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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Caritas Diocesana di Brescia insieme agli Enti del territorio, è in prima linea dal 1979, grazie anche all’ausilio di volontari, obiettori di coscienza e giovani in servizio civile, nel cercare di aiutare il prossimo. Caritas Diocesana di Brescia svolge il ruolo di “accompagnamento” e di coordinamento per gli Enti attenti ai bisogni delle persone, tale riconoscimento è dato da molti anni di lavoro sul campo. Gli Enti accreditati con Caritas Diocesana di Brescia sono sia di natura ecclesiale che laica. In particolare, l’intervento di Caritas è rivolto all’emarginazione, ai minori abbandonati e all’assistenza del prossimo, con l’obiettivo di promuovere i diritti di cittadinanza e di uguaglianza Fraterna. 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1° CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: SPAZIO AI PICCOLI – CARITAS DIOCESANA DI BRESCIA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area di intervento: MINORI e DONNE CON MINORI A CARICO Codice: A 02 (PREVALENZA) e A11 1

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI INSERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

CARITAS ITALIANALa Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II.Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità.

Caritas Diocesana di Brescia insieme agli Enti del territorio, è in prima linea dal 1979, grazie anche all’ausilio di volontari, obiettori di coscienza e giovani in servizio civile, nel cercare di aiutare il prossimo. Caritas Diocesana di Brescia svolge il ruolo di “accompagnamento” e di coordinamento per gli Enti attenti ai bisogni delle persone, tale riconoscimento è dato da molti anni di lavoro sul campo. Gli Enti accreditati con Caritas Diocesana di Brescia sono sia di natura ecclesiale che laica. In particolare, l’intervento di Caritas è rivolto all’emarginazione, ai minori abbandonati e all’assistenza del prossimo, con l’obiettivo di promuovere i diritti di cittadinanza e di uguaglianza Fraterna.

2) Codice di accreditamento:

NZ01752

3) Albo e classe di iscrizione:

NAZIONALE 1° CLASSE

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

SPAZIO AI PICCOLI – CARITAS DIOCESANA DI BRESCIA

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZAArea di intervento: MINORI e DONNE CON MINORI A CARICOCodice: A 02 (PREVALENZA) e A11

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6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

Il progetto “SPAZIO AI PICCOLI – Caritas diocesana di Brescia” andrà a svilupparsi ed attuarsi nel territorio di Brescia. Da diversi anni la nostra Caritas ha sposato la scelta del Servizio Civile; anno dopo anno essa cerca di dare continuità a tale scelta, perché molti giovani chiedono di poter fare questa esperienza e perché tante realtà rivolte all’aiuto, vogliono collaborare con noi per aiutare chi ha bisogno. Ogni giovane sarà inserito in un centro operativo ed accompagnato nei percorsi formativi durante tutto l’anno di servizio civile.Il progetto “SPAZIO AI PICCOLI – Caritas diocesana di Brescia” coinvolge 10 centri operativi che gestiscono servizi e progetti per l’educazione dei minori che vivono in situazioni di marginalita sociale. Tutti i centri operativi hanno sede in provincia di Brescia e si collocano però in zone territorialmente molto diverse. Per questo motivo partiremo inizialmente da una descrizione più ampia delle caratteristiche socio-demografiche ed economiche del territorio provinciale per poi considerare analiticamente gli specifici territori in cui si operano i centri operativi.

Minori in comunità alloggioLe comunità alloggio sono servizi di tipo residenziale che accolgono minori allontanati temporaneamente dal nucleo familiare d’origine, mediante decreto emesso dal Tribunale per i Minorenni.La conduzione della comunità avviene attraverso una modalità di tipo familiare in quanto favorisce la creazione di un clima di benessere all’interno del quale i ragazzi possano crescere in modo sereno.Attraverso un progetto di “presa in carico” di ogni ragazzo o bambino, le comunità intendono supportare una genitorialità deficitaria, orientando il proprio intervento alla riparazione, alla tutela e alla crescita armonica dei ragazzi accolti, assicurando loro una presenza di adulti in grado d fornire un accompagnamento al proprio processo di crescita.L’obiettivo ultimo dell’intervento vede l’autonomia come massima espressione delle finalità perseguite.La rielaborazione delle esperienze rende i ragazzi capaci di attivare, attraverso inserimenti di tipo scolastico e/o lavorativo, momenti di vera e propria integrazione sociale.Un intervento globale prevede, accanto ad una presa in carico dell’utente, un progetto di intervento con la famiglia d’origine perché riveda le proprie modalità organizzative, familiari, educative e genitoriali.I ragazzi mantengono contatti con la famiglia, partecipano a tutte le attività del territorio, e sono aiutati a riflettere e rivedere le proprie storie, passando attraverso la comprensione ed espressione della propria sofferenza.Le dimissioni avvengono per:- raggiungimento della maggiore età,- il conseguimento degli obiettivi previsti dal progetto educativo individualizzato del ragazzo,- affidamento familiare o adozione.Interessante è l’esperienza che si sta consolidando di accompagnamento graduale verso l’autonomia personale dei ragazzi che raggiungono la maggiore età e per i quali non esistono le condizioni di un positivo rientro nella propria famiglia d’origine, pur mantenendo rapporti con la stessa.Gli educatori condividono la vita quotidiana con i bambini/ragazzi accolti, cercano di stabilire una relazione significativa con ogni utente, per aiutarlo a ricostruire la propria personalità e avviarsi verso un futuro positivo e integrato nel contesto sociale. In alcuni casi l’allontanamento del minore è attuato con urgenza e quindi il collocamento avviene in un Centro di Pronto Intervento, per poter valutare la situazione e ipotizzare un progetto di lavoro concordato con la Magistratura.

I servizi diurni per minori (nidi micro-nidi, spazi gioco per bambini e madri, C.a.g.)Il quadro dell’offerta dei servizi diurni per i minori, visto il significativo tasso di occupazione femminile della provincia di Brescia, è ancora piuttosto scarso. Innanzitutto, certamente rispetto alla popolazione infantile complessivamente residente in Lombardia, l’offerta di nidi e micronidi, pur essendo migliorata rispetto alla rilevazione 2000, è ancora limitata e non risponde alle richieste delle famiglie coprendo il 10% dell’utenza potenziale. Accanto all’asilo nido, vanno però sviluppandosi servizi alternativi o complementari allo stesso, che nascono più come forma di auto organizzazione familiare (primo fra tutti il nido famiglia) che nella logica del “servizio” tradizionalmente inteso. Ciò consente di creare un’offerta complessivamente più vicina ai bisogni della famiglia (utenza più ridotta, orari più flessibili ecc.) anche se meno stabile nel tempo rispetto al tradizionale asilo nido. In particolare va rilevato che pur essendo il nido un servizio tradizionalmente legato all’offerta pubblica, sta aumentando l’offerta di nidi privati (più 26% rispetto alla rilevazione precedente contro un più 3% dell’offerta pubblica).

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Sul fronte dei minori in età scolare il bisogno si pone sul versante dell’occupazione del tempo pomeridiano. Anche in questo caso la presenza di servizi educativi sul territorio, i centri di aggregazione giovanile (60 C.A.G. accreditati in tutta la provincia), che nel nostro co9ntesto territoriale si connotano anche per l’attenzione privilegiata alla fascia d’età 6-14 anni, è ampiamente insufficiente rispetto alle esigenze della popolazione minorile.

Madri e bambini in Centro di Pronto Intervento:Per alcune situazioni familiari problematiche si effettua un allontanamento sia della madre che dei figli e l’accoglienza avviene congiuntamente in Centri di Pronto Intervento, appositamente organizzati. In queste strutture gli educatori cercano di conoscere la situazione della madre e dei bambini e, in accordo con i Servizi Sociali, elaborano il progetto di intervento, anche in riferimento alle effettive capacità genitoriali della madre di occuparsi in modo adeguato dei figli. In queste strutture sono accolte anche ragazze o donne in gravidanza, prive di un sostegno familiare, per accompagnarle alla nascita del figlio e nei primi tempi di accudimento del figlio stesso. Questa tipologia di utenza era sicuramente più rilevante negli anni scorsi, mentre attualmente appare poco significativa rispetto alle situazioni in cui la madre si trova a dover “fuggire” da un contesto problematico, spesso violento e pregiudizievole per sé e per i propri figli.Rendere autonome le madri è il fulcro dei progetti educativi che si strutturano per aiutarle: apprendere e cercare un lavoro, ricercare un’abitazione, recuperare la capacità genitoriale sono i punti fondamentali in cui si concretizza il progetto.Si stanno strutturando servizi sperimentali in cui le donne possano sperimentare gradualmente le proprie capacità di gestione della casa, di occuparsi adeguatamente dei figli, di mantenere un lavoro compatibile con gli impegni familiari.Sia per l’affido che per l’adozione è richiesto uno specifico accompagnamento nell’ottica della buona riuscita del progetto di affido o di adozione, nel tentativo di creare un futuro migliore per gli utenti.Anche il giovane in servizio civile, con i 12 mesi di servizio può favorire lo svolgimento regolare delle attività, degli obiettivi e dei progetti che il centro operativo vuole promuovere. Non esiste un punto di partenza ne un punto d’arrivo per il giovane, perché il lavoro educativo è “In fieri”, in movimento continuo. E’ legato ai minori, alle famiglie e alla ricerca di nuove persone che si dedichino al volontariato.Alla luce dei dati riportati e della premessa generale, siamo a riportare la descrizione del contesto territoriale e settoriale dei Centri Operativi.

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DISTRIBUZIONE DEI CENTRI OPERATIVI SUL TERRITORIO PROVINCIALE

Di seguito si riporta la collocazione territoriale dei centri operativi del progetto all’interno delle tre macro-zone: montagna; città di Brescia e hinterland; bassa pianura padana.

