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Gualtiero FAZIO Gualtiero FAZIO Pisa, 7 maggio 2010 Pisa, 7 maggio 2010
L’ispezione sanitaria nei mercati itticiL’ispezione sanitaria nei mercati ittici
Legge 25.03.1959 n. 125
Mercati di produzione – Mercati di raccoltaTipici dei grandi centri di produzione di prodotti ittici(in essi affluiscono prodotti della pesca di primo sbarco)
Mercati di consumo Mercati in cui affluiscono prodotti ittici destinati agli esercizi al dettaglio o alla GDO eprovenienti da Mercati di produzione o da altri stabilimenti.
Mercati misti Sono mercati contemporaneamente di produzione e di consumo.
art. 11Nei mercati prodotti ittici è istituito un servizio di vigilanza sanitaria e di controllo sulla specie e categoria delle merci introdotte, al quale, è preposto un veterinario particolarmente esperto nella materia.
L’ente gestore del mercato pone a disposizione del veterinario i locali, le attrezzature e il personale necessario per lo svolgimento delle sue funzioni.
Il direttore di mercato è responsabile della esecuzione di tutte le disposizioni impartite dal veterinario.
I prodotti ittici provenienti da altri Comuni, anche se formanti oggetto di contrattazione fuori mercato, ed i prodotti ittici destinati alla conservazione debbono essere sempre sottoposti al controllo sanitario.
Legge 25.03.1959 n. 125
Il servizio veterinario della unità sanitaria locale competente per territorio assicura:
- l'ispezione degli stabilimenti ad intervalli regolari, - il controllo dei mercati all'ingrosso e degli impianti per le aste;- la verifica delle condizioni di conservazione, di trasporto e di commercializzazione.
Il servizio veterinario della unità sanitaria locale competente per territorio esegue:- il controllo dei prodotti della pesca anteriormente alla loro commercializzazione nei mercati all'ingrosso e negli impianti collettivi per le aste al fine di stabilire se i prodotti sono idonei al consumo umano.
D. L.vo n. 531/1992
IL SETTORE DEI PRODOTTI DELLA PESCAIl controllo (visita dei prodotti di primo sbarco)La vigilanza
ognuno è artefice della propria fortuna
"Faber est suae quisque fortunae“ (Sallustio)
“Homo artifex fortunae suae”
art. 1 (ambito di applicazione)
Reg. (CE) n. 852/2004
1. Il presente regolamento stabilisce norme generali in materiadi igiene dei prodotti alimentari destinate agli operatori del settorealimentare, tenendo conto in particolare dei seguenti principi:a) la responsabilità principale per la sicurezza degli alimentiincombe all’operatore del settore alimentare;
ALLEGATO III - PRODOTTI DELLA PESCACONTROLLI UFFICIALI DELLA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE
1. I controlli ufficiali della produzione e commercializzazione dei prodotti della pesca comprendono, in particolare:
a) un controllo regolare sulle condizioni igieniche dello sbarco e della prima vendita;
b) ispezioni, ad intervalli periodici, sulle navi e degli stabilimenti a terra, comprese le vendite all'asta e i mercati all'ingrosso;
c) controlli sulle condizioni di magazzinaggio e di trasporto.
Reg. (CE) n. 854/2004
Reg. (CE) n. 852/2004
art. 5 (Analisi dei pericoli e punti critici di controllo)
Il paragrafo 1 si applica unicamente agli operatori del settore alimentare che intervengono in qualsivoglia fase della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti successiva alla produzione primaria …
1. Gli operatori del settore alimentare predispongono, attuano e mantengono una o più procedure permanenti, basate sui principi del sistema HACCP.
Manuali di corretta prassi igienica- contengono orientamenti sul controllo dei rischi nella produzione primaria e nelle operazioni associate;
- incoraggiano l’uso delle buone pratiche igieniche nell’ambito della produzione primaria;
- tengono conto dell’attività propria di settore approfondendo i sistemi di pesca e di allevamento per consentire ai soggetti direttamente o indirettamente interessati, una conoscenza ed una formazione più specifica;
- contengono le informazioni sulle azioni del controllo dei pericoli;
- sono validati dal Ministero della Salute.
