Nella Nostra Comunità (maggio 2011)

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ignore, mi riesceSdifficile esprimere imiei pensieri davanti a tanta

gente senza emozionarmi; per questo ho preferitoscrivere su questo foglio la

mia preghiera a TE. Qualchedomenica fa mentre mi preparavo per venire a Messa,ho ribadito ai miei figli adolescenti l'importanzadell'appuntamento domenicale con TE nella tua casaSignore…

L'ho fatto con parole semplici, come può fare unamamma, ho ricordato loro che tutto ciò che li circonda èdono di Dio: gli amici, i giochi, i primi amori, la lorostessa vita è un dono di Dio. E allora perché non trascor-rere un'ora nella sua casa per onorarlo e ringraziarlo per tutto questo?

A questo punto uno di loro mi ha risposto: “Mamma,se Gesù è sempre in noi non c'è bisogno di andare tuttele domeniche in chiesa per incontrarlo perché Lui è conme anche quando sono a scuola o al parco o con gliamici o altrove…” E suo fratello ha prontamenteaggiunto: “Io quando gioco a calcio con i miei amicisono certo che Gesù è con noi”.

Tutto questo è stato naturalmente condiviso dallaloro sorella che stranamente ogni domenica è sopraf fat-ta dalla stanchezza settimanale e con grande faticaraggiunge la chiesa…

“E allora mamma ci spieghi perché dobbiamoandare tutte le sante domeniche a messa?”Cercavo le parole giuste per rispondere ma in quel

momento dalla TV arrivavano notizie devastanti diguerra e di morte, di terremoti e tsunami e delle tantevittime innocenti…e subito mi hanno rivolto un'altradomanda: “Ecco mamma, spiegaci ora per qualemotivo Dio e Gesù permettono che tutto questo avven-ga? E dove vanno in realtà tutte le persone che muoio-no? Dov'è Dio, mamma? Dov'è Gesù? Dove guardanonei momenti di terrore e di disperazione quando

muoiono uomini, donne e bambini? Quando i nostricoetanei vengono violentati, torturati ed uccisi? Puoidircelo tu?”

Ecco Signore, io non avevo più risposte giuste dadare loro, ho farfugliato qualche parola e sono uscita dicasa per raggiungere te e cercare conforto. Mi rendoconto che nella vita degli adolescenti la fede ricevuta da

 bambini in maniera inconsapevole non basta più. Lorohanno bisogno di risposte certe e rassicuranti che io nonsono ancora in grado di dare. Aiutami tu Signore adessere una creatura nuova, insegnami le parole giuste e

rassicuranti di cui hanno bisogno i miei figli in questafase di crescita dove tutto viene visto con occhi diversi.Dammi la forza di essere all'altezza della situazione,2

 perché io temo, mio Signore, che allontanandosi daTEsi allontaneranno dal bene e non comprenderanno più ilvero senso della vita.

Per questo io ti prego.

DIO E’ CON NOI, SEMPRE!abato 16 aprile noi scout del Reparto abbiamoSvissuto una riunione diversa dalle altre... Cisiamo fermati a riflettere con don Gianni sull'ormaivicinissimo arrivo della Pasqua. Durante questariflessione abbiano ascoltato una preghiera scritta dauna mamma che, sinceramente, mi ha colpita parec-chio. Questa mamma diceva di avere problemi con i

 propri figli poiché da un po' di tempo non sentivano piùil bisogno di andare a Messa e, anche solo per un'ora,ringraziare Dio per tutto quello che ogni giorno ci of fre,

sia di buono che di cattivo. Ecco io mi sono ritrovata neifigli di questa signora ed è stato proprio questo ilmotivo che mi ha spinta a scrivere questa piccolalettera... Io ho solamente sedici anni ma ho vissuto un

 periodo in cui mi sono allontanata da Dio. Così da ungiorno all'altro non ho più creduto a quello che Lui hafatto e che fa tutt'ora per noi...Avevo smesso di crederciforse per il giudizio della gente che criticava il mioessere così legata alla Chiesa o forse, perché alla nostraetà è normale avere qualche momento di sbandamento.

 Non riuscivo a capire perché, se Dio esisteva, doveva portare tutta questa crudeltà e violenza nel mondo, unmondo di gente che aveva ormai quasi smesso dicredere proprio perché si era posta la mia stessa doman-da. Per fortuna, e dico per fortuna, grazie alle giustecompagnie e agli Scout, che fanno vivere splendidimomenti con Dio, mi sono riavvicinata a Lui e hocapito che tutto il male presente nel mondo è causatosolamente dall'uomo che, per primeggiare in tutto, creainutili guerre e inutili scontri che portano alla morte digente totalmente innocente e che magari sperava ecombatteva per rendere questo mondo un po' migliore.

Ora quando entro nella casa del Signore provo unsenso di pace e di serenità che mi fanno stare bene.Sento proprio la necessità di dedicarmi almeno un'oraalla settimana interamente a Lui e di confidar gli ognimio problema e ogni mia insicurezza, perché sono certache Lui mi ascolta e attraverso altra gente mi aiuta aseguire la giusta via.

Quindi sono giunta ad una conclusione: alla nostraetà è normale allontanarsi dalla vita di Dio ma seabbiamo la giusta compagnia e se abbiamo voglia diritrovarlo allora non sarà poi così difficile riavvicinarsia Lui e al suo mondo che in qualche modo fa sentire lagente più al sicuro.

Gianna Lacarra

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insegnato loro la libertà di indifferenza:la libertà «da», invece di quella «per».Chiedete a un ragazzo che cosa sia lalibertà e vi dirà:«Fare ciò che si vuole» o«ciò che finisce dove comincia quella diun altro». La prima definizione è falsa, laseconda è vuota. La libertà è deciderecome giocarsi la vita, libertà è partecipa-zione avrebbe cantato Gaber . Ma qualidei nostri ragazzi toccano ciò che vale la pena scegliere? Quanti di loro vengonoabituati da noi adulti a scegliere davveroe non solo tra due marche, tra due film,

tra due cellulari, due giochi per laPlaystation?  Portiamoli di fr onte a ciòche è grande, bello, vero (prima di tuttola loro stessa esistenza) e il fuoco dellavita divamperà e brucerà pessimismo e paure.

