LumsaNews n. 40 del 1° maggio 2014

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Libera Università Maria Ss. Assunta - Ordine dei giornalisti del Lazio Periodico del MASter in giOrnALiSMO n. 40 - 1° maggio 2014 I l 27 aprile ha segnato una data storica per la città di Roma e la religione cattolica, che verrà ricordata da tutti come la “giornata dei quattro papi”. La prima domenica dopo Pasqua ha visto riunirsi in piazza San Pietro il pontefice della Chiesa Cattolica, Francesco, e il papa emerito, Benedetto XVI, per rendere omaggio ai loro predecessori Angelo Giuseppe Roncalli e Karol Wojtyła, che in tale data sono stati dichiarati santi. Tutto il mondo ha avvertito che l’evento era senza precedenti e in 800mila sono arrivati nella Capitale per udire di persona le famose parole “Beatos Ioannem XXII et Ioannem Paulum II Sanctos esse decernimus et defini- mus”, riempiendo di gioia, lacrime e canti piazza San Pietro, via della Conciliazione, Lungotevere e piazza Navona, fin dalla notte precedente. Due milioni di turisti in più a Roma nel primo anno di pontificato di Francesco per un valore record di circa cinque miliardi di dollari. Solo nei giorni della canonizzazione dei due Papi sono arrivati nella capitale almeno ottocentomila pellegrini, molti dei quali hanno poi visitato altre città italiane ampliando quindi la portata del fenomeno. Il boom del turismo religioso in Italia viene spiegato dagli operatori del settore dall’ “effetto traino” dovuto alla presenza a Roma di papa Bergoglio: del resto il pellegrinaggio rappresenta per l’Italia – e in particolare per Roma – un enorme potenziale di crescita. Basti pensare infatti che il turismo religioso nel mondo produce un fatturato annuo di almeno 20 miliardi di dollari. L’attrazione fatale per papa Bergoglio porta a Roma due milioni di turisti in più LUMSA NEWS IL PERIODICO Due santi in Paradiso L’entusiasmo dei romani per la canonizzazione di papa Roncalli e di Giovanni Paolo II L L o o S S t t a a t t o o r r i i s s p p a a r r m m i i a a R R e e g g i i o o n n i i e e P P r r o o v v i i n n c c e e s s p p r r e e c c a a n n o o E il Comune dichiarò guerra ai portoghesi del bus La tranquilla movida del Porto fluviale Pag. 2 Pag. 5 Pag. 7

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Periodico della Scuola di Giornalismo della Lumsa

Transcript of LumsaNews n. 40 del 1° maggio 2014

Libera Università Maria Ss. Assunta - Ordine dei giornalisti del LazioPeriodico del MASter in giOrnALiSMO n. 40 - 1° maggio 2014

Il 27 aprile ha segnato una data storica perla città di Roma e la religione cattolica,

che verrà ricordata da tutti come la “giornatadei quattro papi”. La prima domenica dopoPasqua ha visto riunirsi in piazza San Pietroil pontefice della Chiesa Cattolica, Francesco,e il papa emerito, Benedetto XVI, per rendereomaggio ai loro predecessori Angelo GiuseppeRoncalli e Karol Wojtyła, che in tale datasono stati dichiarati santi.Tutto il mondo ha avvertito che l’evento erasenza precedenti e in 800mila sono arrivatinella Capitale per udire di persona le famoseparole “Beatos Ioannem XXII et IoannemPaulum II Sanctos esse decernimus et defini-mus”, riempiendo di gioia, lacrime e cantipiazza San Pietro, via della Conciliazione,Lungotevere e piazza Navona, fin dalla notteprecedente.

Due milioni di turisti in più a Roma nel primo anno di pontificato di Francesco per un valorerecord di circa cinque miliardi di dollari. Solo nei giorni della canonizzazione dei due Papisono arrivati nella capitale almeno ottocentomila pellegrini, molti dei quali hanno poi visitatoaltre città italiane ampliando quindi la portata del fenomeno. Il boom del turismo religiosoin Italia viene spiegato dagli operatori del settore dall’ “effetto traino” dovuto alla presenzaa Roma di papa Bergoglio: del resto il pellegrinaggio rappresenta per l’Italia – e in particolareper Roma – un enorme potenziale di crescita. Basti pensare infatti che il turismo religiosonel mondo produce un fatturato annuo di almeno 20 miliardi di dollari.

