Novembre 2010 n. 46
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LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Informatore musicale del
COMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICOCOMPLESSO BANDIST ICO LA F I LARMONICALA F I LARMONICALA F I LARMONICALA F I LARMONICA
Sabato 20 novembre 2010 - ore 21 CONCERTO d i NOVEMBRECONCERTO d i NOVEMBRECONCERTO d i NOVEMBRECONCERTO d i NOVEMBRE
Teatro Fiera - Via Ticino, 72 - Abbiategrasso (MI)
INSIEME CON LA MUSICA, COME ATTO DI CONDIVISIONE
Vivere lesperienza di fare musica altamente appagante, e produce un piacere difficilmente esprimibile con parole, ma farla insieme ad altre persone lo indubbiamente ancora di pi. Perch questo? Non sono n psicologo n sociologo, ma credo che il segreto sia riposto in unespressione coniata in tedesco ed assente nel nostro lessico: zusammen musizieren, cio fare musica insie-me, nel senso di condivisione delle emozioni, del piacere insieme fisico ed intellettuale di fare musica. Nella cultura mitteleuropea, la musica si fa spesso in casa: liberi professionisti, studenti, madri, padri, nonni, figli, amici, che si diletta-no a suonare insieme la musica da camera della grande tradizione. Quindi la musica non soltanto arte e cultura - e questo ovvio - ma anche e soprattutto socialit, nel senso pi pieno del termine. La nostra Banda nella realt cittadina sta svolgendo in maniera stra-ordinaria questa triplice funzione, e i molti giovani che ogni anno si avvicinano alla Banda stanno proprio a testimoniare il piacere di zusammen musizieren.
M Carlo Zappa
Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)Marcia Reale del M G. Gabetti, trascrizione per banda del M A. Vessella (dallarchivio musicale de La Filarmonica)
Novembre 2010 Novembre 2010 Novembre 2010 Novembre 2010 n. 46n. 46n. 46n. 46
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33 Conce r to d i Novembre33 Conce r to d i Novembre33 Conce r to d i Novembre33 Conce r to d i Novembre
Il Presidente della Filarmonica, Alessandro Bagnaschi,
introduce il concerto
Eccoci giunti al consueto appuntamento con il Concerto di
Novembre, da sempre momento importante dellattivit della
Filarmonica sia per quanto riguarda laspetto prettamente
artistico sia per limportanza dellincontro con sostenitori e
simpatizzanti a ulteriore riprova del radicamento della nostra
Associazione nel il territorio e nella citt di Abbiategrasso in
particolare.
Penso di poter affermare che anche questanno il programma
proposto sar allaltezza delle precedenti edizioni, grazie al
prezioso lavoro svolto dal Maestro Carlo Zappa e da tutti i
bandisti nella ricerca prima di brani adatti alloccasione e poi
nel costante lavoro di perfezionamento dellesecuzione di
insieme per migliorare sempre di pi la qualit del prodotto
finale.
Mi piace per sottolineare che appuntamenti come il Concer-
to di Novembre rappresentano il coronamento di un costante
e proficuo lavoro svolto durante tutto lanno nel tentativo di
migliorare sempre limmagine, il profilo artistico e la valenza
sociale dellimpegno dellintera Associazione che si manife-
sta in numerosi ambiti: dalla presenza alle manifestazioni
locali (cortei, processioni, manifestazioni pubbliche...), alla
scuola di musica, alle manifestazioni organizzate ad hoc.
Lapprezzamento e laffetto sempre dimostrati nei nostri con-
fronti ci aiutano a continuare nellattivit stimolandoci a segui-
re con particolare attenzione e affetto la crescita artistica ed
umana dei nostri giovani musicanti nel loro inserimento nelle
file del complesso, con risultati di piena soddisfazione, facen-
doli sentire sempre pi integrati e importanti.
La sempre maggiore presenza di giovani bandisti al fianco di
elementi esperti e di provata capacit ci impone di esplorare
sempre nuovi mbiti che possano aiutarci a crescere sia co-
me gruppo sia come singoli individui, senza peraltro dimenti-
care gli aspetti caratteristici e tradizionali del nostro essere
Complesso Bandistico con il patrimonio di valori derivanti da
questa nostra matrice.
Penso che proprio questa sia la sfida che ci dovr vedere
impegnati nei prossimi anni, nel tentativo di non disperdere
un patrimonio di enorme valore senza perdere di vista la ne-
cessit di adeguarci alle nuove situazioni che si verranno a
determinare per crescere e per migliorare.
Col patrocinio della
Citt di Abbiategrasso
PR IMA PARTEPR IMA PARTEPR IMA PARTEPR IMA PARTE
S ECONDA PARTES ECONDA PARTES ECONDA PARTES ECONDA PARTE
Direttore: CARLO ZAPPA
Ouverture festive Andr Waignein
Montana Fanfare Thomas Doss
The Hungarian Spirit Roland Kernen
The Saint and the city Jacob de Haan
Il Bambino e la guerra Nunzio Ortolano
Fanfare and Hymn for Peace Marco Somadossi
Voce recitante: Stefano Borghi Immagini a cura di Stefano Ramezzana
La Filarmonica ringrazia quanti hanno collaborato alla realizzazione della
33a edizione del Concerto di Novembre
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GUIDA ALLASCOLTO
Ouverture festiveOuverture festiveOuverture festiveOuverture festive Andr WaigneinAndr WaigneinAndr WaigneinAndr Waignein
Una struttura elegante ed una trama ritmica e sonora molto espressiva sono gli elementi principali
di questo pezzo del compositore belga Andr Waignein.
Tre fasi musicali costituiscono questo pezzo: le battute di apertura hanno un carattere molto fe-
stoso; dopo una serie di maestose chiamate degli ottoni, viene introdotto il tema principale, che
campeggia nella parte centrale della composizione con un ampio respiro melodico, fino allAllegro
finale, che unisce ritmo e melodia portandole verso una conclusione maestosa e vivace.
Montana FanfareMontana FanfareMontana FanfareMontana Fanfare Thomas Doss Thomas Doss Thomas Doss Thomas Doss
giusto che un complesso di fiati e percussioni, oltre a misurarsi con trascrizioni di brani dei
grandi del passato, si cimenti anche con pezzi concepiti appositamente per questo tipo di organi-
co. In Montana Fanfare, Thomas Doss ad una passeggiata in montagna nella regione austriaca
del Salzkammergut.
Dominare il paesaggio con lo sguardo e raggiungere una meta, anche ardua, d sensazioni di
esaltazione e di libert, che sono espresse qui dalla fanfara, mentre il tema melodico esprime
limpressione di solidit e di grandezza regalata dalla visione di questi panorami.
Da sempre luomo ha utilizzato la musica come mezzo per comunicare e per esprime-re quello che, con le parole, non era possibi-le trasmettere. Nel corso dei secoli, re e imperatori hanno amato circondarsi di musicisti: per rallegrare cene conviviali, per sottolineare i momenti di trionfo o anche solo per semplice diletto; e anche le persone di stato sociale meno ele-vato hanno trovato modo di fare e ascoltare musica. La musica sempre stata quindi compagna delluomo, e le compagini musicali si sono evolute portando a formazioni sempre pi organizzate e complete. La banda, ad esempio, un tipo di comples-so di formazione piuttosto recente. In Italia trova piena diffusione praticamente solo grazie alle truppe napoleoniche, ognuna delle quali era accompagnata da una banda che ne incitasse le gesta. Parliamo quindi del XIX secolo; i progressi nella produzione degli strumenti musicali e il definirsi dellorganico rendono la banda un complesso estremamente versatile. Le mi-gliorie tecniche e il gran numero di timbri disponibili rendono le bande in Italia lo stru-mento principe di diffusione delle opere liri-che, che vengono adattate alle capacit espressive bandistiche. Lorganico delle bande era in quel momento decisamente differente da quello odierno:
accanto a clarinetti, flauti e trombe si trova-vano strumenti come il serpentone ed il cim-basso. Con parti solistiche di grande effetto, il bom-bardino, la cornetta, il flauto, il clarinetto, diventano il preciso alter ego della voce u-mana nelle arie dopera. Nei paesi, o presso le fasce di popolazione meno abbienti, la banda svolge un ruolo importantissimo: i motivi principali delle ope-re vengono fischiettati da artigiani e giovani spose. Questa situazione in Italia perdura a lungo (per avere uno specchio della situazione, pu essere gradevole la lettura di Almeno il cappello di Andrea Vitali, che narra della costituzione di un Corpo Musicale Cittadino durante il periodo fascista), anche se, nel corso dei decenni, compositori come Giu-seppe Verdi, Amilcare Ponchielli e Pietro Mascagni, oltre a ricoprire il ruolo di Maestro di Banda, si erano cimentati in composizioni dedicate a questo specifico organico. Uno sviluppo nel modo di concepire la com-posizione per banda in Italia si avvia nel corso della seconda met del Novecento, grazie allarrivo di un nuovo repertorio, per merito di alcune case editrici olandesi e a-mericane. La maggior parte dei compositori contemporanei di brani originali per banda proviene infatti da questi due paesi, oltre che dal Belgio e dallItalia.