Credo in loro, perché credo nellagrandezza della mia vita, non perché iosia migliore di nessuno, ma perchéqualcuno ha creduto e amato la mia vita(con le sue luci e ombre, pregi e difetti,qualità e fragilità), mostrandomi che eratroppo bella, grande, libera per sprecarlao tenermela per me. Invece «colla

esperienza, [il giovane] trovandosisempre in mezzo ad eccessive piccolez-ze, malvagità, sciocchezze, bruttezzeecc., a poco a poco si avvezza a stimarequei piccoli pregi che prima spregiava, acontentarsi del poco, a rinunziare allasperanza dell'ottimo o del buono, e alasciar l'abitudine di misurar gli uomini ele cose con se stesso». E questo lo dicevaGiacomo Leopardi già due secoli fa, unuomo che i luoghi comuni hanno resocapostipite dei pessimisti, lui che era unrealista spietato, con il quale la vita nonera stata generosa, era incapace di

mentire sul vuoto di certo ottimismo borghese, che dietro luccicanti promesseda consumare nascondeva soltanto lamonotonia, la noia, la chiusura di chi hasostituito le idee con le cose, l'essere conil fare, l'amore con il controllo. I ragazzisono viziati, perché gli abbiamoinsegnato a sognare cose piccole, dasoddisfare con il portafoglio. Proprioloro, insoddisfatti, ci salveranno dai viziche abbiamo loro trasmesso. Lo stannogià facendo a colpi di suicidi, dipenden-ze, depressioni. Lo stanno già facendo acolpi di domande, sogni, ribellioni.

 Alessandro D'Avenia(La Stampa, 21 febbraio 2011)

accontentarci e a non trovare altra ricettase non accontentarli. Abbiamo sostituitola felicità con il benessere, ma per fortuna i ragazzi hanno un anti-corpo chenoi adulti perdiamo con il tempo, con ilnostro abitudinarismo bor ghese ecomodo, fatto di cellulari e maxischer-mi, partite di calcio e televisori accesidurante i pasti. I ragazzi hanno unanticorpo: sono giovani. Se solo potessifar leggere le cose che mi scrivono! Nedo un breve saggio. «Sono un liceale e tiscrivo per un aiuto, un consiglio o un

 parere. La scuola non va... non riesco ametterci il cuore come dici tu... poi il problema più grosso... non riesco adarmi uno scopo in questa vita che misembra così tanto monotona. Forsequesto è dovuto al fatto che non ho unsogno... anche quello non riesco atrovarlo. Penso alle cose che mi fannovibrare il cuore e sono tutte banalità...quando esco il sabato sera e quando vedola mia squadra giocare». «Mi riconoscomolto in Leo. Un ragazzo che cerca il suosogno, come cerco di fare io. Anche semi sembra di non riuscirci, mi sembra di

non trovare nulla che mi appassionidavvero. Cerco di non abbattermi, perché credo che la vita sia troppo breve per essere tristi, o odiare qualcuno oqualcosa. E credo che sia necessarioessere curiosi e avere voglia di vivere, diessere felici e di procurare felicità aglialtri». «Ho capito che non bisognaaccontentarsi delle banalità che ci of frela vita, ma bisogna combattere eimpegnarsi in ogni cosa». Non hocambiato una vir gola di queste lettere.Sembreranno incredibili, proprio perchénoi adulti siamo i primi a non credere in

questi ragazzi, che non conosciamo.Ragazzi che, oppressi dal dolore per leloro vite impoverite e derubate, chiedo-no consigli a uno sconosciuto, che haavuto la fortuna di pubblicare un libro incui trabocca la passione per la sua e leloro vite.

Se non portiamo i ragazzi a fare usodella libertà, che è scegliere, le loro vite piombano nella paura o nella monotoniadel benessere e dell'individualismo. Lecose non bastano mai, si rovinano, sirompono. Siamo ancora capaci disognare le loro vite, di prenderci cura del

loro destino, di proteggerli, ascoltarli esfidarli in grandi imprese, portandoli ascegliere ogni giorno? Abbiamo

Quando ho finito di leggere il suo

“romanzo ho sentito un fuoco dentrodi me, qualcosa di misterioso si èsvegliato e mi sono detto: io vogliovivere così. Ora lei deve spiegarmi comemai questo è accaduto.”

Me lo ha chiesto venerdì pomeriggioMattia, 17 anni. Eravamo in una scuoladi una città emiliana, di pomeriggio. Cisarebbe stato un professore a parlare diun libro: c'erano centinaia e centinaia diragazzi, spontaneamente. Lo stesso erasuccesso una settimana prima in una

città lombarda, lo stesso in un'altraancora due settimane fa e così via... Ognisettimana, ragazzi che non vorrebberostare a scuola al mattino, poi tornanovolontariamente al pomeriggio e pongono domande sulla loro vita a partire da un libro, loro che si dice nonleggano mai... Sono stufo di luoghicomuni e piagnistei sui giovani italiani:viziati, superficiali, disinteressati. Daquando è uscito il romanzo sto girandocome una trottola per le scuole e il piùdelle volte sono i ragazzi stessi chespingono i professori a or ganizzare gli

incontri. Vado anche se mi costa fatica,dovendomi anche io occupare dei mieistudenti, ma volevo vedere con i mieiocchi.

Sono stato in decine di scuole, hoincontrato migliaia di ragazzi da Triestea Marsala, perché mi interessa avere il polso di questi giovani tanto vituperatidai media e dai giornali: mi parlano diimpegno, studio, famiglia, amore,dolore, morte, paure, sogni... Trovo undesiderio di impegnarsi e di fare cosegrandi che nessuno racconta. Bastaluoghi comuni, basta piagnistei! Non

 basta stare chiusi in uno studio televisivoo davanti ad Internet per conoscere e parlare di giovani. Mai come oggi si parla così tanto dei giovani e si parla così poco con i giovani. Bisogna passare iltempo con loro, bisogna stare in mezzo aloro, ascoltare. Con questo non vogliodire che i ragazzi non siano viziati, o chesi accontentino a volte di marche, gadgete af fini (basta accompagnarli in unviaggio di istruzione per saperlo...). Maquesto accade perché viziati sono gliadulti. Siamo noi, incapaci di additar emete alte e porti da raggiunger e, di

manifestare con i nostri occhi che siamo fatti per una vita grande, piena.

Siamo noi, malati di pessimismo, ad

Cari ragazzi sognate in GRANDE

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Ma abbiamo anche visto come questosemplice parroco è stato capace di lottarefino alla fine pur di denunciare tuttoquello che succedeva proprio sotto il suonaso, e pur di poter recuperare queiragazzi ormai buttati in mezzo alla stradaa fare il lavoro sporco. Abbiamo vistocome quest'uomo pieno di speranze easpettative si impegnasse per poter colpire con le parole la sua gente esensibilizzarla. Come combattevacontro l'omertà diffusa tra i suoi ragazziche spesso si confidavano con lui, ma

che erano terrorizzati dall'idea chequalche pezzo grosso venisse a saperedella loro confessione. Ma abbiamoanche visto la sua disperazione quando,solo, ripensava a tutti gli omicidi che digiorno in giorno aumentavano sempre più e le lacrime che ha versato anche solo per uno di quei poveri bambini che,trovatosi nel posto sbagliato nel momen-to sbagliato, non è riuscito a scappare intempo per salvare la sua vita.

E poi abbiamo visto come anchequesto prete combattivo e determinato siè visto la sua vita svanire e spegnersicome la luce improvvisa che esce dalla pistola e va a finire dritta nelle carni dellavittima, spegnendosi del tutto.

