Lunarfollie n.2 febbraio-2013

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I.I.S. LUNARDI - BS Febbraio 2013 vuole essere sé stessi fino in fondo, e les- sere sé stessi va con- tro la corrente che tut- ti seguono: in poche parole, si deve impa- rare a fregarsene. An- che perché non si può sicuramente menare ogni persona che ci prende in giro, oltre ad essere un atteggia- mento comunemente ritenuto sbagliatosarebbe una dimostra- zione che in fondo ci importa di quello che pensano gli altri, an- che se i nostri vestiti, i nostri modi, i nostri capelli, i nostri pier- cing e tatuaggi vor- rebbero far capire il contrario. La morale, secondo me, è che una persona deve imparare ad essere forte, se non vuole farsi sovrastare dalle opinioni dello sciame che ti dice sei sfigata, resterai sempre sola”. Perché la paura di quella che chiamano diversitàè la solitudine che ne deriva. In fondo, le persone pre- tremmo definirli gli eccentrici”. Nello scrivere di questo argo- mento mi sento quasi chiamata in causa, perché sono stata chia- mata più di una volta strana”, arcobaleno”, ti-ha-vomitato- addosso-un-unicornoe altri molteplici deliziosi soprannomi per via della mia passione per le tinte colorate, quindi posso capi- re al 100% una persona che deci- de di esprimere sé stessa con il proprio corpo, incurante di quel- lo che fanno gli altri. Ma riesco a capire anche latteggiamento di un ragazzo o una ragazza normale(che poi, normale che vuol dire?) che vede per esem- pio, una ragazza coi i capelli ver- di, e non sa cosa pensare... Quel- lo che non capisco è il perché spesso sfocia tutto nelle prese in giro, in alcuni casi negli atti di bullismo che, si sa, in poche scuole mancano. Questo è un at- teggiamento che veramente non capisco e non tollero, ma credo che ci si debba abituare, se si Anno 21 Numero 2 Cosè la diversità? E che cosa sancisce la diversità di una per- sona dallaltra? In altre parole, cosa vuol dire normale? E ancora, perché una persona dovrebbe essere diversada unaltra? Largo- mento della diversità è ritornato recente- mente alla ribalta, anche se è sempre un argomento attua- le, dopo il suicidio del quindicenne ro- mano, su cui circola- no tante voci: che fosse gay, che non lo fosse, che si è uc- ciso perché non sop- portava le prese in giro dei compa- gni, che andava in giro con i vestiti rosa e lo smalto sulle unghieQuello che in realtà è successo non lo sappiamo, però ciò che è suc- cesso ci fa sicuramente riflettere sul nostro concetto di diversità e delle discriminazioni che la ac- compagnano, ma non è delle diver- sità innateche voglio parlare ora, anche se ci sarebbe un discor- so lunghissimo e sicuramente com- plicato da fare. I ragazzi di cui vo- glio parlare in questo articolo sono gli straniche decidono di esser- lo. Chiariamoci. Non intendo con questo le persone che vogliono fa- re finta di essere ciò che non sono, i volgarmente detti bimbiminchia”: in questo mo- mento mi vengono in mente tutti i ragazzi, le ragazze, gli uomini e le donne che semplicemente scelgo- no di esprimersi, vestirsi, truccarsi, parlare come piace a loro, senza curarsi della moda, o di cosa pen- sano gli altri. In una parola, po- IN QUESTO NUMERO: pag. 3 Beppe Mattei pag. 6 Economia di Comunione pag. 7 Naturalmente diversi pag. 8 Movies pag. 8 Buon appetito pag. 9 Ivan Tresoldi pag.10 Oroscopo 2013 pag.11 Buona lettura pag.12 Viaggiatori diversi pag.16 Yes we can!!

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Giornalino scolastico dell'IIS Lunardi - Brescia

Transcript of Lunarfollie n.2 febbraio-2013

I.I.S. LUNARDI - BS Febbraio 2013

vuole essere sé stessi fino in fondo, e l’es-sere sé stessi va con-tro la corrente che tut-ti seguono: in poche parole, si deve impa-rare a fregarsene. An-che perché non si può sicuramente menare ogni persona che ci prende in giro, oltre ad essere un atteggia-mento comunemente ritenuto “sbagliato” sarebbe una dimostra-zione che in fondo ci importa di quello che pensano gli altri, an-che se i nostri vestiti, i nostri modi, i nostri capelli, i nostri pier-cing e tatuaggi vor-

rebbero far capire il contrario. La morale, secondo me, è che una persona deve imparare ad essere forte, se non vuole farsi sovrastare dalle opinioni dello sciame che ti dice “sei sfigata, resterai sempre sola”. Perché la paura di quella che chiamano “diversità” è la solitudine che ne deriva. In fondo, le persone pre-

tremmo definirli “gli eccentrici”. Nello scrivere di questo argo-mento mi sento quasi chiamata in causa, perché sono stata chia-mata più di una volta “strana”, “arcobaleno”, “ti-ha-vomitato-addosso-un-unicorno” e altri molteplici deliziosi soprannomi per via della mia passione per le tinte colorate, quindi posso capi-re al 100% una persona che deci-de di esprimere sé stessa con il proprio corpo, incurante di quel-lo che fanno gli altri. Ma riesco a capire anche l’atteggiamento di un ragazzo o una ragazza “normale” (che poi, normale che vuol dire?) che vede per esem-pio, una ragazza coi i capelli ver-di, e non sa cosa pensare... Quel-lo che non capisco è il perché spesso sfocia tutto nelle prese in giro, in alcuni casi negli atti di bullismo che, si sa, in poche scuole mancano. Questo è un at-teggiamento che veramente non capisco e non tollero, ma credo che ci si debba abituare, se si

Anno 21 Numero 2

Cos’è la diversità? E che cosa sancisce la diversità di una per-sona dall’altra? In altre parole, cosa vuol dire normale? E ancora, perché una persona dovrebbe essere “diversa” da un’altra? L’argo-mento della diversità è ritornato recente-mente alla ribalta, anche se è sempre un argomento attua-le, dopo il suicidio del quindicenne ro-mano, su cui circola-no tante voci: che fosse gay, che non lo fosse, che si è uc-ciso perché non sop-portava le prese in giro dei compa-gni, che andava in giro con i vestiti rosa e lo smalto sulle unghie… Quello che in realtà è successo non lo sappiamo, però ciò che è suc-cesso ci fa sicuramente riflettere sul nostro concetto di diversità e delle discriminazioni che la ac-compagnano, ma non è delle diver-sità “innate” che voglio parlare ora, anche se ci sarebbe un discor-so lunghissimo e sicuramente com-plicato da fare. I ragazzi di cui vo-glio parlare in questo articolo sono gli “strani” che decidono di esser-lo. Chiariamoci. Non intendo con questo le persone che vogliono fa-re finta di essere ciò che non sono, i volgarmente detti “bimbiminchia”: in questo mo-mento mi vengono in mente tutti i ragazzi, le ragazze, gli uomini e le donne che semplicemente scelgo-no di esprimersi, vestirsi, truccarsi, parlare come piace a loro, senza curarsi della moda, o di cosa pen-sano gli altri. In una parola, po-

IN QUESTO NUMERO: pag. 3 Beppe Mattei pag. 6 Economia di Comunione pag. 7 Naturalmente diversi pag. 8 Movies pag. 8 Buon appetito pag. 9 Ivan Tresoldi pag.10 Oroscopo 2013 pag.11 Buona lettura pag.12 Viaggiatori diversi pag.16 Yes we can!!

