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Verso il superamento delle Sds - Governance articolata su più livelli Potenziata l’integrazione socio-sanitaria MODELLI IL CONSIGLIO REGIONALE VARA DUE LEGGI Con l’accordo Stato-Regioni certezza di budget e innovazione I Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranza due leggi (313 e 312) per far nascere un nuovo sistema di integrazione socio-sanitaria, che superi l’esperienza delle Società della salute ed introduca una governance articolata su più livelli. Lo scopo delle due proposte di legge è di giungere ad una gestione associata del settore sociale a livello di zona-distretto. Inoltre, viene disciplinata la partecipazione degli utenti, del volonta- riato e del terzo settore, per creare un sistema omogeneo in tutta la Toscana. La Regione ha espresso plauso e soddisfazione per l'approvazio- ne delle leggi che determinano una importante riforma dei servizi sociosanitari realizzando una maggiore integrazione fra i due setto- ri. Un lavoro che ha portato ad un risultato di grande valore, che affronta in maniera puntuale la tematica delle società della salute, chiudendo così una discussione protrattasi per lungo tempo. L’assessore per il diritto alla salute della Toscana, Luigi Marro- ni, ha sottolineato come il confronto che ha portato all’approvazio- ne delle leggi sia stato portato avanti con responsabilità e impegno e che grazie ad esso si sono poste le basi per un miglioramento dei servizi risolvendo nello stesso tempo questioni importanti in una fase in cui la Regione è impegnata al riassetto complessivo del sistema. I cardini: il riordino del territorio, i nuovi Lea e gli standard ospedalieri Toscana antesignana dell’Intesa Tutte le sfide del Patto salute I l 10 luglio scorso è stata sancita l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul nuovo Patto per la salu- te 2014-2016. Il patto affronta i temi più attuali della sanità: la programma- zione triennale dei costi standard e dei fabbisogni regionali; l’aggiornamento dei Lea; la definizione degli standard relativi all’assistenza ospedaliera; le po- litiche di innovazione del Ssn sul terri- torio. Il nuovo patto propone, ponendo- si la sfida di costruire una sanità più vicina alle persone e competitiva in Europa, un progetto di crescita e svilup- po ove la salute non è più una fonte di costo, bensì investimento economico e sociale. In sintesi, rimandando al dove- re, e al piacere, della lettura del docu- mento, si sottolineano i temi più signifi- cativi per novità e rilevanza. Dopo anni di tagli lineari le Regioni avranno certezza di budget: il Fondo sanitario nazionale per il 2014 è confer- mato in 109,928 miliardi, salirà a 112,062 nel 2015 e a 115,444 nel 2016; i risparmi saranno reinvestiti in salute. Ciò consentirà una programma- zione triennale per le tre reti, emergen- za-urgenza, ospedale, territorio costituti- ve del Ssn. Per la rete dell’assistenza ospedaliera il Patto fa proprio il regola- mento sugli standard qualitativi, struttu- rali, tecnologici e quantitativi dell’ex ministro Balduzzi, integrato con un’in- tesa, da adottarsi, sugli indirizzi per la piena realizzazione della continuità assi- stenziale ospedale-territorio e con la de- finizione di un documento di indirizzo sull’appropriatezza riabilitativa. Ci sono anche pagine ricche di novi- tà, ma non per la Toscana, come quelle presenti sul tema dell’assistenza territo- riale con una definizione e un impegno sulla costituzione delle Uccp e Aft che costituiranno «le uniche forme di aggre- gazione dei medici di medicina genera- le e dei pediatri di libera scelta» in cui “confluiscono” quindi “le diverse tipo- logie di forme associative” realizzate nelle varie Regioni. Cure appropriate in setting appropriati e impulso alla sanità di iniziativa; questo l’impegno nel Patto per specialistica ambulatoria- le, farmacia dei servizi e continuità del- le cure, in forma residenziale; per i presìdi territoriali/ospedali di comuni- tà, impegno ulteriore è la definizione, entro il mese di ottobre, dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi. Per la rete dell’emergenza-ur- genza il Patto conferma, nel metodo e nelle scelte, il percorso toscano per le Centrali operative del 118; da queste sarà recepito il numero unico europeo di emergenza 112. Nel nuovo Patto l’impegno delle Re- gioni alla predisposizione di un pro- gramma annuale di umanizzazione del- le cure, con progetti di formazione del personale e di cambiamento organizza- tivo, rivolto all’area critica, alla pedia- tria, alla comunicazione, all’oncologia e all’assistenza domiciliare. Il grado di soddisfazione dei cittadini sarà monito- rato in maniera continuativa e omoge- nea tra le Regioni. Per ciò che riguarda gli investimenti si oscilla, senza appro- dare a una scelta definitiva, tra la ten- denza del Governo a comprendere nel- la capienza del Fondo le risorse neces- sarie e la volontà delle regioni di riaffer- mare il contributo ulteriore, ed essen- ziale, dello Stato. La centralità delle risorse umane trova nel Patto un impe- gno definito e uno strumento concreto per procedere a una riforma del siste- ma attuale; si afferma la “necessità” di valorizzare le risorse umane del Ssn, al fine di garantire una nuova organizza- zione del sistema sanitario regionale. La domanda di razionalizzazione e facilitazione dell’accesso dei giovani medici alla professione sanitaria all’in- terno del Ssn trova nel Patto l’istituzio- ne di un Tavolo politico per individua- re, anche alla luce dell’esperienza di altri Paesi Ue, specifiche soluzioni nor- mative. Il Patto, infine, sarà governato da una Cabina di regìa politica, che ne garantirà il monitoraggio costante e ve- rificherà l’attuazione di tutti i provvedi- menti. Valtere Giovannini direttore generale Direzione generale diritto alla salute - Regione Toscana di Patrizia Bernieri * Prevenzione, sì al piano formativo Approvato il Piano formativo regionale 2014 per i Dipartimenti di prevenzione del- le Asl della Toscana. La giunta ha deciso di promuovere il Piano, rivolto ai responsabili e al personale delle Unità operative e fun- zionali afferenti ai Dipartimenti di preven- zione, con moduli di miglioramento per gli ambiti “Prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro”, “Igiene e sanità pubbli- ca”, “Nutrizione”, “Sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria”, “Medicina del- lo sport”. Le aziende sono individuate se- condo criteri di disponibilità e competenza. (Delibera n. 399 del 19/05/2014) Tavolo per promuovere il welfare La giunta regionale ha approvato l’istitu- zionale di un tavolo di “Coordinamento per la prevenzione e promozione alla salu- te della Regione Toscana”. Questo dovrà valorizzare un approccio intersettoriale e interdirezionale, agendo nella veste di ne- goziatori e affermando il ruolo della pre- venzione e promozione della salute come fattore di sviluppo della società e di sosteni- bilità del welfare. Obiettivo anche l’integra- zione delle azioni promosse dai diversi settori in un’ottica di condivisione e di realizzazione di interventi integrati sul terri- torio. (Delibera n. 454 del 03/06/2014) N el Patto per la salu- te che abbiamo si- glato da poco a Roma c’è molta Toscana, e questo mi riempie di sod- disfazione e di orgoglio. Molti dei punti inseriti nel testo sul quale è sta- to raggiunto l’accordo sono da tempo incorpo- rati nel Piano sanitario e sociale integrato della Toscana, attualmente in discussione in Consiglio regionale, nonché nelle delibere di riorganizza- zione varate dalla giun- ta negli ultimi due anni. La Toscana ha dato un forte contributo al rag- giungimento di questo ri- sultato, e nei contenuti del Patto ci sono molti punti che da tempo sono patrimonio del sistema socio-sanitario integra- to toscano. Questa firma rappre- senta un grande messag- gio per il Paese: con il nuovo Patto garantiamo lo sviluppo e il futuro della sanità pubblica. Il Patto per la salute è uno dei pilastri del nostro si- stema sanitario, lo stru- mento grazie al quale le Regioni potranno armo- nizzare e rendere più ef- ficienti i rispettivi siste- mi. È stato un lavoro com- plesso, che ha tenuto conto di tante esigenze. L’accordo sui contenuti del Patto 2014-2016 è stato raggiunto dopo me- si di intenso lavoro che ha coinvolto le Regioni e i ministeri della Salute e delle Finanze. Pur es- sendo necessariamente il frutto di compensazio- ne fra esigenze diverse e S ul Patto sulla salute fir- mato recentemente dal Governo e dai rappresen- tanti delle Regioni esprimia- mo un giudizio positivo re- lativamente a quanto viene previsto sul fondo finanzia- rio. In particolare, dopo an- ni in cui si è proceduto a operare tagli lineari che hanno messo a dura prova il nostro sistema sanitario nazionale, si prevedono l’esclusione dei ticket ag- giuntivi già per quest’anno e aumenti del fondo per gli anni successivi, anche se la cifra prevista non è uguale a quella preannunciata dal ministro Lorenzin. Esprimiamo preoccupa- zione per il fatto che la co- di Luigi Marroni * CONTROCANTO ALL’INTERNO CONTINUA A PAG. 2 Il “Sole 24-Ore Sanità Tosca- na” augura buone vacanze. Arrivederci al 16 settembre CONTINUA A PAG. 2 Urologia Doc a Pistoia A PAG. 3 Pillole e terme anti-psoriasi DOCUMENTO A PAG. 4-5 Da sciogliere i «nodi» ticket e precari LEGGI E DELIBERE Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma Versione Pdf del supplemento al n. 29 anno XVII del 29 lug. - 4 ago. 2014 per la pubblicazione sul sito della Regione Toscana www.regione.Toscana.it

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Verso il superamento delle Sds - Governance articolata su più livelli

Potenziata l’integrazione socio-sanitaria

MODELLI

IL CONSIGLIO REGIONALE VARA DUE LEGGI

Con l’accordo Stato-Regioni certezza di budget e innovazione

I Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato a maggioranzadue leggi (313 e 312) per far nascere un nuovo sistema di

integrazione socio-sanitaria, che superi l’esperienza delle Societàdella salute ed introduca una governance articolata su più livelli.

Lo scopo delle due proposte di legge è di giungere ad unagestione associata del settore sociale a livello di zona-distretto.Inoltre, viene disciplinata la partecipazione degli utenti, del volonta-riato e del terzo settore, per creare un sistema omogeneo in tutta laToscana.

La Regione ha espresso plauso e soddisfazione per l'approvazio-ne delle leggi che determinano una importante riforma dei servizisociosanitari realizzando una maggiore integrazione fra i due setto-ri. Un lavoro che ha portato ad un risultato di grande valore, cheaffronta in maniera puntuale la tematica delle società della salute,chiudendo così una discussione protrattasi per lungo tempo.

L’assessore per il diritto alla salute della Toscana, Luigi Marro-ni, ha sottolineato come il confronto che ha portato all’approvazio-ne delle leggi sia stato portato avanti con responsabilità e impegno eche grazie ad esso si sono poste le basi per un miglioramento deiservizi risolvendo nello stesso tempo questioni importanti in unafase in cui la Regione è impegnata al riassetto complessivo delsistema.

I cardini: il riordino del territorio, i nuovi Lea e gli standard ospedalieri

Toscanaantesignanadell’Intesa Tutte le sfide del Patto salute

I l 10 luglio scorso è stata sancital’Intesa tra il Governo, le Regioni ele Province autonome di Trento e

di Bolzano sul nuovo Patto per la salu-te 2014-2016. Il patto affronta i temipiù attuali della sanità: la programma-zione triennale dei costi standard e deifabbisogni regionali; l’aggiornamentodei Lea; la definizione degli standardrelativi all’assistenza ospedaliera; le po-litiche di innovazione del Ssn sul terri-torio. Il nuovo patto propone, ponendo-si la sfida di costruire una sanità piùvicina alle persone e competitiva inEuropa, un progetto di crescita e svilup-po ove la salute non è più una fonte dicosto, bensì investimento economico esociale. In sintesi, rimandando al dove-re, e al piacere, della lettura del docu-mento, si sottolineano i temi più signifi-cativi per novità e rilevanza.

Dopo anni di tagli lineari le Regioniavranno certezza di budget: il Fondosanitario nazionale per il 2014 è confer-mato in 109,928 miliardi, salirà a112,062 nel 2015 e a 115,444 nel2016; i risparmi saranno reinvestiti insalute. Ciò consentirà una programma-zione triennale per le tre reti, emergen-za-urgenza, ospedale, territorio costituti-ve del Ssn. Per la rete dell’assistenzaospedaliera il Patto fa proprio il regola-mento sugli standard qualitativi, struttu-rali, tecnologici e quantitativi dell’exministro Balduzzi, integrato con un’in-tesa, da adottarsi, sugli indirizzi per lapiena realizzazione della continuità assi-stenziale ospedale-territorio e con la de-finizione di un documento di indirizzosull’appropriatezza riabilitativa.

