N° 8/9...Enzo Farina che ritrae il Sindaco Coppola con Angelo Melpignano rimasto in panchina. Una...

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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921 Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673 Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni Agosto Settembre 2014 N° 8/9 € 2,00 una copia Consiglio senza maggioranza: ed ora? di Danilo Santoro e Ferdinando Sallustio Consiglio comunale: matrimonio mancato. La realtà ha superato la satira e, al momento di andare in stampa, non sappiamo ancora chi sarà e se ci sarà il nuovo Presidente del Consiglio comunale di Ostu- ni, dopo alcune infruttuose votazioni. Fu molto più facile eleggere il Pontefice... Questa volta la fuma- ta bianca non è ancora avvenuta e l’intero Consiglio rischia di andare in fumo con nuove elezioni. A questo punto abbiamo dovuto aggiungere con il Photoshop un’anatra zoppa alla vignetta del nostro Enzo Farina che ritrae il Sindaco Coppola con Angelo Melpignano rimasto in panchina. Una “rosa” di candidati La fumata è nera. Nerissima. Nessuna elezione del presi- dente del Consiglio: Angelo Melpi- gnano del Partito Democratico rac- coglie solo 12 voti (13 la maggioran- za richiesta). L’altra candidata Emilia Francioso, Movimento 17 Marzo, che all’inizio del dibattito ha confer- mato la sua candidatura, non racco- glie nessun consenso. L’accordo programmatico tra l’area politica di Coppola ed il Pd non regge. La frat- tura è nel centrodestra: 5 delle schede bianche, su 11 totali, provengono dai consiglieri eletti nel- la coalizione a sostegno dell’attuale primo citta- dino. Centrodestra diviso. Lo dimostrerà il fatto che è in procinto di costituirsi un coordinamento politi- co formato dai 5 consiglieri di centrodestra Milo- ne e Saponaro (Forza Italia), Continelli (Fratelli D’Italia), Fedele (Indipendente), Lucia Andriola (Ostuni Tricolore) ed Emilia Francioso rappre- sentate in Consiglio del “Movimento 17 Marzo li- beri”, schierata nelle recenti elezioni a sostegno di Nicola Santoro. Consiglio rinviato a data da destinarsi. D.S. Fin qui la cronaca del Consiglio comunale del 5 agosto nel quale si sarebbe dovuta completare l’assegnazione delle cariche istituzionali del Co- mune e mettere a conoscenza dei consiglieri e della cittadinanza le linee programmatiche del Sindaco Coppola, che aveva incassato una spe- cie di “via libera” sia pure a tempo determinato da parte del PD che aveva messo per iscritto “di es- sere contrario al commissariamento del Comu- ne”. Difficile dire quali siano ora gli scenari che si aprono: certo è già cominciata la campagna elet- torale per le regionali della primavera 2015, con le annunciate primarie di centrodestra e centrosi- nistra per trovare il successore di Vendola. Nel 2010 furono eletti nel Consiglio regionale Giovanni Epifani per il PD e Pietro Iurlaro per Forza Italia, poi divenuto Senatore nel 2013. Ora che la cura costituzionale imposta da Renzi sta sopprimendo l’elezione diretta del Senato le Regionali del prossimo anno si intrecciano sem- pre di più con le vicende ostunesi, e “l’anatra zoppa” ovvero la doppia maggioranza nell’ele- zione del Sindaco e del Consiglio risulta poco gestibile, specialmente con una doppia spacca- tura presente sia nell’ex centrodestra che nell’ex centrosinistra, con fulminei cambi di schiera- mento dei quali è dfficile perfino tenere il conto. Certo è che dopo un’estenuante campagna elet- torale ed un risultato clamoroso ma contradditto- rio del voto, è complicatissimo per noi poveri cit- tadini, anche operatori dell’informazione, capire e far capire che cosa stia esattamente succe- dendo nelle stanze di Palazzo San Francesco e in altre stanze dove qualcun altro decide ciò che ci riguarda tutti. Gli spazi di democrazia diretta si riducono e si ri- durranno purtroppo sempre di più, visto che la ri- forma delle Province lascia inalterate le compe- tenze, affidandole però a Consiglio e Presidente eletti fra loro dai consiglieri dei Comuni che la compongono, e la riforma costituzionale sostitui- sce al Senato una strana assemblea di secondo grado che non voterà più la fiducia al Governo. Buio completo sul sistema elettorale, visto che l’ “Italicum” ordito da Renzi e Berlusconi mantiene finora parecchi dei vizi dell’incostituzionale “Por- cellum”. F.S. Esultiamo per la nomina del nostro amico Mons. Giu- seppe Satriano, “don Giuseppe” per tutti alla carica di Arcivescovo di Rossano-Cariati, in provincia di Cosen- za. Rossano fu elevata a sede vescovile nell’VIII seco- lo e diede alla Chiesa di Roma due Papi (San Zosimo e Giovanni VII ). Dal 1986 le è stata aggregata una par- te dell’antica Diocesi di Cariati, di fondazione quattro- centesca (1437), che fu retta, nel decennio 1957-67, dal nostro Mons. Orazio Semeraro (1906-1991). Pubblichiamo una ricca nota inviataci dallo storico cariatese prof. Franco Li- guori. L’ANNUNCIO DELLA NOMINA IN DIOCESI Il 15 luglio alle 12,00, le campane delle Cattedrali di Brindisi, di Ostuni, di Ros- sano e di Cariati, all’unisono, hanno suonato a festa. Alla stessa ora nella Sala Stampa della Città del Vaticano, veniva dato l’annuncio ufficiale della nomina di Mons. Giuseppe Satriano, dal 2003 Vicario generale dell’Arcidio- cesi di Brindisi-Ostuni, ad arcivescovo dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati. Questa la “scheda” del nuovo atteso arcivescovo dell’arcidiocesi calabrese, divulgata dalla stampa locale il giorno dopo l’annuncio della sua nomina: “Mons. Giuseppe Satriano è nato a Brindisi l’8 settembre del 1960. E’ stato ordinato presbi- tero il 28 settembre 1985 per l’arcidiocesi di Brindisi- Ostuni. Dal 1997 al 2000 sacerdote fideidonum in Ke- nya-Marsabit; dal 2001 al 2003 Rettore del Seminario Diocesano; dal 1985 è Canonico Mansionario del Ca- pitolo Cattedrale di Ostuni e dal 1991 è Canonico del Capitolo Cattedrale. Dal 2003 è Vicario Generale”. A Rossano, capoluogo della Diocesi di Rossano-Caria- ti, l’annuncio è stato dato dall’amministratore diocesa- no Don Antonio De Simone, nella cornice della splendi- da Cattedrale della Santissima Achiropita gremita di fe- deli, sacerdoti e consacrati, presenti anche le massime autorità civili e militari cittadine, con in testa il sindaco Giuseppe Antoniotti. “Dopo mesi di attesa orante, il Santo Padre dà, a que- sta Chiesa, il nuovo Arcivescovo, che viene ad inserir- si nella gloriosa e secolare serie dei vescovi rossane- si”, ha esordito Don Antonio De Simone. “Da subito, lo raggiungiamo con la preghiera e lo affidiamo alla Ma- dre Achiropita, ai Santi Patroni ed in special modo a San Giuseppe, di cui porta il nome”. E’ seguita la lettu- ra del messaggio di Mons. Satriano, del quale riportia- mo qualche stralcio : “Miei cari fratelli e sorelle che sie- te nella chiesa di Rossano-Cariati, è con grande trepi- dazione che mi ritrovo a scrivervi questo saluto, consa- pevole della pochezza di ciò che sono e della respon- sabilità del compito affidatami. Anche se non vi cono- sco e non ho ancora potuto incontrar- vi, abbracciarvi, ascoltarvi, avverto la bellezza di ciò che siete: figli amati dal Padre, membra vive del corpo mi- stico di Cristo che è in Rossano-Ca- riati. A voi tutti auguro il dono della pace, la pienezza di una vita segnata dall’amore e colma di ogni benedizio- ne celeste (….) A questo ho pensato nell’accettare la nomina: il Signore mi usa misericordia e mi chiama a con- versione (….). La sfida, bella ed ar- dua, trova una luminosa premessa nella millenaria storia cristiana di Rossano-Cariati e nelle radici sante che vi hanno generato (…). Vengo a voi, come Pastore, ma anche come fratello, come pellegrino che lascia la sua terra, per dimorare nel cuore di una comunità da cui tanto ho da imparare….”. L’ ARCIDIOCESI DI ROSSANO-CARIATI L’odierna Arcidiocesi di Rossano-Cariati, della quale Mons. Satriano è il quarto arcivescovo (lo hanno pre- ceduto: Serafino Sprovieri, dal 1986 al 1991; Andrea Cassone, dal 1992 al 2006; Santo Marcianò, dal 2006 al 2013), ha una superficie di 1415 km quadrati; il suo territorio ricade nella zona nord-orientale della Provin- cia di Cosenza e comprende 53 parrocchie, distribuite in 19 comuni: Rossano, Cariati, Corigliano Calabro, Crosia-Mirto, Calopezzati, Caloveto, Campana, Boc- chigliero, Cropalati, Longobucco, Mandatoriccio, Palu- di, Pietrapaola, Scala Coeli, Terravecchia, Spezzano Albanese, Tarsia, Terranova da Sibari, San Lorenzo del Vallo. DON GIUSEPPE SATRIANO, NUOVO ARCIVESCOVO DELLA DIOCESI DI ROSSANO-CARIATI di Franco Liguori (segue a pag. 2) Professore, noi tutti sappiamo, per esperienza e con- statazione, che il rapporto tra generazioni è dialettico e spesso conflittuale. Ma la crisi economica non ha esa- sperato le distanze tra anziani e giovani, o se vuole, tra genitori e figli? Il rapporto tra le generazioni muta nel tempo e, quindi, è più o meno conflittuale. Ci sono periodi teatro di scontri ed altri in cui c’è spirito di collaborazione. Nella fase economica attuale abbiamo prodotto effetti diver- si: intanto si è prodotta una guerra ideologica tra giova- ni e vecchi, una polemica a base di rottamazioni e di accuse alle generazioni più anziane di rubare il lavoro ai giovani. Dall’altro però la famiglia è diventata un rifu- gio accogliente per giovani che non trovano lavoro. Ma ecco, al tempo stesso, si ha la sensazione che la differenza generazionale porti quasi a vivere in mondi chiusi. In che modo ci si può adoperare per incrinare o abbattere, se è possibile, queste barriere? Le nostre società si evolvono rapidamente, generando esperienze di diversa velocità tra appartenenti a gene- razioni abituate appunto a ritmi diversi. I giovani che non hanno un futuro programmabile e condividono per- tanto tra loro esperienze estranee alle generazioni ma- ture o anziane. Per incrinare queste barriere, direi, che non potranno mai essere abbattute e che in una certa misura sono fisiologiche, bisognerebbe coinvolgere tutti in progetti comuni, costruire una speranza di cam- biamento in meglio, rendere la società più giusta. So- prattutto, se possibile, produrre un travaso di ricchezza e di opportunità dalle persone più anziane a quelle più giovani, diffondendo un sentimento di generosità sociale e non familiare. Ecco, Professore, Lei mi dà proprio l’aggancio della domanda successiva. Ritengo sia giusto chiedere agli adulti di sforzarsi di comprendere la realtà gio- vanile (molto spesso di non facile lettura). Ma anche ai giovani, provvisti di freschezza e di elasticità men- tale, non andrebbe chiesto di venire incontro alle esigenze del complesso mondo degli anziani, pro- vando a valorizzare appunto le loro esperienze? Il dialogo tra le generazioni intervista al filosofo REMO BODEI a cura di Mimmo Sacco (segue a pag. 3)

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  • Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673

    Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni

    AgostoSettembre

    2014N° 8/9€ 2,00

    una copia

    Consiglio senza maggioranza: ed ora?di Danilo Santoro e Ferdinando Sallustio

    Consiglio comunale: matrimonio mancato. La realtà ha superato la satira e, al momento di andare instampa, non sappiamo ancora chi sarà e se ci sarà il nuovo Presidente del Consiglio comunale di Ostu-ni, dopo alcune infruttuose votazioni. Fu molto più facile eleggere il Pontefice... Questa volta la fuma-ta bianca non è ancora avvenuta e l’intero Consiglio rischia di andare in fumo con nuove elezioni. Aquesto punto abbiamo dovuto aggiungere con il Photoshop un’anatra zoppa alla vignetta del nostroEnzo Farina che ritrae il Sindaco Coppola con Angelo Melpignano rimasto in panchina.

    Una “rosa” di candidati

    Lafumata è nera. Nerissima.Nessuna elezione del presi-dente del Consiglio: Angelo Melpi-gnano del Partito Democratico rac-coglie solo 12 voti (13 la maggioran-za richiesta). L’altra candidata EmiliaFrancioso, Movimento 17 Marzo,che all’inizio del dibattito ha confer-mato la sua candidatura, non racco-glie nessun consenso. L’accordoprogrammatico tra l’area politica diCoppola ed il Pd non regge. La frat-tura è nel centrodestra: 5 delle schede bianche,su 11 totali, provengono dai consiglieri eletti nel-la coalizione a sostegno dell’attuale primo citta-dino.Centrodestra diviso. Lo dimostrerà il fatto che èin procinto di costituirsi un coordinamento politi-co formato dai 5 consiglieri di centrodestra Milo-ne e Saponaro (Forza Italia), Continelli (FratelliD’Italia), Fedele (Indipendente), Lucia Andriola(Ostuni Tricolore) ed Emilia Francioso rappre-sentate in Consiglio del “Movimento 17 Marzo li-beri”, schierata nelle recenti elezioni a sostegnodi Nicola Santoro. Consiglio rinviato a data dadestinarsi.

    D.S.

