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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO Periodico semestrale dell’AIL Treviso - Anno XVIII - n. 1 (Marzo 2011) Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TV In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa QUEI QUATTRO CALCI DATI COL CUORE QUEI QUATTRO CALCI DATI COL CUORE NELLA PARTITA PIÙ PAZZA NELLA PARTITA PIÙ PAZZA DEL MONDO DEL MONDO STADIO TENNI STADIO TENNI

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Rivista dell'AIL sezione Provinciale di Treviso

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO

Periodico semestrale dell’AIL Treviso - Anno XVIII - n. 1 (Marzo 2011)Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TVIn caso di mancato recapito restituire all’uffi cio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa

QUEI QUATTRO CALCI DATI COL CUOREQUEI QUATTRO CALCI DATI COL CUORE NELLA PARTITA PIÙ PAZZA NELLA PARTITA PIÙ PAZZA DEL MONDO DEL MONDO

STADIO TENNISTADIO TENNI

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SOMMARIO

AIL NOTIZIE - Periodico dell’Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - Sezione Provinciale di Treviso (Iscritto al n. 923 del registro

stampa del Tribunale di Treviso il 4 febbraio 1994). Presidente Mariotto Pelos Teresa - sede operativa: via Zoppè, 37 - 31020 S. Fior (TV)

Tel. e Fax 0438/777415 - per la corrispondenza AIL Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - C.P. 45 - S. Fior (TV) - Direttore responsa-

bile Giovanni Dan - Redazione e impaginazione a cura di Gianfranco Dal Mas - Stampa: GRAFICHE BERNARDI s.r.l. - Pieve di Soligo (Tv)

Per eventuali donazioni a favore dell’AIL Treviso:

IBAN: IT 83 E 03599 01800 000000132038

CODICE ENTE ZZ132038

www.ailtreviso.it [email protected] [email protected]

25 anni… ed assieme abbiamo fatto grandi cose (Teresa Pelos) ................................................................................. 3

Al Tenni di Treviso la partita più pazza del mondo ................................................................................................................ 4

Anch’io ho sognato un mondo senza cancro (Manuela Venerandi) ......................................................................... 8

La Banca di Monastier e del Sile sostiene l’AIL .......................................................................................................................... 10

È sempre Marcia lungo il Codolo (Valentino Della Coletta) ........................................................................................... 11

Il Col di Lana, un concerto per l’AIL che si ripete da 25 Natali ..................................................................................... 12

A Fregona un originale concerto nel ricordo di chi ci ha lasciato ............................................................................. 14

Applausi a scena aperta per un’operetta dedicato all’AIL ................................................................................................ 16

L’autunno del Gruppo AIL Montebelluna ...................................................................................................................................... 18

Quella stella testimone di amore e solidarietà (Gruppo AIL Villorba) ................................................................... 19

Il ricordo di chi ci ha lasciato .................................................................................................................................................................... 20

Aria di primavera (Augusto Bellè) ......................................................................................................................................................... 23

In copertina: istantanee dal Tenni dell’incontro Grande Fratello Team - Mediaset Stars

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Tante sono state le persone che hanno sostenuto l’AIL nel corso dell’anno appena trascorso. Grazie a tutti voi se anche

nel 2011 potremo sostenere l’Ematologia trevigiana diretta dal Prof. Filippo Gherlinzoni, i progetti di ricerca, la Clinica

oncopediatrica di Padova diretta dal Prof. Modesto Carli, l’assistenza domiciliare, servizio fortemente voluto e sostenuto

economicamente dalla nostra associazione, tanto preziosa per molte persone.

Quest’anno ricorre il 25° anno di fondazione dell’AIL Treviso e possiamo essere veramente orgogliosi dei risultati via

via ottenuti. Confi diamo sempre nel vostro aiuto, tanto prezioso per proseguire in questa avventura e per raggiungere

obiettivi sempre più ambiziosi.

Grazie di cuore

Teresa Pelos

25 anni…… e insieme

abbiamo fatto grandi cose

Altro motivo per essere orgogliosa sono le mie nipotine Diletta e Mariasofi a

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Il fascino del tango. Domenica 14 novembre, Stadio comunale di Treviso. Ma cosa ci faccio io qui al Tenni a vedere la partita del Gran-de Fratello, io che non ne ho mai visto una puntata e praticamente nemmeno so cosa sia? Ma quando hai due fi glie che vanno d’amore e d’accordo con la madre e che ti “obbligano” a portarle a manife-stazioni del genere…. Appena entrato, volumi infernali che fuoriescono da imponenti cas-se acustiche mettono a dura pro-va tutto il mio sistema sensitivo; le persone che già occupano gli spalti mi sembrano invece sopportare bene il tutto, anzi attorno a me vedo gente felice: per la verità scopro via via che si tratta di ragazze e signore, tante mamme, uomini pochi… Per accontentare le mie donne oggi devo rinunciare al Gran Premio di Formula 1 di Dubai, che dovrebbe con-sacrare la Ferrari campione del mondo, ed al turno di campionato, che prevede partite interessanti. Mentre loro (madre e fi glie) già sprizzano di felicità nel vedere i giocatori che si stanno riscaldando in campo, io mi isolo nei miei pensieri, accendo furtivamente una microsco-pica radiolina per sapere almeno come è andata la par-

tenza di Alonso. Mi mandano una occhiataccia di disap-provazione… non si accontentano di avermi rovinata la domenica, le ragazze, pretenderebbero anche di vedermi partecipare con tutto me stesso. Ma ecco che la mia attenzione è catturata da una schiera di ragazzi che stanno disegnando stupende coreografi e sul campo, ora trasformato in una immensa pedana da ballo. Si tratta di una scuola di danza, senz’altro se l’è portata qui la signora Pelos, i cui intrallazzi, lo sappiamo tutti, non hanno confi ni.

LA PARTITA PIÙ PAZZA DEL MONDOLA PARTITA PIÙ PAZZA DEL MONDOOVVEROOVVEROQUEI QUATTRO CALCI DATI COL CUOREQUEI QUATTRO CALCI DATI COL CUOREGRANDE FRATELLO TEAM E MEDIASET STARS AL TENNI DI TREVISO PER SOSTENERE LA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Ballare in libertà

La presentazione delle squadre. Sugli spalti i supporters del prof. Gherlinzoni

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I loro movimenti sono regolati da quella stes-sa musica che prima per me era fastidioso fracasso, movimenti che rivelano leggerez-za, equilibrio, energia, che sembrano liberare festosità e voglia di vi-vere. Spesso il gruppo si disgrega, come se ogni elemento voles-se vivere l’armonia in libertà, ma presto il caos si ricompone

dando prova di una coordinazione frutto di chissà quan-to lavoro. Contemporaneamente, su una pedana posta a centro campo, si esibisce in uno sfrenato tango argentino una coppia di ballerini: braccia al collo ed alla vita, mes-saggi forti veicolati da quella musica che sembra entrare nelle loro vene e diffondersi dalla testa ai piedi attraverso i movimenti delle spalle, stretti dalla cintola in su, le gam-be libere. La camminata, l’abbraccio, una interpretazio-ne raffi nata, elegante, appassionata, magica. Sapevo che il tango è l’essenza dell’anima del popolo argentino, ora scopro che è il ballo più sensuale del mondo. Ed intanto la mia curiosità è diventata emozione.