Per ora abbiamo solo visto degli attorirecitare, delle persone raccontare. Cisiamo resi conto, anche se solo in parte,di che cosa succede proprio sotto i nostriocchi e che noi, presi dalla frettaquotidiana e accecati dalla quotidianità,non riusciamo a vedere. Ora però tocca anoi raccontare agli altri tutto questo.

Chiara

al seme che muore fiorisce una

Dmesse nuova di giustizia e di pace.

E' scritto così sulla tomba di don PeppeDiana, un sacerdote di Casal di Principe,una delle tante vittime della camorra,uno di noi.

"Io non tacerò", questo è il titolo dellospettacolo visionato il 16 aprile inoccasione dell'anniversario di sacerdo-zio di Don Gianni, spettacolo il cui protagonista è proprio don Peppe Diana;ma le realtà è ben diversa...

"Dal seme che muore fiorisce una

messe nuova": don Diana è stato "quelseme"... dalla sua morte (19/03/'94),giorno del suo onomastico, è come se la

rmai noi ragazzi siamo “troppoimpegnati” per seguire un interoO

telegiornale senza distrarci. Quei numeriche sentiamo alla televisione di vittimedi mafia, camorra e chi più ne ha più nemetta, sono solo numeri, come quelli cheleggiamo nel libro di matematica. Non cirendiamo conto che quelle sono vitestroncate dalla cattiveria dell'uomofinché non ci aprono gli occhi e cigridano nelle orecchie la verità. E poi,quando siamo costretti ad ascoltare,quasi non crediamo che l'uomo sia

capace di fare tutto questo. Perciò a volteci viene più facile renderci conto dellarealtà vedendo con i nostri occhi, anchesolo rappresentazioni che ci mostrinocome vanno le cose.

Così, quando il 16 aprile, in occasionedell'anniversario di sacerdozio di donGianni, abbiamo assistito alla rappresen-tazione su don Peppino Diana, penso chemolti di noi non siano rimasti del tuttoindifferenti.

Abbiamo conosciuto la storia di questonormalissimo parroco di una parrocchiadi Casal di Principe, collocata proprionei territori in cui l'uomo ha creato unadelle più grandi associazioni a delinque-re di stampo mafioso: la camorra. Una diquelle or ganizzazioni in cui la gente pianifica i metodi per potersi arricchirenon solo attraverso furti, rapine e truf feche, pur essendo reati ed inganni, nonsono le azioni peggiori che l'uomo ècapace di fare, ma anche tramite stragi eomicidi al solo scopo di appropriarsi di beni, imprese o semplicemente efondamentalmente di denaro.

Beh, tutto questo noi già lo sapevamo.

A scuola ce ne parlano ogni anno e a casasentiamo pezzi di conversazioni che igrandi tengono a tavola. Ma spesso nonci soffermiamo realmente a riflettere sucosa queste organizzazioni sono capacidi compiere pur di arricchirsi e acquisire potere. E questo la rappresentazione celo dimostrava bene.

Abbiamo visto come semplici ragazzicome noi si trovano incastrati nei giri diquest'organizzazione, costretti aspacciare per le strade. Di come uomini per bene sono assunti per lavori per niente legali e che si trovano nei guai odirettamente privi della vita solo perchésono stati obbligati da gente “potente”.

IO NON TACERO’! l a  t

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gente di quei posti abbia saputo trarre daldolore la speranza in un futuro migliore,di libertà: sempre più persone han volutoribellarsi a questo "regime di terrore": laCamorra.

Qualche tempo dopo la morte di donDiana è nata, infatti, -anche nella suaterra- "Libera", un'associazione che sioccupa del mantenimento delle terre edegli immobili confiscati alla camorra oalla mafia in generale.

Casal di Principe, San Ciprianod'Aversa, Castel Volturno non sono terre

di nessuno ed oggi più che mai apparten-gono a tutte quelle persone che hannoavuto il coraggio di opporsi allaCamorra, che hanno avuto il coraggio dirischiare la propria vita anche per coloroche -per paura- non hanno avuto ilcoraggio di dire “no" alla Camorra ehanno preferito una vita nella penom- bra...

Io personalmente ho avuto la possibili-tà di visitare questi posti durante unavisita d'istruzione e la realtà che ho vistonon mi ha lasciata indifferente. era comese la strada su cui muovevo i mie passifosse divisa in due: da una partel'indifferenza della gente e la "chiusura"di chi rimane af fezionato e fedele adantiche tradizioni ormai fredde e senzasenso, dall'altra la voglia di fare, lavoglia di riscattarsi, il grido disperato deiCasalesi, degli abitanti di Casal diPrincipe e non di un clan camorristicoche infanga questo nome.

Penso che, alla mia età, don Diana nonavrebbe mai immaginato cosa glisarebbe capitato e soprattutto cosaavrebbe contribuito a creare...

In tutti gli occhi dei ragazzi e degliadulti su di cui ho posato il mio sguardodurante la mia permanenza in queiluoghi ho visto brillare una luce, la lucedel sole che, nonostante tutto riscaldaquelle terre ed ho pensato alla grandezzadi Dio e a come lui può parlarci in tantimodi. Ho pensato alla vita di don Diana eall'esempio che ci ha voluto dare checontinua a portare frutti in quella terradesolata ma bellissima perchè popolatada persone che, al contrario dei messaggiche la società vuol trasmettere, continua-no a credere in quel che fanno e a sperare

in un futuro diverso e forse migliore...Maria Chiara Limongelli

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 Azione Cattolica Nazionale

a sostegno dei Referendum

di poter condividere con l’opinione pubblica due principi: per quanto riguarda il nucleare, lanecessità di sondare ogni parere,incentivare la ricerca e mettere incampo qualsiasi approfondimento

 prima di assumere scelte che potreb- bero arrecare rischi alla salute deicittadini. La salute della persona,come l’indispensabilità dell’acqua,sono temi per i quali è richiesto

sempre e in ogni caso il massimo delconfronto, evitando derive ideologi-che; per quanto riguarda il “legittimoimpedimento”, la Presidenzanazionale ritiene che sia da salva-guardare, in un periodo così com-

 plesso dal punto di vista sociale, eticoe morale, l’uguaglianza dei cittadinidinanzi alla legge.

Si ribadisce che lo sforzodell’associazione, su tutti i quesiti

referendari, sarà quello di motivarela partecipazione al voto e informa-re/formare con la massima obiettivi-tà. Ai soci dell’associazione, e a tutti icittadini, chiediamo di presentarsi alvoto con senso di responsabilità,concreti strumenti di valutazione e,soprattutto, libertà di coscienza.

certezza i limiti, i contorni e i risulta-t i . La Presidenza r iconoscel’essenziale contributo dell’ini-ziativa privata per la crescita delPaese, ma ritiene che quando si parladi acqua non sono ammesse -nell’interesse di tutti, ma soprattuttodei cittadini - fughe in avanti, nétantomeno scelte legislative assuntesenza il dovuto e approfonditoconfronto con i soggetti della società

civile più attenti ai bisogni degliultimi.Il referendum-day propone altri

due quesiti di estrema delicatezza ecomplessità. In breve e semplifican-do: un pronunciamento sul ritorno dicentrali nucleari sul territorioitaliano; un pronunciamento sulcosiddetto “legittimo impedimento”,legge che permette alle principalicariche pubbliche di non presenziaread udienze giudiziarie se coincidenti

con impegni politici.Anche per questi due quesiti la  presidenza nazionale Ac assicuraun’ampia copertura informativa eauspica un’ampia, consapevole elibera partecipazione al voto.