    Fin qui la cronaca del Consiglio comunale del 5agosto nel quale si sarebbe dovuta completarel’assegnazione delle cariche istituzionali del Co-mune e mettere a conoscenza dei consiglieri edella cittadinanza le linee programmatiche delSindaco Coppola, che aveva incassato una spe-cie di “via libera” sia pure a tempo determinato daparte del PD che aveva messo per iscritto “di es-sere contrario al commissariamento del Comu-ne”. Difficile dire quali siano ora gli scenari che siaprono: certo è già cominciata la campagna elet-torale per le regionali della primavera 2015, conle annunciate primarie di centrodestra e centrosi-nistra per trovare il successore di Vendola. Nel 2010 furono eletti nel Consiglio regionaleGiovanni Epifani per il PD e Pietro Iurlaro per

    Forza Italia, poi divenuto Senatore nel 2013. Ora che la cura costituzionale imposta da Renzista sopprimendo l’elezione diretta del Senato leRegionali del prossimo anno si intrecciano sem-pre di più con le vicende ostunesi, e “l’anatrazoppa” ovvero la doppia maggioranza nell’ele-zione del Sindaco e del Consiglio risulta pocogestibile, specialmente con una doppia spacca-tura presente sia nell’ex centrodestra che nell’excentrosinistra, con fulminei cambi di schiera-mento dei quali è dfficile perfino tenere il conto.Certo è che dopo un’estenuante campagna elet-torale ed un risultato clamoroso ma contradditto-rio del voto, è complicatissimo per noi poveri cit-tadini, anche operatori dell’informazione, capiree far capire che cosa stia esattamente succe-dendo nelle stanze di Palazzo San Francesco ein altre stanze dove qualcun altro decide ciò checi riguarda tutti.Gli spazi di democrazia diretta si riducono e si ri-durranno purtroppo sempre di più, visto che la ri-forma delle Province lascia inalterate le compe-tenze, affidandole però a Consiglio e Presidenteeletti fra loro dai consiglieri dei Comuni che lacompongono, e la riforma costituzionale sostitui-sce al Senato una strana assemblea di secondogrado che non voterà più la fiducia al Governo.Buio completo sul sistema elettorale, visto che l’“Italicum” ordito da Renzi e Berlusconi mantienefinora parecchi dei vizi dell’incostituzionale “Por-cellum”.

    F.S.

    Esultiamo per la nomina del nostro amico Mons. Giu-seppe Satriano, “don Giuseppe” per tutti alla carica diArcivescovo di Rossano-Cariati, in provincia di Cosen-za. Rossano fu elevata a sede vescovile nell’VIII seco-lo e diede alla Chiesa di Roma due Papi (San Zosimoe Giovanni VII ). Dal 1986 le è stata aggregata una par-te dell’antica Diocesi di Cariati, di fondazione quattro-centesca (1437), che fu retta, nel decennio 1957-67,dal nostro Mons. Orazio Semeraro (1906-1991).Pubblichiamo una ricca nota inviatacidallo storico cariatese prof. Franco Li-guori.

    L’ANNUNCIO DELLA NOMINA INDIOCESI

    Il 15 luglio alle 12,00, le campane delleCattedrali di Brindisi, di Ostuni, di Ros-sano e di Cariati, all’unisono, hannosuonato a festa. Alla stessa ora nellaSala Stampa della Città del Vaticano,veniva dato l’annuncio ufficiale dellanomina di Mons. Giuseppe Satriano,dal 2003 Vicario generale dell’Arcidio-cesi di Brindisi-Ostuni, ad arcivescovodell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati.Questa la “scheda” del nuovo attesoarcivescovo dell’arcidiocesi calabrese,divulgata dalla stampa locale il giorno dopo l’annunciodella sua nomina: “Mons. Giuseppe Satriano è nato aBrindisi l’8 settembre del 1960. E’ stato ordinato presbi-tero il 28 settembre 1985 per l’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Dal 1997 al 2000 sacerdote fideidonum in Ke-nya-Marsabit; dal 2001 al 2003 Rettore del SeminarioDiocesano; dal 1985 è Canonico Mansionario del Ca-pitolo Cattedrale di Ostuni e dal 1991 è Canonico delCapitolo Cattedrale. Dal 2003 è Vicario Generale”.A Rossano, capoluogo della Diocesi di Rossano-Caria-ti, l’annuncio è stato dato dall’amministratore diocesa-no Don Antonio De Simone, nella cornice della splendi-da Cattedrale della Santissima Achiropita gremita di fe-deli, sacerdoti e consacrati, presenti anche le massimeautorità civili e militari cittadine, con in testa il sindacoGiuseppe Antoniotti. “Dopo mesi di attesa orante, il Santo Padre dà, a que-sta Chiesa, il nuovo Arcivescovo, che viene ad inserir-si nella gloriosa e secolare serie dei vescovi rossane-si”, ha esordito Don Antonio De Simone. “Da subito, lo

    raggiungiamo con la preghiera e lo affidiamo alla Ma-dre Achiropita, ai Santi Patroni ed in special modo aSan Giuseppe, di cui porta il nome”. E’ seguita la lettu-ra del messaggio di Mons. Satriano, del quale riportia-mo qualche stralcio : “Miei cari fratelli e sorelle che sie-te nella chiesa di Rossano-Cariati, è con grande trepi-dazione che mi ritrovo a scrivervi questo saluto, consa-pevole della pochezza di ciò che sono e della respon-sabilità del compito affidatami. Anche se non vi cono-

    sco e non ho ancora potuto incontrar-vi, abbracciarvi, ascoltarvi, avverto labellezza di ciò che siete: figli amatidal Padre, membra vive del corpo mi-stico di Cristo che è in Rossano-Ca-riati. A voi tutti auguro il dono dellapace, la pienezza di una vita segnatadall’amore e colma di ogni benedizio-ne celeste (….) A questo ho pensatonell’accettare la nomina: il Signore miusa misericordia e mi chiama a con-versione (….). La sfida, bella ed ar-dua, trova una luminosa premessanella millenaria storia cristiana diRossano-Cariati e nelle radici santeche vi hanno generato (…). Vengo avoi, come Pastore, ma anche comefratello, come pellegrino che lascia la

    sua terra, per dimorare nel cuore di una comunità dacui tanto ho da imparare….”.

    L’ ARCIDIOCESI DI ROSSANO-CARIATIL’odierna Arcidiocesi di Rossano-Cariati, della qualeMons. Satriano è il quarto arcivescovo (lo hanno pre-ceduto: Serafino Sprovieri, dal 1986 al 1991; AndreaCassone, dal 1992 al 2006; Santo Marcianò, dal 2006al 2013), ha una superficie di 1415 km quadrati; il suoterritorio ricade nella zona nord-orientale della Provin-cia di Cosenza e comprende 53 parrocchie, distribuitein 19 comuni: Rossano, Cariati, Corigliano Calabro,Crosia-Mirto, Calopezzati, Caloveto, Campana, Boc-chigliero, Cropalati, Longobucco, Mandatoriccio, Palu-di, Pietrapaola, Scala Coeli, Terravecchia, SpezzanoAlbanese, Tarsia, Terranova da Sibari, San Lorenzo delVallo.

    DON GIUSEPPE SATRIANO, NUOVO ARCIVESCOVODELLA DIOCESI DI ROSSANO-CARIATI

    di Franco Liguori

    (segue a pag. 2)

    Professore, noi tutti sappiamo, per esperienza e con-statazione, che il rapporto tra generazioni è dialettico espesso conflittuale. Ma la crisi economica non ha esa-sperato le distanze tra anziani e giovani, o se vuole, tragenitori e figli?Il rapporto tra le generazioni muta nel tempo e, quindi,è più o meno conflittuale. Ci sono periodi teatro discontri ed altri in cui c’è spirito di collaborazione. Nellafase economica attuale abbiamo prodotto effetti diver-si: intanto si è prodotta una guerra ideologica tra giova-ni e vecchi, una polemica a base di rottamazioni e diaccuse alle generazioni più anziane di rubare il lavoroai giovani. Dall’altro però la famiglia è diventata un rifu-gio accogliente per giovani che non trovano lavoro. Ma ecco, al tempo stesso, si ha la sensazione che la

    differenza generazionale porti quasi a vivere in mondichiusi. In che modo ci si può adoperare per incrinare oabbattere, se è possibile, queste barriere?Le nostre società si evolvono rapidamente, generandoesperienze di diversa velocità tra appartenenti a gene-razioni abituate appunto a ritmi diversi. I giovani chenon hanno un futuro programmabile e condividono per-tanto tra loro esperienze estranee alle generazioni ma-ture o anziane. Per incrinare queste barriere, direi, chenon potranno mai essere abbattute e che in una certamisura sono fisiologiche, bisognerebbe coinvolgeretutti in progetti comuni, costruire una speranza di cam-biamento in meglio, rendere la società più giusta. So-prattutto, se possibile, produrre un travaso di ricchezzae di opportunità dalle persone più anziane a quelle più

    giovani, diffondendo un sentimento di generositàsociale e non familiare. Ecco, Professore, Lei mi dà proprio l’aggancio delladomanda successiva. Ritengo sia giusto chiedereagli adulti di sforzarsi di comprendere la realtà gio-vanile (molto spesso di non facile lettura). Ma ancheai giovani, provvisti di freschezza e di elasticità men-tale, non andrebbe chiesto di venire incontro alleesigenze del complesso mondo degli anziani, pro-vando a valorizzare appunto le loro esperienze?

    Il dialogo tra le generazioniintervista al filosofo REMO BODEI a cura di Mimmo Sacco

    (segue a pag. 3)

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    MONS. SATRIANO: le date della Consacrazione Episcopale

    Lasolenne Consacrazione Episcopale di Mons. Giuseppe Satriano avrà luogo nella piazza del Duo-mo di Brindisi, venerdì 3 ottobre alle 16,30, alla presenza di Sua Eminenza il Cardinale SalvatoreDe Giorgi (nella foto), Arcivescovo emerito di Palermo.

    Saranno “conconsacranti” nell’occasione Mons.Domenico Caliandro, attuale Arcivescovo di Brin-disi-Ostuni, ed il suo immediato predecessore,l’Arcivescovo emerito Mons. Rocco Talucci.Il giorno successivo vi sarà una solenne Concele-brazione a Mesagne, dove il neo Arcivescovo èstato parroco fino a pochi giorni fa; due giorni do-po ancora solenne Concelebrazione a Brindisi; do-menica 12, alle 18, nella nostra Basilica Concatte-drale, mons. Satriano saluterà i fedeli ostunesi inuna Concelebrazione che sarà il preludio all’in-gresso ufficiale nella nuova sede arcivescovile. Mons. Satriano sarà il più giovane Arcivescovodella Calabria, ed uno dei più giovani dell’Italiameridionale; con lui prosegue il proficuo scambiopastorale tra la Puglia e la Calabria, che di recen-te ha visto anche il pugliese mons. Nunzio Galan-tino, originario di Cerignola (Foggia) divenire Ve-scovo di Cassano all’Ionio e Segretario generaledella Conferenza Episcopale Italiana.