Poi la scuola di danza abbandona il prato erboso per lasciare la platea alle squadre che già stanno entrando in campo. Peccato, non avrei mai fi nito di godermeli: quello spettacolo valeva da solo il costo del biglietto.

Una vita da media-no. Le due contenden-ti vengono presentate da uno speaker che a malapena riesce a far-si sentire nel frastuono assordante della musi-ca che accompagnerà tutta la manifestazione; scopro che si stanno sfi dando le squadre Grande Fratello Team e Mediaset Stars. La partita decreterà chi delle due incontrerà

poi la Nazionale Cantanti allo Stadio Flaminio di Roma in diretta televisiva su Canale 5, per l’assegnazione della Mediafriends Cup. Ma la cosa più importante è che il ricavato andrà a favore dell’AIL Treviso e dei progetti di ematologia e oncologia pediatrica. Vengono annunciati nomi che scatenano l’entusiasmo dei ragazzini sugli spalti, ma che a me dicono poco, anche se qualcuno non mi è nuovo, come Moreno Morello, Jimmy Ghione, Max Laudadio, Capitan Ventosa.Io, malato di calcio, oggi devo rinunciare al campionato e vedere invece 22 tizi, che fanno tutt’altro mestiere, cor-rere dietro ad un pallone. Mi isolo di nuovo con la mia radio-lina, la Ferrari va male e nei campi di serie A non si segna. Ahi…Ma che ci fa il dot-tor Gherlinzoni in mezzo al campo con la maglietta delle Juve targata Del Piero? Non immaginavo che fosse di fede ju-ventina e, soprattutto, che non perdesse occasione per rivendicarla.In realtà, il buon Filippo ha il compito di dare il calcio d’inizio alla gara. Pressato dallo speaker, il nostro prima-

Gherlinzoni testimonial della Juventus

La nostra presidente con Melita Toniolo, madrina della manifestazione

C’erano anche quelli dello Juve club di Negrisia

rio confessa di vantare un passato calcistico di un certo

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rilievo, avendo militato, anni fa, come trequartista in una squadra di 3. Categoria della periferia bolognese. E poco ci manca, allora, che nel campo e negli spalti echeggino le note di “una vita da mediano” di Ligabue, intonate dallo speaker…In tribuna compare lo striscione “ok dottor Gherlinzoni” che certo non si riferisce alle sue performance calcisti-che, ma nasce dalla simpatia di chi frequenta l’Ematologia del Ca’ Foncello.

Nella gabbia del quarto uomo. Già durante la pre-sentazione delle squadre, i giocatori si mettono a ballare tra di loro, provocati dai ritmi della musica che pervade il Tenni, una cosa mai vista in una partita di calcio. Ma di cose mai viste qui ne succedono parecchie: c’è uno spe-aker che commenta le azioni e che ogni tanto vorrebbe anche intervistare l’arbitro (alla fi ne lo intervisterà davve-ro); ci sono sì arbitro e guardialinee, ma manca il quarto uomo, perché nella gabbia del quarto uomo è rintanata colei che ha messo in campo tutto questo pandemonio, ovvero la signora Pelos. Perfi no i raccattapalle non sono

del tutto a posto, perché si mettono a giocare una par-tita tra di loro dietro la porta, sicché tocca ai portieri raccattare i palloni. Si formano dei capannelli improvvisi di giocatori che ballano al ritmo della musica che mai si è interrotta, incuranti del gioco, salvo poi mettersi a rin-correre il pallone.E poi via col pallone, una volta conquistato, per goderselo tra i piedi con ingenuo egoismo e coltivare il voluttuoso pensiero del gol. Poi mi accorgo che non ci sono solo matti in campo. La mia attenzione viene infatti attratta da tre strepitose parate consecutive del portiere della Mediaset Stars, su

tiri insidiosissimi e molto angolati da parte del centravanti del Grande Fratello. Ed allora scopro che il portiere in questione è il grande Pino Taglialatela (ex del Napoli) e quello che l’ha impegnato è Stefan Schwoch (ex attac-cante del Napoli, Venezia e Vicenza). Altro che partitella, qui è tutto da vedere.

Botte e fair play. Ma non fi nisce qui, perché il cen-travanti della Mediaset è tal Paolo Di Canio: chi non ri-corda l’episodio più famoso della carriera di Di Canio,

un episodio di dieci anni fa, passato alla storia del calcio? Durante la partita Everton-West Ham, il portiere dei pa-droni di casa, Paul Gerrard, si avventura in un’uscita al limite dell’area, ma le sue ginocchia cedono e cade su se stesso, la palla schizza verso l’ala destra dove Trevor Sin-clair mette al centro un cross per Di Canio che potrebbe indisturbato insaccare il gol decisivo (la situazione è infatti sull’uno a uno al 90’). Di Canio, invece, afferra la palla con le mani fermando il gioco. Appena la folla capisce quello che è successo, il Goodison Park esplode in una standing

Ciccio Graziani e Di Canio

La signora Teresa nella gabbiotto del quarto uomo Quando il gioco si fa duro

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ovation e Di Canio riceve il pre-mio fair play dell’anno unito ad una lettera uffi ciale di encomio della FIFA, fi rmata da Joseph Blatter. Per quelli del Grande Fratello è proprio Di Canio l’uomo da fermare, attorno a lui un nugo-lo di avversari, e regolarmente fi nisce a terra. La partita è pe-raltro molto dura e spigolosa e, nonostante il carattere amiche-vole dell’incontro, sono tanti gli interventi al limite, perché tutti la vogliono vincere questa par-tita, e la barella fa spesso la sua comparsa in campo. Ma poi tut-to fi nisce con abbracci e strette

di mano, con Paolo Di Canio, ora come allora, signore di fair play. E già che mi sono messo ad in-dagare, scopro che uno degli alle-natori è Ciccio Graziani, campione del Mondo Spagna 82. Così oggi nel campo del Tenni ci sta tutto, tattica, cattiveria, grinta, classe, dol-cezza, musica, poesia, ricordi, no-stalgie, commozione…

Quando ci mettono il cuore. A fare le spese del gioco spigoloso è stato Moreno Morello, che si in-

fortuna e deve lasciare il campo in barella. Rientra a metà del secondo tempo zoppicante, prende il microfono in mano e non ce n’è più per nessuno, perché è lui ad im-provvisarsi mattatore di questa manifestazione chiaman-do il pubblico del Tenni ad una ola interminabile.Alla fi ne, la signora Teresa esce dalla gabbia del quarto uomo per le premiazioni e dice che è stata una grande giornata perché tutti ci hanno messo il cuore. Ho avuto ancora una volta la conferma che, quando si impegna, la signora Palos fa sempre le cose in grande. Lascio il Tenni con un po’ di rammarico, mi sono emozio-nato. Esco diverso da come ci sono entrato, convinto che nella vita può capitare di ricredersi. Il risultato della partita? E chi se lo ricorda…

dlmgfr

Le premiazioni

Poteva mancare?

