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Periodico dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari SASSARI MEDICA IN QUESTO NUMERO: 2 ANNO XVIII LUGLIO 2009 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1, comma 2 DCB Sassari. Proprietà: Ordine dei medici di Sassari”. Alcuni (buoni motivi) per una copertina All’assessore Liori vorrei dire che... Migliorare l’offerta dei servizi per la salute dei cittadini Tutti d’accordo: urgenti efficaci azioni di rilancio Le priorità di Liori: privato liste d’attesa, fuga di pazienti Pathos, essere medico oggi: il delicato rapporto col malato Alleanza terapeutica il baricentro nelle scelte di fine vita Un medico sassarese nelle tendopoli d’Abruzzo Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico Ritorna la tubercolosi: pericolo globale? Web. 2 e Medicina: come si trasforma il Pianeta Salute L’esame di stato per odontoiatri deve essere riformato Odontoiatri/Protocollo d’intesa per iniziative da concordare I chirurghi in tribunale per un terzo della vita Ordinanza ministeriale sulla disciplina degli stupefacenti I termini della prescrizione per compensi agli specializzandi Gli operatori della sanità per il terremoto in Abruzzo Infermieri in farmacia possibili soluzioni condivise Decreto Brunetta e sanzioni ai medici per le certificazioni Clandestini: sostegno ai medici che non li segnalano Qualità e sicurezza nella struttura di cardiochirurgia

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Periodico dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatridella Provincia di Sassari

SASSARIMEDICA

IN QUESTO

NUMERO:

2ANNO XVIII

LUGLIO 2009

“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione

in abbonamento postale D.L.

353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n°

46) art. 1, comma 2 DCB Sassari.

Proprietà: Ordine dei medici di

Sassari”.

Alcuni (buoni motivi)per una copertina

All’assessore Liori vorrei dire che...

Migliorare l’offerta dei servizi per la salute dei cittadini

Tutti d’accordo: urgentiefficaci azioni di rilancio

Le priorità di Liori: privatoliste d’attesa, fuga di pazienti

Pathos, essere medico oggi:il delicato rapporto col malato

Alleanza terapeutica il baricentro nelle scelte di fine vita

Un medico sassarese nelle tendopoli d’Abruzzo

Sicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico

Ritorna la tubercolosi: pericolo globale?

Web. 2 e Medicina: come si trasforma il Pianeta Salute

L’esame di stato per odontoiatri deve essere riformato

Odontoiatri/Protocollo d’intesaper iniziative da concordare

I chirurghi in tribunaleper un terzo della vita

Ordinanza ministeriale sulla disciplina degli stupefacenti

I termini della prescrizioneper compensi agli specializzandi

Gli operatori della sanitàper il terremoto in Abruzzo

Infermieri in farmaciapossibili soluzioni condivise

Decreto Brunetta e sanzioniai medici per le certificazioni

Clandestini: sostegnoai medici che non li segnalano

Qualità e sicurezzanella struttura di cardiochirurgia

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Anno XVIII - Numero 2Luglio 2009

Direttore responsabile: Agostino SussarelluDirettore editoriale: Agostino Sussarellu

Direzione, Redazione, Amministrazione:

via Cavour 71/B - 07100 SassariTelefono (079) 23.44.30Telefax (079) 23.22.28

CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’OR-DINE: Presidente: Agostino Sussarellu -Vice Presidente: Rita Nonnis - Segreta-rio: Giovanni Biddau - Tesoriere: NicolaAddis - Consiglieri: Alessandro Arru -Piero Luigi Bellu - Tiziana Casti - PaoloCastiglia - Maria Grazia Cherchi - Al-berto Delpini - Monica Derosas - CarlaFundoni - Nicolino Sanna - FrancescoScanu - Patrizia Virgona. ConsiglieriOdontoiatri: Pierluigi Delogu, Alessan-dro Sechi - Commissione per gli iscrittiall’Albo Odontoiatri: Presidente Pier-luigi Delogu - Componenti: AntonellaBortone - Pierpaolo Delitala - AntonioPinna - Alessandro Sechi. Collegio deirevisori dei Conti: Presidente: GiancarloBazzoni - Componenti: Alessandro Ga-nau - Nadia Tola - Revisore supplente:Pasqualina Bardino.

Registrazione n. 236 del 15-12-1989 Tri-bunale di Sassari. “Poste Italiane S.p.A. -Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46)art. 1, comma 2 DCB Sassari. Proprietà:Ordine dei medici di Sassari”.

Realizzazione editoriale: TipografiaTAS, Zona Industriale Predda Nieddasud - strada n. 10 - 07100 SassariTel./Fax 079.26.22.36 - 079.262221Stampa: TAS Srl - Sassari.

Sassari Medica è inviato gratuitamente a tutti gliiscritti all’Ordine dei medici chirurghi e degli odon-toiatri della provincia di Sassari e a tutti gli Ordinidei medici d’Italia.

SASSARI

MEDICAPeriodico dell’Ordine dei MediciChirurghi e degli Odontoiatridella provincia di Sassari

SITO WEB: www.omceoss.orgE-MAIL: [email protected]

Estratto dalla Gazzetta ufficiale della Repub-

blica italiana del 27 dicembre 1947

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Alcuni (buoni) motiviper una copertinaAll’assessore Liori vorrei dire che...Migliorare l’offerta di servizi per la salute dei cittadini Tutti d’accordo: urgentiefficaci azioni di rilancio Le priorità di Liori: privatoliste d’attesa, fuga di pazientiPathos, essere medico oggi:il delicato rapporto col malatoAlleanza terapeutica il baricentro nelle scelte di fine vitaUn medico sassarese nelle tendopoli d’AbruzzoSicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinicoRitorna la tubercolosi: pericolo globale?Web. 2 e Medicina: come si trasforma il Pianeta Salute L’esame di stato per odontoiatri deve essere riformatoOdontoiatri/Protocollo d’intesaper iniziative da concordareI chirurghi in tribunaleper un terzo della vitaOrdinanza ministeriale sulla disciplina degli stupefacenti I termini della prescrizioneper compensi agli specializzandiGli operatori della sanitàper il terremoto in Abruzzo Infermieri in farmaciapossibili soluzioni condiviseDecreto Brunetta e sanzioniai medici per le certificazioniClandestini: sostegnoai medici che non li segnalanoQualità e sicurezzanella stsruttura di cardiochirurgia

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La copertina di questo numero nasce da un’idea del presidente Sussarellu, condivisa da tutto il Consiglio: richiamare l’art. 4 della Costituzione che ci riguarda anche come medici;l’art. 3 del nostro codice deontologico recita infatti: “Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo… la salute è intesa nell’accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e psichico della persona”.Non si può tacere il danno psicofisico che può derivare a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie dalla perdita del posto di lavoro e il nostro Ordine non può ignorare il problema ma ha anzi il dovere di manifestare la propria preoccupazione: ben venga quindi l’idea del Presidente!

G.B. 2

Alcuni (buoni) motivi per una copertina

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All’assessore Liori vorrei dire che...

Dopo il successo dell’incontro

con l’assessore regionale

alla sanità, che si è svolto

il 26 giugno,

abbiamo pensato

che potesse essere utile

invitare i colleghi

a esprimere idee, pensieri

e proposte sulla sanità

del nord Sardegna.

Potete mandare

le vostre considerazioni anche

per posta elettronica

all’indirizzo dell’Ordine…

Nel prossimo bollettino

sarà dato tutto lo spazio

necessario per garantire

la massima diffusione

delle vostre idee

e, chissà?,

per contribuire

a migliorare

l’offerta di salute

che il nostro territorio

può mettere a disposizione

dei cittadini.

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Una tavola rotonda sul tema “La

sanità nel Nord Sardegna” è stata

l’occasione, il 26 giugno scorso,

per il primo incontro fra l’asses-

sore regionale Antonello Liori e i

protagonisti del mondo sanitario

delle province di Sassari e Olbia-

Tempio.

Pubblichiamo un resoconto dei la-

vori, l’intervento dell’assessore e

– di seguito – la relazione di Ago-

stino Sussarellu, presidente del-

l’Ordine che ha promosso la ta-

vola rotonda.

Desidero ringraziare l’assessore,le autorità, i colleghi e tutti ipresenti di essere qui con noi

questo pomeriggio.L’Ordine dei Medici, in quanto or-

gano ausiliare dello stato, annoveratra i suoi compiti, non solo la salva-guardia del decoro e dell’indipen-denza della professione, ma anche latutela della salute dei cittadini, pas-sando attraverso il controllo deonto-logico della professione, favorendola crescita culturale dei medici, desi-gnando suoi rappresentanti pressoenti pubblici che lo richiedano, occu-pandosi degli aspetti che più propria-mente interessino la salute collettiva.

Abbiamo dunque ritenuto oppor-tuno promuovere la riunione odierna,a pochi mesi dalla nomina del nuovoassessore, per gettare le basi di undialogo che il territorio ritiene debbainstaurarsi con chi per i prossimi cin-

que anni gestirà la politica della sa-lute nella nostra isola.

Con questo stesso intento ci era-vamo già fatti carico di presentarealla cittadinanza e agli operatori dellasanità il Piano Sanitario Regionale.

Il nostro proposito non è quello difar affidamento sul potere di lamen-tazione, attraverso il quale è facilemettere in evidenza, con luoghi co-muni, quali siano le criticità senzaperaltro indicare soluzioni e progetti.

Intendiamo piuttosto farci porta-voce di un desiderio di crescita, con-diviso da tutti coloro che costitui-scono il mondo della sanità, della sa-lute, che porti il territorio di nostrapertinenza verso quell’ottimizza-zione dei servizi da tutti richiesta evoluta.

Il nostro Ordine, per obblighi dilegge, comprende le province di Sas-sari e Olbia-Tempio.

Ciascuna delle due realtà, come ciesporranno i rappresentanti da noichiamati a partecipare alla tavola ro-tonda, possiede delle prerogativeproprie, legate all’evoluzione stessadel territorio che le compone.

Il territorio di Olbia-Tempio è inforte ascesa, con una crescita di po-polazione residente che non hauguali nella nostra isola, mentre Sas-sari paga, in questo momento, ilmaggior costo di una recessione cheè globale, con appelli che giungonoda più parti ad un risveglio quantomai opportuno.

Sembra quindi difficile trovare un

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Obiettivi:superarele criticitàdelle struttureospedalieree investirein tecnologiae risorse umane

1/La sanità nel Nord Sardegna fra attualità e prospettiveMigliorare l’offerta di sempre per la salute dei cittadini

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filo conduttore unico per questa gior-nata di discussione che abbiamo inti-tolato “La sanità nel nord Sardegna,tra attualità e prospettive”.

Il filo comune intende essere la sa-lute dei cittadini; il miglioramentodell’offerta che il servizio pubblico eil privato convenzionato riescono in-sieme a dare alla popolazione; l’in-terrogarsi sugli strumenti che si pos-sono utilizzare per ottenere tale ri-sultato, chiedendosi inoltre se ve nesono a disposizione, e se ne servonodegli altri.

Dal 2006 la sanità sarda possiedeuno strumento che le era mancato peroltre vent’anni: il “Piano SanitarioRegionale”. Questo può essere con-diviso o criticato, e necessita sicura-mente di miglioramenti in alcunipunti critici (cito, quale esempioeclatante, il problema dell’urologia,a Sassari), ma ha comunque per-messo alla nostra sanità di navigaresu una rotta prefissata, liberandola daquel vagare scoordinato che l’avevacaratterizzata per tanti anni.

Sulle indicazioni presenti nel PSR,le aziende ASL hanno approntato“l’Atto Aziendale”, approvato dallaregione, ed in fase di conclusione adopera dell’azienda Ospedaliero-Uni-versitaria. Questi sono strumenti in-dispensabili per migliorare la sanitàdei nostri territori, e vanno dunqueapplicati.

Le eventuali criticità presenti nondevono essere un pretesto per rallen-tarne la messa in opera, ma devonogenerare suggerimenti, proposte eprogetti di modifica, poiché ognunodi noi deve sentire il preciso dovere,ma ancor più, il desiderio imperativodi essere attore partecipe del miglio-ramento del sistema.

Il modello dipartimentale previstoper la moderna sanità deve essere lostrumento per sviluppare un’assi-

stenza condivisa che metta al centrodel sistema il paziente con i suoi pro-blemi, ed eviti i personalismi, utilisolo per soddisfare complessi di pro-tagonismo di antica e superata me-moria.

In quest’ottica è necessario chevengano rapidamente istituite lestrutture previste negli atti aziendaliper meglio rispondere alle necessitàdei cittadini.

Quindici giorni fa l’Assessore havisitato gli ospedali di Sassari: daquanto riferito sui giornali, pare chela visita non lo abbia proprio entusia-smato…

Tutti sappiamo che ad Olbia, dopola costruzione della prima parte del-l’ospedale, è in fase avanzata di co-struzione il suo secondo lotto, e ciòpermetterà alla Gallura tutta di di-sporre di un nosocomio all’altezzadei tempi.

E la provincia di Sassari? Conservo gelosamente un vecchio

filmato, ormai storico, che girò miopadre, cineamatore dilettante, allafine degli Anni Cinquanta, che per-mette di assistere alla posa dellaprima pietra del SS Annunziata. Cir-colavo ancora in pantaloncini corti ele monache avevano la cornetta. Oraho quasi raggiunto l’età della pen-sione e ci lavoro dentro da quasitrent’anni...

A parte le battute scherzose, la si-tuazione delle strutture ospedalieredi Sassari (SS Annunziata e com-plesso universitario), e di Alghero,lascia molto a desiderare.

È in fase avanzata di costruzione ilnuovo padiglione di via De Nicola,ma abbiamo assolutamente bisognoche vengano eseguiti anche progettiper Alghero e per l’azienda mista, ol-tre che per il completamento del SSAnnunziata.

Un periodo troppo lungo di abban- 5

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dono, di trascuratezza, forse propriodi lassismo, ha fatto sì che le strut-ture murarie mostrino pesantementeil peso del tempo, benché, in alcunicasi, gli anni di certe strutture nonsiano poi così tanti…

È quindi indispensabile che simetta in atto un piano definito perl’edilizia sanitaria e che i tempi sianocontenuti per il rammodernamentodelle strutture, elementi base per ilrinnovamento della sanità.

Parlando di ospedali, non pos-siamo ignorare la situazione di Ittiri eThiesi che dovrebbero vedere ricon-vertiti i nosocomi in “Ospedali diComunità”; tali strutture che in altreregioni italiane rappresentano unagrande risorsa per il territorio, nellanostra realtà stanno suscitando resi-stenze e diffidenza. È dunque neces-sario che anche la collettività favori-sca il cambiamento e non la mera di-fesa dell’esistente.

Purtroppo, il peso degli anni lomostrano anche le dotazioni tecnolo-giche che necessitano di una rivisita-zione, ed è giusto sottolineare che leapparecchiature superate sono causadi scarsa qualità delle risposte dia-gnostiche, nonché dell’allungamentodelle liste d’attesa che creano disagioalla cittadinanza e rappresentanospesso la spinta all’emigrazione sani-taria in altre ASL, o addirittura fuoriregione.

Un progetto di rinnovo tecnolo-gico deve dunque essere consideratoe pianificato.

Gli anni, l’età, questo è uno degliargomenti scottanti della sanità, an-che e soprattutto per quanto concernele risorse umane.

I medici hanno un’età media checontinua ad elevarsi, e se ciò può es-sere interpretato come una disponibi-lità di maggiore esperienza, non si

può sottovalutare il fatto che la cosadi per sé determini una minore spintaalla crescita. Il problema si acuiscesoprattutto negli ospedali centrali, incui, giustamente, tendono a confluirecoloro che hanno “stazionato” in pe-riferia per lungo tempo.

È necessario pensare ad una poli-tica di rinnovamento degli organiciche utilizzi il tournover del perso-nale, stabile e non precario, qualemezzo per correggere questo feno-meno, e congiuntamente occorrecoinvolgere progressivamente i gio-vani nelle responsabilità della pro-fessione.

Diciamo no al precariato, che è diper sé un limite all’impegno, all’ini-ziativa, alla progettualità di lungo re-spiro.

Il progresso si basa su uomini vo-lenterosi che è giusto motivare. Lamancanza di responsabilizzazionedei singoli operatori crea dei vuotiincolmabili in un mondo sanitario incui la managerialità è un supporto in-dispensabile per mettere a frutto lecompetenze.

La classe dirigente la si prepara at-traverso successivi gradi di responsa-bilizzazione, non la si improvvisa, opeggio ancora, non la si istituisce permeriti diversi.

Noi chiediamo una classe medicache sia pronta, un domani, non solo adirigere le strutture, ma anche a rap-presentare quella dirigenza di cui ilnostro territorio, e forse anche l’in-tera isola, è fortemente carente.

E sulla formazione dei medici, de-gli specialisti, della classe dirigentedel domani, un ruolo determinante lodeve svolgere l’Università, la qualeha il compito istituzionale di prepa-rare anche tutte le altre figure profes-sionali del mondo della sanità. Pre-parazione, questa, che deve proce- 6

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dere al passo coi tempi, rivedendo,pur avvalendosi dell’autonomia degliatenei, il tipo di formazione, mirantead essere più pratica, più calata nellarealtà attuale: in poche parole, piùmoderna.

La Sardegna ha una peculiarità chespesso rappresenta per noi motivo dilamentela: mi riferisco alla sua insu-larità spinta. La nostra terra è sicura-mente “più isola” della Sicilia, nonfoss’altro che per la sua maggiore di-stanza dal “continente”. Questarealtà può invece rappresentare unelemento estremamente positivo, so-prattutto per la formazione delle fi-gure professionali.

Da tempo andiamo dicendo che ilnostro tesoro sta proprio nel nostroesser pochi ed anche isolati. In Sar-degna ci sono due Università, ottoASL e tre aziende ospedaliere: unameravigliosa rete assistenziale chepuò, con le debite attenzioni, con

un’attenta programmazione e conmolta collaborazione, fungere da reteformativa, che sia, non solo un serba-toio di operatori sanitari per la nostrarealtà, ma anche, come già accade,una fucina di professionisti da im-mettere sul mercato nazionale.

L’Ordine dei Medici, con la sicuracollaborazione degli altri Ordini pro-fessionali, come organo ausiliariodello Stato e, in quanto tale, di di-ritto, organo “privilegiato” di garan-zia della qualità del servizio offertoai cittadini, intende mettere a dispo-sizione dell’assessorato, dei comunie delle province, dell’Università edella società, il suo ruolo di terzietà edi indipendenza, ed intende portareavanti un ruolo attivo e propositivofinalizzato alla salute collettiva.

Questo è per me lo scopo del no-stro incontro.

Agostino Sussarellu 7

Un momento dell’incontro “Sanità nel nord Sardegna” organizzato dall’Ordinedei medici

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E’un cahier de doleances foltoe nutrito quello che gli am-ministratori locali, i medici e

gli operatori del Nord Sardegnahanno presentato al neoassessore allaSanità Antonello Liori nel corso delsuo primo incontro istituzionale daquando riveste l’incarico in Regione:la tavola rotonda “la sanità nel NordSardegna”, organizzata dall’Ordinedei Medici di Sassari lo scorso 26giugno al Villino Ricci per mettere aconfronto i protagonisti del mondosanitario sassarese e gallurese conl’uomo che, per i prossimi cinqueanni, sarà al timone della politica sa-nitaria regionale.

Padrone di casa il Presidente del-l’Ordine Agostino Sussarellu, al di-battito – moderato dal giornalista An-drea Fraghì – erano presenti il sin-daco di Sassari, Gianfranco Ganau eil suo predecessore (ora consigliereregionale) Nanni Campus, il consi-gliere regionale Renato Lai in rap-presentanza dell’area gallurese, ilpreside della Facoltà di Medicina diSassari Giulio Rosati.

A introdurre il dibattito, presen-tando le criticità della sanità nel NordSardegna e le proposte per miglio-rarla, è stato il presidente dell’Or-dine dei Medici. “Dal 2006 – ha os-servato Sussarellu - la sanità sardapossiede uno strumento che le eramancato per oltre vent’anni: il PianoSanitario Regionale. Un documentoche necessita sicuramente di miglio-ramenti in alcuni punti critici, come

quello dell’urologia a Sassari, mache ci ha permesso di navigare suuna rotta prefissata”.

Stesso discorso per gli atti azien-dali che hanno avuto il merito di in-trodurre il modello dei dipartimenti,modello che mette al centro il pa-ziente: necessario dunque procedererapidamente alla loro istituzione.

Un riferimento poi alla necessitàdi intervenire sulle infrastruttureospedaliere di Sassari e Alghero, ob-solete e datate, e sugli ospedali di It-tiri e Thiesi: “Queste strutture, che inaltre regioni italiane rappresentanouna grande risorsa per il territorio,nella nostra realtà stanno suscitandoresistenze e diffidenza” ha commen-tato il Presidente dell’Ordine. E poil’emergenza tecnologica: dotazionivecchie e inadeguate.

Di qui non solo deriva buona partedella difficoltà a dare ai pazienti ri-sposte diagnostiche di qualità, maanche quella di rispondere celer-mente alla domanda di prestazionisanitarie, in che si traduce nell’allun-gamento dei tempi d’attesa e nell’e-migrazione verso altre Asl dell’isolao della penisola.

Fra i temi di cui si è discusso, an-che quello dell’invecchiamento dellaprofessione medica che, se da unaparte porta in dote la virtù di unalunga esperienza, dall’altra ha il vi-zio di una minore spinta all’aggior-namento e al rinnovamento della pro-fessione. “È nostro compito prepa-rare una classe medica che sia

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Gli squilibrifra i territoridel Sassaresee della Gallurae il problemadell’AziendaOspedalieroUniversitaria

2/La sanità in Sardegna fra attualità e prospettiveTutti d’accordo: urgenti efficaci azioni di rilancio

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pronta, un domani, non solo a diri-gere le strutture, ma anche a divenirequella dirigenza di cui il nostro terri-torio, e forse anche l’intera isola, èfortemente carente: abbiamo fame diclasse dirigente”. Infine un accennoalla rete formativa, che ha chiamatoin causa l’Università , che deve es-sere per Sussarellu più pratica e mo-derna.

