notiziario marzo 2011

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pag. 1 BOTTICINO marzo 2011 Foglio informativo e di dibattito politico culturale a cura del Partito Democratico di Botticino SENTIRSI ITALIANI Il nostro governo, tra leggi ad Berlusconem e nuove tasse mascherate da federalismo, è riuscito a spaccarsi sulla decisione di festeggiare il prossimo 17 marzo - una sola volta in 150 anni - l’Unità d’Italia. Dice Calderoli che celebrare l’Unità «è pura follia», ma pure il Primo Maggio a suo parere andrebbe abolito: di questo passo boccerà pure il Natale, che celebra la nascita di un remoto Palestinese. Si sarà confuso, come spesso gli capita … si sa è un ex dentista, con tutto il rispetto per i dentisti. Quelli seri. . Cosa c’è di più importante per una comunità del riconoscersi insieme in una epopea? Non c’è Stato al mondo che ignori il proprio atto di nascita. Solo noi. Il Risorgimento rimane uno dei processi politici più importanti e positivi che il nostro Paese abbia conosciuto nella vita italiana. Fu segnato an- che da errori come le fucilazioni di Bronte o il massacro dei “briganti” del sud? Certo. E come ha scritto un grande storico “il Risorgimento non era neppure terminato che già si iniziò a processarlo”. Anche la Rivoluzione francese e il colonialismo inglese ebbero pagine nere: francesi e inglesi non buttano via, però, tutta la loro storia. Anche la bandiera americana è macchiata dalla tratta degli schiavi, dal ge- nocidio dei pellirosse, dalla guerra civile: ma il 4 luglio gli americani la sventolano tutti, dall’Oregon all’Alabama. Epico: come la rivoluzione francese, l’indipendenza americana, la vitto- ria contro i nazisti. L’Italia a metà dell’Ottocento era epica. Cercate i ritratti dei fratelli Cairoli - quattro su cinque caduti per la pa- tria che sognavano - e vedrete ragazzi italiani: stesse facce, stessi oc- chi, stesse espressioni. La casa della mamma Adelaide, a Pavia, era la base di Garibaldi in una città che Ugo Foscolo aveva infiammato, anni prima, declamando “O italiani, io vi esorto alle storie perché niun popolo più di voi può mostrare né più calamità da compiangere, né più errori da evitare, né più virtù che vi facciano rispettare...”. Un riassunto folgo- rante della nazione di ieri e di oggi. Era ora che venisse restituito l’onore a Goffredo Mameli. Quel ragazzo morto a vent’anni nel 1849 nell’eroica difesa della Repubblica Romana e svillaneggiato da troppo tempo per quelle parole gonfie d’amore per l’Italia che strappano sorrisetti insulsi a chi è incapace di leggere la sto- ria. Ed è davvero un segno dei tempi che a rendergli l’onore sia stato quel geniale istrione di Roberto Benigni. L’unico che poteva fare il miracolo: fermare il fiato a milioni di italiani in mezzo alle canzonette facendo loro intuire, forse per la prima volta, qual è il senso di quelle parole. Il senso di questa nostra storia. Un Paese scivolato al 70° posto nel mondo dietro la Giamaica per veloci- tà media in Internet e sempre più tagliato fuori dalle rotte delle immense porta-container perché da anni non si occupa di porti, ha davanti sfide che sembrano impossibili. Che può affrontare solo se crede di più in se stesso. E da dove potrebbe mai ripartire, se non da uno scatto di orgoglio pa- triottico? Stampato su carta revive pure natural riciclata al 100% certificata FSC

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BOTTICINO marzo 2011

Foglio informativo e di dibattito politico culturale a cura del Partito Democratico di Botticino