Ci sono anche pagine ricche di novi-tà, ma non per la Toscana, come quellepresenti sul tema dell’assistenza territo-riale con una definizione e un impegnosulla costituzione delle Uccp e Aft checostituiranno «le uniche forme di aggre-gazione dei medici di medicina genera-le e dei pediatri di libera scelta» in cui“confluiscono” quindi “le diverse tipo-logie di forme associative” realizzatenelle varie Regioni. Cure appropriatein setting appropriati e impulso allasanità di iniziativa; questo l’impegno

nel Patto per specialistica ambulatoria-le, farmacia dei servizi e continuità del-le cure, in forma residenziale; per ipresìdi territoriali/ospedali di comuni-tà, impegno ulteriore è la definizione,entro il mese di ottobre, dei requisitistrutturali, tecnologici e organizzativiminimi. Per la rete dell’emergenza-ur-genza il Patto conferma, nel metodo enelle scelte, il percorso toscano per leCentrali operative del 118; da questesarà recepito il numero unico europeodi emergenza 112.

Nel nuovo Patto l’impegno delle Re-gioni alla predisposizione di un pro-gramma annuale di umanizzazione del-le cure, con progetti di formazione delpersonale e di cambiamento organizza-tivo, rivolto all’area critica, alla pedia-tria, alla comunicazione, all’oncologiae all’assistenza domiciliare. Il grado disoddisfazione dei cittadini sarà monito-rato in maniera continuativa e omoge-nea tra le Regioni. Per ciò che riguardagli investimenti si oscilla, senza appro-dare a una scelta definitiva, tra la ten-denza del Governo a comprendere nel-la capienza del Fondo le risorse neces-sarie e la volontà delle regioni di riaffer-mare il contributo ulteriore, ed essen-ziale, dello Stato. La centralità dellerisorse umane trova nel Patto un impe-gno definito e uno strumento concretoper procedere a una riforma del siste-ma attuale; si afferma la “necessità” divalorizzare le risorse umane del Ssn, alfine di garantire una nuova organizza-zione del sistema sanitario regionale.

La domanda di razionalizzazione efacilitazione dell’accesso dei giovanimedici alla professione sanitaria all’in-terno del Ssn trova nel Patto l’istituzio-ne di un Tavolo politico per individua-re, anche alla luce dell’esperienza dialtri Paesi Ue, specifiche soluzioni nor-mative. Il Patto, infine, sarà governatoda una Cabina di regìa politica, che negarantirà il monitoraggio costante e ve-rificherà l’attuazione di tutti i provvedi-menti.

Valtere Giovanninidirettore generale Direzione generale

diritto alla salute - Regione Toscana

di Patrizia Bernieri *

Prevenzione, sì al piano formativoApprovato il Piano formativo regionale2014 per i Dipartimenti di prevenzione del-le Asl della Toscana. La giunta ha deciso dipromuovere il Piano, rivolto ai responsabilie al personale delle Unità operative e fun-zionali afferenti ai Dipartimenti di preven-zione, con moduli di miglioramento per gliambiti “Prevenzione, igiene e sicurezza neiluoghi di lavoro”, “Igiene e sanità pubbli-ca”, “Nutrizione”, “Sicurezza alimentare esanità pubblica veterinaria”, “Medicina del-lo sport”. Le aziende sono individuate se-condo criteri di disponibilità e competenza.(Delibera n. 399 del 19/05/2014)

Tavolo per promuovere il welfareLa giunta regionale ha approvato l’istitu-zionale di un tavolo di “Coordinamentoper la prevenzione e promozione alla salu-te della Regione Toscana”. Questo dovràvalorizzare un approccio intersettoriale einterdirezionale, agendo nella veste di ne-goziatori e affermando il ruolo della pre-venzione e promozione della salute comefattore di sviluppo della società e di sosteni-bilità del welfare. Obiettivo anche l’integra-zione delle azioni promosse dai diversisettori in un’ottica di condivisione e direalizzazione di interventi integrati sul terri-torio. (Delibera n. 454 del 03/06/2014)

N el Patto per la salu-te che abbiamo si-

glato da poco a Romac’è molta Toscana, equesto mi riempie di sod-disfazione e di orgoglio.Molti dei punti inseritinel testo sul quale è sta-to raggiunto l’accordosono da tempo incorpo-rati nel Piano sanitarioe sociale integrato dellaToscana, attualmente indiscussione in Consiglioregionale, nonché nelledelibere di riorganizza-zione varate dalla giun-ta negli ultimi due anni.La Toscana ha dato unforte contributo al rag-giungimento di questo ri-sultato, e nei contenutidel Patto ci sono moltipunti che da tempo sonopatrimonio del sistemasocio-sanitario integra-to toscano.

Questa firma rappre-senta un grande messag-gio per il Paese: con ilnuovo Patto garantiamolo sviluppo e il futurodella sanità pubblica. IlPatto per la salute è unodei pilastri del nostro si-stema sanitario, lo stru-mento grazie al quale leRegioni potranno armo-nizzare e rendere più ef-ficienti i rispettivi siste-mi.

È stato un lavoro com-plesso, che ha tenutoconto di tante esigenze.L’accordo sui contenutidel Patto 2014-2016 èstato raggiunto dopo me-si di intenso lavoro cheha coinvolto le Regionie i ministeri della Salutee delle Finanze. Pur es-sendo necessariamenteil frutto di compensazio-ne fra esigenze diverse e

Sul Patto sulla salute fir-mato recentemente dal

Governo e dai rappresen-tanti delle Regioni esprimia-mo un giudizio positivo re-lativamente a quanto vieneprevisto sul fondo finanzia-rio. In particolare, dopo an-ni in cui si è proceduto aoperare tagli lineari chehanno messo a dura provail nostro sistema sanitario

nazionale, si prevedonol’esclusione dei ticket ag-giuntivi già per quest’annoe aumenti del fondo per glianni successivi, anche se lacifra prevista non è ugualea quella preannunciata dalministro Lorenzin.

Esprimiamo preoccupa-zione per il fatto che la co-

di Luigi Marroni *

CONTROCANTO ALL’INTERNO

CONTINUA A PAG. 2

Il “Sole 24-Ore Sanità Tosca-na” augura buone vacanze.Arrivederci al 16 settembre

CONTINUA A PAG. 2

Urologia Doca Pistoia

A PAG. 3

Pillole e termeanti-psoriasiDOCUMENTO A PAG. 4-5

Da sciogliere i «nodi» ticket e precariLEGGI E DELIBERE

Poste ItalianeSped. in A.P. D.L. 353/2003conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma

Versione Pdf del supplemento al n. 29anno XVII del 29 lug. - 4 ago. 2014

per la pubblicazione sul sitodella Regione Toscana

www.regione.Toscana.it

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COOPERAZIONE

L’obiettivo è potenziare qualità e sicurezza della sanità balcanica

Intesa con l’Albania: alta specializzazione in management sanitario

MINI-RIVOLUZIONE NELLA NUOVA SENOLOGIA DELL’ISPO A CAREGGI

Una mostra fotografica per alleviare l’animo in attesa della mammografia

CONTROCANTO (segue dalla prima pagina)

D all’1 al 3 luglio 2014 siè svolta a Tirana pressol’Osservatorio sui siste-

mi sanitari dei Paesi balcanicila prima sessione del corso dialta specializzazione in Econo-mia e management sanitario or-ganizzato dalla Regione Tosca-na in collaborazione con il mi-nistero della Salute della Re-pubblica d’Albania e il Centrouniversitario di studi in ammi-nistrazione sanitaria dell’Uni-versità di Firenze e l’Universi-tà Cattolica “Nostra Signoradel Buon Consiglio” di Tirana,rivolto ai dirigenti delle struttu-re sanitarie ospedaliere dei Pae-si balcanici. Il corso è statoinaugurato alla presenza del-l’Ambasciatore d’Italia in Al-bania, S.e. Massimo Gaiani edei ministri della Salute dellaRepubblica d’Albania, dellaRepubblica del Kosovo e delCantone di Tusla (Bosnia-Er-zegovina).

L’evento formativo si èsvolto nell’ambito delle attivi-tà dell’Osservatorio sui sistemisanitari dei Balcani, come risul-tato della collaborazione conso-lidata nell’ambito della sanitàtra la Regione Toscana e lestrutture del Sistema sanitariodi Albania, Kosovo e degli al-tri Paesi balcanici. Ormai allasua quinta edizione, il corso si

propone di creare, attraverso leconoscenze e le esperienze del-le strutture sanitarie e ospeda-liere toscane, una comune ediffusa cultura managerialeper il servizio sanitario dei Pae-si balcanici allo scopo di ac-compagnarne l’attuale fase ditransizione.

L’intervento nasce dalla ne-cessità di studiare soluzioni diassetto e organizzazione pro-prie e specifiche per la realtàsanitaria e ospedaliera e svilup-pare le necessarie competenzemanageriali e gestionali per laloro conduzione. Si tratta diuna iniziativa che ha assunto ilcarattere di assoluta attualitàper tutti i Paesi dei Balcanioccidentali coinvolti nel pro-cesso di adesione alla Ue eimpegnati, al fine di ottempera-re ai criteri di adesione stessi,in profonde riforme strutturalifinalizzate all’efficienza e allatrasparenza nella gestione deiservizi pubblici, e in particola-re in sanità.

Il progetto si propone in par-ticolare di intervenire - attraver-so specifici contributi formati-vi, di ricerca e di assistenzatecnica - sulla qualità dei servi-zi di promozione della salute,prevenzione e cura delle malat-tie e fornire dunque risposteconcrete e qualificate alla esi-

genza del ministero della Sani-tà albanese nella definizionedel percorso di riforma e svi-luppo del sistema sanitario.

Tale ruolo di accompagna-mento è previsto attraverso, daun lato, l’erogazione di specifi-ci momenti formativi che vedo-no la partecipazione a stage dioperatori di alto livello del ser-vizio sanitario albanese, dall’al-tro, le attività di ricerca applica-ta e analisi tesa a definire unpercorso di assistenza tecnicaper lo sviluppo di un adeguatosistema di gestione epidemiolo-gica per il supporto alle deci-sioni economiche e strategicheaziendali.

In particolare, si intende de-

finire un quadro concettuale dianalisi delle dinamiche evoluti-ve dei sistemi di classificazio-ne dei pazienti con particolareriferimento alle Diagnosis Re-lated Groups (DRGs).

Il progetto si propone, altre-sì, l’analisi dell’assetto organiz-zativo e delle politiche dellerealtà sanitarie dei Paesi del-l’area balcanica (Bosnia-Erze-govina, Kosovo, Macedonia,Montenegro) al fine di forniresupporto al ministero della Sa-lute albanese nella elaborazio-ne di direttive comuni ai Paesidell’area balcanica relativa-mente a standard qualitativi edi sicurezza in relazione alleprestazioni sanitarie al fine di

favorire una maggiore coopera-zione tra i sistemi sanitari na-zionali e facilitare l’esistentemobilità dei pazienti.

La scelta dell’Albania co-me “hub” delle iniziative chela Regione Toscana sviluppanell’area dei Balcani occidenta-li attraverso il Centro regionaledi salute globale è frutto dellacostanza nei rapporti tra sog-getti del sistema sanitario alba-nese e toscano, che hanno vi-sto una prima linea assiemeall’Università di Firenze,l’Azienda ospedaliera universi-taria di Pisa, che ha portatoallo sviluppo e consolidamen-to di partenariati di durata ultradecennale. Questi negli ultimianni si sono mantenuti vivacimotori di progettualità e scam-bi e hanno permesso di portareanche al dialogo diretto tra leistituzioni centrali e focalizza-re gli interventi di cooperazio-ne nell’accompagnamento alprocesso di riforma del siste-ma sanitario albanese.

Una collaborazione istitu-zionale che si è formalizzatacon una dichiarazione congiun-ta tra ministero della Salute del-la Repubblica d’Albania e as-sessorato alla Salute della Re-gione Toscana firmata nel lu-glio 2010 che prevede lo svi-luppo di una collaborazione

tra le parti per il rafforzamentodel Servizio sanitario naziona-le albanese sugli ambiti di as-setto istituzionale e organizzati-vo ed economia e manage-ment e che sancisce il passag-gio dal piano della cooperazio-ne a quello della collaborazio-ne vera e propria prevedendouna partecipazione, anche intermini economici, della con-troparte albanese. Il presentedi questo legame con l’Alba-nia si fonda su valori condivisiche hanno radici lontane, cheaffondano nella storia e nellalingua, ma che oggi si arricchi-scono di ulteriori significati,con la comunità albanese, se-conda solo ai rumeni, rappre-sentando quasi il 20% dellapresenza straniera; il 12,2%dell’imprenditoria stranieraparla albanese, superata soloda quella cinese.

