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Modulo 4 Dalla mappa all’ipertesto e ipermedia Cos’è un ipertesto? Perché usare l’ipertesto multimediale Come fare l’ipertesto multimediale (im) Fasi di produzione Lavagne Fotocopiatore La proiezione: comunicare con la luce Lavagna luminosa (ll.) Vantaggi d’uso Usare la macchina Preparare le videate: impaginazione Testo Colore e immagini Gli studenti cosa se ne fanno? The tricks of the trade Episcopio Mezzi integrati Diatape Epidiascopio Diagraf o diapograph Proiettore diapositive Videoproiettore Intreccio tra linguaggi espressivi naturali e multimedialità In Roncaglia Gino, Nuovi media e didattica. Formazione ai linguaggi /1, sul sito di Mediamente on line http://www.mediamente.rai.it/mediamentetv/learning/ enciclopedia/980512.asp Cosa c’entra tutto questo coi nuovi media e con il loro uso didattico? Ebbene, occorre capire che questo stesso intreccio di registri e linguaggi si verifica anche in questo ambito. Quello che noi chiamiamo in maniera forse un po’ semplificata “il linguaggio dei nuovi media” o i “linguaggio della multimedialità” è in realtà il risultato di un intreccio di competenze diverse, alcune delle quali hanno a che fare con forme di espressività lontane dal linguaggio verbale - forme di espressività sonora e visiva ad esempio. Altre,

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Modulo 4Dalla mappa all’ipertesto e ipermedia

Cos’è un ipertesto? Perché usare l’ipertesto multimediale Come fare l’ipertesto multimediale (im) Fasi di produzione

LavagneFotocopiatore La proiezione: comunicare con la luce

Lavagna luminosa (ll.) Vantaggi d’uso Usare la macchina Preparare le videate: impaginazione Testo Colore e immagini Gli studenti cosa se ne fanno? The tricks of the trade

EpiscopioMezzi integrati

Diatape Epidiascopio Diagraf o diapograph

Proiettore diapositiveVideoproiettore

Intreccio tra linguaggi espressivi naturali e multimedialitàIn Roncaglia Gino, Nuovi media e didattica. Formazione ai linguaggi /1, sul sito di Mediamente on linehttp://www.mediamente.rai.it/mediamentetv/learning/enciclopedia/980512.asp

Cosa c’entra tutto questo coi nuovi media e con il loro uso didattico? Ebbene, occorre capire che questo stesso intreccio di registri e linguaggi si verifica anche in questo ambito. Quello che noi chiamiamo in maniera forse un po’ semplificata “il linguaggio dei nuovi media” o i “linguaggio della multimedialità” è in realtà il risultato di un intreccio di competenze diverse, alcune delle quali hanno a che fare con forme di espressività lontane dal linguaggio verbale - forme di espressività sonora e visiva ad esempio. Altre, invece, hanno a che fare con linguaggi che sono anch’essi lontani dal linguaggio verbale, ma per motivi diversi: linguaggi formali, dall’apparenza astrusa, come i linguaggi di programmazione. Un buon prodotto multimediale è il risultato di una “competenza linguistica” che attraversa trasversalmente tutti questi linguaggi così diversi fra loro, e li integra in un messaggio compiuto e funzionale. Un compito tutt’altro che facile - e si può dire forse che stiamo compiendo solo adesso i primi passi per capire come realizzare bene un’integrazione di questo tipo.

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Dalla mappa all’ipertesto e ipermediaLa mappa concettuale ha il suo ultimo sviluppo più completo nella costruzione di ipertesti.

Cos’è un ipertesto?“Definirei l’ipertesto come qualsiasi forma di testualità - parole, immagini, suoni - che si presenti in blocchi o lessie o unità di lettura collegati da link. Si tratta, essenzialmente, di una forma di testo che permette al lettore di abbracciare o di percorrere una grande quantità di informazione in modi scelti dal lettore stesso, e, nel contempo, in modi previsti dall’autore. […] permette una lettura multilineare: non una lettura non lineare o non sequenziale, ma una lettura multisequenziale.”Landow George P. La grande potenza del testo quando diventa ipertesto, Milano, 26-11-1997 Intervista riportata su Mediamente rivista on line.http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=188&tab=int