SENTIRSI ITALIANIIl nostro governo, tra leggi ad Berlusconem e nuove tasse mascherate da federalismo, è riuscito a spaccarsi sulla decisione di festeggiare il prossimo 17 marzo - una sola volta in 150 anni - l’Unità d’Italia. Dice Calderoli che celebrare l’Unità «è pura follia», ma pure il Primo Maggio a suo parere andrebbe abolito: di questo passo boccerà pure il Natale, che celebra la nascita di un remoto Palestinese. Si sarà confuso, come spesso gli capita … si sa è un ex dentista, con tutto il rispetto per i dentisti. Quelli seri. .Cosa c’è di più importante per una comunità del riconoscersi insieme in una epopea? Non c’è Stato al mondo che ignori il proprio atto di nascita. Solo noi. Il Risorgimento rimane uno dei processi politici più importanti e positivi che il nostro Paese abbia conosciuto nella vita italiana. Fu segnato an-che da errori come le fucilazioni di Bronte o il massacro dei “briganti” del sud? Certo. E come ha scritto un grande storico “il Risorgimento non era neppure terminato che già si iniziò a processarlo”. Anche la Rivoluzione francese e il colonialismo inglese ebbero pagine nere: francesi e inglesi non buttano via, però, tutta la loro storia. Anche la bandiera americana è macchiata dalla tratta degli schiavi, dal ge-nocidio dei pellirosse, dalla guerra civile: ma il 4 luglio gli americani la sventolano tutti, dall’Oregon all’Alabama. Epico: come la rivoluzione francese, l’indipendenza americana, la vitto-ria contro i nazisti. L’Italia a metà dell’Ottocento era epica. Cercate i ritratti dei fratelli Cairoli - quattro su cinque caduti per la pa-tria che sognavano - e vedrete ragazzi italiani: stesse facce, stessi oc-chi, stesse espressioni. La casa della mamma Adelaide, a Pavia, era la base di Garibaldi in una città che Ugo Foscolo aveva infi ammato, anni prima, declamando “O italiani, io vi esorto alle storie perché niun popolo più di voi può mostrare né più calamità da compiangere, né più errori da evitare, né più virtù che vi facciano rispettare...”. Un riassunto folgo-rante della nazione di ieri e di oggi.Era ora che venisse restituito l’onore a Goffredo Mameli. Quel ragazzo morto a vent’anni nel 1849 nell’eroica difesa della Repubblica Romana e svillaneggiato da troppo tempo per quelle parole gonfi e d’amore per l’Italia che strappano sorrisetti insulsi a chi è incapace di leggere la sto-ria. Ed è davvero un segno dei tempi che a rendergli l’onore sia stato quel geniale istrione di Roberto Benigni. L’unico che poteva fare il miracolo: fermare il fi ato a milioni di italiani in mezzo alle canzonette facendo loro intuire, forse per la prima volta, qual è il senso di quelle parole. Il senso di questa nostra storia. Un Paese scivolato al 70° posto nel mondo dietro la Giamaica per veloci-tà media in Internet e sempre più tagliato fuori dalle rotte delle immense porta-container perché da anni non si occupa di porti, ha davanti sfi de che sembrano impossibili. Che può affrontare solo se crede di più in se stesso. E da dove potrebbe mai ripartire, se non da uno scatto di orgoglio pa-triottico?

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Si è chiuso l’Anno europeo per la lotta all’indigenza e all’esclusione sociale. L’UE ha annunciato in un

documento uscito il 16 dicembre2010 le priorità sociali per i prossimi anni, os-sia la Piattaforma europea di lotta alla povertà. Sono priorità note e che ormai sono sotto gli occhi di tutti, anche per-ché acuite da una generale crisi politi-co-economica destinata a rimodellare la nostra vita. Alcune di esse sono clas-siche: la crescita inclusiva, cioè rialzare i livelli di impiego con un forte accento sul tema del lavoro; la povertà infantile e il rischio di quella giovanile; i lavora-tori indigenti e le giuste retribuzioni; gli anziani. A queste se ne sono aggiun-te altre che colgono i nuovi problemi: i senza dimora; la povertà energetica; l’esclusione fi nanziaria e l’indebitamen-to; i migranti; le minoranze etniche e i Rom; i disabili e i malati cronici. La Ca-ritas europea ne propone altre ancora attraverso una petizione ad hoc e la campagna “Zero poverty”, focalizzando l’attenzione sulle scadenti condizioni di vita di barboni anziani e giovani, sullo stato di abbandono dei fi gli dei migranti, sugli stranieri senza casa e senza lavo-ro, ridotti all’accattonaggio, se non allo scippo, al furto e alla violenza in ge-nere.

Adesso è compito dei governi nazionali recepire le indicazioni europee, inserire nelle loro agende le questioni sollevate e affrontarle con coraggio e sensibilità. Ma sappiamo che non sarà facile, né sempre esiste la volontà politica di farlo. Il volontariato però non basta più, ora è tempo che la politica alzi la voce e che le amministrazioni pubbliche a tutti i li-velli diano risposte strutturali e durature all’emergenza sociale.

INSIEMECONTRO LA POVERTÀ

Il neonato 2011 ha pesantemente riac-ceso il problema anche nell’Italia in festa per i suoi 150 anni di età. Tre storie, tra le tante, debbono farci rifl ettere e agire.

La prima è una storia di ghiaccio, ca-pitata nella civilissima Bologna, dove Devid, nato da venti giorni, è morto as-siderato al sottozero di Piazza Maggio-re. I suoi genitori, Claudia e Sergio, una casa non ce l’hanno e girano con altri due bimbi tra la piazza e le torri, pas-serotti caduti dal nido, esempi tipici di quella nuova povertà che è anche frutto della crisi economica.

La seconda è una storia di fuoco e riguarda il rogo a Roma in un cam-po Rom, nel quale sono morti quattro bambini. “Tragedia che pesa dolorosa-mente su ciascuno di noi - ha detto Giorgio Napolitano - e che soprattutto richiama ancora una volta le autorità locali e nazionali a dar soluzione a un problema così grave in termini umani e civili.” Ma sappiamo che, anziché pun-tare alla cultura della convivenza e al risanamento delle periferie integrando queste comunità, si è scelto la più facile via degli sgomberi senza alternative. E le stesse campagne di demonizzazione di questi anni, tese a giustifi care politi-che di ordine pubblico, non hanno fatto altro che accrescere la marginalità dei Rom e degli stranieri.

