Magazine ANOSS n° 11/01

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ANOSS . ANOSS . ANOSS . Sezione Emilia Sezione Emilia Sezione Emilia-Romagna Romagna Romagna Magazine n° 11/01 Sabato 27 Febbraio 2011 Segnala ad un amico e comunica il suo indirizzo e-mail clic qui . ANOSS ANOSS Sez. Emilia Romagna Sez. Emilia Romagna (Cosa faremo nel 2011) (Cosa faremo nel 2011) Alla’inizio di ogni anno ci ritroviamo a fare consuntivi e proponimenti. Ebbene, non ci sottraiamo alla tradizione e in questo primo numero del- la nuovo Magazine di ANOSS ci sono immagini e contenuti dei momenti salienti del 2010. Resta da dire che cosa ci aspettiamo nell’anno nuovo. Non molto se non da noi stessi. Guai se ci fermiamo ad spettare che qualcuno ci dica bra- vo o ci dia indicazioni! Guai se ci lamentiamo e basta. Possiamo lamen- tarci, si, ma soprattutto possiamo fare qualcosa. In un grande film di Cu- brik (2001 odissea nello spazio) l’uomo nuovo che torna sulla terra ve- dendo i mali che l’affliggono capisce che deve intervenire e ..”pensò che avrebbe fatto qualcosa!” Queste parole sono la nostra ispirazione: il nostro compito è “fare qualcosa”!! Continua a pag. 4 Numero speciale Numero speciale Numero speciale Consuntivo 2010 Consuntivo 2010 Consuntivo 2010 Propositi 2011 Propositi 2011 Propositi 2011

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Si tratta del primo numero di Magazine on line dell'associazione. Contiene i report delle attività del 2010 e un programma generale del 2011 oltre ad alcuni articoli

Transcript of Magazine ANOSS n° 11/01

ANOSS . ANOSS . ANOSS . Sezione EmiliaSezione EmiliaSezione Emilia---RomagnaRomagnaRomagna

Magazine n° 11/01 Sabato 27 Febbraio 2011

Segnala ad un amico e comunica il suo indirizzo e-mail clic qui.

ANOSS ANOSS Sez. Emilia Romagna Sez. Emilia Romagna (Cosa faremo nel 2011)(Cosa faremo nel 2011)

Alla’inizio di ogni anno ci ritroviamo a fare consuntivi e proponimenti. Ebbene, non ci sottraiamo alla tradizione e in questo primo numero del-la nuovo Magazine di ANOSS ci sono immagini e contenuti dei momenti

salienti del 2010.

Resta da dire che cosa ci aspettiamo nell’anno nuovo. Non molto se non da noi stessi. Guai se ci fermiamo ad spettare che qualcuno ci dica bra-vo o ci dia indicazioni! Guai se ci lamentiamo e basta. Possiamo lamen-tarci, si, ma soprattutto possiamo fare qualcosa. In un grande film di Cu-brik (2001 odissea nello spazio) l’uomo nuovo che torna sulla terra ve-dendo i mali che l’affliggono capisce che deve intervenire e ..”pensò che avrebbe fatto qualcosa!” Queste parole sono la nostra ispirazione:

il nostro compito è “fare qualcosa”!!

Continua a pag. 4

Numero specialeNumero specialeNumero speciale

Consuntivo 2010Consuntivo 2010Consuntivo 2010

Propositi 2011Propositi 2011Propositi 2011

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La gestione dell’incontinenza una dispensa di Marco Gozzi. Per leggere clicca su Dispensa

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Introduzione alla qualità. Una dispensa di Renato Dapero sulla storia della qualità dall’antichità all’ISO 9000

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Il lavoro nell’epoca post-moderna e il benessere organizzativo

Un saggio di Giuliana Masera Per leggere clicca sul link http://issuu.com/anoss-

dapero/docs/benessere_organizzativo/1?viewMode=magazine

Elementi di antropologia nel management

Un saggio breve di Giuliana Masera

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Progettare l’organizzazione. Una dispensa di Renato Dapero:

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Nuovi scenari in ambito socio-sanitario la formazione come opportunità di crescita e miglioramento

Un saggio di Giuliana Masera

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Segue da pag. 1

Ma allora, che fare?

