Nell'Intemet dei traffici clandestini nascono anche riviste culturali...

3
L Nell'Intemet dei traffici clandestini nascono anche riviste culturali oi siamo anonimi. Siamo cultura... Gli utenti senza volto che si muovono nel dark web sono stanchi di essere considerati dei criminali. Mercanti di droga, di armi, di informazioni ru- bate. Peggio ancora, pedofili e terroristi. Nell'Internet pro- fondo, quello che sfugge ai normali motori di ricerca, ci sono persone che credono nel diritto di scrivere, ma soprattutto di leggere in mo- do anonimo. Discutono di sorveglianza, copyright, arte digitale, libertà creativa. E lanciano progetti di resistenza culturale come "The Torist", la prima rivista letteraria, in inglese, del dark web. Il debutto è stato a gennaio, una settimana fa l'annuncio del secondo numero: si cercano ope- re di saggistica, narrativa, poe- sia e arte visiva. Nel frattempo è nata in Francia una rivista ge- mella. Editori e autori diversi, ma stesso nome e stesso am- biente di pubblicazione: la rete Tor, creata nel 1996 dai labora- tori della Marina statunitense per proteggere le comunicazio- ni del governo, oggi utilizzata da chiunque voglia navigare nell'anonimato. Aquelle profon- dità le acque sono agitate: i mer- cati neri nascono e muoiono, gli indirizzi cambiano all'improvvi- so, i forum affondano per attac- chi informatici, azioni di polizia o emergenze improvvise. Non è l'ambiente ideale dove leggere racconti o poesie, ma può esse- re stimolante. «L'idea è nata nei giorni in cui frequentavo Galaxy, un so- cial network anonimo», spiega Robert W. Gehl, professore dell'università dello Utah spe- cializzato in tecnologie della co- municazione, il volto pubblico della rivista. Tra i suoi contatti persone con cui parlava di politi- ca, cultura e libertà digitali. Tra questi Gmh, un utente che ha scelto il suo pseudonimo come omaggio al poeta inglese Ge- rard Manley Hopkins. Dopo un anno e mezzo di lavo- ro è uscito il primo numero di The Torist: può essere scaricato gratuitamente, ma il link si apre solo con il browser Tor. «È stato un esperimento. Ci piace- va l'idea di una letteratura esclusiva del dark web e voleva- mo sfidare i pregiudizi di chi pensa che nell'anonimato si muovano solo criminali». Cinquantuno pagine, foto in bianco e nero, grafica raffinata e contenuti insoliti: racconti, poesie, saggi... C'è un saggio di KairUs (Linda Kronman e An-

Transcript of Nell'Intemet dei traffici clandestini nascono anche riviste culturali...

Page 1: Nell'Intemet dei traffici clandestini nascono anche riviste culturali …rassegna.be.unipi.it/20160427/SIX3047.pdf · 2016. 4. 27. · quello di William Gibson, l'auto-re cult di

L

Nell'Intemet dei traffici clandestininascono anche riviste culturali

oi siamo anonimi. Siamo cultura... Gli utenti senza volto chesi muovono nel dark web sono stanchi di essere consideratidei criminali. Mercanti di droga, di armi, di informazioni ru-

bate. Peggio ancora, pedofili e terroristi. Nell'Internet pro-fondo, quello che sfugge ai normali motori di ricerca, ci sono

persone che credono nel diritto di scrivere, ma soprattutto di leggere in mo-do anonimo. Discutono di sorveglianza, copyright, arte digitale, libertàcreativa. E lanciano progetti di resistenza culturale come "The Torist", laprima rivista letteraria, in inglese, del dark web.