Perché usare l’ipertesto multimedialeCito Landow perché e il più importante teorico dell’argomento.“Ci sono tre modi in cui io ho usato e continuo ad usare l’ipertesto nell’insegnamento. Il primo è come grande biblioteca elettronica o strumento di riferimento (ndr. Internet)[…] Il secondo modo è quello di usare l’ipertesto nella sua forma più dinamica come un ambiente di lavoro collaborativo che cambia continuamente;[…] Si può, infine, usare l’ipertesto nell’insegnamento per sviluppare modi di scrittura…L’ipertesto didattico e le cose migliori dei nuovi media didattici sono ambienti di apprendimento, non di insegnamento. Una cosa che ho scoperto è che gli studenti scrivono molto meglio quando sanno che stanno scrivendo per un altro lettore; appena vengono a conoscenza del fatto che il loro lavoro sarà letto da altri studenti o da persone in altre parti del mondo, vi tornano sopra per migliorarlo […] devono avere dei compiti che li rendano attivi, sia per scoprire sia per produrre conoscenza. Le persone non vanno in biblioteca e non usano materiale didattico ed educativo senza scopo, lo fanno perché hanno da svolgere un compito o hanno uno scopo o vogliono imparare qualcosa.”Landow George P. La grande potenza del testo quando diventa ipertesto, Milano, 26-11-1997 Intervista riportata su Mediamente rivista on line.http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=188&tab=int

Come fare l’ipertesto multimediale (im)Ovviamente stiamo parlando di un prodotto che ha nel computer il suo mezzo d’elezione. Chiarito il concetto di ipertesto il termine “multimediale” allude al fatto che si raccolgono sotto lo stesso contesto i vari mezzi o media: il testo, le immagini, la grafica dell’interfaccia, il suono e la voce, l’animazione. Quindi anche un testo scritto in word e arricchito da rimandi interni e immagini che consentono una lettura non lineare è un ipertesto; può esserlo una presentazione realizzata con PowerPoint, può esserlo un argomento sviluppato e collocato su cd-rom o su un sito web e che abbia le caratteristiche ricordate per il testo.

Quindi avremoIpertesto= lettura non sequenziale

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Multimediale= compresenza di più mezziInterattivo= quando possiamo decidere da utenti le modalità di fruizione con la possibilità di avanzare, tornare indietro, attivare link e altri mezzi (suono, animazioni)

“L’ipotesi è dunque che tecnologie come gli ipertesti possano agire da stimoli per una riflessione più profonda intorno alla natura delle conoscenze, alle loro eventuali delimitazioni, articolazioni interne, sì da indurre a esplorare dimensioni e modalità diverse di comprensione e organizzazione dei saperi. Il lavoro interessante inizierebbe allora quando si spingono gli allievi a riflettere sulle relazioni, sulla loro natura, estendibilità, limiti, riconfigurabilità, a vederle come rappresentative di ambiti e tipologie possibili.” Calvani Antonio, Inuovi media nella scuola, Carocci ed. Roma 1999, p. 105 Bisogna avere chiare innanzitutto le finalità educative per cui si ricorre all’im:“…costruire ipertesti, cioè strutturare conoscenze in forma associativa, può costituire un’operazione del tutto banale, di basso livello formativo.” ibidem p.106

È un’operazione complessa alla quale si dovrebbe ricorrere per sviluppare temi trasversali con il concorso di discipline diverse e la cooperazione e le competenze di più docenti; richiede grande uso di tempo ed energie per un risultato che appare spesso modesto in rapporto al tempo speso. La scuola pur avendo raccolto e distribuito spesso documentazione a riguardo (l’istituto professionale “Valle” di Pd ha costituito un centro apposito) ha espresso purtroppo, regolarmente prodotti “poveri”.

Quali strumenti software sono consigliabili per lo sviluppo dell’im: i programmi per il trattamento dei singoli mezzi più un impaginatore, che verrà scelto a seconda della destinazione d’uso su singoli computer, sul web, su cd-rom. Grosso modo gli stessi criteri valgono anche per la realizzazione di un sito web. Ecco un elenco ragionato dei più diffusi: molto dipende dalla organizzazione scolastica che si rende disponibile all’acquisto, quasi tutti i programmi sotto elencati sono disponibili anche in versione educational integrali ma a prezzo molto ridotto. I programmi Macromedia (Free Hand 10, Dremweaver 4, Autorweare, Director 8, Flash 5, Fireworks 4) sono disponibili in versione trial completamente gratuiti per 30 giorni, e scaricabili da Internet.

Questi programmi hanno caratteristiche proprie, pregi e difetti, ma svolgono in maniera professionale il compito a cui sono destinati, infatti sono tutti in uso presso i le aziende specializzate. In genere le riviste di informatica (PC professional, Mac world ecc.)li recensiscono o mettono a confronto in modo da permettere una valutazione prima dell’acquisto. Il parere di un esperto o di un amico più esperto consultabile anche via rete può giovare molto per mettere a fuoco le caratteristiche del prodotto giusto per te e per un sostegno nel momento dell’utilizzo.

Esistono anche dei programmi fatti apposta per gli studente, come Amico della Garamond che costa quasi un milione ma non vedo perché buttare così tanti soldi per avere un programma che fa sicuramente meno della suite educational della Macromedia (Free Hand 10, Dremweaver 4, Flash 5, Fireworks 4 per Win e Mac) con la quale si può creare tutto in maniera professionale e che costa intorno alle seicento mila lire!

