NATALE farsi piccoli per entrare nel Regno N · queste frasi di Gesù? Quando si parla di un...

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ANNO XLV - novembre-dicembre 2010 - N. 5 Nel vangelo capita direi spesso che Gesù e i suoi di- scepoli siano di opinioni di- scordi. Avviene anche a pro- posito di quei bambini che fanno ressa ed evidente- mente chiasso intorno a Gesù. Secondo i suoi discepoli - ed è la mentalità del tempo -, Gesù deve fare qualcosa di più grande e di più impor- tante che occuparsi dei bam- bini, anzi non deve neppure perder tempo a benedirli. Essi perciò vogliono mandar via la gente che porta a lui dei bambini. Capita ancor oggi che non si abbia tempo per i bambini; che essi siano fastidiosi; che siano mandati via; ci sono tante altre cose più importanti da fare... E Gesù invece li fa venire a sé: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite”. Li prende tra le braccia e li benedice. Non potrà dare loro grandi insegnamenti, come fa con gli adulti, né potrà disputare con loro; ma, prendendoli tra le braccia, dimostra di voler loro bene. Li benedice e li affida alla mi- sericordia e all’amore di Dio Padre. Se Gesù vuole che i bam- bini vengano a lui, diventa un compito importan- tissimo degli adulti portare i bambini a Gesù, cioè edu- carli alla vita religiosa. Nel brano del Vangelo sembra che i bambini non vadano spontaneamente da Gesù, ma vengono portati a lui dai genitori. È forse secondo lo spirito del Vangelo affermare che i bambini devono essere lasciati completa- mente a se stessi nella loro vita religiosa; che è indifferente che essi preghino e vadano in Chiesa o che non lo facciano? Ed è ugualmente corretto affermare che i bambini devono crescere senza religione; che non devono essere affatto influenzati, condi- zionati dagli adulti, ma devono crescere spontaneamente, in modo che, a tempo opportuno, potranno fare la loro scelta del tutto liberamente? Pensavano più o meno così alcune coppie di genitori al tempo delle contestazioni, tanto che rifiutavano il Bat- tesimo per i propri bambini. I gesti religiosi, dicevano, pre- suppongono la fede e la fede presuppone una conoscenza e una libera scelta; ciò che un bambino non è in grado di fare. Ovviamente un adulto decide liberamente e respon- sabilmente sul proprio com- portamento religioso; non in modo superficiale o per sen- tito dire, ma in modo pro- fondo e con la consapevo- lezza del valore della sua scelta. Ma un bambino? No. Egli è certamente condi- zionato e pilotato. Ma poi, è proprio vero che una creatura umana può crescere senza nessun condizionamento, da parte dei genitori, dell’am- biente, della società? O non è vero piuttosto che i genitori esercitano un ineludibile in- flusso sui loro figli, e che è loro dovere esercitare l’arte dell’edu- cazione? Il loro modo di vivere e di pensare, il loro modo di com- portarsi influiscono automa- ticamente sui figli. Non c’è nessun giovane che, per esempio, a diciott’amni non abbia ricevuto ancora nes- sun influsso e, in base a questa situazione, decida quale strada prendere. Egli è stato già necessariamente plasmato da molteplici in- flussi. Questo però non esclude la sua libera deci- sione, ma ne è piuttosto la premessa. Non è forse vero che ogni accorto genitore vuol im- partire una buona educa- zione a suo figlio, così da ben prepararlo alla vita, in modo maturo e socievole? L’educazione religiosa non può essere separata da tutte le altre forme di educazione. Non si nasce con una forma di religione già iscritta, infu- sa nella persona; ma solo con una apertura, una propen- sione alla religiosità, che perciò va educata. Ecco per- ché Gesù desidera che i bam- bini vengano portati a lui. A questa frase rivolta ai di- scepoli, Gesù collega un in- segnamento che riguarda gli adulti: «Il regno di Dio ap- partiene a chi è come i bam- bini . Chi non accoglie il regno di Dio come un bambi- no, non entrerà in esso». Qui Gesù ricorda le condi- zioni per entrare nel regno di Dio, per la vita eterna con Dio. Essa è promessa e data a chi è come un bambino. A questo punto è naturale domandarci: «Allora non dobbiamo essere adulti e comportarci da adulti? Gesù vuole forse avere attorno a sé persone immature, mino- renni e infantili?». Non è certamente questo il significato delle parole di Gesù, come ci dimostra il suo comportamento maturo, ponderato e responsabile, e il modo con cui egli guida i di- scepoli. Non dobbiamo vive- re alla giornata come bam- bini, non dobbiamo essere instabili come bambini, non capricciosi! Ma piuttosto persone risolute, costanti, re- sponsabili, come quei servi a cui il Signore ha affidato i ta- lenti e che devono compor- tarsi secondo il suo volere e gli dovranno rendere conto. Qual è allora il significato di queste frasi di Gesù? Quando si parla di un bambino, è chiaro che egli non può esistere da solo, ma dipende da altre persone. NATALE farsi piccoli per entrare nel Regno NATALE farsi piccoli per entrare nel Regno SEGUE A PAG. 2

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Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0001 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,20 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

ANNO XLV - novembre-dicembre 2010 - N. 5

Nel vangelo capita direispesso che Gesù e i suoi di-scepoli siano di opinioni di-scordi.

Avviene anche a pro-posito di quei bambini chefanno ressa ed evidente-mente chiasso intorno aGesù.

Secondo i suoi discepoli -ed è la mentalità del tempo -,Gesù deve fare qualcosa dipiù grande e di più impor-tante che occuparsi dei bam-bini, anzi non deve neppureperder tempo a benedirli.Essi perciò vogliono mandarvia la gente che porta a lui deibambini.

Capita ancor oggi che non siabbia tempo per i bambini; cheessi siano fastidiosi; che sianomandati via; ci sono tante altrecose più importanti da fare...

E Gesù invece li fa venire asé: “Lasciate che i bambinivengano a me e non glieloimpedite”.

Li prende tra le braccia e libenedice. Non potrà dareloro grandi insegnamenti,come fa con gli adulti, népotrà disputare con loro; ma,prendendoli tra le braccia,dimostra di voler loro bene.Li benedice e li affida alla mi-sericordia e all’amore di DioPadre.

Se Gesù vuole che i bam-bini vengano a lui, diventaun compito importan-tissimo degli adulti portarei bambini a Gesù, cioè edu-carli alla vita religiosa. Nelbrano del Vangelo sembrache i bambini non vadanospontaneamente da Gesù,ma vengono portati a lui daigenitori.

È forse secondo lo spirito delVangelo affermare che i bambini

devono essere lasciati completa-mente a se stessi nella loro vitareligiosa; che è indifferente cheessi preghino e vadano in Chiesao che non lo facciano? Ed èugualmente corretto affermareche i bambini devono cresceresenza religione; che non devonoessere affatto influenzati, condi-zionati dagli adulti, ma devonocrescere spontaneamente, inmodo che, a tempo opportuno,potranno fare la loro scelta deltutto liberamente?

Pensavano più o menocosì alcune coppie di genitorial tempo delle contestazioni,tanto che rifiutavano il Bat-tesimo per i propri bambini. Igesti religiosi, dicevano, pre-suppongono la fede e la fedepresuppone una conoscenzae una libera scelta; ciò che unbambino non è in grado difare. Ovviamente un adultodecide liberamente e respon-sabilmente sul proprio com-portamento religioso; non inmodo superficiale o per sen-tito dire, ma in modo pro-fondo e con la consapevo-lezza del valore della suascelta. Ma un bambino? No.Egli è certamente condi-zionato e pilotato.

Ma poi, è proprio vero che unacreatura umana può cresceresenza nessun condizionamento,da parte dei genitori, dell’am-biente, della società? O non èvero piuttosto che i genitoriesercitano un ineludibile in-flusso sui loro figli, e che è lorodovere esercitare l’arte dell’edu-cazione?

Il loro modo di vivere e dipensare, il loro modo di com-portarsi influiscono automa-ticamente sui figli. Non c’ènessun giovane che, peresempio, a diciott’amni non

abbia ricevuto ancora nes-sun influsso e, in base aquesta situazione, decidaquale strada prendere. Egli èstato già necessariamenteplasmato da molteplici in-flussi. Questo però nonesclude la sua libera deci-sione, ma ne è piuttosto lapremessa.

Non è forse vero che ogniaccorto genitore vuol im-partire una buona educa-zione a suo figlio, così daben prepararlo alla vita, inmodo maturo e socievole?L’educazione religiosa nonpuò essere separata da tuttele altre forme di educazione.Non si nasce con una formadi religione già iscritta, infu-sa nella persona; ma solo conuna apertura, una propen-sione alla religiosità, cheperciò va educata. Ecco per-ché Gesù desidera che i bam-bini vengano portati a lui.

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A questa frase rivolta ai di-scepoli, Gesù collega un in-segnamento che riguarda gliadulti: «Il regno di Dio ap-partiene a chi è come i bam-bini. Chi non accoglie ilregno di Dio come un bambi-no, non entrerà in esso».

Qui Gesù ricorda le condi-zioni per entrare nel regnodi Dio, per la vita eterna conDio. Essa è promessa e data achi è come un bambino.

A questo punto è naturaledomandarci: «Allora nondobbiamo essere adulti ecomportarci da adulti? Gesùvuole forse avere attorno a sépersone immature, mino-renni e infantili?».

Non è certamente questo ilsignificato delle parole diGesù, come ci dimostra il suocomportamento maturo,ponderato e responsabile, e ilmodo con cui egli guida i di-scepoli. Non dobbiamo vive-re alla giornata come bam-bini, non dobbiamo essereinstabili come bambini, noncapricciosi! Ma piuttostopersone risolute, costanti, re-sponsabili, come quei servi acui il Signore ha affidato i ta-lenti e che devono compor-tarsi secondo il suo volere egli dovranno rendere conto.– Qual è allora il significato di

queste frasi di Gesù?Quando si parla di un

bambino, è chiaro che eglinon può esistere da solo, madipende da altre persone.

NATALEfarsi piccoli per entrare nel Regno

NATALEfarsi piccoli per entrare nel Regno

SEGUE A PAG. 2

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0002 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,20 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

2 «Le nuove del Pais»

Lui però non si preoccupa diquesto fatto; lo accetta sem-plicemente. Non è difficileimmaginare che cosa possaaccadere a un lattante o an-che a un bambino più gran-de, che venga lasciato com-pletamente a se stesso.

Un bambino è dipendentee ha bisogno dell’aiuto deglialtri. Non si dispiace di que-sto fatto, ma accoglie sempli-cemente l’aiuto. E quando hadei bravi genitori, si sentecompletamente al sicuro eprotetto da loro.

Ma nel mondo degli adultioggi serpeggiano pensieri eatteggiamenti ben diversi,che suonano pressappococosì: «Io sono autonomo, indi-pendente, autosufficiente. Nondipendo da nessuno. Penso a mestesso. Con le mie forze e con imiei soldi mi procuro tutto ciò dicui ho bisogno. Pago quello chegli altri fanno per me. Non devoringraziare nessuno, né esseredebitore a nessuno».

Queste riflessioni in partesono giuste, ma come atteg-giamento di fondo sono sba-gliate. Chi non si sente debi-tore riconoscente verso geni-tori, educatori, amici, ecc.?Chi ha pagato a sua madre unsalario per tutto il tempo, lefatiche, l’amore che gli haprodigato? Bisogna essere

realisti! Onestamente dob-biamo riconoscere che nonesistiamo da noi stessi e nonpossiamo procurarci tutto danoi stessi. Dobbiamo ricono-scere di essere debitori dellanostra esistenza ad altrepersone e, soprattutto, aDio.

E Gesù ci dice che negliadulti ci possono essere falsiatteggiamenti di autonomiae di autosufficienza che im-pediscono di entrare nel Re-gno di Dio, per entrare nelquale invece, come bambini,dobbiamo affidarci consemplicità alla bontà di Dioe sentirci protetti da lui. Ilfatto di essere dipendenti e disentirsi protetti, che i bam-bini vivono quasi inconsape-volmente, i grandi invece lodevono vivere consapevol-mente di fronte a Dio. Alloraessi sono pronti per il regnodi Dio, per la comunioneeterna con Lui.

Natale quindi non è solo lafesta del “Bambino” che ci èdato e che viene a instaurareil Regno di Dio, ma è purel’appello ai “grandi” ad as-sumere quegli atteggiamentidel bambino che ci aprono laporta alla vita del Regno. Inquesto senso: auguri a tutti dinatalizzare!

Don Sergio, Colle S. Lucia

CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA L’abbonamento a “L’Amico del Popolo”

come un ponte verso il futuroUn ponte, visto dal basso verso

l’alto, per apprezzarne la solidità e loslancio. Questa è l’immagine che èstata scelta per la campagna abbona-menti de L’Amico del Popolo per il2011. Un’immagine che vuole ri-chiamare il solido ancoraggio delgiornale ai valori della sua storia ul-tracentenaria (come solidamentesono ancorati a terra i piloni di unponte), ma anche indicare la ten-sione verso il futuro, l’impegno a so-stenere il viaggio della montagna bel-lunese verso un nuovo sviluppo (co-me fanno le arcate di un ponte checonsentono di andare oltre anche agole e burroni a prima vista insupe-rabili).

Un impegno che ha sempre carat-terizzato la vita del giornale, ma chequest’anno è reso più difficile dalconsiderevole aumento delle tariffepostali che hanno comportato unacrescita di oltre il 150 per cento deicosti di spedizione. Una percentualeche si spera di poter ridurre con unnuovo accordo con le Poste, ma cheresterà comunque considerevole.Tutto ciò ha già indotto L’Amico,senza perdere tempo, ad attivaretutte le economie possibili, senzaperò poter riuscire a colmare l’ag-gravio dei costi.

Per questo, pur a malincuore, è di-ventato inevitabile chiedere il so-stegno diretto dei lettori con un in-cremento del costo dell’abbo-

namento. Un aumento limitato a 5euro (meno di 10 centesimi la set-timana) passando da 40 a 45 euro perun anno. Cifra che comunque con-ferma L’Amico come il settimanalediocesano del Triveneto con il rap-porto più conveniente tra prezzo enumero di pagine realizzate.

La campagna abbonamenti ormaiè aperta da qualche settimana e, percoloro che non saranno visitati dalpropagandista, l’abbonamento puòessere rinnovato in parrocchia o di-rettamente presso la sede del gior-nale (in Piazza Piloni 11 a Belluno)anche tramite un versamento sulconto corrente postale numero11622321 (per ogni informazionetelefonare allo 0437 940661). Sequalcuno vorrà dare un sostegnoparticolare al giornale potrà sotto-scrivere l’abbonamento sostenitore(60 euro) o benemerito (70 euro), ri-cevendo come ringraziamento lanuova penna de L’Amico.

Da quest’anno c’è anche la possi-bilità di scegliere la formula“Amico+”: chi regalerà l’abbona-mento a una persona che non era giàabbonata avrà uno sconto sul suo ab-bonamento e su quello che regalerà(40 + 40 euro).

Infine, ai primi 70 nuovi abbonativerrà spedito gratuitamente a casa illibro “Vivere in quota” che appro-fondisce alcuni temi della montagnacari al giornale.

Il clima natalizio sta en-trando nelle nostre case enel nostro cuore. Ma qualeclima...?

Può essere quello tradi-zionale delle luci e delle mu-siche. Già attorno a noi ve-diamo i preparativi.

Può essere quello guidatodalla nostra fede cristiana: ciprepariamo a riconoscere ilgrande dono del Signore: lasua presenza fra noi. IlNatale di Gesù, il nostroNatale è richiamo a questo.

Come ogni anno la Ca-ritas diocesana ci invita,pensando al dono ricevuto,di essere noi dono per glialtri.

Tanti lo fanno già indivi-dualmente. Noi lo facciamoanche come Chiesa bel-lunese.

La nostra generositàandrà, come illustra il de-pliant a fianco riportato, al-l’Aquila ed in India. Duemondi, due realtà diverse,due risposte che noi pos-

siamo dare a chi è nel bi-sogno.

Lo faremo concreta-mente. Ci saranno con-tributi personali consegnatiin Parrocchia, daremo l’of-ferta raccolta in chiesa alleMesse della terza di Av-vento.

In Parrocchia e sulL’Amico del Popolo tro-veremo materiale utile perapprofondire dimensione esignificato di questa ini-ziativa diocesana.

Nelle nostre difficoltà,che molti stanno vivendo,apriremo il nostro cuore e lanostra generosità: saranno“gli occhi aperti” su chi sicu-ramente ha molto meno dinoi.

Il nostro Avvento cosìvissuto farà diventare lanostra grande festa unNatale di fraternità.

Dal Bollettino “Il Piave”di Borgo Piavedicembre 2010

Si avvicina il Natale...

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0003 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,20 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 3

Parrocchia di PieveCCP 39808548 Parrocchia di Pieve cell. 333 2030597tel. 0436 7176CCP 39808548

CALENDARIO LITURGICO2010

23 dicembre: Ritiro spirituale per il Santo Natale, a Pieve, ore 14.30 24 dicembre: Confessioni a Pieve dalle 14.30 alle 16.00. Confesserà don Vito25 dicembre: SANTO NATALE

- alla vigilia: ore 22.00 Messa della Notte- giorno: Messe: Pieve (9.30); Andraz (8.00); Villa S. Giuseppe(10.45); Di-

gonera (16.30)26 dicembre: S. Stefano: messe con orario festivo31 dicembre: - Larzonei, Messa del patrono S. Silvestro ore 16.00

- Pieve: Messa e canto del Te Deum ore 18.00

20111 gennaio: Festa della Madre di Dio - giornata della Pace: Messe e Veni Creator

(orario festivo)6 gennaio: Epifania. Messe con orario festivo6 febbraio: Giornata per la Vita-Progetto Gemma con vendita Primule

12 febbraio: Giornata del Malato: ore 15.30 Messa in Casa di Riposo con Unzionecomunitaria per anziani e malati. Partecipano i membri dell’UNI-TALSI di Belluno

CARISSIMI,tutti i bambini e gli adulti,

in questo di Avvento, perl’approssimarsi del Natale,sono alle prese col muschio,le luci, gli alberelli, le casette,i pastori...: il Bambino staper nascere, non voglionofargli mancare nulla!

Anche Maria e Giuseppehanno provveduto la pagliaper la mangiatoia di Be-tlemme.

Per questo ci diamo dafare in tutti i modi per farebene le cose, ma solo pagliagli mettiamo nel presepio?Ci voleva, ma Gesù non cer-cava la paglia, sicuramente.

Cercava invece il cuore,gli occhi, il viso della Ma-donna, di S. Giuseppe, deipastori, dei Magi... ora cercai nostri cuori, la nostra vita; ilresto è solo per la nostra sod-disfazione personale.

Spesso crediamo che bastiun qualche regalo per la suarichiesta di amore. Quandofinalmente la nostra vita loaccoglierà come vero Sal-vatore, vera Luce?

Lui si è fatto piccolo peressere accolto da tutti: a Luibasta un cuore aperto a se-guirlo!

Questa semplice rifles-sione vorrebbe aiutarci ascegliere le cose che vera-mente servono a rendere cri-stiano il nostro Natale e cioèla fede, l’amore a Dio, lapurità di cuore, la generositàverso i bisognosi, pur senzadimenticare le belle tradi-

zioni del presepio o del-l’albero di Natale.

Con questi pensieri augu-ro a tutti Buon Natale e Buonanno: particolarmente a chisoffre per malattia, per soli-tudine e per lontananza: voisiete i primi che Gesù Bam-bino vuole incontrare edamare. A tutti gli auguri piùfestosi di un Natale di pace edi serenità e un anno 2011ricco di soddisfazioni!

Don Alfredo

Natività del pittore Oberkofler della Valle Aurina (1930) nella chiesadi Livinallongo.

Natale di DioFesta degli uomini

Il Natale è la risposta all’aspet-tativa di tutti i secoli e dell’interaumanità.

È la data storica della nascita diDio. Quando una stella annunciòprodigiosamente ai saggi di Orien-te che “era nato il re dei Giudei”essi non frapposero indugi edissero ad Erode: “siamo venutiper adorarlo”. E siccome non si va

ad adorare un uomo, ma soltantoun Dio, essi dimostrano di esserestati illuminati fino a com-prendere che era nato il Figlio diDio.

Anche oggi - come sempre -l’uomo ha bisogno di Dio e lo vacercando. Ha bisogno di sapereche Egli esiste e si riempie di luce lasua vita quando può accertarsi chenon soltanto Dio esiste ma èvenuto sulla terra, che si è fatto uo-mo tra gli uomini. Nasce da qui lagioia luminosa del Santo Natale.

I pastori, come rappresentantidegli umili ed i Magi, come pri-mizia di tutti i sapienti, trovatoDio, lo adorano. E questo Dio nonfaceva loro paura, non incutevatimore. Era un bambino, unbambino inerme come ognibambino che nasce.

“Giaceva in una mangiatoiacolui che tiene in sé il mondo. Unadonna teneva in braccio colui che icieli non saprebbero contenere”(S. Agostino).

Ed ecco la seconda gioia delNatale. Non è la festa dei privile-giati del mondo; no: la nascita diGesù è innanzitutto la partecipa-zione di Dio alla sofferenza, allostento, all’indigenza degli umili edei poveri. Iddio bambino mani-festa dalla culla (che è una man-giatoia), dalla casa (che è unastalla) le sue preferenze. Suamadre è di discendenza regale, mafiglia del popolo; il padre putativodiscende da Davide, ma fa il car-pentiere. In questa cornice è ilquadro del Natale. Visto in questarealtà, Dio non fa paura a nessuno.E quanti non riescono a riscuoteredagli uomini stima, compren-sione, sorriso, possono averli daDio che nasce povero e si faBambino.

Il manifesto natalizio di CostaSilvia.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0004 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,20 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

4 «Le nuove del Pais»

FESTA DEI NOSTRI RAGAZZIPrima Confessione

Domenica 27 marzo 2011 – ore 15. 00

Messa di Prima Comunione:domenica 22 maggio 2011 – ore 9.30

Tutti i Santi: il cimitero di Pieve, nonostante la pioggia battente, si èriempito di molta gente accorsa, come ogni anno a pregare per i propricari defunti.

I SANTI E I MORTII SANTI E I MORTI INIZIO ANNO CATECHISTICOINIZIO ANNO CATECHISTICODomenica 10 ottobre è ini-

ziato ufficialmente, con laMessa e con la benedizione delSignore, il nuovo anno di cate-chismo 2010-2011. Le lezionierano già state avviate ancorain settembre con il gruppodelle 12 catechiste.

In questa domenica ilparroco, durante la messa, haconferito loro il Mandato di in-segnare il catechismo. Ecco inomi delle catechiste: a) per leMedie: Devich Francesca, Pel-legrini Robert, Grones Bruna eBozzolla Tiziana; b) per le Ele-mentari: Roncat Agnese, Fop-pa Paola, De Grandi Rosanna,

Suor Flavia Santi, DelmonegoRenata, Dalla Valle Giovan-nina, Dorigo Luigina, VallazzaAnna.

A loro va il mio e vostroGRAZIE per aver accettatoquesto compito non semprefacile.

Ai genitori dei ragazzi è statochiesto l’impegno di prenderesul serio il catechismo collabo-rando attivamente con le cate-chiste e preoccupandosi che ipropri figli frequentino, studi-no e si comportino bene. Solocosì si educa veramente e sifanno crescere cristianamentei ragazzi.

In margine alla S. Cresima 2010Lasciando al parroco di

Arabba la cronaca, le foto e icommenti della festa, vorrei fa-re solo qualche sottolineatura.

1. Le catechiste Tiziana Boz-zolla e Bruna Grones si sonoprodigate ad insegnare e a farcapire ai cresimandi il signi-ficato e il valore di ciò chestavano per ricevere. Ad esseva il mio grazie più vivo!

2. I cresimandi: Anna, Giu-lia, Alessandro, Giulia, Sara,Giorgio, Vanessa e Marco, in-sieme ai tre amici di Arabba,hanno partecipato con im-pegno e soddisfazione in-sieme ai loro genitori e santoli,al Ritiro spirituale al CentroPapa Luciani. Suor Manuela eun’altra suora hanno seguito i

ragazzi del Decanato (c’eranoanche quelli di Colle), mentre ildirettore del Centro, don Fran-cesco De Luca, ha tenuto dueincontri agli adulti. Erano purepresenti Tiziana, suor Martina edon Alfredo.

3. Dopo il Sacramento dellaConfermazione del 31 ottobread Arabba, hanno iniziato il pe-riodo del “dopo Cresima”, a S.Giovanni con Suor Martina e Ti-ziana. Speriamo che sianofedeli agli incontri.

4. Accompagniamo questiragazzi e ragazze con l’au-gurio e con la preghiera af-finché mantengano fede allepromesse fatte il giorno dellaCresima, diventando ognigiorno più testimoni di Cristo.

LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTOLa Giornata del Ringra-

ziamento del 14 novembrescorso, a Pieve è stata unafesta riuscitissima, grazie allavoro di sensibilizzazionedelle catechiste con i ragazzidella scuola e di conseguen-za con le rispettive famiglie.

La catechista Anna Val-lazza ha preparato le pre-ghiere dei fedeli che, a vocialterne, sono state lette du-rante la messa, al momentodell’offerta dei doni. Sonostate ricordate tutte le cate-gorie di coloro che lavorano: icontadini, gli addetti al tu-rismo, gli operai e artigiani, icommercianti e gli impie-gati negli uffici pubblici, gliinsegnanti, gli amministra-tori della vita pubblica, i vo-lontari, i catechisti e i colla-boratori della parrocchia; lesuore Discepole del Vangeloe il Parroco, i genitori e glianziani.

Per tutte queste persone ilcoro ha cantato “Grazie Si-

gnore, a te rendiamo grazie”!All’offertorio si è formata

una lunga fila di ragazzi e diadulti che, portando ognunoun cesto piccolo o grandecolmo di verdure, frutta,patate, formaggio... hannoarricchito l’altare ren-dendolo bello e multicolore.

Una parte dei doni è statapoi portata dal parroco allaVilla San Giuseppe per inostri anziani.

La presenza ufficiale delsindaco, il folto gruppo dichierichette, la chiesa stra-colma di gente e i canti ese-guiti egregiamente dal CoroFodom hanno reso solenne eimportante la festa.

Anche a Digonera i pochiragazzi hanno portato al-l’altare i loro cesti dei pro-dotti della terra in segno diriconoscenza al Signore.

A tutti giunga il miograzie vivissimo!

Don Alfredo

“I morti ci chiamano”! Èquesta la voce che è giunta anoi nella solennità di Tutti iSanti e specialmente nelgiorno dei Morti. Infatti lafede ci dice, festeggiando il 1novembre, che tra i santi ve-nerati dalla Chiesa ed ele-vati all’onore degli altari, cisono tante persone care che,vissute nell’amore del Si-gnore e dei fratelli, sonostate premiate con un pa-radiso di felicità.