 Nel merito, la presidenza nazionale,come contributo al dibattito, ritiene

Ci sono giunte diverse dichiarazio-ni di associazioni, parr occhie,

 gruppi ecclesiali relative ai prossimireferendum. Pubblichiamo quelladell’Azione Cattolica, a nostr oavviso particolarmente chiara econdivisibile.

eferendum Acqua. LaP r e s i d e n z a n a z i o n a l eR 

dell’Azione Cattolica invita ad

andare a votare il prossimo 12giugno. L’acqua è un bene essenzia-le, ma per il credente è un dono cheserve.

Per questo motivo, la Presidenzanazionale Ac ritiene che:sia doveroso partecipare al referen-dum abrogativo del 12 giugno

 prossimo ed esprimere il propriovoto in libertà di coscienza;sia necessario informarsi in modocompleto e senza lasciarsi irretire

dalle diverse strumentalizzazioni  politiche. A questo proposito,l’associazione, attraverso il propriosito internet e le proprie riviste,assicurerà pareri e materiali informa-tivi in cui saranno rispettate lediverse posizioni.

La Presidenza nazionale Acaggiunge inoltre un proprio parere,auspicando possa essere un utilecontributo per un dibattito serio esereno. La Presidenza è nel comples-

so scettica verso misure legislativeche mirino a introdurre la logica del profitto nella gestione di un dono cheha a che fare con l’esistenza delle

 persone. Appare necessario che ilegislatori trovino forme più equili-

 brate della legge Ronchi per tutelarel’assoluta fruibilità dell’acqua per ogni persona, specialmente le più

 bisognose. E’ altresì importante cheil ruolo degli enti locali, quali garantidella giusta ed equa distribuzione dei

 beni, non venga sacrificato in nomedi un’iniziativa privata della qualenon si riescono a prevedere con

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l paesaggio è incantevole, siamo

Inella meravigliosa Valle d'Itria,in agro di Locorotondo; i bambinisono rilassati e tranquilli, i genitori

 pian piano sembrano anche lorosciogliersi in battute, sorrisi, corte-sie…

…Ma il momento più importante,quello da cui parte il vero nucleo chedà motore e origine a questa giornata,lo accende il caro seminaristaGiacomo.

Con poche, semplici parole, spingei bambini a meditare sul brano diMarco, cap.14 vers. 15-16.

“Al piano superior e egli vimostrerà una grande sala, contappeti, già pr onta; là pr eparateper noi la Pasqua!”.

Giacomo chiede ai bambini “Qualeè la vostra sala al piano superiore? Ilvostro luogo intimo nel qualeincontrerete Gesù?”

Rivolgo a me stessa questa doman-da, chiudo gli occhi…in certi

momenti sembra che l'intera vita ti passi davanti, penso al momento diquesta bellissima chiamata, allacollaborazione con le mie compagnedi fascia, alla mia Comunità, conti-nua fonte di incontri ed esperienze;

 penso a questi bambini che si prepa-rano a celebrare il Sacramento dellaEucarestia…

Come riuscirò a far cogliere loroquesta immensità?

Con le mie compagne ce lo siamochiesto tante volte!!!

Sento mia anche la preoccupazionedi quella mamma che durante la preghiera domenicale cercavarisposte concrete da dare ai suoi figli,che rifiutavano di incontrare Gesùnella messa domenicale, quindi nellaEucarestia.

Allora quale è la mia “stanza al  piano di sopra”?, “Quale è il mioluogo intimo?”, “ Chi è il mio Gesù,quello in cui credo?”.

La figura di Gesù Cristo è il piùgrande ponte mai costruito tra il

mondo visibile e il mondo Invisibile.L'incarnazione significa per me presenza dell'Invisibile nella comune

Visita a Locorotondo

materia di questa nostra vita umana.Un uomo-Dio che diventa uno,

 prendendo a prestito una formaumana; un termine mortale e immor-tale collegato dalla figura delloSpirito Santo.

Ora tali realtà incommensurabili potrebbero attenere solo a dogmirelativi alla fede, ma per me così nonè, o quanto meno non basta, il loronesso è tanto più forte, quando questedue realtà si separano e mi spiego: il

momento più tragico e più carico di pathos di tutto il racconto dellaIncarnazione è rappresentato da quelGRIDO sulla croce.

Gesù aveva avuto nemici attorno asé per tutti i trentatré anni della suavita, era stato perseguitato, ma mai siera sentito così “solo” come in quelmomento!

Quando l'Invisibile abbandona ilmondo quotidiano, la vita non ha piùun sostegno; il mondo ti dilania, noncomprendi la malattia, la morte, le

tragedie naturali.La compresenza di visibile eInvisibile è ciò che alimenta la vita. Noi arriviamo a riconoscere la

straordinaria presenza di Diosoltanto quando ci lascia soli, quandoci volge le spalle, come accade anchea Gesù sul Golgota. Nel momento della Consacrazione,

nella Messa domenicale, vivo unevento incredibile che comprendecielo e terra e mi raggiunge, perché ilmio Gesù si fa visibile nella

Eucarestia, egli rimane attaccato ame sotto forma invisibile e …Ed è allora che comprendo ciò che

chiedo per tutti i bambini che cele- breranno l'Eucarestia in questo anno: possa il Dio-Gesù rimanere attaccatoa loro, per sempre.

 Rita

omenica 10 aprile, noi futuriDcomunicandi, con le nostrefamiglie e catechiste, siamo andati aLocorotondo per visitare i trulli e per 

 passare una giornata insieme.E' stata una piacevolissima giornatache, grazie a Giacomo che sta

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finendo il seminario, ha assunto un bellissimo significato. Spero cheabbia fatto riflettere tutti noi ragazzima anche gli adulti.

Arrivati a Locorotondo, abbiamo parcheggiato le auto presso unachiesa a forma di trullo e siamoandati a piedi a visitare un piccolissi-mo centro abitato di trulli “moderniz-zati”. I trulli, pur essendo ristruttura-ti, hanno pochi spazi e neanchegrandissimi; poi abbiamo visto una

cantina e l'unico trullo originale delluogo. Quel trullo mi ha fatto riflette-re molto: ho visto quant'era piccolo eho pensato che la gente sapevaadattarsi molto bene e sapevaaccontentarsi di ciò che aveva,sapeva ringraziare il Signore di ciòche possedeva. A quei tempi nonc'erano sprechi e neanche tutte quelle

 pretese che abbiamo adesso. Ora,infatti, noi bambini vogliamo tuttoquello che vediamo senza saperciaccontentare della famiglia ,

dell'affetto, dei giochi, degli amiciche abbiamo...Quando siamo tornati a piedi dai

trulli, ho guardato attentamente il paesaggio: ho notato tutto il verdeche lo ricopre, gli alberi, gli animali,le colline e tutta la natura che locirconda. Ho capito veramentequanto l'uomo inquini l'ambiente,quanto lo modifichi, quanto lotrasformi e lo trascuri.