    Gli abitanti sono 137.500, di cui 135.000 battezzati.Santi Patroni e Protettori sono: la Madonna Achiro-pita e S. Nilo per Rossano; S. Leonardo e S. Catal-do per Cariati. I sacerdoti sono in numero di 84 dicui 70 secolari e 14 regolari. La Cattedrale di Ros-sano è dedicata a Maria Santissima Achiropita; laConcattedrale di Cariati, a S. Michele Arcangelo. L’unione delle Chiese di Rossano e Cariati è unevento della storia ecclesiastica recente della Cala-bria, che si data al 30 settembre 1986, giorno diemissione del decreto Instantibus votis della Con-gregazione per i Vescovi. Con tale decreto, papaGiovanni Paolo II, univa in perpetuum alla sede ar-civescovile di Rossano, un piccolo troncone (quellocorrispondente ai comuni di Cariati, Scala Coeli eTerravecchia e relative parrocchie ) dell’antica e va-sta Diocesi di Cariati, eretta nel 1437 e rimasta inte-gra fino al 4 aprile 1979, allorquando, per effetto deldecreto Quo aptius, fu unita aeque et principaliter aRossano, dopo aver ceduto il territoriodi ben 16 suoi comuni, che gravitava-no nella Provincia di Catanzaro, all’ Ar-cidiocesi di Crotone-S.Severina.La storia delle due Chiese unite, è ric-ca di spiritualità e di cultura ed anno-vera non poche figure prestigiose diprelati, che hanno fatto la storia dellaChiesa in Calabria e non solo, alcunidei quali provenivano, come Mons.Satriano, dalla vicina Puglia. La Chie-sa rossanese fu, alle sue origini, di ritogreco, perché Rossano fu, nel periodobizantino (953-1059), caposaldo mili-tare, amministrativo e religioso dellaCalabria dominata dall’Impero di Bi-sanzio. Di quel fulgido periodo conser-va preziose testimonianze storico-arti-stiche, tra cui il celeberrimo CodexPurpureus, manoscritto greco dei Vangeli di Matteoe Marco (VI sec.), le chiesette di S. Marco e dellaPanaghìa, l’affresco dell’Achiropita. Il passaggio alrito latino della Chiesa di Rossano si ebbe nel 1460,con il vescovo Matteo Saraceno. Tra i numerosi ve-scovi che ressero la sua Diocesi, merita una partico-lare menzione Giovan Battista Castagna (1553-1573), che nel 1590 fu eletto Papa col nome di Ur-bano VII, regnando per soli 12 giorni, perché stron-cato da un attacco di malaria. Fu lui a portare a Ros-sano la ventata di rinnovamento imposta dal Conci-lio di Trento, e ad istituire il Seminario. Nel 1573 ri-nunciò alla sede per dedicarsi alla carriera diploma-tica, e fu Nunzio Pontificio in Spagna e, poi, a Vene-zia. Tra gli arcivescovi rossanesi di origine pugliese,si ricordano: Andrea Adeodati (dal 1697 al 1713), diCastellaneta (Taranto), che fu uno dei presuli piùbenemeriti della Chiesa di Rossano, per aver cura-to il buon funzionamento del Seminario e per gli im-portanti lavori di abbellimento della Cattedrale; Gu-glielmo Camaldari (dal 1762 al 1778), di Gallipoli, ri-cordato, tra l’altro, per aver fatto fondere a Napoli ilgrande busto d’argento dell’Achiropita; Donato Ma-ria Dell’Olio (dal 1891 al 1898), di Bisceglie, che -come scrive lo storico P. Francesco Russo- “in dio-cesi fu attivissimo in tutti i campi, cercando, in tem-pi tutt’altro che favorevoli, di incrementare la vita cri-stiana nel popolo e la disciplina religiosa nel clero”;nel 1898 fu trasferito a Benevento e, nel 1901, ebbela porpora da Leone XIII.Non meno ricca di momenti di fede e di spiritualità èla Chiesa di Cariati, che ebbe vita autonoma dal1437, anno della sua erezione a sede vescovile, al1979, anno in cui fu smembrata e, con una piccolaparte del suo territorio, fu annessa a Rossano, dan-do vita alla nuova circoscrizione ecclesiastica diRossano-Cariati. Ripercorrendo la cronotassi deisuoi vescovi, s’incontrano figure di prelati di grandelevatura culturale e spirituale, come Properzio Re-sta (dal 1586 al 1601), grande teologo, che promos-se , in diocesi, un importante sinodo sulle disposi-zioni del Concilio di Trento; Filippo Gesualdi (dal1602 al 1618), che fu Ministro Generale dei Frati Mi-nori conventuali e uno dei più importanti esponentidella riforma cattolico-tridentina nella storia degli or-dini religiosi; creò a Cariati una confraternita laicaleed istituì un ospedale per i poveri e gli infermi; morìin odore di santità e fu sepolto nella Cattedrale;Francesco Gonzaga (dal 1633 al 1657), dei Duchi diMantova, fondatore del Seminario Diocesano e pro-motore della costruzione dell’Episcopio; Nicola Go-lia (dal 1839 al 1873), promotore della ristrutturazio-ne, ampliamento e riconsacrazione della Cattedralea S. Michele Arcangelo (1857); Giovanni Scotti (dal1911 al 1918), promotore di importanti iniziative so-ciali a Cariati, quali l’istituzione del primo Asilo d’in-fanzia (1915), della prima cooperativa per i pescato-ri (1914), di casse rurali per i contadini, dell’ Asso-ciazione di Azione Cattolica; dal 1918 al 1930mons. Scotti reggerà come arcivescovo, la vicinaDiocesi di Rossano, alla quale fu trasferito. Anchela cattedra vescovile di Cariati, come quella rossa-nese, fu ricoperta spesso da vescovi di origine pu-gliese. Il primo da segnalare è Mons. LorenzoChieppa, di Andria (dal 1903 al 1909, quando fu tra-

    sferito a Lucera), riordinatore del Seminario , ricor-dato per il grande aiuto dato alla popolazione caria-tese, colpita, nel 1907, da una grave calamità natu-rale. Originari della Puglia furono anche gli ultimidue vescovi di Cariati, che vi tennero anche la resi-denza. Il primo è mons. Eugenio Raffaele Faggiano,di Salice Salentino, il cui episcopato si protrasse dal1936 al 1956 e fu fecondo di esiti positivi, sul pianosia pastorale che materiale. A lui si devono la riaper-tura del Seminario, l’istituzione di Centri missionariin diocesi, la creazione del Seminario estivo di Per-ticaro; per la sua generosità fu chiamato “il vescovodalle mani bucate” e nel 1987 fu avviato il processoper la sua canonizzazione. A succedergli, nel giu-gno del 1957, fu Mons. Orazio Semeraro, che tennela cattedra vescovile cariatese fino al 1967, quandofu trasferito alle Diocesi unite di Brindisi e Ostuni co-me coadiutore , con diritto di successione. Nativo diVeglie (Lecce), Orazio Semeraro, quando fu elettovescovo di Cariati, aveva 51 anni e proveniva daOstuni, dove era Rettore del Seminario e docente diTeologia, nonché vicario generale delle Diocesi di

    Brindisi e Ostuni. Consacrato Vescovo in Ostunimons. Semeraro fece il suo solenne ingresso in dio-cesi il 29 giugno 1957; in suo onore fu composto uninno i cui versi vennero scritti da Antonio Sallustio emusicati da don Giovanni Fumo. Mons. Semeraro,nei suoi dieci anni di permanenza a Cariati, riordinòe ammodernò le strutture organizzative della dioce-si, che, a quell’epoca, aveva una popolazione di 72mila abitanti, distribuiti in 31 parrocchie, ricadenti in21 comuni, la maggior parte dei quali in provincia diCatanzaro. Erano gli anni dell’apertura e dello svol-gimento del Concilio Ecumenico Vaticano II, alle cuisedute Mons. Semeraro partecipò come padre con-ciliare, in rappresentanza della Diocesi di Cariati.Restaurò molte chiese e ne costruì di nuove in tuttii centri della diocesi, che fornì di nuovi parroci, piùidonei e più preparati a rispondere alle esigenze diquegli anni di profondi cambiamenti nella Chiesacattolica. Tornò a Cariati una sola volta: nel 1987, inoccasione dell’apertura dl processo informativo perla canonizzazione del vescovo Faggiano. Morì adOstuni nel 1991.La nomina di Mons. Giuseppe Satriano a vescovo diRossano-Cariati, viene a rinverdire nei Cariatesi, ilricordo di Mons. Semeraro e di quei fervidi anni delperiodo conciliare, con Papa Giovanni XXIII prima ePaolo VI poi; periodo, che, grazie anche al fatto diavere un loro vescovo in sede (cariatensis), ma an-che attivamente presente nel Collegio episcopale edei Padri del Concilio, essi hanno vissuto intensa-mente, cogliendone tutta la carica innovativa. L’au-spicio è che Cariati possa tornare, col nuovo vesco-vo, Mons. Satriano, anche lui proveniente da Brindi-si-Ostuni, ad avere l’attenzione che merita, in virtùdella sua gloriosa storia di “città vescovile”, da circaun ventennio unita alla sorella Arcidiocesi di Rossa-no.

    FRANCO LIGUORI

    (segue da pag. 1)Don Giuseppe Satriano, nuovo Arcivescovo...

    L’Episcopio di Cariati ai tempi di mons. Semeraro (foto: F. Liguori)

    CARIATI, LA FORMIDABILE ROCCA DEI RUFFO E DEGLI SPINELLILa nomina di mons. Satriano ad Arcivescovo di Rossano-Cariati è una felice occasione per pubblicizzare il nome della cittadi-na ionica le cui vicende si sono spesso intrecciate con quelle di Ostuni. Consentitemi un particolare vanto: quello di essere na-to a Cariati.

    F.S.

    Cariati è terra di guerrieri: stavo scrivendo “era”, ma poi, ripensando al destinatario di questa recensione, ho deciso di vol-gere l’incipit al presente. Ed è un “presente storico”, perché ogni località deve avere, come Cariati ha, un indomito custo-de della memoria del luogo, di quel “genius loci” che gli antichi divinizzavano e che noi ci portiamo dentro quando ripensiamoai luoghi del nostro cuore. Chiunque conosca il professor Franco Liguori sa che Cariati è fortunata, perché ha una personacompetente e precisa che ne documenta le vicende, ma questo non sarebbe sufficiente se alla competenza ed alla precisio-ne egli non aggiungesse quello spirito amorevole per la propria terra e quel tanto di guerresco che occorre per difenderla: guer-ra “buona” si intende, per preservare ricordi, tradizioni, testimonianze dagli assalti che non sono più dei Normanni o dei Sara-ceni, ma di chi non si cura del territorio, ne vuole fare un uso non corretto, o semplicemente non fa nulla per preservarlo dal-l’oblio.In questo libro “Cariati, la formidabile rocca dei Ruffo e degli Spinelli” su 158 pagine sono citati ben 115 titoli di bibliografia:questi riferimenti, mattone su mattone, compongono la volta e le colonne di un solido edificio saggistico e letterario che con-duce il lettore in un viaggio nel tempo e nello spazio di Cariati, un viaggio di spettacolare completezza molto complesso eppure costruito dall’autore con lacapacità che gli viene dalla conoscenza dell’argomento e dalla passione con la quale questa conoscenza viene a svilupparsi. Le quaranta pagine finali con letestimonianze dei viaggiatori, famosi o meno, che sono passati da Cariati, forniscono al lettore una preziosa collana di notizie e di punti di vista che sfidanoi secoli e rendono viva, e in alcuni casi immortale, Cariati e la sua gente. Preziosissimo è anche l’apparato iconografico, con le immagini che sono pratica-mente tutte realizzate dall’autore.E’ proprio vero che “le pietre raccontano” come diceva il grande archeologo Sabatino Moscati: e parlano per aver assorbito vita e speranze, delusioni e sogni,desideri e drammi di tantissime persone che hanno dato anima e cuore per Cariati: e, come ricordava San Paolo nella sua “Lettera agli Efesini”: “Il nostro te-soro è lì dov’è il nostro cuore”. E se le pietre raccontano, e il cuore scrive, nascono libri belli, anzi formidabili, come “la formidabile rocca” di Cariati.

    Immagino la gioia immensa,anche se con tanta prudenza,che ha invaso la mente ed ilcuore di don Giuseppe alla no-tizia dell’Arcivescovo Mons.Domenico Caliandro con laquale comunicava “che il SantoPadre ha nominato Mons. Giu-seppe Satriano… nuovo Arcive-scovo di Rossano Cariati”.Immagino pure che si sarà ingi-nocchiato davanti al tabernaco-lo per pregare e meditare sullasua vita vissuta per focalizzaremomenti belli e meno belli, pub-blici e privati.Anche io, alla notizia diffusa intutta l’Arcidiocesi, ho pregato per lui ed ho cercatodi frugare nella mia mente per cercare qualche mo-mento significativo vissuto insieme a don Giusep-pe: non c’è voluto molto tempo perché l’ho trovatosubito (la mia esperienza vissuta con don Giusep-pe è proprio breve); una però è stata incisiva e chericordo con affetto e simpatia: la serata del 27 set-tembre 2012, festa di San Vincenzo de Paoli, quan-do fece dono alla Famiglia Vincenziana di Ostuni diuna bella Celebrazione Eucaristica.Fu una manifestazione di fede che nella sua sem-plicità, cordialità e profondità sintonizzò il servizio divolontariato di noi Vincenziani, con la più alta e san-ta espressione di San Vincenzo e di Santa Luisadei cui comandi ci consideriamo poveri ed indegniesecutori.L’omelia di don Giuseppe, prima, e l’incontro nellasede de Lo Scudo con i Soci della Conferenza, do-po, servirono a ricaricarci di uno spirito nuovo e ge-nuino, per aiutare con più amore e più ardore i po-veri che incontriamo sulle nostre strade.Don Giuseppe era molto contento di stare con noiVincenziani, anche perché l’incontro avveniva nella“bella chiesetta di Santa Maria delle Grazie, intrisadi una intensa spiritualità, di figure sacerdotali chehanno segnato non solo il cammino della comunità

    parrocchiale, ma anche quello diuna realtà come la vostra: pensia-mo a don Italo Pignatelli, a donLuigi Mindelli, a don Cosimo Ar-gentieri ed oggi a don Massimilia-no Morelli…”.Don Giuseppe ci diede una stu-penda e profonda lezione di cari-tà. Partendo da San Vincenzo che“…diventa l’apostolo dei poveri, lavoce di chi non ha voce… Alloral’apostolato vincenziano, cheprende le mosse da quelle confra-ternite di poveri, è chiamato adessere un segno luminoso e ar-duo: non si tratta di farla, si trattadi imparare ad essere CARITÀ”.

    “E noi diventiamo carità non quando andiamo daipoveri: i poveri sono la provocazione; dove diven-tiamo carità? A casa, con le persone che ci stannoaccanto, con quelle che ogni giorno ci smontano,con quelle che ogni giorno ci mettono in difficoltà…è lì che siamo chiamati a diventare grandi… e allo-ra quello che faremo, anche per gli altri, avrà unsenso, un respiro, una gioia, un coinvolgimento,una luminosità e in questa reciprocità in cui diamoe riceviamo, noi cresciamo. E speriamo di diventa-re quel che il Signore, da sempre, ha pensato pernoi: essere pieni dei suoi limiti, consapevoli del suoamore e, proprio per questo, capaci anche di do-narci”.“Chiediamo… la grazia di imparare a conoscereGesù Cristo, a sentire il suo amore dentro di noi,sapendolo leggere nelle piccole cose, ogni giorno,negli incontri quotidiani che facciamo, soprattuttonelle realtà più povere che accostiamo, quelle ap-parentemente banali, nelle quali il Signore ha se-gnato una lettera d’amore per noi”.Grazie don Giuseppe …scusami, Mons. Giuseppe,e tanti auguri, per tutto il bene che desideri e che fa-rai; noi Vincenziani di Ostuni ti porteremo semprenei nostri cuori e non ti dimenticheremo mai.

    ARMANDO SAPONARO

    CONFERENZA SAN VINCENZO “GIOVANNI XXIII - OSTUNI

    Auguri Don Giuseppe

    Foto: Angelo Pacifico

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    22001144TTeerrzzaa PPaaggiinnaa

    Lenote che seguono non intendono entrare nello spe-cifico di una materia riserva di specialisti ma si pro-pongono solo di fare alcune considerazioni in margine.Durante la relazione di presentazione degli orti periurba-ni ho appreso che dei tecnici che vigilano a che i lavori sisvolgano nel pieno rispetto delle regole della disciplina dicui sono custodi, hanno suggerito, non so se chiesto, chealcuni muriccioli terminassero senza il tradizionale cap-pello.