La terza è una vecchia storia di mare, drammaticamente riesplosa in questi giorni, nei quali più di cinquemila im-migrati sono arrivati sulle coste italiane. Un’emergenza prevedibile e che facil-mente continuerà, anche perché il ven-to di rivolta, che per adesso ha toccato Tunisia, Egitto e Libia, potrebbe esten-

dersi all’intero Maghreb.Dunque le povertà son destinate ad ac-crescersi ed il nostro Paese sarà chia-mato in prima linea a rispondervi seria-mente. Il nodo non è solo costituito dai problemi di città e paesi che devono e dovranno sempre più convivere con queste realtà, ma soprattutto consiste nel superare l’attuale, sbrigativo assi-stenzialismo, che tampona le falle e ta-cita la coscienza sopportando accatto-ni e indigenti, senza mai mettere in atto una consistente e lungimirante politica di accoglienza e integrazione. Da molte parti, civili e religiose, si avanzano altre risposte, progettuali e di lunga durata, quindi strutturali, basate su una profon-da e completa collaborazione tra pub-blico e privato, tra potere e volontariato. Qualcuno ha provato istituendo centri specifi ci, ove cercare una soluzione de-gna ai problemi primari: cibo, casa, la-voro, salute. Mense, dormitori, ascolto e altro sono solo i primi passi dell’acco-glienza. Ma si capisce che serve molto di più, ci vogliono soluzioni program-mate e condivise volte a rispettare tutti e ognuno, diffi cili forse di questi tempi politici ed economici, ma necessarie e urgenti.

Di una cosa bisogna esser convinti: l’incontro con le persone in diffi coltà deve avvenire sempre e senza riserve. E questa è una cosa che dobbiamo fare insieme, uniti contro tutte le pover-tà. A tal fi ne, le comunità ai vari livelli hanno la particolare responsabilità di formare i cittadini alla sensibilità socia-le, alla sollecitazione dei doveri solidali e alla tutela dei diritti di tutti i viventi. Lo sappiamo bene: soltanto quando sono riconosciuti i diritti e adempiuti i doveri è possibile la pace.

Giovanni Portesi

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Contributi statali e regionali anno 2010 - Assegnazioni 2008, 2009 e 2010 all’ambito 3 Brescia est

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CHI DIFENDELE POLITICHE SOCIALI BBOOTTTTIICCIINNOOBOTTICINO

L’Amministrazione Comunale di Botticino, nel fronteggiare le dif-fi coltà economiche di questi due

primi anni di mandato, ha effettuato una scelta importante ossia non far grava-re in modo signifi cativo sul bilancio del settore sociale le riduzioni di stanzia-menti in corso e questa scelta altro non è se non l’applicazione reale di ciò che programmaticamente era stato dichia-rato ossia la centralità della persona ed il sostegno alla dignità umana.

Cercherò di elencare in breve una serie di problematiche che vengono affronta-te dal settore e che possono dare a tutti un quadro esaustivo della situazione:

- In seguito alla perdita del lavoro o alla diffi coltà di trovarne uno ex novo emergono nuove o aggravate fasce di povertà (diffi coltà a pagare le bollette, sfratti esecutivi…); non è un caso che proprio in questa contingen-za da un confronto e da una sinergia tra Parrocchia e Comune si sia anche costituita una Caritas a Botticino;

- I tagli effettuati a livello statale nel settore sociale si sono riversati pri-ma sulle Regioni e poi direttamente sui Comuni e li tocchiamo con mano quando esaminiamo quanto ci viene erogato a sostegno dei nostri servizi dall’Azienda Consortile del distretto a cui apparteniamo; ci basti osservare la tabella stilata dall’Azienda Consor-tile sulla base della delibera di Giunta Regionale n. 11255 del 10/2/2010.

- Ma non sono solo i tagli diretti al set-tore sociale da parte delle istituzioni statali a minare i servizi, anche le scelte di tagli effettuati al settore scolastico fi niscono per riversarsi sul bilancio sociale comunale a di-scapito dei cittadini più deboli.

Partiamo dalla considerazione che il so-stegno alle persone disabili (assistenza educativa, spese per centri diurni etc.) assorbe il 30% circa del bilancio del settore sociale e si aggira attorno ai 280.000 euro annui; in particolare per quella che viene defi nita Assistenza ad personam nelle scuole - ossia l’affi an-camento di una fi gura professionale di aiuto agli alunni disabili (sola o in affi an-camento all’insegnante di sostegno) – vengono stanziati circa 150.000 euro.

Affi nché questo servizio venga erogato dall’Amministrazione Comunale l’alun-no che ne necessita deve avere una certifi cazione/diagnosi clinica dalla qua-le emerge la necessità dell’assistente ad personam e le richieste giungono al servizio entro luglio di ogni anno così da preventivare costi ed erogare il servizio dall’inizio del nuovo anno scolastico; ebbene stanno approdando al servi-zio in corso d’anno scolastico sem-pre maggiori richieste di assistenza prive della dovuta certifi cazione non perché le famiglie o la scuola siano “esosi” e vogliano più del dovuto ma perché alunni che avrebbero diritto all’insegnante a sostegno si vedono ridotte drasticamente le ore di cui avrebbero bisogno e il Comune do-vrebbe sopperire alla carenza dello Stato che a sua volta ha ridotto an-che gli stanziamenti al Comune stes-so!!!!