La crisi economica e di valori che stiamo attraversando non è di sicuro lo sfondo ideale per riforme della politica del welfare in senso favore-vole al nostro settore e purtroppo è a tal punto evidente lo stato di confusione normativa che difficilmente potranno essere efficacemente

attuate anche delle semplici azione applicative di norme già varate.

Ci dobbiamo rimboccare le maniche! E soprattutto dobbiamo spremerci

per scoprire quante risorse sono nascoste dentro di noi!!

Vi rimando al video che l’associazione ha realizzato dal titolo “L’alba

del nuovo giorno” (il link a pag.15).

In questo video c’è un breve intervento di un OSS che parla della grati-

ficazione. Dice quali sono gli elementi che la gratificano nel suo lavoro

e conclude che, in ogni modo, la gratificazione dobbiamo trovarla den-

tro di noi, perché “nessuno davvero te la può dare se non ce l’hai den-

tro di te!”

Allora, anche da questo si capisce, che dobbiamo rinunciare al sogno di

un welfare tutto preordinato e schematico con un progetto e una piani-

ficazione dall’alto e dobbiamo farci parte attiva e innovativa.

Nel 2011 l’associazione ANOSS continuerà a promuovere studio e ricer-

ca sul “Welfare che verrà“Welfare che verrà”. ”. La programmazione ANOSS Sez. Emilia

Romagna prevede la prosecuzione della linea dei convegni accompagna-

ti dall’introduzione di veri e proprio eventi formativi tesi soprattutto

alla qualità del lavoro, alla motivazione e all’integrazione professiona-

le.

La seconda linea di attività sarà nella valorizzazione degli studi scienti-

fici e le comunicazioni esperienziali attraverso convegni di presentazio-

ne di libri e interviste registrate e comunicate con youtube.

Infine, da ultimo, ma primo per importanza, introdurremo attività di-

vulgativa verso l’utenza con convegni rivolti ad associazioni e cittadini

per rendere noto ciò che la politica tende a non far vedere. Lo Stato ha

risolto con una delega alle Regioni e queste stanno facendo scelte con-

fuse e spesso contraddittorie.

Così svolgeremo un ruolo di promozione sociale; que-Così svolgeremo un ruolo di promozione sociale; que-

sto, nel 2011 è il nostro proposito di sto, nel 2011 è il nostro proposito di “fare qualcosa..!” “fare qualcosa..!”

ANOSS

L’accreditamento dei servizi sociosanitari

Gli impegno dell’associazione nel 2010 L’associazione, nell’ambito della sua mission di promozione delle politiche sociali e dello sviluppo di una nuova cultura so-ciale nel nostro paese, ha avviato questa attività di studio sul-lo specifico argomento nella consapevolezza che quello dell’accreditamento è, in questo anno, uno dei maggiori pro-blemi che gli operatori si trovano ad affrontare sia che si trovi-no ai vertici dell’organizzazione sia che abbiano funzioni di-verse. Le norme regionali propongono un completo stravolgi-mento delle vecchie regole e nessuno può ritenersi esentato dalla preoccupazione di capire le regole del cambiamento, del resto chi pensa di eluderlo e chi al cambiamento si oppone de-

ve rendersi conto che così facendo si oppone al futuro!

Uno scorcio del pubblico

26 marzo 2010 Bologna Savoia Hotel Il convegno si è svolto

nell’intera giornata, con una

sessione seminariale al matti-

no e un dibattito al pomeriggio

secondo il programma.

Sotto la lente le modalità ope-

rative per l’accreditamento

con particolare attenzione alle

responsabilità dei soggetti

coinvolti e agli effetti prodotti

sul sistema di welfare. La mis-

sione che l’associazione si pre-

figge è di promuovere cono-

scenza e dibattito attorno alle

tematiche dI pianificazione e

organizzazione dell’assistenza,

promuovere la qualificazione e

l’aggiornamento professionale

degli associati e di tutto il per-

sonale interessato avendo cura

di sostenere l’integrazione tra

le varie professionalità.