Un invito raccolto dal presidedella facoltà di medicina Giulio Ro-sati che, pur evidenziando i passi inavanti compiuti nell’anno accade-mico 2009/2010 con l’aumento delnumero degli studenti ammessi aicorsi di laurea, ha denunciato le ca-renze sul fronte tecnologico e infra-strutturale delle cliniche universitariee ha chiesto all’assessore un inter-vento deciso per la riqualificazionedelle strutture.

Dal sindaco di Sassari GianfrancoGanau è arrivato un appello a “ren-dere convergente il percorso dell’A-zienda sanitaria locale e dell’Univer-sità”, con un sostanziale scatto inavanti dell’Azienda mista, che ar-ranca e fatica a decollare. Anche ilprimo cittadino turritano, come Sus-sarellu, ha concordato sulla necessitàdi migliorare l’atto aziendale, ma ditutelarlo e mantenerlo.

Quanto al privato, ha aggiunto Ga-nau, “si tratta di un valore aggiunto,a patto che non entri in competizionecon strutture già esistenti”. Poi un ri-ferimento agli ospedali di comunitàdi Ittiri e Thiesi – che, come ha spie-gato l’assessore, non si faranno –,alle Case della salute di Bono, Sorsoe Porto Torres e all’ospedale di Al-ghero, per il quale erano stati pro-grammati 320 milioni di euro, per ilquale Ganau ha richiesto l’impegnodella Regione.

A dare voce alle istanze del polo

gallurese è stato invece Renato Lai,consigliere regionale: “Siamo statischiacciati per anni da una situazionesanitaria quasi da terzo mondo, conun numero di posti letto assoluta-mente inadeguato alla crescita espo-nenziale del numero degli abitanti –ha commentato Lai – Questa situa-zione di inadeguatezza è stata supe-rata solo negli ultimi anni: non vor-remmo che fosse rimessa in discus-sione l’azione di riequilibrio sui postiletto operata dal Piano sanitario re-gionale”.

“La nostra realtà sanitaria – ha vi-rato nuovamente su Sassari NanniCampus, intervenuto in chiusura –sta registrando la perdita di appeal dimolti reparti e la conseguente migra-zione verso altre Asl: esiste un pro-blema di qualificazione professio-nale legato alla nascita di piccoli egrandi imperi sanitari”.

In riferimento all’Azienda mista,Campus non ha lesinato critiche, af-fermando che si tratta di un corponato monco, che “non regge né dalpunto di vista sanitario né da quellofinanziario”. “È necessario – ha poiaggiunto l’ex sindaco di Sassari – se-parare le Asl dalle aziende ospeda-liere, dal punto di vista legislativo, acosto di toccare alcuni interessi, esono da rivedere gli atti aziendali,che dal punto di vista della dotazionedi posti letto sono da considerarenulli, vista la sentenza del TAR”.

Anche Campus ha però concor-dato con gli altri relatori sulla neces-sità di potenziare la dotazione tecno-logica delle strutture sanitarie delNord Sardegna, pena un eterno allun-gamento o una fuga dei pazienti perTac, risonanza magnetica, ecografiee altri esami diagnostici per i quali èfondamentale l’apporto di tecno-logie. 9

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Rimettere mano alle strutture sa-nitarie e ai progetti in fase direalizzazione, aprire al privato,

dare una sforbiciata alle liste d’attesae drenare la fuga dei pazienti oltre-mare. Sono queste le priorità che ilnuovo assessore regionale alla SanitàAntonello Liori ha in agenda per ilNord Sardegna.

L’assessore – medico di profes-sione, che conosce dunque da vicinoi problemi dei camici bianchi – lo hadetto in occasione della visita all’o-spedale Santissima Annunziata e loha ripetuto nell’incontro organizzatodall’Ordine dei Medici di Sassari loscorso 26 giugno: la sanità sarda habisogno di un lifting profondo, inparticolare nel polo Nord dell’isola.Un polo, perché, dice: “Non mi di-spiace affatto l’idea che il Nord Sar-degna crei un polo sanitario integratoche comprenda le aree di Sassari eOlbia”. Idea lanciata a più riprese dairelatori della tavola rotonda: il sin-daco di Sassari Gianfranco Ganau eil suo predecessore Nanni Campus, ilconsigliere regionale Renato Lai,rappresentante del territorio gallu-rese, il preside della Facoltà di Me-dicina di Sassari Giulio Rosati e ilpadrone di casa, il Presidente del-l’Ordine dei Medici Agostino Sussa-rellu.

Liori traccia i contorni della sanitàche vorrebbe allevare nei prossimicinque anni: “È necessario rispon-dere alle emergenze del territorio,che sono le liste d’attesa e i viaggi

della speranza in Italia e all’estero:l’enorme spesa che oggi il serviziosanitario sostiene è da orientare inmaniera diversa, in modo che si li-miti l’emigrazione dei pazienti fuoridall’isola”.

Se il futuro si profila promettente edenso di impegni, aspre sono le criti-che dell’assessore nei confronti del-l’esistente. Il suo blitz all’OspedaleCivile di Sassari e le successiveesternazioni hanno rivelato quanto,per lui, la sanità sassarese, più chequella gallurese, versi in condizionidisastrose. “La situazione di degradodell’ospedale Santissima Annunziatadi Sassari e di alcuni reparti dellaClinica universitaria è nettamente su-periore a quella riscontrata nell’ospe-dale di Tempio, che ho invece trovatoin discrete condizioni”, ha dichiaratoLiori. “Sassari oggi soffre di un’ob-solescenza delle strutture” ha prose-guito l’assessore, che però ha ag-giunto di non approvare gli interventidi ristrutturazione e ampliamento giàprevisti: “Mi chiedo come sia possi-bile realizzare due ospedali separatida una strada: è necessaria una mag-giore e piena integrazione dei presidiospedalieri”. L’assessore non ha nep-pure nascosto il timore che, con lenuove strutture, siano realizzate sca-tole vuote: “Due ospedali con la do-tazione organica attuale rischiano unsovradimensionamento: mi appelloalla scelta degli operatori e dei poli-tici locali, perché tengano conto diquesto rischio”. 10

In pericolole casedella salutedi SorsoPorto Torrese Bonoe gli ospedalidi comunitàdi Ittirie Thiesi

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da3/La sanità nel Nord Sardegna fra attualità e prospettive

Le priorità di Liori: privato liste d’attesa, fuga di pazienti

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Con perentoria schiettezza l’asses-sore si è detto contrario alla parcel-lizzazione della sanità sul territorio,vedere alla voce Case della Salute:un punto, questo, che non solo rap-presenta una netta sterzata rispettoalla politica di decentramento dellasalute sul territorio avviata da NerinaDirindin, ma anche una doccia fred-da e un caso politico per gli ammini-stratori locali, a cui nel corso delconvegno dell’Ordine dei Medici èstato annunciato il taglio delle Casedella Salute: “Per quanto riguarda gliinvestimenti in edilizia, sono certi i60 milioni di euro dei fondi FAS dadestinare alle strutture sanitarie delNord Sardegna, mentre gli altri 60milioni di euro ad memorandum pro-messi dalla Giunta Soru non cisono”. In pericolo è dunque l’esi-stenza delle tre Case della Salute diSorso, Porto Torres e Bono e degliospedali di comunità di Ittiri eThiesi. Il progetto delle Case dellaSalute e degli ospedali di comunitànon convince, infatti, l’assessore, cheha espresso perplessità sulla collabo-razione delle figure professionali allariuscita dell’esperimento.

Semaforo verde, invece, per gliospedali privati, a patto che garanti-scano continuità e stabilità dell’as-sistenza. In altre parole, che abbianomani e piedi in Sardegna. “È da valo-rizzare il privato convenzionato: ènecessario fornire servizi comple-mentari e aggiuntivi rispetto a quelligià esistenti, puntando sulle alte pro-fessionalità. In particolare, vedo po-sitivamente il San Raffaele di Olbia,ma è necessario vigilare perché nonagisca come altre strutture: dob-biamo garantire che le altissime pro-fessionalità operanti nella strutturastiano stabilmente in Sardegna, inmodo che possano intervenire pron-tamente anche sulle emergenze”. Pa-

letti rigidi, dunque, che sarà la Re-gione a dover porre, affinché il SanRaffaele mantenga le promesse.

Nei programmi dell’assessore si faavanti anche l’idea di abbracciare ilmodello Lombardia: scorporare dalleAsl gli ospedali che raggiungono ilpareggio di bilancio e creare sul ter-ritorio più aziende ospedaliere cheinizino a ragionare e comportarsicome vere e proprie imprese chestanno sul mercato della sanità se-guendo i dogmi dell’economicità edel profitto. “Non si capisce del restoperché gli ospedali privati faccianoutili – osserva Liori – mentre quellipubblici siano costantemente in per-dita: è necessario un nuovo modellosanitario, perché l’Italia non potràpiù permettersi la spesa sanitaria cheha sostenuto in passato”.

Sul fronte Azienda sanitaria localee Azienda mista, l’assessore ha sotto-lineato le criticità legale al decollo diquest’ultima e alla necessità di lavo-rare con i direttori generali Asl in unclima di fiducia: fatto che lascia in-tendere, fra le righe, il prossimo av-vicendamento dei manager.

Nonnis: le difficoltà

dell’Azienda Ospedaliero

Universitaria

L’Azienda Ospedaliero Universi-taria di Sassari, dove lavoro, è stataistituita 2 anni fa (il 1 luglio ha com-piuto appunto 2 anni) ma ancorastenta a definirsi come tale, ancoranon si è trovato un equilibrio tra assi-stenza e didattica. Troppe beghe,troppe inutili resistenze, troppechiacchiere inutili.

Eppure la L. 517 ne definisce chia-ramente compiti e strutture e il proto-collo d’intesa Università-Regionedel 2004 ne ha tracciato il percorso 11

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per l’attuazione. Ma il tutto stenta adefinirsi. E per questo ritardo occorreriflettere sulle cause, non basta invo-care colpe e responsabilità di terzi (laRegione), bisogna fare autocritica eavere il coraggio di invertire drasti-camente il senso di marcia. Si de-vono lasciare da parte i pregiudizi egli interessi di “casta” occorre capireche è arrivato il momento di aderiresenza troppe riserve e troppi distin-guo alla mission dell’Azienda perchéè il solo modo per poterla finalmentedefinire, crescere e sviluppare. Biso-gna capire che è importante che aSassari l’Azienda Universitaria fun-zioni perché questa è una risorsa fon-damentale per la Sanità e per Sassari.Non si può continuare a difendere unpassato diventato inattuale e obso-leto. Occorre partecipare tutti in-sieme, in squadra, a costruire l’A-zienda, impiegando tutte le risorsepresenti.

È necessario far prevalere il benecomune, liberarsi dal dominio di unavisione provinciale fatta di compor-tamenti individualistici e interessati.Occorre avere più lungimiranza se sivuole migliorare la qualità dell’assi-stenza e, di conseguenza, la didatticae la ricerca, perché queste sono tuttelegate l’un l’altra. Dobbiamo impe-dire che medici e pazienti emigrinoin altre sedi, gli uni per vedere rico-nosciuti i propri meriti, gli altri perrisolvere i problemi di salute. Ab-

biamo le risorse e le professionalitàper offrire un’assistenza se non di ec-cellenza, sicuramente di qualità. Maper far questo chiediamo che la vec-chia maniera di gestire la Sanitàvenga definitivamente abbandonata eche prevalga una nuova cultura orga-nizzativa.

Chiediamo che l’atto Aziendalesia realmente l’occasione per riorga-nizzare una struttura su basi nuove.

Chiediamo che tutte le risorse pre-senti in Azienda vengano impegnatein questo processo di sviluppo. Chie-diamo che non vi siano pregiudizi ediscriminazioni per i giovani e per ledonne e che gli incarichi venganodati per merito con regole trasparentie non aggirabili.

Chiediamo che non vengano man-tenute certe situazioni solo perchéstoricamente presenti, quando pale-semente inadeguate.

L’Ordine dei Medici insieme aglioperatori sanitari dell’Azienda Ospe-daliero Universitaria chiede che visia attenzione al funzionamento del-l’Azienda, al buon funzionamentodell’Azienda, e chiede con forza chel’Assessore insieme con la DirezioneAziendale e l’Università contribuiscaattivamente e con sollecitudine allarisoluzione dei problemi e alla defi-nizione di una Azienda su basi nuovee adeguate ai tempi.

Rita Nonnis

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CHIUSURA ESTIVA DEGLI UFFICI

Si comunica che gli uffici dell’Ordine dei Medici Chirur-

ghi e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari rimar-

ranno chiusi dal 10 agosto 2009 al 21 agosto 2009.

La riapertura è prevista per il 24 agosto 2009.

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Per dirla con Karl Jaspers, “il me-dico deve tornare a essere unapersona umana”. È questa la

chiave di lettura per uscire dall’im-passe in cui la medicina postmodernaè precipitata, chiave fornita dal con-vegno “Pathos: essere medici oggi”organizzato dall’Ordine dei MediciChirurghi e degli Odontoiatri di Sas-sari con la collaborazione della se-zione sassarese della Società Filoso-fica Italiana.

Alla giornata di studi, che si è te-nuta il 5 giugno presso la Facoltà diScienze matematiche di Sassari, han-no preso parte il chirurgo AntonioDemurtas; il presidente del Comitatodi Bioetica di Sassari Mario Oppes,intervenuto sulla professione medicanella rivoluzione paradigmatica delNovecento; Luca Nave, insegnantedi filosofia e collaboratore di alcuneriviste specializzato presso la ScuolaSuperiore di Counseling filosofico diTorino; Alessandro Arru, segretariodel Comitato di Bioetica di Sassari econsigliere dell’Ordine dei Medici;Rossella Mascolo, presidentessa del-la sezione di Sassari della Società Fi-losofica Italiana; Graziella Morselli,docente di Filosofia all’università diRoma.

Una riflessione lucida, amara e peralcuni versi rivoluzionaria sui ri-svolti sociali, filosofici e antropolo-gici della medicina e in particolaredella figura del medico che, dopo se-coli di positivismo, fa i conti oggicon lo sgretolamento delle certezze

assolute e si trova a dover percorrerenuove vie, a sperimentare nuovi mo-delli di cure, a contaminare “la” me-dicina basata sulle evidenze scientifi-che con “le” tante medicine.

Come ha spiegato il chirurgo To-nino Demurtas in un’approfonditacarrellata della storia della medicina,dopo aver cavalcato secoli di rivolu-zioni scientifiche, da Galeno a Fle-ming, in una parabola tutta in ascesaculminata nel paradigma positivista,oggi la figura del medico si trova difronte a uno strano paradosso: quellodi aver raggiunto il culmine dell’evo-luzione tecnologica e aver sviluppatouna enorme competenza tecnico-scientifica eppure di assistere, dicontro, al lento franare della fiducianell’onnipotenza della scienza edella medicina. È la medicina post-moderna, quella che “deve fare iconti con nuove patologie, anacroni-stiche, perverse e incontrollabili co-me l’AIDS – ha affermato Demurtas– e con gli interrogativi aperti dallebiotecnologie, dalla clonazione dellapecora Dolly agli Ogm, per finirecon le cellule staminali”: questioniche hanno sconvolto il pianeta e mo-strato tutti i limiti di una scienza chefino a pochi decenni fa era ritenutaonnipotente, incontrastabile e indi-scutibile.

La medicina, persa la fiducia in sestessa, sposta sempre più in là il tra-guardo verso la conquista della sa-lute. Prova di questo mutato clima èlo slittamento dell’ottimismo per la 13

Il rischiodi una semprepiù accentuata“meccanizzazione”a causadel massiccioutilizzo della tecnologia

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oFilosofia e medicina, scienze a confronto Pathos, essere medico oggi: il delicato rapporto col malato

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stessa Organizzazione Mondiale del-la Sanità: “Salute per tutti entro il2000” dichiarava trionfalistica l’a-genzia mondiale nel 1948; “Saluteper tutti entro il 2020” rivedeva qual-che anno dopo. E infine oggi, che ilmiraggio appare sempre più lontanoe inconquistabile, l’Oms getta pru-dentemente la promessa oltre il no-stro secolo: “Salute per tutti entro ilXXI secolo”.

Il confine tra la medicina positivi-sta e quella postmoderna, ha affer-mato il bioetico Mario Oppes, vienetracciato negli anni Cinquanta delNovecento: al di là la visione dell’or-ganismo come una macchina per-fetta, della malattia come una realtàmisurabile e oggettivabile e dellamedicina come una scienza empiricadella natura; al di qua, dopo gli anniCinquanta, la malattia diventa inveceuna complessa interazione tra am-biente, cultura e soggetto. “Il malatonon è più solo un insieme di sintomio una macchina da riparare – Oppesha citato lo studioso Ivan Cavicchi –il malato è qualcosa di più e di di-verso: non si può curarlo curandonela malattia, ma cercando di compren-dere cosa si aspetta dalla cura”.

Il medico, in questo senso, nondeve e non può essere semplicementeun ottimo conoscitore della tecnica,ma deve avere la capacità di capire ilmalato, o meglio cosa il malato siaspetta dalla cura, come spiega Op-pes. “È necessario – ha aggiunto ilpresidente del Comitato di Bioetica –superare la concezione che tutto ciòche non è dimostrabile scientifica-mente non sia accettabile: diffidaredella cultura non scientifica non sem-pre è corretto”.

Un concetto con cui ha concordatoil medico Alessandro Arru: “Ciò chenon possiamo spiegare non significa

che non sia vero” ha affermato Arru.Anzi, la medicina postmoderna nasceproprio dalla crisi della medicina po-sitivista, “che arriva alla perversione– ha sostenuto Arru – della medicinabasata sulle evidenze scientifiche”.Evidenze scientifiche che si rivelano,in molti casi, totalmente inefficaci difronte alla realtà. Il segretario delComitato di Bioetica suggerisce dun-que di adottare un nuovo concetto dimalattia, da cui partire per costruireanche una nuova figura di medico:“La malattia deve essere intesa comeuno stato di malessere fisico, psi-chico, psicosociale, ambientale, cheva al di là dell’alterazione chimica efisica del soggetto (concezione posi-tivista della patologia) ed il medicodeve agire per tutelare il benessere,in senso lato, del paziente”.

Il medico deve, per Arru, attraver-sare tutti i percorsi percorribili, nonsolo quello delle evidenze scientifi-che, in modo da raggiungere l’obiet-tivo del benessere del paziente: ne-cessario è sperimentare non una sem-plice cura, ma tutte le cure possibiliin funzione del soggetto sofferente,perché non sempre una stessa cura hauno stesso effetto su tutti i pazienti.“La medicina basata sulle evidenzenon regge alla prova dei fatti” af-ferma Arru. E così può essere validala medicina convenzionale quantoquella non convenzionale: pari di-gnità all’omeopatia, all’agopuntura,all’ayurvedica, a tutta quella gammadi cure e di tecniche possibili attra-verso cui è possibile arrivare al fineultimo della guarigione, ferma re-stando la profonda conoscenza el’uso appropriato, da parte del sanita-rio, delle diverse terapie.

Il segretario del Comitato di Bioe-tica mette in guardia dal rischio diciarlataneria, che consiste nel non sa- 14

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per usare o nell’esasperare i modellidi cura alternativi, ma ciò non toglieche “il medico completo deve cono-scere tutti i paradigmi – ha sostenutoArru – che ha suggerito all’Ordinedei Medici di giocare un ruolo nel-l’ampliamento della gamma di curepossibili: “Obbligo costitutivo del-l’Ordine è anche quello di implemen-tare le conoscenze sui vari stili dicure”.

Indispensabile, in questa rivolu-zione postmoderna, è anche recupe-rare la dimensione umana di una me-dicina sempre più tecnicizzata, mec-canicizzata e affidata alle macchinepiù che al rapporto medico-paziente.Una relazione, quella fra medico epaziente, che è profondamente mu-tata: il filosofo Luca Nave utilizzadue paradigmi per descriverla. Ilprimo è il paradigma ippocratico che,rimasto in auge fino agli anni Ses-santa, è ben rappresentato dalla fi-gura del paternalismo medico: il rap-porto fra i due è assolutamente asim-metrico, imperniato sul dovere delmedico di curare e su quello del pa-ziente di ascoltare.

Dagli anni Settanta in poi, l’asim-metria fra i due si assottiglia, crolla ilpaternalismo medico e si afferma ilparadigma bioetico: “A decidere se lavita è buona o cattiva è la persona,non più il medico” ha spiegato Nave.Così nasce il consenso informato e sifa strada il concetto di diritti, nonsolo doveri, del paziente. Oltre a ciòil concetto di bene del paziente non èpiù univoco, ma diventa relativo: “Sipensi al caso Welby – ha commentatoil filosofo – qual era il bene di questopaziente?”. La soluzione, di fronte aun così enorme dilemma, sta, perNave, nel concetto di “autonomiapartecipata”, che riesce a sintetizzarebene il paradigma ippocratico equello bioetico.

Soprattutto, il filosofo ha sugge-rito al medico di riconquistare lasfera della comunicazione e della re-lazione con il paziente, attraverso ilcounseling narrativo, in quanto, so-stiene “è statisticamente provato chemolta parte della malpractice regi-strata in sanità deriva non da incom-petenza tecnica quanto da problemidi comunicazione e relazione fra me-dico e paziente.

La nuova frontiera della medicinaè dunque una riconquista della sferaumana della medicina dunque, comeha auspicato Rossella Mascolo, pre-sidentessa della Sezione di Sassaridella Società Filosofica Italiana,“perché la scienza non può prescin-dere dai valori, dalle conseguenzepratiche e dalle effettive ricadute suipazienti”.