Trattamento mezzi Piattaforma Win Piattaforma MacImmagini vettoriali Illustrator 10 Illustrator 10

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Free Hand 10Corel draw

Free Hand 10

Immagini bitmap (foto) Photo shop 6Corel photo paint

Photo shop 6

Ibrido vettoriali-bitmape animazioni

Flash 5Fireworks 4Director 8QuickTime

Flash 5Director 8QuickTime

Suono QuickTimeSound edit

QuickTimeSound edit

Impaginazione multimedia Piattaforma Win Piattaforma MacPer il computer Power point Power pointPer il web Dremweaver 4

Front PageDremweaver 4

Per il cd AutorweareDirector 8Tool book

AutorweareDirector 8

Fasi di produzione alcune fasi possono avvenire simultaneamente

Progettare con la mappa Individuare i nodi problematici/concetti e i legami che li unisconoStabilire dei limiti alla ricercaCompiere una ricerca preliminare dei materiali da mettere nell’im

Progettare l’interfaccia di navigazione definire la “barra di navigazione” e i pulsanti che contiene, prevedendo tutte le possibilità di spostamento e l’attivazione dei mezzi*

Raccogliere/produrre testi, immagini, animazioni, suoni

Ogni oggetto dev’essere ottimizzato tenendo conto delle caratteristiche dei mezzi di destinazione. Quindi, risoluzione, numero dei colori, dimensione, qualità ecc. I testi devono essere scritti in funzione di questo uso specifico.

Progettare la distribuzione dei materiali sulle singole videate

Ogni videata vive per conto proprio e come parte dell’intera sequenza: dovrà contenere la barra di navigazione e una grafica omogenea con le altre videate, un numero limitato di risorse e mezzi e un testo contenuto. Se un nodo si sviluppa su più videate occorre che queste abbiano caratteri comuni e riconoscibili.

Trattare i materiali finalizzati Trattare i materiali con formati di salvataggio ottimizzati secondo i parametri necessari per la destinazione d’uso (compressione, portabilità su piattaforme diverse, prevedere la presenza o meno delle font nel sistema operativo

Implementare Impaginare tutto Collaudare e verificare i link Far verificare a terzi il prodotto annotando le

osservazioni e le difficoltà incontrate nella navigazione e nella comprensione della struttura del mi

Editare il definitivo

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*Un altro problema che il progettista deve affrontare con l’ipertesto è la distinzione tra due bottoni che a prima vista possono sembrare simili ma di fatto sono alquanto diversi: il bottone “videata indietro” e il bottone “ultimo salto ipertestuale indietro”. La difficoltà principale sta soprattutto nel rendere graficamente due concetti di “ritorno” che possono facilmente essere confusi proprio sul piano della loro rappresentazione. Toselli Luca, Il progettista multimediale, Bollati Boringhieri, Torino 1998, p. 29.

L’argomento richiederebbe ben altro spazio di quello qui disponibile. D’altro canto come già ricordato, sviluppare im è cosa impegnativa che, in situazione scolastica, dovrebbe sempre coinvolgere una équipe di persone affiatate con competenze e compiti precisi. A tempo e competenze, bastano risorse minime per ottenere anche risultati importanti e di grande soddisfazione: si può scrivere un bel libro ma senza riuscire poi a pubblicarlo perché comunque produrre un libro ha costi elevati (specie se contiene immagini), produrre un im su cd o meglio su Internet, ha un costo anche vicino a zero, e se poi il prodotto è veramente valido non si sa mai cosa può accadere.

LavagneLe aule delle scuole materne ed elementari sono sempre molto “arredate” con i lavori dei ragazzi: mano a mano che l’età degli studenti cresce l’esposizione dei lavori diminuisce. Le aule degli Istituti superiori, tranne sporadici tentativi di personalizzazione con poster dei divi del momento, sono sempre più nude con quegli arredi da istituto correzionale (non a caso Sgarbi afferma che sia impossibile studiare la poesia di Leopardi in quelle condizioni). La produzione dell’anno corrente e degli anni passati viene quasi sempre archiviata e dimenticata. L’informatica oggi potrebbe aiutare facilmente nell’archiviazione.Parte dell’arredo e retaggio dei tempi passati restano le nere lavagne di ardesia dove scrivere rimane fatica polverosa (quanta letteratura su ciò che accadeva davanti o più spesso dietro le lavagne). La lavagna impone un ritmo di esposizione legato ai tempi della scrittura dell’insegnante e può anche andare bene quando gli studenti seguono prendendo appunti e trascrivendo: sempre che l’insegnante sia in grado di volta in volta di schematizzare e disegnare con ordine avendo già in mente la disposizione dei vari elementi sulla superficie scrittoria. Quali i limiti:

impone un sincrono scrittura-esposizione orale non è possibile recuperare le “lavagnate” (in analogia con videate) precedenti

tantomeno quelle di lezioni precedenti uso molto limitato dei colori e sistemi di evidenza quasi solo grafici : tratteggi,

spunte, cerchiature sottolineature, grafismi dinamici, frecce ecc. limite di capienza dato dalle dimensioni