L’attrazione fatale per papa Bergoglioporta a Roma due milioni di turisti in più

LUMSANEWSIL PERIODICO

Due santiin Paradiso

L’entusiasmo dei romani per la canonizzazionedi papa Roncalli e di Giovanni Paolo II

LLoo SSttaattoo rr iissppaarrmmiiaaRReeggiioonniiee PPrroovv iinnccee sspprreeccaannoo

E il Comune dichiaròguerraai portoghesi del bus

La tranquillamovidadel Porto fluviale

Pag. 2 Pag. 5 Pag. 7

di Cecilia Greco

La spending review messa in atto daMatteo Renzi vola fuori dai confini

nazionali. Ad essere cancellate dallapianta organica del ministero degliEsteri saranno infatti quattro amba-sciate, otto istituti italiani di cultura eventidue tra sedi consolari e conso-lati generali. A rimanere intatte, al-meno per ora, paradossalmente, lerappresentanze regionali sia in Ita-lia che all’estero.Il piano, firmato dal ministro degli

esteri Federica Mogherini, annun-cia circa 108 milioni di risparmi inappena tre anni. A chiudere i bat-tenti sarà anche l’ambasciata diSanto Domingo, nonostante le cre-scenti proteste portate avanti da piùdi 50.000 italiani residenti in Re-pubblica Dominicana. I tagli, previsti per circa 8,5 mi-lioni, interesseranno anche il per-sonale impegnato nellerappresentanze internazionali e se-guiranno la necessità di “scorpo-rare le spese di rappresentanzadall’indennità di servizio all’estero,riducendole in modo progressivofino a un taglio a regime di circa il20%”, come annunciato dallastessa Mogherini.Inaspettatamente però, sono rima-ste fuori dalla forbice del governole numerosissime sedi delle rappre-sentanze regionali presenti sia interritorio nazionale, che internazio-nale. La loro esistenza è giustificatadalla legge nell’ottica del “princi-pio di sussidiarietà” ed il principalefine degli uffici regionali sarebbe

quello di rappresentare le diverse areedel territorio nazionale. Nel caso degliuffici esteri la volontà è invece quelladi avvicinare la propria realtà territo-riale e di creare rapporti con l’estero.Così si contano facilmente i 61 uffici

della Regione Veneto sparsi nel mondo(con ben 10 uffici in Cina), seguiti dai

33 del Piemonte e dai 27 della Lombar-dia. Si ferma al quarto posto la Valled’Aosta, che con 128.000 abitanti vanta28 “ambasciate” nel mondo. Complessivamente le regioni italianemantengono all’estero circa 157 uffici,senza considerare le 21 rappresentanzepermanenti a Bruxelles.

Solo l’ufficio di rappresentanza delMolise a Bruxelles, pesa sulle cassedello stato per circa un milione e 600mila euro, quello dell’Emilia-Romagnainvece, con un ufficio di 249 mq nellacapitale belga, costa oltre 94 mila eurodi affitto l’anno. I costi totali delle am-basciate regionali tra personale, affitti

e immobili ammontano a circa 70milioni di euro.Clamoroso, ma non isolato, il casodell’ufficio di rappresentanza dellaRegione Calabria che, nonostantesia stato chiuso perché, come di-chiarato dall’assessore al bilancioe alla programmazione Mancini“costa troppo e produce poco”,continua a costare 210.000 euroannui di affitto, senza possibilità direcedere fino al prossimo anno.Alle sedi di rappresentanza inter-nazionale si aggiungono quelle si-tuate nella capitale. Ogni regioneinfatti conta la sua sede a Roma, enon fa eccezione la RegioneLazio. Solo l’arredamento del lus-suoso ufficio situato in Largo Gol-doni, in pieno centro storico, ècostato alla giunta Polverini circa45 mila euro. Ma anche il Molise,per i propri uffici, non bada aspese. Recentemente la piccolaRegione ha acquistato un apparta-mento, ovviamente in centro, da4,1 milioni di euro.Questi, solo alcuni numeri, ad evi-denziare una situazione evidente-mente non in linea con le nuovedirettive del governo Renzi. Chissà se anche per le “ amba-sciate regionali” arriverà il mo-mento di stringere la cinghia.

