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Nelle pagine centrali inserto: La salute mentale O F F E R T A L I B E RA - WW W . F U O R I B I N ARIO.ORG - SPED. ABB. POSTALE ART. 2 COMMA 20/CL 662/96 - FIR E N Z E - G I O R N ALE DI ST R A D A - A U T OGESTITO E AUTOFINANZIATO - N. 176 SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 - Ogni diffusore di Fuori Binario deve avere ben visibile il cartellino dell’autorizzazione come quello qui accanto. Il giornale ha un costo di 0.90 centesimi per il diffusore che così contribuisce alle spese di stampa e redazione viene venduto a offerta libera che (oltre il costo dei 0.90 cent.) è il suo guadagno. Non sono autorizzate ulteriori richieste di denaro.

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-AUTOGESTITOEAUTOFINANZIATO -N. 176SETTEMBRE/OTTOBRE2015 -

Ogni diffusore di Fuori Binario deve avere ben visibile il cartellino dell’autorizzazione come quelloqui accanto. Il giornale ha un costo di 0.90 centesimi per il diffusore che così contribuisce allespese di stampa e redazione viene venduto a offerta libera che (oltre il costo dei 0.90 cent.) è ilsuo guadagno. Non sono autorizzate ulteriori richieste di denaro.

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PER NON PERDERSI • PAGINA 2

CENTRI ASCOLTOINFORMAZIONI

A.S.S.A. (Ass. Speranza Solidarieta AIDS): ViaR. Giuliani, 443 Tel. 055 453580C.I.A.O. (Centro Info Ascolto Orientamento)Via delle Ruote, 39 - orario 9,30-13, pome-riggio su appuntamento - Tel. 055 4630876,[email protected]: Via Faentina, 34 - Tel. 05546389273 lu. ore 14-17, mer. e ven. ore 9-12 per gli stranieri; tel. 055 4638 9274, mar.e gio. ore 9-12 per gli italiani.CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via Romana, 55- Lun, mer: ore 16-19; ven: ore 9-11.CENTRO ASCOLTO CARITAS: Via San France-sco, 24 Fiesole - Tel. 055 599755 Lun. ven. 9-11; mar. mer. 15 -17.PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel.055 288150. SPORTELLO INFORMATIVO PERIMMIGRATI: c/o Circolo arci “il Progresso”Via V. Emanuele 135, giovedi ore 16 - 18,30.CENTRO AIUTO: Solo donne in gravidanza emadri, P.zza S. Lorenzo - Tel. 055 291516.CENTRO ASCOLTO Caritas Parrocchiale: Via G.Bosco, 33 - Tel. 055 677154 - Lun-sab ore 9-12.ACISjF: Stazione S. Maria Novella - binario 1- Tel. 055 294635 - ore 10 - 12:30 / 15:30 -18:30.CENTRO ASCOLTO: Via Centostelle, 9 - Tel. 055603340 - Mar. ore 10 -12.TELEFONO MONDO: Informazioni immigrati,da Lun a Ven 15- 18 allo 055 2344766.GRUPPI VOLONTARIATO VINCENZIANO:Ascolto: Lun. Mer. Ven. ore 9,30-11,30. Indu-menti: Mar. Giov. 9,30-11,30 V. S. Caterinad’Alessandria, 15a - Tel. 055 480491.L.I.L.A. Toscana O.N.L.U.S.: Via delle Casine,13 Firenze. Tel./fax 055 2479013.PILD (Punto Info. Lavoro Detenuti): Borgo de’Greci, 3.C.C.E. (Centro consulenza Extra-giudiziale):L’Altro Diritto; Centro doc. carcere, devianza,marginalita. Borgo de’ Greci, 3 Firenze. E-mail [email protected] DI LOTTA PER LA CASA: Via Pal-mieri, 11r Tel./fax 2466833.SPAZIO INTERMEDIO: Via Palazzuolo, 12 Tel.284823. Collegamento interventi prostitu-zione.CENAC: Centro di ascolto di Coverciano: ViaE. Rubieri 5r - Tel.fax 055/667604.CENTRO SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE:Via Villani 21a Tel. 055/2298922.

ASS. NOSOTRAS: centro ascolto e informa-zione per donne straniere, Via del Leone, 35- Tel. 055 2776326PORTE APERTE “ALDO TANAS”: Centro di ac-coglienza a bassa soglia - Via del Romito -tel. 055 683627- fax 055 6582000 - email:[email protected] AIUTO FRATERNO: centro d'ascolto,distribuzione di vestiario e generi alimentaria lunga conservazione, Piazza Santi Gervasioe Protasio, 8, lun.- ven. ore 16-18, chiuso inagosto, max 10 persone per giorno.

CENTRI ACCOGLIENZA MASCHILI

SAN PAOLINO: Via del Porcellana, 28 - Tel.055 294707 (informazioni: CARITAS Tel.4630465).ALBERGO POPOLARE: Via della Chiesa, 66 -Tel. 211632 - orari: invernale 6-0:30, estivo6-1:30. 25 posti pronta accoglienza.SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ViaPonte alle Mosse, 29 - Tel. 055 330052 -dalle 16:30, 24 postiCASA ACCOGLIENZA "IL SAMARITANO": Perex detenuti - Via Baracca 150E - Tel. 05530609270 - fax 055 0609251 (riferimento:Suor Cristina, Suor Elisabetta).OASI: V. Accursio, 19 - Tel. 055 2320441PROGETTO ARCOBALENO: V. del Leone, 9 - Tel.055 280052.COMUNITA EMMAUS: Via S. Martino allaPalma - Tel. 768718.C.E.I.S.: V. Pilastri - V. de' Pucci, 2 (Centro Ac-coglienza Tossicodipendenti senza tetto).

CENTRI ACCOGLIENZAFEMMINILI

SUORE "MADRE TERESA DI CALCUTTA": ra-gazze madri Via A. Corelli 91- Tel. 0554223727.CASA ACCOGLIENZA: SAN DONNINO (Caritas)- Via Trento, 187 - Tel. 055 899353 - 6 posti(3 riservati alle ex detenute) - colazione +spuntino serale.PROGETTO S. AGOSTINO: S. LUCIA Via S. Ago-stino, 19 - Tel. 055 294093 - donne extraco-munitarie.S. FELICE: Via Romana, 2 - Tel. 055 222455 -donne extraco- munitarie con bambini.

PROGETTO ARCOBALENO: V. delLeone, 9 - Tel. 055 280052.CENTRO AIUTO VITA: Ragazzemadri in difficolta - Chiesa di S.Lorenzo - Tel. 055 291516.

MENSE - VITTO

MENSA S. FRANCESCO: (pranzo)P.zza SS. Annunziata - Tel. 055282263.MENSA CARITAS: Via Baracca,150 (pranzo piu doccia; ritirarebuoni in Via dei Pucci, 2)

ASSISTENZAMEDICA

CENTRO STENONE: Via del Leone 35 - 055 214994, lun.-ven. ore 15-19.AMBULATORIO: c/o Albergo Popolare - Viadella Chiesa, 66 - Ven. 8 - 10.PRONTO SALUTE: per informazioni sulle pre-stazioni erogate dalle AA.SS.LL. fiorentinetel. 055 287272 o al 167 - 864112, dalle 8alle 18,30 nei giorni feriali e dalle 8 alle 14il sabato.SPORTELLO DI ORIENTAMENTO ALLA SALUTE:orientamento alla salute ed al SSN anche perchi ha difficolta ad accedervi, scelta dellacura. Giovedi ore 16.30-19:00 presso AteneoLibertario - Borgo Pinti 50r [email protected] SPORTELLO SA-LUTE DELL’ASSOCIAZIONE ANELLI MANCANTIONLUS E attivo tutti i LUNEDI’ dalle 19.15 alle20.30 presso l’Associazione Anelli Mancanti,Via Palazzuolo 8. mail:[email protected]; sito: www.anel-limancanti.org; tel: 055 23.99.533.SPORTELLO UNICO DISABILITÀ (SUD): Lo spor-tello si trova nella sede degli Ambulatoridella Misericordia di Firenze di via del San-sovino 176, ed e aperto al pubblico il lunedidalle 9.30 alle 15.30 e il giovedi dalle 9.30alle 19.30 con orario continuato.

VESTIARIO

CENTRO AIUTO FRATERNO: Vestiario adulti, Chiesa S. GervasioPARROCCHIA DI S.M. AL PIGNONE: Via della

Fonderia 81 - Tel 055 229188 ascolto, lunedipomeriggio, martedi e giovedi mattina; ve-stiario e docce mercoledi mattina.

BAGNI E DOCCE

BAGNI COMUNALI: V. S. Agostino - Tel. 055284482. PARROCCHIA SANTA MARIA AL PI-GNONE: P.zza S. M. al Pignone, 1 - mercoledidalle 9 alle 11. Tel. 055 225643.AURORA ONLUS: Via dei Macci, 11 Tel. 0552347593 Da mart. a sab. ore 9-12. Cola-zione. doccia, domicilio postale, telefono.CENTRO DIURNO FIORETTA MAZZEI: Via delLeone, 35. Dal lun. al ven. ore 15-18,30.CORSO DI ALFABETIZZAZIONECENTRO SOCIALE “G. BARBERI”: Borgo Pinti,74 - Tel. 055 2480067 (alfabetizzazione, re-cupero anni scolastici).CENTRO LA PIRA: Tel. 055 219749 (corsi dilingua italiana). PROGETTO ARCOBALENO: V.del Leone, 9 Tel. 055 288150.GLI ANELLI MANCANTI: Via Palazzuolo, 8 Tel.055 2399533. Corso di lingua italiana perstranieri.

DEPOSITO BAGAGLI

ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO CARITAS-ONLUS: via G. Pietri n.1 ang. via Baracca150/E, Tel. 055 301052 - deposito bagagligratuito; tutti i giorni, orario consegna - ritiro10 - 14.30.

FUORI BINARIOPubblicazione periodica mensileRegistrazione c/o Tribunale di Firenze n. 4393 del 23/06/94Proprieta Associazione "Periferie al Centro"DIRETTORE RESPONSABILE: Domenico GuarinoCAPO REDATTORE: Roberto PelozziCOORDINAMENTO, RESPONSAB. EDITORIALE: Mariapia Passigli GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Sondra LatiniREDAZIONE: Gianna Innocenti, Luca Lovato, Felice Simeone, Fran-cesco Cirigliano, Silvia Prelazzi, Clara, Rossella Giglietti, FrancoDi Giuseppe, Sandra Abovich, Stanislava Sebkova, Enzo Casale.COLLABORATORI: Mariella Castronovo, Raffaele, Antonietta DiPietro, Nanu, Jon, Alessia, Teodor, Anna Pes, Stefano Galdiero,Grafian, Cezar.STAMPA: Rotostampa s.r.l. - Firenze-------------Abbonamento annuale €30; socio sostenitore €50.Effettua il versamento a Banca Popolare di Spoleto - V.le Mazzini1 - IBAN - IT89 U057 0402 8010 0000 0373 000,oppure c.c.p. n. 20267506 intestato a Associazione Periferie alCentro - Via del Leone 76, - causale “adesione all’Associazione”

“Periferie al Centro onlus”Via del Leone, 76 - 50124 Firenze Tel/fax 055 2286348 - Lu-nedi,mercoledi,venerdi 15-19.email: [email protected] sito: www.fuoribinario.orgskype: redazione.fuoribinario

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Riprendono gli incontri settima-nali, denominati mormodou. Matutti non siamo che all’inizio, nonabbiamo fatto che entrare inacqua con la punta del piede. C’èancora da attraversare il mare. È un percorso di ecologia inte-grale, che si prefigge di recuperarediversi livelli di equilibrio: quellointeriore con sé stessi, quello soli-dale con gli altri, quello naturalecon tutti gli esseri viventi e quellospirituale. Una miscela di lavoro su noi stessie di lavoro con gli altri (ma non èuna terapia di gruppo), caratteriz-zata da una relazione consape-

vole, accogliente e senza rifiuto (da quiil rifiuti zero del titolo) con i propricontenuti mentali.Accessibile a tutti ed utile in ogni età.È adatto a chi si trova in condizioni distress, a chi presenta malattie speciese croniche, a chi è affetto da malattiepsicosomatiche, da disagi psicologici,è utile come prevenzione, perché si im-para a prendersi cura di sé.Sono nove incontri, di circa 2 ore cia-scuno, a cadenza settimanale, consecu-tivi a partire dal 14 ottobre 2015, dimercoledi dalle 18 alle 20 circa. I primicinque incontri sono propedeutici aisuccessivi. Nella sede di Fuori Binario,via del Leone 76 Firenze

È condotto da Gian Luca Garetti, me-dico, psicoterapeuta e ambientalista.il costo, è di 60 euro (che si possonopagare anche in 2 soluzioni, alla primaed alla quinta tappa). Nel prezzo non è compreso il libro ’Vi-vere felici con rifiuti zero’ (il cui rica-vato è devoluto alla Comunità dellePiagge di don Alessandro Santoro)traccia indispensabile per seguire que-sto cammino. Il corso è a numerochiuso.Per iscriversi, per informazioni: glucagaretti-gmail.com oppure cell. 327.9024428.

TTIP • PAGINA 3

MISS LUCYMiss Lucy.

L’isola era deserta, solo tu miss Lucy.Oggi è arrivato il tuo barcone.

Oggi avresti solcato la via lattea.La notte era chiara.

Oggi è giorno di San Lorenzo avresti forse avuto qualche idea vagante.

Qualche carezza fuggita via,dai tuoi capelli d’oro,

dal tuo amore incolmabile ,dai tuoi occhi fuggenti,

e rifulgenti.Mio padre non è più ritornato,

tutti ritornano da questa famiglia.Io no.

Io amo la libertà.Io amo non ritornare.Non ritornerò mai.Amo sognarti.Amo riempirti

di canzoni stranedi prati verdi pieni di margherite,

di nuvolette rosa all’ora del tramonto.Tu che tutto divori.Tu che tutto ricevi.Sei grande, lo so.

Non potresti amarmi.Non potresti ricevere senza chiedere mai.

Potresti essere la stella cometapotresti essere l’orologio che suona alle sei.L’alba lascerà un ricordo del tuo sognare.

Miss Lucyun artista ti sta cercandole tue dita di ciliegia stanno rientrando.

Miss Lucy.

Sisina

Vivere felici con rifiuti zero

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Un funerale e sei detenuti...