LUNARFOLLIE 2

sione sull’argomento, e la solu-zione del problema, è che la di-versità non esiste. Siamo noi a crearla... e tutte le parole, i fatti atti a valorizzare la massa e a de-nigrare il singolo, sono una pro-va dell’ignoranza che regna nel-le teste di chi li genera. Dove a quanto pare non circola aria per-ché hanno il paraocchi talmente calato che non vedono una fes-sura né sentono il profumo del nuovo. A loro la diversità serve per sentirsi parte di un mondo a sé, dove tutti sono uguali, e i di-versi sono da escludere perché non sono normali... ma se qual-cuno eliminasse il concetto di di-versità, la normalità scompari-rebbe. E diventeremmo tutti di-versi, e tutti uguali... divente-remmo tutti, semplicemente, persone. Individui che, insieme, fanno parte del mondo.

“Западе”

impegno per esserlo. Comunque, all’inizio nessuno mi darebbe un nichelino. Poi arriva il momento dell’impegno da prendersi, della verifica, della domandina d’intui-zione durante l’interrogazione... e lì viene la mia rivincita. Perché la loro diffidenza mi fa capire quanto la mente umana è in realtà ottusa, nel voler per forza pensare che l’apparenza di una persona ne de-termini la sostanza... E invece no. E invece arriva il momento in cui si rendono conto che ho anche io un cervello, che posso rispettare una scadenza, che se mi prendo un impegno lo mantengo. Che sono una persona, praticamente. Che non sono niente di strano, niente di assurdo… certo, mi capita il mo-mento in cui sono persa nei miei pensieri, il momento di rabbia in-controllabile... ma non è forse tipi-co delle persone? Quello a cui voglio arrivare, che è il risultato di una mia lunga rifles-

feriscono confrontar-si con i propri simili, e lasciare indietro quelli che non gli as-somigliano: per que-sto il ragazzo che si veste sempre di nero resterà isolato dalla classe senza mai es-ser coinvolto, anche se magari è il più in-telligente e potrebbe aiutare i propri com-pagni. Non sto di-cendo che sia una cosa che succede sempre, ma nessuno può negare che le persone, sebbene siano spesso cu-riose, hanno paura del diverso. E lo screditano subito, senza dargli nean-che una possibilità. A questo riguardo posso riportarvi la mia esperienza personale, quello che mi succede il 90% delle volte che conosco qualcuno, sia tra amici che a scuola o nel lavoro. La presenta-zione è seguita da una lunga squa-drata-radiografia che passa dai ca-pelli, agli occhialoni e agli anfibi, come dire “ti sbagli, qui l’abito fa il monaco”. Ovviamente senza dire una parola, anzi: nascondendo il tut-to dietro un sorrisino che non na-sconde per niente quello che il mio interlocutore sta pensando. Sono sta-ta etichettata più di una volta stupi-da, inaffidabile, una sfaticata, anche se non credo che molte persone che mi conoscono ammetterebbero di averlo fatto, e anche se penso di es-sere tutto il contrario, almeno... mi

REDAZIONE Caterina Bertaggia 4M Laura Maloku 4M Marta Benerini 4M Rakeb Tosio 2EL Sara Scardavilli 5E Sara Ghanami 4E Nicole Montini 5E Direttore: prof.ssa Marina

Raggi

Composizione e stampa a cura di Lino Martinazzoli

Lunarfollie viene pensato, prodotto, stampato e distri-buito presso il CIMP dell’

IIS “A. LUNARDI” via Riccobelli, 47 Tel. 030/2009508/9/0 Fax 030/390996 Email: [email protected]

LUNARFOLLIE 3

Che strano effetto, dopo anni

sedersi di nuovo al computer

per scrivere, e riprendere in ma-

no la mia vecchia passione per

il giornalismo.

E sopratutto, che brutto effetto

farlo per scrivere di Lei profe.

Faccio fatica a trovare le parole,

un po' la classica crisi della pa-

gina bianca, un po' per l'arruggi-

nimento dato dai tanti anni d'as-

senza dalla scrittura, ma since-

ramente un po' perche mi man-

cano proprio le parole, le parole

giuste per parlare di Lei senza

sembrare banale, senza usare

frasi fatte, per far capire a tutti

che gran persona e' stata.

Storico portabandiera dell'istituto

Lunardi, ha sempre riposto grandi

speranze nei suoi studenti, li ha

sempre spronati a fare, a mettersi

in gioco ed a accrescere il proprio

bagaglio culturale. Ha avuto gran

fiducia in loro, ed ha sempre la-

sciato il segno. Tutti ricordano le

sue grandi mani mentre gestico-

lano durante la lezione, suo se-

gno distintivo ed irrinunciabile.

Tutti si ricordano di Lei profe, e

so per certo che tanti sono stati

orgogliosi di averLa come pro-

fessore.

Quanto l'ho odiata quando ha

deciso di nominarmi segretaria

di redazione del Lunarfollie.

Non volevo prendermi quella re-

sponsabilità e all'inizio la vivevo

come "altri compiti a casa". E

come l'ho ringraziata quando

poi ho capito che l'aveva fatto

perché si fidava di me. Da lì

"LETTERA AD UN PROFESSORE"

LUNARFOLLIE 4

"non ci siamo più lasciati", tra

Lunarfollie, Metagiò, Convegni

delle testate studentesche e

Fondazione Tovini.

Mi ha fatto sentire grande e re-

sponsabile. In 3° superiore ci si

sente già grandi e in grado di

spaccare il mondo, mentre tutto

il mondo intorno continua a trat-

tarci invece come dei ragazzini.

Lei ci trattava da adulti, preten-

dendo il giusto rispetto da per-

sone adulte anche verso di lei.

Ricordo con un pizzico di no-

stalgia gli anni passati al Lunar-

di, passati bene, con molti

splendidi compagni di classe

che sento ancora, dei bravi pro-

fessori magari non tutti validi al-

lo stesso modo, e magari qual-

cuno con la vocazione dell'inse-

gnamento un po' scemata negli

anni, ma tra i ricordi nostalgici di

quegli anni sicuramente va an-

noverato lei, Prof. Mattei.

La stimavo profe. Anzi la stimo.

Credo sia giusto ricordarla co-

me grande educatore, e queste

due righe su di lei non vogliono

essere altro che il ricordo di una

sua studentessa, che conserve-

rà il ricordo di un gran professo-

re, oltre che di una gran perso-

na. E' stato il professore, con la

P maiuscola, e voglio farlo sa-

pere anche a tutti quegli studen-

ti che non hanno avuto la fortu-

na ed il privilegio di averla come

professore. Buon viaggio prof.