Ritornati alla chiesa, Giacomo haespresso una preghiera di benedizio-

ne e finalmente abbiamo mangiato.Dopo esserci rifocillati, Giacomo ciha fatti entrare in chiesa. Tre genitorihanno letto una pagina del Vangelo,quella che parla dell'Ultima Cena;successivamente Giacomo ha fattoun'omelia e ha fatto interagire tuttinoi ragazzi.

Dietro di lui c'era un piccolotavolino sul quale erano poggiate levarie pietanze della Pasqua ebraica:le uova, la carne (l'agnello sacrifica-le), il pane azzimo (senza lievito, che

gli Ebrei prepararono prima difuggire dall'Egitto), le erbe amare(l'amarezza della schiavitù), una

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abato 23 Aprile il branco

Bari 8 è partito per una...Sspeciale missione! Abbiamo

portato a Palese alla parrocchia

S. Alberto, che accoglie ragaz-

ze madri e bambini, cibarievarie

ma soprattutto tanta... ma

proprio tanta allegria!!!I bambi-

ni Elezer, Raul, Monica, Tania e il

più piccolo Salvatore di 25

giorni, accompagnati da due

simpatiche suore, ci hanno

calorosamente accolto! I piccoli

provenivano da nazioni diverse e

avevano da 2 a 10 anni, tutti

molto affettuosi e straordina-

riamente aperti alle amicizie !!!

Inoltre sono stati contentissimi

delle uova di cioccolata che gliabbiamo donato, per loro quello

era un dono immenso! In cambio

ci hanno offerto biscotti e

limonata(buonissimi)di produ -

zione delle suore! Con loro che

ci trasmettevano tanto entusia-

smo, e voglia di vivere abbiamo

giocato, riso, ballato... tutto il

pomeriggio. Si è subito creata

un'atmosfera nuova un po’ per

tutti ,ma incredibilmente

piacevole! Anche i più timidi del

branco non hanno assolutamen-

te avuto problemi a socializzare

con loro...i nostri nuovi, piccoli,

speciali amici ! Quando siamo

dovuti andare via, per un attimo

qualche volto si è rabbuiato ma è

bastato un sincero:-Torneremo

presto!-. ed ecco che i sorrisi

tranquilli, splendenti ri appari-

vano sul visino dei bimbi!!!Alessandra Carella

(12 anni)

Bari 8 in missione!! a

 a l  v

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salsa detta “charoset” e il vino (ilsangue dell'agnello).

La spiegazione di Giacomo è statamolto chiara, bella e interessante. Miè piaciuta tutta l'omelia ma alcuni

 punti mi hanno colpito particolar-mente: Giacomo ci ha spiegato cheGesù disse di preparare al pianosuperiore poiché quella cena sarebbedovuta essere importantissima;infatti, le antiche case ebree eranocostruite su tre piani; al piano terra simangiava, si discuteva in famiglia edera una specie di soggiorno; al primo

 piano c'era una porta che dava sullescale e da lì si accedeva alla camera

 per i bambini; al secondo piano c'erala sala da letto dei genitori. Quellacena, infatti, si svolse al primo pianoappunto perché era una cena dif fe-rente dalle altre.

Quella sera, quando tutto fu pronto,Gesù e i dodici cenarono. A un certo

 punto Gesù disse che uno dei disce- poli lo avrebbe tradito. Allora mi hamolto colpito come tutti i suoi amicisi chiedevano: “Sono io, sono forseio?” Questo vuol dire che ci tenevanoa essere fedeli, a essere apostoli ediscepoli, tenevano ad essere amicidi Cristo e infatti in quel momentotutti erano tristi. Secondo me questodovrebbe accadere anche oggi,dovremmo impegnarci a venire ognigiorno a Messa e, se ci andiamo,ascoltare e stare attenti, perché quellaè la parola di Dio e dobbiamoimpegnarci a seguirla. Poi Gesùdisse: “Sarebbe stato meglio chel'uomo che mi tradirà non fosse mainato!” Dopodiché Gesù benedisse il

 pane e il vino per l'Eucarestiadicendo: “Questo è il mio corpoofferto in sacrificio per voi. Questo èil mio sangue della nuova ed eternaalleanza tra Dio e l'uomo.”

Giacomo ha chiesto ad un papà di porgere a noi ragazzi pane azzimo colvino, ovviamente non consacrati.

Siamo entrati in sacrestia e haaperto il tabernacolo, abbiamo

 pregato e poi, tornati fuori, abbiamofatto un gioco con lui. Infine siamoandati tutti in centro (in macchina)dove abbiamo fatto una passeggiata eabbiamo preso un gelato.

E' stata una bellissima giornata,voglio ringraziare Giacomo e lecatechiste e spero che mi capiti dinuovo presto un'occasione così

 piacevole!!! Nicolò Altavilla

8/6/2019 Nella Nostra Comunità (maggio 2011)

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PASSION E

MARIE ROSE

ha fatto qualche personaggio politi-co)? O, forse, non è più umano essere“semplicemente sopraf fatti dallarealtà”? (B. XVI°) Lasciare che ilnostro cuore sia semplicemente ferito e

 provocato dalla loro presenza?.Cogliere che la loro sof ferenza è untutt'uno con la loro speranza?

La esperienza vissuta quotidiana-mente al loro fianco impone quell'“essere sopraffatti” che ci ha indicato ilPapa perché girare lo sguardo e trattare

queste persone come fossero numeri di passaggio (siamo a circa 12.000 presenze transitate nel campo in questitre anni di nostra gestione) sarebbeinnanzitutto un far violenza alla nostraumanità. Una umanità provocatafortemente ogni attimo, ad ogniincontro, da ogni volto che af faccian-dosi alla piccola finestra dell'ufficio tidice in un inglese un po' stentato:“Everybody is one”. Si siamo tutti

 persone, e non conta il colore della pelle, non conta neanche il credo

religioso. Ed è anche grazie al fatto cheil sostegno religioso è garantito a tuttinel Cara di Bari, e alla presenza attentadi amici, come don Gianni, che siriesce a dare una voce alla speranza.

