METACARPI AUGURI · 2020. 12. 30. · la voce “rigenerazione e sicurezza”. Il fanalino di coda...

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Settimanale di attualità - cultura - sport | n. 49 del 30-12-2020 Anno XXVII, numero 49 - 30 dicembre 2020 - Reg.Trib. di Modena n. 1177 del 7.10.1993 Iscritto al registro degli Operatori di Comunicazione - R.O.C. con il n. 2712 La demografia è scienza crudele, perché fredda, ma onesta. L’andamento delle morti a Carpi negli ultimi 43 anni, dà una media di 627 decessi ogni anno. Gli scostamenti maggiori si rilevano, in meno nel 1978, con 479 morti; e in più nel 2016, con 743. Il dato ufficiale dei decessi in città, con o per il Covid, desumibile a tutt’oggi è di 111. Per conoscere esattamente l’incidenza sui decessi della pandemia – ferma restando la difficoltà di ascriverli al Covid come causa o concausa – c’è solo da attendere di conoscere di quanto sia lo scostamento del 2020 rispetto all’andamento del quarantennio considerato. Sorprende che nessuno, finora, abbia tenuto presente queste serie numeriche. *** Quali le promesse mantenute nel 2020? è stato chiesto al Sindaco. E lui: vanno avanti la bretella per Fossoli, il Torrione, la Casa della salute, il Care residence. Considerato il Covid, si può accettare che nulla di tutto questo sia arrivato ancora alla conclusione. Ma con il riferimento alla “rivoluzione nell’ambito della mobilità” ha rovinato tutto. Auguri a lui, comunque, e a tutti noi. METACARPI AUGURI Croce Rossa Italiana Comitato di Carpi Via Guastalla, 5 41012 Carpi (Modena) Tel. +39 059 654 463 [email protected] - www.cricarpi.it Nel Ringraziare i nostri gentili clienti e i nostri collaboratori: Auguriamo un Felice 2021 Giancarlo, Cristina, Donata, Linda, Sara, Daniela, Annalisa, Alessandra, Marco, Marianna, Monica, Elisa, Norino, Vincenzo, Chiara, Davide e Federico Agenti generali: Denni Bigi, Luca Santachiara SINERGIE SRL consulenze assicurative CARPI (MO) Viale Peruzzi, 26 059 653691 - fax 059 653723 MIRANDOLA (MO) Via Gramsci, 50 0535 25404 - fax 0535 610466 [email protected] [email protected] ALLIANZ SPA - Agenzia Generale Carpi 0558 Fuori dal virus riconciliandoci con un mondo offeso

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  • Settimanale di attualità - cultura - sport | n. 49 del 30-12-2020

    Anno XXVII, numero 49 - 30 dicembre 2020 - Reg.Trib. di Modena n. 1177 del 7.10.1993Iscritto al registro degli Operatori di Comunicazione - R.O.C. con il n. 2712

    La demografia è scienza crudele, perché fredda, ma onesta. L’andamento delle morti a Carpi negli ultimi 43 anni, dà una media di 627 decessi ogni anno. Gli scostamenti maggiori si rilevano, in meno nel 1978, con 479 morti; e in più nel 2016, con 743. Il dato ufficiale dei decessi in città, con o per il Covid, desumibile a tutt’oggi è di 111. Per conoscere esattamente l’incidenza sui decessi della pandemia – ferma restando la difficoltà di ascriverli al Covid come causa o concausa – c’è solo da attendere di conoscere di quanto sia lo scostamento del 2020 rispetto all’andamento del quarantennio considerato. Sorprende che nessuno, finora, abbia tenuto presente queste serie numeriche.

    ***Quali le promesse mantenute nel 2020? è stato chiesto al Sindaco. E lui: vanno avanti la bretella per Fossoli, il Torrione, la Casa della salute, il Care residence. Considerato il Covid, si può accettare che nulla di tutto questo sia arrivato ancora alla conclusione. Ma con il riferimento alla “rivoluzione nell’ambito della mobilità” ha rovinato tutto. Auguri a lui, comunque, e a tutti noi.

    METACARPI AUGURI

    Croce Rossa ItalianaComitato di Carpi

    Via Guastalla, 541012 Carpi (Modena)Tel. +39 059 654 463

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    Nel Ringraziare i nostri gentili clienti

    e i nostri collaboratori:

    Auguriamo un Felice 2021

    Giancarlo, Cristina, Donata, Linda, Sara, Daniela, Annalisa, Alessandra, Marco,

    Marianna, Monica, Elisa, Norino, Vincenzo, Chiara, Davide e Federico

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  • SOMMARIO

    Alberto Bellelli: dopo il bilancio di guerra del 2020, una manovra finanziaria di ripartenza per il 2021a pagina 5

    Giorgio Benincasa, segretario Cgil: per economia e lavoro un anno da dimenticare, speriamo nel prossimopagina 7

    IN VETRINA di Paolo Covezzi

    SETTEGIORNIL’ultimo Settegiorni del 2020 ci serve per ricordare le nuove modalità di lettura di Voce che dal 2021 prevedono l’abbonamento ai contenuti web – veicolati dalle newsletter quotidiane in ripresa dal 4 gennaio – e al settimanale in arrivo tramite mail ogni venerdì.

    Vogliamo qui ricambiare gli indirizzi augurali di Buon Anno a: Azienda Usl Modena - Amministrazione comunale di Carpi - Ushac Carpi - Amici del fegato onlus - Enrico Campedelli - Alessandra Selmi, avvocato - Geo Editoriale Verona - Les Halles - Fondazione Cassa Risparmio Carpi - Fondazione Cassa di Risparmio Modena - Gian Carlo Spaggiari - Massimo Provasi - Croce Blu Carpi - Spazio Cultura e Centro Polivalente Limidi - Mario Lugli - Seta spa - RekorData - Monica Argilli, Aimag - Monica Brunetti, av-vocato - Gianni Bassoli - Benedict school, Carpi - Ristorante L’Incontro - Dino Pegoraro - Donne da Sogno - Touring Club Italiano - Supermercati Sigma - Carpi Golf - Aero Club Pavullo - Rizzoli Tech - Centro Vivere Donna - Fondazione Fossoli

    Direttore responsabile: Florio Magnanini ([email protected])

    Hanno collaborato a questo numero: Claudia Rosini, Fabrizio Stermieri, Magda Gilioli, Valeria Cammarota, Enrico Ronchetti, Davide Setti, Marco Colletta, Fabio Garagnani, Enrico Bergianti

    Per le rubriche:Giuliano Albarani (Micromega)Paolo Covezzi (In vetrina) Adamo Neri (Libero pensiero) Segreteria di redazione: Paola Guerzoni ([email protected]) Ufficio commerciale (tel. 059 698050) Vanna Fornasari  - [email protected] Judith Waldner  - [email protected]

    Edito da Società editoriale D&F srl. sede legale, redazione e amministrazione: via Catellani, 11/A - 41012 - CARPI tel. 059694050

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    Gian Carlo Spaggiari, ingegnere. Aimag ha pubblicato il suo Manuale sull’analisi degli investimenti pagina 21

  • 5n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    Non accadeva da dieci anni: il bi-lancio di previsione del Comune di Carpi – una manovra da poco più di 92 milioni, 53 di spesa corrente e 39 di quota 2021 del piano triennale investimenti) – approvato entro l’anno solare, a ruota dell’appro-vazione della legge finanziaria del Governo, peraltro ancora alle prese con il Senato. Alla presentazione alla stampa, prima dell’ultimo Consiglio comunale dell’anno convocato per l’approvazione, si è avvertita forte e chiara la soddisfazione del sindaco Alberto Bellelli per quella che ha definita una prova di compattezza ed efficienza della sua Giunta. Tanto più significativa, gli ha fatto eco l’assessore al Bilancio, Mariella Lugli, se si pensa che neppure Modena c’è ancora riuscita, mentre in provincia il traguardo l’hanno tagliato, oltre a Soliera e Campogalliano, solo qual-

    che comune dell’area delle ceramiche e Concordia, nell’Area Nord.

    Proprio il “tempo”, del resto, è stato individuato dal Sindaco come uno dei termini che servono meglio a connotare un bilancio che grazie a questa sua tempestività – si pensi che il bilancio 2020 fu approvato a maggio – mette subito il Comune nelle condizioni di non dover ricor-rere a una spesa contingentata per dodicesimi e di non perdere neanche un giorno sul percorso attuativo di un piano investimenti che la stessa Lugli non ha esitato a definire “particolarmente ambizioso”. Benin-teso, ammonisce sempre il Primo cittadino: questo è un bilancio che si potrebbe considerare “basico”, nel senso di legato per un verso al qui e ora di una legge finanziaria che sarà soggetta a molte modifiche da parte del Governo nei prossimi mesi; e per

    un altro verso ai due fattori essenziali sui quali è stato costruito, vale a dire mantenere inalterata la pressione fiscale e provvedere ad alcuni inve-stimenti urgenti. Ed è la ragione per la quale, «...su questo bilancio – ha scandito il Sindaco – chiederò alle opposizioni un voto non contrario, mentre potranno esercitarsi sulle variazioni che si renderanno necessa-rie in corso d’opera».

    I numeri, invece, stanno tutti dentro agli altri due termini, questa volta due aggettivi, con i quali si è voluto caratterizzare la manovra dell’anno prossimo: “solido” e “soli-dale”. Solido, spiega l’assessore Lugli, perché i conti sono stati fatti quadra-re già con le sole forze del Comune, senza ancora inserirvi i trasferimenti dallo Stato e senza poter più contare sul milione di euro legato al sisma (compensazioni per le minori entrate

    Il bilancio comunale:dall’emergenza alla ripartenza

    COMUNE - La pressione fiscale più bassa in regione fra i Comuni sopra i 50 mila abitanti. Ridotto l’indebitamento

  • 6n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    Imu da immobili inagibili e fondo di solidarietà). Solido, ha aggiunto Lugli, perché dispone dell’immediata disponibilità di tre milioni di euro derivati dagli avanzi di parte cor-rente e investimenti del 2020, con la possibilità di destinarne da subito 715 mila alla defiscalizzazione, al fondo Covid e, per 315 mila euro, al sostegno del centro storico. Solido infine, ha ricordato sempre l’Assesso-re, perché l’indebitamento pro capite è stato ridotto dai 384 euro del 2014 ai 147 del 2020, con la possibilità di contrarre nuovi mutui che lo faranno

    risalire a 198, ma sempre entro termi-ni accettabili. Quanto all’aggettivo “solidale”, il suo significato sta tutto nell’inchiodare l’aliquota Irpef, come avviene ormai da sette anni, allo 0,5 con esenzione per le fasce di reddito fino a 8 mila euro. Ma anche nel dato di una pressione fiscale contenuta in 359 euro pro capite che fa di Carpi, in Emilia Romagna, il Comune meno esoso fiscalmente fra tutti quelli con più di 50 mila abitanti.

    Ma l’equazione virtuosa più spesa utile, più investimenti, meno debito e meno tasse come fa a stare in piedi?

