corno si possono fare cinque ottave,

    ad essere bravi. Gli chiedo se preferisse il

    clarinetto o il flicorno, e gli occhi gli si illu-

    minano. Il clarinetto il MIO strumento!

    Adesso per, che non riesco pi a suonare

    il flicorno, faccio la ruota di scorta e suono i

    piatti. Ho suonato anche il sestino per un

    paio di stagioni, con il Maestro Margherita,

    il mio primo Maestro. Diceva che avevo un

    buon orecchio e me laveva assegnato,

    perch uno strumento difficile per

    lintonazione, ma poi ho chiesto di tornare

    al mio clarinetto. Comunque limportante

    esserci, finch ce la faccio.

    Felice viene da un anno complicato, con

    qualche problema di salute, ma fortunata-

    mente tornato pi in forma e pi attivo di

    molti musicanti pi giovani. Pensando a

    questi sessantanni e oltre di Filarmonica,

    Un giovanissimo Felice Locatelli - 1977

    Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann

    21. Evitate di contribuire alla diffusione della musica cattiva; cercate anzi di sopprimerla con

    tutte le vostre forze.

    22. Non dovete suonare mai le cattive composizioni, e non state neppure ad ascoltarle, se non siete a ci obbligato.

  • PIAZZA MARCONI, 59

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    LA BOTTEGA della CARNE

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    c qualcosa che non mai cambiato nel

    tempo? La grande passione! La passione

    c sempre perch, anche se ci sono da

    fare dei sacrifici, non mi tiro mai indietro

    per la banda. Che ci sia da suonare, da

    trovare gli sponsor per il nostro giornale o

    da curare la sede. Mia moglie ogni tanto si

    lamenta e mi dice: Tu e la tua banda! Ma

    anche lei, da figlia e moglie di un musican-

    te, sempre stata affezionata alla Filarmo-

    nica Suo padre, Giuseppe Bianchi, ha

    sempre suonato la cornetta, poi passato

    al corno e alla fine suonava i piatti, proprio

    come me adesso. Abbiamo fatto quasi lo

    stesso percorso. Anche ai miei figli Riccar-

    do e Stefano piace la musica, anche se

    non hanno mai suonato.

    Cosa invece cambiato di pi dal 1947 a

    oggi? sempre il solito tran tran: quando

    si ha voglia di suonare si viene qui. Forse

    quello che cambiato di pi il tipo di mu-

    sica: una volta marciando si suonavano

    molte marce sinfoniche che non si suonano

    pi, ed era dura E poi, nei concerti, suo-

    navamo sempre e solo musica immortale,

    la Madama Butterfly, lAida, il Mefistofele.

    Adesso invece si suonano meno classici;

    un peccato, perch la musica dei nostri avi

    era pi complicata, ma con la banda che

    abbiamo adesso saremmo in grado di ese-

    guirla meglio di allora! Oggi gente che suo-

    na bene ce n tanta, mentre nel bandon

    di una volta molti venivano anche per bere

    e mangiare gratis. Suoniamo molti pezzi

    nuovi: quando sono poco conosciuti magari

    trasmettono meno anche se la musica

    bella, ma quando la gente li conosce pro-

    babilmente li gusta di pi, cantano anche

    e chiedono il bis!

    A cura di Andrea Capelli

    ABBIATEGRASSO Via Pavia, 15

    Tel. 02.9466495 - Fax 02.9466500

    MAGENTA Piazza Parmigiani, 10 Tel. 02.97003432

  • El Centenari del BandonEl Centenari del BandonEl Centenari del BandonEl Centenari del Bandon (Il Centenario del Bandone)

    Dallimmenso archivio del signor Gianfranco Rocca abbiamo recuperato la raccolta di poesie composte da Carlo Mereghetti in

    occasione dei festeggiamenti per il primo centenario della Filarmonica (1846-1946). Le pubblichiamo a puntate, in attesa di

    festeggiare i nostri 170 anni, nel 2016.

    Se inizia propri incoeu la grand colltta Per tir su i danee de festeggi El Centenari de la cosidtta

    Banda grossa e mi sont cert che tutt Bi El sugar cent volt el saccocn

    Per celebr el bandon del soo corn.

    Lonor l meritaa e i fest, assee Saran mai, per pag come se dev Tutt i strssi de vialter che sonee

    No per mangi e forsi nanca per bev, Ma per passion di not che, armonizaa,

    Incnten la gent che i n ascoltaa.

    Donca dm man al borsin. Ch el partit L de la msica, che la piaas tant A tucc. Donca nessun alter attrit

    Che quel dona gara nel d abbondant. Se tanti danee che vegnar su

    I fest saran ti che ne vedrm pu.