.

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Il 2° convegno si è tenuto a Caorso (PC) il 24 aprile 2010 presso la struttura “La Madonnina” Da sinistra:

Paolo Spolaore - Presidente Coop ASSO gestore della

struttura “La Madonnina”

Andrea Bianchi - Direttore generale dell'Azienda USL di

Piacenza

Fabio Callori - Sindaco di Caorso

Pierpaolo Gallini - Assessore ai servizi sociali della Pro-

vincia di Piacenza

Renato Dapero - Presidente sez. Emilia-Romagna dell'as-

sociazione ANOSS

Oltre ai relatori sopracitati erano presenti anche il Direttore delle Attività sociosanitarie Azienda

AUSL Dott. Gian Maria Soro e il Dott Francesco Negrotti, Funzionario rdel Comune di Fiorenzuola.

E’ stato sottolineato da tutti i relatori che con le regole per l’accreditamento, definite nel costante confronto con i Comuni, le parti sociali e i soggetti gestori si supererà il sistema degli appalti, nell’ottica di una nuova gestione dei servizi che prevederà precisi standard qualitativi, nuove moda-lità di relazione tra Amministrazione pubblica e soggetti gestori/erogatori, la garanzia di processi assistenziali a più elevata efficacia e qualità sotto la responsabilità di un unico soggetto, una forte integrazione con i servizi sanitari per la presa in carico complessiva delle persone e dei loro bisogni. E, come precondizione, servirà la riaffermazione del forte ruolo della programmazione territoriale

da parte degli Enti locali.

Sono previste tre forme di accreditamento, secondo un processo di gradualità: accreditamento tran-sitorio (per i servizi già parte del sistema e dotati di alcuni dei requisiti richiesti), accreditamento provvisorio (per i nuovi servizi), accreditamento definitivo (concesso ai servizi che possiedono tutti i

requisiti previsti).

Diverse perplessità sono state espresse riguardo alle Strutture esistenti che hanno un mix di camere anche a tre posti letto e rischiano di dover stravolgere l’aspetto strutturale per quanto riguarda

l’obbligo richiesto dall’accreditamento di avere solo camere doppie e singole

L’adeguamento a questa parte della normativa dell’accreditamento con riduzione dei posti letto porterebbe ad una revisione dei parametri organizzativi con conseguente ricaduta sulla gestione re-lativa ai costi del personale. È stato da più parti formulato l’auspicio che ci sia una proroga dei ter-mini in tal senso. Punto dolente sarebbe, per le strutture con camere a tre posti letto, il dover ri-durre i posti letto totali per adeguarsi alle normative strutturali delle camere come previsto dall’accreditamento. Da un lato quindi i requisiti richiesti che spingono verso livelli elevati di qualità e specie quelli strutturali potranno essere raggiunti soltanto in tempi lunghi e con investimenti note-voli che non si vede come possano essere garantiti subito, nel giro di due o tre anni, considerata la crisi economica e il sistema tariffario rigido. Dall’altro l’introduzione di nuove politiche orientate a determinare una situazione di responsabilità gestionale unitaria che finirà per escludere che un’Azienda Pubblica possa mantenere la gestione di un nucleo in cui operano maestranze di una co-

operativa che ha appaltato il servizio o parte di esso.

Il 3° convegno si è tenuto a Piacenza il 12 maggio 2010 in “Santa Maria della Pace” Con questo momento di studio dal titolo “ACCREDITAMENTO - Responsabilità gestionale unitaria: ri-flessi su organizzazione e personale” si è preso in considerazione il fatto che con l’introduzione del-le nuove norme si sono aperti scenari complessi e anche tali da destare preoccupazioni sia per lo svolgi-

mento dei servizi, sia per le sorti del personale oggi quanto mai difficili da decifrare

La responsabilità gestionale unitaria è una delle novità più rilevanti di tutto l'impianto normativo dell'accreditamento dei servizi sociosanitari i

Emilia-Romagna.