Meglio le lavagne bianche di materiale plastico dove si possono usare i pennarelli colorati lavabili.Meglio ancora le lavagne a fogli mobili –flipflap o flipchart-: sono dei cavalletti che reggono blocchi di fogli di grandi dimensioni (cm 70x100): oltre all’uso dei colori si ha il vantaggio di poter recuperare pagine precedenti e di poterle posizionare con facilità dove occorre. Il costo varia dalle centocinquanta alle cinquecento mila lire.Lavagna interattivaL’evoluzione più hig tech della lavagna. È una superficie bianca grande come una normale lavagna sulla quale il videoproiettore proietta l’immagine che compare sul monitor del computer: la superficie della lavagna è sensibile al tocco di una speciale

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penna e permette perciò di pilotare il software, scrivere note disegnare diagrammi e illustrare idee o evidenziare parti, salvare, stampare o inviare mail

Fotocopiatore Di questa tecnologia credo che Bruno Munari abbia esplorato a fondo le potenzialità didattiche trent’anni fa e non si possa aggiungere molto, (l’unica vera novità sono le fotocopiatrici a colori di recente invenzione ma ancora di costo elevato) quindi ricordo l’uso: come deformatore degli originali, ingrandimento-riduzione movimento

(spostando l’originale durante la scansione); sovraimpressione riduzione al bianco/nero, scaricamento o esasperazione dei toni montaggio di immagini su scale diverse e decontestualizzazione (ricorda gli

esperimenti Dada o espressionisti) fotocopiatura su lucidi

La proiezione: comunicare con la luceLa tecnologia che riunisce sotto lo stessa forma macchine vecchie e nuove di comunicazione è la proiezione di immagini su schermo. Risale addirittura a prima dell’invenzione del cinematografo, dalle ombre cinesi alle varie macchine per proiettare immagini ferme o in movimento. Nell’uso didattico troviamo

il vecchio proiettore di film in bobina, i più avanti negli anni ricorderanno i filmini scolastici o parrocchiali che adesso vediamo solo come nostalgico reperto del passato,

il proiettore di diapositive l’episcopio che è quel proiettore per riflessione sotto il quale si

possono mettere pagine e oggetti opachi la lavagna luminosa e infine il videoproiettore collegato al computer o ad una televisione.

Ogn’una di queste macchine ha usi e potenzialità diverse ma funziona sul principio di:

Caratteristica Inconvenienti possibili Vantaggiingrandimento dell’immagine originale

perdita di qualità sfocatura

possibilità di mostrare ad una platea vasta avendo a disposizione un originale di ridotte dimensioni (libro o diapo)

proiezione della stessa su uno schermo

difettoso parallelismo del quadro se il proiettore non è in asse con lo schermo

scarsa visibilità determinata dal gruppo ottico/potenza della lampada

integrazione della situazione comunicativa orale attraverso la dimostrazione visuale statica o dinamica

possibilità di stare di fronte alla platea e interagire comunque con quanto viene proiettato (attraverso un puntatore luminoso, o raggio laser)

necessità di un ambiente parzial- controllo della situazione facilità di allestimento

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mente o totalmente oscurato dei partecipanti, li vediamo in viso, oppure no

possibilità degli ascoltatori di prendere appunti

grado di sonnolenza indotto

dell’ambiente, normali tende o scuri, anche con mezzi provvisori

possibilità di uso contemporaneo e integrato di più mezzi (lavagna + proiettore o episcopio)

L’ultima caratteristica elencata ne può determinare la qualità d’uso in termini di assoluta rilevanza in funzione didattica

Lavagna luminosa (ll.)

Di uso relativamente recente (anni ’70) la “lavagna luminosa”, in inglese è detta “overhead projector”, (proiettore sopra la testa) e per ambedue le lingue si può notare come di fatto occorra una perifrasi per indicare l’oggetto; in italiano si privilegia l’affinità e al contempo il contrasto tra il vecchio mezzo, lavagna nera, e il nuovo, l’inglese mette l’accento sul tipo d’uso (chi parla è rivolto verso l’uditorio e la proiezione avviene sopra la testa alle sue spalle, consentendo la visione simultanea dell’oratore e del materiale proiettato). Deve essere utilizzata in ambiente con luci attenuate anche se non del tutto spente, ma questo varia in relazione alla potenza delle lampade e alla qualità dell’apparato ottico installati sulla lavagna (e di conseguenza al suo costo) e alla distanza del proiettore dallo schermo.

È costituita essenzialmente da una lampada, un piano di lavoro, un obiettivo e un sistema di specchi: la luminosità della lavagna si misura in lumen (da 1.700 a 11.000) Possono essere installate da una o tre lenti; la qualità della proiezione, la distanza che si può tenere dallo schermo e il prezzo della ll. sono variabili proporzionali alle lenti e alla lampada. Il prezzo varia da quattrocento mila lire a più di due milioni.