    Molto dell’ottimismo dimostrato da Sindaco e assessori si riversa sul-la novità di un piano triennale degli investimenti da più di 76 milioni, dati dai 65 del triennio 2021/2023 somma-ti agli 11 ereditati dal 2020 (la quota 2021 ammonta a 39,4 milioni). L’as-sessore Marco Truzzi li ha illustrati con la metafora di un tempio retto da sette colonne dove si vede subito che la parte del leone, nel triennio, la faranno le manutenzioni e le ristrut-turazioni, seguite da infrastrutture e mobilità, turismo e centro storico, rigenerazione e sicurezza, ambiente e territorio, sport ed energia. Sono circonfusi sempre da un alone di par-ticolare fascino, gli investimenti, per-ché evocano progetti e visioni che non si vorrebbe definire sogni. Ma quando si legge nella quota 2021 degli investi-menti l’apporto dell’Autobrennero spa

    I sette pilastri degli investimentitra realismo e visione

    La si pagherà con l’utilizzo in spesa corrente di circa 700 mila euro di oneri di urbanizzazione (e per il bene del territorio e del suolo da preser-vare sarebbe bene che ci si fermasse lì), con molta fiducia nel recupero dell’evasione e con l’azzeramento di ogni prospettiva di aumento del per-sonale. Il che non suona benissimo, in un’Amministrazione con piani così ambiziosi e con apparati dirigente e di quadri intermedi già così all’osso. Come si farà, poi, ad attuarli secondo le aspettative?

    f.m.

    TURISMO e CENTRO STORICO SPORT

    MANUTENZIONE e RISTRUTTURAZIONI ENERGIA

    AMBIENTE e TERRITORIO RIGENERAZIONE

    e SICUREZZA

    INFRASTRUTTURE e MOBILITA’

    12,4 mln € 3,9 mln € 23,3 mln €3,7 mln € 4 mln €

    11,3 mln €12,9 mln €

    PREV. INVESTIMENTI: 7 PILASTRI 2020/2023

    Target 76,2 mln €

    alla nuova uscita dal casello dell’A22, non si può fare a meno di ricordare tutte le incognite che gravano tuttora sull’assetto della società autostradale e che stanno bloccando da anni que-sta soluzione, insieme a Cispadana, bretella Campogalliano Sassuolo e un’infinità di altri interventi. Lo stesso vale per il prolungamento del sottopasso della stazione per il quale qualche assessore ha sperimentato quanto sia difficile rapportarsi con le Ferrovie dello Stato.

    Appare invece abbastanza sicura la copertura della ristrutturazione del “biscione” che con i suoi 9 e passa milioni di euro fa schizzare in testa alla quota investimento 2021 proprio la voce “rigenerazione e sicurezza”. Il fanalino di coda in fatto di inve-stimenti, almeno nel 2021, è la voce “ambiente e territorio” con 400 mila euro legati alle azioni di contrasto al cambiamento climatico, mentre il grosso è rappresentato dalla messa a punto di piani e progetti. Anche lo sport occupa le ultime posizioni, con 1,3 milioni assorbiti soprattutto da ampliamenti di impianti e contributo alla piscina. Anche qui non mancano previsioni di piani e progetti: i percor-si salute nei parchi ereditati dal 2020 e quello del palazzetto dello sport. Ma a quello dovrebbe pensare la Fonda-zione Crc.

  • 7n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    LAVORO - Intervista a Giorgio Benincasa, responsabile della Camera del Lavoro di Carpi

    di fabrizio Stermieri

    Il 2020 è stato un anno orribile sotto molti profili, anche sotto quello produttivo, lavorativo ed occupazio-nale. Ne abbiamo parlato con Giorgio Benincasa, responsabile dall’ottobre 2017 della Camera del Lavoro di Carpi e coordinatore per la Cgil del Distretto carpigiano.

    Benincasa, visto dalla finestra di Carpi della Camera del Lavoro, quali impressioni restano in mente per quest’anno che si conclude?

    «Sicuramente un anno drammatico da molti punti di vista, in primo luogo da quello sanitario con piu di 2 milioni di contagiati e 72.300 morti in Italia, 30.221 contagiati e 905 morti in provincia di Modena e per il forte impatto sia sulle famiglie colpite e sia sulle strutture sanitarie e tutti I lavoratori che vi operano. Certamente i lockdown nel periodo marzo-maggio e poi quello a zone rosse-arancioni-gialle di ottobre-di-cembre hanno depresso il sistema produttivo con forti ripercussioni sul lavoro, i redditi e l’occupazione. Le ore di Cassa integrazione per

    le aziende industriali (Cigo, Cigs, Cigd) nel periodo gennaio-novembre in provincia di Modena sono state 55 milioni che equivale a dire che sono stati “sospesi” 30 mila posti di lavoro full time. A queste ore vanno aggiunte le ore di utilizzo degli am-mortizzatori degli altri settori: il Fis (commercio, servizi), il Fsba (aziende artigiane). Nel distretto di Carpi sono state coinvolte un migliaio di aziende e circa 7 mila lavoratori.

    Poi ci sono Ie centinaia di lavoratori precari a cui non è stato rinnovato il contratto o i lavoratori stagionali che non sono stati nemmeno assunti»

    La vertenza Goldoni-Arbos ha riempito le cronache di questi ultimi mesi. quale futuro per queste aziende?

    «La situazione è delicata e com-plessa. I lavoratori sono ancora in presidio permanente e insieme alle Organizzazioni Sindacali stanno confrontandosi a tutti i livelli, soste-nuti convintamente dalle istituzioni locali e regionali, per cercare una soluzione che possa garantire con-tinuità produttiva e occupazionale. Un’azienda straniera ha fatto una offerta vincolante, ma il percorso per arrivare ad un approdo positivo è ancora tortuoso e non scontato. L’im-pegno e la volontà di proseguire nella trattativa non verranno a mancare» Il Covid ha bloccato per un certo periodo i licenziamenti anche a Carpi ma nel 2021 cosa potrebbe accadere?

    «Una certa preoccupazione e incertezza aleggia certo e si presume che qualche richiesta di riduzione ci sarà. Le previsioni parlano però di una crescita

    “Il 2020 anno da dimenticare. Per il prossimo speriamo meglio”

    Giorgio Benincasa

  • 8n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    del Pil del 5,7 per cento nel 2021 (anche se forse sono un poco ot-timistiche) e quindi confidiamo che con intelligenza si riesca a salire su questo treno di svilup-po cogliendone le opportunità che sicuramente ci saranno. Certamente noi vigileremo per evitare atteggia-menti eccessiva-mente “disinvolti” e irresponsabili»

    E’ vero che sono ancora in tanti a non aver ricevuto la cassa integrazione dei mesi scorsi?«Per quanto riguarda il pagamento dei vari am-mortizzatori i problemi più urgenti e dramma-tici hanno riguardato il Fsba delle aziende artigiane, dovuti alle fonti di finanziamento dell’ente bilaterale, che nei mesi scorsi ha avuto ritardi anche di tre/quattro mesi. Ora siamo in pari con ottobre. La Cassa Integrazione delle industrie ha avuto molti meno problemi e non ci sono ad oggi particolari criticità e ritardi. A questo proposito come Cgil ribadiamo la necessità di addivenire ad una riforma degli ammortizzatori sociali nella direzione della univer-salità a copertura di tutti i lavoratori a prescindere dal settore e dalla dimensione delle aziende in cui sono occupati, con fonti certe ed adeguate di finanziamento e procedure fluide che garantiscano tempestività nei pagamenti»

    Quali i punti deboli del sistema produttivo carpigiano secondo il sindacato?

    «Il distretto di Carpi negli anni passati è stato un territorio impor-tante per l’economia non solo locale ma anche nazionale, soprattutto nel settore moda e nel metalmeccanico. Però l’impressione è che ora si sia un po’ seduto, che sia poco reattivo ed energico (a parte qualche eccezione). Le idee sono poche, poca voglia di rischiare, di innovare. Tra le criticità sicuramente il “nanismo” delle im-prese, la loro sottocapitalizzazione, la poca propensione ad investire. E poi un ricambio generazionale che non è sempre stato all’altezza o ha preferito altri settori professionali,

    in un quadro di competizione che è diventata mondiale, con una concor-renza agguerrita che si è moltiplicata e non sempre il distretto è riuscito a riorganizzarsi puntando su efficienza e qualità piuttosto che sul conteni-mento dei costi, per fronteggiarla»

    Ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti, anche nella realtà locale: contratti da chiudere, nuove forme di lavoro da re-golamentare, una situazione industriale “riflessiva”. Sono tutte sfide già affrontate dal sindacato ma che si propongono in modo nuovo. come affrontarle in futuro?

    «Sicuramente il territorio può fare la sua parte. Servono infrastrutture (viabilità, fibra ottica, trasporti), alta scolarizzazione della popolazione, alte competenze professionali spe-cifiche, una ricchezza diffusa, una fedeltà fiscale, buoni livelli di welfare, buoni servizi e amministrazione at-tenta, una comunità coesa e solidale. In questo modo il territorio risulta attrattivo e può essere riconosciuto come un valore aggiunto nel quale poter investire, anche da parte di multinazionali. Le multinazionali del biomedicale anche dopo il terremoto sono rimaste e hanno ricostruito in loco. I due grandi progetti della città di Carpi (nuovo ospedale e polo universitario) con un investimento complessivo di circa 200 milioni sono una grandissima occasione che non può essere sottovalutata o addirittu-ra sprecata dalle imprese locali per rilanciare questo territorio anche in una chiave di rigenerazione urbana del patrimonio immobiliare esistente e di green economy e quindi di

    attenzione ai rifiuti e al loro riciclo, al risparmio energetico. Per il sindacato è indispensabile puntare alla via alta dello sviluppo; non basata quindi sul-la competizione sul costo del lavoro ma sulle capacità distintive e quindi sulla valorizzazione del lavoro, sulla

    qualità, su investimenti in prodotti e processo, sulla ricerca e innova-zione sia nel privato ma anche nel pubblico. Sarà necessario affrontare il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per redistribuire il lavoro. Inoltre sarà indispensa-bile rinnovare i contratti collettivi nazionali di lavoro, non solo per riconoscere il giusto salario ai lavoratori, ma anche per ridisegnare le politiche industriali

    e organizzative nel territorio e nel nostro Paese. Infine a livello più generale arrivare ad una legge sulla rappresentanza che impedisca a sedicenti organizzazione sindacali di firmare contratti pirata con imprese compiacenti e quindi ribadire il valore erga omnes dei contratti, a cui valutare di affiancare un salario minimo legale»

    C’è poi il fronte dei servizi ai lavoratori...

    «Su questo aspetto riteniamo di aver fatto il meglio per stare accanto ai lavoratori in questi tempi difficili La Camera del Lavoro di Carpi in questi mesi (a parte le settimane di lock-down totale) è sempre stata aperta su appuntamento. Prova ne è che sono state fatte 3 mila pratiche di Ise, 12.450 di modeli 730, 13 mila pratiche di patronato (Pensioni, invalidità, Naspi, permessi di soggiorno), cen-tinaia di accordi di Cig, Fis, Fsba. I contatti telefonici e via email sono stati altrettanto. Abbiamo cercato di rimanere aperti il più possibile, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dai protocolli anti Covid-19, adottando segnaletica per garantire distanziamento, plexiglass, mascherine, in modo da poter essere un punto di riferimento per i lavora-tori, i pensionati e i cittadini e ga-rantire loro quei servizi e a volte solo quelle rassicurazioni di cui avevano necessità».