La Regione, ben conoscendo la situazione attuale che è di diffusa sovrapposizione gestionale tra enti gestori pubblici e cooperative, ha varato la norma della responsabilità unica secondo la qua-le non ci sarà più la possibilità di appaltare servi-zi o quote di servizio e ciò sembra positivo al fine della qualità, ma i dipendenti? Capiterà che alcuni debbano cambiare datore di lavoro? Saran-no comandati? Saranno assunti? Con quali regole? A questi interrogativi ha cercato di dare una ri-

sposta il convegno del 12 maggio.

Chairman dell convegno è stato, Graziano Giorgi, in piedi nella foto sopra, insieme a Dino Terenziani.

Il 4° convegno si è tenuto a Parma il 22 giugno 2010 in una sala della Camera di Commercio Il seminario aveva per titolo "La qualità dei servizi e le norme sulla remunerazione"

Nel merito la relazione ha posto in luce il fatto che la qualità si basa, come condizione primaria, sul-la possibilità di assicurare tutti gli investimenti necessari a fronte di una stabilità imprenditoriale del

soggetto gestore. Col superamento del sistema degli ap-palti si giunge alla necessità di integrazione in una nuova forma più ampia e significativa. Non solo integrazione tra sociale e sanitario (fronte aperto da tanti anni e mai com-

pletamente soddisfatto) ma anche tra pubblico e privato.

Quanto alla remunerazione la delibera regionale porta ad un sistema flessibile costruito sull'analisi dei costi attuali, differenziato per case mix con obiettivo di omogeneità tendenziale e con un decisa flessibilità per fronteggiare necessità peculiari dei servizi gestiti dagli enti pubblici. L'obiettivo primo è la soddisfazione dell'utente che ha bisogno di flessibilità e personalizzazione degli interven-ti, possibilità di libera scelta ed equità nei costi. I cittadi-

ni, o i comuni in caso di indigenza, pagano una cifra predeterminata, uguale in tutta la regione, dif-ferenziata per servizio (residenziale, semiresidenziale o domiciliare) ma costante e indipendente dalla categoria di appartenenza da un punto di vista dei bisogni sanitari. La quota a carico del FRNA è un dato ponderato che tiene conto del case mix. Si tiene conto di determinati elementi di flessibi-lità gestionale in base ai quali il costo può essere modificato in aumento o in diminuzione a seconda della presenza o meno di certi figure professionali (Es. Animatore) o della presenza in certe percentua-li di operatori con la qualifica di OSS. Ultima questione importante quella della remunera-zione dei servizi gestiti dagli enti pubblici a cui vie-ne riconosciuto un incremento (max 4 euro) per i maggiori costi contrattuali e l'IRAP. Ciò purché la gestione dei servizi da parte dell'ente pubblico sia diretta, completa o con (forte) prevalenza di perso-

nale assoggettato a contratto di pubblico impiego.

Anche in questa edizione Chairman della giornata è stato Graziano Giorgi (al centro nella foto a fianco con Soro, Bu-

riani e Dapero).

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Il 5° convegno si è tenuto a Ferrara il 23 settembre 2010 in una sala dell’ASP Centro Servizi alla Persona

Il seminario aveva per titolo "ACCREDITAMENTO – Rapporti tra

committente e gestore, il contratto di servizio" La procedura dell’accredita-mento dei sevizi sociosanitari, varata dalla Regione Emilia-Romagna, è ormai alle battute conclusive. Scaduto il termine per le domande di accreditamento, su-bito dopo dovranno essere redatti i contratti di servizio, importante mo-mento di confronto tra amministrazio-ne pubblica locale e gestore dei servizi.

Dopo un’introduzione saluto del Presi-dente dell’ASP, Sergio Gnudi, ha porta-to il saluto dell’amministrazione comu-nale di Ferrara la dott.ssa Chiara Sapi-gni, Ass. alla Salute e Servizi alla Per-

sona.