Collocazione dei centri operativi nella provincia di Brescia

Sede 1: ISTITUTO OPERA PAVONIANAFondatore dell’Opera Pavoniana fu Lodovico Pavoni, il quale fu sempre attento ai disagi e alle sofferenze delle persone e soprattutto dei più piccoli.Pavoni seppe elaborare un metodo educativo originale e innovativo che si basa sui mezzi tipici della pedagogia preventiva, quali religione e ragione, amore e dolcezza, vigilanza e conoscenza; organizzò un modello di istruzione e di avviamento al lavoro che prelude alle moderne scuole professionali; diede inizio ad una eccezionale attività tipografica ed editoriale; introdusse nel mondo del lavoro sapienti riforme, anticipando di mezzo secolo la dottrina sociale dell’enciclica “Rerum Novarum”; infine, per garantire la continuità di queste sue opere, fondò la Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani) che apparve così nuova e audace da lasciare a lungo perplesse autorità civili e religiose, che solo dopo oltre un decennio di pratiche estenuanti le diedero il riconoscimento ufficiale.Per i padri Pavoniani il “cuore” delle loro attività apostoliche e il loro impegno primario consiste nel dedicarsi al servizio di ragazzi e dei giovani, le cui famiglie appaiono bisognose di aiuto e di sostegno educativo nel progettare e realizzare il futuro dei loro figli, sia nella maturazione della loro personalità sia nell’acquisire una dignitosa professionalità.Il campo di azione comprende: comunità alloggio, centri di aggregazione giovanile, strutture residenziali, scuole, corsi professionalizzanti, interventi per minori a rischio, per sordi e per tossicodipendenti. L’Istituto dispone di un’ampia area esterna adibita per circa un terzo della sua superficie a parcheggio, mentre gli altri due terzi ad area gioco, con la presenza di un campo da pallavolo, uno da basket ed un campo da calcetto. All’interno dell’edifico è possibile trovare le comunità per minori, il Centro di aggregazione giovanile, la Chiesa, i laboratori per i corsi di lavoro.All’interno dell’Opera Pavoniana nella sede di Brescia troviamo 4 servizi fondamentali:- il Gruppo Formazione Lavoro,- il Centro di Aggregazione giovanile,

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Zona montana

Zona Brescia e hinterland

Zona della bassa pianura

IST. SUORE POVERELLE

ISTITUTO RAZZETTI

COMUNITA’ ALLOGGIO P. MARISTI

IST. OPERA PAVONIANA

ACCOGLIENZA BIMBI S.LORENZO

ASSOCIOAZIONE PICCOLI PASSI

FRATERNITA’ GIOVANI

C.A.G. CARMEN STREET

COMUNITA' ALLOGGIO MINORI SUSA

ASSOCIAZIONE S. ELISABETTA

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- la Comunità Alloggio per Minori “La Conchiglia”,- la Comunità Alloggio per Minori “La Nostra Casa”.Le comunità Alloggio per Minori “La Conchiglia” e “La Nostra Casa” sono comunità alloggio per minori aperte 365 giorno l’anno, e accolgono un massimo di 10 ragazzi (per comunità) maschi dai 10 ai 18 anni con difficoltà familiari e disturbi emotivo- psicologici.Trasversale alle due comunità c’è un coordinatore full-time.All’interno della comunità “La Conchiglia” operano:- 4 educatori professionali full-time,- 1 psicologa,- 1 A.s.a,- 25 volontari. All’interno della comunità “La Nostra Casa” operano:- 5 educatori professionali full-time,- 1 psicologa,- 1 A.s.a,- 25 volontari .

Sede 2: ISTITUTO SUORE POVERELLELa Congregazione Religiosa delle Suore delle Poverelle da molti anni rivolge la sua attenzione a persone deboli, in situazione di difficoltà, di disagio ed esclusione sociale.I servizi presenti in questa struttura: Comunità Alloggio per Minori e il Centro di Pronto Intervento per donne e bambini sono l’espressione di tale attenzione. Rivolgendosi alle mamme e ai piccoli, si vuole esprimere il valore supremo della vita, fin dal suo nascere; la tutela di bambini e adolescenti, il sostegno alle mamme durante la gravidanza e l’accompagnamento in un percorso di crescita.L’esperienza di don Luigi Palazzolo e Teresa Gabrieli, fondatori della famiglia religiosa delle Suore delle Poverelle, ha la sua radice nel messaggio evangelico “Carisma” significa un dono che Dio fa ad una persona per il ben comune; un modo particolare di guardare alla vita agli altri al mondo intero. Scelta continua e personale di attenzione privilegiata agli ospiti-utenti più sfortunati, difficili, rifiutati, soli. Questo comporta la consapevolezza e l’accettazione che i casi accolti nelle strutture residenziali sono conseguentemente difficili, a volte anche poco gratificanti. L’Istituto è sito a Brescia in Via Fratelli Bronzetti 17, poco distante dal centro storico della città ed a pochi isolati dalla stazione FFSS. L'Istituto dispone di un'ampia area esterna occupata da un piccolo campetto da calcio, da un campo di pallavolo e da un piccolo Parco Giochi; il fabbricato in cui sono collocate le comunità e il centro di pronto intervento, si sviluppano su tre piani.- La Comunità Educativa “La sorgente accoglie 10 minori maschi e femmine da 0 a 10 anni, con problemi

familiari, di disadattamento e psicologici. Si valuta la possibilità d’accoglienza di un minore con problemi di deficit mentale o di patologie neuropsichiatriche. I Tempi di permanenza variano in media da nove mesi a due anni.

- La Comunità educativa “Il Ponte” accoglie 10 minori con difficoltà familiari e psicologiche: dagli 8 ai 14 anni femmine. I Tempi di permanenza variano in media da nove mesi a due anni.

- La comunità educativa “Il Cigno” accoglie 8 adolescenti, femmine, italiane e straniere, dai 14 ai 18 anni, con problemi di tipo familiare e/o in stato di abbandono. I tempi di permanenza variano da pochi mesi a quattro anni.

Il Centro di Pronto Intervento “Il Faro”, ha una capacità ricettiva di 12 posti, complessivi, per adulti e minori e accoglie: donne sole o con figli con urgenza di allontanamento dall’abitazione, donne sole o con figli, maltrattate o in situazioni di abuso, donne, italiane o straniere, in gravidanza, donne minorenni in gravidanza o con figli segnalate dal Tribunale per i minorenni e/o dalla Questura e donne con figli con Decreto Esecutivo del Tribunale per i minorenni. I Tempi di permanenza possono variare da pochi giorni ad un anno. Si supera l’anno di permanenza solo in caso di madri minorenni.

L’Istituto garantisce direttamente o tramite terzi convenzionati il soddisfacimento dei bisogni primari: vitto alloggio, la presa in carico dell’aspetto educativo e sanitario.All’interno della struttura operano:1 superiora della casa,1 coordinatore di Settore,1 coordinatore locale,1 vicecoordinatrice locale17 educatori full-time (38 ore),5 educatori part-time (20 ore),1 psicologo, 2 A.s.a.2 cuochi,

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1 autista50 volontari.Sede 3: LA COMUNITÀ ALLOGGIO MINORI “IL PANE E LE ROSE” /PADRI MARISTI La comunità per minori è un servizio residenziale per minori promosso dai Padri Maristi. L'esperienza della comunità alloggio è iniziata nel 1988. Per la conduzione della comunità alloggio i Padri Maristi si avvalgono dell'apporto di una équipe educativa. La comunità accoglie minori maschi e femmine di età compresa fra i 6 e i 18 anni. Per ogni inserimento viene valutata la compatibilità con l'utenza già inserita, sia per tipologia delle problematiche presentate che per l'età ed il sesso. Sono accolti nel servizio fino ad 8 minori. L’ambito territoriale privilegiato, a cui è data priorità, è quello dei minori residenti nel territorio della Provincia di Brescia. Questo al fine di evitare lo sradicamento del minore dal suo ambiente naturale. La comunità è una esperienza educativa rivolta a minori provenienti da nuclei familiari che presentano disagio grave e a minori che, per i motivi più vari, non possono continuare a sperimentare una vita familiare. È un luogo d'incontro e di vita nel quale vengono individuati i bisogni e viene sviluppato un percorso educativo attraverso un accompagnamento da parte del personale dell'équipe. Un percorso che può portare il minore al suo reinserimento nel nucleo familiare originario oppure sfociare in un'esperienza di affido eterofamiliare. In alcuni casi questo percorso può comportare l'accompagnamento del minore fino al raggiungimento della maggiore età ed essere volto al raggiungimento di una sempre maggiore sua autonomia personale. È un luogo di condivisione ove i minori imparano ad essere protagonisti e coattori rispetto alle scelte della propria vita e del proprio futuro, attraverso l'acquisizione di sempre maggiore capacità di autonomia.La comunità cerca di creare uno spazio al cui interno poter vivere in un clima di tipo familiare ed educativo significativo. Non è luogo scolastico o di lavoro, ma luogo di condivisione del tempo e dell’esperienza. La comunità, quindi, di per sé non si caratterizza per attività al suo interno. I minori frequentano le scuole sul territorio e hanno la possibilità di partecipare alle attività che il territorio offre (Oratorio, CAG, Scuola, Associazioni, ecc.). Anche per i minori che accedono al mondo del lavoro si preferisce privilegiare le esperienze offerte dal territorio. I ritmi della comunità non vengono definiti in base ad una programmazione standard, ma si cerca, nei limiti del possibile, di elaborarli concordemente a partire dai bisogni che i minori inseriti presentano (orario scolastico o lavorativo, partecipazione ad attività, differenze culturali e religiose, ecc.).Quando è possibile e previsto dal progetto personale, il minore mantiene i legami con l’ambiente di provenienza, rientrando in famiglia nei momenti stabiliti e dando continuità alla sua partecipazione ad attività ed esperienze iniziate precedentemente al suo inserimento in comunità.Il personale della comunità è formato dalla équipe educativa e dall'ausiliario. Fanno parte dell'équipe:- 1 coordinatore- 5 educatori. L’équipe si riunisce settimanalmente per verificare e progettare il lavoro comune.