Posto che una politica del risparmio e del non spreco delle risorse pubbliche sia da perseguire in ogni periodo sto-rico, dato atto che dallo Stato ci sono meno trasferimenti all’Amministrazione Comunale pari ad euro 197.500 nel 2011, che dall’ Azienda Consortile già nel 2010 abbiamo ricevuto euro 43.497 in meno e che stanno aumentando le richieste di servizi ed interventi sociali

vogliamo ancora gridare allo scandalo se sono state inseriti dei nuovi servizi a pagamento nel regolamento cimiteria-le? Vogliamo scandalizzarci per un as-sessorato ai Lavori Pubblici che viene depauperato per evitare di depauperare altri settori? Vogliamo continuare, qual-siasi argomento venga toccato in sedi politiche e all’interno del Consiglio Co-munale, di dire che per il “tal settore” si sta dando troppo poco e bisognerebbe aumentare il capitolo di spesa? Voglia-mo fi nalmente prendere coscienza che i tagli sono veri e si riversano ve-ramente sul bilancio comunale?

Mi hanno detto che le elezioni si perdo-no per colpa dei marciapiedi in disor-dine, forse è vero, il decoro urbano è importante, ma al decoro della persona chi ci pensa? E’ una forma di decoro meno visibile, è più diffi cile parlarne al bar dove magari tiene banco maggior-mente l’urbanistica perchè quando le famiglie vengono all’uffi cio Servizi So-ciali sono sole con le loro diffi coltà e le risposte o il sostegno che ottengono non viene messo in piazza affi nché tutti ne siano partecipi.

La tutela dei servizi sociali parrebbe qualcosa di silenzioso, intimo talvolta dato per scontato mentre scontato lo è sempre meno.

Anno 2008 Anno 2009 Differenza 09-08 Anno 2010 Differenza 10-09

Fondo nazionalepolitiche sociali

813.397,00 742.905,00 - 70.492,00 346.178,00 -396.727,00

Fondo nazionaledi riequilibrio

45.521,16 38.743,50 -6.777,66 28.000 -10.743,50

Fondo sociale regionale 680.263,59 664.512,00 -15.751,59 649.485,00 -15.027,00

Fondo nazionalenon autosuffi cienze

- 184.127,00 184.127,00 359.959,00 175.832,00

TOTALE 1.539.181,75 1.630.287,50 91.105,75 1.383.622,00 - 246.665,50

Elena

Guerini

Assessore ai Servizi Sociali

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POLITICA O

Fino a qualche giorno fa circo-lavano per il paese cartelloni e volantini a fi rma UDC dai titoloni

ambigui: .. SOLO I RICCHI POSSO-NO MORIRE… e “PERCHE’ LA GIUN-TA SI ACCANISCE SUI MORTI?”,il cui contenuto è riferito alla Delibera di Giunta n.261 del 22/12/10 che stabilisce le nuove tariffe cimiteriali. Leggendo il titolo la prima reazione era stata di sconcerto: ci eravamo forse macchiati del crimine di pro-fanazione di tombe? Rassicuriamo tutti: ciò non è avvenuto, anzi come Amministrazione siamo impegnati a

migliorare i servizi ai vivi, a renderli più effi cienti ed adeguati.Prendiamo il Servizio Cimiteriale.Per quanto riguarda le Tariffe, si era già predisposto (senza parlare di ci-fre) un loro aumento nel Nuovo Re-golamento Cimiteriale, che è passa-to, prima al vaglio della Commissio-ne Consiliare Statuto e Regolamenti (senza nessuna domanda od obie-zione od osservazione da parte del-la rappresentante dell’UDC); e il 26 novembre ha ricevuto l’approvazione del Consiglio Comunale CON VOTO FAVOREVOLE degli stessi che poi ci hanno messo in piazza!.Il vigente Regolamento andava ag-

giornato e integrato rendendolo ade-guato ai tempi e alle attuali normati-ve introducendo 72 articoli in ben 26 pagine di disposizioni.Le tariffe per le spese cimiteriali in-trodotte, serviranno a coprire una piccola percentuale dei costi di ge-stione e manutenzione, che il Comu-ne affronta, per i tre Cimiteri.Se prendiamo ad esempio il Cimite-ro di Sera, esso è stato ampliato per sopperire alla richiesta di sepolture ed è stata sistemata la parte este-riore per i parcheggi. Questa opera la consideriamo un vanto sia x i motivi pratici di cui sopra, sia per l’estetica dell’architettura che rende meno tri-pag. 4

ORGOGLIODEMOCRATICO

Diffi cile sopportare la situazione

italiana per chi come noi ama

la Politica, ama le istituzioni

ama la Repubblica Costituzionale,

ama l’Italia. Riteniamo che questi

siano i valori cardine del nostro Pae-

se. Da molti anni soffriamo per come

viene governato malamente questo

paese.