di Alberto Gentile

La Regione Sicilia ha innumerevoli uffici ed enti ma non tutti sembrerebbero utili ed effi-cienti. Nei giorni scorsi siamo stati in via Marghera 36, a Roma, per far visita alla sede ca-pitolina dell’ufficio regionale della Sicilia. Il tricolore e la bandiera gialla e rossa sventolavanodal balcone dell’elegante villino che ospita il dipartimento extraregionale siciliano. L’ufficio,complice anche il portone chiuso, non sembrava in attività e i funzionari hanno comunicatoche non era possibile entrare perché il dirigente era impegnato. La sede romana del Diparti-mento siciliano conta ben 17 dipendenti. Un altro tasto dolente è l’ufficio di rappresentanzaa Bruxelles, tutte le regioni ne hanno uno, e non poteva mancare quello della Sicilia. È costato2,7 milioni di euro più uno per ristrutturarlo. Un investimento considerevole se non fosseche il precedente governo regionale di Raffaele Lombardo non lo avesse lasciato privo dicompetenze. “E’ uno spreco di denaro pubblico, costa circa un milione di euro l’anno. Quindiva chiuso, perché inutile” ha dichiarato al “Giornale di Sicilia” il deputato regionale NelloMusumeci che ha aggiunto: “Fino a qualche mese fa nell’Ufficio di Bruxelles lavoravanosolo due persone in un appartamento di ben 750 metri quadri”.

Gli sprechidelle piccole

“ambasciate”Più di 30 gli ufficinel mondodella Valle d’AostaE il Lazio ha una sede“diplomatica” a Roma

La Sicilia nella CapitaleBandiere sul balcone e stanze vuote

LA CURIOSITÀ

La Farnesina taglia, ma sono 150 le rappresentanze delle Regioni all’estero

il Periodico

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di Silvia Renda

La bufera mediatica che ha inve-stito il Cnel nelle ultime settimane

sembra essere distante anni luce nonappena ci si avvicina nei pressi di VillaLubin. Il paesaggio bucolico che cir-conda la sede del Consiglio nazionaledell’economia e del lavoro è avvoltoda un silenzio tombale. In armonicoaccordo con una sentenza di morteormai emessa e sulla quale il presi-dente del Consiglio, Matteo Renzi e ilcommissario alla spending review,Carlo Cottarelli, non sembrano dispo-sti a far marcia indietro. Il verdetto ca-pitale risale a poche settimane fa,quando il premier ha annunciato divoler chiudere l'ente per far fronte allapromessa di eliminazione degli spre-chi e rappresenterebbe solo “l’antipa-sto” delle semplificazioni dellaPubblica Amministrazione. Pronunciail suo nome quasi soffocando la risataRenzi in conferenza stampa: “Vorreisapere se oggi in Italia qualcuno pensache questa istituzione abbia rispostoall’obiettivo che i costituenti si eranoposti nel crearlo”, chiede ai presenticon una velata ironia. Istituito con lalegge 33 del 5 gennaio 1957 e previstodall’articolo 99 della Costituzione, ilConsiglio nasce come organo consul-tivo e con l’importante privilegiodell’iniziativa legislativa. Ma in ses-sant’anni di vita da villa Lubin di pro-poste di legge ne sono uscite solo 14.Nessuna delle quali è stata approvata.A questo si sommano le cifre astrono-miche che tra stipendi e costi dellasede pendono sulle casse dello Statoper mantenere l’ente in vita: circa 20milioni annui la cifra stimata. Di questi poco più di tre milioni vanno

a coprire gli stipendi dei dipendenti.Sul milione e mezzo circa invece siaggira il compenso dei 64 consiglieri(erano 119 prima che la riforma delgoverno Berlusconi ne facesse fuoriquasi la metà): dieci esperti di culturaeconomica, sociale e giuridica, diecinominati dal Presidente della Repub-blica di cui due su proposta del primoministro, 48 rappresentanti categorieproduttive come i sindacati. Una se-duta al mese per uno stipendio diquasi 1300 euro, escluse gratifica-zioni.Il Cnel rappresenterebbe dunque lo

