Comunità Aperta - Maggio '14

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ANNO IV NUMERO SETTIMO MAGGIO 2014 C O M UN I T A’ A P ER T A C O M UN I T A’ A P ER T A NEWS PERIODICO DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE DI S. BENEDETTO

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Periodico della comunità parrocchiale San Benedetto di Milano - Numero settimo maggio 2014

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ANNO IVNUMERO SETTIMO

MAGGIO 2014

COMUNITA’APERTA

COMUNITA’APERTA

NEWS

PERIODICO DELLA COMUNITA’ PARROCCHIALE DI S. BENEDETTO

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COMUNITA’ APERTA NEWS

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Parrocchia S. Benedettovia Caterina da Forlì,19 20146 Milano

Segreteria: tel 02471554 fax 024223677

Orari S. Messe:

Feriali: ore 9.00 e 18.00

Festive: vigiliari ore 18.00

domenica ore 8.30/10.00/11.30/18.00

• Carissimi parrocchiani

• Obiettivosu!

• ALT

• VitadiComunità

• Flash

• Calciod’angolo

• Inbacheca

• Graffiti

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Indice

Direttore:

Responsabile redazione:

Collaboratori

Coordinamento esecutivo:

Redazione:

Segreteria:

Stampa:

Distribuzione

Contatti

Don Ugo Dei Cas

Don Alessandro Digangi

Don Renzo VanoiDon Paolo Clerici

Luciano AlippiDavide Cassinadri

Letizia AlippiLuca CeciCarla FerrariFederico LucreziSara SantusGiulia Soresini

Stefania De Mas

Simona MorrealeFederico Ratti

Luca Cartotto

[email protected]

Quale futuro per la famiglia?don Loris Giacomelli

Totus TuusMateo Foppa

IN COPERTINA: MADONNA DELLA SEGGIOLA di Raffaello Sanzio, 1483 - 1520

LaRedazione

Visto che la storia dell’arte ha una precaria esistenza, a quanto pare,

nella scuola, facciamo un po’ di cultura

almeno noi …

Don Orione e l’amore per la Santa Madonnadon Paolo Clerici

Quale futuro per la famiglia?Francesca De Negri

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Carissimi parrocchiani...Carissimi parrocchiani...

Cari parrocchiani,è Papa Francesco che si esprime così nella parte finale della sua esortazione apostolica “La gioia del Vangelo”. Sta parlando della “forza misteriosa del Risorto e del suo Spirito”. Sta offrendo a tutti noi le certezze che sono in grado di sostenere e animare la nostra missione di evangelizzatori, annunciatori della Risurrezione di Cristo. «Cristo risorto e glorioso è la sorgente profonda della nostra speranza e non ci mancherà il suo aiuto per compiere la missione che Egli ci affida». E continua: «La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della risurrezione. E’ una forza senza uguali. E’ vero che molte volte sembra che Dio non esista, vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile.Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare, a sbocciare e a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia. I valori tendono sempre a riapparire in nuove forme, e di fatto l’essere umano è rinato molte volte da situazioni che sembravano irreversibili. Questa è la forza della risurrezione e ogni evangelizzatore è uno strumento di tale dinamismo.» (E.V. 276).Cari parrocchiani credo che anche voi come me sentiate la verità di queste parole e vi ritroviate nel cuore il desiderio di scoprire in voi e attorno a voi questa forza “ostinata e invincibile della vita”. Ce l’abbiamo dentro, perché Cristo vive in noi!E’ questo l’augurio che vorrei fare a ciascuno in questo periodo pasquale che ci porterà a celebrare la Pentecoste, lasciamo sbocciare questa vita in noi, lasciamoci afferrare da Gesù risorto e con Lui portiamo questa Vita a tutti i nostri fratelli.

don Renzo Vanoi

Madagascar - 29 Aprile 2014Alla parrocchia di San Benedetto MilanoCarissimi amici,vi ringrazio dell’offerta di 2.500 euro che avete voluto devolvere ai bambini del Madagascar.La vostra “ciotola di riso” aiuterà noi ad acquistare molto riso per i nostri bambini e i nostri poveri.Grazie di vero cuore, e che Dio ricompensi la vostra generosità

Giovedì 15 maggioSanta Messa h. 21.00

Domenica 18 maggioSolenne concelebrazione ore 10:30

Venerdì 16 maggioSanta Messa h. 21.00

Sabato 17 maggioSanta Messa h. 18.00Triduo

don Orione 2014orari

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Obiettivo su! Totus tuusAvevo nove anni, l’età di mio figlio. Poco prima dell’ora di cena stavo passeggiando con mio padre per le vie di un paese della collina brianzola, dove eravamo andati a trovare un conoscente. Ho in mente l’aria umida intorno alle lampadine dei lampioni, il freddo della sera di ottobre. Improvvisamente suonano le campane. A festa. É il primo ricordo che ho di Giovanni Paolo II.L’ultimo è un libro appoggiato a una bara di legno chiaro, sfogliato dal vento inquieto. Ero da poco diventato padre per la seconda volta, e vedevo, su un mega schermo in piazza a Lodi, in mezzo ai miei allievi, i funerali di Karol Wojtyla.

É stato il santo della mia giovinezza. Di tutta la mia giovinezza.Ma il ricordo più vivido che ho sono le parole che Giovanni Paolo II disse sotto le mura del santuario di Jasna Gora a Czestochowa, nell’agosto del 1991 “Io sono, davanti a Te che sei” . La mia vita prende forma, contenuto e profondità stando davanti a Te, vivendo alla Tua presenza. Non sapevo che cosa quelle parole, pronunciate in polacco e tradotte dalla radio (ogni gruppo doveva sintonizzare la sua radio su specifiche frequenze, per sentire la traduzione nella propria lingua), avrebbero potuto significare nella mia vita. Ma erano già vere in quel momento, e lo sono state

sempre di più.Quelle parole erano il commento al primo dei tre passaggi dell’Appello alla Madonna di Jasna Gora: io sono, mi ricordo, veglio, il tema della Giornata Mondiale dei Giovani di quell’anno. Sono andato a rileggermelo (potenza del web) facendo riemergere dalla memoria tutto quello che Giovanni Paolo II ci disse quella notte. E rileggendo ho capito il suo motto: Totus tuus, tutto tuo, tutto di Maria, come Maria, tutto di Dio.In quelle parole Maria è quello che deve essere un uomo che voglia capire e vivere il proprio mistero.“Sono vicino a te. Mi ricordo di te. L’uomo è davanti a Dio, rimane presso Dio mediante l’azione del ricordare. In tal modo egli conserva le parole di Dio e le grandi opere di Dio, meditandole nel suo

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Obiettivo su!