Sede 4: IL CAG “CARMEN STREET” / PADRI MARISTI Il Centro di Aggregazione Giovanile “Carmen Street” è situato a Brescia in vicolo Manzone 7. Ha iniziato a svolgere la sua attività il 1 Gennaio 1990. Precedentemente funzionava un Centro Diurno adibito all’accoglienza di minori del Quartiere Carmine che aderivano, con lo scopo di svolgere attività doposcolastiche e ricreative. Il C.A.G. Carmen Street è uno spazio che offre proposte a carattere animativo, aggregativo, nonché socializzante grazie ad una vasta gamma di differenti attività rivolte a minori e famiglie del territorio circostante. Nel corso degli anni la frequenza al Centro si è caratterizzata per la forte presenza di minori e giovani stranieri ed immigrati. Il Centro minori e giovani, maschi e femmine. La maggior parte degli/lle utenti sono di età compresa tra i 6 e i 18 anni. L’accesso per i/le giovani oltre i 18 anni è mediata a seconda delle circostanze, situazioni, opportunità. Gli orari di apertura sono dalle 14.30 alle 20.00 dal lunedì al venerdì durante il periodo scolastico. Per alcune attività l’orario viene protratto. Vi è inoltre la disponibilità ad eccezionali aperture durante il week-end per aderire ad iniziative del territorio o per organizzare e promuovere attività aggregative.La fascia serale ha come destinatari prevalentemente gli adolescenti. Gli ambiti territoriali da cui arrivano i fruitori del servizio sono i più diversi: molti sono residenti del quartiere, ma contiamo una notevole presenza di ragazzi che provengono anche da altri quartieri di Brescia; alcuni addirittura da paesi limitrofi. Il Centro si trova ad accogliere anche quei casi di minori che possono presentare particolari problematiche (famigliare, comportamentale, disagio culturale, economico, sociale, relazionale, ed emotivo …); non si fa carico di problemi legati a patologie conclamate: psichiatria, tossicodipendenza, in quanto esse richiedono una adeguata presa in carico da parte di servizi appositi. Il Centro accoglie utenti portatori di disabilità, che possono accedere al servizio sia in modo spontaneo che tramite inserimento dei servizi sociali. Il Centro accoglie ragazzi e ragazze che, per reati minori, in alternativa alla detenzione, scelgano la “messa alla prova” sperimentando, seguiti dal personale educativo, un esperienza di lavoro socialmente utile. L’accesso al Centro è gratuito ed avviene per iscrizione. Può partecipare chiunque indistintamente, purché vengano condivise alcune linee educative di fondo. Le attività operative che vengono offerte non sono finalizzate

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all’acquisizione di particolari abilità. Il fine delle attività è quello ludico, ricreativo, animativo, relazionale. Il C.A.G. Carmen Street, a fronte di bisogni emergenti sul territorio ha attivato alcuni progetti sperimentali e complementari alle attività, che nascono dall’analisi fatta dagli/lle operatori/trici sulle nuove realtà e sulle nuove problematiche che l’immigrazione ha portato con sé. In particolare si cerca di operare per un miglioramento della condizione femminile delle donne e ragazze straniere e sulla loro difficile integrazione.All’interno della struttura operano:- 1 coordinatore,- 5 educatori part-time,- 1 ausiliaria part-time- 10 volontari.

Sede 5: ASSOCIAZIONE PICCOLI PASSI ONLUS “Piccoli Passi” è un’iniziativa rivolta alle famiglie italiane e straniere che hanno bambini nella fascia di età compresa tra gli 0 ed i 3 anni. Vuole essere un luogo di incontro, di crescita, di gioco, di riflessione per condividere l’esperienza educativa con altri genitori, per trascorrere insieme alcune ore della giornata in un ambiente sereno, accogliente, aperto al dialogo.E’ aperto da lunedì al venerdì per un totale di 27 h settimanali, durante 11 mesi all’anno (escluso il mese di agosto).Progettato nel 1998 dal servizio “porta Aperta” della Caritas Diocesana di Brescia vuole essere un sostegno alle famiglie che hanno bambini piccoli e in modo particolare favorire l’incontro tra donne che vivono la maternità senza alcuna rete di appoggio o perché lontane dal loro paese di origine o perché questa rete non è significativa. E’ situato nel centro storico della città, nel quartiere del Carmine dove più numerosa è la presenza di famiglie immigrate spesso prive di relazioni amicali e parentali. Il centro “Piccoli Passi” si propone innanzi tutto come spazio aperto ed accogliente per i piccoli e per gli adulti che li accompagnano. Due le idee guida: la presenza degli adulti insieme ai bambini e lo stare insieme per mettere in campo e condividere la propria esperienza, i propri pensieri, le proprie abilità e risorse relazionali. Occorre acquisire un senso di genitorialità condivisa per cui gli adulti si sentano responsabili non solo dei propri bambini, ma del ben-essere di tutti.Chi ha delle difficoltà può concretamente e quotidianamente sperimentare la presenza “amica” di altre persone.Il centro è in contatto con i servizi sociali del comune, con i consultori dell’ASL e di altre realtà private. Svolge un lavoro di segretariato sociale ed è punto di riferimento ed informazione per i servizi all’infanzia, dai nidi alle scuole materne, ai pediatri di base, ecc. E’ punto di scambio per domande ed offerte di lavoro. Di seguito si riportano i dati relativi al numero di utenti relativi all’anno 2007.

Nuclei familiariNuovi

Italiani Stranieri Coppie miste

89 38 45 6

In specifico per le coppie straniere si registrano: 14 Bangladesh, 13 Egitto, 4 Marocco, 4 Srilanka, 1 Algeria, 1 Nigeria, 1 mali, 1 Tunisia, 1 Ucraina, 1 Moldavia, 1 Bolivia.

presenze giornaliere

nuovi italiani stranieri cop.miste

mattino 1889 47 1177 367 345pomeriggio 1517 74 554 883 80totali 3406 121 1731 1250 425

Sede 6: ACCOGLIENZA BIMBI S.LORENZOLa Parrocchia di San Lorenzo è situata in centro storico. E’ una Parrocchia composta in gran parte da famiglie e anziani. All’interno della Parrocchia esistono diversi gruppi che interagiscono fra loro.Le attività extra liturgiche svolte in Parrocchia con l’aiuto di volontari e personale specializzato:• centro diurno e casa di accoglienza per anziani• laboratori di vario tipo (cucina, teatro, creatività, musica..)per bambini e ragazzi da 1 a 12 anni • Spazio gioco organizzato per bambini da 1 a 3 anni• Grest estivo per bambini da 1 a 12 anni da metà giugno a fine luglio e ultima settimana di agosto e prima

di settembre• Settimana di grest serale per adolescenti• Centro di ascolto• Gruppo di aiuto/scambio• Micro-credito• Gite parrocchiali

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• Gruppo delle coppieTutte le attività sono rivolte a fornire dei servizi utili e soprattutto mirati al discorso della solidarietà.Ogni gruppo ha come fine ultimo quello di integrarsi con gli altri per permettere maggiore socializzazione e solidarietà tra tutti i parrocchiani.S. Lorenzo cerca di essere un luogo in cui tutti i protagonisti siano attori responsabili e non semplici fruitori dei servizi, affinché si formi e ci si senta sempre di più una comunità, anzi, una comunità accogliente.

Lo spazio gioco nasce nel 2003 come servizio parrocchiale che ospita bambini al fine di socializzare; si prefigurava all’inizio come servizio di ospitalità della parrocchia e non come servizio aperto a tutti, oggi il centro è aperto ad una ventina di bambini che si alternano nei giorni.Il servizio “Per piccino che tu sia” vuole essere uno spazio di scambio, in cui bambini, genitori possano trovare “il loro Spazio”.Il progetto si propone come luogo di accoglienza per bambini e per chi si prende cura di loro (genitori, nonni, baby sitter). Lo spazio gioco vuole essere luogo di possibilità, di sostegno e di cura per la famiglia in generale con tre diverse tipologie di proposte:1. “Un, due, tre … stai con me”Si accolgono bambini da 1 a 3 anni. Non si propone come un asilo nido tradizionale; per cominciare si vuol proporre un’apertura limitata ad alcune ore il mattino che non si connoti “parcheggio” per i più piccoli ma che possa essere un valido sostegno per le mamme che lavorano o per la rete famigliare che, per svariati motivi, non sempre può sostenere “l’onere” di un bimbo per un’intera giornata. I bambini sono stimolati con attività e giochi studiati secondo criteri pedagogici e sono seguiti da personale qualificato in grado di fare proposte adatte all’età e alla personalità dei bambini. 2. “Con te da uno a tre”Lo spazio gioco è uno spazio ad accesso libero in cui si trovano operatori in grado di stimolare il rapporto ed il dialogo tra gli adulti fruitori del servizio e in grado di fare proposte ludico/creative ai bambini. Qui si può ritrovare una dimensione famigliare rilassata e tranquilla in cui imparare a osservare e comprendere il proprio figlio e per trovare un proprio stile educativo attraverso il confronto con gli operatori ma anche con chi sta vivendo la stessa esperienza di genitorialità.Nello spazio gioco si possono trovare indicazioni e contatti utili per la gestione della quotidianità ma anche suggerimenti per il tempo libero, per le vacanze, per momenti di gioco o di festa…Questo è un luogo che potrà magari essere condiviso in alcune aperture particolari anche con i fratellini un poco più grandi; si intende così valorizzare l’importanze della società fraterna e della relazione famigliare attraverso il gioco come attività dalle proprietà uniche ed esperienza di crescita comune a diverse fasce di età. Si accolgono bambini da 1 fino a 5 anni. Di questo progetto fanno parte anche i laboratori per bambini da 3 a 5 anni organizzati nel pomeriggio (teatro, creatività, musica, cucina, grest estivo)3. “Pensieri e parole” (corsi, incontri, discussioni, gruppo di acquisto)Per sostegno alla famiglia intendiamo: • uno spazio di ascolto e di riflessione su temi relativi all’età evolutiva, al ruolo genitoriale e parentale e in

generale sui bisogni espressi• un servizio in grado di offrire momenti di consulenza qualificata e di orientamento• spazio libero per gruppi di mutuo aiuto o per gruppi di acquistoL’idea di partenza è che educatori non si nasce ma si diventa attraverso l’esperienza ma anche aprendosi al confronto e a possibilità di conoscenza più approfondite.

Sede 7: COMUNITA' ALLOGGIO MINORI SUSA:Susa si trova nel Comune di Lograto e accoglie bambini e ragazzi di età compresa fra i 6 e i 13 anni, sostituendo temporaneamente il nucleo familiare impossibilitato o incapace ad assolvere il proprio compito. Essa offre un ambiente di tipo familiare idoneo alla tutela e alla protezione dei minori accolti nonché la promozione del loro integrale sviluppo attraverso una risposta adeguata ai loro bisogni psicofisici, affettivi, sociali, sperimentando modelli alternativi a quelli vissuti. Susa è anche spazio neutro in cui aver la possibilità di ripensare alla propria storia e immaginare un futuro possibile. Susa nasce nel 1991 dalla collaborazione fra don Pierino Ferrari, presidente dell’Associazione Comunità Mamrè ONLUS, la fondazione Morando di Lograto e il Servizio Tutela Minori del distretto di Orzinuovi. Essa è stata istituita in conformità alla legge Regionale 1/86 e successive modificazioni, secondo quanto specificato dal PRSA 88/90.La Comunità, così come l’Associazione Mamrè, è finalizzata all’accoglienza per la fecondità ispirandosi e facendosi guidare dalla fede cristiana. Quattro sono i principi a cui fa riferimento: l’originalità riconosciuta e valorizzata in ogni persona, l’amicizia che si esprime nella condivisione, nella collaborazione e nella capacità di operare assieme, la fiducia nella Divina Provvidenza e l’attenzione ai bisogni emergenti.