spreco per eccellenza, tant'è che l’ag-gettivo "inutile" è ormai immancabil-mente affiancato al suo nome daimedia. "L’ho sentito dire talmentespesso che sto iniziando a crederci an-ch'io", sentenzia amaramente una di-pendente. Una delle poche disposte arilasciare una dichiarazione. I riflettorisi sono rumorosamente accesi su unente dapprima pressoché sconosciutoe i giornalisti adesso non sono benvisti da queste parti. E c’è chi tra loromotiva l’attacco come una scelta me-diatica fatta da Renzi, che sa di toccareun nervo scoperto parlando di sperperiin un paese costretto dalla crisi e indi-gnato per gli scandali economici chetroppo spesso negli ultimi anni hannoinvestito le istituzioni. Il biasimo èanche rivolto a chi dall’interno non hadifeso l’ente, assecondando gli attac-chi davanti alle telecamere, senza met-tere in luce quello che il Cnel ha fattonegli anni per il dialogo sociale, un la-voro che non sarebbe riducibile ai fa-migerati ddl non approvati.

il Periodico

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“È un ente inutile”

VISITAA VILLA LUBINMarcello Tocco:“Restituiremo

allo Stato 20 mln”

Sparisce il CnelPrevistodalla Costituzionema in 60 anniha prodotto solo14 proposte di legge

di Samantha De Martin

C’è un silenzio tombale tra i corridoipercorsi dai tappeti rossi che condu-cono alle stanze dorate in stile libertydi villa Lubin. Il trionfo di Cerere, ri-tratto nel gigantesco arazzo della SalaGialla non sembra rispecchiare lo statod’animo che attraversa le stanze semi-deserte del Cnel, adombrato dalla rab-bia e dalla diffidenza di chi pressoquesto ente lavora da anni e cerca didifendersi dalle accuse di assenteismodei consiglieri e di stipendi eccessividei vertici. “Abbiamo approvatol'avanzo di bilancio contenente la re-stituzione di 20 milioni di euro all'era-rio”, dichiara Marcello Tocco,consigliere del Cnel da 14 anni. Sitratta di una restituzione che seguequelle già effettuate in due soluzioninegli anni scorsi per un totale di oltre8 milioni e 200mila euro, frutto delriordino del Consiglio. “Noi abbiamosempre agito in modo corretto”, con-tinua Tocco. “Tutto quello che si diceè frutto di una polemica falsa. Guada-gno 1.260 euro netti e sono presente alCnel 3-4 giorni la settimana”, ribadi-sce il consigliere. “In questo modo simira a colpire una struttura voluta daipadri costituenti per le forze sociali in-termedie”. Tocco valuta positivamenteanche l'iniziale proposta di Cgil, Cisl,Uil di azzerare i compensi dei consi-glieri pur di scongiurare la scomparsadell’ente. “Il Cnel è un organo debole,poco capace di opporre resistenza a untentativo di abolizione e alle critichemosse da un’opinione pubblica chetalvolta ne disconosce le funzioni”, di-chiara Andrea Impronta, rappresen-tante sindacale Fpcgil. Tra le iniziativedel Cnel, Impronta ricorda quelle sullecondizioni di lavoro nella provincia diPrato prima della tragedia che ha col-pito i sette lavoratori cinesi. E mentreil rappresentante Fpcgil mette in lucel’esigenza di “rendere la struttura piùsnella e incisiva, riducendo le funzionie potenziandone l’efficacia”, RobertoMattaccini, rappresentante rsu, parla di“informazioni sbagliate, fornite daqualcuno interno alla struttura, sul per-sonale e sul relativo guadagno”.Una guerra silenziosa, di posizione, siconsuma tra due eserciti che si sfidanoad armi impari, prima del game overo della rinascita decretata da MatteoRenzi.