Mattei.

Con affetto

Giulia Guerra

Ex-5°F anno scolastico 2005/06

Oggi pomeriggio ho sfogliato i miei Lunarfollie, il primissimo ri-salente ormai a dieci anni fa. Ne ho tenuto qualcuno, seguendo il consiglio di un Professore che ci disse “conservateli, perché un giorno vi farà piacere avere qual-che memoria di questo periodo”. In realtà, di memorie di quel pe-riodo ne ho molte; le più vivide sono quelle che mostrano le loro conseguenze anche ad anni di di-stanza. Si tratta di insegnamenti che non hanno tanto a che fare con la matematica, l’inglese o la storia. Riguardano, invece, il mo-do di approcciare la vita, di reagi-re alle situazioni: mai subirle pas-sivamente, ma diventarne prota-gonisti e conduttori. Mai aspetta-re che ciò che vogliamo cada dal cielo, ma darsi da fare per otte-nerlo. Mai rassegnarsi, mai seder-si, mai compiacersi dei risultati ottenuti. Perché bisogna per forza dare più dello stretto necessario, impegnando le proprie energie per la crescita di se stessi e degli altri. Queste erano le lezioni di un Pro-fessore che in classe non esitava a provocarci e spronarci, lanciando temi anche fastidiosi e accenden-do discussioni che non potevano lasciarci indifferenti. Forse è pro-prio questo il compito più diffici-le di un insegnante? Spazzare via

la patina di distac-co e di noia, di abitudine e di di-sinteresse che spesso ci ricopre. Svegliarci, farci pensare, accen-derci! Ricordo quel Pro-fessore come un vulcano intenso di idee e proposte (una storica, lan-ciata appena pri-ma delle vacanze estive, era qualco-sa come “nei prossimi tre mesi avrete 24 ore libe-re ogni giorno: ot-to per dormire, ot-to per divertirvi, otto per impe-

gnarvi”, ed a seguire una valan-ga di iniziative sufficienti a riempire almeno tre estati), sempre impegnato in qualche progetto, sempre coinvolto in prima persona. Ed era impossi-bile non venirne contagiati, an-che perché si vedeva che il suo obiettivo non era quello trasfe-rirci informazioni stantie ripor-tate in libri di testo già vecchi, ma quello, ben più ambizioso, di aiutarci a crescere. Allora non lo sapevo ancora, ma quell’energia e quella determi-nazione mi sarebbero servite ne-gli anni successivi, quando i punti fermi e le persone da cui prendere esempio sarebbero ini-ziati a scarseggiare. Quando per concludere qualcosa non sareb-be più bastato galleggiare in su-perficie e lasciarsi trascinare dalla corrente. Quando limitarsi al minimo sindacale sarebbe stato inutile, e per andare avanti ci sarebbero voluti grinta, co-raggio ed entusiasmo. Per questo oggi, mentre sfoglia-vo i miei vecchi Lunarfollie, le memorie che mi tornavano in mente si potevano riassumere in tre semplici parole. Grazie Professor Mattei.

Michela Franceschini

LUNARFOLLIE 5

Il primo ricordo che ho del

professor Mattei è lui nel cor-

ridoi a parlare con Marzio...

sempre a discutere quei due :-)

e il profe era sempre indaffara-

to, mi chiedo come facesse a

fare tutto insieme.

Il primo anno che facevo gior-

nalino c'era da organizzare il

convegno dei giornalini stu-

denteschi a Brescia e confesso

che mi è piaciuto tanto... più

passavo tempo con Mattei più

riusciva a trasmettermi l'amore

per il giornalino (l'ho addirit-

tura portato come argomento

della tesina per gli esami) e,

più in generale, per la vita :-)

I 15 minuti durante la ricreazio-

ne per metterci in riga (le sca-

denze erano importanti) e/o as-

segnare gli argomenti alla reda-

zione.

Io mi occupavo dei disegni, ma

mi è capitato di scrivere due ar-

ticoli... mi fermavo spesso dopo

che gli altri erano usciti per

chiederli che disegni servivano

per il prossimo numero, ma era

quasi sempre impossibile perché

c'era sempre un sacco di gente

che lo circondava con mille al-

tre domande. Era il nostro riferi-

mento, ed è impossibile dimen-

ticarlo.

Mi diceva sempre che se era

nervoso non scaricava tutto su-

gli altri ma andava nel suo or-

to in collina... mi faceva sem-

pre tanta tenerezza questa fra-

se.

Per un anno l'ho avuto come

profe e devo dire che le sue le-

zioni non erano mai standard...

ripeteva sempre la sua magica

formula dell'8.

Voleva tanto bene a noi ragaz-

zi, voleva che noi capissimo

quanto poteva essere bella la

vita, ma che comunque non

sempre è tutto rose e fiori.

Nel periodo in cui si ammalò

cercava di tenerlo sempre per

sè... lo sapevamo in pochi...

MA QUANTO ERA FORTE

LUI!!!!!! FORTISSIMO!!!!

non si faceva scoraggiare, ave-

va una forza immensa.

Leggeva tantissimo, in un me-

se (senza esagerare) faceva

fuori minimo 30 libri.

Era un mito... e mi di-

spiace che molti altri

non l'hanno potuto

conoscere, perché le

persone come lui so-

no rare..., è stato più

che un semplice pro-

fe, è stata una guida, e

io ringrazio il Signore

di averlo conosciuto.

Mi mancherà tantissi-

mo

Daria Krylova

LUNARFOLLIE 6

Si può oggi pensare, agire e costruire in un contesto economico così rigido e spietato come quello cui siamo abituati? Si può pen-sare all’economia e al profitto in modo diver-so? Evidentemente sì, molti lo fanno o perlo-meno ci provano. Vogliamo presentarvi una realtà davvero particolare, una filosofia d’im-presa prima che una concreta attività azien-dale nata agli inizi degli anni ’90 e da subito dotata di respiro internazionale, la EdC, Eco-nomia di Comunione, alla quale si rifanno di-verse imprese tuttora operanti nel mondo. L’originalità a nostro avviso sta nel porre l’accento non tanto sul “no-profit”, formula ambigua e abusata, quanto sul “profit intelli-gente”, in quanto il guadagno lungi dall’esse-re demonizzato viene invece immediatamen-te reinvestito per creare lavoro e opportunità di crescita. “L'Economia di Comunione (EdC), fondata da Chiara Lubich nel maggio 1991 a San Paolo, coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici, tutti impegnati ai vari livelli a promovere una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico. In concreto l'EdC invita a: vivere e diffondere una nuova cultura economica e civile, dai bambini agli anziani, che Chiara Lu-bich ha voluto chiamare “cultura del dare”; formare nuovi imprenditori e imprenditori nuovi che liberamente condividano gli utili per sostenere gli scopi dell'EdC: la riduzione della miseria/esclusione, la diffusione della cultura del dare e della comunione, lo sviluppo dell'azienda e la creazione di posti di lavoro; imprenditori che concepisca-no e vivano la loro impresa come vocazione e servizio al bene comune e agli esclusi di ogni latitu-dine e contesto sociale; combattere le varie forme di indigenza, esclusione e miseria con una duplice inclusione: comunita-ria e produttiva; siamo convinti infatti, anche per l’esperienza ormai ventennale, che non si possa curare nessuna forma di povertà non scelta senza includere le persone svantaggiate all’interno di comunità vive e fraterne, e, laddove è possibile, anche nei luoghi del lavoro, nelle imprese: finchè chi può e deve lavorare non riesce ad averne l'opportunità, questi rimane sempre una persona in-digente. Per rendere un tale progetto possibile, l’Economia di Comunione lavora ad un vasto progetto for-mativo alla cultura del dare, attraverso scuole, incontri, eventi formativi rivolti a giovani, lavoratori, imprenditori, cittadini”. (notizie tratte dal sito web ufficiale dell’EdC) Consigliamo vivamente il sito ufficiale dell’organizzazione, da cui trarre spunto per un approfondi-mento concreto e perché no, per una tesina di quinta “diversa”: www.edc-online.org