Matteo Foppa

cuore come Maria di Nazaret. Prima che gli autori ispirati annotassero la verità della vita eterna rivelata in Gesù Cristo, tale verità era già stata annotata ed accolta dal Cuore della Madre sua (cf. Lc 2, 51). Maria ha fatto questo nel modo più profondo, divenendo essa stessa un “testo vivente” dei misteri divini. Le parole “Sono vicino a te, mi ricordo di te” riguardano in maniera particolare Maria ancor più che i discepoli del Divin Maestro”Siamo venuti qui, cari Amici, per partecipare al ricordo mariano delle grandi opere di Dio. Per partecipare alla memoria della Chiesa, che vive in religioso ascolto delle Scritture ispirate. Accostiamoci alla Sacra Scrittura, fonte d’ispirazione per noi stessi, in modo che essa sia fonte della nostra vita interiore. Scopriamo in essa, in maniera sempre nuova e sempre più piena, il meraviglioso ed inscrutabile mistero dell’”Io-Sono” divino.Scopriamo anche il mistero del nostro “io sono” umano. Infatti anche l’uomo è un mistero. Il Concilio Vaticano II ha ricordato che “il mistero dell’uomo viene svelato pienamente soltanto in Gesù Cristo” (cf. Gaudium et spes, 22).”E ancora, a proposito del vegliare: “Qui, a Jasna Gora, la parola “veglio” ha un contenuto mariano, corrispondente al significato dell’Icona della Madre di Dio. “Veglio”, esprime l’atteggiamento della Madre. La sua vita e la sua vocazione si esprimono nel vegliare. Essa veglia sull’uomo sin dai primi attimi del suo esistere. Tale veglia si accompagna con la tristezza e con la gioia. “La donna quando partorisce è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione, per la gioia

che è venuto al mondo un uomo” (Gv 16,21) - sono parole di Cristo stesso. La veglia materna di Maria, quale esperienza imperscrutabile! Quale messaggio iscritto misteriosamente in un cuore femminile, che è vissuto esclusivamente di Dio! Davvero: “Grandi cose ha fatto in Lei il Signore, e Santo è il suo nome” (cf. Lc 1,49)”Totus tuus: esattamente come per Maria, vivere è riconoscere, ricordare e custodire il fatto che siamo rapporto con Dio.

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ALT Aziona La

Testa

“Non avrà problemi” mormorò Ginny.Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.“Lo so”.La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.Così finisce l’avventura del piccolo mago Harry Potter. Un finale che sempre mi ha colpito e fatto pensare. Harry sa che tutto è finito, lui è riuscito a sconfiggere definitivamente il male e tutto quello che lo circondava. Il finale è tutto un florilegio di bei sentimenti e appassionanti desideri ma Harry si tocca una cicatrice, quell’elemento che gli ricorda la sua storia, il suo cammino, le fatiche che ha dovuto affrontare.Rileggendo questo finale mi veniva in mente la vicenda

narrata nel vangelo di Giovanni al capitolo venti, quando il buon Tommaso non credendo alla testimonianza dei suoi amici dice: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».Il tempo di Pasqua che siamo chiamati a vivere ci sprona a ricordarci che Cristo ha vinto la morte, ha distrutto il male ed ha sconfitto tutto ciò che di negativo esiste. Tutto questo deve farci trasalire di gioia fiduciosa nel Signore, il Vivente, che continua a vivere in mezzo a noi.Tommaso chiede di toccare i segni dell’amore di Dio per noi, le sue piaghe, così come Harry, finita la vicenda deve toccarsi la cicatrice per ricordarsi tutto quello che ha passato.

In questi due accostamenti mi sembra di scorgere il vero significato della Pasqua.Il fatto che il Signore è risorto non è sinonimo di un cammino tranquillo fatto solamente di gioia. Il Vivente non ci toglie nulla degli sforzi che dobbiamo fare per raggiungere la felicità, non declina le nostre responsabilità prendendo decisioni al nostro posto. No! Gesù chiede a me, a noi, di rifare il cammino esistenziale della Pasqua, quello che passa dall’ultima cena, si infrange contro la croce e si meraviglia di fronte ad una tomba vuota.Di questo cammino ci rimane la gioia, certo, ma non ci vengono tolte le cicatrici del cammino percorso. Questo non perché Dio ama vederci soffrire ma perché in fondo il dolore e il cammino per arrivare alla gioia ci educa e ci fa da memoriale, cioè da memoria sempre attuale, degli sforzi che abbiamo fatto per raggiungere la gioia, quella vera.Vivere allora questo tempo di Pasqua significa anche, ogni tanto, dire che tutto andrà bene e farlo con la consapevolezza di non essere soli, nello stesso tempo riconoscere con concretezza le nostre cicatrici, presenti in noi ma che non fanno più male.

La memoria di alcune cicatrici

don Ale

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Quale futuro per la

famiglia?Cari amici della Redazione di “Comunità aperta”, su vostro invito volentieri stendo due righe sul tema che tratteremo domenica 27 aprile, in occasione del tradizionale incontro annuale con gli operatori pastorali delle nostre parrocchie.Alcuni parroci hanno voluto proporre un tema su cui riflettere particolarmente delicato ed anche spinoso: “QUALE FUTURO PER LA FAMIGLIA?”. Perché questa tematica? Oggi, per chi è attento e valuta seriamente le varie opinioni e notizie che ci vengono dai mass media, non può non avvertire un senso di inquietudine. Mi spiego, attualmente è in atto una campagna mediatica che tenta di indurre l’opinione pubblica a credere che esista nel nostro Paese un grave ed allarmante fenomeno di discriminazione basato sull’orientamento sessuale, talmente diffuso da imporre ferree ed esemplari misure legislative per contrastarlo. Tutto ciò, nonostante i dati oggettivi dicano il contrario e nonostante sia in corso una pervasiva campagna propagandistica a favore dell’ideologia pansessualista, che riesce ad infilarsi persino nell’intimità familiare degli italiani attraverso il potente mezzo televisivo.La legge in discussione in parlamento contiene seri profili di incostituzionalità e, soprattutto, mette a rischio la libertà di opinione di coloro che si oppongono al matrimonio tra persone dello stesso sesso, all’adozione di minori da parte di coppie omosessuali, (cfr. al tal riguardo l’articolo 2357

del Catechismo della Chiesa Cattolica).L’impianto ideologico dell’intervento normativo in discussione al parlamento italiano è poi reso evidente da un fatto oggettivo: gli omosessuali ed i transessuali godono già di tutti gli ampi strumenti che l’ordinamento giuridico mette a loro disposizione, dal codice penale a quello civile, per difendere la propria dignità personale e tutelarsi da forme di ingiusta discriminazione, già peraltro vietate dall’art. 3 della nostra Costituzione, il quale sancisce che tutti i cittadini – a prescindere dal proprio orientamento sessuale – «hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».Il rischio è semmai quello di un intervento ideologico ed invasivo dello Stato nell’educazione dei giovani (particolarmente in ambito sessuale), attraverso il recepimento di raccomandazioni e regolamenti che giungono dalle istituzioni comunitarie ed internazionali, a forte impronta omosessualista. Come ricordava Benedetto XVI in quello splendido documento che va sotto il nome di Caritas in Veritate, «la Chiesa, che ha a cuore il vero sviluppo dell’uomo, gli raccomanda il pieno rispetto dei valori umani anche nell’esercizio della sessualità», che «non può ridursi a mero fatto edonistico e ludico, così come l’educazione sessuale non si può ridurre a

un’istruzione tecnica, con l’unica preoccupazione di difendere gli interessati da eventuali contagi o dal “rischio” procreativo». Perciò il Santo Padre esortava ad «opporre la competenza primaria delle famiglie in questo campo, rispetto allo Stato e alle sue politiche restrittive» (n. 44).La Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna, e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato, perché in caso contrario, si assisterebbe all’autodistruzione dell’uomo e quindi alla distruzione dell’opera stessa di Dio.Come ricordava ancora Benedetto XVI nel

