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Report sui Mercati
1. FOCUS MACRO
2. MERCATI AZIONARI
3. MERCATI OBBLIGAZIONARI
4. COMMODITIES
5. VALUTE
6. PORTAFOGLI CONSIGLIATI
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1. FOCUS MACRO
Il mese scorso parlavamo della Spagna, e di come la situazione si stesse aggravando in una spirale deflattiva, in cui
l’austerity provoca recessione e perdita di valore degli asset, finendo per aggravare la situazione del sistema bancario,
ed in ultima analisi, della sostenibilità del debito sovrano.
A maggio si è avuta conferma di tutto ciò, con la nazionalizzazione di Bankia, la terza banca spagnola per dimensioni,
la quale è stata soccorsa dallo stato per evitare una bancarotta che avrebbe avuto esiti disastrosi per tutto il paese e
probabilmente per tutto il continente.
Fig. 1.1 Rendimento dei titoli governativi decennali di alcuni Paesi Europei (agg. 27 Maggio 2012)
Parallelamente a maggio si
sono avute le elezioni in
Grecia e la forte ascesa
della sinistra radicale ha
impedito la formazione di
un nuovo governo ed
imposto il ritorno alle urne
previsto per metà giugno.
Infine si sono avute le
elezioni in Francia, che
hanno visto, come
anticipato dai sondaggi, la
vittoria di Hollande.
E’ forse questa, tra tutti i
fatti negativi del mese
scorso, l’unica notizia
davvero positiva. Infatti, la spinta riformatrice di Hollande appare al momento l’unica speranza per un continente che
altrimenti è destinato a fare un disastro ferroviario al rallentatore, come dice il noto economista Roubini.
La crisi Europea è infatti la dimostrazione vivente di come un mix di incapacità ed egoismo della classe politica, che in
innumerevoli occasioni ha dato prova della scarsa conoscenza dei meccanismi economici-finanziari e della maggiore
importanza assegnata al proprio tornaconto politico rispetto al bene collettivo, unito ad una incompleta e
disfunzionale architettura istituzionale, possano portare alla rovina economica un continente che avrebbe altrimenti
tutte le carte in regola per giocare da protagonista nello scacchiere economico internazionale.
Lo abbiamo detto tante volte di come i problemi vissuti nell’Eurozona altro non sono che i sintomi di una malattia che
ha una ragione molto evidente: l’unione monetaria realizzata senza unione politica. E che le soluzioni che l’Europa ha
di fronte a sé sono solo due: o l’unione politico-fiscale, che prevede la realizzazione degli Eurobond, di un’unione
bancaria, di un governo centrale in grado di gestire le politiche fiscali; oppure la disintegrazione dell’Euro.
Finalmente sembra che inizi ad esserci consapevolezza di questo, soprattutto grazie alla spinta del presidente della
BCE Draghi, oltre che di innumerevoli commentatori che ormai quotidianamente rilanciano queste tesi sui principali
media europei. La recessione ormai dilagante in Europa rafforza poi la sensazione di urgenza a procedere con dei
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Tito
lo a
sse Yield Bund
Yield Italia
Yield Portogallo
Yield Irlanda
Yield Spagna
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cambiamenti, e gli esiti delle elezioni politiche stanno a dimostrare che se l’attuale classe politica non sarà in grado di
attuare i cambiamenti necessari, ci penserà il popolo a farlo nominando una nuova classe dirigente.
Il problema di fondo però è nei tempi e nei modi in cui verrà affrontata la crisi: il rischio principale è infatti che, se si
dovesse aspettare ancora troppo nella definizione di un progetto risolutivo, gli eventi potrebbero precipitare e
potrebbe essere troppo tardi poi per intervenire. In particolare un’ eventuale uscita della Grecia dall’Euro potrebbe
mettere in moto una serie di avvenimenti, che, se non fermati subito sul nascere, potrebbero portare nel giro di
pochissimi mesi alla fuoriuscita di altri paesi e quindi alla totale disintegrazione dell’Euro.
Crediamo quindi, che dopo tanto tergiversare, siamo arrivati alla fine ad un bivio storico per l’Eurozona, e che i
prossimi mesi, segneranno in maniera irreversibile il destino di tutti noi. Per natura siamo ottimisti, e quindi propensi
a credere che la ragione prevarrà sugli egoismi, e che la Germania, sempre più isolata sullo scenario internazionale,
sappia recuperare una visione strategica sul futuro del popolo europeo, a patto che i paesi più in crisi dimostrino
volontà nel perseguire quelle politiche in grado di riformare i loro modelli economici non più sostenibili.