A cura della Redazione

LUNARFOLLIE 7

Per biodiversità intendiamo la varietà di specie animali e vegetali esistenti sulla Terra ed è il ri-sultato di lunghi processi evolutivi, che da oltre tre miliardi di anni, permettono alla vita di adat-tarsi al variare delle condizioni sul pianeta. Il termine “biodiversità” deriva dall'inglese “biodiversity”, letteralmente traducibile in "varietà della vita" (per info: www.wwf.it ; Wikipedia ; http://www.ips.it/scuola/concorso/bachelet/biodiver.htm). Oggi “biodiversità” è diventato sinonimo di “patrimonio”, “ricchezza”, da proteggere e con-servare. È nostro dovere difendere la natura, per due ragioni: garantire la sopravvivenza umana, animale e ve-getale sulla Terra; preservare il fascino naturale; il diverso, in natu-ra, è bello: perché non ammirare anche il Ragno Pavone piuttosto che accontentarsi del ragno co-mune? Ricordo che un giorno una persona disse che un tempo c'era più scelta fra frutta e verdura e che oggi sono tutte uguali, così mi chiesi: dove sono andate a finire le verdure di una volta, ora? Purtroppo né gli studiosi, né tanto meno noi, si rendono conto che numerose specie animali e ve-getali sono ormai scomparse dalla faccia della Terra.

Un giorno ci sveglieremo la mattina e scopriremo di essere soli al mondo... E forse sarà troppo tardi! Se parliamo di vegetali commestibili, il problema, non sta molto nell'aspetto estetico, ma nelle loro pro-prietà nutritive ed energetiche. Quasi tutti i prodotti agricoli sono geneticamente mo-dificati. Le sementi che abbiamo oggi non sono quelle che esistevano in natura un tempo e questo perché le modifiche apportate dall'uomo hanno fatto sì che la pianta prenda un'altra strada evolutiva, sviluppandosi per la quantità e non per la qualità. Lo sapevate che il mais di oggi non è quello che ha invaso le tavole europee a partire dal '500? L' antena-ta del “granturco” era un'esile piantina dai limitati chicchi (si parla di una decina), ma aveva un alto con-tenuto nutriente e sapeva riprodursi senza l'intervento artificiale, selvaticamente. Ora, abbiamo una pannoc-chia ben più grossa, è vero, ma senza l'aiuto del con-tadino la pianta è destinata a sparire. E se un giorno l'uomo non avesse più voglia di zappare? Anche le fragole, le ciliegie, le arance: la priorità dell'uomo non è più la salute e il benessere offertoci da Madre Natura, ma riempire lo stomaco e placare i sintomi della fame. E guadagnare. Probabilmente, non è la modifica che è sbagliata, ma il suo processo e il suo risultato: gli agricoltori do-vrebbero provare a seminare piante innovative, ma al-lo stesso tempo che sappiano riprodursi autonoma-

mente. “Modernizzarsi ma senza di-menticare il proprio passa-to”, può essere il motto per le sementi del do-mani...

Kaname

LUNARFOLLIE 8

FREEDOM WRITERS Freedom writers è un film del 2007, diretto da Richard LaGrave-nese. Ispirato ad una storia vera, il film tratta le vicende di un'inse-gnante d'inglese, Erin Gruwell, alla Woodrow Wilson High School, in California. Partecipando al programma d'integrazione razziale è costretta a scontrarsi con una dura realtà. Gli studenti appartenenti a diversi gruppi etnici si odiano, e sono in costante guerra. Provengono tutti da realtà in cui la violenza costituisce parte integrante della loro vita quotidiana. Gli altri docenti, e la stessa direttrice, sembrano ormai rassegnati a questa situazione, mentre Erin, apparentemente fragile, si mo-stra determinata nel perseguire il suo progetto, nonostante gli al-lievi inizialmente la respingano convinti che sia solo l'ennesima insegnante a cui non interessa realmente del loro vissuto. Alla fine riuscirà a convincerli ad uscire dalle gang e a scrivere dei diari che successivamente diverranno un libro.

Laura Maloku

Questa ricetta mi è stata consigliata da una amica di famiglia. È un dolce diverso dal solito ed è buono da gustare sia come merenda che come dolce dopo cena da condividere con amici e parenti. FLAN BRETONE /gb

Ingredienti: 4 uova 150 gr di zucchero 150 gr di farina 0 400 ml di latte prugne secche denocciolate a volontà…. Rum Zucchero a velo Mettere in ammollo le prugne nel rum Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere la farina setac-ciata, e sempre mescolando versare il latte fino creare una pa-stella abbastanza liquida. Foderare una teglia (diametro 20/22 cm) versarvi metà pastella, inserire le prugne precedentemen-te strizzate e coprire con la restante pastella. Mettere in forno preriscaldato a 180° per 45/50 min circa Il flan si gonfierà e nel raffreddarsi fuori dal forno acquisirà di nuovo una forma normale. Quando freddo cospargere di zucchero a velo.