La sfida del futuro è rappre-sentata dal coinvolgimento dicomunità di immigrati numero-se e vivaci come quella albane-se in iniziative di cooperazionenei Paesi di origine al fine diincrementarne l’efficacia el’impatto.

Maria José Caldés Pinillae Michele De Luca

Centro di salute globale dellaRegione Toscana

Formazione, corsi a Tirana

Toscana antesignana... (segue dalla prima pagina)

B asta corridoi bianchi e pareti vuote da fissa-re con ansia mentre si aspetta il proprio

turno. Da qualche giorno la struttura di Senolo-gia dell’Istituto per lo studio e la prevenzioneoncologica (Ispo), che dallo scorso gennaio halasciato la sede di viale Amendola per approdarenei locali dell’ex maternità di Careggi, ha cambia-to look. E sui muri imbiancati di fresco sonoapparse decine di fotografie: marine baciate dalsole, distese di prati di lavanda, panorami di cittàd’arte, tetti innevati. Le immagini, stampate ingrande formato, hanno contribuito a cambiare ilvolto della struttura, rendendola più accogliente.

Le pazienti hanno decisamente apprezzato:fantasticando su quei paesaggi, l’attesa della visi-ta di controllo o dell’esame mammografico di-venta più piacevole. Gli scatti sono tutti“d’autore” e sono usciti dall’obiettivo di Beniami-no Brancato, il responsabile della struttura com-plessa di Senologia, da sempre appassionato di

fotografia. L’incontro con Elaine Poggi, fondatri-ce e presidente della Foundation for Photo/Art inHospitals, che da dodici anni lavora per renderepiù accoglienti gli ambienti degli ospedali ditutto il mondo, ha permesso di creare l’allesti-mento a costo zero per la struttura pubblica: tuttele spese per la stampa e la realizzazione delleopere fotografiche sono infatti state sostenutedall’ente benefico.

«Nel mio archivio - spiega Elaine Poggi, ame-ricana d’origine, ma fiorentina di adozione - ho adisposizione più di 300 fotografie donate da mee fotografi di tutto il mondo. Ma quando ho vistole immagini di Brancato, ho capito di avere a chefare con un bravo fotografo e gli ho chiesto diutilizzare i suoi scatti: è la prima volta che micapita in tanti anni di attività. Credo che questoabbia un effetto positivo anche per le pazienti:quelle immagini permettono loro di considerareil medico che le visita con un occhio diverso».

La Foundation for Photo/Art in Hospitals èun’organizzazione non-profit dedicata a migliora-re, umanizzare l’ambiente ospedaliero attraversofotografie che diano conforto e speranza ai pa-zienti e alle loro famiglie, visitatori e assistenti.Lo scopo è cambiare il modo di intendere evedere l’ospedale: rendendolo più accogliente.La Fondazione è stata creata nel 2002: in dodicianni di attività, più di 4.000 immagini naturalisti-che sono state appese in oltre 250 ospedali in seicontinenti.

«Sono stato felice di constatare che le fotogra-fie hanno avuto un gradimento notevole da partedelle mie pazienti - spiega Beniamino Brancato,responsabile della struttura complessa di Senolo-gia -. Mi sono accorto che molte di loro osserva-no con attenzione le immagini prima e durantel’esame: questo sembra avere un effetto moltorilassante».

Soddisfatto anche Gianni Amunni, direttore

generale Ispo. «Iniziative di questo tipo - com-menta Amunni - sono estremamente positive:creare un ambiente in grado di mettere a proprioagio i pazienti rappresenta sicuramente un impor-tante passo avanti nella qualità dei servizi».

«L’idea - racconta Elaine Poggi - è nata inseguito all’esperienza che ho fatto nei tre mesipassati in una stanza di ospedale ad assisteremia madre affetta da un linfoma non-Hodgkin.Ho vissuto momenti di solitudine e ore intermi-nabili fissando le pareti bianche della camera.Cercando di riportare un po’ di vita e di luce hodeciso di decorare con le mie fotografie diFirenze e di paesaggi naturalistici la sua came-ra, che ha immediatamente assunto un’atmosfe-ra più confortevole, invitante e serena. Le foto-grafie non solo hanno sollevato il morale di miamadre ma hanno anche stimolato l’interesse efavorito la comunicazione tra pazienti, operato-ri sanitari e visitatori».

pertura finanziaria prevista rima-ne legata alle eventuali manovrefinanziarie. Il Patto prefigura larevisione dei ticket e dei livelli es-senziali di assistenza che sono te-mi per noi da non rimandare e daaffrontare con estrema urgenza.In particolare, sui ticket la loroeccessiva gravosità per i cittadiniha compromesso la possibilità ditroppe persone di curarsi e favori-to il ricorso alle strutture private.

La fuga degli italiani dalla sani-tà pubblica è ora certificata. Lecifre sono state messe nero su bian-co dal rapporto di Rbm Salute-Censis presentato lo scorso mesedi giugno, secondo il quale sono12,2 milioni gli italiani che hannodeciso di rivolgersi alla sanità pri-vata, a fronte dei ticket elevati e

delle lunghe liste di attesa. Pro-prio queste ultime costituiscono laprincipale ragione del fenomeno,secondo il 61,6% degli intervistati.

Sulle idee espresse in meritoalla riorganizzazione dell’interosistema socio-sanitario, dove èprevisto un rafforzamento dell’in-tegrazione socio-sanitaria e deiservizi territoriali, ci ritroviamomolto del lavoro fatto in Toscanaanche con il nostro fattivo contri-buto e ci aspettiamo che dalladefinizione delle idee e degli obiet-tivi si passi velocemente alla faseoperativa.

A gennaio di quest’anno solleci-tando la chiusura del patto, insie-me ad altre associazioni, abbiamochiesto l’apertura di un “cantieresociale” per la riorganizzazione

del sistema socio-sanitario del no-stro Paese, un cantiere dove noicome organizzazioni sindacali e ilavoratori potessimo dare il no-stro contributo ed essere vissuticome una risorsa.

Al patto si è arrivati al contra-rio senza nessun coinvolgimentodi noi come organizzazioni sinda-cali e con scarsissima attenzioneall’importanza rivestita dai lavo-ratori in tutti i processi di realecambiamento e innovazione.

Relativamente ai lavoratori delsettore registriamo inoltre negati-vamente l’assenza dell’impegno arinnovare i contratti scaduti dal2009 e la mancanza di soluzioniper i lavoratori precari.

* Segreteria Cgil Toscana

a volte contrapposte, il Patto,che è stato messo definitivamen-te a punto proprio nei giorniscorsi, è un testo innovativo, ri-sultato di un percorso positivotra Regioni e Ministeri. Pone sfi-de notevoli, ma interessanti, egetta le basi per ulteriori svilup-pi per la nostra sanità. Fra lenovità, l’accento posto sulla me-dicina territoriale, la valorizza-zione delle risorse umane e l’at-tenzione per la ricerca e per unagestione del settore farmaceuti-ca, ausili e protesi che punti a unequilibrio fra contenimento dellaspesa ed esigenze di innovazio-ne, ricerca e radicamento degliinvestimenti.

È stato un lavoro complessoma significativo, nel quale ci sia-

mo impegnati a fondo e nel qua-le le Regioni, accanto al ministe-ro della Salute, hanno potutosvolgere un ruolo importante nelprocesso di rinnovamento dellasanità.

Voglio concludere con un rin-graziamento a tutti i protagonistidi questo Patto, dal ministro aicolleghi assessori, al personaledei ministeri, che hanno offertol’opportunità di una partecipa-zione attiva a questo importantetraguardo. Adesso ci attende ungrande impegno per dare concre-tezza a questo processo di raffor-zamento e rinnovamento della sa-nità italiana.

* AssessoreDiritto salute Regione Toscana

2 29 lug.-4 ago. 2014TOSCANA

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SSR AI RAGGI X Asl di Pistoia: nasce un centro specializzato per il pavimento pelvico

Prevenzione, terapia e riabilitazione delle patologie a rilevanza sociale

QUESTIONARIO SULLA SODDISFAZIONE DELLE UTENTI

RILEVAZIONE 2013

«G razie alla solidarietà degli abitanti della provinciapistoiese l’azienda sanitaria locale di Pistoia risulta

essere ai primi posti in Toscana nella donazione di organi etessuti e il senso di generosità e altruismo, insieme all’impe-gno degli operatori sanitari anche nel 2013, ha contribuitoad aiutare molte persone affette da gravi patologie croni-che». Questo il commentato di Eufrasio Girardi, coordinato-re aziendale donazione organi e tessuti, rispetto all’importan-te lavoro svolto da tutto il personale dell’azienda, sostenutodelle associazioni di volontariato, per raggiungere l’obietti-vo regionale nel compensare la carenza di organi e tessuti,rispetto alle necessità dei pazienti in lista di attesa. Unlavoro che in particolare emerge dai dati di valutazionediffusi dal Laboratorio MeS della Scuola superiore Sant’An-na di Pisa, i quali collocano l’Asl 3 ai primi posti a livelloregionale.

Nel corso del 2013 è, infatti, al terzo posto in Toscana peril prelievo del multitessuto con 11 donazioni, al secondoposto con 64 donatori di cornee (128 prelievi) e al primoposto assoluto con 485 dona-zioni di sangue cordonale, laraccolta che viene effettuataal momento del parto.

Grazie a questa specificadonazione possono essere rac-colte le cellule staminali emo-poietiche per curare pazienti,anche pediatrici, affetti da gra-vi malattie come la leucemia.Si tratta di una risorsa terapeu-tica di grande importanza che testimonia anche l’alto livellodi informazione e sensibilizzazione della popolazione resi-dente nella provincia pistoiese. Determinante, a questo pro-posito, il contributo delle associazioni locali Rotary Club eFidapa nella promozione e nella realizzazione delle specifi-che iniziative finalizzate a tale scopo.

«È importante sottolineare che se rapportiamo il numerodi abitanti della provincia pistoiese rispetto al dato aggrega-to delle donazioni di sangue cordonale dei due punti nascitadi Pistoia e Pescia possiamo affermare come la popolazionepistoiese sia in Italia tra quelle che più generosamenteaderiscono alla donazione del sangue cordonale», ha fattosapere Letizia Lombardini, responsabile del centro naziona-le trapianti complimentandosi con gli operatori dell’Aziendacoinvolti nel processo per l’impegno e l’alta professionalità.

Il coordinamento aziendale donazione e trapianti, in colla-borazione con la unità operativa aziendale educazione allasalute e Aido, e i referenti scolastici ha svolto opera diinformazione e sensibilizzazione alla donazione con numero-si incontri: nel corso dell’anno scolastico 2013-2014 sonostati incontrati circa 1.500 studenti degli istituti di ogniordine e grado. L’azienda ringrazia tutto il personale per laprofessionalità e la dedizione dimostrata nel supportare que-sto importante settore della donazione e in particolare launità operative di rianimazione, l’area materno infantile, iblocchi operatori, il personale della rianimazione, del 118 edella morgue.

Indagine sui punti nascita: a due ore dal parto allatta l’86% delle gestanti

Donazione degli organi e tessuti:per il Mes risultati pistoiesi sul podio

Un centro specializzatoper la prevenzione, ladiagnosi, la cura e la ria-

bilitazione delle patologie delpavimento pelvico è stato rea-lizzato nell’ambito dell’areafunzionale chirurgica dellaazienda sanitaria locale 3 diPistoia, di cui è responsabileSandro Giannessi.

Il centro, a valenza azienda-le, è punto di riferimento per ipazienti che soffrono di distur-bi che vanno dalla ritenzioneurinaria, ai prolassi genito-ret-tali, alle emorroidi, alla stipsi,ai problemi dell’apparato uro-genitale. Patologie comuni madelle quali si parla poco, per-ché esse generano imbarazzo edisagi interpersonali e sociali;inoltre con l’allungamento del-l’aspettativa di vita esse stannoulteriormente aumentando diincidenza, sia nelle donne chenegli uomini.

Dodici in totale i medicispecialisti che interagiscononel nuovo e avanzato centro,la cui sede è stata identificatanell’ospedale di Pescia. Accan-to ai medici sono parte inte-grante del centro gli infermie-ri, anch’essi specializzati e iterapisti della riabilitazione: tut-ti riuniti in un’unica e integrataéquipe, di alto livello professio-nale e di esperienza, per assicu-rare al paziente un corretto per-corso assistenziale, con una so-la visita specialistica.