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ORARIO

DI RICEVIMENTO

DEL PRESIDENTE

DELL’ORDINE

Il presidente dell’Ordine,

dottor Agostino Sussa-

rellu, riceve tutti i mar-

tedì pomeriggio presso

la sede dell’Ordine pre-

vio appuntamento da

stabilire al numero di te-

lefono 079/234430.

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“Rivalutare il ruolo del me-dico all’interno di un di-ritto mite”: questo il senso

e il contenuto profondo emersodalla due giorni che a Terni ha vistoconfrontarsi i medici italiani sulle“Dichiarazioni Anticipate di vo-lontà”.

Al “richiamo forte delle respon-

sabilità” su questi temi che coinvol-gono in maniera così compenetrantel’Alleanza Terapeutica, la FNOM-CeO ha risposto prima con un con-vegno dove, a tutto tondo, si sonoconfrontati costituzionalisti, giuri-sti, società scientifiche, associazionidi cittadini, politici. Poi, con una de-cisa dichiarazione di intenti espressain un Documento approvato - 85voti favorevoli, 5 contrari e 7 asten-sioni - dai presidenti degli Ordiniprovinciali presenti al Consiglio Na-zionale, appena conclusosi nel capo-luogo umbro.

“In un’epoca di profonde trasfor-mazioni sociali, di molteplici pre-senze di etnie, religioni e cultureche diversificano le comunità intante orgogliose identità, in unmondo sempre più unificato dallatecnica, i principi che ispirano il Co-dice Deontologico rappresentano unpunto di riferimento per la civile con-vivenza, per la riaffermazione dei va-lori etici della solidarietà umana”.Così si legge nell’incipit del Docu-mento che, nel Codice Deontologico,“quale espressione sintetica e condi-visa delle tante sensibilità e culture

che animano e che sono la ricchezzaetica e civile della professione”, vedeil nucleo identitario, di guida e di in-dirizzo, anche sul delicatissimo temadelle Dichiarazioni Anticipate diTrattamento.

È in sostanza riaffermata, conforza e all’unanimità, la “convin-zione che le previsioni del Codice diDeontologia Medica abbiano forza

giuridica ed etica e siano di per séidonee ad orientare e legittimare ledecisioni assunte in un’alleanza tera-peutica”, che rappresenta il più altopunto di incontro tra l’autodetermi-nazione del paziente e la libertà discelta – in scienza e coscienza – delmedico.

“Su queste delicate ed intime ma-terie – si legge, infatti, nel Docu-mento – il legislatore dovrà interve-nire formulando un diritto mite”. Undiritto, cioè, che si limiti esclusiva-mente a definire “la cornice di legit-timità giuridica sulla base dei dirittidella persona costituzionalmenteprotetti, senza invadere l’autonomiadel paziente e quella del medico”

Ogni decisione, quindi, non puòche essere l’espressione dell’unicitàe dell’irripetibilità di quella singolaalleanza terapeutica, che contiene insé “tutte le dimensioni etiche, civili etecnico professionali per legittimaree garantire la scelta giusta”, nell’inte-resse esclusivo del paziente e nel ri-spetto delle sue volontà.

A conclusione della giornataodierna, il presidente della FNOM-

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La ricercadi un puntod’incontrofra libertàdi sceltadel medicoe autodeterminazionedel paziente

La FNOMCeO sulle dichiarazioni anticipate di trattamentoAlleanza terapeutica il baricentronelle scelte di fine vita

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CeO, Amedeo Bianco, e il presidentedell’Ordine di Terni, Aristide Paci,hanno voluto rilasciare la seguentedichiarazione congiunta: “Il nostrolavoro si muove anche nell’auspicioche, dopo una pausa di riflessione

che coinvolga tutti i soggetti interes-sati, il confronto riprenda in un climapiù sereno e con un dialogo costrut-tivo. Le nostre riflessioni sono a di-sposizione per contribuire a conse-guire questo obiettivo”.

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RICHIESTA CERTIFICATI

Si ricorda che, per il rispetto delle norme sulla pri-

vacy, l’Ordine rilascia i certificati di iscrizione solo al

diretto interessato, oppure a persona che sia forni-

ta di specifica delega scritta e correlata da un docu-

mento di identità proprio dell’iscritto.

Gli iscritti sono pertanto invitati a collaborare, evi-

tando lamentele agli sportelli in quanto il personale

amministrativo si limita ad attenersi ai dettami del

Codice sulla privacy.

Si ricorda, inoltre, che gli iscritti si possono avvale-

re della possibilità di autocertificare i dati relativi

all’iscrizione.

Tale autocertificazione deve contenere i dati ana-

grafici, l’albo di appartenenza, il numero d’ordine,

l’anzianità di iscrizione e l’assenza di procedimenti

disciplinari.

Si precisa che qualsiasi ente pubblico è obbligato

ad accettare l’autocertificazione.

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Il testo

della dichiarazione

d’intenti

della FNOMCeO:

“Dichiaro oggi

per domani”

Il Consiglio Nazionale della Fede-razione Nazionale Ordini dei MediciChirurghi e Odontoiatri (FNOM-CeO), riunito a Terni il 13 giugno2009, in relazione al vasto dibattitosviluppatosi sul tema delle Dichiara-zioni Anticipate di Tratta-mento”(DAT) che direttamente eprofondamente coinvolge l’autono-mia e la responsabilità della praticamedica, ribadisce anche in questamateria il proprio ruolo di guida e diindirizzo sulla base dei principi cheispirano il Codice di DeontologiaMedica quale espressione sintetica econdivisa delle tante sensibilità e cul-ture che animano e che sono la ric-chezza etica e civile della nostra pro-fessione.

Ribadisce altresì che questi prin-cipi, in un’epoca di profonde trasfor-mazioni sociali, di molteplici pre-senze di etnie, religioni e culture chediversificano le comunità in tante or-gogliose identità, in un mondo sem-pre più unificato dalla tecnica, rap-presentano un punto di riferimentoper la civile convivenza, per la riaf-fermazione dei valori etici della soli-darietà umana.

Principi etici che assumono parti-colare significato nei momenti in cuiogni essere umano, dinnanzi alla ma-lattia ed alla morte, diventa più fra-gile e pone domande ardue e perso-nali a sé stesso ed a quanti portanol’onere della sua cura.

Ai medici, pertanto, spetta il diffi-cile compito di trovare, all’interno

dei suddetti principi, il filo del loroagire posto a garanzia della dignità edella libertà del paziente, delle suescelte, della sua salute fisica e psi-chica, del sollievo dalla sofferenza edella sua vita in una relazione di curacostantemente tesa a realizzare unrapporto paritario ed equo, capacecioè di ascoltare ed offrire rispostediverse a domande diverse.

Il Codice di Deontologia Medica,nel complesso delle sue norme gene-rali e specifiche, traccia questo per-corso finalizzato a trasformare la re-lazione fra medico e persona assistitain un’alleanza terapeutica qualeespressione alta e compiuta di pari li-bertà e dignità di diritti e doveri, purnel rispetto dei diversi ruoli.

L’autonomia decisionale del citta-dino, che si esprime nel consen-so/dissenso informato, è l’elementofondante di questa alleanza terapeu-tica, al pari dell’autonomia e della re-sponsabilità del medico nell’eserci-zio delle sue funzioni di garanzia.

In questo equilibrio, alla tutela e alrispetto della libertà di scelta dellapersona assistita deve corrisponderela tutela ed il rispetto della libertà discelta del medico, in ragione dellasua scienza e coscienza.

Lo straordinario incontro, ognivolta unico e irripetibile, di libertà eresponsabilità non ha dunque per ilnostro Codice Deontologico naturameramente contrattualistica, maesprime l’autentico e moderno ruolodel medico nell’esercizio delle suefunzioni di garanzia.

In questo nucleo forte di relazionietiche, civili e tecnico-professionaliil soggetto di cura e il curante, e cia-scuno “autore” di scelte, ovvero en-trambi esprimono l’autonomia e laresponsabilità che caratterizza ognialleanza terapeutica e che in tal sensocompiutamente rappresenta il luogo,

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il tempo e lo strumento per dareforza, autorevolezza e legittimazionea chi decide e a quanto si decide.

Ogni alleanza terapeutica, nellasua intimità ed unicità, assumestraordinario significato nelle deci-sioni e nei comportamenti che riguar-dano le relazioni di cura che affron-tano condizioni a prognosi infaustain fase terminale e/o caratterizzate dauna perdita irreversibile della co-scienza.

La professione medica coniugaquindi i suoi saperi e le sue compe-tenze con i grandi principi che gui-dano, sotto il profilo deontologico, ilmoderno esercizio professionale: • il principio di giustizia che vieta al

medico di discriminare i pazientiper condizione fisica e/o psichica eper ragioni sociali, economiche,etniche e religiose;

• il principio di beneficialità e nonmaleficità che sancisce l’obbligoinderogabile in capo ad ogni me-dico di garantire la salute e la vitadel proprio paziente nel rispettodei suo valori di riferimento, degliaspetti propri della persona e vis-suti nella sua personale espe-rienza;

• il principio dell’autodetermina-zione del paziente che riconoscealla volontà informata e consape-vole del singolo paziente capace, ildiritto di scegliere o non sceglierese attuare o sospendere i tratta-menti diagnostico-terapeutici. Il Consiglio Nazionale ritiene

inoltre che vada data pari dignità e ri-levanza al principio di autonomia eresponsabilità del medico che puòdunque sottrarsi a quella relazione dicura di cui non condivide le prospet-tive tecnico-professionali in ragionedi scienza e/o quelle etiche.

Questo richiamo ad un pieno rico-

noscimento della libertà di scienza ecoscienza del medico, non ha comeobiettivo la restaurazione di surretti-zie forme di neopaternalismo, ma sipropone responsabilmente come tu-tela dell’ autonomia del cittadino ,laddove la crescente complessitàdella moderna medicina, a fronte distraordinarie prospettive di diagnosie cura, sempre più spesso accende di-lemmi tecnici ed etici che scuotonole certezze e le coscienze dei singolimedici e dei loro pazienti e laceranoil comune sentire etico e civile dellecomunità.

Il Consiglio Nazionale dellaFNOMCeO ritiene che la libertà discienza e coscienza del medico deveresponsabilmente collocarsi all’in-terno dei seguenti confini: sul pianotecnico professionale deve riferirsialle migliori pratiche clinico-assi-stenziali basate sulle prove di effica-cia, sicurezza ed appropriatezza dicui ogni medico porta responsabilitànon delegabile, sul piano civile devepromuovere e trasferire nella rela-zione di cura il rispetto di tutti i dirittiindividuali protetti dalla nostra Co-stituzione, sul piano etico deve ri-spettare le norme del Codice Deonto-logico che si rifanno ai grandi prin-cipi sanciti da varie autorevoli fontiche hanno segnato la storia,della no-stra deontologia, dal Codice di No-rimberga alla Dichiarazione di O-viedo.

A tale riguardo il Consiglio Nazio-nale ribadisce che secondo il CodiceDeontologico il principio dell’ob-bligo di garanzia (beneficialità-nonmaleficità) viene infranto quando ilmedico, intenzionalmente e con mez-zi idonei, opera per la fine della vitaanche se ciòè richiesto dal paziente(eutanasia) o insiste in trattamenti fu-tili e sproporzionati dai quali cioè 19

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fondatamente non ci si può attendereun miglioramento della malattia odella qualità di vita (accanimentodiagnostico-terapeutico).

Il Medico lede altresì il principiodi giustizia se trascura di offrire unprogetto di cura efficace e proporzio-nato al miglioramento della malattiao della qualità di vita al paziente ter-minale o incapace o comunque fra-gile (abbandono terapeutico) e violail principio di autonomia del citta-dino se insiste nell’intraprendere onel perseverare in trattamenti rifiutatidal paziente capace ed informato.

La persona incapace a manifestarele proprie volontà sulla sua malattia esulla qualità della sua vita è doppia-mente fragile e la sua solitudine adesprimersi fa più grande quella delmedico che deve comunque deci-dere.

D’altra parte lo straordinario svi-luppo delle procedure e delle tecni-che di mantenimento delle funzionivitali nelle fasi avanzate di malattiecronico degenerative (neoplastiche,metaboliche, autoimmuni, vascolarietc.) o di recupero delle stesse incondizioni di emergenza (arresti car-diaci, accidenti cerebrovascolari de-vastanti, grandi traumi cranici, etc.) epoi sostenute per un tempo indefi-nito, determina in numero semprepiù consistente una tipologia di pa-zienti incapaci di esprimere una vo-lontà attuale sui trattamenti diagno-stico-terapeutici compresi quelli ido-nei a supportare nel tempo la condi-zione di totale ed irreversibile perditadi coscienza di sé ed assoluta incapa-cità di relazione con l’ambiente.

Le Dichiarazioni Anticipate diTrattamento (DAT) intervengono inqueste condizioni quale espressioneparticolare ed eccezionale del con-senso del paziente che, informato,

consapevole e quindi al momento ca-pace, dichiara i suoi orientamenti suitrattamenti ai quali desideri o non de-sideri essere sottoposto nell’even-tuale sopravvenire di una condizioneirreversibile di incapacità di espri-mere le proprie volontà.

Principio che è saldamente pre-sente nel Codice di Deontologia Me-dica fin dalla revisione del 1998 econfermato successivamente nel2006 (art. 35. Il medico deve interve-nire, in scienza e coscienza, nei con-fronti del paziente incapace, nel ri-spetto della dignità della persona edella qualità della vita, evitando ogniaccanimento terapeutico, tenendoconto delle precedenti volontà delpaziente art. 38. Il medico, se il pa-ziente non è in grado di esprimere leproprie volontà, deve tener contonelle proprie scelte di quanto prece-dentemente manifestato dallo stessoin modo certo e documentato) deli-neando quell’opportuno bilancia-mento tra diritto all’autonomia delcittadino e obbligo di garanzia pro-prio del medico.

Per il Codice Deontologico questidue principi non sono infatti ontolo-gicamente conflittuali laddove, so-prattutto nelle circostanze più diffi-cili, le funzioni di garanzia del me-dico devono, tra l’altro, supportare emotivare le scelte del paziente, cosìcome la volontà del paziente deve il-luminare ed orientare le funzioni digaranzia del medico.

In relazione al processo legislativoriguardante il progetto di legge con-cernente “Disposizioni in materia dialleanza terapeutica, di consensoinformato e di dichiarazioni antici-pate di trattamento” approvato inprima lettura al Senato, la FNOM-CeO, a seguito di approfondito dibat-tito con le Società Medico-Scientifi- 20

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che e con le Associazioni di tutela deipazienti e dei consumatori, ritieneche la compiuta funzione di garanziadel medico verso i pazienti incapacidi esprimere una volontà attuale e leloro scelte rende pressante la neces-sità di ridefinire nuovi profili di curae di avvicinare a questa responsabi-lità tecnico professionale la presa incarico globale di queste fragilità cheva oltre l’impegno dei soli medici.Sul piano generale, il Consiglio Na-zionale della FNOMCeO ritiene ne-cessario così definire le seguenti questioni: – L’informazione posta alla base

dell’alleanza terapeutica deve av-valersi di un investimento forma-tivo tale da garantire l’ efficacia el’appropriatezza della comunica-zione

– Ai processi di cura coinvolgentipazienti con bisogni assistenzialicosì impegnativi e complessivanno previsti programmi osser-vazionali sugli esiti dei trattamentiin termini di sollievo dalle soffe-renze e qualità della vita

– Va concretizzato un forte impegnodella ricerca, sia in campo diagno-stico che terapeutico, per miglio-rare le evidenze scientifiche giàoggi disponibili e per svilupparealtresì la cultura e la pratica dellapalliazione sia negli ambiti tradi-zionali delle malattie neoplasticheterminali sia in quelli nuovi ed al-trettanto impegnativi delle malat-tie cronico degenerative avanzatecaratterizzate da compromissioneo perdita irreversibile dello stato dicoscienza

– Va definita e finanziata una retenazionale efficace ed accessibiledi servizi che garantiscano LivelliEssenziali di prestazioni sanitarieed assistenziali, idonee a rendere

accessibile per questi pazienti e leloro famiglie il diritto ad un’esi-stenza rispettosa della dignitàdelle persone che sono curate e diquelle che si prendono cura.

– Nelle specifiche condizioni oggiinquadrate come stati vegetativi, lacomunità scientifica deve consoli-dare le evidenze relativamente agliaspetti preventivi, diagnostici, te-rapeutici e prognostici attraversol’elaborazione di specifiche linee-guida, la valutazione degli esiti deitrattamenti riabilitativi, di nutri-zione artificiale e di altri eventualitrattamenti di supporto vitale, diprevenzione e gestione delle com-plicanze( infezioni, embolie, trom-bosi, etc.) anche al fine di costruireun apposito Registro Osservazio-nale. In riferimento ad alcune contro-verse e più specifiche questioniconnesse alle DAT, il ConsiglioNazionale della FNOMCeO ri-tiene che le seguenti considera-zioni possano aiutare la ripresa diun confronto sereno nel Parla-mento e nel paese in grado di of-frire soluzioni alte e condivise.

– È nostra convinzione che le previ-sioni del Codice di DeontologiaMedica abbiano forza giuridica edetica e siano di per sé idonee adorientare e legittimare le decisioniassunte in una alleanza terapeuticama il conflitto tra competenze le-gislative e competenze giudiziarieche ha fatto seguito alla vicendaEnglaro, ha determinato una forteaccelerazione del processo legisla-tivo in materia di dichiarazioni an-ticipate di trattamento (DAT) alfine di definirne gli ambiti di effi-cacia.

– Su queste delicate ed intime mate-rie il legislatore dovrà intervenire 21

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formulando un “diritto mite” chesi limiti cioè a definire la cornicedi legittimità giuridica sulla basedei diritti della persona costituzio-nalmente protetti, senza invaderel’autonomia del paziente e quelladel medico prefigurando tipologiedi trattamenti disponibili e non di-sponibili nella relazione di cura.Ognuna di queste, unica e irripeti-bile contiene tutte le dimensionietiche, civili e tecnico professio-nali per legittimare e garantire lascelta, giusta, nell’interesse esclu-sivo del paziente e rispettosa dellesue volontà. L’autonomia e la re-sponsabilità del medico, sono agaranzia che le richieste di cura ele scelte di valori dei pazienti sonoaccolte nel continuo sforzo di aiu-tare chi soffre e ha il diritto di es-sere accompagnato con compe-tenza, solidarietà. Tali dichiara-zioni vanno espresse in formascritta, sottoscritta e datata, conse-guente ad una informazione me-dica di cui resta idonea documen-tazione.

– In tale contesto vanno chiaramentedefinite le condizioni nelle qualiqueste assumono il valore giuri-dico ed etico di espressione di unavolontà “capace”, ovvero se rife-rita solo agli stati vegetativi o seanche a tutti gli altri stati patolo-gici che si manifestano nel corsodi malattie cronico degenerativecaratterizzati da una perdita irre-versibile della coscienza di sé edell’ambiente configuranti quindiun’incapacità ad esprimere vo-lontà attuali.

– Le dichiarazioni anticipate rappre-sentano scelte libere e consapevoliche possono essere in ogni mo-mento revocate o aggiornate e nondevono contenere richieste di atti

eutanasici o riconducibili a formedi trattamenti futili e sproporzio-nati (accanimento terapeutico).

– Le dichiarazioni anticipate vannoattualizzate prevedendone unascadenza temporale di validità altermine del quale possono essererinnovate.

– Le dichiarazioni anticipate vannocontestualizzate sotto il profilotecnico-professionale non alloscopo di eludere le specifiche vo-lontà del paziente ma al fine di ve-rificare la sussistenza o meno dellecondizioni cliniche e delle valuta-zioni tecniche che le hanno infor-mate.

– In presenza di dichiarazioni antici-pate si ritiene opportuno che nelleparticolari situazioni cliniche, in-quadrate come stati vegetativi, lecondizioni di irreversibilità deldanno neurologico siano indagate,valutate e certificate secondo lemigliori evidenze scientifiche di-sponibili da trasferire in analitici erigorosi protocolli diagnostici eprognostici, unici a livello nazio-nale.

– In accordo con una vasta ed auto-revole letteratura scientifica, la nu-trizione artificiale è trattamentoassicurato da competenze medichee sanitarie, in grado di modificarela storia naturale della malattia,calibrato su specifici problemi cli-nici mediante la prescrizione dinutrienti, farmacologicamente pre-parati e somministrati attraversoprocedure artificiali, sottoposti arigoroso controllo sanitario ed in-fine richiedente il consenso infor-mato del paziente in ragione dei ri-schi connessi alla sua predisposi-zione e mantenimento nel tempo.La sua capacità di sostenere fun-zioni vitali, temporaneamente odefinitivamente compromesse, ne 22

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motiva l’impiego, in ogni pro-getto di cura appropriato, efficacee proporzionato, compresi quelliesclusivamente finalizzati ad alle-viare le sofferenze. In queste cir-costanze, le finalità tecniche edetiche che ne legittimano l’utilizzodefiniscono anche i suoi limiti, suiquali può intervenire la sceltainformata e consapevole, attuale odichiarata anticipatamente del pa-ziente e la libertà di scienza e co-scienza del medico.

– L’eventuale individuazione dellafigura del “Delegato/Fiduciario”,richiede una puntuale definizionedel suo ruolo che si auspica sia divigilanza sulle applicazioni delledichiarazioni anticipate, eserci-tando una funzione di coopera-zione con il medico curante al finedi evitare conflitti tra le due fun-zioni di tutela dovendo entrambiperseguire il migliore interesse delpaziente.

– Va previsto per il medico e pertutto il personale sanitario il dirittoall’obiezione di scienza e co-scienza rispetto ai contenuti delledichiarazioni anticipate ciò inforza di quanto già previsto in al-tri contesti dall’ordinamento giu-ridico e dallo stesso Codice diDeontologia Medica. Ovviamenteper il medico obiettore rimangonogli obblighi deontologici di conti-nuare la sua assistenza fino aquando un altro collega, in un’al-tra relazione di cura, assumeràquelle volontà.