Reg. (CE) n. 852/2004
Oltre a garantire la conformità ai requisiti microbiologici gli operatori del settore alimentare (OSA) devono garantire, in funzione della natura del prodotto o delle specie, che i prodotti
della pesca immessi sul mercato per il consumo umano soddisfino i seguenti requisiti:
tossine nocive per la salute umanacaratteristiche organolettiche
istaminaABVT – TMA-N
parassiti
Regolamento (CE) n. 853/2004
PdP
TOSSINE NOCIVE PER LA SALUTE UMANA
1. Non devono essere immessi sul mercato i prodotti della pesca ottenuti da pesci velenosi delle seguenti famiglie: Tetraodontidae, Molidae, Diodontidae e Canthigasteridae.
2. Non devono essere immessi sul mercato i prodotti della pesca contenenti biotossine (ad esempio la ciguatossina o le tossine che paralizzano i muscoli).
Reg. (CE) n. 853/2004
La TTX è principalmente una potente neurotossina.
La TTX blocca i canali del sodio sulla superficie delle membrane nervose del muscolo e del cuore.
Tetraodotossina: proprietà
Solubile in soluzioni acquose acide, debolmente solubile in acqua-alcool, insolubile in solventi organici.Distrutta da trattamenti acidi/alcalini.
Incerta la stabilità al calore.
Non esiste antidoto.
La TTX è da 10 fino a 100 volte più pericolosa del veleno della vedova nera e di molti serpenti del sud est asiatico.E’ 10.000 volte più pericolosa del cianuro.
Reg. (CE) n. 853/2004
20’- 3 ore dal pasto Parestesia facciale, estremità arti Flash luminosi, cefalea, dolore epigastrico Talora vomito e diarrea Spesso difficoltà motorie, dell’equilibrio, della parola Paralisi crescente Spesso persiste lucidità fino alla morte Morte tra 4-6 ore dalla comparsa dei sintomi (20 min-8 ore)
Tetraodotossina: sintomi
Reg. (CE) n. 853/2004
Famiglia MolidaePesce luna (Mola mola)
Pesci velenosi
Reg. (CE) n. 853/2004
Famiglia MolidaePesce luna troncato (Ranzania laevis laevis)
Pesci velenosi
Reg. (CE) n. 853/2004
Famiglia MolidaePesce luna lanceolato (Masturus lanceolatus)
Pesci velenosi
Reg. (CE) n. 853/2004
Famiglia TetraodontidaePesce palla – Pufferfish - Fugu
Pesci velenosi
Reg. (CE) n. 853/2004
Pesci velenosi
Reg. (CE) n. 853/2004
Reg. (CE) n. 853/2004
Pesce palla
Rospo o Rana pescatrice
Circolare n. 48 del 13/05/1983
Rospo o Rana pescatrice
Pesce palla
Rana pescatrice(Lophius piscatorius)
Pesce palla Fam. Tetraodontidae
L’identificazionepotrebbe esserefacilitata se le ranepescatrici venisserolavorate effettuando il taglio della codadavanti ai 3 raggidorsali liberi, inveceche effettuarlo, comegeneralmente avviene, dietro aitre raggi dorsali liberi
Tre raggi spinosi filiformi liberi, uniti solo alla base da una breve membrana e situati davanti alla pinna dorsale principale
Assenza di raggi spinosi liberi davanti alla pinna dorsale
Frangie di appendici carnose lungo la linea laterale, al confine tra la zona dorsale scura e la zona ventrale chiara del corpo
Assenza di appendici carnose (linea laterale indistinta)
Pelle del corpo completamente liscia e nuda (senza scaglie)
Pelle con numero variabile di spine corte, almeno nella zona antero-dorsale del corpo
8 raggi nella pinna caudale 11 raggi nella pinna caudale
La metà distale dei raggi medianidella pinna caudale è divisa in 2-4ramificazioni
I raggi mediani della pinna caudale, divisi fin dalla base, danno luogo gradualmente a 8 o più ramificazioni.