  • 9n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ

    All’ultimo Consiglio comunale del 17 dicembre, Carpi Futura ha presentato una mozione per chie-dere di mettere mano al Parco della Resistenza che affaccia sul viale dei Cipressi, considerando che è molto frequentato, ma altrettanto mal tenuto. In particolare i consiglieri Anna Colli e Michele Pescetelli han-no richiamato l’attenzione sull’area giochi per bambini da riprogettare; sul degrado dell’arredo urbano; sui servizi igienici inservibili e blin-dati da tempo immemorabile, ma lasciati lì a deperire; sulla scultura “Liberazione” di Bortolotti, chiusa dalle transenne e divenuta un vero e proprio “monumento alla ruggine” come l’hanno definito, riferendo dell’appellativo conferitole dai Car-pigiani. La richiesta finale, dunque, era che la Giunta si impegnasse a intervenire su questi aspetti, senza dimenticare la necessità di cucire questo con l’altro parco che sorgerà poco distante, quello della Cappuc-cina. La maggioranza Pd/Carpi 2.0, però, pur condividendo la sostanza del documento, ha presentato un emendamento che, ricordando anche quel che è stato fatto e i progetti e piani futuri dell’Amministrazione, ne attenuavano le premesse piuttosto critiche. Per spiegare questi aspetti, il capogruppo del Pd ha scomodato l’assessore Marco Truzzi. Il quale si è così diffuso sul fatto che di recente è stato installato un nuovo gioco chiamato “camion dei pompieri”. E che in futuro, impiegando 150 mila dei 500 mila euro che il Comune ha stanziati per restituire alla città spazi in cui praticare lo sport libero, verranno ricavate, nella parte sud del parco, una decina di stazioni di que-sto tipo, mentre altri servizi igienici si cercherà di renderli disponibili nei paraggi. Quanto al raccordo con il Parco della Cappuccina, ha precisato l’Assessore, il suo studio era implicito nel bando di concorso della nuova

    area verde. Nessun accenno al desti-no del “monumento alla ruggine”. A questo punto sono partite le critiche delle minoranze del centro destra (Federica Boccaletti per la Lega e Annalisa Arletti di Fratelli d’Italia) a quel voler a tutti i costi attenuare le premesse della mozione di Carpi Futura, citando tutto quello che il Comune ha fatto o farà. E Monica Medici, dei 5Stelle, se l’è presa sia con la maggioranza che con le minoranze per quel voler mettere a tutti i costi in politica, perdendo tempo, una

    CONSIGLIO

    CondizioniParco Resistenza:mozione Carpi Futura corretta dal Pd

    questione che si presentava molto semplice: il parco della Resistenza va rimesso a posto, nell’area giochi e per i bagni pubblici.

    La divagazione dalla sostanza auspicata dalla Consigliera pentastel-lata si è portata via un’ora abbondan-te del dibattito, prima che la mozione, emendata come chiesto dalla maggio-ranza, fosse votata da Pd/Carpi 2.0, 5 Stelle e, soprattutto, Carpi Futura che l’aveva presentata. Astenute Lega e Fratelli d’Italia. E il “monumento alla ruggine”? Resterà lì.

    La seduta del Consiglio comunale nella video conferenza del 17 dicembre e uno scorcio del parco.A lato, il degrado della scultura “Liberazione”

  • 10n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ

    L’OPINIONE di Pier Giuseppe Levoni

    Comunitaria da un bel po’la Chiesa cattolicaEssendo annoverabile (mea culpa?) fra “quegli esponenti del mondo cattolico che hanno speso una vita…contro il comunismo realizzato”, chiamati in causa dal Direttore di Voce, a proposito della possibilità di considerare “un testo comunista” l’en-ciclica Fratelli tutti , voglio tranquil-lizzarlo. I principi ivi enunciati non sono una novità per i cattolici. Già oltre un secolo fa la Rerum Novarum di Leone XIII affermava:”L’uomo non deve possedere i beni esterni come propri, bensì come comuni in modo che facilmente li comunichi all’altrui necessità.” Da allora i numerosi do-cumenti del Magistero sui problemi sociali hanno sempre sollecitato la ricerca di una terza via fra liberismo capitalistico e collettivismo marxista. E ciò con articolazioni e accentua-

    zioni sempre più profofonde, fino alla sensibilità francescan-ecologica di questi ultimi anni.

    Ragiona il Direttore: l’enciclica di Bergoglio esprime una visione che autorizza a parlare “se non di comunismo, certamente di comuni-tarismo”, inteso come “idealità” etica, simile per certi versi all’esigenza egualitaria del marxismo, ma del tutto estranea alla prassi storica che tale ideologia ha promosso e attuato. Perfettamente d’accordo, sulla scorta del consolidato insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa che ha nella solidarietà uno dei suoi cardini.

    La riflessione su queste tematiche nella cultura cattolica è stata con-dotta fra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso particolarmente da Emmanuel Mounier e Jacques Maritain, anche alla luce delle tragedie provocate dai totalitarismi nazifascista e stalinia-no. Si proponeva così un unanesimo integrale, come obiettivo di fondo

    dell’impegno sociopolitico, sulla base di quel personalismo comunitario che considera l’uomo non come “individuo” arroccato nella tutela dei suoi diritti, ma come “persona”, cioè soggetto aperto all’altro, quindi consapevole dei suoi doveri e della sua interdipendenza con il prossimo. E con la natura, aggiunge oggi il Papa argentino, in tempi di vera e propria emergenza ambientale. In altri termini è verissimo:“non possiamo non definirci comunitari, se vogliamo che la specie prosegua”.

    Che poi tale fraternità-amore, come “essenza del nostro essere umanità”(scrive il Direttore), possa implicare anche in una concezione immanentistica (hegeliana o altra) dello Spirito del Mondo, è notoria-mente materia controversa da mil-lenni, su cui si può e si deve, secondo S. Tommaso, esercitare la ragione, senza pregiudiziali chiusure alla dimensione trascendente.

    Angelo Frascarolo per l’Ambiente, Alessandra Guerrini per la Cultura, Arianna Agnoletto per il Sociale e Nilo Diacci per lo Sport. Sono i presidenti delle quattro Consulte comunali che hanno riferito al Consiglio comunale del 17 dicembre scorso su come sono state spese le risorse messe a loro disposizione “...per il sostegno a iniziative e progetti” riferiti all’anno appena trascorso. Diciamo subito che il pomposo termine “risorse” si riduce in realtà a mille euro Iva inclusa per ciascuna Consulta e lo sforzo dei Presidenti è stato soprattutto quello di fare le classiche nozze con i fichi secchi, data anche la pandemia, individuando qualche progetto che stesse nei termini finanziari prescritti e avesse ricadute apprezzabili sulla città, per i rispettivi ambiti. Per l’Ambiente, dunque, i mille euro sono andati alla Lipu, per l’acquisto e la collocazione di nidi artificiali per uccelli insetti-vori. Domande erano pervenute anche

    dagli organizzatori dell’edizione di Climathon dedicata al tessile, ma qui, ha spiegato il presidente Frascarolo, è subentrata Carpi Fashion System. Un terzo progetto, di Porta Aperta, diretto a intervenire su spazi urbani degradati, è stato rinviato a tempi migliori. Sono state molto apprezzate le parole di Alessandra Guerrini sulla necessità di sostenere assolutamente la cultura locale in questo particolare momento, ma alla fine tutto si è risolto in tre con-certi in Teatro comunale, registrati e da diffondere sui social in occasione del Na-tale. La Consulta di Arianna Agnoletto,

    dedicata al Sociale, è stata la sola che ha diviso il contributo su due proget-ti: un aiuto all’associazione “Sopra le righe dentro l’autismo”, per organiz-zare una giornata definita “normale” per una dozzina di ragazzi autistici accompagnati da altrettanti tutor; e il sostegno all’iniziativa del deposito di biciclette aperto nei giorni di mercato tra Municipio e Teatro dai volontari de “Il tesoro nascosto” collegati alla fondazione “Progetto per la vita” e affidato alla gestione di una decina fra giovani e adulti fragili, in colla-borazione con la Fiab. Poco si poteva fare con quella cifra, ha spiegato Nilo Diacci, a fronte delle tante difficoltà che stanno attraversando le 140 fra associazioni e società sportive censite di recente proprio per iniziativa della sua Consulta. Alla fine, il contributo è andato all’iniziativa “Muoviti Muovi-ti” che da anni si indirizza ai bambini fra i 5 e i 9 anni, dunque alle prime tre classi di 14 primarie e ai più grandi di 24 scuole d’infanzia, per introdurli all’attività fisica attraverso il gioco. L’iniziativa, che si avvale di istruttori professionisti messi a disposizione da Uisp e Csi, è promossa dagli assesso-rati allo Sport dei Comuni di Carpi e Soliera.

    CONSULTE

    Un rendiconto amaro e scarno come le risorse

    Alessandra GuerriniAngelo Frascarolo

    Arianna Agnoletto Nilo Diacci

  • 11n. 49 - 30 dicembre 2020RUBRICHE

    Il sindaco Alberto Bellelli, la vicesin-daca Stefania Gasparini e l’assessore alla Cultura, Davide Dalle Ave ri-spondono qui di seguito alla lettera aperta del pittore Andrea Saltini, pubblicata da Voce: 

    “Caro Andrea, abbiamo con piacere e attenzione letto i pensieri che hai voluto con noi amministra-tori, oltre che pubblicamente, condi-videre. La tua è una lettera piena di dignità e di preoccupazione, prima ancora che per l’attuale difficilissima situazione degli artisti e di tutti i tecnici e operatori, verso un mondo come quello la Cultura (che vogliamo anche noi scrivere con la maiuscola) troppo spesso messo in secondo piano mediaticamente e nel dibattito pubblico, e che certamente è stato tra i più penalizzati sia durante il primo che nel secondo periodo di lockdown. Il settore culturale ha infatti dovuto chiudere battenti per primo sia a marzo che a ottobre, vanificando at-tività e rassegne già calendarizzate, e sacrificando, certo in un contesto di gravissima pandemia, la possibilità per tanti cittadini di vivere a pieno l’Arte nelle sue più diverse forme, e di condividerla insieme ad altri.

    Cultura vuol dire infatti, come giustamente sottolinei, coinvol-gimento di pubblico e insieme occasione per una società di avere spunti per riflettere, per pensarsi e ripensarsi tra tanti, per andare oltre l’analisi spesso troppo superficiale che quotidianamente facciamo della situazione attuale e delle prospet-tive future che abbiamo di fronte. E’ questo il motivo per cui a Carpi abbiamo sempre voluto proporre una programmazione culturale capace sì di essere il più attrattiva possibile per la cittadinanza, ma soprattutto consapevole di mantenere nella proposta l’alta qualità come sua ca-ratteristica principale. Assistere alla presentazione di un libro o ascoltare dal vivo un concerto, avere la possibi-lità di vedere un classico del cinema o fruire di una mostra nel nostro territorio sono occasioni di crescita personale per chi ne usufruisce e al contempo momenti per costruire una coscienza collettiva capace di trovare le soluzioni migliori alle difficoltà del presente e dunque cominciare, come anche tu dici, a costruire il futuro: a maggior ragione durante periodi di crisi come quello

    che stiamo attraversando. Il mondo della Cultura è un mondo che di tut-to questo ha piena consapevolezza. L’abbiamo percepito nella tua lettera come nell’incontro svolto da remoto che tu citi, e lo leggiamo nei messaggi che quotidianamente riceviamo da artististi e tecnici del settore: il mondo della Cultura chiede sostegni a situazioni complicate, certo, ma so-prattutto chiede di poter esercitare il proprio ruolo e la propria vocazione da subito, senza aspettare che tutto riprenda come prima dell’inizio della pandemia, consapevole del ruolo che la Cultura stessa può avere nel supe-rare la crisi generata dalla diffusione del Covid-19. E chi oggi amministra la cosa pubblica deve saper mettere a valore tutto questo.

