L’Essenza Medicina Orientale SHO · tero corpo. I Quattro Metodi di Diagnosi della Medicina...

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11 approfondimenti SHIATSUNEWSQUARTOTRIMESTRE G li Sho nello Shang Han Lun sono chiaramente elencati come prescrizioni, e le indicazioni per tali prescrizioni sono elencate in modo conci- so. Spesso in Giappone gli Sho vengono definiti così. Per anticipare la mia conclusione posso dire che potrebbe non essere un errore considerare gli Sho come prescrizioni o come principi di trattamento. Ciò nondimeno penso che sia un errore dedurre che ad esempio lo “Sho Gegentang” indichi una condizione diagnosticata come malattia che può essere curata con la formula Gegentang. È anche sbagliato pensare che la “carenza di Reni” nella Terapia dei meridiani indichi una malattia che può essere curata tonificando il meridiano di Reni. Nel Suwen (Domande Semplici) si afferma più volte che le erbe o l’agopuntura o la moxibustione da sole non possono curare una malattia. Ciò è anche evidente se consideriamo una prospettiva medica moderna. Una ricetta di erbe o un trattamento di agopuntura o di moxibustione hanno un effetto sul corpo e questo effet- to regolarizza le funzioni del corpo: come conseguen- za la malattia viene curata. Lo Sho indica semplice- mente il modo in cui si deve effettuare la terapia. Si potrebbe dire: “Poiché la malattia viene curata tro- vando e applicando lo Sho giusto, perché non dire che il trattamento secondo lo Sho cura la malattia?” Sia come sia, a volte una malattia è curata senza alcun trattamento. Da questa prospettiva è fuorviante dire che un certo Sho curi una malattia. Nel Nanjing (il Classico delle Difficoltà) è detto: “Il medico migliore cura nove casi su dieci, il medico medio ne cura otto su dieci, il medico mediocre ne cura sei su dieci”. La differenza fra il medico migliore e il mediocre sta nell’abilità nel fare diagnosi, ma anche il medico miglio- re non è perfetto, e anche un medico mediocre ottiene dei risultati in più della metà dei casi. Questo si può applicare anche all’erboristeria. La diagnosi (il nome della malattia) nella medicina occi- dentale deriva da una focalizzazione sui sintomi fisici o sulla causa della malattia. Ne consegue che anche il trat- tamento si concentra su metodi che eliminano i sintomi. Il progresso della conoscenza è una direzione Yang e lo scopo della scienza è la differenziazione degli aspet- ti individuali. Ma allo stesso tempo la vita ha anche una direzione Yin di ritorno all’unione con la natura, dove c’è unità e mutua interazione. Invece che nella direzione Yang della classificazione delle malattie e della specializzazione dei metodi per affrontarle, ci si può muovere nella direzione Yin del corpo biologico che è un tutt’uno con la natura. In altre parole ci si può integrare con le dinamiche del Ki. Credo che l’essenza della Medicina Orientale sia la ricer- ca in questa direzione. Nel concetto di meridiani, le anomalie dei singoli organi o di altre parti del corpo sono viste in termini di squilibrio, di carenza o eccesso. La patologia che si manifesta come dolore o sintomo (Yang) è vista come squilibrio nel per- corso del Ki e del Sangue che collegano tutte le parti del corpo e cercano di correggere tale squilibrio. L’Essenza della Medicina Orientale (SHO) di Shizuto Masunaga traduzione dall’inglese di Germana Fruttarolo

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11approfondimenti

SHIATSUNEWSQUARTOTRIMESTRE

G li Sho nello Shang Han Lun sono chiaramenteelencati come prescrizioni, e le indicazioni pertali prescrizioni sono elencate in modo conci-

so. Spesso in Giappone gli Sho vengono definiti così.Per anticipare la mia conclusione posso dire chepotrebbe non essere un errore considerare gli Shocome prescrizioni o come principi di trattamento. Ciònondimeno penso che sia un errore dedurre che adesempio lo “Sho Gegentang” indichi una condizionediagnosticata come malattia che può essere curata conla formula Gegentang.È anche sbagliato pensare che la “carenza di Reni”nella Terapia dei meridiani indichi una malattia che puòessere curata tonificando il meridiano di Reni.