L’esame radiografico evidenzia una immagine a x nella struttura interna dei corpi vertebrali di forma quadrangolare
L’esame radiografico evidenziauna immagine ad archi contrapposti nella struttura interna dei corpi vertebrali di forma rettangolare
Diagnosi differenziale fracoda di Rospo e tranci di Pesce palla
Diagnosi differenziale fracoda di Rospo e tranci di Pesce palla
Rana pescatrice o RospoImmagine a x nella struttura interna dei corpi vertebrali di forma quadrangolare
Pesce pallaImmagine ad archi contrapposti nella struttura interna dei corpi vertebrali di forma rettangolare
Famiglia DiodontidaePesce istrice – PORCUPINEFISH
Pesci velenosi
Reg. (CE) n. 853/2004
► Dal 1974 al 1983 179 vittime in Giappone.
►Si è stimato che annualmente si verifichino 150 casi di cui il 60% mortali.
►Solo pochi casi sono stati riportati negli Stati Uniti e nell’area dell’indopacifico.
►In Giappone consumo nei ristoranti consentito solo nel periodo tra ottobre e marzo (fuori riproduzione).
►Le parti più tossiche sono le ovaie, il fegato, l‘intestino e la pelle.
Tetraodotossina
Costo di un piatto di fugu: 250-280 Euro.
..Chi mangia fugu è stupido… ma è stupido anche chi non lo mangia !
Ciguatoxin (CTx-1) is a marine biotoxin produced by dinoflagellate, which are microscopic plants that are primarily found in tropical waters.
The toxin is usually carried by large carnivorous tropical fish, such as barracuda, red snapper, amberjack, and grouper.
Ciguatoxin concentrations are the highest in the liver, head, gonads, and viscera of the fish.
Ciguatossina
Reg. (CE) n. 853/2004
polietere liposolubile e termostabile
Ciguatossina
Reg. (CE) n. 853/2004
Consumo di pesci subtropicali
Colpite 25.000 – 50.000 persone/anno
Oceano pacifico - Indiano occidentale - Mar dei Caraibi
Ciguatossina
Reg. (CE) n. 853/2004
The clinical symptoms of ciguatera poisoning can be classified into four broad groups: - neurologic, - cardiovascular, - gastrointestinal , - general symptoms.
Symptoms usually begin 10 minutes to 12 hours, but can occur up to 36 hours after eating a poisonous fish.
Ciguatossina: sintomi
Reg. (CE) n. 853/2004
Ciguatossina
Reg. (CE) n. 853/2004
oltre 400 specie coinvolte;
la ciguatossina non ha alcun effetto negativo nei pesci e una volta assimilata dal pesce non viene più eliminata;
il pesce rimane quindi tossico per tutta la vita;
la concentrazione di ciguattosina sarà tanto più elevata quanto il predatore è sedentario e vecchio (quindi di grande taglia).
Ciguatossina
Reg. (CE) n. 853/2004
Famiglia LutjanidaeAcantocibio (Wahoo)
Acanthocybium solandri
Famiglia Serranidae
Ciguatossina
Reg. (CE) n. 853/2004
I prodotti della pesca freschi, preparati e trasformati appartenenti alla famiglia Gempylidae, in particolare Ruvettus pretiosus e Lepidocybium flavobrunneum, possono essere immessi sul mercato soltanto in forma di prodotti confezionati o imballati e devono essere opportunamente etichettati al fine di informare i consumatori sulle modalità di preparazione o cottura e sul rischio connesso alla presenza di sostanze con effetti gastrointestinali avversi.
Sull'etichetta il nome scientifico deve figurare accanto a quello comune.
Gempylidi
Reg. (CE) n. 2074/2005
Famiglia GempylidaeRuvetto (Ruvettus pretiosus)
Gempylidi
Famiglia GempylidaeEscolar – Oilfish (Lepidocybium flavobruneum)
Reg. (CE) n. 2074/2005
Mangiameduse (Schedophilus medusophagus)
Pesci velenosi
Tetragonuro(Tetragonurus cuvieri)
Pesci velenosi
“DREAM FISH”
Gli operatori del settore alimentare devono effettuare un esame organolettico dei prodotti della pesca.
In particolare, tale esame deve garantire che i prodotti della pesca soddisfino tutti i criteri di freschezza.
Reg. (CE) n. 853/2004
I controlli ufficiali sui prodotti della pesca comprendono almeno i seguenti elementi:
Controlli organolettici a campione effettuati in tutte le fasi della produzione, lavorazione e distribuzione. Uno degli scopi di tali controlli è quello di verificare il rispetto dei criteri di freschezza … si tratta di verificare che i prodotti della pesca superino almeno i livelli minimi dei criteri di freschezza stabiliti conformemente alla normativa comunitaria.