Preparatidal tradizio-nale Ritirospirituale cheha offerto aipartecipantila possibilitàdi accostarsial Sacramen-to della Ri-conciliazione,numerosepersone, ve-nute anche dalontano, ri-chiamate dal-la voce dellafede, dell’a-more e dellariconoscenza,hanno parte-cipato alleSante Messe ealle proces-sioni verso ilCimitero.

Certamen-te il culto ai

nostri morti non si esauriscesolo in questi giorni, or-nando di fiori, di corone e diluci le tombe, ma deveessere coltivato durantetutto l’anno con la pre-ghiera, con le sante messe disuffragio e specialmente conuna vita cristiana, ricca diopere buone facendo tesorodegli insegnamenti e deibuoni esempi che i nostricari ci hanno lasciato ineredità.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0005 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,20 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 5

È la processione della Madonna del Rosario con Padre Eugenio, se-guito dalle donne col “guànt da fodoma” che portano la statua dellaMadonna, e preceduto dall’urna di S. Felice, portata dai pompieri.

Perché fare il chierichetto?“Perché fare il chieri-

chetto?”. Immagino chequesta domanda risuoninella mente di molti ragazzi.

Il compito del chierichettonon termina nell’aiutare il sa-cerdote, ma va ben oltre:aiuta l’assemblea a pregare;aiuta l’assemblea a seguire ea capire alcuni gesti e mo-menti tipici della Messa;rende più decorose e solenni

le celebrazioni...È un ruolo talmente impor-

tante che il Papa parlando adun gruppo di chierichetti hadetto: “Voi siete strettamenteassociati al sacrificio eucari-stico di cui dovete appro-fondire il significato teo-logico, spirituale e rituale.Voi siete collaboratori del sa-cerdozio ministeriale, alquale portate un aiuto pre-ziosissimo. Voi svolgete unvero “ministero liturgico” in-sieme con i lettori, i cantori, icommentatori...”. Se poi pen-siamo che i primi chierichettisono stati gli apostoli, du-rante l’ultima Cena..., alloracapiamo davvero l’impor-tanza di questo incarico nellacomunità.

Perciò, vista la scarsità deichierichetti, il parroco chiedealle famiglie la collabora-zione e ai ragazzi e ragazzedalla terza elementare in sudi partecipare a questo im-portante servizio.

Con l’Avvento ci troviamoun po’ prima delle messe perfare le prove a svolgere nelmigliore dei modi il servizioimportante del chierichetto.

FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

ERRATA CORRIGENel n. 4 de “Le Nuove del Pais”, a pagina 5, nella dida-

scalia della foto della bandiera della banda da Fodom, er-roneamente è stato scritto il nome della santola dellabandiera: Serena invece di Lara De Cassan. Mi scuso.

Il direttore di redazione

La festa della Madonna delRosario è l’appuntamento au-tunnale molto sentito dallanostra gente. Non ci sono statemanifestazioni esterne, ma solola parte religiosa con la messasolenne e la processione.

Padre Eugenio Palla èvenuto da Trento per condi-videre con noi la festa e peraiutare il parroco.

Quattro signore col “guàntda fodoma” si sono sentiteonorate di portare la statuadella Madonna del Rosario;mentre i pompieri non hannoesitato a portare in trionfol’urna con la preziosa e “in-signe” reliquia di San Felice,martire romano del terzo

secolo, reliquia donata alDecano di Livinallongo dal-l’amico Papa Gregorio XVI,bellunese.

Le catechiste hanno accom-pagnato il folto gruppo dei ra-gazzi del catechismo, i quali in-sieme alle numerose persone,hanno pregato con la recita delRosario. Il maestro Franco se-guiva e fotografava i momentipiù salienti.

È stata una festa molto parte-cipata, grazie al tempo discreto,anche se freddo, e grazie al coroparrocchiale che ha eseguitovari canti, oltre la messa. Inquesta giornata il pensiero ge-neroso è andato anche al Semi-nario Gregoriano di Belluno.

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6 «Le nuove del Pais»

DAL CONSIGLIO PASTORALE...● Durante la prima seduta (24

gennaio 2010), il nuovo Consi-glio Pastorale ha scelto il nuovoSegretario nella figura di DenniDorigo, ed ha analizzato, di-scusso e modificato punto perpunto lo Statuto del ConsiglioPastorale Parrocchiale.

● Viene deciso di mettere unacassetta in Chiesa per eventualiproposte e consigli dei parroc-chiani al Consiglio Pastorale. Siinvitano tutti i parrocchiani adaiutare il Consiglio e il Parrococon consigli, proposte e cri-tiche costruttive per migliorarequalsiasi ambito della vita pa-storale della nostra comunità.

● Dopo una lunga e attentaanalisi e discussione del pro-blema, il Consiglio decide di in-vitare il Piccolo Coro Col diLana a non salire in cantoria peraccompagnare la S. Messa, madi prendere posto nei primibanchi della Chiesa dalla partedella Madonna del Rosario.Tale invito deriva dalla sem-plice considerazione che èpreferibile che i Bambini se-guano la S. Messa da una posi-zione più vicina all’altare e alresto della Comunità, piuttostoche in cantoria dove è più faciledistrarsi e non vivere in primapersona la Celebrazione Euca-ristica.

● Il Parroco sostiene che negliultimi mesi ci sono state diversemancanze fra le fila dei chieri-chetti, forse dovute anche allaconcomitanza di altre manife-stazioni; sarebbe auspicabile,magari partendo dal Cate-chismo e dalla famiglie, un ri-lancio del desiderio e volontàdei bambini di fare questo im-portante servizio. I consiglierichiedono al Consiglio chevenga individuata una figurache possa seguirli e istruirli sulloro prezioso servizio. SaràOscar Nagler che aiuterà ilParroco ad occuparsi di loroalmeno nella vigilia delle Cele-brazioni più solenni.

● L’incasso netto della Pesca pro

Missioni è stato di 3.900 Euro,che sono stati così distribuiti:1.000 Euro ciascuno a PadreGiuseppe Detomaso, SuorLaura Rossi e Suor Agnese, e900 Euro a Padre Giampietro.

● L’intero Consiglio ritiene chevada discusso insieme ai con-sigli pastorali di Colle e Arabba,il futuro, le prospettive e lostato attuale del nostro De-canato. Dopo tale confronto sichiederà anche un incontrocon Sua Eccellenza il Vescovo.

● Si chiede ai parrocchiani mag-giore collaborazione per la pre-parazione del Bollettino par-rocchiale: chi avesse materia-le, articoli, foto, ecc... si facciaavanti!!!

● Dopo lunga discussione, ilConsiglio all’unanimità decideche sarà lo stesso Consiglio adallestire il presepio in Chiesaper il prossimo Natale.

● Il Consiglio invita coloro chechiedono una Santa Messa peroccasioni particolari o pergruppi vari, di preoccuparsi dianimare la liturgia, leggendo leletture, organizzando qualchecanto e preparando almeno laPreghiera dei Fedeli.

● Il Parroco riferisce che la Majondei Mones viene spesso ri-chiesta per festeggiare eventiparticolari (compleanni, anni-versari,feste varie, ecc..), echiede al Consiglio di discuteree decidere se sia opportuno omeno concederla a tutti i ri-chiedenti. Il Consiglio stabi-lisce che la sala va data a tutticoloro che la richiedono, apatto che ci sia una personache si prende tutte le responsa-bilità, compilando un appositomodulo. Si chiederà un con-tributo spese di 20 euro du-rante la stagione estiva e 40euro durante la stagione in-vernale. Tale contributo nonsarà chiesto per iniziative delConsiglio Pastorale, del Grup-po Giovani della Parrocchia,dei Catechisti e del Coro Par-rocchiale di Pieve.

21 settembre 2010 alla Pizzeria Rudatis ad Alleghe. Dietro da sx:Vallazza Celestino,Rudatis Marta, Sorarù Ancilla, LuchettaDanisa, Luchetta Marilisa, Grones Bruna, Vallata M. Luisa, DeBona Paola, Deltedesco Franco. Davanti da sx: Sommavilla Tita, De-tomaso Florina, Pollazzon Patrizia.

Come è ormai consuetudine,anche quest’anno gli insegnanti inpensione di quello che era ilCircolo Didattico di Alleghe, con-vocati dal segretario CelestinoVallazza, si sono ritrovati a Ca-prile per assistere alla celebra-zione di una Santa Messa.

Si sono quindi trasferiti ad Al-leghe, alla pizzeria Rudatis per unmomento da trascorrere in al-legria.

Quest’anno l’ormai “classicatromba” gestita da Franco, ha

squillato (meglio stonato) per dareil benvenuto a due nuove inse-gnanti: Florina Detomaso e Pa-trizia Pollazzon.

Se da un lato, in questi ultimianni il gruppo si è ringiovanito,dall’altro ha perso per strada di-verse persone che 15 anni faavevano contribuito a formarlo.

È una nota di tristezza alleviataperò dalla presenza del sempre informa Tita Sommavilla chesembra dire a tutti: - No ste mèi aziede!! No ste a ve fermé!

Associazione insegnanti in pensioneCircolo Didattico di Alleghe

Nuovi parroci nell’Agordino

Il 3 ottobre don AndreaConstantini, originario diCortina, però con radici fodo-me da parte della nonna, ha fat-to l’ingresso solenne a Falcade,accolto da una folla festante difedeli, dalle autorità, dallevarie associazioni e gruppi e dauna ventina di sacerdoti, deiquali 4 nativi del paese.

La festa era stata preparatamolto bene dal Vicario Ge-nerale Mons. Del Favero ilquale si era preoccupato anchedi rinnovare internamente lacanonica per ricavarne aule peril catechismo.

Il 24 ottobre pure Allegheera in festa per l’arrivo delnuovo parroco: don Adal-berto Rzeminski.

È un sacerdote polacco delladiocesi di Tarnow, ai confini

con la Slovacchia. Ha 40 anni e15 anni di Messa, parla moltobene l’italiano, sia pur con unaccento che tradisce le sueorigini polacche.

“Nell’ascoltare la sua pre-dica, ha commentato uno deipresenti, mi pareva di sentirePapa Giovanni Paolo II”.

A distanza di un mese emezzo, dopo la partenza di donPaolino per la parrocchia diMas-Peron, gli Alleghesi sonostati veramente fortunati diavere già un parroco stabile.

Nel pomeriggio della stessadomenica 24 ottobre, ancheRocca Pietore ha accolto festo-samente, con grande partecipa-zione di fedeli e di sacerdoti ilnuovo parroco don FrancoDecima, nativo di Rocca. Do-po la malattia e successiva-mente la morte di don AttilioDe Zaiacomo, la parrocchia èrimasta senza parroco; succes-sivamente il vescovo ha datoun incarico provvisorio a donAngelo Crepaz che l’ha rettafino a domenica 24 ottobre, fa-cendosi ben volere da tutti. IlVicario Generale ha compiutoper questi due ultimi parroci ilrito di immissione in possessoo insediamento.

Auguro a tutti i nuovi parrociun lungo e fecondo apostolatotra la gente dell’Agordino!

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«Le nuove del Pais» 7

fino alla sua risurrezione pa-squale.

In buona e sincera so-stanza, non ho avuto la pre-tesa di realizzare un’operad’arte fine a se stessa, maprincipalmente di offrire unachiave di lettura della Pas-sione di Cristo a tutti coloroche credono e... non!”.

Prof. Gianni Pezzei

Le 14 fotografie della sta-zione della Via Crucis sonoevidenti e non hanno bi-sogno di commento.

Basta fermarsi a guardarlee meditarle: ognuno lo puòfare.

Il 29 aprile 1989 c’è statauna grande festa nella fra-zione di Digonera per labenedizione solenne dellequattordici stazioni dellaVia Crucis in bronzo dora-to opera dell’artista prof.Gianni Pezzei.

Per la benedizione èvenuto il vescovo mons.Maffeo Ducoli; hanno par-tecipato molti fedeli, tantiparroci e numerose au-torità: il Prefetto di Bellu-no, il Questore, un consi-gliere regionale, il coman-dante dei carabinieri, ilvice sindaco De CassanCelestino e naturalmentel’autore e il Decano donBruno De Lazzer.

L’opera artistica meritadi essere più conosciuta eapprezzata; per questo hopensato di offrire un pic-colo servizio fotograficorealizzato da Dellea AnnaMaria.

In questi giorni ho inter-pellato il prof. Pezzei,ideatore ed esecutoredella Via Crucis per unbreve commento e qual-che osservazione. Così mi

ha risposto:L’iconografia sacra ha

sempre svolto un ruolo im-portante anche nei nostripaesi e comunità lontanedalle grandi città.

Iconografia: dal grecoeikon = immagine, graphia= scrittura, disegno, im-magine.

Ecco perché in tutte lechiese cattoliche consacrateappaiono, lungo le paretidella navata, le stazioni dellaVia Crucis. Ciò serve alparroco, ai fedeli e a chi visitala chiesa di leggere e meditaresulla vita di nostro SignoreGesù. Dalla sua condanna amorte sino alla deposizionenel sepolcro, nonché alla suaRisurrezione.

L’analfabetismo, le diffi-coltà di capire e “leggere” ilCalvario del Signore, hannoofferto l’opportunità con learti visive (disegno-pittura escultura) di avvicinare ifedeli alla comprensione deiTesti Sacri.

Per una lettura scorrevole,semplice, ma incisiva, per lapiccola chiesa, bella e or-dinata di Digonera occorreva

LA VIA CRUCISdi DIGONERA

una Via Crucis più a ca-rattere simbolico che deco-rativo. Vennero modellatedelle formelle in creta, calcatein cera, fuse in bronzo e poidorate. Dovevano essere ar-moniche, leggibili dallaprima all’ultima, come unasinfonia.

Se la prima stazione fossescolpita in marmo, poi la se-conda in legno, la terza inbronzo, la quarta in motiviastratti ecc. ecc.: sicuramentenon potrebbero coinvolgere ilcredente ad una meditazionereligiosa approfondita dellesofferenze di Gesù al Gòlgota

Stazioni della Via CrucisStazioni della Via Crucis

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8 «Le nuove del Pais»

SACRARIO DI PIAN DI SALESEIannuale commemorazione dei cadutiDomenica 31 ottobre gli

alpini si sono ritrovati al Sa-crario di Pian di Salesei suinvito del Capogruppo della Se-zione ANA “Col di Lana” Va-lerio Nagler per assistere allacelebrazione della SantaMessa, celebrata dal Cap-pellano militare don LorenzoCottali in ricordo e suffragio deicaduti in guerra.

Un momento di preghiera maanche di commozione al quale,è sembrato essersi unito anche iltempo, con un cielo coperto,con il paesaggio avvolto dallanebbia, con una pioggerellinainsistente, come se pure luiavesse voluto esprimere, amodo suo, sinceri sentimenti dimestizia.

Un incontro doveroso per ri-cordare i caduti della GrandeGuerra ma anche coloro chehanno sacrificato la vita in mo-

menti drammatici.Questi semplici incontri so-

no sicuramente importanti perricordare e riflettere: riflessioneproposta dall’alza bandiera,dalla deposizione della corona,dalla preghiera in suffragio.

Un messaggio rivolto a rinvi-gorire l’amore per la Patria chesi concretizza in un serviziofatto con amore, dedizione,forza di volontà e non perultimo con sacrificio.

«Oggi è un occasione - hadetto il celebrante nella suaomelia - per rinvigorire noistessi, se impegneremo tutti noistessi ad operare per la pace, seinvocheremo con forza d’ani-mo e con determinazione lapace».

«Voglia Maria, Regina dellapace, donare la pace alla fa-miglia umana» - ha concluso ilCappellano.

Sacrario di Pian di Salesei, 31 ottobre 2010.

IL PAPA BENEDETTO XVI RICORDALA NECESSITÀ DI SACERDOTI

Dio ha la faccia diquei poveri uomini

Germania, 1944. Un uffi-ciale della Wehrmacht do-manda a dei ragazzi di levaquali progetti hanno per ilfuturo. Una recluta di 17 annirisponde che vuole diventaresacerdote. Replica sprez-zante l’ufficiale: “Cercatiqualcos’altro. Nella nuovaGermania non c’è più bi-sogno di preti”.

L’aneddoto raccontato daBenedetto XVI nella lettera aiseminaristi non è solo bio-grafia di un Papa tedesco, enemmeno soltanto storia delpassato. L’illusione di unnuovo ordine mondiale, l’or-goglio di una società di supe-ruomini che avrebbero ri-tenuto indegno il gesto dipregare, ci appaiono oggi te-nebra lontana; ma ogni

tempo ha i suoi “nuoviordini”, imposti - oppuresuggeriti. Nuovi mondi ven-gono continuamente dise-gnati, in cui, si immagina,non ci sarà più bisogno dialcun Dio. I libri di storiasono pieni di progetti di giu-stizia universale e di ugua-glianza, tragicamente falliti.Ma sempre si allarganonuove illusioni; l’ultimo divoè l’uomo tecnologico, che go-verni il principio della vita ene dilati oltre ogni limite ladurata: intendendo per“vita”, si intende, solo quelladei sani e dei perfetti. Euomini capaci di darsi la vita,di toccare i tasti remoti delDna, di selezionarsi, che bi-sogno mai avranno di un dio?Cercati qualcos’altro, ra-

gazzo, non c’ più bisogno dipreti.

Anche in certi laboratori dibiotecnologia, oggi, un ven-tenne potrebbe sentirsi direcosì. Oppure semplicementenel quotidiano rumore me-diatico che dipinge il sa-cerdote come un resto delpassato, uno che osa, folle,giudicare cosa è buono e cosacattivo, afferma l’assurdapretesa della castità. Quandopoi, secondo l’ultima vol-gata, quel nome - sacerdote -non è quasi immediatamenteassociato, come un’onta ge-neralizzata, alla pedofilia.Un altro pensiero obbliga-torio, senza divisa e sen-z’armi, ripete oggi, come frale righe, che di sacerdoti nonc’è più bisogno. Proprio perquesto il Papa ha esordito conquel ricordo. Come dicendo:anche a voi ragazzi, dirannoche non siete più necessari.Ma non impressionatevi.Non era vero nel ’44 e non èvero oggi: perché gli uominiavranno sempre bisogno diDio.

Dove l’uomo non perce-pisce più Dio, la vita diventavuota; tutto è insufficiente.Non è vero forse? L’orizzonteannientato di una esistenzaridotta a sola attesa di cosemateriali, e l’angoscia sorda einespressa davanti alla mor-te, se siamo solo polvere; nonsi respira questo forse nellestrade delle nostre città, nelleperiferie in cui si uccide pernulla o si muore, vecchi, soli,senza neanche il vicino dicasa se ne accorga? Bisognodi Dio, più che mai, e diuomini che portino tra gliuomini il suo volto. Non unDio ritiratosi in distanze si-derali dopo il giorno della

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«Le nuove del Pais» 9

creazione, ma il Dio di GesùCristo, nato da una donna,uomo tra gli uomini.

E così i ragazzi che nei se-minari crescono andrannofra gli uomini; nelle città enelle periferie del mondo,nelle aule di scuola in cui sidiventa grandi e nelle stanzed’ospedale in cui si muore.Nel tempo che idolatra ildenaro e il successo, scanda-

uomini, censurata spesso, eperò sospesa nei pensieri: ladomanda di un padre che ciconosca a uno a uno, un pa-dre che abbracci e perdoni, enon disperda nel nulla ildolore e la fatica, ma ciconduca - noi affaticati, noiche non capiamo - in un di-segno buono. C’è bisogno diDio più che mai, nel tempodel superomismo tecno-

logico che convive con mi-lioni di miserie e solitudinidimenticate. E come verràquel Dio, nel terzo millennio?Come è già, come è semprevenuto; con la faccia di pove-ri uomini, non più buonodegli altri, non salvi dal male;ma che, chiamati, prometto-no di vivere per lui.

Marina Corradi(da Avvenire -19.10.2010)

ARABBA:PERIODO ANTECEDENTE IL 1909

Anno dell’inaugurazione della Grande Strada delle DolomitiNella grande casa detta “sa Floriân” (1) abitavano 3 famiglie:

- chi de Floriân (Bastiân e Luigi): Bastiân era il padre di AnacletoLezuo- Filomena Lezuo “la Polenta”- Lotti Maria Giuliana “la Giulia” vissuta a Venezia, adottata a Da-vedino; sposata Colli, della discendenza dei “Baga”.

In seguito al matrimonio con una figlia della signora Giulia, com-proprietario del rustico divenne Andrea Doné di Pezzei (Soraruaz)soprannominato “el Mòtz”.

Nel 1953 il rustico, che nel frattempo era stato trasformato in unapiccola “ciajèra” è stato venduto a Eugenio Deltedesco di Vallazzadi Dentro.

Il rustico adiacente la casa (2) era di proprietà “de chi de Floriân”,mentre il rustico più a sinistra (3) era di proprietà della Giulia.

In primo piano, al centro della fotografia si trovano la Scuola Ele-mentare (4) e la latteria consorziale (5) aperta nel 1876 per interessa-mento di don Antonio Decristoforo, a quel tempo curato locale.

A sinistra della scuola si trova la mastodontica abitazione “dei Ba-tistìns” (6) - Tita e Angelo Irsara -originari della val Badia. Pocodietro è situato il loro rustico (stalla e majon) (7).

In parte nascosta dalla grande casa si trova la canonica (8) con ac-canto stalla e majòn (9) di propria pertinenza.

Nell’angolo in basso a sinistra l’Albergo Posta (10), mentre più inalto si trova l’Albergo Pordoi (11).

In posizione isolata, al centro della foto ecco la casa che per metàera “de chi de Vizenz” (12) e per metà “de chi de Costantìn” (Lezuo)(12): un antenato di detta famiglia era nominato “l Mericân” per ilfatto che fra il 1841 e il 1847, dopo aver viaggiato per l’Europa, rag-giunse Rio de Janeiro e New Jork.

Ritornato nel suo Fodom costruì il maso in località Savinè de Sot“su da l’Oto”.

Il rustico di proprietà delle due famiglie è segnato con il numero(13) sulla foto.

Con il numero (14) viene indicata l’abitazione “de chi de Jân”(Lezuo) e con il (15) il rustico della stessa famiglia, mentre nel fab-bricato con attiguo rustico, contrassegnato con il (16) abitavano i“Caregai” e i “Baldins”.

01 - Masarei Adriano “Tavân” - Cherz02 - Crepaz Vito “Balòt” - Fossal03 - Crepaz Elia “de chi del Picio” - Ruaz04 - Crepaz Paolina “Fèvera” - Renaz05 - Masarei Renato “Tavân” - Cherz06 - Crepaz Giovanni “Tita de Majarei” - Masarei07 - Crepaz Giovanni “del Picio” - Cherz08 - Crepaz Rita “de Tòne” - Renaz09 - Crepaz Rosa “de chi del Picio” - Ruaz10 - Ruaz Natale “del Tin” - Renaz11 - Gabrielli Giuseppe “Gépo” - Cherz12 - Crepaz Maria Agnese “Fonja” - Cherz13 - Sief Antonietta “de Rója Fèvera” - Crepaz14 - Crepaz Anna “de Majaréi” - Masarei15 - Crepaz Arturo “de chi de Jòrc” - Cherz17 - Crepaz Ivo “el Bàrba” - Cherz18 - Grones Antonio “Iosc” - Crepaz 19 - don Oreste - il sacerdote

LA FOTORICONOSCIUTA

La foto sconosciutariportata sul n. 4-2010de “Le Nuove delPais” ritrae:Palla Adamo “AdamoScòco” di Palla eDevich Teresa “TeresaVica” di Salesei diSopra - Palla Emilio“Milio de Tereja” diCosta di Salesei e PallaGiuseppe che è inbraccio.

losamente testimoniandocon la propria presenza che sivive per altro, e che non sia-mo destinati al nulla, “Non c’è più bisogno di preti”. Lodicono - lo gridano, lo insi-nuano o lo annunciano sorri-dendo- i maestri del nostrotempo, i predicatori di un’u-manità autosufficiente e di-stratta. Ma non è vero.

C’è una domanda negli

L’ANGOLO DEI RICORDIdi F. Deltedesco

L’ANGOLO DEI RICORDIdi F. Deltedesco

LA FOTO STORICALA FOTO STORICA LA FOTO CONOSCIUTALA FOTO CONOSCIUTA

Ricordi deltempo che fu

dall’archivio di F. Deltedesco

In una stallaA Natale, a Betlemmeera nato in una stallada Giuseppe e da Maria;da un bue e un asinello,il Bambino era vegliato.Da tutto il mondovenne Adorato.Era Gesù, il pargolettoche nel mondola pace ha portato.

Mara Federa - cl. 5a elementare

S. Giovanni, 1958 circa.

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10 «Le nuove del Pais»

LA FOTO SCONOSCIUTALA FOTO SCONOSCIUTA

Tabulazione a Malga Cherz,opera di Marino Crepaz eRenato Stefanon.

rismo. Certo è che questa collabo-razione non si ottiene con l’inoltrodi una lettera, bensì con unoscambio di vedute e di proposte.

(Fr. Del.)

La Bánda da Fodom a Canazei con la nuova bandiera.

UN BELL’ESEMPIOUn esempio bello e signifi-

cativo riguardante la tabulazionedei sentieri è stato dato dalla fra-zione di Cherz guidata dal Sopra-stante Marino Crepaz.

Marino, con l’aiuto di RenatoStefanon, entrambi appartenentialla Lia da Mont da Fodom, nelleadiacenze della Malga Cherz hafatto un lavoro che merita vera-mente di essere apprezzato dalocali e turisti.

Da quel luogo si dipartono varisentieri che si dirigono versoluoghi diversi: all’Altopiano delCherz per proseguire per il PassoCampolongo - a Varda per poi rag-giungere Arabba - a Cherz...

In questo incrocio, su un pos-sente palo sono state sistemate ben8 tabelle segnaletiche in modo cheil passante possa avere un sicuroorientamento.

Non sarebbe un esempio da se-guire?

Probabilmente altre frazioni fa-rebbero volentieri un simile inter-vento se l’input partisse dagli Entipreposti alla valorizzazione del tu-

Molti hanno notato, vicino allafarmacia di Pieve, un contenitoredi colore giallo con la scritta: “CA-RITAS”. Non è un contenitore da“ecocentro”, ma un cassonettoper raccogliere oggetti vari (come

verrà spiegato più avanti) che lagente non usa più, ma che, es-sendo ancora in buono stato, po-tranno servire ad altre persone.

Alcuni anni fa in provincia diBelluno sono stati raccolti300.000 chilogrammi di usato,realizzando 59.000 euro chesono serviti per progetti di solida-rietà specialmente in terra di Mis-sione.

SI RACCOLGONO: abiti, ma-glieria, biancheria, cappelli,cinture, giocattoli e scarpe inbuono stato.

NON SI RACCOLGONO:tessuti sporchi e unti, carta, me-talli, plastica, vetro, rifiuti e scartitessili perché non sono riutiliz-zabili.

Quello che si può depositareva racchiuso in sacchi e messo neicontenitori con la scritta “CA-RITAS”. Così “faremo menosprechi e più solidarietà”.