    È vero, come amministratori locali ci siamo ritrovati a dover gestire situazioni complesse, ina-spettate e talvolta drammatiche, che mai avremmo immaginato di dover affrontare in questi termini: dall’e-mergenza sanitaria che la pandemia ha creato alle difficoltà economiche che per le scelte di lockdown si sono generate. Non solo, ma settori fon-damentali in una società, pensiamo alla scuola o ai servizi alla persona e ai più deboli, hanno visto situazioni

    difficili e impegno da parte di tanti per cercare soluzioni a problemi mai affrontati in precedenza. E tuttavia, nelle riflessioni in giunta e nei prov-vedimenti che abbiamo preso per la Città, abbiamo sempre tenuto conto, per le nostre competenze, della valorizzazione culturale di Carpi, anche in questi ultimi mesi complica-tissimi: abbiamo sempre confermato le rassegne culturali programmate (penso ad esempio alla Carpi Estate, organizzata in presenza in poche set-timane), i servizi e gli Istituti cultura-li, compatibilmente con le normative che man mano si sono susseguite, non si sono mai fermati, il settore cultura e promozione del territorio del Comune è rimasto sempre pronto a proporre iniziative a seconda di quanto fosse possibile fare. Non solo, accogliendo riflessioni fatte insieme agli operatori culturali, in questo periodo di secondo lockdown abbia-mo voluto organizzare eventi online, confermando in questa forma le ras-segne delle “Domeniche InCarpi” e recuperando in streaming una parte della Stagione teatrale, oltre che pro-ponendo concerti musicali da remoto che proprio in questi giorni verranno resi noti alla Città. Giustamente tu dici di nominare di più la categoria di chi lavora nel mondo della Cultura, di superare la distanza astratta tipica di questa nostra condizione attuale per costruire un confronto stabile e duraturo e, soprattutto, di ragionare di futuro ora, nonostante le difficoltà che il presente ci impone. E allora sì, incontriamoci ancora, seppur sop-portando ancora una volta una forma da remoto, per continuare a condi-videre un percorso di opportunità e di occasioni culturali per la Città: fin da ora ci diamo appuntamento per una riunione aperta, come quella dello scorso ottobre, che fissiamo per lunedì 11 gennaio 2021, alle ore 18:30. Sarà l’occasione per ritrovarci a sviluppare le riflessioni aperte in questo nostro carteggio, convinti, come sempre siamo stati, che con il confronto si possa valorizzare ancor di più il ruolo fondamentale che la Cultura e la sua promozione hanno sempre avuto nel rendere grande e matura la nostra comunità di carpi-giani”.

    alberto bellelli – Sindaco di carpi, Stefania GaSparini – ViceSindaca di carpi,

    daVide dalle aVe – aSSeSSore di carpi con deleGa alla cultura

    Caro Saltini, condividiamoun percorsoper la Cultura

    Andrea Saltini

    LETTERE

  • 12n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ

    Là dove sorgeva un edificio simbolo di uno degli ultimi sussulti della Carpi baciata dalle fortune del tessile abbigliamento, ora c’è un vuoto che non è solo edilizio, ma che sembra davvero simboleggiare la fine di un’epoca. È il palazzo azzurrino, demolito in queste settimane, che apriva il lato nord del viale Darfo Dallai, a lungo dimora di Walter Ri-ghi, l’imprenditore che con il fratello Vittorio diede vita al marchio By American: un exploit, al quale lavorò, fra il 1979 e il 1982, il designer Olmes Carretti che qui si fece le ossa, prima di conoscere l’altro, strabiliante successo di Best Company.

    Incastonato da anni nel paesaggio urbano al quale conferiva un tocco di eleganza e distinzione e pur essen-dosi conquistato uno spazio preciso nelle abitudini visive dei Carpigiani, il palazzo Righi, passato poi all’at-tuale proprietà Reggiani-Battini, era un falso settecentesco suggerito dal timpano neoclassico che ne sormontava la facciata. Ma che non si trattasse di immobile tutelato lo si desume anche da altri dettagli. Il primo è la definizione di “ristrut-turazione” assegnata all’intervento dallo Sportello unico comunale dell’edilizia, con un significato molto ampio che arriva praticamente a

    comprendere la demolizione e la ricostruzione integrali. Il secondo è un pesante intervento già effettuato sull’edificio anni orsono, che con-sentì l’inserimento di una piscina coperta e la sopraelevazione di un piano, fino ad attirargli la definizione di “condominio palladiano”. Per la ricostruzione, affidata all’architetto Giuseppe Gualdi dello Studio asso-ciato Techne di Carpi, si parla di una villa. molto più bassa del complesso preesistente.

    Per chi non avesse fatto il colle-gamento, e come ricorda il fotografo Luciano Pergreffi che in quei primi anni Ottanta portò diversi marchi carpigiani alla notorietà grazie alla familiarità con prestigiosi gruppi edi-toriali, la felpa By American prodotta di fratelli Righi divenne un indumen-to cult dei cosiddetti “paninari”. Era la moda che si impose, soprattutto fra gli adolescenti, grazie alla segui-tissima trasmissione “Drive In” e che, oltre alla felpa prodotta a Carpi, comprendeva il piumino Moncler, le scarpe Timberland, il giubbotto

    Avirex, i jeans Stone Island, le cinture El Charro, gli occhiali Ray Ban, lo zainetto Invicta... Per dire di quanto il successo di un prodotto sia legato molto più all’alone di significati che gli si costruisce attorno che non alla sua qualità intrinseca. E l’epopea dei “paninari” rappresentava una gioven-tù spensierata e consumistica sullo sfondo della “Milano da bere” che andava in voga. I fratelli Righi diede-ro fondo a quel successo, cercando di replicarlo nelle linee NorthWestern e MaydayMayay rivolta quest’ultima al pubblico femminile, nonché nelle versioni Junior delle prime due e Girl per la terza. Il successo si rivelerà di breve durata, come accade sempre per le mode esplosive, fino a indurre i Righi alla cessione del marchio a un produttore di jeans veneto e poi a riprenderselo per un tentativo di rilancio avvenuto, senza esito, qual-che anno fa, prima della definitiva conversione dei due fratelli al settore immobiliare.

    In fondo, il mattone, a Carpi, è sempre stata l’ultima sicurezza.

    EDILIZIA

    Addio all’ultimosimbolo del successodi By American

    EDILIZIA

    Anche la villa di Enrica “Ninni” Tirelli in attesadi demolizioneUn altro simbolo della Carpi arrem-bante degli anni Sessanta sta per scomparire, e sempre sul viale Darfo Dallai. Si tratta della villa appartenu-ta a Enrica Tirelli, l’indimenticabile, estrosa ed elegantissima “Ninni”, scomparsa nel marzo 2015 e di-scendente da una famiglia di antico lignaggio carpigiano che annovera anche una figura politica, Gasparo

    Tirelli, sindaco nel 1872. Edificata con i criteri tipici di

    quel decennio, senza risparmio di cemento armato, ampie vetrate e con

    una parete di sassi di montagna, la villa verrà completamente demolita e sostituita da altra residenza di mag-gior volumetria.

    La villa da due diverse prospettive

  • 13n. 49 - 30 dicembre 2020SOCIALE

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    Quattordici giorni, dieci punti di raccolta, due famiglie e sedici tra associazioni e parrocchie beneficiarie, centinaia di donatori: risultato, 1.143 pacchi regalo. Sono i numeri – davve-ro sorprendenti, considerato il breve lasso di tempo a disposizione prima dell’inizio delle festività – raggiunti dall’iniziativa denominata “Scatole di Natale”, un progetto che ha preso vita anche a Carpi grazie al passaparola a mezzo social network. L’idea originale appartiene a Marion Pizzato – france-se, residente a Milano – che qualche settimana fa ha creato un volantino stilizzato, semplicissimo, con il dise-gno di una scatola riciclata e il conte-nuto richiesto per poter realizzare un dono solidale: un indumento caldo, un prodotto di bellezza, un alimento goloso, un passatempo e un biglietto gentile di auguri. Destinatario? Un uomo, una donna o un bambino – la scelta a chi fa il regalo – che vivano in una condizione di disagio, aggrava-ta oggi dall’emergenza Coronavirus. Lanciato l’invito su whatsapp alle amiche e creata una pagina facebook, in un batter d’occhio l’iniziativa è diventata virale e, da Milano, si è estesa a tantissime città italiane tra cui, appunto, Carpi. Qui è stata Rosa Scarano (in foto), titolare del Centro

    ESTETICAmente di via Silvio Pellico, a prendere in mano il testimone. «Ho pensato che anche nella nostra città si potesse importare un gesto tanto bello – spiega -. Durante l’anno sono tanti i momenti dedicati alla raccolta di beni di prima necessità, ma un regalo di Natale è qualcosa di specia-le». L’iniziativa si è conclusa venerdì 18 dicembre. Hanno partecipato centinaia di persone e tante scuole, dalle materne alle primarie. «In tutto questo non sono stata sola – continua Rosa -: mi hanno aiutata, mettendosi a disposizione come luoghi di raccol-ta, Alchimia Parrucchiera, pizzeria Il Delfino, Tabaccheria Marchi, King’s Cafè, Cafè Macao, The Sisters abbi-gliamento, Bond Parrucchieri, Fiori & Co. Di Cavezzo, la signora Giulia di San Possidonio. È stata un’esperienza forte e coinvolgente, che a me per prima ha donato tante emozioni e lacrime di gioia». A ricevere i doni, decine di famiglie bisognose, per un totale di 1.143 pacchi così ripartiti:

    a Carpi, 201 doni alla Croce Rossa; 25 al Corpus Domini; 57 ad Agape Mamma Nina; 19 alla Casa della Provvidenza; 120 alla parrocchia di San Bernardino; 40 alla parrocchia di Quartirolo. A questi si aggiungono 186 scatole all’Associazione Quinta Zona di Novi; 32 all’Associazione Il Pane e le Rose di Soliera; 278 distribuite tra Porta Aperta Caritas di Mirandola, di Concordia e di San Possidonio; 45 alla Caritas di Massa Finalese; 31 alla Caritas di Finale Emilia; 40 alla Caritas di Medolla; 35 alla Caritas di San Prospero; 28 alla Caritas di Camposanto. Infine, pacchi regalo anche per una famiglia di quattro persone residente a Cortile e una di due persone a Carpi. Quello di quest’anno sarà un Natale complica-to, ma forse questi doni colorati, scelti e preparati da mani sconosciute ma amorevoli, spesso bambine, contribu-irà a scaldare il cuore quel poco di più che vale così tanto.