CARCERE • PAGINA 4

... suicidi in trenta giorni

Roma Regina Coeli, Terni, Teramo, Pisa,Alba e Carinola. Sono le sei carceri ita-liane nelle quali, in soli trenta giorni sisono tolti la vita altrettanti detenuti. Eil dato oggettivo solleva le protestedel Sindacato Autonomo Polizia Peni-tenziaria Sappe. (Fonte: agenzia Ad-nkronos, 22 agosto 2015) Si potrebbe dire che d’estate i massmedia vanno in vacanza ed èdifficile trovare notizie interessanti esolo i funerali coloriti con la musicadi un noto film attirano l’attenzione dipolitici, funzionari di Stato, giornali etelevisione. E il dramma che sei dete-nuti si sono tolti la vita in un mesenelle nostre “civili” e “democratiche”galere non interessa a nessuno. Il no-stro è veramente uno strano paese seci s’indigna di più per un funerale in

stile zingaresco o “mafioso” (per chinon conosce la mafia) o alla Totò (sem-bra che quella carrozza la usasse ilnoto attore nei suoi film e feste) cheper la morte di sei persone nelle manidello Stato. L’altro giorno una guardiache legge i miei articoli in rete mi hadetto che non gli piace come e quelloche scrivo perché parlo sempre maledi loro e del carcere. Gli ho sorriso (isorrisi sono le “armi” migliori dei pri-gionieri) e gli ho risposto che molti de-tenuti hanno qualcosa da dire, masono in pochi quelli che lo dicono e an-cora meno quelli che hanno il coraggiodi scriverlo. Pensandoci bene forsequella guardia non ha tutti i torti, per-ché in fondo il carcere non è poi cosicrudele e cinico come appare, perchéesegue solo il suo compito per cui gliuomini l’hanno creato, e semmai sonole persone che lo rendono cinico e cru-dele. In questi giorni pensavo che i de-tenuti conducono la vita più “sicura”

al mondo, forse anche perché è diffi-cile che facciano un incidente stra-dale. Eppure i dati dicono che i detenuti sitolgono la vita e muoiono piùdelle persone libere. Nessuno peròdice nulla del fatto che hanno buonimotivi per farlo perché il carcere inItalia non insegna molte cose, ma unacosa la sa fare molto bene, sa “convin-certi” a toglierti la vita. Spesso i dete-nuti si domandano perché devonocontinuare a vivere anziché farla finitacon una vita che tanto spesso è un in-ferno. E ammazzarsi non è affatto unadomanda, ma una risposta perché perun detenuto a volte è più importantemorire che vivere, per mettere fineallo schifo che ha intorno. Purtroppospesso in prigione la vita è un lussoche non ti puoi permettere e per smet-tere di soffrire non puoi fare altroche arrenderti, perché in molti casi

nelle nostre “Patrie Galere” vale piùla morte che la vita. Il Ministro dellagiustizia Andrea Orlando da poco haistituito gli Stati generali sull’esecu-zione della pena. Sono stati formati di-ciotto tavoli e sono state coinvoltevalide personalità del mondo della cul-tura, della magistratura, del volonta-riato, della politica edell’amministrazione penitenziaria.Spero che qualcuno di loro si domandiperché molti detenuti in Italia preferi-scono morire piuttosto che vivere. Iolo so. E se volete saperlo anche voiscendete nei gironi più bassi dell’in-ferno e scoprirete un mondo da Me-dioevo, ma con meno umanità diallora. Carmelo Musumeci Carcere di Padova, agosto 2015www.carmelomusumeci.com

Un suicidio annunciato fra lesbarre e nessuno fa nulla

Stava morendo quasi senza accorgersene, si voltò aguardare l’ultima volta il suo corpo sdraiato sullabranda, poi uscì dalla sua cella. Il cancello era chiusoma senza il suo corpo lui lo attraversò con facilità. (dallibro “Fuga dall’Assassino dei Sogni”)

Roverto Cobertera sta continuando il suo scioperodella fame per dimostrare la sua innocenza. Ed è di-sposto a morire per questo, perché tempo fa miaveva detto che nessuna vita vale la pena di esserevissuta se devi scontare una pena per un delitto chenon hai commesso. Mi aveva anche confidato chesperava di morire prima che lo ricoverassero al-l’ospedale, perché non voleva essere alimentato conla forza.

Non vedo Roverto da quando ha iniziato il digiuno,perché lui è in una sezione diversa dalla mia e pos-siamo scambiarci solo dei biglietti tramite alcunicompagni in comune. Oggi ho ricevuto questa sualettera:      

Mio caro Carmelo, spero che al ricevimento della mialettera ti trovi bene, come anche tutta la tua bella fa-miglia. Io sto bene, entro le mie possibilità, ho perso8 kg e mezzo. Mi sento ancora forte e sereno, stoaspettando ancora un po’ per chiedere la relazionemedica e dopo te la spedisco. Credimi c’è una cosa piùforte dentro di me, che non so cosa sia, ma mi fa an-dare avanti. So che non sei credente, ma noi siamostati fortunati nella vita. Il problema è che non cisiamo resi conto, c’è qualcosa di superiore dentro dinoi che ci sta vicino, i momenti della felicità nella vitasono piccolissimi, quasi come un atomo e per questo

quando arrivano dobbiamo goderceli, perché i periodidella sofferenza sono tanti e lunghi. So che tu hai sof-ferto tanto, però anche se sei dietro le sbarre hai vistocrescere i tuoi bei due figli e anche i tuoi nipotini.

C’è qualcosa che noi non vediamo, però esiste. Quandoho intrapreso questa decisione sono stato sicuro diquello che volevo, anche se non ci sarà alcun risultato,almeno vorrei essere un esempio per alcune persone,per fargli capire che nella vita bisogna lottare, comefai tu. Ricordo una frase, me l’hai detta tanto tempofa, che nella vita bisogna amare, senza aspettare diessere ricambiato: io voglio lottare anche se non ot-tengo niente in cambio. So che esiste un’altra vita mi-gliore di questa. Sai che ti voglio bene. Un forteabbraccio a Nadia e salutami anche Don Antonio. Tuocaro amico Roverto Cobertera

Alcuni compagni che sono nella sua sezione mihanno detto che Roverto è diventato l’ombra di sestesso, non ha più forza, né energia, ed è pronto erassegnato a morire serenamente. Ho chiesto al di-rettore del carcere se in via eccezionale mi concededi andare a trovarlo nella sua sezione per tentare diconvincerlo a riprendere a mangiare, o per abbrac-ciarlo almeno per l’ultima volta. Provo rabbia cheRoverto Corbetera sta morendo e nessuna fa nullae quelli che vorrebbero far qualcosa non possonofare nulla.

Non mi resta che rivolgermi al Dio in cui crede lui,per chiedergli di fare qualcosa, affinché Roverto nonmuoia lontano dalla sua terra, dai sui cari, in unaschifosa cella delle nostre “civili” e “democratiche”galere.

Carmelo Musumeci Carcere di Padova, settembre 2015   

Un Uomo e la sua battaglia:

Roverto Cobertera Cosa significa, per me, essere unuomo? Significa avere coraggio, averedignità. Significa saper credere nel-l’umanità. Significa saper lottare con-tro. E saper vincere con lealtà.Purtroppo in lui, è tutto sbagliato!La doppia cittadinanza e, soprattutto,il suo colore della pelle, indiscutibil-mente nera!Ormai da tempo mi sono avvicinato el’ho conosciuto.Ed alla luce della documentazione au-tentica nelle mie mani, ho sposato lasua battaglia, contro l’indifferenza, lalungaggine, la codardia del mondo edella macchina giudiziaria.Oggi Roverto è un uomo distrutto, nelfisico e nella mente, lontano dalla suafamiglia e consapevole di una battagliaimpari… contro l’insensibilità dellagiustizia italiana nei suoi confronti.Appelli, articoli di stampa, partecipa-zione a convegni, due ricoveri doposcioperi della fame e della sete…niente è finora servito al nostro Ro-verto, pur nella certezza di avere tuttele carte a posto, per far riaprire un giu-sto processo che, con le nuove proveemerse, lo scagionerebbe dal reato di

omicidio, quindi all’ingiusto ergastolo!Pur non potendo nulla, sento di dichia-rargli tutta la mia solidarietà, ma que-sto, lo so, non lo convincerà adinterrompere questo ulteriore scio-pero della fame e soprattutto quellodella parola.“Roverto, Amico di sventura, conside-rami al tuo fianco nella battaglia, comemolti altri detenuti, dovessi intrapren-dere anch’io la tua stessa azione di pro-testa per garantirti giustizia e dignità.

Un abbraccio fraterno da Mauro Pasto-rello”.

Mauro PastorelloC.R. Due PalazziPadova 8 settembre 2015

Roverto Cobertera

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Il 3 di settembre ricomincia un altrocampionato, quello che ci vede semprein prima posizione ... l’implacabile garadi provvedimenti esecutivi di sfratto ...Dopo troppi anni ci facciamo quasi l’abi-tudine, eppure come ogni anno ci ren-diamo collettivamente consapevoli chela situazione rasenta oramai una vera e

propria agonia ... nessuna gioia...

La situazione è profondamente cambiatanon solo e unicamente per il peggiora-mento della condizione economica conun vertiginoso aumento delle disegua-glianze sociali, ma anche per l’introdu-zione di normative, che in perfetto stile

“ re n z i a n o ”introduconola meritocra-zia anche tra iprecari dellacasa, il che si-gnifica:

*La morosità

è solo elemento di colpa, quindi nessunpunteggio per le vittime della crisi..

*Fine della realizzazione di alloggi ERP(EDILIZIA SOCIALE) ma solo concessioniai grandi costruttori per ottenere in cam-bio alloggi in affitti concordati

*Incarico per gli ultimi e i disagiati dallosfratto unicamente ai servizi sociali, chehanno una funzione oramai solo di con-trollo sociale sui nuclei familiari e sullavita delle persone ... solo dolori...

Questa forma di lotta alla povertà ag-giunge disagio al disagio, scatena guerretra poveri, aumenta le diseguaglianze,

cancella la solidarietà e il mutuo soc-corso, in tutta Italia aumentano i casi disuicidio e forme di autolesionismo ... Mala reazione ai pacchetti di leggi INIQUEdevono trovare una RISPOSTA CO-SCIENTE E COLLETTIVA, UNA RABBIA OR-GANIZZATA CHE SI TRASMETTA TRA IPRECARI DELLA CASA ... A TUTTE E TUTTIDEVE ESSERE RICONOSCIUTO IL DIRITTOALLA CASA,

NESSUNO DEVE ESSERE LASCIATO SOLO,OGNUNO DEVE FARE LA PROPRIA PARTE

GLI SFRATTATI DEL MOVIMENTO DILOTTA PER LA CASA

Proprietà, Casa SPA, Comune di Fi-renze, Tribunale di Firenze hanno fis-sato per GIOVEDI’ 24 settembrel’esecuzione FORZATA di nove nucleifamiliari dalle LORO case di Via Castel-nuovo Tedesco.UNA STORIA DI TRUFFE E RAGGIRI...Siamo nel 2006, il Comune di FirenzeCONCEDE migliaia di metri quadri aigrandi RAS del mattone. Un enormepezzo di città da NOVOLI A CASTELLOviene consegnata dietro Tangenti e re-galie ai grandi monopoli targati Legadelle Cooperative, Baldassini e To-gnozzi, Unipol...Un piccolo pezzo dello scambio di fa-vori riguarda un centinaio di alloggi,appunto di Via Castelnuovo Tedesco.Il Comune istituisce un BANDO per lecategorie medio-basse. Alle famiglieche riescono a ottenere l’assegnazionedegli alloggi vengono garantiti canonimensili che non superino le 450 euro...Ma la realtà è, purtroppo ben altra ...

piano pianole famigliesubiscono leangherie na-scoste daproprietà eistituzioni e icanoni men-sili lievitanospaventosa-mente sinoad arrivarein molti casia oltre milleeuro al mese...A maggio del 2013 i primi sfratti per lefamiglie, colpite dalla crisi economica... scende in campo il movimento cheorganizza i primi picchetti e le primeassemblee. Gli inquilini che ancora pa-gano i canoni mensili DECIDONOCOLLETTIVAMENTE DI PRATICAREL’AUTORIDUZIONE come legittimaforma di protesta contro la TRUFFAesercitata sulla pelle di 70 famiglie.Non senza stupore si scopre anche cheil Comune di Firenze PAGA i canoni per13 alloggi clamorosamente vuoti. Edopo lo SGOMBERO di due famiglie oc-cupanti il Comune di Firenze provvedea inserire 11 famiglie in graduatoria inquesti alloggi vuoti...Le trattative sinora svolte non hannoprodotto nessuna garanzia per un fu-turo Dignitoso agli inquilini mentre lepratiche di sfratto vanno avanti.questa piccola e ignobile storia è lastoria di anni come questi, dove innome dell’accumulazione dei profitti si

cancella il diritto alla casa e il dirittoalla vita di migliaia di persone.PER QUESTE RAGIONI FORTI SA-REMO PRESENTI GIOVEDI’ 24 SET-TEMBRE ALLE 8 DI MATTINA ABLOCCARE TUTTI GLI SFRATTI INVIA CASTELNUOVO TEDESCOGIOVEDI’ 17 SETTEMBRE ALLE ORE11,30 DAVANTI AI NUMERI CIVICI

10-12-14 CONFERENZA STAMPACONDIVISASE TOCCANO UNO TOCCANO TUTTI

COMITATO AUTORIDUZIONE DI V.CASTELNUOVO TEDESCO-MOVI-MENTO DI LOTTA PER LA CASA

CASA • PAGINA 5

Nessuna “gioia” solo dolori

QUeL pastiCCiaCCio gRosso

di Via CasteLNUoVo tedesCo

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sgradito a FirenzeA Firenze gli scorsi 28 e 29 agosto, un personaggio sanguinario ha potuto visitarescortato e liberamente la città invitato dal premier Matteo Renzi. Contro questo sgraditoinvito è stato annunciato e svolto un presidio per la Palestina in P.zza Dei Ciompi,duecento persone solidali con la lotta di quel popolo, un grande striscione citava:

Renzi e Netanyahu amici per la guerra. Alla richiesta di fare un corteo per informare e protestare su questa scelta, un centinaiotra polizia e carabinieri in tenuta antisommossa si è piazzato ai quattro lati della piazzaghettizzando il presidio. Forse Renzi ha dimenticato che in quelle terre si sta consumando un genocidio e che lavera sinistra si è sempre schierata con il popolo palestinese deprecando negli annil’usurpazione continua da parte degli israeliani dei territori con l’uso delle armi. (vedinostro blog mappe fb n.166.)Forse Renzi ha dimenticato che solo 1 anno fa, nel mese di Giugno, l’azione militaredenominata “Margine Protettivo” costò la vita a 2000 palestinesi inermi, tantissimi iferiti che ancora muoiono.Forse Renzi non ha capito ancora o ne è complice di cosa sia lo sionismo, a cosa mira?Ed infine; perché Renzi e Nardella non hanno chiesto ai cittadini fiorentini, la maggiorparte, se faceva piacere ospitare tale personaggio?