Il cassonetto della CARITAS

Ci dispiace dover scrivereper rettificare quanto ri-portato nella didascalia dellafoto riguardante la benedi-zione della bandiera dellabanda pubblica nell’ultimobollettino parrocchiale.

La Banda da Fodom - nonesiste nessun gruppo bandi-stico giovanile di Fodom - havoluto presentare la propriabandiera per la benedizionenel giorno del Santo Patronodopo aver bene ponderatoquesta decisione. Non è statauna scelta facile, San Iaco ègià una giornata ricca nellacelebrazione per i festeggia-menti per gli anniversaridelle coppie sposate da 25,40, 50, 60 anni, ma per noi erasignificativo benedire la ban-diera con ricamata la chiesaproprio nel giorno della festapatronale.

Anche la banda que-st’anno festeggia un anniver-sario... ben modesto ma im-portante: cinque anni.

I primi cinque anni di at-tività per questa associazioneche accoglie gli amanti dellamusica bandistica. Ci siamofatti un regalo benaugurante,un regalo che duri negli annia venire. Abbiamo lavoratoper più di un anno per potercommissionare alla ditta An-nemarie Jaeschke la nostrabandiera. Riunioni, tele-fonate, viaggi, per fare tutto ilmeglio possibile, perché labandiera non è rappresen-tativa solo della banda maquando sfila rappresenta unpo’ anche Fodom. Allora ab-biamo pensato alla chiesa,alle montagne, ai colori diFodom, ogni dettaglio è statovoluto e ponderato. Il ri-sultato è sotto gli occhi ditutti. Certo è costata pa-recchio (non la cifra in-dicata), ma ci teniamo a sotto-lineare che sono statiutilizzati i soldi che hannoraccolto i ragazzi nelle estatiche si sono offerti come vo-lontari per l’apertura al pub-blico del castello d’Andraz,

la cifra mancante è stata co-perta da privati, dalla Raif-feissen sempre presente peraiutarci e soprattutto dallanostra “sántola” Lara, nonSerena, De Cassan. L’unionefa la forza e questa piccola im-presa ce l’ha dimostrato.

Il 25 luglio non abbiamovoluto disturbare la festadegli sposi, perciò dallachiesa, dove alcuni ragazzidella banda hanno accompa-gnato con gli strumenti ilcoro parrocchiale, con ri-guardo ci siamo spostati inpiazza per la benedizionedella bandiera. Ogni cosa,dai brani musicali alle lettu-re, è stata concordata primacon il parroco che come alsolito ci ha dato tutta la suadisponibilità ed attenzionenel ricercare la formula piùadatta per la benedizione. Lacerimonia ha avuto iniziocon il discorso del nostro pre-sidente Giovanni Pellegrini,che il cronista deve aver per-so. Cogliamo l’occasione perringraziare le autorità, i rap-presentanti delle varie asso-ciazioni di Fodom, i rappre-sentanti della banda diCortina, che hanno volutovivere con noi questo mo-mento, sia nella celebrazioneche nel successivo rifresco.Ringraziamo in modo parti-colare il coro Fodom che ci havoluti ospiti nel pomeriggioper un concerto nel tendoneda loro organizzato: alle ban-diere esposte si è aggiunta tragli applausi anche la nostra.Come direttivo, infine, vo-gliamo ringraziare tutti icomponenti della banda per-ché la commozione e l’or-goglio che abbiamo visto neiloro occhi mentre veniva sco-perta la bandiera, sono il mi-glior stimolo per continuaread andare avanti, perchécome scritto sulla nostra ban-diera: “La mujica l’è ousc delcuor”.

Saluti musicali.Il direttivo

della Banda da Fodom

L’unione fa la forza

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0011 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 11

DAL BRASILESuor Laura Rossi ha man-

dato un fax al decano per rin-graziare dell’offerta ricevuta eper parlare della sua Missione.Leggiamola.

Volta Redonda, 4 ottobre 2010Don Alfredo carissimo,

quando mia sorella Rita miha comunicato dell’offertache generosamente avete de-stinato alla mia missione, horingraziato il Signore per lavostra presenza e per questoulteriore segno della vostra af-fettuosa vicinanza e solida-rietà. E oggi con cuore ricono-scente ringrazio lei donAlfredo e tutti coloro, amici eparrocchiani, che vi hannocollaborato.

Siamo nel mese di ottobre,mese missionario, in cui siamochiamati ad essere annun-ziatori del Vangelo di Gesù.“Dormivo e sognavo che lavita era gioia. Mi sono sve-gliato e ho capito che la vitaera servizio. Ho servito e hoscoperto che servire dà gioia”.Bella e significativa questafrase di Tagore. Servire, esseremissionari non è solo partire,andare in altre terre, ma amarela Parola di Dio e viverla doveil Signore ci chiama; amare lasua Chiesa ed essere segno divita e di comunione, conquello che siamo, con le nostrefragilità ma soprattutto con inostri doni, con la nostra sen-sibilità, generosità e pre-ghiera. E in questo abbiamocome esempio una grandeSanta, Santa Teresina delBambino Gesù. Lei non èandata in nessuna parte, havissuto la sua vita nelCarmelo, ma ha amato tantola Chiesa da essere proclamata“Patrona delle Missioni”. “Lamia vocazione è l ’amore... nelcuore della Chiesa io saròamore”! Quindi tutti pos-siamo ritrovarci ad essere mis-sionari e insieme ringraziamoil Signore perché ci dà la possi-bilità di fare del bene anche esoprattutto a coloro che anco-ra oggi sono immersi nella mi-seria e nell’abbandono so-ciale.

Ieri, in tutto il Brasile ci

DAL PAKISTAN

Anche Suor Agnese Grones ciringrazia dell’offerta, ma ci ri-corda la situazione drammatica incui versa il Pakistan con le allu-vioni.Carissimi,

sono lieta di mandarvi foto dellanostra visita ai cristiani di Nosheranel nord del Pakistan, la zona piùcolpita dall’alluvione. I cristiani cihanno descritto la loro esperienza dipericolo, di morte, di perdita di tutto.Ho vissuto esperienze raccapric-cianti ed ora che sono in situazionipovere e instabili (in attesa di al-loggio) sono rimasti veramente com-mossi della nostra visita.

Abbiamo portato loro cibo, soldial parroco per procurare loro copertee trapunte, la zona è fredda in in-verno, ma specialmente quelloche ha toccato i loro cuori eravvivato la loro speranza è statoil dono del vangelo, il Croce-fisso, il quadro della Madonna, illibro dei canti e delle preghiere eil catechismo.

Questi sono i tesori delle fa-miglie cristiane e riaverli in mo-menti di pena e fatica resta unavera forza e forte referenza.

Le Suore Paoline della co-munità di Rawalpindio e con loroc’ero anch’io avevano le bracciastanche dopo aver visitato edelargito doni a più di 250 famiglie,

I nostri missionari, attualmente in Italia: P. Eu-genio Rossi (Venegono), P. Eugenio Palla (Trento),Suor Benigna Testor (Verona) mi pregano di fargiungere a tutti i più fervidi auguri natalizi.

ma il loro cuore era colmo di gioiaper la solidarietà e comunionesperimentata.

Vi alleghiamo le foto anche perdocumentarvi come impie-ghiamo i vostri sussidi e renderviconsapevoli di come i vostri sa-crifici vengono benedetti e pro-fondamente apprezzati special-mente dalle famiglie cristiane perle quali daremo parte dei vostrisussidi al gruppo dei Gesuiti che siimpegna a costruire casette per glialluvionati.Vi ricordiamo, SIETE CONNOI.

Con infinita gratitudineSuor Agnese

e tutte le Paoline

sono state le votazioni pereleggere il nuovo Presidentedella Repubblica. Siccome lamaggioranza non è stata rag-giunta si dovrà votare nuova-mente alla fine del mese. Ci siaugura che, chi sarà scelto agovernare per i prossimiquattro anni, lo possa fare congiustizia, interessato alla vita eal bene della popolazione.

In parrocchia la vita con-tinua normalmente. Stiamoper chiudere un altro anno pa-storale e, nelle comunità dibase si susseguiranno gli in-contri di verifica sul lavorosvolto quest’anno e di pro-grammazione per il prossimo2011. Sabato 18 e domenica19 di settembre, 127 tragiovani e adulti, dopo esserestati accompagnati e preparatiper un periodo con la cate-chesi, hanno ricevuto il sacra-mento della Cresima.

In questo mese di ottobre,varie sono le iniziative chesono state proposte, sollecitatidal Documento di Aparecidadel 2007 che dice: “dobbiamoformarci come discepoli mis-sionari senza frontiere, di-sposti ad andare dove Cristonon è ancora conosciuto”, efra queste la visita missionarianelle famiglie. Tutte le pa-storali ne sono coinvolte.

Anch’io mi dedicherò, neltempo che mi sarà permesso, avisitare particolarmente ibambini, coloro che ancoranon sono accompagnati dallapastorale del bambino e chehanno diritto di essere difesi,aiutati a crescere con dignitàinsieme alle loro famiglie e adinserirsi nella società senzasentirsi esclusi.

Termino, don Alfredo ca-rissimo, rinnovando di cuore ilmio grazie! Che il Signore be-nedica la vostra generositàvisto che Lui “ama chi donacon gioia”, rafforzi la nostrafede, doni a tutti la salute e lagrazia di amarlo e di amarcicome suoi figli e fratelli!

Un augurio vivissimo a tuttiper il prossimo santo Natale!

Un abbraccio fraterno. Suor Laura

DAI NOSTRI MISSIONARIDAI NOSTRI MISSIONARI

Le suore confezionano i Vangeli e gli altri doni per le famiglie.

Il fango a Nowshera e Risalpur del 29 july 2010.

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12 «Le nuove del Pais»

Il Beato Charles De FoucauldOgni anno le nostre Suore Di-

scepole del Vangelo, che siispirano, come Comunità, allaspiritualità di questo grande“santo”: Charles de Foucauld, siritrovano a Castelfranco (Tv),dove ha sede la loro “Casamadre” per ricordarlo nell’anni-versario della sua morte, av-venuta il 1 dicembre 1916.

Per chi non lo conosce, ri-cordo brevemente la sua bio-grafia.

Charles de Foucauld nacque aStrasburgo il 15 settembre 1858.Orfano dei genitori a sei anni, fucresciuto dal nonno, che gli tra-smise l’amore per la famiglia eper il proprio paese, la passioneper gli studi e per il silenzio dellanatura. Nel 1876 si arruolò nel-l’esercito francese, dove portò atermine gli studi all’Accademiadi Cavalleria e intraprese ancheuna breve carriera.

Nel 1882 si congedò per

partire all’esplorazione del Ma-rocco. La spedizione risultò unavvenimento scientifico di im-portanza tale da fruttargli la me-daglia d’oro della Società diGeografia. Non molto tempodopo incontrò l’abate Huvelin aParigi: le conversazioni con luilo guidarono verso la conver-sione.

Recatosi in pellegrinaggio inTerra Santa, maturò la decisionedi entrare nella Trappa di NostraSignora delle Nevi, in Francia.Poi fu in Siria, alla ricerca di unavita più dura, e da lì passò a Na-zareth, dove per tre anni lavoròcome giardiniere presso il Mo-nastero delle Clarisse. A poco apoco sentì che amare Gesù è di-ventare fratello di tutti nel-l’amore del Padre. Per questoaccettò di diventare prete.Scelse allora di ricominciare dalSahara e si stabilì a Bèn-Abbés epoi, per vivere con i Tuareg, a

Tamanrasset. Condividendo la loro vita, ne

imparò la lingua, tradusse i loropoemi e diede alle stampe un im-ponente dizionario illustrato.

Tempo dopo, sentì la ne-cessità di fondare una famigliareligiosa, incentrata sul Van-gelo, sull’Eucarestia, sulla vitaapostolica.

Morì il 1 dicembre 1916,colpito da una fucilata, duranteuna scaramuccia suscitata da ri-belli dell’Hoggar, nel più totale

nascondimento. Dopo vari ten-tativi andati a vuoto, non era riu-scito a reclutare nemmeno un di-scepolo. Eppure il seme cadutoin terra non tarderà a spuntare e afiorire. Oggi sono venti le con-gregazioni religiose e le associa-zioni di sacerdoti, di religiose edi fedeli, raggruppanti alcunemigliaia di persone sorte nelsolco del “fratello universale”.

La santità del Beato Charlesde Foucauld “il piccolo fra-tello”, è una santità discreta, na-scosta, lontana dal miracolismoche scatena le masse; è la santitàdi chi, come lui, non ha sceltoaltro che vivere radicalmente ilVangelo, che “gridare il Van-gelo con la vita”, di chi, come il“piccolo fratello universale”, siè messo sulla strada di Cristo fa-cendosi compagno di viaggio,fratello e amico dei più poveri econdividendo il loro ultimoposto.

SUOR LARA CI SCRIVE DALLA FRANCIAViviers, 12 novembre 2010

Carissimo don Alfredo,innanzitutto un grande grazie

per “Le Nuove del Pais” che miha inviato. Mi ha fatto propriouna bella sorpresa perché non mel’aspettavo, e perché è stato belloper me leggere le novità di Fodom.

Stiamo tutte bene, siamoserene; ci stiamo inserendo un po’alla volta nella diocesi, nella casadove viviamo e con la lingua (avolte le difficoltà non mancano,ma sappiamo che dobbiamoavere pazienza).

Nella diocesi di Viviers siamostate accolte da molte personecon tanto calore e premura; inmolti sono venuti a farci visita nelnostro appartamento all’internodel Seminario di Viviers (che giàda molti anni non più seminario,ma una casa di accoglienza e spi-ritualità), con la preoccupazioneche potessimo sentirci troppo sole

o che avessimo nostalgia dell’I-talia.

Il sentimento che abita in noi,continuiamo a ripetercelo, è diuna grande gratitudine al Si-gnore e alla nostra comunità perla possibilità di vivere questaesperienza: la Chiesa di Viviersinfatti è sì tanto “povera” a livellospirituale, ma anche ricca perchéci sono molti segni di vivacità ebelle testimonianze autentiche divita cristiana. Come si suol dire:“pochi ma buoni”. Questoaspetto ci ha colpito da subito econtinuiamo, giorno dopogiorno, a scoprire che è propriocosì.

Un altro aspetto della Chiesadi Francia che ci colpisce è l’a-pertura: siamo proprio in mis-sione.

Nella parrocchia di Viviers(che conta ben 13 villaggi o exparrocchie), ci sono due sa-cerdoti “fidei donum” africani,uno dei quali è il parroco, e cisiamo noi che siamo straniere.Abbiamo capito che molte fa-miglie hanno origini da altre re-gioni della Francia e che sono abi-tuati a spostarsi per motivi dilavoro; ci sono anche famiglie diextracomunitari che però nonabbiamo ancora conosciutoperché non frequentano lachiesa.

La situazione ecclesiale è unpo’ difficile: nei vari villaggi nonc’è la messa tutti i giorni enemmeno tutte le domeniche: avolte una al mese. E non sono

molte le persone che vengono inchiesa, soprattutto giovani, macome dicevo prima sono pochi madavvero ferventi.

Nella Diocesi non ci sonomolti preti: molti sono anzia-ni,anche ammalati; alcunivivono in qualche piccolo paesemolto lontano dal centro diocesi,anche a 2 ore e mezza di auto(come a Belluno anche questa èuna diocesi con gran parte di ter-ritorio in montagna o colli-na...non certo le montagne delleDolomiti perché queste arrivanoal massimo a 1200-1400 metri dialtitudine). Non ci sono semina-risti nella diocesi: solo uno cheperò il 26 ottobre scorso è statoordinato diacono. Per questo civiene spontaneo pregare per loro,per questa Chiesa che stadavvero soffrendo molto per lamancanza di vocazioni al sacer-dozio; assieme a loro stiamo

anche pregando per tutti i pretidelle nostre diocesi italiane.

Siamo state accolte da tutti estiamo vivendo una bella comu-nione con i laici, preti e con le altrerealtà di religiose presenti nellaparrocchia, nella diocesi: il desi-derio comune è quello di lavorareinsieme.

Spero tanto che lì a Fodomstiate tutti bene: porti i nostrisaluti a tutti, dicendo che con-tinuo e continuiamo a portarvinella nostra preghiera; dallaterra di Francia stiamo speri-mentando una forte comunionecon le diocesi di Treviso eBelluno-Feltre e con tutte lenostre parrocchie.

Ho pensato di scriverle questerighe per raccontare qualcosa diquello che stiamo vivendo inquesta nuova realtà. Un fraternosaluto.

Suor Lara

L liber del telefono de le val ladineL’Union Generela di Ladins dla Dolomites l à de fòra

per sto ann l liber del telefono de le val ladine del Sela. Nopuscol de gran utilité per i Ladins. Da spëss defatisuzede de mossei clamé n Fascia, Badia, Gherdëna o dalafòra clamé caìte. Ma per fè chëst tochëssa trè avei l liberde trei provinzie, chële ulàche i è despartide le valladine.

Con chëst liber la Generela l’à volù de l sen den liamche vòl resté strent ntra chëste val, nten setor de mpor-tánza fondamentala come la comunicazion.

L liber se l ciapa nte Comun da la Michela al priesc de15 euro. Podëssa ester ence na bela idea per n pico regal.

(LoSo)

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«Le nuove del Pais» 13

I cori dei tosac de la Ladinias’à biné sa na Rèba al “Ciánta con Nos”

L Pico Coro Col di Lana.

(Fodom) “Ncuei ulon s’lade bona” à cianté l Cor diMuntons da Runcadic, un deiset che à tout pèrt ndomëniapassada a la 13a edizion del“Ciánta con nos”, la festa deicori dei tosac de la Ladiniache l’é stada ntel sèlf dei con-gresc de Rèba. E se po’ pro-prio di che l è ste n davòmesdìulàche i plu de doiciánt tosacruèi nta Fodom da dute le valdel Sela, manciáva demé ncòro che raprejenteie la ValBadia, i se l’à dada bona acianté, soghé, se cugnësce e,per valgugn, cugnësce n tòchde Ladinia.

Prejentada dal très brao ecoinvolgent Gianpaolo So-ratroi, la manifestazion l’éstada giourida da la Bánda daFodom, che l’à volù acòlie cole note del Inn Ladin e de la“Bozner”, nta Fodom cugni-sciuda come “Ulà che la Mar-molada”, la tropa jent ruadaadalèrch, troc à mossu ci-namèi ste mpé, e duc i tosacdei cori.

Nte le parole de salut sie-belo l prescident de la Ge-nerela Elsa Zardini che del’Union dei Ladins da FodomDaniela Templari, le doi as-sociazion che à metù a jì lafesta, i à sotlineé l’empor-tánza de chësta manifesta-zion che da oramèi 26 agn vaa ròdol ntra le val Ladine.“Chisc tosac i è l nòst davignì,i è l davignì de nòste val e de

nòsta cultura” i à dit cuaji a naousc sola. N pensier l è ju encea duc i dirigenc dei cori, chese tòl del temp e la bria de i èste davò e i è nsigné très cian-ción nuove. Senza de lorichisc cori i no fossa e duta lacultura n general, no deméchëla mujicala, la fossa scial-di plu puora. No se po’ de-smentié defati che l è proprioda chisc grop che po’ ven fòrai ciántarins che, nviade cher-sciùs, i va a fè pèrt dei cori plugragn. Che po’ i à ocajion dese nconté ndavò ntra deLadins al “Di dla ciántialadina”, coche davánt trei se-temane a Sëlva de Gherdëna.

Chësta edizion n particolardel “Ciánta con nos”, la s’à fatnoté per l aut livel de ese-cuzion de le ciántie. Trope lecompojizion nuove, scialdidesferente e con deplù ritmi,a le oute adatade nte le paroleladine a melodie cugnisciu-de. Dute acompagnade dastrumenc. L prum coro a seprejentè l è ste l “Còr di Mu-tons de Sëlva che sot la ba-chëta de Paul Senoner e lacompagnament a l’arpa deCarmen Grossrubatscherl l àcianté “Ciancia ai nëinesc” e“Vié cun me”. L’é stada po’ laouta del “Còro Soene in Festada Anpëz, nsigné via daFrancesca Pompanin e acom-pagné a la chitara da PatriziaVerocai che l à porté la ciántia“Dute aduna”. L Cor di Mu-

tons dla Jungschar de Ur-tijëi”, sot la direzion de Ve-ronika Piazza e ElisabethKostner i à cianté “ce bonpan” e “Gherdëina Gherdëi-na”. Da Fascia l è rué l “Cor dela Scola de Musega Il Penta-gramma”, co l maester IlarioDefrancesco, che i à prejenténa trilogia dal titol “Le treicianties de la Crepes spa-vides”. La melodia l’é spòndavò tournada n Anpëz co l“Còro de ra Scora de musicade Anpézo” e l diretor Da-niela De Nardo che i à cianté“Anche se ei caminà”, da lemelodia den salm ebraich e“El tò amigo” da la cugni-sciuda “Aggiungi un posto atavola” de Garinei e Giovan-nini. A toché spò al “Cor dimuntons de Runcadic” pre-jenté sue doi ciántie sot la di-rezion de Laura Ciechi:

“Ncueiulon s’la de bona” e ncanon dal titol “Cianta cunLegrëza”. Per ultimo, comesenn de ospitalité, à cianté lcoro de cèsa, l “Pico Coro Còlde Lana” con sue maestre Ri-ta Rossi e Luigina Dorigo eErica Roilo a la chitara. Enceper lori doi le cianción da pre-jenté: Fodom” e “Melodia”che à bu n gran suzess. A la finduc i tosac i è tournèi sunpalco per cianté auna la cián-tia “O Ladinia”, sot la bachë-ta de Paul Senoner. A ogniciántarin l’Union dei Ladinsda Fodom l’à scinché n picocuor de ceramica, come ri-cordo de chësta giornanda eai dirigenc na pergamena,très de ceramica. A la fin nbon maerendel per duc e n sa-revede a la 14a edizion che setignarà nte doi agn n Fascia.

(ls)

La “Rassegna dei Cori Agordini” sa na RèbaLa “Rassegna dei Cori Agordini” sa na Rèba(Coralité) “I cori i è na realté de gran

mportánza per tignì su l’identité e la vi-talité de la cultura de nòste val damont”. Con chëste parole l prescidentde la Comunité Montana AgordinaLuca Luchetta, l à saré ite la 35a edizionde la Rassegna dei Cori Agordini, chel’é stada nsabeda passada, 16 deotobre, ntel sèlf dei congresc de Rèba.

La manifestazion, che va a ròdolntei paisc da ulàche ven i cinch còri(fin del 1999 i eva 4) che storicamenten fèsc pèrt, l’é stada metuda a jì sto anndal Coro Fodom, col patrozinio e l con-tribut proprio de la Cma. Sebénchedefòra l nevësse, sepùr nia dassën, e leprevijion le no fossa proprio de chëleche nvoiáva deplù a se muove, l sèlf ls’à mpò mplenì de jent, vignuda encedal Agordin su per no se pièrde chëstaocajion de scouté su i cori. Prejentèicon braura da Denni Dorigo, l prum a

se ejibì l è ste l Coro Val Biois delmaestro Attilio Costa, che l à prejentéle ciántie “Valsugana”, “Me compareGiacometo”, “L orghen de Perzen” e “Icanederli”.

L’é stada la outa pò de un dei doi coride cèsa, l Coro de le Èle Col di Lana,nsigné via da Anna Devich, che à volùmantignì la tradizion très tignuda suence dal Coro Fodom, de porté naciántia Fodoma. Nte sto cajo l tòch“Amour”, co le parole de Sergio Ma-sarei e la mujica de Iarone Chizzali. Leautre trei ciántie prejentade i è stade lafurlana “A planc cale il soreli”, “Sulvolo chiaro” e “Ti ricorderò”. Davò doiagn che i manciáva per via de problemico l organich, i é tournèi a la rassegnaence i corisc del Coro Monte Pelsa,nsignèi via dal maestro ChristianFattor. Ence per lori cater tòc: “Tagnet Tag”, “Sotto Sieris”, Belle rose” e

“Amor starlocio”. Cuarto coro a seejibì l Coro Agordo che sot a la bachëtade Roberta Conedera l’à porté encedël n repertorio de ciancion scialdi de-svalif, tout fòra da deplà culture:“Stornellata romana”, “Plaisird’amour”, “Io resto qui” e “Ma-remma”. Nfin l coro organizadou, cona cé l maestro Lorenzo Vallazza, che àfat bate dassën le mán al publich ntel’interpretazion de “Il canto dell’emi-grante trentino”, “L ciampanil da LaPlié” co le parole de Nani Pellegrini el’elaborazion de Marco Renon, “Mon-tagne addio” e “Sanmatio”. Per re-cordé la sëra a ogniun l é ste scinché nartistich criegl da la bira, come senn deste n compagnia. A la fin duc i cori i èjus sun palco per cianté auna al pu-blich l “Signore delle cime” e se de lapuntament a l ann che ven.

(SoLo)

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14 «Le nuove del Pais»

CURIOSANDO NEI LIBRI STORICI DELLA PARROCCHIADopo l’interessante inter-

vista di F. Deltedesco allasig.ra Emma Agnol, pub-blicata nell’ultimo bollettino,nel libro storico della par-rocchia di Livinallongo hotrovato un diario del Curato diAndraz don Valerio Irschara(01.04.1915-30.05.1922). Inquesto diario, dopo aver ri-cordato le date dell’entratadelle truppe italiane a Livinal-longo, racconta con metico-losità gli avvenimenti del pe-riodo della prima guerramondiale 1915-1918. Con que-sta cronaca veniamo a cono-scere i disagi, le sofferenze, lepaure, la fame, l’abbandonodella propria casa... per colpadella guerra. Ho creduto op-portuno farla conoscere a tutti,specialmente ai giovani.

ENTRATA DELLE TRUPPE ITALIANE A FODOM3 giugno 1915 a Larzonei; 5 giugno 1915 a Collaz e Foram; 7 giugno 1015 ad Andraz, Costa di Andraz, Franza, Mo-

linat di Salesei, Salesei di sotto e di sopra; 10 luglio 1915 ad Agai, Palla, Cernadoi, Pian, Davedino,

Sottil, Sottinghiazza, Roncat; 27 luglio 1915 a Colsottochiesa, Molinat, Pieve, Sorarù,

Foppa, Fossal, Federa; 20 ottobre 1915 a Liviné e Brenta; 22 ottobre 1915 a Col di Ornella, Costa di Ornella, Pallua,

Pè di Ornella, Pescosta di Ornella; 2 aprile 1916 a Renaz.

Funzioni religioseLe ultime pubblicazioni delle funzioni in

chiesa fatte dal Decano don Sopplà al principiodella guerra 1915-1918, datano 22 agosto 1915.

Dopo tre anni di evacuazione della parrocchiadi Pieve di Livinallongo, gli Uffici vennero cele-brati per la prima volta la terza domenica dopoPasqua cioè il 21 aprile 1918, nella chiesa diAndraz.