    Valeria cammarota

    SOLIDARIETÀ

    Un successo inattesoper le “Scatoledi Natale”

    Rosa Scarano

  • 14n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ

    LIBERO PENSIERO di Adamo Neri

    Saper leggereogni giorno

    i segnidella Speranza

    In questi tempi, Papa Francesco ci dice che “...c’è una lettura della realtà senza speranza”. Non voglio mettermi nell’elenco di chi descrive tutto quello che non va, invece mi sento di dare un segnale di speranza e fiducia e un ringraziamento a Dio per le cose se sono andate bene. In primis, siamo ancora qui e non è poco. David Maria Turoldoscriveva in una poesia: “Ovvero a un albero somiglio, che attende ormai di fiorire. Ma tu, Signore della vita, manda la bufera a coprire il torrente, manda abbondanti piogge, alle mie radici”; e più oltre: “È pur sempre un prodigio sperare”. Una delle questioni centrali per il Cristianesimo nel nostro tempo: la possibilità, in questa stagione, che esista uno spazio credibile per la speranza. Nella Sacra Scrittura si legge: “Va, mangia con gioia il tuo pane, bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere. In ogni tempo le sue vesti siano bianche e il profumo non manchi sul tutto capo. Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della vita fugace” (Qoelet 9,7-9). La fede genera questi appuntamenti di

    luce, questi sapori forti della vita e li dilata oltre il possibile; i cristiani non sono e non devono essere profeti di sventura o fantasmi di terrore contro ogni pur debole episodio di felicità, di beatitudine. Anzi sono invitati della festa, che intraprendono con tenacia la strada dei segni di solidarietà, di comunione, di riconciliazione, di pace, di compassione e di perdono, così prendono vita i luoghi, le parole, i sentieri offerti in dono a tutti perché sia possibile dare sempre più spazio alla vocazione del vivere. Come dice Walter Benjamin ‘“...la speranza è data per chi è senza speranza” e

    come osserva l’evangelista Matteo “vivono senza sospetto” cioè non colgono la drammaticità e la bellezza del tempo che è loro dato. I segni di speranza fanno notizia dopo tanto tempo, invece di saperli vedere ogni giorno. È il Vangelo che ci mette in crisi e, come ci ricorda Papa Francesco, “non confondere crisi con conflitto”: la crisi fa crescere ed è un momento di grazia, il conflitto distrugge. Quindi in cammino nella Chiesa, non in conflitto. Certo il dialogo con Dio, pregare sempre con fiducia, sono la forza del cristiano e i poveri sono il centro di Dio, e come citava il Papa da un vescovo brasilia-no, “...ci si chiede perchè tanti poveri, allora mi dicono comunista”. Ciò vuol dire che la vera novità della venuta di Gesù non sta nella sua forza di trasformazione del mondo, ma nella sua predilezione dei poveri, cioè degli ultimi, dei peccatori, dei pagani, i quali possono sentirsi amati, accolti, salvati a differenza di quanto capita normalmente nella vita e nella storia quotidiana. Le ragioni della speranza ci sono, camminiamo quindi con grande fiducia.

    Era ricoverato da qualche giorno a causa del Covid, don Gian Pio Caleffi, che si è spento al Ramazzini a 86 anni. Era stato per diciannove anni parroco di Rovereto e poi, per un altro lungo periodo, parroco di Fossoli.Il sacerdote era stato colpito dal virus nelle scorse settimane, assieme ad altri sacerdoti, presso la Casa del Clero di Carpi e subito trasferito all’ospedale a causa delle complicanze respiratorie riscontrate.

    LUTTI

    La scomparsa di don Gian Pio Caleffi

    LUTTI

    Con Roberto Gorgò se ne va un altro pioniere

    Don Gian Pio Caleffi era nato a San Giacomo Roncole di Mirandola il 30 marzo 1934 ed era stato ordinato sacerdote il 29 giugno del 1957. Dal 1997 e fino al pensionamento era stato parroco di Fossoli, assistente delle Acli e assistente Unitalsi. Successivamente aveva retto la chiesa dell’Adorazione (il Cristo, come la chiamano i fedeli carpigiani) di via san Bernardino da Siena fino a quando non si sono avviati i lavori di ristrutturazione post sisma dell’edificio sacro. Da poco, per motivi di salute, si era trasferito in Seminario alla Casa del Clero. Fra i messaggi di cordoglio anche quelli dei vescovi Cavina, Tinti e Regattieri.

    Un necrologio fatto affiggere in que-sti giorni dai dipendenti Migor saluta Roberto Gorgò (nella foto), scompar-so a 88 anni. Era figlio di Minervo Gorgò, l’uomo che nel 1931 fondò

    l’azienda, as-segnandole un nome ricavato dall’acrostico del proprio. Roberto Gorgò lo aveva affiancato e poi sostituito alla guida della Migor

    nei primi anni Cinquanta, impri-mendo all’azienda una decisa svolta in direzione della specializzazione in camiceria uomo. Da tempo, alla guida della Migor è subentrata la terza generazione, costituita dai figli di Roberto, Andrea, Fabio, Stefano e Daniele Gorgò, garanzia di continui-tà per quella che resta, a Carpi, forse l’ultima storia aziendale a conduzio-ne famigliare nel settore della moda.

    Don Gian Pio Caleffi

  • 15n. 49 - 30 dicembre 2020RUBRICHE

    MICROMEGA di Giuliano Albarani

    Il mio amico Andrea è quello che in gergo tecnico si definirebbe un riduzionista. Cioè – perdonatemi la semplificazione – uno che quando trova una causa o una variabile che gli sembra molto interes-sante e convincente in quattro e quattr’otto ti comincia a rileggere il mondo (la storia, la natura, ma anche la creazione e la fine dei tempi, mica scher-zi) alla luce di quel fattore lì, che diventa onniesplicativo. Qualche tempo fa aveva preso un drittone per il principio darwiniano della selezione del più adatto e aveva cominciato a interpretare la realtà (dalle bollette degli operatori tele-fonici all’affetto umano per le mamme, passando per i dpcm del governo Conte) sulla scorta di questa pietra filosofale. Sia ben chiaro: Andrea non è mica uno stupido, ed era un godi-mento sentirlo argomentare sul fatto che la longeva carriera televisiva di Barbara d’Urso piuttosto che la prevalenza, su strada, delle automobili di color nero rispondevano (e rispondono) al criterio evoluzionistico della soprav-vivenza del più forte, o comunque di quello meglio attrezzato.

    Da qualche settimana il Nostro ha abbandonato L’origine delle specie e l’evoluzionismo, facendo riposare il povero Darwin (che deve essersi chiesto, nella tomba, il perché di tanti tag provenienti da Carpi), e ha sostituito il dogma della competi-zione ambientale con il primato e la irrinunciabilità del sapere geografico rispetto agli altri. Andrea è fatto così: non è che congeda Darwin per abbracciare Newton o, che so, Eraclito. Un giorno ti spiega il mondo sulla base del principio di indeter-minazione applicato anche al colore dei tuoi calzini, il giorno dopo, come se niente fosse, lo trovi a flirtare con la centralità nella politica, nell’eco-nomia e nella cultura dei suoni e dei grafemi vocalici (“senza un alfabeto con anche le vocali l’uomo sarebbe schiavo degli oranghi e verrebbe ancora cacciato dalle fiere!”, sentito

    io con le mie orecchie).Adesso, come detto, il drittone è

    quello della Geografia, intesa come insieme di conoscenze ma anche come modo di pensare, diciamo così, “spaziale”. Non la tiro per le lunghe: secondo my friend Andrea fino a quando la Geografia è stata un perno della formazione delle giovani generazioni e chi cannava in Geo veniva perculato come e più che per un errore ortografico, il mondo funzionava bene. Oggi, che se vuoi mettere veramente in difficoltà un under 40 medio basta che gli chiedi qual è la capitale della Turchia, tutto a rotoli, dice lui.

    Ora, il fatto che la Geografia sia uscita non solo dall’orizzonte, ma anche dai radar e dai sonar, della formazione di base (in primis nel nostro Paese, dove è stata bastonata prima trasformandola in una maio-nese di antropo-etno-sociologia, poi con la liquidazione concreta di ore/scuola), non è un mistero. E io ringra-zio, ogni giorno che arriva in terra, i miei insegnanti, dalle elementari

    all’università, che mi hanno costret-to, anche con metodi empirici (“cosa c’è qui sotto?”, e la manona calava a martello sulla carta con mezzo

    continente asiatico), a imparare dov’è Terranova e quali sono le regioni d’Italia. Ma perché, più di altre cose, il collasso delle competenze geografiche avrebbe avuto e continuerebbe ad avere impatti negativi e non sopravvalutabili sulle nostre disgrazie?

    Ho posto, per errore, il quesi-to ad Andrea, il quale, con cal-ma (la calma del riduzionista), nel tempo tipico di una marato-na non competitiva (diciamo tre ore, e stiamo stretti) mi ha noti-ficato, in sintesi, che: uno, senza Geografia la gente si scorda la Storia, perché come coordinata mnemonica la linea del tempo è molto fragile (“non a caso degli eventi si dice che hanno avuto luogo, ci hai mai pensato?”); due, senza Geografia non c’è impegno civile (“se mi dicono che i diritti umani vengono

    violati in Cile ma non so dov’è il Cile, con il Cile spariscono anche i diritti umani violati, che rimangono per aria, astratti, di nessuno”); tre, senza Geografia siamo cognitivamente regrediti, di fatto crediamo solo a quello che vediamo, perché il resto avviene in uno spazio indefinito, esterno alla visuale che abbiamo alla mattina quando apriamo la finestra (“e allora è inutile che mi parliate dello scioglimento dei ghiacci artici se io vedo che a casa mia nevica”).

    Ho provato ad obiettare qualcosa. Poi Andrea mi ha steso: “Il virus la Geografia la conosce meglio di noi, che siamo stati qua con l’espressione delle mucche al pascolo, perché ci hanno detto che il focolaio era in Cina, e la Cina, accidenti – abbiamo pensato – non so di preciso dov’è ma mi sa che sia molto lontana!”.

    Ha ragione, ma io non c’entro, non sono così, mi son detto. E a casa, responsabilmente, ho subito pensato di mettere mano al mio vecchio Atlante De Agostini. Chissà dove l’ho messo, però…

    Dov’è la Geografia?

  • 16n. 49 - 30 dicembre 2020RUBRICHE

    L’OPINIONE di Lorenzo Paluan

    Nuovo ospedale: le questioni ancora aperte e quelle mai affrontate

    In tutto il dibattito sulla questione del nuovo ospedale, da parte di ASL e Co-mune, alcuni temi sono stati affrontati fornendo alla cittadinanza informazioni molto vaghe e in qualche caso poco più di mere suggestioni, e con pochi dati di merito. Eccone alcune.