«La concentrazione dellestrumentazioni necessarie alladiagnostica specifica e avanza-ta, l’attuale assetto chirurgicoe le auspicabili prospettive diun futuro sviluppo, dal mo-mento che molti pazienti pro-vengono anche da aziende sa-nitarie limitrofe - ha spiegatola dottoressa Lucia Turco, di-rettore sanitario dell’Asl 3 diPistoia - ci hanno indotto aindividuare la sede operativadel centro nel polo endoscopi-co del presidio ospedaliero delSS Cosma e Damiano. Anchein questo caso - ha aggiuntoTurco - la logica che ci haguidati è stata quella di favori-re l’integrazione delle attivitàspecialistiche e dei professioni-sti per rendere più funzionaleuno specifico e delicato percor-

so diagnostico e terapeutico al-l’interno del quale è prevista la“mobilità” dei professionisti,nell’interesse primario del pa-ziente e anche per un utilizzopiù razionale delle risorse pub-bliche. In particolare - ha evi-denziato Turco - si occuperàdelle problematiche nelle don-ne spesso non diagnosticate enon trattate».

In pratica l’unità pavimen-to pelvico riunisce in un’unicastruttura funzionale, il cui co-ordinatore è Italo Corsale, chi-rurghi (Augustine Iroatulam,responsabile ambulatorioproctologico di Pistoia, Massi-mo Bontà, Marco Rigutini e

Sonia Panicucci), urologi(Alessandro Della Melina,Ida Vici, e Stefano Nerozzi),ginecologi (Luigi Niccoli eElena Peruzzi), i radiologi(Enrico Ricci, Antonia Stefa-nelli e Adriano Viviani), gliinfermieri (Susanna Pergola),gli infermieri uroriabilitatori(Chiara Peri e Serena Biagi-ni), un operatore socio-sanita-rio (Cinzia Lazzeretti) chesvolgono attività sia territoria-le che ospedaliera.

Si tratta di professionistiche già da tempo si occupanodi problematiche prevalente-mente di tipo proctologico,urologico e ginecologico, tutte

legate a una regione anatomi-ca specifica del nostro corpo:il pavimento pelvico, fulcro diimportanti funzioni fisiologi-che, fondamentali per il benes-sere e la salute di ognuno.

«I pazienti non devono ver-gognarsi e rassegnarsi a unaqualità della vita scadente - ag-giunge Italo Corsale - la visitae l’inquadramento diagnosticocon tutti gli esami necessari ele successive terapie garanti-scono in molti casi il supera-mento dei problemi di tipoproctologico, urologico e geni-tale, che possono insorgere pervari motivi, per esempio nelledonne giovani dopo il parto enegli uomini dopo interventichirurgici urologici».

Particolarmente avanzata èanche la riabilitazione funzio-nale: la chinesiterapia, l’elet-trostimolazione, il biofeed-back, in molti casi consentonodi ottenere un’ottimale riedu-cazione del proprio pavimen-to pelvico, tale da evitare uneventuale trattamento chirurgi-co. Gli ambulatori sono gestitidagli infermieri specializzati edanno ai pazienti la possibilitàdi fare cicli continuativi chepossono durare dalle tre allequattro settimane con ottimirisultati.

L’accesso al centro pavi-mento pelvico avviene o persegnalazione da parte deglispecialisti negli ambulatori di-visionali urologico, ginecologi-co, proctologico presenti sul-l’intero territorio della aziendasanitaria pistoiese, oppure me-diante prenotazione al Cupcon l’impegnativa del medicodi medicina generale.

«Per ogni paziente - conclu-de Corsale - vengono svolti gliaccertamenti e le consulenzespecialistiche necessarie daparte di più colleghi e, una vol-ta conclusi tutti gli esami, lasituazione clinica viene valuta-ta in un consulto multidiscipli-nare al quale partecipano urolo-gi, ginecologi, colonproctolo-gi, e, se ritenuto necessario, an-che lo stesso paziente».

a cura diDaniela Ponticelli

ufficio stampa Asl 3 Pistoia

Cure genito-urinarie integrate

L’ 86,09% delle gestanti che hannopartorito nei punti nascita della

azienda sanitaria pistoiese nel 2013, adue ore dal parto, hanno potuto allattarei loro piccoli. L’indicatore proviene dal-l’indagine di soddisfazione delle utentidel percorso materno-infantile nei 25punti nascita della Regione Toscana: uncampione rappresentativo di partorienti“intervistate” hanno potuto risponderecompilando il questionario cartaceo, op-pure su Internet, proposto dal Laborato-rio MeS della Scuola Sant’Anna di Pisa.

Il risultato dell’indagine fa parte diuno dei 170 indicatori del sistema divalutazione denominato “bersaglio”.Nello specifico si tratta di una perfor-mance collocata nell’area sanitaria nella

quale la Asl 3 si posiziona ai primi postia livello regionale (la media toscana èdel 78,93%). Preparazione del personalemedico, ostetrico e infermieristico, am-bienti adeguati, sostegno e informazionesono alcuni degli elementi che contribui-scono a incoraggiare le donne che parto-riscono nei punti nascita pistoiesi a sce-gliere di allattare i loro neonati.

I direttori delle unità operative di oste-tricia di Pescia e Pistoia, rispettivamenteLaura Niccoli e Alessandro Errigo, evi-denziano le competenze acquisiste dalpersonale ostetrico, anche nei consultori,per favorire l’allattamento al seno checostituisce il miglior metodo alimentareper garantire una sana crescita e un sanosviluppo dei neonati ed esercita un’in-

fluenza biologica ed emotiva unica sullasalute sia delle madri che dei bambini.

«Le proprietà antisettiche - spiegano -favoriscono la prevenzione delle malat-tie nell’età neonatale ed è anche perquesto motivo che il personale si adope-ra per tutelare e promuovere l’allatta-mento fornendo alle gestanti consulenzee tutti gli aiuti possibili». Da evidenzia-re anche la pratica del pelle-pelle percui i neonati vengono adagiati sulla pan-cia della mamma subito dopo il parto epossono così attaccarsi immediatamenteal seno.

Camerette singole o a due letti, conbagno e fasciatoio, possibilità di acco-gliere nella stanza il compagno così dacreare un ambiente intimo e familiare,

sono altri punti di forza: notevole soprat-tutto il comfort offerto dal nuovo repar-to del San Jacopo di Pistoia dove sonopresenti anche poltrone specifiche per lemamme che allattano. Al conseguimen-to dell’importante risultato ha sicura-mente influito la conquista da parte ditutto il personale, pediatrico, ostetrico,ginecologico, infermieristico, di unanuova cultura che ha messo al centrodell’attenzione e delle azioni dell’assi-stenza e di cura la coppia mamma-bam-bino, oltre ai padri e anche lo sviluppodella rete territorio-ospedale è risultatamolto efficace nel sostengo prima e do-po il parto, dove gli ambulatori dell’al-lattamento sono, appunto, una eccellen-za da anni.

L o scorso 21 luglio ilpresidio ospedaliero

San Jacopo di Pistoia haspento la sua prima can-delina. Una data certa-mente importante pertutta la comunità pistoie-se, ma soprattutto perquanti la notte tra il 20 eil 21 luglio 2013 hanno vis-suto e reso possibile, il tra-sferimento, dopo ben 700anni, dell’ospedale delCeppo. È questa la ragio-ne per la quale la direzio-ne aziendale, ancora unavolta sostenuta dall’im-portante contributo delle

Associazioni di volontaria-to, ha pensato di fare me-moria di questo evento,con una serie di iniziativeche si svolgeranno nelprossimo fine settimana,all’interno dell’ospedaleSan Jacopo e coinvolge-ranno anche i cittadini.Tra il 19 e il 21 luglio infat-ti si sono svolti concerti,cerimonie e feste per ri-cordare le principali tap-pe del trasferimento checoinvolse oltre 1.500 glioperatori, 523 volontariformati, 50 mezzi per tra-sferire i pazienti.

Il San Jacopo compie un anno

Tessuti, corneee sangue cordonaleai primi posti

Da sinistra Italo Corsale, Cinzia Orsi e Marco Rugutini

29 lug.-4 ago. 2014 TOSCANA 3

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reg. Trib. Milano n. 679 del 7/10/98Stampa: Il Sole 24 Ore Spa

Via Tiburtina Valeria (Ss 5) km 68,70067061 Carsoli (Aq)

Versione Pdf dell’Allegatoal n. 29 del 29 lug.- 4 Ago. 2014

per la pubblicazione sul sitodella Regione Toscanawww.regione.Toscana.it

ttamento presentato dalla Asl 9 (Grosseto)

partnership con una azienda termale

erme e farmaci

do i classici schemi di terapia termale(12 bagni singoli associati a fangotera-pia).

Verranno valutati, prima dell’iniziodella terapia, tutti i pazienti e suddivi-si in tre gruppi:

l) un primo gruppo verrà trattatocon terapia termale e farmaci cosid-detti biologici;

2) un secondo gruppo verrà trat-tato con terapia termale e farmacicosiddetti convenzionali;

3) un terzo gruppo verrà trattatocon terapia termale e fototerapia(Raggi ultravioletti B narrow band).Strumenti raccolta dati

Attraverso un pool di specialistiverranno raccolti:

- schede preliminari (EsameObiettivo, Valutazione dei valori Pasie PsoDisk per il quadro cutaneo edeventuale interessamento articolare,Dlqi ecc.);

- schede dei trattamenti conrilevazioni eventuali effetti indesidera-ti, collaterali ecc. trasmessi dal perso-nale sanitario dello stabilimento ter-male in tempo reale con sistema in-formatico;

- schede di valutazione finaleal termine della sperimentazione conrivalutazione dei valori sia del Pasiche dello PsoDisk e dello stato cuta-neo attraverso ulteriore rilievo foto-grafico.Dati raccolti

Verranno predisposte da partedella azienda Usl n. 9 di Grossetodella Aou Senese e con la collabora-zione della Ausl 7 di Siena, attraversoun coordinamento medico (anche intelemedicina) schede di raccolta datipreliminari, schede dei trattamenti eschede di valutazione finale allo sco-po di raccogliere informazioni su:

Esame obiettivo generale;Variazione e/o mantenimento del-

l’indice Pasi;Variazione e/o mantenimento dei

valori di PsoDisk;Variazione e/o mantenimento fun-

zionalità articolare;Eventuali effetti collaterali/indeside-

rati (rebound, peggioramenti ecc.);Valutazione fotografica delle lesioni;Controllo nel tempo dei dosaggi

dei farmaci assunti e/o degli intervallidi tempo necessari per mantenere ilrisultato ottenuto o almeno quello dipartenza (nel caso di pazienti entratiin sperimentazione già sotto tratta-mento farmacologico).Modalità di analisi dei dati

I dati verranno analizzati con gliusuali metodi statistici e informaticiin genere e nel rispetto delle garan-zie previste dalla normativa sulla pri-vacy.Dimensione e durata dello stu-dio

Si prevede di raccogliere informa-zioni di 250 casi.

La durata della ricerca è compresatra 7 mesi e un anno.

Con 250 casi si può stimare diindividuare OR di almeno 2 in model-li di regressione logistica multivariata(proporzione minima del fattore esa-minato nel gruppo di “controllo” =20%, rapporto controlli: casi = 1,coefficiente di correlazione multiplocon altre variabili nel modello <0,3,alpha=0,05, beta=0,2).

Piano economico dettagliatoL’azienda Usl 9 di Grosseto è respon-

sabile, come Capofila, della sperimenta-zione e sarà titolare dei finanziamentierogati. Ha acquisito la collaborazionedella Aou Senese e dell’azienda 7 diSiena per il presente progetto.

Previsione arruolamento per n.250 soggetti.

- Valutazione del paziente, control-lo fattibilità della terapia, visite specia-listiche prima, durante e dopo la tera-pia;

- Costruzione scheda per elabora-zione dati;

- Calcolo Pasi e PsoDisk con even-tuale impiego di attrezzature compu-terizzate;

- Analisi dei risultati;- Documentazione fotografica;- Pubblicazione dei dati raccolti;- Convegno pubblico per la divul-

gazione dei risultati della ricerca.TOTALE: 30.000 euro.Trattamenti nella Stazione

Termale - Caratterizzata da acquetermali di adeguata composizione elocalizzata logisticamente tra Grosse-to e Siena (per favorire l’adesioneallo studio da parte dei pazienti)

- fango termale (35 euro x 12applicazioni =420 euro);

- bagno termale (25 euro x 12applicazioni =300 euro);

- ciclo termale completo x 250pazienti;

- compresi visita medica iniziale efinale con consulenza idrologica ter-male, uso strumentale informaticaper elaborazione e trasmissione datisu schede predisposte per la speri-mentazione.

TOTALE: 180.000 euro.Totale del progetto: 210.000 euro.