In paesi come Olanda, Belgio e Stati Uniti la produzione di musica per banda prende da subito la strada della composizione origina-le, dando vita a repertori dallestrema versa-tilit. Gradualmente, lidea di un repertorio pretta-mente bandistico si fatta strada anche in Italia, e le stesse bande cercano un nuovo approccio: non pi esclusivamente marce sinfoniche e trascrizioni, ma anche pezzi originali. Plasmandosi ad immagine della societ, anche il repertorio bandistico diventa mezzo di denuncia e di presa di coscienza della realt, come proposto dalla Filarmonica in questo concerto con il pezzo originale Il Bambino e la guerra. Si fa cos seguito a quei movimenti che, nel corso del 900, han-no portato le arti da semplice strumento di diletto a mezzo per riflettere su temi sempre imminenti e gravi. La banda assume, in questi ultimi decenni, un ruolo nuovo e per certi versi ancora da scoprire: presenza irrinunciabile durante la vita pubblica di ogni paese (possiamo im-maginare una processione senza marce religiose o un corteo del 25 aprile senza lInno di Mameli e Bella ciao?), pu diven-tare punto di ritrovo per persone di ogni et che, amando la musica, desiderano impe-gnarsi ed impegnare il loro tempo per fare musica e portarla tra la gente.
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The Saint and the city The Saint and the city The Saint and the city The Saint and the city Jacob de Haan Jacob de Haan Jacob de Haan Jacob de Haan
Questo lavoro si basa su un mito ben noto nella citt di Zwolle in Olanda: nelle acque circostanti
viveva un drago che regolarmente diffondeva il terrore minacciando di distruggere la citt e obbli-
gando gli abitanti a placarlo tramite sacrifici umani.
La situazione perdur finch un giovane cavaliere, decapitando il mostro con la sua spada, salv
la citt. Da quel momento limmagine dellarcangelo Michele (il cavaliere della leggenda) che
combatte il drago, simbolo dellingiustizia e del male, si diffonde ovunque.
Per questa composizione la melodia dellinno Laudate Dominum stata scelta come tema centra-
le per larcangelo, mentre il drago si riflette in una serie di accordi che suscitano inquietudine. Il
finale, che evoca chiaramente il suono delle campane, riporta ad unatmosfera di pace e liberazione.
Il Bambino e la guerraIl Bambino e la guerraIl Bambino e la guerraIl Bambino e la guerra Nunzio Ortolano Nunzio Ortolano Nunzio Ortolano Nunzio Ortolano
Nunzio Ortolano un compositore contemporaneo ( nato in Sicilia nel 1967) estremamente origi-
nale e versatile. Giunto ormai a 100 composizioni destinate agli organici pi svariati, anche ben
conscio delle potenzialit delle formazioni bandistiche, alle quali ha destinato parte del proprio
repertorio.
Il Bambino e la guerra, esprime attraverso la musica luniverso barbaro della guerra.
Tamburi che rullano, dissonanze che riportano allo stridore delle spade, glissati di tromboni che
evocano aerei di guerra: la musica racconta il conflitto.
In un mondo sconvolto, i primi a subire sono i pi indifesi: tramite gli occhi innocenti di un bambi-
no assistiamo alla devastazione, alla morte. E tramite gli occhi di un bambino, non corrotti dalla
brutalit della guerra, assistiamo alla rinascita: una serie di scale ascendenti, che passano di stru-
mento in strumento su un ritmo di Bolero parlano di vita e di speranza. La musica accompagna e
sottolinea il testo, scritto appositamente da Salvatore Luzio.
Fanfare and Hymn for PeaceFanfare and Hymn for PeaceFanfare and Hymn for PeaceFanfare and Hymn for Peace Marco Somadossi Marco Somadossi Marco Somadossi Marco Somadossi
Commissionata in occasione del XIII Festival Internazionale delle Bande Militari di Modena del
2004, la composizione si articola nella tipica forma musicale di questo genere: introduzione
(fanfara), inno, Adagio, ripresa. Introdotto dallo squillo iniziale, il brano si sviluppa attraverso un
inno marziale e solenne a cui contrapposto un Adagio dal carattere pi intenso e meditativo. Il
brano termina con una ripresa elaborata del tema dellinno.
Si pu parlare in questo caso di musica a sviluppo continuo: dai primi suoni fino alla coda la
struttura cresce poggiandosi sullidea iniziale e arricchendosi di nuovi elementi. Nasce cos una
musica che pu considerarsi un simbolo di forza; una forza che unisce, che si sviluppa e si arric-
chisce di idee diverse: la forza della pace, concetto al quale dedicata questa composizione, con
la quale Marco Somadossi ha vinto il primo premio assoluto al VII concorso internazionale di com-
posizione per banda Pietro Pernice di Canicattini Bagni (SR).
The Hungarian SpiritThe Hungarian SpiritThe Hungarian SpiritThe Hungarian Spirit Roland Kernen Roland Kernen Roland Kernen Roland Kernen
Questo pezzo dal forte sapore ungherese stato scritto dal compositore belga Andr Waignein,
con lo pseudonimo di Roland Kernen.
La sua prima passione musicale, la tromba, lo port a studiare contrappunto e composizione al
conservatorio di Mons.
Come compositore, ha raggiunto fama a livelli internazionali grazie a lavori pedagogici, musica da
camera, musica per orchestra sinfonica o di fiati. A seconda del genere delle sue composizioni,
Waignein, come in questo caso, si nasconde dietro ad uno pseudonimo.
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Sabato 12 giugno nella Basilica di Santa
Maria Nuova si tenuta la 28a edizione
del Concerto di Giugno, con la partecipa-
zione della Scuola Musicale di Milano,
rappresentata dalla pianista Claudia Van-
zini, e del solista di cornamusa Adriano
Sangineto. Questo concerto rappresenta
per me un nuovo debutto, in quanto sta-
to il primo in veste di oboista. Lemozione
era a mille, in quanto, se nei precedenti
concerti, tra le fila dei clarinetti, potevo
celarmi, adesso mi sono ritrovato in pri-
ma fila allattenzione dei presenti. Ma tor-
niamo al concerto, che come tradizione
avrebbe dovuto svolgersi nella cornice del
sontuoso Quadriportico della Basilica ma
che, a causa di un improvviso temporale,
si dovuto tenere allinterno
della chiesa. Grazie ad una
grande coordinazione dei mu-
sicanti, stato possibile tra-
sportare in chiesa in tempi re-
cord le sedie, i leggii e soprat-
tutto gli strumenti, evitando che
si bagnassero e che si rovinas-
sero.
Nonostante il conseguente ri-
tardo, il concerto ha preso il via
di fronte ad un pubblico nume-
rosissimo, che non si fatto
scoraggiare dal tempo. Il con-
certo si aperto con il brano
English Rhapsody, un arran-
giamento del musicista Trevor
Ford, seguito dalla Prima suite
in mi bemolle del compositore
Gustav Holst. Ma il pezzo forte
stato il Concerto di Varsavia
eseguito dalla pianista Claudia
Vanzini insieme alla nostra banda.
Un pezzo davvero molto delicato e di diffi-
cile esecuzione che ha rappresentato per
noi un motivo di orgoglio e allo stesso
tempo ha aggiunto prestigio alla serata.
Dopo una breve pausa, il concerto ripre-
so con un brano tratto dal musical Il fanta-
sma dellOpera scritto dal compositore
Andrew Lloyd Webber. A seguire,
lesecuzione di An Irish Suite, una raccolta
di brani popolari irlandesi, arrangiata
anchessa dal musicista Trevor Ford, am-
mirevole cultore della musica anglosasso-
ne.
Se lesecuzione del Concerto di Varsavia
era la torta, mancava solo la ciliegina a
completare linsieme, e questa stata
IL CONCERTO DI GIUGNOIL CONCERTO DI GIUGNOIL CONCERTO DI GIUGNOIL CONCERTO DI GIUGNO ---- UN EVENTO AFFASCINANTE UN EVENTO AFFASCINANTE UN EVENTO AFFASCINANTE UN EVENTO AFFASCINANTE
lesecuzione del solista Adriano Sangineto
che in maniera memorabile ha suonato,
accompagnato dalla Filarmonica, con la
sua inseparabile cornamusa Highland Ca-
thedral, un brano arrangiato dai musicisti
Michael Korb e Ulrich Roever.
Unimmagine indelebile nella mia mente
quella dellingresso di Adriano Sangineto
in basilica e vedere i volti dei presenti e-
stasiati dalla sorpresa. Questo concerto
verr anche ricordato come il 125 diretto
dal nostro grande direttore Carlo Zappa.
La serata ha lasciato tutti gli spettatori feli-
ci di aver assistito ad un grandioso con-
certo della nostra amata Banda Filarmoni-
ca.
Luca Ragona
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LA CORNAMUSALA CORNAMUSALA CORNAMUSALA CORNAMUSA La cornamusa uno strumento musicale
aerofono a serbatoio (o aerofono a sacco).
Il suonatore riempie daria una sacca di
pelle dalla quale partono tre canne di bor-
done e una canna diteggiabile chiamata
chanter cui affidata la melodia. Le tre
canne ad intonazione fissa usufruiscono di
ance semplici simili a quelle delle Launed-
das (strumento etnico sardo); quella diteg-
giabile, invece, usa unancia doppia, come
quella tipica della famiglia degli oboi.