I bambini, ed in particolare i neonati,sono il volto della rinascita e dellasperanza. Una rinascita che il primomaggio, non a caso giorno della

 beatificazione di Giovanni Paolo II, prenderà uno spessore ancora più profondo con il battesimo di uno deicirca trenta neonati al momento

 presenti nel campo. Noi non siamo lo sfondo, la sceno-grafia, né tantomeno le comparse ma i

 personaggi di un compito che èaffidato alla nostra libertà e alla nostraresponsabilità. Per ognuno di noiquegli uomini, quei ragazzi, quei

 bambini sono una grande domanda,una grande provocazione. Unadomanda che attende la risposta dellanostra umanità. Se questa rispostadovesse finire di esistere, se dovessi-mo continuare a distogliere lo sguardo

non saremmo diversi da quegli uominiche hanno gridato “crocifiggilo”.Mario Moro

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o rivisto “Passion”, film

Hdiscusso sulla passione diCristo. Mentre passavano in TV lescene più cruente della flagellazione edella via Crucis, cogliendo l'intensodialogo di sguardi tra Cristo e laMadonna, mi è prepotentementetornata alla mente Marie Rose, lachiameremo così, una bellissimaragazza di colore che da pochi giornivive nel CARA di Bari Palese, dove iolavoro.

Marie Rose parla poco, ha spesso losguardo perso nel vuoto ma non passaun attimo della giornata senza giocareo passeggiare mano nella mano con isuoi tre bellissimi bambini. Sua madre,racconta per lei, che i figli e le brucia-ture che le coprono buona parte delcorpo sono frutto delle violenze subitedurante la permanenza in Libia e che ilsuo stato di “assenza” è dovuto, forse,

 proprio a quello.E' solo uno dei tanti casi umani

drammatici arrivati in questi ultimi

giorni in Italia. Dopo l'ondata deitunisini, siamo tornati agli sbarchidelle popolazioni sub-sahariane,(Eritrea, Nigeria Costa d'A vorio,Ghana etc), che arrivano in Italia

 perché le loro popolazioni sono incontinua guerra civile (notizie cheTv estampa difficilmente riportano). Corpie menti segnati duramente da tortureche farebbero impallidire chiunque. Si

 potrebbe raccontare della famiglia concinque figli, tra i 4 e i 15 anni che datroppo tempo vive nel campo, delle

famiglie che raccontano dei loro figli barbaramente uccisi durante il lorolungo percorso per arrivare in Italia,dei giovanissimi ragazzi che hannolasciato a casa genitori che sono certidi non rivedere mai più o del giovane

 pittore nigeriano che al posto delleossa dell'avanbraccio destro (frantu-mate per le torture subite) ha un ferroche crea un doloroso attrito (ma luicontinua a fare dei quadri stupendi).

Si può girare lo sguardo e far finta diniente o, ancor peggio, sentire il

fastidio della loro presenza? Si puòliquidare questo dramma umano conqualche demenziale commento (come

iviamo veramente un gravemomento. Il governo haVtagliato la spesa per l'Istruzione, la

Sanità, la Ricerca, per sovvenzioniumanitarie e sociali, per combatterela violenza su donne e bambini ecc.creando migliaia di precari disoccu-

 pati e cassaintegrati, ma i soldi per gliarmamenti no, quelli vengonosempre più impiegati in lar gaquantità!

Migliaia di persone fuggono dasituazioni di morte nei loro paesi diorigine su barconi della "speranza"che spesso si trasformano in barconidella "morte" e centinaia di uominidonne e bambini finiscono in mare. Isopravvissuti a questi esodi inenarra-

 bili, vanno a riempire i centri di"accoglienza" che sono dei veri e

 propri luoghi di reclusione o tendo- poli allestite per l'emergenza!

I notiziari poi ci distolgono dai veri

 problemi e ci propinano notizie chesono lontane dall'essere autenticainformazione e dopo mesi di trasmis-sioni sul delitto di Avetrana, cimartellano con la notizia che l'Italia èrimasta sola in Europa a provvedere aquest'ennesima emergenza umanita-ria!

Mi pare invece che si fomentinosentimenti di chiusura, intolleranza,xenofobia! Mai però veniamoinformati di come il Governo spende

e, userei anche il termine sperpera, ildenaro di tanti ignari e povericontribuenti.

Forse non sapete, visto che non ne parla nessuno, che l'Italia ha decisodi acquistare ben 131 F35 per la"modica" cifra di diciassette miliardidi euro!!!

Gli F35 sono aerei da guerra diquinta generazione cioè a bassarilevabilità dei sistemi radar . Il

 progetto risale al 1996 e coinvolgevain un primo tempo molti Paesi comeRegno Unito, Olanda, Canada,

L’Italia ripudia

la guerra?

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VITE SPEZZATE

da troppo tempo ormai che,come pedoni, denunciamo unÈ

livello di guardia del camminare insicurezza sulle strade italiane sempre

 più basso.Martedì 1 febbraio 2011 era toccato

al Corriere della Sera dedicare un'intera pagina al tema con un articolodal titolo “Due pedoni al giorno: lastrage ignorata nelle nostre città”.

Bari, tanto per fare un esempio di

un luogo a noi lettori fisicamentevicino, nel tratto di strada di viaFanelli da via Einaudi all'ex Largo S.Marcello, presenta uno scenario incui gli attentati all' incolumità dei

 pedoni sono all' ordine del giorno per una serie di motivazioni:

1) velocità delle auto oltre illimite previsto dal codice;

2) alcuni semafori consentonocontemporaneamente sia ai pedonil'attraversamento sulle strisce sia la

svolta laterale alle auto i cui condu-centi ben si guardano dal dare priorità al passaggio pedonale;

3) le strisce pedonali sono pocomarcate a causa della qualità dellavernice utilizzata;

4) la scarsa ill uminazi oneserale;

5) le indicazioni di “stop “ sono poco rispettate perché inosservateanche per via del parcheggio selvag-gio.

E' di qualche settimana fal'incidente mortale che ha vistocoinvolto un pedone accidentalmen-te travolto mentre era intento aultimare le incombenze lavorative

 presso l'azienda di famiglia in unorario in cui il traffico incomincia adiradarsi, dopo la chiusura deinegozi.

Forse anche qualcosa non funzionanelle dinamiche delle relazioni fra ilcittadino utente e la pubblica ammi-

nistrazione: le lamentele fioccanoma i controlli degli or gani preposti

sono sporadici, i suggerimenti allemodifiche alla mobilità rimangonoinascoltati e perfino è frequentevedere automobilisti parlare condisinvoltura al cellulare mentreguidano, incuranti di una sanzioneche, stiamo certi, non arriverà.

Dovremmo allora concludere chenel terzo millenio se ci saremmodovuti attendere dalla tecnologia unamano a vivere meglio, ebbene ne

stiamo pagando il prezzo di una profonda, vergognosa sottomissione: in nome del benessere consumisti-co, nonostante il caro-benzina,continuiamo a farci scarrozzare dallenostre auto sempre più luccicanti,avvolti da una cappa asfissiante dismog , specie nei percorsi interni alquartiere, ben guardandoci dal fareun percorso salutare a piedi, forse

 perché presi dalla pigrizia o dallostress.