Ma risulta ancora impossibile accet-

tare chi, oltre a non saper ammini-

strare, usa il potere per distruggere

le regole democratiche. Infangare la

magistratura, svilire le forze dell’or-

dine usandole come taxi, offendere

chiunque dica di no, ritornare a tan-

genti, appalti truccati, ministri lampo

e ministri corrotti. Senza tralasciare

gli ultimi scandali personali .

Come comportarsi di fronte a que-

ste offese? Il Partito Democratico ha

scelto di combattere questa deriva

con gli strumenti che gli sono per-

messi. Prima con una decisa oppo-

sizione parlamentare, poi di fronte

agli scandali si è fatta una splendida

manifestazione nazionale a Roma.

Abbiamo partecipato attivamente

alle iniziative delle donne in piazza e

abbiamo dato voce agli italiani racco-

gliendo le fi rme per la petizione “Ber-

lusconi dimettiti”. Abbiamo cercato

la spallata con la mozione di sfi ducia

del 13 dicembre, ma la coscienza di

alcuni Parlamentari è stata affascina-

ta dalla proposta “politica” del Pre-

mier. Abbiamo fatto tutto il possibile.

Ma neanche gli ultimi scandali hanno

scalfi to una maggioranza pdl e lega

ormai prive di dignità , unite solo dal-

la volontà di mantenere poltrone e

potere.

Resta la convinzione , ogni giorno

sempre più limpida, che i cittadini ita-

liani meritano un Governo che adem-

pia con disciplina,onore e dignità ai

propri doveri. Noi siamo il principale

partito momentaneamente all’op-

posizione. Dobbiamo dare il buon

esempio e mettere le basi per rilan-

ciare il nostro Paese.

Il Partito Democratico ha lavorato

molto da quando si è partiti un paio

di anni fa. E’ un partito plurale , con

tante diverse sensibilità, come è giu-

sto che sia in un partito democrati-

co. Tutti insieme si è discusso, si è

votato, e si sono approvate le propo-

ste programmatiche necessarie per

rilanciare e ammodernare l’Italia.

Diffi cilmente potrerte ascoltarle in te-

levisione (ormai scatola senza conte-

nuti), ma le potete consultare sul sito

internet www.partitodemocratico.it.

Nostra intenzione è darvi informa-

zione di queste venti proposte e lo

faremo nei prossimi notiziari.

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O POLEMICAste il luogo. Il Comune ha però dovuto sopportare notevoli costi, che solo in minima parte verranno coperti dalle tariffe contestate, il resto attingendo alle risorse generali del Bilancio Co-munale, RISORSE SEMPRE MENO DISPONIBILI per effetto dei minori trasferimenti dallo Stato.Entrando poi nel merito, la tariffa di 250 euro per l’autorizzazione al tra-sporto salma, riguarda soltanto chi muore a Botticino e vuole essere trasportato e sepolto in altro Paese, fuori dal ns.Comune. Non è una tas-sa, ma un’autorizzazione, un diritto fi sso applicabile secondo normativa vigente. I cittadini di Botticino sepol-

ti entro il nostro Comune non hanno bisogno di chiederci l’autorizzazione: quindi non pagano nulla.Dell’aumento delle tariffe cimiteriali, tra cui quella di euro 250 per tumula-zione in loculi, abbiamo già spiegato sopra che copriranno solo in minima parte i costi di gestione e di manu-tenzione che il Comune affronta per i tre Cimiteri. Nel regolamento è comunque previ-sto, PER GLI INDIGENTI DELL’UDC e per tutti i cittadini, la possibilità di rateizzare il pagamento o l’esonero dello stesso presentando dichiara-zione Mod.ISEE agli Uffi ci Comunali. Se non è equità questa…..

Finiamo col dire che la vera man-canza di rispetto sta in chi sceglie non di costruire, ma di demolire, non intervenendo con un dibattito leale e chiaro nelle sedi istituzionali opportune indicate ad accogliere la discussione e le eventuali modifi che come le Commissioni Consiliari e il Consiglio Comunale, ma preferisce starsene zitto per poi creare inutili e banali allarmismi o polemiche locali strumentali per ottenere facili ed effi -meri consensi. Ci spiace dirlo, ma questa è la poli-tica che non ci piace. Noi siamo per COSTRUIRE, NON PER DEMOLIRE!

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EMERGENZA AMBIENTEBISOGNA FARE QUALCOSA. E SUBITO.

Sicuramente si doveva pensar-

ci prima. Da troppo tempo, in

mille maniere, l’uomo ha com-

portamenti che rovinano l’ambiente

che lo circonda. Abbiamo distrutto

foreste, inquinato l’aria, sporcato

i mari, compromesso la qualità del

suolo e cementifi cato senza pudo-

re. Solo ora che ne vediamo gli ef-

fetti catastrofi ci (uova alla diossina,

pesci al mercurio, aria irrespirabile,

malattie che ne derivano, fi no ai mu-

tamenti climatici che stanno sempre

più frequentemente causando cala-

mità naturali) comincia a diffondersi

una coscienza ambientale e uno sti-

le di vita che riconosce l’importanza

del rispetto della natura.

Questa coscienza ambientale si diffonde troppo lentamente però!