Nel Suwen (Domande Semplici) si afferma piùvolte che le erbe o l’agopuntura o la moxibustione dasole non possono curare una malattia. Ciò è ancheevidente se consideriamo una prospettiva medicamoderna.Una ricetta di erbe o un trattamento di agopuntura o dimoxibustione hanno un effetto sul corpo e questo effet-to regolarizza le funzioni del corpo: come conseguen-za la malattia viene curata. Lo Sho indica semplice-mente il modo in cui si deve effettuare la terapia.

Si potrebbe dire: “Poiché la malattia viene curata tro-vando e applicando lo Sho giusto, perché non dire cheil trattamento secondo lo Sho cura la malattia?” Siacome sia, a volte una malattia è curata senza alcuntrattamento. Da questa prospettiva è fuorviante direche un certo Sho curi una malattia.

Nel Nanjing (il Classico delle Difficoltà) è detto: “Ilmedico migliore cura nove casi su dieci, il medicomedio ne cura otto su dieci, il medico mediocre ne curasei su dieci”. La differenza fra il medico migliore e il mediocre stanell’abilità nel fare diagnosi, ma anche il medico miglio-re non è perfetto, e anche un medico mediocre ottienedei risultati in più della metà dei casi. Questo si puòapplicare anche all’erboristeria.

La diagnosi (il nome della malattia) nella medicina occi-dentale deriva da una focalizzazione sui sintomi fisici osulla causa della malattia. Ne consegue che anche il trat-tamento si concentra su metodi che eliminano i sintomi.Il progresso della conoscenza è una direzione Yang elo scopo della scienza è la differenziazione degli aspet-ti individuali. Ma allo stesso tempo la vita ha anche una direzioneYin di ritorno all’unione con la natura, dove c’è unità emutua interazione.Invece che nella direzione Yang della classificazionedelle malattie e della specializzazione dei metodi peraffrontarle, ci si può muovere nella direzione Yin delcorpo biologico che è un tutt’uno con la natura. In altreparole ci si può integrare con le dinamiche del Ki.Credo che l’essenza della Medicina Orientale sia la ricer-ca in questa direzione.Nel concetto di meridiani, le anomalie dei singoli organi odi altre parti del corpo sono viste in termini di squilibrio, dicarenza o eccesso. La patologia che si manifesta comedolore o sintomo (Yang) è vista come squilibrio nel per-corso del Ki e del Sangue che collegano tutte le parti delcorpo e cercano di correggere tale squilibrio.

L’Essenzadella MedicinaOrientale (SHO)

di Shizuto Masunaga

traduzione dall’inglese di Germana Fruttarolo

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12 approfondimentiSe il percorso della carenza o dell’eccesso viene corret-tamente identificato e la tonificazione o la dispersionesono appropriate, il corpo ritorna velocemente alla condi-zione normale. Anche quando i meridiani sono trattati inmodo impreciso, il trattamento non è completamenteinefficace perché i meridiani sono tutti collegati.Ma se il trattamento ha l’effetto di aumentare ulteriormen-te lo squilibrio, ci sarà un peggioramento. Questo tipo dirisposta avviene di solito quando ci si concentra tropposulla zona interessata dal sintomo. L’aspetto principaledella diagnosi sta nel seguire le dinamiche del Ki nell’in-tero corpo. I Quattro Metodi di Diagnosi della MedicinaOrientale sono le linee guida che ci portano nella direzio-ne giusta.La malattia è causata da squilibri di Yin e Yang e l’eziolo-gia nelle forme di vita più evolute tende verso lo Yang. Iclassici ci insegnano che la malattia deriva dalla separa-zione, dall’isolamento o dalla deviazione in una sola dire-zione. Lo stress della società moderna aumenta questisquilibri.Fondamentalmente il trattamento consiste nel ripristinarela vitalità attraverso un sufficiente riposo e un’adeguataalimentazione. Ciò comporta un affidarsi alle funzionivitali Yin del corpo. Ma anche così, se si va troppo oltrein questa direzione e si interrompono tutte le attività, c’èil pericolo di cadere nello Yin assoluto, la morte.Il ruolo del medico di Medicina Orientale dovrebbe esse-re quello di interagire con il paziente e ristabilire armonio-samente l’equilibrio fra Yin e Yang per aiutarlo a recupe-rare la sua vitalità.“Muovere il Jing e trasformare il Ki” (Yi Jing Bian Qi) èfondamentale nel trattare le malattie e “assistere” (ZhuYu) significa stabilire un rapporto verbale, una conversa-zione fra il medico e il paziente.Quando le irregolarità nella vita di una persona diventa-no estreme, la radice della malattia va più in profondità elo squilibrio diventa maggiore. Ecco perché le erbe, l’ago-puntura e la moxibustione vengono usate per affrontarequesti problemi.L’“abilità” dei Quattro Metodi di Diagnosi della MedicinaOrientale nell’antichità si riferiva alla capacità di perfora-re, aprire un buco. L’esame attraverso le domande non èsolo un’indagine per trovare i segni e i sintomi, ma è