La stazione termale con acque ter-mali di adeguata composizione ai finidella sperimentazione logisticamentepiù idonea potrebbe essere rappre-sentata dalle Terme di Petriolo, esatta-mente al confine tra la provincia diGrosseto e la provincia di Siena vicinoalla direttrice viaria Siena-Grosseto.Aspetti etici

Lo studio osservazionale verrà sot-toposto per conoscenza ai comitatietici degli ospedali partecipanti. Verràpredisposto un modulo per ottenereil consenso informato dei partecipanti.Pubblicazione dei risultati

I risultati verranno sottoposti perla pubblicazione su riviste scientifi-che. Tutti coloro che contribuirannoalla raccolta dei dati in maniera con-forme a quanto richiesto per lo stu-dio saranno considerati autori pertutte le pubblicazioni originate dallostudio.Responsabili del Progetto

Dr. Danilo Zuccherelli (Direttoresanitario azienda Usl n. 9 di Grosseto)

Dr. Riccardo Sirna (Direttore UoDermatologia azienda Usl n. 9 di Gros-seto)

Dr. Fabio Lena (Direttore Diparti-mento Politiche del farmaco e Attivitàfarmaceutiche azienda Usl n. 9 di Gros-seto)

Dr. Roberto Mantiloni (Responsabi-le amministrativo Presidio ospedalierodella Misericordia)

Prof. Michele Fimiani (Direttore ClinicaDermosifilopatica Università di Siena)

(segue da pagina 4)

La strategia: integrare le politiche sportive, sanitarie, educative, formative e ambientali

EVOLUZIONE DEL PROGRAMMA «GUADAGNARE SALUTE»

Pubblichiamo il testo della delibera n. 496approvata dalla Giunta regionale della To-

scana il 16 giugno avente per oggetto l’appro-vazione della strategia regionale integrata“Toscana da ragazzi”.

Così «Toscana da ragazzi» sviluppabenessere psico-fisico da 6 a 18 anni

LA GIUNTA REGIONALE

...(omissis)...

A voti unanimi

DELIBERA1. di approvare la strategia “Toscana da ragazzi”, per la

messa a sistema delle iniziative in favore dei bambini eragazzi, di cui all’allegato A parte integrante e sostanzialedella presente delibera;

2. di dare incarico alla Direzione generale Diritti di cittadi-nanza e coesione sociale di compiere gli atti necessari perl’implementazione della strategia.

ALLEGATO A

“Toscana da ragazzi”

PremessaPer facilitare il cittadino e la comunità a fare scelte salutari

e consapevoli è essenziale una attenzione condivisa nellepolitiche e azioni socio-sanitarie, educative, culturali, produtti-ve, agricole, commerciali, turistiche, di tutela dell’ambiente edel paesaggio. Il coinvolgimento e la collaborazione delsettore privato e della società civile risultano altrettanto fonda-mentali.

In quest’ottica e secondo la strategia dell’Organizzazionemondiale della sanità “La salute in tutte le politiche”1, si èsviluppato il programma “Guadagnare salute in Toscana:rendere facili le scelte salutari” di cui alla Dgr 800/20082

attuata attraverso la collaborazione tra Direzioni generaliregionali.

Le azioni del citato programma sono orientate a stimolareda un lato la responsabilità individuale dei cittadini (Empower-ment) e quindi la consapevolezza e lo sviluppo di competenzee, dall’altro, quella degli stakeholder e delle istituzioni perfavorire la realizzazione di contesti e ambienti che facilitino lescelte salutari delle comunità, con una attenzione particolarealle disuguaglianze sociali e alla sostenibilità ambientale. Nel-lo specifico il programma promuove azioni intersettoriali perl’adozione di stili di vita sani e attivi e per il contrasto aiprincipali fattori di rischio per la salute, attraverso:

- la diffusione di una cultura alimentare improntata aiprincipi della qualità, varietà e stagionalità (più verdura, fruttae pesce);

- la promozione del movimento quotidiano e dell’attivitàfisica;

- azioni per prevenire la dipendenza dal fumo e strategieper eliminarla, se già presente;

- l’educazione e la sensibilizzazione al consumo moderatoe consapevole dell’alcol;

- la conoscenza e fruizione delle risorse del territorio:paesaggistiche e ambientali, turistiche, del contesto agricolo eculturali.

“Toscana da ragazzi” nasce dall’esperienza della modalitàdi lavoro integrato interdirezionale nell’ambito delle azionidel programma “Guadagnare salute in Toscana” - in particola-re quelle per il target dei bambini e dei giovani - e fonda lapropria azione nella definizione Oms: «Lo stile di vita consi-ste in un modo di vivere impostato secondo modelli dicomportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reci-proca delle caratteristiche proprie di un individuo e delleinterazioni sociali con le condizioni di vita di carattere socio-economico e ambientale»3, proponendosi di incidere in ma-niera integrata sugli aspetti sanitari, su quelli educativi, am-bientali, culturali e del tempo libero.

Le attività di sorveglianza epidemiologiche e sugli stili divita nazionali e regionali - Okkio alla Salute, Edit, Hbsc,Passi e Istat4 - evidenziano in maniera sempre più netta leproblematicità insite nel modello di sviluppo occidentale.Esse consistono in una omogeneizzazione dei comportamentialimentari dovuta anche allo sradicamento dalle tradizioniche ha comportato un peggioramento dell’alimentazione, inuna sedentarietà sempre più diffusa e in abitudini come ilfumo e l’alcol i cui rischi continuano a essere sottovalutati. InToscana, i risultati dell’indagine sui comportamenti a rischioe stili di vita dei giovani toscani (Epidemiologia dei determi-nanti dell’infortunistica stradale in Toscana Edit), si rilevache il 17,5% dei giovani intervistati dichiara di soffrire didistress psicologico, soprattutto le ragazze, dichiarando stati

quali il sentirsi ansioso, inquieto e drinking e il 34% fa uso ditabacco.

1) La strategia Toscana da ragazzi“Toscana da ragazzi” trova fondamento nella cornice stra-

tegica del Programma regionale di sviluppo 2011-2015 che:- afferma il principio della responsabilità sociale e ambien-

tale per tutti i soggetti coinvolti e per stimolare la Toscanaverso una fase di sviluppo sostenibile, innovativo e dinamico;

- punta al benessere dei cittadini e valorizza i fattori chesono alla base degli elementi di vantaggio di cui la Toscanagode, quali cultura, turismo, agricoltura;

- indica il “fare sistema” come modello per programmarein maniera condivisa le priorità di intervento.

Una prima definizione della strategia è delineata dal Docu-mento di programmazione economica e finanziaria (Dpef)2014 nell’ambito dell’area tematica 1 “Competitività delsistema regionale e capitale umano”, punto 1.5 “Promozionedei percorsi di autonomia dei giovani”, di cui fa parte anche ilprogetto regionale Giovanisì5.

La strategia, rivolta alla fascia di età 6-18 anni, intendesviluppare azioni che favoriscano il benessere fisico-psicologi-co e sociale dei bambini e dei ragazzi attraverso esperienzescolastiche ed extrascolastiche che promuovano corretti stili divita, la conoscenza e fruizione del territorio toscano e delle suerisorse ambientali, artistiche e culturali e che facilitino l’integra-zione sociale e la diffusione della cultura della legalità.

Si tratta pertanto di puntare all’integrazione di più politi-che: in particolare tra politiche sportive, sanitarie, educative,formative, culturali, turistiche e ambientali, favorendo il radi-camento della cultura del movimento, della legalità, dellasalvaguardia del territorio e del paesaggio, introducendo an-che fattori di sviluppo sociale, così da avere efficacia anchenel contrasto dell’abbandono scolastico, nel contrasto deldisagio sociale e nella prevenzione dei comportamenti qualibullismo, cyber bullismo, dipendenza da internet e dal gioco.

Inoltre, gli elementi caratteristici della strategia “Toscanada ragazzi” possono rappresentare fattori di competitività peril sistema economico-produttivo, per quei soggetti che simostreranno sensibili e disponibili a partecipare in modopro-attivo alle azioni e alla misurazione dei risultati dellestesse.

La strategia delineata trae dunque la propria origine daprogettualità e iniziative già promosse nell’ambito dei piani eprogrammi vigenti e da rinnovare in coerenza con gli obietti-vi comuni di tali piani o da programmare puntando suglielementi di integrazione sopra richiamati. Gli strumenti diprogrammazione cui fare riferimento per lo sviluppo dellastrategia sono stati individuati nei seguenti piani e programmivigenti, a cui potranno aggiungersi quelli ancora all’attenzio-ne del Consiglio regionale, una volta approvati.

Qui di seguito riportiamo l’elenco completo dei piani eprogrammi regionali e qualora sia possibile si esplicita l’obiet-tivo o l’azione che è strettamente correlata con la “StrategiaToscana da ragazzi”:

- Piano regionale dello sviluppo economico (Prse)2012-2015, nel quale sono presenti iniziative per il commer-cio di qualità e politiche di rete come “Vetrina Toscana” checostituiscono un’esperienza da capitalizzare e potenziare an-che attraverso elementi di integrazione con i giovani dell’asso-ciazionismo toscani nel mondo, oltre a iniziative di promozio-ne e valorizzazione del patrimonio storico e culturale qualel’itinerario toscano della Via Francigena;

- Piano della cultura 2012-2015, che promuove la valoriz-zazione del patrimonio culturale paesaggistico e turistico, inmodo particolare nei confronti delle giovani generazioni;

- Piano di indirizzo per la tutela e la difesa dei consumatorie degli utenti 2012-2015, che promuovere l’educazione alconsumo, prioritariamente nei confronti delle nuove genera-zioni;

- Piano di indirizzo generale integrato (Pigi) 2012-2015,che prevede percorsi di sviluppo personale, culturale e forma-tivo dei giovani cittadini, attraverso l‘offerta di opportunitàeducative di crescita culturale;

- Piano regionale per la promozione della cultura e dellapratica delle attività motorie 2012-2015, che tra i suoi obietti-vi promuove l’integrazione sociale quale elemento fondamen-tale per lo sviluppo del welfare regionale, valorizzando lapratica motoria e sportiva improntata sui principi della Cartaetica dello sport;

- Piano regionale agricolo forestale (Praf) 2012-2015, che,tra gli obiettivi, prevede quello di “valorizzare gli usi sosteni-bili del territorio rurale e conservare la biodiversità agraria eforestale”;

(...omissis...)Il testo integrale del documento è consultabile tra gli attidella Regione al sito www.regione.toscana.it

29 lug.-4 ago. 2014 TOSCANA 5DOCUMENTI Approvato dalla Giunta il progetto sperimentale di valutazione del trat

Stanziati 210mila euro - Azienda ospedaliero-universitaria e Asl 7 di Siena in p

direttore responsabileROBERTO NAPOLETANO

Vice direttoreROBERTO TURNOcomitato scientificoValtere GiovanniniSusanna Cressati

Sabina NutiLucia Zambelli

IL TESTO DEL PROVVEDIMENTO

Psoriasi: test terapeutico tra te

LA GIUNTA REGIONALE

...(omissis)...

A voti unanimi

DELIBERA1. di approvare il progetto speri-

mentale di valutazione del tratta-mento integrato tra terapia termalee terapia farmacologica in pazientiaffetti da psoriasi, allegato A al pre-sente atto quale parte integrantedello stesso, presentato dall’aziendaUsl n. 9 di Grosseto e da svilupparecon il supporto dell’azienda ospeda-liero-universitaria senese e del-l’azienda Usl n. 7 di Siena e in colla-borazione con una azienda termaletoscana;

2. di destinare alla azienda Usl n. 9di Grosseto, per la realizzazione delprogetto sperimentale di cui al punto1, la somma complessiva di euro210.000,00 a valere sull’impegno7821/2012 assunto con Dd6535/2012 sul capitolo n. 26054“interventi di assistenza sanitaria ria-bilitativa, protesica e termale e speri-mentazione progetti innovativi” (fon-do sanitario indistinto) del bilancioregionale annuale 2014, gestione resi-dui;

3. di impegnare il direttore genera-le della azienda Usl n. 9 di Grossetoa inviare alla D.g. Diritti di cittadinan-za e coesione sociale un rapporto dimonitoraggio relativo alla fase inter-media della sperimentazione e unarelazione finale con valutazione degliesiti della medesima e con indicazio-ne dei risultati conseguiti;

4. di dare mandato al competentesettore della D.g. Diritti di cittadinan-za e coesione sociale per l’assunzio-ne degli atti conseguenti.

ALLEGATO A

Progetto sperimentale di valuta-zione del trattamento integratotra terapia termale solfurea eterapia farmacologico-fisica inpazienti affetti da psoriasi

DefinizioneLa psoriasi è una malattia infiam-

matoria a decorso cronico fluttuanteo recidivante. Può essere localizzatain ogni parte del corpo, frequente-mente interessa parti visibili come lemani, il capo e il volto. La psoriasi haconseguenze importanti sulla perce-zione della propria immagine corpo-rea, sulle relazioni sociali e più ingenerale sulla qualità della vita (Qol).

