News sa 10 2014

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News 10/SA/2014 Rasff – Italia: settimana n.10/2014 L’ Italia ha attivato: Notifiche di allerta smeriglio o mako (Isurus oxyrhincus) congelato in tranci proveniente dalla Spagna con valori di mercurio (4.23 mg/kg - ppm) superiori ai limiti consentiti, riscontrato in seguito a controlli ufficiali e oggetto di ritiro dal mercato; Notifiche di informazione 1. tonno a pinne gialle (Thunnus albacares) congelato proveniente dall'India, con valori di istamina (721 mg/kg - ppm) superiori ai limiti consentiti, riscontrata in seguito a controllo ufficiale sul mercato e posto sotto sequestro; 2. riso alle cozze (Mytilus galloprovincialis) provenienti dalla Spagna con valori di biotossine marine - Diarrhoeic Shellfish Poisoning (DSP) - Acido Okadaico (190.8 µg/kg - ppb) superiori ai limiti consentiti , riscontrato in seguito a intossicazione alimentare, e presumibilmente non più presente sul mercato; Notifiche di respingimento alla frontiera 1. riso basmati proveniente dall'India con presenza di carbendazim (0.04 mg/kg - ppm)(prodotti fitosanitari ) non autorizzati all'importazione, respinti alla frontiera e non ancora immessi sul mercato; 2. vermicelli di patate provenienti dalla Cina con elevato contenuto di alluminio (115 mg/kg - ppm) non autorizzati all'importazione, e non ancora immessi sul mercato; 3. granella di pistacchi provenienti dall'Afghanistan, via Turchia, con presenza

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Notiziario Sicurezza Alimentare/Food Safety News

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News 10/SA/2014

Rasff – Italia: settimana n.10/2014

L’ Italia ha attivato:

Notifiche di allerta

smeriglio o mako (Isurus oxyrhincus) congelato in tranci proveniente dalla Spagna con valori di mercurio (4.23 mg/kg - ppm) superiori ai limiti consentiti, riscontrato in seguito a controlli ufficiali e oggetto di ritiro dal mercato;

Notifiche di informazione

1. tonno a pinne gialle (Thunnus albacares) congelato proveniente dall'India, con valori di istamina (721 mg/kg - ppm) superiori ai limiti consentiti, riscontrata in seguito a controllo ufficiale sul mercato e posto sotto sequestro;

2. riso alle cozze (Mytilus galloprovincialis) provenienti dalla Spagna con valori di biotossine marine - Diarrhoeic Shellfish Poisoning (DSP) - Acido Okadaico (190.8 µg/kg - ppb) superiori ai limiti consentiti, riscontrato in seguito a intossicazione alimentare, e presumibilmente non più presente sul mercato;

Notifiche di respingimento alla frontiera

1. riso basmati proveniente dall'India con presenza di carbendazim (0.04 mg/kg - ppm)(prodotti fitosanitari) non autorizzati all'importazione, respinti alla frontiera e non ancora immessi sul mercato;

2. vermicelli di patate provenienti dalla Cina con elevato contenuto di alluminio (115 mg/kg - ppm) non autorizzati all'importazione, e non ancora immessi sul mercato;

3. granella di pistacchi provenienti dall'Afghanistan, via Turchia, con presenza

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di aflatossine (B1 = 32; Tot. = 40 µg/kg - ppb) non autorizzata all'importazione, respinta alla frontiera e non ancora immessa sul mercato;

4. forchette di plasica provenienti dalla Cina non autorizzati all'importazione per livello di cessione globale elevato, non autorizzate all'importazione e non ancora immesse sul mercato (materiali a contatto con gli alimenti);

5. utensili da cucina (posate in acciaio) provenienti dalla Cina non autorizzati all'importazione per cessione di cromo (0.35; 0.40 mg/kg - ppm) superiore ai limiti consentiti, non autorizzati all'importazione e non ancora immessi sul mercato (materiali a contatto con gli alimenti);

6. utensili da cucina (stoviglie in plastica) provenienti dalla Cina non autorizzati all'importazione per cessione di cromo (9 mg/kg - ppm) e manganese (0.3 mg/kg - ppm) superiore ai limiti consentiti, non autorizzati all'importazione (materiali a contatto con gli alimenti).

- L’Austria ha attivato: 1 notifica di allerta per formaggio a latte crudo proveniente dall'Italia, con presenza di Listeria monocytogenes (510 CFU/g)riscontrata in seguito a controlli ufficiali effettuati sul mercato.

- L’Austria ha attivato: 1 notifica di informazione per farina di soia per alimentazione animale proveniente dall'Italia, con presenza di Salmonella Llandoff riscontrata in seguito a controlli ufficiali effettuati sul mercato e sottoposta a trattamento fisico-chimico.

- La Danimarca ha attivato: 1 notifica di informazione per filetti di petti di pollo refrigerati provenienti dall'Italia, con presenza di Salmonella infantis (presence /25g) riscontrata in seguito a controlli ufficiali, non più in vendita e presumibilmente non più presente sul mercato.