Le pazze cifre di Villa Lubin

COSTO DELL’ENTE 21 MLN. L’ANNO

14 PROPOSTE DI LEGGE IN 58 ANNI

OGNI PROPOSTA COSTATA 100 MILIONI

IL VETERANO E’ RAFFAELE VANNI:

82 ANNI DA 56 AL CNEL

70 DIPENDENTI CHE COSTANO 10 MLN.

TASSO DI ASSENZE 22%

121 CONSIGLIERI A 1200 EURO AL MESE

1.500.000 PER VIAGGI65.000 EURO DI GIORNALI ALL’ANNO

di Federico Capurso

La storica rivalità tra Roma e Pa-rigi, accesa dal secolare conten-

dersi del trono di “città più bella delmondo”, rischia di estinguersi per ma-nifesta superiorità dell’avversariofrancese. Certo, così si alimentano glistereotipi dell’italiano-vittimista e delfrancese-borioso – si dirà – ma, dati

alla mano, è difficile immaginare laCittà eterna nella scia della Ville lu-mière ancora per molto. Tiene accesa la disputa il primo mini-stro spagnolo Mariano Rajoy: dueestati fa, consegnando lo scettro di“bella fra le belle” alla capitale italiana– con un pizzico di imprudenza – pro-prio di fronte al presidente franceseFrançois Hollande. Monsieur prèsi-dent, punto nel vivo, si trattiene conun diplomatico: “ça se discute”. Altroche “discuterne”; romani e pariginisalgono sulle barricate. Volano sfottòda una parte all'altra delle Alpi, poi,per fortuna, a placare gli animi inter-viene il caldo torrido di agosto. Perquesta Pasqua, invece, gli italiani ingenerale e i romani in particolare sem-brano preferire Parigi alle altre capitalieuropee. Oltre il 20%, infatti, ha sceltola capitale francese come meta per levacanze pasquali. A stroncare sul nascere la discussioneoggi, però, sono le statistiche e i datiche vanno a dipingere le due capitali.Per strada, a Roma, troviamo 70 autoogni 100 abitanti, 2 linee della metro-politana e 1200 autobus, con punti bi-

kesharing e carsharing quasi inesi-stenti. Per fortuna Roma ha la retestradale più ampia d'Europa, con circa6000 km di asfalto. Da qualche partedovevano pur infilarle tutte quellemacchine – viene da pensare.Diversa l'atmosfera sotto la Tour Eif-fel, dove le auto sono 30 ogni 100 abi-tanti, ci sono 15 linee dellametropolitana con trecento stazioni,quattro stazioni ferroviarie in più a di-sposizione e oltre 10 mila autobus acalcare le strade. In più, cosa di nonpoco conto, Parigi si è scoperta ecolo-gica e innovativa. Per tornare al feno-

meno del bikesharing, che a Roma èfallito già da due anni, nella capitalefrancese a marzo si è inaugurata la sta-zione di biciclette in affitto numero8002. Nel comune capitolino, pren-dendo in considerazione anche lequattro stazioni di Ostia, arriviamo a29.Nonostante il patrimonio artistico acielo aperto più ricco del mondo, dun-que, Roma non riesce a rendere facil-mente accessibili le sue bellezze, aturisti e cittadini. E ciò di cui non sipuò godere, è quasi come non averlo.Il discorso non cambia per i musei.

Nella classifica mondiale dei primidieci musei più visitati al mondo cisono il Louvre, al primo posto conquasi 10 milioni di presenze annue eil Centre Pompidou, insieme al museod'Orsay, agli ultimi posti della gradua-toria, con più di 7 milioni di visitatoricomplessivi. I musei vaticani, unicopolo dell'arte “romano” in lista – “ro-mano”, con la stessa manica largadelle quattro stazioni di Ostia –, si at-testano in sesta posizione con 5 mi-lioni di presenze: la metà del soloLouvre. Ma ne abbiamo di più. È vero.Più musei con più direttori, più impie-gati, più palazzi utilizzati, più tutto,eccetto i visitatori. Quelli, sono di