Nellestesa famiglia delle cornamuse si
contano diverse versioni sviluppatesi nei
secoli in varie aree culturali europee. An-
corch antichissima, la tradizione delle cor-
namuse contemporanee inizia nella forma
che conosciamo attorno al XVII secolo. Le
cornamuse dellEuropa Occidentale si di-
stinguono in due tipi fondamentali:
- ad aria calda (blown pipes);
- ad aria fredda (bellow pipes).
Nelle prime lotre viene alimentato diretta-
mente dal suonatore per insufflaggio
dellaria attraverso un boccaglio (o blowing
stick), mentre nelle seconde il gonfiaggio
avviene mediante un mantice assicurato da
cinghie sotto il gomito destro e azionato dal
movimento del braccio. La pi famosa delle
cornamuse ad aria calda quella scozze-
se, la Great Highland Bagpipe, tuttoggi
impiegata nelle pipe bands che si distingue
per la sua particolare sonorit. Di questa
cornamusa, sempre nella tradizione euro-
pea, esistono diversi tipi:
- la musette de cour (Francia-Bretagna);
- la gaita galiziana e asturiana (Spagna);
- la piva (Italia-Appennino piacentino e par-
mense);
- la musa (Italia-Quattro province);
- il baght (Italia-Valli bergamasche e pro-
vincia di Brescia);
- la zampogna (Italia centro-meridionale),
lo strumento di questo tipo pi diffuso e
suonato;
- la gaida (Penisola balcanica).
La principale cornamusa tra quelle ad aria
fredda pu essere considerata la Uilleann
pipe (Irlanda),
mentre in Scozia
sono alquanto dif-
fuse diverse ver-
sioni di strumenti
denominati Border
pipes, derivati dal-
la Great Highland
Bagpipe: la Small
pipe e le Kitchen
pipes; tra le Border
pipes viene a volte
annoverata la Nor-
thumbrian pipe,
che per risulta pi
simile, sia per struttura che per tecnica e-
secutiva, alla Uilleann irlandese.
Anni fa, ben diecimila suonatori di corna-
musa scozzese provenienti da vari paesi si
riunirono ad Edimburgo per esibirsi tutti
insieme lungo le vie della citt.
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Figlio di un professore francese stabilitosi a Varsavia, Fryderyk Franciszek Chopin (1810-1849) dimostr fin da giovanissimo una grande predisposizione musicale. Studi con W. Zywny e J. Elsner e nel 1817 compose la sua prima polacca, di-venendo rapidamente celebre come piani-sta. Nel 1830 si trasfer a Vienna a causa della situazione politica in patria, ma in Austria non si sentiva certo a casa. Qui fu raggiunto dalle notizie sullavanzata
russa e sullepidemia di colera: quando Varsavia cedette, disperato, compose lo Studio op.10 n.12 noto come La caduta di Varsavia, ricco di impeti drammatici ed appassionati. Nel 1831 si trasfer a Parigi in un ambien-te pi rilassato, dove conobbe grandi arti-sti come Mendelssohn, Liszt, Bellini, De-lacroix (autore di un ritratto del musicista), Heine e molti altri. In Francia la sua fama di pianista crebbe subito nonostante i po-chi concerti pubblici (non amava la folla), che sarebbero bastati per farne apprezza-re lo stile appassionato e malinconico. A Parigi conobbe la scrittrice George Sand; da lei consigliato, si rec nellisola di Maiorca per tentare di riprendersi da uninfluenza degenerata in tubercolosi. Il clima lo aiut, ma lisolamento lo port ad una profonda depressione. Tormentato, compose i Preludi, che hanno strappato parole ammirate e commosse a pi di una penna (Schumann dir che la raccolta gli ricordava rovine e penne daquila). Nel 1848 si rec in Inghilterra dove co-nobbe Dickens e Thackeray; a Londra tenne il suo ultimo concerto a favore dei profughi polacchi e nel gennaio successi-vo torn a Parigi in pessime condizioni fisiche ed in serie difficolt economiche. Assistito dalla sorella Luisa, Fryderyk Chopin mor a Parigi il 17 ottobre 1849. Grandiose furono le onoranze funebri: venne sepolto a Parigi accanto a Bellini e Cherubini; il suo cuore venne portato a Varsavia, nella chiesa di Santa Croce. La posizione di Chopin nella prima met dellOttocento musicale singolare. For-matosi presso maestri tradizionalisti, con-serva del classicismo lattenzione alla for-ma ed il controllo di stile e strutture, ma ne rifiuta le simmetrie obbligate; dal ro-manticismo mutua lo slancio passionale, il soggettivismo introspettivo, il legame con la musica popolare ma, avverso agli ec-cessi, ne respinge gli aspetti visionari e lenfasi melodrammatica. La purezza delle linee melodiche ricorda a volte stilemi dellopera italiana, di Bellini in particolare e, sebbene rifiuti ogni intrusione letteraria nelle composizioni, un aperto uomo di cultura: questo rende la sua opera una delle pi profonde sintesi dello spirito ro-mantico. Elementi innovativi provengono dalla mu-sica popolare che, non pi mero stereoti-po, apporta intervalli caratteristici, nuove armonie e scale, ambiguit tonali. Solu-zioni armoniche scaturiscono dalla ricerca timbrica, cio dallaccostamento di accor-di per affinit sonora e non per concate-
FFFFRYDERYKRYDERYKRYDERYKRYDERYK C C C CHOPINHOPINHOPINHOPIN
Nella storiografia musicale il termine romanticismo comprende un vasto pe-riodo storico che va dal secondo decen-nio alla fine del XIX secolo; esso coinci-de da una parte con il tramonto delle esperienze legate al classicismo vienne-se, dallaltra con l'insieme non unitario dei movimenti che preludono al contrad-dittorio panorama della musica del XX secolo. In un cos lungo periodo im-possibile ridurre ad un minimo comune denominatore la molteplicit degli appor-ti individuali; anzi, proprio nella dichiara-ta esigenza di originalit creativa si rav-visa una delle componenti caratterizzan-ti del movimento romantico. Peculiarit del periodo sono non solo la reazione allestetica musicale del razio-nalismo settecentesco, con la sua enfasi sulla convenzione formale e la sua con-cezione oggettiva degli affetti, ma an-che la mutata funzione sociale del musi-cista, che rifiuta il ruolo subordinato as-segnatogli dalla corte, dalla Chiesa, o dalla moda, per rivendicare la propria autonomia sul piano delle scelte artisti-che e morali. Per fare un solo esempio, risulta perfet-tamente romantico da questo punto di vista latteggiamento di Ludwig van Bee-thoven, che al principe Lichnowsky scrisse: [...] Voi siete quello che siete per accidente di nascita; mentre io sono quello che sono per opera mia. Prncipi ce ne sono tanti, ma c un Beethoven solo!. Questa et delle rivoluzioni fu associa-ta alla partecipazione attiva di artisti ed intellettuali, ora pienamente consapevoli del proprio valore e della possibilit (o dellutopia) di cambiare le cose grazie allarte: in particolare in Francia, scrittori (tra cui Flaubert, Baudelaire, George Sand, Hugo) musicisti (Berlioz) ed i pit-tori impressionisti di fine secolo tentaro-no di scuotere la visione materialistica del periodo. La musica trasse dallestetica romantica una straordinaria carica di rinnovamen-to: rivendicando il ruolo di massima fra le arti, in quanto linguaggio dellinfinito, svilupp il suo elemento pi specifico, suggestivo e renitente al controllo del raziocinio: il timbro. Ci si tradusse in un enorme sviluppo sia delle tecniche stru-mentali solistiche sia del trattamento orchestrale. Di pari passo furono coinvol-ti larmonia, la struttura tonale, il ritmo.
Sul piano delle forme, le grandi strutture compositive tradizionali (la sinfonia, il concerto, la sonata, il quartetto, il Lied, loratorio, lopera) vennero ripensate ra-dicalmente dando vita a forme nuove, dai cosiddetti pezzi caratteristici (ad esempio il notturno e la barcarola), fre-quenti soprattutto nella letteratura piani-stica, fino ai grandi affreschi del poema sinfonico. Anche se il romanticismo ebbe profonda influenza in tutti i paesi europei (molti dei quali si presentarono ex novo sulla scena mondiale, sulla scia del movimen-to di rivalutazione delle culture naziona-li), innegabile che il movimento roman-tico ebbe nei paesi di cultura franco-germanica i rappresentanti pi prestigio-si: von Weber, Schubert, Berlioz, Men-delssohn, Schumann, Chopin, Liszt, Wagner, Franck, Brahms, Faur, Ciajko-vskij, Bruckner, Mahler, Strauss. Unideale sintesi della concezione ro-mantica della musica nel contesto dellintero panorama delle arti rappre-sentato dal Gesamtkunstwerk (opera darte totale) di Wagner.