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Vita di comunità COMUNITA’ APERTA NEWS

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discorso tenuto il 22 dicembre 2008 affermava: «ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nell’autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore», proprio perché «l’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda», anche se «in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore». Aggiungeva il Papa, con un’efficace metafora, che «le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione».Oggi assistiamo al tentativo di una vera e propria rivoluzione antropologica, e noi come cattolici e credenti, come Chiesa, don Loris Giacomelli

non possiamo assistere passivamente ad una propaganda pericolosa che va ad intaccare gli elementi costitutivi ed essenziali dell’uomo.L’appuntamento del 27 aprile vuole essere pertanto un’occasione preziosa, grazie anche all’intervento dell’Avv.to Gianfranco Cerrelli, di riflessione pacata e condivisa , non si vogliono certamente alzare “staccionate” contro nessuno, ma semplicemente sensibilizzare in nostri operatori pastorali su un tema spesso trattato in maniera unilaterale e distorta, e per ribadire l’importanza e la bellezza della famiglia, nucleo essenziale non solo della società ma anche nella Chiesa, a noi credenti il compito e la missione di difenderla e proteggerla.

Sono le sette, mi sveglio quindici minuti prima del solito, non sono tanti ma la mattina possono fare la differenza.Mi preparo di fretta e prendo la bici, pedalo veloce con l’aria che mi sveglia un po’, sono in ritardo.Arrivo alla scuola Scrosati, quest’anno a causa dello spostamento della Cardarelli abbiamo deciso di fare il “Buongiorno Gesù” direttamente a scuola. Si tratta di una preghiera, la mattina prima di iniziare la scuola, nelle ultime due settimane di avvento e quaresima. E’ due anni che lo faccio ma la fatica di svegliarsi prima rimane la stessa.7.45: tutti i bambini sono seduti e ci guardano, siamo io e altri due o tre ragazzi con Don Ale; leggiamo un brano ogni giorno di un personaggio diverso che ci racconta come ha vissuto la passione di Cristo. Un piccolo impegno per la giornata e consegniamo ai bambini una graffetta, promemoria dell’impegno preso e una caramella per iniziare al meglio la giornata. 8.00 tutto finito, mi chiedo perchè sono venuta, dopo tutto non era così fondamentale la mia presenza, potevo stare a dormire, ma mentre mi avvio per andare a scuola capisco che non sono l’unica a fare fatica; anche tutti quei bambini si alzano prima e magari fanno fatica a far vedere ai compagni che vanno a pregare. Per loro vedere che non sono gli unici, che c’è qualcun altro di più grande li aiuta.Do la mia piccola testimonianza e poi stare qualche momento con Lui prima di iniziare la giornata non fa mai male.

Da giovedì 3 aprile fino a martedì 15, alle 7.45 del mattino molti alunni della Media “Cardarelli” si sono ritrovati davanti alla scuola per aspettare “don Ale” ed entrare nella palestrina per il “Buongiorno Gesù”. Ovvero 10 minuti speciali per prepararci alla Pasqua cercando di comprendere il cammino di Gesù verso il Golgota, dove Egli fu crocifisso, attraverso i vari punti di vista delle persone che in quegli ultimi giorni gli furono vicine, come ad esempio, tra gli altri, Pietro, Giuda, Giovanni, Maria.Il “Buongiorno Gesù” era aperto a tutti, anche vari genitori vi hanno preso parte e talvolta anche il preside.Dopo il momento della riflessione, ad ognuno di noi è stata data una graffetta come pegno di un impegno proposto per quel giorno, graffetta che potevamo poi raccogliere in una scatolina comune il giorno seguente nel caso in cui l’impegno fosse stato compiuto.Al suono della campanella d’inizio lezioni la preghiera si concludeva e noi dovevamo disporci ad affrontare sei lunghe, estenuanti ore di lezione, per addolcire le quali ci veniva sempre offerta una gradita caramella.E’ stata un’esperienza molto bella e divertente, che ci ha fatto capire che anche in un breve tempo si può apprendere tanto!

Sara Balbalan

Buongiorno Gesù!!!

Miriam Vercellone

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Vita di comunità

La pietà di Don Orione era soda, aliena da sentimentalismi, tuttavia in un caso solo fa un po’ di eccezione e indulge al lirismo, è quando si tratta della “Dolce Vergine Maria”.“Canto la Madonna: lasciami amare e cantare!…Vengo a lei e sento sopra di me un’altra pace che mi libra; vedo il suo manto distendersi su tutte le tempeste, e una serenità inoffuscabile che sorpassa le regioni della luce umana, trapassa tutti i nostri splendori e mi avvolge e penetra… e questa luce inebriante mi spoglia dell’uomo vecchio e amo; questo amore mi fa uomo nuovo e canto e canto!” (“Nel nome della Divina Provvidenza”, Piemme, p.107).L’amore alla Vergine Maria fu davvero lo splendore degli splendori in Don Orione, come affermò il Card. Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII nell’Omelia della festa della Guardia del 1958.Contemplare Don Orione nella luce della Madonna significa rivedere tutta la sua vita pervasa di Maria, come dimostrano queste sue parole: “Leggete sulla mia fronte, leggete nel mio cuore, leggete nell’anima mia, non vedrete cosa che non porti scritto: Grazia di Maria”. (Don Orione nella luce di Maria, Vol. III, p.1740).Don Orione fin dall’infanzia fu invaso dall’amore alla Madonna. Presenza mariana prima della nascita con la data del matrimonio dei genitori che coincide con l’apparizione di Lourdes dell’11 febbraio 1858. Il “signum” della rosa non appassita attorno all’immagine della madonna del Rosario nel maggio del 1872. Il pio can. Michele Cattaneo, interpellato dai buoni popolani vivamente sorpresi del fatto, ebbe a dire: “Questo è un segno che la Madonna SS.ma vuol fare una grazia speciale al nostro paese! E constatò che presente alla pia pratica del mese di

Don Orione e l’amore per la Santa Madonna

maggio era sempre stata Carolina Orione la quale circa un mese dopo ebbe un figlio”.La mamma del Can. Alessandro Gazzaniga, residente a Tortona e assidua del Duomo, ove era custode, anni dopo, il chierico Orione, sentendo con quanta pietà recitava il S. Rosario, comprese che quel chierico era proprio la Grazia speciale di cui parlava il Don Cattaneo”. Ma presto entra come protagonista di fatti eccezionali lo stesso Luigi Orione, sia pur ancora fanciullo. La data probabile resta il 1880 – Orione era sui sette anni - : “Era il