    Si inizia proprio oggi la grande colletta Per raccogliere i soldi da festeggiare Il Centenario della cosiddetta Banda grossa ed io sono certo che tutta Abbiategrasso prosciugher cento volte il taschino per onorare la Banda del suo cuoricino. Lonore meritato ed i festeggiamenti Non saranno mai abbastanza per onorare come si deve Tutti i sacrifici fatti da voi che suonate Non per mangiare e forse neanche per bere, Ma per passione delle note che, armonizzate, Incantano la gente che le ha ascoltate. Quindi mettiamo mano al borsellino. Perch il partito della musica che piace tanto A tutti. Quindi nessun altro attrito Che quello di una gara nel dare abbondantemente. Se si raccoglieranno tanti soldi Le feste saranno tali che, cos, non ne vedremo pi.

    La Banda Filarmonica nel 1875

    Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann

    30. Non lasciatevi sfuggire loccasione di eseguire della musica assieme ad altre persone, come per esempio in duetti, terzetti, ecc. Questo esercizio render la vostra esecuzione scorrevole e le dar slancio e colorito. Accompagnate pure spesso i cantanti.

  • A DOPPIA BANDAA DOPPIA BANDAA DOPPIA BANDAA DOPPIA BANDA Questanno tocca a primo e terzo clarinetto, Questanno tocca a primo e terzo clarinetto, Questanno tocca a primo e terzo clarinetto, Questanno tocca a primo e terzo clarinetto,

    Nome E - Emanuele Rainoldi. F - Francesco Bellati. Et E - 12 anni. F - 23 anni. Professione E - Studente. F - Operaio. Strumento E - Clarinetto. F - Suono il clarinetto. Marca e tipo E - Buffet & Crampon. F - Buffet & Crampon E10. Altri strumenti suonati E - Suono solamente il flauto dol-ce, a scuola. F - Chitarra classica. Quando vi siete conosciuti? E - Al mio primo giro delle casci-ne, allinizio del 2010. F - Allingresso di Emanuele in Banda. Quando hai iniziato a suonare? E - Due anni fa ho cominciato le

    lezioni di clarinetto. F - Nel 99; infatti sono entrato in banda nel 2001, dopo tre anni che suonavo... quindi ho iniziato a suo-nare nel 98. La tua prima volta in banda? E - Come ho detto prima, al primo giro delle cascine, in primavera. A-vevo gi provato con il mio inse-gnante alcune delle marce che do-vevamo suonare, ma suonare con tutti i componenti della banda era per me una cosa nuova. Mi sono divertito molto, anche se allinizio non riuscivo a suonare tutto, ma gli anziani della banda mi dicevano di suonare le note lunghe; le altre le avrei aggiunte in seguito. Durante la mia prima prova ufficiale

    con il maestro Carlo Zappa, ero a fianco del mio insegnante (tornato III clarinetto, per aiutare i nuovi ban-disti, n.d.r.); ero emozionato e ho suonato poco, perch nei pezzi troppo difficili; guardavo soltanto. Durante il primo concerto a cui ho partecipato, quello del 25 aprile, suonavo insieme ai miei compagni di scuola il flauto dolce, accompa-gnati dalla banda. Mi sono trovato subito bene in Filar-monica, anche perch conoscevo gi Luca Ragona e ho subito fatto amicizia con Riccardo Savioli. F - Ai giri delle cascine del 2001. stato molto emozionante e consi-glierei a tutti i ragazzi di iniziare a suonare, perch eseguendo un pezzo provi diversi sentimenti, ma-gari quelli che ha provato lautore scrivendo il brano, e poich la musi-ca un linguaggio universale, la possono capire tutti. Il tuo maestro? E - Giorgio Magistrelli, un bravo insegnante, a volte paziente. Mi sembrato subito simpatico e ho la-vorato molto bene con lui, infatti mi piacerebbe molto frequentare il con-servatorio. F - Giorgio Magistrelli; stato molto paziente nei miei confronti, perch non studiavo; ma un giorno mi ha detto che se continuavo cos mi lasciava a casa. Da quel mo-mento ho cominciato a studiare di

    Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann

    31. Se tutti volessero suonare la parte di primo violino, non si potrebbe mai mettere insieme unorchestra. Rispettate pertan-to ogni musicista in qualunque posto stia.

  • INTERVISTE DI COPPIAINTERVISTE DI COPPIAINTERVISTE DI COPPIAINTERVISTE DI COPPIA un anziano ed un novellino della bandaun anziano ed un novellino della bandaun anziano ed un novellino della bandaun anziano ed un novellino della banda

    pi: su questo mi ha aiutato tanto. Genere musicale preferito? E - Non ne ho la pi pallida idea. Tutto, penso. F - Tutti, tranne il metal. Cantante? E - Questo proprio non lo so! F - Non so, preferisco i gruppi. Gruppo? E - Mmm...???? F - Tanti, in particolare i Dire Straits. Canzone? E - (luuungo silenzio, n.d.r.) F - Non ho una canzone preferita. Brano preferito suonato in Filar-monica? E - Mi piaciuto molto il pezzo che ho suonato al mio primo sag-gio, il tema dalla sinfonia n40 di Mozart. Suonato tutti insieme, inve-ce, Il fantasma dellOpera. F - Music for a solemnity, di Jan de Haan. Il pi difficile? E - Scherzpolka. F - Non mi ricordo. Quello che vorresti suonare? E - La colonna sonora di Guerre Stellari. F - Quello che volevo suonare lo abbiamo gi suonato: la colonna sonora di Star Wars. Unaltra colon-na sonora che mi piace quella de La maledizione della prima Luna. Un pregio di Carlo Zappa? E - molto simpatico e paziente.