Il Romanticismo in musicaIl Romanticismo in musicaIl Romanticismo in musicaIl Romanticismo in musica
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nazione funzionale, e dalladozione della scrittura contrappuntistica. Con la melodia fa tuttuno un accompagnamento sempre variato nel ritmo e soprattutto nellarmonia, con modulazioni nuove che anticipano soluzioni di Liszt e di Wagner ed ispireranno Faur, Debussy, Ravel. Come esecutore Chopin si ispira a grandi pianisti come Clementi e Hummel, ma crea anche un nuovo stile ed una propria interpretazione fatta di arpeggi, passaggi che impongono grande estensione della mano, ampi accordi ribattuti, oltre ad un uso personale del pedale e ad una libert ritmica creata dal rubato. La sua opera pianistica pu essere divisa in gruppi di composizioni legate solo al corso della sua fantasia. Le 16 Polacche seguono il flusso di una danza aristocrati-ca e lardore di un fervido amor di patria. Le 59 Mazurche sono vicine ai canti po-polari polacchi. Vette del virtuosismo sono i 27 Studi, mentre nei 21 Notturni la musi-ca perde ogni riferimento esteriore per trasformarsi in interiorit pura. Questopera, insieme ai 26 Preludi, per limmediatezza e lessenzialit della forma rappresenta uno degli apici del romantici-smo europeo. Le 4 Ballate, ispirate dal poeta polacco Mickiewicz, sono lettura strumentale di un genere sino a quel mo-mento legato alla parola cantata. La for-ma sonata, meno adattabile alla fantasia di Chopin, si ritrova nei due Concerti gio-vanili, e in tre Sonate (di cui una detta Funebre per la celebre Marcia che sosti-tuisce lAdagio). Poche le composizioni non pianistiche: 19 Canti polacchi per voce e pianoforte; pez-zi per violoncello e pianoforte, un Trio in sol minore op. 8; un Rondeau in do op. 73 per due pianoforti. A queste opere vanno aggiunti venti Valzer, quattro Improvvisi, quattro Scherzi, il Bolero, la Tarantella, la Fantasia in fa minore, e due capolavori: la Berceuse e la Barcarola.
Inizi la sua storia sentimentale con Clara Wieck: ostacolato per lungo tempo dal padre di lei, il rapporto si risolse positivamente con il matrimonio, nel 1840. Nel 1843 divenne insegnante di pianoforte al Conservatorio di Lipsia: dopo poco tempo abbandon lincarico per spostarsi prima a Dresda e poi a Dsseldorf, per lavorare come direttore dorchestra. Nel 1847 fond a Dresda il Chorgesangverein (Associazione di canto corale). Nel 1850 divent direttore di musica e dei concerti sinfonici della citt di Dssendorf, carica che avrebbe dovuto lasciare nel 1853 per i primi segni di squilibrio mentale. Soggetto a disturbi nervosi che con il passare del tempo si sarebbero progressivamente aggravati, nel 1854 Robert Schumann tent il suicidio gettandosi nel Reno. Il fatto gli com-port il ricovero nella clinica di salute mentale di Endenich, vicino a Bonn; qui trascorse i suoi ultimi anni, assistito dalla moglie e dagli amici Brahms e Joseph Joachim. Mor il 29 luglio 1856. Schumann compose unopera, 4 Sinfonie, diverse Ouverture per orchestra, concerti per pianoforte, per violino, per violoncello, pezzi corali, pianistici e liederistici. Coltissimo, profondamente legato alla poesia e alle concezioni filosofiche del suo tempo, Schumann subordin spesso la sua ispirazio-ne musicale a un movente letterario. Propu-gnatore dellideale romantico della perfetta corrispondenza tra forma e intuizione fantasti-ca, diede il meglio di s negli innumerevoli brevi pezzi pianistici (Carnaval, Kinderszenen, Kreisleriana, Novellette) e negli oltre 250 Lie-der, tra cui primeggiano i cicli dal titolo Amore e vita di donna (testi di A. von Chamisso) e Amor di poeta (testi di H. Heine).
Schumann scrisse come accompagna-
mento al libro per pianoforte Album per
la Giovent le Regole di vita musicale,
alcune delle quali sono state riportate
tra le pagine di questo informatore.
Robert Alexander Schumann nacque l8 giu-gno 1810 nella citt di Zwickau, in Germania. Pur avendo avuto una vita breve, considera-to da molti come il compositore pi rappre-sentativo della musica romantica e protagoni-sta di unimportante generazione di artisti che comprende maestri come Chopin, Liszt, Wa-gner e Mendelssohn. Schumann si accost giovanissimo alla poesi-a, alla letteratura e alla musica: figlio di un editore, trov in questo ambiente i primi inte-ressi soprattutto leggendo E.T.A. Hoffmann. Visse la tragedia del suicidio della sorella, e dopo la morte del padre concluse gli studi liceali nel 1828 e si trasfer a Lipsia. Frequen-t, senza portarli a termine, gli studi in giuri-sprudenza nelle Universit di Lipsia e di Hei-delberg. Nel frattempo studi pianoforte sotto la guida di Friedrich Wieck, padre della sua futura sposa. Un incidente gli provoc la para-lisi di alcune dita della mano destra: Schu-mann fu costretto ad interrompere la brillante carriera di virtuoso musicista e si dedic e-sclusivamente alla composizione. Nel 1834, appena ventenne, fond la rivista Neue Zeitschrift fuer Musik per la quale scrisse numerosi articoli in veste di critico. La rivista avrebbe fatto la fortuna del giovane Brahms, che sarebbe diventato frequentatore ed amico della famiglia di Schumann.
RRRROBERTOBERTOBERTOBERT S S S SCHUMANNCHUMANNCHUMANNCHUMANN
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Domenica 20 giugno La Filarmonica ha proposto per la prima volta un Masterclass (ovvero una
giornata di studio) per sassofono aperto sia ai nostri bandisti, sia ai musicanti di altre realt
musicali e dedicato alla cura del suono, ovvero la base per chiunque abbia velleit di usare uno
strumento musicale. Il corso stato tenuto dal Maestro Massimo Maltese, insegnante di Sax,
Flauto ed improvvisazione Jazz alla Civica Scuola di Musica di Trezzano sul Naviglio, nonch
conoscenza di lunga data per alcuni membri de La Filarmonica, che sotto la sua guida hanno
perfezionato gli studi di musica.
Per chi non pratico di strumenti a fiato, largomento del corso potr sembrare scontato ed
adatto solo ai principianti, perch in fondo per far uscire un suono dallo strumento sufficiente
buttarci dentro dellaria Poi il musicante sar bravo solo se, muovendo le dita velocemen-
te, sar in grado di eseguire i virtuosismi pi arditi. In realt non c nulla di pi falso, perch un
musicante che si limitasse a suonare in quel modo sarebbe identico ad un comico che si espri-
messe in modo piatto e senza
pause: cos facendo anche la
migliore barzelletta non sarebbe
affatto divertente!
Lapproccio proposto per la cura
del suono stato a dir poco sor-
prendente per quasi tutti i parte-
cipanti; infatti ci aspettavamo di
suonare fin da subito e a ritmi
serrati per tutta la giornata, ma
le cose sono andate in tuttaltro
modo.
Come giustamente sottolineato
da Massimo Maltese, il primo passo per ottenere un buon suono sapere cosa sia effettiva-
mente buono, dunque necessario allenare lorecchio affinch non si limiti a sentire i suoni,
ma li ascolti attentamente. La lezione quindi iniziata con una prova audiometrica, cio un test
che consiste nellascoltare due suoni in rapida successione per stabilire se il secondo sia pi
acuto o pi grave del primo ovvero, usando un gergo pi tecnico, se cresce o cala. Questo a-
spetto fondamentale quando si fa musica dassieme perch se due musicisti fanno la stessa
nota dovrebbero ovviamente produrre lo stesso suono, ma i risultati del test hanno mostrato,
tra lilarit generale, che la cosa non era poi cos ovvia. Infatti quasi nessuno dei partecipanti
era abituato a usare le orecchie in questo modo, perci in molti casi eravamo pronti a giurare
che i due suoni fossero del tutto identici e se uno studente sbagliava, gli altri erano pronti a
solidarizzare con lui Probabilmente uno degli inizi di lezione pi tragici ed insieme comici che
io ricordi!
I progressi non si sono per fatti attendere: procedendo nel test sono infatti aumentate di pari
passo difficolt (perch la differenza tra i suoni andava via via diminuendo) e attenzione degli
Masterclass di Sassofono alla FilarmonicaMasterclass di Sassofono alla FilarmonicaMasterclass di Sassofono alla FilarmonicaMasterclass di Sassofono alla Filarmonica studenti, sicch ripetendo lascolto dei primi
suoni la capacit di coglierne con certezza le
differenze aumentata nel giro della prima
mezzora.
Archiviata questa fase (che ha consentito tra
laltro di instaurare un clima molto goliardico),
si passati agli esercizi preliminari, e lo stru-
mento rimasto di nuovo nella custodia! In-
fatti se per suonare si soffia con la bocca e
quindi si usano i muscoli della faccia, in parti-
colare le labbra, bene scaldare questi mu-
scoli come farebbe qualunque atleta prima di
una gara. Di nuovo una cosa ovvia ma,
come sempre avviene in questi casi, nessu-
no ci penserebbe se non ci fosse il maestro a
dirlo. Nel nostro caso specifico il riscalda-
mento consiste nel fare le facce. Chi fos-
se entrato in quel momento nella nostra sede
avrebbe visto una dozzina di persone, Mae-
stro compreso, fare due cose molto curiose:
muovere le labbra ritmicamente avanti e in-
dietro, come se facessero delle flessioni in
palestra, e fissare intensamente i punti pi
improbabili della sede, perch se soltanto
due persone avessero provato a guardarsi in
faccia con quelle belle espressioni intelligen-
ti, lo scoppio di risate sarebbe stato inconte-
nibile!