LUNARFOLLIE 9

Che dire sulla diversità? Mi-gliaia di cose sentite e lette co-si tanto che se solo provo a scriverle mi sembra di copiare parole già scritte da qualcun'al-tro. E' stato questo il motivo che mi ha spinto a spegnere il computer, accendere la radio e andarmi a sdraiare sul letto. Pubblicità. Poi alla fine parte una canzone. Ok, ammetto che la canzone che intendo non è stata proprio la prima a partire comunque... una voce profon-da canta: People are strange when you are stranger, faces look ugly when you alone... Grazie, dico alla voce profon-da della radio, forse ora riesco a scrivere qualcosa. E' vero: quando una persona è considerata un po' bizzarra o quando è facile distinguerla da-gli altri, la gente è diffidente. La solitudine spesso è amica di chi è diverso. Ma basta con la storia del "noi siamo tutti ugua-li". Nel bene e nel male siamo tutti diversi l'uno dall'altro. For-se la nostra diversità ci fa pau-ra o forse ci fa paura la possi-bilità di rimanere soli ..fatto sta che finiamo sempre con il cer-care di assomigliarci, di na-sconderci in un gruppo. Anche se alla fine basta osservare le persone con un po' più di at-

tenzione per notare qual-cuno che non cerca di nascondersi tra gli altri . Qualcuno che sembra non avere nessuna pau-ra di essere lasciato solo o di essere mal giudica-to...la nota stonata di una sinfonia monotona. Se vi capitasse di fare un giro per Milano e di ve-dere uno strano ragazzo chinato per terra e inten-to a scrivere con un ges-setto “il verso più lungo del mondo” probabilmen-

te avete trovato qualcuno con queste caratteristiche. Il suo nome è Ivan Tresoldi, ma si firma solo Ivan. Un po’ di barba, lunghi capelli scuri, pantaloni spesso sporchi di pittura e una missione: libera-re la poesia e spargerla per le strade per renderla a disposi-zione di chiunque. Perchè co-me ha scritto lui su un muretto di Milano: chi getta semi al vento farà fiorire il cielo. Scrive all'aria aperta e alla luce del sole, davanti agli sguardi per-plessi o incuriositi della gente. Muri, pareti e saracinesche sono per lui luoghi dove far parlare la poesia, renderla vi-va nella città. La sua poesia sulla strage di Piazza Fontana (scritta sulla saracinesca di un negozio) è diventata molto famosa, come molte sue “scaglie” (brevi componimenti poetici) sparse per Milano. Ha dato vita ad un vero e proprio movimento co-nosciuto come "Assalto poeti-co" ed è riuscito a disperdere i suoi versi per le strade di mol-te città, anche al di fuori dell' Italia.(dal Libano ad Haiti, da Amsterdam a Barcellona fino a Parigi, l’Avana, il Messico e molte altre città e comunità nel mondo).

Iva detesta i muri grigi e puliti perchè rendono la città muta e vuota. Muta e vuota come ormai è la gente che la popola: è as-surdo, dice, che le persone in un palazzo non si cono-scano. Si assurdo, ma ormai noi lo troviamo normale. Ci piace rinchiuderci in luoghi chiusi e riusciamo a frequen-tare solo chi vede il mondo esattamente come lo vedia-mo noi , guardiamo con diffi-denza chi si distingue, chi cerca un modo diverso per comunicare con gli altri. E in un mondo strano come que-sto, lo “strano” e chi non ac-cetta questa follia. Ivan usa la sua poesia per parlare a tutti, infatti traduce le sue poesie anche in altre lingue e le affigge ai muri. Per lui la città è di chiunque la popoli. E' cosi strano ciò che pensa? "La gente è strana quando sei un estraneo,le facce ti sembrano orrende quando sei solo,le donne sembrano perfide quando sei indeside-rato,le strade sono acciden-tate quando sei depresso Quando sei strano dei visi escono fuori dalla pioggia Quando sei strano nessuno ricorda il tuo nome Quando sei strano…"(People are strange, The Doors)

Marta Benerini

LUNARFOLLIE 10

ARIETE

Sarà un annodenso di cambia-

menti, di novità, di successi e an-

che di qualche difficoltà, che do-

vrete affrontare evitando l’impul-

sività e la fretta soprattutto nelle

seconda parte dell’anno.Nel la-

voro, avrete un grande sostegno

dal pianeta Giove,

I primi sei mesi dell’anno saranno

migliori per ogni tipo di iniziativa.

TORO

Dovrete tagliare i rami secchi: re-

lazioni d’amore, di amicizia o di

lavoro ormai esaurite, rapporti

familiari conflittuali, abitudini ca-

ratteriali sbagliate.

Il 2013 sarà l’anno delle grandi

pulizie e se sarete bravi e veloci a

farle gli ultimi sei mesi dell’anno

vi porteranno anche il premio: il

coronamento di un vostro vec-

chio desiderio.

GEMELLI

Molte situazioni nella vostra vita

sono destinate a cambiare in me-

glio.

Approfittatene quindi e non

rimanete con le mani in mano se

avete voglia di girare pagina e di

regalarvi maggiori soddisfazioni.

Soprattutto per i primi sei mesi

dell’anno, potrete farlo contando

sull’appoggio delle stelle.

A tratti qualcuno di voi potrebbe

sentirsi confuso, incerto, provare

sentimenti sfocati: non decidete

mai quando siete in questo stato

d’animo o rischierete di pen-

tirvene.

CANCRO

Saturno in Scorpione e il passaggio

di Giove in Cancro, che avverrà a

giugno, saranno i vostri Assi nella

manica per raggiungere gli obiettivi

lavorativi e sociali che vi stanno più

a cuore.

Amore e famiglia vi daranno anco-

ra qualche grattacapo: tensioni,

lotte di potere, conflitti che dovre-

te risolvere senza imposizioni ma

fermezza.

LEONE

Il 2013 non si annuncia come un

anno lineare. Nel lavoro, in famiglia

e in amore, no all’orgoglio: in que-

sti mesi avrete bisogno di realismo,

non di drastiche prese di posizione.

Saturno in Scorpione potrebbe

creare qualche difficoltà, frappo-

nendo ostacoli tra voi e i vostri

obiettivi.

Ma Urano per tutto l’anno e Giove

fino a giugno saranno al vostro

fianco per aiutarvi a trovare solu-

zioni soddisfacenti, soprattutto nel-

la professione. In amore siate cau-

ti.

VERGINE

Il 2013 sarà un anno molto posi-

tivo per voi. I problemi economi-

ci, le preoccupazioni familiari,

hanno i giorni contati, rimbocca-

tevi le maniche e datevi da fare.

Potrete raggiungere obiettivi im-

portanti nella professione, mi-

gliorare la vostra attuale posizio-

ne, risolvere vecchi problemi fa-

miliari.

BILANCIA

Plutone e Urano porteranno mol-

ti cambiamenti nella vostra vita.

Alcuni di voi sono già alle prese

con novità che riguardano un

po’ tutti i settori, dall’amore al la-

voro passando per la famiglia.

Avrete bisogno di elasticità e tol-

leranza, spirito di adattamento e

intuito per capire come muover-

vi. Non lasciatevi spaventare dal-

le difficoltà e andate avanti per la

vostra strada. Giove vi accompa-

gnerà fino a giugno con i suoi

raggi carichi di fortuna e benes-

sere: i primi sei mesi quindi sa-

ranno i migliori per prendere de-

cisioni, per innamorarvi o per ri-

solvere un problema.

SCORPIONE

Saturno è nel vostro segno, Plu-

tone è in sestile, Nettuno in tri-

gono e Giove lo sarà da giugno:

in parole semplici, nel 2013 po-

trete raggiungere i vostri obiettivi

lavorativi e familiari.