Il debutto è stato a gennaio,una settimana fa l'annuncio delsecondo numero: si cercano ope-re di saggistica, narrativa, poe-sia e arte visiva. Nel frattempo ènata in Francia una rivista ge-mella. Editori e autori diversi,ma stesso nome e stesso am-biente di pubblicazione: la reteTor, creata nel 1996 dai labora-tori della Marina statunitenseper proteggere le comunicazio-ni del governo, oggi utilizzatada chiunque voglia navigarenell'anonimato. Aquelle profon-dità le acque sono agitate: i mer-cati neri nascono e muoiono, gliindirizzi cambiano all'improvvi-

so, i forum affondano per attac-chi informatici, azioni di poliziao emergenze improvvise. Non èl'ambiente ideale dove leggereracconti o poesie, ma può esse-re stimolante.

«L'idea è nata nei giorni incui frequentavo Galaxy, un so-cial network anonimo», spiegaRobert W. Gehl, professoredell'università dello Utah spe-cializzato in tecnologie della co-municazione, il volto pubblicodella rivista. Tra i suoi contattipersone con cui parlava di politi-ca, cultura e libertà digitali. Traquesti Gmh, un utente che hascelto il suo pseudonimo come

omaggio al poeta inglese Ge-rard Manley Hopkins.

Dopo un anno e mezzo di lavo-ro è uscito il primo numero diThe Torist: può essere scaricatogratuitamente, ma il link siapre solo con il browser Tor. «Èstato un esperimento. Ci piace-va l'idea di una letteratura

esclusiva del dark web e voleva-mo sfidare i pregiudizi di chipensa che nell'anonimato simuovano solo criminali».

Cinquantuno pagine, foto inbianco e nero, grafica raffinatae contenuti insoliti: racconti,poesie, saggi... C'è un saggio diKairUs (Linda Kronman e An-

Page 2: Nell'Intemet dei traffici clandestini nascono anche riviste culturali …rassegna.be.unipi.it/20160427/SIX3047.pdf · 2016. 4. 27. · quello di William Gibson, l'auto-re cult di

dreas Zingerle), collettivo di ar-tisti che denuncia le frodi onlinee i rischi di un consumo inconsa-pevole della tecnologia. «Rivi-ste come The Tori ist - racconta-no - inviano un messaggio poli-tico per il solo fatto di esserepubblicate in uno spazio menocontrollato: i lettori non vengo-no registrati come consumato-ri». Sostenere la rivista per Kai-rUs significa spingere i lettori a

superare le proprie abitudini dinavigazione: «E più emozionan-

te fare uno sforzo per trovare la-vori interessanti che consegnar-si a un elenco manipolato da al-goritmi che offrono qualcosa in

base ai comportamenti prece-denti».

C'è poi un racconto distopicodi J.M. Porup, scrittore e giorna-lista. Lo abbiamo incontrato suSignal, l'app di messaggisticache protegge le comunicazioniusando di default la crittografiaend-to-end, la stessa usata ognigiorno da Edward Snowden, dahacker e attivisti. «La culturapuò prosperare solo in una socie-tà libera- spiega-ma noi nonviviamo in una società libera.Noi viviamo in Internet, vale adire uno stato di sorveglianza to-tale. La polizia segreta esisteper rafforzare lo status quo esopprimere il dissenso. Questigoverni criminali consideranoogni deviazione dalle norme so-ciali come una minaccia e cosìscrittori, artisti, musicisti fini-scono sotto sorveglianza, pro-prio come i criminali, gli spaccia-tori e i terroristi».

Chi ha contribuito al primonumero però si è firmato con ilsuo vero nome, all'anagrafe ode plume. «Ci sono molte perso-ne che vogliono parlare o espri-mersi nell'anonimato. È possibi-le che The Torist li aiuti a farlo»,spiega Gehl che ha riflettuto alungo prima di uscire allo sco-perto. «Uso il mio nome come

una specie di liason con il clearweb. Con la mia identità possoaccedere facilmente alle reti ac-cademiche e creative, ma seThe Torist decolla potrei smette-re di usarla in modo che Gmhsia libero di sottolineare gliaspetti anonimi del progetto».Che investono, prima di tutto, ilettori, «In passato, sulla carta,tutti leggevano in forma anoni-ma - riflette Porup - . Se vo-gliamo evitare un brutale futu-ro da incubo, uno stivale che cal-pesta un volto umano per sem-pre, come ha scritto Orwell, allo-ra abbiamo bisogno di costruireun mondo in cui la lettura è an-cora una volta anonima».