Esistono due tipologie di ll. trasmissiva e riflettente. Il proiettore trasmissivo ha la fonte luminosa nella base della macchina. La luce è proiettata attraverso il vetro del proiettore attraverso una lente verso la testa mobile e dagli specchi posti su questa deviata di 90° verso lo schermo. La luce del proiettore riflettente è collocata nella testa dell’apparecchio: viene mandata sul piano riflettente e inviata di nuovo verso la testa dove si trova la lente e lo specchio che di nuovo rinvia verso lo schermo.Ambedue i tipi hanno i loro vantaggi:il trasmissivo è in genere più potente e luminoso e le immagini sono più definite, ma la macchina è ingombrante (ma indispensabile se previ di usare uno schermo a cristalli liquidi -LCD- interfacciato a computer). L’altra è portatile ma la proiezione è di minor qualità e luminosità, richiede perciò un ambiente assolutamente buio.

Altro sistema più sofisticato e moderno ma che può ricordare nell’utilizzo la lavagna luminosa, prevede l’uso di una piccola telecamera da scrivania che riprende immagini o testi da libri oppure anche oggetti, e deve essere interfacciata ad un computer con videoproiettore.

Il materiale più comune per realizzare presentazioni è il lucido o trasparente di formato A4: se ne trovano a colori o prestampati con fondo millimetrato, a righe o quadri, e di diverso spessore per un uso frequente o usa e getta. Si può disegnare con

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pennarelli a inchiostro permanente rimovibile, però con l’alcool, o inchiostro ad acqua cancellabile con panno umido. Si possono applicare sul lucido acetati colorati, retini e trasferibili, ma ormai l’uso del computer e il basso costo della stampa a colori ha reso obsoleti questi sistemi. Per la stampa a computer ricordo che è necessario utilizzare trasparenti appositi, con una faccia “preparata” a ricevere l’inchiostro della stampante e che il tempo di una perfetta asciugatura si aggira intorno alle 6/8 ore. Si possono fotocopiare infine i materiali direttamente sui lucidi: occorre disporre di lucidi appositi –è chiaramente specificato sulla confezione che sono destinati alla f.- che resistono alle alte temperature della fotocopia. Nel dubbio, evitare guai, da milioni, alla fotocopiatrice.

Vantaggi d’uso Permette di puntualizzare gli argomenti consente di arricchire la comunicazione rendendola anche visiva offre un primo sistema di riassunto di quanto viene detto facilitando chi prende

appunti fino a poterli completamente sostituire, se viene offerta alla fine copia cartacea dei lucidi (PowerPoint consente di stampare da una fino a sei videate sullo stesso foglio)

induce a seguire più puntualmente una traccia senza perderla ma è anche flessibile per cui si può cambiare l’ordine degli argomenti a seconda delle reazioni o richieste dell’uditorio

si può lavorare su un acetato intonso come fosse una lavagna, creando una situazione “attiva”

ha facilità d’uso e basso costo di preparazione del materiale

Sulla lavagna luminosa si possono giocare registri diversi: la scrittura con tutte le sue declinazioni grafiche che hanno una funzione precisa

e ricca rispetto alla costruzione dei significati. Attenzione quindi alle dimensioni del carattere (corpo) allo stile, corsivo, sottolineato e nero hanno regole precise di utilizzo, al colore del fondo e dei caratteri e alla disposizione sulla schermata.

utilizzando disegni o schemi utilizzando le fotografie ricorrendo a mascherature e mostrando successivamente parti del quadro

Usare la macchinaValgono per le proiezioni in genere; alcune per le videate realizzate a mano, altre solo se si realizzano acetati o presentazioni al computer. Molte di queste possono essere estese alla creazione di ipertesti a computer.Usare il proiettore stando rivolti verso il pubblico non verso lo schermo, mantenendo il contatto visivo, e alla vostra destra o sinistra a seconda se siate destri o mancini.Coprire con una mascherina (basta un cartoncino rigido con una finestra ritagliata) la parte del piano di proiezione o dell’acetato inutilizzata in modo da focalizzare su una videata pulita

Preparare le videate: impaginazioneTenere conto che quasi sempre il formato d’uso è orizzontale-paesaggio (fisso nei videoproiettori) e il formato condiziona la disposizione degli oggetti grafici sulla pagina.In ciascuna pagina individuare gli elementi in ordine di importanza di contenuto ed attribuire la stessa logica alla gerarchia visiva. Si rompe così l’uniformità e si aiuta la