Le lesioni cutanee tipiche della pa-tologia consistono in iper-prolifera-zione dei cheratinociti e accumulo dilinfociti T con memoria (TH1), secon-do un meccanismo fisiopatologicomantenuto dalle medesime T-cellule.

Elemento chiave in questo mecca-nismo è la citochina pro-infiammato-ria TNF-alfa (Tumor Necrosi Factor)liberata da diverse cellule presenti alivello cutaneo ivi compresi i cherati-nociti e i linfociti T. Queste alterazio-ni si manifestano in genere sotto for-ma di placche eritemato-desquamati-ve, localizzate principalmente sulle su-perfici estensorie dei gomiti e delleginocchia, nei palmi delle mani e nellepiante dei piedi, nel cuoio capelluto enelle zone intertriginose del corpo(ombelico, glutei ecc.). Le lesioni pos-sono essere associate a prurito, bru-ciore, alterazioni distrofiche delle un-ghie (in circa un terzo dei pazienti) eartropatia psoriasica (20-30%). La se-verità della patologia è valutata suiparametri seguenti: estensione dellelesioni sulla superficie corporea, in-tensità dei sintomi e grado di disabili-tà associato alla malattia. La gravitàpuò essere ripartita tra lieve, mode-rata e severa. La maggioranza deipazienti rientra nelle prime due cate-gorie: circa il 10% della popolazionecolpita soffre di forme di grado mo-derato-severo, mentre solo l’1% diforme gravi e complicate.

I soggetti con psoriasi moderata esevera mantengono generalmente lostesso grado di severità per almenoundici anni. Una misura numerica vali-data e continua di severità è rappre-sentata dal Psoriasis Area and Severi-ty Index (Pasi) che valuta l’estensionedelle lesioni e altri loro aspetti incombinazione con i segni clinici, pre-sentando valori <10 per la psoriasi digrado lieve, 10-20 per quella modera-ta e >20 per la severa.Incidenza e prevalenza

La psoriasi interessa il 2-4% dellapopolazione generale.

L’incidenza e la prevalenza dellapsoriasi è in realtà molto variabile inrelazione all’età e alle diverse popola-zioni. Secondo un ampio studio sullapopolazione inglese, la prevalenza au-menta gradualmente tra i 30 e i 69anni di età, dopodiché diminuisce si-gnificativamente negli ultrasettanten-ni.

Secondo una review del 2012 cheha preso in considerazione 53 studieffettuati in tutto il mondo la preva-lenza nei bambini varia da uno 0% (aTaiwan) fino al 2,1% (proprio in Ita-lia).

Negli adulti lo stesso dato va dallo0,91% registrato negli Stati Uniti al-l’8,5% del valore riscontrato in Nor-vegia. Sempre negli adulti la malattiavaria dal 78,9/100.000 soggetti ognianno (Stati Uniti) fino ai 230/100.000soggetti-anno che si registrano in Ita-lia. Nel nostro Paese, stando ai datidello studio PraKtis condotto dalCentro Studi Gised in collaborazionecon Doxa e il Laboratorio di Epide-miologia generale dell’Istituto di ricer-che farmacologiche “Mario Negri”, laprevalenza della psoriasi raggiunge il3,l%, dimostrando di essere una frale malattie dermatologiche più fre-quenti.

In Italia le persone affette sarebbe-ro circa 2.500.000;

Il 20% sviluppa una psoriasi“moderata-grave”;

Colpisce uomini e donne in ugualemisura con insorgenza più frequentein età giovanile;

Nel 10-25% dei pazienti è presen-te anche artrite psoriasica (Psa);

Ha una patogenesi immuno-media-ta in cui fattori genetici predisponen-ti interagiscono con fattori ambienta-li scatenanti.L’ipotesi della causa genetica è sup-portata dal fatto che circa la metàdelle persone colpite proviene da fa-miglia in cui vi sono altri casi di psoria-si: soprattutto nei gemelli monozigo-ti (con identico patrimonio geneticoe con caratteristiche fi-siche uguali) la psoriasicolpisce entrambi i fra-telli nel 65-70% dei ca-si presi in esame. Direcente è stata dimo-strata l’origine poligeni-ca della malattia, dovu-ta al coinvolgimento dipiù geni.Qualità di vita

La psoriasi ha un for-te impatto negativo sulla vita di chine è colpito. I casi gravi di psoriasiincidono sulla salute e sulla qualità divita del paziente in misura simile adaltre malattie croniche, quali a esem-pio la depressione, l’ipertensione ar-teriosa, l’insufficienza cardiaca conge-stizia, il diabete mellito e altre anco-ra. A seconda della gravità e dellalocalizzazione delle lesioni i soggettiaffetti da psoriasi possono provareun marcato disagio fisico e qualchedisabilità. Il prurito e il dolore posso-no interferire con molte normali atti-vità quotidiane, come a esempio lacura di sé o il sonno. La presenzadelle chiazze sulle mani o sui piedipuò impedire al paziente di svolgeredeterminate professioni, alcune attivi-tà sportive (a esempio il nuoto), etalvolta anche il semplice relazionarsicon gli altri. Le chiazze localizzate sulcuoio capelluto possono essere parti-colarmente imbarazzanti, e le plac-che desquamanti nei capelli vengonospesso cambiate per forfora.

Alcuni pazienti cambiano in modoradicale le proprie abitudini sociali acausa della malattia. Il sentirsi limitatinell’andare al mare, in spiaggia o nonpoter andare in piscina, temere diindossare abiti corti o senza manichein determinate occasioni per il timo-re che si vedano le chiazze, sentire ilbisogno di coprirsi prima di incontra-re una persona per la prima volta nel

timore di non conoscere quali reazio-ni potrebbe provare a causa dellapsoriasi, tutto ciò è decisamente fru-strante e limitante.

Il senso di disagio e l’impatto socia-le è certamente più grave e pesanteper i pazienti più giovani o adolescen-ti. Un teen-ager tende a vivere confrustrazione, vergogna e rabbia il nonpoter partecipare a tutte le attivitàdel gruppo dei pari età. Non tuttiriescono a sviluppare adeguate strate-gie di convivenza con la malattia. Ildisagio psicologico può portare a unadepressione significativa e a ritiro eisolamento sociale. I giovani, così co-me gli adulti, sviluppano una cattivaimmagine di sé che nasce dai timorilegati alla paura del rifiuto pubblico ealle preoccupazioni inerenti alla sferaemotiva e sessuale.Terapie naturali

Una terapia naturale è la curaidrotermale (Balneoterapia efangobalneoterapia).

Le acque termali rappresentanoda sempre un luogo dedicato allacura nell’ambito delle malattie croni-che, comprese le infiammazioni dellapelle.

Le cure termali non si sostituisco-no ai farmaci tradizionalmente usatiper curare la psoriasi, ma si colloca-no come alternativa terapeutica o siintegrano a essa al fine di ridurne laposologia farmacologica e gli eventua-

li effetti collaterali inde-siderati. Il tutto a van-taggio del miglioramen-to della qualità di vitasociale e di relazionedegli individui psoriasi-ci.

Esse costituisconouna valida integrazioneai normali trattamentitradizionali legati all’uti-lizzo prolungato di al-

cuni trattamenti (cortisonici in pri-mis), soprattutto quando si vuole ef-fettuare una “drug holiday” ovverouna pausa farmacologica.

Le azioni benefiche più importantiche vengono esercitate dalle acquetermali a livello cutaneo sono:

cheratolitiche;cheratoplastiche;antisettiche;decongestionante;antiseborroiche;lenitive del prurito.

I risultati a breve termine e rispettoalla sola balneoterapia, possono esse-re migliorati quando alla terapia ter-male viene associata la fototerapiacon raggi B a banda stretta.La balneoterapia consente, inoltre, diallungare i tempi di remissione, ridu-cendo il ricorso alle terapie topichee sistemiche nei mesi seguenti allacura termale.Obiettivi della terapia

- Agire rapidamente sulle lesioni;- Ottenere un controllo duraturo

della malattia;- Alleviare la sofferenza emotiva;- Migliorare la Qol minimizzando

l’impatto negativo sulle attività quoti-diane e sulla vita di relazione.

Il decorso della psoriasi, caratteriz-zato da periodi di remissione tempo-ranea (con o senza esacerbazioni) ericadute di diversa intensità, è variabi-le e spesso imprevedibile a livello

individuale, richiedendo controlli e te-rapie di lungo termine.

Le forme lievi-moderate sono trat-tate generalmente con terapia topi-ca, mentre quelle moderate-gravi omolto gravi richiedono una terapiasistemica e la foto-chemioterapia (aesempio, la Puva, Psoralene orale +raggi Uva, Uvb nb).

La terapia sistemica standard inclu-de metotrexato, ciclosporina, retinoi-di orali o derivati dell’acido fumarico.Il ricorso alla Puva e alla terapia con-venzionale (specialmente ciclospori-na e metotrexato) è limitato dallapossibile tossicità a livello di alcuniorgani (reni, fegato, midollo osseo),oltre che dalla loro potenziale terato-genicità e cancerogenicità.

Le innovazioni biotecnologiche ba-sate sulla metodologia del Dna ricom-binante hanno recentemente amplia-to le opzioni terapeutiche contro lapsoriasi, sviluppando una nuova clas-se di farmaci immuno-modulatori, de-finiti “biologici”. A differenza degliagenti immunosoppressivi tradiziona-li, i farmaci biologici risultano mag-giormente selettivi: essendo in gradodi agire a livello molecolare (a esem-pio su parti specifiche del sistemaimmunitario) fanno ipotizzare un’effi-cacia superiore e un profilo di sicu-rezza più favorevole. La terapia biolo-gica è principalmente rappresentatadagli anticorpi monoclonali modulato-ri delle funzioni linfocitarie (efalizu-mab) o ad alta affinità verso il Tnf(infliximab, etanercept, adalimumab,golimumab), meglio conosciuti comeinibitori Tnf-alfa e aa attività anti In-terleuchina 13 e 23 (ustekinumab).Le attuali linee-guida ne suggerisconol’utilizzo esclusivamente in pazienti af-fetti da forme moderate-gravi chenon rispondono o non tollerano al-tre terapie sistemiche o la fototera-pia.

L’impatto economico è verosimil-mente correlato alla gravità della pa-tologia, sebbene le informazioni rac-colte fino a oggi siano abbastanzascarse, specialmente in Italia.Obiettivi della ricerca

La balneoterapia e la fango-balneo-terapia consentono nei pazienti affet-ti da psoriasi di allungare i tempi diremissione. riducendo il ricorso alleterapie topiche e sistemiche nei mesiseguenti alla cura termale.

Ciò comporta:- miglior controllo nel lungo perio-

do della terapia;- riduzione della quantità di farma-

ci impiegati;- miglioramento della qualità della

vita del paziente psoriasico (Dlqi).Questo studio si propone di inda-

gare la possibilità di una riduzionenell’impiego delle terapie sistemiche,e in particolare l’uso dei farmaci bio-logici, correlati tra l’altro a una eleva-ta incidenza di effetti collaterali, nelcontrollo delle forme medio-gravi dipsoriasi.Disegno della ricerca

Si prevede di arruolare n. 250 pa-zienti affetti da psoriasi moderata-se-vera sia vergini che in terapia da alme-no un anno con terapie sistemiche(convenzionali e/o biologiche) da sot-toporre a fangobalneoterapia secon-

(continua a pagina 5)

Pubblichiamo il testo delladelibera n. 473 approvata il 9giugno dalla Giunta regionaledella Toscana, avente per og-getto un progetto sperimen-tale di valutazione del tratta-mento della psoriasi presen-tato dalla Asl 9 di Grosseto.

“Sanità Toscana” è una pubblicazio-ne informativa realizzata in base aun accordo tra Il Sole-24 Ore Spa ela Regione Toscana

Integrare le cureaiuta a ridurregli effetti collaterali

4 29 lug.-4 ago. 2014TOSCANA

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EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA

WELFARE

LE FAMIGLIE PRESENTI NELLE GRADUATORIE ORDINARIE SONO CIRCA 25MILA

La Regione intende replicare l’esperienza positiva di «Abitare solidale»

La proposta della vicepresidente Saccardi: utilizzare l’invenduto dei privati

L’ emergenza casa è una delleproblematiche sociali su cuila Regione Toscana intende

intervenire con forza. L’ultimo rap-porto sul disagio abitativo mostrauna situazione di estrema gravità: daun lato il calo delle quotazioni dimercato sia nelle compravendite chenel canone di locazione, dall’altro ladiminuzione della capacità redditua-le dei soggetti più deboli, un fenome-no che ormai colpisce in massimaparte anche il ceto medio.