“Tra due fuochi” di don Valerio Irschara

Allorché, il lunedì di Pen-tecoste, 24 maggio 1915, ar-rivai a Salesei, sentii fischiarele prime granate, che dal fortedi Corte vennero lanciateverso Laste, capì senz’altroche l’Italia aveva dichiaratoguerra all’Austria. Natural-mente sia in chiesa sia fuorinon si poteva gioire, come alsolito alla festa, poichéeravamo tra due fuochi.

Il martedì di Pentecoste mirecai a Colle per la predica. Ilgiorno dopo, Colle era già oc-cupata dagli italiani.

Il sabato successivo ce-lebrai la messa a Larzonei. Ar-rivato in cima alla salita, micorsero incontro due soldatiitaliani, ma subito si ritirarononei cespugli; evidentementenon sembravo pericoloso.Dopo la messa portai la S. Co-munione a un ammalato inCol di Larzonei. Mentre iofacevo colazione lassù e mi in-trattenni un po’ colla gente,gli italiani erano già arrivatialla Chiesa. Presi la strada su-periore e mi avviai versoAndraz dove arrivai felice-mente.

Le avanguardie italianeprovenienti da Larzonei arri-varono presto vicino adAndraz, però si fermarono sul-l’orlo del bosco. Le sentinelleaustriache formate da Stand-schutzen e Gendarmeria Assi-stenten, erano nel bosco traAndraz e Agai, I due fronti sitrovarono perciò assai vicini enoi eravamo in mezzo. Ognu-no capirà che non era una si-tuazione invidiabile: di giornoandava meno male, ma dinotte si sentivano colpi difucile e non si sapeva mai se gliitaliani occupassero il paese.

Poiché la mia cuoca si eraallontanata con altri subitodopo la dichiarazione diguerra, non volli restar solo incanonica; mi accolse gentil-mente la famiglia Roilo.

Il 1o giugno gli abitanti diAndraz decisero di an-darsene, quanto a malincuorepuò ognuno immaginare. Fucaricato su di un carro quantoera possibile. Chi non pos-sedeva bestie da tiro, tirava ilcarro a mano. Io riempì il miosacco da montagna. Certa-mente la gente avrebbe salva-

to anche qualcosa di mio, mapoiché anch’essi non po-tevano salvare che la minimaparte, non volli esser loro diaggravio. Consegnai sola-mente a qualcuno un Calice,un ciborio.

Le altre cose di chiesa leportai in parte a Cernadoi inuna cantina; le rimanenti lelasciai in sagrestia. Buonaparte delle cose abbandonatea Cernadoi, furono portate insalvo a Forno di Canale dovepotei prelevarle. Solamente lelampade d’argento non si tro-varono più. Mancò anchequalcosa di quanto lasciai insagrestia. La più gran gioia fuper me trovare la statua del-l’Immacolata del Molling alsuo vecchio posto.

Poiché quelli di Pieve eranogià fuggiti e giacché si aveva laferma convinzione che l’O-spedale fosse risparmiato, ilsig. Decano Luigi Sopplà sitrasferì coi pochi rimasti inquel luogo. Il Cooperatorerev. Ranzer era già stato ri-chiamato come cappellanomilitare. Anche gli altri sa-cerdoti di Livinallongo: don

Davide Ferdigg di Ornella,don Pietro Ruon di S. Gio-vanni e don Luigi Gillarduzzi,erano già fuggiti assieme ailoro fedeli. Perciò immaginaiche il sig. Decano non miavrebbe voluto veder partire edifatti era così. Io sarei partitopiù volentieri con gli abitantidi Andraz, ma restai all’O-spedale anch’io in aiuto al sig.Decano. Poiché Andraz nonvenne subito occupata dagliitaliani, mi fu possibile an-darvi ancora un paio di volteper prendermi ancora variecose.

Se non fossimo stati tra duefuochi, avremmo avuto unavera vita di cuccagna. Non viera quasi niente da fare einvece da mangiare e bere inabbondanza. I fuggiaschiavevano abbandonato quasitutti i generi alimentari, con-segnandoli quasi tutti all’O-spedale, così pure i maiali e ipiccoli vitelli. Più di una voltavenne qualcuno ad avvertireche qua e là c’era qualchemaiale e vitello da ammaz-zare: Tone Demattia “Mele-ne” di Davedino era nostro

Una cartoli-na del 18 ago-sto 1915. Adestra, l’in-terno dellachiesa di Pie-ve di Livinal-longo, primadella guerra;a sinistra, ilpaese di Pie-ve con il cam-panile che stabruciando,dopo esserestato “de-capitato” daun colpo dicannone par-tito dal fortedi Corte.

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«Le nuove del Pais» 15

ITINERARI SEGRETI DELLA GRANDE GUERRAdi Ezio Anzanello – collaborazione Ufficio Storico dell’Esercito Italiano - editore Paolo Gaspari

Il 31 luglio in Sala Congressi ad Arabba ha avuto luogo un incontroper parlare della Grande Guerra in occasione dell’uscita delleGuide Storico Escursionistiche sul Col di Lana- Sief e Col della Roda- “Itinerari Segreti della Grande Guerra nelle Dolomiti”. Sono inter-venuti Daniela Templari (Assessore Provinciale alla Cultura)- EzioAnzanello (l’autore) e Paolo Gaspari (storico ed editore).

Dopo la pubblicazione delvolume guida “Marmolada - Col diLana - Sief 1o” che presenta lastoria della Grande Guerra propo-nendo inoltre vari Percorsi riguar-danti la zona del “Col da la Ròda” èuscito pure il volume guida “Mar-molada - Col di Lana - Sief 2o chepresenta la storia e propone per-corsi riguardanti la zona “Col diLana- Monte Sief”.

Le pubblicazioni fanno partedella collana “Guide Gaspari” edhanno lo scopo primario di darealle persone uno strumento sem-plice, ma nel contempo completo epreciso per conoscere in dettaglioquella che è stata la Grande Guerranel territorio di Livinallongo e perconoscere altresì vari percorsi dapoter seguire per meglio com-prendere il “Monte di Sangue”.

Le due guide sono il risultato diun lavoro costante e meticolosoche lo speleologo Ezio Anzanelloaveva iniziato nell’ormai lontano1999. Con tenacia e caparbietà, av-valendosi della preziosa collabo-razione della moglie Maria!Grazia Cadamuro, speleologa

pure lei, e di alcuni amici, facendola spola fra Oderzo (TV) e Livinal-longo ha rivisitato, topografato,fotografato, inserito al catastodella speleologia e descritto ognicavità sotterranea ancora esistentenella zona del Col di Lana - MonteSief - Col da la Ròda.

Un lavoro che si è concretizzatocon la pubblicazione delle due“Guide” che, essendo ricchissimedi fotografie e cartine (circa 400 intutto), costituiscono una vera ric-chezza storico-culturale per ilComune di Livinallongo. Certa-mente una soddisfazione per-sonale per l’amico Ezio Anza-nello, ma anche e forse ancor più,un prezioso regalo offerto, senzanulla chiedere, ai fodomi e allaloro terra. In copertina si legge“Itinerari Segreti della GrandeGuerra nelle Dolomiti”.

Dopo la prima parte pretta-mente storica, le “Guide” pro-pongono vari Itinerari accompa-gnando passo dopo passo ivisitatori a scoprire e conoscere inmaniera approfondita i luoghi chericordano il triste passato, luoghi

che oggi entusiasmano per la florae fauna rigogliose e per i panoramiquanto mai entusiasmanti, inquanto, senza tema di esseresmentiti, possiamo dire che il Coldi Lana si trova veramente alcentro delle Dolomiti riconosciutePatrimonio dell’Umanità.

Non manca “Una visita a Pievedi Livinallongo” che riportaalcune note su: Monumento a Ca-terina Lanz - Museo di Storia ....-

Monumento ai Caduti - CavernaDelcroix - Sacrario di Pian di Sa-lesei e Ossario del Passo Pordoi.

A Ezio Anzanello va il sinceroplauso da parte di Fodom, unita-mente all’augurio di poter avereulteriori soddisfazioni dal pro-seguo del suo impegno lavorativoche ora è rivolto alla zona delPadon - Mesola e, in generale, alladestra orografica del Cordevole.

(Fr. Del.)

Le copertine dei 2 volumi delle “Guide” riguardanti: Col di Lana -Monte Sief e Col da la Ròda.

macellaio; esso sostituiva an-che Piere Mone e il CapoComune.

Per passatempo andavogiornalmente 2 - 3 volte aPieve. Ivi regnava una quieteimpressionante. Le case eranovuote e di rado si incontravaqualcuno. Nemmeno PieroMone era più davanti al Mu-nicipio. Spesso mi fermavosulla piazza e guardavo il Coldi Lana, dove vedevo esplo-dere le granate ed altriproiettili.

Un giorno vennero dalforte di Corte 10 - 12 soldatiaustriaci che si erano annun-ciati volontari per andarecontro gli italiani. Per un paiodi ore si intrattennero a Pievein casa Martini e dopo averbevuto alcuni litri di vino an-darono loro incontro versoSalesei di sotto. Non andòloro bene: 3 caddero e 5 o 6furono feriti. Gli italiani si te-nevano nascosti nei cespugli;di ciò furono avvertiti, mainvano dagli Standschutzenche conoscevano meglio lazona. I tre caduti a Pievefurono seppelliti il giorno se-

guente in un campo sopra s.Giovanni, ove io benedissi lafossa.

Il 9 luglio ci arrivò dal co-mandante del forte di Corte,tenente Zeyer, l’avviso chechi volesse ancora passare ilCampolongo avrebbe dovutopartire la sera stessa, al crepu-scolo. Circa 100 persone ap-profittarono di questa ultimaoccasione per partire e fra diloro partii anch’io.

Questa volta il signorDecano non cercò più di trat-tenermi. Lui rimase a Pievecon gli altri: circa 100persone, per lo più ammalati emadri con bambini piccoli.

Così verso sera partimmo.Molti avevano un carretto colquale portavano via viveri emasserizie. Io riempì nuova-mente il mio sacco da mon-tagna. Chi vuol farsi un’idea diquesti emigranti, legga ilprimo canto Hermann undDorothea di Goethe.

Quando arrivammo aRenaz era notte buia. Circa lametà proseguì per Arabba. Iocon gli altri restammo aRenaz. Tutte le case erano a

nostra disposizione, sola-mente mancavano dapper-tutto le porte e le finestre, cheerano state trasportate nelletrincee. Io cercai alloggio inuna casa sopra la chiesa. Ci erastato proibito di accendere laluce. Coprimmo per ciò perquanto possibile le finestrecon tavole e lenzuola ed ac-cendemmo una candela persaperci orientare. Io dormiinella stanza vicino alla stanzacomune, dove dormiva unafamiglia.

La mattina seguente prose-guimmo per Arabba, doveaspettammo per due ore iGendarmi che dovevano ac-compagnarci per il Campo-longo. Ma invano, non ven-nero e noi partimmo da soli.Fortunatamente il 10 luglioera una giornata di pioggia e dinebbia e così passammo ilCampolongo indisturbati.

Quando arrivammo sopraCorvara mi sentii libero comeun uccello scappato di gabbia.La prima cosa che feci fu diandare a Bressanone ad ordi-narmi una veste talare e pre-sentarmi al Vescovo. Quando

il Vescovo mi vide disse: “MaLei è qui? Proprio ora abbiamorichiamato il signor DecanoSopplà, affinché faccia l’in-gresso a S. Candido. A lei ab-biamo conferito tutte le fa-coltà decanali, quindi abbia labontà di ritornare a Pieve”.Alla mia rimostranza sull’im-possibilità di passare il Cam-polongo, disse: “Vedrà chesarà possibile; intanto venga apranzo e ne riparleremo”.

A pranzo non fece piùparola di ciò; era quindi evi-dente che dal Comando mi-litare aveva ricevuto una ri-sposta negativa. Disse soltan-to: “Intanto non abbiamo unposto per Lei”; io replicai“Non ne ho bisogno”.

Come profughi conti-nuammo a percepire la nostracongrua. Se avessimo voluto,avrei trovato posto in un uf-ficio ad Innsbruck. Io peròpreferii andarmene a S. Mad-dalena in Casies, presso il mioprimo parroco Pietro Agrei-ter, che già mi aveva invitatoad andarvi.Rina, 28 luglio 1938

(continua)

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0016 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

16 «Le nuove del Pais»

SCUOLA ELEMENTARE DI ANDRAZ - A.S. 1968-1969

INCONTRO CONLA MAESTRA PAOLA DA RIF

“Sarebbe bello invitare lamaestra Paola Da Rif apassare una serata con i suoiscolari di Andraz”: così èpartita l’idea.

La Maestra Paola, un po’sorpresa, ha accettato volen-tieri il nostro invito.

Anche gli “scolari” hannoaccolto con entusiasmo l’ideadi passare una sera in com-pagnia della Maestra che ciaveva accompagnati nel-l’Anno Scolastico 1968/1969e per altri tre mesi dell’annosuccessivo. E così il 23 ottobreci siamo ritrovati prima adAndraz per l’aperitivo e poi alRistorante La Baita, da Walter,lo “scolaro più piccolo”, per lacena.

La Maestra ricordava bene inostri nomi, anche se ha avutobisogno di qualche “suggeri-mento”, in questo caso ammes-so, per abbinare i nomi allepersone che man mano si pre-sentavano all’appuntamento;tanto più che dopo 42 anni agliscolari è cresciuto qualche ca-pello grigio...

Solo ora, dopo 42 anni,siamo venuti a sapere che quel-l’anno scolastico 1968/1969era per la Maestra Paola ilprimo anno di insegnamento.Forse allora non ci rendevamoconto che la nostra giovanemaestra aveva pochi anni più dinoi.

Gli “Scolari” della Scuola Elementare di Andraz - A.S. 1968/1969con la maestra Paola Da Rif.Da sinistra: Renzo, Silvio, Rosalba, Eugenia, Carlo, Siro, Walter,Maestra Paola, Daniela, Valerio, Maddalena, Eugenio, Carolina,Loris.

Solo ora comprendiamoquanto quel primo anno discuola sia stato impegnativocon una pluriclasse di 20bambini che frequentavanodalla 1a alla 5a classe dellascuola elementare.

Qualcuno di noi ricorda laMaestra Paola per lo scoiattoloche ci aveva portato in classe;qualcuno per il caimano impa-gliato; altri per i gelati chespesso ci comprava e altriancora per la gita a San Gio-vanni, quando la Maestra hafatto la spola più volte con lacinquecento blu a mo’ di scuo-labus per portare tutti a destina-zione.

La serata passata insiemealla nostra Maestra è stataanche occasione per parlaredella vita di ciascuno di noi; perriportare a galla i ricordi.

Abbiamo cercato di espri-mere la nostra gratitudine allaMaestra per il tempo che ci hadedicato e per quanto ci ha in-segnato e con un po’ di emo-zione la Maestra ci ha volutoringraziare con delle paroleche ci resteranno nel cuore eche ci hanno confermato chevaleva la pena ritrovarsi.

Ci siamo lasciati con la pro-messa di non aspettare altri 42anni prima di ritrovarci.

Gli scolari di Andraz

In breve● Padre Giampietro Pelle-

grini, con la fine del 2010, la-scerà la Missione di Cerro diPasco, in Perù, perchénessun missionario combo-niano si sente di sostituirlo inquesta missione a 4350 slm.In gennaio rientrerà in Italiaper un breve periodo di me-ritato riposo, in attesa di unanuova destinazione in Italia.

● A Villa San Giuseppe, dal 18al 24 dicembre, al tradi-zionale Mercatino della Gu-glielmina, potrete trovaretanti capi di maglieria, di un-cinetto ed oggetti vari e utiliper un piccolo pensiero daregalare per Natale.

● Domenica 31 ottobre, nellachiesa arcidiaconale diAgordo, come ogni anno, èstata celebrata una S. Messaper tutti i caduti sulla mon-tagna. L’elenco dei morti siallunga ogni anno: dal 1976,nelle Dolomiti bellunesi,sono deceduti ben 85persone. Ricordo in parti-colare: Don Claudio Saccosul monte Pore (2 dicembre2009); Franco Soratroi sulSass de Strìa (2001); BerniNicola, metereologo delCentro Valanghe di Arabbasul Lagazuoi (2003); DonAvio De Zolt, già parroco diColle S. Lucia in Val Vi-sdende (1996) e Paolo Pel-legrini sulla Tofana deRozes (1979): per ricordarei più conosciuti.

Il 29 settembre, aCol di Larzonei,Delunardo Eu-genio ha festeg-giato 91 anni divita, circondatodai figli con le ri-spettive famiglie. Dopo la Messa,celebrata in casadal parroco, è se-guito un momentodi festa con ogni“bendiddio”. La riconoscenza el’amore verso ungenitore che in-sieme alla moglieFrida, ha sacri-ficato tutta unavita per i figli, è ungesto compiutosempre con tantagioia.

EMOZIONI IN PAROLEEMOZIONI IN PAROLEUna serata particolare, di-

versa, culturalmente interes-sante e proficua quella tenutaad Arabba, in sala Congressi,il 25 settembre.

Un connubio di canto,prosa e poesia. La partecanora è stata presentata dalCoro Femminile “Col diLana” mentre la parte riguar-dante prosa e poesia è statapresentata dalle componentiil Laboratorio di Scrittura diPieve di Cadore diretto dalProf. Antonio Chiades.

Nel corso di tre anni di at-tività, il Laboratorio diScrittura ha visto formarsi ungruppo omogeneo di parteci-panti che ha saputo man-tenere un carattere di co-stante impegno, ma anche dileggerezza, di reciprocoascolto, di disponibilità adapprendere e ad affinare le ri-

spettive potenzialità, di pro-fondo rispetto via via cheandava maturando la cono-scenza.

Alcuni degli elaborati, rea-lizzati nel corso del Labora-torio sono stati raccolti in unquaderno “Emozioni inparole” che consiste in “unabreve, significativa raccoltadi prose e poesie...

Un’intensa testimonianzadella sensibilità delle parteci-panti, che diventa ancheluogo di rivelazioni interiori,di certezze e smarrimenti esi-stenziali, di un vissuto chetrova espressione compiutanella scrittura”.

Sul palco, a presentare lesue composizioni è salitaanche Antonietta Crepaz,originaria di Contrin.

Di essa riportiamo unabreve poesia:

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0017 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 17

Emozioni in parole - foto di gruppo al termine della serata culturale.

Cristallidi neveTrine svolazzantidi fiocchi di nevecristallizzatisu d’un ramo di sorboaltrimenti spogliocontrastano l’azzurro del cielo.Rinata in questa bellezzati cerco compagno di vitae lotto affinché il nostro amorenon si trasformi in monotonia.

Fr. Del.

PRESENTAZIONESalve a tutti e un caloroso

abbraccio a chi mi presta at-tenzione.

Mi chiamo Awa DemaldèDiop e ho 12 anni; miamamma è italiana e si chiamaEvelin, mio papà è africano,viene dal Senegal e si chiamaBara.

Ho anche un fratellino di 5anni, si chiama Mor, è sim-patico e dolce, anche se avolte è molto biricchino.

Ho scritto tante poesie,non so il numero esatto, mason più di 110 e le ho scrittedagli 8 anni.

Frequento la scuola mediadi San Secondo, la classe III B.

Il mio è un mondo fanta-stico, dove amo sognare, im-maginare ed immedesi-marmici, ricco di tutti i più beipensieri e sentimenti con iquali mi piacerebbe imme-desimare anche voi!

Ho partecipato a concorsi

di poesie ricevendo coppe,targhe e menzioni d’onore.Awa, settembre 2010

Nata a Parma il 27/11/97Indirizzo: Via Strada Al-bareto, 1 - San Secondo P.se(PR)Tel. 0521.873029 - e-mail:e.demalde libero.it

La casa in montagna(in Andraz)

Era bello osservare gli uccelliche volano leggeri sui dolci pendii,

e quando guardavo l’orizzonteun’immensa chioma di colore verde scuro

mi illuminava la mente ancora fresca.Sentivo il dolce profumo pulito e saporito

degli alberi che coloravano il cielo di verde,Odoravo la brezza leggera che si alzava al mattino.

Udivo sempre lo scorrere dell’acqua di un torrente in movimento e sereno.La mia dolce casetta lassù in montagna

sarà un ricordo mai cancellato,ma brillerà al centro della mia memoria.

5 luglio 2009Awa Demaldè Diop

I Cajunciei

Vos no cherdaréi ma sto monton de cajuncieii e segur da Salejei,maladëtta se i e biei.

Come ciosce de palmouscel spinat l e bel sfongouse le blëde senza len,el ceston l e bele plen.

L’eva dut na marevoia!Chëla mëda, l’assa na gran voia;la disc: “Te mpreie mez gurmèl,mëte mi la ièga e l sèl!”

“Avareipa ben tànt fata arlevé tànt de spinat!”- Da d’aisciuda l e laour,tas el vis dut da suour.

Chèlche viade le el malàn,no né auter che ledàmvòl laoré co na gran rëssase no l te tòl la souramëssa -

Chëla mëda l’e contentaades l’ha vèlch prò la polenta:

en bel piat de pastolél’epa chèro en bon leché.

E po’ na tircla quadrata otorona,de spinat l e mefo bona,se da craut le tira l’èjemi de chële no ven fèje.

E po’ l’amlet, se le bel fin,mi l ciarie ite col badil.Nlouta si l e deletëole se ten ciape l e plajëol

Se bonoriva l e l’aisciudae la nei la se ne juda,compreve la semenzache no resteibe senza.

Ve segurei per dut invièrn,no sté dagnëra a mangé cérn.Mangé tircle e cajuncieicome che i fèsc via Salejei!

B.P.

In questo bollettinotroverete inserito unmodulo di conto cor-rente postale per gliabbonati di Pieve, re-sidenti in Italia. Può servire per inviareofferte per “Le nuovedel Pais”, oppure perla chiesa o per celebra-zione di sante Messe.

Una tavola di “cajunciei” preparata con amore dal Benigno, prontaper la cottura e per un piatto delizioso.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0018 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

18 «Le nuove del Pais»

Università Adulti Anziani:aperto il secondo anno 82 gli iscritti

Una giornata all’insegna delbel canto giovedì 14 ottobre insala Stoppani in occasione del-l’inaugurazione dell’anno acca-demico 2010/2011.

Da Feltre è salito il “CoroTre” che ha offerto un repertoriooriginale incentrato su canti chespesso hanno fatto la storia dellamusica moderna.

In sala erano presenti i sindacidi Alleghe, di Colle Santa Luciae il vice di Rocca Pietore. Tuttihanno manifestato grande inte-resse per l’università degliadulti anziani ed hanno pro-messo di venire incontro adeventuali richieste per renderemeglio fruibile il servizio cul-turale che viene offerto gratuita-mente a tutti coloro che hannointeresse ad arricchire la propriacultura ed instaurare nuovi i rap-porti sociali.

Il coordinatore CelestinoVallazza dopo aver rivolto ilsaluto alle autorità ha breve-mente presentato il programmadi studi e i criteri che sono statiadottati nel confezionare il ca-

lendario tenendo conto degli in-teressi degli iscritti e dei sugge-rimenti dei docenti che sono tuttigrandi esperti in materia dicultura generale e settoriale.

La parola poi al Presidenteprovinciale Prof. Don AttilioMenia che con la sua consuetachiarezza espositiva ha toccatoil punto focale della questioneoggi in ballo. La libertà di ognipersona che non può mai essereviolata con la manipolazionedella cultura per scopi e fini oc-culti. Libertà che si raggiungecon la conoscenza, la capacità eil coraggio di pensare e quindi diesprimere il proprio punto divista.

Dopo il primo anno acca-demico conclusosi lo scorsomaggio con il convegno diCortina, l’incognita sul numerodi coloro che si sarebbero iscrittiper il secondo anno, avrebbeavuto un significato dai diversirisvolti. L’esame è stato larga-mente superato con tanta sor-presa e soddisfazione da partedegli organizzatori. Infatti, non

solo si è raggiunta la quota diiscrizioni dello scorso anno masi è largamente superata tanto daraggiungere il numero di ottan-tadue; e le iscrizioni continuanopervenire. Tra gli iscrittipersone che sono molto piùvicine ai novanta che agli ot-tanta.

Il 18 ottobre la prima lezionecon gli occhi e la mente puntativerso il cielo: relatore l’in-gegner Tomaso Avoscan che ciha portati a passeggio nell’im-menso e incommensurabile uni-verso con le scoperte che neltempo si sono succedute adopera di grandissimi scienziaticome Galileo, tanto per ricor-darne uno. È stato anche un in-contro con il mistero perché,sebbene i passi della conoscenzasiano stati importanti, si conoscesolo un 4% dell’universo e la do-manda di fondo su come sia natoil tutto, resta un mistero.

Con l’appuntamento del l’11novembre siamo scesi dall’uni-verso per camminare più vicini anoi e ai problemi assillanti che

qualche volta ci colgono di sor-presa. Non una lezione frontale,un monologo, ma un dialogoaperto, un approccio ai problemidella salute con cui a una certaetà bisogna per forza fare i conti.Il dottor Conati ha aperto unorizzonte dai contorni nitidi peraffrontare la fase dell’anzianitànel modo più sereno possibile e,a sentire lui, non proprio di dif-ficile approccio. Basta volerbene a se stessi mettendo inpratica uno stile di vita fatto dimovimento, di rapporti socialiper uscire dall’isolamento, diimpegnare le risorse di cui l’an-ziano è ricco e metterle a dispo-sizione degli altri e un uso cor-retto di medicinali che talvolta,aggravano la situazione invecedi risolverla.

Il 25 novembre sarà la voltadell’architetto Raffaella DeToni che parlerà di Architetturalocale tradizionale nei nostripaesi e poi sotto Natale, ascol-teremo le note dell’arpistaChiara Gasparotto.

CV

1. Festa Gianni di Nicola e di Catia Pellegrini, Salesei di sotto,nato a Brunico il 01 giugno 2010 e battezzato a Pieve il 24 ot-tobre 2010.

2. Pezzei Nicole di Elvis e di Demarch Mara, Renaz, nata aBrunico il 13 agosto 2010 e battezzata a Pieve il 7 novembre2010.

– Sitta Tommaso di Dario e Pellegrini Barbara, nato a Mel il08-04-2010 e battezzato il 10-10-2010 a Mel.

– Crepaz Alyssa Virginia di Giulio e Thanei Irene, nata aMerano il 08.06.2010 e battezzata a Mazai (Val Venosa - BZ)il 27.06.2010.

STATISTICA PARROCCHIALEBATTESIMI FUORI PARROCCHIABATTESIMI

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0019 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 19

Il 28 agosto 2010 Mauro Sief e Raffaella Mansutti si sono sposati ehanno battezzato il loro piccolo Giovanni.

Caretta Giorgio (Pieve) e Laura Evaristi (La Spezia) uniti in matri-monio a Portovenere (SP) il 25.09.2010.

MATRIMONI

“Il calzolaio”, una delle realizza-zioni di Adalberto Pellegrini “deToratìa.

“Il boscaiolo” al lavoro con la sega ad archetto.