    La questione ambientale: 37 tonnel-late di acqua sono quelle assorbibili ad ogni pioggia da un singolo ettaro di suo-lo. Ogni anno, il sottile strato di humus che ricopre ogni ettaro di terreno agri-colo assorbe 57 tonnellate di carbonio per ettaro (che ovviamente aumenta per suoli coltivati biologicamente o per aree boschive). La capacità di assorbimento di suolo cementificato è semplicemente zero. Non c’è piantumazione straordi-naria di alberi che possa compensare la perdita massiva di capacità di assorbi-mento derivante dalla cementificazione, il contributo in termini di CO2 non as-sorbita e quindi ai mutamenti climatici non è recuperabile. Inoltre impermeabi-lizzare ulteriormente il suolo, significa prestare il fianco ad un’accelerazione delle acque che i nostri canali e fiumi dovranno convogliare, in modo per-manente, proprio ora che il numero di “fenomeni estremi” è in netto aumento. È questo il rischio che siamo disposti ac-collarci sapendo che potremmo evitarlo? Di questi elementi non c’è nessuna trac-cia nelle valutazioni di ASL e Comune.

    La destinazione dell’area attuale: mentre da un lato si dice che sia troppo costoso intervenire demolendo e rico-struendo sulla stessa area (dopo comun-que aver realizzato un nuovo padiglione su parte dell’attuale parcheggio, recu-perandone i posti auto sulla parte rima-nente creando un multipiano), il Sindaco lancia contemporaneamente la “sugge-stione” della possibilità di fare dell’at-tuale area “liberata” il “Central Park” carpigiano. I costi di demolizione sempre quelli sarebbero, quindi non si capisce perché siano inaffrontabili per recupera-re o ricostruire edifici sulla stessa area, ma poi diventino magicamente trascu-rabili se si tratta di demolire per fare il “parco”. In realtà il “desealing” di un’area cementificata da decenni, per consentirle

    di riprendere vita e addirittura diventare parco, è un’operazione incredibilmente costosa, e dal punto di vista ambienta-listico piuttosto azzardata (quel mezzo metro di suolo ricco di humus che dà la vita ai terreni, in condizioni naturali, richiede qualche secolo per costituirsi). Tanto per intendersi, l’amministrazione comunale non è manco ancora riuscita a trovare le risorse la “rinaturalizzazio-ne” del parcheggio di San Rocco, che per altro era inserito in un progetto europeo, figuriamoci di un’area vasta e complessa come sarebbe quella del Ramazzini.

    A proposito di costi, i soldi attual-mente per fare il nuovo ospedale nella campagna a ovest della tangenziale, in realtà non ci sono (siamo a 67 milioni disponibili, rispetto ai molto ottimistici 120 milioni preventivati). A questi an-drebbero poi appunto aggiunti le decine di milioni necessarie per la “rinaturaliz-zazione” dell’attuale area nei sogni fa-cebook del Sindaco, tra un “Buongiorno Carpi” e l’altro

    L’ospedale “interprovinciale”: ASL e amministrazione continuano a di-chiarare che sia necessario un ospedale nuovo vicino alle grandi vie di comunica-zione, per via del fatto che puntano a fare una nuova struttura “interprovinciale”, che genererebbe incredibili aumenti di traffico da fuori comune. Sarebbe però da notare che la capienza del nuovo ospe-dale sarà esattamente uguale a quello dell’attuale e quindi diventa difficile im-maginare un aumento di traffico tale che giustifichi il consumo di 10 ettari di suo-lo, in gran parte per parcheggi e raccordi viari, più che per la struttura in sé. Per inciso, non risulta che nella bassa reggia-na o nei comuni area nord della provincia (Mirandola) si vada a breve a riduzione di servizi ospedalieri o ambulatoriali (che

    anzi l’emergenza COVID dovrebbe averci suggerito di aumentare, a livello terri-toriale) e nel caso sarebbe interessante sapere se le popolazioni locali ne siano state informate.

    Realizzabilità tecnica: deve essere chiaro, una volta per tutte, che le possibi-lità tecniche per avviare una costruzione e una riorganizzazione dell’attuale area ci sono tutte, senza determinare sposta-menti di reparti se non per il trasloco nei nuovi padiglioni una volta costruiti e, co-munque, esistono parecchie esperienze, anche vicino a noi, da Modena a Verona a Montecchio, di opere di adeguamento e ammodernamento fatte su strutture ospedaliere, senza che questo ne inter-rompesse l’attività. Non lo dicono citta-dini sparsi privi di competenze tecniche, ma architetti e ingegneri che queste ope-re le hanno anche progettate e realizzate.

    L’eliporto: invito tutti a guardare nelle pagine della CMB (non esattamente una compagnia di dilettanti) la soluzione realizzata per l’ospedale di Verona (tro-vate l’immagine sul loro sito). Insomma: al di là di come la si pensi, secondo di-verse associazioni e movimenti e qualche centinaio di cittadini che hanno provato ad approfondire il tema negli ultimi mesi, una decisione strategica per l’urbanistica e i servizi sanitari di questa città, che avrà conseguenze perlomeno secolari, non può essere fatta nel chiuso di una com-missione tecnica e di una giunta, avendo come unico “motore” (è il caso di dirlo) l’idea che una struttura ospedaliera deb-ba essere “raggiungibile” dall’autostrada e non dal centro della città che serve (tenuto conto che non stiamo parlando solo di Pronto Soccorso e degenze, ma anche di servizi poliambulatoriali, che verrebbero trasferiti anch’essi a ridosso di Fossoli e dell’autostrada).

    Prima di procedere con atti irrever-sibili, con conseguenze ambientali e finanziarie notevolissime, è necessario aumentare il livello di consapevolezza di tutta la città sulla posta in gioco, anche perché di errori di progettazione in opere pubbliche, costi che si gonfiano a dismi-sura e di aree dismesse rimaste a marcire per anni, non è che a Carpi si sia proprio digiuni.

    Il Sindaco avrà il coraggio di sostene-re un dibattito pubblico su questo tema e non limitarsi, come sempre, alla presen-tazione di decisioni già prese al chiuso di commissioni ristrette?

  • 17n. 49 - 30 dicembre 2020COPERTINA

    di florio maGnanini

    «Rispondi a questa domanda: secon-do te, esiste un cervello, nel virus?», ci chiede a bruciapelo l’Ingegnere. Lui è un tecnico di chiara fama, ma con una capacità di visione che ne ha fatto l’artefice molto richiesto di grandi progetti e di sofisticate architetture tecnico finanziarie per gli investimenti industriali e infrastrutturali, soprattutto di iniziativa pubblica. Più uno scien-ziato con qualche propensione filosofica, dunque, che un tecnico in senso stretto. La prima risposta che verrebbe da dargli rimette in moto tutti i sospetti che hanno ruotato finora intorno alla Cina. E infatti, a considerare che il colosso asiatico, alla fine dei conti, riuscirà a chiudere in positivo, tra l’1,2 e il 2 per cento di crescita del Pil, anche questo disgra-ziato 2020, contro una recessione globale media calcolata dal Fondo monetario internazionale in un meno 2 per cento e un Pil pro capite in discesa in 170 paesi, qualche dubbio potrebbe anche essere giustificato circa una presunta “intelligenza” che abbia magari guidato la pandemia. E c’è chi lo ha anche espresso senza mezzi termini. Né aiutano a dissolve-re l’aura vagamente complottista che circonda il Coronavirus notizie come quella, diffusa in questi giorni, che nei primi cinque mesi della pande-mia sempre in Cina sono state aperte 70 mila aziende produttrici di ma-scherine. Che – sia detto per inciso – per quanto inizialmente snobbate, semplici e perfino rudimentali, a dispetto di tutte le Immuni di questo mondo sono rimaste alla fine lo stru-mento di prevenzione più efficace.

    Ma torniamo al nostro quesito: «No – precisa l’Ingegnere – io al-ludo a un altro tipo di intelligenza. Mi verrebbe da collocarla proprio dentro i famosi droplet, l’alone umido emesso da bocche e nasi all’origine dei contagi, quasi che esista una stra-tegia punitiva del virus nei confronti

    dell’umanità tutta». Fermi tutti, Ingegnere. Qui il

    discorso evoca tutti quei paurosi ondeggiamenti della storia dell’homo sapiens che ogni volta ne hanno rivelato la condizione di specie fra le altre specie, di essere vivente fra gli altri miliardi di esseri viventi che calcano la superficie di questo pianeta dalle risorse limitate. Allude forse a tutti gli eventi sfoltitori della nostra specie che, osservati da molto distante, hanno concorso non poco a sottrarci alla condizione divina, che ci siamo autoattribuita, per essere richiamati piuttosto a quella di animali fra gli altri animali ben più avvezzi di noi alle rasoiate stermi-natrici? Tipo epidemie, appunto, ma anche disastri naturali, per non dire dei massacri procurati da noi stessi con le guerre, le pulizie etniche, le pandemie di tipo finanziario che cambiano la vita a milioni di esseri? «Ecco, vedo che cominciamo ad avvicinarci», sorride l’Ingegnere. Dovremmo allora supporre che esista una regola necessitante alla base della nostra condizione di specie, la stessa che di tanto in tanto intervie-ne a ricordarci che abbiamo superato un limite, che abbiamo esagerato, che dobbiamo ritrovare un equilibrio che abbiamo concorso ad alterare?

    Una riedizione della ybris, della pre-potenza sfrontata che sfida l’universo e che nella tragedia classica gli dei punivano con la nemesi? Molte volte il nostro pensiero, in forma di mitolo-gia o religione o filosofia – la scienza

    no, è molto più prudente – ha dato corpo e ha fantasticato su questa presunta Intelligenza regolatrice e spietata che governerebbe il respiro profondo dell’umanità, ricordandole di essere invadente,

    sregolata o anche semplicemente troppa.

    Ecco, ma a vederla galleggiare in forma di Covid dentro quelle famose goccioline che hanno seminato il contagio nel mondo, uno si chiede: che cosa avremmo infranto, noi, uomini del XXI secolo? Di quale planetaria o metafisica rottura di equilibri ci saremmo resi colpevoli?

    A pensarci bene, non dovrebbe essere difficile trovare la risposta che cerca l’Ingegnere. Una risposta che sta in quel nostro essere la specie, per dirla con Noah Harari, che più ha distrutto, sterminato, desertificato, in una parola “consumato” per se stessa, dimentica di tutto il resto. Si creda oppure no, a questa fantasti-cheria un tantino animistica delle goccioline con il cervello, è a partire da questa consapevolezza che potre-mo uscirne diversi e migliori.

    E se il Covid-19contenesse un cervello?

    Dialogo con un Ingegnere sulla strategia punitiva del

    virus verso la specie umana

    RINGRAZIAMENTO

    Maura Lugli, già ricoverata dal 6 al 22 dicembre scorsi al Ramazzini, intende esprimere tutta la propria gratitudine al personale medico e infermieristico dei reparti di Medicina d’Urgenza, Medicina Prima e Cardiologia per il calore umano dal quale si è sentita circondata e per la competenza e la professionalità di cui le hanno dato prova.

    Carpi 30 dicembre 2020

  • 18n. 49 - 30 dicembre 2020AMBIENTE

    Articoli tessili per la casa e l’abbi-gliamento realizzati solo con materie prime naturali, pratici e che non hanno bisogno di essere stirati; capi prodotti con tessuti tecnici sosteni-bili o con materiali completamente riciclati; riconversioni di imprese per la produzione di mascherine e di dispositivi di protezione individuale. Ma anche iniziative di promozione della salute e del benessere, strumen-ti di welfare aziendale e laboratori territoriali.