A questo punto si è svolta la presentazione dell’associazione e un’introduzione al problema gene-rale dell’accreditamento da parte di Renato Dapero, Presidente della sez. regionale di ANOSS. Ha ricordato le origini dell’associazione e il suo scopo principale che è quello di promuovere cono-scenza e dibattito sui servizi di assistenza socio-sanitaria e di realizzare, verso tutti i livelli di personale, una formazione coerente . Ha fornito poi una lettura della crisi del-lo “Stato dei servizi” secondo cui lo Sta-to è oggi in difficoltà per tre motivi

1. Servizi in rapporto alla domanda di una società sempre più complessa ed esigente

2. Necessità di una P.A. più tesa alla correttezza formale che all’efficienza /efficacia

3. Spesa troppo alta in rapporto all’efficacia dell’azione

L’intervento introduttivo si con-clude con una diapositiva che il-lustra gli strumenti di governan-ce e in che modo sono in rappor-to tra loro.

La parola è passata a Dino Terenziani di cui si ri-

portano ampi stralci dell’intervento trattandosi di

un’interessante panoramica sulla normativa

dell’accreditamento con evidenza dei nodi crucia-

li. Tra questi la burocrazia. Dice Terenziani ”La

delibera è molto puntuale sui requisiti per

l’accreditamento con ciò rivelando che l’apertura

a gestioni complete da parte di soggetti privati è

vista con sospetto. Anche il controllo di qualità

non migliora oltre un certo livello di procedure im-

poste, che invece producono burocrazia per il ge-

store e complicazioni per il controllore” con ciò, è

la conclusione del relatore su questo punto, si rende improbabile la sperimentazione di

procedure innovative che potrebbero consentire pluralismo nei soggetti e nella

produzione del servizio. Parla anche dei requisiti strutturali e delle grandi difficoltà che determina la norma che impone

la realizzazione di investimenti di cui non si vede facilmente la possibilità di essere corretta-

mente finanziati all’interno delle tariffe. Propone, poi, un interessante passaggio sulla gestione

unitaria: prospettiva complessa che in qualche caso impone la riorganizzare complessiva

dell’offerta di servizi, con problemi non solo organizzativi, ma anche politici e sindacali, non suf-

ficientemente presi in considerazione. Sottolinea che il percorso per realizzare tale passaggio è

stato opportunamente previsto come da svolgersi in un periodo triennale. “Rimane invece scritta

sulla sabbia l’indicazione, in sede di richiesta di Accreditamento transitorio, di stabilire da subito

l’esito di tale percorso con l’individuazione dei soggetti, che caso per caso, diventeranno i titolari

della responsabilità gestionale unitaria”. Entrando nel tema del contratto di servizio ricorda che

esso definisce gli obblighi che il soggetto gestore assume con l’accettazione di modalità e percor-

si di verifica in ordine al possesso dei requisiti, nonché di valutazioni periodiche sui servizi erogati

e sul loro modello gestionale. Nel contratto di servizio devono essere accettate le tariffe prede-

terminate e deve essere assunto il debito informativo verso le Amministrazioni competenti.

Mette, infine, in evidenza i seguenti punti critici:

- la complessità della definizione dei corrispettivi

- la compensazione per l’utilizzo di servizi o forniture ad opera dei soggetti pubblici

- l’equilibrio da ricercare tra l’omogeneità indicata dalle normative regionali e i margini di flessi-

bilità che consentano, caso per caso, di tenere in sintonia offerta e domanda.

Dopo Terenziani è la volta di Felice Maran, Direttore Attività Socio-sanitarie dell’AUSL di Fer-rara chiamato a esprimere una posizione sul non facile problema della qualità e sostenibilità. Primo concetto importante è che il termine “qualità” è comunemente utilizzato con significa-ti diversi. Il concetto di qualità quindi non è semplice né univoco e, specie per i servizi alla persona, si manifesta complesso e polivalente in quanto caratterizzato: a) da elementi storici, culturali, ambientali e istituzio-nali che ne determinano anche il livello di aspettativa dei cittadini; b) dalla diversità dei soggetti interessati: - utenti attuali e potenziali; - numerose figure professionali; - soggetti istituzionali; - erogatori pubblici, privati e del privato sociale.