25 marzo, giorno dell’Annunziata; egli passava con la mamma davanti a Casa Bertarelli (già Villa Rattazzi). Dall’esterno si vedevano le piante delle nocciole che si trovavano in fondo verso la linea ferroviaria. “Mamma, vedo la Madonna là fra le nocciole!” dice il ragazzetto. “Ma io non vedo nulla” rispose la mamma, aguzzando inutilmente lo sguardo. E il bambino: “Mamma, c’è la madonna là fra quelle piante che mi guarda!” (Don L. Orione e la Piccola Opera della Divina Provvidenza, vol. I, p.153).Chiari segni di singolare devozione mariana sono presenti nel piccolo Luigi “Nella novena dell’Immacolata mi venne l’idea di andare in una cappella campestre, verso Porta Voghera, ove vi è un’immagine della Madonna, e malgrado la neve, portai un bel mazzo di fiori”. E più tardi vi

accompagnerà i suoi ragazzi e i suoi confratelli.Nel 1882 siamo a Casei Gerola: la Madonna delle Grazie di S. Agostino, santuarietto diroccato e ricco di storia, Don Orione scrivendo il 27.XII. 1932 a Don Amerigo Bianchi ricorda così quel momento: “Quando entrai la Madonna mi dette qualche segno ma non desidero che si sappia e sia

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Vita di comunità

come non detto!”.E la famosa venerazione per la Madonna della Fogliata presso Casalnoceto dovuta ai racconti della zia Giusep-pina Boselli presso cui soggiornava, finite le elementari Luigi. Egli trova sul luogo solo rottami, promette il res-tauro. E di fatto ciò avverrà, con inaugurazione solenne il 21 agosto 1907, essendo parroco Don G. Battista Lugano.Nel 1885 siamo al famoso sogno durante la malat-tia nel Convento dei Francescani Recolletti di Vogh-era: visione di chierici in cotta bianca, ma stretti at-torno a una cara Immagine di Maria, venerata da Don Orione nella sua cella. Né dimentichiamo il grande sogno della Vergine dall’ampio manto azzurro, simbolo dell’estendersi della Congregazione, fatto nel maggio del 1893 dopo la dolorosa chiusura del primo Oratorio.Tutta la vita di Don Orione è segnata da rilanci di de-vozione mariana, riedificazione di santuari fatiscenti e erezione di nuovi, presto divenuti centri di inten-sa vita spirituale e meta di numerosi pellegrinaggi.Nel 1906 a Torino, nella casa delle Sorelle Fogliano, er-ige la cappella dell’Immacolata, centro di viva preghi-era nella città. Nel 1912 onorerà il Santuario della Madonna della Catena a Cassano Ionio, offerto da Mons. Pietro La Fontaine, qui Don Orione emet-terà per la prima volta i suoi Voti religiosi perpetui.Nel 1921 progetta un grande santuario della ma-donna di Fatima a Rio de Janeiro. Nel 1924 è l’anno della diffusione della devozione a Maria Ausi-liatrice a Roma, nel quartiere Appio attorno alla nuova Parrocchia di Ognissanti. Nel 1932 rilancia la devozione alla madonna delle Grazie in cima al Monte Soratte affidato ai suoi Eremiti. Nel 1932 in-coraggia ed appoggia Don Terenzi che zela la de-vozione alla madonna del Divino Amore, l’anno seguente accetta il Santuario della Madonna del Pianto e del Mirteto a Ortonovo (La Spezia).Nel 1937 viene eretto un Santuario Mariano nel Pic-colo Cottolengo di Claipole a Buenos Aires. Nel 1939 è la volta del devotissimo Santuario della Madonna di Caravaggio in Fumo di Corvino S. Quirico, legato alla memoria e all’opera del Canonico Arturo Perduca.Ma soprattutto, nell’amore filiale alla Madonna di Don Orione domina la realizzazione nel 1931 del Santuario della “Mater Dei” o popolarmente chiamato “Ma-donna della Guardia” in San Bernardino a Tortona.Don Orione è l’uomo del popolo, ma an-cor più è l’uomo della Chiesa nella fedeltà to-

tale al suo insegnamento e alle sue verità dogmat-iche e ciò vale anche per la devozione mariana.Maria è anzitutto la “Madre di Dio”. Tutti gli altri privilegi (Immacolata, Assunta, Mediatrice, Ausiliatrice…) sono de-rivati da quella realtà fondamentale che è la Divina Materni-tà proclamata ufficialmente nel 431 a Efeso da Cirillo di Ales-sandria. Da qui è iniziata la grande devozione mariana nel mondo. Don Orione lascia un po’ in disparte i titoli bellissimi delle Litanie Lauretane e sceglie come devozione del suo Istituto la “Mater Dei” poi venerata nella sua Congregazi-one come Madre della Divina Provvidenza che è Dio stesso.Ma Don Orione è pure uomo del Popolo, innamorato dei poveri , dei piccoli e degli umili e la sua devozione mariana è anche simultaneamente popolare: accetta ciò che il buon popolo localmente sente e pratica da generazioni, ne in-tuisce la spontaneità e la ricchezza, lo potenzia e lo diffonde. Il lungo elenco dei santuari edificati o rilanciati lo dimostra.In Argentina proclamerà e diffonderà il culto della vergine di Lujan o di Itatì nel Nord, in Polonia di Czestochowa, nel Cile la devozione del Carmine, in Uruguay per ab-binamento con Bra, la devozione alla Vergine dei Fiori.

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Vita di comunità

don Paolo Clerici

Oggi ogni Provincia Religiosa della Congregazione è inti-tolata alla vergine venerata sotto uno speciale titolo caro ai vari luoghi.Don Orione ha presentato l’amore alla Madonna come la via e la strada che ci conduce a Gesù, perché è Lei il mod-ello perfetto dell’amore a Gesù :” Essa è la via più breve e più sicura per andare a Gesù Cristo […] Se badiamo bene a quello che indica il vangelo, è sempre la Madonna Santissi-ma che ci mostra Gesù: ce lo mostra in fasce a Betlemme, sofferente nella Circoncisione, lavoratore a Nazareth, evan-gelizzatore a Cana attraverso il primo miracolo, e poi morto per noi sulla croce […].Amando Maria si è sicuri di andare a Gesù”. (Don Orione nella luce di Maria, vol. I, p. 379.)Ma infine il carattere più importante della devozione mari-ana in Don Orione è lo sforzo tenace, quotidiano di imitare e rivivere in noi, come dice il Monfort, le virtù di Maria. In par-ticolare la Fede, la Purezza, l’Umiltà, l’atteggiamento del

“Fiat” ai Divini Voleri. E’ una risposta costante nel terribile quotidiano che ricalca l’oscurità di Nazareth, l’abbandono ai Divini Progetti, anche incomprensibili, la totale dona-zione di Sé che caratterizzò la vita della vergine “nostra celeste madre e Fondatrice”, ma pure Modello di virtù!“ Figliuoli miei, stringiamoci a Maria e saremo salvi!...Beati quelli che si abbandonano nelle mani di Maria! Beati quelli che offrono le loro preghiere, i loro sacrifici e sudori, le lagrime, le Croci al Signore, sulle mani di Maria! Non saranno le nostre preghiere più gradite a Dio e più efficaci? Non saranno le nostre buone azioni, le nostre tribolazioni più avvalorate dai meriti altissimi di Maria? Grande fiducia dunque a Maria o miei figli, grande fiducia e tenerissima devozione a Maria! Oh la utilità per non dire la necessità della devozione a Maria!” ( Lettera del 27 giugno 1937 da Itatì).