Reg. (CE) n. 854/2004
Identificare il prodotto non idoneo al consumo umano
Classificare il pesce nell’ottica di prevederne un termine di conservabilità (se mantenuto in condizioni idonee)
Classificare merceologicamente il pesce in base allo stato di conservazione
Esame organolettico dei PdP
FRESCHISSIMOFRESCHISSIMO FRESCOFRESCO STANTIOSTANTIO ALTERATO ALTERATO
Caratteri fondamentali
RIGIDITA’ CADAVERICA
Presente Assente Assente Assente
ODORE Salso Salso o di fresco Dolciastro o di frescume
Fecaloide o
ammoniacale
Caratteri accessori
ASPETTO GENERALE Brillante da brillante a vivo da vivo a smorto da smorto a cinereo
CONSISTENZA Soda Elastica da elastica a molle da molle a flaccida
OCCHIO
Vivo da vivo a vitreo da vitreo ad appannato
da appannato a essiccato
BRANCHIE Bordeaux da Bordeaux a porpora
da porpora a mattone
da mattone a carnicino
Schema Artioli-Ciani
Pregi:- Sintetizza in maniera efficace le operazioni che un veterinario ispettore di un mercato ittico conduce quotidianamente in maniera automatica.- Flessibile, maneggevole, rapido, pratico, adotta criteri che sono usati anche dai commercianti.
Difetti:- Ha una applicabilità ridotta ad organismi acquatici marini o di acqua salmastra. - Non può essere applicato in maniera integrale in pesci di acqua dolce, nei Selaci, ma anche in altre famiglie come i Pleuronettidi.- Si basa su valutazioni soggettive.- Deve opportunamente essere integrato con l’esperienza e la sensibilità personale.
Schema Artioli-Ciani
Pesc
e az
zurr
oReg. (CE) n. 2406/1996
Pesce biancoEglefini, Merluzzi bianchi, Merluzzi carbonari, Merluzzi gialli, Scorfani del Nord o Sebasti, Merlani, Molve, Naselli, Pesci castagna, Rane pescatrici, Merluzzi francesi o Merluzzi capellani, Boghe, Menole, Gronghi, Caponi, Cefali, Passere di mare, Rombi gialli, Sogliole, Limande, Passere pianuzze, Pesci sciabola.
Pesce azzurroTonni bianchi o alalunga, Tonni rossi, Tonni obesi, Melù o Potassoli, Aringhe, Sardine, Sgombri, Suri, Acciughe.
CefalopodiSeppie.
CrostaceiGamberetti, Scampi.
SelaciSpinaroli, Gattucci, Razze.
Reg. (CE) n. 2406/1996
prevede che sia tenuta in considerazione la presenza di parassiti.
Reg. (CE) n. 2406/1996
nel giudizio finale si considera la presenza di l’incidenza negativa sulla qualità sanitaria.Si crea di fatto una sorta di “pactum sceleris”, un compromesso fra esigenze commerciali ed igienico-sanitarie.
Considera la presenza di segni negativi che comportavano un declassamento del prodotto: es. scorticature, segni di pressione, presenza di sudiciume, decolorazione, ecc.
Reg. (CE) n. 2406/1996
Nota del Ministero della Sanità 600/.7/24481/AG50/1401 del 25.02.1997
… precisava che i criteri per dichiarare un prodotto della pesca non idoneo al consumo umano sono quelli figurano nella categoria “non ammesso” del Reg. 2406/96.
… nel suddetto Regolamento sono elencati i prodotti della pesca a cui si applicano i criteri di classificazione di freschezza e di idoneità al consumo umano.
Quality Index Method
AZOTO BASICO VOLATILE – ABVT
Parametro aspecifico composto da tutte le frazioni azotate (aminoacidi, peptidi a basso peso molecolare, ammoniaca, mono e dimetilamina).
Fornisce indicazioni di massima, che risentono della specie, degli eventuali stress durante la pesca, del tipo di muscolatura, dell’uso di ghiaccio come mezzo refrigerante, ecc.