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A questo punto riporta le norme ISO in base alle quali la qualità è definita come “l’insieme delle

proprietà e delle caratteristiche di un prodotto e/o di un servizio, che gli conferiscono la capacità

di soddisfare i bisogni espliciti ed impliciti del cliente/fruitore” sottolinea poi che nei servizi alla

persona la maggior complessità dipende anche dal fatto che non realizza un prodotto, ma un ser-

vizio e quindi quello che in base alle norme ISO può essere definito prodotto in realtà “si realizza

mediante il rapporto diretto fra operatore ed utente nelle azioni ed interazioni che costituiscono

la loro relazione” .

Il relatore conclude così: il prodotto di cui parliamo è “Un atto sociale” Afferma il relatore che

bisogna saper cogliere le diverse dimensioni della qualità in un’ottica correlazionale, innescando

processi virtuosi tesi al miglioramento dei servizi.

Infine questa conclusione: Non esiste qualità se non è per tutti

Il 6° convegno si è tenuto a Bologna il 15 dicembre 2010 in una sala dell’ASP Giovanni XXIII

Il titolo: "2010—Odissea nell’ACCREDITAMENTO”

Dapero introduce i lavori e Al-fonso Galbusera, nella sua qua-lità di Direttore Generale dell’ASP, esprime il Benvenuto

a tutti gli intervenuti.

Svolge la prima relazione il Dirigente regionale Raffaele Tomba al quale era assegnato il compito di fare il punto della situazione della lunga avventura dell’accreditamento dei servizi socio-

sanitari.

Le sue slides si possono leggere e sca-

ricare al link scritto sotto:

http://intervento Tomba-15-12-10=magazine

Alberto Alberani, nella prima foto a fianco,

pone l’accento sul fattore fondamentale: il

costo del lavoro. Come rappresentante del

mondo cooperativo sottolinea che il fattore

determinante del loro successo è non sempli-

cemente il costo del lavoro ma anche e so-

prattutto le modalità di reclutamento e la

valorizzazione delle risorse umane con parti-

colare riguardo ai quadri intermedi sottoline-

a che viene usato un modo molto diverso da

quello del “pubblico”. All’inizio tutto o quasi

era del pubblico ora la maggior parte dei po-

sti accreditati saranno delle cooperative. Cri-

tica il metodo delle gare d’appalto e soprat-

tutto le modalità in cui sono state gestite in

quanto hanno finito per drogare il mercato

così che non c’è più stata concorrenza basata

sulla qualità. Si dichiara altresì dubbioso che

l’accreditamento serva davvero a migliorare

la qualità perché al di là della bontà delle

regole c’è una certa preoccupazione sulle ca-

pacità a livello locale di applicarle corretta-

mente. I controlli sono ancora troppo sempli-

cemente burocratici. Interessante la strada

indicata che tutti coloro che avevano sempli-

cemente esperienza di controlli ew facevano

appalti diventino dei certificatori di qualità.

L’idea è bella, ma la proposta non nasconde

la preoccupazione che rappresenti un diffici-

le passaggio forse più esattamente impossibi-

le.

Alfonso Galbusera sottolinea che tutti do-

vrebbero avere le stesse possibilità e ricorda

che le ASP sono penalizzate per gli aspetti

fiscali e contributivi.

Michele Fiorini dice che anche il Privato

commerciale è posto su un piano a volte di

evidente discriminazione.

Giovanni Soro porta l’esperienza di Piacenza

dove c’è stata collaborazione tra USL e Uffi-

ciop di Piano e dichiara che l’intervento

dell’USL è utile al fine dell’omogeneità.

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Evitare il 2012 Evitare il 2012

Se c’è una cosa che balza all’occhio facendo un primo rapido consuntivo del “Forum della non autosufficienza” di Bologna è che nulla è come sembra!nulla è come sembra!nulla è come sembra! Que-sto perché tutto il variegato mondo del sociosanitario ancora sta camminando nella via disegnata negli anni scorsi, ma questa via sta per essere drammatica-mente sconvolta. Sta per essere ingoiata in una voragine come nella fine del mondo prospettata dal film 2012. Certo non sarà la fine del mondo materiale ma

la fine di quel mondo a cui abbiamo creduto fin’ora si, lo sarà!