Moreno Morello chiama la ola

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È sempre entusiasmante essere invitati alla presentazione di un Libro perché si ha il privilegio di poter prendere parte a racconti ed esternazione di sensazioni intime che un essere umano ha deciso di condividere con altri.

Non è facile mettere a nudo pensieri personali e per tale ragione è ancora più apprezzabile chi riesce a farlo.

“Ascoltare” direttamente dalla persona che ha creato è come “rivivere” ciò che essa ha provato in termini di emozioni e vissuto.

Se un Uomo come il Professor Franco Mandelli ha pen-sato di “dovere” a “chi” ha incontrato nella sua strada di vita questa intima realizzazione, è “segno” evidente che un Libro non passa inosservato ma lascia un segno in-delebile di aiuto, conoscenza e ricchezza interiore per quanti “casualmente” lo leggeranno e un caso proprio non sarà!

Lo spettatore di questa presentazione penso abbia rac-colto prima di tutto tre cose:

- una grande passione di intenti, d’animo e di operatività;- una grande umiltà, semplicità e consapevolezza di ciò a cui si è “destinati”;

- una grande chiarezza di vedute che consente scelte precise, defi nite ed irrinunciabili.

E poi ha raccolto il grande “sogno” che sta sempre dietro ad ogni progetto, dal più semplice al più complesso.Sognare è vivere! Qualcuno ha detto che “tutto ciò che esiste prima è stato sognato”.Meritatamente lui ha avuto non “uno”, ma molteplici so-gni tutti fi nalizzati ad un obbiettivo: “quello di rendere uti-lità umana” in modo assolutamente gratuito e genuino.

Sì perché fondamentalmente lui non ha agito per “dena-ro”, interessi personali, fama, ambizione propria… ma si è dedicato “anima e corpo” ad un progetto che manco in-cludeva una risposta economico fi nanziaria, ma ambiva ad ottenere esperienza e conoscenza per “salvataggi vitae”.Proprio per questo è riuscito a superare, oltre che gli

ostacoli incontrati nel proprio cammino, anche se stesso! Se così non fosse non avrebbe dato ascolto a quella voce interiore che, nonostante fosse privata del supporto del-la scienza (la quale solleva continuamente limiti in appa-renza invalicabili), ha osato andare oltre, dando adito solo ad una intuizione che gli chiedeva di “osare” laddove non c’erano possibilità; solo così ha ottenuto le gratifi cazioni umane più ambite e necessarie al suo animo , gratifi ca-zioni tali da rafforzarlo nella convinzione già fervida in lui che “nulla e nessuno” possono mai dire “no “ o “mai” e che per salvare o tentare il salvataggio di una vita, bisogna percorrere ogni strada.

Non si è fatto vanto dei suoi successi scientifi ci, né dei risultati ottenuti, frutto di speranza con la quale ha intriso la sua missione medica.Lui si è rammaricato dei suoi insuccessi, ha provato sensi di colpa per vite NON salvate, per probabili errori com-messi, o ancora per strade non intraprese. Tutto questo scaturisce solo da un Uomo pieno di umiltà che sa leggere in fondo a sé stesso e si pone in autocriti-ca per migliorarsi e dare il meglio di sé.Proprio per questo non è stato “all’ombra” di altri au-torevoli medici, ma si è messo a fi anco degli stessi per apprendere prima e donare poi.

Lui stesso non si è posto alcun limite se non quello di dare il giusto valore e collocazione alla sua famiglia e con-testualmente non rinunciando alla grande progettualità di vita che aveva in mente, ma “viaggiando tra meandri ed ostacoli tipici dell’andare”, l’ha sempre mantenuta al suo fi anco, segno, pure questo, di grande maturità e consa-pevolezza di ciò che costituisce “pilastro” di vita per un essere umano.

Le battaglie vere le ha combattute tutte, ha difeso i valori in cui credeva ed ha dimostrato che un grande medico pone sempre davanti a sé il “malato”.Questa grande testimonianza è stata anche un preciso “messaggio e monito”, in particolare per quei medici che spesso operano da “protagonisti” e non certamente per la “centralità” del malato nell’espletamento delle loro funzioni.

“Anch’io ho sognatoun mondo senza cancro”

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Troppe volte abbiamo sentito dire: “il medico guarda al malato dall’alto della sua posizione, senza proferire paro-le o stabilire un dialogo”.Lui invece ha avuto il coraggio di affermare che “il medico che non mette il malato al primo posto, deve cambiare lavoro, abbandonare la professione”.

Tutto questo il professor Mandelli non solo lo ha scrit-to, ma lo ha anche ribadito il giorno della presentazione del suo libro “Ho sognato un Mondo senza cancro”, esternandolo non solo con la voce ma anche con i suoi occhi, brillanti di “sano vissuto” da tramandare ai posteri, con la sua voce ferma, determinata e squillante che at-trae come una calamita.

Lui nel suo “viaggio vitae” è sempre stato accompagnato da grande convinzione, serenità, pacata fermezza tipica di un uomo che prima di tutto, nella propria vita, ha fatto un “motto” dell’affermazione: “il malato prima di tutto”. E chi di noi non ha sognato almeno una volta un mon-do senza cancro?? Credo che ciascuno di noi possa affermare “Anch’io ho sognato un mondo senza cancro”.

Le persone che lo hanno visto per la prima volta nella copertina del Libro hanno esclamato: “già dalla sua foto e dal suo sguardo traspare un uomo particolare con qual-cosa da trasmettere”.Il suo è uno sguardo lanciato sull’infi nito.Il suo sguardo non incontra limiti, ma li sfonda!

Dai suoi racconti non passa inosservato quanto credeva nella collaborazione, a qualsiasi livello, a partire dai volon-tari, personale infermieristico e medico.Nel ritenere ogni essere umano tassello di un “puzzle progettuale” senza il quale non è possibile completarne la realizzazione, non trascura nessuno, né tantomeno lo considera “secondario” ma anzi, ritiene “pilastro” perfi no l’accoglienza telefonica di chi, attraverso la propria voce, è capace di placare ansie e sofferenze e donare tran-quillità, fungendo da apripista al compito che il medico avrà poi. Non è stato risparmiato neppure il professor Mandelli dal confronto con la morte: di pazienti, amici o persone care. Ha lui stesso subito e vissuto il dramma interiore di sentirsi impotente di fronte alla malattia, ma non per questo dramma tale da impedire di porre in essere tutti le azioni per salvaguardare la vita, semmai tale da amplifi -care la forza interiore per combatterla.

Non a caso è stato “festeggiato a sorpresa” proprio da quelle persone alle quali ha donato non solo cure me-diche, ma Amore gratuito ed universale coniugato con dedizione, dialogo, ascolto, condivisione di tappe ed ob-biettivi, “complice” l’accomunata speranza verso un uni-co traguardo: la guarigione!

Il dottor Filippo Gherlinzoni, con il suo intervento nel corso della presentazione del Libro, gli ha reso onore con brevi parole che sintetizzavano e riassumevano una grande verità: “Il medico deve sempre operare in Scienza e Coscienza, al di là di doversi imbattere e confrontare con il sistema sani-tario e l’economicità dello stesso”.