meno.Dal punto di vista digitale possiamotoglierci il cilicio. La rete wifi delaprovincia di Roma, vanto dell'ammi-nistrazione Zingaretti, conta oltre260mila iscritti ed è la rete pubblicaper internet gratuito più grande in Eu-ropa. Le infrastrutture, quindi, ci sono.Il passo seguente è usarle bene. Esenza troppi discorsi sul coordina-mento tra siti istituzionali, reti alber-ghiere ed enti culturali, che a Parigi c'èe qui latita, è sufficiente il simbolicoparagone tra la semplicità dell'indi-rizzo web del comune francese –www.paris.fr – e quello capitolino –www.comune.roma.it. Accessibilitàalla romana.Insomma, più che guardare avanti, perassurdo, dobbiamo guardarci allespalle. Con Londra e Berlino già pro-iettate nel futuro, magari ci toccheràabbassare il tiro del raffronto a cittàcome Madrid, Atene, Praga, Zagabria(e anche qui il paragone non darebbesempre risultati a nostro favore). Infondo, però, i francesi li abbiamo bat-tuti nella finale dei mondiali di calciodel 2006?

Pasqua 2014. Record di visitatori italiani nella Ville Lumière

di Cesare Bifulco

Italiani e francesi; come due cuginicresciuti in ambienti profonda-mente diversi. Buoni rapporti, vec-chi rancori, analogie e differenze.Secondo Alberto Toscano, corri-spondente da Parigi di giornali ita-liani, la grossa differenza èculturale. È proprio questa diver-sità a condizionare l’approccio cheil popolo francese ha alla vita pub-blica. I figli della rivoluzione del1789, infatti, sono ancora forte-mente legati ai principi di Liberté,Égalité, Fraternité.Toscano, quali sono le principalidifferenze tra Italia e Francia?“Per parlare di differenze tra Italiae Francia, bisogna necessaria-mente parlare prima di differenzetra italiani e francesi. I francesihanno un grado di partecipazionealla vita pubblica e politica moltopiù elevato. Un forte senso delloStato e una grande fiducia nelle

istituzioni che nella pratica ren-dono Parigi una città molto più vi-vibile rispetto a Roma”.A questo proposito, nel quoti-diano, quali sono i risultati piùevidenti?“A Parigi per esempio si può vi-vere, senza nessun problema,senza un mezzo di locomozioneprivato, a Roma un po’ meno. Unimprenditore francese che vuoleinvestire all’estero appena arrivatonel paese interessato si reca al-l’Ambasciata di Francia, un ita-liano no, è abituato a credere poconel proprio Stato e nei suoi rappre-sentanti. In tutti gli aspetti dellavita quotidiana è rintracciabilequesta fiducia nelle istituzioni enei propri rappresentanti. Infinesono tanti gli italiani in Francia ealtrettanti i francesi in Italia. Sta-bilire dove sia meglio vivere è im-possibile, semplicemente si vivemeglio in un paese più vicino alleproprie esigenze”.

Toscano: Viva la differenza

Musei: noi abbiamoi direttoriloro i visitatori

Ma le cifredanno ragioneai parigini

Parigi-Romaduello

senza fine

il Periodico

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Un dato impietosoqui 2 linee di metròlì 15 e 300 stazioni

di Renato Paone

“Furbi”, “ladri”, “disone-sti”, tanti gli epiteti ri-

volti da chi paga il biglietto achi, invece, nella sua filosofiadi vita, s’ispira a quei roman-tici viaggiatori clandestini chehanno coronato il successo ditutti quei romanzi on the road,appartenenti al filone dellabeat generation, caratterizzatiproprio dal viaggio a scrocco.I romani che usufruiscono deimezzi pubblici, a quanto pare,non hanno nulla da invidiareai “colleghi” americani nelmantenere viva questa moda.Il free rider, però, non è gra-dito al Comune e soprattuttoall’Atac, azienda che “viag-gia” con un deficit di circa 200milioni di euro e che soffre delpiù alto tasso di evasione tra lecapitali europee. Da fonti so-cietarie ufficiali si parla addi-rittura di una percentualecompresa «tra il 35 e il 40 percento». Ma chi sono questi