Archiviata anche la fase ginnica, si pas-
sati finalmente allemissione del suono, cos
abbiamo preso i nostri sax e li abbiamo
smontati. Infatti, poich le labbra poggiano
sul bocchino o imboccatura (la parte del sax
nera e a punta in cui il musicante soffia diret-
tamente) , pr ima di concent rars i
sullemissione del suono dallo strumento
bene capire qual il modo corretto di dispor-
re le labbra per ottenere leffetto migliore.
Cos, montata lancia (il pezzetto di legno
sottile che, vibrando colpito dallaria, produce
Leonardo Castello ed Emanuele Parma
-
il suono) sul bocchino, il Maestro ci ha fatti
sfogare: tutti abbiamo cominciato a soffiare
nel rispettivo bocchino, rassomigliando in
tutto e per tutto a uno stormo di anatre.
Dopo il doveroso scoppio di risate, Maltese
intervenuto spiegandoci cosa fare con
pochissimi accorgimenti tecnici, e ripeten-
do lesperimento abbiamo finalmente fatto
dei suoni! Da l in avanti stato un susse-
guirsi di affinamenti tecnici: dapprima ab-
biamo imparato a fare diversi suoni con il
solo bocchino, poi abbiamo visto come
prendere bene lo strumento (non basta
buttarci sopra le mani!). Infine abbiamo
imparato a gestire laria inspirata per suo-
nare a lungo e tenendo il giusto ritmo sen-
za scoppiare.
A questo punto la lezione stata interrotta
per il pranzo, che grazie allottima organiz-
zazione dellevento si potuto svolgere direttamente in sede in un clima da osteria, cementan-
do ancor di pi lamicizia quasi istintiva creatasi in poco tempo tra allievi e Maestro.
La lezione ricominciata con unaltra prova audiometrica, con esito decisamente pi positivo,
poi arrivato il momento del lavoro individuale, in cui il Maestro ha affidato a ciascuno di noi un
piccolo esercizio per correggere alcuni difetti personali.
Fatti i nostri compiti, ci siamo ritrovati per la
parte finale, ripetendo tutto il lavoro fatto nel-
la giornata per fissare bene i concetti: in que-
sta fase ci siamo resi conto sia della quantit
di lavoro fatto nellarco della giornata, sia di
come in un solo giorno sia migliorato il nostro
suono. Inoltre abbiamo acquisito una serie di
tecniche da utilizzare ogni volta che suonia-
mo: piccoli accorgimenti che consentono
grandi risultati.
Nel complesso lesperienza stata giudicata
molto positivamente da tutti i partecipanti,
che si sono augurati di potersi ancora ritrova-
re nella nostra sede per altre iniziative di
questo genere.
Emanuele Parma
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Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
7. Guardatevi dal suonare con tra-scuratezza! Eseguite ogni pezzo con accuratezza, n mai troncatelo a
met.
9. Procurate di suonare bene e con espressione i pezzi facili; ci sar assai meglio che eseguire mediocre-mente delle composizioni difficili.
Il Maestro Maltese durante la lezione
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Note a San Siro Note a San Siro Note a San Siro Note a San Siro ---- La Filarmonica alla Scala La Filarmonica alla Scala La Filarmonica alla Scala La Filarmonica alla Scala del calciodel calciodel calciodel calcio Sport, tifo e musica, insieme per un calcio migliore. La Fondazione Antonio Carlo Monzino, nata nel 1999 allo scopo di promuovere i valori sociali, formativi e culturali della musica, e F.C. Internazionale presentano MUSICA IN CAMPO, uniniziativa che, a partire da domenica prossima, 3 ottobre, prima dellinizio di ogni partita dellInter giocata allo stadio Meazza di Milano, vedr esibirsi un complesso bandistico della Lombardia. Le bande saranno preventivamente selezionate dallANBIMA - Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome, che sostiene il progetto insieme a F.C. Internazionale e alla Fondazione A.C. Monzino. Lesibizione del complesso bandistico si terr circa 20 minuti prima della partita, accompagnando lentrata in campo dei giocatori, e si concluder con lesecuzione dellinno dellInter. Domenica 3 ottobre, pri-ma di Inter-Juventus, si esibir la Banda Filarmonica di Abbiategrasso. Il progetto MUSICA IN CAMPO, unisce calcio, tifo e musica e nasce con lintento di creare un momento di distensione prima delle partite: uno stimolo, soprattutto per i giovani, a seguire levento sportivo nel giusto clima. Con la convinzione che la pratica musicale, cos come il calcio e lo sport, abbia un grande rilievo sociale per lintero percorso della vita di un giovane, la Fondazione A.C. Monzino crede sia necessario ripartire dalluomo, dalla sua centralit e percorrere con sapienza ed umilt, ma anche con determinazione, un cammino che consenta di porre la formazione culturale fra le priorit cui dedicare grande attenzione. La pratica musicale educa ai valori positivi della vita, antidoto alla violenza, prevenzione al disagio ambientale, favorisce lautostima, inse-gna a misurarsi con gli altri concertando i comportamenti nella squadra, dimensionando cos il proprio ego.
Dal comunicato del 1 ottobre 2010, ufficio stampa F.C. Internazionale
I commenti dopo lesibizioneI commenti dopo lesibizioneI commenti dopo lesibizioneI commenti dopo lesibizione Il Presidente Alessandro Bagnaschi: Il
solo fatto di essere stati chiamati a esibirci
in un contesto come lo Stadio di San Siro,
prima di un evento calcisticamente impor-
tante come la partita che vedeva opposte
due tra le maggiori squadre italiane ed euro-
pee, ci riempie di orgoglio e di soddisfazio-
ne.
Orgoglio e soddisfazione prima di tutto per il
serio lavoro svolto da
anni per raggiungere
un livello artistico pre-
stigioso e per la cresci-
ta costante di tanti gio-
vani musicisti.
Ora dovremo concen-
trarci sempre pi per
coniugare al meglio la
ricerca di esperienze
artisticamente sempre
pi stimolanti con la
tradizione e lattac-
camento alle nostre
radici che non potremo permetterci di tra-
scurare per non perdere la nostra vera iden-
tit.
Il Maestro Carlo Zappa: stata
unemozione fortissima, una serata indimen-
ticabile per La Filarmonica e per tutti coloro
che ci hanno creduto.
Un ringraziamento particolare va al Vice
Maestro Mauro Bianchi per la dedizione che
lo ha contraddistinto a organizzare questo
importante evento (e quando ci ricapita di
suonare davanti a settantamila persone?).
Un grazie al presidente Bagnaschi che ha
avallato tale iniziativa, e a tutti gli amici, mu-
sicanti e non, che hanno sostenuto la Filar-
monica affinch tutto riuscisse al meglio.
Un giovane bandista Riccardo Savioli:
Lesperienza che ho vissuto allo stadio di
San Siro impossibile da spiegare a parole:
comunque ci provo.
stato un misto tra gioia, incredulit, timore
e orgoglio.
Quando sono entrato nel campo sacro di
solo da
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San Siro, non ho calpestato le righe (no, scherzo), mi sono sentito pi
piccolo di una formica e devo dire che ero molto emozionato e in effetti,
lemozione mi ha spinto a stare pi attento mentre suonavo.
Siamo stati molto felici per il fatto di aver avuto, prima banda tra tutte,
questa opportunit, che ha permesso an-
che ai pi piccolini di partecipare a questo
evento (facendo avverare un loro sogno:
suonare per la loro squadra... o almeno
per quella di alcuni di loro).
Era anche un mio sogno, e quando mi
stata comunicata la bella notizia, allinizio
non ci ho creduto, ma quando ho capito
che non era uno scherzo, ero felicissimo.
Settegiorni - 8 ottobre 2010
DiconoDiconoDiconoDicono di noi di noi di noi di noi
La Gazzetta Sportiva - 3 ottobre 2010
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5555aaaa Festa della Birra Festa della Birra Festa della Birra Festa della Birra Per due giorni dellestate appena passata, come ogni anno, la banda Filarmonica ha
organizzato presso la Cappelletta la divertentissima Festa della Birra.
In questa occasione i bandisti si trasformano in efficientissimi camerieri e cuochi,
assicurando agli amici del bandon una piacevole serata. Tra birra, salamelle, wr-
stel, patatine fritte, ovviamente la seconda protagonista, ma non la meno importan-
te, non pu essere che la Musica.