Un grazie smisurato al Professor Franco Mandelli per averci donato un angolo del suo Animo, credo tra i più preziosi! Manuela Venerandi Coin

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La Banca di Monastier e del Sile Credito Cooperativo, operante nelle province di Treviso e Venezia, ha donato all’Associazione AIL Treviso, in occasione di una delle ulti-me Feste del Socio, una Fiat Panda destinata all’assistenza domiciliare ai malati. La donazione è stata fortemente voluta dall’Istituto di Credito Cooperativo, da sempre attivo nel sociale, in ri-cordo soprattutto del Signor Vittorio Bona, socio speciale prematuramente scomparso, presidente della Società di Mutuo Soccorso Monsile con Te e componente dell’As-sociazione Italiana per la Lotta contro le Leucemie.La Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile, nata dalla fusione della B.C.C. di Monastier e della B.C.C. del Sile, è oggi una delle prime banche di credito coope-rativo del Veneto per dimensioni, patrimonio e redditività dei dipendenti; conta più di 3900 soci-, 250 dipendenti e 29 sportelli, suddivisi tra le provincie di Treviso e Venezia. Nel 2008 ha festeggiato il centenario della sua fonda-zione; il continuo impegno nel sociale, attraverso l’elar-gizione di contributi dedicati alle iniziative più meritevoli delle varie associazioni impegnate in interventi verso la comunità e lo sviluppo tecnico ed economico delle zone in cui opera, fa sì che non venga tradito lo spirito che ispirò i primi soci, fondatori e ideatori di questo modo di fare banca.Tra i numerosi interventi vogliamo ricordare: il sostegno alla realizzazione del Progetto Minnie, in collaborazione con il Consorzio per Mio Figlio, grazie al quale l’Ospeda-le di Treviso risulta oggi uno dei primi tre nosocomi in Italia per l’eccellenza della Patologia Neonatale in cui la

cartella clinica è completamente computerizzata; il soste-gno al progetto di valorizzazione delle collezioni di storia naturale del Museo G. Scarpa di Treviso, i contributi per la ristrutturazione e l’ampliamento di numerose Scuole dell’infanzia, il sostegno alle diverse sezioni comunali della Protezione Civile, l’impegno assunto per il restauro del Santuario della Madonna Nera di Pralongo.Nel 2008 la Banca ha fondato la Società di Mutuo Soc-corso Monsile con Te, con l’intento di consolidare i pro-pri principi ispiratori di mutualità e solidarietà. Monsile con Te, che conta più di 1.300 iscritti, è un ente che si occupa di assistenza sanitaria integrativa, erogando ser-vizi che vanno ad integrare le prestazioni già offerte dal servizio sanitario nazionale; si occupa anche di famiglie, sotto l’aspetto sociale distribuendo sussidi per i fi gli, sotto l’aspetto culturale e ricreativo sviluppando convenzioni fi nalizzate all’ottenimento di agevolazioni sui prezzi di ci-nema, palestre, teatri, nonché farmacie, sanitarie e negozi di vario genere.E proprio in ricordo del defunto Presidente di Monsile con Te Vittorio Bona la Banca ha scelto di contribuire, attraverso la donazione di un’autovettura, alla lodevole e preziosa attività svolta dall’AIL Treviso e dal suo presi-dente Signora Teresa Pelos, con l’augurio e la speranza di poter collaborare in modo tangibile al sostegno e all’assi-stenza dei tanti malati bisognosi di cure.

Dott. Donatello CaverzanPresidente

della Banca di Monastier e del Sile

BANCA DI MONASTIER E DEL SILE SOSTIENE L’AIL TREVISO

Donata un’autovetturaadibita all’assistenza domiciliare ai malati

La sede della Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile a Monastier di Treviso

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7 novembre 2010. Domenica passata abbiamo corso sotto la pioggia tra le colline di Colle e Castello e spera-vamo oggi in una giornata più clemente per partecipare alla marcia organizzata dall’AIL a San Fior di Sotto.Il cielo è plumbeo e non promette niente di buono, ma la voglia di uscire è più grande e ci diamo appuntamento da Andrea, forse ci sarà anche Giancarlo (che ama la corsa ma odia le nostre partenze mattutine), mentre Patty ha già dato forfait.8.30 partiamo, destinazione San Fior di Sotto, rigorosa-mente a piedi perché è inutile prendere la macchina per fare 3 chilometri se dopo ne dobbiamo correre altri 12.In prossimità del ponte della Ferrovia si affi anca Gian-carlo in auto, “ci sono anch’io” parcheggia la vettura al primo buco e si unisce a noi e mentre una pioggia fredda e leggera ci accompagna notiamo che più di qualcuno ha già iniziato il suo percorso, chi correndo equipaggiato con completo antipioggia chi semplicemente passeggian-do munito di ombrello.Assolte le pratiche di iscrizione, arriviamo in prossimità della partenza quando mancano pochi minuti al via, ci conforta la visione di un cospicuo numero di atleti che, sfi dando la giornata inclemente, hanno voluto onorare con la loro presenza la generosità e lo spirito altruista degli organizzatori.Si parte puntuali prima che i muscoli si raffreddino e sia-mo già lungo il Codolo. Meno minaccioso di 6 giorni fa oggi il torrente scorre sostenuto accompagnando le sue acque tornate di nuovo limpide tra le siepi mezze spoglie di questo umido autunno.Tra fi lari di viti ornate ancora del loro giallo fogliame, si corre saltellando qua e là cercando di appoggiare i piedi all’asciutto, scansandoci rapidamente col capo per evitare i tralci sporgenti e tutti insieme sembriamo ballerini di un ignoto ballo primordiale.Poi via sull’asfalto con i piedi già bagnati e cercando di to-glierci il fango di dosso calpestando le buche d’acqua pulita.Giancarlo ci ha staccati, Flavio insegue ed io tengo il passo di Andrea (di parecchi anni più giovane di me) che tiene un ritmo di 5 minuti al chilometro, portandomi alla soglia delle mie capacità di resistenza, ma non voglio mollare…Si va prima in direzione di Zoppè, poi verso San Ven-demiano e ci infi liamo poi in Via Cal Dell’inferno, che a dispetto del suo nome sinistro ci porta in mezzo a prati immensi, campi a riposo dove è appena stato fatto il rac-colto e vecchie case di contadini dove qualche anziano