“portoghesi” e cosa pensanodi fare l’azienda romana e ilprimo cittadino per contra-stare il fenomeno, ormai dila-gante?Alcuni verificatori – nome uf-ficiale dei “controllori”, ap-pena un centinaio su 12miladipendenti – si sono prodigatinel raccontare aneddoti sim-patici e altri meno. L’elementoche accomuna i free riders è lafantasia delle scuse una voltacolti sul fatto: da «scusi, mamia moglie mi ha sequestratoil portafoglio» a «oddio, madavvero mi è scaduta la tes-sera?». Ma anche ragazze chesi avvicinano con gli occhidolci ai tornelli della metro edichiarano sfacciate: «È veroche mi fa passare anche se nonho i soldi per il biglietto? Liho spesi tutti facendo shop-ping!», racconta M.P., guardiagiurata di servizio alla sta-zione di viale Libia. Accadepure, come spiega A.V., uncontrollore di Conca d’Oro,

che i passeggeri appena mul-tati protestino minacciando oaggredendo l’operatore:«Molte volte si sfogano connoi nonostante sappiano chenon c’entriamo niente. Bastasolo avere questo (il logoAtac, ndr) per giustificare in-sulti o peggio».La figura che racchiude in sé itratti tipici del “viaggiatorefurbetto” è l’universitario,l’animale caratteristico nellagiungla dei mezzi pubblici: aduna prima occhiata appare fra-stornato dalla musica prove-niente dalle sue cuffiette, main realtà è dotato di sensi acu-tissimi nell’individuare il“predatore-controllore”, abil-mente mimetizzato tra la follapronta ad invadere il mezzo ditrasporto. Una volta fiutato ilpericolo è velocissimo a scen-dere dall’autobus e a dile-guarsi nel sottoboscocittadino. Così facendo, saràriuscito a salvaguardare la suafragile economia studentescae, con i risparmi accumulati,potrà comprare l’ultimo mo-dello di iPod che lo accompa-gnerà la prossima volta cheprenderà l’autobus.La lotta all’evasione è iniziatadalla metropolitana, aumen-tando i presìdi ai tornelli,anche grazie al supporto

dell’Assistenza Clienti, for-mata perlopiù da autisti emacchinisti temporaneamenteo definitivamente inabilitatialla guida, cui compito princi-pale è fornire assistenza, maanche di tamponare eventualiclienti non paganti. Poi, itempi di attraversamento deitornelli sono diventati più ve-loci, in modo tale da evitare ilpassaggio di più persone. Inol-tre, si è pensato ad uno strata-gemma per cui ai verificatori,anche in borghese, sarà possi-bile salire sul mezzo al di fuoridelle fermate, vanificandoqualsiasi possibilità di fuga. «Perché pagare quando si puòviaggiare gratis?» È proprioquesto atteggiamento nega-tivo nei confronti della comu-nità che porta all’inevitabilefallimento, nel lungo periodo,del servizio pubblico. Biso-gnerebbe sensibilizzare l’opi-nione pubblica, magaririfacendosi ad un illustre citta-dino romano di qualche annofa: Cicerone, nel De Repu-blica, affermava che l’uomonella prospettiva di un vantag-gio personale deve impegnarsiper il vantaggio della comu-nità. Cicerone, davanti al-l’obliteratrice, non avrebbeesitato un istante a timbrare ilbiglietto.

Viaggiatori a sbafo, evasi ticket per 20 milioni

di Alessandra Aurilia

L’autobus arriva al capolinea.I passeggeri si avvicinano alleuscite, ma tutte le porte re-stano chiuse. Nessuno potràlasciare la vettura finché i con-trollori – saliti dalla porta an-teriore – non avrannoverificato che tutti possiedanoil biglietto. La scena di unfilm? No. È il risultato dell’ul-tima strategia di Atac per argi-nare il fenomeno dei“portoghesi”, ovvero dei tantifurbi che, in un modo o nel-l’altro, riescono ad evadere ilpagamento del ticket. Il me-todo del “controllo all’uscita”,già in uso ai tornelli dellametro e sui treni urbani, è ap-prodato di recente anche su al-cune linee di autobus, e sta giàdando i suoi frutti. Intrappolati senza possibilitàdi fuga, i passeggeri sprovvistidi biglietto non possono faraltro che incassare la multa. Inpochi minuti i verbali si mol-tiplicano a vista d’occhio, efornire dati falsi non è più unasoluzione. Pur in assenza didocumenti di riconoscimento,al controllore basta una tes-sera sanitaria con codice fi-scale per risalire all’identitàdel passeggero. Un rimedioefficace dunque, ma di certonon sarà l’ultimo. Già previstonel piano anti-evasione del-l’Atac l’aumento del perso-nale di controllo sui bus enelle stazioni della metro. Delresto, l’azienda ha recente-mente annunciato la “messa inmobilità” per 323 dipendenti,che dagli uffici – spiega l’Atac– verranno trasferiti a brevesugli autobus. Ma non solo. Èprobabile che i nuovi control-lori vestiranno in borghese –stando alla volontà dell’asses-sore alla Mobilità Guido Im-prota – così che riconoscerlinon sarà più tanto facile. Epoi? Poi forse seguiranno i di-spositivi elettronici. E alloraforse si potrà davvero dire:scacco matto ai “portoghesi”!