Roberto Pelozzi

CITTÀ • PAGINA 6

Fai vivere Radio Cora!

Dal Nidiaci, siamo qui!In questi giorni, abbiamo ripreso in pieno al giardino Bartlett-Nidiaci, ilgiardino segreto di Via d’Ardiglione in Oltrarno.Adesso si tratta di sfruttare fino in fondo i prossimi mesi di bel tempo (e inuovi giochi messi dal Comune), anche per riprendere il folle ciclo dei com-pleanni.Cerchiamo volontari per i seguenti compiti - non siate timidi!- tenere aperto il giardino, se possibile una volta a settimana- aiutare a organizzare un corso introduttivo al gioco del calcio- dare una mano a mettere su un piccolo orto con e per i bambini- venire una volta a settimana a dare lezioni informali di violino ai bambini(Wendy, purtroppo per noi, è tornata negli Stati Uniti)- dare una mano per i mercatini di scambio di vestiti per bambini e di libri- e tutto il resto che vi possa venire in mente (concerti compresi).

Tempo permettendo, garantiamo attualmente l’apertura dalle 16.30 alle19 dal lunedì al venerdì; ma ci piacerebbe trovare anche qualcuno inte-ressato ad aprire il sabato e la domenica, magari di mattina.Ricordiamo che il campo di calcio è a nostra disposizione il martedì e ilmercoledì.

Francesca PinnaDirezione ArtisticaAssociazione Amici del Nidiaci in Oltrarno Onlus

INOLTRE:L’ottimo Gabriele, che ha tenuto aperto il giardino Nidiaci per buona partedell’estate, ha proposto di mettere in piedi un orto nell’area.Un’esperienza che riteniamo sarà profondamente istruttiva per i bambini(i pomodori non crescono sugli scaffali!).C’è già chi si è offerto per coordinare il tutto, ma più siamo a partecipare,

meglio è....Chiediamo a tutti coloro chesono interessati, di risponderedandoci il loro numero di tele-fono, vi chiameremo per deci-dere il giorno migliore per tuttiper fare un primo incontro orga-nizzativo al giardino.Sotto i bambini, nascono i ca-voli!Associazione Amici del Nidiaci inOltrarno Onlustel. 349-1575238

FAI VIVERE RADIO CORA! UNA DUE GIORNI

E TRE MESI DI TEMPORadio Cora è la voce della nuova resi-stenza. Nel segno della Costituzione,dell'antifascismo, della solidarietà,della pace, dei diritti per tutti e tutte.In due anni www.radiocora.it si è affer-mata come media indipendente, pun-tuale, aggiornato, autorevole,esprimendo nei fatti il diritto alla par-tecipazione democratica dei cittadini.Ora tutto questo rischia di svanire. ADICEMBRE IL BUDGET SI ESAURIRÀ'e da quel momento se non riusciremo

a trovare dei soste-nitori per questo im-portante progetto dicondivisione e infor-mazione, l'Associa-zione Radio CORAsarà costretta achiudere radiocora.it Aiutaci a far sì che questo non accada.Aiutaci a fare rimanere indipendenteRadio Cora perché autofinanziata. Dona quanto puoi a Radio Cora utiliz-zando il conto aperto a nome dell'As-sociazione Radio Cora, presso BancaEtica, IBAN: IT49 Y050 1802 80000000 0173 825 indicando nella cau-sale 'tesseramento 2015'.

Oppure, il bollettino postale al CC1019616414 intestato a nome dell'As-sociazione Radio Cora , sempre con lastessa causale.È in programma anche una due giornidi eventi in occasione del compleannodella Radio. Il 10 e l'11 ottobre pros-simi presso il Circolo URL di San Nic-colò, sede del progetto, ci sarannopresentazioni, performance, dibattiti,

dj set e la possibilità naturalmente difare la tessera degli Amici di RadioCora e dare un contributo. Per il pro-gramma definitivo e per sostenere laradio è stato creato l'evento facebookhttps://www.facebook.com/events/499683323540934/'Partecipate' , invitate i vostri amici apartecipare (con l'opzione 'invita') einvitateli a fare altrettanto. Il temponon è molto ma ogni sforzo per darevoce e libertà a Radio Cora sarà fonda-mentale per farla restare viva!Chiara Brilli+39 [email protected]

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Andrea Soldi, 45 anni, è morto a Torino in seguitoad un TSO (Trattamento Sanitario Obbli-gatorio) brutale eseguito in modo scellerato e in-competente da parte di tre agenti municipali, uninfermiere e uno psichiatra. Tutti iscritti nel registrodegli indagati dalla Procura. 

La vittima, che dal 1990 soffriva di schizofrenia,aveva dato in escandescenza in un giardinetto di To-rino perchè non voleva fare:  “quell’iniezione chemi provoca torpore”.  Il centro di salute mentaledell’Asl 2 aveva ordinato un Tso (trattamento sani-tario obbligatorio) e una pattuglia di vigili urbani loaveva eseguito.

Molte persone hanno riferito che per immobilizzarel’uomo, 150 chili di stazza, sono state utilizzate ma-niere troppo forti. Ma le testimonianze raccolte fi-nora non sembrano coincidere. Del caso si occupail pm Raffaele Guariniello, in qualità di coordinatoredel pool sulle cosiddette “responsabilità mediche”.

“La dinamica dell’episodio sta venendo fuori, macontinuiamo a lavorarci”, spiega il magistrato. “Illavoro non è finito – sottoli-nea – potrebbe emergere an-cora qualcosa”. Per tutta lagiornata di ieri, al quintopiano del Palazzo di Giustiziadi Torino, si sono succeduti gliinterrogatori e “altre personesaranno ascoltate nei pros-simi giorni”. È stata data no-tizia che in baseall’autopsia   Andrea non èmorto per asfissia, ma in con-seguenza ad una forte pres-sione muscolare sul petto ecarenza di soccorsi. I testi-moni avevano dichiarato diaver visto uno dei vigili“stringerlo al collo con unbraccio” fino a “farlo diven-tare cianotico”. E’ probabileche ci sia stato un  infarto da stress: crisi respiratoriae arresto cardiaco. Ovviamente i tre vigili sono sol-levati perchè si tratterebbe solo di omicidio colposo.Come del resto è avvenuto in tutti i casi di personemorte per mano delle forze dell’ordine. Ricordiamoche non molto tempo fa vi è stato l’ennesimo affos-samento dell’introduzione del reato di tortura nel-l’andirivieni parlamentare.

Un disegno di legge non  approvato e che è  alta-mente probabile che per i prossimi cinque anni, eforse più, il reato di tortura rimarrà fuori dal nostroordinamento, nonostante la condanna da parte delparlamento europeo nei confronti dell’Italia per lamancanza di tale reato nel nostro ordinamento, inritardo di un quarto di secolo. Vale la pena inoltrericordare, che in passato, precisamente nel 2010, visono già stati dei tentativi autoritari di svuotare la

Legge Basaglia,una legge unica al mondo – la 180– che ci è invidiata da tutti all’estero. Infatti, psichia-tri spagnoli, olandesi, francesi, ci hanno chiestospesso come siamo riusciti in Italia a fare una leggecosì avanzata.

La novità della proposta avanzata nel 2010 dal go-verno in carica, stava  nel tentativo di “eliminare”il disagio psichico attraverso il Trattamento SanitarioObbligatorio, che passa da sette giorni a trenta, conla possibilità di “Tsop” (trattamento sanitario obbli-gatorio prolungato), si tratta di ricovero forzato perpazienti che secondo gli psichiatri, hanno bisognodi un lungo periodo di cure. Ma il Tsop, da sei mesi,può essere ulteriormente rinnovato, dietro decisionedel Sindaco, con l’assenso del giudice tutelare.

Il trattamento obbligatorio, serve a imporre al pa-ziente la cura che lo dovrebbe portare se non allaguarigione, al “contenimento”, con ulteriore possi-bilità di vincolare il paziente al rispetto di principiterapeutici quali l’accettazione delle cure, la perma-nenza in “comunità accreditate (cioè private) perprevenire le ricadute”.

Ma il clou della proposta di legge, era che duranteil ricovero coatto, il paziente “accetti” di firmareun “contratto terapeutico vincolante”, che sarebbecome il “contratto di Ulisse”. Cioè, il paziente (pro-prio come Ulisse che si fa legare all’albero dellanave nell’ episodio delle sirene), “decide” di seguirele cure che vengono imposte dallo psichiatra, anche-qualora cambiasse idea. In tal caso non ci sarebbenulla da fare, il programma andrebbe avanti ineso-rabilmente. Perchè, sempre secondo qusta conce-zione i malati psichiatrici, entrano ed esconodall’ospedale a loro piacimento, e la gestione ricadeinteramente sulle spalle delle famiglie. Oppure, seuna famiglia non ce l’hanno, “diventano barboni” –dichiarazione dell’allora on. Ciccioli.

Se la proposta fosse stata approvata, avrebbe deter-minato scenari spaventosi. Sarebbe stato il ritorno

del  paradigma dell’internamento a vita per motivipsichiatrici, consentendo di effettuare trattamentisanitari obbligatori nelle abitazioni dei familiari oanche all’interno di strutture private, che diverreb-

bero così vere e proprie “carceri private”. Sarebbeuna logica conseguenza il perseguimento del propriointeresse da parte del proprietario della struttura,tenere la persona internata a vita. Si mobilitarono

molti operatori contro questa “folle e sciagurata”proposta,La presidente dell’Unione nazionale delleassociazioni per la salute mentale (Unasam), GisellaTrincas, rispose all’ onorevole del Pdl Carlo Ciccioli,che “il trattamento sanitario obbligatorio non vabene, punto e basta”, sarebbe da eliminare, figuria-moci allungarne la durata, fino a farlo diventare lanorma, che in realtà dovrebbe essere quella del“trattamento sanitario volontario”, che non prevedaobblighi e e costrizione.

Aggiungeva la Trinca: le persone devono poter par-tecipare al loro progetto di cura, il Trattamento sa-nitario obbligatorio prolungato rappresenta unacosa “priva di senso”, al contrario è necessario un“intervento personalizzato adeguato”, che implica“l’investire in risorse umane e finanziarie ade-guate”, per costruire un percorso in grado di dare

alla persona le risposte di cui ha bisogno rispettoalla malattia. Ora, il fatto che non si sia andati inquesta sciagurata direzione, non deve affatto in-durre ad abbassare la guardia. Il TSO come è evi-dente dagli ultimi casi di cronaca, è gestitocome “metodo di controllo sociale” laddove i sog-getti sfuggono alla più subdola e potente “coerci-zione dei farmaci”.

In psichiatria, vengono usati dei farmaci capaci diinfluenzare la psiche ed il comportamento in condi-zioni psicopatologiche, vengono dati per riequili-brare e migliorare l’attività psichica del soggetto.Quel che non viene detto però, è che il meccanismod’azione e le conseguenze a lungo termine  nonsono affatto conosciuti, poichè l’uso dei farmaci inpsichiatria è ancora molto empirico, e la fiopatologiadelle malattie psichiatriche è poco nota.

Per non parlare dell’inquietante aumento di “nuovemalattie” coniate dalla psichiatria e l’uso importantedi antidepressivi dopo che viene definita depressionequalsiasi stato d’animo considerato negativo o de-viante dalla norma. Insomma, il quadro è certa-

mente inquietante, se poi i“nuovi metodi” di pratica delTSO sono quelli che semprepiù spesso vanno alla ribaltadelle cronache (ricordiamo ildrammatico caso di FrancoMastrogiovanni morto inospedale per la “conten-zione”), forse varrebbe lapena di soffermarsi a riflet-tere in quale direzione si stiaandando, e che tipo di so-cietà vogliamo.

Loredana Biffo da TSO e farmaci, la so-cietà del “controllo”?

Caratteri Liberi

Nonè un segno

di buona salutementale esserebene adattati a

una societàmalata

JidduKrishnamurti

... e farmaci, la società del “controllo”?

Il TSO come è evidente dagli ultimi casi di cronaca, è gestito

come “metodo di controllo sociale” laddove i soggetti

sfuggono alla più subdola e potente “coercizione dei

farmaci”.

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Il grande scandalodelle istituzioni

Ricordate la storia di Stefano? Ne abbiamo parlatodue mesi fa … L’avevamo chiamato così, per tute-larne l’identità... Ma oggi la sua vicenda è appro-data in Senato, dove la Commissione straordinariaper la tutela e la promozione dei diritti umani, haascoltato Peppe dell’Acqua, l’ex direttore del Dipar-timento di Salute Mentale di Trieste che questa storiadolente ha seguito e continua a seguire, e che siostina a non voler abbandonare quel ragazzo alnulla a cui una sentenza lo vuole condannato. Pro-nunciarne il nome ora è forse giàun po’ aiutarlo a uscire da quelnulla: Antonio Mottola. Antonio, dunque. Appena dician-novenne e una via crucis iniziatache era bambino, fra psicofarmaci,letti di contenzione, violenze delleistituzioni e delle psichiatrie che sifa fatica a raccontare. Un percorsodi recupero finalmente avviato,spezzato dopo che in seguito a unareazione agitata nata dalla paura,un’ordinanza di misura di sicu-rezza provvisoria del Tribunale diVicenza in meno di un mesel’aveva spedito a Castiglione delleStiviere. E fra cartelle cliniche, re-lazioni, anamnesi, infine la sen-tenza di condanna a quattro annidi misura di sicurezza lo ha chiusoin un ospedale psichiatrico giudiziario.Oggi Antonio è nell’Opg di Reggio Emilia, dove nonc’è contenzione, ma è isolato, chiuso in una stanza,perché non comprende ( e come potrebbe essere di-versamente?) perché è lì. La sua condizione peg-giora. Qualche giorno fa ha avuto la visita deigenitori. Ha retto dieci minuti. Poi non li ha più ac-cettati, ha reagito in maniera sconnessa. E il giornodopo un giornale locale ha portato la “notizia” diun internato “violento” che ha fatto riproporre daisindacati reintrodurre la contenzione che lì era statada qualche tempo abolita.Una storia terribile, forse uguale a troppe altre chenon hanno voce. Ritorna oggi che ancora afferra allostomaco lo sguardo di Andrea Soldi, che “è stato unpo’ soffocato” perché ha resistito a chi voleva por-talo via per un trattamento sanitario obbligatorio,mentre ancora ci si chiede come possibile morirecom’è morto Mauro Guerra, ventinove anni, uccisosul finire di luglio mentre fuggiva, scalzo, dopo averaggredito un carabiniere rifiutando, anche lui, il trat-tamento sanitario obbligatorio. Tso vissuti, e attuati,sembra, come mandati di cattura...Antonio, Andrea, Mauro... e gli altri che non sap-piamo. Ad ascoltarla ora nell’audizione di Dell’Acqua, la sto-ria di Antonio, che ancora aspetta di capire perchélo si vuole dannato…, diventa un percorso attraversole contraddizioni di un processo di riforma mai com-pletato. Una storia che può sembrare minima mache, come sottolinea Dell’Acqua “squarcia un campo,quello delle istituzioni totali, davvero difficile e pureentusiasmante da attraversare”. Una storia forse minima (e quanto minima è mai lavita di un uomo?) ma che racconta il tutto e mette