Fonte: www.veterinarialimenti.marche.it

Nanomateriali in etichetta: consumatori tenuti all’oscuro per anni?

Il regolamento europeo in materia è chiaro: il 1169/2011 (art. 18 par. 3)infatti parla di etichettatura da dare chiaramente per i nanomateriali. Con indicazioni da dare, in genere, per tutti gli ingredienti, additivi o enzimi che ricadano nella definizione di “nano” (ovvero, una dimensione nell’ordine della miliardesima parte del metro). Ma la Commissione, nella sua proposta sulla definizione dei “nano materiali ingegnerizzati”, apparentemente volta alla semplificazione, ha portato allo scoperto quello che secondo molti rappresentava un “segreto di pulcinella”: i nano materiali sono già abbondantemente presenti da diversi decenni in vari alimenti

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trasformati. Suggerendo così di indicare come “nano” in etichetta soltanto gli ingredienti immessi sul mercato dopo la entrata in vigore di precedenti regolamenti UE su additivi (del 2008-2011). Una sorta di anno zero da cui partire, quindi.La reazione del Parlamento Europeo non si è fatta però attendere: 402 voti hanno incorniciato la mozione (258 i contrari) che ha rigettato la bozza dell’esecutivo europeo.

Fonte: www.sicurezzaalimentare.it

Salute delle Api: l’appello di EFSA

Un richiamo forte ad una “cooperazione più intensa tra agenzie UE, Stati membri e ricercatori dell’UE per una migliore comprensione di come i fattori multipli di stress danneggino la salute delleapi”.

E’ questa una delle conclusioni di una relazione pubblicata oggi dall’EFSA, che propone anche la creazione di una banca dati di ricerca centralizzata, ad accesso libero, per sostenere lo sviluppo di un approccio olistico alla valutazione dei fattori di stress per le api. Se tanti soggetti in Europa si stanno interessando della salute delle api, EFSA ravvisa una carenza a livello di coordinamento e organizzazione, che impedisce un avanzamento più rapido delle conoscenze. Le api rappresentano il cuore pulsante dell’agricoltura UE e in genere, mondiale, in quanto insetto impollinatore per eccellenza, da cui dipende il corretto svolgimento dei cicli vegetativi delle colture. Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), delle 100 specie di colture che forniscono il 90 % di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api.

Una rete europea

La proposta allora individua la creazione di una rete, con il Gruppo interservizi per le api della Commissione, il laboratorio europeo di riferimento per la salute delle api, l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare (ANSES), l’agenzia UE per la medicina (EMA) e altri attori di calibro internazionale.

La dott.ssa Agnès Rortais, biologa e scienziata dell’EFSA ha sottolineato come oggi manchino studi specifici su api non mellifere, bombi e api regine- centrali per meglio capire cosa realmente sta accadendo. Ma anche la ricerca su fattori multipli di rischio è carente. Così non si è ancora riusciti a capire adeguatamente il ruolo dei singoli pericoli che le api affrontano.

Se inoltre gli stress di tipo biologico sono stati studiati per lo più a livello di Stati membri e Commissione, gli stress chimici hanno visto un ruolo prevalente di EFSA.

Un’iniziativa importante in quest’area è un gruppo di lavoro dedicato, costituito di

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recente dall’ANSES, per l’analisi dei dati sull’esposizione delle api a fattori di stress, quali patogeni, organismi nocivi, pesticidi e medicinali veterinari, e il riesame della letteratura scientifica sulle interazioni tra questi fattori. L’EFSA partecipa al gruppo dell’ANSES e ha dato inoltre il suo contributo a un seminario organizzato dal progetto salute e benessere degli animali (ANIHWA) dell’UE, avviato per favorire il coordinamento dei programmi di ricerca nazionali sulla salute e benessere degli animali da reddito, tra cui le api.

Una banca dati

EFSA chiede inoltre una banca dati unica e open source con metodi e dati per valutare i rischi per le api. Sebbene ad oggi diversi siano i registri, non vi è ancora una adeguata armonizzazione in tal senso, né una ampia accessibilità al pubblico.

Commissione ritira aromi alimentari

In seguito alla mancata richiesta da parte degli operatori, e stante una valutazione del rischio ancora incompleta, verranno ritirati dal mercato. E’ la sorte attesa da 19 sostanze aromatizzanti usate negli alimenti, che verranno quindi “cancellate” dall’elenco dell’Unione che registra tutti gli additivi ammessi. Questo in ragione del Regolamento (UE) 246/2014.

Aromi…

Dal 2008 in particolare nell’Unione vige una procedura di valutazione centralizzata e uniforme, grazie al regolamento 1331/2008, che vede EFSA in prima linea nel dare risposta alla Commissione Europea. Additivi, enzimi e aromi alimentari sono allora valutati in modo omogeneo in Europa, in modo da avere un’unica regia sulla valutazione del rischio, nella massima tutela dei consumatori europei e con regole certe e chiare per tutti i produttori. Nello specifico il regolamento (CE)1334/2008 stabilisce un elenco degli aromi utilizzabili in Europa.