Dovrete impegnarvi, affrontare il

peso delle responsabilità e della

fatica quotidiana: se la vostra

LUNARFOLLIE 11

posizione migliora, in automatico

aumenta anche il carico di doveri

da sbrigare.

SAGITTARIO

Sarà un anno di novità. Forse pe-

rò inizierete il 2013 inquieti e ir-

requieti. La costanza e la tenacia

saranno doti utilissime per riusci-

re ad imprimere alla vostra vita

(lavorativa e affettiva) la direzio-

ne voluta.

Le occasioni ci saranno e saranno

anche positive: però, spetta a voi

metterle a frutto nel modo mi-

gliore.

Il rischio che correte è di essere

superficiali. Sarete più lineari nel-

la seconda parte dell’anno.

CAPRICORNO

Nel 2013 avrete a favore Satur-

no, Plutone e Nettuno: vuol dire

che sarete tenaci, forti, carisma-

tici,decisi, razionali ma anche

ispirati e intuitivi. Doti utilissime

per farvi avanti nel lavoro, per in-

contrare l’amore, per realizzare un

sogno.

Sarà un anno positivo, di trasfor-

mazione, di imprevisti e di eventi

inaspettati.

Urano e Giove (da giugno in poi),

metteranno alla prova la vostra

forza di volontà, semineranno con-

trasti in famiglia.

ACQUARIO

Giove illumina il principio del 2013,

accompagnando i vostri passi ver-

so la realizzazione professionale.

Occhio a Saturno però: il pianeta

potrebbe agire soprattutto in que-

sto ambito, provocando difficoltà e

aumentando l’ansia per il futuro.

Dalla vostra parte c’è anche Urano:

sarete capaci di voltare pagina e di

trovare soluzioni nuove a problemi

e imprevisti.

PESCI

Piccoli segnali di ripresa accom-

pagnano il principio del 2013: se

avete vissuto difficoltà in prece-

denza,preparatevi a risolvere

ogni problema nella seconda par-

te di questo anno, favoloso per

amore, lavoro e famiglia.

La vostra situazione migliorerà

gradualmente durante i primi sei

mesi, per decollare decisa verso

il successo nella seconda parte

dell’anno.

IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA – PAULO COELHO La diversità può essere vista come una cosa sia positiva che negativa. Ne-

gativa quando questa implica dei comportamenti razzisti contro altre perso-

ne. Positiva invece, quando la diversità viene interpretata come qualcosa di

bello e interessante. Quest’ultima affermazione viene trattata e spiegata

con chiarezza in un libro di Paulo Coelho: “Il manoscritto ritrovato ad Accra.

L’autore con quest’opera cerca di spiegare il modo in cui bisogna affrontare

la vita, come comportarsi in determinate situazioni. ”La bellezza non risiede

nell’uguaglianza bensì nella diversità. E’ pressochè inimmaginabile una gi-

raffa senza il collo lunghissimo, o un cactus senza le spine. E’ l’irregolarità

delle vette a rendere affascinanti e imponenti le montagne. Se la mano

dell’uomo riuscisse a dare la medesima forma a quei picchi, essi non ispire-

rebbero considerazione e rispetto. Ad ammaliarci e ad attrarci è proprio ciò

che appare imperfetto”. Quello che lo scrittore vuole comunicarci è che il

bello sta nella diversità e che molte persone si adattano alla massa senza

sapere che sono già abbastanza così come sono. Consiglio vivamente questo libro perché è utile, so-

prattutto ai giovani, per capire il vero valore della vita e l’importanza delle piccole cose senza essere

schiavi del giudizio altrui. Bruna Lucas

LUNARFOLLIE 12

DIVERSITA’ Ho chiesto ad amici, fratelli, compagni dell'exchange con me una mano per scrivere quest'articolo. E' buffo, tutti hanno iniziato dicendomi: “Come faccio in qualche riga a raccontarti mesi!?!”, beh, è vero. Come si fa in qualche riga? Leggere ciò che segue è come leggere solo la parte retrostante di un libro. E' un niente e un tutto. Si riunisce in qualche riga il sapore più forte, per cercare di farlo assaggiare a qualcun altro . » ITALIA - SPAGNA

“La vida, la gente, la familia, el colegio, los amigos y sobretodo la comida, aunque España sea un país muy cerca de Italia, allí todo es diferente. Comer a las 3, cenar a las 10 e ir de fiestas todos los fin de semana, son cosas que han ayudado mi experiencia a salir b i en . Las co s tumbres españolas son todas muy raras pero lo que pienso es que no e s d i f i c i l p a r a nada acostrumbrarse a esta vida.” “La vita, la gente, la famiglia, la scuola, gli amici e soprattutto il cibo, nonostante la Spagna sia un paese molto vicino all'Italia, lì tutto è diverso. Mangiare alle 3, cenare alle 10 e andare alle feste tutti i week end, sono cose che hanno permesso alla mia esperienza di compiersi al meglio. Le abitudini spagnole sono tutte strane, però, quello che penso, è che non è per

niente difficile abituarsi a questa vita.” (Camilla Cristini)

» ISLANDA – COSTA RICA

“Para mí el clima era demasiado diferente, siempre estaba caliente en Costa Rica y no estaba acostumbrada en este color porque en Islandia hace muchísimo frío, como todos saben, y qué más.. también la gente, todos en Costa Rica siempre estaban tranquilos y decían PURA VIDA, no tienes que preocupar sobre nada, todo va a salir bien :) pero aquí en Islandia todo es importante y las personans más serias y una cosa más, aquí en Islandia hay mucha libertad, los jóvenes pueden hacer cualquier cosa, y siempre pueden salir. Pero en Costa rica yo siempre tenía que pedir permiso para hacer todo.”

“Einnig hagaði fólksið sér mun öðruvísi. Í Kosta Ríka voru allir svo rólegir og sögðu bara PURA VIDA. Maður þurfti ekki að hafa áhyggjur af neinu, því allir sögðu að allt myndi fara vel :) En hérna á Íslandi er allt mikið mikilvægara og fólkið alvarlegra hérna á Íslandi lifir fólk við miklu meira frelsi. Unglingar mega gera hvað sem þeir vilja án þess að biðja um leyfi foreldra sinna. En í Kosta Ríka þurfti ég t.d alltaf að spurja um leyfi fyrir öllu sem ég vildi gera. Eitthvað sem ég var ekki vön að gera á Íslandi.”

(Ragnheiður Matthíasdóttir)

» ITALIA – STATI UNITI

“At the Highschool in the United States the students who belong to a school sport team must dress up when they have a match at school in the afternoon. Students are very proud to represent their school and the sport activities are taken very seriously.”