Il maggior calo dei canoni di loca-zione si registra a Firenze con il-11,4% in centro. Gli effetti dellacrisi economica hannoportato anche a unacrescita della morositàincolpevole. Semprepiù famiglie non sonoin grado di pagare l’af-fitto, a causa della per-dita del lavoro o per-ché in cassa integrazio-ne, finendo in situazio-ni di morosità, conconseguenti provvedimenti di sfrat-to che generano nuovi fenomeniemergenziali e ampie ricadute sullacoesione sociale. I dati regionali mo-strano come tra il 2011 e 2012 si siaverificata una crescita in tutte le fasidel procedimento di sfratto: si regi-stra infatti un aumento di richieste(+3,1%), di provvedimenti emessi(+10%) e di esecuzioni (+1,7%).

Come fronteggiare questa emer-genza sociale? La Vicepresidentedella Regione Toscana Stefania Sac-cardi sostiene sia necessario trovareuna soluzione innovativa al proble-ma creando un punto di contatto tra

coloro che hanno disponibilità dispazi e chi è alla ricerca di un postodove vivere. L’esperienza di succes-so realizzata con Abitare Solidale,citata in molte occasioni dalla stessavicepresidente, è un esempio di co-me si possa fronteggiare il disagioabitativo in modo nuovo attraversoun sistema di welfare di comunitàche si basa sul principio del mutuoaiuto nel rispetto dei valori di reci-procità e di cittadinanza attiva. Aoggi è possibile contare su 92 coabi-tazioni che coinvolgono 184 fami-glie e 193 persone.

Tra le priorità per fronteggiarequesta emergenza so-ciale la vicepresidenteritiene prioritario pre-sentare bandi pubbliciper utilizzare l’inven-duto dei privati e rifor-mare la Lr 96/96 perrenderla più attuale ri-spetto ai mutamenti so-ciali. «Non credo sialogico continuare a

consumare suolo quando abbiamotanti alloggi invenduti, è su questoche dobbiamo investire - affermaSaccardi - utilizzare il patrimonioinvenduto privato e trasformarlo inalloggi popolari è una risposta aldisagio di molte persone, ma al tem-po stesso un forte aiuto a quelleaziende o cooperative in difficoltàperché non riescono a vendere».

Il rapporto 2014 evidenzia che lostock delle abitazioni invendute è dioltre 7.300 unità, circa il 14,4% dialloggi è stato messo in vendita tra il2003 e il 2010. Il sistema dell’edili-zia residenziale pubblica resta oggi

privo di un finanziamento organico erisulta insufficiente a rispondere alladomanda delle famiglie più svantag-giate. Al 31 dicembre 2012 le azien-de pubbliche per la casa gestisconocirca 50.000 alloggi Erp di cui il25,6% nel Lode di Firenze, il 17,1%in quello di Livorno e il 12,5% inquello di Pisa. A seguito dei pro-grammi di recupero di strutture esi-stenti e di realizzazione di nuovi al-loggi in Toscana risultano in costru-zione 1.736 nuove unità di cui circaun terzo nel Lode di Firenze.

Sul fronte della riforma della leg-ge 96/96 la Regione sta già lavoran-do, in particolare sulla disciplina diassegnazione, gestione e determina-zione del canone di locazione deglialloggi Erp. «Rispetto alle domandein graduatoria attualmente possiamosoddisfare soltanto un 12-13% dellerichieste - dice il vicepresidente del-la Regione Toscana - pertanto è ne-cessario modificare l’attribuzionedei punteggi, regolamentare i criteridi accesso agli alloggi e anche quellicon cui si valutano i bisogni dellepersone che ne hanno diritto. In que-sto modo siamo in grado di darevalore alle situazioni più critiche,come le famiglie con disabili o conpersone non autosufficienti, e spen-dere le poche risorse a disposizioneper aiutare chi ha davvero bisogno.Una prossima azione - conclude Sac-cardi - rivedere la legge sulla vendi-ta degli alloggi popolari alla luce delnuovo Piano Casa del Governo».

pagina a cura diElena Cinelli

Giornalista

Canone sociale per 15mila nuclei familiari

Recupero, costruzione, acquisto,locazione: tutti i cantieri dell’Erp

In un contesto sfavorevole causato sia dalle limitate risorse a disposizio-ne sia dai problemi legati ai vincoli del patto di stabilità, la Regione

Toscana si è impegnata a garantire programmi finalizzati a favorire l’incre-mento dell’offerta di alloggi di Erp con finanziamenti per lo sviluppo, lariqualificazione del patrimonio Erp e la realizzazione di alloggi a canonesostenibile. Al tempo stesso sono state promosse progettualità volteall’organizzazione di spazi e servizi comuni per favorire le relazioni umanee sociali, lo scambio gratuito e mutualistico di servizi, al fine di elevare laqualità della vita e dell’abitare. Molte le azioni messe in campo negli ultimianni. Tra queste all’interno del“Programma regionale di edilizia residen-ziale pubblica 2003-2005” sono stati inve-stiti 192 milioni di euro per interventi dimanutenzione straordinaria del patrimo-nio Erp finanziati con l’utilizzo di risorsederivanti dalla cessione di alloggi Erp odalla ri-localizzazione di interventi già pre-visti da precedenti programmi regionali.Sono stati inoltre assegnati contributi paria 50.334.000 euro per il recupero o lanuova costruzione di 850 alloggi. Relativamente al “Programma straordina-rio di edilizia residenziale pubblica” (con risorse pari a 31.426.757,03 euro)sono state svolte azioni finalizzate al recupero e all’adattamento funzionaledi alloggi Erp, all’acquisto, alla locazione o alla costruzione di alloggi dadestinare a soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio. Con il“Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile”sono stati stanziati 20.793.681 euro (15.995.139,23 euro di finanziamentostatale e 4.858.422,36 euro di cofinziamento regionale) per la realizzazionedi 143 alloggi Erp e di 52 alloggi a canone sostenibile. Tra gli interventispeciali di recupero o incremento del patrimonio di edilizia residenzialepubblica in aree ad alta criticità abitativa sono stati attivati 37 milioni per larealizzazione di 200 alloggi Erp, di 130 alloggi a canone sostenibile e per ilripristino di 90 alloggi “di risulta” (riconsegnati o recuperati). Infine sonostati stanziati 2.014.157,75 euro per interventi di abbattimento delle barrie-re architettoniche in edifici di edilizia residenziale pubblica e 10 milioni dieuro per l’assegnazione di 500-1.000 alloggi di risulta.

Bandi per l’emergenza casa

Nuclei residenti negli alloggi Erp per tipologia di canone al 31/12/2012 (val. ass.)

Alloggi Erp assegnati nel 2012 per tipo di assegnazione (val. ass.)

R apportando il patrimonio abitativo Erpal numero di famiglie residenti in cia-

scun ambito territoriale si valuta la capacitàdi risposta alla domanda abitativa potenzial-mente rivolta al sistema di edilizia residen-ziale pubblica. A livello regionale il rappor-to è pari a un alloggio Erp ogni 31,8 fami-glie. Il 95,3% degli alloggi Erp risulta occu-pato da inquilini con regolare contratto dilocazione. In Toscana l’occupazione senzatitolo registra un’incidenza del tutto trascu-rabile rispetto al dato nazionale, solo nel-l’1,3% dei casi come conse-guenza di vicende intervenutenel corso di un rapporto locati-vo o a causa della mancanzadel titolo, ovvero di un’occu-pazione abusiva. Ai sensi del-l’articolo 24 della Lr 96/96 ilcanone di locazione viene cal-colato prendendo in considera-zione la situazione redditualedel nucleo familiare, così co-me determinata ai fini dell’assegnazione del-l’alloggio, nei limiti di importi definiti conriferimento alle caratteristiche dell’alloggio.

In particolare, le famiglie assegnatarievengono collocate in tre distinte aree a cuicorrispondono specifiche modalità di deter-minazione del canone: l’area del “canonesociale”, l’area del “canone protetto” el’area del “canone da riserva per emergenzaalloggiativa e il restante 9,7% per altri moti-vi (mobilità ed edilizia). Relativamente alcanone di locazione versato la tabella 1mostra come 29.562 famiglie che abitanonegli alloggi Erp (62,2%) rientrano nel-l’area del cosiddetto canone protetto, men-tre 14.637 nuclei in quella del canone socia-

le (30,8%).Con gli ultimi bandi generali per l’asse-

gnazione degli alloggi Erp pubblicati daiComuni capoluogo di provincia sono statepresentate 10.951 domande, di cui 9.245ammesse (l’84,4%). Se rapportiamo il nume-ro di nuclei familiari residenti nella Regione(circa 1.568.000) a quello dei nuclei familia-ri residenti nei Comuni capoluogo di Provin-cia (poco più di 600.000), si ottiene unvalore pari a 2,61, che moltiplicato per le9.245 domande ammesse nei Comuni capo-

luogo, consente di stimare inquasi 25.000 unità le famiglietoscane presenti in una gradua-toria.

A fronte di tale domandanel 2012 sono stati complessi-vamente assegnati 1.798 allog-gi, di cui il 78,2% da graduato-ria ordinaria, il 12,1% a cano-ne calmierato, bando giovanicoppie ecc.). Relativamente in-

vece all’origine degli alloggi il 68,5% delleassegnazioni ha riguardato alloggi riconse-gnati o recuperati, il 30,6% alloggi di nuovarealizzazione e il restante 0,9% altre situa-zioni (recuperi edilizi di edifici già esistenti,nuovi presìdi di accoglienza conferiti nelpatrimonio).

Mettendo in relazione gli alloggi assegna-ti nel 2012 da graduatoria ordinaria e lecirca 25.000 famiglie presenti nelle gradua-torie, si arriva a una soddisfazione delladomanda pari al 5,7%. Se poi si considerache le graduatorie hanno un periodo mediodi validità di oltre due anni, è evidente chein Toscana viene soddisfatto soltanto il12-13% delle domande ammesse.

In cantiereanche la riformadella legge 96/96

Evaso soltantoil 12%-13% delledomande ammesse

Negli ultimi annisono stati stanziatioltre 300 milioni

Lode Canonesociale

Canoneprotetto

Canonemassimo Altro * Totale

Arezzo 972 1.797 52 77 2.898Empoli 327 786 202 78 1.393Firenze 3.247 8.103 613 289 12.252Grosseto 1.087 1.883 187 0 3.157Livorno 2.789 5.013 173 316 8.291Lucca 1.611 2.036 147 0 3.794Massa Carrara 698 2.483 103 449 3.733Pisa 1.981 3.703 124 196 6.004Pistoia 676 1.269 71 20 2.036Prato 732 902 52 0 1.686Siena 517 1.587 37 168 2.309Totale 14.637 29.562 1.761 1.593 47.553* Si tratta di nuclei familiari soggetti a canone oggettivo o sanzionatorio, o in attesa di definire ilcanone di locazione.Fonte: Regione Toscana, Scheda rilevazione per soggetti gestori Edilizia residenziale pubblica

Lode Da graduatoriaordinaria

Da riservaper emergenza

alloggiativaAltro * Totale

Arezzo 108 8 16 132Empoli 56 4 0 60Firenze 442 12 0 454Grosseto Nd Nd Nd 122Livorno 173 49 0 222Lucca 110 30 0 140Massa Carrara 45 26 42 113Pisa 113 25 37 175Pistoia 123 27 2 152Prato 16 3 50 69Siena N.d. N.d. N.d. 159Totale 1.186 ** 184 ** 147 ** 1.798* Si fa riferimento alle assegnazioni di alloggi a canone calmierato, alla mobilità e ai bandi per legiovani coppie; ** Il dato si riferisce a nove Lode.Fonte: Regione Toscana, Scheda rilevazione per soggetti gestori Edilizia residenziale pubblica

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N egli scorsi giorni nell’auditorium del-l’ospedale Versilia si è tenuta la XII edi-zione della giornata della Sanità versiliese

dedicata alla sperimentazione clinica con l’obietti-vo di far conoscere il valore delle sperimentazio-ni, quale insostituibile canale di conoscenza e diformazione sia per l’organizzazione che per ilprofessionista, i metodi con cui si sviluppa, non-ché le misure di tutela per chi decide di prenderviparte al fine di informare i pazienti sull’importan-za della ricerca clinica e sul suo significato perl’assistenza sanitaria.

Durante l’incontro è emerso come l’assidua

attività sperimentale presente all’interno dell’Asl12 di Viareggio sia in continuo aumento, portan-do all’attivazione nell’anno 2013 di oltre 40 studiclinici. I vantaggi della sperimentazione clinicasono molteplici e coinvolgono tutti: i pazienti, iprofessionisti del settore e l’intera comunità. Per ipazienti significa accedere alla possibilità di rice-vere il trattamento più moderno e appropriato, eavere le stesse opportunità terapeutiche di qualsia-si altro paziente del Mondo. Per i medici e iprofessionisti è un’opportunità di aggiornamentoe partecipazione alla Comunità scientifica interna-zionale, contribuendo all’innovazione e al perfe-

zionamento dei trattamenti terapeutici. C’è infineun vantaggio di tipo economico per la comunità,infatti con la ricerca scientifica si assiste a uncospicuo risparmio della spesa farmaceutica poi-ché i farmaci vengono forniti dalle case farmaceu-tiche che sponsorizzano lo studio.