riparato sotto i portici si ferma a guardarci meravigliato dal nostro coraggio (o forse dalla nostra stoltezza).Dopo il ristoro davanti alle scuole medie e attraversato il centro di San Fior ci dirigiamo verso Pianzano, i chilo-metri cominciano ad essere tanti e sento farsi accelerato il mio ansimare, Andrea, una ventina di metri più avanti di me, mi butta uno sguardo eloquente, sapendo di ac-cogliere il mio consenso e accelerato il passo se ne va dirigendosi verso il vicino traguardo.Rimasto da solo per un breve tratto senza nessuno da-vanti e dietro di me, mi avvolge una lieve tristezza e ini-zio a pensare alle tante persone che mi circondano che convivono con la loro malattia, il dolore, e non sempre possono contare sull’aiuto di qualcuno o sulla certezza di un sollievo alla loro sofferenza. Mi distoglie dai miei pensieri un marciatore che si affi an-ca con passo sostenuto, facciamo subito confi denza, mi vede un po’ in diffi coltà e mi sprona a non mollare, siamo sotto i 5 minuti mi dice e manca poco all’arrivo.Sì, questa volta credo proprio di farcela, non mollo e ar-rivo aumentando l’andatura verso il traguardo, 12 chilo-metri in 58 minuti, ma sono ko.Realizzo in quel mentre che devo rientrare a piedi, sono altri 3 chilometri, parto subito senza ristoro temendo che la stanchezza abbia il sopravvento. Ripassando in uno degli ultimi incroci del percorso appe-na completato, un volontario della protezione civile mi indica la strada dell’arrivo, “no grazie” declino gentilmente l’invito, per oggi ho già dato, adesso lasciami andare a casa che ho già fatto abbastanza tardi.Proseguo con un’andatura più lenta e di nuovo assorto nei miei pensieri, ha smesso di piovere ma sarà per poco, il cielo è ancora grigio anche se il traguardo raggiunto mi da comunque una serenità interiore.Grazie AIL, per tutto, anche per questa splendida giorna-ta e arrivederci al prossimo anno, speriamo sempre più numerosi lungo le rive del Codolo.

Valentino Della Colletta

Prati, filari, torrenti, pioggia, freddo e fango… ma è sempre

MARCIA LUNGO IL CODOLO

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Si è tenuta martedì 21 dicembre 2010 nella chiesa di S. Michele Salsa a Vittorio Veneto la settima edizione di Nata-le d’inCanto, il tradizionale concerto corale organizzato dal Coro Alpino Col di Lana in favore dell’AIL.La serata è stata animata, oltre che dal Coro Col di Lana, da tre gruppi completamente diversi fra loro per formazione e impostazione: il coro di voci bianche Piccole Voci del Sile di Quinto di Treviso, il gruppo gospel Sonoria di Cimadolmo e la corale mista Voci dei Templari di Tempio di Ormelle, che hanno offerto al pubblico presente, foltissimo ed entusia-sta, l’opportunità di apprezzare differenti modi di proporre il canto. La scelta del tema comune, il Natale, ha reso più evidenti le sfumature nei differenti stili, proposti con diverse sensi-bilità.“L’idea di Natale d’inCanto - racconta Sabrina Carraro che dal 1991 dirige il Col di Lana - è nata nel 2004 dal desi-derio di creare un “evento” che ci desse la possibilità di raccogliere fondi per l’AIL, cui ci lega un vincolo di amicizia e di collaborazione che dura ormai quasi da 25 anni. Nello stesso tempo volevo dare voce, è proprio il caso di dirlo, al sentimento di affetto e di appartenenza che mi lega alla Chiesa di Salsa che è stata la parrocchia della mia infanzia e adolescenza. La chiesa poi si prestava particolarmente alla formula di concerto che avevo in mente, grazie alla sua forma a croce greca e alla sua acustica perfetta. L’idea

ha subito incontrato l’approvazione del parroco, e la sua disponibilità ha fatto sì che il nostro diventasse un annuale appuntamento natalizio. Abbiamo inoltre avuto subito il generoso appoggio della Cerfi m che, sostenendo le “spese vive” ci ha permesso da subito di devolvere all’AIL l’intero ammontare delle offerte raccolte nella serata. La formula si discosta da quella classica del concerto a più cori nel quale ogni gruppo propone il suo programma. Nel nostro concerto, infatti, i quattro gruppi corali sono disposti alle quattro estremità dei bracci della croce sulla quale la chiesa è fondata e si alternano a rotazione nelle esecuzioni. La risposta del pubblico è sempre entusiastica, ogni anno la chiesa è gremita in ogni posto disponibile. Il pubblico, infatti, dimostra di apprezzare particolarmente il fatto di trovarsi esattamente al centro della musica, avvolto dal suono del-le voci che si alternano nel canto. Ne risulta un’atmosfera davvero “incantata” che coinvolge anche i cori i quali, ce lo confermano ogni anno, dopo il primo momento di per-plessità per una formula mai sperimentata prima, si esibi-scono in estrema tranquillità cantando solo per il piacere di fare musica”.Il 2011 sarà molto importante per il Coro Col di Lana che festeggerà i 25 anni di impegno per l’AIL, un anniversario di cui il gruppo è particolarmente fi ero e che intende fe-steggiare adeguatamente con un programma che è già allo studio.

IL CORO ALPINO COL DI LANAIL CORO ALPINO COL DI LANAUN CONCERTO PER L’AILUN CONCERTO PER L’AIL

CHE SI RIPETE DA 25 NATALICHE SI RIPETE DA 25 NATALI

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Dona il tuo 5x1000Stampa, ritaglia e conserva il tesserino

con il codice fi scale AIL per la tua dichiarazione dei redditi.

Per info www.ail.it

È uscita la 6a edizione de L’ABBECEDARIO DEL BUONUMORE

di don Giovanni Dan un libro che fa bene allo spirito ed al fisico

Dice San Filippo Neri: “Il Signore è buono, perché non dovreb-

be essere contento di vedere i suoi fi gli ridere?”.

Da qui parte don Giovanni Dan,

delegato dalla Diocesi di Vittorio

Veneto per le comunicazioni so-

ciali, già direttore del settimanale

diocesano, oggi cooperatore par-

rocchiale a Cordignano e direttore

della nostra rivista, ma soprattutto,

per quel che qui conta, autore de

“l’Abbecedario del Buonumore”,

che dopo i grandi successi passati

si ripresenta adesso nelle librerie

con la sesta edizione ampliata ed

arricchita.

Di cosa? Di barzellette, è ovvio!

Raccolte qui in ordine alfabetico

(di qui “Abbecedario”) da Animali

a Varie passando anche per i ...col-

leghi d’autore (categoria “Ecclesiali’ a pagina 83 delle 255

totali, con 34 sapide storielle).

Fanno ridere e sorridere senza ricorrere alla volgarità;

s’adeguano ai tempi, citando Berlusconi e la Lega; non di-

sdegnano il politicamente scorret-

to, andando anche a stuzzicare la

morte e il paradiso; ma ripropon-

gono anche grandi classici come gli

sfottò ai carabinieri.

Impreziosiscono il volume le chic-

che d’autore su barzellette e din-

torni: dalle citazioni di Papa Luciani

alle penne di Ulderico Bernardi,

Paolo Florindo, Giampiero Rorato

e Aldo Toffoli.

Lo stesso don Giovanni precisa il

senso... evangelico della sua rac-

colta: “Le barzellette fanno bene al

cuore, scaricano le tensioni, invitano

all’ottimismo; ridere concorre a fare

migliori le persone”. Tutti gli inter-

venti concorrono a sottolineare che il riso fa bene al corpo

e allo spirito.