Aggiungasi che Bari scontaun'antica diseducazione all' utilizzodei mezzi urbani, le piste ciclabiliestese ad un' intera rete urbana sono

 purtroppo ancora una chimera: lacittà ha bisogno di interrogarsi se il

 problema della motorizzazioneesasperata non debba limitarsi altema delle auto in seconda fila, ha

 bisogno di stimolare i propri ammini-stratori ad una maggiore progettuali-tà in generale e a far salire la qualità

delle loro decisioni anche se questerisultassero impopolari: il successodei Park and Ride del resto rispondeanche alla filosofia di un buongoverno nell' interesse del benecomune.

Chiediamo allora a noi stessi unamaggiore consapevolezza nelrivendicare un ruolo più partecipealla gestione della cosa pubblica e,nelle more di cambiamenti radicali,maggiori controlli sul territorio: la

vita vale molto più di un viaggio inauto.Vanni De Giosa

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Turchia, Australia, Norvegia,Danimarca, e S tati Uniti. Dopo lagrande crisi economica che hacolpito tutto il mondo ben cinquedegli otto Paesi citati hanno fattomarcia indietro e deciso di non

 partecipare a questo progetto e

 perfino gli Stati Uniti hanno dimez-zato la quantità di F 35 che avevano

 programmato di costruire. E noi?Sembrerebbe che l'unico Paese chenon voglia nemmeno ridurre gliinvestimenti sugli aerei da caccia sia

 proprio l'Italia!! La costruzione diqueste macchine da guerra viene

 benevolmente propagandata comeun'opportunità per 10.000 posti dilavoro presso la base militare diCameri, un paesino del novarese; main un comunicato divulgato daesponenti di "Giustizia e Pace" e di"Pax Cristi" e di "Rete e disarmo" silegge che secondo i responsabilimilitari del programma si potrannoassumere sì e no massimo seicentooperai e duemila tecnici!

Già lo scorso anno ho espresso lamia indignazione riguardo gli F35sui siti www .sbilanciamoci.org ewww.disarmo.org e ripensando alle

 parole di Don Tonino Bello in unasua appassionata arringa nell'Arenadi Verona sul disarmo generale che vicito: "è ancora possibile non oscurareil sogno di Isaia - For geranno lespade in aratri e non si eserciteranno

 più nell'arte della guerra - ho comin-ciato a sognare che è possibileinvertire la rotta!!”.

L'art. 11 della nostra Costituzioneinizia recitando "l'Italia ripudia laguerra come strumento di offesa alla

libertà di altri Popoli e come mezzodi risoluzione alle controversieinternazionali" e nel 1976 la SantaSede rafforzava quanto già scritto daPapa Giovanni XXIII nell'enciclica" Pacem in terris" asserendo che - gliarmamenti anche se non messi inopera, con il loro alto costo sono di

 per sé uno spreco di denaro pubblicoche in un teatro di crisi come quellache stiamo vivendo bisogna assoluta-mente fermare!”

 Rachele De bonis Marino(detta Lele)

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Briganti si muore, contadini si rinasce,ma i poveri restano in viaggio

sollecitare il senso critico e la vogliadi scoprire, di andare oltre ciò cheappare scolpito nei libri di storia.Soprattutto ci piace scoprire correla-zioni tra fatti accaduti in tempi eluoghi molto lontani: perché lastoria, nel bene e nel male, si ripete, enoi intendiamo proporre un ulteriorestrumento in grado di amplificare lecapacità critiche di tutti.

Historicanti: la par ola, il canto,l’immagine, il racconto.“Historicanti” è un progetto in cui,

con la parola che si fa racconto e

canzone, attraverso i suoni, diventa possibile leggere con occhi diversi leimmagini che scorrono dinanzi a noi.Immagini tratte da documentari efilm in cui cogliere alcuni frammentidi storia.

Concretamente proponiamo unospettacolo multimediale, nel qualeimmagini, video, parole, suoni ecanzoni si alternano per of friresuggestioni, idee, emozioni, capacidi sollecitare ulteriori riflessioni

negli spettatori. Insomma, unamodalità leggera e complessa allostesso tempo per raccontare la storia

iaggio in musica, immagini e

V parole, attraverso uno spacca-to di vita meridionale che percorre 50anni di storia, dalla discesa diGaribaldi all’Unità d’Italia, dal

 brigantaggio alle varie ondatemigratorie che hanno sconvolto ilnostro paese.

Quest’anno si festeggiano i 150anni dell’Unità d’Italia.

Da uomini e donne del sud qualisiamo, abbiamo pensato di provare arileggere i primi 50 anni di storiaunitaria del paese, cercando di unirele tessere di un grande mosaico.

Partendo dall’analisi edalla rilettura di fasistoriche su cui una certaretorica unitaria e nazio-nalista ha per troppotempo imposto una letturaa senso unico, cerchiamodi capire che senso abbiain un mondo globalizzato

continuare a costruirerecinti, siano essi regiona-li o nazionali, in un tempodi grandi migrazioni e dicrisi mondiale… Cichiediamo pure se intempi carenti di quellatensione morale e civile dialtri periodi, non ci siaspazio per parlare nellescuole, nelle associazionie in tutti quei luoghi aperti

al dibattito e alla cultura,delle lotte per i diritti civili. Perchéoggi è facile dire che è meglioastenersi dal votare, senza pensare achi ha perso la vita per ottenerequesto diritto, come pure si tende anegare il diritto a un lavoro che nonsia precario, mentre ci sono stategenerazioni che hanno sancito queldiritto come fondamento del viverecivile.

Questo lavoro non si propone certo

di essere esaustivo, né tantomeno dioffrire letture univoche e certe deifatti storici, ma semplicemente di

e capire col passato, magari anche un po’ di presente. La nostra è unaversione “altra” dei fatti, spesso cosìdiversa da quella consolidatanell’immaginario e nel pensierocollettivo.

Scavando nella storia, è possibilecapire meglio le origini e i motividelle condizioni di arretratezza delnostro Sud, nonché la dif ficoltà dirimuoverne le cause.

 Historicanti   è formato da TeresaBarbieri (voce e percussioni),Michele Cecere (voce narrante er ice rca stor i ca ) , S te fano De

Dominicis (voce, chitarra e percussioni), Patrizia Ricco(voce narrante, disegnatricee grafico) e SalvatoreSimonett i (chitarra e

 percussioni).

La performanceLa performance multime-

diale è una “lezione cantata”che racconta gli anni dal1860 al 1910, dalla spedi-zione dei Mille all’Unitàd’Italia, dal brigantaggioall’emigrazione. Novanta minuti dura il

fitto racconto del primomezzo secolo d’Italia, riccodi immagini, disegni,filmati, parole, suoni ecanzoni che si alternano per 

offrire suggestioni, idee, emozioni,capaci di accompagnare lo spettatorenel viaggio di una riscoperta più

 profonda e meno convenzionaledella nostra storia.

Una modalità leggera e complessaal tempo stesso aiuta a comprenderecol passato anche il presente. È così

 possibile capire meglio, ad esempio,le origini e i motivi delle condizionidi arretratezza del nostro Sud,nonché le difficoltà di rimuoverla.