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decodifica perché l’occhio (la mente) trova un aggancio (simbolico) per entrare e leggere.Mantenere uno schema originale su tutta la presentazione (coerenza grafica)Numerare le videate col sistema n. pagina/su totale (es. 1/12 significa che stiamo sul primo di dodici lucidi) questo facilita il ritrovamento degli stessi e l’orientamento “temporale” del pubblico, l’archiviazione dentro un raccoglitore ad anelli, con o senza buste trasparenti può aiutare anche la conservazione nel tempo oltre a mantenere l’ordine espositivo.TestoOgni pagina dovrà contenere un numero limitato di parole, buona regola è stare sulle quaranta al massimo (equivalgono a due righe e mezzo di testo corpo dodici) se ci son cose lunghe da dire dividere su più pagineUsare un carattere bold (grassetto o nero sono sinonimi) perché si vede anche dal fondo della stanza: caratteri senza grazie (Helvetica, Arial)sono più leggibili in proiezione dei caratteri con grazie (Times).Limitarsi all’uso di due font per pagina (e magari per documento)Usare il bold o il colore per evidenziare, il corsivo si legge male e il sottolineato è riservato alle macchine per scrivere.Individuare una logica di allineamento dei testi: la centratura ad epigrafe va bene solo per i titoli (corti) che non andrebbero chiusi dal punto finale.Colore e immaginiI colori non vivono isolati ma sono giudicati nel contesto, influenzano i vicini: ma come si stabilisce una relazione armoniosa? La soluzione sarebbe semplice basta guardar fuori dalla finestra: quando si vuol creare una palette per la presentazione pensare alla natura per creare armonia ed empatia. Il criterio soggettivo, mi piace, può a volte tradire: per una buona scelta occorre partire dal tono che si vuol dare alla presentazione. Si può decidere per una presentazione “calda” o “fredda”, tono termico, e come per il colore il significato è facilmente traslabile. I colori dal rosso all’arancio sono caldi, quelli dal verde al blu freddi: scegliere gli uni o gli altri. Prendere una o due tonalità vivide e per espandere la palette e creare una varietà visuale usare una o l’altra gamma espandendola con tinte o toni. Pensa a tinta come la miscelazione del colore di base con il bianco e a tono la miscelazione con il nero.

Alcune combinazioni di colori sono totalmente illeggibili es. rosso su fondo azzurro (in genere i complementari accostati) o danno vibrazioni da mal di testa. Si leggono bene al in proiezione i colori chiari su fondo scuro.Evitare come la peste le clip art (che sono decisamente brutte) o le combinazioni predefinite di videate da PowerPoint: altri milioni di utenti le hanno usate e quindi usurate (e sono brutte). Evitare di mettere immagini se non sono motivate, così tanto per metterle, perché distraggono e uno finisce per cercare di decifrarne il senso che non c’è.

Bastano un paio di decise campiture di colore con un accostamento ben fatto per rendere nuova e originale la presentazione.Usare piccoli espedienti grafici, facili da realizzare, da mantenere uniformemente per tutte le videate: quadrati colorati, cerchi frecce o spunte colorate per gli elenchi puntati, spessi filetti (rettangoli o lasagnette) per separare o evidenziare, box colorati per isolare parti di testo.

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Ricorrere a tutti quegli elementi elencati nella scheda 2 che comunicano al posto delle parole (diagrammi, schemi, istogrammi ecc) realizzabili con facilità con programmi come Excel.Ricordare che la coerenza conta.Il tempo di visualizzazione per videata dovrebbe andare dai 40 ai 90 secondi e ricordare che il tempo di attenzione dopo 18 minuti mediamente cala.Riguardo alla scrittura per l’esposizione, molto altro ho ricordato nella scheda 3 e sintetizzo:Linguaggio conciso e per punti: usare elenchi puntati per condensare ideeUsare il testo come “carta geografica” per guidare l’uditorio nella presentazione

Gli studenti cosa se ne fanno?La lavagna luminosa può essere utilizzata dagli studenti per:

promuovere conoscenze rispetto a contenuti (ricerca, riflessione, ordinamento) attivare l’immaginazione contribuire ad ampliare la competenza comunicativa e linguistica favorire lo sviluppo di processi metacognitivi (valutare i contenuti, valutare l’accettabilità e la

decodificabilità dei segni) favorire forme di apprendimento collaborativo attraverso l’interazione di

gruppo

The tricks of the trade.Un espediente consiste nel preparare su un verso dell’acetato una parte dell’esposizione (lo schema di un disegno, le premesse di un ragionamento) e di completarlo poi dal vivo sull’altra faccia (facilmente cancellabile per un uso successivo). Altro piccolo espediente consiste nel preparare un lucido 1 con parte dell’esposizione e completarlo poi con la sovrapposizione del lucido 2.Operazione suggestiva (proposta ancora da Munari molti anni fa) consiste nel collocare sul piano luminoso oggetti di vario tipo ed esercitarsi a creare delle composizioni modificabili studiando di volta in volta pesi ed equilibri compositivi.Si possono porre liquidi incolori in contenitori trasparenti sul piano di lavoro e far agire degli inchiostri in miscelazione casuale e proiettarne gli effetti su schermo o su corpi in movimentoAnalogo risultato si ottiene racchiudendo gocce di colore tra i due vetrini nei telai da diapositive con vetrino; il calore stesso della lampada del proiettore provocando dilatazione dei liquidi ne innesca movimenti e miscelazioni casuali che in ingrandimento diventano molto interessanti.