    Lu cappiedde a chiusura del muro a secco è da noi tradi-zionale, non solo, ma ha anche acquisito un senso alle-gorico. Quand’ì bbrutte na sse crete // quann’ì fatte nu parete //ea nn’ande vite ‘nguedde // propia la petra cappiede che èformula utilizzata per dire che altri mettono l’ultimo toccoal nostro lavoro e se ne assumono il merito. Correlata aquesta immagine traslata de lu cappiedde e del muro asecco c’è l’altra: la zavorra vè sembe jind’a llu parete cheindica il pietrame minuto che riempie il muro e in sensoallegorico la poca rilevanza del popolo inteso in questocome minutaglia. Rilevo che se la lingua ha creato similiespressioni è segno che c’è la coscienza dolorosa diquella condizione di subordinazione. Lu cappiedde è sim-bolo di classe dirigente che dà (dovrebbe) stabilità al cor-po sociale come lu cappiedde dà stabilità al muro. Esisto-no nel nostro territorio muretti senza il cappello e chehanno ben retto l’impeto delle acque meteoriche e ciò mipare dovuto alla stabilità data dalla interna zavorra. Nonprendo posizione per l’una o l’altra forma ma, almeno sulpiano allegorico, la mia simpatia va a questa forma chemi permetto di definire democratica di muricciolo: ce a lluparete po de na chjandata // vè manga lu cappiedde sob-ba mise // e nna ?tè la zavorra pe ffà pise, // a lla primaacqua sgarra e ì mberrata. (Mi scuso per le autocitazio-ni). Sempre in tema di muretti un altro passaggio mi hacolpito nella relazione cui inizialmente ho fatto riferimen-to: i tecnici della Sovrintendenza, dopo maturo dibattitotra lasciare i muretti al naturale con la faccia delle pietrecosì come in natura o l’imbiancatura a calce, hanno opta-to per la prima soluzione perché in questo modo risalta dipiù il bianco della città. Non si può che concordare. Quel-lo del mettere in risalto, come in cornice, il colpire l’occhioe l’immaginazione mi sembrano criteri estetici ormai ac-quisiti al senso comune. Vedere è come fare una foto daconservare nel proprio immaginario. Per chi qui vive,qualcosa è stato aggiunto alla qualità della sua quotidia-nità. Ammetto, perciò, volentieri che talvolta modifico ilmio percorso per passare sotto gli orti e apprezzarli nelledifferenti condizioni di luce e colori, dal bruno della terradi fresco riportata, al verde delle erbe, al rosso dei papa-veri. Mi domando: I nostri antichi avevano sviluppato unsenso estetico? Che idea si erano fatti del bello? Cheidea avevano della loro città? I nostri poeti non ne parla-no: Lotesoriere, Orlando, Tamborrino non parlano dellacittà, del suo bianco, delle sue case. La città, il paesevecchio, compare negli ultimi, nei moderni. E i primi e piùgrandi, che pure hanno rivelato una sensibilità tanto raffi-nata in diversi campi, possibile non si siano accorti di tan-ta bellezza intorno a loro? L’osservazione è banale: i pe-sci non vedono l’acqua si dirà, tutto era così bello intornoa loro che non se ne rendevano conto e solo la coscien-za moderna, consapevole dei rischi e pericoli che il patri-monio del passato corre con la modernità, ha sviluppatol’attuale sensibilità estetica. Non sono convinto. E infattidopo tanto dibattere, con l’impiego di tante risorse pubbli-che e con un impegno tenacemente applicato da promo-tori, tecnici ed amministratori della città, abbiamo realiz-zato quello che gli antichi avevano nel quotidiano: muret-ti ben eretti e subito risistemati in caso di crollo, canaliz-zazioni sgombre e libere da erbacce e detriti, scalette neimuretti per la mobilità interna ... Credo, allora, che il senso estetico dei nostri antichi fos-se diverso dal nostro, più legato alle cose e alla loro fun-zione. Sostanzialmente il loro rapporto con la natura erapiù profondo e sentito del nostro e pur in un’esistenza piùdifficile dell’odierna e forse proprio per questo, tra loro eil mondo, la natura, il paesaggio, la città, il rapporto erapiù organico ed equilibrato forse anche per il sudato va-lore delle cose. Quel mondo era forse da loro vissuto nel senso pieno enon goduto come credo avvenga spesso per noi; per noiche vediamo il bello come valore aggiunto di cultura inqualche modo esterno e legato al paesaggio, alla sua ar-monia e al passato magari con la riscoperta romantica trastoria e sentimento per scivolare poi verso il colore e il fol-klore. Il passato ci appare un mondo semplice, talvoltapercepito come ingenuo, sicuramente spontaneo. Certa-

    mente lo sviluppo meno rapido di quegli anni, una sortadi riflessione sedimentata ha avuto il suo peso ma quellonon era un mondo ed un’attività costruttiva senza regole,o improvvisata. Basti pensare che c’erano regole ancheper la dimensione delle finestre e delle porte cui era con-nessa una tassazione e non era cosa solo di qui se sipensa che la sordida locanda cui l’infelice Fantine affidala piccola Cosette annovera tra le spese anche le imposi-zioni su porte e finestre (Hugo: I miserabili, II parte, libroIII, cap. IX). I temi sopra richiamati acquistano a mio parere una im-portanza notevole perché nel proporre la conservazioneo la modificazione di un elemento, lu cappiedde, o consi-derando la possibilità di adeguare al gusto odierno i mu-retti a calce, suggeriscono ai fruitori un’idea di storicità.Storicità significa che noi non siamo il capolinea della sto-ria, che al massimo siamo una stazione intermedia (e aparere mio neanche delle più importanti); significa soprat-tutto che la nostra non è il vertice della sensibilità esteti-ca ed ambientale raggiungibili come se noi fossimo oggiquelli che tutto e meglio comprendono. Voglio dire che lecose, i gusti, le sensibilità cambieranno e tutto sarà tra-sportato in altra realtà di cui l’odierna, ma anche la pas-sata saranno un frammento e che perciò quello che oggituteliamo altro non è che un momento del tempo che èpassato e sta passando. Conservazione e tutela di ciòche da lontano ci è giunto non può dunque essere unmettere sotto una teca, musealizzare e mummificare per-ché nessuno e nulla lo tocchi, ma uomini di oggi che vi-vono cose di ieri conservandole ma anche intervenendo,vivendole nella loro contemporaneità e non rivivendoletornando al passato. Operazione ben più complessa, co-me è facile intuire, del conservare e nella quale il custo-dire si lega all’uso. In altri momenti e per altri temi si par-lava di presente come storia che significava consapevo-lezza della propria provenienza e progetto per il futuro. Lalamia e la casedda (il trullo) se non devono restare l’ele-mento decorativo di un paesaggio da acquerello o, peg-gio, di un dépliant turistico, non devono neppure attrarreall’indietro pretendendo che si viva come nei tempi anda-ti, con il viottolo per accedere e in cui tragghjare in casodi pioggia, col lume a petrolio per illuminare, le piante ri-gorosamente nostre e di utilità, e non sia mai una vascaessendo sufficiente così il solo pelone in cui una volta sipreparava lu vetriulu (poltiglia bordolese a base di rame)con la sua tinta azzurro profondo come una piscina. Pas-sato vissuto oggi, dicevo. A Parigi, il Louvre è nato nel medioevo come torrione di-fensivo e continuamente ampliato; nel XV secolo eraquesta idra di torri, guardiana gigante di Parigi, con le sueventiquattro teste sempre dritte. Trasformato, rivissuto inuna città che si trasformava ed ampliava nei secoli, fu de-molito nella sua struttura gotica dalla Renaissance cheedificò il nuovo Louvre completato nell’ottocento. Chi vo-lesse potrebbe in tema leggere quel meraviglioso capito-lo de Notre Dame de Paris dal titolo Parigi a volo di uc-cello. Quell’enorme edificio era la casa dei re, lì c’era lacorte, di lì il re governava e lì riceveva le ambascerie eper ciò erano sufficienti ambienti e cortili, ma Luigi XIVnell’incipiente epoca copernicana, si volle Re Sole, cen-

    tro della cultura e della politica ed eresse Versailles: lus-so, sfarzo e…grandeur e grande progetto politico, quellodi portare lì i grandi nobili allontanandoli dai loro territoriche il re amministrò direttamente attraverso i suoi inten-denti. Era lo stato assoluto e qualcuno pensò di giustifi-carlo come monarchia di diritto divino. Ora quel grandio-so antico complesso è il grande museo che conosciamoe deve accogliere un fiume di gente che non si arrestamai e deve soddisfare le molteplici anche pratiche esi-genze dei visitatori, sicché nel suo cuore, nel cortile piùampio è stata costruita una piramide di acciaio e cristallo(la piramide di Ming-Pei). Quanto di più lontano, ma cre-do proprio per questo, dall’architettura di qualsiasi mo-mento storico della vita del Louvre. Si sono scandalizzatisolo i nipoti di coloro che a fine ottocento volevano la de-molizione della Tour Eiffel. L’unico legame che lega quel-la moderna costruzione alla città è l’allineamento inun’unica traiettoria del vertice della piramide del Louvre,dell’Arco di Trionfo del Carrousel nei giardini delle Tuile-ries, dell’Arco di Trionfo della Stella e della Grand’Archedella Défense: omaggio allo spirito razionalista e carte-siano di Parigi. Certo ci vuole del genio ad inserire il nuovo nell’anticocappiedde de parete, cazzafitta, casedda o Louvre chesia. E’ una complessa operazione che deve legare inte-resse di tutela a vocazione del territorio e a tradizioni: unfatto di cultura, un passaggio difficile tra restrizioni e ca-dute di gusto. E poi? Poi la storia.

    LI CIARDÈNERE, LI PARITE, LA CASEDDA…e a Parigi il LOUVRE di Nello Ciraci

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    IL LOUVRE

    Certamente i giovani che hanno una capacitàdi capire meglio dovrebbero fare questo sfor-zo. Soltanto che in loro è venuto meno, manon si sa di chi sia la colpa, il senso della sto-ria, il senso della continuità tra le generazionie sono soprattutto bloccati nel loro slancioverso il futuro, per cui tendono a vivere in unpresente tale che ogni occasione che si pre-senta va colta. Sostanzialmente dovrebberofare, diciamo, un passo indietro, ma vedo chenon possono nemmeno fare un passo avanti.Dalla parte delle generazioni più anziane biso-gnerebbe riannodare questi rapporti che sonodiventati laschi perché anche c’è un tentativo,in una società come la nostra, di far vivere cia-scuno sulla base di interessi immediati. Un al-largamento dell’orizzonte sarebbe necessario. La tendenza al giovanilismo da parte di moltiadulti, il voler essere considerati padri-fratellio padri-amici per avvicinarsi alle nuove gene-razioni non rischia di confondere i ruoli?Certo, il problema è che in effetti la figura pa-terna è declinata nel momento in cui ha persoautorità e questa autorità gli derivava dall’es-sere l’unico sostegno economico della fami-glia, e soprattutto l’unico mediatore tra il mon-do domestico e quello esterno, ossia il mondodella politica, della cultura. Da quando le ma-dri lavorano, e da quando la scuola, e direi piùrecentemente i mezzi di comunicazione dimassa, i social networks, Facebook, Twitter,hanno sostituito le principali fonti di socializza-zione, i giovani hanno sostituito l’autorità ver-ticale paterna con l’autorità orizzontale deicoetanei. Quindi le conseguenze principali mipare che siano quelle per cui i modelli di com-portamento non portano più l’impronta deter-minata della figura paterna; e per questo pro-babilmente anche la psicoanalisi freudianabasata sul conflitto di Edipo dovrebbe essereoggi rivista.La famiglia – come Lei dice nel suo saggio –ed è vero, è ormai diventata più porosa e per-meabile ai mutamenti. Il termine stesso di fa-miglia tende a non avere più un senso univo-co: quali le conseguenze per la nostra socie-tà?Il problema è che di famiglie ormai ce ne sonomolte. C’è la famiglia tradizionale, basata sulmatrimonio, sul rapporto tra genitori e figli, chesostituisce questa famiglia nucleare, comeviene chiamata, la famiglia allargata in cuiconvivevano più generazioni: si stava con inonni, con i padri e con i nipoti. Oggi ci sonole famiglie di fatto, ci sono famiglie omoses-suali, e quindi nuovi fenomeni vanno studiaticon molta attenzione.In quest’ottica credo sia opportuno spendereancora (Lei lo ha già accennato) una parolasul “declino della figura paterna”? (Ne parlanomolti sociologi, filosofi e psicologi). Quali leconseguenze per l’istituto familiare?Le conseguenze sono che la comunicazionetra generazioni diventa più difficile e, soprat-tutto, c’è da constatare che si verifica con mol-ta frequenza i giovani guardino fuori della fa-miglia per avere dei modelli. Mi limito, per es-sere estremamente concisi, a far notare che,per esempio, negli anni Trenta, e cioè fra ledue Guerre, il virus del totalitarismo, ed espli-citamente un Hitler e uno Stalin (che fra l’altroveniva chiamato “il piccolo padre”), è dipesoproprio dal fatto che si cercano autorità al difuori. Soffermandoci ancora sui giovani, il ruolo disupplenza economico-finanziaria, in famiglia,da parte di nonni e genitori verso i figli, checonseguenze può avere nel loro processo dimaturazione e di autonomia?Dipende. Può avere un valore negativo nelsenso che li deresponsabilizza e quindi li indu-