in luce nodi enormi, questioni scandalose. Sullosfondo la questione degli Opg e, soprattutto, la que-stione di norme che “persistono e sopravvivono allalegge 180, la rendono complicata e a volte anchealla mercé di interpretazioni abbastanza singolari”.La storia “minima” di Antonio parladi trattamenti con neurolettici e contenzione nel Ser-vizio psichiatrico di diagnosi e cura (di Vicenza daquando aveva 12 anni. “Non ho potuto contare imesi, i giorni della contenzione- dice dell’Acqua-forse un anno”. Pensate, un anno da quando erapoco più che bambino… Questione scandalosa quella dellacontenzione. Castiglione delle Stiviere, che la

regione Lombardia non ha intenzione di chiudere,ad esempio, rimane luogo dove vi si ricorre “preven-tivamente, successivamente, durante. Non c’è luogodove sia così facile essere contenuti” testimoniaDell’Acqua. Ma se Antonio, caso “troppo difficile dagestire lì”, viene accolto a Reggio Emilia dove nonc’è più contenzione, in Italia sono pochissimi i luo-ghi dove non vi si ricorre. La questione scandalosaè che secondo una verifica delle contenzioni fattadal ministero della sanità, sui circa 300 servizi didiagnosi e cura solo nel 5per cento di questi non siusa la contenzione. Unaquindicina, pensate. Stiamo parlando di conten-zione meccanica. Inchiodatia un letto, per ore e ore,giorni e giorni, legati manie piedi. Provate a immagi-nare? E come puntualizzanel corso dell’audizioneLuigi Manconi, che dellacommissione del senato èpresidente, uno studio scien-tifico stima come il ricorsoalla contenzione meccanicariguardi una percentuale trail trenta e il quaranta percento, non solo delle strutture psichiatriche degliospedali, ma anche delle residenze per gli anziani…A tratti ne leggiamo e ce ne scandalizziamo. Ma que-sto dato dà la misura del buco nero nel quale af-fonda la vita delle persone più vulnerabili. La grande vergogna è che si tratta di una praticasenza statuto giuridico. Cioè nessuna norma la pre-

vede né la vieta. C’è solo una forma di regolamen-tazione attraverso linee guida regionali, null’altro.Questione scandalosa, nella quale si affacciano tantealtre storie minime… Come quella di Franco Mastro-giovanni, insegnante, morto nel reparto psichiatricodell’ospedale di Vallo della Lucania dopo 87 ore dicontenzione, anzi 82, ricorda Manconi, le ultime cin-que hanno contenuto il suo cadavere… Come quelladi Giuseppe Casu, un venditore ambulante, mortoanche lui, a Cagliari, su un letto di contenzione…Per la cronaca, se per la morte di Mastrogiovanni isanitari sono stati condannati per sequestro di per-sona ( il trattamento è stato una specie di tortura,l’uomo è stato lasciato per tutto quel tempo senza

acqua, senza nutrimento…) a Ca-gliari la struttura sanitaria è stata as-solta, ma il lungo processo ha lasciatomolti dubbi. Storie minime…Ma la questione scandalosa è che an-cora c’è chi sostiene che la conten-zione possa avere valenzaterapeutica.Eppure, si ricorda, il Comitato Nazio-nale di Bioetica nell’aprile scorso halicenziato un documento dove si pre-cisano in maniera molto chiara sia lecondizioni attuali sia la necessità diporvi mano. La conferenza Stato- Re-gioni ha licenziato un documento ade-guato per andare verso unaregolamentazione, che parla fra l’al-tro di un tempo non superiore a quellodefinito per lo stato di necessità, 5-7minuti. Nelle linee guida di alcune re-

gioni si accolgono le linee guida della conferenza,ma rimangono parole… linee guida del nulla… men-tre ci sono regioni come la Toscana, Friuli VeneziaGiulia che hanno deliberato l’abolizione del ricorsoalla contenzione.Eppure, si chiede e chiede Dell’Acqua, se a Trieste,a Udine, a Pistoia, a San Severo di Foggia non c’ècontenzione, perché negli altri posti si ragiona di-versamente? Ricordando che la contenzione è anti-terapeutica, produce negli operatori senso di

frustrazione enorme e disaffezione, mentre chi lasubisce fa fatica a parlarne. “E’ come la questionedel ricordo nei campi di concentramento... la condi-zione di abiezione e annullamento è tale che si havergogna di parlarne...”. Storie minime, che com-pongono una questione tremenda…La storia minima di Antonio racconta che

dopo l’episodio che lo ha portato alla condanna,l’aggressione nei confronti del suo psicologo che haprocurato una frattura al polso, qualcuno chiama il113 e Antonio, dopo una prima resistenza dice: “ar-restatemi se ho fatto del male...”. In realtà non viene“normalmente “ arrestato. Viene legato alla barella,spedito in diagnosi e cura, ancora legato, riempitodi farmaci… Il magistrato chiede parere al respon-sabile del servizio, chiede se Antonio è pericolososocialmente, quasi quesiti propri di una perizia psi-chiatrica e non di una relazione sullo stato di salute.E se pure Antonio non ha mai commesso nessun attocontro cose e persone, fuori dai luoghi della cura,lo psichiatra risponde che è incapace di intendere edi volere e pericoloso socialmente. Scatta per il giu-dice l’articolo 206, la famigerata misura di sicurezzaprovvisoria, retaggio arcaico del codice penale... siaprono le porte del manicomio giudiziario. Poianche il giudice di merito chiede perizia psichia-trica… La vita minima di Antonio annullatanell’altro grande nodo. Quello della incapacitàe pericolosità sociale. Ma cos’è una periziapsichiatrica, su cosa si fonda? Purtroppo, sottolineaDell’Acqua, parliamo di opinioni di uno psichiatra edella committenza di un giudice... Già, pensandoci bene… A riprova viene ricordato ilcaso Cogne. Ci avevate fatto caso? Erano stati nomi-nati tre gruppi di periti, tre per la difesa, tre perl’accusa, tre dal giudice. Ebbene le tre commissionihanno concluso ognuna secondo quella che potevaessere l’utilità del committente: capace, incapace,semi-inferma di mente. Per capire di cosa parliamo...La storia minima di Antonio parla di totale incapacitàe pericolosità sociale, e anche se il perito nel corsodel processo dice che sarebbe auspicabile una con-dizione non detentiva, il verdetto invia Antonio Mot-tola per ben quattro anni in un Opg. E come è stato calcolato quel tempo? Adesso capiscoanch’io. In base a un’opinione. L’opinione che tuttihanno fallito e che tutti non potranno che fallire. An-tonio Mottola, 19 anni, destinato a luoghi di alto con-tenimento che, a scorrere le vicende della sua vita,mai come per lui sono la causa e non la cura, chiuso

alla vita per definizione.Una storia minima che siradica su un altro grandescandalo, quello dellenorme del nostro codice,ancora Codice Rocco. cheparlano di incapacità epericolosità sociale. E’partita da poco una cam-pagna per la sua aboli-zione, ma intanto quellenorme sono lì. Comecommenta l’avvocatoMarco De Martino, delcollegio difesa di Anto-nio: “… uno strumentarioirrazionale e non demo-cratico come quello delle

misure di sicurezza... che nascono con le teorie diLombroso sulla base delle stesse teorie che distin-guevano le razze. Quindi noi oggi abbiamo nelleaule dei tribunali quello stesso strumentario di ori-gine totalitaria che vieta alle persone di circolare li-beramente sul presupposto della pericolositàsociale...”. In altre parole, al giudice si chiede di pre-

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4 novembre 1966: l’Arno invade Firenze. Tutti imedia, anche internazionali, titolano in prima pa-gina. E il manicomio di San Salvi? Un assordantesilenzio. Solo dopo 48 ore, raccontano i testimoni

di quei giorni, ci si ricorda dei Tetti rossi e arrivanoi primi aiuti. E pensare che le mura della città deimatti avevano salvato un pezzo di Firenze (da Viadel Mezzetta in su), raccogliendo in un enorme in-vaso una grande quantità d’acqua dell’Arno! SanSalvi pagò il suo prezzo con la scomparsa della fio-rente colonia agricola con animali tutti morti nel-l’inondazione, grano, frutta e verdura. Ma…nessuno lo seppe!

1° agosto 2015: una tromba d’aria e una bombad’acqua devastano il sud di Firenze, sradicando cen-tinaia di alberi secolari, scoperchiando case, anchese fortunatamente con solo lievi danni alle per-sone. 

Tutti i media ne parlano diffusamente, il Comuneavvia una raccolta fondi a favore dei parchi citta-dini…ma non per San Salvi! Anche stavolta un as-sordante silenzio.

Il Parco dell’ex manicomio è de-vastato, decine e decine gli alberisecolari distrutti, scomparsa l’in-tera pineta che circondava la resi-denze universitarie. E alloraperché questo Parco non è traquelli per cui è aperta la sottoscri-zione comunale? Semplice, per-ché aspetta da decenni ilpassaggio di proprietà dall’Asl(meritorio comunque il suo impe-gno in queste ore) al Comune:San Salvi è “solo” unParco di proprietà pri-

vata… con uso pubblico.

Alla disgrazia della calamità naturale si ag-giunge così quella umana di tempi infinitiper qualcosa che potrebbe attuarsi, vo-lendo, in pochi giorni. Così anche in que-st’occasione San Salvi paga il suo “stigma”.

A quando, chiediamo al sindaco Nardella ealle altre autorità, una decisione per ilParco, come per il Cinema-Teatro da anniabbandonato alla sua estinzione per incu-ria? Non vorremmo prossimamente parlarede “il Cinema-Teatro che non c’era…non c’èpiù!”

Nell’attesa, con negli occhi ancora immagini inim-maginabili sino all’altro ieri, noi Chille siamo al la-voro per un nuovo inizio.

Anche il Pino secolare, davanti alla nostra casa ècrollato…ma miracolosamente appoggiandosi alato su di un altro albero come in un abbraccio mor-tale, ha salvato il padiglione che da anni ci ospita.Naturalmente il palco dell’Estate a San Salvi è com-pletamente devastato: ma siamo già a provare arenderlo agibile dal prossimo appuntamento dimercoledì 12 agosto: la mitica Passeggiata a SanSalvi, che realizzeremo naturalmente solo in per-corsi assolutamente sicuri ed agibili.

Fortunatamente non siamo soli in quest’utopia: giàoltre 6.000 le visualizzazioni su fb! Già domenicamattina numerose le telefonate e i gesti di solida-

rietà concreta da parte dell’affezionato pubblico diSan Salvi; tanti sono venuti a darci una mano emolti si sono presentati con un’offerta in danaro adavvalorare l’appartenenza dei fiorentini a San Salvie al nostro progetto. Tutto questo ci ha convinti asegnalare le coordinate bancarie su cui far affluireun sostegno (anche simbolico) per accelerare e fa-cilitare la ricostruzione del palco e delle attrezza-ture distrutte.

Per chi vuole contribuire, inviare un bonifico conoggetto VIVA SAN SALVI su Monte dei Paschi di SienaAg. Pontassieve IBAN IT 31 K 01030 38010000001036812.

Per ulteriori informazioni tel. 055 6236195, [email protected]; www.chille.it

vedere il futuro ( farà ancora del male?) mentre l’in-capacità di intendere e di volere fa scomparire lapersona come soggetto di diritti, rendendone la vitaindegna di essere pronunciata… Perché, ci piaccia ono, questo è.La storia minima di Antonio parla dellapresentazione, da parte della difesa e degli opera-tori che lo hanno seguito, di un programma terapeu-tico riabilitativo individuale, di una piccola comunitàdisponibile ad accoglierlo, insieme a tutto il centrodi salute mentale di Trieste, anche per allontanarlodalle fallimentari esperienze di Vicenza. Tutto questoviene rigettato dal giudice, con la sola motivazionedei tempi del progetto… Nuovo ricorso, nuovo ri-getto… oltre alla riconsiderazione solo delle vecchiecartelle cliniche, la motivazione che mancano ade-guati controlli. Bèh questa sì farebbe ridere, se non fosse da pian-gere. Racconta dell’Acqua: “Il ragazzo ha detto unamattina svegliandosi a una guardia carceraria cheaveva avuto un’erezione, ... quindi siccome il ra-gazzo è in fase di maturità sessuale non può andarein un luogo dove ci sono anche ragazzine... il magi-strato entra impropriamente nelle decisioni delgruppo terapeutico, che saprà bene come compor-tarsi, cosa scegliere... quale terapie se un giovane èmaturo o non per controllare la sua sessualità”La storia minima di Antonio che, ahilui ha un’ere-zione… Il grande nodo ben lo riassume Manconi, parlando

di tentazione della razionalità astratta… “tanto piùforte perché la follia, per tutti costituisce un fondodi inquietudine, una traccia di angoscia che quasifatalmente porta all’esigenza di disciplinare, di co-stringere entro schemi rigidi, formalismo giuridico,palesemente impotente e spiegare il disturbo dellasofferenza”.La storia minima di Antonio ci dice, ul-tima cosa, oggi la più importante, che questo ra-gazzo continua a starein un Ospedale psichia-trico giudiziario, oggiche non dovrebberoessercene più. Ci diceche sta subendo unenorme arbitrio. Cherischia di non esserepiù recuperabile men-tre il Veneto continuaa essere inadempientenella costruzione di al-ternative agli Opg. Sefosse stato regolar-mente processato per il piccolo reato commesso ( lalesione del polso fratturato dello psicologo che lo cu-rava) non avrebbe avuto nessuna pena. Il nodo ètutto lì. La sottrazione al diritto di essere giudicatosecondo le regole di uno stato democratico. Il dirittodi essere persona. E oggi, cosa si può fare perché possa tornare in un

ambiente di cura “e non di destino”?La risposta è in quello che la legge 81 indica a chiarelettere: un progetto riabilitativo individuale comequello più volte presentato dalla difesa. Ora si speranella maggiore attenzione e umanità del giudice disorveglianza.Ma guardando all’Italia tutta, le storie minime diAntonio e degli altri urlano contro il grande scandalodel decadimento dei servizi di salute

mentale, mentrec’è un gran fiorire distrutture resi-denziali. Che piac-ciono tanto, seassorbono oggi più ditre quarti del bilanciodelle aziende sanitarieper la salute mentale.Un esempio per tutti. AFoggia, 600mila abi-tanti, di 32 milioni dibudget 25 vanno perle strutture residen-

ziali che accoglieranno circa mille persone. Sette mi-lioni per tutti gli altri, più di 10.000, che hanno adisposizione strutture fragilissime. Mentre le strut-ture residenziali, da tempo se ne parla con seria pre-occupazione, stanno diventando simili a quello chechi ha combattuto per la chiusura dei manicomi vo-leva dimenticare. Ma chi svela questa verità?