Ma quella presa in considerazione non costituita dalle tradizionali marce o dal re-
pertorio di qualche concerto passato: chi in quei giorni entra alla Cappelletta sente
le orecchiabili canzoni suonate da due complessi, ormai fedeli alla Banda: venerd
16 luglio si esibita infatti la Rufus Band, i cui leader, Stefano e Marina, hanno tra-
sportato i presenti in un vero viaggio nella storia della musica pop, trasformandosi
via via in Elvis, Freddie Mercury, Renato Zero, Robbie Williams, Britney Spears,
Geri Halliwell e, davvero il caso di dirlo, chi pi ne ha pi ne metta.
Sabato 17 stata poi la volta di un altro gruppo ben noto nel contesto abbiatense,
ovvero gli FBL, nato diversi anni fa proprio nel contesto della Filarmonica. Del grup-
po originario rimasto solo Giorgio, ma lenergia e la carica degli ottoni e delle voci
sono sempre inconfondibili: dai Blues Brothers al Rocky Horror, passando per Zuc-
chero e Cochi e Renato, il divertimento non certo venuto meno.
Proprio a questo punto della serata, durante le esibizioni dei gruppi, la gente si
alza dirigendosi verso il centro della pista per concludere la serata con danze
(ovviamente i primi ad alzarsi sono sempre i meno vergognosi e timorosi!!) inter-
rotti da un dissetante boccale di birra!
Ed ecco un ennesimo esempio a dimostrazione delle belle serate un po particolari e
diverse che la magnifica Banda di Abbiategrasso propone ai suoi amici!
Eleonora Bagnaschi
Festa della melaFesta della melaFesta della melaFesta della mela Gi da parecchi anni (ben diciassette), durante la prima domenica di ottobre tradizione per la
Filarmonica impegnarsi nella Festa della mela.
Tutto cominciato sabato 2 ottobre, con la preparazione delle torte e dei sacchetti di mele per
la vendita. Domenica mattina sono stati allestiti gli stand in piazza Marconi e in piazza San Pie-
tro, dove sostenitori e passanti hanno potuto acquistare ottime torte e succose mele. Durante
la mattinata, la banda ha suonato nelle due piazze e per le vie del centro, portando allegria alla
citt e concludendo, con una visita musicale nel nuovo oratorio San Giovanni Bosco. La vendi-
ta proseguita anche per tutto il pomeriggio, fino alle 19 circa. Ringraziamo il Sig. Montanara
per il suo fondamentale contributo e tutti gli amici e sostenitori che hanno aiutato nello smon-
taggio degli stand, mentre il corpo bandistico era impegnato nel servizio presso lo stadio
Meazza di Milano.
Chiara Magistrelli
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Concerto di San Pietro e Festa di BalonConcerto di San Pietro e Festa di BalonConcerto di San Pietro e Festa di BalonConcerto di San Pietro e Festa di Balon Il 27 giugno abbiamo partecipato alla proces-
sione che si tenuta in San Pietro. In seguito
ci siamo tutti radunati in piazza, dove abbiamo
tenuto il tradizionale concerto. Quando abbia-
mo terminato di suonare abbiamo per avuto
una spiacevole sorpresa: qualcuno era entrato
nella stanza dove noi avevamo lasciato le cu-
stodie degli strumenti e i nostri effetti personali
e aveva derubato alcuni bandisti! Nonostante
avessimo suonato bene, per alcuni musicanti
la serata non si conclusa nel migliore dei
modi.
Qualche giorno dopo la nostra Banda stata
invitata, come consuetudine, dalla Parrocchia
di San Pietro a partecipare alla Festa di Ba-
lon. Questa particolare tradizione venne inau-
gurata dal signor Augusto Rosetta 33 anni fa e
da allora viene ripetuta ogni anno, in occasio-
ne della festivit di San Pietro, la sera del 29
giugno.
Al momento del nostro arrivo, accolto da un grande applauso, il piazzale della chiesa era
affollatissimo e le persone attendevano con impazienza che il Balon, realizzato con cura
dalle suore, venisse bruciato.
Ci siamo inquadrati in piazza e abbiamo iniziato a suonare; il parroco don Giuseppe Co-
lombo allora ha bruciato il grande pallone e la folla ha applaudito entusiasta, dando il via ai
festeggiamenti e sparpagliandosi tra i vari stand che erano stati allestiti.
Mentre il Balon bruciava, noi continuavamo a suonare anche se, tra il caos generale, era
difficile concentrarci
sulle note.
In seguito siamo stati
invitati ad andare in
oratorio, per mangiare
il tradizionale buonissi-
mo risotto e per rinfre-
scarci con vino o, co-
me nel caso di noi ra-
gazzi, semplicemente
con acqua.
Serena Pizi
-
un sabato pomeriggio di inizio autunno;
mi preparo a intervistare una vera e propria
colonna portante della Filarmonica, Felice
Locatelli, un giovane musicante di 81 anni
con oltre 60 anni di militanza alle spalle e
un presente di impegno costante in banda.
Arrivo in sede per lintervista con qualche
minuto di ritardo, interrompendo la lezione
di clarinetto di Giorgio Magistrelli, che mi
informa che il mio intervistando gi sul
posto. Apriamo la porta e lo scopriamo in-
tento a rileggere il documento del gemel-
laggio con la Knabenkapelle di Ellwangen,
redatto in italiano e in tedesco. Ho letto la
parte di sinistra, ma di quella a destra non
capisco niente, scherza Felice.
Cominciamo la nostra chiacchierata parlan-
do del suo ingresso alla Filarmonica. Sono
entrato in banda nel 1947, precisamente il
1 gennaio. Una volta si usava cos: il pri-
mo dellanno entravano gli allievi, mentre
adesso ogni momento buono per iniziare.
Avevo diversi amici che gi suonavano
nella Filarmonica: Federico Biglieri, il mio
amico Ambrogio Santagostini Era lanno
delle celebrazioni per il centenario della
banda, con il concerto nella scuola elemen-
tare Umberto I. Lanniversario sarebbe sta-
to nel 46, ma lorganizzazione andata
per le lunghe e cos il concerto stato ri-
mandato al 47.
Certe cose non cambiano mai: oggi come
ieri molti di noi si avvicinano alla Filarmoni-
ca seguendo gli amici che gi si sono avvi-
cinati alla musica. Per Felice, per, la pas-
sione per la musica cominciata ancor
prima, suonando il mandolino: Nel giro di
quindici giorni sono stato capace di entrare
in una piccola orchestrina con due fisarmo-
niche, due violini, la chitarra Insomma,
un piccolo complessino per andare in giro
a Natale a suonare la Piva. Siamo stati in
giro per tutta la notte, e per finire abbiamo
anche suonato alla prima Messa del giorno
di Natale del 1946, sulla balaustra
dellorgano nella chiesa di Castelletto. La
Messa era verso le 6 del mattino, mi sem-
bra, perch una volta non si usava celebra-
re la Messa di mezzanotte. Da l gli amici
mi hanno proposto di entrare in banda.
Sono andato dal signor Velini, che era il
nostro trombone cantabile; stato lui a
darmi lezioni di solfeggio. Avevo gi avuto
un altro insegnante in precedenza, prima di
entrare in banda, ma con quello non capivo
niente. Col Velini, invece, in sei mesi ho
bruciato tutto il libro! In altri sei mesi, con
gli insegnamenti di Guido Mancin il Gior-
gio Magistrelli dellepoca ho preso in ma-
no il clarinetto e sono entrato in banda.
importante avere buoni maestri: se ti spie-
gano bene e apprendi subito si va avanti,
se no diventa dura!
Il discorso cade sulle diverse sedi della
nostra Filarmonica, che ha peregrinato a
lungo prima di avere un posto tutto suo
dove fare musica. Quando ho iniziato io
eravamo in via Misericordia, davanti al ci-
nema. Era un bel posto, cera un bel salo-
ne col parquet, un corridoio che usciva do-
ve cerano i tavolini per giocare a carte, il
gioco delle bocce Un circolo ricreativo
molto bello! Da l ci siamo trasferiti in via
privata Cocini, di fronte alla stazione, poi
allACLI di Abbiategrasso e infine
alloratorio San Gaetano. Adesso final-
mente abbiamo una sede tutta nostra.
Piano piano ci siamo arrivati. La nostra
fortuna sono stati tutti i consiglieri, il Pietro
Galbiati, ma senza il Pierino Pugno che
raggranellava non avremmo mai avuto
questa sede! E poi ha avuto un bel corag-
gio il signor Galasso, da Presidente, a por-
tare avanti il progetto. E poi nella fase dei
lavori il Pierino Volpi, che ha costruito la
struttura, e il Bianchi, il nostro capomastro.
Felice stato coinvolto in prima persona
nel lungo percorso che ha portato alla co-
struzione della sede e il suo sguardo tra-
smette lorgoglio per un progetto che ha
visto crescere passo dopo passo. La sera
in cui ci hanno assegnato il terreno cero
anchio in Consiglio Comunale al castello,
insieme al signor Galasso, a sua moglie e
ad altri musicanti. Il terreno per era in cat-
tive condizioni, cera molto lavoro da fare.
Abbiamo recintato e poi ci abbiamo dato
dentro! Io sono stato sempre presente, dal
primo paletto piantato fino allultimo ritoc-
co.