La comunità per minori Susa ha sede nel castello di Lograto, lascito dei conti Morando per il servizio alle persone in difficoltà. Il servizio occupa il piano terra e il piano interrato della struttura esistente su una superficie di circa 460 mq. E’ dotata di un ampio giardino e di un parcheggio esterno, di una veranda per i

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compiti e attività con annessa una sala giochi, di un salotto utilizzato come sala musica e televisione di una sala pranzo e di una cucina.Vi sono poi quattro camere da letto capaci di accogliere due o tre letti ciascuna servita di un bagno all’interno, un ufficio, una camera per gli educatori con relativo bagno, una stanza per le visite dei parenti, un guardaroba, una stanza per i laboratori, una lavanderia ed un ambiente adibito a ripostiglio.La comunità accoglie sette minori ed è questo anche il numero medio annuale e la loro permanenza media è di circa due anni.All’interno della struttura operano:- 1 responsabile full-time,- 4 educatori full-time,- 1 ausiliaria part-time,- 30 volontari.

Sede 8: COOPERATIVA SOCIALE FRATERNITA' GIOVANILa Mission della Cooperativa è: “Siamo nati per aiutare le persone a crescere umanamente e spiritualmente”. La Cooperativa Fraternità Giovani, che ha sede a Ospitaletto, è consorziata con Gruppo Fraternità, il quale lavora sul territorio dell’ovest bresciano dagli anni settanta. Fraternità Giovani è una Cooperativa Sociale di tipo A (art. 1 Legge 381/91) nata nel 2000, che si occupa di assistenza, prevenzione e progetti educativi per minori in stato di disagio e non, gli interventi sono manifesti grazie ai diversi servizi socio-sanitari ed educativi:- La casa dell’Arcobaleno (Centro di Pronto Intervento, Comunità Alloggio Minori e Appartamenti di

semiautonomia “Orizzonti”),- La carica dei Bebè (asilo consortile aperto alle famiglie dei soci e degli inseriti delle altre cooperative di

Gruppo Fraternità),La cooperativa nell’ottica di sensibilizzare il territorio e le persone, e di organizzare eventi prevede di svolgere nel corso del 2009/2010 un convegno sul volontariato, convegni in ambito neuropsichiatrico, la Festa Arcobaleno 2009 e creare collaborazioni con Associazioni di volontariato del territorio.La “Casa dell’Arcobaleno” accorpa i tre servizi: il Centro di Pronto Intervento (CPI), Comunità Alloggio per Minori (CAM) e gli appartamenti di semiautonomia; tutti sono strutturati per accogliere minori e neomaggiorenni allontanati dalla famiglia per maltrattamento, abbandono, trascuratezza grave e abuso sessuale. La struttura è localizzata in centro al paese, nel contesto urbano del Comune di Ospitaletto (Brescia), inserita quindi in un centro di vita attiva, dotato cioè di elementi essenziali per rendere il più possibile varia, completa ed organizzata la vita degli utenti.Tale localizzazione favorisce i percorsi educativi avendo vicino alla struttura i servizi sanitari di base, i servizi scolastici e tutti quei servizi rientranti nell’area degli interventi a carattere socializzante (attività ricreative, sportive, del tempo libero).Agli ospiti inseriti nella Casa dell’Arcobaleno viene offerta assistenza, soddisfazione dei bisogni primari, tutela nei confronti di persone e situazioni che possono disturbare psicologicamente il minore e vengono inoltre offerti interventi educativi.La capacità ricettiva della Comunità Alloggio Minori (CAM) è di 10 minori (maschi 10- 12 anni, femmine 10-17 anni), la permanenza di ognuno di loro è un periodo di tempo medio/lungo.All’interno della struttura operano:- 1 coordinatore,- 5 educatori professionali,- 1 Asa,- 25 volontari.La capacità ricettiva del Centro di Pronto Intervento (CPI) è di 10 minori (maschi 0- 13 anni, femmine 0-17 anni), la permanenza di ognuno di loro è un periodo di tempo 9-12 mesi. All’interno della struttura operano:- 1 coordinatore,- 5 educatori professionali,- 1 Asa,- 30 volontari.La capacità ricettiva degli appartementi “Orizzonti” è di 5 minori (femmine 17-21 anni), la permanenza di ognuno di loro è un periodo di tempo 1-3 anni. All’interno della struttura operano:- 1 coordinatore/educatore professionali,- 1 Asa,- 3 volontari.Oltre ad attività di tipo organizzativo e pratico, le equipe educative si occupano di progettare il percorso di ogni singolo utente. Questo comporta un periodo di osservazione (che va dall’inserimento ai due mesi successivi) durante il quale viene monitorato il comportamento del minore in diversi contesti (nelle attività

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ludiche, il rapporto con i pari, il rapporto con l’educatore e con la figura adulta, il comportamento in occasione dei colloqui con i genitori, a scuola e in altri contesti relazionali importanti per la vita del minore). Poi viene elaborato un progetto educativo individualizzato (PEI) che è uno strumento dinamico che viene continuamente aggiornato in relazione all’evolversi della situazione del minore, al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.I bisogni della Casa dell’Arcobaleno sono:- inserirsi nel contesto territoriale in modo adeguato facendo conoscere il disagio minorile e permettendo

agli utenti di condurre una vita”normale” insieme ai coetanei del paese;- difficoltà di affiancamento allo studio dei minori della comunità;- recupero della capacità genitoriale dei genitori dei minori inseriti;- assistenza 356 giorni all’anno;- Affiancamento durante i vari momenti della giornata (sveglia, colazione, scuola, pranzo…);- Elaborazione di un progetto educativo individualizzato (PEI) mirato al raggiungimento di obiettivi specifici

importanti per l’armonico superamento di alcune tappe evolutive.Ad ottobre 2005, il Consorzio Gruppo Fraternità ha aperto nel territorio di Ospitaletto l’Asilo Nido Aziendale “La Carica dei Bebè” gestito dalla Cooperativa associata “Fraternità Giovani”.L’asilo accoglie 36 minori di età fra i 12 e i 36 mesi, tale fascia d’età è molto delicata, infatti i progressi compiuti nei primi tre anni di vita sono d’estrema importanza sia per lo sviluppo cognitivo che per quello affettivo e psicomotorio. L’asilo nido nasce dal desiderio di fornire un servizio socialmente utile alle famiglie, contribuendo così a dare una risposta concreta ad una esigenza sempre più presente nella realtà bresciana.All’interno della struttura operano:- 1 responsabile,- 4 educatrici,- 2 volontari.I bisogni dell’Asilo Nido sono:- monitoraggio delle famiglie complesse e difficili (separazioni, disagi vari…) definite a-tipiche, ovvero,

famiglie unipersonali, un solo genitore che si fa carico dei figli, famiglie straniere o i cui componenti appartengono a culture diverse e lontane,

- soddisfare i bisogni primari dei minori accolti,- costruzione di progetti educativi dei bambini accolti nella struttura,- rispondere alle difficoltà dei soci del consorzio di Gruppo Fraternità dando loro rette più economiche

rispetto all’attuale mercato.

Sede 9: ISTITUTO RAZZETTI L’istituto Razzetti ha sede a Brescia e accoglie all'interno di Casa di Vittoria donne con figli in situazione di disagio. Il progetto si ispira all’idea di fornire alle mamme in situazione critica una base sicura come condizione per la rielaborazione del proprio vissuto. Ogni utente usufruisce di un proprio appartamento in cui sperimenta da subito la propria autonomia affiancata dal personale costantemente impegnato nell’osservazione e nell’accompagnamento delle ospiti al fine di renderle realmente autonome.La struttura residenziale è composta da 21 appartamenti di cui 1 adibito a sala giochi ed 1 ad ufficio per le operatrici. Sono inoltre presenti altri 10 locali che contengono la lavanderia, gli stenditoi, le dispense alimentari e i laboratori di cartotecnica, stiro e cucito.All’interno della struttura operano:• 1 coordinatore,• 5 educatrici, • 2 A.s.a.,• 2 volontari a cui è affidata la manutenzione ordinaria della struttura,• 11 volontari.

Sede 10: CASA DI ACCOGLIENZA SANT’ELISABETTA La Struttura residenziale Casa di Accoglienza S. Elisabetta, ubicata a Bagnolo Mella, accoglie un numero massimo di 10 ospiti numero distribuito su donne adulte, minori e giovani, essa si occupa dell’accoglienza di donne in difficoltà provenienti da contesti di violenza e/o deprivazione. La casa di accoglienza lavora per la promozione personale e per il reinserimento nel tessuto sociale degli utenti. L’èquipe con il servizio sociale mira a creare dei progetti personalizzati per ciascuna ospite, al fine di promuoverne l’autonomia nella gestione di sé e, in caso, del minore a lei affidato offrendole strumenti per affrontare una vita serena ed autonoma. Il personale educativo grazie alla formazione in itinere si è specializzato per effettuare valutazioni sulla relazione madre-bambino.Nel corso della sua attività la Casa di Accoglienza collabora con le strutture pubbliche: ASL, CPS,( pertanto le ospiti vengono agganciate al centro psico-sociale per delle valutazioni e nel caso fosse necessario si prosegue con l’accompagnamento al N.I.L per l’inserimento lavorativo protetto) Comuni sia dei territori limitrofi (Brescia, Cremona, Bergamo) sia con territori siti in altre regioni (es. in passato abbiamo collaborato

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con il comune di Roma); inoltre lavora e collabora con il Centro di Aiuto alla vita di Brescia. Per lo svolgimento delle sue funzioni si appoggia alle strutture pubbliche come i consultori familiari, il servizio psicologico offerto dall’ASL e ad enti del privato-sociale, come il Telefono Azzurro-Rosa e La Casa per le donne maltrattate di Brescia. Viene promossa da una psicoterapeuta all’interno della struttura una formazione per il personale educativo e volontario.All’interno della comunità operano:- 1 coordinatore medico psichiatra,- 2 educatori,- 1 psicoterapeuta- volontari.Indubbiamente, l’inserimento di giovani in servizio civile porterebbe ad una migliore assistenza degli utenti in carico.

Tabella riassuntiva dei Centri Operativi (anno 2007):Centro Operativo

Numero di utenti accolti

Età utenti inseriti

Personale delle Struttura Numero di volontari

Territorio coinvolto

Utentinon accolti

Istituto Pavoniana

La Conchiglia10 minori

10-18 anni

1 coordinatore,4 educatori full-time,1 psicologa,1 A.s.a.

25 volontari.