Corso Animatori ?!?

Corso animatori? Ma don.. cosa devo imparare ancora? Io ho già fatto il grest, sono preparato.Nella vita non si smette mai di imparare, è banale, ma è una grande verità. Così è stato questo corso animatori: una continua scoperta. Se negli anni scorsi l’animazione è stata un po’ improvvisata e orchestrata verso la fine di maggio, ormai ve lo si può dire, quest’anno, invece, si è cercato di prepararsi con anticipo per arrivare con il grest già pronto, in modo da evitare noiose riunioni a mezzanotte con ancora nulla di programmato per il

giorno seguente.Educare è sapere ascoltare, aspettare, ammettere i propri errori, maturare, responsabilizzarsi, il tutto condito con tanta pazienza. Il corso ci ha educati a saper educare e ,grazie all’aiuto dei personaggi del grest di quest’anno, il gruppo animatori spera che, oltre al divertimento, ai ragazzi rimanga anche qualcosa di più da portarsi dietro durante tutte le vacanze e da portare alle famiglie una volta tornati a casa. Perché va bene raccontare dell’animatore vestito da pagliaccio che aveva perso il naso e che grazie all’aiuto della squadra rossa lo ha ritrovato, ma sarebbe bello e anche

appagante che i ragazzi, forse quelli un po’ più grandi, raccontassero anche di come il momento formativo (format), li abbia aiutati a riflettere e a crescere.Quindi se tornati a casa vostro figlio vi racconterà oltre al fantastico gol che ha fatto anche di quella mosca ronzante che gli animatori gli hanno messo in testa durante il format e che lo ha obbligato a riflettere, allora chiamate don Ale che riferirà agli animatori, che almeno oggi hanno fatto davvero un bel lavoro.

Tommaso Bonecchi

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Vita di comunità

Cresima

In

questo

anno di catechismo,

noi ragazzi di 1a media,

ci stiamo preparando alla

Santa Cresima attraverso

un cammino lungo e costante.

Ogni settimana affrontiamo uno

dei sette doni dello Spirito Santo,

leggiamo e riflettiamo sul brano

del Vangelo trattato a catechismo e

partecipiamo alla messa domenicale.

Dentro di noi non siamo molto

preoccupate ma continuiamo

a prepararci nel migliore dei

modi per ricevere questo

importante sacramento.

Costanza e Marta

M i

s e n t o

strano, mi sale

un po’ di ansia se

realizzo che il giorno

della Cresima si avvicina

sempre di più. Ma penso

anche che sarà bellissimo,

perché so che lo Spirito Santo

scenderà su di me e sarà un

momento davvero speciale.

Sono sicuro che crescerà

il mio amore per Dio e

potrò sentirmi ancora

più vicino a lui.

Alessandro

I n

q u e s t o

periodo di

p r e p a r a z i o n e

alla Cresima mi

sto impegnando

molto; spero di

riuscire ad arrivare

alla fine di questo

cammino pronto per

riconfermare la

mia fede in Dio.

Luca C.

Il

31 maggio

sarà un giorno

molto speciale

perché sarà il giorno

in cui riconfermerò la

mia fede davanti a Dio

e a tutta la comunità.

Spesso mi domando se

sono veramente degno

di ricevere questo dono

perchè ne riconosco

la sua grande

importanza.

Carlo

Se

penso

al giorno della

cresima mi sento

tranquillo perché è la

confermazione di ciò

che credo. Adesso sono

abbastanza rilassato

ma il grande giorno

chissà….

Federico

Mi

ricordo

l’emozione il

giorno della prima

comunione e mi

domando se sarà così

forte anche questa volta;

sono curiosa e attendo con

ansia quel momento perché

sarò molto contenta

di essere diventata

grande e seriamente

cristiana!!!

Martina

Dopo

aver fatto la

cresima mi aspetto

di essere più matura

e buona grazie alla

presenza, sempre più

vicina, di Dio.

Francesca

Page 15: Comunità Aperta - Maggio '14

COMUNITA’ APERTA NEWS

15

Vita di comunità

So

che

il giorno

della Cresima

sarà un giorno

molto importante e

lo aspetto con ansia.

Non ho paura perché

so che lo Spirito Santo

scenderà su di me e sarà

un momento speciale

da condividere con la

mia famiglia e tutta

la comunità.

Carlotta

Quest’ultimo

anno di

catechismo è stato

molto interessante:

abbiamo imparato i doni

dello spirito santo, sentito

molte testimonianze,

approfondito letture e

parabole… siamo pronti e

consapevoli dell’importanza

del sacramento che

stiamo per ricevere.

Edoardo e Mattia

La

Cresima

la aspetto da

tanto tempo,

per dimostrare

la mia fede in Dio

e seguire il mio

cammino da vero

cristiano.

Andrea P

Per

me la

cresima è la

riconfermazione

della propria fede;

durante questa

attesa sono un po’

nervosa perché

devo essere sempre

attenta e sicura di

restare fedele a

Dio.

Ludovica

La

Cresima….

la Cresima non mi

fa paura perché so che

lo Spirito Santo scenderà

su di noi per la seconda volta,

so che vivrò una bellissima

esperienza e mi sentirò rinata.

Mi impegnerò a fare del bene e a

mantenere viva la mia promessa

al signore. Grazie al catechismo

ho avuto molte occasioni e

molti spunti su cui riflettere

e mi sento pronta a

riconfermare la mia

fede.

Denise

Mi

sento un

gradino più in alto

verso il Signore. Sono

molto felice di avvicinarmi

al giorno della Cresima

perché è come se dichiarassi di

essere veramente cristiano. Il

catechismo mi ha insegnato molto

ma ho ancora paura di non essere

all’altezza e di non avere tutte

le conoscenze che mi servono

per ricevere questo

sacramento.

Gabriele

Mi

sto

preparando

a ricevere il

sacramento della

Santa Cresima

rispettando e

impegnandomi nel

mio cammino di fede

per avvicinarmi sempre

di più a Dio, sperando

che le mie preghiere si

facciano sempre più

forti, soprattutto quelle

per mio nonno che

è mancato poco

tempo fa, ma che

sento sempre

vicino.