    ce a vivere sostanzialmente senza una pro-pria attività lavorativa, a godere di frutti del la-voro altrui. Dall’altro può generare l’orgoglio,invece, di creare una nuova forma di attività edi tendere all’autonomia. Come suona amara, oggi, l’affermazione delgrande filosofo tedesco George Hans Gada-mer (che ho intervistato molti anni fa per ilTg1): “i giovani sono la speranza del domani”. Si tratta di un’affermazione che oggi ha il sa-pore di ironia tragica. A restare sul piano filo-sofico, prima di Gadamer, già Aristotele soste-neva (più di 1300 anni fa) che i giovani sonocaratterizzati dalla speranza ed è stato veroquasi fino ad oggi. Ma attualmente, perlome-no in questa parte di mondo, sono caratteriz-zati da sentimenti negativi quali la disperazio-ne, la rassegnazione e l’indifferenza. Ma fortu-natamente non è dappertutto così nel nostropianeta: nelle nazioni emergenti, penso tral’altro all’India, alla Cina e non solo, la speran-za di una vita migliore è ancora presente e at-tiva nelle nuove generazioni. Avviandoci alla conclusione diamo un attimouno sguardo d’insieme, Lei lo ha già accenna-to parlando dei grandi Paesi Emergenti. Si hal’impressione che la nostra società occidenta-le, così come è strutturata – mancanza di so-lidarietà ed egoismo individualista (mi riferiscoanche all’America che lei conosce molto be-ne) – renda difficile riannodare i fili di un rap-porto tra anziani e giovani. Condivide questaosservazione ?Senz’altro, anche perché noi non dobbiamoguardare alla famiglia isolatamente. Dobbia-mo guardare alla famiglia all’interno del nostrotipo di società in cui lo sviluppo dell’economiadi mercato e la natura di una crisi in cui ci tro-viamo (quella finanziaria che risale al 2008)spinge ciascuno a cercare di salvarsi isolata-mente ed erode i vincoli di solidarietà. Quelloche sta prevalendo è una logica di mercatodel do ut des, che si attenua generalmente so-lo all’interno di certe famiglie, a chi sembra va-lere sempre meno all’esterno, cioè sul pianosociale, specie a causa del declino del Welfa-re State. Cioè prima, negli anni Venti, diciamocosì, al sostentamento dell’individuo e dellafamiglia, provvedeva lo Stato: dalle assicura-zioni di malattia, alle pensioni di vecchiaia, in-somma si diceva che lo Stato accompagna ilsingolo, in certi Paesi, dalla culla alla bara(usando un’espressione inglese). Oggi questeprestazioni si stanno erodendo e questo portauna maggiore elemento di crisi all’interno an-che delle famiglie.Professore, nel concludere questa nostra con-versazione credo opportuno ritornare esplici-tamente al suo saggio Generazioni: Lei sug-gerisce chiaramente l’opportunità, o meglioancora, il bisogno di un patto intergenerazio-nale, ma su quali basi può essere possibileuna ritrovata fiducia, direi una sperabile ritro-vata fiducia?L’esigenza di una patto generazionale è senti-ta perché è ineledubile. Non si può andareavanti così con il sacrificio di intere generazio-ni e la desertificazione del futuro. Tuttaviaquali mezzi si debbano cercare non è ancorachiaro. Certo, si può fare appello alla genero-sità dei più anziani che hanno ricevuto dallastoria maggior sicurezza con il posto fisso opensioni relativamente più cospicue di quelleche toccheranno ai giovani di oggi. Ma questoinvito morale non basta. Sarebbe necessarioun piano politico di investimenti, di sposta-menti di risorse che stabilisca forme di equità.Il problema che è alla base di tutto è la giusti-zia sociale, il fatto che si hanno iniquità nonsoltanto tra quelli che posseggono di più equelli che posseggono di meno, ma anche de-gli squilibri tra generazioni che vanno in certomodo aggiustati.

    MIMMO SACCO

    (segue da pag. 1)Intervista a Remo Bodei

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    22001144 CCuullttuurraa

    Premio PAGINE DI VITASabato 2 agosto si è tenuta nel chiostro S. Fran-cesco la V ed. del premio “Pagine di vita”.Anche quest’anno la serata evento è stata seguitada un pubblico partecipe e numeroso che ha sem-pre colto il significato di questo programma: cele-brare l’ “ostunesità”, ricordando e premiando le ec-cellenze di questo paese.Le autorità presenti, il Sindaco Gianfranco Coppo-la, il vice Sindaco Cavallo, l’Ass. alla cultura Buon-giorno, l’Assessore alle attività produttive Trifan,con la gradita presenza della giornalista MonicaSetta, hanno consegnato gli attestati di “beneme-renza”, partendo dalla sezione “illustri del passato”al prof. Alfredo Tanzarella, scrittore, giornalista ditalento e grande umanità, direttore de Lo Scudo dal1972 al 1982; al dott. Teodoro Gigante, Primariochirurgo a “tempo pieno” dell’Ospedale Civile diOstuni; al prof. Carmelo Lacorte, docente di Teore-tica all’Università di Urbino; al commediografo invernacolo Mario Crescenzio.Nella sezione degli “emergenti” del nostro tempo,due eccellenze: il prof. Francesco Maria Bovenzi,cardiologo, Direttore responsabile dell’unità opera-tiva di Cardiologia dell’ospedale “Campo di Marte”di Lucca, professore della scuola di specializzazio-ne in Cardiologia dell’Università di Pisa e il prof.Pierantonio Laveneziana, professore di Neurofisio-logia respiratoria presso la Facoltà di medicina“Pierre et Marie Curie” dell’Università della Sorbo-

    na. Nella terza sezione dedicata ai giovani, attestaticon la “benemerenza” dalla autorità cittadine, sonosaliti sul palco la prof. Caterita Asciano, singolarepittrice, Salvatore Valente fotoreporter dei colori cal-di della nostra terra, capace di catturare l’espressio-ne più profonda di uno sguardo; il fisarmonicistaVince Abbracciante, nominato miglior musicista del-l’anno al Festival Ardo Jazz, mente creativa e musi-cista dell’anima; il regista Beppe Blasi, premio per ilmiglior corto “Il processo del lunedì”, come registasceneggiatore e autore.Hanno arricchito la serata evento la performance digrande elevatura della violinista Antonella Cavallo,la voce possente del giovane tenore Gaetano Pe-traroli e la lettura espressiva della Dott.ssa Antonel-la Greco (attrice del Teatro ostunese in vernacolo).Il Premio “Pagine di vita” si chiude con la premiazio-ne di due squadre sportive che per i loro successihanno conquistato il cuore della tifoseria ostunese:la squadra di tennis femminile del Circolo Tennis diOstuni (promossa in Serie B) e la squadre “Olynpi-que calcio a 5” approdata in serie C/1.“Pagine di vita” riprende in autunno con GiampieraQuartulli e Masietta Palmisano dai microfoni di ra-diostuni seguendo il messaggio “la nostra gentesenza ricordo non passerà”.

    LILLO ZACCARIA

    Cantanti per una se-ra. È quello che èaccaduto ai“Fuoriclas-se”, un gruppo di inse-gnanti coristi della scuo-la secondaria di I grado“Orlandini Barnaba” diOstuni che ha tenuto unconcerto di beneficenzapresso la Casa dellaMusica, lo scorso 28giugno. In realtà i prof sisono già esibiti in occa-sione della commemo-razione del centenariodello scoppio della IGuerra Mondiale, duran-te un incontro organiz-zato dalla BibliotecaDiocesana di Ostuni.Questi docenti, cantanti per diletto, condividendol’amore per la musica sono riusciti, durante il lorotempo libero e con la insostituibile guida del mae-stro Gianni Nobile, ad organizzare una serata dedi-cata ai ragazzi.I “Fuoriclasse” hanno allietato il pubblico cantandoun repertorio di 16 motivi rappresentanti gli anni 30-40-60-70. Dal famoso “Nel blu dipinto di blu” di Do-menico Modugno alla “Classe degli asini” di Natali-no Otto, da “Quella carezza della sera” dei NewTrolls a “Generale” di Francesco De Gregori. Ognibrano è stato introdotto da una presentazione cheha offerto agli spettatori particolari inediti sull’auto-re e curiosità sulle canzoni interpretate. Il pubblico costituito sia da adulti che da alunni haapprezzato e partecipato con gioia e con evidentecoinvolgimento alla performance, degna di veri pro-fessionisti.E’ stato bello vedere i docenti sotto una luce diver-sa, ma soprattutto sapere che sono sempre attentiai problemi dei ragazzi. Fa, infatti, onore a questicoristi lo scopo per il quale è stato realizzato il con-certo. Come hanno affermato i professori nella pre-sentazione, “non abbiamo velleità artistiche, il cuo-

    re con cui abbiamo interpretato i brani proposti dal-la nostra insostituibile guida, ci hanno spinto ad an-dare oltre l’aula delle prove o gli altri luoghi in cuisiamo stati ospitati per condividere la gioia della no-stra musica. Per un obiettivo importante, però. Nel-le aule, nei corridoi del nostro istituto le vite di noiinsegnanti si incrociano quotidianamente con quel-le dei nostri studenti. Dunque, il pensiero non pote-va che correre a loro, soprattutto, a quelli in difficol-tà, a coloro che rimangono spesso silenziosi e inca-paci di esprimere il proprio disagio. La nostra esibi-zione è dedicata ai nostri ragazzi e in particolare al-l’associazione culturale “Il volo di Icaro” che ne cu-ra lo studio pomeridiano, ma anche lo svago duran-te i periodi di pausa dalla scuola”.Sentirli cantare è davvero piacevole, ma sicura-mente sono dei fuoriclasse perché la loro attività hascopi benefici. Il ritorno in cattedra a settembre potrebbe riservarenuove melodie e nuove avventure. Tutti speranoche i Fuoriclasse tornino a calcare le scene e a of-frire ancora una volta e anche in musica, un contri-buto significativo per la crescita dei propri studenti.

    MIRIAM SANTORO E CLAUDIA USTRA

    Un coro di “Fuoriclasse”cantano i docenti del Barnaba

    Apartire da questo numero, saranno trattati alcu-ni tipi di paure che, a volte, possono degenera-re in vere e proprie fobie. Una ‘normale’ paura è uti-le in quanto rappresenta una reazione naturale auno stimolo esterno potenzialmente dannoso. È unmeccanismo che ci aiuta a difenderci, dunque è deltutto normale, anzi necessario. Senza la paura dicadere, per esempio, ci avvicineremmo troppo al ci-glio di un burrone fino a rischiare davvero di preci-pitare. La fobia è, invece, una risposta inconsultaed ‘esagerata’, che si manifesta spesso anche sen-za alcuno stimolo esterno. Sempre per rimanere al-l’esempio del burrone, la fobia potrebbe spingereaddirittura a controllare i propri passi per non cade-re, pur consapevoli di essere a chilometri di distan-za dalla più vicina altura.

    NON CI VEDO CHIARO… Tutti noi ci siamo trovati almeno una volta in assen-za di energia elettrica. Per un black-out o per altrimotivi, abbiamo potuto sperimentare quanto sia im-portante il senso della vista, della cui indispensabi-lità ci si accorge, appunto, proprio quando non sene ha la momentanea disponibilità: procediamo atentoni, delegando al tatto, all’udito e anche all’ol-fatto, il compito di provvedere alla precaria situazio-ne. Eppure con il buio condividiamo circa tre quartidella nostra vita, a meno di non averne tanta paurada dormire con una luce di cortesia o, addirittura,con il lampadario acceso. La paura del buio è co-mune a tutti e non è la mancanza di luce in sé aprovocare il disagio, ma la limitata e distorta perce-zione degli stimoli esterni. È la paura dell’ignoto,della minaccia nascosta, che sin dalla sua compar-sa sulla Terra, ha seguito l’uomo nella sua evoluzio-ne, accompagnandolo di notte per mantenere altala vigilanza verso le possibili aggressioni e i costan-ti pericoli. Nei bambini la paura del buio è normalee insorge intorno ai due anni e, come la paura del

    fuoco piuttosto che dell’acqua o di essere aggredi-ti, di ciò che è ignoto, comunemente scompare nel-l’età che va dai quattordici ai diciotto anni, dunquein concomitanza con la completa maturazione psi-co-fisica.