anche un dialogo per stabilire unabuona relazione. Questo processoapre letteralmente un buco nelmuro fra il paziente e il medico.Tradizionalmente si ritiene che cisia bisogno di uno scambio apertodi sensazioni e intenzioni.L’esame attraverso la palpazionerichiede un altro tipo di abilità: c’èletteralmente uno “scambio di con-tatto” attraverso la pelle. Più cheuna relazione casuale, ciò com-porta una relazione di fiducia reci-proca.La frase “prima controllo il polso”viene usata comunemente inGiappone per confermare se fradue persone c’è “feeling”.Mentre facciamo la diagnosi attraverso la palpazionepossiamo identificare zone che sono doloranti o anoma-le prima che ce lo dica il paziente. E noi “mettiamo lemani” su queste zone. Inoltre troviamo dei punti (tsubo)morbidi nascosti di cui il paziente non è consapevole. Ipunti dell’agopuntura non sono semplicemente punti, ma“buchi” e tsubo: hanno un’apertura piccola, ma in profon-dità sono molto più grandi. Sulla superficie si possonotrovare punti di eccesso, ma i punti carenti sono in pro-fondità e sono difficili da trovare dalla superficie. La pal-pazione dei meridiani non può essere considerata talefinché non troviamo questi punti profondi che fanno direal paziente: “Ecco, è proprio lì!”. La palpazione dei meri-diani non è strofinare, bensì “tagliare” in profondità neglitsubo e fare un contatto profondo. La diagnosi addomina-le è il fattore decisivo per lo Sho. Pur essendosi sviluppa-ta in modo unico in Giappone, la tecnica usata oggi nonè assolutamente un “tagliare” o un palpare in profondità.La valutazione alla palpazione in occidente indica l’iden-tificazione di un oggetto per mezzo di una parte affilata(le dita). La diagnosi addominale è stata creata dallo spi-rito dei giapponesi, i quali desiderano mostrare “il fondodel loro Hara”. Il medico a sua volta risponde alla fiduciadel paziente e mette le sue calde mani sul vuoto dellacarenza con un sentimento di gratitudine per il privilegiodi poter scrutare nell’Hara (cuore) del paziente.Invece di attaccare le parti indifese del paziente, il medi-co le copre e protegge il loro cuore lacerato, come semettesse un impacco o ricucisse quelle lacerazioni.Questo è il vero significato della “tonificazione”.

Si dice che i medici di una volta iniziassero il loro esamecon le parole: “Bene, mi permetti di esaminarti?” Ogginon solo questo sentimento è andato perso nei medicimoderni, ma è diventato raro anche il contatto con ilcorpo del paziente. Pensano forse che la relazione con ilpaziente possa essere creata solo con le parole?Recentemente mi sono reso conto che “gli Sho non sonovisti, ma diventano visibili” e ancor più che “i pazienti cidevono mostrare”. Parlare degli Sho senza questa sensi-bilità sembra addirittura un insulto ai nostri predecessoriin Medicina Orientale. Gli Sho possono anche esseredefiniti come una commedia preziosa che la vita rappre-

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senta usando il corpo del pazientecome palcoscenico. Questo prezio-so mistero della vita si dispiega nelsuo pieno splendore nella sofferen-za del paziente e nel suo affidarsialle cure del medico.Questa commedia viene rappresen-tata in certi “format”, perché la com-binazione delle funzioni vitali che lanatura ha dato al corpo umano hapredeterminato ampiamente i ruoliche devono essere recitati. La reci-tazione di ciascun personaggiovaria leggermente da paziente apaziente, ma ci sono categorie direcitazione. Se riusciamo ad indovi-nare la categoria osservando i movi-menti degli attori, riusciamo a com-

prendere il copione della storia. Lo Sho è come un rac-conto: a volte si può comprendere subito vedendo la sce-nografia e alcuni attori, altre volte bisogna seguire la sto-ria per un po’ prima che diventi chiara.