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CONCERTO A FREGONA PER SOSTENERE L’AIL NEL RICORDO DI CHI CI HA LASCIATO

Fregona, domenica 9 gennaio 2011, tutti i posti del Cen-tro Sociale occupati, parecchia gente in piedi, più o meno 200 persone. Un vero successo per essere il primo con-certo dell’AIL qui in paese, ma la Pro Loco aveva distri-buito il volantino con le informazioni a tutte le famiglie, assieme al tradizionale calendario. A suonare un gruppo di musicisti bellunesi, la Compagnia del ben Bambin, guidati dal cadorino Andrea Da Cortà e assieme a lui Pina Sabatini e Andrea Del Duca. In realtà questo gruppo è una versione ridotta de El Tei (il Tiglio), molto noto in tutta l’area bellunese. Da molti anni sono impegnati a mantenere in vita la tradizionale musica po-polare delle Dolomiti bellunesi, ma spaziando anche nella musica folk antica dell’intera Europa.La Compagnia del bel Bambin ha estasiato il pubblico, at-tentissimo e spesso anche commosso, con le melodie natalizie di un tempo, suonando e cantando a viva voce, senza amplifi cazione. Incredibile la capacità degli artisti nel passare da uno strumento all’altro, alcuni dei quali non più suonati da secoli e di cui i non esperti nemmeno conoscono il nome (dulcimer? bouzouki? ciaramello?...). Intensa e coinvolgente la voce di Pina Sabatini. Nella se-

conda, breve, parte del concerto è stato lasciato lo spazio per il debutto di Kanseil (forse l’antichissimo nome del Cansiglio), un nuovo gruppo musicale giovanile formato da ragazzi di Fregona e dell’area vittoriose e coneglianese che per la prima volta si presentavano al pubblico. Dopo quasi un’ora e mezza di dolci musiche antiche e canti sus-surrati, il pubblico è stato risvegliato dalla batteria, dalle chitarre elettriche e dalla musica folk-rock di Luca Frare, Stefano da Re (fl auto), Luca Rover (cornamusa), Luca Zanchettin, Federico Grillo e Dimitri De Poli che hanno rivisitato in chiave moderna musiche popolari del nord Europa. Ha introdotto il concerto Teresa Pelos che ha brevemente illustrato quanto l’AIL è riuscita a realizzare nei suoi 25 anni di attività, ricordando che nel 2011 cade appunto il venticinquennale della sua fondazione.Nel primo periodo della sua esistenza l’AIL ha sostenu-to soprattutto la Clinica oncopediatrica di Padova che in quegli anni, pur essendo all’avanguardia in Italia, era “un reparto da terzo mondo” ed è stato proprio l’AIL a dotare la struttura di tutto ciò di cui aveva bisogno.

La Compagnia del ben Bambin

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SPIRITO DELLA NOTTESPIRITO DELLA NOTTE ...e la notte è un coro costante di voci...e la notte è un coro costante di vociil suo canto s’in nalza tutt’attorno,il suo canto s’in nalza tutt’attorno,fi amme ardenti che bruciano atrocifi amme ardenti che bruciano atrocie le ombre chiudono il ricordo del giorno.e le ombre chiudono il ricordo del giorno. Un albero come una spada si alza in ertoUn albero come una spada si alza in ertorifl ette una luce tetra sulla vallerifl ette una luce tetra sulla valleun gufo si sposta con un volare incertoun gufo si sposta con un volare incertoe il crepuscolo muore dietro le nostre spalle.e il crepuscolo muore dietro le nostre spalle.

...e la natura è un coro costante di suoni...e la natura è un coro costante di suoniil freddo dell’inverno congela i rami,il freddo dell’inverno congela i rami,il vento fi schia turbato sotto cupi tuoniil vento fi schia turbato sotto cupi tuonie il villaggio dorme aspettando il domani.e il villaggio dorme aspettando il domani. Mi siedo ad ascoltare il fruscio delle foglieMi siedo ad ascoltare il fruscio delle fogliee rifl etto sul fato che mi attenderà poi,e rifl etto sul fato che mi attenderà poi,il gelo mi blocca e placa le mie voglieil gelo mi blocca e placa le mie vogliementre lo spirito della notte si leva sopra di noi.mentre lo spirito della notte si leva sopra di noi.

Luca Rover Luca Rover Gruppo Gruppo KanseilKanseil

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Ma lo stesso è successo anche con Verona, Treviso ed ultimamente con Vittorio Veneto, dove è stato fi nanziato l’acquisto di un mammografo d’ultima generazione.Teresa ha anche spiegato al pubblico che il concerto è stato organizzato per ricordare nostro fi glio Martino che avrebbe appena compiuto 20 anni ed ha ricordato che molti di quelli che si impegnano per l’AIL lo fanno dopo

aver attraversato l’esperienza della perdita di persone care, come è accaduto anche a lei con suo fi glio Benedet-to. Non fosse stato per l’accenno di Teresa, solo i parenti presenti erano a conoscenza del fatto che il concerto, oltre che a far conoscere ed a raccogliere offerte per

le attività dell’AIL, aveva anche lo scopo di festeggiare il compleanno di Martino. Nel suo breve saluto il sindaco di Fregona, Giacomo De Luca, ha espresso ammirazione, solidarietà ed appoggio al silenzioso ed attivo operare dell’associazione in favore di chi soffre e, pur senza dirlo espressamente, ha ricordato che anche la sua famiglia ha subito la dolorosa esperienza della perdita della fi glia Bar-

bara, a causa del cancro. Per una cinquantina di partecipanti, tra cui tutti i musicisti, la serata è continuata al Circolo di Sone-go per una pastasciutta in compagnia e a cucinare e servire in tavola erano, tra gli altri, il presidente del Circolo, Bruno Lot, la vicesindaco Laura Buso, Fedora la moglie del sindaco e la consigliera co-munale Tiziana De Conti.Un caloroso grazie al Comune di Fregona, alla Pro Loco, al Circolo di Sonego, un abbraccio a Toni ed Anna, nonni di Martino, a Clara e a Sonia, sue sorelle, quest’ultima ha compiuto 17 anni proprio nel giorno del concerto (e i ragazzi del Kanseil le hanno fatto gli auguri dal palco).Grazie per tutto l’aiuto ricevuto, parecchie ditte

e realtà economiche di Fregona e Vittorio Veneto hanno versato un’offerta all’AIL in occasione del concerto.Ci impegneremo per riuscire a ripetere l’esperienza an-che nei prossimi anni.