Come potranno i nostri controllori regionali presentarsi candidamente a chiede-re determinati livelli di qualità dei servizi se nessuno li potrà realizzare con le

risorse date?

Come faranno i responsabili regionali a guardare in faccia ai gestori quando con-segneranno le norme dell’accreditamento mentre con l’altra mano porgeranno

l’amaro calice dei tagli finanziari?

E chi potrà ancora credere nella programmazione locale se il fondo per la non autosufficienza non sarà mai sufficiente a coprire il fabbisogno numericamente

crescente!?

Per la verità fin’ora avevo pensato che il secondo decennio del nuovo secolo a-

vrebbe visto il crollo delle gestioni pubbliche a favore delle organizzazioni pri-

vate profit e non profit, con una certa prevalenza di queste ultime per alcuni

presupposti ideali e culturali. Oggi ho qualche dubbio in più: nessuno al mondo è

sufficientemente attrezzato per compiere miracoli, quindi alle regole attuali

nessuno, ne pubblico né privato potrà farcela. Certo tra le due tipologie organiz-

zative non c’è dubbio che quella privata ha qualche possibilità in più, ma non

così come le cose sono organizzate oggi.

Sarà interessante studiare in futuro le reazioni del variegato mondo dei servizi a

questo stato di cose; cioè sarà interessante vedere come si comporteranno i ge-

stori al momento in si concretizzeranno le previsioni catastrofiche.

Il sistema pubblico, già farraginoso per sua impostazione storica, sovraccaricato

di fardelli burocratici e fiscali, non potrà che cedere e cadrà per volontà stessa

dei comuni.

Una specie di eutanasia del gestore pubblico per impossibilità da parte dei suoi

soci fondatori di mantenerlo. I produttori privati, a quel punto, benché dotati di

maggior efficienza/efficacia non potranno comunque coprire il fabbisogno se

non offrendo un calo di qualità per i clienti dei posti accreditati e una segmen-

tazione di livelli di qualità per i posti liberi che dovranno essere previsti in sem-

pre maggior numero. Come dicevo chi potrà mai credere alla programmazione

locale se mancano i soldi per sostenerla? La programmazione non servirà a mol-

to e ci penseranno le regole di mercato .

Mercato come soluzione: non è una bestemmia, è la presa d’atto di una realtà.

Pensare che il problema si possa risolvere con una visione di retroguardia basata

sulla ripresa di metodi fai da te familistici mi sembra un grave errore di prospet-

tiva che non tiene conto delle condizioni delle famiglie (Famiglie non numerose,

lavoro precario, donne che comunque e giustamente non rinunciano a un ruolo

professionale, famiglie mononucleari con pensioni minime, redditi insufficienti

rispetto ai costi della vita e altre varie amenità…) ma non tiene conto neanche

del fatto che le “badanti” oltre a continuare ad essere poco professionali sono

anche molto care quando “messe in regola”.

Non potrà non aver spazio la struttura che offre un servizio sufficiente –

l’utilitaria dei servizi se mi si consente un paragone automobilistico – un servi-

zio che assicuri il rispetto di requisiti minimi accettati dal mercato.

E sarebbe già una buona soluzione: guardate come sono le utilitarie di oggi, sono

delle ottime macchine!

Già sono delle ottime macchine per due ragioni: hanno goduto di un notevo-

le sviluppo tecnologico e il regime di concorrenza ha favorito gli investimenti

sulla qualità tesi alla conquista di fette crescenti di consenso da parte di un pub-

blico consapevole.

Ecco la parola chiave: la clientela deve essere consapevole perché la concorren-

za tra produttori (pubblici o privati poco importa) possa far crescere davvero la

qualità e le garanzie per i consumatori. Ma nel nostro mondo questa consapevo-

lezza non c’è.