    L’ACLUOFOBIAQuando, però, questa paura comune a uomini eanimali (gli etologi la definiscono primaria), limita lenormali attività quotidiane, ossessionando e terro-rizzando l’individuo, allora siamo in presenza di unavera e propria fobia che, nel caso del buio, si chia-ma acluofobia (dal greco aclus oscurità e phobosfobia, appunto). I sintomi variano secondo la gravi-tà e sono comuni ad altri tipi di fobie: sudorazione,tachicardia, difficoltà a respirare, stato di grande di-sagio generalizzato. Le cause dell’acluofobia, sifanno risalire alla prima infanzia. Il buio, di solito,inizia a far paura da piccoli quando è associato aldistacco o all’assenza delle figure affettive: il bam-bino viene messo nel suo lettino, separato senzaun motivo plausibile per lui. Ha la percezione di ri-manere solo ed è impaurito, ma nel tempo si abituaall’idea che quell’abbandono è solo temporaneo e,con l’età tutto si risolverà. A volte, però, particolaricondizioni ambientali, affettive, educazionali, ampli-ficano il disagio e consentendo alla situazione di ‘al-larme’ di protrarsi patologicamente aumentando neltempo di intensità e frequenza. Purtroppo si è solititrascurare questo tipo di disturbi, considerati ‘fisimeche passeranno …’ quando, invece, potrebbero es-sere affrontati e risolti. Ovviamente esistono moltescuole di pensiero sulla genesi delle fobie e, sicura-mente, vi possono essere cause e concomitanzediverse da quelle fin qui esposte che richiederebbe-ro una più ampia trattazione. Per inviare domande: dott. Franco Sponziello [email protected]

    Chi ha non paura del lupo cattivo?del dott. Franco Sponziello

    LLLLaaaa ppppaaaarrrroooo llll aaaa aaaa llll llll oooo ppppssss iiii cccc oooo llllooooggggoooo

    I 100 e 100 e lode della maturitàPubblichiamo, come ogni anno, i nomi delle ragazze e dei ragazzi che hanno concluso il corso nelle scuo-le superiori di Ostuni con i punteggi di 100 e di 100 e lode: ci felicitiamo con loro per i brillanti risultati ot-tenuti che speriamo di veder confermati in ogni tappa successiva della loro vita, così come formuliamo imigliori auguri a tutti i giovani che si affacciano al mondo dell’università e del lavoro.Al Liceo Classico hanno ottenuto 100: Mirea Petraroli, Claudia Giorgino, Roberta Morelli, Valeria Ayroldi,Giovanni Cisaria, Beatrice Lotesoriere, Valeria Melpignano, Maria Prudentino, Silvia Zurlo e AlessandraCarella; la lode è andata a: Vita Maria Giacovelli, Luciano Carani, Francesca Palumbo, Valentina Vitale.Al Liceo Scientifico hanno ottenuto 100: Alessio Apruzzi, Giuseppe Blasi e Fausto Gernone; 100 e lodeper Antonio Turco, Francesca Pugliese e Francesco Bianco.All’Istituto Agrario i 100 sono tre: Sergio Bogotto, Antonio Lodedo e Donato Vitale.All’Industriale il 100 è andato a Michele Piccinno ed Umberto Bruno.Al Geometra 100 per Valerio Caroli e Vito Loconte.Al Commerciale Turistico hanno ottenuto 100 Maria Cicorio e Vito Pace; mentre la lode è andata a Ma-riella Marseglia.Il 20 settembre prossimo, come è tradizione, i ragazzi maturati con il massimo dei voti, o con la lode, ver-ranno premiati dal Rotary Club di Ostuni, in una manifestazione dedicata all’orientamento dei giovani chesi accingono a frequentare le ultime classi delle superiori. All’iniziativa, che si svolgerà nell’auditorium delLiceo Scientifico, interverrà l’Assessore alla Cultura del Comune di Ostuni, Pierangelo Buongiorno, do-cente all’Università del Salento.

    EEEEssssaaaammmmeeee dddd iiii SSSStttt aaaa ttttooooSi è concluso da poco l’anno scolastico 2013/2014 e nell’esame di Stato del-la sessione estiva la candidata

    VALENTINA VITALEche ha frequentato la Classe 3ª sezione C del Liceo Classico “Antonio Cala-mo” di Ostuni, si è licenziata con il massimo dei voti (100/100 e lode).La famiglia intende esprimere un profondo ringraziamento ai docenti chehanno profuso il loro impegno professionale nel corso degli anni alla fine deiquali Valentina ha conseguito egregiamente l’ammissione agli esami di ma-turità ed ha elaborato un percorso multidisciplinare incentrato sulla trama del film “La grande bellez-za” del regista Paolo Sorrentino.Il percorso seguito, tutto personale, è stato valutato con giudizio abbastanza positivo dalla Commissio-ne esaminatrice, presieduta dalla Dirigente Scolastica Maria Luisa Sardelli.Il papà Cosimo, la mamma Caterina Calò, il fratello Michele, i nonni materni Pino e Grazia Calò edal cielo i nonni paterni Michele e Cosimina Vitale, nel congratularsi con Valentina, augurano un fu-turo altrettanto radioso.

    Notizie dall’OspedaleCome già riportato nello scorso numero del nostro giornale, dal 14 giugno u.s. sono stati sospesi i ri-coveri presso la unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale civile di Ostuni.Il provvedimento della direzione sanitaria, dovuto a mancanza di personale medico ed infermieristico, staprovocando notevoli disagi alla popolazione della zona nord della provincia di Brindisi e, su proposta deldottor Elio Spennati, direttore della unità operativa della cardiologia di Ostuni nonché neo-consigliere co-munale, il grave problema sarà posto all’ordine del giorno del consiglio comunale appena insediato. Lostesso comune di Ostuni, nella persona del sindaco Gianfranco Coppola, ha già presentato ricorso al TARavverso a tale decisione e, inoltre, si è in attesa di una risposta nel merito da parte del nuovo assessorealla sanità della regione Puglia, Donato Pentassuglia.Ci sembra appena il caso di ricordare che la riattivazione del punto nascite del locale nosocomio, qualo-ra dotato di personale qualificato ed in numero sufficiente, non prescindendo nemmeno da una revisionee da un potenziamento strutturale, risponderebbe, in primo luogo, alle esigenze di un bacino di utenza dioltre 120.000 abitanti, che durante il periodo estivo almeno raddoppiano, e, in secondo luogo, raggiunge-rebbe sicuramente lo standard nazionale previsto di 700-800 parti all’anno, rispettando, anche, il limite diun quarto di cesarei rispetto al totale dei parti.Procedono intanto, presso l’ospedale di Ostuni, i lavori di realizzazione della passerella di collegamentotra la nuova piastra e la struttura esistente e noi auspichiamo che tutta l’opera proceda speditamente esenza interruzioni, fino al definitivo completamento dell’ala nuova.Sabato, 2 agosto 2014, presso l’ospedale civile di Ostuni, a cura della locale sezione dell’AVIS “PaoloTanzarella”, è stata organizzata una giornata straordinaria di donazione di sangue. Attraverso questoevento, i responsabili della benemerita associazione di volontariato, hanno voluto porsi l’obiettivo di ri-mediare, per quanto nelle loro possibilità, alla grave insufficienza ematica trasfusionale esistente in pro-vincia di Brindisi.

    ROSARIO SANTORO

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    22001144Speciale

    Dal 7 al 18 AGOSTO• ore19 alle 23, Biblioteca Diocesana in Largo Cat-tedrale, Mostra di antiche bilance e misure. Giovedì14 alle 20, ci sarà una serata di “Libri e musica” nel-l’ambito della mostra.Dal 7 al 10 AGOSTO• dalle 21 in poi “LA MASSERIA DEL CINEMA”presso la Masseria Cirasola - S.da Ostuni-Villano-va, appena a destra della Cappella Sansone.Venerdì 8 AGOSTO• ore 19.00 - CARNEVALE ESTIVO V i l l a n o v a -Camerini - Marina di Ostuni• ore 21.00 - UN’EMOZIONE CHIAMATA LIBRO –Nuova serie 2014 (XVIII EDIZIO-NE) - LIBRI, AUTORI E DINTORNI“Viaggiatore di nuvole” (Marsilio,2013) - GIUSEPPE LUPO dialogacon Ettore Catalano - Chiostro SanFrancesco• ore 21.00 - VIVI LA CONTRADA-serate danzanti nelle contrade,C.da Mezzoprete St. prov.le Ostu-ni-Martina Franca• ore 21.30 - MARCO GIULIANIQUARTET incontro musicale - Cir-colo Tennis Ostuni• ore 22.00 - PIAZZA IN MUSICA - Piazza LibertàSabato 9 AGOSTO• dalle ore 19.30 all’alba TEATRI DI TERRA 2014 –XII rassegna teatrale: “Festa della Luna” con Giulla-ri del Diavolo SULLE NUVOLE - C.da Foragnoì• I SAPORI DEL FOLKLORE - ore 20.00 - Corteodei gruppi folk e carri d’epoca con partenza da L.goFalcone (nei pressi della Biblioteca Comunale); ore21.00 - Gran Festival Nazionale del folklore e degu-stazione prodotti tipici - Villa comunale• ore 20.30, PRESENTAZIONE DEL LIBRO: ”CA-MORRA SOUND”- di D. Sanzone (vocalist del grup-po A67) - Chiostro San Francesco• ore 21.00 - LU FARABUTTE - commedia in verna-colo - Edificio scolastico “Vitale” - Ass.ne Amici delTeatroDomenica 10 AGOSTO• ZAGAREDDE - mercatino dell’antiquariato - VillaComunale• ore 10.00 - RCBEACH 2014 - Musica in spiaggia-Camerini• ore 16.00 - AQUATHLON 2014 - gare amatoriali-Lido Bosco Verde (Marina di Ostuni)• ore 17.00 - MERCATINO - Camerini • ore 18.00 - FITNESS performance - Villanova • ore 20.00 - INTRAVEDO L’ARTE E L’ANIMA 6°ARTFESTIVAL- Concerto: Il violino e il pianoforte -A. Cavallo e A. Lanzillotti - Chiesa S. Francesco diPaola• ore 21.00 - BRASILIAN - La musica brasiliana e iljazz - Chiostro San FrancescoLunedì 11 AGOSTO• ore 21.00 - TEATRI DI TERRA 2014 - XII rasse-gna teatrale: G. Livigno - R. Anglisani - C.da Fora-gno - La Luna nel pozzo• ore 21.30 - 75° CONCORSO NAZIONALE MISSITALIA - finale Miss Eleganza Puglia -P.zza LibertàMartedì 12 AGOSTO• ore 21.00 - UN’EMOZIONE CHIAMATA LIBRO –Nuova serie 2014 (XVIII EDIZIONE) - LIBRI, AUTO-RI E DINTORNI “Creature simili” (Agenzia X, 2013)– EMANUELA ZUCCALA’ E SIMONE TOSONI dia-logano con Paola Loparco e Giusy SantomancoCaso - Chiostro San Francesco• ore 21.00 - TEATRI DI TERRA 2014 - XII rasse-gna teatrale: “Piccoli movimenti colorati”-Teatrim-perfetti - C.da Foragno - La Luna nel pozzoMercoledì 13 AGOSTO• ore 19.00 - OSTUNI E’ BIANCA / WHITE PARTYDAY - Centro storico - Ass.ne Salviamo il bianco• ore 21.00, VIVI IL CENTRO STORICO DI NOTTEVisita guidata al centro storico (partecipazione gra-tuita) Partenza da P.zza Libertà• ore 21.00 - PIZZICA E TARANTELLA Spettacolocon il gruppo folk “Città di Ostuni” - Centro storico• Dal 13 al 31 agosto, TETRIX-mostra personale-opere di F. Fontana a cura di C. Cirpiani - Confrate-rinita del PurgatorioGiovedì 14 AGOSTO• ore 18.00 - OPEN DAY TORRE POZZELLE escur-sione gratuita - Torre Pozzelle• ore 18.30 - OPEN DAYS “LA PICCOLA AGRICOL-TURA LOCALE DI QUALITA”, IL TERRITORIO EL’INNOVAZIONE”- visita guidata - C.da MorroneSS. 16 –Km.875• ore 20.00 - SALUS SPORT COUNTRY WE-STERN DANCE - danza sportiva - Villanova• ore 21.00 - VIVI LA CONTRADA - serate danzan-ti nelle contrade- C.da Grotte di Figazzano St.prov.le Ostuni-Martina Franca• ore 21.00 - PREMIO INTERNAZIONALE “TITOSCHIPA” 4ª ed. - Chiostro San FrancescoVenerdì 15 AGOSTO• ore 19.00 - “SAGRA VECCHI TEMPI OSTUNIANIMATA” - sagra popolare 38ª edizione - V.le O.QuarantaGruppo folk La Stella

    • ore 21.00 - TEATRI DI TERRA 2014 - XII rasse-gna teatrale: “Robin Hood” Armamaxa teatro - C.daForagno - La Luna nel pozzoSabato 16 AGOSTOore 21.00 - VIVI LA CONTRADA serate danzantinelle contrade - C.da Specchiaruzzo St. prov.leOstuni-Martina Franca• ore 21.00 - TEATRI DI TERRA 2014 XII rassegnateatrale: “La Bicicletta Rossa” Principio attivo teatro - C.da Foragno - La Luna nel pozzo• Dal 16 al 31 ago - SCALINARTE rassegna d’arte-Via G. Da Procida (centro storico) - Giuseppe Carel-la

    Domenica 17 AGOSTO• ore 10.00 - RCBEACH 2014 - Mu-sica in spiaggia-Santa Lucia• ore 17.00 - MERCATINO - Cameri-ni • ore 21.00 - RENZO ARBORE EL’ORCHESTRA ITALIANA in concer-to - Foro boario• ore 21.00 - TEATRI DI TERRA2014 XII rassegna teatrale: “Rac-conti intorno al fuoco” Superman &me - R. Mc Neer - C.da Foragno - La