Le storie minime di Antonio, Andrea, Mauro e glialtri che non sappiamo… e ci raccontano che la 180sembra bella e finita in parecchi posti... Permettete una piccola nota. Rivedendo il videodell’audizione in Commissione per la tutela e la pro-mozione dei diritti umani. Sono tutti molto attenti ecompresi della questione i membri della commis-sione. L’impegno è a muoversi in direzione di inchie-ste, di una riflessione seria sulle norme perragionare di una loro modifica… A qualcuno affio-rano ricordi… il senatore Mazzoni parla ”di quandofacevo il liceo e un compagno di classe, fino alquarto anno normale, poi un giorno si è asserra-gliato in un laboratorio di scienza, è finito in Opg epoi si è suicidato. Una storia di paradossi…e se suigiornali ci sono solo storie di ammalati abbandonatialle famiglie, qui siamo al paradosso contrario: unapersona che potrebbe esser curata e che viene la-sciata a marcire”Ma ha ragione Peppe Dell’Acqua. La storia non è fi-nita, e non si fermerà mai. “Nessuno ha mai pensatodi risolvere una volta e per sempre il problema delconflitto fra la follia e la normalità, tutto questo cisopravviverà. Si tratta di vedere di volta in voltaquanto siamo in grado di rendere più adeguati i no-stri modi di pensare intorno alla follia, di fare de-mocrazia...”Già, solo una questione di democrazia.

Francesca de Carolis

IL PARCO CHE NON C’ERA … NON C’E’ PIU’

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La paura

Il restringersi di ogni vaso, canale bulbo tubo,

la grande ritirata che non genera vita ma la conserva.

Il treno - il tram va svelto sulle rotaie -alle curve

par di fuggire all’esterno come un punto di fuga.

Ci si stringe per forza di cose,

e ci si tocca, anche senza volerlo.

Il tram ritorna a correre

nella frenesia, e dei bulbi fioriti

scoppiano per la primavera.

Corri, corri! Non fermarti!

Sussurrano i ladri di vita;

quelli anche già morti,

o contemporanei mummificati;

quella faccia terribile

quel politico degli anni 70/80

che sembrava un vampiro.

Si lui

Lui ha lasciato progenie

e questa succhia linfa vitale

con proiettili di piombo, o titanio,

che ce ne frega. Loro sono assassini.

Innamorarsi

Raffaella Sì

I recenti fatti accaduti a Torino, con la mortedi Andrea Soldi, paziente psichiatricosottoposto a TSO, dei quali i media hannoabbondantemente parlato, ci impongonol’impegno costante di tenere altal’attenzione verso le problematichepsichiatriche.

La legge Basaglia è stata una rivoluzione chetutto il mondo ci invidia, ma la suaattuazione continua a rivelarsi difficile,anche e soprattutto per la mancanza di unreale cambiamento culturale.

Carmelo Pellicanò è stato l’ultimo direttoredi San Salvi e lo ha chiuso nel 1989, ma giàallora lamentava la mancanza di questocambiamento culturale e l’affievolimentodell’impegno verso la piena attuazione dellalegge 180 del 1978. Ripeteva spesso inquegli ultimi anni che c’era la necessità diriaccendere un dibattito sopito; diceva che ilproblema oggi si pone con la stessa intensità,ma va affrontato calandosi nella realtàattuale e non escludendo la responsabilità ditutta la società - e quindi di tutti noi - chedobbiamo essere sempre vigili verso le nuove

alienazioni ed emarginazioni.

«Ricordare le atrocità e le ingiustizie deimanicomi è sempre cosa utile, ma ora conl’esperienza del passato dobbiamo guardare

al futuro e vigilare sulle nuove alienazioni edisagi di questo mondo globalizzato. Nonpartiamo dall’anno zero, non si possonocancellare per diminuita attenzione politica

e culturale anni di lotta che hanno dato delleprecise indicazioni, anche se hanno bisognodi una nuova piattaforma su cui ripartire,date le mutate condizioni storico-culturali eambientali. Questa giornata di riflessione

possa essere una spinta per far ripartire imovimenti culturali che, al di là della politicae delle istituzioni, avevano ricreato quelclima che peraltro aveva consentito la nascitadella legge 180. Ernesto Balducci diceva che

il suo servizio era quello di tenere sempredeste le coscienze; credo che sia anche unservizio di noi operatori e di noi uomini»

Infine vorrei riprendere il pensiero di unricoverato del manicomio di Girifalco(Catanzaro) che ebbe a scrivere in un tema«Alcuni di noi spesso si trovano in manicomioperché la società non ha i nervi saldi persopportarci, perciò prima sarebbe necessariocurare la società nella quale ci dovremmonecessariamente inserire. Angelo».

Questo scritto fa parte di un insieme di temidei ricoverati del manicomio di Girifalco, cheil dott. Pellicanò aveva raccolto e che è statapubblicata da Fuori Binario nel numero diluglio agosto 2011.

Il tema di Angelo è un monito per noi “sani”,che dobbiamo superare le nostre paure ed inostri atteggiamenti verso il “matto” che hadiritto alla sua diversità e che ha bisogno diessere ascoltato e aiutato nella suasofferenza.

Concetta Pellicanò

Sì, la salute mentale è un’utopia, poiché è in genere la malattia mentale assale colui che più subisce in in-giustizia, in svantaggio economico-sociale, in prepotenza. E chi ne è la causa, di malattia mentale passiva, non si può certamente ritenere sano di mente poiché l’in-giusto, l’arrogante, il prepotente, l’avaro, il tiranno etc.. non sono condizioni di sanità mentale anzi sonocondizioni mentali di delirio di grandezza al che Dante Alighieri sistema le loro anime nei cerchi più profondidell’inferno. Quanto detto sopra sono solo le cause iniziali, le conseguenze si estendono a macchia di contagio in tutti irapporti e relazioni umane e sociali, cioè un contagio inarrestabile che ha sempre più gravi conseguenzeper la salute dell’anima della società intera, fino al totale acce-camento dello spirito. A proposito di spirito, basta solo una fugace occhiata in alto, cioèall’attuale politica corrotta da cima a fondo con conseguenze dimal governo e malamministrazione, da chi?Da malati mentali, sissignori, cioè avari, ingordi, ingiusti, diso-nesti, prepotenti e ambiziosi. E se proprio si dovesse Aprire un luogo di cura per malati mentaligravi, i primi ad avere il diritto di entrarci dovrebbero essere inostri politicanti, i mafiosi, i corruttori. Per non parlare di chi de-tiene il potere dello spirito!!Le nostre super corrotte religioni! Pardon, degenerate religioni.Il mio filosofo preferito definisce tutta l’area di civiltà cattolica,l’immenso manicomio cattolico. Ossia, che viviamo in un mondomanicomiale.Stando così la realtà umana, come si può pretendere da noi chestiamo in basso, comuni mortali, la salute mentale? La salutementale è un’utopia! Grazie Fabio

Ps: Fabio mi ha suggerito il titolo

Francesco Cirigliano

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MEDICINA DEMOCRATICA • PAGINA 11

La Carta di panzanoLIMONAIA DI PESCILLE PANZANO IN CHIANTIsabato 3 ottobre ore 9.00Via di Pescille, 106 - 50022 Panzano in Chianti (Fi)

Per un’agricoltura a zero pesticidi disintesi e per la nascita di Comitati a

zero pesticidi di sintesi

Promosso da Medicina Democratica,Sez. Pietro Mirabelli, Firenze

Con il patrocinio di Pro-Loco di Panzano inChianti ed il contributo di Coop Greve in Chianti

Segreteria organizzativa Medicina Democratica

Fi tel. 327 9024428 - [email protected]

Obiettivi e razionale dell’evento

Informare sulla nocività dei pesticidi di sintesiSollecitare le Istituzioni a vietarne la produzione el’uso, sia in ambiente rurale che urbano e sensibilizzarei produttori agricoli. Sempre più studi scientifici mo-strano che i pesticidi di sintesi stanno mettendo in pe-ricolo sia gli equilibri eco-sistemici (vedi la loro azionedistruttiva sugli insetti impollinatori), sia la biodiver-sità, che la salute umana. Oltre alla tossicità acuta, trale malattie più frequentemente associate ad esposi-zione cronica a piccole dosi di pesticidi, ci sono: Par-kinson, SLA, Alzheimer, patologie dello spettroautistico, della sfera genitale e riproduttiva, obesità,diabete 2, malattie cardio-respiratorie, celiachia,varitipi di cancro. Ad esserne colpiti non sono più solo glioperatori agricoli e le rispettive famiglie, ma lo è la

popolazione in generale, specie durante le prime fasidella vita. Il divieto della produzione e dell’uso di que-ste sostanze, una corretta applicazione del Principiodi Precauzione, diminuirebbe drasticamente questocarico di malattie e di conseguenza anche la spesa sa-nitaria del SSN. Il diritto alla tutela della salute deveessere prevalente rispetto alle esigenze della produ-zione ed alla logica del profitto.

Promuovere con la Carta di Panzano la nascitadi Comitati a zero pesticidi di sintesiIl 16 luglio 2015 il Consiglio Comunale di Malles Ve-nosta approva il nuovo statuto comunale e diventa ilprimo Comune Italiano senza l’uso di pesticidi. Tuttoquesto, nonostante boicottaggi ed ostacoli di ognitipo, solo per la tenace lotta del ‘Comitato per il Co-mune di Malles libero da pesticidi’. Si apre così la stradaalla nascita di tanti Comuni a pesticidi di sintesi zero.

Un’altra agricoltura è possibile e indispensabileDati i rischi ambientali e sanitari generati dai pesticididi sintesi, la sostenibilità dell’intero sistema agroali-mentare non è più derogabile. E’ quindi indispensabilela riconversione biologica delle produzioni agricole,per la difesa per la difesa della salute delle generazionipresenti e future, della qualità dell’aria, dell’acqua edel suolo come elemento centrale degli equilibri dellabiosfera e come luogo di produzione salubre del cibo,.Il Biodistretto di Panzano in Chianti, esempio virtuosodi buone pratiche da esportare. “Il biologico” non è una“cosa”, non è un prodotto. E’ una filosofia, un modo dipensare e di vivere fondato sulla coscienza del fattoche tutto è legato, che ogni cosa è in relazione conun’altra. Quel che mangiamo influenza la biodiversità,il suolo, l’acqua, il clima e i coltivatori. Quel che fac-ciamo al suolo e ai semi influenza i nostri corpi e la no-stra salute’ (Vandana Shiva-Manifesto per il cibo delterzo millennio).

DIECI COSE DA SAPERESUI PESTICIDI

Medicina Democratica Firenze

1-Nel termine pesticidi includiamo fungicidi, in-setticidi, repellenti per insetti, nematocidi, mollu-schicidi, alghicidi, erbicidi, defolianti, battericidi,disseccanti etc. Sono ‘molecole di sintesi sele-zionate per combattere organismi nocivi eper questo generalmente pericolose per tuttigli organismi viventi’ (ISPRA, Istituto Superioreper la Protezione e la Ricerca Ambientale, Rapportonazionale pesticidi nelle acque 2011-2012). Infattisono nocivi sia per gli equilibri eco-sistemici (vedila loro azione distruttiva sugli insetti impollinatori,ISPRA 2012 Annuario dei dati ambientali), sia perla biodiversità, che per la salute umana. Per il pa-radigma dell’agricoltura industriale, parafrasandoVandana Shiva, i nemici da sterminare con i pesti-cidi sono gli insetti e le piante e questo porta laguerra sui nostri campi, nei nostri piatti e nel nostroorganismo.

2- Nella agricoltura non biologica si impiegano inquantità, un gran numero di pesticidi/fitofarmacidi sintesi, da cui consegue un’ampia diffusionedella contaminazione. In Italia il consumo per et-taro di pesticidi è il più alto dell’Europa comunita-ria, 5,6 kg/ettaro/anno, il doppio di Francia eGermania. I pesticidi sono spesso utilizzati comemiscele e/o come formulati commerciali (principioattivo più adiuvanti): entrambi questi compostirappresentano una poli-esposizione dagli effettitossici sconosciuti. Spesso accade che i coformu-lanti (solventi, adesivi, bagnanti etc.), finora nonindicati nell’etichettatura dei prodotti, sono più pe-ricolosi del principio attivo. E’ il caso del famosoRoundup™, formulato dell’erbicida glifosato, incui sono contenuti una serie di adiuvanti con pro-prietà principalmente surfattanti (tensioattivi), peralcuni dei quali come il polyoxyethylene amine(POEA) si è recentemente accertato che manife-

stano una tossicità maggiore del Glifosate stesso.

3-I trattamenti fitosanitari di sintesi disperdononell’ambiente miscele di molecole tossiche, conpossibile sinergia d’azione, che si bio-accumulano,negli animali (farfalle, api, etc.) nei vegetali e chesi bio-magnificano nella catena alimentare. Unostudio condotto in Italia ha valutato che in un pastocompleto si trovano mediamente 8-13 residui dipesticidi, con punte massime di 91. Il glifosato,dichiarato, probabile cancerogeno dallo IARC (Cen-tro internazionale per la ricerca sul cancro del-l’OMS), nel marzo 2015, era stato presentato comeun prodotto sicuro, biodegradabile, non tossico. Maera già stata dimostrata la correlazione fra il suoimpiego ed i Linfomi Non- Hodgkin. E’ l’erbicida piùusato al mondo, presente in 750 formulati, impie-gato nelle colture OGM (soia/mais), per diserbarecigli stradali, utilizzato nei mangimi degli animalida allevamento, non per nulla a livello europeo èstato trovato nel 10,9% dei campioni alimentaricontrollati (EFSA, Autorità europea per la sicurezzaalimentare, 2014). Se cercato, viene trovato moltospesso ed in dosi preoccupanti, anche nelle acquesuperficiali italiane insieme al suo metabolitaAMPA (più genotossico e persistente del glifosato),ma viene monitorato solo in Lombardia.