– Il dispositivo legislativo, nel defi-nire gli ambiti di efficacia giuri-dica del consenso informato, devealtresì chiaramente prevedere chegli atti commessi o omessi dai me-dici e dai sanitari in osservanzadelle volontà giuridicamente va-lide, escluse quelle eutanasiche odi assistenza al suicidio, li esone-

rano da qualsivoglia responsabi-lità civile e penale. Il Consiglio Nazionale della

FNOMCeO ritiene infine indispen-sabile l’istituzione di un Osservato-rio Nazionale sui comportamenti e lescelte di fine vita, implementando ediffondendo sul territorio la culturadella cure di fine vita e gli strumentiaffidabili e confidenziali di rileva-zione dei fenomeni anche attraversocampagne di informazione del pub-blico e formazione del personale, inparticolare finalizzate a chiarire gliscopi, i limiti etici e giuridici delledichiarazioni anticipate.

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ORARI

DI APERTURA

AL PUBBLICO

LUNEDÌ MERCOLEDÌ

VENERDÌ:DALLE ORE 11.00

ALLE ORE 13.00

MARTEDÌ:DALLE ORE 11.00

ALLE ORE 13.00

E DALLE ORE 15.00

ALLE ORE 17.00

GIOVEDÌ:DALLE ORE 11.00

ALLE ORE 15.30

(ORARIO CONTINUATO)

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La scelta di essere medico do-

vrebbe essere la risposta ad una

vocazione, cioè quella di portare

sollievo all’uomo che soffre. In al-

cuni colleghi questa convinzione

culmina, oltre che nell’esercizio

della professione, anche nell’o-

pera di volontariato in tutte le sue

forme, medica e non, e nell’aiuto

sempre pronto al malato ed al sof-

ferente. Riportiamo la testimo-

nianza di alcuni colleghi che sono

intervenuti nella recente emergen-

za del terremoto in Abruzzo.

Paolo Cuguttu, 53 anni, medico

dentista, logudorese di origine e

sassarese di adozione, è rientrato i

primi di maggio dall’Abruzzo

dopo un periodo di volontariato,

racconta la sua esperienza vissuta

nelle zone distrutte dal terremoto

del 6 aprile.

Monica Derosas

Sono partito dalla Sardegna coivolontari della sezione paraca-dutisti del Goceano, con destina-

zione Navelli, dove opera ProtezioneCivile dei Paracadutisti, alla quale ilMinistero degli Interni ha assegnatola gestione del COM n° 6 (CentroOperativo Misto), che comprende ol-tre al paese di Navelli, borgo medioe-vale ricco di storia e patria dello zaf-ferano, altri 18 comuni a sud de L’A-quila, tutti gravemente danneggiati,ed uno, Castelnuovo, quasi comple-tamente raso al suolo.

Il campo sportivo di Navelli, per

l’emergenza sismica, ha assunto lesembianze di un antico accampa-mento romano, con le tende blu delMinistero degli Interni perfettamenteallineate e adibite ad alloggi provvi-sori.

Subito dopo il sisma, i ritmi di la-voro sono stati frenetici, con orariche andavano dalle 6.30 del mattinofin oltre mezzanotte, a montare letende e a scavare canalette per il de-flusso dell’acqua piovana. Poi, finital’emergenza, si è passati a una gra-duale normalizzazione e pianifica-zione. I compiti dei volontari eranoprevalentemente di natura sanitaria,di soccorso e logistico, al fine di ga-rantire l’igiene e la sicurezza, la ge-stione e la pulizia delle cucine e lasala mensa per la preparazione e ladistribuzione dei pasti; il servizio dilavanderia, la pulizia dei bagni, la-vori di carpenteria e il servizio di vi-gilanza notturna alla porta carraia,lungo il perimetro del campo e i cor-ridoi fra le tende per evitare l’intru-sione di estranei e atti di sciacallag-gio.

Il mio compito a Navelli era quellodi fare il dentista, ma poi una volta alcampo, ho fatto praticamente di tutto.Il primo giorno ho operato esclusiva-mente come a bordo del camperodontoiatrico, perfettamente attrez-zato per gli interventi di piccola chi-rurgia orale, conservativa ed endo-donzia; poi ho saputo che l’unità mo-bile doveva spostarsi giornalmente inlocalità diverse, anche molto lontane,

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Dall’emergenzaalla gestionedel gradualeritornoa una vitanormale:il raccontodi Paolo Cuguttu

Esperienza in un paese colpito dal terremotoUn medico sassarese nelle tendopoli d’Abruzzo

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mentre io dovevo rimanere entro iconfini del centro operativo di Na-velli. Di conseguenza mi sono dedi-cato all’attività di medico genericonella tenda ambulatorio del campo,che fungeva anche da sede di guardiamedica durante le ore notturne e fe-stive. I pazienti che ho visitato eranoprevalentemente anziani con patolo-gie infiammatorie e degenerativepreesistenti, aggravate dai disagidella vita in tenda, e malattie da raf-freddamento causate dalle condizionimeteorologiche avverse, con tempe-rature molto basse (soprattutto nelleore notturne), vento gelido e pioggecontinue. Sono stati numerosi anche ivolontari che ricorrevano alle miecure per piccoli incidenti sul lavoro:prevalentemente ferite da taglio, con-tusioni e distorsioni. Nei brevi pe-riodi di tranquillità aiutavo all’occor-renza i volontari di turno nella ge-stione del magazzino, la movimenta-zione e la registrazione dei materialiin entrata e uscita, la cernita dei vi-veri in base alla data di scadenza e la

gestione del ve-stiario. Eranotante le famiglievittime del sismache non hannosalvato neancheun cambio dibiancheria.

Quello che ab-biamo fatto inAbruzzo duranteil nostro turno divolontariato sem-bra tanto, ma inrealtà è solo unagoccia nel maredelle tante cosequotidianamentenecessarie permantenere, mi-gliorare e inte-

grare l’esistente; e come sempre suc-cede in queste occasioni, quello chesi riceve è sempre più di quello che sidà. È stata una forte e gratificanteesperienza umana, la cui utilità èstata sottolineata dalle lacrime delsindaco di Navelli, nel corso di unimprovvisato e breve discorso di rin-graziamento tenuto durante il pranzodel 1° maggio, e dai tanti sguardi,sorrisi e parole di gratitudine chequotidianamente abbiamo ricevutodalla fiera e dignitosa popolazioneabruzzese. Le persone anzianespesso ci raccontavano con fred-dezza le loro drammatiche espe-rienze personali, con rassegnazionema senza lamentarsi; i giovani eranoinvece più fiduciosi, e anzi non vede-vano l’ora di ricominciare.

Per concludere, so di non essereoriginale dicendo che quando siamotornati alle nostre famiglie e al nostrolavoro, una parte del nostro cuore edei nostri pensieri è rimasta inAbruzzo.

Paolo Cuguttu25

I volontari in Abruzzo: nella fila dietro, secondo da sini-stra, il dottor Cuguttu

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Il giorno 15 gennaio con lo stopall’invio dei questionari di valuta-zione via fax si è concluso il

Corso “Sicure” sulla “Sicurezza deipazienti e gestione del rischio cli-nico”. Questa prima iniziativa di ag-giornamento avviata dalla FNOM-CeO e rivolta a tutti i medici edodontoiatri italiani ha richiesto,come era prevedibile, un grosso im-pegno soprattutto sotto il profilo or-ganizzativo e della gestione dei duediversi canali di accesso, on-line e“cartaceo”, impegno tuttavia ampia-mente ricambiato dall’apprezza-mento incondizionato, per i conte-nuti e per le modalità di esecuzione(fad-blended), espresso dai colleghiche vi hanno preso parte.

Le criticità sul piano organizzativoche abbiamo registrato, doverosa-mente segnalate anche da alcuni deipartecipanti, sono in gran parte daascrivere ad una non puntuale rispo-sta dei supporti tecnologici (diffi-coltà a trasmettere il questionario viafax, mancata ricezione da parte deiprofessionisti degli esiti della prova,poca “fluidità” del percorso on-fine),criticità che, tuttavia, possiamo rite-nere fisiologiche in ragione dell’altonumero dei partecipanti al corso.

In questa fase sperimentale, inol-tre, la Federazione si è fatta caricodell’intera organizzazione dell’e-vento ricorrendo, inevitabilmente, asistemi automatici di analisi e veri-fica delle prove di apprendimento in-dividuati in tempi brevi (e quindi non

sufficientemente collaudati) per ri-spettare le scadenze richieste dal Mi-nistero della Salute che ha collabo-rato all’iniziativa. Naturalmente glierrori sono risultati preziosi stru-menti per comprendere come miglio-rare eventuali altre iniziative analo-ghe.

Un primo bilancio dell’evento: almomento abbiamo inviato agli Or-dini provinciali cinque elenchi (me-dici e odontoiatri), per un totale dicirca 12.000 colleghi che hanno otte-nuto i 20 crediti ECM. Abbiamo invia di elaborazione e saranno tra-smessi prevedibilmente entro il mesedi febbraio, i report di altri parteci-panti on-line (circa 2500) e l’elencodei nominativi che scaturirà dagli ol-tre 28.000 questionari inviati per fax.È prevedibile che a conclusione del“Sicure” avremo distribuito i 20 cre-diti ad oltre 30.000 professionisti.

Con l’occasione vorrei aggiun-gere che gli elenchi che di volta involta trasmettiamo alle sedi provin-ciali vengono attentamente control-lati e confrontati proprio perché ali-mentati dai due diversi canali di par-tecipazione (on-line e fax), tuttaviasarebbe opportuno che anche gli Or-dini procedessero ad una ulterioreverifica mediante un registro degliattestati rilasciati per evitare un inu-tile duplicato dell’attestato stesso e/oeventuali comportamenti opportuni-sti.

Vorrei rivolgere a tutti i colleghiche hanno partecipato il più vivo rin-

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Largapartecipazione:a conclusionedel percorsoformativoverranno attribuiticrediti a oltre 30 milaprofessionisti

Il corso F.A.D. - SicureSicurezza dei pazienti e gestione del rischio clinico

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graziamento per il contributo chehanno voluto dare per la migliore riu-scita di questa nostra iniziativa ECMe per i suggerimenti e, perché no, perle critiche costruttive che hanno fattopervenire, che rappresenteranno per

tutti noi un momento di riflessione edi approfondimento da cui ripartireper una prossima iniziativa di aggior-namento professionale.

Amedeo Bianco

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CORSO STANZIALE “SICURE”

SICUREZZA DEI PAZIENTI

E GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO

Considerato il successo del corso F.A.D. per la forma-

zione degli operatori sanitari “SICURE - sicurezza dei

pazienti e gestione del rischio clinico”,organizzato

dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici

Chirurghi e Odontoiatri, l’Ordine dei Medici Chirurghi e

degli Odontoiatri della Provincia di Sassari ha intenzio-

ne di organizzare a Sassari un’edizione stanziale del

corso.

Prima di provvedere all’organizzazione dell’evento si

ritiene opportuno verificare l’effettivo interesse degli

iscritti.

Si invitano, pertanto gli interessati a comunicare agli

uffici dell’Ordine la propria disponibilità a partecipare al

corso.

I crediti E.C.M. previsti saranno 20.

Il corso dovrebbe articolarsi in una giornata lavorativa.

Si precisa che i sanitari che hanno già partecipato e

superato il corso nell’edizione precedente non potranno

partecipare allo stesso.

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La tubercolosi (TB) costituisceda sempre un importante pro-blema di salute pubblica sia nei

paesi in via di sviluppo sia in quelliindustrializzati.

I recenti episodi epidemici, segna-lati nella nostra provincia ed in altreprovincie italiane, hanno, frequente-mente, richiamato l’attenzione deimass-media locali e nazionali.

L’Istituto di Igiene e MedicinaPreventiva dell’Università degliStudi di Sassari collabora conl’Organizzazione Mondiale dellaSanità nel seguire le dinamiche diquesta infezione batterica nel mondo,ed in modo particolare nella RegioneEuropea.

Recentemente, è stata avviata unastretta collaborazione anche con loEuropean Center for Disease Preven-tion and Control (ECDC), agenziadell’Unione Europea, al fine di ela-borare interventi di sanità pubblicaper l’eliminazione della tubercolosidall’Unione Europea, quali l’elabo-razione di indicatori e strategie ope-rative per l’eradicazione dell’infe-zione.

La tubercolosi rappresenta dasempre un problema globale e,recentemente, l’Italia ed altri PaesiEuropei (Inghilterra e Svezia) sem-brano assistere alla recrudescenza diuna malattia ritenuta, da tempo, unproblema dell’ante-guerra..

La morbosità correlata al Myco-bacterium tuberculosis è impressio-nante: i nuovi casi di malattia nel

mondo nell’anno 2007 sono stati9,27 milioni -139 malati per 100000- secondo le recenti stime fornitedall’Organizzazione Mondiale dellaSanità -WHO- (13th annual WHOreport on global tubercolosi control-2009); tra i casi incidenti 4,1 milionisono risultati positivi all’analisi del-l’escreato (44% del totale) e 1,37milioni HIV+ (14.8% del totale).Rispetto all’incidenza stimata nel2006 (9,24 milioni) è stato registratoun incremento del numero di casi aseguito dell’incremento demograficodella popolazione. India, Cina,Indonesia, Sudafrica e Nigeria occu-pano dal primo al quinto posto,rispettivamente, in termini di casinotificati alle autorità sanitarie. I casiprevalenti nel 2006 sono risultati14,4 milioni. Tale infezione ha deter-minato il decesso di 1,5 milioni disoggetti, di cui 0,2 milioni tra gliindividui HIV+; è stato calcolato chequotidianamente in tutti i continentimuoiono di tubercolosi 4400 personee circa 6000 di AIDS.

Gli indicatori sanitari correlatiall’infezione da tubercolosi sono par-ticolarmente preoccupanti nei Paesi amedio e basso livello socio-econo-mico.

Si stima che ogni secondo un indi-viduo venga infettato dal bacillotubercolare e circa un terzo dellapopolazione mondiale sia infettatadal batterio, trovandosi, quindi, arischio di sviluppare la malattia nellefasi successive della propria vita (5-

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Recrudescenzadella malattiaanche in paesievoluti.Preoccupantediffusionenelle aree abasso sviluppoeconomico

Igiene e medicina preventivaRitorna la tubercolosi: pericolo globale?

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10%). La probabilità di svilupparemalattia si modifica significativa-mente nel momento in cui il soggettodiviene immuno-compromesso, co-me nel caso di un immuno-deficitHIV-mediato.

I progressi compiuti da quandol’Organizzazione Mondiale dellaSanità ha dichiarato la tubercolosiemergenza di sanità pubblica globale(1993) sono stati, nel complesso,considerevoli.

Nel 2006 e nel 2007, tuttavia, si èregistrato un lieve rallentamento nelraggiungimento dei targets previstiper il controllo della malattia tuber-colare, in particolare per quelli dia-gnostici.

Infatti, se nel periodo 2001- 2005il tasso medio di identificazione deinuovi casi di malattia incrementavadel 6% per anno, nel 2006 si verifica-va un calo, con un incremento di soloil 3%. Tale dimezzamento è da impu-tarsi, principalmente, al fatto chealcuni programmi nazionali di con-trollo non sono riusciti a mantenerelo stesso successo del quinquennioprecedente. Inoltre, molti pazientipreferiscono affidarsi al settore pri-vato o a organizzazioni non-governa-tive o religiose, in particolare nelsub-continente Indiano.

Negli anni futuri altre due condi-zioni potrebbero rallentare ulterior-mente il “ritmo” dei successi sinoraottenuti. La prima è associata alladiffusione, mai registrata in prece-denza, di ceppi con multi-resistenzaai farmaci anti-tubercolari (MDR,resistenza ad almeno isoniazide erifampicina); allo stato attuale, larisposta di fronte all’ondata epidemi-ca di ceppi non wild type è stata ina-deguata.

La seconda è legata alla combina-zione letale tra Mycobacterium tu-

berculosis ed HIV, rilevante in tuttoil globo, ma particolarmente nel con-tinente africano. Nel 2006 sono statitestati per HIV 700 000 pazienti contubercolosi. Il dato rappresenta unindubbio progresso se rapportato coni 22 000 pazienti del 2002, ma èancora molto lontano dal target di 1,6milioni fissato dal Global Plan toStop tubercolosi 2006-2015.

La possibilità di compiere un con-trollo efficace della malattia e del-l’infezione ad essa associata, tramitel’attuazione della nuova Stop tuber-colosi Strategy (comprendente la“storica” strategia DOTS) e dellenuove indicazioni contenute neipiani globali degli ultimi anni, indu-ce però l’Organizzazione Mondialedella Sanità e le altre organizzazioniinternazionali a essere ottimisti. Nel2006 la strategia suddetta è statamessa in atto con successo in 184Paesi, espressione del 99% di tutti icasi stimati di tubercolosi nel mondo,e nell’arco di un decennio (1995-2006) sono stati identificati e sotto-posti a trattamento 31,8 milioni disoggetti.

La percentuale di successo tera-peutico nelle nazioni dove è stataattivata la Stop tubercolosi Strategy èrisultata quasi sovrapponibile al tar-get fissato all’85%. Tale risultato è ilpiù elevato sino ad ora ottenuto,nonostante la coorte valutata siaincrementata numericamente (2,4milioni di pazienti nel 2005). Le per-centuali più basse sono state registra-te nella Regione Europea (71%),nella Regione Africana (76%) e nelleAmeriche (78%); il Sud-Est Asiatico,le aree del Pacifico Occidentale e 58nazioni hanno raggiunto il targetdell’85%, mentre la Regione delMediterraneo Orientale ha raggiuntol’83%. Particolarmente preoccupante 29

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appare, quindi, la situazione europeaove ci si è posti l’obbiettivo dell’eli-minazione.

Secondo autorevoli studi laRegione Europea potrebbe migliora-re la propria situazione sia incremen-tando la copertura della Stop tuber-colosi Strategy nella propria area siaincrementando l’uso della batteriolo-gia diagnostica.

Dagli anni Cinquanta agli anniOttanta è stato possibile identificarein Italia una progressiva riduzionedelle notifiche di tubercolosi; di con-tro, negli ultimi venti anni il numerodei casi notificati è stato sostanzial-mente stabile.

Il tasso di sotto-notifica che carat-terizza il sistema non permette diottenere valori di incidenza e datiepidemiologici reali utili per un’ade-guata politica sanitaria in questoambito.

L’attuale situazione epidemiologi-ca è caratterizzata da una bassa inci-denza nella popolazione generale,dalla concentrazione della maggiorparte dei casi in alcuni gruppi arischio (immigrati, soggetti con pato-logie croniche, ecc.) e in alcune clas-si di età, e dall’emergere di ceppiMDR.

Nel decennio 1995-2006 l’inci-denza della tubercolosi nella popola-zione generale si è ridotta passandoda 10 casi per 100 000 a 7,5 casi per100 000, cioè al di sotto del cut-off di10 casi per 100000, utilizzato perdefinire un Paese a bassa incidenza.

Le forme di tubercolosi recidivan-te, la cui registrazione è stata avviatadal 1999 in seguito alle modificazio-ni delle modalità del sistema di noti-fica, sono risultate pari al 9% deltotale dei casi notificati. Buona partedelle notifiche eseguite nel 2006riguardavano soggetti nati in altri

Paesi; la maggioranza di questi sonogiovani-adulti (25-35 anni), contra-riamente ai casi notificati tra i cittadi-ni italiani, in cui è possibile riscon-trare un’età media più avanzata. Laproporzione di malati nati all’estero èaumentata significativamente negliultimi anni, passando da circa il 20%nel 1999 al 46,2% nell’anno 2006. Ilrischio di sviluppare la tubercolosi siè rivelato più elevato nei primi dueanni successivi alla migrazione (13%dei casi nel primo anno e 22% deicasi nel secondo anno) ed è correlatoalla prevalenza di malattia nel Paesedi origine.

La maggior parte dei casi notifica-ti ha presentato una localizzazionepolmonare. Proporzionalmente èstato possibile assistere ad un incre-mento della tubercolosi extra-polmo-nare da 50 anni a questa parte (2%negli anni ’50 vs. 27 nel 2005), inmodo particolare sono risultati rile-vanti percentualmente il numero dicasi con localizzazione pleurica egenito-urinaria.

Il 3,5% dei soggetti con forme pol-monari presenta interessamento dialtri organi.

In definitiva, i successi ottenuti nelcontrollo globale della tubercolosinegli ultimi dieci anni sono dovutialla strategia dell’OrganizzazioneMondiale della Sanità DOTS, prece-dentemente menzionata. Essa è costi-tuita, in dettaglio, da cinque puntichiave: 1) impegno politico da partedei governi nazionali; 2) diagnosimicrobiologica; 3) terapia standar-dizzata con supervisione e supportodel paziente; 4) rifornimento conti-nuativo di farmaci; 5) sistema di con-trollo e di valutazione, e misurazionedell’impatto. Tuttavia, è stato rileva-to come sia opportuno un approccioaperto su più problematiche. 30

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A tale scopo è stata elaborata laStop tubercolosi Strategy, che superae ingloba la strategia DOTS.