In tal caso per gli aspetti che più ci interessano, ovvero per gli investimenti, si potrebbe aprire un periodo molto
positivo, visto che l’enorme premio al rischio esistente sul mercato azionario sarebbe destinato a rientrare piuttosto
rapidamente. Viceversa, se dai prossimi incontri istituzionali dovesse ancora una volta venir fuori un esito deludente
occorrerebbe prepararsi al peggio, e dare priorità alla conservazione del capitale piuttosto che alla ricerca di
rendimenti. Vogliamo sottolineare che comunque, anche nel caso dello scenario peggiore, ovvero quello di
disintegrazione dell’Euro e di ritorno alle valute locali, la diversificazione in termini geografici e di asset class, e quindi
la presenza di un mix di obbligazioni di buona qualità, diversificate per valuta ed emittente, e la presenza di azioni di
buona qualità, possa garantire forse la migliore garanzia di conservazione del capitale rispetto a strategie più
tradizionali che magari nel breve possono sembrare più sicure.
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Tab 1.1 Crescita e Inflazione
2009 2010 2011 2012E 2013E 2011E 2012E 2009 2010 2011 2012E
Australia 1,4 2,5 2,0 3,0 3,5 -0,3 -0,1 1,8 2,8 3,4 2,7
Brazil -0,3 7,5 2,7 3,0 4,2 -1,8 -1,1 4,9 5,0 6,6 5,2
Canada -2,8 3,2 2,5 2,1 2,2 0,2 -0,6 0,3 1,8 2,9 2,2
China 9,2 10,4 9,2 8,2 8,8 -0,4 -1,3 -0,7 3,3 5,4 3,3
France -2,6 1,4 1,7 0,5 1,0 0,1 -1,3 0,1 1,7 2,3 2,0
Germany -5,1 3,6 3,1 0,6 1,5 0,9 -1,4 0,2 1,2 2,5 1,9
India 6,6 10,6 7,2 6,9 7,3 -1,1 -1,1 10,9 12,0 8,6 8,2
Ireland -7,0 -0,4 0,7 0,5 2,0 -0,3 -1,8 -1,7 -1,6 1,1 1,7
Italy -5,5 1,8 0,4 -1,9 -0,3 -0,6 -3,2 0,8 1,6 2,9 2,5
Japan -5,5 4,4 -0,7 2,0 1,7 -2,3 0,2 -1,3 -0,7 -0,3 0,0
Russia -7,8 4,3 4,3 4,0 3,9 -0,2 -0,4 11,7 6,9 8,4 4,8
Spain -3,7 -0,1 0,7 -1,8 0,1 0,1 -3,3 -0,2 2,0 3,1 1,9
United Kingdom -4,4 2,1 0,7 0,8 2,0 -1,4 -1,5 2,1 3,3 4,5 2,4
United States -3,5 3,0 1,7 2,1 2,4 -1,3 -0,6 -0,3 1,6 3,1 2,1
Fonte: IMF. Le stime sono fornite da Reuters e IMF e aggiornate a aprile 2012
GDP, constant prices(%) Consumer Price Index (%)diff.da settembre
2011 (%)
Tab 1.2 Debito Pubblico e Deficit di Bilancio
2009 2010 2011 2012E 2013E 2009 2010 2011 2012E 2013E
Australia -4,1 -4,6 -4,1 -2,5 -0,7 16,9 20,4 22,9 24,0 23,3
Brazil -2,6 -3,8 -3,2 -2,5 -2,3 66,9 65,2 66,2 65,1 63,1
Canada -2,5 -4,1 -3,6 -2,8 -2,2 83,6 85,1 85,0 84,7 82,0
China -2,4 -1,5 0,0 0,0 0,2 17,7 33,5 25,8 22,0 19,4
France -4,8 -4,6 -3,4 -2,5 -1,9 79,0 82,4 86,3 89,0 90,8
Germany -1,2 -2,2 -1,0 -0,6 -0,5 74,4 83,2 81,5 78,9 77,4
India -10,8 -9,7 -9,1 -8,8 -8,7 75,0 69,4 68,1 67,6 66,8
Ireland -10,8 -9,9 -8,0 -6,2 -5,4 65,2 92,5 105,0 113,1 117,7
Italy -3,6 -3,3 -2,9 -0,4 0,6 116,1 118,7 120,1 123,4 123,8
Japan -7,4 -7,9 -8,1 -8,7 -7,9 210,2 215,3 229,8 235,8 241,1
Russia -3,4 -2,2 1,6 0,2 -0,8 11,0 11,7 9,6 8,4 7,9
Spain -9,1 -7,3 -6,5 -3,4 -3,1 53,9 61,2 68,5 79,0 84,0
United Kingdom -9,0 -7,8 -6,3 -5,1 -3,8 68,4 75,1 82,5 88,4 91,4