    Sono alcuni dei progetti presenta-ti da aziende, cooperative, enti locali, scuole del territorio di Carpi e dintor-ni nell’ambito del premio Innovatori Responsabili, promosso dalla Re-gione Emilia Romagna e giunto alla sua sesta edizione. Soggetti pubblici e privati uniti dall’impegno per un futuro sostenibile, alla ricerca di soluzioni per rispondere alla sfida dei 17 obiettivi globali indicati dall’Onu con l’Agenda 2030. Sono 38 i progetti premiati, scelti tra le 145 candidature

    giunte quest’anno da tutta la regione per le 7 categorie previste dal premio: imprese fino a 20 dipendenti, imprese fino a 250 dipendenti, imprese oltre 250 dipendenti, cooperative sociali, liberi professionisti, associazioni, scuole e università.

    Sale a 360 il numero degli “inno-vatori responsabili”. Tra questi, 67 nella provincia di Modena e diversi da Carpi e dall’Unione delle Terre d’Argine: Bergianti&Pagliani (La Fabbrica del Lino), Chimar, Comune di Carpi, Crea-Sì di Carpi, Didasko cooperativa sociale, Donne da Sogno, Liceo scientifico Fanti, Nazareno Work cooperativa sociale, Porrini (Campogalliano), Staff Jersey, TecEu-rolab (Campogalliano).

    Cresce la sensibilità e l’investi-mento delle imprese per ridurre gli impatti ambientali, ma anche per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori attraverso strumenti di welfare aziendale e progetti per favorire la conciliazione

    Gli Innovatori Responsabili di Carpi e dintorni

    Le aziende che hanno partecipato al Premio

    promosso dalla Regione

    vita-lavoro.Oltre il 60 per cento dei parte-

    cipanti ha segnalato iniziative per rispondere alle emergenze determi-nate dalla pandemia: dalla ricon-versione produttiva per assicurare dispositivi di protezione a interventi per la sicurezza dei lavoratori, fino all’attivazione di nuovi servizi per rispondere alle esigenze dell’utenza più fragile e ai problemi generati dalla chiusura delle scuole.

    La cerimonia di premiazione del-la sesta edizione del prestigioso riconoscimento è stata presentata nei giorni scorsi in diretta streaming con la partecipazione dell’assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy, Lavoro, Formazio-ne, Vincenzo Colla, del presidente della Commissione Pari opportuni-tà, Federico Alessandro Amico, del direttore generale Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa ideatrice del Premio, Morena Diazzi.

    claudia roSini

  • 19n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    Di solito è la fiera che chiude la “triade” di Pitti Immagine e invece quest’anno la aprirà. Stiamo parlando di Pitti Filati, il salone dedicato alle eccellenze della filatura internazionale che si svolgerà dall’8 al 10 febbraio negli spazi espositivi della Stazione Leopolda di Firenze. Cambio di date e di location quindi per la fiera che fino a qualche settimana fa era stato annunciato si sarebbe svolta dal 21 al 23 febbraio insieme all’Uomo e al Bimbo alla Fortezza da Basso. Nei giorni scorsi invece l’organizzazione ha deciso di anticipare di dieci giorni la rassegna rispetto ai primi saloni di prodotto finito, presentando le collezioni primavera-estate 2022 di filati e accessori per la maglieria. Una decisione presa di comune accordo con gli operatori del settore, come ha dichiarato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. “Questa è una stagione extra-ordinaria sotto molti evidenti aspetti e il nostro dovere è cercare le migliori soluzioni per i nostri espositori in funzione della continua evoluzione della situazione generale. Per questo non abbiamo mai smesso di interrogarci insieme ai filatori, anche dopo che ci eravamo consapevolmente indirizzati verso una data unica per i tre saloni invernali – ha detto il manager –. E le valutazioni sulle tempistiche e sulle modalità di presentazione delle collezioni che sono emerse via via in questo quasi quotidiano confronto, ci hanno indotto a trovare, insieme al Comitato Tecnico, una nuova collocazione autonoma per Pitti Filati. Non è solo una questione di date: abbiamo pensato anche al formato, al messaggio che volevamo dare al mercato”.

    L’88esima edizione di Pitti Filati si svolgerà in una Stazione Leopolda ricca di elementi scenografici ed emozionali che si integreranno con stand preallestiti e studiati

    per rispettare le nuove regole di sicurezza a tutela della salute di espositori e visitatori. All’interno della Stazione Leopolda anche lo Spazio Ricerca avrà una collocazione speciale; questa sezione si presenterà infatti in una doppia dimensione, fisica e virtuale. La piattaforma digitale Pitti Connect, infine,

    FIERE

    Pitti Filati anticipa le date e cambia location

    affiancherà e integrerà l’edizione fisica di Pitti Filati.

    “Il nuovo posizionamento di Pitti Immagine Filati – ha commentato Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine – vuole sottolineare la forte identità di un salone che a ogni edizione si contraddistingue per qualità, innovazione e capacità di dare input decisivi a tutta la filiera del tessile. Siamo convinti che in quel momento ci saranno buoni margini di portafoglio per i buyer. Sono le stesse aziende ad averci rassicurato in tal senso, così come hanno raccolto subito con grande interesse l’idea di spostarsi alla Stazione Leopolda”.

    claudia roSini

    La stazione della Leopolda. Sotto, alcune immahini di una precedente edizione

  • 20n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    (dal nostro corrispondente) Nei giorni scorsi, la Commissione a europea, ha confermato sino al pros-simo 31 luglio 2021 le sanzioni nei confronti della Russia. Secondo dati della Presidenza della Camera di Commercio e Industria di Düsseld-orf, dal luglio 2014 queste sanzioni sono costate all’Europa 21 miliardi all’ anno. Da un lato abbiamo la necessità in un momento pandemi-co europeo e mondiale di rilanciare l’economia che costringe l’Unione Europea a promulgare il New Gene-ration EU, il Sure, eccetera; dall’al-tro, per seguire linee di oltreoceano, si confermano le sanzioni che per le industrie europee sono illogiche come più volte sottolineato. Questo comporta che la Russia continui nella sua politica di produzione interna, malgrado notevoli difficol-tà, mentre alle piccole aziende non rimane che trovare con importanti investimenti (per chi se lo può

    permettere) mercati nuovi o finire in mano ai grandi gruppi di vendita online che dettano le condizioni alle aziende stesse.

    Il mercato russo, a differenza di altri mercati è rimasto aperto senza ulteriori lockdown, anche se alcune criticità ci sono state, come il calo di alcuni consumi tipo abbigliamento o auto, mentre sempre buona è la si-tuazione dell›agro alimentare, dove però, ci sono le ovvie controsanzio-ni, sempre a discapito dell’Europa e in particolare, per questo ambito specifico, dell’Italia. Oltre a questo,

    la Ue sta applicando sanzioni anche alla Bielorussia mentre contro l’Ucraina non viene mossa foglia.

    Malgrado il cambio notevolmen-te sfavorevole, la “vita” è proseguita, e con l’arrivo della vaccinazione dal 4 dicembre, da gennaio 2021 potrà migliorare. Si confida anche nella riapertura delle frontiere, perché la presenza degli imprenditori sul luogo di vendita o di contratto è im-portante, salvo ovviamente coloro che si sono preparati da tempo con uffici propri, in loco.

    Gian luca nicolini

    MERCATI

    Che cosa si perde l’Europa continuando con le sanzionicontro la Russia

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  • 21n. 49 - 30 dicembre 2020ECONOMIA

    «La progettazione, nelle aziende che realizzano grandi opere pubbliche, industriali e infrastrutturali, soffre degli stessi limiti della medicina: tan-ti super specialisti, mentre difettano i dottori». Come dire, tecnici molto preparati nel dettaglio, ma privi di una visione generale e organica. E’ la lacuna che Gian Carlo Spaggiari si è proposto di colmare con il suo “Manuale di Investment Analysis”, sottotitolo “L’analisi costi-benefici per una progettazione consapevole degli investimenti pubblici” (124 pa-gine, distribuzione a richiesta) edito in questi giorni da Aimag. Ingegnere libero professionista, specialista di valutazione in ambiti che spaziano dalle opere di urbanizzazione alle infrastrutture idriche ed energetiche, passando per le reti di distribuzione e l’immobiliare non residenziale, Spaggiari è stato docente di Va-lutazione economica dei Progetti prima alla Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara e poi alla facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” di UniMoRe. «In quanto componente dell’Aiv, l’Associazione italiana di Valutazione e con una notevole esperienza di insegnamento in questi ambiti – spiega – in questo Manuale, indirizzato alle strutture aziendali che si occupano della progettazione e della programmazione di opere pubbliche per l’erogazione di ser-vizi affidati a società pubbliche, ho raccolto i materiali di un corso di formazione che, con notevole lungi-miranza, Aimag ha voluto che tenessi nel novembre scorso ai suoi tecnici addetti alla progettazione. Oggetto della mia critica – aggiunge – non sono i progettisti in quanto tali, ma chi non spiega ai vari stakeholder, cioè a tutti i soggetti interessati a un determinato progetto, quale sia la sua ispirazione, perché si sia fatta una determinata scelta piuttosto che

    un’altra. Ogni progetto comporta infatti misurarsi con il futuro e non è deterministico, chiuso cioè in un rapporto preciso di causa-effetto, ma solo probabilistico».

    Occorre prenderci, insomma: e la valutazione, l’Investment Analysis che dà il titolo al Manuale, deve con-tenere quella componente di visione che serve a valutare, di un investi-mento, tutte le implicazioni, tecniche e finanziarie, ma anche di ricaduta sociale e coinvolgimento che possono aiutare il decisore politico. Verrebbe da pensare al grande investimento sulla nuova adduttrice dell’acque-dotto di Carpi, per chiedersi: la scelta della ghisa, per la tubazione, materiale più costoso perché più durevole e garantito per almeno una settantina d’anni, avrà tenuto conto

    di quali saranno i consumi effettivi di acqua a Carpi fra un settantennio? E poiché all’origine di quell’opera ci fu la questione delle fibre di amianto nell’acqua, la comunità è stata davve-ro coinvolta nella scelta adottata?

    Nella sua Prefazione al Manuale, Spaggiari sottolinea quanto l’In-vestment Analysis, pratica operativa diffusa nella seconda metà dell’Otto-cento solo fra le grandi società capi-talistiche in gara per la concessione delle ferrovie, abbia faticato a trovare spazio come materia di insegnamen-to universitario. Incontrando peral-tro un grande favore fra gli studenti di Ingegneria e Architettura, per niente paragonabile con la freddezza dimostrata invece negli studi pro-gettuali delle grandi aziende, dove, scrive Spaggiari, “...ci si trova di fronte a un’avversione pregiudiziale ad affrontare la materia da parte di progettisti, laureati o diplomati, che ritengono il loro compito dentro l’a-zienda esaurito nell’apporto tecnico classico del calcolo prestazionale e di dimensionamento di oggetti (opere) la cui esecuzione viene decisa in altre sedi, piuttosto che nello sforzo di contribuire a risolvere problemi complessi e progettare risposte per le domande che vengono dal territorio”. Nell’ultimo ventennio, poi, l’Ia ha conseguito una importante colloca-zione istituzionale grazie alla sempre maggiore attenzione del legislatore. Ed è diventata anche argomento di ampi dibattiti nell’opinione pubblica, con le contrapposte analisi condotte per la linea ferroviaria Torino Lione ad Alta capacità.