Essa si poggia su sei punti nodali:1) perseguire alta qualità nell’espan-dere e potenziare la messa in operadella strategia DOTS; 2) affrontareTB/HIV, MDR-TB ed altre sfide(realizzazione delle attività collabo-rative TB/HIV; prevenzione e con-trollo della MDR-TB; valutazione diparticolari gruppi a rischio, qualidetenuti, rifugiati, ecc.) 3) contribui-re al rafforzamento del sistema sani-tario (partecipazione attiva per ilmiglioramento delle politiche sanita-rie in ambito di risorse umane, finan-ziamenti, management, erogazionedei servizi e dei sistemi di informa-zione; condivisione di innovazioniquali il Pratical Approach to LungHealth); 4) coinvolgere tutti i fornito-ri di cure ed assistenza (pubblico-pubblico e pubblico-privato –PPM-;aderenza a protocolli quali gliStandards Internazionali di Cura perla TB –ISTC-); 5) rafforzare personecon tubercolosi e comunità (rafforza-mento della comunicazione e dellamobilitazione sociale; carta deipazienti per le gestione della TB); 6)permettere e promuovere la ricerca(ricerca operativa relativa al funzio-namento dei vari aspetti del program-

ma di controllo; ricerca per lo svilup-po di nuovi sistemi di diagnosi, tera-pia e prevenzione). La nuova strate-gia contiene i principi della strategiaDOTS, ma attiva la strategia di attac-co alla tubercolosi inserendo nuovielementi quali il supporto al pazienteaffetto da tubercolosi, la qualità nelladiagnosi e nella terapia per tutti i casidi tubercolosi, ivi inclusi quelli infet-ti da ceppi farmaco-resistenti, il coin-volgimento di tutti gli operatori sani-tari come descritto nel documentoInternational Standards of Care.

È evidente che una maggiore sen-sibilizzazione ed attenzione verso lapopolazione generale ed, in modoparticolare, verso alcuni soggetti “arischio”, nel momento in cui doves-sero essere identificati alcuni sintomie segni clinici può evitare ritardi dia-gnostici che implicano l’insorgenzadi problematiche legate all’individuo(maggiori probabilità di decesso,incremento del tasso di morbilità,ecc.) alla comunità (maggiori proba-bilità di contagio e, quindi, di diffu-sione dell’infezione e della malattia).

Giovanni Sotgiu

Ricercatore presso l’Istituto

di Igiene e Medicina preventiva

dell’Università di Sassari

e consulente per la tubercolosi

presso l’OMS e l’ECDC

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DEPOSITO TITOLI DI STUDIO

Nel rispetto degli artt. 1, 2, 3, 4 del DPR n. 221/50 l’Ordine deve tenere

gli albi costantemente aggiornati.

Pertanto, è fatto obbligo a tutti gli iscritti depositare presso la segreteria

dell’Ordine il conseguimento dei titoli di studio: Diploma di specializza-

zione, Diploma di formazione specifica in Medicina Generale.

Si ricorda che è possibile avvalersi dell’autocertificazione per comuni-

care il conseguimento dei suddetti titoli.

Si precisa inoltre che l’Ordine può provvedere alla registrazione dei titoli

di studio soltanto a seguito di autocertificazione presentata dall’iscritto.

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Inseriamo in questo numero una nuova rubrica che tratterà temi generali

volti al futuro della sanità, nei suoi molteplici aspetti. Inauguriamo la rubrica

con un articolo di Piergiorgio Annicchiarico, responsabile dei Servizi Infor-

mativi della ASL n. 1 di Sassari, che, prendendo lo spunto da un libro di re-

cente pubblicazione presentato da poco a Sassari, si sofferma sull’utilizzo di

Internet e sulle sue nuove applicazioni in campo medico sanitario. Internet è

un evento Cigno Nero per dirla alla Nassim Taleb, studioso di processi iper-

cettivi, sociali e cognitivi, uno di quei fenomeni che ha inaspettatamente e im-

prevedibilmente cambiato il mondo in molti aspetti della nostra vita perso-

nale e lavorativa. Gli strumenti che mette a disposizione sono diventati così

indispensabili e pervasivi da modificare le nostre abitudini in maniera sottile

ma radicale, della cui importanza ci si rende conto solo a posteriori o quando

vengono a mancare, un po’come per la luce elettrica. Come si evince dall’ar-

ticolo, sta diventando sempre più essenziale nella nostra pratica clinica co-

noscere le implicazioni, le conseguenze positive e negative, i limiti e le oppor-

tunità di queste tecnologie in campo medico sanitario, e bisogna essere

pronti. (Rita Nonnis)

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Le opportunitàda coglierecon le nuovetecnologiesulla Rete:un librodi EugenioSantoro

Internet e le nuove applicazioni in campo sanitarioWeb. 2 e Medicina: come si trasforma il Pianeta Salute

Blog, RSS Feed, Podcast, Wiki,Social Network, PersonalHealth Records: questi i nuovi

termini che ogni medico al passo coitempi dovrà aggiungere al suo voca-bolario. Almeno secondo quanto affer-mato da Eugenio Santoro nel suo libro“Web 2.0 e Medicina” (Il PensieroScientifico Editore).

E’ quanto emerso anche durante lapresentazione del libro svoltasi il 21maggio 2009 a Sassari, presso unadelle sale dell’ex-nosocomio manico-miale di Rizzeddu, in via di progres-siva ristrutturazione da parte dellaASL 1. Il libro di Santoro è tra i primiin Italia che affronta l’argomento delleopportunità che si presentano con lenuove tecnologie della rete Internet

nel campo della ricerca in medicina,dell’insegnamento della pratica me-dica e dell’assistenza sanitaria.

Le nuove tecnologie che si possonoraggruppare sotto la generale dicituradi Web 2.0, hanno la caratteristica co-mune di permettere, rispetto al cosid-detto Web 1.0, inteso come “statico” e“monodirezionale” (un po’come la te-levisione), un maggior grado di inte-rattività e partecipazione. Tutto ciògrazie alla possibilità di pubblicare,gestire, condividere, commentare ognitipo di contenuto multimediale diretta-mente sul Web, in completa autono-mia, facendo ricorso ad opportuni“spazi virtuali”, fisicamente ben col-locati e gestiti in memorie di massa“gratuitamente” concesse da grandi

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operatori dell’Information Communi-cation Technology (ICT). Per collo-care più facilmente il contesto, èsottogli occhi di tutti il fenomeno di Face-book, di You Tube o anche di My-Space, che sono tra gli esempi più˘noti di queste nuove “web-applica-tion” partecipative.

La “rivoluzione” del Web 2.0 ab-braccia ogni campo dell’attivitàumana, la medicina – da settore cosìimportante della nostra vita sociale -non poteva quindi essere esente dalla“contaminazione” del Web 2.0, dandovita alla cosiddetta “Medicine 2.0”.

Il libro di Santoro ha il grande pre-gio di chiarire molto bene tutti i con-cetti sottesi all’applicazione delle tec-nologie Web 2.0 alla medicina. Ven-gono descritte decine di esempi di ap-plicazioni, in una vera e propria “ras-segna ragionata”, secondo una precisaarticolazione, volta a rispecchiare l’in-tera gamma delle nuove tecnologie delWeb 2.0, tra cui:• gli RSS Feed, ovvero una tecnolo-

gia di tipo “push” per avere imme-diata notizia delle variazioni di con-tenuti di interesse che si verificanonel Web, certamente molto utile nelcampo della ricerca e dell’aggiorna-mento scientifico, non solo incampo medico;

• i Podcast, ovvero una modalità perdistribuire sul Web contenuti multi-mediali, quali filmati e registrazioniaudio-video, tecnica – come si ca-pirà – assai interessante, soprattuttonel campo della formazione in me-dicina;

• i Blog, ovvero la ben nota tecnolo-gia che permette di pubblicare arti-coli e commenti nella forma di “dia-rio” giornaliero personalizzato,molto utilizzata sia da medici, siadai pazienti i quali raccontano in

questa modalità le loro esperienzedirette con l’assistenza sanitaria odispensano consigli sui trattamenti,specie nel campo delle malattie cro-niche;

• i Wiki, ovvero quella tecnologia –utilizzata con la ben nota Wikipedia– che consente di sviluppare docu-menti multimediali cui possonocontribuire, secondo opportune re-gole, vari soggetti (specialisti omeno che siano della materia), informa più o meno anonima, e chefavorisce la diffusione di un saperecondiviso (onorando, quindi, unodei fondamenti su cui si basa il Web2.0, ovvero il principio della cosid-detta “saggezza della folla”);

• i Social Network, ovvero quelle ap-plicazioni (tra cui Facebook) che –almeno in campo medico, dove sirealizzano le cosiddette “Health On-line Communities” specializzate –sono aree virtuali dove si possonosviluppare più facilmente azioni di“empowerment” dei pazienti, edove i medici possono cooperareper individuare strategie comuni perla cura di malattie, con particolareriferimento a quelle croniche (nel li-bro di Santoro vengono riportati di-versi esempi di Social Network ri-volti ai pazienti, ai medici, ai ricer-catori biomedici);

• i Personal Health Records (PHR),ovvero quelle “costellazioni” diprogrammi web-based che si pro-pongono come collettori individualie personali di informazioni mediche(anamnesi, diagnosi, referti, analisichimico-cliniche, etc.), raccolte invario modo (p.es. da interfacce consistemi di Electronic Medical Re-cords di ospedali) utili per valutareovunque – nel tempo e nello spazio 33

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– il proprio stato di salute, in caso dinecessità.

È necessario però fare alcune osser-vazioni che possano essere utili a tutticoloro che si dovessero accingere adintraprendere il percorso di lettura dellavoro di Santoro.

La prima è che la maggior parte de-gli esempi descritti riguarda l’area an-glo-sassone, con particolare riferi-mento agli Stati Uniti d’America.Sono assai limitati infatti gli esempieuropei (con l’eccezione dell’Inghil-terra), pochissimi quelli italiani.

Sicuramente gioca a favore dell’a-rea anglo-americana sia la maggioreconcentrazione della ricerca medica edella relativa divulgazione scientifica(area di prima espansione del Web2.0), sia la maggiore diffusione dimassa delle tecnologie della rete Inter-net. Tuttavia questo non basta a spie-gare il fenomeno del rilevante ricorso,da parte della popolazione, all’uso in-tenso delle tecnologie del Web 2.0.

Ci si è chiesto infatti – durante la di-scussione avvenuta a Sassari – in chemisura diversi modelli nazionali di tu-tela della salute dei cittadini possanoinfluenzare il rapporto medico-pa-ziente e comunque il comportamento,senza dubbio partecipativo, ma co-munque distante (come nella natura diquesti mezzi telematici) rispetto al rap-porto con l’interlocutore privilegiatoper la tutela della salute, ovvero il pro-prio medico in carne e ossa. Va co-munque detto che la cosiddetta “tele-medicina” si va sempre più diffon-dendo, per gli indubbi vantaggi, ancheeconomici, che essa comporta. Matutto ciò sempre nell’alveo del Servi-zio Sanitario Nazionale e dell’ammini-strazione pubblica, primo e quasiesclusivo investitore nelle tecnologiee-Health.

Sarebbe interessante esplorare ladiffusione delle applicazioni Web 2.0in campo medico nelle aree del nordEuropa, dove la diffusione delle tecno-logie Internet è massima (addirittura alivello mondiale, se rapportate alla po-polazione), e dove nel contempo vi-gono sistemi sanitari di tipo mutuali-stico e/o solidaristico, con una fortepresenza della sanità pubblica.

La seconda osservazione – sicura-mente il “leit motiv” della discussioneavvenuta alla presentazione del libro –riguarda il livello di confidenza e di tu-tela della privacy che questi strumentimettono in campo.

I due argomenti non sono di pococonto, considerato che il fenomenodella “Medicine 2.0” si sviluppa nelcontesto di grandi ed affidabilissimeorganizzazioni scientifiche e sanitarie(valga per tutte l’esempio del portaledel Center for Desease Control andPrevention degli Stati Unitihttp://www.cdc.gov/), ma anche in“zone grigie”, tra operatori non sani-tari (p.es. tra operatori dell’ICT), ed incontesti non meglio precisati.

Si pensi ad esempio al caso del sitowww.realage.com, riportato da “Re-pubblica” in un articolo apparso il 27marzo 2009, che – tramite test online –calcola la cosiddetta “età biologica”degli ignari navigatori internet, le cuiinformazioni vengono successiva-mente dirottate alle principali case far-maceutiche a scopo “pubblicitario”(http://ricerca.repubblica.it/repub-b l i c a / a r c h i v i o / r e p u b b l i -ca/2009/03/27/se-il-test-sull-eta-biolo-gica-ruba.html).

Per quanto riguarda l’affidabilità ela confidenza delle informazioni me-diche, valga l’esempio (negativo) ri-portato nel libro di Santoro, in cuiviene discussa un’indagine effettuata 34

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dall’Università di Toronto su 153 vi-deo di YouTube, relativi ai benefici edrischi delle vaccinazioni, dalla qualeèrisultato che ben “il 52% dei video

conteneva messaggi negativi o ambi-

gui sull’uso dei vaccini” e, inoltre, lametà di essi “contraddiceva le linee-

guida internazionali in vigore”. Sipuò ben capire quali possano essere irischi connessi alla divulgazione dinotizie ed informazioni mediche nonattendibili o – peggio – erronee, suuna così vasta platea quale quella rag-giunta dal Web.

Per quanto riguarda la sicurezza e latutela della privacy, bisogna sempreconsiderare che – aldilà delle dichiara-zioni rassicuranti sulla protezione deidati da parte delle organizzazioni cheospitano le applicazioni di Medicine2.0 – non è affatto remota la possibilitàdi violazioni volontarie e (talvolta) in-volontarie, come dimostrano recenticasi sia internazionali come il furto deidati delle cartelle cliniche della societàamericana Express Scripts avvenuta anovembre del 2008, su cui ha indagatol’FBI o il caso – vero o presunto – delfurto dei dati sanitari e di prescrizionemedico-farmaceutica di oltre otto mi-lioni di pazienti dello Stato della Virgi-nia. Recentemente, anche a livello na-zionale è stata segnalata la violazionedella privacy di pazienti con la pubbli-cazione delle foto su Facebook avve-nuta a Udine e – prima ancora – alleMolinette di Torino.

Nel campo della sicurezza, dellaprivacy e della affidabilità in campomedico occorrerà dunque adottaretutte le migliori precauzioni e tutte le“best practice” possibili - dalla verificadelle fonti informative, al ricorso asoggetti terzi che verificano e certifi-cano l’attendibilità delle informazionimediche, sino al contrasto attivo alla

pirateria informatica - ricordandociche, esattamente come è avvenuto, conil commercio elettronico, l’home-banking o con le compagnie aereelow-cost , non èdemonizzando il feno-meno o ignorandone la valenza posi-tiva e le indubbie potenzialità che nesapremo indirizzare lo sviluppo o netrarremo tutti i vantaggi possibili.

Una ulteriore osservazione riguardail rapporto – potenzialmente conflit-tuale – tra i PHR, applicazioni pro-mosse da “colossi” dell’informaticamondiale quali Microsoft e Google, ele iniziative italiane (recentemente ri-lanciate dal nuovo governo con ilPiano eGOV 2012) ed europee voltealla realizzazione del Fascicolo Sanita-rio Elettronico del cittadino. Argo-mento interessante che meriterebbe unulteriore approfondimento.

In conclusione, credo che il feno-meno della “Medicina 2.0” debba di-ventare ben presto almeno patrimoniodi consapevolezza ulteriore di tutti glioperatori del comparto medico, se nonaddirittura pratica quotidiana nello svi-luppo dei processi di partecipazione,“empowerment” del paziente e neipercorsi di cura (specie delle malattiecroniche), perché – se non noi – sa-ranno i pazienti e le loro associazioniche la porranno al centro del loro agirenel rapporto con la Sanità.

La cosiddetta “classe medica” èpronta a partecipare a questa nuovasfida? È pronta a misurarsi su un ter-reno che fa della collaborazione, dellacondivisione, della consapevolezzacollettiva, dell’ “empatia” – tutto sup-portato da nuovi mezzi tecnologici dicomunicazione – il centro del proprioagire?

Piergiorgio Annicchiarico

Responsabile dei Servizi

Informativi della ASL n.1 - Sassari 35

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Un fronte comune di medici edocenti universitari a favoredella riforma dell’esame di

stato per gli odontoiatri, con una vi-vace protesta all’indirizzo dell’Auto-rità Antitrust che ha, di fatto, boc-ciato la revisione della prova. Unaprova colpevole, secondo l’Antitrust,di non supportare a sufficienza laconcorrenza fra i medici e il “liberomercato della salute”. Ma anche unaserie di appunti e consigli per ritoc-care l’esame di stato e l’intero per-corso formativo dei medici, ritenutodai più troppo nozionistico e carentedi esperienza pratica e rapporto di-retto con i pazienti.

È quanto è emerso dal convegnoorganizzato dall’Ordine provincialedei Medici e degli Odontoiatri diSassari, che si è tenuto lo scorso 6giugno presso la Camera di Commer-cio di Sassari. Presenti fra i relatori ilpresidente dell’Ordine Agostino Sus-sarellu, il presidente della Commis-sione Odontoiatrica Pierluigi De-logu, il preside della facoltà di medi-cina e Chirurgia dell’Università diSassari Giulio Rosati, quello delcorso di laurea in odontoiatria Fran-cesco Tanda, i membri della commis-sione esami di stato di medicina perla parte universitaria, Antonio Azara,e per la parte ordinistica, AlbertoDelpini, il rappresentante di Feder-specializzandi Antonio Scalone, maanche esponenti della FederazioneNazionale degli Ordini dei Mediciche si sono occupati della riforma

dell’esame di stato direttamente,come Raffaele Iandolo, o indiretta-mente, come Luigi Conte.

Obiettivo dell’incontro, quello dimettere a confronto l’esame di statodi medici, riformato nel 2003, equello degli odontoiatri, che invece èfermo a venticinque anni fa, allalegge che ha istituito la professioneodontoiatrica. Per colmare questogap, «la Commissione nazionale pergli iscritti all’albo odontoiatrico – haspiegato Raffaele Iandolo, che dellaCommissione fa parte – ha elaboratonel 2005 una bozza che mirava ad al-lineare l’esame di stato per gli Odon-toiatri a quello dei medici, con la dif-ferenza che il tirocinio formativo sa-rebbe stato di nove mesi, anziché ditre, da svolgere anche in studi privati(che rappresentano il 90 per centodelle strutture in cui sono occupatigli odontoiatri) e che le domande deiquiz sarebbero state 100, anziché180».

L’entrata in vigore della riforma èperò stata frenata dal rappresentantedell’Autorità antitrust Antonio Catri-calà, che, nel 2006, ne ha contestatol’incompatibilità con il principio del-la concorrenza, suggerendo fra l’al-tro l’abbattimento delle tariffe mi-nime professionali, l’abolizione delnumero chiuso nei corsi universitarie introducendo come organo giudi-cante nelle commissioni esaminatriciall’esame di stato un non meglio spe-cificato “organo terzo” rispetto aUniversità e Ordine dei Medici, che

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Convegnoa Sassari.Tutto fermoa 25 anni fa:l’autorità antitrustcontestal’incompatibilitàcol principiodella concorrenza

Appello dell’Ordine dei medici e dell’UniversitàL’esame di stato per odontoiatri deve essere riformato

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dovrebbe garantire l’imparzialità-della valutazione.

Osservazioni, quelle di Catricalà,che hanno suscitato la vivace prote-sta del mondo medico e universita-rio. «Le professioni sanitarie – ha os-servato Pierluigi Delogu, presidentedella Commissione Odontoiatricadell’Ordine dei Medici di Sassari –non possono essere paragonate a unacompagnia telefonica: qualità, nelcampo della salute, non significa ab-battimento dei costi. Qui si rischia diprivilegiare il diritto alla concorrenzaa tutto svantaggio di quello alla sa-lute».

Il numero chiuso, in questo senso,risponde all’esigenza di fornire aglistudenti il massimo della qualitànelpercorso di studio. Abbattere le ta-riffe minime non sarebbe, oltretutto,il passepartout per garantire ai citta-dini una buona qualitàdelle presta-zioni sanitarie.

Quanto all’organo giudicanteterzo, c’è stata una levata di scudisull’inappropriatezza della proposta:«L’Ordine dei Medici – ha prose-guito Delogu – è già garante dellaqualitàdei suoi iscritti: è un ente pub-blico, al quale lo Stato assegna ilcompito di tutelare la salute dei citta-dini». «Catricalà – ha concordatoLuigi Conte, presidente dell’Ordinedei Medici di Udine e membro delComitato Centrale della FNOMCeO– è riuscito a imporre ai veterinari lariscrittura di alcune modifiche delproprio Codice Deontologico: noimedici non abbiamo accettato e nonaccetteremo imposizioni».

Da parte di Conte è arrivata peròanche una critica a come attualmenteviene condotto l’esame di stato dimedicina, con la distorsione provocadal sistema dei quiz: «Un eccessivoesercizio mnemonico e una scarsa at-

tenzione all’effettiva preparazione ecapacitàdi risolvere i casi da parte deineolaureati – ha dichiarato Conte –non garantiscono la qualità dei nuovimedici».

Una critica alla quale si è associatoil preside della facoltà di medicinaGiulio Rosati: «L’intero percorsoformativo, non solo l’esame di stato,risente di una eccessiva distanza de-gli studenti rispetto alla pratica. I do-centi non dovrebbero essere sempli-cemente i professori, ma gli infer-mieri e i pazienti stessi, con cui glistudenti dovrebbero entrare in con-tatto non dopo la laurea, ma lungotutto il percorso di studi, come av-viene in altre realtà europee».

Ciò nonostante, l’Università diSassari, riesce ancora a mantenerealta la qualità dei suoi iscritti: «Unaricerca di Almalaurea ha dimostratoche la facoltà di medicina di Sassariè al quarto posto il Italia per il nu-mero di occupati a un anno dalla lau-rea».

Estremamente positiva è stata giu-dicata dagli stessi neolaureati, comeha sostenuto il rappresentante di Fe-derspecializzandi Antonio Scalone,l’esperienza del tirocinio formativopost laurea, che riesce a colmare quelvuoto di formazione pratica lasciatodall’università. Altrettanto utili icorsi organizzati dall’Ordine dei Me-dici di Sassari, uno dei pochi Ordiniin Italia a mettere a disposizione deisuoi iscritti un percorso di accompa-gnamento all’esame di stato che negarantisca la preparazione su temicome la deontologia professionale, lalegislazione sugli stupefacenti, lenote Aifa, la continuità assistenziale.