Felice mi porta fuori a vedere la Madonnina
Vita da Banda Vita da Banda Vita da Banda Vita da Banda ---- Intervista a Felice Locatelli Intervista a Felice Locatelli Intervista a Felice Locatelli Intervista a Felice Locatelli
-
nel giardino della sede: Stavamo lavoran-
do alla sede, venuto il Rocca e mi ha av-
visato che il don Luigi voleva rimuovere la
grotta con la Madonnina dalloratorio. Allo-
ra sono corso dal don e lho portata qui per
la nostra banda.
Chiacchierando, ci spostiamo di fronte alle
fotografie dei Concerti di Novembre degli
anni 90. sempre stato lappuntamento
centrale della nostra stagione? No, il Con-
certo di Novembre c da quando ha preso
le redini il Pietro Galbiati. Guarda le sceno-
grafie in queste foto: tutti questi lavori, in
ognuno di loro c anche la mia mano! Co-
me quando abbiamo realizzato una stella
colorata, con tanti bastoncini di plastica,
per ledizione del 1992.
Passiamo alle vecchie foto della banda
degli anni 40 e 50, Felice si riconosce in
quarta fila durante una sfilata a Lugano,
per la festa dei fiori, in divisa bianca: A
quellepoca avevamo la divisa scura inver-
nale e la divisa bianca estiva, che era bel-
lissima. Era un panno speciale, una mera-
viglia. Infatti dicevo: Cun chela divisa ch,
troeuvi anca la murusa!. Ce nera qualcu-
na che mi correva dietro, ma io neanche
per idea! Se avessi le possibilit, comun-
que, comprerei una divisa bianca per tutta
la banda Pensa che per andare a Luga-
no siamo andati via di qui non con i pul-
lman, che in quel periodo erano dei barac-
coni, ma coi camion. Eppure si andava gi
in trasferta... S, abbiamo sempre girato
molto con la banda. Siamo stati a Lodi, a
Brescia in piazza della Loggia con il Mae-
stro Abriani, a SantAlessandro a Bergamo
Alta, ad Alessandria. Con tutte queste
esperienze, qual il posto pi bello dove
hai mai suonato? Forse sul lago, a Lave-
no, dove siamo andati anche quandero un
giovanotto.
Qual il tuo rapporto con la musica al di
fuori della Filarmonica? Mi sempre pia-
ciuto fare musica, pi che ascoltarla. An-
che se adesso mi piace sentire i dischi dei
nostri concerti, e spesso chiedo a mio figlio
di mettere su il video del concerto con le
colonne sonore. Al di l della Filarmonica,
comunque, quando non si suonava qui
capitato spesso di aiutare altre bande:
quella di Magenta, di Albairate, di Rosate
Ma solo quando non cera niente da fare
qui! E poi sono andato col Lucini, il Cirielli e
lAngelo Cattolico con la banda di Como,
che era un bandone ed era diretta come
noi dal Maestro Matrella. Abbiamo suonato
a Fulda, in Germania, e ad Amsterdam. Lui
mi conosceva e mi aveva chiesto di fare il
primo clarinetto, ma ho preferito suonare
da secondo Come solista io non ero ta-
gliato, avevo paura, ma come trascinatore
allora s che tiravo tutti!.
Felice ha suonato il clarinetto per quasi 40
anni, finch un incidente sul lavoro non lo
ha costretto a cambiare strumento: Nel
1984, un anno prima di andare in pensio-
ne, mi sono fatto male a un dito e ho co-
minciato a suonare il flicorno contralto. Me
ne hanno dato uno qui, ma lera un p un
cadenasc! Allora ne ho comprato uno io;
allepoca costava un milione e mezzo ed
erano soldi. Ora che non lo suono pi lho
regalato alla banda Adesso per diffici-
le trovare qualcuno che lo suoni: si preferi-
sce il corno, che ha la stessa partitura ed
lo strumento pi difficile che c in banda:
con il corno si possono fare cinque ottave,
ad essere bravi. Gli chiedo se preferisse il
clarinetto o il flicorno, e gli occhi gli si illu-
minano. Il clarinetto il MIO strumento!
Adesso per, che non riesco pi a suonare
il flicorno, faccio la ruota di scorta e suono i
piatti. Ho suonato anche il sestino per un
paio di stagioni, con il Maestro Margherita,
il mio primo Maestro. Diceva che avevo un
buon orecchio e me laveva assegnato,
perch uno strumento difficile per
lintonazione, ma poi ho chiesto di tornare
al mio clarinetto. Comunque limportante
esserci, finch ce la faccio.
Felice viene da un anno complicato, con
qualche problema di salute, ma fortunata-
mente tornato pi in forma e pi attivo di
molti musicanti pi giovani. Pensando a
questi sessantanni e oltre di Filarmonica,
Un giovanissimo Felice Locatelli - 1977
Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
21. Evitate di contribuire alla diffusione della musica cattiva; cercate anzi di sopprimerla con
tutte le vostre forze.
22. Non dovete suonare mai le cattive composizioni, e non state neppure ad ascoltarle, se non siete a ci obbligato.
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c qualcosa che non mai cambiato nel
tempo? La grande passione! La passione
c sempre perch, anche se ci sono da
fare dei sacrifici, non mi tiro mai indietro
per la banda. Che ci sia da suonare, da
trovare gli sponsor per il nostro giornale o
da curare la sede. Mia moglie ogni tanto si
lamenta e mi dice: Tu e la tua banda! Ma
anche lei, da figlia e moglie di un musican-
te, sempre stata affezionata alla Filarmo-
nica Suo padre, Giuseppe Bianchi, ha
sempre suonato la cornetta, poi passato
al corno e alla fine suonava i piatti, proprio
come me adesso. Abbiamo fatto quasi lo
stesso percorso. Anche ai miei figli Riccar-
do e Stefano piace la musica, anche se
non hanno mai suonato.
Cosa invece cambiato di pi dal 1947 a
oggi? sempre il solito tran tran: quando
si ha voglia di suonare si viene qui. Forse
quello che cambiato di pi il tipo di mu-
sica: una volta marciando si suonavano
molte marce sinfoniche che non si suonano
pi, ed era dura E poi, nei concerti, suo-
navamo sempre e solo musica immortale,
la Madama Butterfly, lAida, il Mefistofele.
Adesso invece si suonano meno classici;
un peccato, perch la musica dei nostri avi
era pi complicata, ma con la banda che
abbiamo adesso saremmo in grado di ese-
guirla meglio di allora! Oggi gente che suo-
na bene ce n tanta, mentre nel bandon
di una volta molti venivano anche per bere
e mangiare gratis. Suoniamo molti pezzi
nuovi: quando sono poco conosciuti magari
trasmettono meno anche se la musica
bella, ma quando la gente li conosce pro-
babilmente li gusta di pi, cantano anche
e chiedono il bis!
A cura di Andrea Capelli
ABBIATEGRASSO Via Pavia, 15
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MAGENTA Piazza Parmigiani, 10 Tel. 02.97003432
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El Centenari del BandonEl Centenari del BandonEl Centenari del BandonEl Centenari del Bandon (Il Centenario del Bandone)
Dallimmenso archivio del signor Gianfranco Rocca abbiamo recuperato la raccolta di poesie composte da Carlo Mereghetti in
occasione dei festeggiamenti per il primo centenario della Filarmonica (1846-1946). Le pubblichiamo a puntate, in attesa di
festeggiare i nostri 170 anni, nel 2016.
Se inizia propri incoeu la grand colltta Per tir su i danee de festeggi El Centenari de la cosidtta
Banda grossa e mi sont cert che tutt Bi El sugar cent volt el saccocn
Per celebr el bandon del soo corn.
Lonor l meritaa e i fest, assee Saran mai, per pag come se dev Tutt i strssi de vialter che sonee
No per mangi e forsi nanca per bev, Ma per passion di not che, armonizaa,
Incnten la gent che i n ascoltaa.
Donca dm man al borsin. Ch el partit L de la msica, che la piaas tant A tucc. Donca nessun alter attrit
Che quel dona gara nel d abbondant. Se tanti danee che vegnar su
I fest saran ti che ne vedrm pu.
Si inizia proprio oggi la grande colletta Per raccogliere i soldi da festeggiare Il Centenario della cosiddetta Banda grossa ed io sono certo che tutta Abbiategrasso prosciugher cento volte il taschino per onorare la Banda del suo cuoricino. Lonore meritato ed i festeggiamenti Non saranno mai abbastanza per onorare come si deve Tutti i sacrifici fatti da voi che suonate Non per mangiare e forse neanche per bere, Ma per passione delle note che, armonizzate, Incantano la gente che le ha ascoltate. Quindi mettiamo mano al borsellino. Perch il partito della musica che piace tanto A tutti. Quindi nessun altro attrito Che quello di una gara nel dare abbondantemente. Se si raccoglieranno tanti soldi Le feste saranno tali che, cos, non ne vedremo pi.
La Banda Filarmonica nel 1875
Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
30. Non lasciatevi sfuggire loccasione di eseguire della musica assieme ad altre persone, come per esempio in duetti, terzetti, ecc. Questo esercizio render la vostra esecuzione scorrevole e le dar slancio e colorito. Accompagnate pure spesso i cantanti.