Giulia

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Vita di comunità

Li chiamavano... Santità!Roma, Settembre 2000. Giubileo della Famiglia. Avevo 6 anni. Non ho purtroppo ricordi nitidi di quel momento, ma sento ancora le voci che gridano di gioia e mia mamma che singhiozza emozionata.Nibbiano, 2 Aprile 2005. Seduta su uno sgabello guardo alla tele lo speciale “Porta a Porta” sulle precarie condizioni di salute di Papa Giovanni Paolo II. Bruno Vespa manda la pubblicità. Dopo non più di dieci secondi dall’inizio dello spot pubblicitario la linea torna inaspettatamente allo studio e il conduttore annuncia che il Pontefice è salito alla casa del Padre. Inizio a piangere, mi sento smarrita, mi sembra di aver perso un amico, o meglio un nonno.Purtroppo non riusciamo ad organizzarci in tempo per partecipare ai funerali troppo imminenti, così come non siamo a Roma per la beatificazione il 1 Maggio 2011, ma come famiglia ci ripromettiamo di essere presenti alla Canonizzazione, vogliamo anche noi direi il nostro grazie!Roma, 26 Aprile 2014. Finalmente, girando per le vie della città eterna, iniziamo a percepire l’entusiasmo e la gioia di ciò che accadrà di lì a poche ore, le strade si riempiono

di pellegrini, giovani, anziani, famiglie, gruppi... Tanti volti con lineamenti tipici di ogni parte del mondo. Per questa occasione sono arrivati a Roma anche una trentina di volontari italiani e non che hanno partecipato come me alla GMG di Rio de Janeiro: vogliamo vivere insieme questo momento, vogliamo ringraziare insieme il fondatore delle Giornate Mondiali della Gioventù, è come un debito di gratitudine che dobbiamo assolutamente saldare! “Abbandono” la mia famiglia (che non sarà così intrepida da buttarsi nella folla, ma assisterà alla celebrazione da un maxi schermo in una piazza limitrofa) e mi unisco al gruppo dei volontari: è una gioia grande rivedersi, inspiegabile a parole soprattutto perché ci sono emozioni che solo il cuore saprebbe descrivere. La folla aumenta così come l’emozione. Decidiamo di fare la follia: ci ritiriamo nel pomeriggio presso l’oratorio della parrocchia di “Cristo Re” che dista 20 minuti a piedi da San Pietro, ceniamo con un paio di cose comprate al supermercato, preghiamo insieme la Veglia di Preghiera preparata da alcuni di noi con testi dei due Papi e alle 23:30 ci mettiamo in cammino verso Via della Conciliazione dove sappiamo aspettarci una nottata senza fine. Più ci avviciniamo a San Pietro più percepiamo la folla aumentare, vediamo bandiere polacche spuntare da ogni dove e sentiamo canti in ogni lingua. La farò breve: abbiamo passato 30 ore svegli, di cui 14 senza mangiare, senza bere e perennemente in piedi, abbiamo visto San Pietro illuminata di notte (bellissimo!), all’alba e colpita da qualche esile raggio di sole, per la tanta gente che c’era non siamo nemmeno riusciti ad entrare in piazza e abbiamo assistito a tutta la celebrazione da Via della Conciliazione (all’imbocco con la piazza per fortuna!)...ma l’emozione e la Gioia di sentire proclamare Santo Giovanni Paolo II a fatica si può raccontare e tutto ciò che riesco a fare è esprimibile solo con le lacrime agli occhi. Quel momento penso rimarrà impresso nella mia mente per sempre e segnerà la storia della Chiesa e non solo: quattro papi contemporaneamente sullo stesso sagrato, due papi che ne canonizzano altri due... Un dono del Cielo! E in tutto questo è diventato Santo un uomo che ho visto con i miei occhi, che ho sentito pronunciare parole che toccano il cuore... Allora la santità non è una cosa tanto lontana da me, anche io, come ognuno di noi, sono chiamata a questa santità nella mia vita! Ci

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Vita di comunità

Francesca De Negri

sarebbero altre mille cose da dire, altre mille emozioni da raccontare.... Ma le parole sono insufficienti. Mi dispiace solo per Giovanni XXIII: magari da Lassù si risentirà un po’

del fatto che solo una parte in Piazza San Pietro era lì per lui, quando invece la stragrande maggioranza portava nel cuore il volto di San Giovanni Paolo II.

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Vita di comunità

“Un’altra settimana alle spalle. Sopravvissuto.Sabato sera. Ancora sabato sera. Sarà anche vero che ci giochiamo giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Ma poi arriva il sabato, il sabato sera, il vero centro della settimana. Tutto ha inizio e tutto finisce nel sabato sera, nella breve distanza tra uno Sbagliato e il bicchiere successivo.Sopravvissuto. Sono il soldato che finita la battaglia ispeziona centimetro per centimetro l’armatura per valutare i danni. Ma anche il soldato che tornato nella tenda contempla il suo bottino di guerra. Io l’ho vissuta la mia battaglia! Sopravvivere a un’intera settimana: una guerra più che una battaglia! E adesso sono qui, dopo l’ennesimo sabato sera, a contare ferite e guadagni. Quello che sopravvive al sabato sera me lo porto a casa. È una continua lotta per cercare di arrivare alla domenica mattina con più monete nel borsello che ammaccature sull’armatura. E se ci sono più ammaccature che monete sarà valsa la pena di viverla, questa settimana? Tanto valeva starsene a letto per sette giorni a dormire, no?È tempo di bilanci, il sabato sera. Un momento intenso, quasi catartico. Ho detto ‘catartico’! È la prova di quanto il sabato sera sia catartico. Il rituale ritorno a casa, la mente annebbiata dal Martini e dall’eco lontana dei mille impegni della settimana. Mi siedo sul divano e la vedo lì, davanti a me. Non posso, non a quest’ora. Chissenefrega. Accarezzo col plettro le corde della chitarra, la stanza si riempie di musica, fino all’ultimo centimetro cubo. Sento le note penetrare sinuose, come per osmosi, nella mia testa, sostituendosi completamente a quei pensieri confusi che fino a un istante prima vorticavano disordinati e violenti. Ho trovato l’occhio del ciclone. Chiudo gli occhi. Finalmente un po’ di sollievo.Metto via la chitarra, calo le cuffie sulle orecchie. Un ultimo sorso di birra, giusto perché nel frigo ce n’è una bottiglia aperta. Poi giuro per oggi basta.Il foglio bianco mi guarda. Lo osservo. Comincio a scrivere un’altra pagina del mio ‘diario del sabato sera’.Dalle cuffie a questo giro un pezzo dell’ultimo disco di Davide Van De Sfroos. “Ki ha consumato il suo Dio a furia di pregarlo e di ripregarlo, per la paura di viver tutto e

di non capire...?”. La paura di viver tutto e di non capire, appunto. Io però voglio capire, se no davvero tanto vale non vivere niente. Mica facile però. Fosse così banale sarei già a dormire anziché stare qua a scrivere.Ovviamente non mi sono fermato mai neanche per cinque minuti da sabato scorso. E quando sei di corsa la qualità ne risente. Se anche guidando in strada volessi fermarmi a tutte le strisce pedonali per far passare la signora che aspetta ormai da cinque minuti che qualcuno la faccia attraversare, se tra 15 minuti mi aspettano dall’altra parte della città non è proprio il caso di perdere tempo. E qui è lo stesso, con il bel risultato di fare tante cose ma farle inevitabilmente, indiscutibilmente male.L’orologio non lo guardo nemmeno, se no mi spavento pensando a tutto quello che ho da fare domani mattina.Sono qui, che conto il mio bottino quando l’ennesima domanda fa capolino tra i pensieri che ho in testa. Perché è vero, sarò anche sopravvissuto a questa settimana... ma che battaglia ho combattuto? Guardo indietro. Cosa ho scelto di fare in quel momento? Come ho agito quella volta? Ma aspetta un momento... quello sono davvero io? Ma no, non mi riconosco neanche... io non mi comporterei mai così. Credo. Eppure...Troppo spesso capita di lanciarsi senza pensare contro il nemico, anziché fermarsi a ideare una strategia efficace, oppure al contrario, capita di perdersi in mille pensieri inutili quando la soluzione più efficace sarebbe un attacco deciso, improvviso, alla prima linea dell’esercito nemico.