“A scuola negli Stati Uniti gli studenti che appartenevano ad una squadra sportiva d o v e v a n o i n d o s s a r e l'uniforme il giorno in cui avevano la partita a scuola lo stesso pomeriggio. Gli alunni erano molto fier i di rappresentare la propria scuola e le attività sportive erano prese seriamente.” (Alberto Pini)

» AUSTRALIA – ITALIA

“Quando sono stata in Italia per 10 mesi, la gente era simpaticissima, tutti! e il cibo era molto diverso, ma buono! ma soprattutto, la scuola, era molto difficile e devi andare sabato. (che schifo) hahahah” “When i was in italy for 10 months, people were soooo friendly! everyone! The food was very different, but soo good! but above all, the school was very difficult but you have to go on saturday! (disguisting hahaha)” (Ursula Kernan)

LUNARFOLLIE 13

» AUSTRIA – COSTA RICA

Es gibt sehr sehr viele Sachen, die zwischen Österreich und Costa Rica anders sind, doch ich möchte nur kurz die gröbsten Unterschiede aufzählen. Erstens ist natürlich das Klima ein ganz ganz anders. Im Österreich haben wir sehr heiße Sommer und eiskalte Winter wogegen es in Costa Rica immer schön warm, tropisch und sonnig ist. Allerdings regnet es sehr viel mehr dort. Mir hat das aber sehr gut gefallen, weil ich Hitze sehr mag. Wobei ich während meinem Jahr die kälte zu schätzen gelernt habe. Mittlerweile freu ich mich, dass wir hier in Ö s t e r r e i c h g e r a d e Minusgrade haben. Die Natur ist auch ganz anders. Dort ist es tropisch und voller Regenwald, hier ist alles voller Tannenwälder und wo i ch wohne Mischwälder mit Hügeln. Auch die Berge sind sehr unterschiedlich. Beide Länder sind extrem bergig und ungefähr gleich hoch, wobei die Berge in Costa Rica in Österreich eher als Hügeln durchgehen würden, da sie nichts im vergleich zu den Alpen sind. Die Ticos sind auch ganz anders als die Österreicher. Sie sind mehr tranquilo, sie lassen alles langsam an sich vorbeischweben und alles kann noch warten, sind etwas faul und arbeiten nicht so viel wie die Leute hier. Hier ist alles etwas stressiger und vieles wird ernster genommen.

Noch ein großes Unterschied zw i s chen den be i d en wunderbaren Ländern ist, dass man in Costa Rica etwas weniger Freiheit hat, als hier. Man muss mehr aufpassen bei dem was man macht, weil es an gewissen Orten sehr gefährlich ist. Außerdem sind Mäd chen und F rauen g l e i c h b e r e c h t i g t e r i n Österreich als in Costa Rica. Pura Vida” “Hay muchas cosas diferentes entre Austria y Costa Rica. Por ejemplo el clima. En Austria tenemos cuatro temporadas, con inviernos fríisimos y veranos calientisimos pero en Costa Rica está caliente todo el año y en la epoca de la lluvia llueve un monton. Por eso me gusta tanto de Costa Rica. Tambien la naturaleza es muy diferente. Allá hay playas, "desiertos", selvas con animales incredibles y flores tan hermosas que nunca los había visto antes y mucho

más y aquí hay montañas con bosque que también son bellisimos y más altos, además tenemos muchos cerros con bosque. Aca las familias son más tradicionales que alla y los niños y adolescentes crecen más libres. Todo es más libre aquí. Pero los ticos nunca se preocupan por nada. Siempre están “pura vida” y “suuuuaaave” porque todo va a salir bien. En este año he visto un país totalmente diferente y me enamoré de ese país aúnque no todo es bueno, puedo decir que es un de los mejores países de mundo. Pura Vida” (Gregor Gantner) » ITALIA – CANADA

“Its easier for young people to find jobs, travel, and take a break after graduating at high school. English school is not as challenging as I find Italian one, though the two semesters program and

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ability to choose courses is better for the student as they can decide what they want to study more and develop knowledge in their interests. People don't judge you, they are all consider the same, no matter what. They kept asking me questions about my life, my friends, my school. They were that kind of people who really want to know everything, who aren't nice and kind only because the teacher asks them to make the weird exchange student feel comfortable. They were curious and interested when I talked about my experience. They looked at me in such a surprised way when I said that we go to school on saturdays too, that we can't get the driving license until we are 18, that we can go to clubs at sixteen and that pepperoni pizza is not the real Italian pizza as they thought ”

E' più facile per i giovani trovare lavoro, viaggiare e prendere una pausa dopo il diploma delle superiori. La scuola canadese non è così impegnativa come credo sia quella italiana, ma il programma di due semestri e la capacità di scegliere le classi è meglio per gli studenti in quanto possono decidere su cosa concertarsi più nello studio e sviluppare la propria conoscenza sui propri interessi. Tutti continuavano a chiedermi sulla mia vita, sui miei amici, sulla mia scuola. Erano quel tipo di persone che vogliono davvero sapere tutto, che non sono simpatiche e gentili solo perchè l'insegnante ha

chiesto loro di metter a proprio agio la strana exchange student. Erano curiosi de interessati quando parlavo della mia esperienza. Mi guardavano sorpresi quando raccontavo loro che noi andavamo a scuola anche il sabato, che non possiamo avere la patente fino ai 18 anni, che possiamo andare in discoteca a sedici anni e che “la pizza ai peperoni” in realtà non è i ta l iana come credevano.”

(Alessia Montini)

» ITALIA – DANIMARCA

“ F o r v o r e s d a n s k e jævnaldrende er utænkeligt at skulle være formel med lærere og stadig skrive med hæfter og kuglepen, som de anser for "vintage". De lever yderst fri, især i deres tanker, uden fordomme og diskrimination. De har også en god social

opførsel: for eksempel, når de tager bussen, de stige ind fra fordøren og de viser chaufføreren billetten. Alle gør det, fordi de anser det for en rigtige ting, og de forsøger ikke at omgå reglerne. betydelig er deres stolte af at være dansk: hver lejlighed er godt til at vise deres flag.”

“Per i nostri coetanei danesi è impensabile dover dare del "lei" ai professori e scrivere ancora con penne e quaderni, che, a detta loro, è una cosa molto "vintage". Affrontano la vita con estrema libertà, soprattutto di pensiero, senza pregiudizi o discriminazioni, e con grande senso civico, per esempio quando si prende l'autobus, bisogna salire dalla porta anteriore e mostrare il biglietto al conducente: tutti l o fanno perchè lo considerano una cosa giusta e non cercano di raggirare le regole. Non indifferente è il loro orgoglio nell'essere danesi: ogni occasioni è buona per appendere o sventolare la bandiera nazionale.“

(Beatrice Obertini)

» ITALIA – THAILANDIA

"สวสัดทีัง้หมดในประเทศไทย! ในขณะทีค่ณุรูว้า่มคีวามแตกตา่งระหวา่งวัฒนธรรมและสยามของเรา: ภาษาขนบธรรมเนยีมและประเพณี ทีน่ีเ่รารายการความหลากหลายมากทีส่ดุทีฉั่นพบในระหวา่งการเดนิทางของฉัน 1) ในโรงเรยีนทีค่ณุจะตอ้งถกูลงโทษถา้คณุเดนิในหอ้งเรยีนและในทางเดนิดว้ยรองเทา้ 2) มนัเป็นสญัลักษณ์ของความงามจะเป็นสขีาวมากทีจ่ะด าข า

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ไมด่ ี3) กบั 18 องศาภายนอกมภีาพกบัเทอรโ์มมเิตอรใ์นมอืทีม่ีเครือ่งปรับอากาศในหอ้งม ี 13 มกัจะ เหลา่นีเ้ป็นทีแ่ปลกมากขึน้มคีนอืน่อกีหลายทีต่อนนีป้กต!ิ ค าทักทายจากประเทศไทย!”