United States -7,5 -7,8 -7,2 -5,9 -4,4 89,9 98,5 102,9 106,6 110,2
Fonte: IMF. Le stime sono fornite da Reuters e IMF
Government balance Government gross debt
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MERCATI AZIONARI
1.1. ANALISI GEOGRAFICA
DJ Estoxx 50
S&P 500
Maggio è stato un altro mese di forti ribassi per gli indici azionari europei, alcuni dei quali sono ritornati in prossimità
dei minimi del 2009. L’indice Eurostoxx50 chiude il mese con una perdita dell’8,1%, trascinato al ribasso dalle brutte
performance della borsa spagnola (indice Ibex35: -13,1%) e di quella italiana (indice FTSE Mib: -11,8%). I ribassi non
hanno risparmiato neanche le economie più forti, con il mercato tedesco arretrato del 7,3% e quello francese del
6,1%. I ribassi peggiori hanno colpito comunque i paesi periferici con la borsa greca protagonista di un vero e proprio
crollo: l’indice ATHENS GENERAL INDEX ha perso nel mese il 24,9%. Molto male anche il Portogallo con l’indice PSI20
sceso del 13,8%.
Dividend
Yield (DY)
Price
Earnings
Ratio (PE)
Price to
Book
DY
2012E PE 12E % 1M % 3M % 6M % YTD % 1Y
Eurostoxx 50 5,58 9,61 1,00 5,62 8,49 -8,13 -15,65 -9,08 -8,53 -25,96
S&P 500 2,70 14,11 2,06 2,64 12,31 -6,27 -4,05 5,08 4,19 -2,59
MSCI Emerging Markets -11,67 -16,04 -2,37 -1,10 -22,40
Fonte: Reuters su stime Reuters e Standard & Poor's del 31/05/2012
Le forti discese subite dai mercati a maggio sono da ricondurre alle fondate preoccupazioni sull’uscita della Grecia
dall’Euro e sulla tenuta della stessa moneta unica. Le elezioni greche di maggio non hanno restituito un governo con
una maggioranza stabile e l’opposizione di estrema sinistra potrebbe guadagnare ulteriori punti nelle prossime
elezioni del 17 giugno, rischiando di far uscire il paese ellenico dall’Unione Monetaria Europea e causando al
contempo un effetto domino sugli altri paesi europei periferici (tra cui Spagna e Italia). Maggio è stato un mese
difficile anche per la Spagna che ha visto aggravarsi la crisi bancaria interna, con il terzo istituto del paese, Bankia, che
di fatto è stato nazionalizzato. Nei primi tre mesi del 2012 il sistema finanziario spagnolo ha subito una fuoriuscita di
capitali per circa 100 mld di euro.
Inoltre, il forte rallentamento economico che ha colpito i paesi europei periferici a seguito delle severe misure di
austerità intraprese, sta mostrando i suoi effetti anche sulla crescita economica dei paesi più forti: la Germania, infatti,
ha visto una sensibile contrazione delle proprie esportazioni verso gli altri paesi europei (che pesano per un 40%
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sull’export tedesco). In altre parole, se nei paesi periferici non verranno attuati immediatamente interventi a favore
della crescita e dello sviluppo economico, la crisi in atto rischia di allargarsi anche a quei paesi più forti che fino ad ora
sono stati considerati immuni.