Data la linea editoriale, Gehle Gmh hanno deciso di pubblica-re la rivista con una licenzaCreative Commons: chiunquepuò condividere e sviluppare laloro idea. E infatti poche setti-mane fa è nata una versionefrancese. In questo caso il voltopubblico è quello del giornalistaThomas Deslogis. Entrambe leriviste sono risalite in superfi-cie, aprendo un account su Twit-ter «per dire al mondo che noiesistiamo». La reazione è stata

immediata. Tra i retweet anchequello di William Gibson, l'auto-re cult di Neuromante. Al pari

degli artisti e degli scrittori cheospitano, gli editori possono es-sere considerati attivisti: crea-no operazioni culturali per fareriflettere sulle condizioni della

società in cui viviamo.La tendenza è diffusa anche

tra le figure storiche di Inter-net, gli utopisti della rete liberae i protagonisti del dibattito suldiritto d'autore. Peter Sunde,

Dl 2iA unaparte del deep web(l'internet sommerso)intenzionalmente nascostaI siti non sono raggiungibilidai normali motori diricerca. bisogna conoscerel'indirizzo e usare sof twareper l'anonimato

LA TE RTor (The OnionRouter)è un software che proteggedall'analisi del trafficoe offre una serie di servizileciti e illeciti, coprendoiservercheliospitanoEfrequentotoda 9,5milioni rlt persone !7giorno

T9 G 3r l'o, fiSTNei servizi n<! scosti di l'orha trovato spazio ancheuna rivista letteraria, laprima del dark web. SichiamaTlieTorist èscritta ininglese e apochesettimane dal debutto hagià una gemellafrancese

uno dei fondatori di The Piratehay, il più famoso sito dipeer-to-peer, dopo aver passatosei mesi in carcere ed essere sta-to condannato a risarcire milio-ni di euro alle major dell'indu-stria discografica, ha deciso dicambiare strategia. Oggi comu-nica le sue idee tenendo confe-renze e creando opere d'arte. Lasua Kopyrnarhin, un computerche cancella e copia all'infinitola canzone Crazy degli GnarlsBarkley mentre un contatoremostra il denaro che starebberubando, si inserisce in una ric-ca tradizione di "furti artistici".Dalle azioni pirata degli"01.org", che hanno duplicato emanipolato di tutto, compresoil sito dei Vaticano, al manifestoplagiarista dell'artista califor-niana Amy Alexander, che dal1998 si genere automaticamen-te grazie a un programma cheremixa frasi copiate qua e là.

Cultura di nicchia? Forse, manon è il caso di ignorarla: a voltel'arte pirata dalle profonditàdel web sale in superficie e sfidail potere. Lo sanno bene gli islan-desi che in autunno potrebberoscegliere come premier BirgittaJónsdóttir, sostenitrice di Wiki-Leaks e poetessa. Dopo le dimis-sioni del primo ministro Sig-mundur Davíó Gunnlaugssonper lo scandalo Panama Papers,il partito pirata ha aumentatoin modo vertiginoso la sua popo-larità e una intellettuale outsi-der come Jónsdóttir, potrebberendere più vago il confine trasogno e realtà. In fondo è a que-sto - ha scritto Quentin Girardin un ritratto di Sunde su Libér-ation -che servono i pirati.

Page 3: Nell'Intemet dei traffici clandestini nascono anche riviste culturali …rassegna.be.unipi.it/20160427/SIX3047.pdf · 2016. 4. 27. · quello di William Gibson, l'auto-re cult di

.... _....... " . `=:

,. ; `.R :0:4'a :. :.

' . : :•i r J

r.Ilk t--± ,• .:•

#.1r,

".:±M:Nf:1 1 1!ilnl

?