    Luna nel pozzoLunedì 18 AGOSTO• ore 21.00 - UN’EMOZIONE CHIAMATA LIBRO –Nuova serie 2014 (XVIII EDIZIONE)- LIBRI, AUTO-RI E DINTORNI “Didone per esempio” (Castelvec-chi, 2014) – MARIANGELA VAGLIO dialoga conMarco Melluso e Pierangelo Buongiorno. Lettura dibrani scelti di Luciano Manzalini - Chiostro SanFrancesco• Dal 18 al 24 agosto - TORNEO CITTADINO DITENNIS “DOPPIO GIALLO” Circolo Tennis OstuniMartedì 19 AGOSTO• ore 18.00 - BABY RUNNER -Fitness performance - Parten-za: Lido Fontanelle - Arrivo: Co-sta Merlata• ore 18.30 - UN’EMOZIONECHIAMATA LIBRO – Nuova se-rie 2014 (XVIII EDIZIONE)- LI-BRI, AUTORI E DINTORNI“Scritto misto” Monologo scrittoe interpretato da LUCIANOMANZALINI. Introduce DiegoSchiavo. Prima dello spettacolo:Luciano Manzalini ed Ettore Catalano dialogano su:“Dubbi di un presunto scrittore” (Pendragon, 2006)- Parco archeologico e naturale di Santa Maria diAgnanoMercoledì 20 AGOSTO• ore 19.30 - OSTUNI DA GUSTARE “Agricoltura fa-miliare e il riciclo del cibo”. Convegno Chiostro SanFrancesco• ore 21.00 - VIVI IL CENTRO STORICO DI NOTTEVisita guidata al centro storico (partecipazione gra-tuita) - Partenza da P.zza Libertà• ore 21.00 - PIZZICA E TARANTELLA Spettacolocon il gruppo folk “La Stella” - Centro storico• ore 21.00 - VIVI LA CONTRADA serate danzantinelle contrade - C.da San Salvatore - St. prov.leOstuni-Martina Franca• ore 21.00 - FRISCJEN MANGJAN sapori e musi-ca in C.da Chiobbica con l’Antico Gruppo Agricolo(sagra dell’arrosto) - C.da Chiobbica St. prov.leOstuni-Martina FrancaGiovedì 21 AGOSTO• ore 18.00 - OPEN DAY TORRE POZZELLE escur-sione gratuita - Torre Pozzelle• ore 18.30 - OPEN DAYS “LA PICCOLA AGRICOL-TURA LOCALE DI QUALITA’, IL TERRITORIO EL’INNOVAZIONE” visita guidata -C.da Morrone SS.16 –Km.875• ore 20.00 - SALUS SPORT COUNTRY WE-STERN DANCE - danza sportiva - Villanova-marina di Ostuni Polisportiva Salus Sport• ore 21.00 - E. SATIE in concerto (musica da Ca-mera) - Chiesa di San Vito Martire (Le Monacelle)• Dal 21 al 23 agosto - OSTUNI DA GUSTARE – 3ªed. del mercatino delle eccellenze agroalimentari -V.le O. QuarantaVenerdì 22 AGOSTO• ore 17.30 - CONCERTO DI MUSICA CLASSICA –duo di violoncello con H. Mannes e M.Caeyers -Parco Archeologico Santa Maria d’Agnano• ore 21.00 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “CA-TULLO E LESBIA Canto d’amore” di M. ColaciccoMenna - Armando editore- (Roma 2014) - ChiostroSan Francesco• ore 21.00 - PIZZICA E TARANTELLA Spettacolocon il gruppo folk “Città di Ostuni” - Centro storico• ore 22.00 - PIAZZA IN MUSICA - Piazza LibertàSabato 23 AGOSTO• ore 18.00 - BAMBINI IN VILLA Fitness performan-ce - Percorso per bambini - Partenza: Lido Fonta-nelle - Arrivo: Costa Merlata• ore 20.30 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “Man-gia come parli” di C. Scaffidi (Slow Food Editore2014) - V.le O. Quaranta (centro storico)

    • ore 21.00 - UPUPA MY DREAM IS MY REBELKING 2 spettacolo teatrale -Chiostro San Francesco23 e 24 AGOSTO• ore 18.00 - FESTA DI GALANTE - C.da GalanteSt. prov.le Ostuni-Martina Francadi GalanteDomenica 24 AGOSTO• ore 17.00 - MERCATINO Camerini Marina di Ostu-ni• ore 20.00 - INTRAVEDO L’ARTE E L’ANIMA 6°ARTFESTIVAL- Concerto: G. Pezzolla’s Quartet -Chiesa San Francesco di Paola• ore 20.00 - FESTE PATRONALI - GRAN CON-CERTO BANDISTICO Città di Manduria - PiazzaLibertà24, 25, 26 E 27 AGOSTO• ZAGAREDDE - mercatino dell’antiquariato - VillaComunaleLunedì 25 AGOSTO• ore 18.30 - UN’EMOZIONE CHIAMATA LIBRO –Nuova serie 2014 (XVIII EDIZIONE)- LIBRI, AUTO-RI E DINTORNI “Un padre è un padre” (Rizzoli,2014) – CATENA FIORELLO – Introducono LucianoAnelli e Paola Cirasino - Parco archeologico e natu-rale di Santa Maria di Agnano• ore 20.00 - FESTE PATRONALI - ORCHESTRADI FIATI Città di Spinazzola - Piazza LibertàMartedì 26 AGOSTO• ore 19.00 - FESTE PATRONALI - Processione -CAVALCATA S. ORONZO - Basilica Minore – Con-cattedrale - (percorso cittadino)• ore 20.00 - FESTE PATRONALI - GRANDE OR-CHESTRA DEL SALENTO - Piazza Libertà• ore 24.00 - FESTE PATRONALI Fuochi pirotecni-cia cura della ditta PIROSUD di Latiano - Foro boa-rio

    Mercoledì 27 AGOSTO• ore 19.00 - FESTE PATRO-NALI - Premiazione dei cavalie-ri della “Cavalcata” - P.zza Italia• ore 20.00 - FESTE PATRO-NALI - CONCERTO BANDISTI-CO Città di Lizzano - Piazza Li-bertà• ore 21.00 - FESTE PATRO-NALI - I NOMADI in concerto -ingresso gratuito- Foro boarioGiovedì 28 AGOSTO• ore 18.00 - OPEN DAY TOR-

    RE POZZELLE escursione gratuita - Torre Pozzelle• ore 18.30 - OPEN DAYS “LA PICCOLA AGRICOL-TURA LOCALE DI QUALITA’, IL TERRITORIO EL’INNOVAZIONE” - visita guidata - C.da MorroneSS. 16 - Km.875• ore 19.00 - OSTUNI POP – Festival dell’identità-(letteratura, musica, cinema, arte) Presentazionedel libro: “Un moderato delirio. Sopravvivere a Bari”di R. Nicassio; segue alle 21.00: Proiezione del film:“Mio cognato” - Regia di Alessandro Piva - con S.Rubini e L. Locascio - Slow Cinema • ore 20.00 -SALUS SPORT COUNTRY WESTERN DANCE -danza sportiva- Villanova• ore 21.00 - ORCHESTRA CITTA’ DI OSTUNI E ITRE TENORI - P.zza LibertàVenerdì 29 AGOSTOore 19.00 - OSTUNI POP Festival dell’identità (let-teratura, musica, cinema, arte) Presentazione del li-bro: “13 sotto il lenzuolo” di Giuliano Pavone; se-gue alle 21.00 la proiezione del film: “In grazia diDio” Regia di Edoardo Winspeare - Slow Cinema• ore 21.00 - VIVI IL CENTRO STORICO DI NOTTEVisita guidata al centro storico (partecipazione gra-tuita) - Partenza da P.zza Libertà• ore 21.00 - PIZZICA E TARANTELLA Spettacolocon il gruppo folk “Lu Barcarulu” - Centro storico• PIAZZA IN MUSICA - Piazza LibertàSabato 30 AGOSTO• ore 19.00 - OSTUNI POP Festival dell’identità-(letteratura, musica, cinema, arte) Presentazionedel libro: “Il libro dell’amore proibito” di Mario Desia-ti; segue alle 21.00 la proiezione del film: “La Terra”- Regia di Sergio Rubini - Slow CinemaDomenica 31 AGOSTO• ore 17.00 - MERCATINO - Camerini -Marina di Ostuni• ore 20.00 - INTRAVEDO L’ARTE E L’ANIMA 6°ARTFESTIVAL Concerto: Le suite di J. S. Bach pervioloncello (trasc. per viola) - Chiesa San France-sco di Paola• ore 21.00 - OSTUNI POP Festival dell’identità-(letteratura, musica, cinema, arte) Proiezione delfilm: “La capa gira” di Alessandro Piva; segue alla23.00 la serata OSTUNI POP musica a cura di A.Piva - Slow Cinema• ore 21.00 - VIVI LA CONTRADA serate danzantinelle contrade - C.da Galante St. prov.le Ostuni-Martina Franca•ore 21.00 - HELLO LOUIS omaggio a Louis Ar-

    mstrong - Chiostro San FrancescoDall’1 al 15 SETTEMBRE• ALIENS mostra collettiva - a cura di G. Damiani.Evento in sinergia con “Frattura scomposta” di Mila-

    no - inaugurazione 1 settembre – ore 19.00-Confra-ternita del PurgatorioLunedì 1 SETTEMBRE• ore 21.00 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “STO-RIA DI OSTUNI A FUMETTI” - LAB Edizioni - Sce-neggiatura di Ferdinando Sallustio - Disegni di Do-natello Pentassuglia - Chiostro San FrancescoMercoledì 3 SETTEMBRE• ore 21.00 - VIVI IL CENTRO STORICO DI NOTTEVisita guidata al centro storico (partecipazione gra-tuita) Partenza da P.zza Libertà (Chiesa S. France-sco)• ore 21.00 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “LARUOTA DELLE FAVOLE: FILASTROCCHE, RAC-CONTI, INTERVISTE”- testi a cura di FerdinandoSallustio - ed. SECOP - Chiostro San FrancescoGiovedì 4 SETTEMBRE• ore 18.00 - OPEN DAY TORRE POZZELLE escur-sione gratuita - Torre Pozzelle• ore 18.30 - OPEN DAYS “LA PICCOLA AGRICOL-TURA LOCALE DI QUALITA’, IL TERRITORIO EL’INNOVAZIONE” visita guidata - C.da MorroneSS. 16 –Km.875Dal 5 al 7 SETTEMBRE• “ATTRAVERSAMENTI” Festival arte contempora-nea, incontri, cinema, food - Piazza Libertà e cen-tro storicoDal 5 al 7 SETTEMBRE• WHITE CITY COUNTRY FESTIVAL 1ª edizione -Raduno di turismo equestre ed equitazione ameri-cana - Foro boarioSabato 6 SETTEMBRE• ore 21.00 - VIVI LA CONTRADA serate danzantinelle contrade - C.da Monte Michele St. prov.le Mar-tina Franca – CisterninoDomenica 7 SETTEMBRE• ore 20.00 - INTRAVEDO L’ARTE E L’ANIMA 6°ARTFESTIVAL “E dentro me…tutti i sogni del mon-do” con A. De Filippis - Chiesa San Francesco diPaolaMercoledì 10 SETTEMBRE• ore 21.00 - VIVI IL CENTRO STORICO DI NOTTEVisita guidata al centro storico (partecipazione gra-tuita) - Partenza da P.zza Libertà (Chiesa S. Fran-cesco)• ore 21.00 - PIZZICA E TARANTELLA - Spettacolocon il gruppo folk “La Stella” - Centro storicoGiovedì 11 SETTEMBRE• ore 18.00 - OPEN DAY TORRE POZZELLE escur-sione gratuita - Torre PozzelleVenerdì 12 SETTEMBRE• ore 19.00 - FESTIVAL INTERNAZIONALE DEGLIARTISTI DI STRADA –“ARRIVANO DAL MARE” -anteprima Festival - Villanova • ore 21.00 - PIAZZA IN MUSICA - Piazza LibertàSabato 13 SETTEMBRE• ore 10.00, 18.30 e 20.30 - FESTIVAL INTERNA-ZIONALE DEGLI ARTISTI DI STRADA - Laboratoricon artisti - Parate per le vie cittadine - Spettacoli -Villa Comunale, Piazza Libertà e Centro StoricoDomenica 14 SETTEMBRE• ore 10.00, 18.30 e 20.30 - FESTIVAL INTERNA-ZIONALE DEGLI ARTISTI DI STRADA - Laboratoricon artisti - Parate per le vie cittadine - Spettacoli -Chiostro S. Francesco, Piazza Libertà e Centro Sto-rico• ZAGAREDDE mercatino dell’antiquariato - VillaComunaleGiovedì 18 SETTEMBRE• ore 18.00 - OPEN DAY TORRE POZZELLEescursione gratuita - Torre PozzelleVenerdì 19 SETTEMBRE• ore 21.00 - PIAZZA IN MUSICA - Piazza LibertàSabato 20 SETTEMBREore (da definire) - UN’EMOZIONE CHIAMATA LI-BRO - Nuova serie 2014 (XVIII EDIZIONE)- LIBRI,AUTORI E DINTORNI “La crisi dell’utopia” (Laterza,2014) – LUCIANO CANFORA dialoga con MassimoBray ed Ettore Catalano – Interventi di Giusy San-tomanco Caso e Beppe Moro - Luogo da definire21 E 22 SETTEMBRE• ore 17.30 - LA CULTURA DELL’INCONTRO Festadell’editoria religiosa italiana - Chiostro San France-sco - MEIC Ostuni – Lo Scudo – Rotary ClubGiovedì 25 SETTEMBRE• ore 18.00 - OPEN DAY TORRE POZZELLE escur-sione gratuita - Torre PozzelleVenerdì 26 SETTEMBRE• ore 19.00 - FESTA DEI SS. MEDICI - S. Messa -spettacolo musicale e fuochi pirotecnici - Parroc-chia SS. Cosma e Damiano• ore 21.00 - FESTA SS. COSMA E DAMIANO conl’Antico Gruppo Agricolo - C.da Chiobbica St.prov.le Ostuni-Martina Franca• ore 21.00 - PIAZZA IN MUSICA - Piazza LibertàDal 26 al 28 SETTEMBRE• OSTUNI:UNA CITTA’ A FUMETTI V edizione - In-contri con i fumettisti, festa con i giochi del passato- Villa Comunale