1.2. ANALISI SETTORIALE
I settori azionari più penalizzati a maggio sono stati quello bancario (Eurostoxx Banks: -14,51%) e quello delle materie
prime (Eurostoxx Basic Resources: -14,42%). Anche gli assicurativi hanno sofferto molto, con un ribasso settoriale del
12,4%. Come era da attendersi, la crisi finanziaria dell’Eurozona ha penalizzato prevalentemente le banche, che in
questo periodo sono nell’occhio del ciclone, sia per lo stretto legame con i titoli del debito pubblico dei paesi di
appartenenza, sia per le conseguenze nefaste rivenienti da una possibile disgregazione dell’Euro. Hanno perso molto
anche le azioni delle società legate ai materiali di base per il rischio di un ulteriore rallentamento dell’economia
europea causato dagli effetti delle politiche di austerity attuate dai paesi periferici. Come succede spesso nelle fasi di
grande incertezza, i settori migliori sono stati quelli difensivi, come l’Alimentare (Eurostoxx Food & Beverage: -1,36%)
e il Farmaceutico (Eurostoxx Health Care: -1,87%).
Dividend
Yield (DY)
Price
Earnings
Ratio (PE)
Price to
Book
DY
2012E PE 12E % 1M % 3M % 6M % YTD % 1Y
Banks 6,37 7,05 0,41 6,68 6,12 -14,51 -31,47 -20,59 -21,97 -52,68
Basic Resources 4,36 12,98 0,61 4,67 9,17 -14,42 -23,41 -11,95 -12,83 -43,32
Food & Beverage 2,60 17,20 2,95 2,95 15,21 -1,36 3,21 10,63 6,70 9,46
Health Care 3,26 15,12 1,56 3,40 12,12 -1,87 3,69 11,37 4,11 5,48
Industrials - - - - - -8,15 -10,10 0,70 1,25 -22,16
Insurance 4,91 7,14 0,57 5,55 5,94 -12,46 -21,04 -10,36 -7,31 -30,63
Oil & Gas 5,82 7,54 1,20 6,14 7,25 -7,93 -17,30 -10,35 -12,55 -16,89
Technology 2,85 11,91 2,13 2,01 14,46 -7,69 -12,74 -2,36 2,74 -14,98
Telecommunications 11,69 11,11 1,31 11,09 8,12 -10,24 -18,79 -25,30 -22,24 -36,64
Utilities 8,16 8,40 0,80 7,75 8,74 -10,71 -18,62 -20,43 -17,39 -37,55
Fonte: Reuters su stime Reuters del 31/05/2012
In un contesto come quello attuale, caratterizzato da forti incertezze sulla permanenza della Grecia nella moneta
unica e parallelamente dal rallentamento economico dell’Eurozona, consigliamo prudenza sull’investimento azionario.
Se nei report precedenti avevamo consigliato di rimanere posizionati sulle aziende di qualità e appartenenti ad
economie forti, come quella tedesca, con il protrarsi della crisi riconosciamo la possibilità che i deflussi di capitale
dall’azionario, almeno nel breve termine, potrebbero interessare anche i titoli che finora sono stati più forti. Quindi, se
da una parte concordiamo nel privilegiare titoli di qualità, dall’altra riteniamo saggio sottopesare l’azionario nell’attesa
che gli importanti eventi in programma a giugno (in primis le elezioni in Grecia del 17 e poi il summit dell’Eurogruppo
del 28-29) ci aiutino a comprendere meglio il futuro dell’Eurozona.
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Bank
Basic
Food & Beverage
Healthcare
Insurance
Media
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Oil & Gas
Technology
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MERCATI OBBLIGAZIONARI
3.1 GOVERNMENT BOND: T-BOND & BUND
Bund Future
T-Bond Future
A maggio il bund è uscito dal trading range compreso tra 135 e 140 punti, che ne conteneva i prezzi da dicembre, facendo
registrare uno dei guadagni mensili maggiori della sua storia con un +3,4%. La salita del bund è stata persistente e
regolare per tutto il mese, parallelamente al ribasso dei mercati azionari.
Se il titolo decennale tedesco è arrivato a
rendimenti annui prossimi all’1,3% lo si
deve alla sua connotazione di safe
heaven, cioè di porto sicuro in momenti
di grande incertezza sulla crisi dei debiti
pubblici dei paesi periferici e sulla tenuta
dell’Euro. In altre parole, gli investitori
che si aspettano un crollo delle
quotazioni sui titoli di stato italiani e
spagnoli, preferiscono comprare bund
tedeschi, rappresentativi della solidità
dello stato teutonico. E in aggiunta, è
ancor più vantaggioso comprare bund per
quegli investitori che si attendono un
ritorno alle valute nazionali, poiché i titoli tedeschi saranno denominati nella valuta più forte d’Europa, in un contesto in
cui le valute più deboli subiranno forti svalutazioni. Questi sono naturalmente scenari che noi ci auguriamo di non vivere,
ma visto il lassismo con cui le autorità europee hanno affrontato finora la crisi, i mercati ormai si preparano a tutte le
eventualità.