Da alcuni anni a questa partemolto si parla di energia alternativacome l’eolica ricavata sfruttando laforza del vento.

Un classico esempio ne sono ilavori che Adalberto Pellegrini pre-senta con le sue creazioni.

Calzolaio di professione, me-stiere ereditato dal padre, Adal-berto “Berto de Toratìa” fin dabambino dimostrò particolare atti-tudine creativa: chi non ricorda isuoi mulini ad acqua che facevanotanta meraviglia quando, da ra-gazzi, si giocava assieme pressoqualche ruscelletto.

Chi non ha mai varcato la sogliadel suo laboratorio, ad Arabba conin mano un paio di scarpe da ri-suolare, o da rifare il tacco o sem-plicemente da rimettere in sesto! Equante sono state le persone cheda quel laboratorio sono uscitesoddisfatte, ringraziando Berto,che aveva permesso loro di riuti-lizzare quella calzatura.

Ma gli anni passano e, anche perAdalberto è giunto il momentodella pensione.

I figli si sposano, arrivano i nipotie il calzolaio si trasforma in un va-lente artigiano per la gioia deipiccoli.

Ritorna nella stanzetta che gliera servita da laboratorio e dà sfogoalla sua inventiva.

gegneria.L’uscita dell’uomo prevede

tempo bello; l’uscita della donnasta ad indicare tempo perturbato.

L’eccezionalità sta nel fatto cheil movimento è trasmesso, tramiteun complicato congegno, da duerametti segnatempo “viscle daltemp” che lavorano indipendentil’uno dall’altro rimanendo na-

scosti all’interno della casa.“MANI CHE CREANO”: l’in-

ventiva e la capacità di realizzareche hanno gli artigiani di Fodommeritano veramente di essere co-nosciute ed apprezzate.

Chissà quante saranno ancora le“altre mani” che rimangono dascoprire!

(Fr. Del.)

Davò n pèr de dis de burt temp no n ève deguna spe-ránza che la domënia siebe n bon dì per fè l teriol ladin.Ntourn le set da domàn è spizé le orogle: deguna ploiabatëva sul tët de bánda. Pián pián, mesa ndor-menzada, è trat le coltrine e... ci marevoia! L ciel l evabel saren, demè chèlche niol bas tachëva prò Ciuita. Ècherì fòra le braie da mont, m’è trat su le coste co nenbon gosté, na slavatada ai ogli, vèlch de toch nteruchsoch e son piada su per Tráve ulache onve da piévia. A la fin sonve de cater giac, ma cater de numer! LaEnrica, la Lucia, la Daniela e mi.

N frò avilide son piade via per l teriol ladin. Ruadesun Spiz de Cenglei, ulache l eva dut ros de garnëteson cialé e on dit “ci fortuna che son de puoce, podonse coie dut chëst ben de Dio!”. E coscita da n garnetè alauter via per Cënabona, Jou de le Omblie e le Selëgheulache son fermé a marené nte la sciolita buja. Notiráva n fil de aria, somiáva de ester nte stua. L é vignù

a ne fè compagnia ence doi polerins golous e doi gragnHaflinger.

Davò marëna son piade via e tost on giré l canton eda ilò vedonve dut Fodom fin su n Pordou. No n onpodù fè de mánco de ie cialé a duc i monc ntourn: l’arial’eva bela fina e i monc i nsomiáva plù damprò: davò laMarmolada le Cime d’Auta, l Sassongher con davosu lPutia, la Vetta d’ Italia con damprò na fila de moncblánc de nei. Da le trei son ruade via ai Ciadiniei. Co l ésté ora de mëssa s’à biné prò l rest de mia fameia, nonacompreja, la Gabri e l Quintino e l Gaìra e duc auna onscouté la bela Mëssa de Scior Vito ntamez a na soèjade monc da no stenté a avei devozion.

L Fabio à cot per nos doi bone moche de café e laBruna à porté la tourta da se mangé laprò. Ie volëva ldulcis in fundo! Son tournèi a cèsa contenc del bel dìpassé auna, de dut l bel che on vedù e de dut l bon cheonve nte ruchsoch. (Michela)

Teriòl Ladin 2010

Energia alternativa: la forza delvento. È questa che lo attrae e gli dàlo spunto per le sue creazioni.

Così, usando le mani ma ancorpiù il cervello, costruisce: “il bo-scaiolo” che con la sega ad ar-chetto riduce la legna da metro inpezzi adatti alla cucina eco-nomica- “il calzolaio” intento a in-serire nella suola dello scarpone levarie brocche- “il falciatore chetaglia l’erba con la falce a mano- “lacicogna” che vola nel cielo.

Tutti questi personaggi sono col-legati ad un’elica che, fatta giraredal vento, trasmette loro il movi-mento.

Dice Adalberto: - L boschiernnier l n’à siesù en chèro montonde legna!- (chiaramente soffiavavento forte!).

Sì, è il vento che fa girare l’elica,ma l’artigiano ha voluto dare l’im-pressione che a fare girare l’elicafossero le persone, perciò ha co-struito un ulteriore attrezzo nelquale l’elica mette in movimentole braccia di due persone, tanto dasembrare che siano loro a farlagirare.

E che dire della “casa segna-tempo”, un vero capolavoro di in-

MANI CHE CREANO

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0020 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

20 «Le nuove del Pais»

Al nost caro e brao Gioanistentompa propio a ie dì “sciani”che bele a ie penséne ven debota da braglé.

L é sté n brao laoratore seben nò tres de bonumorl fajëva duc i laure de dël s’eva segur.

L cialáva davò a le ieghee l studáva via le beghe;l metëva aposto i riscaldamence l fajëva duc contenc.

Tánt de feste che de veiedël no l avapa mei veie:a concé acuedoti e tubazion fra duc cánc l eva l campion.

Ence ades che l è n penscion l é dagnára ncora bon:tánt dal di che co ven scurl no se sentpa nniò segur.

Co i forniei strava e i ciamins no tirancora dël l é tres de mira.Dut dagnára con sua rëssa,ie máncia ncora da dì mëssa.

Ai coleghi operai ie convempa scoutése un disc la sua l resta freghé:“Vosto n savei ti plu de mi?Se te sas ti, ilota fè ti!”

N chël an da tropa neieissa ben mossù l vedei,la scituazion l eva graviscima:l é da perié Maria Santiscima!

Ju de Pala ben bonorapur demè che ruombe adora!Coi gonfesc e le levine volëva dut che l se trapine.

N pensier al Checo che l l à nvié viae poura nia fin che dura la Badia,se nviade la jiva col Unimog chël vërtvosto mëte ncuoi che s’à mesi de ogni sort?!

L fato l é, che l è chël l fatoa ester de puori operai de lo Stato:te pos laoré dutoldì come n neigherma per chi tèi t’es dagnára massa peigher!

Ma spò co l Unimog modernol superáva ence l inferno.Ncan de aria e ncan per tieral pochenáva la bufera.

Bele a Gemona col Genio Pionieril ava mparé tan’ de mestieri;su per le mont col compresciorsautáva le mine a gran furor.

Co l à bù finì la naiaplu l no ie steva nte la braia;Cristal, Tofana e Col Drusciésui impiánti a mangané.

Ntra Ampëz, Badia e Fodoml à fat na mascia de sajon:foghin, idraulich, manutentore pò n è prëst de ogni color.

Ma davánt de rué n Comunei’ à fat gola ence le cune:

ntourn l bánco del bar Stellal s’à nnamoré nte la Mirella.

E penson, no l é sté n merloa la porté sa Piere Cherlo:ilò sun Pala pro sua merel è fra puoch deventé pere.

Cater biei fioi i s’à arlevé, bravi, e tremendi da cianté.E fra cesa, stala e majonl à tres laoré da galantom.

Tánc de agn l s’à strusciéa jì sa mont a restelé,co la lambreta fin sa La Chiciabele co l eva puoch plu den baricia.

Ades de Col de Lana l è dël paron,guai chi che l toca: i resta de plom!Fra la ponta e i Ciadinieico i Alpini i temp plu biei.

E pò jì a la ciacia ci pascion,e fè l guardiaciacia l fossa ncora bon.Col Segre per vigni terioltò ben la mira e sbalié l capriol.

Ma dut chëst ncora no basta:l è ence paron de Plán da la Lasta!Ci bona la polenta sun chi preie nte ciasëta de chi da Salejei!

E pò ades vempa l plu bel:l eva ora grana de copé l porcel,ma no l è sté bon de l copé assèl é rué a finì ntel ru de Aghè.

Per l fermé i à fat duc i ac,ma l é rué ju zirca nt’Andrac!Con dut chëst no se vol ie fè befache dut fesc pert del Gioani Cefa!

Ti Gioani và avánti coscì:barëta fracada e te saspa ben ti!E nos duc auna te regalonn bel smazaflame e n goc de vin bon.

E ades per spizé pròon Sánta Rita ence chilò.

La pensáva n Brajil de ne sciampéma l è mpò sté cèze a la fermé.

Duta sua vita l’à très laorée dut l paisc l’à ncontenté.

De cesa l è sté na gran bacanae de Sán Iaco na brava soprana.

L’à tant laoré fra l Posta e l Malitache a ie pensé ven la pel de pita.

A Vila Sánt Ijep se n é ju i meio sforca forza de trè ntei vis e ntei morc.

L’é dagnára stada picola e menuda,ma l’à très fat sua bela paruda.

Ncora ades l’é très brava e bona,la se meritássa na bela corona.

L’é diretrize del Pico Corsperon che l ie ciánte le Noze de Or!

Ntánt de biei ciof te regaloncon tánc de auguri e na bona penscion.

N GRAN DIOVELPAIE E DUT L BEN E L BONDAI CAPI E COLEGHI DEL COMUN DA FODOM

L GIOANI JÙ N PENSCIONALARM N DUTE LE FRAZION

L Comun se recugnësc conGioani de Pala e Rita Giaiola, jusn penscion col 2010.

Operai “storizi” del Comun.

Chëste parole per l Gioani dePala, jù n penscion davò 27 agn de

laour col Comune. N auter deioperai “storizi” che mët alarm frala jent demè al pensier che lmánce! L’Aministrazion comunall’à volù se recugnësce e la i’à sportchël che à fat pèrt de sua vita: l Colde Lana bel zuplé fora con suacapela su la ponta, l unimog su perstrada de Pala e n idránt co na belabutada de iega.

Nte tán’ de agn n cor de la iegada Col de Lana ju, ncan ciara e

ncan scura. Dël l à afronté dut conenjign, grinta e bona volonté da sefè benvolei. E pò a n agnel travestìda louf no se pò ie volei mel!

Nte chësta ocajion l è sté festejéence la Rita Giaiola, juda comedël n penscion con jenè del 2010davò nvalgugn agn de grief servijea Vila S. Ijep. Chësta ndavò l’avaràmetù i noni n agitazion e alarm!Per dëla na bela Madona colBambin.

On fat festa con lori n plënaalegria ence percieche savon che iè duc doi ncora de voia de fè e dapodei tò ca al debujen. De cuori’on dediché na sciatira perom:

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0021 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 21

VAL BIOIS: DÌ DEL TRATOR - 3 OTTOBRE 2010

PREMIO AD UN FODOM1O PREMIO: “Rispetto per le fatiche che sono state fatte per mantenere

i paesi di montagna e generazioni in vita”

Questa in sostanza la motiva-zione del primo premio al “dì deltrator”, manifestazione orga-nizzata dai nostri amici dellaValle del Biois a Canale d’Agordoche si ripete ormai da quattroanni la prima domenica di ot-tobre per radunare agricoltori,simpatizzanti e tutti coloro chepossiedono trattori di qualsiasitipo e per qualsiasi utilizzo.

L’oggetto del premio è stato untrattore Hofer Sarnthein (Wald-hofer) del 1967 che Crepaz Ugoha elegantemente allestito contutta l’attrezzatura dei tempi euna descrizione che diceva:

Questo trattore marca Val-dohfer (Bolzano), motoreSlanzi, è stato acquistato nel1967 da una famiglia di Livinal-longo per alleviare le fatiche neicampi. Una volta per portare laterra dalla parte bassa delcampo a quella alta venivausato un sistema con due“gratons”, corda e una car-rucola montata su un treppiede(vedi attrezzatura originale sultrattore). Con il trattore questafatica era alleviata essendostato inserito su di esso unargano (vedi sotto il cassone)che tirava da solo il “graton” incima al campo. Questo servivaanche per arare.

Colgo l’occasione per ri-cordare ai più o meno giovaniche nei nostri paesi i primi trattori(motoagricole da 9-12 CV) sonoarrivati appunto verso il 1964;prima tutti i lavori venivano ese-guiti solamente dall’uomo con osenza l’aiuto di animali. Unvalido aiuto fino a quei tempierano le teleferiche che co-munque risalgono alla fine deglianni ’40. Abbiamo quindi vissutoquesto tipo di meccanizzazioneagricola solamente in tempimolto recenti e ad oggi è quasicompletamente dimenticata(fortunatamente in parte sosti-tuita da realtà limitate in numeroma con messi molto più potenti eefficienti).

Ringraziamo quindi Ugo e isuoi collaboratori per averci ri-cordato le radici del nostropassato; ringraziamo gli amicidella Val Biois per la loro organiz-zazione e impegno per questabella e particolare manifesta-zione. Personalmente ritengoche sia molto importante distin-guere il lavoro dal giorno di festapertanto mi sento di ringraziaretutti ma in particolare coloro chehanno portato i loro trattori pulitie anche addobbati.

Grazie! Al prossimo annoRoberto Masarei

Chiesetta di S. Spirito.Questo luogo è molto cono-

sciuto, con una storia interes-sante alle spalle e, luogo di me-ditazione e preghiera delnostro Papa Benedetto XVIquando era Cardinale.

Bella Messa, bella omelia,ove si è ricordato chi non è piùtra noi dall’ultima volta: WalterFurgler, Crepaz Mario e ......anche Don Franco Troi, chenon poteva essere con noi, perun ben più importante pro-getto umanitario adHong-Kong.

Dopo la Messa, giù nelle mi-niere di Predoi ad infilarci coltrenino fino ad 1 km. nelle vi-scere della terra. Lì ci siamo

sera; dobbiamo pur avviarcipian ... pian ... pianino versocasa!!! Ma come si fa a non fer-marci a S. Martin de Tor dal“Dasser” della fam. Trebo, pergustare le buonissime “tircle”badiòte? Ed allora con unbuon bicchiere, una birra odun tè caldo, abbiamo pratica-mente anche cenato.

Verso il 1/4 alla mezza (nontardi) siamo approdati ai nostrilidi, contenti della bellagiornata trascorsa insieme e cisiamo accomiatati con l’au-gurio che il Signore ci conserviin salute ed il proponimento dirivederci “se Dio vòl” adun’altra più bella.

uno del “40”

I coscritti del 1940-41, dopo la messa celebrata da un loro coscrittodon Quinz di Brunico, nella chiesa del Santo Spirito a Casere in ValleAurina.

Dopo un lustro già tra-scorso dal 2005, eccoci qui avoler trascorrere insieme unagiornata spensierata, la-sciando in cantiere tutti i guai ele preoccupazioni di ognigiorno (figli, nipoti, nuore,generi e quant’altro).

Partenza da Pieve puntualicol battere dell’orologio cam-panario (ore 6.45), siamo ap-prodati a Pedraces, dove allaPasticceria “Ricky”, ci siamogià gustati veramente un buon“gosté”.

Il tempo vola; ed allora viacol pullman del “nost paejan ebravo autista Bruno Pàzol”verso Casère in fondo alla ValleAurina, vicino alla Vetta d’I-talia.

Lì ci attendeva Don Quinz diBrunico, nativo di Sappada,amico del nostro coscrittoDon Franco Troi e di Don Ro-berto Dimai, per celebrare unaMessa tutta per noi, nella

resi conto delle fatiche che iminatori del rame dovevanosopportare per mantenere leloro famiglie.

(I nostri più forti coscritti -Franz, Robert, Nino, Renato -hanno provato a disintegrarecon le mani quelle pareti, magli addetti ai controlli hannodetto che era meglio che smet-tessero, altrimenti sarebberopotuti crollare impalcature esoffitti!!!).

Ad un certo punto anche lostomaco reclama la sua parte,ed allora giù a Campo Tures alRistorante “Daimer”, ove ci at-tendevano Irene e Benno conle loro tipiche specialità.

Lì abbiamo cantato, accom-pagnati sempre dalla fedele“teredeka” di Mario Tono, ab-biamo riso a crepapelle conbarzellette di qualche co-scritto buontempone e ecc.ecc.

Oh!!! Sono già le 5 della

LE CLASSI “40” e “41SI SONO RITROVATE

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0022 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

22 «Le nuove del Pais»

La segheria del Castello crollata lo scorso inverno, sotto il peso dellaneve.

Il Gazzettino di Belluno del 31agosto 2010 riporta una lettera alGiornale con la quale il Dr. EnricoMazzeo Cicchetti espone le suerimostranze per lo stato di trascu-ratezza in cui versano alcuniluoghi che sono la memoriastorica di coloro che hanno datola vita fra disagi inimmaginabili eatroci sofferenze. I riferimenti alterritorio del comune di Livinal-longo sono diversi e l’articolistanon fa sconti a nessuno.

La sua lettera termina conqueste parole “Faccio un umileappello a chi ha il potere di inter-venire perché si ristabilisca la sa-cralità di quei luoghi, con inter-venti pubblici. Lo Stato ha ildovere di risarcire, almeno inquesto modo, quelle vite inutil-mente spezzate. Per non dimen-ticare”.

Prendo lo spunto da questalettera per esprimere l’amarezzache troppo spesso sono costrettoa provare quando i visitatori delMuseo mi fanno notare il de-grado nel quale versano certiluoghi che dovrebbero tra-smettere sentimenti di pace, difratellanza, di vivere civile ... eparecchi non usano mezzitermini: “È una vergogna!”- misento dire. Ed io, sapendo chehanno pure ragione, cosa dovrei

rispondere per tentare di salvareil salvabile?

Molti visitatori del Museofanno osservazioni riguardo aisentieri e loro tabellazioni.Queste alcune osservazioni: “Isentieri non sono debitamentesegnalati e si corre il rischio di per-dersi; manca un’indicazione ri-guardante il tempo medio di per-correnza; in alcuni tratti sonodifficilmente percorribili a causadi smottamenti o altro; non gua-sterebbe qualche panchina...”

Inoltre, a mio avviso, manca ilriferimento a luoghi storici come:il cimitero di guerra al Bosco del-l’Impero - il cimitero Alpenrose -il cimitero Col da la Ròda - l’abita-zione del Maier da Ciajèra - illuogo dove erano nate le Popacedi Lasta - l’esistenza di una se-gheria veneziana e la storica car-datrice ad Ornella - la prepara-zione della calce viva (la roccia -la calchera - la buja da la ciauccon le tabelle riportanti i segni dicasa, sia ad Ornella che in altriluoghi, come Cernadoi)...

Perché non valorizzare tuttoquesto inserendolo in percorsiche ricordano la storia e la vitadella gente locale, invece che ab-bandonarli all’incuria, al deperi-mento o, peggio ancora a luoghidi discarica. (Fr. Del.)

SFOGLIANDO IL LIBRO SINODALEIl volontariato

Molte associazioni e i gruppi di volontariato pre-senti in mezzo a noi rendono tante persone respon-sabili del bene di tutti. Èurgente proporre la cultura delvolontariato le cui fondamenta sono la gratuità, il ser-vizio, la relazione, la promozione della tutele dei di-ritti, della giustizia e della legalità.

L’impegno della solidarietà attiva nel volontariatoè un modo concreto di vivere la testimonianza cri-stiana insieme a quanti, con varie motivazioni, sonofedeli alla cultura della gratuità e del dono.

Tutti responsabili di tuttiIl volontario che sa di aver ricevuto dei doni e li re-

stituisce a chi ne ha bisogno, si mette in posizione nonsolo di supplenza, ma soprattutto di avanguardia:esplora territori nuovi, sta in ascolto di nuove povertàe nuovi bisogni, coglie opportunità nuove per rea-

lizzare lo scopo irrinunciabile del volontariato che è lasolidarietà. Quest’ultima ha la concretezza che le hadato la parola di Giovanni Paolo II: “La solidarietà è ladeterminazione ferma e perseverante di impegnarsiper il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascu-no, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.

Il dono del tempoUna Comunità solidale è quella che riesce a co-

struire un’amicizia nei luoghi del bisogno e della sof-ferenza e la profezia della carità si concretizza nell’at-tenzione e nell’accoglienza piena soprattutto dellepersone che sono in difficoltà. È opportuno proporreiniziative che facciano tesoro del tempo libero, spe-cialmente di quello dei pensionati, che offre oppor-tunità di volontariato a servizio della comunità localenella quale si avverte la richiesta di venire in aiuto allasolitudine di tanti uomini e donne.

Non lo meriterebbero, male incredibili (non trovo altroaggettivo) didascalie sotto lefoto della cerimonia di bene-dizione della bandiera dellaBánda da Fodom, apparsesull’ultimo numero de LeNuove del Pais esigono unareplica. L’errore, per chi deveraccontare dei fatti, si sa, èsempre dietro l’angolo. Ma lasequela di inesattezze ri-portate, i toni ed alcuneprecise circostanze, fannocadere decisamente l’alibidella buona fede da parte del-l’anonimo estensore.

L’aver riportato erronea-mente il nome della madrinadella bandiera, che peraltrocompariva a lettere cubitalisu una foto, addirittura lostesso della banda (chiamatafantasiosamente “gruppobandistico giovanile di“Fodom”), riferire che il cele-brante ha dovuto improv-visare parole di circostanzaper il mancato interventodegli organizzatori, fannopensare, a chi c’era, chel’autore delle didascalieabbia assistito ad un’altra ce-rimonia. O, come si dice oggi,“abbia visto un altro film”.Cosa vuol dire poi che la foto“non è un fotomontaggio”?Le didascalie, così come lefoto - notizie, devono dareuna breve descrizione diquanto appare nella foto acorredo dell’articolo e nonessere usate per spargere quae la considerazioni personali.Le opinioni vanno espressein articoli nei quali è statoreso chiaro al lettore, quantomeno con la firma, che il con-tenuto è espressione diun’idea personale.

Trovo meschino, quindi,che l’autore, per fare ciò, si sianascosto dietro il “dito” di di-dascalie e dell’anonimato.Un “modus operandi” (evi-dentemente studiato esfuggito a chi di competenza)che ha fatto venir meno la ca-ratteristica ed il dovere de LeNuove del Pais, finora egre-giamente rispettati, di ri-manere estraneo a polemichepretestuose e di bassa lega.Riportare in una didascalia,in un articolo, in quel con-testo, il costo della bandiera,è giornalisticamente irrile-vante. Quando si riferisce diuna manifestazione o dellapresentazione di un libro, perfare un esempio, si cita forsequanto è costato? Riportarloinesatto inoltre è segno chenon ci si è precauzionatinemmeno di una verifica e cisi è riferiti, probabilmente, al“sentito dire”. Rimarcarlo

poi, traducendolo addi-rittura in lire (come se i lettoride Le Nuove del Pais fosserotanto ignoranti da non ri-cordare più quanto vale inlire un euro), è segno inequi-vocabile della volontà di in-nescare una (sterile) po-lemica sul costo della ban-diera. Le associazioni, tutte leassociazioni legalmente co-stituite, hanno il diritto di di-sporre come meglio credonodei loro bilanci.

Normalmente c’è un’as-semblea e dei membri che loapprovano. Impossibile inol-tre non fare un collegamentocon una didascalia, pochepagine dopo, apparsa sottoalla foto in cui è ritratta labandiera di un’altra associa-zione, “opera di volonta-riato” come si fa ben notare.Coincidenza? Prima di farel’opinionista, bisogna saperfare il cronista, ovvero rac-contare i fatti così come sonoaccaduti. Come genitore didue ragazzi che suonanonella banda, auspico chevenga reso noto l’autore delledidascalia e che questo,quantomeno, faccia ammen-da con la Bánda da Fodom.Polemizzare con pretesti ditotale inconsistenza nei con-fronti di questi ragazzi, di-ventati, per la loro bravura,orgoglio della nostra vallatae di chi, con lavoro e sacri-ficio, li ha messi insieme e lisegue perché possano ed im-parino a stare insieme nelnome della musica, è, lo riba-disco, meschino.

Ah, dimenticavo. Consi-derato che l’autore di quellerighe è anonimo, non si potràinsinuare l’ispirazione dialcun preconcetto. Chi dianonimato ferisce... di ano-nimato perisce.

Lorenzo Soratroi

Distinguere tra cronaca e opinione FRA STORIA, LEGGENDAE ANGOLI INCANTEVOLI

ma non sempre viene dato loro il valore che meriterebbero

SEGUE A PAG. 36

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«Le nuove del Pais» 23

La più comune preghieracristiana è certamente la recitadel Santo Rosario. Nel 1951 ilpapa Pio XII, nell’Enciclica In-gruentium malorum scriveva«noi stimiamo che il Santo Rosariosia il mezzo più conveniente ed ef-ficace per risanare i mali che af-fliggono il nostro tempo».

Nel 1959 nell’Enciclica Gra-ta Recondatio, Giovanni XXIIIscriveva «il rosario è il modo ec-cellentissimo di preghiera me-ditata in cui le orazioni del PaterNoster, dell’Ave e del Gloria si in-trecciano alla considerazione dei

più alti misteri della nostra fedeper cui viene presentato alla men-te, come in tanti quadri, il dram-ma della Incarnazione e della Re-denzione di nostro Signore».

Oggi non c’è comunità reli-giosa, non c’è chiesa in cui nonsi prega recitando il Rosario.Qual è la sua storia?

Il Rosario apparve all’iniziodel XXII secolo con il diffon-dersi della pratica di ripetizionedevota del salmo evangelicodell’Angelo a Maria insiemealla benedizione di Santa Elisa-betta abbinata alla ripetizionelitanica dicendo cinquantaPater Noster. I salteri di Pater edi Ave sostituivano il davidicoper i monaci illetterati ed ini-zialmente erano divisi in cin-quantine.

Il salterio popolare fu adot-tato come forma di preghieraper prima nelle confraternitefondate da san Pietro da Vero-na, discepolo di San Do-menico.

Qualche secolo dopo Alanode la Roche diffuse la leggendache il Rosario è stato ideato dal-l’Ordine dei Predicatori. NelXV secolo cominciò a chiamar-si Rosario della Beata VergineMaria subendo continui cam-biamenti. Nel 1483 si aggiunse

la seconda parte dell’Ave:Santa Maria..., le 150 Avevennero divise in decine inter-calate da un Pater e Gloria edalla meditazione di uno deiquindici misteri (oggi venti)cioè degli avvenimenti gau-diosi, dolorosi, gloriosi e dellagioia della vita terrena di Cristoe della Madonna.Perché si chiama Rosario?

Questa parola deriva dallatino rosariume non poteva es-serci migliore espressione per laVergine, definita Flos florum,cioè il fiore dei fiori, la rosa pereccellenza, la Madre dellaChiesa e dell’Umanità, la don-na che ha dato carne al Figlio diDio.