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Vita di comunità

Federico Lucrezi

E si perdono le battaglie, si lascia che la settimana con tutte le sue insidie abbia la meglio.Ci giochiamo tantissimo su questo. Quanto si può riuscire a essere veramente se stessi giorno dopo giorno? No, non per forza per i grandi eventi, ma anche nelle cose semplici, anzi soprattutto nelle cose semplici e nella vita di tutti i giorni. E la scusa è sempre la stessa alla fine, sempre colpa degli altri.No, oggi no. Me ne prendo tutte le responsabilità. Se lascio che qualcuno mi condizioni a tal punto da dover indossare una maschera sempre più spessa sono io a essere un pirla. È colpa mia. Mia e di nessun altro. Sono io a lasciare che le persone diventino più o meno importanti, no? Sono io a concedere spazio.Adesso basta, io non voglio più combattere le guerre di qualcun altro. Voglio arrivare al sabato sera a testa alta... e a quel punto avere vinto o perso una battaglia importa poco, perché starò combattendo la mia guerra, con le mie sconfitte e le mie vittorie, ma sarò stato io. Solo io. Centopercento io.Che poi dipendesse da noi sarebbe anche più facile, ma non c’è battaglia che si combatta da soli, e quindi eccomi a dover fare i conti anche con i compagni del mio esercito... per quanto poi compagni è una parola grossa. Che compagni sono se al loro fianco non mi sento libero nemmeno di impugnare la mia spada?No, è il caso che faccia un po’ d’ordine nel mio esercito. Non posso permettermi di sbagliare ancora. Voglio circondarmi di chi non mi stancherò mai di seguire, di chi so che rimarrà a condividere fino all’ultima battaglia. Voglio circondarmi di persone vere, quelle che so senza alcun dubbio che se dovessi cadere saranno lì accanto a me senza nemmeno aver bisogno di chiamarle. E poi a pensarci bene se devo combattere contro un nemico davvero forte è meglio avere con sé un solo Goku piuttosto che un esercito di Heidi con caprette annesse, no? Infatti.

Voglio puntare sulla qualità non sulla quantità.Poso lo sguardo sul quadro appeso al muro, non l’ho mai guardato davvero. Un vecchio sta seduto sulla riva di un fiume, la canna da pesca in mano. Ha un’espressione triste e rassegnata, così realistica che sembra sul punto di scoppiare a piangere. Quel quadro è lì da anni e ci rimarrà con ogni probabilità ancora a lungo. E il vecchio rimarrà al suo posto ad aspettare, giorno dopo giorno. Ad aspettare inutilmente. Per un attimo provo una punta di invidia. Distolgo lo sguardo. No, non farò la fine del pescatore. Non posso permettermelo.È giunto il momento di voltare pagina.”To be continued...

ORIONEINFESTA18maggio-1giugno

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Calcio d’ango

lo

Cari amici eccoci ancora qua tutti insieme per iniziare un mese di maggio all’insegna della festa e dello sport. Siamo arrivati alla … edizione dell’Orione in festa e siamo pronti per le nuove avventure sportive.Saranno i più piccoli quest’anno ad aprire le danze, domenica 18 maggio il nuovo Orione “stadium” ospiterà il torneo dei piccoli amici 2006-07-08; dalle 14.00 alle 16.00 il nuovo tappeto verde verrà riempito dallo sport, dal divertimento, dalle risate dei piccoli campioncini che ci regaleranno tante emozioni.Sarà il basket invece ad aprire la settimana sportiva, grandi squadre saranno pronte a sfidarsi in oratorio per dare spettacolo e raggiungere l’ambita coppa. Il torneo si svolgerà per tutta la settimana, da lunedì 19 fino a sabato 24, quando si disputeranno le grandi finali.Martedì 20 avrà inizio la 3a edizione del Pulcitorneo dedicato alle categorie pulcini 2003 e 2004, numerose saranno le squadre che partita dopo partita cercheranno di raggiungere il primo posto. Ricordiamo che questo torneo è dedicato a Marino Rinaldi, un caro collaboratore della società U.S. Orione che ora guarda le partite dall’alto. E’ stato al servizio dello sport e dei giovani per ben più di 50 anni, il suo lavoro e il suo esempio verranno sempre ricordati dai ragazzi e ci auguriamo che questo torneo possa negli anni mantenere vivo il ricordo del nostro amico.Il torneo ha un programma esteso su due settimane, le partite si giocheranno nei seguenti giorni e con i seguenti orari:Martedì 20 maggio dalle 18.30 alle 21.00Giovedì 22 maggio dalle 18.30 alle 21.00Sabato 24 maggio dalle 14.00 alle 16.00Martedì 27 maggio dalle 18.30 alle 21.00Giovedì 29 maggio dalle 18.30 alle 21.00Sabato 31 maggio dalle 14.00 alle 16.00E con Venerdì 23 si apre l’evento più atteso dell’anno: il mondiale per club di Via Strozzi, il torneo di calcio a 5 più combattuto di sempre ritorna con una nuova formula che vedrà in campo grandi team pronti ad esprimere grande gioco e fantasia per raggiungere la finale. Quest’anno saranno tre le categorie del torneo Open – Over 35 – Under 18.

Venerdì dalle 18.30 avrà inizio il torneo Open nel quale 16 squadre si contenderanno il titolo. Sempre nella stessa giornata partirà anche la categoria Over 35 formata da 8 squadre.Le partite delle categorie Open e Over proseguiranno Sabato 24 dalle 16.30 alle 20.30.Domenica 25 anche la categoria Under 18 scenderà in campo, precisamente dalle 16.00 alle 18.00, a seguire dalle 18.00 alle 22.00 gli Over e gli Open proseguiranno la loro avventura.L’appuntamento sarà poi fissato per il week end successivo: venerdì 30 dalle 19.00 alle 22.00 si disputeranno le partite delle categorie Open e Under 18, sabato 31 dalle 19.00 alle 22.00 si giocheranno le semifinali delle tre categorie e domenica 01 giugno le finalissime delle tre categorie si disputeranno tra le 17.00 e le 22.00, orario in cui terminerà il torneo e si svolgeranno le premiazioni.Ricordiamo che abbiamo tre appuntamenti sportivi molto speciali all’interno di queste settimane:Domenica 25 maggio alle 9.30 partirà la prima edizione della “Marcia Carlo Cuomo”, evento con il quale si vuole ricordare una persona molto speciale che l’8 Agosto scorso è venuta a mancare, Carlo Cuomo una persona che noi tutti ricorderemo, c’è chi lo ricorderà come il presidente dell’Orione, c’è chi lo ricorderà come una voce della corale, c’è chi lo ricorderà come un amico eccezionale, e c’è chi lo ricorderà solo attraverso la marcia perché sfortunatamente non ha mai avuto l’onore di conoscerlo. Io voglio ricordarlo come una persona eccezionale, un allenatore, un amico, un uomo forte che fino alla fine ha lottato per quello in cui credeva, un uomo da cui si poteva imparare tanto, auguri quindi a tutti di partecipare e di essere tutti insieme per ricordare una persona esemplare.Mercoledì 28 Maggio alle ore 16.30 si disputerà la nostra “partita del cuore” i dipendenti del Cottolengo scenderanno i campo contro gli Oratorio soccer Boys. Questa