4-Dal Rapporto ISPRA 2014 risulta che nelleacque nazionali, superficiali e profonde, nel2012 erano presenti 175 diverse sostanze disintesi. In un monitoraggio ARPAT del 2013 sulleacque potabili sono stati trovati, pesticidi in con-centrazioni superiori ai valori limite. Nel 56,9%delle acque superficiali e nel 31% di quelle pro-fonde, monitorate dall’ ISPRA, risultano presentiresidui di pesticidi. I composti più numerosi trovati,sono i diserbanti, seguiti da fungicidi ed insetticidi:glifosate, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, ter-butilazina, diazinon. Quest’ultimo è un insetticida,probabile cancerogeno per lo IARC, che si ritrovanelle acque superficiali e profonde (RapportoISPRA 2014) e negli alimenti (EFSA 2014). Data labio-persistenza di molti di questi prodotti, nellematrici ambientali si può trovare un intreccio di

molecole nuove e vecchie (sono presenti ancora ilDDT, l’atrazina, il malation). L’esposizione combi-nata a più pesticidi può avere effetti imprevedibili,in quanto abitualmente si studiano solo gli effettidel singolo principio attivo.

5- Sempre più consistenti evidenze scientifiche di-mostrano la nocività di queste sostanze per espo-sizione professionale (in Francia il Morbo diParkinson è riconosciuto malattia professionale daesposizione a pesticidi) e non professionale, siacome tossicità acuta che cronica, dovuta abasse esposizioni ripetute nel tempo: dalla cance-rogenicità, alle alterazioni genetiche, alla neuro-tossicità, alle alterazioni del sistema endocrino. Ipesticidi possono agire come interferenti endocrini,a concentrazioni ritenute non tossiche ed inferiorialle dosi raccomandate nell’utilizzo agronomico.

6- Tra le malattie più frequentemente associate adesposizione cronica a piccole dosi di pesticidi,problema del tutto sottostimato, ci sono: patologieneurodegenerative (Parkinson, SLA, Alzheimer) edel neurosviluppo (patologie dello spettro autisticoe ADHD, o sindrome da deficit di attenzione ed ipe-rattività); della sfera genitale e riproduttiva; endo-crino-metaboliche (obesità, diabete 2, disfunzionitiroidee); malattie cardio-respiratorie, malattie re-nali, vari tipi di cancro (dai tumori del sangue aquello del pancreas e della prostata). Il divieto dellaproduzione e dell’uso di queste sostanze, una cor-retta applicazione del Principio di Precauzione, di-minuirebbe drasticamente questo carico dimalattie, diminuendo così la spesa sanitaria pub-blica. La tutela della salute deve prevalere rispettoalle esigenze produttive ed alla logica del profitto.

7— Il pericolo è più evidente per le donne ingravidanza e per i bambini, assai più sensibiliall’azione tossica e soprattutto epi-genotossica diqueste sostanze, anche se in dosi infinitesimali.L’esposizione nel primo trimestre di gravidanza èassociata a basso peso alla nascita, ridotto sviluppoencefalico, anomalie cognitive e comportamental.Da una metanalisi (una metodologia statistica cheprende in esame più studi su un argomento) si è

confermata l’ associazione fra esposizione genito-riale occupazionale a pesticidi e tumori cerebraliinfantili e dei giovani adulti; un’altra metanalisiconferma che l’esposizione residenziale a pesticidipuò rappresentare un fattore di rischio per la leu-cemia infantile.

8-La valutazione tossicologica preventiva deipesticidi compiuta dalle Agenzie Europee èinadeguata in quanto gli standard attuali nontengono conto delle esposizioni multiple, degli ef-fetti a basso dosaggio, degli effetti sul sistema en-docrino e degli effetti sullo sviluppo embrionaledovuti alle esposizioni in gravidanza. Non esistepesticida sintetico di cui siano stati studiati gli ef-fetti collaterali(in fase post marketing) che nonabbia dato prova di nocività ben più ampia diquella dichiarata al momento della richiesta di au-torizzazione.

9- Applicare il Principio di Precauzione e vie-tare produzione ed uso dei pesticidi, sarebbe unatto di responsabilità verso le attuali e le future ge-nerazioni, respingendo le pressioni delle multina-zionali della chimica. Per evitare rischi per la saluteumana e per l’ambiente è indispensabile la ricon-versione biologica delle produzioni agricole, versoun ecosistema agricolo equilibrato, a difesa dellasalute umana, della qualità dell’aria, dell’acqua edel suolo come elemento centrale degli equilibridella biosfera e come luogo di produzione salubredel cibo. Del pari è indispensabile opporsi con fer-mezza alle agro-mafie, alla declassificazione di pe-ricolosità dei pesticidi di sintesi in atto nel mercatoe all’accordo internazionale TTIP (TransatlanticTrade and Investment Partnership).

10- Il 16 luglio 2015 il Consiglio Comunale di Mal-les Venosta (Bz) ha approvato il nuovo statuto co-munale ed è diventato il primo Comune Italianosenza l’uso di pesticidi, per la tenace lotta del ‘Co-mitato per il Comune di Malles libero da pesti-cidi’. Si apre così la strada ad un processo dicambiamento verso un’agricoltura biologica/bio-dinamica e verso la nascita di tanti altri Comuni li-beri da pesticidi.

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PENSIERI SPARSI

DONNE • PAGINA 12

iNCUBo2° PARTE (A VOLTE RITORNANO. CHI? EPERCHE’?)

Trattasi di materiale autobiografico storico, crudo,schietto, primo tentativo di "tesi di cronaca giornali-stica, puramente autodidatta .totalmente innovativo.in un rinnovato e brillante stile scenografico e scrittu-rale "al dettaglio", laddove non ho fatto mancare, ac-cenni di brevi dialoghi, sempre schietti, nudi e crudi,ma all’insegna

Dell’umiltà e della logica e della ragionevolezza, daaspirante giornalista la quale mi ritengo. brano sor-prendentemente interminabile, frutto di decine d oredi duro lavoro negli ultimi due giorni della forzatasosta temporanea al MANICOMIO "LE OBLATE"

"...Giro giro tondo...

casca il mondo...

casca la terra...

...e tutti giù per terra"...

"Provocazione-

provocazione-

provocazione!

Prestatemi più che la solita attenzione, per

favore, che ho ancora una volta un accesa denuncia darivelare, un altarino privato, scandaloso, emotiva-mente spossante.

si, ho ancora molto, mio caro lettore, da raccontare. eti prometto che soltanto dopo mi metterò a tacere.meditate gente. meditate. meditate. meditate.

AL ROGO LO PSICHIATRA.

AL ROGO IL T.S.O. OVVERO IL TRATTAMENTO SANITARIOOBBLIGATORIO.

Prese di COSCIENZA:

"Ecco...ti presento gli interminabili percorsi

delle corsie di un manicomio criminale PSICHIA-TRICO. anzi ti parlerò di un luogo comune, acces-sibile a tutti. ospedale psichiatrico di prontosoccorso, ...locato ai bordi delle vaste periferie diuna zona più che residenziale, della mia amatis-sima romantica, trasgressiva, città davvero unicaal mondo, per ovvi motivi, ovvero FIRENZE.

...laddove dietro le quinte, diciamo sdrammatiz-zando, a volte accadono fatti più che criticabili, cheviolano addirittura le coscienze e la sensibilità deimalati ricoverati. che vengono privati gravementedella propria liberta , privati del libero arbitrio, ov-vero la liberta di scelta nella propria gestione dellavita quotidiana. poi, se si ribellano, soppressi tal-volta brutalmente , con una pratica medioevale ecrudele, paradossalmente accettata con una scon-certante disinvoltura, dalla legislatura e legge na-zionale italiana.

ma, SECONDO ME, è ingiusto, soltanto perché un pa-ziente alzi un pò troppo la voce nel farsi le sue ragioni,che lo si prenda in gruppo e lo si sopprima. poiché ciòsecondo la pratica sottoscritta equivale a brutalità eirragionevolezza e crudeltà. a casa mia. anzi son certa

che addirittura il nostro padre celeste condanni alta-mente una pratica medioevale paradossalmente ac-cettata nei nostri tempi moderni in cui pare prevalere

sempre il perbenismo, il buon senso ,l amore e la mi-sericordia. ma quale amore, ma quale perbenismo, maquale misericordia, ma quale buon senso, ma quali

buone maniere. adesso ti racconto un fatto toccantedi cronaca nera vissuto con intensità sulla mia stessapelle...un fatto che ancora turba e disturba i miei sogniaimè un tempo sereni e popolati di fate ed arcangeli...e fu così in alcuni luoghi dei miei ricordi e sogni tor-mentati, una ragione ci sarà, POICHE' sopravvissero gli

zombies.

meditate gente. POICHÈ IO, NON GUARDATE SOLTANTOLA MIA APPARENZA STRAFELICE E CHE O SONO STRA-ENTUSIASTA DEL MIO PRESENTE STATO DI GRAZIA. NONSIATE COSI SUPERFICIALI DA CONCLUDERE CHE CON ILFATTO CHE DA CIRCA UN ANNO MI RIFIUTO DI PREN-

DERE TERAPIE PSICOFARMACOLOGICHE E CHE MA-GARI IO SIA UNA FALSA INVALIDA CIVILE CHE SIBURLA DELLO STATO.

POICHE NELLE STANZE PIU SEGRETE E INTERNE DELMIO TENERO MA SOFFERENTE CUORE E DELLA MIAPIU CHE BRILLANTE E CREATIVA MENTE.....IO MIPORTO

UN DOLORE CHE SALE CHE SALE E FA MALE.

...ARRIVA AL CUORE... LO VUOLE PICCHIARE( !).. E'PIU' FORTE DI ME.

....POICHE' QUANDO ARRIVA LA NOTTE...IORESTO SOLA SOLETTA CON ME.PERCHE? LA TESTAPARTE E VA A GIRO...IN CERCA DEI SUOI MILLE PER-CHE? PERCHE?

PERCHE ? PERCHE? SARO FOLLE? PROBABIL-MENTE.

O sto uscendo fuori DAL TUNNEL DEL DOLORE EDEL PATIRE. INDUBBIAMENTE.

Ndr: Continua….. S.P.D.C. LE OBLATE, ospedale psichia-trico pronto soccorso di emergenza in Firenze

L’inviato speciale: Vanessa Jhons Inguaggiato

a te isaBeLLaCara Isabella,mi sono accorta da 35 anni fa, che non c’è più unapersona, ma dico neanche una, che non sia vicinaa te se non per i soldi.Il CIM cerca di tenermi sotto bada soprattutto il Dr.Di Sarro, perché viene pagato. Le infermiere anche.La cooperativa che gestisce le mie assistenti domi-ciliari anche, in questo residence ci posso vivereperché lo pago.Le mie sorelle senza riuscirci hanno addirittura ri-chiesto al Tribunale per ben due volte l’interdizioneper una questione finanziaria.Addirittura mia sorella Maria Teresa, di cui ero fi-datissima, mi ha telefonato una settimana primadi questa udienza, dicendomi che aveva chiestol’interdizione nei miei confronti perché in caso mifosse successo qualcosa di brutto lei si sarebbe sen-tita in colpa, poi ha continuato cercando di convin-cermi ad andare dal notaio con il suo avvocato a

farle un atto notarile per intestarle tutti i miei beni. Ho solo un’amica, che si chiama Silvia, è l’unicapersona con la quale ho un rapporto frequente, di-sinteressata nei miei confronti.E’ per questo che dentro di me mi sento un po’ sola.L’unica bella notizia e dato di fatto è che ho ricevutoil risultato della perizia psichiatrica in cui c’è scrittoche pertanto non sussistono le condizioni medico-legali per procedere ad un provvedimento di inter-dizione e oltretutto l’Antoniozzi ha un quozienteintellettivo superiore alla norma. E questa sì che èuna bella notizia ed una bella soddisfazione!Cara Isabella, quel che mi piace di te è che ti accon-tenti delle piccole cose e che quando ti butti giùhai sempre la forza per rialzarti e poi mi piace di teche cacci sempre quella grinta con cui manifestitutta quella vitalità che hai dentro. In fede,

ReaLtÀCaro Lettore,

ti sei mai accorto che oggi le persone, per i rapportiche prima erano interpersonali, si riferiscono tuttial cellulare, dove c’è Internet, Facebook, WhatsApp,Youtube, e la tastiera per chiamare; ma è finita lavera e propria socialità.Sono finiti i “ragazzi del muretto”, la comitiva. E’tutto K.O. Ti spiego il perché: ci siamo chiusi in quella scato-letta perché abbiamo paura l’uno dell’altro, ossiadella nostra violenza. La violenza nei confronti della donna c’è semprestata, poi hanno cominciato con il “nonnismo” enon è mai finita, poi poco alla volta è nato il bulli-smo sui ragazzi down ecc ecc…Ed è per questo che senza socialità i ragazzi che ne-anche in famiglia hanno rapporti non conoscendoi valori (ossia la cosa principale) non hanno piùideali, non si mettono in discussione e neanche lisfiora il significato di tutto quello che c’è sotto:

abuso e potere dei soldi e della politica.

UNa doNNa CoN iL peRiZoMa

Passavo con la macchina e vedo comparire da unmomento all’altro una donna completamentenuda e con solo un perizoma.Cari lettori, che dire? E’ l’Italia di oggi che si è ven-duta e si vende, con gli americani, con i tedeschi,con l’Iran, con la Libia, con la Germania, così comesi prostituiscono vendendosi queste poverine cheoltretutto con l’esempio di uomo violento che ab-biamo (ogni giorno muoiono circa 4 o 5 donne)sono costrette ad accettarlo, in qualsiasi maniera.Sono loro che rischiandoci la vita subiscono la lororabbia, il loro sesso violento e tutte le loro frustra-zioni e oltre alla vita rischiano anche di infettarsi epiano piano diventano sempre di più.

Isabella Antoniozzi

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LAVORO • PAGINA 13

La politica dell’indifferenza e della complicità...

... sulle morti perinfortuni sul lavoroSono salite a nove le vittime dell’esplo-sione nella fabbrica di Fuochi d’artifi-cio in provincia di Bari, ma questa èsolo la punta di un Iceberg. C’è unostillicidio giornaliero che lascia indif-ferenti tutti. Sono sessantanove i morti sui LUOGHIDI LAVORO in Italia dal 1° luglio 2015. Sono 372 dall’inizio dell’anno e oltre740 se si aggiungono i morti sullestrade e in itinere che sono consideratidallo Stato a tutti gli effetti come mortisul lavoro. Affanculo alla politica del-l’indifferenza, della compiacenza, chemai s’interroga su queste tragedie esul reale numero delle morti per infor-tuni sul lavoro. Tutti gli anni parlano dicali favolosi, ma che sono inesistenti.