Pertanto, pregare recitandoil Rosario è come costruire sim-bolicamente una rosa di due-cento petali, irrorati dall’ impe-trata benedizione divina e dallagioia di esaltazione di Gloria aDio Padre, a Dio Figlio e DioSpirito Santo.

Nel 1716 il papa ClementeXI volle onorare la Vergine conl’appellativo del Rosario,estendendo la festa alla ChiesaUniversale fissandola allaprima domenica di ottobre.

Nel 1931 tale festa è stataspostata al 7 ottobre con iltitolo “Festa del SS. Rosario”.

Nel 1960 è stato nuova-mente cambiato il nome defi-nendola «Festa della BeataVergine Maria del Rosario».

Con la riforma dell’ultimocalendario liturgico è stata ri-dotta a memoria obbligatoria.

Nella nostra Parrocchia ladevozione alla Madonna delRosario è molto diffusa.

Luca, Matthias, Emanuele e Giacomo che portano in processioneSan Giuseppe Freinademetz.

BEATA VERGINE DEL ROSARIOBEATA VERGINE DEL ROSARIO

Anche quest’anno si è svoltala solenne processione guidatadal parroco don Sergio, ac-canto alla Vergine del Rosario,portata dalle donne in co-stume, alla statua di San Giu-seppe Freinademetz e l’iconadel Beato Carlo d’Asburgoportata dai bambini, di cui icollesi sono molto devoti e rico-noscenti. Infatti nel 1754 ilcampanile di Colle santa Luciafu colpito da un fulmine e furaso a suolo e successivamentericostruito.

Le campane gravementedanneggiate furono rifuse nellafonderia Grassmair di Inns-bruck e ricollocate nella cellacampanaria su due piani. Peruna supplica inviata dal mae-stro Giuseppe Coleselli all’Im-peratore Carlo I d’Austria, essefurono risparmiate dalla requi-sizione generale del 1917 subitada tutte le campane dellechiese vicine. Quest’anno lostesso giorno inoltre, ricorreval’anniversario della beatifica-zione del Beato Carlo d’A-sburgo, avvenuta a Roma il 03ottobre del 2004.

Angela

...la riflessione di don Sergio durante la processione...

Parrocchia di Colle

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24 «Le nuove del Pais»

Alcuni momenti dell’animazione della liturgia da parte dei bambini.

INIZIO DELL’ANNO CATECHISTICO:domenica 17 ottobre 2010

INIZIO DELL’ANNO CATECHISTICO:domenica 17 ottobre 2010

Anche quest’anno, domeni-ca 17 ottobre 2010 la comunitàparrocchiale ha partecipatoalla cerimonia di inizio del-l’anno catechistico, organizza-ta dal parroco don Sergio in col-laborazione con le catechiste.

La funzione, animata dabambini, catechisti e genitori siè svolta durante la celebra-zione.Dopo il canto di inizio, il salutodel parroco e l’aspersione conl’acqua benedetta, don Sergioha invitato i lettori e i catechistia ricevere il “mandato” ricor-dando loro che «...è Gesùstesso che, attraverso la vocedella Chiesa, manda a pro-clamare la sua Parola e aportare la buona notizia ai fi-glioli, così come un giornochiamò e inviò i discepoli»; eha consegnato a ciascun lettoreun foglietto con delle indica-zioni pratiche da seguire peruna ottimale proclamazionedella Parola di Dio.

Al termine dell’omelia, si èsvolto il momento “dell’im-pegno dei ragazzi”: il parroco siè rivolto ai bambini e ai ragazziricordando loro l’importanzadel catechismo per la per-sonale crescita umana e cri-stiana e ha sottolineato chesolo una partecipazione fede-le, costante e seria può per-mettere loro di conosceresempre meglio Gesù e il suoVangelo. Ha sottolineato an-che l’importanza della pre-ghiera di ogni giorno e la parte-cipazione alla Messa, cosìcome l’impegno di “mettere inpratica” giorno per giorno, acasa, a scuola gli insegnamentiricevuti al catechismo.

Tantissimo! Dio era addo-lorato innanzitutto per il di-sordine, l’odio e la cattiveriache si erano generati tra gliuomini a causa del peccato: epensare che prima tutto eracosì bello e c’era la pace!

Il suo primo pensiero fu:«Tanto vale distruggere un’o-pera venuta male».

Poi, nella sua grande bontà,provò a salvare ciò che sipoteva salvare: trovò un uomogiusto, Noè, e gli affidò un po’della creazione da mettere alsicuro sulla sua grande arca,salvandola così dal diluvio.

Da coloro che si erano

salvati si sarebbe potuto cosìricominciare a vivere un nuovorapporto di amicizia con Dio.

Anche con questa storial’autore biblico non vuole dirciesattamente cosa è successo,ma vuole soprattutto farci ri-flettere: siamo noi uomini adoverci preoccupare, comeNoè, di salvare anche glianimali!

Se noi ci allontaniamo dal-l’amicizia di Dio, non rovi-niamo solo la nostra vita, ma ri-schiamo di distruggere tutto ilmondo!

da “I Perché della Bibbia”di Roberta Taverna

A Dio non è dispiaciutosalvare solo gli animali sull’arcalasciando morire tutti gli altri?

Successivamente il parrocosi è rivolto ai genitori ringra-ziandoli per aver dato la vita ailoro figli, tanto preziosi in unacomunità così piccola comequella di Colle, ricordando chesono loro i primi educatori allafede e alla vita cristiana e invi-tandoli a prendere coscienzadella loro responsabilità divivere con coerenza l’adesioneal vangelo di Cristo, di per-correre con loro il camminodella fede e di collaborare con icatechisti e con il parroco perraggiungere le varie tappe del-l’iniziazione Cristiana.

I bambini hanno partecipatoattivamente alla S. Messa e ognigruppo ne ha animato un mo-mento. La classe seconda hapreparato dei cartelloni-puz-zle che ricomponevano lascritta: Gesù ti voglio bene! Ibambini che si preparerannoper la Prima Confessione sisono occupati dell’ l’atto peni-tenziale, quelli che si avvicine-ranno all’Eucarestia hannopreparato l’offertorio con donisimbolici e la classe quinta hapreparato la preghiera deifedeli. I ragazzi della scuola se-condaria di primo grado si sonopreoccupati di organizzare leletture e la preghiera di ringra-ziamento dopo la Comunione.

Significativo è stato il mo-mento di congedo durante ilquale il parroco ha voluto sot-tolineare che è stato bellovedere una Chiesa piena dibambini e ragazzi che hannopartecipato attivamente allacelebrazione, cosa questa chedovrebbe diventare un im-pegno costante e desiderato.

Angela

OPERE ESEGUITE EIN PROGRAMMA

OPERE ESEGUITE EIN PROGRAMMA

Ultimamente è stato realizzato l’impianto di vi-deosorveglianza in chiesa e perfezionato quello diallarme in canonica, per un costo complessivo dieuro 3.655,00.

Si è provveduto a sistemare un pavimento perl’importo di 990 euro.

I prezzi sono contenuti grazie a buona parte dimanodopera gratuita, per la quale esprimiamo ilnostro grazie.

In ottobre si è fatto rifornimento di gasolio peruna spesa di euro 4.875,00.

Sono avviate le pratiche per il restauro del cam-panile, la cui spesa prevista è di euro 30.000,00.

Fin d’ora va il nostro grazie all’AmministrazioneComunale, per la sollecita e generosa collabora-zione.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0025 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 25

ATTIVITÀ DEI CONSIGLI PARROCCHIALIIl giorno 10 del mese di

maggio 2010 si sono riunitipresso la sala della Canonica iConsigli della Parrocchia diColle Santa Lucia.

Sono presenti il Parroco DonSergio Pellizzari, i signori FrenaPaolo, Frena Annalisa, PezzeiAlessandro, Agostani Carlo,Pallabazzer Nives, Broglio Ga-briella, Gabnelli Gigliola, TroiFranca, Sief Luigi, Nicolai Paola,Dariz Lucia Marina, Del-monego Maria Grazia, KererUmberto.

Sono assenti: Circelli Angela,Piai Enrichetta.

Don Sergio dichiara valida laseduta costituita e atta a di-scutere e deliberare in merito alseguente ORDINE DEL GIOR-NO:

1) preghiera iniziale e ver-bale della precedente riunione;

2) programmazione della so-lennità di Pentecoste;

3) pulizie della canonica a

fine catechismo;4) varie ed eventuali.Assume la presidenza il

Parroco don Sergio, il qualechiama a fungere da segretariala sig.ra Dariz Lucia Marina.Dopo breve preghiera si passadirettamente al secondo puntodell’ordine del giorno, dove vie-ne data ampia discussione ri-guardo all’organizzazione dellafesta di Pentecoste, in parti-colare per quanto riguarda lapulizia della chiesa.

Il parroco rivolgerà l’invitotramite il foglio settimanale aquanti si renderanno disponibiliper questo servizio.

Passando al terzo punto del-l’ordine del giorno, don Sergiofa presente la necessità di pulirela canonica e le sale utilizzateper lo svolgimento del cate-chismo, anche in previsionedell’arrivo di eventuali ospiti,vista l’avvicinarsi della stagioneestiva. Anche questo verrà evi-

denziato sul foglio settimanaleper invitare quanti fossero di-sponibili.

Viste le necessità, si decideanche per l’acquisto di un’aspi-rapolvere nuova. Tra le varie edeventuali viene data ampia di-scussione riguardo la modificadell’impianto d’allarme in ca-nonica e anche in chiesa; cisono già dei preventivi di spesa ariguardo. Si discute anche deldistacco parziale del cornicionedel campanile, a tale propositosarà necessario interpellarel’Ufficio Tecnico Comunale.

Infine si discute degli scarichidella canonica, che, vista l’ubi-cazione, sono soggetti a fre-quenti problemi tecnici durantela stagione invernale. A tale pro-posito saranno interpellati degliesperti. Non essendovi nul-l’altro da deliberare, la sedutaviene tolta alle ore 22,30.

La SegretariaDariz Lucia Marina

Sabato 6 novembre il pic-colo coro dei ragazzi di Collee Selva è uscito in trasfertaverso San Vito per cantare laMessa serale della 18,30 cele-brata da don Riccardo.

Una funzione molto par-tecipata e piena di calore, unpo’ per la bravura dei cantoriche come hanno già dimo-strato nelle altre funzioni acui hanno preso parte, sonocapaci di dare una loro inter-pretazione alle canzoni dichiesa, un po’ per il tipo difunzione in cui tanti ragazzie ragazze di San Vito hannofornito il loro contributo, chiper l’offertorio chi per altrecose.

I ragazzi del coro semprenumerosi sono stati accom-pagnati da genitori e parenti,e soprattutto da chi pazien-temente riesce ad insegnarloro come si deve cantare estare assieme in un gruppo:Roberta, Laura e Antonio.

Dopo la funzione ci siamofermati tutti sul sagrato dellachiesa per attendere il nostroex parroco, e dopo alcuneparole tutti insieme (erava-mo più o meno una cinquan-tina di persone), siamo an-dati a mangiare una pizza.

I primi ad accomodarsi so-no stati i ragazzi ed a loro sisono aggiunti, dove pos-sibile, gli adulti.

È stato bello poter tra-scorrere una serata tutti in-sieme, bambini, giovani eadulti, perché ci ha dato ilmodo di confrontarci e dipoter parlare con tante per-sone e soprattutto scherzare.

Speriamo di avere altre oc-casioni simili.

Una mamma

È belloritrovarsi

È belloritrovarsi

PERFORMANCEDEL MERCATINOMISSIONARIO

Il mercatino missionarioche si è tenuto nei mesi diluglio e agosto in sala A.C., hadato un ricavo più che soddi-sfacente, grazie a quantihanno lavorato, gestito e ac-quisito i prodotti artigianali:5.642,00 euro quale incassolordo, e 5.000,00 euro dinetto.

Questi sono stati così de-stinati: 2.000 euro a p. SistoAgostini in Ethiopia; 1.000 asr. Agnese Grones in Pakistan;e 2.000 per il restauro delcampanile. Grazie a tutti!

Il VESCOVO tra noiIl VESCOVO tra noiDomenica 31 ottobre ab-

biamo avuto la gioia di aver tra noiper l’amministrazione della S.Cresima il nostro vescovo dio-cesano mons. Giuseppe Andrich.

Avremmo voluto consolarlodelle sue fatiche e sofferenze conuna bella giornata di sole e con inostri incantevoli panorami; einvece è stata una uggiosagiornata di nuvole basse e dipioggia, e per di più Lui era note-volmente raffreddato. In com-penso il clima in chiesa era serenoe caloroso, ravvivato dallo Spirito

pentecostale, con l’abbondanzadei suoi doni.

Se da una parte sono i ragazziche ricevono il sigillo dello SpiritoSanto, per essere confermati nellafede e nell’impegno di respon-sabile partecipazione alla vita ec-clesiale, dall’altra è tutta l’As-semblea a vivere un evento dirinnovata pentecoste.

La celebrazione, allietata dalcoro in gran forma, pur nella sualinearità, è stata suggestiva.

L’episodio di Zaccheo checercava di vedere Gesù ed è stato

poi da Lui trasformato, ha offertoal celebrante lo spunto per in-vitare i cresimandi alla ricercacontinua del Cristo, sia attraversola Parola di Dio come la Messa fe-stiva, e a consacrarsi a Lui per edi-ficare il Regno di Dio.

Abbiamo augurato al Vescovoche il Signore lo tenga caro nelpalmo della sua mano – mu-tuando una sua immagine – e ai fi-glioli cresimati di prendere sulserio la vita cristiana, in uncrescendo degno del discepolo diCristo.

Il 31 ottobre nella chiesa parrocchiale, il vescovo diocesano Giuseppe Andrich ha cresimato: Ago-stini Flavio, Colcuc Annalisa, Pallabazzer Stefano, Troi Francesca. Foto di gruppo con i familiari.

Cresima

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0026 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

26 «Le nuove del Pais»

Scorci di storia collese... il profilodi Angelo Agostini “Kiza”

Dedicato a mia cugina Ana Silva AgostiniSECONDA PARTE

E la perdita di un punto di ri-ferimento importante comequello della moglie lo getterà inuna situazione di grande scon-forto. La figlia infatti si erasposata di recente e pur rima-nendo nella casa paterna pro-seguiva speditamente per lasua strada, ancora tutta datracciare. Così che trovatosi re-pentinamente e del tutto ina-spettatamente nel totale di-sagio, prese ancora una volta ilcoraggio a piene mani e intra-prese a distanza di 40 anni ilviaggio di ritorno in Italia. Qui virimase per quasi sei mesi nellasperanza di stabilirvisi definiti-vamente, ospite qui e là dei varifratelli, in attesa di quella occu-pazione stabile che gli consen-tisse una sorte di rinascitaancor più spirituale che eco-nomica. Ma nei quarant’anni diassenza da Colle le circostanzeerano nel frattempo mutate ra-dicalmente al punto da farlosentire più come ospite checome compaesano. Una sen-sazione pesante, scaturentedal severo animo di coloro cheprobabilmente gli imputavanod’aver sottratto le sue energieal paese in cui queste eranotanto utili quanto necessarie.

Nel disagio, e alquanto diso-rientato, Angelo decise così diriprendere la valigia in manoper la seconda volta e di ri-partire per Buenos Aires. Ri-tornerà in Italia in altre due oc-casioni ed in entrambe lecircostanze lo animerà unospirito ben diverso rispetto al-l’esperienza precedente, nonpiù quella illusorio di radicarenel paese natio, quanto quelladi un’idealità connessa al bi-sogno di riaffermare quei pre-ziosi ricordi giovanili che illento incedere della vecchiaiarendevano sempre più evane-scenti minacciandone il defi-nitivo oblio. Nell’ultimo viag-gio, compiuto nel 1992, sapevache quella sarebbe statal’ultima volta, consapevole chela malattia contratta in Francia

ed aggravatesi nei cantieri ar-gentini, nonché un vissutocome accanito tabagista, loavevano debilitato a tal puntoche ogni suo passo lo ob-bligava ad uno sforzo enorme.Infatti Angelo, come in unsogno premonitore, morirà inBuenos Aires l’anno suc-cessivo, all’età di 73 anni, af-flitto da una grave forma di in-sufficienza respiratoria, oramairidotta del 90%. Enfisema pol-monare, questo sarà il lapi-dario verdetto medico.

Angelo non era una personamolto loquace, ma al contrarioera schiva e introversa, quasi ri-servata. Non amava fre-quentare gli ambienti italiani diBuenos Aires, quelle “LittleItaly”, sparse qui e là per ilmondo che tendono a ricreareartificiosamente situazioni delproprio paese. La sua sem-plicità gli faceva preferire unsano contatto con il cuginoWalther, con il quale, ed unicapersona, si esprimeva nell’i-dioma collese. Nei rapporti fa-miliari usava invece la linguaCastigliana, in uso corrente inArgentina. Non aveva hobbiesparticolari Angelo. Si dilettavasemplicemente ad intagliare illegno ricavandone motiviispirati alla fauna e flora del suopaese. E a testimonianza diquanto fosse vivo e forte l’at-taccamento alla sua terra, nellasua abitazione aveva ripro-dotto in maiolica lo scorcio diColle. Purtroppo sembra cheun quaderno di poesie scritte inetà giovanile e rimasto in Italia,sia andato perduto.

In Buenos Aires rimaneancor oggi la testimonianza vi-vente di Angelo, attraverso lafiglia Ana Silvia, che di recente edopo lunghe peripezie con-solari, è riuscita con imper-territa ostinazione ad acquisirela cittadinanza italiana. I con-tatti telefonici che ella man-tiene con i parenti in Italia,anche se saltuari, la riportanoad una dimensione più vicinaalla famiglia.

Chi ha avuto modo di cono-scere Angelo Agostini nonpoteva non essere impres-sionato dalla sua fisicità esile elongilinea, quasi fragile, carat-

teristica questa comune a granparte degli appartenenti alla“stirpe” degli Agostini. Di car-nagione bruna con capelli nerinonostante l’età; viso al-lungato, solcato da profonderughe che parlavano di sé edelle sue traversie; a guardarlosembrava di leggere su di unlibro aperto, tanta era la suaespressività. Occhi rotondi eneri ma allo stesso tempo pro-fondi e penetranti. Procedevacon un incedere lento, bacino

Il decoro di Colle sulla sua abitazione a El Palomar.

leggermente in avanti e maniraccolte sulla schiena.Ostentava un carattere deciso,modellato dalle difficoltà diuna esistenza tutt’altro cheprodiga di soddisfazioni. Maera anche persona generosa,schietta e diretta. Ebbene io hoavuto la fortuna di cono-scerlo...

Ad Angelo Agostini, orgo-gliosamente mio zio.Fonti e testimonianze: AnaSilvia Agostini.

Angelo Agostini.

Direttore don Alfredo Murerresponsabile ai sensi di legge

don Lorenzo SpertiIscr. Tribunale di Belluno n. 4/82Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno

Non si può certo dire che chi ha realizzato questa catasta di legna nonsi sia armato di santa pazienza...Con questo capolavoro, costituito da soli piccoli abeti, Pallua Be-niamino ha sicuramente contribuito a fare una bella pulizia del boscoin località Forcia, rendendo l’ambiente più pulito ed accogliente.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0027 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 27

I bambini della scuola primaria con don Sergio.

Per i tuoi novant’anni

Cara Frida,en te sta granda ocasionche non suzede ogni dìmi avese tant da te diQuant bel elo statvia Pien duc aunase volevan ben chi pikui e chi grancche zerto encora de pichi de vint agn.Non podòn pretende che in te sti agnle robe non siebe cambiadecan che quater generazionla è bele pasadeLè pi na grazia che na fortunaruà a novant agne con una forza tan granda

e con tanta dignitàle cros tas sapù portàDoi terzi dei tuoi agnite ias pasài via Tiesempre contenta senza contar le fadie.En cuoi tas da esser contenta e ride con chi che tas dintor viaincia lori ia na roba sconduta nel cuorche proprio i non pol te la dì.Co le ora che el Signorne ciama noi vegepuok ne importa e ti tas la Teresa che te daur la porta.Colle Santa Lucia, 14 ottobre 2010

Ta Jermana Marina

La Frida da Tie con il suo pronipote.

Congratulazioni!

Congratulazioni a Enrica Piai per avere conseguito il di-ploma di operatrice socio-sanitaria. Auguri e tanta soddisfa-zione per il futuro. Che la gioia la pace e la serenità possaessere il premio a tutti coloro che operano in questo settorespesso sottovalutato e non certo privo di sacrifici e difficoltà.

Un augurio anche a tutti i loro assistiti affinché possanotrovare delle strutture e dei servizi in grado di dare loro la ne-cessaria assistenza medica e sociale ma anche un ambiente fa-migliare, accogliente umano e cristiano. I tuoi amici

Frena Germana con i suoi 12 figli: Modesto, Michele, Maria Luisa, Martino, Paola, Antonio, Vincenzo, Celestino, Giacinta, Sisto, Tarcisio e Agnese.

Tutti intorno a Frena Germananel suo 85o compleanno

Il 9 novembre Frena Germana hacompiuto 85 anni. Per l’occasio-ne tutti i suoi 12 figli: Modesto,Michele, Maria Luisa, Martino,Agnese, Paola, Antonio, Vincen-zo, Celestino, Maria Giacinta,Sisto e Tarcisio si sono raccolti nel-

la stua a Colle S. Lucia e si sonostretti attorno alla mamma, per fe-steggiarla e ringraziarla per lalunga e infaticabile vita donata to-talmente alla famiglia, ricordandoanche chi mancava: il papà VitoAgostini e la sorella Eugenia.

DAL MONDO DELLA SCUOLAIl primo periodo alla scuola pri-

maria di S. Fosca è stato caratte-rizzato da due esperienze signifi-cative ed alternative per bambinie insegnanti.

La prima si è svolta a Treviso neiprimi giorni di ottobre. La meta èstata il Parco degli alberi parlanti,

ambientato nella splendidacornice di un giardino secolare. Èil primo parco multimediale e in-terattivo per ragazzi in Italia ed èstato inaugurato dall’associa-zione Gruppo Alcuni. Si tratta diun parco a tema che si articola at-traverso spazi quali un teatrino

che ospita il set della serie tv“Eppur si muove - Galileo” e unpercorso guidato nel verde “Cuc-cioli & Dinosauri”.

I bambini hanno potuto parte-cipare ad un laboratorio sulla pro-duzione dei cartoni animati.

Inoltre hanno potuto visitare lanuova sezione dedicata al mondodei dinosauri con ricostruzionireali di esemplari e si sono ci-mentati in prove di abilità incampo della paleontologia.

I bambini hanno seguito con

entusiasmo le varie attività pro-poste dagli operatori del Parco.

La seconda esperienza si èsvolta a novembre a scuola con lavisita di don Sergio che ha trattatocon i ragazzi il tema dell’amiciziaricollegandolo a quanto scrittonella Bibbia. I bambini hannoanimato la mattinata con canzonie poesie inerenti al tema, dandovita ad un ricco scambio di pen-sieri ed emozioni che hanno resola giornata piacevole e diversa dalsolito. Le insegnanti

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0028 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

28 «Le nuove del Pais»

Fee giovani collesi dopo la sfilata. E dopo la sfilata... fortaie e tortiei.

Foto di gruppo dopo la sfilata, de chi da Col.

Gran festa da d’istàin Val de Fassa

Gran festa da d’istàin Val de Fassa

El 5 de setembre del 2010, en grop de jent da Col é juda insfilata a la Gran Festa da d’istà che ven organizada ogni an laprima domenia del mes de setembre da 31 agn in cà.

Na gran bela festa con musica, bande, masarie a la paesanade dute e valade ladine e de biei ciar fai su. E po fortie, tortiei dapom e ogni ben di Dio, e encora musica e bai ente l tendon!

Con sta festa ven finì via l’istà e ven saludai incia i siori.

Incia chi da Col a la Festa in Canalel 26 de agosto 2010

Incia chi da Col a la Festa in Canalel 26 de agosto 2010

In ocasion del 32o aniver-sario de la elezion de donAlbino Luciani a Papa, suo paisde Canal l’à organizà na festa el’à invidà incia chi da Col, ajàche è stat benedì incia en ca-pitel con ite na copia de la Ma-donna de Pietralba (Weissen-stein) ulà che duta la jentladina da sempre va in pele-granagio.

La statua la è stada portadada i Schutzen de lafora e com-pagnada da la banda. Ente na

piaza piena de sol, tanta jent,incia vistida a la paesana, vi-gnuda da duc i pais ladign eincia na rappresentanza deCol. La messa la è stada conze-lebrada dal vescovo de Belumauna a chel de Bolzan e po l’èstata fat el gemellaggio anter ipais de Canal e de Wadowice,uà che l’é nasù el papa Gio-vanni Paolo II.

Dut s’à finì in gloria con nabona marenduola in segn deospitalità.

Nel maso Trinnerhof, che allegria per i bambini con castagne emosto.

Foto de en valgugn partezipanti davant al Ciastel Velturno.

Gita a PersenonGita a PersenonEl 24 de ottobre 2010 la Union

de i Ladign da Col l’à organizà nagita a Persenon per pasà na do-menia da d’auton in bona com-pagnia, a magné ente i masi, concastegne e vin nuof. El temp l’èstat galantom e s’à pudù visità elCiastel de Velturno, sora Per-senon. Darè na bona ente en

maso granc e tosac i a fat en belgiro via per el Triol de le Ca-stagne, da Velturno a Sabina.Incia ente coriera s’à bù modo dese gode la compagnia, incia conen quiz de cultura paesana, cheven jontà sot ite per chi che vol elfa, ajà che le sere i è longe e se polse matèe in compagnia.

Festa de la Madona de agostoIncia sto an, el 15 de ago-

sto è stada fata na bela Festade la Madona de agosto.

Con vesper solene, pro-zesion con la Madona porta-da da le tose e scortada da en

grop de Schützen, èle vistidea la paesana, la benedisionde i fiori, grafogn per duc esoraldut la partecipazion deipaesagn e incia de tanc de fo-resti.

Un gruppetto dei gitanti in Piazza Duomo a Bressanone.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0029 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,21 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 29

I tosac da casùben prèst co i va a scolai à in mente na roba sola:“can ruarala mo la nef?”.Co ven po Ognissante i vede a sniolà,i scomenza a la spetà,poben ogni dì.E se la indujìa,se el fas iaro saren,e la nef no la ven,i toca esclamà:“Mama diséme,la nef can vignaralache la luosa e la palami volese duorà”.“O fioi benedeti,jù del sarende segur no la ven,chel sai da ve l dì”.Se i sent da Bernacca:“neve sui monti”i cor po biei prontidelongo a se l dì.Cusì i vif de speranzae ogni dì che i levai dis “la podevaicia vignì!”.Somea en toch de suo panbenedeto Signor,e che tant i la duoreel crede incia mi.Se i vede doi fioche en frèo de na brisa,e la campagna grisa i è bele contenc!