EpiscopioUtilizzato già dal settecento da Leonardo Eulero 1707-1783 che lo chiama megascopio per dimostrazioni o lezioni scientifiche consiste in una fonte luminosa che proietta la luce concentrata sull’oggetto bidimensionale che si vuole poiettare, l’immagine rimbalza verso uno specchio ed esce dalla scatola attraverso un apparato ottico e vien così proiettata sullo schermo. La sola riflessione della luce richiede lampade di notevole potenza che generano un forte calore disperso da una ventola. Per l’uso è necessario disporre di un ambiente completamente buio.È utile per proiettare immagini direttamente dalla pagina aperta del libro che la contiene senza danni per lo stesso. La qualità dell’immagine è discreta.

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Esistono in commercio dei normali episcopi cui si possono aggiungere dispositivi particolari ottenendo l’abbinamento di elementi caratteristici di più strumenti semplici. I dispositivi sono: - condensatore (lenti condensatrici e cristallo atermico) per migliorare le prestazioni luminose- dispositivo di proiezione di lastre per proiettare corpi particolari- dispositivo per preparati microscopici- dispositivo per la proiezione di diapositive (a volte già aggiunto dalla ditta stessa per realizzare l'epidiascopio)Oltre la presentazione di immagini o testi, un modo di utilizzo dell’episcopio è per ottenere, da originali piccoli, ingrandimenti molto grandi, proiettarli su carta o parete e riprodurli seguendone i contorni.

Mezzi integratiEsistono in commercio alcuni mezzi che integrano funzioni di diversa origine ottenendo diverse combinazioni e aumentando le possibilità didattiche.Diatape È una unità formata da:audio registratore (con predisposizione per l’uso specifico) con uno o più proiettori di diapositive e una centralina di impulsi. Serve a sincronizzare un commento sonoro registrato su cassetta con la visione di una sequenza di diapositive: con due proiettori si possono ottenere dissolvenze incrociate (il passaggio in trasparenza da una immagine all’altra). Usato per presentazioni in automatico o a ciclo continuo che non richiedono operatore, richiede mezzi piuttosto semplici e un tempo limitato per la preparazione. Certo oggi il software di presentation ha relegato in cantina molti di questi strumenti anche se il costo del complesso diatape è molto inferiore a quello del computer+proiettoreEpidiascopioÈ un mezzo ottenuto aggiungendo all’episcopio, che proietta immagini opache, un dispositivo per la proiezione di diapositive. Presenta quindi i pregi e i difetti dei due strumenti (episcopio e proiettore). Meno dotato generalmente di automatismi del proiettore essendo privo degli avanzamenti automatici ed è dovuto al fatto che il suo scopo principale è di visualizzare disegni opachi affiancandoli alla proiezione di diapositive.Diagraf o diapographLavagna luminosa più proiettore di diapositive. Strumento simile alla lavagna luminosa con la possibilità di visualizzare ben a fuoco l’immagine sia sul piano luminoso che sullo schermo. Apparecchio costoso e delicato.

Proiettore diapositiveComposto da una fonte luminosa, un dispositivo di raffreddamento –ventola-, un apparato ottico e una slitta rimovibile per l’immagazzinaggio delle diapositive, un telecomando a raggi infrarossi o con cavo, con puntatore luminoso. I modelli più sofisticati dispongono anche di un minischermo (cm 30x30) in plexiglass opaco dove si possono proiettare le diapositive senza dover oscurare l’ambiente. Una proiezione ottimale si ottiene su schermo apposito, ma anche una parete bianca e liscia è sufficiente.Le slitte o magazzini, sono di due tipi, circolari o lineari. Le diapositive possono essere archiviate direttamente dentro le slitte e conservate nelle apposite custodie, i magazzini circolari tuttavia costano, in proporzione, molto di più dei lineari.

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Consigliabile aver una certa cura nell’immagazzinaggio delle slides e nel preparare la sequenza di proiezione, badando al giusto verso dell’immagine (alto basso, destra sinistra). D’uso comune impone una certa rigidità nella sequenza di proiezione; la ricerca di una immagine specifica diventa assai difficile se non si dispone di un indice numerato.Bruno Munari in Design e comunicazione visiva, Laterza, 1968 suggerisce varie esperienze possibili con il proiettore; esperimenti di trattamento e sensibilizzazione di materie plastiche colorate trasparenti esperimenti con la luce polarizzata (tramite filtri polaroid) ingrandimento di particolari composizione di immagini con la sovrapposizione di colori complementari o con

colori fissi sovrapposti a colori mobiliproiezioni simultanee su corpi rotantieffetti di trasparenza con molti strati di plastica trasparente e immagini scomposte (un pezzo per ogni strato)Costo da due a settecentomila lire.