    LIBRI

    L’analisi degli investimentinel Manualedi Spaggiari

    Gian Carlo SpaggiariIn alto, la copertina del manuale

  • 22n. 49 - 30 dicembre 2020CULTURA

    Aveva quasi dimenticato di essersi iscritto, a inizio anno, al Concorso Nazionale “Premio Fabrizio De Andrè”. E quasi ce la faceva il musici-sta carpigiano Nicholas Merzi, dopo la mail che gli aveva comunicato l’ingresso nel gruppo dei trenta musicisti, fra i mille partecipanti, selezionati per le finali, con i brani “Falò” e “Canzone malinconica” del suo ultimo album “Metti le scarpe al tuo cane” uscito lo scorso mese di gennaio, prodotto in collaborazione con Mirco Limoni e inciso con il suo gruppo “Extrass”. Non è entrato nella successiva selezione operata dalla giuria composta da scrittori, gior-nalisti, critici musicali e presieduta da Dori Ghezzi che con il prestigoso premio intitolato a De Andrè punta a favorire la creazione di nuove e originali produzioni di musicisti e cantautori esordienti, capaci di autonoma creatività musicale ed estranei alle mode.

    Poco male. Quel che più conta è che proprio sia lo stile che contrad-distingue Nicholas (classe 1985), ap-passionatosi alla musica da quando aveva undici anni grazie a un vicino

    di casa chitarrista e che ha fatto poi della musica un lavoro.

    Parte come chitarrista suonando canzoni di altri autori insieme al bat-terista Emanuele Stassi e al bassista Igor Napolitano e si crea così la band “Extrass”. Nel 2013 inizia a cantare e a scrivere brani che vengono raccolti e pubblicati nel 2015 con il loro primo album dal titolo “Qualche Traccia”.

    In tutti questi anni tanti sono i concerti renuti sia in Italia che all’e-stero, da Bucarest a Zurigo e all’Isola di Tenerife tanto che Merzi non ha dubbi quando afferma, «...quando ti giri e vedi i tuoi compagni di viaggio ti senti sempre a casa, sia che tu sia in una sagra che in un grande teatro. Per me è fondamentale la condivi-sione, suonare insieme e muovermi sempre con loro».

    PERSONE

    Da candidato al premio De Andrèal Capodanno del Comunale

    Singolarmente invece è insegnan-te di chitarra nella scuola di musica “Eden Music School” dell’Oratorio Eden e nei corsi di strumento e di musica presso l’Istituto Sacro Cuore di Carpi oltre ad essere testimonial, insieme a Marco Ligabue, dell’As-sociazione “Buona Nascita Odv” di Carpi per la quale, nel 2019, ha tenuto un concerto di raccolta fondi in Benin insieme a Ligabue e all’artista africano Dibidobo.

    Poi, in quest’anno difficile la gioia di diventare papà e la gioia di entrare nella prima selezione del “Premio Fabrizio De Andrè”. «Tu scrivi can-zoni, butti cose di te, non sai se agli altri possano piacere o no e arrivare a questo punto fa veramente piacere» sostiene Nicholas.

    Nel frattempo sarà possibile vedere e ascoltare la band “Extrass” nella rassegna promossa dal Comune di Carpi “Streaming in the Night” dal 30 dicembre al 6 gennaio con il concerto “Songs of Freedom” ovvero “Canzoni di libertà” come segno di buon auspicio a tutti per l’anno che verrà.

    maGda Gilioli

    I gruppi che si sono esibiti in Teatro. Nelle altre immagini, Nicholas Merzie la copertina del suo cd “Qualche traccia” uscito nel 2015

  • 23n. 49 - 30 dicembre 2020ATTUALITÀ

    È una bella notizia, eppure gli abi-tanti di Fossoli gioiscono solo a metà. Forse anche meno. Classe 1953, con le forbici in mano fin da quando aveva 15 anni, il barbiere della frazione, Claudio Scacchetti, andrà in pen-sione giovedì 31 gennaio. Alle 16.30 la serranda si abbasserà non solo su un’attività commerciale aperta dal 1968, ma soprattutto su un luogo che è stato punto di riferimento per centinaia di persone che ancora, ogni giorno, non mancano di fermarsi principalmente per una chiacchiera e una risata, prima ancora che per un taglio di barba e capelli. “Amico di una vita”, “il numero uno dei barbieri” il signor Scacchetti; “un pensatoio”, “un salotto per chiacchie-re mascherato da barberia” il negozio di via Martinelli.

    Sono solo alcuni dei commenti che fioccano sul web da quando uno degli amici di Claudio ha pubblicato la notizia: nell’augurargli la meritata pensione, sono tante le persone che hanno per il professionista parole di affetto sincero. Tra loro, anche il pri-mo cittadino. «Claudio è non soltan-to un artigiano che ha sempre fatto il proprio mestiere, ma un punto di riferimento per Fossoli – afferma Alberto Bellelli -. È stata una bellis-sima abitudine in questi anni, anche per l’amicizia e la stima che ci lega, andare a farmi la barba da lui, in campagna elettorale. E non sempli-cemente per il gesto di farsi la barba, ma per la possibilità di incrociare un pezzo di vita di una frazione sempre molto viva. Il suo è un ritrovo per parlare, per intrattenersi in discus-sioni politiche, spesso e volentieri: un posto ricco di quelle relazioni umane che sono tipiche e caratterizzano la bellezza del vivere a Fossoli». In questi 52 anni, non si contano le persone passate per le abili mani di Claudio Scacchetti. Per loro, mai null’altro che sorrisi. «Non sarà facile – spiega commosso Marco Reggiani, segretario del Pd carpigiano, ma

    Quel barbiere custodedell’anima di Fossoli

    Claudio Scacchetti lascia dopo 52 anni il negozio

    riferimento della frazione

    soprattutto abitante della frazione -: per molti di noi quel negozio è il ritrovo fisso prima o dopo il lavoro, il momento più bello della giornata. Mi mancherà, si rideva, si ride ancora… ma per pochi giorni».

    Quanto al protagonista, quando lo chiamiamo al telefono per una dichiarazione “ufficiale” lo interrom-piamo mentre ancora una volta ha un cliente con i capelli bagnati che ha bi-sogno di lui. Viene da pensare che sia

    un bene averlo trovato affaccendato: diversamente, 52 anni di così tanta vita passata davanti a occhi e mani sarebbero stati difficili da raccontare senza turbamento. «Ringrazio la clientela che in questi anni mi ha supportato – tiene a sottolineare per prima cosa -. Se ho sbagliato qualche taglio di capelli poco importa, si sarà rimediato, l’importante è che io non abbia sbagliato come persona».

    Valeria cammarota

    Barba e capelli al sindaco Alberto Bellelli e all’ex primo cittadino, Enrico Campedelli

  • 24n. 49 - 30 dicembre 2020SPORT

    Lo avevamo anticipato lo scorso 18 dicembre, adesso arriva anche un primo passo formale: sul suo nuovo sito internet, il Carpi FC ufficializza l’ingresso di Alessandro Forlenza nel Cda del club biancorosso. Come indicato dalla società di via Abetone, Forlenza ha per ora assunto il ruolo di “Consigliere non esecutivo”, ma è solo questione di tempo affinchè si verifichi il suo ingresso ufficiale nel capitale sociale. Il prossimo nuovo socio biancorosso è il proprietario di Engel Italia Srl, società di Salerno che si occupa di assistenza sociale e gestione di centri di accoglienza per migranti. Le quote probabili oggetto di un passaggio di proprietà sono quelle ancora in capo all’ex presi-dente Simone Morelli (9 per cento) e alla holding Campoleone (20 per cento).

    In attesa dei passaggi delle quote, o di un aumento di capitale, il nuovo Cda del Carpi è così composto: Presidente Matteo Mantovani, Vicepresidente Federico Marcellu-si, Consiglieri Marcello Fantuzzi, Eugenio Pozzi, Giovanni Ghersina, Consigliere non esecutivo Alessan-dro Forlenza. Mantovani e Fantuzzi sono come noto i soci carpigiani di Ncs, mentre Pozzi e Ghersina sono consiglieri in quota Vft, l’azienda del vicepresidente Marcellusi che dun-que detiene la maggioranza del Cda.

    Sempre dall’organigramma pubblicato dal Carpi sul proprio sito internet, emerge un’altra novità: David Di Michele. Solo omonimo dell’ex bomber di Reggina e Lecce (tra le altre), Di Michele ha assunto il ruolo di Responsabile Commerciale Area Partners, posizione che aveva già ricoperto a Pordenone, Mestre e Verona femminile. Il nuovo dirigente biancorosso è per altro dal 2018 il Vicepresidente della Provincia di Verona e già in passatto è stato Assessore al Commercio del Comune di Lavagno, sempre nel veronese.

    enrico ronchetti

    Alessandro Forlenza nuovo socio del Carpi

    CALCIO - Il vicepresidente della Provincia di Verona David Di Michele è il nuovo Responsabile Commerciale

    Sopra, da sinistra, Alessandro Forlenza con Federico Marcellusi (ph. Facebook Carpi). A lato, David Di Michele

  • 25n. 49 - 30 dicembre 2020SPORT

    Tempo di pagelle di metà stagione per il Carpi, prossimo al giro di boa del suo campionato. Analizziamo l’andamento fino a questo momento dei biancorossi attraverso il Premio Bruno Cucconi, il nostro pagellone che ogni anno incorona il miglior giocatore del Carpi in base alle pagel-le settimanali di Voce, dei quotidiani locali e dei tifosi.

    Eccoli, in ordine di media-voto:Minel Sabotic (media voto 6,374; 14 presenze): Con la fascia da capitano cucita al braccio trova continuità, concentrazione, senso dell’anticipo e tutto il bagaglio del buon centraleAndrea Rossini (6,364; 13): Ha atteso per tanto tempo in panchina e ora, a 30 anni suonati, non vuole farsi sfuggire l’occasione. Mister Pochesci lo chiama San Rossini in più di una occasione: miracoli non sappiamo, ma punti ne ha portatiRomeo Giovannini (6,353; 15): Rapido, veloce, imprevedibile. Spesso lo si ferma solo con le cattive. Ricorda un’altra ‘Pulce’ biancorossa: il fosso-lese Amleto Frignani. A soli 19 anni è un paragone ingombrante, ma il futuro è suo.Andrea Ghion (6,322; 12): Classe, visione di gioco, intuito. Mister Pochesci ha impiegato cinque minuti a inquadrarlo e ad affidargli le sorti del centrocampoMichael Venturi (6,281; 15): Il pas-saggio dal centrocampo alla difesa lo trasforma in insostituibile. Interpre-ta il ruolo a testa alta con sicurezza e senso della posizioneFabio Varoli (6,138; 10): Titolare ad inizio stagione, cede il posto all’espe-rienza di Gozzi nonostante prestazio-ni sempre all’altezza. Ora è la prima riserva, ma domani chissàLamine Fofana (6,129; 14): A lui toc-ca soprattutto il lavoro sporco e lo fa tal