Non c’è nulla che possa sostituire l’osservazione di moltecommedie, ma a meno che non riusciamo ad afferrarel’essenza, possiamo essere fuorviati dalle similitudini deipiccoli dettagli e ci troviamo davanti ad una storia sbaglia-ta. E non è sufficiente capire la storia; dobbiamo godercila commedia, provare empatia ed elogiare la vita espres-sa dal creatore della commedia. Lo scopo è quello di con-dividere la gioia di vivere.Il medico non dovrebbe forse essere come un intendito-re di commedie che incoraggia e dà forza agli attori eottiene da loro il meglio? Questo è ciò che porta unacommedia al successo e impedisce che il sipario sichiuda prematuramente. In questo modo diventiamoidealmente dei sostenitori.

Sono andato un po’ oltre con questa analogia degli Sho:vi chiedo scusa, l’ho fatto per spiegarvi la mia intenzione.Questo è ciò che intendo: non voglio che lo Sho sia vistosemplicemente come la conclusione dell’osservazione diuno stato patologico, oppure la decisione di una strategiadi trattamento. I pazienti potrebbero pensare che sia suf-

ficiente che la loro malattia venga curata. Ma questo nonfa giustizia alla loro importante esperienza, alla loro sof-ferenza e all’esposizione delle profondità del loro Hara.La cosa che dà a tutto ciò il suo vero significato è la ricer-ca, attraverso questo processo, del motivo della loromalattia, del perché si sono manifestati i sintomi e i disa-gi, e come sono stati curati o non hanno potuto esserecurati.Sento che dobbiamo catturare l’essenza o causa del pro-blema, fare qualcosa per evitare che si ripeta e chiarire ilsignificato della malattia per poter trasformare l’esperien-za in una chiave che schiude il mistero della vita.

In India, uno dei paesi in cui è nata la Medicina Orientale,ci sono molti insegnamenti sulla medicina che sono statitrasmessi nelle scritture buddiste. Fra questi c’è un pas-saggio: “Il re della medicina sa tutto sulla malattia, sullecause della malattia, è in grado di trattare la malattia, dicurare la malattia, e poi prevenire il ritorno della malattia.”Io ho fondato lo Iokai Shiatsu Center per poter persegui-re questo ideale. Quando ci penso, lo spirito dello Sho èdi chiarire questo ideale. In altre parole distinguere gliSho significa percepire gli squilibri del Ki. E a questoscopo dobbiamo sviluppare un rapporto o scambio di Kicon i pazienti, aprirci e diventare altruisti e disinteressati.Il nostro scopo è di elevarci insieme in un luogo dove sipercepisca lo scambio di Ki fra Cielo e Terra.

Non posso fare a meno di pensare che attraverso lo Shonella sua essenza, la Medicina Orientale cerchi la stessacosa che cercano l’arte e la religione orientali. E questoperché la visione della vita che si esprime attraverso ter-mini come Ki e Yin-Yang sono ancora vivi e vibranti in cia-scuna di queste discipline.

Shizuto Masunaga è nato aHiroshima nel 1925. Dopoessersi laureato in Psicologiaall’Università di Kyoto nel1949, ha iniziato a lavorare nelcampo dello Shiatsu. Si èdedicato alla definizione diuna base teorica dello Shiatsu.È stato istruttore nel JapanShiatsu Institute, dove inse-gnava psicologia clinica. Nel1968 ha fondato lo Iokai, uncentro di ricerca per la terapia Shiatsu ed ha insegnato lesue teorie e tecniche formando molti terapisti Shiatsu. Hainsegnato Shiatsu in molti paesi, fra cui la Cina, la Corea,il Canada, gli Stati Uniti e l’Europa. È morto nel 1981.

Traduzione dall’inglese di Germana Fruttarolo

Pubblicato in “Kampo no Rinsho” (Practical Kampo)vol 25, n. 11&12 dic. 1978Tradotto dal giapponese da Stephen BrownRiportato nel North America Journal of OrientalMedicinevol 13, number 38 - novembre 2006

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