“Ciao a tutti dalla Thailandia!!

Come sapete ci sono tantissime differenze tra la nostra cultura e quella siamese: lingua, costumi e usanze. Qui vi elenco le più disparate che ho incontrato durante il mio cammino. A scuola si viene puniti se si cammina in aula e nei corridoi con le scarpe È segno di bellezza essere b i a n c h i s s i m i , c h i è abbronzato è brutto

Con 18 gradi all’esterno fanno le fotografie con il termometro in mano, nelle stanze con l’aria condizionata ce ne sono 13 di solito Q u e s t e l e m ag g i o r i stranezze, ce ne sono molte altre che ormai sono normalità! Un saluto dalla Thailandia!!”

(Alberto Lussana)

» ITALIA - COSTA RICA

“No me costó para nada acostumbrarme a mi nueva vida. Es una locura decir que el italiano y el español son similares, los primeros días que llegué, después de 3 años de estudio de español, ¡no entendía nada! Los ticos hablan con un acento muy particular, la R casi la pronuncean como una V, con la lengua torcida, y las terminaciones ADA y ADO se las comen. Los momentos más significativos fueron muchos: empezamos por las playas. Las playas son campos de arenas largos kilometros, y anchos también, para llegar al oceano, de las palmeras al agua necesitas andar y andar y andar. Esas palmeras están LLENAS de pipas que de vez en cuando se caen y cada vez que pienso en las pipas, me acuerdo de un viejo que una vez me dijo que cada año muere más gente por las pipas que se caen encima a uno que por los tiburones jaja el colegio es bastante rígido, osea, las chicas no pueden maquillarse o llevar esmalte en las uñas, los pendientes

solo pequeños y del color del uniforme, los chicos no pueden tener el pelo largo, ni cresta. Y obviamente, todos con el uniforme igual. El colegio empieza a las 7 por la mañana y termina a diferentes horas, según el horario. La vida allá es tranquila, no hay prisa, solo tranquilidad. Levantarse por la mañana con reggaeton y latinos, comer empanadas, dulce de leche, guacamole o chimichurri uhmmmmm ¡qué rico! Gran cambio estuvo comer cada día fruta y verdura: todos esos sabrían del ic iosos porque no importados, pero originarios de allá. Obviamente ellos piensan que nosotros italianos pasamos los días escapando por la mafia y comiendo pizza todo el tiempo, y se asombraban cuando les decía que tenemos acentos diferentes de ciudad en ciudad. La lluvia es algo que te puedes acordar por toda tu vida: cuando cae, es tan fuerte y abundante, que cuando golpea los techos, se escuchan ruidos como de guerra.”

(Nicole Montini)

LUNARFOLLIE 16

Certo che bisogna farne di strada per riuscire a diventa-re il primo presidente afroa-mericano della storia degli Stati Uniti! E' anche vero che bisogna avere anche una bella dose di speranza, im-pegno e soprattutto convin-zione nei propri ideali. Nato da padre keniota e ma-dre statunitense, Obama in-contra già da adolescente i problemi causati da un'unio-ne complessa e multirazzia-le, peggiorati poi dalla morte prematura del padre e suc-cessivamente da quella della madre. Si laureò prima alla Colum-bia University in scienze poli-tiche, e poi in giurisprudenza ad Harvard; in precedenza aveva cominciato ad occu-parsi dei diritti civili, ma il suo impegno politico partì dagli anni novanta quando aiutò nella campagna presidenzia-le Bill Clinton e favorì l' ele-zione in senato di Carol Mo-seley Braun, prima senatrice afroamericana della storia statunitense. Il 20 gennaio 2009 diventò il 44° Presidente degli Stati Uniti d' America ed il primo afroamericano a coprirne la carica: il suo slogan elettora-le fu, ed è tutt' ora, “YES,WE CAN!”, un motto intenso e conciso, che dimostra la vo-glia di risollevarsi e la forza di guardare avanti, caratteri-stica indiscussa di tutti gli americani. Recentemente rieletto alla Casa Bianca dimostra di aver saputo conquistare il cuore della nazione e la fidu-cia degli altri stati, con la

speranza di poter fare sempre meglio : durante tutta la sua carica vara leggi innovative e dinamiche, da quella sulla li-bertà di matrimonio a quella sulla riduzione delle armi di di-struzione di massa, fino ad ar-rivare a quelle economiche per evitare il baratro fiscale americano. Il Time lo ha dichiarato come uno dei 100 uomini più influen-ti al mondo, la rivista britanni-ca New Statesman lo ha defi-nito come uno dei “10 perso-naggi in grado di cambiare il mondo”, e nel 2009 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace “Per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia in-ternazionale e la collabora-zione tra i popoli” : tutto questo dà prova di come un uomo, se consapevole delle proprie potenzialità, possa cambiare al meglio il pro-prio futuro e quello di un' in-tero stato, abbattendo mille avversità e innovando il

modo di pensare di milioni di persone. Infine penso che il suo slo-gan debba essere d' esem-pio a tutte quelle persone in-certe e dubbiose della pro-pria vita, poichè riescano a capire che il nostro destino lo creiamo noi con le scelte e decisioni di tutti i giorni, sen-za farsi sottomettere dai pregiudizi della gente perchè dando retta agli altri ,non si riesce ad essere quello che realmente si è.

Rakeb Tosio

"Ammettiamolo, un ragazzo delle Hawaii nato da una madre single non è in grado di diventare presidente degli Stati Uniti. Ma in America può succedere grazie all' educazione!”

[Obama al comizio elettorale]

LUNARFOLLIE 17

COMMEMORAZIONE 70° ANNIVERSARIO

BATTAGLIA DI NIKOLAEWKA

Sabato 12 gennaio 2013 due classi del

Lunardi, 5E Erica e 1 C Liceo, hanno

partecipato all’inaugurazione della mo-

stra storica “Divisione Vicenza: una sto-

ria dimenticata” organizzata dall’Asso-

ciazione Nazionale Alpini d’Italia – Se-

zione Brescia in occasione del 70° anni-

versario della battaglia di Nikolaewka;

gli alunni , accompagnati dalle professo-

resse Raggi e Folgarait, hanno avuto

modo di approfondire un argomento sto-

rico tramite documenti e reperti dell’e-

poca e di conoscere di persona alcuni

reduci della Campagna di Russia.