Orion’Sport

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Calcio d’angolo

iniziativa sarà un momento, come ogni anno, di ritrovo sportivo per gli ospiti del Cottolengo che muniti di tamburi, trombette e bandierine faranno un tifo pulito, fatto di sorrisi e volti felici.Domenica 1 giugno per la società U.S. Orione ci sarà l’ultimo evento sportivo dell’anno, tutta la società si ritroverà per

le prove tecniche che inizieranno alle 9.30 e termineranno alle 12.30, riprenderà poi la festa dei leoni di Via Strozzi nel pomeriggio con una serie di partite amichevoli, la partita dei Top11 e le premiazioni finali.

Luca Ceci

TERZA CATEGORIA1 Oratorio San Gaetano 631 Assaghese 613 Travaglia 574 Arluno 4910 Orione 34

ALLIEVI REGIONALI1 Olmi Cesano 632 Rozzano 603 Viscontini 474 Inveruno 4514 Orione 7

ALLIEVI B1 Accademia Gaggiano 532 Vercellese Real 513 Romano Banco 404 Macallesi 348 Orione 27

GIOVANISSIMI A1 Casorate Primo 542 Locate 473 Orione 444 Santa Rita 445 Assago 42

GIOVANISSIMI B1 Iris 1914 542 Olmi Cesano 493 Barona 464 Santa Rita Vedetta 375 Orione 24

Continua a seguire le squadre dell’agonismo e

soprattutto i “piccolini” del pre-agonismo sul nuovo sito

della società

www.usorionemilano.it

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In

bacheca

Maggio20141 G Festa dei Lavoratori - Prime Comunioni

2 V

3 S

4 D

5 L

6 M

7 M

9 V Lectio: Il Ricco Epulone h. 21.00

8 G

10 S Festa della Mamma Coro 10 h. 10.00

12 L

13 M

14 M

15 G Triduo don Orione h. 21.00

16 V Triduo don Orione h. 21.00

17 S Triduo don Orione h. 18.00

18 D Orioneinfesta - Messa unificata don Orione Santo h. 10.30

19 L Orioneinfesta

20 M Orioneinfesta - Pulcitorneo

21 M Orioneinfesta

V23 Orioneinfesta

22 G Orioneinfesta - Pulcitorneo

S24 Orioneinfesta - Ritiro Cresime

D25 Orioneinfesta

L26

M27 Orioneinfesta - Pulcitorneo

M28 Orioneinfesta

11 D Domenica 18 maggio

h. 10.30

Messa unificata

Sabato 31 maggio

Cresimeh. 14:30

29 G Orioneinfesta - Pulcitorneo

V30 Orioneinfesta

S31 Orioneinfesta - Cresime - Processione mariana decanale

don Orione Santo

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“Se sei bello ti tirano le pietre…” è il caso di dire che se sei cristiano le pietre te le tirano dietro, ti chiedono di spostarle e spesso anche di mandarle giù, a ogni dolore, sconfitta, delusione, perdita.E infatti se ci pensiamo alla Maddalena volevano tirare le pietre; “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo”; Gesù a Marta e i discepoli (e indirettamente a noi) dice: “Togliete la pietra!”; e ancora “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Pare che il Vangelo, come la nostra vita, sia pieno di pietre, che fanno male, che hanno il loro peso e una grossa responsabilità, che sono atti di fiducia, che sono sostegni dove appoggiarci quando vacilliamo.Il periodo di Quaresima, si sa, è un momento di verifica e di autocritica, o meglio ancora, di riflessione; è il tempo in cui il Signore ci chiede di fare il punto della situazione della nostra vita, delle nostre relazioni, della nostra fede. È paradossale ma Gesù ci suggerisce che per compiere questo cammino di crescita personale, per fermarsi e leggersi dentro, la cosa di cui abbiamo più bisogno sono proprio gli altri. Un confronto, una discussione, un banale quanto eroico “Scusami”, un sincero “Grazie di esserci”. Dopotutto gli altri sono il riflesso vivente delle nostre pietre, dei nostri atteggiamenti sbagliati, della nostra (faticosa) ostinazione nei confronti di qualcuno o addirittura di un sentimento, contro il quale non riusciamo a smettere di sbattere la testa, dei nostri limiti che non riusciamo a superare senza la pazienza di chi ce li fa notare, giorno dopo giorno.E così, a 23 anni suonati, realizzi che il periodo di Quaresima è davvero fatica e speranza insieme. Sono ormai lontani

i fioretti che facevamo da piccoli, spinti da catechiste e genitori, e che all’epoca ci sembravano insormontabili. Da bambine ricordo ancora la “tabella settimanale” che io e mia sorella compilavamo con diversi fioretti, uno per ogni giorno… e che fatica il g iovedì che non si vedeva la televisione!!! Più si cresce, però, più ti accorgi che la rinuncia più grande è mettersi nei panni degli altri, mettere ogni tanto noi in secondo piano; è capire i silenzi di una persona a cui tieni, è spostare la pietra più pesante, l’orgoglio, e ascoltare le ragioni degli altri, di chi sta provando a dirci qualcosa, pronti a ricevere non soltanto complimenti, ma vere e proprie sassate in faccia, macigni difficili da mandare giù e critiche che nel bene e nel male dobbiamo accettare.Perché se è vero che dobbiamo convivere anche con i lati negativi degli altri e di noi stessi, è vero anche che troppo spesso ci accomodiamo su questa ‘scusa’ ed è sbagliato. Non tutte le pietre sono sepolcri, spesso dobbiamo rimboccarci le maniche e sollevare quei macigni di cose che ci fanno stare male e lanciarli il più possibile lontano da noi, sia che questi pesi vengano da rapporti su cui non ha più senso investire e costruire, sia che siano invece parte di noi, siano i nostri difetti, malumori, dipendenze, che pur essendo sabbia o ghiaia, col passare del tempo, possono diventare frane che rischiamo di non saper più controllare.Come Lui è entrato nel sepolcro, nella pietra per definizione,

così noi abbiamo bisogno di vivere i nostri sepolcri, le nostre croci, riconoscerli per poi trovare il coraggio e il tempo giusto per spostarli, certi che troveremo sulla nostra strada persone disposte a dividere con noi questo peso e a renderlo più sopportabile.

Letizia Alippi

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