Brescia e provincia

2 utenti

La Nostra Casa 10 minori

10-18 anni

1 coordinatore5 educatori full-time,1 psicologa,1 A.s.a.

25 volontari.

Istituto Poverelle

La Sorgente10 minori.

0-10 anni 5 full-time1 part-time

1 superiora della casa,1coordinatore di Settore,1 coordinatore locale,1 psicologo,2 A.S.A,2 cuochi.

50 volontari

Brescia e provincia.

4 utentiIl Ponte10 minori

8-13 anni 4 full-time1 part-time

Il Cigno8 ragazze

14-18 anni

4 full-time1 part-time

Il Faro12 tra Mamme/bimbi

// 4 full-time1 part-time

Coop. Fraternità Giovani

Casa Arcobaleno20 minori

Maschi 0-12 e femmine 0-18 anni

1 responsabile,5 educatori,1 Ausiliaria.

30volontari

Brescia e Regione Lombardia

3 utenti

1 responsabile,5 educatori,1 Ausiliaria.

25volontari

Raggio di Sole23 minori

10-18 anni

1 responsabile di struttura,1 direttore sanitario,2 coordinatori,12 educatori professionali,1 cuoco,2 psicologhe,1 psichiatra,1 infermiere.

30 volontari

Brescia e Regione Lombardia

3 utenti

Carica dei Bebè36 minori

12-36 mesi

1 responsabile,4 educatrici.

2 volontari

Ospitaletto 3 utenti

C.a.g.25 utenti

6-14 anni

Mamrè Susa di Lograto

8 minori 6-13 anni 1 responsabile full-time,4 educatori full-time,1 ausiliaria part-time.

30 volontari

Brescia e provincia

3 utenti

Istituto Razzetti

19 posti Mamme e figli

1 coordinatore,5 educatrici,

13 volontari

Brescia e Regione

2 utenti

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2 Ausiliaria con funzioni educative

Lombardia

Casa di AccoglienzaSantaElisabetta

10 posti Mamme e figli

1 coordinatore medico psichiatra,2 educatori 1 psicoterapeuta

20 volontari.

Brescia,provincia Cremona

2 utenti

Provincia Italiana della Società di Maria – Padri Maristi

8 posti 6-18 anni 1 responsabile1 coordinatore4 educatori full-time1 educatrice part-time1 ausiliaria part-time

5 volontari

Brescia e provincia

4 utenti

Parrocchia san Lorenzo

Per piccino che tu sia: 15 postiLaboratori e grest: 30 posti

1-12 1 coordintrice part-time2 educatrici part- time

10volontari

Brescia e soprattutto centro storico

15 utenti

7) Obiettivi del progetto: PREMESSA

Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Volontario come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi”nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società.Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi.

Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità.

Queste finalità generali sono così riassumibili:

Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile.Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione.Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale.Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà.Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza.Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione E superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti.

OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO:• Promuovere e diffondere nelle comunità la cultura della non-violenza, del servizio e della

cittadinanza.• Offrire ai giovani occasioni diversificate di impegno.

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• Rafforzare una trama di relazione tra giovani, chiesa e territorio.• Recuperare i valori fondanti dell’Obiezione di Coscienza e dell’AVS come punto di partenza per il

servizio civile nazionale.• Porre attenzione al “prima” e al “dopo”, nonché all’organicità dei progetti di servizio civile nazionale,

cercando di creare un “Filo conduttore” fra i progetti dei vari anni.

OBIETTIVI GENERALI RISPETTO AL SERVIZIO:• Educare alla Carità Cristiana, sensibilizzando il territorio tramite l’operato dei giovani in servizio civile

ai valori della fede cristiana e della coscienza dell’uomo.• Impegnare i volontari in un sostegno “parallelo” a quello degli educatori, rispetto al disagio degli

utenti.• Sensibilizzare il territorio alla Mission del centro operativo, cioè aiutare gli altri gratuitamente e

cristianamente.• Sensibilizzare e aumentare il numero dei volontari presso il centro operativo.• Permettere al giovane di istaurare con gli utenti una relazione di aiuto e di collaborazione per la

crescita personale.

OBIETTIVI GENERALI RISPETTO AI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILESi intende offrire ai giovani in servizio civile un percorso di impegno e di formazione che permetta di:

• Alimentare nei giovani, attraverso il contatto diretto con le persone in situazione di disagio, il senso di appartenenza alla vita sociale e civile ed ai suoi problemi complessi, sia a livello cittadino che nazionale e globale.

• Fornire una forte esperienza di servizio, adeguatamente seguita in termini di formazione, verifica e ri-progettazione, che possa positivamente influenzare lo stile nei rapporti interpersonali, dia spunti sulla scelta professionale e orienti i giovani ai valori della solidarietà e dell’accoglienza.

• Dare ai giovani la possibilità di vivere durante l’anno di Servizio Civile l’esperienza della “dimensione comunitaria”, che è aspetto qualificante del progetto. Non si tratta di una semplice “convivenza”, ma della proposta di ripartire da se stessi per vivere e confrontarsi insieme agli altri volontari, sperimentando da una parte l’esperienza di indipendenza ed autonomia e dall’altra uno stile di vita basato sull’accoglienza e la condivisione.

• Permettere ai giovani in Servizio Civile di condividere i momenti più importanti della loro esperienza (inizio, metà e fine servizio), attraverso la partecipazione a percorsi formativi residenziali, per favorire lo scambio, il confronto e la partecipazione.

• Promuovere, organizzare e partecipare in collaborazione con gli operatori della Caritas e gli altri Volontari del Servizio Civile a momenti di incontro, sensibilizzazione, riflessione e diffusione delle tematiche legate alla povertà emergente e alle realtà di disagio della città e del mondo, anche nell’ottica della promozione del Servizio Civile come strumento di lotta all’esclusione sociale. Le attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale sono indicate al punto 18 del progetto.

• Acquisire abilità e competenze rispetto all’ambito socio-assistenziale e facilitare la comprensione della metodologia di lavoro nel settore sociale (lavoro in equipe, lavoro di rete…).

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8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE TITOLO

Ogni centro operativo del progetto vede la presenza di un responsabile con funzioni di coordinamento che ha la responsabilità di garantire un armonico inserimento del giovane volontario. Ogni struttura, sulla base delle proprie peculiari caratteristiche, si compone delle seguenti figure di personale retribuito e volontario:

Sede di intervento Risorse umane previste Attività delle risorse umane

Sede 1: ISTITUTO OPERA

PAVONIANA

personale retribuito:

1 coordinatore,1 OLP/educatore

1 psicologa,1 Ausiliaria,

personale volontario:5 volontari.

Coordinatore di servizio:- Accogliere insieme all’Olp il volontario;- Informare e formare insieme all’Olp il volontario

della tipologia dell’utenza del servizio;- Far conoscere al volontario la struttura

residenziale, il territorio dove ha sede il centro operativo, e tutti servizi che offre la comunità locale;

- Fornire al volontario strumenti e competenze per avere la consapevolezza di ciò che significa aiutare il prossimo in modo professionale.

OLP/Educatore:- Informare e formare il volontario della tipologia

dell’utenza;

- Coinvolgere il volontario nella strutturazione di momenti ricreativi, creativi, sportivi e didattici.

- Aiutare il volontario ad entrare in relazione con gli ospiti del centro operativo.

- Monitorare che il volontario sia attento alle dinamiche del gruppo di utenti e del singolo, con la particolare attenzione di riportare al personale della struttura atti e agiti significativi da lui osservati.

- Monitorare e far vivere al volontario la gestione dei momenti dei compiti degli utenti. Tutto questo in affiancamento all’educatore e Olp.

- Insegnare al volontario metodi e strumenti per la gestione del gruppo durante l’inserimento di un nuovo utente, visite dei genitori di un utente, attività varie del centro operativo.

- Affiancare il volontario durante i momenti dell’igiene intima personale dei bambini e dei ragazzi. Tale cosa deve avvenire gradualmente.

- Creare un percorso di autonomia per quanto riguarda la quotidianità del centro residenziale.

- Programmare e preparare con il volontario attività di sensibilizzazione e di testimonianza durante l’anno di servizio civile nazionale.

- Coordinare il volontario nella preparazioni di eventi, feste e manifestazioni del Centro Operativo.

Ausiliaria: - Coordinare e supportare il volontario

nell’affiancamento educativo all’utente nel raggiungere gli obiettivi del progetto educativo personale per la preparazione dei pasti piuttosto

Sede 2: ISTITUTO SUORE

POVERELLE

personale retribuito:1 coordinatore locale,

1 vicecoordinatrice1 psicologo,

1 Ausiliaria,1 OLP/educatore

personale volontario:5 volontari

Sede 3: LA COMUNITÀ

ALLOGGIO MINORI “IL PANE

E LE ROSE” /PADRI MARISTI

personale retribuito:1 coordinatrice,

1 OLP/educatore

personale volontario:5 volontari.

Sede 4: IL CAG “CARMEN STREET” / PADRI

MARISTI

personale retribuito:1 coordinatcre,

1 OLP/educatore

personale volontario:10 volontari.

Sede 6: ACCOGLIENZA

BIMBI S.LORENZO

Personale retribuito:1 coordinatore/OLP

2 educatrici

Personale volontario:6 volontari

Sede 7: COMUNITA' ALLOGGIO

MINORI SUSA

personale retribuito:1 coordinatore,

1 OLP/educatore,1 Ausiliaria,

personale volontario:4 volontari.

Sede 8: COOPERATIVA

SOCIALE

personale retribuito:2 coordinatore,

1 OLP/educatore,

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Sede di intervento Risorse umane previste Attività delle risorse umaneFRATERNITA'

GIOVANI2 Ausiliaria,

personale volontario:6 volontari.

che le faccende domestiche.Volontario:- Accogliere il volontario;- Far conoscere al volontario la struttura

residenziale, il territorio dove ha sede il centro operativo, e tutti servizi che offre la comunità locale;

- Coinvolgere il volontario nella strutturazione di momenti di tempo libero durante la giornata.

- Aiutare il volontario ad entrare in relazione con gli ospiti del centro operativo.

- Programmare e preparare con il volontario attività di sensibilizzazione e di testimonianza durante l’anno di servizio civile nazionale.

- Collaborare e coinvolgere il volontario nella preparazioni di eventi, feste e manifestazioni del Centro Operativo.

Psicologo:- Formare il volontario della tipologia dell’utenza

del servizio sotto il profilo scientifico.

Sede 9: ISTITUTO RAZZETTI

personale retribuito:1 coordinatore,

1 OLP/educatore,1 Ausiliaria,

personale volontario:4 volontari.