Come dicevamo nel report precedente, sotto il profilo del rendimento, rimanere posizionati sul bund per il lungo periodo
ci appare più un rischio che un’opportunità a questi prezzi. E’ anche vero, però, che in questo contesto di elevata
incertezza sulle sorti di alcuni paesi periferici e della stessa tenuta dell’Euro, bisogna guardare più alla solidità di un’asset
class che al suo rendimento. Consigliamo, quindi, di mantenere nel proprio portafoglio obbligazionario governativo una
elevata quota di titoli di qualità (Rating tripla o doppia A, come Austria, Olanda, Francia), cercando di limitare il peso dei
titoli di stato spagnoli e/o italiani al 25% del portafoglio.
Paese 10Y Yield Spread Bund
Spread T-
note CDS 5YR
Belgio 3,18 179,70 143,62 273,81
Francia 2,51 112,60 76,52 205,16
Germania 1,38 0,00 -36,08 98,95
Gran Bretagna 1,76 37,50 1,42 72,33
Irlanda 7,03 564,50 528,42 714,34
Italia 5,80 441,10 405,02 516,17
Portogallo 11,60 1022,00 985,92 1267,83
Spagna 6,36 498,00 461,92 546,24
Stati Uniti 1,74 36,08 0,00 30,75
Grecia 27,67 2628,80 2592,72 37030,49
Fonte: Reuters su elaborazioni Finlabo Sim del 27/05/2012
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3.2 CORPORATE: ITRAXX EURO 5Y & ITRAXX CROSS OVER 5Y
ITRAXX EURO 5Y
90
110
130
150
170
190
210
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iTraxx Cross Over 5Y
350
400
450
500
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600
650
700
750
800
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A maggio i prezzi dei CDS sui corporate bond hanno continuato a salire. L’iTraxx Euro 5y, rappresentativo dei bond
investment grade, ha chiuso il mese intorno ai 180 bp, ritornando ai livelli di fine dicembre–inizio gennaio. L’iTraxx
Cross Over 5y, riferito ai bond non investment grade, dopo aver fatto un minimo a marzo sui 500 bp, è risalito fino a
650 bp. La percezione del rischio sui corporate bond, soprattutto di emissione bancaria, è aumentata in seguito ai
segnali di ritorno in recessione di alcuni paesi periferici europei, come Spagna e Italia e ad una possibile uscita della
Grecia dall’Euro.
Dopo la risalita dei rendimenti, continuiamo ancora a privilegiare i bond corporate a quelli di emissione governativa
per il miglior rapporto rischio/rendimento. Come abbiamo scritto per i bond governativi, anche tra i bond societari
preferiamo quelli che riescono a dare maggiore sicurezza al sottoscrittore nel caso la crisi finanziaria dovesse
peggiorare ulteriormente, dando minore importanza al rendimento e maggiore alla solidità del paese di appartenenza.
E in tal caso vediamo favorevolmente i bond emessi da primarie società tedesche, olandesi e francesi, da preferire a
quelle spagnole e italiane. Tra i bond societari, quelli che attualmente offrono rendimenti più interessanti sono le
emissioni bancarie, che riteniamo interessanti se riferite a primari istituti europei, ben patrimonializzati, escludendo
quelli dei paesi periferici e con scadenze inferiori ai 3 anni.
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4. COMMODITIES
DJ Agriculture
DJ Industrial Metals
Nymex Crudeoil
Cmx Gold
A maggio le materie prime hanno dato luogo ad un’accelerazione del loro movimento ribassista degli ultimi mesi. Il
forte ridimensionamento dei prezzi delle commodities è da imputare ai nuovi segnali di rallentamento dell’economia
che sono giunti sia dai paesi occidentali che dai Paesi Emergenti (da segnalare in particolare il rallentamento
dell'attività manifatturiera a maggio in Cina, dove l'indice PMI dei direttori degli acquisti è sceso a 50,4 punti dai 53,3
di aprile, a un passo dalla soglia dei 50 punti che divide un'economia in contrazione da una in crescita). A scendere
maggiormente è stato il prezzo del petrolio, che a maggio ha subito un crollo del 18,5%. Molto deboli anche i metalli
industriali con il prezzo del Rame arretrato del 12,4% e quello del Nickel dell’8,5%. I ribassi non hanno risparmiato
neanche i metalli preziosi: l’Oro ha perso il 6%, l’Argento addirittura il 10,2%.