«L’Ordine dei Medici di Sassari –ha spiegato il presidente AgostinoSussarellu – tiene una serie di lezionisu deontologia ed etica e sui fonda- 37

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menti per l’esercizio della profes-sione in collaborazione con docentiuniversitari e con i servizi farmaceu-tici territoriali della Asl: il nostroobiettivo – ha proseguito Sussarellu– è accompagnare ed aiutare i futurimedici ad affacciarsi al mondo dellavoro” forti di una sufficiente espe-rienza e conoscenza dei risvolti pra-tici, etici e legislativi della profes-sione».

Un’occasione di confronto, quelladel convegno, che ha portato allaluce l’esigenza di rivedere l’interopercorso di formazione di medici eodontoiatri in un senso più pratico e“umano” della professione, prose-guendo con una collaborazione go-mito a gomito di Ordine dei Medici eUniversità, ma anche una mano tesaai giovani medici, come ha auspicatoil presidente Sussarellu in conclu-sione: «Non dimentichiamo che aiu-tare i medici più giovani è un precisodovere del medico, contenuto nel co-dice deontologico e nel giuramentodi Ippocrate».

L’intervento

di Pierluigi Delogu

“Rivendichiamo il nostro ruolo!”Potrebbe sembrare quasi esage-

rata, nel tono, questa esortazione maritengo che il momento politico e so-ciale che viviamo sia indirizzatoverso un piano inclinato che inesora-bilmente porta ad una delegittima-zione di ogni regola e dei concettietici che condivide chi esercita unaprofessione volta alla cura della sa-lute della popolazione.

Il soggetto al quale si orienta l’at-tivitàmedico-odontoiatrica ha unapeculiarità legata al suo stato di “ma-lato” che lo rende unico e indifeso,

non paragonabile ad un acquirente diprestazioni. Dico delle cose che pos-sono sembrare banali e pleonastichepersino a monsieur De Lapalisse, mai fatti che viviamo e che ormai si riaf-fermano giorno dopo giorno sem-brano sovvertire anche i più basilariprincipi di gradualità dei valori so-ciali.

Espongo i fatti che si commen-tano da soli.

La proposta di riforma di esame distato in Odontoiatria si è arenata nel2006 sul parere di censura espressodal garante dell’Antitrust (Catricalà)nel quale si affermava:

Bollettino n. 26 del 17 luglio del2006 del garante del mercato e dellalibera concorrenza:• senza dubbio che nove mesi di ti-

rocinio pratico prima della provadi esame abilitante siano di “du-rata eccessiva”

• vede nelle commissioni di esameformate, fra gli altri, dai rappre-sentanti ordinistici un pericolo per“introdurre ulteriori ed ingiustifi-

cate restrizioni all’accesso alla

professione di odontoiatra”. • indica che il tirocinio venga svolto

durante il corso di laurea, e do-vrebbero esserci dei terzi giudi-canti la formazione non coinvoltida conflitti di interesse All’inizio del 2009 il garante del-l’Antitrust, Catricalà riprende l’ar-gomento Ordini professionali enella relazione dei primi dell’annoauspica, addirittura, ulteriori inter-venti del legislatore, allo scopo dirafforzare i contenuti della legge248/2006 (Bersani) prevedendo:

• L’abolizione delle tariffe minime ofisse;

• L’abrogazione del potere di veri-fica della trasparenza e veridicità-della pubblicitàverificabile dagliordini;

• L’istituzione di lauree abilitanti; 38

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• Lo svolgimento del tirocinio du-rante il corso di studio;

• La presenza di soggetti “terzi” ne-gli organi di governo degli Ordini Per arrivare alla ultima “somma

espressione del garante sull’argo-mento “accessi al corso di laurea inOdontoiatria”, Bollettino n. 15 del 4maggio 2009:• “In conclusione, l’Autorità auspica

l’adozione di una riforma legisla-tiva e della revisione della proce-dura e della prassi amministrativarelativamente alla determinazionedel numero chiuso per l’accesso alcorso di laurea in odontoiatria, me-diante l’abolizione di tutte le di-sposizioni normative che preve-dono la verifica del fabbisognoproduttivo, in quanto costituisconobarriere all’entrata non preordinatealla verifica dell’adeguatezza del-l’offerta formativa, essendo volte adefinire ex ante e in modo restrit-tiva il numero di potenziali opera-tori che forniscono prestazioniodontoiatriche

• l’Autorità auspica che le ammini-strazioni competenti, diversamen-te dalla prassi finora seguita, adot-tino misure volte ad ampliare enon a restringere il numero di po-sti universitari disponibili; ciò alfine di rendere più competitival’offerta dei servizi odontoiatricisia nella qualitàdei servizi che neiprezzi delle prestazioni..”

• il controllo circa il possesso daparte dell’aspirante professionistadei necessari requisiti dovrebbeessere effettuato al di fuori dieventuali pressioni corporative daun organo amministrativo impar-ziale.”

• la composizione della commis-sione esaminatrice, impone chenella formazione della stessa il ca-rattere esclusivamente tecnico del

giudizio debba risultare salvaguar-dato da ogni rischio di deviazioneversi interessi di parte.. omissis. Intal senso non può certo essere ri-servato agli ordini un ruolo domi-nante nella fase di accertamentodel possesso dei requisiti del can-didato.”

• Ciò infatti equivale a sacrificare laterzietà di chi contribuisce a stabi-lire il numero di coloro che sonoammessi ad entrare nel mercato(????) omissis. Il numero di coloroche possono accedere ad una de-terminata professione non do-vrebbe essere deciso da professio-nisti concorrenti...” Da quanto su esposto apparechiaro che Catricalà pone al primoposto della scala dei valori eticidella societàil “sacro e improfana-bile dio” del libero mercato e mi-sconosce o sorvola volontaria-mente su un concetto che non èuna mia interpretazione personalema scaturisce da una condivisionedi intenti a livello mondiale sinte-tizzata nella Definizione di attomedico:

• Questa definizione è stata emen-data dal Consiglio UEMS duranteil suo meeting a Budapest, il 3-4novembre 2006 come segue:“L’atto medico comprende tutte leazioni professionali, vale a dire leattivitàscientifiche, didattiche, for-mative ed educative, cliniche, me-dico-tecniche, che si eseguono perpromuovere la salute ed il buonfunzionamento, prevenire le ma-lattie, fornire assistenza diagno-stica o terapeutica e riabilitativa aipazienti, individui, gruppi o comu-nità, nel quadro del rispetto dei va-lori etici e deontologici. Deve es-sere sempre eseguito da un medicoregistrato (cioè abilitato e iscrittoall’Ordine dei Medici e degli 39

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Odontoiatri) o sotto la sua direttasupervisione e/o prescrizione”. In questa parole non si fa alcun ri-

ferimento ad una logica economicache regoli tale attivitàe si evince coninoppugnabile chiarezza il ruolo cen-trale che assumono gli ordini dei Me-dici e degli Odontoiatri a garanziadella correttezza e dell’etica deonto-logica nell’interesse primario dellasalute pubblica.

Con forza abbiamo il dovere di ri-badire la centralità del paziente e lasua tutela che deve essere regolata daun sistema virtuoso basato sullascienza, e soprattutto sulla fiducia re-ciproca tra sanitario e suo assistito.Dobbiamo dire con forza che vo-gliamo essere noi garanti di questoattraverso i codici che nei secoli sisono evoluti con la finalità di miglio-rare costantemente la conoscenza el’approccio diagnostico terapeutico.

Puntare l’attenzione su una mag-giore concorrenza per arrivare ad unadiminuzione delle tariffe è esatta-mente quello che la liberalizzazionedella grande distribuzione ha fattostravolgendo un tessuto commercialeche in Italia era radicato. Questo haportato ad una diminuzione delle ta-riffe (?) a discapito di una qualità-spesso poco controllabile, e sicura-mente ad una spersonalizzazionecompleta del rapporto tra venditore edacquirente. Tutto ciò se va bene peruna marca di telefonini o di lavatrici èinaccettabile nel campo sanitario.

Dobbiamo essere noi rappresen-tanti dei medici e degli odontoiatri achiarire alla gente, ma in prima bat-tuta a chi ha in mano le leve legisla-tive, quale è il significato della pre-venzione e della cura delle patologie.Come sia da rigettare una ragiona-mento al ribasso delle prestazioniche necessariamente porta al feno-meno ipermercato. Questo dobbiamo

dire. Che siamo stufi sia nel pubblicoche nel privato di organizzare le me-dicina come un esercizio di presta-zioni che mira in primo luogo ai co-sti a discapito della qualità. Che que-sta pratica della medicina e odontoia-tria in Europa è già stata sperimen-tata e ha portato sempre ad un crollodella qualitàe addirittura al falli-mento dovuto alla perdita di fiduciada parte dei pazienti. Che la “centra-litàdel paziente” parte dal consolida-mento del rapporto personale e fidu-ciario con il sanitario e questo è an-che uno dei primi parametri che, se-condo gli studi più recenti, riducedrasticamente i contenziosi medicolegali per “malpractice”.

Dobbiamo dire, che se lo Stato Ita-liano sta diventando così arido dadare più importanza, su argomenti diparticolare sensibilità sociale, al pa-rere di un signore che pone al primoposto assoluto mercato e libera con-correnza, delegittimando chi parla dietica e deontologia professionale, noisiamo assolutamente contrari. Che,sempre lo Stato, voglia trovare solu-zioni alle problematiche sanitariecon l’abbassamento delle tariffe (ba-date non onorari) in una logica dema-gogica e autoreferenziale senza unprogramma reale di prevenzionepubblica, noi siamo assolutamentecontrari.

Siamo contrari perché ce lo imponeun giuramento fatto all’atto della deci-sione di dedicare la nostra attivitàallacura degli altri. Il giuramento di Ippo-crate che ancora oggi pare di un attua-litàdisarmante e non perde di signifi-cato alla faccia di chi vorrebbe sov-vertire i valori sociali mettendo inprima posizione “ il denaro”.

Pierluigi Delogu

Presidente Commissione

odontoiatrica dell’Ordine

dei medici di Sassari

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La Commissione Albo Odontoia-tri (CAO) della FNOMCeO e ilCollegio dei docenti in Odon-

toiatria hanno sottoscritto, il 24aprile scorso presso l’Università laSapienza di Roma, un protocollo diintesa per attuare progetti e iniziativecondivise.

Il Protocollo concretizza la co-mune volontà di rivalutare l’atto dicura come momento centrale dellaprofessione, a partire proprio dallaformazione deIl’odontoiatra.

In altre parole, a dispetto di chiconsidera il “dentista” un mero eroga-tore di prestazioni, la categoria alza iltiro compatta e spiega come la profes-sione medica dell’odontoiatra sia in-vece un’arte che presuppone consape-volezza etica e deontologia nella cura.

Impegno per la prevenzione dellemalattie del cavo orale, attenzioni ecure rivolte nei confronti dei soggettifragili come previsto dal codicedeontologico (art.32), cure odontoia-triche in sicurezza, rappresentano unaspetto condiviso verso cui verràesercitato il massimo sforzo.

I firmatari hanno anche stabilito lacostituzione di un tavolo permanentedi confronto, che, con la partecipa-zione del CIC ( Società Scientifiche), con la prima riunione fissata il 29maggio prossimo. Di seguito, ecco ilprotocollo di intesa.

“Il giorno 24 aprile 2009 presso ilDipartimento di Scienze Odontosto-matologiche della Sapienza Univer-sità di Roma in occasione del Con-gresso Nazionale del Collegio deidocenti si sono riuniti il presidenteGiuseppe Renzo con i componentidella CAO Nazionale e il presidenteElettra De Stefano Dorigo con unarappresentanza del Collegio dei do-centi di Odontoiatria per dare con-creta attuazione a progetti ed inizia-tive condivise.

Dalla discussione è emersa la ne-cessità, nel primario interesse del cit-tadino, di rivalutare l’atto terapeuticocome momento centrale della profes-sione.

In particolare ci si è riferiti agliaspetti legati alla formazione, voltiad incrementare, attraverso un vir-tuoso processo di educazione all’e-tica e alla deontologia, la sicurezza ela qualità delle cure.

Tutto ciò premesso le parti con-vengono di collaborare per raggiun-gere una soluzione condivisa sulleseguenti tematiche:1. valorizzare, nell’ambito del pro-

cesso formativo, l’insegnamentodei fondamentali aspetti etici edeontologici della cura (e non pre-stazione) odontoiatrica. La cura presuppone quell’atten-zione alla persona che ra della me-dicina un’arte basata sui principidella solidarietà e della reciprocafiducia;

2. promuovere l’aggiornamento con- 41

Obiettivo:rivalutarel’atto terapeuticocome momentocentrale della professione

Fra Commissione Albo e Collegio docenti di odontoiatriaProtocollo d’intesa per progettie iniziative da concordare

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tinuo finalizzato al miglioramentodelle competenze professionalicon il concorso attivo delle societàscientifiche;

3. riformare gli esami di stato perchédiventino un effettivo elemento digaranzia per la tutela della salutedei cittadini.Di comune accordo si è stabilito di

creare un “tavolo permanente”.Il primo incontro è stabilito per ve-

nerdì 29 maggio 2009”.Giuseppe Renzo

(CAO FNOMCEO)

Elettra De Stefano Dorigo

(Collegio docenti di Odontoiatria)

Le regole per una corretta informazione sanitaria

La Commissione Albo Odontoia-tri (CAO) della FNOMCeO garan-tirà, a livello locale e nazionale, lacorrettezza di tutte le campagne diinformazione sanitaria volte a preve-nire le patologie del cavo orale.

È quanto deciso dall’AssembleaNazionale dei 105 presidenti CAO,riunita a Roma lo scorso fine setti-mana.

Che l’igiene orale sia fondamen-tale per prevenire non solo malattiedella bocca e dei denti, ma anchegravi patologie come infarto e dia-bete, è fatto scientificamente pro-vato.

Anche l’Organizzazione Mondia-le della Sanità, nella sua StrategiaGlobale relativa alle malattie nontrasmissibili, assegna un ruolo pre-minente alla prevenzione delle pato-logie del cavo orale, come mezzoper ridurre significativamente il ri-

schio di eventi cardiovascolari, can-cro, malattie croniche polmonari edel metabolismo.

E la prevenzione parte da un’in-formazione corretta, tanto più˘ effi-cace quanto più precoce e rivolta aduna fascia della popolazione, qualequella dei bambini in età scolare, chesta ancora plasmando le abitudini e ifuturi stili di vita.

Ma come garantire che le campa-gne di prevenzione siano veramentenell’interesse della collettività?

“La prevenzione e l ‘informazionein campo odontoiatrico sono fonda-mentali – ha dichiarato il presidenteCAO nazionale, Giuseppe Renzo, altermine dell’Assemblea – ma per es-sere veramente efficaci devono svol-gersi nella più assoluta trasparenza ecorrettezza, soprattutto quando sonorivolte ai bambini “.

Ecco perché, d’ora in avanti, saràla CAO, provinciale o nazionale, aseconda delle dimensioni deglieventi, a vagliare preventivamenteogni campagna di informazione sa-nitaria volta a promuovere la culturadella prevenzione e della tutela dellasalute odontoiatrica.

In sostanza, si tratterà di una sortadi “bollino di garanzia” che la Com-missione Albo Odontoiatri porrà‡ suogni iniziativa prima che essa possaessere varata.

“Per garantire un ‘informazioneimparziale e disinteressata, e, quindi,veramente efficace – ha conclusoRenzo – l’Assemblea ha voluto det-tare i “comandamenti” della correttaeducazione alla salute della bocca,che tutti i dentisti saranno chiamati arispettare”.

42e-mail dell’Ordine:

[email protected]

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Spesso i medici vengono trascinati

in tribunale per errori, veri o pre-

sunti, nell’esercizio della profes-

sione. Sull’argomento, per alcune

osservazioni particolarmente per-

tinenti, pubblichiamo un com-

mento di Mario Pirani (Repub-blica, 29 giugno 2009).

Nell’antico Egitto i medici dove-vano attenersi ai protocolli sta-biliti dal codice di Hammurabi

e se il paziente moriva per la loroinosservanza il cerusico ne seguiva lasorte. Oggi i clinici non mettono ingioco la testa ma resta il fatto cheesercitano una professione ad alto ri-schio. Accusati penalmente per erroriveri e, il più delle volte, presunti, ri-cadono al pari degli omicidi sotto lenorme penali del codice Rocco del1930, una legislazione che – unica inOccidente – non contempla l’attomedico-chirurgico sotto il profilo te-rapeutico, ma lo considera, nell’ipo-tesi di colpa, un’aggressione all’inte-grità fisica della persona, cioè un’i-potesi di reato penale. Solo una di-scriminante soggettiva del giudice,identificata nel cosiddetto consensoinformato – che il paziente firmaprima di ogni atto – può non far rica-dere l’intervento medico nell’orbitadell’illecito penale.

Peraltro l’assunto di principio nondifferenzia l’intervento operatoriodal gesto di chi colpisce con un col-tello l’avversario durante una lite,

con la grave implicazione nel caso dimorte della persona offesa, conse-guita pur oltre l’intenzione del sog-getto agente, del configurarsi dellapiù grave fattispecie dell’omicidiopreterintenzionale (art. 584 cod.pen.)» (da S. Mannino - G. Iadesola,2008).

Il paradosso giuridico della pro-fessione sanitaria si è via via incro-ciato con il comune sentire di unaopinione pubblica che si attendesempre più dai progressi tecnico-scientifici, raggiunti dalla ricerca, ef-fetti miracolistici, quasi che l’insuc-cesso terapeutico o la morte costitui-scano di per sé un evento colposo diun errore medico. Di qui la richiestadi una punizione e di riparazione pe-cuniaria del danno. Si aggiunga lascarsa consapevolezza, anche daparte del giudice, delle responsabilitànon del singolo medico ma delle ca-renze della struttura sanitaria in cuiquesti opera.

La struttura, per contro, ha tutte leconvenienze a scaricare sul medicola colpa, piuttosto che riconoscere eriparare alle sue carenze strutturali.In tal modo l’incidenza negativa, ri-salente alla struttura, tende a per-petuarsi e a riproporsi. Da una inda-gine della Università Cattolica di Mi-lano è emerso che i medici chiamatiin giudizio risultano nell’ordine i chi-rurghi, gli anestesisti, gli ortopedici ei ginecologi.

Si è così arrivati ad un primato ne-gativo senza precedenti: per cui, du-

Errori e richieste di risarcimentiI chirurghi in tribunale per un terzo della vita

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Troppe azionigiudiziarieche spessosi concludonocon assoluzioni

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rante la propria carriera l’80% deichirurghi riceve almeno una richiestapenale di risarcimento e trascorre unterzo della propria vita professionalesotto processo, subendo, comunque,danni morali ed economici conside-revoli. Una situazione tanto più as-surda se si considera che l’80% deiprocedimenti giudiziari si concludecon una assoluzione, il che significache 8 medici su 10 vengono accusatiingiustamente di “mal pratica”.

Di qui le dimensioni patologichedelle spese assicurative e della cosid-detta “medicina preventiva”: rico-vero in ospedale, anche se le condi-zioni del paziente consentirebberocure domestiche o ambulatoriali, pre-scrizione di un numero di esami dia-gnostici ben superiore a quelli neces-sari, consulti specialistici non indi-spensabili, elusione di procedure dia-gnostiche o terapeutiche rischiose,

ancorché consigliabili, esclusione dipazienti a rischio da alcuni trat-tamenti ed operazioni, che oltrepas-sino strette regole di prudenza. Infineallontanamento di un numero cre-scente di giovani dall’intraprenderele specializzazioni a più alto indice dipossibile denuncia.

La situazione si è fatta insosteni-bile sul piano etico, economico e te-rapeutico. Tutto ciò non vuoi certodire che i possibili errori e negli-genze non debbano essere indivi-duati, penalizzati e risarciti. Vanno,però, introdotte nuove norme giuridi-che ed economiche in materia di re-sponsabilità sanitaria. È fortementeauspicabile, perciò, che il disegno dilegge bipartisan per il riordino dellamateria, in discussione al Parla-mento, venga approvato al più pre-sto.

Mario Pirani

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VARIAZIONE DI INDIRIZZO

Tutti gli iscritti, ai sensi degli artt. 1, 2, 3 del DPR n. 221/50,

sono pregati di comunicare per iscritto alla segreteria

dell’Ordine l’eventuale variazione di residenza.

Si comunica che nei casi previsti dalla normativa è possibi-

le eleggere un domicilio speciale ai fini del recapito della

corrispondenza dell’Ordine e degli altri vari enti (Enpam,

FNOMCeO, Equitalia Sardegna Spa, Equitalia Esatri Spa).

Si ricorda agli iscritti che la comunicazione della variazione

di indirizzo ( residenza o domicilio speciale) all’Ordine è un

obbligo previsto dalla legge, la violazione del quale compor-

ta disguidi non soltanto all’Ente ma anche e in particolare

agli interessati.

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Il viceministro della salute Fer-

ruccio Fazio ha emesso un’ordi-

nanza riguardante l’iscrizione

Temporanea di alcune composi-

zioni medicinali nella tabella II se-

zione D allegata al Testo Unico

delle leggi in materia di disciplina

degli stupefacenti e sostanze Psi-

cotrope e di prevenzione, cura e

riabilitazione dei relativi stati di

tossicodipendenza. Pubblichiamo

il testo:

Art. 1

1. Nelle more di una idonea revisionelegislativa del Testo Unico, relati-vamente ai criteri di classifica-zione e alle modalità di prescri-zione dei medicinali oppiacei dautilizzare nella terapia del dolorein grado di tutelare efficacemente idiritti dei malati i composti medi-cinali utilizzati in terapia del do-lore elencati nell’allegato III-bisdel Testo Unico, con esclusionedei composti a base di metadone ebuprenorfina ad uso orale, sonotemporaneamente iscritti nella se-zione D della tabella II allegata alcitato Testo Unico, limitatamentealle composizioni seguenti:

b. a. composizioni per somministra-zioni ad uso diverso da quello pa-renterale contenenti codeina e dii-drocodeina in quantità, espressa inbase anidra, superiore a 10 mg perunità di somministrazione o inquantità percentuale, espressa in

base anidra, superiore all’1% p/v(peso/volume) della soluzionemultidose;

c. composizioni per somministra-zione rettale contenenti codeina,diidrocodeina e loro sali in quan-tità‡, espressa in base anidra, su-periore a 20 mg per unità‡ di som-ministrazione;

d. composizioni per somministra-zioni ad uso diverso da quello pa-renterale contenenti fentanyl, idro-codone, idromorfone, morfina, os-sicodone e ossimorfone;

e. composizioni per somministra-zioni ad uso transdermico conte-nenti buprenorfina.