Le sostanze non incluse nell’elenco potranno essere commercializzate fino al 22 ottobre 2014.

Ora con il regolamento (UE) 246/2014 aromatizzanti dal registro del 13 marzo scorso, la Commissione ha pertanto ritirato 19 sostanze dal registroeuropeo. Sostanze evidentemente senza una sufficiente spinta commerciale e per le quali esistono sostituti.

Il mercato degli aromi

Il mercato degli aromi alimentari rappresenta infatti uno dei più fiorenti settori industriali su scala globale. E le stesse imprese produttrici di aromi – un pugno di esse controlla il mercato globale- diversificano le proprie attività a cavallo tra alimentare e cosmetico.

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La Commissione Europea ha lanciato da poco una Consultazione pubblica su aromi considerati allergeni, stavolta entro l’uso cosmetico. Sostanze come il muschio di quercia (oakmoss, Evernia Prunastri) sono state fortemente regolate nei contenuti massimi ammissibili. Ma c’è chi vede dietro queste mosse un tentativo di controllo del mercato da parte degli stessi grandi gruppi che gestiscono la produzione dei sostituti di sintesi, e che hanno tutto l’interesse a creare un tema “cattivi allergeni” in Europa. E’ utile un confronto con la normativa alimentare: dal 2003 (Direttiva 89) si deve indicare in etichetta l’allergene, che ovviamente non è bandito (si tratta di alimenti spesso e non solo additivi o ingredienti, più facilmente sostituibili).Ma il settore cosmetico, sebbene le stime della Commissione parlino di 1-3% di popolazione allergica agli aromi- sta usando il pugno di ferro.Con certamente l’indicazione in etichetta (lista ingredienti) come per l’alimentare. Ma in aggiunta, si prevede una restrizione dei quantitativi ammissibili di alcune sostanze.

I puristi della profumeria sono insorti. La profumeria come oggi la conosciamo potrebbe infatti scomparire. Il “naso” di Guerlain, Thierry Wassser, aveva proposto un regime particolare per tutelare le creazioni storiche, che avrebbe consentito-dietro speciali avvertenze ai consumatori (come di non vaporizzare sulla pelle) di far sopravvivere alcuni grandi classici. Ma la proposta a quanto pare non è stata bene accetta dai colleghi e dall’industria.

In ogni caso il mercato delle piante officinali e delle essenze è in crescita in Europa e nel Mondo: il lusso dei cosmetici sta arrivando dappertutto, con una middle class globale in crescita. La produzione agricola ne può beneficiare in positivo. Nella sola Italia, a fronte di 2200 aziende (su 4410 ettari) nel 2007, si è arrivati a 2940 aziende nel 2010 (per 7190 ettari), con un aumento del 34% delle aziende e del 63% della superficie. In Europa la crescita delle aziende è stata pari al 21,8% per il periodo considerato, e del 55% sulla superficie.

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La Commissione Europea ha lanciato da poco una Consultazione pubblica su aromi considerati allergeni, stavolta entro l’uso cosmetico. Sostanze come il muschio di quercia (oakmoss, Evernia Prunastri) sono state fortemente regolate nei contenuti massimi ammissibili. Ma c’è chi vede dietro queste mosse un tentativo di controllo del mercato da parte degli stessi grandi gruppi che gestiscono la produzione dei sostituti di sintesi, e che hanno tutto l’interesse a creare un tema “cattivi allergeni” in Europa. E’ utile un confronto con la normativa alimentare: dal 2003 (Direttiva 89) si deve indicare in etichetta l’allergene, che ovviamente non è bandito (si tratta di alimenti spesso e non solo additivi o ingredienti, più facilmente sostituibili).Ma il settore cosmetico, sebbene le stime della Commissione parlino di 1-3% di popolazione allergica agli aromi- sta usando il pugno di ferro.Con certamente l’indicazione in etichetta (lista ingredienti) come per l’alimentare. Ma in aggiunta, si prevede una restrizione dei quantitativi ammissibili di alcune sostanze.

I puristi della profumeria sono insorti. La profumeria come oggi la conosciamo potrebbe infatti scomparire. Il “naso” di Guerlain, Thierry Wassser, aveva proposto un regime particolare per tutelare le creazioni storiche, che avrebbe consentito-dietro speciali avvertenze ai consumatori (come di non vaporizzare sulla pelle) di far sopravvivere alcuni grandi classici. Ma la proposta a quanto pare non è stata bene accetta dai colleghi e dall’industria.

In ogni caso il mercato delle piante officinali e delle essenze è in crescita in Europa e nel Mondo: il lusso dei cosmetici sta arrivando dappertutto, con una middle class globale in crescita. La produzione agricola ne può beneficiare in positivo. Nella sola Italia, a fronte di 2200 aziende (su 4410 ettari) nel 2007, si è arrivati a 2940 aziende nel 2010 (per 7190 ettari), con un aumento del 34% delle aziende e del 63% della superficie. In Europa la crescita delle aziende è stata pari al 21,8% per il periodo considerato, e del 55% sulla superficie.