Frena Germana

I tosac speta la nef

Pro Loco estate 2010Dopo la stagione estiva

appena trascorsa, è arrivatoanche per la nostra associa-zione il tempo di fare un bi-lancio relativo alle attivitàorganizzate in tale periodo.Essendosi ricostituita dopoalcuni anni di inattività, laPro loco ha cercato di offrireiniziative sia per i paesaniche per gli ospiti al fine di unservizio che potesse esserefruibile da tutti. In primoluogo è stata possibile l’a-pertura stagionale (luglio-settembre) di un ufficio in-formazioni; tale attività hatrovato larghi consensi, so-prattutto fra gli ospiti chehanno usufruito ben volen-tieri di tale opportunità.

Oltre alla pura attività in-formativa, tale ufficio avevapure lo scopo di coordinarele varie serate e le varie ini-ziative che venivano pro-poste man mano nel corsodella stagione; basti pensareal concorso “Balcone Fio-rito” che, pur non avendoavuto molte adesioni, si è ri-velato comunque un modoper coinvolgere e nel con-tempo ringraziare tutticoloro che prestano parte delloro tempo e della loro pas-sione per rendere più belloed accogliente il nostropaese. I primi tre classificatisono stati rispettivamente:Troi Franca, Miribung Han-nelore e Vallazza Flavia.

Un’altra attività che si èprotratta per tutta l’estate èstata l’organizzazione divisite guidate agli imbocchiche sono finora visitabilidelle miniere del Fursil.

L’allestimento di un per-corso ad anello munito di se-gnaletiche lungo la strada edi pannelli descrittivi neiluoghi più caratteristici èstato largamente apprez-zato dai turisti che hannovoluto essere accompagnatinel corso delle visite guidateorganizzate il martedìmattina e il giovedì pome-riggio ed ha inoltre per-messo di poter effettuare ilgiro anche autonomamente.

La manutenzione di talesentiero è inoltre stata ga-rantita da un gruppo di vo-lontari che regolarmente sisono impegnati a falciarel’erba e a ripulirlo dai sassi.

Varie sono state invece leserate che sono state orga-nizzate e coordinate dallanostra associazione: inluglio è stata la volta del

tributo a Fabrizio De Andrèche ha attirato molta genteanche dai paesi limitrofiseppur l’evento fosse statoorganizzato all’aperto e, acausa del maltempo, spo-stato nei locali delle exscuole elementari; pure laserata che ha visto come pro-tagonista Cesare Masareicon la relativa presentazionedi un dvd sulle Dolomiti èstata partecipata e dialogata.

Ad agosto vari sono stati itemi trattati: il dottor An-selmo Cagnati dell’ Arpavha dedicato una serata al-l’Antartide e ai suoi ma-gnifici scenari, il prof. Giam-paolo Soratroi ha inveceportato diretta testimo-nianza riguardo la sua espe-rienza di viaggio in Pata-gonia suscitando grandeentusiasmo nel pubblico. Unpomeriggio culturale èinvece stato dedicato allapresentazione del libro“Dalle Dolomiti a Bligny”,un diario di guerra apparte-nente al fante Enrico Co-stantini della cui rilegaturasi è occupato il prof. PaoloGiacomel; verso la fine delmese sono poi state orga-nizzate altre due serate: unacon la collaborazione diStefano Cappeller, appas-sionato alpinista e sci alpi-nista che ha dato mostra delsuo repertorio di immaginifotografiche riguardanti lemontagne a noi vicine come

il Pelmo e la Civetta ripreseda particolari posizioni,mentre l’ultima è stata de-dicata ad un approfondi-mento riguardo alle cu-riosità geologiche della ValFiorentina e delle zone limi-trofe grazie all’interventodel prof. Alberto Bertininche, con abilità e passione, èstato in grado di rendere ac-cessibili al pubblico concettie argomenti che non sempresono di facile spiegazione.

Varie sono quindi state leattività della Pro Loco diColle Santa Lucia e hannonella maggior parte dei casitrovato un buon riscontro alivello di pubblico. Ciò hainfuso fiducia alla nostra as-sociazione che sta già pen-sando a un calendario delleattività invernali che verràpubblicizzato non appenasarà definitivo.

È inoltre stato attivato nelcorso dell’estate il nuovosito internet del nostrocomune e pure la nostra as-sociazione ha cambiato indi-rizzo e-mail. Ripromet-tendoci di tenere informati inostri lettori riguardo lenovità che incorrerannoman mano lasciamo intanto inostri nuovi contatti:www.collesantalucia.euoppure info collesantalu-cia.eu

Per la Pro LocoColle Santa Lucia

Giulia

Lo scorso 26 settembre ilgruppo donatori del san-gue della Sezione di Al-leghe a cui fanno parteanche i Comuni di RoccaPietore, Selva di Cadore eColle S. Lucia si sonoritrovati per il consuetoincontro preceduto dal-la S. Messa nella chiesadi Caprile e successivopranzo sociale con conse-guente relazione e premia-zioni.

È stata anche l’occa-sione per una breve ma im-portante relazione del pre-sidente sulla storia diquesta associazione natanel 1954 per volontà di donAngelo Strim e che oggiconta 71 donatori attivi dicui 9 collesi residenti e 2non più residenti a Colle.

Probabilmente abbiamo

altri due collesi donatoriiscritti nella sezione di Pie-ve di Livinallongo e sicura-mente qualche donatore diorigine Collese iscritto inqualche altra Sezionedelle A.B.V.S. di Belluno.

Come già ricordato in unprecedente articolo diqualche anno fa, in termininumerici per Colle, la si-tuazione è soddisfacente,ma mancano i donatorigiovani come peraltro regi-strano un po’ tutte le Asso-ciazioni.

Quindi un invito a tutti igiovani a riflettere e infor-mandosi direttamentepresso A.B.V.S. tel. 043727700 - 291312, è sicura-mente una buona occa-sione anche per fare uncontrollo gratuito dellapropria salute.

È naturale che quando sitratta del proprio corposiamo sempre molto restiie diffidenti e magaridaremo più volentieriun’offerta in denaro ma,visto che il sangue non sipuò fabbricare e potremmoaverne bisogno anche noi,non abbiate paura, è un’o-perazione praticamenteindolore che ci aiuterà adapprezzare meglio lasalute e la vita.

Un sentito ringrazia-mento alla Sezione di Al-leghe, a tutti i donatoriattivi e sospesi, ricordiamoanche tutti i donatori de-funti fra cui Carlo Vallazzae Livia Pallabazzer scom-parsi in questo anno e chehanno fatto parte di questaSezione.

Roberto M.

Donatori del sangue Sezione di AllegheDonatori del sangue Sezione di Alleghe

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0030 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

30 «Le nuove del Pais»

ESEQUIE CRISTIANE

Vallazza Rinaldo Fran-cesco, di anni 79, da Pian, m. aCastelfranco (TV) l’11 luglioe sep. a Colle SL il 12.

Pallabazzer Livia Maria,ved. Pezzei, di anni 80, da Co-dalonga, morta ad Agordo il26 ottobre e sep. a Colle il 28.

FUORI PARROCCHIA

Il 21 agosto è deceduto a Lo-carno in Svizzera, ed ivi tu-mulato, Pallua Quintino, dianni 70, dimor. in Via Pallua.

Il 4 settembre è deceduta aOrtisei Chizzali Erminia, dianni 91, or. da Colle S. Lucia.

Il 15 settembre è decedutoa Bressanone FrancescoPallua di Pallua, nel giornodel suo 80o compleanno, lacui famiglia era oriunda diColle, coniugato con Prast Fi-lomena e padre di 4 figli.

Comunità in camminoComunità in camminoBATTESIMI

– Colleselli Leone di Giu-seppe e Celon Chiara, n. il 9luglio a Padova e bat-tezzato a Colle S. Lucia il 22agosto.

– Moschen Luca, di Giuseppe e Agostini Flavia, da Rucavà,n. il 26 maggio e battezzato il 5 settembre in chiesa parroc-chiale.

– Dell’Andrea Lucia,di Silvestro e Pezzei Nadia, da Pian, n. il17 luglio e battezzata il 17 ottobre in parrocchia.

– Dell’Andrea Alex, di Francesco e di Miribung Hannelore,da Pian, n. il 26 agosto e battezzato il 17 ottobre in chiesa par-rocchiale.

SOSTEGNO ALBOLLETTINO

PARROCCHIALETroi Oscar; Sief Giuseppina

(Bressanone); Agostini Maria Pia(PD); Zanon Giulio e Antonietta;Dariz Peter (Bressanone); Del-l’Andrea Maria; Toffoli Virginia(BZ); Dariz Tarcisio (CH); SolitroMaria (YV); Frena Germana;Agostini Maria Luisa; fr. StefanoAgostini (RM); Bidetti Giuseppe(Lecce); Bernardi Gisella (VA);Agostini Bruno (BZ); Piai LuciaZollot (S.Giustina BL); Piai LuigiaFrenademetz (Cortina); Piai Lu-dovina Bothner (D); Lezuo Ma-rina; Agostini Maria Felicita;Frena Cecilia (Rocca P.); PezzeiAlessio; Sr. Loreta Frena; AgostiniZita e Raffaele; fam. Sief Luigi eFranca; fam. Pallua Beniamino eMaria; Barth Erich (Bressanone);Pezzei Marta; Maria Luisa (Pian);Micheletti Rina (S. Fosca).

Dell’Andrea Armando; occ.fun. Vallazza Rinaldo, sor. Paola;Agostini Pietro e Gabriella; TroiOscar; Sief Giuseppina (Bres-sanone); Agostini Maria Pia (PD);Lezuo Frida; Pallabazzer Alma;Sief Maria Agostini; Dariz Tar-cisio (Locarno); a ric. PalluaQuintino, Bolognesi; CodalongaSoave; Agostini Bruno (BZ); Col-leselli Gino; Maria Maddalena;Lezuo Marina; Frena Germana;Frena Cecilia (Rocca P.); PezzeiAlessio; Masarei Anna Colcuc;Pallua Adele; Pallua Brigida; SiefLuigi e Franca; Agostini Zita e Raf-faele; occ. 90o compleanno,Lezuo Frida; fam. Pallua Be-niamino e Maria; Foppa Loretta;

BUON CUORE PER LA PARROCCHIAocc. fun. Pallabazzer Livia Maria,f. Alfonso; Colleselli AnnamariaCortina; occ. Batt. Dell’AndreaAlex: i genitori, nonni Del-l’Andrea; Maria Livia-Pian;Chizzali Maddalena; occ. Batt.Dell’Andrea Lucia: i genitori; aric. cug. Livia, fam. Detomaso;Dariz Giampaolo; Piai Rosanna eEnrica; Dariz Maria Maddalena.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0031 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 31

Parrocchia di Arabba

Orari delle feste di NataleSANTO NATALEArabba: ore 21.00 Messa della Notte

ore 23.00 Messa solenne della Notteore 10.30 Messa solenne di Nataleore 16.30 Messa vespertinaore 18.00 Messa vespertina

Ornella: ore 8.00Renaz: ore 9.00SANTO STEFANO SANTA FAMIGLIAOrnella: ore 8.00 con benedizione dell’acquaRenaz: ore 9.00 con benedizione dell’acquaArabba: ore 10.30 con benedizione dell’acquaArabba: ore 18.00 festiva della Santa Famiglia

SAN SILVESTRO-ULTIMO DELL’ANNOArabba: ore 18 con «Te Deum» di ringraziamento

ore 22.45 - 23.45 Adorazione Eucaristicaanimata dalle Discepole del Vangelo

ANNO NUOVO-PRIMO DELL’ANNOOrnella: ore 8.00Renaz: ore 9.00Arabba: ore 10.30

con “Veni Creator”ore 16.30-ore 18.00

DOMENICA 2 gennaioOrnella: ore 8.00Renaz: ore 9.00Arabba: ore 10.30-ore 18.00EPIFANIA-SANTI RE MAGIOrnella: ore 8.00Renaz: ore 9.00Arabba: ore 10.30

ore 18.00DOMENICA del BATTESIMO DI GESÙOrnella: ore 8.00Renaz: ore 9.00Arabba: ore 10.30-ore 18.00

Facciamo posto

Nella nostra Comunitàciascuna famiglia potrebbetirare le somme di quelloche ha vissuto, di quello cheha sperato. Ciascuno di noi,alla fine del 2009 si era au-gurato e aveva auguratoanche agli altri, che il 2010potesse essere un anno mi-gliore.

Per qualcuno il 2010 èstato un anno positivo, da ri-cordare. Per qualcuno la na-scita di un figlio, il matri-monio, la casa nuova.

Per altri invece un lutto,una malattia, la perdita o ladiminuzione del lavoro,una malattia fastidiosa.

Se mi guardo intornovedo che gli alberi sono cre-sciuti. Che certi prati sonostati sfalciati come l’annoprima, e altri invece sono ri-masti da falciare. In certiposti il bosco è stato tagliato.Su certi pendii sono cre-sciuti i paraslavine fatti ditronchi d’albero.

Alla fine di quest’annosono proprio quelli cheprendo come spunto perquesta fine d’anno.

Quei paraslavine che sitrovano tra Arabba e Varda,hanno riempito un pratoche da anni nessuno più fal-ciava. A difendere il ripidopendio da moltissimi de-cenni esiste una croce. Siracconta che più volte abbiadifeso dai pericoli gli abi-tanti di Varda che scen-devano ad Arabba dalleslavine.

Dopo l’inverno di dueanni fa, abbondante di ne-vicate, è stata realizzataquesta barriera fatta ditronchi d’albero. Mi diconosia un progetto svizzero, ga-rantito in efficacia per tren-t’anni, se ho capito bene e sele notizie sono esatte.

Ma torniamo alla rifles-sione che questi tronchi mihanno ispirato.

Prima questi tronchierano proprio nel nostrobosco, erano alberi vivi,sparsi lungo tutto il pendio

sopra Alfauro. Ciascunoviveva lì dov’era nato, cia-scuno per conto proprio.

Ascoltavano il rumoredel Cordevole, si riem-pivano di neve nel lungo in-verno, ma godevano puredel canto degli uccelli in pri-mavera, e offrivano riparoai caprioli e ai cervi in au-tunno, quando le giornate sifacevano più brevi e le nottipiù fredde.

Ma un giorno sono statiscelti di mezzo a tutti gli altrifratelli. Proprio loro. Sonostati segati e portati sopraVarda con l’elicottero. Unamacchina li ha tagliati dellalunghezza di circa quattrometri, scorzati e ridotti circaallo stesso diametro. Degliuomini hanno scavato lun-ghe trincee nel fianco dellamontagna per poi confic-carli lì, in altrettanto lunghefile quasi parallele, untronco vicino all’altro.

Quegli alberi, che in unprimo momento si sono sen-titi morire lasciando il ver-sante opposto della valle,ora hanno scoperto unanuova vita, una nuova fun-zione. Essi non sono piùsingoli alberi, l’uno indi-pendente dall’altro. Essi sitrovano tutti uniti, aformare un riparo percoloro che passano sotto diloro. È vero, non offrono piùla loro ombra agli animalidel bosco. Ma odono ancorail rumore del Cordevole, esentono ancora il trillo degliuccellini in primavera, e ilgracchiare dei corvi e deigracchi nel lungo inverno.Hanno scoperto di offrireriparo dalla furia della neve,che scende pericolosa dallamontagna, riparano lastrada e offrono incolumitàai passanti.

Anch’essi sono di legno,come la croce che li ha pre-ceduti per tanti e tanti annipiantata lì vicino dalla fededella gente.

I tronchi non sono uniti,sono un po’ distanziati tra diloro, ordinati. Lasciano pas-sare aria, sole e infrangonola violenza della nevequando scende troppo vio-lenta verso valle.

Essi sono felici di offrire laloro opera in modo diversoda quello che avevanopensato nel loro futuro.

Così è per la nostravallata, per i nostri paesi.Certi villaggi, man manovengono abbandonati. Lecase vengono costruite al-trove. I lavori della cam-pagna non occupano più latotalità degli abitanti, comealcuni anni fa. La maggiorparte non si sporca più lemani con la terra, il pelodegli animali e le loro scarpesono sempre pulite, nonsporche di letame o delfango dei sentieri di mon-tagna.

Ma il cuore resta semprequello. Di gente nata e cre-sciuta qui, come queglialberi che ora sono tronchiche riparano dalle slavine.

Un anno finisce, un anno

comincerà. Nessuno sa cosaci aspetta in questo nuovoanno, però sappiamo che lacosa a cui siamo chiamati èsalvare la nostra identità digente di montagna. Forseun po’ taciturni, abituati allavoro, in cui anche la fede -non solo quella delle tradi-zioni - chiedono di esserepreservati dalle slavine deldenaro, dell’apparenza, delcommercio.

Per il passato forse era piùfacile. Come per queglialberi, che se ne stavanotranquilli, sparsi nei boschi.Non c’era necessità diunirsi, già essere bosco ba-stava. Ma ora occorre orga-nizzarsi, opporsi alle forze

Un altro anno si concludeUn altro anno si conclude

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0032 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

32 «Le nuove del Pais»

che sempre più vorrebberospingere a omologarci, esse-re tutti uguali. Montagna epianura, città e paese, centroe frazioni, mentre ciascunoha le proprie caratteristiche.

Non fanno un po’ di com-passione e di rabbia in-sieme, questi bambini cheinvece di parlare come inonni e i genitori parlanocome la televisione? Nondanno da pensare queste ra-gazzine e questi giovanotti,che invece di saper distin-guere un larice da un abete,o un frassino da un aceroparlano di moda, video-giochi, bere e fumare eubriacarsi il sabato sera“perché qui non c’è nienteda fare?”

Anche certi genitori, chesi lamentano della disci-plina dei figli, o che diconoche dovrebbe pensarci lascuola, non sono forse biso-gnosi di cambiare occhiali?In fondo i figli sono loro,non della scuola...

Lo sforzo educativo co-sta, come è costato a queglialberi lasciare la loro vitatranquilla nel bosco peressere impiegati in para-slavine. Ma ora sono utili enon meno nobili, anche sehanno dovuto rinunciarealla tranquillità del bosco.Per questo anno 2011 au-guro a tutti noi, a me perprimo, di voler lasciare lamia tranquillità per potercostruire insieme un paese euna parrocchia in cui ci si so-stiene uno con l’altro. Solocosì possiamo dire di rea-lizzare quell’unità per laquale anche Gesù ha prega-to: affinché siano uno, comeTu o Dio, e io siamo uno.Che sia il regalo più grande,oltre che il più impegnativoche chiediamo a GesùBambino, e che deside-riamo scambiarci l’uno conl’altro.

s. Vito

N cin de Fodom...

L’ èlber da NadèlOh... ci bel èlber che profuma da boschma sot ite me pèr de vedei n gran fagòtci saralo sot stò èlber sconùmagari i regai del Bambin Gesù?L cuor me bat dal impazienzade ciapé velch è na gran sperànza.Na ora, o moronele, o corèi de chi del bone se fosselo magari na ciàsta de biei pom?Ci bon profumo de bosch ma no né auter che speté la mesanotper vedei sta gran sorprejantel cuor de sta Sànta Not.Lé na dascia n fràgo bassache la scon n gran lunaree le proprio chàl che ne predisci misteri dei pianeti e la luna solare.La jent dan cuoi tànt scienziatala capisc plù puoch e niase i no nà tres davànt ai oglin computer che ie fèsc compagnia.I ne conta de n digitale terrestrelassa da ester bele che ruéma Diomisci puori nosdegugn sàpa ncora ci che lé.Ma sot al èlber lé ncora na novitéche l mondo nnauter pianeta lassa reditél no nà ncora l inom ufizialma lé vita, ièga, sorogle e jent spezial.Ma sta jent avarala l cuor de vignì jùo saralo nuosc scienziati che afronta de jì sù.Zerto la curiojitè lé granaci sorpreja se colasù fossa jent col mesalanae i dijàssa: “ve donon dut, ence l ciapeln ricordo de voste usanze”càst fossa en bel regal de Nadèl.

Nos volonsa ben con velch ie contracambiéma nos on tànt velch de misero e puochon demè cater veline senza prestuoch.Perion bel che le dasce de sto èlberle scone via l rest de sto ciapin,volnsa ester duc valencche n snot on da jì a Maitin.E perion Gesù Bambin che l ne porte a duc salute, con-cordia, fedeltà e pescntant che a Betlemme na stäla florësc.Ma sot càl èlber lé encora velch de sconù,sci, lé vera: mì no scrive plùDavò tànte de poejie ie lasce l lerch a nosta gioventù!“su da bravi, scrivè che nòst descore no vade a de mèl”càst fajè per amor de nosta val.Ades bon Nadèl e Bon Ann a ducve recorde con tànc de saluc.

Lezuo Maria Pierina Dander de Jàn-LMPDRèba Nadèl 2010

Si presenta certamente piùconfortevole la Cappella dellaMadonna Nera a Renaz, dopoalcuni lavori che si erano resiurgentemente necessari. Èstata smantellata e sostituitala vecchia caldaia, che ormai,oltre a non funzionare più

molto bene era anche moltovecchia. Quella nuova è moltopiù silenziosa e riscalda moltomeglio l’ambiente. Oltre aquesto, si è provveduto a in-terrare una nuova cisterna,poiché quella vecchia erastata costruita nell’interca-pedine del locale caldaia (aquei tempi le norme lo ren-devano possibile, ma ora èproibito e fuori norma inItalia).

Anche le pedane sotto ibanchi sono state sostituite,e così anche l’alzata del-l’altare. E si è data una rinfre-scata anche ai banchi, unatinta finto noce. Anche la fine-strella e la porta di sacristiasono state sostituite, comeanche la corda della campanagrande che si era rotta.

Questa primavera atten-diamo l’intervento del Co-mune, che intanto ringra-ziamo per lo scavo gratuitoper interrare la nuova ci-sterna, che ci ha promesso un

aiuto per lo scavo a montedella cappella, che essendoproprio sulla strada ha bi-sogno di una guaina isolante,per salvare le malte interne edesterne. E speriamo sia anchela volta buona per mettere aposto la piazzola davanti laporta di chiesa, che da anniinvoca un intervento che lavalorizzi e ne preservi la sa-cralità.

Sono stati realizzati anchealcuni altri interventi, di cuimagari parleremo in un altronumero dei bollettini del De-canato. Si sa che materiali elavoro hanno avuto il lorocosto, ma molti hanno giàdato il loro contributo, e altrinon mancheranno di so-stenere la bella Chiesa dellaMadonna Nera di Loreto,regina della famiglia! N Dio-velpaie ben tant davant fora a ducchi che à dè e a chi che volarà senjontè prò. Se sa ben che ve speton detroc a la Mëssa ciantada n vender ai10 de dezember da le 9 a Renac.

La cappella di Renaz

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0033 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 33

Era l’anno 1950 quando Loretta e Tita si sono uniti in matrimonio.Insieme hanno superato momenti difficili e di sacrifici ma anche digioie che li hanno sempre tenuti uniti fino ad oggi nel giorno del loro60o anniversario, dando a noi tutti insegnamenti di vita profondi e si-gnificativi.Grazie per averci trasmesso questi valori che sicuramente saranno digrande aiuto nell’affrontare la nostra vita giorno per giorno nella spe-ranza di riuscire a nostra volta a trasmetterli ai nostri figli.L’amore della vostra unione trasmette a noi un dono prezioso come undiamante! GRAZIE!

Iolanda, Manuela, Silvio e le loro famiglie.

Solo attraverso le lacrimesi vede il vero volto del SI-GNORE.

Nelle lunghe notti passateall’ospedale di Negrar (Ve-rona) ho avuto tutto il tempoper pensare a tante cose e atante persone.

La mia esperienza di capo-frazione di Arabba per 10anni mi aveva fatto crescerein mezzo alla gente e cono-scevo tutti per nome. La piùbella cosa però, mentre mi as-sopivo nelle nebbie dellabassa veronese, era quella dipensare e sognare, mentre mitornavano in mente i raccontidelle persone vicine.

Mi venivano in menteanche gli impegni della miaattività lavorativa, la fatica ela soddisfazione nel gestire ilmio lavoro. A volte però ri-cordavo con difficoltà anchele cose più semplici. Per for-tuna mi venivano incontro lebrave fisioterapiste e logope-diste per rinfrescarmi la me-moria.

Ricordavo volentieri i pa-norami, i fiori, le albe e i tra-monti della mia terra e volen-tieri ricordavo le escursionidi caccia con mio padre e miocognato Pio. Ricordavo evedevo nella mia mente inostri grandi itinerari e inostri progetti nel program-mare le intense giornate dicaccia, la bellezza dei boschi edella natura, le nuove stradeda percorrere insieme.

Il bello del sogno è però lapossibilità di spaziare in unbatter d’occhio, divagaresopra l’universo e volare co-me un’aquila con la prero-gativa di avere una vista acu-tissima e focalizzare siti esituazioni altrimenti impos-sibili da guardare. Così pas-sava lentamente il tempomentre mi assopivo delizio-samente guardando la Val-policella ormai piena di fruttidella terra: olive, riso, ciliegiee uva. Era bello inspiraretutte le cose positive e nell’e-spirazione espellere tuttequelle negative o brutte e ri-manere così rilassato, pen-sando che la vita regala anchetanti momenti di gioia e di se-renità...

“GOFFREDO...! GOFFRE-DO svegliati! - mi dice unavoce - Sono la Maria (la fisio-terapista), volevo salutartiperché domani tornerai acasa!”.

Apro gli occhi ancora as-sonnati dai panorami dolo-mitici, e vedo due occhi scin-tillanti che mi guardano e conuna carezza rispondo al mioflebile: “Ciao... Grazie... Nonti dimenticherò mai Maria...”

“Non piangere - mi dice -sai che solo attraverso le la-crime si vede il vero volto delSIGNORE”

“Sì, sì... lo so! Ho solovoglia di guarire!! GrazieMaria!!

Goffredo Dander

60o anniversario di matrimonio – 26/10/1950 - 26/10/2010

CHE TRAGUARDO!

Il vescovo di Bolzano-Bressanone comunica il suo stato di salute

Il vescovo di Bol-zano-Bressanone,mons. Karl Golser, 57anni, dopo qualcheprolungato malesseree durante il pellegri-naggio della regioneTrentino-Sud Tiroload Assisi per il pa-trono d’Italia, hacomunicato l’esitodelle visite mediche:“Ringrazio tutti per lasolidarietà e le pre-ghiere per il mio statodi salute.

Sono arrivati i ri-sultati delle visite cli-niche e com’è statoannunciato vorreidarvene comunica-zione. Le visite a Inns-bruck hanno confer-mato la diagnosidell’ospedale di Me-rano.

È stato evidenziato chesoffro di una sindrome rara eatipica di Parkinson che portaa difficoltà nel parlare e neimovimenti. Ho già iniziato leterapie sotto controllo medico.

Continuerò il mio serviziocome Vescovo con gioia e re-sponsabilità.

Tuttavia, per ragioni disalute, ridurrò i miei appunta-menti ed impegni.