Reg. (CE) n. 853/2004
AZOTO BASICO VOLATILE – ABVT
a) 25 mg di azoto/100 g di carne, per le specie Sebastes spp., Helicolenus dactylopterus, Sebastichthys capensis;
b) 30 mg di azoto/100 g di carne, per i Pleuronettidi (escluso l‘Halibut: Hippoglossus spp.).
c) 35 mg di azoto/100 g di carne, per Salmo salar, specie appartenenti alla famiglia dei Merluccidi, specie appartenenti alla famiglia dei Gadidi.
Reg. (CE) n. 2074/2005
AZOTO BASICO VOLATILE – ABVT
Valori guida di ABVT per la valutazione della freschezza
Caratteristiche organolettiche e valori di ABVT
Reg. (CE) n. 853/2004
TMA-N (TRIMETILAMINA – N)
Nei tessuti di molti pesci marini e di molluschi, ma soprattutto di crostacei si trova abbondante quantità di Ossido di Trimetilamina TMA-O;
Il TMA-O è il principale costituente della frazione azotata non proteica;
Viene sintetizzato nei pesci per via enzimatica o assunto tal quale da alcune alghe;
Con il passare del tempo diminuisce il TMA-O che viene degradato a TMA;
Dall’aumento del TMA deriva il caratteristico odore “di pesce” ;
Tale odore fa la sua comparsa con livelli di TMA compresi fra 4 e 6 mg/100 gr Quantitativi superiori a 10 mg/100 gr conferiscono al pesce un caratteristico odore di stantio.
Reg. (CE) n. 853/2004
TMA-N (TRIMETILAMINA – N)
Andamento del contenuto di TMAO e TMA dopo la morte del pesce
Reg. (CE) n. 853/2004
ISTAMINA
• Can involve any fish containing high levels of free histidine
• Bacteria (Proteus morganii, Escherichia coli, Enterobacter aerogenes, Clostridium perfringens, Lactobacillus) break down free histidine into histamine
Reg. (CE) n. 2073/2005
ISTAMINA
Reg. (CE) n. 2073/2005
Cadaverina – Putrescina
diammina ossidasi / istamina-N-metiltransferasi
inibitori
ISTAMINA
Reg. (CE) n. 2073/2005
• Sgombrotossina: si forma come risultato di abuso tempo/temperatura.• I batteri in grado di produrre istamina si moltiplicano in un ampio range di
temperatura: la crescita è più rapida con elevato abuso termico (>20°C).• L’enzima istidina-decarbolissilasi, una volta formatosi, può continuare a
produrre istamina anche se il batterio non è attivo.• L’enzima è attivo a temperature di refrigerazione.• L’enzima viene riattivato rapidamente dopo lo scongelamento;
in alcuni casi (in presenza di elevate quantità di enzima) si può avere formazione di istamina anche durante il congelamento.
Il congelamento per lungo tempo (>24 settimane) può inattivare l’enzima.• Termostabile può essere rinvenuta anche nei pesci inscatolati.
ISTAMINA
Reg. (CE) n. 2073/2005
Malattie alimentari per consumo di prodotti ittici(casi stimati per anno)
Norwalk-like virus 100,000 Scombroid fish poisoning 8,000Ciguatera fish poisoning 1,600Vibrio species 1,060Hepatitis A 1,000Salmonella 200Shigella 200Clostridium perfringens 200
ISTAMINA
Reg. (CE) n. 2073/2005
La sintomatologia è allergicosimile e vasodilatatoria e si manifesta entro pochi minuti dall’ingestione del pesce.
L’intossicazione da istamina è definita anche “allergy like food poisoning”.
ISTAMINA
Reg. (CE) n. 2073/2005
ISTAMINA - criterio di sicurezza alimentare
Reg. (CE) n. 2073/2005
Categoria alimentare
metaboliti Piano di campionamento
Limiti Fase a cui si applica il criterio
Metodo di analisi
di riferimento n c m M
Prodotti della pesca ottenuti da specieittiche associate con un tenore elevato diistidina (16)
Istamina 9 2 100
mg/kg200
mg/kgProdotti immessi sul mercatodurante il loro periodo di conservabilità (17)
HPLC
(17) I singoli campioni possono essere prelevati presso dettaglianti. In tal caso non vale il principio di cui all’articolo 14, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 178/2002, secondo cui si presume che l’intera partita sia a rischio.