Art.2

1. La presente ordinanza ha effettofino all’entrata in vigore delle di-sposizioni di revisione del TestoUnico richiamate all’articolo 1 e,in ogni caso, per non oltre dodicimesi.

Ferruccio Fazio

Roma, 16 giugno 2009

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L’elencodelle composizionimedicinaliallegatoal Testo Unicodelle leggi

Iscrizione temporanea nella tabella IIOrdinanza ministeriale sulla disciplina degli stupefacenti n

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L’Ordine di Modena, che rin-graziamo per la collabora-zione, ci ha trasmesso copia

della sentenza della Suprema Cortedi Cassazione - Sezione lavoro - n.12814 del 3 giugno 2009 che, intema di riconoscimento agli specia-lizzandi del diritto a percepire ilcompenso dovuto nelle scuole di spe-cializzazione, stabilisce nell'anno1991 (anno di recepimento delle Di-rettive CE sui compensi in favore deimedici specializzandi) il termine dalquale decorre la prescrizione di cin-que anni per quanti hanno ritenuto oritengono di adire in giudizio per ilriconoscimento del diritto stesso.

Tale sentenza risolve definitiva-mente la questione, a lungo dibattuta,su quale fosse il termine di prescri-zione nei casi, sempre più frequenti,di ricorsi aditi a causa del mancatopercepimento di un compenso du-rante gli anni di specialità.

Dato l'interesse generale che laquestione tuttora riveste sentenzadella Suprema Corte di Cassazione

Amedeo Bianco

Il testo

della sentenza

Comunità europea - danni in mate-ria civile e penale

La Corte Suprema di CassazioneSezione lavoro

Composta dai Magistrati: dottor DeLuca Michele - presidente; dottor

Monaci Stefano - consigliere; dottorDi Nubila Vincenzo - rei. consiglieredottor Curcurutu Filippo - consi-gliere dottor Ianniello Antonio - con-sigliere ha pronunciato la seguente:

sentenza sul ricorso proposto da:D.S., P.V., L.E., M.B., M.M.C.G.,

elettivamente domiciliati in Roma,Via Ovidio 20, presso lo studio del-l'avvocato Goffredo Luca, rappresen-tati e difesi dall'avvocato FratangeloGiovanni, giusta mandato a marginedel ricorso;

- ricorrenti -contro

Ministero dell’Istruzione, dell’uni-versità' e della ricerca per il ministerodell’economia e delle finanze, e peril ministero della salute, in personadei rispettivi Ministri in carica, elet-tivamente domiciliati in Roma, viadei Portoghesi 12, presso l'avvoca-tura generale dello Stato, che li rap-presenta e difende ope legis;

- controricorrenti -avverso la sentenza n. 260/2005

della Corte d’Appello di Campo-basso, depositata il l28/09/2005R.G.N. 95/04;

udita la relazione della causasvolta nella Udienza pubblica del25/03/2009 dal Consigliere dottor DiNubila Vincenzo;

udito l'avvocato Luigi De Rosa perdelega Giovanni Fratangelo;

udito il P.M. in persona del sosti-tuto procuratore generale dottor Fu-zio Riccardo, che ha concluso perl'accoglimento del ricorso.

Svolgimento del processo

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Il riferimentoè il 1991,anno del recepimentodelle direttiveeuropee

Stabiliti dalla CassazioneI termini della prescrizione per compensi agli specializzandi

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1 I ricorrenti indicati in epigrafe adi-vano il Tribunale di Campobassonei confronti dei Ministeri dellaSanità, dell'Università e del Te-soro, esponendo di avere frequen-tato le scuole di specializzazionedi medicina senza percepire alcuncompenso. Poichè le Direttive del-la Comunità Europea, le quali pre-vedevano un compenso in favoredei medici specializzandi, eranostate trasposte in ritardo nell'ordi-namento italiano (D.Lgs. n. 257del 1991) essi chiedevano il risar-cimento del danno da ritardata at-tuazione della fonte comunitariatra il 1983 e il 1991; danno checonsisteva nella mancata remune-razione del lavoro svolto e nellaperdita di chances.

2. Si costituivano i Ministeri conve-nuti e proponevano una serie di ec-cezioni di rito e di merito, tra lequali la prescrizione del dirittoazionato. Il Tribunale respingevala domanda attrice motivando nelsenso che la specializzazione inmedicina legale e delle assicura-zioni non era prevista dalle diret-tive; che gli attori non avevanoprovato le modalità di svolgimentodella specializzazione, modalità lequali dovevano corrispondere aquelle indicate nelle direttive; chein ogni caso il diritto al risarci-mento del danno era prescritto(prescrizione quinquennale decor-rente dall'emanazione del D.Lgs.n. 257 del 1991 sopra citato).

3. Proponevano appello gli attori. LaCorte di Appello di Campobassoconfermava la sentenza di primogrado, a motivo della assorbenteconsiderazione circa l'avvenutodecorso della prescrizione.

4. Hanno proposto ricorso per Cassa-zione gli attori, deducendo quattromotivi. Resistono con controri-

corso i tre Ministeri convenuti.Motivi della decisione

5. Col primo motivo del ricorso, i ri-correnti deducono violazione efalsa applicazione, a sensi dell'art.360 c.p.c., n. 3 "dei principi dettatidalle direttive europee e del princi-pio della preminenza del diritto co-munitario sul diritto interno"; non-chè "contraddittoria motivazione inordine alla riferita giurisprudenzaeuropea": la sentenza di appello fadecorrere la prescrizione dall'en-trata in vigore del D.Lgs. n. 257 del1991, laddove la prescrizione do-vrebbe decorrere dalla sentenzadella Corte di Giustizia della Co-munità Europea in data 3.10.2000,la quale ha dichiarato incondizio-nato l'obbligo dello Stato Italianodi trasporre la Direttiva Comunita-ria; solo a partire da tale sentenzagli attori erano in grado di eserci-tare il proprio diritto. Anzi, solocon le sentenze Gozza e Carbonarii ricorrenti hanno avuto esatta per-cezione dell'illecito perpetrato inloro danno. In ogni caso, il perdu-rante inadempimento dello statoitaliano per una attuazione retroat-tiva e completa delle direttive in ar-gomento configura un "illecito per-manente", ragion per cui la prescri-zione potrebbe iniziare a decorreredalla cessazione della permanenza.La Corte di Giustizia della Comu-nità Europea ha affermato l'esi-stenza di un obbligo incondizio-nato e sufficientemente preciso diretribuire la formazione del me-dico specializzando ed una appli-cazione retroattiva delle norme na-zionali di attuazione costituisce unadeguato risarcimento del danno.

6. Con il secondo motivo del ricorso,i ricorrenti deducono violazione efalsa applicazione, a sensi dell'art.360 c.p.c., n. 3, degli artt. 2935 e 47

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2947 c.c., sotto il profilo che laprescrizione decorre soltanto dalgiorno in cui il diritto può esserefatto valere, vale a dire quando lafonte attributiva del diritto ha as-sunto una portata sufficientementeconcreta e certa.

7. Col terzo motivo del ricorso, i ri-correnti deducono omessa motiva-zione circa la giurisprudenza euro-pea e contraddittoria motivazionein ordine alla riferita sentenza"Emmot": prima di tale sentenzanon era certo che le Direttive datrasporre fossero sufficientementeprecise ed incondizionate.

8. Col quarto motivo del ricorso, i ri-correnti deducono violazione efalsa applicazione, a sensi dell'art.360 c.p.c., n. 3, del D.Lgs. n. 368del 1999, art. 6, del D.M. 31 gen-naio 1998 e dei principi affermatinella sentenza della Corte di Cas-sazione n. 7630.2003: trattasi del-l'equiparazione del corso di spe-cializzazione in medicina legale,non espressamente previsto dalledirettive, alla specializzazione inmedicina del lavoro e delle assicu-razioni.

9. I primi tre motivi possono esseretrattati congiuntamente, in quantotra loro strettamente connessi. Essirisultano infondati e vanno riget-tati, con conseguente assorbi-mento del quarto motivo.

10. E' noto che la Comunità Europea,con Direttive n. 75.363, 75.362,82.76 previde l'obbligo degli statimembri di retribuire adeguata-mente i medici i quali frequenta-vano le scuole di specializzazione,in relazione alle discipline comuniagli stati stessi o equiparate. Consentenza in data 3.10.2000 incausa 371.1997 "Gozza", la Cortedi Giustizia della Comunità Euro-pea ha ritenuto che tale obbligo è

incondizionato e sufficientementepreciso, ma il giudice nazionalenon è in grado di identificare il de-bitore tenuto alla prestazione nè diindividuare l'importo adeguatodella remunerazione. Ne Conse-gue che l'avente diritto può sol-tanto chiedere il risarcimento deldanno. Una volta trasporta (in ri-tardo) la Direttiva, la sentenza"Carbonari" in data 25.2.1999 -procedimento 131.1997 - ha rite-nuto che una applicazione retroat-tiva e completa delle misure di at-tuazione può costituire un ade-guato risarcimento del danno, va-lutazione peraltro rimessa al giu-dice nazionale. Ne deriva che lecitate direttive non sono immedia-tamente applicabili nell'ordina-mento interno perchè manca laspecificità della prestazione ri-chiesta; in relazione ad esse è eser-citatile unicamente l'azione di ri-sarcimento del danno aquiliano el'illecito consiste nell'omessa o ri-tardata attuazione della direttiva.

11. Trattandosi di azione di risarci-mento del danno, la prescrizione èquinquennale ed inizia a decorreredal momento in cui il diritto puòessere fatto valere. Tale momentonon coincide con l'emanazionedella direttiva, se la stessa non èimmediatamente applicabile; nècon il termine assegnato agli statiper la trasposizione della fonte co-munitaria nel diritto interno, per-chè anche a quel momento il sog-getto privato non è in condizioni diconoscere quale sia il contenutodel diritto che gli viene negato el'ammontare del relativo risarci-mento. Può invece individuarsi nelmomento in cui entra in vigore lanormativa di attuazione internadella direttiva europea: è questo ilmomento in cui il soggetto può far 48

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valere il diritto al risarcimento deldanno, perchè è in quel contestoche egli viene a conoscere il conte-nuto del diritto attribuito ed i limititemporali della corresponsione. Inaltri termini, posto che con ilD.Lgs. n. 257 del 1991 il soggettoè in grado di conoscere l'ammon-tare dei compensi stabiliti, il sog-getto tenuto ad erogarli e la non re-troattività della corresponsione, aquel momento è in grado di eserci-tare il diritto al risarcimento deldanno. Si veda al riguardo Corte diGiustizia della Comunità Europea25,7.1991 "Emmot": finchè unadirettiva non è stata correttamentetrasposta, non è ipotizzabile al-cuna possibilità per i privati diavere piena conoscenza dei lorodiritti; tale incertezza perdura an-che se nel frattempo la Corte diGiustizia della Comunità Europeadichiara inadempiente Io statomembro; fino al momento dellatrasposizione della direttiva lostato non può opporre alcuna ecce-zione di tardività ed "un termine diricorso di diritto nazionale può co-minciare a decorrere solo da talemomento". 12. Sulla inapplicabi-lità immediata delle direttive Co-munità Europea 362.75 e 82.76vedi da ultimo in senso conforme aquello qui condiviso Cass.18.6.2008 n. 16507. Sull'ammissi-bilità dell'eccezione di prescri-zione vedi Cass. 11.3.2008 n.6427. 13. Obiettano i ricorrentiche anche dopo la trasposizionedelle ripetute direttive nell'ordina-mento italiano, essi non erano ingrado di percepire il contenuto deldiritto al risarcimento del danno daazionare, finchè non sono stateemesse le sentenze della Corte diGiustizia della Comunità Europeale quali hanno fatto il punto circa

l'operatività delle direttive ed i re-lativi limiti. Vale la pena di osser-vare al riguardo che una volta tra-sposta la direttiva nell'ordina-mento interno il privato è in gradodi esercitare l'azione risarcitoria,perchè in quel momento è preci-sato il contenuto economico ov-vero l'ammontare della retribu-zione annuale ed è esclusa la re-troattività, per cui gli anni pre-gressi rimangono al di fuori del-l'attuazione della direttiva. Non acaso la citata sentenza "Emmot" fadecorrere la prescrizione (o me-glio l'eccezione di tardività dell'a-zione) dalla data di esatta trasposi-zione della direttiva nell'ordina-mento interno. Nelcaso in esame,la trasposizione è avvenuta nel1991 e l'azione giudiziaria è ini-ziata nel 2001, quando i cinqueanni erano decorsi, come accertatodal giudice di merito.

14. Il ricorso, per i suesposti motivi,deve essere rigettato. Giusti mo-tivi, in relazione all'opinabilitàdella materia del contendere ed alcomportamento processuale delleparti, consigliano la compensa-zione integrale delle spese del giu-dizio di cassazione.La Corte suprema di cassazione,

rigetta il ricorso e compensa le spesedel giudizio di legittimità.

Così deciso in Roma, nella Ca-mera di consiglio, il 25 marzo 2009.Depositato in Cancelleria il 3 giugno2009.

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Sito web dell’Ordine:

www.omceoss.org

e-mail dell’Ordine:

[email protected]

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Iniziativecongiuntedi medici,farmacisti,veterinari,ostetriche,infermieree tecnicidi radiologia

Il sisma che ha duramente colpitol’Abruzzo e le aree geografichelimitrofe ha devastato territori e

famiglie, mettendo a dura prova an-che le reti di servizi, a cominciare daquelli sanitari, che avrebbero dovutofar fronte alle emergenze.

Vogliamo rendere efficacementedisponibile quel moto di solidarietà evicinanza alle popolazioni colpite

che sta crescendo tra i nostri profes-sionisti. Per questo, immediata-mente, concorderemo una serie diraccomandazioni ai nostri Enti terri-toriali, provinciali e regionali e ai no-stri professionisti, al fine di promuo-vere iniziative di concreta solida-rietà, comunque da coordinare con lecompetenti autorità della ProtezioneCivile.

I PRESIDENTI

FNOMCeO

(Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi

e Odontoiatri) Amedeo Bianco

FOFI

(Federazione Ordini Farmacisti Italiani) Andrea Mandali

FNOVI

(Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani)

Gaetano PenocchioFNCO

(Federazione Nazionale Collegi Ostetriche) Miriam Guana

IPASVI

(Federazione nazionale Collegi Infermieri) Annalisa Silvestro

FNCTSRM

(Federazione Nazionale Tecnici Sanitari

di Radiologia Medica) Giuseppe Brancato

Solidarietà da parte di Ordini e CollegiGli operatori della sanità per il terremoto in Abruzzo

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Interventi del Consiglio

nazionale e atto

di indirizzo rivolto

agli ordini provinciali

La Federazione Nazionale degliOrdini dei Medici Chirurghi e Odon-toiatri in occasione del Consiglio Na-zionale del 17 e 18 aprile 2009 e inconsiderazione della gravità della si-tuazione venutasi a creare in Abruzzoa seguito dei drammatici eventi si-smici ha assunto la decisione di se-guito riportata e ha inoltre invitato gliOrdini provinciali a devolvere unasomma – da individuarsi attraversouna riduzione degli stanziamenti neisingoli capitoli di Bilancio – senzaalcun aggravio contributivo per gliiscritti.

Pubblichiamo il testo della deci-sione.

Nel corso del Consiglio Nazionaledella FNOMeO, riunito a Roma il 17e 18 aprile 2009,

Considerata la gravità della situa-zione venutasi a creare in Abruzzo aseguito dei recenti, drammaticieventi sismici che, fra l’altro, hannoseriamente compromesso l’operati-vità delle strutture sanitarie e deglistudi professionali dei medici e degliodontoiatri,

Preso atto della deliberazione delComitato Centrale della FNOMCeOdi devolvere 1’1% dei contributi dispettanza della Federazione all’isti-tuendo Comitato dei Garanti, compo-sto dai Presidenti degli Ordini dellaRegione Abruzzo e da due compo-nenti del Comitato Centrale dellaFNOMCeO,

Considerato l’atto di indirizzoemanato dalla FNOMCeO, con ilquale si invitano gli Ordini provin-ciali a devolvere, secondo le rispet-tive possibilità, fondi per il ripristino

di strutture e apparecchiature sanita-rie e consentire, quindi, la pronta ri-presa dell’assistenza sanitaria nellezone colpite dal sisma,

Considerato inoltre che, anche acausa della natura istituzionale degliEnti interessati a queste iniziative disolidarietà, gli interventi stessi nonpotranno che essere indirizzati a fina-lità che, pur riferite al settore sanita-rio, si connotano per un carattere digeneralità,

Ritenuto, invece, che occorre dareuna risposta immediata e più˘ direttaalle esigenze dei professionisti col-piti dagli eventi sismici, al fine diconsentire il più sollecito ripristinodella loro attività di medici ed odon-toiatri, specialmente per coloro chehanno a proprio carico l’onere di ge-stione degli studi professionali, icomponenti del Consiglio Nazionaledegli Ordini, a titolo personale, all’u-nanimità decidono di devolvere ilgettone di presenza relativo alla riu-nione del 17 e 18 aprile – al nettodelle ritenute di legge – per i motividi cui sopra, al costituendo Comitatodei Garanti, su un conto corrente al-l’uopo specificatamente istituito.

I componenti del Consiglio Nazio-nale, con la presente unanime deci-sione, delegano la Federazione a ri-scuotere le somme relative ai gettonidi presenza come sopra specificati edi versarle sul c/c che verrà istituitoall’uopo dal Comitato dei Garanti .

Dall’Ordine di Sassari

5 mila Euro

Il Consiglio Direttivo dell’Ordinedei Medici Chirurghi e Odontoiatridella provincia di Sassari, analoga-mente agli altri Ordini provinciali harecepito l’atto di indirizzo della

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FNOMCeO e in occasione del Consi-glio Direttivo del 21.04.2009 ha deli-berato di apportare una nuova varia-zione al bilancio di previsione perl’anno 2009 con l’istituzione di unnuovo capitolo di spesa da destinareall’intervento straordinario a favoredegli Ordini dell’Abruzzo.

Il Consiglio Direttivo, ha stan-ziato per tale intervento straordina-rio la somma pari a Euro 5.000,00.Il nuovo capitolo denominato "Inter-venti straordinari a favore degli or-dini e degli iscritti” è stato alimentatocon risorse derivanti da una ridu-zione degli stanziamenti delle spesecorrenti del bilancio di previsione perl’anno 2009 relative al capitolo fun-zionamento organi istituzionali –senza alcun aggravio per gli iscritti –e verrà sottoposto all’approvazionedell’Assemblea Ordinaria degliiscritti convocata per il giorno12.05.2009.

Convegno sulla sanità

nelle piccole isole

Si è svolto a Procida, il 10 luglio,

il Workshop FNOMCeo-ANSPI su

“La sanità nelle piccole isole:

dalla Telemedicina alle Camere

iperbariche stagionali tutti i pro-

getti per rendere sicure la vita

quotidiana e le vacanze.

Procida, Ischia, Ventotene, Fili-cudi, Stromboli: in Italia le piccoleisole sono 45. E gli abitanti, in con-testi naturalistici così affascinanti ein microclimi così favorevoli, pos-sono sembrare dei privilegiati. Maquanto scontano questa qualità divita in termini di carenza di infra-strutture e di reti di servizi sanitari?

E come si riesce a garantire livelli

di assistenza adeguati alla popola-zione che, nella stagione estiva, simoltiplica a dismisura?

Proprio per rispondere a questedomande, la FNOMCeO e 1’“Asso-ciazione Nazionale Sanitaria PiccoleIsole” (ANSPI) hanno organizzato, aProcida, il 10 luglio, il Convegno“La sanità nelle piccole isole”.

Per focalizzare una delle variabiliche ha maggiori ricadute sull’orga-nizzazione sanitaria delle piccoleisole, basta dare una sola cifra: inestate si può passare dai 200 mila re-sidenti abituali a 20 milioni di pre-senze...

E non è questa l’unica criticità cherende difficoltoso il lavoro dei me-dici e degli operatori sanitari in ge-nerale: mancano gli ospedali, lestrutture sono spesso vecchie e ca-renti, i collegamenti a volte si inter-rompono.

Vivere su una piccola isola, quindi,comporta non solo una riduzione deiservizi offerti, ma anche, potenzial-mente, un “rischio salute” e addirit-tura un “rischio vita”: in queste parti-colari condizioni, infatti, la più co-mune tra le emergenze potrebbe tra-sformarsi persino in tragedia.

Ecco allora che il convegno diProcida ha cercato di individuarecome sia possibile garantire agli abi-tanti di queste realtà così peculiari eai vacanzieri un vero diritto alla sa-lute, tramite adeguati livelli essen-ziali di assistenza.

Si sono alternati, per valutare que-ste tematiche, Fulvio Moirano, diret-tore dell’Agenzia Nazionale per i Ser-vizi Sanitari Regionali (AGENAS),che ha presentato un modello di assi-stenza sanitaria per le isole minori,Francesco Tomasello, rettore dell’U-niversità di Messina, che ha illustratole nuove frontiere della telemedicina

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EOnelle emergenze. Vi sono stati inter-

venti anche di rappresentanti del-l’ANSPI, della politica locale, del Mi-nistero della Salute, della FNOMCeO.