Ancora grazie e buona pace a te ealla tua comunità!Michele Cecere

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 Tempo libero

Orizzontali:1) Termine utilizzato per definire ogni persona

correlata alla Divinità4) Sindacato autonomo di Polizia7) Vocali in sole8) Capo della Chiesa Cristiana9) Scelta espressa durante le elezioni11) Lo è santo quello utilizzato durante le celebra-

zioni religiose pasquali12) Nome di Papa Giovanni Paolo II14) Uno dei fiumi più lunghi d'Europa

15) Negazione16) Organo direzionale di una imbarcazione18) Parte dell'arnia dove le api depongono il miele20) Ghiaccio in inglese21) Vocali in cena22) Consonanti in nave23) Doppia in casa24) Bevanda consistente in un infuso o decotto

ricavato dalle foglie di una piantaVerticali:1) Sport Utility Vehicle2) Atto redatto da notaio3) In matematica, enunciato che viene dimostrato

nell'ambito di una teoria formale presentatocome risultato di rilievo4) Stato avanzamento lavori5) Insetti produttori di miele6) Uno degli Apostoli convertitosi sulla strada

 per Damasco8) Paese di nascita di Giovanni Paolo II10) D'accordo13) Quello delle armi è un riconoscimento che si

conferisce in ambito militare per rendereossequio al valore dell'avversario sconfitto

16) Custodia contenente un oggetto venerato17) Vocali in cero18) Nome della cantante Martini19) Saluto alla Madonna22) Nobil Homo

   S  o  l   u  z  i  o   n  i

   O  r  i  z  z  o   n  t  a  l  i :  1  )   S  a  n  t  o  4  )  s  a  p  7  )  o  e  8  )   P  a  p  a  9  )  v  o  t  o  1  1  )  o  l  i  o  1  2  )   K  a  r  o  l  1  4  )   R  e  n  o  1  5  )  n  o  1  6  )  t  i    m  o  n  e  1  8  )    m  e  l  a  r  i  o  2  0  )  i  c  e  2  1  )  e  a  2  2  )  n  v  2  3  )  a  a  2  4  )  t  h  e

   V  e  r  t  i  c  a  l  i :  1  )  s   u  v  2  )  n  o  t  a  r  i  l  e  3  )  t  e  o  r  e    m  a  4  )  s  a  l  5  )  a  p  i  6  )   P  a  o  l  o  8  )   P  o  l  o  n  i  a  1  0  )  o   k  1  3  )  o  n  o  r  e  1  6  )  t  e  c  a  1  7  )  e  o  1  8  )    m  i  a  1  9  )   A  v  e  2  2  )   N .   H .

Ringraziamento per il concertodel 19 marzo

La Comunità "Battito d'Ali"  ringrazia tutti coloro che hanno preso

 parte al concerto del 19 marzo 2011. Nell'occasione è stata raccolta la cifra di

Euro 2.610 che verrà interamente destinata alla realiz-zazione della vacanza estiva per i sette bambini eragazzi che vivono in casa famiglia.La "Comunità Battito d'Ali" di nuovo ha soltanto ilnome, perché coloro che ne fanno parte continuano ohanno raccolto il testimone da chi si occupa da annidella gestione della Casa Famiglia e della cura dei

 bambini e ragazzi che vi risiedono.Chi desiderasse sostenere ancora le attività dellaComunità può destinare il5x1000 della propria dichia-razione dei redditi inserendo il codice fiscale06826180728.

8/6/2019 Nella Nostra Comunità (maggio 2011)

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12 

L’uscita del prossimo numero è prevista per domenica 5 giugno 2011. 

...maggio

Giovedì 12

ore 20,30:  Catechesi dei giovani e degli univer-sitari fuori sede.

Sabato 14

ore 20,30:  “Briganti si muore, contadini sirinasce ma i poveri restano in viaggio” a cura delgruppo Historicanti

Domenica 15

ore 20,30:  Sanremo - Selezioni. A cura deiGiovanissimi

Martedì 17

ore 20,15:  Incontro di comunità: “Libertàreligiosa e diritti dell'uomo”  Dignitatis Humanae  del Concilio Vaticano II”. Introduce NicolaColaianni.

Giovedì 19

ore 19,45: “La prima generazione incredula. Ildifficile rapporto fra i giovani e la fede”. Analisi e

 proposte. Introduce don Armando Matteo. Presso ilCinema Esedra.   Per i giovani interessatil'appuntamento è alle 19,15 davanti a San Marcello.

Domenica 22

ore 9,00 - 18,00:  Incontro delle famiglie deia

 bambini di 3elementare. Presso la Casa Hosanna di Noci.ore 20,30: Sanremo. Finalissima

Mercoledì 18

ore 20,00: “Puglia arco di guerra o arca di pace?”Introducono Nichi Vendola (Presidente della

regione Puglia) e don Salvatore Leopizzi (Respon-sabile Pax Christi Salento). Modera CarmineSimeone (volontario di Emergency).

 

comunitari…

 I

 n 

o n tr  i 

Martedì 24

ore 20,00: Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Mercoledì 25

ore 20,00: “12 e 13 giugno: i Referendum, unappuntamento da non perdere”.

Giovedì 26ore 20,30: Catechesi dei giovani e degli universi-tari fuori sede.

Domenica 29

ore 18,00: Cineforum, “Hachiko, il tuo miglioreamico.” di Lasse Hallström.

Martedì 31

ore 20,00: Verifica del cammino di catechesi sulConcilio Vaticano II. Momento di fraternità.

Domenica 5 giugno

ore 9,00 - 18,00: Assemblea della Comunità.  

Presso la casa Hosanna a Noci.

 

Direttore editoriale:Don Giovanni De Robertis.Direttore responsabile: Gabriella Sestito.Redazione: Angela Papa -Angelo D’Angelo -Anthulla Solomonidis.Impaginazione grafica:Paolo Facchi - Michele Fontana.Foto: Michele Guerra.Rubriche: “Editoriale” Don Gianni; “Tempo Libero” Alessandra Sacco, Francesco Casalino.Registrato al Tribunale Civile di Bari in data 25/10/2002 al n. 1591.Stampa: MAGMA Grafic di Michele Guerra & C.

Direzione, redazione e pubblicità:Via Re David, 202 - 70125 (Bari)tel 080 5 57 55 19fax 080 5 50 8492e-mail: [email protected]

 

La comunità offre in Estate alcune esperienze.aPer i ragazzi di 1media

30 giugno - 3 luglio: Casa Hosanna (Noci)aPer i ragazzi di 5elementare

7 - 10 luglio: Casa Hosanna (Noci)aPer i ragazzi di 2media

16 - 19 luglio: Oasi Tabor (Nardò)

Per i giovanissimi (scuola superiore)1 - 7 agosto: Arsenale della Pace SERMIG(Torino)

Per gli Scout1 - 7 agosto: Muro Lucano

Per le famiglie22 - 27 luglio: Marina Serra (Tricase)

Chi desiderasse partecipare può chiedere informazio-ni e dare la propria adesione in segreteria (ore 9,30 -12,00) entro la fine di giugno.

E...state con noi!