Toio e Edi

Il debutto del Kanseil

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INTERPRETI DI GRIDO ED APPLAUSI A SCENA APERTA PER UN’OPERA DEDICATA ALL’

Lo scorso 29 gennaio, presso l’auditorium del Collegio San Giuseppe di Vittorio Veneto è andata in scena, pro AIL, l’operina La Serva Padrona. Si tratta di uno spettacolo nato per il teatro Nazionale di Roma e portato in città dall’Accademia Musica, associazione nata nel 1995 con lo scopo di promuovere e sviluppare l’educazione musicale nella propria città e che ha successivamente aggiunto a questa attività educativa le collaborazioni con importanti Enti ed Istituzioni del panorama artistico-musicale italia-no e non: Asolo Musica, con la Duquesne University di Pittsburgh e con la fondazione statunitense E.P.C.A.S.O. L’occasione per la messa in scena di questo spettacolo erano state le Celebrazioni Pergolesiane per il 3° Cen-tenario dalla Nascita (1710-1736): il carattere divertente e spensierato della storia di questa piccolo capolavoro operistico ben si accostava al gioioso spirito natalizio e per questo motivo era stata scelta la data di sabato 18 dicembre 2010. L’opera era stata poi rimandata per il grave lutto che aveva colpito il basso-baritono spagnolo Juan Josè Navarro Vidal. Il talentuoso artista spagnolo è tornato così in quella che lui stesso ha battezzato come la sua città d’adozione per onorare il proprio pub-blico e la memoria del proprio padre. L’istrionico basso-baritono spagnolo è stato affi ancato da un’altra giovane di talento che ha scelto, pure lei, Vittorio Veneto come pro-

pria città d’adozione: il soprano sardo Elisabetta Farris, reduce dal successo in Tosca al Teatro Nazionale Sloveno di Maribor, che ha stupendamente vestito i panni di Ser-pina. La brava attrice vittoriese Camilla Rizzardi infi ne s’è calata con ironia nelle vesti di Vespone. In orchestra, nei panni di un pianoforte, c’era la celebre pianista Enza Fer-rari che ha accompagnato con verve e esperienza i tre valenti artisti. La regia, nel brillante adattamento scenico trasposto ai nostri giorni, è stata di Luca Pellizza-roli. Il pubblico presente nella sala gremita ha poi dimostrato il proprio di-vertimento e gradimento con applausi e risate sia a scena aperta che alla fi ne dello spettacolo.

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Anche i volontari AIL di Maserada sul Piave

si sono generosamente impegnati

nella Campagna STELLE DI NATALE.

A Zenson di Piave l’annuale torneo dei bar viene disputato in memoria di Michele A Zenson di Piave l’annuale torneo dei bar viene disputato in memoria di Michele Toffoli, Giuseppe Salmasi e Padovan Manlio, amici che non ci sono più. Toffoli, Giuseppe Salmasi e Padovan Manlio, amici che non ci sono più. Nella fi nale del 26 giugno 2010, dopo una combattuta partita la Nella fi nale del 26 giugno 2010, dopo una combattuta partita la Pizzeria FloraPizzeria Flora ha supe- ha supe-rato ai calci di rigore il rato ai calci di rigore il Bar MicheleBar Michele..Immancabile come ogni anno il coinvolgimento di pubblico ed appassionati di calcio Immancabile come ogni anno il coinvolgimento di pubblico ed appassionati di calcio durante le serate della manifestazione il cui ricavato è stato devoluto all’AIL.durante le serate della manifestazione il cui ricavato è stato devoluto all’AIL.

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Anche quest’anno, in una bellissima serata d’autunno ci siamo trovati felici e numerosi alla cena che abbiamo organizzato a “Casa Gobbato”, a Volpago del Montello, dove Celeste si è esibito con ottimi piatti.Abbiamo festeggiato il decennale ed ancora una volta la nostra buona volontà è stata premiata dalla presenza di tanti vecchi e nuovi amici.Un grazie di cuore a tutte le persone che, con il loro contributo, hanno permesso l’organizzazione e la riuscita della festa e ci hanno così dato la possibilità di devolvere una generosa somma all’AIL.

Verso la fi ne di novembre, in un accogliente locale in pieno centro a Montebelluna, abbiamo proposto i nostri “prodotti” con i quali abbiamo allestito una bella esposi-zione gradita ai numerosi visitatori.Questa ed altre iniziative ci hanno permesso di contri-buire con soddisfazione al sostentamento della nostra associazione.Grazie a tutti coloro che ci aiutano.

Gruppo AIL Montebelluna

AUTUNNO 2010

Dai Gruppi

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Il 10, 11 e 12 dicembre sono stati giorni importanti per l’AIL.Come ogni anno infatti, la campagna delle stelle è un signifi cativo appuntamento per tutti coloro che hanno a cuore la promozione e il sostegno alla ricerca scientifi ca.La manifestazione si svolge a ridosso del Natale, periodo ricco di emozioni, aspettative, confronti e attese anche per il mondo dei piccoli.L’AIL è un’associazione nazionale per cui anche a Treviso e in molti comuni della Provincia, sotto la guida della pre-sidente Teresa Pelos, nelle piazze, nei centri commerciali, nei sagrati delle chiese, i volontari si sono organizzati per distribuire le stelle a vecchi e nuovi donatori che con la loro offerta diventeranno automaticamente sostenitori dell’Associazione.Cogliamo l’occasione per ringraziare le persone che si accostano alle nostre postazioni dandoci fi ducia nell’affi -dare a noi la loro offerta e se ne vanno con la stella rossa che, nelle nostre case, sarà testimone silenziosa di amore e di solidarietà.Quest’anno mentre eravamo intenti a svolgere il nostro compito, abbiamo vissuto un’esperienza simpatica.Un bambino si è allontanato dai genitori che facevano la spesa, si è avvicinato al nostro tavolo, forse attirato dal colore rosso delle piante, e curioso ci ha posto molte domande:

Perché la stella?Perché raccoglievamo fondi?Perché il simbolo è formato da tre fi gurine stilizzate di colori diversi?Perché il giornalino?Perché il 5 per 1000?Tutte le risposte sono state date mentre lui ci aiutava a distribuire le piantine. Ha poi desiderato avere in dono tre simboli adesivi, per sé, per il compagno di banco e per la maestra.Andrea, raggiunti poi i genitori, è sparito felice e orgoglio-so, stringendo a sé la sua stella rossa.Auguri Andrea, forse diventerai un ematologo, un volon-tario o un sostenitore chissà, noi tutti comunque ti augu-riamo una buona vita.Ringraziamo la nostra presidente signora Teresa Pelos che con il suo intenso lavoro sostiene molte iniziative fi nalizzate a raccogliere fondi a favore della ricerca scien-tifi ca.A tutti i nostri sostenitori diamo appuntamento alla pros-sima campagna delle uova di Pasqua.

Gruppo AIL Villorba

Dai Gruppi

Una stella di Natale nelle nostre case testimone silenziosa di amore e di solidarietà

Ecco le simpatichenipotine, targate AIL”

di Elena Zaina. Auguriamo loro

un futuro splendido nella speranza

di un loro impegnonel volontariato!

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Iva Zucchello Sei e rimarrai sempre

nel cuore di coloro

che hai amato.

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In Ricordo

Ricordiamo chi ci ha lasciato

Saveria Cella Non piangete la mia assenza. Sono beata in Dio e prego per Voi. Vi amerò dal cielo come ho fattoin terra.

Antonio FavrettoNell’animo dei tuoi cari

sarà sempre vivo

il tuo ricordo

sicuri di rincontrarti.

Gianna Bertocchi Sentiamo molto la tua mancanza ma ci consola saperti nel Regno di Dio da dove continui a proteggerci a guidarci. Il Tuo ricordo viva in noi.

Marito fi glie e nipoti

Graziano Rorato Sei sempre vivo

nel nostro ricordo.