(16) In particolare le specie delle famiglie: Scombridae, Clupeidae, Engraulidae, Coryfenidae, Pomatomidae, Scomberesocidae.
ISTAMINA - criterio di sicurezza alimentare
Reg. (CE) n. 2073/2005
Categoria alimentare
metaboliti Piano di campionamento
Limiti Fase a cui si applica il criterio
Metodo di analisi
di riferimento n c m M
Prodotti della pesca che hanno subito untrattamento di maturazione enzimatica insalamoia, ottenuti da specie ittiche associatecon un tenore elevato di istidina (16)
Istamina 9 2 200
mg/kg400
mg/kgProdotti immessi sul mercatodurante il loro periodo di conservabilità (17)
HPLC
(16) In particolare le specie delle famiglie: Scombridae, Clupeidae, Engraulidae, Coryfenidae, Pomatomidae, Scomberesocidae.
Reg. (CE) n. 2073/2005
ISTAMINA - criterio di sicurezza alimentare
Tonno
Pesce serra
Acciuga
ISTAMINA - criterio di sicurezza alimentare
Reg. (CE) n. 2073/2005
Costardella
Lampuga
ISTAMINA - criterio di sicurezza alimentare
Reg. (CE) n. 2073/2005
PARASSITI NEI PdP
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdP
REFERENZIAMENTO DEI FORNITORI
FORMAZIONE DEL PERSONALE
Evitare gli acquisti di specie a maggior rischio
Tenere in considerazione la stagionalità della parassitosi (?)
Per alcune specie di PdP tenere in considerazione le dimensioni (?)
Negli acquisti tenere in considerazione le provenienze ed il metodo di produzione (?)
Acquistare prodotti già eviscerati all’origine (?)
Acquistare da fornitori referenziati
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPSelezione dei prodotti
circolare n.10 del 11 marzo 1992
Sardina (Sardina pilchardus)
Pesce sciabola (Lepidopus caudatus)
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPLe specie ittiche più frequentemente colpite
circolare n.10 del 11 marzo 1992
Aringa (Clupea arengus)
Melù o Potassolo (Micromesistius potassou)
Suro o Sugarello (Trachurus spp.)
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPLe specie ittiche più frequentemente colpite
circolare n.10 del 11 marzo 1992 Nasello o Merluzzo
(Merluccius merluccius)
Acciuga (Engraulis
enchrasicolus)
Triglia di fango e di scoglio(Mullus spp.)
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPLe specie ittiche più frequentemente colpite
Pesce S. Pietro(Zeus faber
Rospo o Rana pescatriceLophius spp.
Merluzzo nordico (Gadus mohua)
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPLe specie ittiche più frequentemente colpite
Merlano o Molo (Merlangus merlangus)
Sgombro (Scomber scombrus)
Sgombro occhione o Lanzardo
(Scomber japonicus)
Per alcune specie di pesci tenere in considerazione le
dimensioni
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPLe specie ittiche più frequentemente colpite e le dimensioni
Sembra che i parassiti possano essere più
facilmente ritrovati nei pesci nel periodo
autunno-invernale (novembre – febbraio).
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI periodi di pesca
Gli elementi che caratterizzano l’istruzione operativa:
- Identificazione dei parassiti e dei PdP da monitorare
- Pianificazione degli interventi di monitoraggio
- Definizione delle modalità di monitoraggio
- Definizione dei responsabili
- Definizione dei limiti critici
- Definizione delle azioni correttive
- Documentazione
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPIstruzioni operative sulle attività di monitoraggio
- Definizione di campioni statisticamente significativi
Zoonosi parassitarie di origine ittica
ACQUA DOLCECestodi - Difillobotriasi
Trematodi - Clonorchiasi - Opistorchiasi - Heterophidosi
ACQUA SALATA Nematodi - Anisakiasi
Parassiti ittici non zoonosici
Copepodi - Pennella
Cestodi - Trypanorhinchi - Triaenophorus
Protozoi - Microsporidi - Myxozoa (Kudoa spp.)