Soprattutto visto lo stato in cui sia-

mo. Si pensi che Brescia è una delle

città europee con l’aria più inqui-

nata. Resta incomprensibile come

possano sorgere comitati di cittadi-

ni, contro l’Italcementi, contro l’Al-

fa Acciai (secondo le ultime notizie

emette anche radioattività), contro il

Termoutilizzatore di Brescia e intanto

gli altri protestano per l’obbligo delle

targhe alterne. E il biglietto dell’au-

tobus passa da 1,35 a 1,60 €.

Resta incomprensibile come pos-

sano esserci tantissimi comuni con

percentuali di raccolta differenziata

dei rifi uti oltre il 75% e molti altri che

faticano ad arrivare al 40%.

Botticino si colloca in questa fascia

ma l’biettivo dei prossimi anni deve

essere quello di raggiungere quote

più importanti di differenziata.

La maggior parte dei rifi uti che noi

produciamo vengono bruciati. Ne

produciamo 5500 tonnellate all’an-

no. Più di 500 kg procapite …e ne

vengono bruciati 3300 tonnellate

all’anno. Con le conseguenze di in-

quinamento che conosciamo.

C’è a Botticino gente che divide

carta-vertro-plastica e mette anche

l’umido nei cassonetti marroni. E poi

c’è chi i rifi uti li mette tutti nello stes-

so sacchetto, non separa neanche

le pile esauste, tanto meno l’umido.

La maggior parte non si impegna.

C’è chi fa il 90% di differenziata e

chi lo 0%. E questo non è giusto.

Tutti insieme arriviamo solo al 37,41

(poco più di Napoli e molto meno di

Salerno).

Il partito democratico chiede all’Am-

ministrazione Comunale di fare tutto

il possibile per contribuire alla causa

ambientale.

BBOOTTTTIICCIINNOOBOTTICINO

Siamo un paese fortunato circon-

dato da un ambiente meraviglioso,

ma questo non ci esime dal fare la

nostra parte.

A fi ne di questo anno scade il con-

tratto con A2A che raccoglie i rifi uti

in questo modo. Il nuovo appalto

dovrà avere l’obiettivo primario di

portare la nostra differenziata vicino

all’80% immediatamente. E il modo

migliore per raggiungere questo tra-

guardo è la raccolta porta a porta.

Sicuramente il cambiamento sarà

notevole e per alcuni complicato.

Ma l’obiettivo è nobile e siamo sicuri

che i cittadini di Botticino supere-

ranno facilmente le prime diffi coltà

e contribuiranno volentieri a questa

doverosa scelta.

E noi ne saremo fi nalmente orgo-

gliosi.

Andrea

Casali

Coordinatore Circolo PD Bottici

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Nessuno fi nora aveva pensato a questa originale soluzione: il problema dello sviluppo del

paese si risolve modifi cando alcuni articoli della Costituzione.Geniale vero? Altri paesi si impegnano a recuperare risorse per aiutare l’economia e adot-tano provvedimenti per superare la crisi, ma non noi

In Italia abbiamo il “governo del fare”.Fare le liberalizzazioni? Mai! Vorrebbe dire mettersi contro gli ordini professionali.

Fare in modo di ottenere maggiori introiti dai redditi più alti e da chi detiene la maggiore ricchezza?Ci mancherebbe, l’incredibile nostro Ministro dell’Economia strepita conti-nuamente che non ha messo e non metterà le mani nelle tasche degli italiani ed ha ragione: mica è colpa sua se quegli ingrati dei tedeschi, dei francesi e degli altri partner europei si rifi utano di pagare i nostri debiti.

Fare allora interventi di conteni-mento della spesa per dedicare ri-sorse allo sviluppo?Tagliate le risorse ad enti locali, servizi pubblici ed alla scuola, per lo svilup-po poi si vedrà (intanto il fantastico Tremonti compie un altro miracolo: il debito pubblico viaggia spedito verso i 2.000 miliardi di euro ed il 120% del PIL!).

Fare le infrastrutture che servono, come ha potuto constatare diretta-

LA SCOSSA DEL GOVERNO CONTRO LA CRISI:

CAMBIARE LA COSTITUZIONE

mente il ministro dell’economia nel viaggio in treno da Roma a Reggio Calabria?Andiamoci piano, un conto è fare le riprese televisive del viaggio tra i pen-dolari, gli ennesimi annunci sugli effet-ti mirabolanti del solito piano casa, sui costanti successi ottenuti dalle tante ripuliture di Napoli dai rifi uti, sulla ma-gnifi ca ricostruzione dell’Aquila, un al-tro è fare le cose per risolvere davvero i problemi. Quel che il governo ha ampiamente dimostrato di saper fare è la cura del-la propria immagine, grazie anche ad una informazione compiacente, men-tre il paese ha drasticamente peggio-rato il suo stato di salute. In questa triste situazione alcuni alle-groni si sono pure molto divertiti ed anche ulteriormente arricchiti. Senza metterci soldi e non volendo pagare costi in termini di consenso elettora-le, ecco allora che la soluzione passa attraverso ciò che questo governo vuole rappresentare come il nemico principale del paese: la Costituzione!Dopo le vicende legate alla ormai tra-cimante insofferenza del premier per il rispetto delle regole fondamentali, della distinzione dei ruoli ed in defi ni-tiva della legge, ora è il turno dell’ab-battimento dei freni all’economia contenuti nella Carta ed in particolare negli articoli 41, 97 e 118.Che intuizione!