Sede 10: CASA DI

ACCOGLIENZA SANT’ELISABETT

A

personale retribuito:1 coordinatore,

1 OLP/educatore,

personale volontario:6 volontari.

Sede 5: ASSOCIAZIONE PICCOLI PASSI

ONLUS

Personale retribuito :2 educatrici (P.T.)

1 psicologa1 educat. Nido (collab)

personale volontario:1 ass. sociale2 insegnanti

1 sarta6 volontari di supporto

Educatrici:- garantiscono la presenza costante e gestiscono

la relazione educativa con le madri e i bambini. Collaborano con le volontarie nella programmazione, gestione e verifica delle attività del centro.

Psicologa:- conduce corsi di formazione per le donne;

osserva la relazione mamma/bambino in un contesto informale non terapeutico.

L’educ. Nido: - conduce durante tutto l’anno i “laboratori del

colore” rivolti ai bambini 2-3 anni.

Assistente sociale:- responsabile della programmazione della attività

del centro, supervisiona le attività, segue le situazioni di disagio sociale.

Insegnanti: - Propongono corsi di alfabetizzazione per le

donne straniere utenti del servizio.Sarta: - organizza e segue il corso specifico per donne

italiane e straniere “cucire abiti e storie”

Altri volontari:- garantiscono la compresenza ogni giorno, e

gestiscono le specifiche attività

Totale personale retribuito: 33Totale personale volontario: 61

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8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO

Sede 1: ISTITUTO OPERA PAVONIANA Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Tentare di capire di che tipo di disagio l'utenza è portatrice.

Il volontario verrà formato ed accompagnato durante l’esperienza di volontariato, tale cosa richiederà incontri di formazione e verifiche continue per capire la capacità di osservazione del volontario e la capacità di contribuire alla compilazione dei diari personali.

Ob. 2.1.

Attività 2.1.1.Accompagnamento educativo nella cura di sè.

Affiancamento dell’educatore per quanto concerne la supervisione delle attività di lavaggio delle mani prima dei pasti o i denti dopo i pasti. E’ importante che il volontario conosca le varie fasi della giornata della comunità e le elementari norme di igiene.

Ob. 2.2.

Attività 2.2.1.Supportare l’ausiliaria nella gestione della quotidianità.

Affiancare l’ausiliaria nell’insegnare agli utenti a sistemare la camera da letto, ad essere capaci a stirare o a fare la lavatrice. Importante che il volontario accompagni ed insegni le azioni suddette e non si sostituisca all’utente

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”. E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche. Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 6.1.Attività 6.1.1.Sensibilizzare la comunità locale.

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

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Sede 2: ISTITUTO SUORE POVERELLE Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Conoscere e segnalare il disagio dell’utenza.

Al volontario verrà chiesto di formarsi e di acquisire un minimo di competenze e nozioni rispetto al disagio minorile e a quello di donne con figli a carico. Tale cosa permette al volontario di entrare meglio in “contatto” con gli utenti della struttura

Ob. 1.2. Attività 1.2.1.Accoglienza utenti

Gestire il gruppo degli utenti durante l’accoglienza di un nuovo utente della comunità.Accompagnamento e attenzione al nuovo arrivato cercando di farlo vivere in un clima famigliare

Ob. 2.1.

Attività 2.1.1.Accompagnamento educativo nella cura di sè.

Affiancamento dell’educatore per quanto concerne la supervisione delle attività di cura di sé (pettinarsi, ricambio dei vestiti…) di lavaggio delle mani prima dei pasti o i denti dopo i pasti. E’ importante che il volontario conosca le varie fasi della giornata della comunità e le elementari norme di igiene.

Ob. 2.2.

Attività 2.2.1.Supportare l’ausiliaria nella gestione della quotidianità.

Affiancare gli educatori nell’insegnare agli utenti a sistemare la camera da letto, gli spazi comuni, e a svolgere le piccole faccende domestiche in base al loro livello di autonomia.Importante che il volontario accompagni ed insegni le azioni suddette e non si sostituisca all’utente

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire spazi di gruppo e/o individuali dedicati allo studio e ai compiti. Assumere un atteggiamento incoraggiante verso i minori, aiutandoli a diventare consapevoli delle loro risorse e dei loro limiti. Verificare lo svolgimento dei compiti e la cura per il materiale scolastico. Incrementare il loro livello di autonomia nel tempo.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona sufficientemente “sana”, con una buona consapevolezza di sè e disponibile a mettersi in gioco anche dal punto di vista relazionale.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Saper riconoscere le dinamiche conflittuali fuori e dentro di sé, cercare di valutarne la portata e le proprie capacità di gestione. Confrontarsi con gli educatori o con l'OLP, se necessario.

Ob. 5.1.

Attività 5.1.1.Supporto agli educatori durante le visite dei familiari

Il volontario supporta l'educatore nella gestione del gruppo, mentre un altro educatore è impegnato nella visita dei famigliari di un utente del gruppo

Ob. 6.1. Attività 6.1.1.Sensibilizzare la

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

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Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

comunità locale.

Ob. 6.2.

Attività 6.2.1.Ricercare ed indirizzare famiglie d'appoggio e persone che vogliono fare un’esperienza di volontariato

Il volontario supporta l’educatore cercando tra le proprie conoscenze famiglie che vogliono conoscere la realtà del volontariato, oppure, chiedere informazioni rispetto a progetti di famiglie affidatarie e adottive

Ob. 6.3.Attività 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, convegni sul volontariato, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

Ob. 7.1.

Attività 7.1.1.Accudimento dei bisogni primari del bambino

Su indicazione dell'educatore, e in accordo con la madre del bambino, il volontario si prende cura dei bisogni del piccolo, curando i momenti del gioco o dell'addormentamento, se necessario.

Ob. 8.1.

Attività 8.1.1.Far conoscere e recarsi nei vari uffici del territorio

il volontario, su indicazione dell'educatore, si affianca alla donna per incoraggiarla e accompagnarla anche concretamente nei suoi passi verso l'autonomia: va con lei nelle agenzie interinali, legge il giornale alla ricerca delle offerte di lavoro,

Ob. 9.1.Attività 9.1.1.Cucinare, fare le pulizie

su indicazione dell'educatore il volontario si affianca alla donna mentre cucina o l'aiuta a fare le pulizie degli ambienti comuni, a lavare i piatti, oppure gioca con i bambini mentre la madre si occupa delle faccende.

Sede 3: LA COMUNITÀ ALLOGGIO MINORI “IL PANE E LE ROSE” /PADRI MARISTIObiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

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Sede 4: IL CAG “CARMEN STREET” / PADRI MARISTI Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura aggregativa siano persone sane.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti nelle attività svolte all'esterno della struttura.Trasportare i minori con i mezzi della struttura nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Il ruolo del volontario è di saper mediare, senza schierarsi preventivamente, ma al tempo stesso dimostrare l'importanza della conciliazione.

Ob. 5.1.

Attività 5.1.1.Supporto agli educatori durante l'accesso dei genitori alla struttura

Gestire il gruppo degli utenti durante l'incontro con il genitore di un utente del gruppo

Ob. 6.3.Attività 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, convegni sul volontariato, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

Ob. 10.1.

Attività 10.1.1.Compresenza con i gruppi informali che frequentano la struttura

In equipe avranno il compito di rileggere insieme agli educatori le dinamiche in atto e individuare insieme orientamenti da assumere per i genitori.

Ob. 11.1.

Attività 11.1.1.Presenza, supervisione, compartecipazione alle attività quotidiane

Il volontario si inserirà nella attività quotidiana del centro affiancando educatori professionali e i volontari nella gestione delle relazioni con i minori e giovani, interagendo con loro nei momenti di gioco libero, collaborando nella realizzazione delle attività strutturate (spazio compiti, giochi organizzati…). Sulla base delle proprie attitudini potrà con il tempo gestire alcune azioni specifiche quali l’organizzazione dei giochi di gruppo o la conduzione di un laboratorio.

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Sede 5: ASSOCIAZIONE PICCOLI PASSI ONLUS Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Conoscere e segnalare il disagio dell’utenza.

Al volontario verrà chiesto di formarsi e di acquisire un minimo di competenze e nozioni rispetto al disagio minorile e a quello di donne con figli a carico. Tale cosa permette al volontario di entrare meglio in “contatto” con gli utenti della struttura

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona capace di instaurare rapporti sereni e collaborativi con gli operatori e gli utenti del servizio

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione e accompagni l'utente nell'utilizzo di tutte le risorse che il territorio offre.

Ob. 6.1.Attività 6.1.1.Sensibilizzare la comunità locale.

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

Ob. 6.3.Attività Ob. 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

Ob. 12.1.Attività 12.1.1.Accudimento del minore

Su indicazione dell'educatore, e in accordo con la madre del bambino, il volontario si prende cura dei bisogni del piccolo, curando i momenti del gioco o dell'addormentamento, se necessario.

Sede 6: ACCOGLIENZA BIMBI S.LORENZO Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Il ruolo del volontario è di saper mediare, senza schierarsi preventivamente, ma al tempo stesso dimostrare l'importanza della conciliazione.

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Sede 7: COMUNITA' ALLOGGIO MINORI SUSA Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Conoscere e segnalare il disagio dell’utenza.

Il volontario verrà formato ed accompagnato durante l’esperienza di volontariato, tale cosa richiederà incontri di formazione e verifiche continue per capire la capacità di osservazione del volontario e la capacità di contribuire alla compilazione dei diari personali.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1.Accoglienza utenti

Gestire il gruppo degli utenti durante l’accoglienza di un nuovo utente della comunità.Accompagnamento e attenzione al nuovo arrivato cercando di farlo vivere in un clima famigliare

Ob. 2.1.

Attività 2.1.1.Accompagnamento educativo nella cura di sè.

Affiancamento dell’educatore per quanto concerne la supervisione delle attività di cura di sé (pettinarsi, ricambio dei vestiti…) di lavaggio delle mani prima dei pasti o i denti dopo i pasti. E’ importante che il volontario conosca le varie fasi della giornata della comunità e le elementari norme di igiene.

Ob. 2.2.

Attività 2.2.1.Supportare l’ausiliaria nella gestione della quotidianità.

Leggere parzialmente i progetti di autonomia dei minori; affiancare l’ausiliaria nell’insegnare agli utenti a sistemare la camera da letto, ad essere capaci a stirare o a fare la lavatrice.Importante che il volontario accompagni ed insegni le azioni suddette e non si sostituisca all’utente

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Il ruolo del volontario è di saper mediare, senza schierarsi preventivamente, ma al tempo stesso dimostrare l'importanza della conciliazione.