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPIdentificazione dei parassiti e dei PdP da monitorare
Infestazioni da PENNELLA
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI I parassiti
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
Infestazioni da PENNELLA
Infestazioni da TRYPANORHYNCHA
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEII parassiti
Gualtiero Fazio
MICROSPORIDI
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
Infestazioni da MYXOZOA: KUDOA SPP. - Parassiti, non trasmissibili all’uomo, responsabili di gravi modificazioni dei caratteri organolettici dei pesci infestati. - Infestazione della muscolatura di diverse specie ittiche, caratterizzata da aspetto ripugnante per la presenza di numerose cisti biancastre o più raramente nerastre, che occasionalmente possono esulcerare a livello cutaneo e che spesso determinano la completa liquefazione di estesi distretti muscolari.
Gualtiero Fazio
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
DIPHYLLOBOTHRIUM SPP.
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
Infestazioni da OPISTORCHIS/CLONORCHIS
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
TRIAENOPHORUS SPP.
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
CLINOSTOMUM COMPLANATUM
Yellow grub
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
Infestazioni da parassiti della famiglia ANISAKIDAE
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI I parassiti
Gualtiero Fazio
Reg. (CE) n. 2406/96
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPI parassiti
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPDefinizione di un campione statisticamente significativo
Da ogni partita di merce conferita (intesa come prodotto pescato di un MP, o da più MP che abbiano pescato insieme nella stessa area) prelevare per ogni specie sensibile i seguenti esemplari da esaminare (campioni), sulla base dell’entità della partita stessa (numero casse):
- lotto costituito da un numero di casse da 1 a 10: prelevare un minimo di 10 pesci.- lotto costituito da un numero di casse da 10 a 50: prelevare 1 pesce per ogni cassa.- lotto costituito da un numero di casse superiore a 50: prelevare a caso 10 pesci dal 10% delle casse costituenti il lotto.
Per essere attendibile bisogna prelevare un numero di esemplari sufficiente a evidenziarela presenza delle larve. Questo numero è in relazione all’entità della partita e scaturisce da regole statistiche.
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPDefinizione di un campione statisticamente significativo
Il prelevamento deveessere distribuitouniformemente tra le casse
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPDefinizione di un campione statisticamente significativo
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPDefinizione di un campione statisticamente significativo
Regolamento (CE) n. 2074/2005All. II cap. 1 - sez. 1 - Definizioni
«controllo visivo» esame non distruttivo di pesci o prodotti della pesca effettuato senza l'ausilio di strumenti di ingrandimento ottico e in condizioni di buona illuminazione per l'occhio umano e, se del caso, anche mediante speratura.
«speratura» nel caso dei pesci piatti o dei filetti di pesce, l'osservazione controluce del pesce in una stanza buia.
Lampada di Wood in stanza buia.
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPModalità operative del controllo visivo
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPModalità operative del controllo visivo
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdP
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPLimiti critici
Regione Liguria – Circolare 1/97 e D.P.R.G. 282/1997 Ricerca parassiti nelle acciughe
- la distruzione delle partite con parassiti migranti sulla superficie;- la distruzione delle partite con numerose larve che conferiscono un aspetto repellente o ripugnante; - il risanamento o la bonifica, secondo le indicazioni della Circolare 10/1992, per le partite con presenza di oltre 3 larve per soggetto nel 10 % del campione e per le partite con infestazione di oltre il 10 % dei soggetti; - Il libero consumo se il numero di larve è uguale o inferiore a 3 per soggetto nel 10 % dei soggetti esaminati.
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdPModalità operative del controllo visivo
1997 - Bozza di Decisione CE
GESTIONE DEL RISCHIO PRESENZA DI PARASSITI NEI PdP
obblighi per gli operatori del settore alimentare nel momento in cui hanno il fondato dubbio o la certezza che un prodotto alimentare non risponda ai requisiti di sicurezza ( art. 14 Reg. 178 – alimenti dannosi/inadatti).
- Regolamento (CE) n. 178/2002 art. 19- Linee guida ai fini della rintracciabilità (Accordo Stato Regioni Rep. atti n. 2334 del 28 luglio 2005)
1. Identificare e segregare il prodotto Non Conforme;2. Informare immediatamente l'A.U.S.L. territorialmente competente; 3. Informare l'anello a monte.
Se un alimento a rischio fa parte di una partita, lotto o consegna di alimenti della stessa classe o descrizione, si presume che tutti gli alimenti contenuti in quella partita, lotto o consegna siano a rischio.
Grazie per l’attenzione …
… e cibi sicuri per tutti