Certo di vorrà parecchio tempo prima che si arrivi alla approvazione defi ni-

tiva della modifi ca costituzionale (si stima almeno 18 mesi).Dopo saremo forse competitivi con il mondo intero?E nel frattempo che succede?Cosa accadrà per i giovani, le don-ne, i cassa integrati, i disoccupati?

A parte le donne verso le quali sembra assodato che il premier abbia precise convinzioni su come impiegarle, per gli altri ci vuole ancora qualche de-cennio di pazienza.Il nostro vero problema è che ci trovia-mo affi dati ad un governo di incapaci, imprigionato dalle vicende personali del capo e che l’unica cosa che ve-ramente sa fare è l’enfatizzare il nulla per dirottare l’attenzione sull’ennesi-mo falso problema.La coppia, più di fatto che di fatti, Berlusconi-Bossi ha preso di mira l’art.41, proponendo una formulazio-ne – L’attività economica privata è li-bera ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge – che lascerà spazio ad un contenzioso infi nito.

Erano altre le priorità ed il PD ha indi-cato quali obbiettivi principali: servizi e professioni più concorrenziali; più tutele e meno costi per i consumatori; migliori opportunità per i giovani; im-presa più libera; investimenti e occu-pazione da sbloccare. Però per fare questo ci vorrebbe un governo reale e, mannaggia a noi, l’Italia in questo momento non ce l’ha.

Art. 41.L’iniziativa economica privata è li-bera.Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fi ni sociali.

Art. 97.I pubblici uffi ci sono organizza-ti secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon

andamento e l’imparzialità dell’am-ministrazione.Nell’ordinamento degli uffi ci sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.Agli impieghi nelle pubbliche ammi-nistrazioni si accede mediante concor-so, salvo i casi stabiliti dalla legge.

Art. 118.Le funzioni amministrative sono attri-buite ai Comuni salvo che, per assicu-rarne l’esercizio unitario, siano con-ferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.

I Comuni, le Province e le Città me-tropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regio-nale, secondo le rispettive compe-tenze. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117, e disciplina inoltre forme di in-tesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali. Stato, Regioni, Città metropolita-ne, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgi-mento di attività di interesse gene-rale, sulla base del principio di sus-sidiarietà.

La Costituzione della Repubblica Italiana

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BBOOTTTTIICCIINNOOBOTTICINO............................

Sul federalismo Lega reggi moc-colo al servizio dell’imperatoreSul federalismo municipale di

mercoledì 2 marzo si è arrivati al 44° voto di fi ducia per il governo e an-che stavolta la fi ducia ottenuta è il termometro di una debolezza, come ha dimostrato la proroga chiesta da Calderoli.In aula lo ha ribadito Pier Luigi Ber-sani con un messaggio forte chia-ro per tutti: “Siamo interessati a fare il federalismo fi scale, ma se lo si fa per bene. Se si fa un pasticcio, noi votiamo contro. Questo decreto sul federalismo municipale, al di là delle vostre favole, è un pasticcio. Voi met-tete le mani nelle tasche dei cittadini e introducete una patrimoniale sulle piccole imprese”.

Il segretario del Pd si è così rivolto e ai leghisti intervenendo alla Camera per annunciare il voto contrario al fede-ralismo fi scale municipale sul quale il governo ha posto la fi ducia: “La Lega non venga a raccontare che regge

Berlusconi per fare il federalismo. Noi garantiamo che il processo federalista va avanti anche in diverse condizioni politiche, se la Lega vuole reggere il moccolo al miliardario, se vuole met-tere il Carroccio al servizio dell’impe-ratore, non trovi scuse”.

L’invito di Bersani è stato quello di fermarsi o “in caso contrario questa riforma deraglia. Se la Lega vuole andare avanti scambiando il guscio vuoto di questa riforma per la soprav-vivenza di Berlusconi andremo a dirlo in tutti i posti e pagherà il tradimento del federalismo. Attenzione, perché al Nord un cittadino accusato di sfrut-tamento della prostituzione di minore va a processo. Non è questione di moralismo, è questione di uguaglian-za dei cittadini davanti alla legge. La maggioranza ci sta facendo perdere la faccia davanti al mondo”.

Bersani ha concluso l’intervento di-cendo al governo: “state uccidendo gli anticorpi dello spirito civico di que-

sto paese. E questo mentre in Ger-mania un politico si dimette per aver copiato la tesi di dottorato”.

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Checchè ne dica l’on. Nunzia De Girolamo (PDL) che, in una trasmissione televisiva

affermò con disprezzo “…solo duecentomila” e checchè ne dica il ministro Mariastella Gelmini che bollò come “radical chic” le par-tecipanti alla manifestazione “Se non ora quando”, il milione di don-ne e di uomini sceso in piazza il 13 febbraio, ha segnato un match point eccellente nella partita politi-ca di questo Paese. Le piazze di domenica 13 hanno raccontato fi nalmente un’altra Italia.