Insieme ai miei collabo-ratori programmerò l’agenda

e prenderò le decisioni al ri-guardo. In particolare adesso,dopo l’elezione dei consiglipastorali parrocchiali, viinvito a continuare la vostracollaborazione nella pastoraleparrocchiale per il bene dellaDiocesi.

Vi chiedo ancora la vostrapreghiera. Da parte mia in-cludo tutte le persone dellanostra Diocesi nella mia pre-ghiera, soprattutto i malati e isofferenti. Per tutti chiedo labenedizione di Dio!”.

Domenica 31 ottobre alle ore11, nella chiesa parrocchiale diArabba, è arrivato il vescovo,mons. Giuseppe Andrich, per cele-brare la Messa solenne e ammini-strare il Sacramento della Cresimaa 11 nostri ragazzi e ragazze. Dellanostra parrocchia erano ThomasDorigo da Precumon, Diego De-tomaso da Alfauro,Tatiana Ban-diera da Ruaz. Dalla parrocchia diPieve invece Giulia De Riva, Va-nessa Masarei, Marco Palla, Ales-sandro Pezzei, Anna Ploner, SaraDenicolò, Giorgio Roncat, GiuliaDe Carli. La giornata non era tra lepiù belle di questo mese di ottobre,ad accogliere il Vescovo unapioggia mista a neve, e cumuli dineve un po’ ovunque, segno di uninverno in anticipo, ma l’atmo-sfera in chiesa era molto familiare ecalorosa.

Il vescovo ha raccomandato airagazzi, ma soprattutto alle fa-miglie di avere fiducia nelle propriecapacità, e che i doni dello SpiritoSanto aumentano e favoriscono ilmettere a servizio di tutti le propriequalità. Con ogni cresimato il Ve-

scovo si è fermato a dire qualcosa dipersonale. Molti padrini e madrineerano visibilmente commossi perla paternità e la vicinanza delnostro vescovo.

Ha accompagnato la Messa consolennità il coro parrocchiale diArabba.

Il vescovo dopo la Messa si è in-trattenuto ancora con familiari ecresimati, e ha salutato con affa-bilità le suore e le catechiste, ricor-dando anche durante il saluto ini-ziale il valore di una presenzaconsacrata in vallata, che si offreper l’educazione dei piccoli, deigiovani e l’assistenza con la comu-nione e le visite ai malati.

Questo il saluto del parroco alVescovo all’inizio della Messa:

Eccellenza Reverendissima!Con grande gioia la nostra vallata

La accoglie.Già i ragazzi e ragazze che oggi da

Lei riceveranno il Sacramento dellaSanta Cresima Le hanno dato il loro“Benvenuto!”.

Desidero anch’io porgerLe - anome mio personale, a nome dei fami-

Cresima

RACCONTODivagazioni e sogni a Verona

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0034 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

34 «Le nuove del Pais»

gliari dei cresimandi: “Benvignù tamez a nos!”.

Sono pure onorato, oggi, di pre-stare voce non solo ai fedeli della Co-munità di Arabba, con Soraruaz eOrnella, ma anche di Pieve, Andraz eLarzonei, unitamente alla Comunitàdelle Discepole del Vangelo, che tantobene fanno in mezzo a noi.

Prima di portarsi qui Lei ha visitatoe celebrato la Messa e le cresima aColle. Ora si trova ad Arabba: hapercorso tutto il nostro Decanato, chenumericamente è il più piccolo dellaDiocesi, e senza timore di esseresmentito, anche il più disagiato.Come vede e conosce bene, la bellezzache Dio ha donato a questi luoghi ciripaga largamente delle nostre fa-tiche.

Eccellenza!Le presentiamo oggi questi undici

ragazzi e ragazze, desiderosi di ri-

cevere dalla Sua paterna mano il si-gillo indelebile dello Spirito Santo cheviene da Dio, datore di ogni dono per-fetto.

Estenda, con bontà, la Sua benedi-zione sulle loro famiglie, sui padrini ele madrine.E in questa Santa Messa porti dinanzia Dio le nostre comunità cristiane, inspecial modo chi soffre nell’animo enel corpo.

Voglia, infine, gradire le nostreumili preghiere, che quotidianamenteanche dai nostri altari salgono a Dioper Lei.

Non dubiti, Eccellenza! Lei non èsolo, anche il nostro Decanato è al suofianco sulla via del bene, nel desideriodi amare e servire sempre più e sempremeglio quel Regno di Dio che viene!

E ancora una volta ripeto a Lei e anoi tutti: “Benedetto colui che vienenel nome del Signore!”.

Arabba, sabato 30 ottobre 2010. Gli sposi Diego Grones e DanielaTich nel giorno del loro Matrimonio, insieme alla piccola SOPHIA,neo battezzata e le sorelline Karin e Linda.

Ornella, domenica 24 ottobre 2010. Il Battesimo di GIULIA Della-vedova.

Ornella, domenica 10 ottobre 2010. Il Battesimo di ALICE Del-monego.

CRONACHETTA AUTUNNALECRONACHETTA AUTUNNALEI SANTI E I MORTI

Quest’anno, come già annun-ciato nel quarto numero delle “LeNuove del Pais” c’è stata la cele-brazione di una sola santa Messail giorno dei Santi ad Arabba. Si èpreferito farlo all’una e mezza,così da favorire anche coloro chearrivavano da fuori. La Messa èrisultata ben partecipata, anchese non abbiamo potuto uscire nelcimitero per le preghiere e la be-nedizione delle tombe. La neve siera già fatta vedere a settembre, epoi in ottobre, ma proprio in pros-simità delle feste a noi tanto care,aveva ricoperto in abbondanza letombe e tutte le belle decorazioniche si suole preparare in questaoccasione. Il giorno dopo, cisiamo ritrovati, meno numerosiessendo giorno lavorativo, masempre con una Messa ben parte-cipata e poi il tempo ci ha per-messo di uscire attorno allachiesa per incensare e benedire letombe dei nostri cari.

È dispiaciuto constatare chenessun lavoro fosse stato fattosulla tomba comune, realizzataancora mesi fa. Vedremo di ac-cordarci meglio con l’Ammini-strazione Comunale sulle sue in-tenzioni, ma visto che si eragenerosamente offerta di scavarela fossa, nel cimitero di Arabba,che come si sa è di proprietàesclusiva della Parrocchia, ve-dremo se toccherà a noi accol-larci la spesa della botola, visto econsiderato che per la decora-zione e la croce la Parrocchia nonha mai preteso che sia il Comunea pagare.OTTAVARIO

Dalla sera del primo novembreal giorno 8, in chiesa ad Arabba siè tenuta la preghiera dellaCorona per i defunti. Le primedue sere è stata particolarmentefrequentata, ma anche nel restodella settimana un buon numerodi gente, e anche alcune famigliecon i bambini ha partecipato vo-

lentieri a questa preghiera. Avolte erano proprio i più piccoli atrascinare di forza i genitori, chie-dendo già dal pomeriggio se eraora o no di andare in chiesa...

PARROCI NUOVIDomenica 3 ottobre, a Fal-

cade è arrivato il nuovo parroco,don Andrea Constantini, origi-nario di Cortina d’Ampezzo. Hatrentanove anni, è stato cap-pellano a Polpet-Ponte nelleAlpi, a Vigo di Cadore, di cui poi èdiventato parroco. La nonna pa-terna di don Andrea era fodoma,Candida Daberto, originariadella frazione di Castello.

Domenica 24 ottobre, ad Al-leghe è stato accolto il nuovo am-ministratore parrocchiale, donAdalberto Rzeminski, sacerdoteoriginario della diocesi diTarnòw, in Polonia. Don Adal-berto ha quarant’anni, ha stu-diato a Roma e ha conseguito ildottorato in liturgia a Cracovia.Nella sua Diocesi è stato inse-gnante in Seminario, e sacerdoteresidente in una popolosa par-rocchia di Tarnow aiutando ilparroco e i numerosi cappellaninelle attività pastorali. Già daltempo dei suoi studi a Romaveniva in aiuto nelle vacanze dal-l’università nella nostra diocesi,ad Auronzo, San Vito e Canaled’Agordo.

La stessa domenica nel pome-riggio, a Rocca Pietore è stato ac-colto il nuovo parroco, don Fran-co Decima, il papà è originario diTaibon, ma trasferito a Saviner diLaste per lavoro insieme allamoglie, Gemma Troi, originariadi Colle Santa Lucia, mortaalcuni anni fa. Don Franco hatrentanove anni, è stato cap-pellano a Lorenzago, Lamon,parroco poi a Zoldo Alto.

Accompagniamo con la pre-ghiera questi parroci giovani, cheoffrono le loro forze e la loro fedealle persone di queste parrocchiedell’Agordino.

BATTESIMI4. RAYAN Grones, di Arthur

e di Elisa Costa, da le Rove diRenaz, nato a Brunico il 19luglio 2010, e battezzato adArabba il 19 settembre 2010.

5. GIORGIA Colleselli, diPietro e di Daniela MolinFop, da Varda, nata a Bellu-no il 15 maggio 2010, e bat-tezzata ad Arabba il 19 set-tembre 2010.

6. ALICE Delmonego, diFrancesco e di Sara Pezzè,da Quellecase d’Ornella,nata a Belluno il 23 luglio2010, e battezzata a Ornellail 10 ottobre 2010.

LA VOCE DEI REGISTRIluglio-dicembre 2010

7. GIULIA Dellavedova, diFabio e di Virginia Dorigo,da Andraz, nata a Bellunoil 17 agosto 2010, e battez-zata a Ornella il 24 ottobre2010.

8. SOPHIA Grones, di Diego edi Daniela Tich, da Coleseldi Arabba, nata a Brunico il23 dicembre 2009, e battez-zata ad Arabba il 30 ottobre2010.

MATRIMONI2. Diego Grones e Daniela

Tich, da Colesel di Arabba,sposati ad Arabba il 30 ot-tobre 2010.

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0035 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

«Le nuove del Pais» 35

ContributiSono stati concessi dei con-

tributi a varie associazioni, rispet-tivamente: 1.000 al Coro Fem-minile “Col di Lana” per l’acqui-sto di una nuova divisa sociale;6.000 alla Banda da Fodom peril sostentamento delle attività di-dattiche; 350 al Coro Parroc-chiale “S. Giacomo M.” di Pieveper la sostituzione di componentidell’arredamento della salaprove; 2.000 all’Associazione“Schutzenkompanie Buchen-stein” per la realizzazione dellanuova bandiera della com-pagnia; 350 alla Parrocchia diSan Giacomo M. per l’attività delClub A.T. 162 “Col di Lana” di Li-vinallongo e 550 all’ associa-zione degli Allevatori per lamostra del giovane bestiame diRazza Bruna Alpina del 29 set-tembre 2010.

ViabilitàVisto il notevole degrado del

manto stradale di alcuni tratti distrade comunali, si è dovutoprovvedere a delle riasfaltature invarie località, per un importototale di 47.720 i principali in-terventi sulle strade Forte-Pontedi Fossal, Col di Larzonei, Ma-sarei e Contrin-Corte.

Inoltre sulla strada di Ornellasono stati sostituiti ed integratidue tratti di barriere di prote-zione, per un importo totale di6.926 .

Impianti a FuneÈ stato raggiunto, dopo anni di

confronti fra legali del Comune edelle Società, un accordo sull’importo annuo da versare, quale“canone per l’utilizzo dei terrenicomunali interessati da piste dasci e impianti”; La controversia ènata con la deliberazione del 28Novembre 2006, che imponevaun canone annuo di 100.000

per l’utilizzo dei terreni comunaliadibiti a Piste da Sci, oltre ai con-sueti diritti di servitù per: im-pianti di risalita, impianti di inne-vamento, linee elettriche, plinti,ecc. e che non è stata accettatadalle Società, perché giudicatatroppo esosa. Il protrarsi diquesta situazione era inaccet-tabile, sia per il Comune che perle Società; il primo con problemidi cassa, le seconde con proble-matiche derivate dal non potereseguire lavori su terreni co-munali, non avendo accettata laconvenzione. L’accordo rag-giunto, definito per il momentosolo per la Sofma Spa, che perògestisce circa il 70% dei terrenicomunali adibiti a Pista, de-termina un canone annuo com-plessivo di 105.000 con una ri-duzione, per la Società inquestione, di circa 35.000 ri-spetto a quanto è imposto dalladelibera del 2006. L’amministra-zione ha ritenuto convenienteconcludere l’accordo, così dapoter concretamente contaresulle somme pattuite e ripri-stinare un rapporto costruttivocon le Società, anziché conti-nuare con battaglie legali, che fraricorsi e varie potrebbero farpassare anni o decenni prima diriscuotere quanto dovuto.

È stato concesso alla societàSofma SpA l’utilizzo dei terrenicomunali per la costruzione dellanuova Seggiovia Carpazza, ed èstata invece rimandata la rispostaad analoga domanda da partedella società Pordoi SpA, per unanuova seggiovia che porta daPont de Vauz alla “Costa Soia-doura”, in quanto necessario oun accordo tra le società “Sofmae Pordoi”, essendo la pista di di-scesa “Salere” gestita e mante-nuta dalla Sofma SpA, o uno stu-dio per valutare soluzioni alter-native. D. Maurizio

ANDREA BOCELLIIn un’intervista al cantante

Andrea Bocelli sono state postealcune domande riguardo lamusica, il Natale, la fede...

Si dice che la musica eleva lospirito; quella natalizia offrequalcosa in più?

Non direi. Le canzoni diNatale toccano il cuore perchésono legate a dolci memorie di

quando eravamo ragazzi, diquando Natale era un momentodi spensieratezza, di unità fami-liare.Ha nostalgia di quei Natali?

Sì, una sana nostalgia, nelsenso che ho bei ricordi. Natu-ralmente il Natale è la più bellafesta di ogni età. Però quando siè fanciulli si vive il Natale conun certo spirito, quando si èadulti con un altro.

Uno spirito purtroppo oggiinquinato dal commercio.Sfuggire al business si può?

È un’utopia, perché il mondoè quello che é. Più che sfuggire albusiness sarebbe opportuno ri-flettere sul significato vero delNatale.

Quale?Quello religioso: fare me-

moria della nascita di Gesù

Bambino. Una memoria che do-vrebbe servire a portare nelcuore la gioia di questo eventoper tutto l’anno, per 365 giorni.

Ma a Gesù cosa avrebbe of-ferto, una canzone?

Forse sì, sarebbe stata la cosache mi sarebbe riuscita meglio!

E se dovesse scrivere oggiuna lettera a Gesù bambino,cosa gli chiederebbe?

Gli metterei in mano la mia fa-miglia chiedendo di toccarlacon lo Spirito, di proteggerla daipericoli della società di oggi.

Quanto vale la fede?La fede è necessaria a vivere.

Senza di essa si rischia di caderenella disperazione. Senza lafede la vita sarebbe una tragediaannunciata, come si legge anchenella tradizione buddista,perché nella migliore delle

ipotesi la vita andrebbe a con-cludersi con la malattia, la vec-chiaia e la morte. Al contrario, lavita acquista valore se si con-sidera un passaggio, un mo-mento utile per guadagnare ciòche viene dopo.La fede l’ha anche aiutato a va-lorizzare il talento della voce?

Moltissimo. Leggo spesso ilbrano evangelico della pa-rabola dei talenti e faccio di tuttoper restituire al “padrone”almeno il triplo del talento chemi ha dato. Ma la fede aiuta in-dipendentemente dai propri ta-lenti, perché aiuta a vivere.Dalla Chiesa cosa si aspetta?

Nulla in particolare. Sono ioche devo portare alla Chiesaqualcosa. Faccio del mio meglioper essere un buon fedele.

Andrea Bocelli

Associazione Bellunesi Volontari SangueSEZIONE DI LIVINALLONGO

Anche quest’anno i Do-natori di Sangue da Fodom sisono ritrovati, sabato 30 ot-tobre, per un momento difesta e di riflessione.

Visto che quest’anno l’As-sociazione ha compiuto 40anni, avevamo pensato difare qualcosa di più.

Avevamo organizzato, neigiorni 17-18-19 settembreuna gita di tre giorni in Croa-zia. Purtroppo i donatori nonci sono venuti incontro, vistele iscrizioni: 4 donatori e 15esterni, con conseguente an-nullamento del viaggio pre-visto.

A questo punto, anche perricordare i 40 anni di attivitàdell’Associazione, il direttivoha pensato di programmarequalcosa di utile. Ci è venutal’idea di far fare una “felpa”, dadistribuire ai donatori, ripor-tante il logo dell’Associazionedi Livinallongo.

Ci siamo trovati sabato 30ottobre alle ore 18,00 a Pieveper la S. Messa, celebrata dalDecano, Mons. Alfredo Mu-rer, che ringrazio vivamente.

Dopo la Messa ci siamorecati presso l’Albergo Di-gonera dove abbiamo con-sumato la squisita cena;colgo l’occasione per espri-mere alla Direzione dell’al-bergo il più sentito ringrazia-mento per l’ospitalità e laqualità del servizio.

Naturalmente non pote-vano mancare le beneme-renze per il numero di dona-zioni raggiunte dal seguentidonatori:

DIPLOMA AL MERITO:CREPAZ MARIA TERESA 8

donazioni; DE CASSAN NI-VES 8 donazioni; DEL-FAURO SIRO 9 donazioni;DENICOLO’ ELENA 8 dona-zioni; DETOMASO EZIO 9donazioni; FOPPA ROSAN-NA 8 donazioni; LORENZINIDUSTIN 8 donazioni; MAS-SARO PATRIZIA 8 dona-zioni.

MEDAGLIA DI BRONZO:CREPAZ PAOLA 14 dona-zioni; PEZZEI ELVIS 16 do-nazioni; SARTORAZZI MA-RIANGELA 16 donazioni.

MEDAGLIA D’ARGENTO:COSTA ROBERTA 24 do-

nazioni; CREPAZ CRISTINA24 donazioni; CREPAZ IVA-NO 24 donazioni; DENI-COLO’ ADELE 24 donazioni;VALLAZZA MARISA 24 do-nazioni.ai quali, da parte del Direttivova il più sentito riconosci-mento per il traguardo rag-giunto assieme all’augurio diun buona continuazione.

Un doveroso ringrazia-mento va alla Cassa Raif-feisen Val Badia, Agenzia diArabba, e in maniera parti-colare al Direttore BennoCanins, per il contributo di500,00 Euro concesso perla realizzazione delle Felpe.

Voglio infine esprimerela mia più sentita grati-tudine a tutte quelle per-sone che si mettono a di-sposizione a modo del tuttovolontario per la realizza-zione delle varie manifesta-zioni nell’arco dell’anno.

Grazie tànt a duc.Il Segretario di Sezione

(Fabio Denicolò)

DAL COMUNEDAL COMUNE

Tipografia Piave: FG nl: PIEVEL26-0036 nome: NOVEMBRE 2010 data: 04-01-11 Ora: 16 alt: 73 , 00 Compos.:16,22 del 04-01-11 base: B2 col: CMYK

36 «Le nuove del Pais»

OFFERTEOFFERTEPer chiesa parrocchiale eopere parrocchiali

Nel battesimo di Ilenia Sief, i ge-nitori e nonni materni; Dagai Giu-liana; nel battesimo di Lukas Rossi,i genitori; Palla Lola; Roilo Filo-mena; Maria Bottari vedova Stieva-no; Daberto Berta; Dorigo Bruna;N. N.; nel battesimo di Gianni Festa,genitori e nonni materni; F. D.;Dorigo Enzo e Olga, Corvara; Cre-paz Paolino; nel battesimo di PezzeiNicòle, i genitori; nel battesimo diPezzei Nicòle, i nonni materni; of-ferte varie; coscritti del 1969.

Offerte varieSeminario (festa del Rosa-

rio-300); Giornata MissionariaMondiale (290); Doglioni prof.Leonisio (per i poveri).

Chiese FrazionaliAndraz: Casaril Luigina; N. N.;

De Cassan Giuseppina e CrepazGraziella, Cortina; Mastella Mad-dalena, S. Vito al Tagliamento.

Corte: Masarei Margherita. Larzonei: Delunardo Eugenio; Digonera: De Cassan Marghe-

rita e De Carli Anna (riscalda-mento).

Per il BollettinoDaberto Beppino, PD; Delazer

Paolo, Agordo; De Vallier Tiziana,Rocca; Palla Maria Angela, Al-leghe; Dorigo Maria Clementina,Alleghe; Degasper Cesare e Mauro,BZ; Roilo Flavia, Moena; PancieraElisa, Zoldo; Federa Maria, Jesolo;De Cassan Giuseppina, Cortina;Grosso Marietta, Cortina; Laura eMarina, Cencenighe; Costa Paolo,BZ; Testor Vanda, Canazei; DeCassan Carmela, Laste; RoncatMaddalena, S. Vito al Tagliamento;Guglielmina; Daberto Franco, SanTomaso; Simonetta, Falcade; Em-ma Agnol; Grones Remo, Brunico;Denicolò Luigina, VR; Dorigo Vin-cenzo e Pezzei Olga, Corvara; Da-berto Anna; Crepaz Olivo, Chiusa(Bz), Murer Marcello, Vigo diFassa; Crepaz Antonietta, Valle diCadore; Suor Agnese Grones, Pa-kistan; Bruna Grones; DabertoEmma (Pd).

USCITE: per stampa e spedi-zione n. 4/2010 euro 2.638,72 da di-vidersi tra le parrocchie di Pieve e diArabba.

RINGRAZIAMENTIRingrazio vivamente coloro che

hanno offerto per la chiesa, per il ri-scaldamento e per il bollettino, pre-gandoli di segnalare eventuali di-menticanze.

Un grazie specialissimo lo ri-volgo ai collaboratori de “Le Nuovedel Pais”: Lorenzo Vallazza, coor-dinatore del bollettino; Lorenzo So-ratroi, Franco Deltedesco, Mau-rizio Denicolò, Gino e GiampaoloSoratroi, Denni Dorigo, Benigno“Gòbo”, Bruna Dorigo, Discepoledel Vangelo, Valerio e DanielaNagler e Antonella De Toffol,ecc...; così ringrazio i dodici propa-gandisti, comprese le postine chediffondono capillarmente il bol-lettino a tutte le famiglie.

L’angolo dello sport

Si è conclusa la stagione perquanto riguarda l’attività del-l’Unione Sportiva Fodom.

La squadra di calcio seniorche ha preso parte al TorneoAgordino di calcio, ha con-cluso la manifestazione alsesto posto dopo essere stataeliminata ai quarti di finali dalVoltago soltanto dopo i calcidi rigore.

La formazione guidata daRoberto Foppa e MassimoCrepaz non ha mai perso unincontro e soltanto la lotteriadei rigori non ha permesso al-l’undici Fodom di essere pro-tagonista nelle finali disputateil 1 agosto al campo sportivodi Freine.

L’epilogo del TorneoAgordino si è avuto proprionel nuovissimo impianto diCernadoi dove nel corso dellagiornata circa 2000 personehanno assistito agli incontriche si sono protratti per tutta lagiornata.

Notevole l’impegnoprofuso dai ragazzi dell’U-nione Sportiva Fodom che,con il loro impegno organiz-zativo, hanno regalato unagiornata di sport indimenti-cabile per tutto l’agordino.

Per la cronaca, la fina-lissima è stata vinta dall’A-gordo 2009 (dopo i calci dirigore) a spese della forma-zione del Le Ville.

Premio particolare per ilportiere del Fodom, VincenzoAmicone, votato come mi-glior estremo difensore deltorneo.

Anche i ragazzi dell’under14 hanno concluso il lorotorneo piazzandosi al quartoposto dopo aver perso la fi-nalina di consolazione ilgiorno delle finali a Cernadoi.La squadra, gestita e direttada Sandro Soratroi e AndreaPalla si è comunque ben com-portata nel corso del Torneo.Grande entusiasmo ma an-

che un pizzico di delusione perl’esito della semifinale controil Le Ville dove soltanto unpizzico di sfortuna non ha per-messo ai giovani calciatori delFodom di fare un vero col-paccio conquistando la finalecontro pronostico.

Una partita che rimarrà co-munque nei ricordi più bellidel calcio Fodom per la deter-minazione messa in campodai ragazzi e per gli apprezza-menti che hanno raccolto dalpubblico presente.

Si è tenuta al Freine di Cer-nadoi una giornata dedicatainteramente alle varie realtàcalcistiche locali. Molti appas-sionati si sono ritrovati sul sin-tetico per delle sfide avvin-centi che hanno richiamatoun pubblico numeroso e allafine anche divertito. Prima sisono sfidati i ragazzi di Pievecontro quelli di Arabba con lavittoria netta dei primi, poi aseguire gli scapoli si sono im-posti sugli ammogliati anchese soltanto dopo i calci dirigore.

E stata la volta poi delle ra-gazze affrontare la squadrafemminile del Caprile e infinegli under 10 si sono divertitisfidando le loro mamme.

Un pomeriggio ben riuscitoche testimonia la valenza delnuovo campo di Cernadoi.

A proposito di campo diCernadoi, va sottolineata l’in-tensa attività che è stata svoltanel corso dell’estate. Valgaper tutte l’attività che SandroSoratroi e Andrea Palla hannocondotto con gli allenamentiper gli under 14 oltre ad unaattività di avviamento al giocodel calcio per i più piccoli.

Ben 44 i giovani atleti chehanno avuto modo di faredello sport sul sintetico di Cer-nadoi, segno tangibile chel’opera funziona e risultaessere di fondamentale im-portanza per la nostra vallata.

La squadra senior dell’US FODOM

Per un volontariatopermanente

Va proposto un impegnonel volontariato che sia co-stante e non intermittente. Ilvolontario infatti assumealcuni valori, ma sa di non po-terli vivere soltanto nellepoche ore di servizio effetti-vo. Quei valori diventano perlui uno stile che lo accompa-gna in tutta la vita. Egli allorasi sforza di vivere in modonuovo e fugge l’ipocrisia. Siè volontari ventiquattro oresu ventiquattro, anche se iltempo di impegno concreto ènecessariamente limitato adalcune ore settimanali omensili.

Si formi la coscienza che sideve essere cittadini a pienotitolo, persone consapevolidi diritti e doveri, che si as-sumono la loro responsabi-lità all’interno delle comu-nità e che vedono la solida-rietà come un dovere di tutti.

NATI:1) CREPAZ Alyssa Virginia,

di Giulio e Thanei Ire-ne,nata a Merano (BZ)l’08.06.2010 e battezzata aMazai (Val Venosta - BZ).

2) CREPAZ Irene (Salesei diSotto) nata a Belluno il10.11.2010.

MATRIMONI1) GRONES Diego (Arabba)

con TICH Daniela (Croa-zia) il 30.10.2010 ad Arab-ba.

2) CARETTA Giorgio (Pie-ve) con Laura Evaristi (LaSpezia) il 25.09.2010 a Por-tovenere (SP).

MORTI:

1) LEZUO Giusto (Colfo-sco/BZ) nato ad Arabbal’11.11.1939 e deceduto aBolzano il 06.09.2010,vedovo di Costner Frida,padre di 3 figlie.

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CONTINUA DA PAG. 22

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