    F - Uno solo? simpatico, socie-vole, riesce a trovare la parte positi-va di ogni persona e la tira fuori. Un difetto di Carlo Zappa? E - (altro lungo silenzio, n.d.r.) Si perde troppo nel parlare... Lho det-to solo perch lho letto nelle altre interviste, altrimenti non saprei cosa dire... F - Un difetto che troppo buo-no. Il che da un lato positivo, ma dallaltro negativo; infatti, anche quando una persona fa un grande sbaglio, lascia correre troppo. Meglio ottoni o legni? E - Anche se suono il clarinetto e mi piacciono molto i legni, ho sem-pre pensato che fossero meglio gli ottoni. F - Legni!

    Che strumento ti piacerebbe suo-nare? E - Quando mi hanno chiesto, do-po il solfeggio, che strumento vole-vo suonare, ho risposto: La trom-ba!. Tuttavia mi piacerebbe suona-re anche il flauto traverso. F - Mi piacerebbe molto suonare larmonica a bocca. Ti piacerebbe diventare I/III clari-netto? E - Mi piacerebbe molto, ma pri-ma devo diventare... 2 clarinetto! F - S, non mi dispiacerebbe tor-nare terzo clarinetto, limportante suonare! Il tuo stato danimo attuale? E - Un po imbarazzato. F - Un po agitato. Felice che sia finita questa inter-vista? E - S. F - S.

    Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann

    32. Amate il vostro strumento, ma non lo considerate con vanit, come unico o come superiore a tutti gli altri. Pensate che ve ne sono degli altri ed ugualmente belli. Pensate anche che ci esisto-no i cantanti, e che ci che vi di pi sublime nella musica viene espresso col coro e collorchestra.

  • NOVEMBRE

    Sabato 20 - 33 Concerto di Novembre

    DICEMBRE

    Domenica 5, 12, 19

    - Giri degli auguri natalizi

    GENNAIO

    Sabato 1 Domenica 2

    - Giri degli auguri natalizi

    Domenica 21 - Inaugurazione nuovo Oratorio S. Giovanni Bosco

    PROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTI

    Notizie in breveNotizie in breveNotizie in breveNotizie in breve FIOCCO AZZURRO La Filarmonica porge le proprie felicitazioni a Marco Garzetti e a Donatella per la na-scita del piccolo Stefano.

    LUTTI La Filarmonica si stringe intorno ad Edoardo Grittini ed alla sua famiglia per la perdita del caro nonno Ottorino. La Filarmonica partecipa al dolore di Nevio Masiero per la scomparsa degli amati ge-nitori.

    Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann

    50. Non trascurate mai di sentire

    delle buone opere.

    60. Le leggi della morale sono

    anche quelle dellarte.

    61. Colla diligenza e colla perse-veranza progredirete sempre in meglio.

    Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann

    35. Fra i vostri compagni pre-diligete sempre quelli che ne

    sanno pi di voi.

    36. Ricreate la severit dei vostri studi musicali colla dili-gente lettura dei buoni poeti. Passeggiate altres spesso allaperto.

    Abbiategrasso - Via V. Alfieri, 1 Tel. 02 94.08.74.42

    Tel./Fax 02 946.29.73 f i larmonica@al ice. i t

    www.bandaf i larmonica. i t

    Testi Eleonora Bagnaschi, Andrea Capelli, Serena Comincini, Chiara Magistrelli, Paola Magnaghi, Emanuele Parma,

    Serena Pizi, Luca Ragona, Riccardo Savioli

    Redazione Gabriella Colombo, Giuseppe Comincini,

    Damiano Lazzarin, Felice Locatelli, Piero Pugno

    LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Informatore musicale del

    C O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C O L A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C A

    New entryNew entryNew entryNew entry Il Concerto di Novembre 2010 vedr per la prima volta nellorganico della Filarmo-nica Emanuele Rainoldi, Andrea Mor e Ivan Milanese. Un caloroso benvenuto!

    AnniversarioAnniversarioAnniversarioAnniversario Congratulazioni a Paola Magnaghi che festeggia i suoi 15 anni in Banda Filarmo-nica.

  • VOLI BLU

    Corso San Martino 63 Corso San Martino 63 Corso San Martino 63 Corso San Martino 63 ---- Abbiategrasso Abbiategrasso Abbiategrasso Abbiategrasso ---- Tel. 02.94963006 Tel. 02.94963006 Tel. 02.94963006 Tel. 02.94963006

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  • LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA

    i giri i giri i giri i giri

    degli auguridegli auguridegli auguridegli auguri

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