La partecipazione alla sperimentazione clinicaha portato, dal 2008 al 2014, alla pubblicazione dioltre 400 articoli scientifici aventi come autori iprofessionisti dell’Asl 12 sulle più prestigiose rivi-ste internazionali, con il contributo delle unitàoperative di Neurologia, Cardiologia, Radiologia,Oncologia, Nefrologia, Gastroenterologia, Pedia-

tria, Psichiatria, Ostretricia e Ginecologia.La Cardiologia ha mostrato come sia possibile

coniugare ricerca e assistenza, attraverso l’impie-go di studi clinici sperimentali ma anche osserva-zionali, mentre nell’unità operativa di Oncologiala ricerca clinica è stato uno dei cardini dell’attivi-tà quotidiana. Così come è stata importante inambito nefrologico con diversi studi. Inoltre lesperimentazioni hanno rappresentato uno dei moti-vi di attrazione per pazienti di altre Asl o regioni.

Stefano Pasquinucciufficio stampa Asl 12 di Viareggio

VIAREGGIO

LIVORNO FIRENZE EMPOLI

All’ospedale Versilia giornata dedicata al ruolo delle sperimentazioni

Nel 2013 attivati 40 studi nell’Asl, in sette anni pubblicati 400 articoli

IN BREVE

Ametà luglio è stata presenta-ta la terza sala di Cardiochi-

rurgia dell’azienda ospedalierouniversitaria di Careggi con uncollegamento video in direttadal blocco operatorio. L’eventoera inserito nel calendario degliappuntamenti del centenario del-l’ospedale.

«La terza sala - ha dichiaratoil Direttore generale, MonicaCalamai - potenzia le due salegià esistenti, in una delle quali èstato recentemente installatouno dei primi robot chirurgici inItalia impiegato in operazioni alcuore. Attual-mente la Cardio-chirurgia di Ca-reggi esegue ol-tre mille inter-venti l’anno. Sistima che la nuo-va sala consenti-rà a pieno regi-me un incremen-to delle attivitàdi circa 500 interventi all’anno,abbattendo le liste d’attesa perle attività programmate secondole indicazioni regionali». «In ter-mini economici - precisa il Dg -l’investimento per la nuova salacardiochirurgica è stato di circaun milione di euro in attrezzatu-re, oltre a un incremento di per-sonale di due cardiochirurghi,due cardiologi, un perfusionista,tre operatori sanitari e 30 infer-mieri di cui 17 nuovi assunti asupporto dell’intera cardiochi-

rurgia, compresa la terapia inten-siva cardiologica».

Il direttore della Cardiochi-rurgia, Pierluigi Stefano, nelcommentare le immagini in di-retta (che hanno consentito unavisita della struttura senza inter-rompere gli interventi) parla diuna efficace ed efficiente rispo-sta al crescente numero di pa-zienti che chiedono di operarsial cuore a Careggi. «La terzasala - ha dichiarato Stefano -permette non solo l’abbattimen-to della lista d’attesa ma consen-te l’incremento della capacità di

soddisfare le ri-chieste dei nu-merosi pazientiche arrivano datutta Italia per laspecializzazionedi Careggi nellachirurgia rigene-rativa delle val-vole».

«Vi è la con-sapevolezza che i volumi di atti-vità previsti per questa nuovasala con oltre 500 pazienti al-l’anno, che si vanno ad aggiun-gere agli oltre 1.000 delle duesale già esistenti, ha la comples-sità dell’attivazione di una nuo-va grande cardiochirurgia» haaggiunto Gian Franco Gensini,Direttore del dipartimento delCuore e dei Vasi di Careggi.

Giovanni Squarciufficio stampa Aou di Careggi

Trial clinici sotto i riflettori

I l Centro cefalee dell’Asl 11di Empoli ha raggiunto le

3mila visite: in pratica, millevisite ogni anno nel corso deitre anni di attività, dal 2010(data di nascita) al 2013. Que-sto il bilancio del centro a cuisi sono rivolti pazienti di tuttele età, dai 7 ai 90 anni, siaresidenti nel territorio dell’Asl11 che nelle altre provinceconfinanti o da altre regioni.

Il Centro è stato attivatocon lo scopo di integrare l’atti-vità specialistica concernentele cefalee con la medicina ter-ritoriale, al finedi essere puntodi riferimentoper i soggettiche soffrono dicefalea, per imedici di fami-glia, ma ancheper altri servizisanitari e le va-rie divisioni spe-cialistiche e in questi anni hafornito una consulenza specia-listica ambulatoriale. Nel Cen-tro, accanto a Alessandro Pan-conesi (specialista in medici-na interna e nello specificodelle cefalee, al quale si acce-de con richiesta di “visita cen-tro cefalee” per cefalea o emi-crania) è presente anche l’atti-vità specialistica di Maria Leti-zia Bartolozzi, specialista inneurologia, alla quale si acce-de con richiesta di “visita neu-

rologica” per cefalea/emicra-nia. Il Centro effettua visitespecialistiche tre giorni la setti-mana in sedi sparse sul territo-rio, al fine di facilitare l’acces-so ai soggetti con difficoltà dispostamento: a Empoli (in pre-cedenza all’ospedale San Giu-seppe, ma ora per motivi logi-stici alla Casa della SaluteSant’Andrea), all’ospedaleSanta Verdiana di Castelfio-rentino e al distretto socio-sa-nitario di Santa Croce sull’Ar-no.

Il primo riferimento è ilMmg, che inbase al suo so-spetto diagno-stico dinanzi acasi di cefaleaacuta, persi-stente o ricor-rente, saprà in-dirizzare il pa-ziente al Cen-tro cefalee o a

visita neurologica urgente. Al-la consulenza specialistica ingenere si rivolgono o dovreb-bero rivolgersi i soggetti concefalea ricorrente, quelli concefalea quotidiana o quasi eusano antidolorifici in quanti-tà elevata, i soggetti con cefa-lea a bassa frequenza, i tipimeno frequenti di cefalea co-me quella a grappolo.

Maria Antonietta Cruciataufficio stampa Asl 11 Empoli

▼ VIAREGGIOPassare da un Dipartimento di coordinamen-to tecnico scientifico a uno di carattere strut-turale, titolare di budget, comprendente oltrealle Unità funzionali Salute mentale adulti eSalute mentale infanzia e adolescenza ancheil Sert e il Gruppo di lavoro Inclusione socia-le. Questo l’obiettivo della Direzione azien-dale dell’Asl 12 di Viareggio che a finegiugno, insieme ai rappresentanti delle Asso-ciazioni, dei gruppi di auto aiuto degli utentie dei familiari e delle Associazioni di volon-tariato operanti nel settore della salute menta-le e delle dipendenze, ha fatto il punto sulnuovo Dipartimento di salute mentale e del-le dipendenze. Da tutti i partecipanti è stataribadita la disponibilità a favorire la diffusio-ne dell’informazione per estendere la parteci-pazione. Nelle prossime settimane previstiincontri per discutere di modalità organizza-tive e sinergie.

▼ LIVORNODa sabato 19 luglio è attiva la copertu-ra medica a bordo delle ambulanzesulle 12 ore presso i punti di emergen-za territoriale di Marina di Campo ePorto Azzurro/Capoliveri nell’isolad’Elba che fanno parte della rete diservizi straordinari attivati nella sta-gione estiva nelle postazioni estiveelbane. La misura va incontro alleesigenze turistiche ma anche dei resi-denti e non solo della zona. Questoprovvedimento infatti risponde a ri-chieste avanzate a livello locale, assi-curando la presenza del medico“H12” e garantisce tempestività di in-tervento sul territorio. Per esigenzesanitarie non urgenti è sempre consi-gliabile rivolgersi al proprio medicodi famiglia o, per i villeggianti, allaguardia medica turistica.

▼ LUCCANegli scorsi giorni una delegazione del-l’Asl 1 di Massa Carrara, con professionistiin particolare del settore infermieristico, havisitato il Nuovo Ospedale “San Luca” diLucca per vedere sul campo gli aspetti orga-nizzativi più innovativi. Al gruppo è statoillustrato come si sono svolte le operazionidi trasferimento nel Nuovo Ospedale e lanuova piattaforma assistenziale. Poi ancheun sopralluogo in Pronto soccorso, Dialisi,Terapia intensiva e Subintensiva e nei set-ting di degenza. Nei giorni seguenti il nuo-vo Ospedale lucchese è stato visitato dauna delegazione dell’Ospedale San Camil-lo Forlanini di Roma guidata da AntonioD’Urso e composta dalla sua attuale squa-dra di Direzione e dai responsabili dei prin-cipali settori ospedalieri a cui sono statemostrate le attività introdotte o implementa-te a livello tecnologico e organizzativo.

▼ EMPOLI«La nuova cittadella della salute sta peressere ultimata. Il 75% dei lavori previstiè già per buona parte realizzato». Questele parole del direttore generale dell’Asl11 Monica Piovi a conclusione di unavisita nel cantiere dell’ospedale “San Giu-seppe” insieme ad una nutrita rappresen-tanza dei sindaci dei comuni serviti dal-l’azienda sanitaria locale. «I lavori stannoprocedendo speditamente e il prossimoautunno sarà inaugurata la nuova mensaed entro fine anno. Saranno disponibili623 nuovi posti auto per i cittadini, cheaggiunti ai 299 riservati ai dipendenti del-l’Asl saranno complessivamente 922. Sitratta di volumi importanti a garanzia del-la qualità dei servizi - ha detto Piovi - cuiva ad aggiungersi le ricadute positive e dirisparmio energetico grazie all’attivazio-ne della centrale di trigenerazione».

S iglato tra Regione Toscana,Asl 6 di Livorno, Comuni

di Capraia, Livorno, Collesal-vetti, Anci Toscana e UncemToscana il protocollo per garan-tire il mantenimento e lo svilup-po dei servizi socio-sanitari nel-l’isola di Capraia.

La Regione si impegnerà adestinare alla Asl 6 di Livornouna parte del fondo ministeria-le per progetti di ottimizzazio-ne dell’assistenza sanitaria nel-le piccole isole, a concordarecon la Asl percorsi di ottimizza-zione dell’assistenza primaria edella continuitàassistenziale e afacilitare l’ac-cesso a unagamma di servi-zi, tra cui i servi-zi alla persona, iservizi e-govern-ment, e tuttiquei servizi chemettono i citta-dini dei territori più disagiati ingrado di accedere alle opportu-nità offerte sul resto del territo-rio regionale.

La Asl 6 di Livorno rafforze-rà l’assistenza sanitaria sull’iso-la, mantenendo attivi alcuni ser-vizi come il poliambulatorio sa-nitario, il servizio di 118 in mo-dalità elisoccorso e via mare,un gruppo di continuità dei me-dici e formare gli abitanti del-l’isola con corsi di automedica-zione e assistenza oltre a svilup-

pare le attività di telediagnosi.I Comuni associati della zo-

na distretto livornese si impe-gnano a continuare a garantireai cittadini di Capraia l’eroga-zione dei servizi e delle presta-zioni mentre il Comune di Ca-praia dovrà supportare l’apertu-ra della Bottega della Salute,mettere a disposizione una se-de all’interno degli uffici comu-nali per lo svolgimento dellefunzioni di assistenza social ecollaborare con la Asl 6 e ilComune di Livorno per il fun-zionamento del servizio Punto

Insieme, peragevolare l’ac-cesso ai servizisocio-sanitari al-le fasce di popo-lazione deboleo non autosuffi-ciente.

«Un altropatto territoria-le - ha detto

l’assessore per il diritto allasalute della Regione Toscana,Luigi Marroni - l’ultimo in or-dine di tempo che nasce comestrumento formale, ma soprat-tutto sostanziale per occuparsidi tutte quelle realtà, come iso-le e piccoli centri montani, piùdisagiate e che per questo han-no bisogno di un’attenzione sumisura».

Pierpaolo Poggiantiufficio stampa Asl 6 di Livorno

L’azienda rafforzerài presìdi essenzialigià presenti sull’isola

Il blocco operatorioaggiungerà 500interventi all’anno

La struttura integragli specialisticon il territorio

Al via il protocollo per garantirei servizi socio-sanitari a Capraia

Al Careggi apre in diretta videola terza sala per la cardiochirurgia

Il Centro cefalee a pieno regime:in tre anni raggiunte 3mila visite

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