Rina, Raoul, Riccardo,

Michela, Sara

Tullio Marchesin Sei stato un marito e un padre meraviglioso, un amico leale e sempre pronto ad aiutare gli altri. Hai affrontato con coraggio la malattia, avevi una grande voglia di vivere, ma lei è stata più forte ed ha spento quel sorriso un po’ ironico che tanto amavamo, ci manca tutto di te.Con infi nito amore.

Lory e Sabrina

Armando ScapolanCaro papà, illuminavi la nostra vita con il tuo sorriso e la tua bontà e ora tutto ci manca di te, i tuoi occhi azzurri e profondi come il mare, la tua vocee i tuoi abbracci forti forti.Il 6 ottobre ci hai salutate e sei partitoper il lungo viaggio e noi con la mamma a fatica continuiamo a camminare senza di te, ma siamo sicure che sei sempre vicino a noi per proteggerci ed aiutarci, con amore

Oriana e Wally

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Rita Roncato L’amore per la famiglia e la generosità

verso il prossimo ha guidato tutta la

tua vita, per questo e per molto altro

ancora sarai sempre nel nostro cuore.

Un ringraziamento speciale a tutto

il personale medico che con umana

professionalità ti ha seguito

fi no alla fi ne. I tuoi cari

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In Ricordo

Francesco FaveroFrancesco Favero Francesco era solare ed amava in maniera incondizionata tutti coloro che lo attorniavano. Lascia due fi gli, uno di due anni e mezzo e l’altro di sei mesi. Eravamo una famiglia piena di progetti ed entusiasmo per il futuro, ma la malattia non è stata clemente. Aveva una grande forza di volontà e ce l’ha messa tutta per vincere la leucemia, ma quando si è reso conto che non ce l’avrebbe fatta si è scusato con tutti noi famigliari per non essere riuscito nel suo intento. Ha sempre voluto proteggerci dal dolore non rendendoci partecipi del suo, non si lamentava mai per non farci preoccupare.Lascia un grande dolore e un vuoto incolmabile.

Laura Da Re

Lauro Tassoni I ricordi della vita trascorsa con te mi danno tanta serenitàe ti sento vicino.

Tua moglie Luisa

Fernando Guerretta Tutti quelli che ti hanno conosciuto ti ricordanocon affetto e stima.

Primo Lorenzon Ci hai lasciato il tuo

amore la tua serenità

che ci permettono ora

di vivere nell’attesa

di rincontrarti.I tuoi cari

Giovanni Mazzonetto

Caro papà

ti ringraziamo per averci guidato

nei nostri passi e di essere stato

sempre presente e disponibile.

Anche se non ci sei più

tu resti sempre con noi. La tua famiglia

Clement Martello Le note della tua musica comporranno la melodia della nostra via.

Manuela, Marcoe Beatrice

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Ricordiamo anche Cattarin Luciano

Ciciliot Giulio

Mercuri Nicola

Marcolongo Elio

Vecchiato Milena

Damo Carmelo

Bernardi Giovanni

Zanette Gino

Sartori Antonio

Sari Gina

Roman Ferdinando

Zanchetta Vittoria

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In Ricordo

fratello caro, mi hanno detto appena fratello caro, mi hanno detto appena adesso al telefono che lontano adesso al telefono che lontano da qui (piango nel dirlo) lontano da qui (piango nel dirlo) lontano da quel passato simile a un maleda quel passato simile a un male

radicato dentro, spina d’amore radicato dentro, spina d’amore che non t’era riuscito strada facendo che non t’era riuscito strada facendo di lasciarti indietro, tu stai - fratello di lasciarti indietro, tu stai - fratello caro - in questo momento morendocaro - in questo momento morendo

tuttavia sta sereno: basterà tuttavia sta sereno: basterà te lo prometto - quando più il tempo te lo prometto - quando più il tempo non avrà alcun senso né il lontanonon avrà alcun senso né il lontano

un gesto breve, un cenno della mano un gesto breve, un cenno della mano sottratto ad ogni sguardo e come allorasottratto ad ogni sguardo e come alloraliberi fi nalmente dalla scuolaliberi fi nalmente dalla scuola

s’andrà miti e svagati sgranocchiando s’andrà miti e svagati sgranocchiando noccioline americane e ancor più noccioline americane e ancor più dolci quelle secche castagne di cui dolci quelle secche castagne di cui ci riempivamo l’un l’altro le tascheci riempivamo l’un l’altro le tasche

come si fa di un bene che si mette come si fa di un bene che si mette gelosamente da parte, il generegelosamente da parte, il generespeciale di conforto che meno amarispeciale di conforto che meno amari

fa i giorni grami che attraversiamo fa i giorni grami che attraversiamo

Luciana Moretto Luciana Moretto

FabioMoretto

Guido De Facci l tuo cuore buono

e generoso

ha cessato di battere.

Sei “andato avanti”

ma sarai sempre

vicino a noi

alla tua famiglia

che hai sempre amato.

Roberto Brun Volto noto a Gorgo al Monticano ed in tutto l’Opitergino-Mottense per la lunga attività di artigiano che lo aveva visto pioniere nell’arte del ferro battuto, è ricordato con affetto da familiari, amici e conoscenti per l’entusiasmo che aveva sempre dimostrato per la vita e la generosità instancabile con la quale si avvicinava al prossimo. Lascia un vuoto incolmabile.

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Con i pettirossi e gli scriccioli era già

passato l’inverno ma rimanevano ancora

piccole macchie di neve nelle zone più in

ombra: dietro la “caneva”, nei fossi più

profondi e sul fi anco meno esposto dei

solchi arati.

Era ancora presto per le primule e le viole,

però si avvertiva che sotto sotto stavano

lavorando in barba alla guerra. Si prepa-

ravano già le erbette sull’argine del fi ume

che avremmo raccolto più tardi con la si-

gnora Carlotta ed il radicchio selvatico,

bello come un fi ore e buono con i fagioli.

La festa si propagava dalla terra all’erba

e saliva lungo la linfa dei tronchi fi no alle

gemme più lontane, passando come una

benefi ca epidemia agli animali.

Ero seduto sull’erba che si intiepidiva e

Toni mi parlava di una ragazza conosciu-

ta la sera prima. Intagliavo su un ramo di

gelso dei piccoli animaletti che sarebbero

diventati soldatini di legno.

Ogni tanto aiutavo il mio amico a ripa-

rare la recinzione dell’orto da vangare,

dissodare e poi seminare.

Senza preavviso la stagione mi viene in-

contro anzi mi investe. Nulla è cambiato

ma tutto è nuovo: le voci, il sole, l’aria,

il cielo. L’atmosfera è più vitale, inde-

scrivibile ma sicura, ti scorre incontro e

dentro come un sogno dimenticato che

all’improvviso riaffi ora. Anche il gallo si

accorge e canta in modo diverso ed un

leggero vento scompagina le piume. La

guerra si era sciolta dalla mente come la

neve e lasciava spazio ai profumi, alla ca-

rezza dell’aria, ai piccoli rametti vibranti,

alle gemme ancora chiuse, quasi capsule

pronte a scattare obbedienti ad un ordine

nuovo, ma eterno come il mondo.

Augusto Bellè

Aria di Primavera

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Campagna

Uova di Pasqua