Da quando ho aperto l’Osservatorio In-dipendente di Bologna morti sul la-voro il 1° gennaio 2008 non sono maistati così tanti. In questi ultimi dueanni poi c’è stato un crescente che la-scia allibiti quelli come me che fanno illavoro di monitoraggio delle mortisenza avere nessun interesse da salva-guardare. Un lavoro volontario fattoper passione, iniziato per ricordare glioperai della Thyssen Krupp di Torinomorti così tragicamente poche setti-mane prima. Ma perché questa disin-formazione? Ma perché nessuno va averificare se quello che l’Osservatoriodice corrisponde al vero? Ma la politicaa cosa serve se non s’interessa a que-ste tragedie? L’INAIL va in Parlamentoe parla anche per il 2014 di un calodelle morti per infortuni, mentre daanni scrivo che le morti si sono solotrasferite da chi dispone di quest’ assi-

curazione a lavoratori in nero o assicu-rati in modo diverso dall’INAIL chemonitora solo i propri assicurati. Manessuno in Parlamento che dica: unmomento, c’è chi dice che le mortisono aumentate, andiamo a verificare.Veramente occorre ricordare cheL’Onorevole Alfonso Bonafede ha pre-sentato un’interrogazione parlamen-tare chiedendo spiegazioni al MinistroMartina. Allora? La verità è che in Parlamento non c’èpiù un partito dei lavoratori, che allafine in quel luogo surreale non c’è nes-suno che s’interessi quello che succedea decine di milioni di cittadini. La leggeFornero ha fatto aumentare le mortisul lavoro, muoiono in tantissimi conpiù di sessant’anni per infortuni men-tre lavorano. Ma nessuno dice niente.A nessuno interessa. Diminuiscono ul-teriormente le protezioni con il Jobs

act, ma a nessuno in quel luogo inte-ressa e si oppone concretamente. I la-voratori utilizzati solo come utili idioti.Sono già oltre quaranta gli agricoltorischiacciati dal trattore dal 1° MaggioFesta dei lavoratori e Martina pur av-vertito, come del resto Renzi e Poletti,come nel febbraio 2014, sull’immi-nente strage causate da questo mezzonon fa niente contro queste morti. Anche il grande giornalista Santo DellaVolpe, scomparso poche settimanefa, uno dei pochi che s’interessava co-stantemente di queste tragedie nonriusciva a farsi ascoltare. Ma in chePaese siamo caro Presidente Matta-rella? Li mandi tutti a casa. Carlo Soricelli

Osservatorio Indipendente di Bolognamorti sul lavoro

A breve verrà Salvini a Bologna per fareuna carrellata propagandistica, andrei disicuro a contestarlo, ma ho riflettuto. Infondo farei un favore a questo PD ren-ziano che non mi piace per niente.

In tanti della mia generazione qui a Bo-logna si ricorderanno del mio libro “Ma-rucheìn, Abitavo in Via del Carroccio”,scritto nel 1996. Libro antirazzista e antileghista che parlava della mia infanzia diBambino meridionale cresciuto a Bolo-gna, una città tolleranza e faro della si-nistra in Italia. Il libro ebbe un buonsuccesso vendendo oltre 3000 copie quia Bologna. Chi vuole conoscerlo, puòleggerne l’introduzione nel bloghttp://ilibridisoricelli.blogspot.it/ poi se èinteressato, può chiedermi gratuita-mente la versione integrale con unamail. Il libro fu recensito da Pupi Avati edall’allora Sindaco di Bologna Walter Vi-tali. “Marucheìn” è un inno alla tolle-ranza. Fu anche ristampato con un titolocomprensibile a tutti gli italiani “Ter-rone”.

Pino Aprile ha poi scritto il suo con lostesso titolo, e ha avuto il pregio di farcomprendere il bagno di sangue e le raz-zie provocate dai piemontesi contro ilsud d’Italia. Un mio lontano parente inquei tempi fu incarcerato dai Borboniperché voleva l’Italia unita. Nell’introdu-zione del libro scrivevo “spero che un

domani un bimbo albanese, arabo, afri-cano, filippino o pakistano possa scri-vere una storia come la mia econservare del luogo che lo ha accolto imiei stessi bei ricordi”. Io sono rimastosempre quello e non sopporto questorazzismo rivolto verso altri esseri umani.Adesso i leghisti, dopo tuttoquello che hanno combinato conla famiglia Bossi, i diamanti, ecc…e scesi praticamente sotto il 3%solo due anni fa hanno trovatoun nuovo nemico da dare in pastoagli italiani. Per rifarsi una vergi-nità non più contro i meridionali,senza di noi, che siamo in tantis-simi anche al nord non si governa,ma contro gli extracomunitari.

Nel 1997 feci anche un grande di-pinto “Bossi non risvegliare i mo-stri del razzismo” esposta ancheal Museo Zavattini quell’anno.Sulle macerie del nostro Paese di-pinsi un meridionale con un ca-tello con su scritto “terrone” difianco un bambino nudo moltobrutto con un ciuccio verde inbocca…..Guardo quel mostriciat-tolo che adesso sarebbe adulto epenso “non sarà mica Salvini”?

Detto questo non parteciperò anessuna manifestazione contro questomovimento che ha l’intolleranza nel

DNA. Poi verrebbe strumentalizzato daquesto partito “renziano” che governaBologna, partito che ne ha combinate ditutte contro chi lavora. Come non farsivenire in mente l’abolizione dell’Articolo18, il Jobs act, l’appoggio a Marchionneche vuole fare fuori i sindacati scomodi,

soprattutto la FIOM di Landini, l’aboli-zione del senato e chi più ne ha più nemetta. Merola, il Sindaco di Bologna è

nativo della mia stessa regione, la Cam-pania, sicuramente migliore degli ultimisindaci che l’hanno preceduto (e non civoleva molto), ma il suo ondeggiare, isuoi cambiamenti repentini, il suo sco-prirsi come tanti altri amministratori im-provvisamente renziano dopo che il

fiorentino ha vinto le elezioni,il non comprendere fino infondo come tanti del resto, lavera e profonda anima di sini-stra di questa città, la con-creta possibilità di perdere leelezioni comunali il prossimoanno lo hanno fatto tornaresui suoi passi. Insomma unvero rivoluzionario di ritorno.Ma a me piace la coerenza el’opportunismo politico poimi è insopportabile.

Da trent’anni abito a Casalec-chio, stesso percorso di Bolo-gna. Anche qui se ci fossero leelezioni non voterei certoquesto partito. Poi non possonon ricordare l’indifferenza atutti i livelli di questo partitoverso le morti sul lavoro chenon sono mai state così tanteda quando ho aperto l’Osser-vatorio Indipendente di bolo-gna morti sul lavoro il 1°

gennaio 2008,

Carlo Soricelli.

Né con salvini né con Merola

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scuola dell’infanzia, ancora un appalto sulla pelle dei lavoratori!

VOCI • PAGINA 14

“Le MosCHe”

Palazzo Vecchio:Scuola dell’Infanzia, ancora un ap-palto sulla pelle dei lavoratori !E' arrivato settembre ed e venuto ilmomento di fare i conti con la riformadelle scuole dell'infanzia fiorentine,che tanto ha fatto discutere nei mesipassati.Purtroppo dobbiamo constatare che itimori espressi qualche mese fa e chehanno dato vita ad accese polemichee a molte partecipate manifestazioniignorate completamente dai palazzidel potere, si sono avverate: 56 se-zioni della scuola comunale dell'in-fanzia, di fatto nel pomeriggio nonsaranno piu scuola. Sono state appal-tate le ore pomeridiane ai privati e lecooperative che hanno vinto il bandonon applicheranno un contratto va-lido per i docenti, ma il contratto delle

cooperative sociali inquadrando ilpersonale nel profilo di educatore.Questo significa due cose: assunzionedi personale qualificato, con espe-rienza e abilitato che pero viene de-mansionato e sottopagato (650-700€). E che i bambini e le bambine dellesezioni interessate il pomeriggio nonfaranno scuola, ma qualcosa chescuola non e, perche manca la figuraprofessionale che della scuola e ilperno: l'insegnante.In piu i lavoratori e le lavoratrici cheaccetteranno questo lavoro non po-tranno neanche avere un punteggionella graduatoria delle insegnantiNon si puo fare a meno di dire cheavevamo previsto le gravi falle di que-sto sistema, pubblicizzato dall'Ammi-nistrazione come il migliore che ci sia,ma che in realta nasconde una nuova

fabbrica di precari, differenze tra la-voratori e oggi per la prima voltaanche tra fruitori, perche i bambini ele bambine delle 56 sezioni appaltatenon faranno scuola nel pomeriggio,come tutti gli altri. Ma soprattutto na-sconde la vera grande piaga odiernadella pubblica amministrazione: l'ap-palto, che non serve a risparmiare masolo a prendere la giusta retribuzionedi un onesto lavoratore e dimezzarla,per far arricchire i soggetti terzi chesi interpongono tra il reale datore dilavoro (il Comune in questo caso) e illavoratore.L'USB ribadisce che una situazionedel genere e inaccettabile, e chiede agran voce che, come gia successo aBologna e ad Arezzo, il Comune facciaun passo indietro ed assuma diretta-mente le insegnanti della scuola del-

l'infanzia.Altri sindacati hanno preventiva-mente siglato intese con le coopera-tive che hanno vinto il bando, anchese i lavoratori ancora non sono statidi fatto assunti. Noi invece vogliamoche siano i lavoratori stessi a rivol-gersi al sindacato e a scegliere in-sieme al sindacato la strada miglioreper far valere i propri diritti, perchenon c'e sindacato che non parta dailavoratori!Perche non siamo sudditi, siamo cit-tadini ,ed insieme, siamo invincibili!Firenze 4 Settembre 2015USB – Unione Sindacale di Base -Confederazione - FirenzeFirenze – Via Galliano 107 tel.0553200764 Fax 0559334408 [email protected] sito web www.usb.it

Ed invece di scaturirne corale e pro-fondo un sentimento di pietà, di soli-darietà, di umanità, nel nostro paeseprosegue la persecuzione razzista eschiavista, e dilaga la propaganda na-zista.Ripetiamole allora queste poche pa-role la cui ovvietà non le rende menvere.1. Ogni essere umano ha di-ritto alla vita, alla dignità,alla solidarietà. Vi è una solaumanità, e tutti gli esseri umanine fanno parte. Salvare le vite èil primo dovere.2. Per far cessare la dispe-rata fuga dalla fame e dalleguerre occorre cessare difare le guerre, occorre ces-sare di imporre la fame - cheè conseguenza della rapina co-loniale e neocoloniale, impe-riale e sub imperiale, dellealtrui risorse e dei beni co-muni. Responsabili delleguerre e della fame sono i po-teri dominanti nel mondo, lecui centrali di comando sonoovviamente nel Nord ricco - ericco appunto perché rapina-tore e stragista.3. Ma finché non si riesce a far ces-sare le guerre e la fame occorre al-meno salvare le vite che salvare èpossibile, e per salvare le vite che sal-vare è possibile occorre innanzitutto

soccorrere, accogliere, assistere tuttigli esseri umani in fuga dall’orrore.4. I responsabili primi della stragenel Mediterraneo, come della ra-pina e delle guerre che insangui-nano il Sud del mondo, sono igovernanti europei (non solo, certo,ma innanzitutto) che impedendo agliesseri umani in fuga dall’orrore e dalla

morte di giungere in salvo in modo le-gale e sicuro, li costringono a gettarsinelle grinfie dei trafficanti mafiosi,schiavisti e assassini. Basterebbequindi che i governanti europei, o al-meno un solo stato europeo, l’Italia adesempio, riconoscesse a tutti gli esseri

umani il diritto di giungere in modo le-gale e sicuro nel nostro paese, nel no-stro continente, e la strage nelMediterraneo cesserebbe di colpo, e illucroso e sanguinolento mercato ille-gale nelle mani dei trafficanti mafiosiscomparirebbe.5. In Italia la generalità dei mi-granti sono sottoposti a vessazioni

crudeli e ignobili, sovente a condi-zioni di schiavitù. Vi è un razzismoistituzionale criminale e criminogeno,incostituzionale e barbaro, depositatoin misure amministrative anomiche eperverse, in anti leggi sadiche e infami.Fino all’infamia dei campi di concen-

tramento, fino all’infamia delle depor-tazioni. Queste anti norme devono es-sere abrogate, queste strutture epratiche malvagie devono essere abo-lite. L’Italia deve tornare al rispettodella sua Costituzione repubblicana,democratica, antifascista: quindi anti-schiavista e antirazzista; l’Italia devetornare ad essere uno stato di diritto,un paese civile.6. Senza girarci intorno: occorresoccorrere, accogliere, assisteretutti gli esseri umani in fuga dallafame e dalle guerre; occorre rico-noscere a tutti gli esseri umani il di-ritto di giungere in modo legale esicuro nel nostro paese; occorre an-dare a soccorrere e prelevare conmezzi di trasporto pubblici e gra-tuiti tutti i migranti lungo gli itine-rari della fuga, sottraendoli agliartigli dei trafficanti; occorre un im-mediato ponte aereo di soccorso in-ternazionale che prelevi i profughidirettamente nei loro paesi d’ori-gine e nei campi collocati nei paesilimitrofi e li porti in salvo qui in Eu-ropa; occorre cessare di fare, fo-mentare, favoreggiare, finanziare leguerre che sempre e solo consi-stono nell’uccisione di esseriumani; occorre proibire la produ-zione e il commercio. Ogni vittima ha il volto di Abele. Solola nonviolenza può salvare l’umanità.

Il Centro di ricerca per la pacee i diritti umani

Muoiono come mosche i migranti nel Mediterraneo

da La Repubblica.it

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MaRCoVaLdo e L’iNtRUso

VOCI • PAGINA 15

In nome di un risparmio, tutto dadimostrare, Rossi accorpa ben 12 ASLin solo 4 con una legge (Lg. 28/2015)partorita senza aver prima pensato acome poter organizzare e farfunzionare queste 4 mega strutture.MA una cosa chiara Rossi ce l’avevagià in mente e cioè altri 2000 esuberiche saranno allontanati con ilprepensionamento e che vanno adaggiungersi ai 2500 dipendenti inmeno dal 2011, tutti sacrificati innome della necessità di Risparmio.Tutto ciò Andrà a peggiorare il SSToscano, nonostante il continuoaumento della popolazione, anche aseguito del flusso migratorio,nonostante il continuo aumento dellapopolazione anziana, nonostante l’altonumero di incidenti sul lavoro , ecc.. . INTANTO la regione continua asperperare il denaro dei cittadini,Continuando ad ingrassare, glispeculatori privati, che si chiaminoHolding o Confraternite.