Un’analisi delle criticità e del di-sagio lavorativo degli operatori sani-tari è stata tracciata dal presidentedell’ANSPI Antonino Sciré; delleesperienze di chi si occupa di sanitàterritoriale ha dato testimonianza ilvicepresidente ANSPI, Gianni Doni-gaglia.

Infine Tommaso Strudel – respon-sabile ANSPI per la Campania – hasvolto una relazione sul ruolo dellatelemedicina nelle piccole isole, e suiprogetti portati avanti in questocampo.

Il convegno è stato aperto dal pre-sidente OMCeO di Napoli – e Segre-tario nazionale della Federazione –Gabriele Peperoni. Ha concluso i la-vori del convegno il presidente dellaFNOMCeO Amedeo Bianco.

CORSO DI OMEOPATIA

Avrà luogo a Oristano in quattro fasi, il 27 settembre,

il 18 ottobre, il 15 novembre, il 24 gennaio un corso

di omeopatia a cura di Massimo Saruggia e con il

patrocinio degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli

Odontoiatri della provincia di Sassari, Nuoro,

Oristano e Cagliari.

Il Corso si svolgerà presso la sala conferenze

dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri

della Provincia di Oristano in via Canalis n.11 ad

Oristano.

Crediti ECM previsti: 20

Segreteria Organizzativa: CIFOP s.r.l. dr Lino

Saladino, Via Simone Cuccia n. 46 – Palermo.

Tel. 335/8313303, 331/7661835, fax 0916269859.

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Collaborazionefra le diverseprofessioniper un’evoluzionedell’assistenzasul territorio

Il Comitato Centrale della

FNOMCeO, riunito il 26 giugno

a Roma, in merito alla questione

della presenza degli infermieri

nelle farmacie, chiede un incontro

alla FOFI (Federazione Nazio-

nale Ordini dei Farmacisti) e al-

l’IPASVI (Federazione italiana

dei Collegi degli Infermieri) affin-

ché emergano proposte di colla-

borazione condivise, che tengano

conto dei singoli profili professio-

nali e delle specifiche compe-

tenze. Ecco, di seguito, la nota di-

ramata.

“Il Comitato Centrale dellaFNOMCeO, preso atto dellerecenti proposte di riorganiz-

zazione dei presidi sanitari territo-riali, tra le quali quelle relative allapresenza di infermieri nelle farma-cie, condividendo complessiva-mente l’opportunità di interventimigliorativi dell’organizzazione sa-nitaria, mirati soprattutto alla croni-cità e alla domiciliarità, che preve-dano oltre al ruolo del medico anchequello di altri professionisti sanitari,ritiene necessaria la definizione diun modello organizzativo comples-sivo, mirato ad ottimizzare il si-stema e a definire priorità di inter-vento.

Rivolge pertanto all’Ordine deiFarmacisti e al Collegio degli Infer-mieri l’invito ad un primo incontro,finalizzato all’esame congiunto deivari aspetti della collaborazione tra

le diverse professioni, con partico-lare riguardo ai rispettivi profili diresponsabilità e alle competenzespecifiche.

In tale incontro ci impegneremoaffinché emergano proposte da con-dividere con le organizzazioni di ca-tegoria, il Ministero della Salute e leRegioni, per contribuire anche allarealizzazione delle previsioni del re-cente ACN della Medicina Gene-rale, che pone le basi per la costitu-zione di strutture complesse di cureprimarie, e del futuro ruolo di presi-dio territoriale del Servizio Sanita-rio Nazionale, proposto per le far-macie.

La FNOMCeO si propone comeinterlocutore di un percorso di evo-luzione delle cure territoriali, chedeve prevedere, oltre a contenutiprofessionali e organizzativi, ancheun nuovo sistema di relazione e diintegrazione tra professionisti sani-tari”.

Un incontro fra Ordini e CollegioInfermieri in farmacia possibili soluzioni condivise

CHIUSURA ESTIVA

DEGLI UFFICI

Si comunica che gli ufficidell’Ordine dei Medici Chi-rurghi e degli Odontoiatridella Provincia di Sassaririmarranno chiusi dal 10agosto 2009 al 21 agosto2009.La riapertura è prevista peril 24 agosto 2009.

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Le maggioririserve sono stataeformulatesulle rilevanti conseguenzeamministrativecivili e penali

Un documento condiviso che rac-

coglie le considerazioni dei medici

sulle delicate questioni poste dalle

certificazioni degli stati di malat-

tia necessarie per le assenze dal

lavoro sarà presto inviato al mini-

stro Brunetta e alle Commissioni

Parlamentari competenti a formu-

lare i pareri sullo schema di de-

creto. Lo dichiara la FNOMCeO,

che ha diramato la seguente nota:

“La Federazione Nazionaledegli Ordini dei MediciChirurghi e Odontoiatri

(FNOMCeO), nell’ambito delle suefunzioni istituzionali, successiva-mente ad una valutazione autonomae confortata nei suoi indirizzi dai ri-sultati di un’ampia ed articolata con-sultazione delle rappresentanze pro-fessionali mediche del settore.esprime forti perplessità sul metodo epreoccupate contrarietà nel meritodelle previsioni contenute nelloschema di decreto legislativo – pre-sentato dal ministro Brunetta – di at-tuazione della legge 4 marzo 2009 n.15, relativamente al rilievo e allepossibili sanzioni di carattere ammi-nistrativo civile e penale per il me-dico responsabile delle certificazionidi malattia.

Già un anno fa nella fase di prepa-razione della legge 15/2009, ave-vamo offerto al ministro Brunetta lanostra collaborazione tecnico-profes-sionale, al fine di trovare le soluzionipiù appropriate alle delicate que-

stioni poste dalla certificazione deglistati di malattia per le assenze dal la-voro. L’innovazione non stava – enon sta – nel rimarcare i profili di re-sponsabilità penale (e amministra-tiva) che derivano da una certifica-zione che “attesta falsamente unostato di malattia”, da sempre sanzio-nata come reato di falso ideologico.quanto piuttosto nel trovare soluzioniappropriate ed efficaci in quella rile-vante quota di attestazioni di condi-zioni di malattia poste a giustifica-zione di assenze dal lavoro, fondatesu sintomi riferiti, non altrimentiobiettivabili né documentabili dalmedico. Medico che, in queste circo-stanze. non può non attenersi al prin-cipio di precauzione e di garanziaverso il proprio assistito.

Questa carenza di competenza suifenomeni è ben evidente nelle normespecifiche del dispositivo in que-stione e la nostra preoccupazione na-sce anche dal fatto che, paradossal-mente, tali norme rischiano di pro-durre effetti opposti, sollecitando ilmedico a irrobustire (e cautelare!) lesue prognosi – soprattutto quelle fon-date su sintomi riferiti – con secondeopinioni di specialisti o con esamistrumentali, alimentando così il cir-cuito costoso ed inutile delle pratichedifensive.

Abbiamo condiviso un documentoche raccoglie le nostre considera-zioni in materia, lo invieremo al mi-nistro Brunetta e alla CommissioniParlamentari cui spetta formulare ipareri sullo schema di decreto e alle

Perplessità sul metodo, contrarietà nel meritoDecreto Brunetta e sanzioni ai medici per le certificazioni

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quali abbiamo sollecitato la nostraaudizione.

In questo contesto così difficile,rinnoviamo la nostra disponibilità adoffrire soluzioni a questioni eluse omal risolte nel dispositivo, in partico-lare:• la ridefinizione delle modalità di

attestazione per gli stati di inabilitàtemporanea al lavoro non diretta-mente documentabili e obiettiva-bili,

• le modalità e la modulistica(unica!) per l’invio telematicodelle documentazioni,

• le responsabilità delle procedure

di controllo e di verifica delle as-senze – in particolare quelle brevi– che coinvolgono, con pari di-gnità e complessità tecnico profes-sionale, l’autonomia e la responsa-bilità del medico, in questa circo-stanze avente funzioni fiscali.Siamo convinti che i processi di

innovazione non hanno solo bisognodi grandi motivazioni e forti determi-nazioni – che non paiono mancare –ma anche di costruzioni dialoganti“sul campo”, che coinvolgano lecompetenze e le responsabilità ditutti gli attori. Con quella pazienzache non basta mai.

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SEMINARIO SCIENTIFICO A SASSARI

SU TIROIDE E GRAVIDANZA

Sabato 3 ottobre 2009 alle ore 9.00 presso l’aula magna

del centro didattico della Facoltà di Medicina e Chirurgia

dell’Università degli Studi di Sassari si terrà un Seminario

scientifico itinerante dal titolo “Tiroide e Gravidanza” orga-

nizzato dall’Istituto di Clinica Medica della Facoltà di Me-

dicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Sassari.

Presidente del Corso è il dottor G. Delitala (Sassari).

Coordinatore del Corso è il dott. A. Pinchera (Pisa).

Il corso ha il Patrocinio dell’ A.I.T. (associazione italiana

della tiroide).

La partecipazione è gratuita ma è indispensabile, la pre-

iscrizione presso la segreteria organizzativa.

Ai partecipanti verrà rilasciato attestato di frequenza.

Richiesto accreditamento per il programma di educazione

continua in medicina (E.C.M.)

Segreteria organizzativa: Studio Pressing di Gloria Vi-

tali, Via Passo Sella 18 – 20134 Milano.

Tel. 02/2150794, 336/481900, 338/4436426,

fax 02/26416247

mail: [email protected], www.gloriavitali.it.

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“Qualora un medico doves-se andare incontro ad unasanzione per mancata

segnalazione di un immigrato non inregola con il permesso di soggiorno,il Comitato Centrale della FNO-MCeO è pronto ad ogni azione diaffiancamento e di sostegno al sani-tario, sino ad arrivare all’autodenun-cia“.

È questa la forte protesta che vieneespressa oggi dall’organo deliberantedella Federazione Nazionale degliOrdini dei Medici Chirurghi e Odon-toiatri, riunito a Roma, a seguito delvaro, da parte della Camera, del co-siddetto “Pacchetto Sicurezza” che,in sostanza, introduce per i medicil’obbligo di denunciare gli immigrati“clandestini” che si rivolgono allestrutture sanitarie pubbliche.

Ecco la nota diramata al terminedella riunione.

“Il Comitato Centrale dellaFNOMCeO, riunito oggi – 15 mag-gio – a Roma, esprime la propria de-lusione e la propria amarezza per laconclusione dell’iter di approva-zione del Decreto Sicurezza che halasciato intatte nel dispositivo unaparte di quelle norme verso le quali imedici italiani avevano manifestatotutte le loro preoccupazioni e le lororiserve.

Il Comitato Centrale invita quindii medici italiani ad appellarsi all’ar-ticolo 22 del Codice di Deontologiae ai principi del Giuramento Profes-sionale, esprimendo una clausola di

scienza e coscienza, qualora lanorma che introduce il reato di im-migrazione dovesse prevedere, con-testualmente, l’obbligo di segnala-zione del reato (articolo 361-362 delCodice Penale).

Ogni medico può esprimere una“clausola di scienza” perché questenorme hanno un ritorno negativosulla tutela della salute collettiva, ri-schiando di sottrarre patologie infet-tive e diffusive al controllo dellestrutture sanitarie pubbliche.

E può anche esprimere una “clau-

sola di coscienza”, in ragione delfatto che tale previsione normativa sicala nella relazione di cura, spo-gliando il medico di quella funzionedi terzietà, accoglienza e solidarietàche, da sempre, e sino ad oggi, hacaratterizzato la matrice civile so-ciale ed etica della nostra profes-sione. Qualora un medico dovesseandare incontro ad una sanzione permancata segnalazione, il ComitatoCentrale della FNOMCeO è,quindi, pronto ad ogni azione di af-fiancamento e di sostegno al sanita-rio, sino ad arrivare all’autodenun-cia, rivendicando la commissionedella stessa ipotesi di reato.

“Il Comitato Centrale si augura -e lo chiede con forza - che vengagarantita, al di là di ogni dubbio,l’esenzione dei medici e di tutto ilpersonale sanitario delle strutturepubbliche dall’obbligo di segnala-zione del reato di immigrazioneclandestina”.

Il comitato centrale disposto anche all’autodenuncia Clandestini: sostegnoai medici che non li segnalano

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Le norme hannoconseguenzenegativesulla tuteladella salutepubblica

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Esposto al garantesull’uso ingannevole dell’immagine del medico nei messaggipubblicitari

In merito ai messaggi pubblicitariradiofonici e sulla carta stampata, re-lativi a contratti di telefonia di unanota azienda del campo, la Federa-zione Nazionale degli Ordini dei Me-dici Chirurghi e Odontoiatri dichiara:

1. Di essere totalmente estranea al-l’uso dell’immagine del medicoche in questa pubblicità vienefatto.

2. Di avere elaborato un esposto alGarante del Mercato sulla liceitàdi tale comunicazione, che usal’autorevolezza di una categoriaprofessionale per validare la pro-pria offerta commerciale.

3. Di avere intrapreso una valuta-zione legale su eventuali profili diresponsabilità civile nell’uso ille-gittimo dell’immagine del medico,che incide sul decoro e sull’indi-pendenza della stessa, alla cui tu-tela è preposto, con obbligo dilegge (DLCPS n° 233/46), l’Or-dine professionale.

Positivi commentidella FNOMCeO sul decreto che semplifica la prescrizione dei farmaci antidolorifici

Viva soddisfazione è stata espressadal Comitato Centrale – riunito il 29maggio, a Roma – della FederazioneNazionale degli Ordini dei MediciChirurghi e degli Odontoiatri perl’imminente emanazione, da partedel viceministro alla salute FerruccioFazio, di un decreto ministeriale cherende più agevole la prescrizione deifarmaci antidolorifici.

“Si tratta di un provvedimento –ha dichiarato il presidente dellaFNOMCeO Amedeo Bianco – piùvolte sollecitato dalla Federazionedegli Ordini, che ha agito in piena si-nergia con le società scientifiche de-gli specialisti di riferimento, conquelle della medicina generale e conle associazioni di categoria.

“Il decreto – ha aggiunto Bianco–- consentirà, finalmente, di rimuo-vere anche gli ultimi ostacoli buro-cratici che rendevano poco agevolela prescrizione, ai malati affetti dapatologie dolorose, delle necessariecure per alleviarne le sofferenze emigliorarne la qualità della vita”.

Contemporaneamente, sarà neces-sario intraprendere un progetto diformazione finalizzato a estendere, atutte le categorie professionali medi-che, ospedaliere e territoriali, la cul-tura del trattamento del dolore e dellapalliazione, ambiti, questi, che ve-dono il nostro Servizio Sanitario Na-zionale non ancora in grado di offrirerisposte adeguate.

Sito web dell’Ordine:

www.omceoss.org

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e-mail dell’Ordine:

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Dieci anni di attività e oltre due-mila cartelle di pazienti che inquesti anni sono stati ricove-

rati presso l’unità operativa di car-diochirurgia. Questi i numeri del-l’attività di raccolta e informatizza-zione dei dati dei degenti che in que-sti anni sono passati nel reparto alsecondo piano della nuova ala del“Santissima Annunziata”. Un archi-vio che consente di ripercorrere tuttal’attività svolta nel reparto, analiz-zare la storia clinica di tutti i pa-zienti, quindi di poterli monitorareuna volta dimessi. Inoltre questacorposa raccolta di informazioniproietta la cardiochirurgia sassaresesu un terreno di confronto con altre

strutture di livello nazionale e inter-nazionale.

Il progetto triennale, avviato nel2007 con lo scopo di monitorare sulterritorio i pazienti nella fase acutadella malattia, si chiama “Qualità esicurezza in cardiochirurgia” e haconsentito appunto un lavoro di ar-chiviazione che è previsto si con-cluda il prossimo mese di agosto2009.

Lo studio è stato presentato nellasede dell’Enaip a Sassari, alla pre-senza del responsabile della strut-tura di cardiochirurgia sassarese,Michele Portoghese e del direttoregenerale della Asl, Giovanni BattistaMele. È intervenuto anche Franco

Un progetto tecnologico innovativo Qualità e sicurezza nella struttura di cardiochirurgia

Il direttore generale dell’ASL n. 1 Giovanni Battista Mele e il responsa-bile della struttura di cardiochirurgia Michele Portoghese 59

Tuttele informazioniraccoltein un archivioinformatico:monitoraggioper individuarepossibilicriticitàdi pazientinel territorio

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Puggioni della società Symphosiumche ha illustrato il funzionamento deisoftware utili allo svolgimento del-l’attività.

L’attività ha preso il via e ha pro-seguito grazie ai contributi erogatidalla Fondazione Banco di Sardegna,prima nel 2007 (28 mila euro) quindinel 2008 (22 mila euro). Con laprima tranche è stato possibile realiz-zare, con la consulenza di una dittaspecializzata, un software compati-bile con quelli già in uso nell’A-zienda e utile alla raccolta e all’inse-rimento dati. Quindi è stato possibileprocedere all’acquisto dell’hardwarenecessario (4 postazioni pc con unserver, stampanti e scanner) per l’im-missione dei dati. Quest’ultima atti-vità ha visto il contributo da parte deimedici e degli infermieri del reparto.I successivi apporti economici hannopermesso di proseguire nell’attivitàsino ad oggi.

Quest’anno il progetto è entratonella fase operativa e consentirà an-che di rapportare tutte le informa-zioni raccolte alle statistiche dellebanche dati italiane ed europee peravviare un confronto dell’attività.Questa fase sarà caratterizzata da unintervento diretto sul territorio attra-verso l’identificazione dei pazientiche presentano caratteristiche di cri-ticità e possono aver bisogno diun’assistenza più attenta.

Lo studio di fattibilità inizialmentecoinvolgerà un numero ridotto di pa-zienti che saranno monitorati con si-stema telematico, in maniera conti-nuativa, 24 ore su 24 e per 365 giorniall’anno.

Una maglietta speciale dotata disensori sarà utilizzata come sistemadi monitoraggio per inviare in temporeale, attraverso una connessione te-lematica, le informazioni vitali delmalato ad una centrale ospedaliera

automatizzata, che registrerà glieventi e segnalerà i parametri fuorinorma o che raggiungono un livellodi rischio. Un sistema innovativo,sperimentato di recente all’Univer-sità di Standford.

«Nostro compito – afferma Mi-chele Portoghese, responsabile del-l’Unità operativa di Cardiochirurgiasassarese – sarà verificare la funzio-nalità di questo progetto pilota e lasua efficienza. Quindi ancora, quantosia possibile fare sotto il profilo me-dico-legale, ed infine verificarne co-sti ed efficacia».

Tutto il progetto è pensato nell’ot-tica di un’integrazione futura con lestrutture del Dipartimento Cuore, co-stituito dalle Unità operative di Car-diologia-Utic, Cardiochirurgia, Ria-bilitazione cardiologica, Emodina-mica interventistica e Anestesia e te-rapia intensiva cardiochirurgica. Poiancora, con gli ambulatori territo-riali, i medici di base, il 118 e ilPronto soccorso.

«Siamo nel mezzo di una rivolu-zione in ambito sanitario – riprendePortoghese –, perché, rispetto a ventianni fa, sta cambiando il concettostesso di sanità. Questo grazie ancheall’evoluzione tecnologica che sta in-teressando la medicina. La Cardio-chirurgia allora si pone proprio comel’espressione di questo progressotecnologico».

«Con la cardiochirurgia abbiamogià iniziato un processo di approfon-dimento – ha detto il direttore gene-rale della Asl, Giovanni BattistaMele – che ci ha portato ad avviaredei percorsi di indagine e preven-zione del rischio. Si tratta di funzioninon presenti in precedenza e nellequali noi crediamo».

Il direttore ha fatto quindi riferi-mento all’importanza dell’aperturadell’ospedale verso il territorio: «Un

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esempio dell’integrazione fra strut-ture ospedaliere e territorio è quelloofferto a Ozieri con l’attivazionedelle cure domiciliari di terzo livello.Un’attività – ha concluso il managerAsl – percepita positivamente dai pa-zienti e che intendiamo potenziareestendendola anche al poliambulato-rio di Bono».

L’assistenza si sposta quindi dal-l’ospedale verso il territorio, l’ospe-dale si trasforma in luogo di alta spe-cializzazione, mentre il prosegui-mento delle cure è affidato alle strut-ture del territorio. «In questo modo siha un chiaro vantaggio per il paziente– riprende il responsabile di Cardio-

chirurgia che sta in ospedale solo peril tempo necessario, mentre nellafase post operatoria viene seguito di-rettamente a casa. Ne deriva così an-che un vantaggio per la stessa ammi-nistrazione sanitaria che riduce i co-sti per i ricoveri impropri».

«A questo si aggiunge la possibi-lità di un miglioramento della nostraoperatività – conclude Portoghese –anche grazie ad un raffronto con altrestrutture. Saremo cioè in grado diconfrontare i nostri dati di attivitàcon quelli di rilievo nazionale di cuidispone la Società Italiana di Cardio-chirurgia e internazionale della So-cietà Europea di Cardiochirurgia».

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AVVISO IMPORTANTE

SOSTITUZIONI DI MEDICI DI BASE

Molti medici di base hanno segnalato agli uffici

dell’Ordine la difficoltà a reperire colleghi per poter

essere sostituiti.

Chiunque sia interessato a dare la propria disponibi-

lità per effettuare sostituzioni di medicina di base può

presentare la richiesta compilando l’apposito modu-

lo, disponibile sul sito www.omceoss.org nella se-

zione servizi-modulistica o presso lo sportello

dell’Ordine.

I nominativi dei medici che hanno dato la loro dispo-

nibilità verrà pubblicato nei prossimi numeri del pre-

sente bollettino e in un elenco che può essere con-

sultato allo sportello dell’Ordine.

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ELENCO DEI MEDICI DISPONIBILI AD EFFETTUARE SOSTITUZIONIDI ASSISTENZA PRIMARIA E DI PEDIATRIA DI LIBERA SCELTA

Salaris Maria Antonia

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