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A DOPPIA BANDAA DOPPIA BANDAA DOPPIA BANDAA DOPPIA BANDA Questanno tocca a primo e terzo clarinetto, Questanno tocca a primo e terzo clarinetto, Questanno tocca a primo e terzo clarinetto, Questanno tocca a primo e terzo clarinetto,
Nome E - Emanuele Rainoldi. F - Francesco Bellati. Et E - 12 anni. F - 23 anni. Professione E - Studente. F - Operaio. Strumento E - Clarinetto. F - Suono il clarinetto. Marca e tipo E - Buffet & Crampon. F - Buffet & Crampon E10. Altri strumenti suonati E - Suono solamente il flauto dol-ce, a scuola. F - Chitarra classica. Quando vi siete conosciuti? E - Al mio primo giro delle casci-ne, allinizio del 2010. F - Allingresso di Emanuele in Banda. Quando hai iniziato a suonare? E - Due anni fa ho cominciato le
lezioni di clarinetto. F - Nel 99; infatti sono entrato in banda nel 2001, dopo tre anni che suonavo... quindi ho iniziato a suo-nare nel 98. La tua prima volta in banda? E - Come ho detto prima, al primo giro delle cascine, in primavera. A-vevo gi provato con il mio inse-gnante alcune delle marce che do-vevamo suonare, ma suonare con tutti i componenti della banda era per me una cosa nuova. Mi sono divertito molto, anche se allinizio non riuscivo a suonare tutto, ma gli anziani della banda mi dicevano di suonare le note lunghe; le altre le avrei aggiunte in seguito. Durante la mia prima prova ufficiale
con il maestro Carlo Zappa, ero a fianco del mio insegnante (tornato III clarinetto, per aiutare i nuovi ban-disti, n.d.r.); ero emozionato e ho suonato poco, perch nei pezzi troppo difficili; guardavo soltanto. Durante il primo concerto a cui ho partecipato, quello del 25 aprile, suonavo insieme ai miei compagni di scuola il flauto dolce, accompa-gnati dalla banda. Mi sono trovato subito bene in Filar-monica, anche perch conoscevo gi Luca Ragona e ho subito fatto amicizia con Riccardo Savioli. F - Ai giri delle cascine del 2001. stato molto emozionante e consi-glierei a tutti i ragazzi di iniziare a suonare, perch eseguendo un pezzo provi diversi sentimenti, ma-gari quelli che ha provato lautore scrivendo il brano, e poich la musi-ca un linguaggio universale, la possono capire tutti. Il tuo maestro? E - Giorgio Magistrelli, un bravo insegnante, a volte paziente. Mi sembrato subito simpatico e ho la-vorato molto bene con lui, infatti mi piacerebbe molto frequentare il con-servatorio. F - Giorgio Magistrelli; stato molto paziente nei miei confronti, perch non studiavo; ma un giorno mi ha detto che se continuavo cos mi lasciava a casa. Da quel mo-mento ho cominciato a studiare di
Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
31. Se tutti volessero suonare la parte di primo violino, non si potrebbe mai mettere insieme unorchestra. Rispettate pertan-to ogni musicista in qualunque posto stia.
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INTERVISTE DI COPPIAINTERVISTE DI COPPIAINTERVISTE DI COPPIAINTERVISTE DI COPPIA un anziano ed un novellino della bandaun anziano ed un novellino della bandaun anziano ed un novellino della bandaun anziano ed un novellino della banda
pi: su questo mi ha aiutato tanto. Genere musicale preferito? E - Non ne ho la pi pallida idea. Tutto, penso. F - Tutti, tranne il metal. Cantante? E - Questo proprio non lo so! F - Non so, preferisco i gruppi. Gruppo? E - Mmm...???? F - Tanti, in particolare i Dire Straits. Canzone? E - (luuungo silenzio, n.d.r.) F - Non ho una canzone preferita. Brano preferito suonato in Filar-monica? E - Mi piaciuto molto il pezzo che ho suonato al mio primo sag-gio, il tema dalla sinfonia n40 di Mozart. Suonato tutti insieme, inve-ce, Il fantasma dellOpera. F - Music for a solemnity, di Jan de Haan. Il pi difficile? E - Scherzpolka. F - Non mi ricordo. Quello che vorresti suonare? E - La colonna sonora di Guerre Stellari. F - Quello che volevo suonare lo abbiamo gi suonato: la colonna sonora di Star Wars. Unaltra colon-na sonora che mi piace quella de La maledizione della prima Luna. Un pregio di Carlo Zappa? E - molto simpatico e paziente.
F - Uno solo? simpatico, socie-vole, riesce a trovare la parte positi-va di ogni persona e la tira fuori. Un difetto di Carlo Zappa? E - (altro lungo silenzio, n.d.r.) Si perde troppo nel parlare... Lho det-to solo perch lho letto nelle altre interviste, altrimenti non saprei cosa dire... F - Un difetto che troppo buo-no. Il che da un lato positivo, ma dallaltro negativo; infatti, anche quando una persona fa un grande sbaglio, lascia correre troppo. Meglio ottoni o legni? E - Anche se suono il clarinetto e mi piacciono molto i legni, ho sem-pre pensato che fossero meglio gli ottoni. F - Legni!
Che strumento ti piacerebbe suo-nare? E - Quando mi hanno chiesto, do-po il solfeggio, che strumento vole-vo suonare, ho risposto: La trom-ba!. Tuttavia mi piacerebbe suona-re anche il flauto traverso. F - Mi piacerebbe molto suonare larmonica a bocca. Ti piacerebbe diventare I/III clari-netto? E - Mi piacerebbe molto, ma pri-ma devo diventare... 2 clarinetto! F - S, non mi dispiacerebbe tor-nare terzo clarinetto, limportante suonare! Il tuo stato danimo attuale? E - Un po imbarazzato. F - Un po agitato. Felice che sia finita questa inter-vista? E - S. F - S.
Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
32. Amate il vostro strumento, ma non lo considerate con vanit, come unico o come superiore a tutti gli altri. Pensate che ve ne sono degli altri ed ugualmente belli. Pensate anche che ci esisto-no i cantanti, e che ci che vi di pi sublime nella musica viene espresso col coro e collorchestra.
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NOVEMBRE
Sabato 20 - 33 Concerto di Novembre
DICEMBRE
Domenica 5, 12, 19
- Giri degli auguri natalizi
GENNAIO
Sabato 1 Domenica 2
- Giri degli auguri natalizi
Domenica 21 - Inaugurazione nuovo Oratorio S. Giovanni Bosco
PROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTIPROSSIMI APPUNTAMENTI
Notizie in breveNotizie in breveNotizie in breveNotizie in breve FIOCCO AZZURRO La Filarmonica porge le proprie felicitazioni a Marco Garzetti e a Donatella per la na-scita del piccolo Stefano.
LUTTI La Filarmonica si stringe intorno ad Edoardo Grittini ed alla sua famiglia per la perdita del caro nonno Ottorino. La Filarmonica partecipa al dolore di Nevio Masiero per la scomparsa degli amati ge-nitori.
Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
50. Non trascurate mai di sentire
delle buone opere.
60. Le leggi della morale sono
anche quelle dellarte.
61. Colla diligenza e colla perse-veranza progredirete sempre in meglio.
Regole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita MusicaleRegole di Vita Musicale Robert SchumannRobert SchumannRobert SchumannRobert Schumann
35. Fra i vostri compagni pre-diligete sempre quelli che ne
sanno pi di voi.
36. Ricreate la severit dei vostri studi musicali colla dili-gente lettura dei buoni poeti. Passeggiate altres spesso allaperto.
Abbiategrasso - Via V. Alfieri, 1 Tel. 02 94.08.74.42
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www.bandaf i larmonica. i t
Testi Eleonora Bagnaschi, Andrea Capelli, Serena Comincini, Chiara Magistrelli, Paola Magnaghi, Emanuele Parma,
Serena Pizi, Luca Ragona, Riccardo Savioli
Redazione Gabriella Colombo, Giuseppe Comincini,
Damiano Lazzarin, Felice Locatelli, Piero Pugno
LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA Informatore musicale del
C O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C OC O M P L E S S O B A N D I S T I C O L A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C AL A F I L A R M O N I C A
New entryNew entryNew entryNew entry Il Concerto di Novembre 2010 vedr per la prima volta nellorganico della Filarmo-nica Emanuele Rainoldi, Andrea Mor e Ivan Milanese. Un caloroso benvenuto!
AnniversarioAnniversarioAnniversarioAnniversario Congratulazioni a Paola Magnaghi che festeggia i suoi 15 anni in Banda Filarmo-nica.
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VOLI BLU
Corso San Martino 63 Corso San Martino 63 Corso San Martino 63 Corso San Martino 63 ---- Abbiategrasso Abbiategrasso Abbiategrasso Abbiategrasso ---- Tel. 02.94963006 Tel. 02.94963006 Tel. 02.94963006 Tel. 02.94963006
TRATTORIATRATTORIATRATTORIATRATTORIA
SAN BERNARDOSAN BERNARDOSAN BERNARDOSAN BERNARDO Via Roma, 1
Morimondo (MI) Tel. 02 94602192
CHIUSO IL MARTED
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LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA LA FILARMONICA
i giri i giri i giri i giri
degli auguridegli auguridegli auguridegli auguri
natalizinatalizinatalizinatalizi