E così mentre parte dei servizivengono affidati alle cliniche private oalle varie Confraternite di volontariato(?) La Regione affitta il CentroOncologico Fiorentino pagando adUNIPOL ben 2 milioni all’anno (peralmeno 15 anni) per i locali e altri 8milioni per le strutture (da notare chealla ASL le strutture non mancano:S.Rosa, S. Salvi, ecc..) e il personale cheperò rimane alle dipendenze diUNIPOL. Cosa analoga fa il Meyer che affitteràVilla Nova a circa un milione di € almese e, guarda caso, sempre daUNIPOL. Ecco come la Regione di Rossi trova ilmodo di by-passare regole e Spendingreview e regala ad UNIPOL (notaHolding di ispirazione comunista) fiordi milioni tolti ai lavoratori conl’aumento dei carichi di lavoro e aicittadini con la riduzione di tantiservizi. Ma per Rossi l’oncologia di UNIPOL

(tra l’altro l’oncologia è già presente sianella ASL che nelle AOU Fiorentine) èmooolto più importante dell’ospedaledi San Marcello o i consultori o latossicologia, le chirurgie programmate,il servizio infermieristico territoriale, ola riduzione dei posti letto nellaNeurologia di Careggi, o …..In linea con tutto questo ESTAR condelibera 280/2015 ha pensato bene diabrogare 160 graduatorie concorsualinonostante, ancora in vigore in quantoprorogate dal Dlg. 101/2013 eignorando pure la disposizione delConsiglio di Stato (n. 14/2011 ) lascia,nel regno della disoccupazione ben5000 aspiranti lavoratori della sanità.Questo è ancora più grave perchéconsentirà l’ingresso trionfale delleagenzie interinali all’interno del SSToscano. Ingresso già notevole inmoltissime ASL perché leamministrazioni è ormai da tempo chepreferiscono assumere attraverso leAgenzie Interinali. Fregandosene se

Tutto ciò poi significa, maggiori speseper il personale o l’aggiramentodell’art.97 della Costituzione. Certo sele ASL continuano la pratica degliappalti o delle assunzionisomministrate a che servono legraduatorie ?È colpa di Rossi? del suo superioreRenzi? del suo assessore alla salute?Certamente, ma sicuramente anche ditutti quei fedeli che gli affidano le sortidella propria salute, Sicuramente ditutti coloro che stanno a guardaresperando che le cose cambino inmeglio per grazia di Dio. CUB SANITÀ FIRENZE

Da qualche tempo in casa di Marcovaldosi era infilato un intruso. Quando il tele-visore era acceso e Marcovaldo era inun’altra stanza, ne avvertiva la presenza:l’apparecchio sfrigolava come se qual-cuno gli passasse continuamente davantie riverberava bagliori sinistri. Dal sog-giorno la luce blu del televisore arrivavafin dentro la camera da letto che suamoglie teneva socchiusa per paura delbuio e lei mugolava: “Mmmmmm….”.

Qualche volta loaveva sentito par-lare, non dicevaniente di impor-tante, le solite frasiche si colgono perstrada o che ronzanonel cervello prima diaddormentarsi L’intrusosi era intrufolato nellavita di Marcovaldo unpoco alla volta: all’inziofaceva fugaci apparizioni,vestito di tutto punto conuna cravatta più lunga di lui,occhiali e boccoli neri che gli s c e n d e -vano sulle spalle. Insieme a lui c’era sem-pre un personaggio importante. Mentreil pezzo grosso parlava inquadrato dalletelecamere, l’ntruso gli si metteva dietrocercando di farsi riprendere. Le primevolte stava fermo, poi aveva imparatoche allungando il collo poteva superarele spalle del pezzo grosso e mettersi alla

sua altezza. Col passare del tempo presea dimenarsi, salutare, sorridere, fino ache, un bel giorno, fece un passo avantie andò a piazzarsi davanti al pezzogrosso, proprio in faccia alle telecamere.

Da quel giorno divenne una presenza in-gombrante in casa di Marcovaldo. Comesuccede a tutti, la notorietà loaveva cambiato:d a

s e g a l i g n oche era, appariva ingras-

sato, ingrossato, imbolsito, la sua boccanon si distendeva più in una risata discherno, la cravatta c’era solo in certeoccasioni, gli occhiali erano spariti, i ca-pelli erano molto più corti, le basette ta-gliate di netto e portava un ciuffodavanti, patetico come un sosia di ElvisPresley.

Prima si faceva chiamare Marco, oraaveva cambiato nome, Matteo. Quando

in casa di Marcovaldo succedeva qual-cosa, lui c’era.Cadeva un satellite, affon-dava un barcone, aprivano una mostra,benedicevano i pellegrini? Lui c’era. Am-mazzavano un giornalista, scoppiava unaguerra, firmavano una pace? Lui c’era.Anche Marcovaldo c’era, si capisce, con

il pensiero. Matteo no, lui c’erafisicamente. Quelli che eranointorno a lui all’inizio facevanofinta di non vederlo, ma dopoun po’ si erano abituati allasua presenza e per non of-fendere Marcovaldo, pen-sado che fosse amico suo,lo salutavano con grossemanate sulle spalle comesi fa con i ragazzi per le-varseli di torno.

Marcovaldo avrebbevoluto dirgli “Ma chi ti

conosce?”, ma ogni volta sitratteneva e gli usciva di bocca solo“Mmmmm….”

Un giorno Matteo si presentò accanto auna biondina e Marcovaldo pensò“Meno male, ora che si è fidanzato avràaltro per la mente”. Invece Matteo por-tava la biondina in casa di Marcovaldoogni giorno e qualche volta lei venivaanche da sola. Anche la biondina par-lava come Matteo, prole sconnesse, frasifatte, echi, esclamazioni.

Una volta però Marcovaldo la sentì par-

lare in latino, diceva “Italicum…” o qual-cosa del genere. Ebbe paura, pensò “Ese è indemoniata?”, ma poi vide che leg-geva da un quaderno. Marcovaldo andòsu tutte le furie: “Stattene a casa tua afare i compiti!”.

Prese il televisore e lo buttò dalla fine-stra, fortuna che abitava in un seminter-rato, altrimenti avrebbe fatto unastrage… Da quel giorno non si rivideropiù né Matteo né la biondina, evidente-mente non venivano per lui ma per la te-levisione. “Meglio così” disseMarcovaldo.

Qualche volta però ripensa a quei dueragazzi: “Chi sa se ora sono più tran-quilli? Mmmmm…”

Massimo Demicco

parte male l’accorpamento delle asL toscane

“L’anima”L’anima è un corpo nel corpo

che come il corpo sente doloretorture, ferite e versa sangue

perciò chi è sensibileimpone a se stesso

di non offendere, di non maltrattareper non torturare, non feriree non dissanguare un’anima.

Francesco Cirigliano

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VOCI • PAGINA 16

guardava il mondo dalla parte dei deboli

Per Riccardo

Carissime/i, Riccardo Torregiani, il marito della nostraManuela, è morto ieri, un tumore inesorabile. Riccardogran combattente per i più deboli, lo ricordo in milleincontri, manifestazioni, con accanto Manuela, semprelucido e informato, determinato. Venivaad accompagnare Manuela, ai nostri in-contri a Fuori Binario, in punta di piedi,sempre sorridente. Sensazioni di incredu-lità, di dolore, che ti prendono alla gola,domani lunedì 31 alle16 alle Piagge, sa-luteremo il compagno e amico Riccardoe Manuela,

Gianluca

Ciao Riccardo, un fratello

Io considero di aver perso un Fratello, unapersona con la quale ho condiviso tantecose; dalla nascita della rete antirazzista,tante battaglie per i diritti, per la difesadei deboli per suo impegno costante perun mondo più giusto, più equo.

Un Uomo, onesto sincero, leale. E’ sempre stato lui,non è mai cambiato, sempre con il sorriso,  la calmain tutte le situazioni.

Ciao Riccardo, non ti dimenticheremo mai.Un abbraccio forte a Manuela e tutta la sua famiglia

Assane

Per Riccardo

Appena rientrato oggi al lavoro ho letto la tremendanotizia della morte di Torregiani. Sono rimasto disasso: non sapevo della sua malattia. Mi rimangonoin mente le tante occasioni in cui ci siamo incrociatinelle iniziative e negli incontri sull’immigrazione: inparticolare la sua passione e la forte determinazionenel portare avanti le diverse vertenze per l’amplia-mento dei diritti e contro ogni discriminazione ed in-giustizia. Rimasi anche molto colpito dalla forza e dalladignità che colsi in lui nel tremendo frangente dellaperdita del figlio. La lotta per un mondo migliore hasicuramente perso con lui uno dei suoi più strenui egenerosi combattenti. Invio da parte mia un caro sa-luto e un abbraccio alla sua famiglia.

Giuseppe Carovani

Che tristezza, caro Riccardo ricorderò sempre la tua di-gnità e generosità, sei stato una grande persona, mitenel senso più nobile del termine.

Sei stato un prezioso compagno di tante battaglie co-muni, dal Firenze Social forum fino al laboratorio perla laicità.

Un abbraccio a Manuela e a tutte le tante persone a  tecare.

Riccardo Bettini

Sono arrivato a NY dalla campagna un paio di giornifa e ho trovato la tremenda notizia della perdita del-l’amico e compagno Riccardo Torregiani, una notiziache non avrei mai immaginato o voluto ricevere.  E’ancora difficile da credere... Difficile trovare le paroleper esprimere il dolore e la tristezza per aver perso un

fratello maggiore e un esempio di vita. Come ha giàscritto qualcuno, continueremo a cercare la faccia diRiccardo ad ogni manifestazione di lotta per la pace ela giustizia sociale. Ho conosciuto Riccardo alla finedegli anni ‘80 nelle lotte contro il razzi-smo e per i diritti degli immigrati, in se-guito nelle lotte contro le guerre usa ein tante altre battaglie. Riccardo e’ unpunto di riferimento per tutta la Firenzeprogressista e lascia un vuoto che nonsi potra’ mai riempire. Anche perche’Riccardo era un amico e non solo uncompagno, un uomo generoso, sincero,simpatico con un sorriso ironico chenon dimenticherò mai. Mi dispiacemolto essere ancora qui a NY e di nonaver potuto partecipare al ricordo diRiccardo alle Piagge con tante altriamici e compagni. Spero che ci sarannoaltre occasioni per commemorare il no-stro fratello.

Manuela, ti mando un forte abbracciotransatlantico per questa nuova soffe-renza. Non sei sola, hai tutto la nostracomunità con te e sono sicuro che ve-drai pezzi di Riccardo in ognuno di noiche l’ha conosciuto e ha lottato insiemea lui.

un tristissimo saluto a tutte/i,

John Gilbert

PER RICCARDO

Venerdì scorso, 28/8, al presidio controla presenza di Netanyahu a Firenzemancava Riccardo Torregiani, che peranni è stato animatore instancabile delle iniziative peril popolo palestinese. Perché Riccardo stava spegnen-dosi all’Ospedale di Careggi, colpito da un male ingua-ribile. Ci ha lasciato alle ore 22 di sabato 29 agosto.

Lo ricordiamo prima di tutto come persona che ha vis-

suto l’intera sua vita avendo sempre presente il mottodi Vittorio Arrigoni “restiamo umani” e sviluppandocosì affetti, amicizie, relazioni ed anche rapporti con-flittuali. Una vita condotta secondo una linea coerentedi impegno sociale, nel sindacato, nella cooperazioneinternazionale, nei movimenti antirazzista e pacifista.

Nella Firenze dei raid razzisti e delle cam-pagne contro i Rom, sul finire del secoloscorso, è fra gli organizzatori di un Coor-dinamento cittadino fra i vari soggetti deimigranti e dei Rom (o comunque impe-gnati a sostegno dei migranti e dei Rom).Ne costituisce la figura principale permolti anni, mentre, nel contempo, parte-cipa alla costruzione della Rete Antirazzi-sta - che dal 1995 al 1999 porta avantimolte iniziative a livello nazionale, colle-gando le diverse realtà locali, promuo-vendo manifestazioni, incontri diriflessione e di elaborazione, campagne,vertenze, proposte di legge di iniziativapopolare.

Gli interventi con e per gli immigrati sono stretta-mente collegati a quelli contro le guerre, fra le causeprincipali delle condizioni in cui versano i paesi da cuiprovengono richiedenti asilo e profughi.

Per questo Riccardo è in prima fila nella realizzazionedelle Tende della Pace, che vengono installate inPiazza San Giovanni allo scoppio delle cosiddetteguerre umanitarie – in Iraq, nei Balcani ... -, nella or-ganizzazione di incontri di confronto e di elaborazionecostruiti in alternativa a quelli istituzionali, nella pro-

mozione del Comitato contro la guerra (che cerca dimettere insieme con continuità le varie realtà chehanno dato vita alle Tende e ai convegni).

Si impegna anche all’interno di un partito – Rifonda-zione – e nei molteplici tentativi di dar vita ad una si-nistra unita e plurale. Ma anche in questo cerca, comeprima cosa, di inserire nel dibattito e nei programmiquei contenuti – l’antirazzismo, la solidarietà con i mi-granti e con i Rom e la lotta per i loro diritti, l’azionecontro le guerre - che sono al centro della sua attivitàdi movimento (e che dovrebbero caratterizzare unaforza autenticamente di sinistra).

Frequenti sono le delusioni, le incomprensioni, il pre-valere di piccole logiche di bottega e, ultimamente, ildiffondersi di un clima politico sempre più ostile agliideali che Riccardo ha portato avanti per tutta una vita.

Ma l’ottimismo della volontà sorregge il suo impegno,anche in questo ultimo periodo, nonostante i segnaliche provengono dal pessimismo della ragione, per cuiegli continua ad essere attivo – e dovunque è presenteporta un contributo importante, sia di idee, sia pra-tico/organizzativo, senza alcuna smania di protagoni-smo – nella Rete Antirazzista fiorentina, nel Comitatocontro la guerra (che riesce a far diventare una con-suetudine, in collegamento con l’Istituto De Martino,

un’iniziativa anti-militarista collegataalla Giornata delle Forze Armate del 4novembre), nell’Associazione di Amici-zia con il Popolo Palestinese, nell’Asso-ciazione Italia-Cuba, nel Laboratorio perla laicità, nella Casa del Popolo dell’Iso-lotto. Nonostante il grandissimo doloreche lo colpisce quasi due anni fa – laperdita di un figlio -.

Ci vorrebbero più compagne e compagniper portare avanti la mole di lavoro so-ciale e politico di cui Riccardo è stato ca-pace. E che ha contribuito a produrrerisultati straordinari: ne vorremmo ricor-dare uno per tutti, il Forum Sociale Eu-ropeo del 2002, con la sua grandemanifestazione conclusiva contro laguerra.

Da questo quadro sintetico e incompletodi come e per cosa Riccardo si è impe-gnato, rimane in ombra una parte im-portantissima della sua esistenza, fattadi affetti, di amicizie, di relazioni, di rap-porti conviviali, che si è intrecciata conla dimensione più strettamente politica,rendendo anche questa, come si è ac-cennato all’inizio, profondamenteumana (e facendo sì che in tante e tantilo si apprezzasse e gli si volesse bene).

È nostra convinzione che grazie a per-sone come Riccardo rimane credibile, al

di là della durezza della situazione attuale, l’obiettivodi un altro mondo possibile. E che i segni del suo ope-rare rimarranno sempre fra di noi.

Le compagne e i compagni della Rete Antirazzista