Hanno narrato simbolicamente e reali-sticamente la fatica e la quotidianità di lavoratrici e lavoratori capaci di assu-mersi le proprie responsabilità quando si tratta di scegliere tra le scorciatoie di comodo e la strada del merito, hanno narrato la non rassegnazione al trash e alla volgarità, hanno elegantemente sur-classato l’arroganza del potere, hanno trasformato l’indignazione in movimen-to solare e rivoluzionario di idee.

Forse questa data, più di ogni altra, può davvero rappresentare quella svol-ta di pensiero che sa vedere un “altro-ve” malgrado l’oscurantismo culturale in cui sta precipitando il nostro Paese e riesce a racchiudere coralmente il senso di appartenenza ad una Italia concretamente UNITA nella voglia di dire pubblicamente “basta” alla fi n-zione, alla menzogna, ai sotterfugi di palazzo, all’effi mero chiacchiericcio parlamentare. Parafrasando il titolo di uno splendido saggio scritto da A. Buttarelli, L. Mura-ro e L. Rampello (“Duemilauna – donne

VOGLIA DI PIAZZAVOGLIA DI CAMBIAMENTO

che cambiano l’Italia”) potremmo dire:

“Duemilaundici – donne che possono

cambiare l’Italia, perché il messaggio

forte scaturito da quelle migliaia di mani

sollevate verso l’alto e da quelle voci

chiare e determinate, è che CAMBIA-RE SI PUO’ e CAMBIARE SI DEVE.

Il 13 febbraio è andato oltre le rivendica-

zioni di genere, ha tradotto la questio-

ne femminile in questione dell’urgenza

democratica a tutti i livelli ed è riuscito

a suggerire un linguaggio alternativo al

balbettio vecchio e stantio di

quei rappresentanti politici

che dichiarano di “governare

“per il bene dell’Italia.

Senza voler caricare di signi-

fi cato improprio la manifesta-

zione, è legittimo leggervi una

nuova declinazione della pro-

posta politica di sinistra, sol-

lecitandoci a far emergere ciò

che rischia di rimanere nasco-

sto: da una parte il cambia-

mento profondo che l’azione

PD BOTTICINO A cura di: Cristina Quecchia, Amelia Pisante,

Annamaria Lonati, Giovanni Portesi

Stampato da Grafi ca DP - Rezzato

Circolo PD Botticino, via Marconi 1

Email: [email protected]

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Coordinatore del Circolo: Andrea Casali

Dal 26 gennaio, e per ogni mercoledì alle 18, in una sala della Chiesa valdese di piazza Cavour a Roma, sarà possibile deposita-re il proprio testamento biologico, nel rispetto di tutte le garanzie legali. Il testo, nel quale deve essere indicato un proprio fi duciario - che al momento opportuno, rappresenterà ai medici le volontà del malato, insistendo perché vengano osservate - sarà conserva-to in un uffi cio della chiesa. Si tratta in pratica di «un documento che dettagliatamente indicherà le cure alle quali si intende o non si intende sottostare nel caso di relativa o totale non coscienzaE’ chiaro che esistono ed esisteranno sempre enormi divergenze tra chi considera la vita un bene irrinunciabile e al quale non spet-

ta a noi mettere la parola fi ne, e coloro i quali vedono nello stesso diritto alla vita la necessità di gestire con autonomia e razionalità la malattia e le ultime fasi della propria esistenza. Ma piccoli epi-sodi, assolutamente personali e insindacabili, gettano comunque un forte dubbio sulla scelta da fare, al di là della professione di fede. Ricorda Maria Bonafede: «Nella nostra comunità - solo quel-la di piazza Cavour ne conta almeno 500 oltre ai numerosi sim-patizzanti - ci sono stati dei casi di malati terminali i quali hanno preferito rinunciare alle cure invasive che avrebbero garantito, al massimo, altri due mesi di vita»

delle donne e della sinistra ha già prodotto nella vita di ciascuno, e dall’altra il senso che tale modifi ca-zione irreversibile può indicare con chiarezza la direzione da prendere unitamente al coraggioso azzardo di previsioni per il futuro. L’auspicio ineludibile è che questo 2011 pos-sa rappresentare simbolicamente un nuovo 1848 in cui la rivoluzione culturale segnò il tempo ritrovato della libertà e indicò i ritmi storici della modernità.

Tocca al PD reinventare, (se non ora, quando?) un percorso poli-

tico che ridia dignità a questa Italia “Bella e perduta” come dice il titolo del libro di Lucio Villari, dare corpo e so-stanza ad un Ri-Ri-sorgimento in cui il concetto di libertà diventi LO strumento vero di opposizione, il “mezzo” per un cambiamento concreto, per le innova-zioni, per le riforme effi caci e per soddi-sfare fi nalmente quell’ansia di giustizia che non chiede favoritismi “ad perso-nam” ma riaffermazione dei diritti e dei doveri uguali per tutti.

Testamento biologico: anche la chiesa valdese apre il registro delle ultime volontà«Manca una legge, ma non ci arrendiamo»