Ob. 5.1.

Attività 5.1.1.Supporto agli educatori durante le visite dei familiari

Gestire il gruppo degli utenti durante la visita dei famigliari di un utente del gruppo

Ob. 6.1.Attività 6.1.1.Sensibilizzare la comunità locale.

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

Ob. 6.2. Attività 6.2.1. Cercare famiglie che vogliono conoscere la realtà del

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Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ricercare ed indirizzare famiglie d'appoggio e persone che vogliono fare un’esperienza di volontariato

volontariato, oppure, chiedere informazioni rispetto a progetti di famiglie affidatarie e adottive

Ob. 6.3.Attività 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, convegni sul volontariato, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

Sede 8: COOPERATIVA SOCIALE FRATERNITA' GIOVANI Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Conoscere e segnalare il disagio dell’utenza.

Il volontario verrà formato ed accompagnato durante l’esperienza di volontariato, tale cosa richiederà incontri di formazione e verifiche continue per capire la capacità di osservazione del volontario e la capacità di contribuire alla compilazione dei diari personali.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1.Accoglienza utenti

Gestire il gruppo degli utenti durante l’accoglienza di un nuovo utente della comunità.Accompagnamento e attenzione al nuovo arrivato cercando di farlo vivere in un clima famigliare

Ob. 2.1.

Attività 2.1.1.Accompagnamento educativo nella cura di sè.

Affiancamento dell’educatore per quanto concerne la supervisione delle attività di cura di sé (pettinarsi, ricambio dei vestiti…) di lavaggio delle mani prima dei pasti o i denti dopo i pasti. E’ importante che il volontario conosca le varie fasi della giornata della comunità e le elementari norme di igiene.

Ob. 2.1.

Attività 2.2.1.Supportare l’ausiliaria nella gestione della quotidianità.

Leggere parzialmente i progetti di autonomia dei minori; affiancare l’ausiliaria nell’insegnare agli utenti a sistemare la camera da letto, ad essere capaci a stirare o a fare la lavatrice.Importante che il volontario accompagni ed insegni le azioni suddette e non si sostituisca all’utente

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3. Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare

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Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civilegli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Il ruolo del volontario è di saper mediare, senza schierarsi preventivamente, ma al tempo stesso dimostrare l'importanza della conciliazione.

Ob. 5.1.

Attività 5.1.1.Supporto agli educatori durante le visite dei familiari

Gestire il gruppo degli utenti durante la visita dei famigliari di un utente del gruppo

Ob. 6.1.Attività 6.1.1.Sensibilizzare la comunità locale.

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

Ob. 6.2.

Attività 6.2.1.Ricercare ed indirizzare famiglie d'appoggio e persone che vogliono fare un’esperienza di volontariato

Cercare famiglie che vogliono conoscere la realtà del volontariato, oppure, chiedere informazioni rispetto a progetti di famiglie affidatarie e adottive

Ob. 6.3.Attività 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, convegni sul volontariato, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

Sede 9: ISTITUTO RAZZETTI Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Conoscere e segnalare il disagio dell’utenza.

Al volontario verrà chiesto di formarsi e di acquisire un minimo di competenze e nozioni rispetto al disagio minorile e a quello di donne con figli a carico. Tale cosa permette al volontario di entrare meglio in “contatto” con gli utenti della struttura

Ob. 1.2. Attività 1.2.1.Accoglienza utenti

Gestire il gruppo degli utenti durante l’accoglienza di un nuovo utente della comunità.Accompagnamento e attenzione al nuovo arrivato cercando di farlo vivere in un clima famigliare

Ob. 2.1.

Attività 2.1.1.Accompagnamento educativo nella cura di sè.

Affiancamento dell’educatore per quanto concerne la supervisione delle attività di cura di sé (pettinarsi, ricambio dei vestiti…) di lavaggio delle mani prima dei pasti o i denti dopo i pasti. E’ importante che il volontario conosca le varie fasi della giornata della comunità e le elementari norme di igiene.

Ob. 2.2.

Attività 2.2.1.Supportare l’ausiliaria nella gestione della quotidianità.

Leggere parzialmente i progetti di autonomia dei minori; affiancare l’ausiliaria nell’insegnare agli utenti a sistemare la camera da letto, ad essere capaci a stirare o a fare la lavatrice.Importante che il volontario accompagni ed insegni le azioni suddette e non si sostituisca all’utente

Ob. 3.1.

Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

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Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Il ruolo del volontario è di saper mediare, senza schierarsi preventivamente, ma al tempo stesso dimostrare l'importanza della conciliazione.

Ob. 5.1.

Attività 5.1.1.Supporto agli educatori durante le visite dei familiari

Gestire il gruppo degli utenti durante la visita dei famigliari di un utente del gruppo

Ob. 6.1.Attività 6.1.1.Sensibilizzare la comunità locale.

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

Ob. 6.2.

Attività 6.2.1.Ricercare ed indirizzare famiglie d'appoggio e persone che vogliono fare un’esperienza di volontariato

Cercare famiglie che vogliono conoscere la realtà del volontariato, oppure, chiedere informazioni rispetto a progetti di famiglie affidatarie e adottive

Ob. 6.3.Attività 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, convegni sul volontariato, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

Sede 10: CASA DI ACCOGLIENZA SANT’ELISABETTAObiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1.

Attività 1.1.1.Conoscere e segnalare il disagio dell’utenza.

Al volontario verrà chiesto di formarsi e di acquisire un minimo di competenze e nozioni rispetto al disagio minorile e a quello di donne con figli a carico. Tale cosa permette al volontario di entrare meglio in “contatto” con gli utenti della struttura 30%

Ob. 1.2. Attività 1.2.1.Accoglienza utenti

Gestire il gruppo degli utenti durante l’accoglienza di un nuovo utente della comunità.Accompagnamento e attenzione al nuovo arrivato cercando di farlo vivere in un clima famigliare 60%

Ob. 2.1.

Attività 2.1.1.Accompagnamento educativo nella cura di sè.

Affiancamento dell’educatore per quanto concerne la supervisione delle attività di cura di sé (pettinarsi, ricambio dei vestiti…) di lavaggio delle mani prima dei pasti o i denti dopo i pasti. E’ importante che il volontario conosca le varie fasi della giornata della comunità e le elementari norme di igiene.

Ob. 3.1. Attività 3.1.1.Gestire momenti di studio. Insegnare un metodo di studio.

Gestire momenti di gruppo durante lo svolgimento dei compiti scolastici. Apprendere metodi di studio. Capire le capacità del minore e valorizzarle per invogliarlo allo studio. Affiancare gli utenti della struttura e cercare di fornire e verificare lo svolgimento dei compiti creando un percorso di autonomia.

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Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile90%

Ob. 4.1.

Attività 4.1.1.Monitoraggio della relazione volontario-utenti

Il ruolo del volontario è essere una persona “sana”.E’ importante che il volontario e le altre figure della struttura residenziale siano persone sane e siano in contrapposizione con tutto il disagio che hanno vissuto precedentemente all’inserimento in comunità.90%

Attività 4.1.2.Compresenza nei momenti di vacanza

Il volontario preseterà servizio insieme agli operatori presso la località turistica durante i periodi di vacanza

Ob. 4.2.Attività 4.2.1.Coinvolgere in attività ricreative

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’Olp o dall’educatore presente in struttura.Le diverse attività devono essere comunicate agli educatori, i quali creano l’occasione e le possibilità per mettere in atto le diverse attività; il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 4.3.Attività 4.3.1.Accompagnamento nei contesti territoriali

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che sia capace di organizzare momenti di aggregazione, di gite e soprattutto che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti a visite specialistiche e psicologiche.Trasportare i minori con i mezzi della comunità nelle attività ed incontri concordati ed organizzati con gli educatori 60%

Ob. 4.4. Attività 4.4.1.Gestione dei conflitti.

Il ruolo del volontario è di saper mediare, senza schierarsi preventivamente, ma al tempo stesso dimostrare l'importanza della conciliazione.

Ob. 5.1.

Attività 5.1.1.Supporto agli educatori durante le visite dei familiari

Gestire il gruppo degli utenti durante la visita dei famigliari di un utente del gruppo

Ob. 6.1.Attività 6.1.1.Sensibilizzare la comunità locale.

Il volontario supporterà l’olp nell’organizzare e promuovere le attività di sensibilizzazione programmate.

Ob. 6.2.

Attività 6.2.1.Ricercare ed indirizzare famiglie d'appoggio e persone che vogliono fare un’esperienza di volontariato

Cercare famiglie che vogliono conoscere la realtà del volontariato, oppure, chiedere informazioni rispetto a progetti di famiglie affidatarie e adottive

Ob. 6.3.Attività 6.3.1.Organizzazione di attività

Essere testimoni del servizio che fanno tutti i giorni.Organizzare feste, convegni sul volontariato, attività varie all’interno del territorio del centro operativo.Organizzare banchetti informativo sulle possibilità di volontariato nel territorio durante le diverse manifestazione.

8) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

N. posti: 18

9) Numero posti con vitto e alloggio:

N. posti: 0

Modalità di fruizione del vitto e dell’alloggio:

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Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con vitto e alloggio (indicare il codice sede e il numero di posti con V/A):

10) Numero posti senza vitto e alloggio:

N. posti: 0

11) Numero posti con solo vitto:

N. posti: 18

Sedi (come da punto 16) Numero posti con solo vittoIst. Opera Pavoniana 4Ist. Suore Poverelle 3

Comunita' alloggio / Padri Maristi 1CAG Carmen street / Padri Maristi 1

Centro diurno / associazione Piccoli Passi 1Accoglienza bimbi / S.Lorenzo Brescia 1

Comunita' alloggio minori Susa / Mamre' 1Fraternita' Giovani 3

Istituto Razzetti 1Associazione di Volontariato S. Elisabetta 2

Modalità di fruizione del vitto:Il progetto prevede per le sedi di attuazione indicate in seguito la fornitura del solo vitto in quanto, come descritto al punto 8, la tipologia dei servizi richiedono la permanenza dei volontari anche durante i pasti. Il vitto sarà fornito all’interno delle stesse sedi di attuazione.

12) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

1400 ore12 settimanali

13) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

5

14) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali di 2-3 giornate organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto.

Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi.

Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di:eventi di formazione e sensibilizzazione diocesani, regionali o nazionale (es. incontro nazionale giovani in servizio civile)

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CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE15) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto:

L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande è: CARITAS DIOCESANA DI BRESCIAPiazzetta Martiri di Belfiore, 4 cap 25100, città di Brescia – Tel.: 0303753212, Fax: 3752039, e-mail [email protected] Persona di riferimento: Diego Mesa

N.Sede di

attuazione del progetto

Comune IndirizzoCodice

identificativo sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Cognome e nome Data di nascita Codice Fiscale

1Ist. Opera Pavoniana BRESCIA

[Brescia]PAVONI 9, 29832 4 Tranfa Gianni

11/04/1974 TRFGNN74D11B157M

2Ist. Suore Poverelle BRESCIA

[Brescia]

FRAT. BRONZETTI 17, 29834 3 Martina

Pierangela 7/01/1966 MRTPNG66A47B157A

3Comunita' alloggio /

Padri Maristi BRESCIA [Brescia]

Via Belvedere, 24 79899 1 Ottolini Giovanna

26/10/1970 TTLGNN70R66B157P

4CAG Carmen

street / Padri MaristiBRESCIA [Brescia] Vicolo Manzone, 7 79898 1 Cavellini

Alessandro06/07/1967 CVLLSN77L06B157C

5Centro diurno /

associazione Piccoli Passi

BRESCIA [Brescia]

VIA PULUSELLA 10 63514 1 Elena

Moretti 14-5-1964 MRTLNE64E54B157T

6 Accoglienza bimbi / S.Lorenzo Brescia

BRESCIA [Brescia]

Via Moretto, 55 79891 1 Gelmini Roberta 3/12/1976 GLMRRT6T70B157A

7Comunita' alloggio

minori Susa / Mamre'

LOGRATO [Brescia]

VIA FRATTI, 6 63494 1 Mauro Padovani2 novembre 1978 PDVMRA78502B157X

8 Fraternita' Giovani OSPITALETTO [Brescia]

VIA I MAGGIO, 3 OSPITALETTO,

7722 3 Ivo Saiani 22 aprile 1978 SNAVIO78D22B157M

9 Istituto Razzetti BRESCIA [Brescia]

VIA MILANO, 30 BRESCIA 29859 1 Viscardi Monica 25 febbraio

1974 VSCMNC74B65B157A

10Associazione di Volontariato S.

Elisabetta

Bagnolo Mella (BS) Via Zanardelli, 24 20247 2 Emilguerri

Enrica 30 novembre 1977 MLGNRC77S70E884V

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16) Altre figure impiegate nel Progetto:

N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo

Cod. ident

. sede

N. TUTOR RESP. LOCALI ENTE ACC.

Cognome e nome Data di

nascitaC.F. Cognome

e nomeData di nascita C.F.

1Ist. Opera Pavoniana BRESCIA

[Brescia]PAVONI 9, 2983

24 Becattini

Maria Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

2Ist. Suore Poverelle BRESCIA

[Brescia]

FRAT. BRONZETTI 17,

29834

3 Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

3Comunita' alloggio /

Padri Maristi BRESCIA [Brescia]

Via Belvedere, 24

79899 1

Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

4CAG Carmen street /

Padri MaristiBRESCIA [Brescia]

Vicolo Manzone, 7

79898 1

Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

5Centro diurno /

associazione Piccoli Passi

BRESCIA [Brescia]

VIA PULUSELLA 10

63514

1 Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

6Accoglienza bimbi / S.Lorenzo Brescia BRESCIA

[Brescia]Via Moretto, 55 7989

11 Becattini

Maria Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

7Comunita' alloggio

minori Susa / Mamre' LOGRATO [Brescia]

VIA FRATTI, 6 63494

1 Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

8Fraternita' Giovani OSPITALET

TO [Brescia]

VIA I MAGGIO, 3

OSPITALETTO,

7722 3 Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

9Istituto Razzetti BRESCIA

[Brescia]VIA MILANO, 30

BRESCIA 2985

9

1 Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

10Associazione di Volontariato S.

Elisabetta

Bagnolo Mella (BS)

Via Zanardelli, 24

20247

2 Becattini Maria

Teresa

23 aprile 1954

BCTMTR54D63D612

Q

GiorgioCotelli

30-09-1960

CTLGGD60P30I433X

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17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana.La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani.

ATTIVITA’ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALESito Caritas Italiana www.caritasitaliana.itFoglio informativo quindicinale on line InformaCaritas di Caritas ItalianaMensile della Caritas Italiana Italia CaritasBlog del Tavolo ecclesiale per il servizio civile www.esseciblog.itAlmeno 4 incontri l’anno di coordinamento e promozione con il Tavolo ecclesiale per il servizio civile, composto dalla Caritas Italiana, alcuni Uffici della Conferenza Episcopale Italiana, l’Azione Cattolica Italiana e vari enti e organismi di ispirazione cattolica che promuovono il Servizio Civile Nazionale. Il Tavolo ecclesiale ha l’obiettivo di promuovere il servizio civile nelle Diocesi e presso le articolazioni territoriali dei suoi membri.

Progetto di promozione del servizio civile in collaborazione con l’Azione Cattolica Italiana, presso i gruppi giovanile delle Azioni Cattoliche diocesane.

Stampa di pieghevoli, poster e segnalibro sul servizio civile.

Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo).

In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC.

Promozione del servizio civile alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2010 con la partecipazione di alcuni giovani in servizio civile.

ATTIVITA’ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO DEL TERRITORIO DI BRESCIA:

• Sito Caritas Diocesana di Brescia www.brescia.caritas.it che descrive nelle varie sezioni del sito i progetti e le diverse sedi di realizzazione, pubblicizza i diversi bandi e racconta le esperienze dei giovani in servizio civile. Inoltre, una casella postale mail [email protected]

• Pieghevoli, brochure e locandine contenenti una prima informazione sul Servizio Civile presso la sede di Caritas Diocesana di Brescia

• Articoli e comunicati stampa su pubblicazioni periodiche e quotidiani (“Giornale di Brescia”, “Il Brescia”, “Brescia Oggi”, “Il Brescia”, “La voce del Popolo”);

• Siti internet www.diocesi.brescia.it, www.oratori.brescia.it;, www.grandestate.it, • Rivista “Italia Caritas”, mensile indirizzato a tutte le parrocchie• Bollettini parrocchiali nella diocesi di Brescia:“La Voce di Piamborno” in Piamborno, “La Voce”

parrocchia di San Gottardo in Brescia, “L’eco di Breno” in Breno, Bollettino Brescia Caritas ed i diversi e numerosi bollettini di tutte le parrocchie della Diocesi di Brescia

Alcuni strumenti di pubblicizzazione sono trasversali ai progetti presentati da Caritas Diocesana di Brescia.(“LA SPERANZA IN GIOCO” ; “PIU’ FORTE RAGAZZI”; “INSIEME SI PUÒ”; “SPAZIO AI PICCOLI”).

ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO

• Promozione e sensibilizzazione presso il proprio territorio natale (città, paese, parrocchia, scuola…) anche se non centri operativi di Caritas Diocesana di Brescia per il servizio civile nazionale.

• Promozione e sensibilizzazione presso il centro operativo durante il tirocinio pratico del giovane indirizzato ai volontari e alle persone che frequentano il centro operativo e che non conoscono il Servizio Civile Nazionale. Ai candidati è richiesto un tirocinio pratico di 20 ore minime il quale viene richiesto da Caritas Diocesana di Brescia prima della selezione dei candidati.

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Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto:…10 ore

ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO

• Promozione e testimonianza presso il proprio territorio natale (città, paese, parrocchia) anche se non centri operativi di Caritas Diocesana di Brescia per il servizio civile nazionale.

• Promozione e testimonianza presso il centro operativo durante lo svolgimento del servizio civile del giovane, indirizzate ai volontari e alle persone che frequentano il centro operativo e che non conoscono il Servizio Civile Nazionale.

• Partecipazione attiva, collaborazione e testimonianza alla fiera provinciale “Vivi no-profit Brescia” di tutte le strutture no-profit che aderiscono a tale manifestazione, con richiesta ai giovani di promuovere e pubblicizzare il servizio civile con la propria esperienza e un banchetto informativo.

• Collaborazione e partecipazione attiva per la pubblicizzazione con Centro Missionario Diocesano, Ufficio di Pastorale Giovanile, Università Cattolica di Brescia, Centro Comunità Universitaria e Centro Universitario Diocesano

• Organizzazione e partecipazione alla giornata di San Massimiliano (patrono dei giovani in Servizio Civile).

• Promozione ed organizzazione di incontri di sensibilizzazione e approfondimento con i seguenti gruppi: oratori, parrocchie, Centri Aggregazione Giovanile, Cooperative Sociali, Associazioni e Scuole, per diffondere capillarmente la cultura del Servizio Civile. Tali incontri verranno organizzati grazie al contributo del Centro Oratori di Brescia e grazie ai contatti con le scuole private e statali.

Totale ore dedicate durante il servizio civile: 15 ore.

Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: 25 ore.

Formazione generale dei volontari

18) Sede di realizzazione: • a livello Diocesano, presso la sede di Caritas Diocesana di Brescia o nelle sedi dei

centri operativi aderenti al progetto;• a livello Regionale, presso il Centro Orientamento Educativo di Barzio in via Milano, o

altre sedi a seconda delle necessità.

19) Contenuti della formazione:

A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dall’UNSC in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi

Una prima fase di 33 ore circa che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari”in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale).La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:

Moduli UNSC Moduli Caritas Tempistica Modalità (1) L’identità del gruppo in formazione Sostenere l’esperienza e la sua

rielaborazioneFavorire l’attenzione alla cura delle relazioniSostenere la motivazioneSostenere l’orientamento per il futuro

3+3 1 F – 5 I

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Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria

2 2 F

Il dovere di difesa della Patria 2 2 F La difesa civile non armata e

nonviolenta2 1 F – 1 I

La protezione civile Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale

3 2 F – 1I La solidarietà e le forme di

cittadinanza3 2 F – 1 I

Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

3 2 F – 1 I

La normativa vigente e la Carta di impegno etico

2 1 F – 1I

Diritti e doveri del volontario del servizio civile

2 2 F

Presentazione dell’Ente Lavoro per progetti

Conoscere la Caritas come ente ecclesiale 4 3 F – 1 I

Il lavoro per progetti La progettazione in ambito sociale 2 1 F – 1 IAbilitare e sostenere la comunicazione e l’animazione del territorio durante e dopo il servizio

2 1 F – 1 I

33 20 F – 13 I(1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali

Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione.

Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo.

Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari.

Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta.

20) Durata:

Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

21) Sede di realizzazione: Caritas Diocesana di Brescia o altre sedi di Caritas a seconda delle necessità, oppure sedi di centri operativi accreditati e aderenti al progetto di Servizio Civile.

22) Modalità di attuazione: La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente

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