VideoproiettoreApparecchio che collegato al computer permette l’ingrandimento e la proiezione dell’immagine che vediamo sul normale monitor. La potenza dei nuovi modelli consente la proiezione in piena luce e un ingrandimento molto forte con distanza breve apparecchio/schermo. Sostanzialmente viene proiettata da una sorgente luminosa l’immagine che si forma su un piccolo display interno a cristalli liquidi a matrice attiva messa a fuoco da un sistema ottico. Invia su grande schermo fino a 16,7 milioni di colori reali da pc o sorgente video (tv), e ha generalmente amplificatore e altoparlanti stereo integrati ed è portatile.Di potenza luminosa da 300 a 1000 ansi lumen il costo varia da quattro a dieci milioni

Macchina fotografica tradizionale e digitale

Con i suoi quasi duecento anni di vita l’apparecchio fotografico resta uno strumento educativo e di esplorazione del reale e dei manufatti artistici in particolare, di grande fascino e importanza. Non mi dilungo su questioni tecniche. Ricordo solo che per quanto riguarda la fotografia stiamo velocemente passando attraverso una rivoluzione:

il passaggio dalla modalità su pellicola, scatto-negativo su pellicola-sviluppo-stampa su carta in positivo (processo che, generalmente dopo lo scatto, passa sotto il controllo del laboratorio, cioè di qualcuno diverso da chi scatta);

alla modalità digitale, scatto-trasferisco il positivo su stampante/computer- stampo, riportando a chi scatta al pieno controllo del processo.

Dopo lo scatto la modalità digitale consente per mezzo del computer e il software di fotoritocco, un “controllo” completo dell’immagine fino allo stravolgimento totale. Nell’uso scolastico il laboratorio di stampa ha grande importanza ai fini della comprensione dei processi e del peso dei vari fattori, luce, esposizione, sensibilità dei materiali, presa del soggetto ecc, ma il passaggio diretto che il digitale consente

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permette di non occuparci o preoccuparci del dato tecnico e di passare subito all’utilizzo dell’immagine con grande risparmio di tempo e denaro.

Applicazioni didatticheSi può cominciare dalla fabbricazione dell’apparecchio di ripresa con foro stenopeico, esercitazione che suggerisce una quantità di riflessioni e discorsi sulle immagini della luce, la fisica, la matematica e l’ottica, sulla reale elementarietà dell’operazione “fotografia”, fino ai riferimenti che questa può suggerire alla camera obscura usata dai paesaggisti del settecentohttp://www.nadir.it/tec-crea_folder/te_foro-stenop.htm suggerimenti e teoria del foro shttp://www.reflex.it/articoli/stenopeico/stenopeico.htm come costruirlo in pratica.

Una scuola attrezzata con laboratorio di sviluppo e stampa offre delle opportunità estese: il lavoro nel laboratorio con le sperimentazioni su carta fotografica appoggiandovi direttamente oggetti diretta (rayograph o schadograph) sono semplici e di immediato effetto.Il procedimento è semplice: si espone della carta fotosensibile (in bianco e nero) alla luce per pochi secondi dopo avervi sovrapposto un oggetto qualsiasi (la mano ad es.), si passa allo sviluppo per un minuto e trenta secondi in acqua, e poi per due minuti nel bagno di fissaggio. Fatto.

Altre esercitazioni possono essere fatte con la macchina fotografica e un po’ di pellicola: classica quella proposta da Zannier nei suoi corsi di ripresa di un oggetto all’aperto nei diversi momenti di luce del giorno, per capire l’importanza della luce nella ripresa.L’avvento delle fotocamere digitali permette di sperimentare a basso costo senza passare per la camera oscura e manipolando le immagini direttamente al computer. Ecco allora che l’accento si porrà più sull’uso dello strumento per lettura dell’ambiente (domestico, scolastico, urbano, museale, dell’architettura ecc.). Quando si fa un’uscita didattica è importante il réportage documentario e una prima lettura delle opere d’arte attraverso la fotografia. A completamento di un lavoro con l’ipertesti multimediale ovvio che la foto è indispendabile come lo diventa il mini filmato (o ripresa) fatta con la telecamera digitale. Un software specializzato ma gratuito che gira su tutte le piattaforme ed è semplice da usare, come QuickTime, permette poi di fare meraviglie in sede di montaggio.http://www.apple.com/it/education/LezioneD/MoviePlayerCreare/movie.html in questo sito ci sono numerosi e utilissimi tutorial specifici con applicazioni didattiche.

Prezzo delle fotocamere digitali a partire da L. 300.000