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5. VALUTE
A maggio il cambio Euro/Dollaro è crollato da 1,323 a 1,236, pari a un –6,5%. Se la debolezza dei mesi
precedenti era dovuta al rallentamento economico europeo, in questo mese il forte rafforzamento del Dollaro
USA verso l’Euro è stato amplificato dai timori di un’uscita della Grecia dalla zona Euro con un possibile effetto
contagio agli altri paesi periferici, che, se non gestito in modo efficace, potrebbe condur re nel medio periodo
ad una disgregazione della stessa Eurozona.
EURO/DOLLARO EURO/STERLINA
EURO/DOLLARO CANADESE
EURO/YEN
Già nei precedenti report avevamo connotato come “ribassista” la tendenza primaria del cambio Euro/Dollaro;
dopo l’accelerazione al ribasso di maggio ne abbiamo ricevuto l’ulteriore e definitiva conferma. Il nostro
consiglio è quindi quello di rimanere posizionati al rialzo sul Dollaro. Per coloro che non hanno preso posizioni
sulla valuta USA, è meglio aspettare un rimbalzo del cambio Eur/Usd, dato il forte ipervenduto di breve.
L’Euro si è deprezzato sensibilmente anche contro lo Yen giapponese, passando dal cambio di fine aprile a
105,6 a quello di 96,8 di fine maggio (-8,3%).
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6. PORTAFOGLI CONSIGLIATI
PORTAFOGLIO LARGE CAP
Facciamo uscire dal portafoglio: - Continental (Ger): diminuzione di forza relativa, insieme a tutto il settore automobilistico. - Deutsche Bank (Ger): dopo il ribasso dei mesi scorsi, preferiamo titoli finanziari più reattivi. - ING Groep (Ola): in Olanda il titolo ha sensibilmente sottoperformato il settore. Preferiamo switchare su
Aegon, dai fondamentali migliori.
Inseriamo nel portafoglio: - Aegon (Ola): Buona solidità e redditività. Il titolo quota a bassi multipli (0,3 volte il book value). - BNP Paribas (Fra): Il titolo ha corretto tutto il rialzo di inizio anno. Arrivato su un importante supporto. - Vivendi (Fra): Il titolo è sui minimi del 2003. Titolo “value”, dai bassi multipli: P/E=6,4 P/Book=0,8
PORTAFOGLIO SMALL/MID CAP
Facciamo uscire dal portafoglio:
- Steria (Fra): Diminuzione di forza relativa. Ritorno sotto le medie di lungo periodo.
Inseriamo nel portafoglio: - CTS Eventim (Ger): Aumento delle stime di utile. Trend rialzista di lungo periodo intatto.
©FinLABO SIM SpA- N.26 Maggio 2012 - Pag. 14/17
PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONI GOVERNATIVE
- Non apportiamo modifiche al portafoglio.
PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
Facciamo uscire dal portafoglio: - Thyssenkrupp Ag mar 2015 4,375%: dati di bilancio 2012 della società emittente attesi in peggioramento.
Inseriamo nel portafoglio: - Fresenius Finance Bv 31-gen-2016 5,5%: sostituiamo il bond Thyssenkrupp con un Fresenius: società
tedesca, settore anticiclico (farmaceutico), migliore profilo reddituale.
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CONSEQUENZA LA VALUTAZIONE DELL’INVESTIMENTO E LA DETERMINAZIONE DEL RISCHIO POSSONO ESSERE DIFFICILI DA QUANTIFICARE.
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DEI CORSI DI CAMBIO POSSONO AVERE UN EFFETTO NEGATIVO SUL PREZZO, SUL VALORE O SUL REDDITO DI UN INVESTIMENTO.
CONSIDERATA LA NOSTRA IMPOSSIBILITÀ DI TENERE CONTO DEGLI OBIETTIVI D’INVESTIMENTO, DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA E DELLE ESIGENZE PARTICOLARI DI
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