Se ci sta a cuore il futuro dei nostri servizi (anche perché in un futuro più o me-

no lontano sono questi i servizi che, ci piaccia o no, ci dovranno interessare per

forza) è da qui che dobbiamo cominciare: diffondere la conoscenza del proble-

ma e sollecitare qualunque forma di approfondimento e di miglioramento della

cultura specifica rivolta a tutti i cittadini. A tutti perché tutti i cittadini vanno

verso questo futuro ed è bene che sappiano meglio organizzare l’aspettativa per

loro stessi e per i loro cari.

Se non ci organizziamo

dal basso succede come

nel film 2012. Chi ha le

informazioni si organiz-

za e risolve il problema

per sé e pochi altri con

l’appoggio di pochi sog-

getti finanziariamente

potenti e gli altri .. affondano!

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Documenti in PDFDocumenti in PDF

Cliccando sui link riportati di seguito è possibile vedere e

scaricare alcune sequenze di slides proiettate al convegno

del 4 novembre a Bologna in occasione del “Forum della

non autosufficienza”.

Maria Mongardi http://issuu.com/anoss-dapero/docs/mongardi?viewMode=magazine

Intervento Ferretti http://issuu.com/anoss-dapero/docs/slides-ferretti?viewMode=magazine

Giovanni Soro http://issuu.com/anoss-dapero/docs/slides-soro?viewMode=magazine

Sabrina Belardinelli http://issuu.com/anoss-dapero/docs/slides-belardinelli?viewMode=magazine

Il convegno a Ferrara del 23 settembre

Relaz. di Felice Maran http://issuu.com/anoss-dapero/docs/

relazione_di_felice_maran?mode=a_p

Rel. di Michele Fiorini http://issuu.com/anoss-dapero/docs/atti-fiorini

la figura professionale di RAA. Relazione di Carlo Gobbi

http://issuu.com/anoss-dapero/docs/la_raa?mode=a_p

Cultura e organizzazione. Un intervento di Dapero

http://issuu.com/anoss-dapero/docs/corso_middle_atipici_-

_org-cultura?viewMode=presentation

Letizia Espanoli, alla domanda se sarà possibile mantenere alta la qualità

dei servizi in situazione di risorse scarse, ha risposto con questo video.

Clicca YouTube

VideoVideo

Video-Intervista a Maria Mongardi = Clicca sul link:

http://www.youtube.com/watch?v=JBdA_-uTZsk

Autrice del libro” La cura dell’anziano”

Nuovo ghetto o welfare del futuro? Intervista a Bruno

Rossi e Lorenzo Lasagna (Parma) Per vedere clicca sul link

http://www.youtube.com/watch?v=kaMXREpjesc

L’alba del nuovo giorno -Accreditamento servizi socio-sanitari.

Un video realizzato con operatori e ospiti Clicca sul link:

http://www.youtube.com/watch?v=aLXbuOX5OLc

“2010 Odissea nell’ Accreditamento”. Video-sintesi del convegno di Bologna del 15 dicembre link:

http://www.youtube.com/watch?v=VYwul_2syZ4

Intervista a Paola Marani responsabile welfare

e sanità del PD di Bologna clicca sul link

http://www.youtube.com/watch?v=We4if46Aouw

Errani sul welfare clicca sul link

http://www.youtube.com/watch?v=Db80PyGSA4s

Un leader nazionale (Casini) clicca sul link

http://www.youtube.com/watch?v=NmOmm3v_dXU

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ANOSS sez. Emilia Romagna Associazione di Promozione Sociale

Campagna Tesseramento 2011

A tutti gli iscritti si richiede di promuovere

l’associazione presso tutti i colleghi ed amici.

Come ci si iscrive:

Inviando una mail al seguente indirizzo:

renato.dapero@ anoss.it

contenente:

cognome, nome, data e luogo di nascita, indirizzo

e indirizzo e-mail nonché i dati professionali:

Ruolo e sede di lavoro

La quota annuale di adesione è di 12 euro Da versare nel c/c on line che vi verrà comunicato