    OSTUNI ESTATE 2014 tutti gli eventi dell’estate ostunese

    I NOMADI

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    22001144Speciale

    VIAGGIO NELLE PARROCCHIE DI OSTUNI I parte

    LA CATTEDRALE

    Con le nuove disposizioni pastorali promosse daS.E. mons. Domenico Caliandro il distretto par-rocchiale della Cattedrale si arricchisce di nuove edillustri filiazioni. Elevata al rango di Basilica minoredall’arcivescovo mons. Rocco Talucci nel 2011 laconcattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, rico-struita nella s. m. del XV secolo sulle fondamenta diuna precedente chiesa romanica, si è ampliata nelcorso della sua lunga storia per meglio risponderealle esigenze del culto e di rappresentatitivà dellacittà di Ostuni, una delle più importanti della Terrad’Otranto. Dopo gli importanti restauri prodotti tra il1964 e il 1968, altri interventi si sono succeduti inquesti ultimi decenni per migliorare l’assetto del-l’edificio. Riguardo alle strutture architettoniche van-no ricordati il risanamento della cupola della Cap-pella del Santissimo Sacramento del e la pulituradella facciata tra il 2007 e il 2008. Dopo il restaurocompiuto nei primi anni 90 del 1900 del più impor-tante dipinto custodito nella chiesa la Madonna conBambino di Domenico Andrea Vaccaro, tra il 1995e il 1996 sono stati restaurati gli altari lignei dellaCappella dei Santi Patroni e della Madonna dellaSanità. Sono seguite le puliture delle tele custoditenella Sacrestia raffiguranti soggetti relativi all’Euca-restia, del dipinto della Madonna con Bambino eSant’Antonio della s. m. del XVIII secolo e dellaPresentazione di Maria al Tempio del 1612 circa, ri-consegnato nell’ottobre del 2013. Non minori perimportanza storica, per pregio artistico e per inten-sità di vita spirituale le altre sedi di culto aggregatealla parrocchia Cattedrale. Le chiese di San Fran-cesco e di Santa Maria del Carmine, della s.m. delXVIII sec. con prospetti della fine del XIX sec., ini-zialmente annesse ai conventi dei Francescani con-ventuali e dei Carmelitani, sedi rispettivamente del-l’Arciconfraternita dell’Immacola e della Confraterni-ta della Madonna del Carmine. Nasce come parte

    integrante del monastero benedettino femminile lachiesa di San Pietro della s. m. del XVII secolomentre è stata eretta dalla confraternita delle Animedel Purgatorio la chiesa del Purgatorio della s.m.del XVIII secolo, perpetuandone l’operato. Ancoranell’ambito del rione più antico di Ostuni non va di-menticata la cappella di San Giacomo in Compo-stella, patronale della famiglia Caballerio estintasinella s.m. del XV sec., originale esemplare di cap-pella privata con interessanti opere scultoree dellostesso periodo. Ugualmente di carattere gentilizio èla chiesetta di San Giuseppe, nelle vicinanze dellaPiazza della Libertà, costruita per propria devozio-ne dalla famiglia Ayroldi nella s.m. del XIX secolo. Apoche centinaia di metri si eleva la chiesa dello Spi-rito Santo, voluta nella p.m. del XVII secolo dal ve-scovo Melingi per supportare le richieste spiritualidei residenti nei rioni sorti dopo il 1520 oltre le mu-ra aragonesi. Nella zona degli orti periurbani sonoinfine localizzate altre due significative sedi eccle-siastiche. La chiesa di san Francesco di Paola, ini-zialmente unita al convento dei Francescani minimidella s.m. del XVIII secolo e il santuario della Ma-donna della Grata, consacrato nel 1914, meta nelpassato di un intenso pellegrinaggio declinato alfemminile. Nel novero delle chiese appartenenti al-la parrocchia della Cattedrale fanno anche parte lachiesa di Santa Maria della Croce a Villanova, co-struita alla fine del XIX secolo sulla cinquecentescachiesa di Santa Maria del Muro e i santuari collina-ri di San Biagio e di Sant’Oronzo Un patrimoniostorico, artistico e spirituale che può essere valoriz-zato e inserito in una rete di iniziative non solo rivol-te alla valorizzazione culturale di questi beni ma ca-paci anche di stimolare momenti di riflessione e dipreghiera in contesti diversi dalle più frequentatesedi urbane.

    Uè don Piè, cu stì versette ‘ngape a ttè me vogghije mette!Ma tu ste’ propria scunzelate Ca Mengucce t’ha spustate? Cusse ‘ngareche ‘mbortande Na ì dde certe cumme l’ande. Na chiesija a tte t’one luate, ma sette n’one a tte affedate! Va’ veloce, mitte fretta Ca la chijazza te stè spetta. Na puè jesse scuscetateCa da Sande Ronze s’ì uardate! Già lu veche propria ‘mpena Ca stè spetta la Novena, e pe’ chera de cuss’anne tua av’a jesse lu cumanne. ‘Mmienze a tutte sti Madonne Uè, don Pie’, tu ì jesse iomme. Mitte a ccura, fa’ attenzione Cu nna ffachene custione. Po’ tra tutte sti cungreche

    Già a cumbatte te sto vveche!E da lu Carmene a lla Grata Ite assà la camenata. Quande l’aria ì ddongia e ffina Tu ì scì ‘nzigne a lla marina, e ce ve mmore poje ‘ngunune ì scì parà a lli Tammerrune. Po’ lu ggiurne de li Sande Tu ì sci pure a Ccambesande! E quande manghe te lu pienze I ccelebbrà a Ssande Larienze. Quanne arriva la staggione Ì ddisce Messa a llu Pelone!E ‘ngune ggiurne, pe llu frische Ì ddisce Messa a san ‘Mbrangische! Però l’augurije te fascime E jnd’a chisse vrazzze te strengime! E ll’augurije nueste, cu llu core Ì ccu deviende menzegnore!

    GIANFRANCO MORO

    I tesori della Cattedraledi Enza Aurisicchio

    Adecorrere dal 1° luglio2014 il Rev. Sac. Don Pie-tro Suma, già Parroco dellaChiesa Madonna del Pozzo diOstuni e Presbitero del CleroDiocesano, è stato nominatodall’Arcivescovo, Mons. Do-menico Caliandro, Parroco diSanta Maria Assunta in Catte-drale.Considerata l’importanza dellanomina, collegata alle rilevantitrasformazioni funzionali ed or-ganizzative riguardanti la Par-rocchia di Santa Maria Assun-ta in Cattedrale, ho rivolto alnuovo parroco alcune doman-de.A seguito delle trasformazio-ni introdotte dal decreto dinomina del 13 giugno 2014qual è il suo compito?“Sono chiamato a dare il miocontributo per il progetto diChiesa sul territorio. Si tratta di un progetto unitario,di comunione di persone e di possibilità, perché lacomunione è un elemento fondamentale della dot-trina cristiana. Noi, difatti, siamo servi della comu-nione con Dio e tra di noi. E dal concetto di comu-nione deriva quello di condivisione. A riguardo mipiace ricordare il miracolo della moltiplicazione deipani e dei pesci che, in realtà, è il miracolo dellacondivisione: i cinque pani e i due pesci, infatti, rap-presentano tutte le possibilità che Dio ha dato al-l’uomo e che in virtù della condivisione fanno sì checiò di cui disponiamo sia sufficiente per sempre eper tutti..”Qual è la nuova organizzazione prevista?“Al parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta inCattedrale sono state assegnate legalmente e pa-storalmente tutte le chiese comprese nell’area apartire dalla zona ottocentesca (Spirito Santo, SanFrancesco, San Giuseppe, etc.) scendendo verso ilmare, compreso il Cimitero, la zona industriale e lacosta. La sede operativa della parrocchia sarà laChiesa di San Francesco, sia perché è più accessi-bile, sia perché è più centrale, nella quale si svolge-rà la maggior parte delle attività cultuali e pastorali,come le celebrazioni ordinarie; in Cattedrale, inve-

    ce, per mantenere sempre vi-vo il valore della Chiesa Ma-dre, avverranno tutte le cele-brazioni di carattere solenne ecittadino. Una Chiesa più vici-na ai fedeli, quindi, non daraggiungere, ma che vive nel-l’agorà, in cui ci si incontra e sidiscute per migliorare.” Quindi si può affermare chela Cattedrale non ha subitoun declassamento?“Assolutamente no. Anzi, sipuò affermare che con questonuovo progetto vi sia una va-lorizzazione della funzionedella Cattedrale, ossia quelladi essere un riferimento pertutti. È vero che si riducono lecelebrazioni, ma si potenzia ilruolo della Parrocchia Catte-drale; essa diviene ancora dipiù un fondamentale riferi-mento ideale, spirituale e cul-

    turale. Aumenta, inoltre, la c.d. capacità contrattua-le della Parrocchia Concattedrale, potendo ora unsolo parroco rappresentare una molteplicità di real-tà con le sue necessità, ma anche con le sue oppor-tunità A tal proposito ritengo che ci debba essereuna vera e propria rivitalizzazione dei luoghi di cul-to, rendendo tutte le chiese usufruibili, grazie ancheall’aiuto dell’Amministrazione e del volontariato; cisono, inoltre, già delle iniziative, come concerti e in-contri in alcune di queste chiese quali San France-sco da Paola, Spirito Santo e San Francesco.”Qual è il suo stato d’animo ora che intraprendequesta nuova missione?“Lascio la Chiesa della Madonna del Pozzo con unpo’ di dispiacere, ma sono comunque entusiasta diquesto nuovo progetto. Mi mancherà questa parroc-chia, con le sue persone, le sue attività e i suoi pro-getti. È mia intenzione, però, far nascere nuove as-sociazioni e potenziare quelle esistenti, così comepotenziare i servizi di carità. Sicuramente ci saran-no delle difficoltà, ma anche parecchie soddisfazio-ni; sono moltissime le mie speranze. E poiché nonc’è nessuna opera umana che non sia anche divinachiedo a tutti di avere fiducia e di sostenermi, attra-verso la preghiera, in questo mio nuovo cammino.”

    Di seguito riportiamo l’intero decreto di nomina del Rev. Sac. Don Pietro Suma a parroco della Par-rocchia di Santa Maria Assunta in Cattedrale, promulgato dall’Arcivescovo Mons. Domenico Ca-liandro.L’insigne valore religioso, storico e artistico della Chiesa Concattedrale di Ostuni è rimasto intatto anchedopo l’ unificazione delle diocesi avvenuta con decreto della Congregazione dei Vescovi in data 30 set-tembre 1986. Un legame affettivo, consolidato nei secoli, rende la Concattedrale particolarmente cara agliostunesi e, in qualche modo, anche a coloro che facevano parte dell’antica diocesi di Ostuni. E’ sotto gli occhi di tutti, tuttavia, l’attuale spopolamento del centro storico, con inevitabili conseguenzenella vita parrocchiale. S’impone la necessità di scelte pastorali che possano coniugare il rispetto dellastoria e le esigenze dei tempi. A ciò desidero provvedere con la presente nomina e con le disposizionisotto indicate. Pertanto, con la mia potestà ordinaria, in forza dei canoni 515 e 523 del CJC, ti nomino

    PARROCO DELLA PARROCCHIA CONCATTEDRALE IN OSTUNILa nomina decorre dal 1° luglio 2014 ed è da intendersi ai sensi della Delibera n. 69/84 della C.E.I. Esple-tati i nove anni, resterai in carica ad nutum Episcopi.Prima di essere immesso in questo nuovo ministero, sarà tua cura emettere davanti a me la professio-ne di fede e il giuramento di fedeltà previsti dai cann. 833 § 6 e del 1283 del C.J.C.Dispongo inoltre quanto segue:La Chiesa Concattedrale verrà officiata, secondo il progetto pastorale della comunità parrocchiale , in tut-te le occasioni possibili, e particolarmente nelle solennità e nelle celebrazioni a carattere cittadino. La sede pastorale della comunità parrocchiale da ora innanzi sarà nella chiesa di S.Francesco d’Assisiin piazza Libertà. Apposita convenzione, da sottoscrivere entro un mese dall’insediamento del parroco, regolerà i rapporticon la Confraternita dell’Immacolata che ha sede nella suddetta chiesa. Per la catechesi e per altre attività pastorali la parrocchia utilizzerà i locali di Palazzo Cirignola, in cor-so Mazzini, destinato a finalità “di educazione dell’infanzia o della gioventù”. Non mancheranno oppor-tune intese con il Centro di cultura “Donato Cirignola” che già vi opera con impegno e con altre associa-zioni che usufruiscono dei medesimi locali. Il parroco della Concattedrale, d’ora in poi, è responsabile giuridico di tutte chiese ricadenti nel territo-rio della parrocchia. Per la cura pastorale delle suddette chiese, egli si avvarrà della collaborazione di sa-cerdoti indicati dall’Ordinario diocesano.Al parroco della Concattedrale e ai suoi collaboratori è affidata anche la cura pastorale del cimitero cittadino. La Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, i santi vescovi Biagio e Oronzo e il serafico san Francescod’Assisi, ti accompagnino nell’esercizio del tuo ministero. Invocando la loro intercessione, di cuore ti be-nedico.Dato dalla Curia Arcivescovile di Brindisi il 13 giugno 2014, memoria di S.Antonio di Padova, dottore del-la Chiesa

    + Domenico CALIANDROArcivescovo

    Intervista a Don Pietro Sumanuovo parroco di

    Santa Maria Assunta in Cattedralea cura di Giacomo Mindelli

    A DON PIERE CA LASSA LA PARROCCHIJA

    LE CATTEDRALI “SORELLE”

    Curiosità architettoniche quattrocentesche: non si tratta di uno scherzo o di un ritocco fotografico; la Cat-tedrale a destra non è quella di Ostuni (a sinistra) ma quella di Laterza nel Tarantino, anch’essa risalenteai XV sec. Motivi simili nelle facciate si ripetono anche nella chiesa di Sant’Aponal e quella di San Gio-vanni in Bragora (Venezia), nella chiesa Madre di Muggia (Trieste) e nella Cattedrale di Sebenico (Croa-zia) tutte nel territorio della Serenissima veneziana. Una probabile conferma della tesi che sostiene chesiano state maestranze dalmate a costruire la nostra Cattedrale.

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    22001144Attualità

    IlRotary Club di Ostuni-Valle d’Itria- RosaMarina si avvia a festeggiare, nel prossimoottobre, il suo venticinquesimo anniversario:l’11 luglio scorso, intanto, c’è stata la cerimo-nia del passaggio delle consegne tra il Presi-dente del Club per l’anno 2013-2014, dott.Antonio Muscogiuri, e quello per il 2014-2015, avv. Nicola Pepe. La cerimonia è stata l’occasione per un riepi-logo delle numerose attività svolte dal Clubnell’anno appena trascorso, con iniziative infavore dei ragazzi, dei giovani, della promo-zione della lettura, della t