E sulla metrotornelli

più “veloci”

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Atac, guerraai portoghesi

del bus

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Direttore responsabileCesare Protettì

Tutor seniorGuido Alferj

TutorNicole Di Teodoro

Monia NicolettiEmanuela Pendola

Michele FarroPaolo Ribichini

(resp. impaginazione)

RedazioneAlessandra AuriliaEmanuele Bianchi

Cesare BifulcoAnna Bigano

Domenico CappelleriFederico CapursoValerio Dardanelli

Samantha De MartinCarlotta Dessì

Mario Di CiommoStefania Fava

Antonino FazioStelio FergolaAlberto GentileCecilia Greco

Giulia LucchiniElisa Mariella

Maria Lucia PanucciRenato PaoneSilvia Renda

Roberto Maria RotunnoRaffaele SardellaCorinna Spirito

Nicola StacchiettiFederica TagliaviaAlessandro TestaFlavia Testorio

di Elisa Mariella

Aprirà il prossimo giugno ilnuovo e più grande parco di-

vertimenti d’Italia dal nome “Cine-città World”, costato ai finanziatoricirca 500 milioni di euro. In un’areache si estende per 150 ettari di ter-reno complessivi (solo la primaparte del parco Cinecittà World 1 neoccuperà 30) sulla Pontina, fra Ca-stel Romano e il centro della Capi-tale. Il progetto nasce da un’ideanata nel 2009, durante una confe-renza stampa a Villa Borghese suiniziativa di una folta schiera di im-

prenditori: la 'Cinecitta' parchi èpartecipata al 20% da una societàdel gruppo Generali, e all'80% daCinecittà Entertainment e i princi-pali azionisti sono Luigi Abete, An-drea e Diego Della Valle e AurelioDe Laurentiis. Il luogo scelto per lacostruzione, quasi ultimata, delgrande parco tematico non è ca-suale: negli anni 60, Dino De Lau-rentiis vi costruì i primi studios diCinecittà. Saranno 15 le attrazioniche verranno proposte al pubblico eadatte a tutti i gusti e le età. Fraqueste ci saranno un roller coastercon 10 inversioni, un family dropcoaster indoor, una dark ride inte-

rattiva, un avanzatissimo simulatoredi volo, un’attrazione acquatica euna torre di caduta. E ancora mon-tagne russe a prova di vertigini cheattraverseranno vecchi saloon o ri-pide cascate, il Tempio di Moloch(riferimento al film Cabiria) farà daingresso al parco su un tappetorosso fatto di pellicola e foto-grammi. La strada principale ricorderà il setdi Gangs of New York di MartinScorsese, con simulazioni di lottefra bande che accompagneranno ivisitatori attraverso ristoranti e at-trazioni. Un grande nome anchequello che è stato scelto per realiz-

zare le scenografie di CinecittàWorld, il tre volte premio OscarDante Ferretti, che ha dato un toccodi “realtà filmica” alle attrazioni al-tamente tecnologiche (si parla di ot-tovolanti frutto anche di accuratesimulazioni virtuali). Il fine ultimodel parco infatti, è quello di catapul-tare il visitatore in una realtà affa-scinante e coinvolgente, ricca dieffetti speciali e in cui ognuno puòessere regista, attore, tecnico dellaluci. Il progetto, articolato in 4 fasi, pre-vede la costruzione nel corso deiprossimi 2/3 anni di altri due par-chi: si tratta del Village (area ne-gozi, ristoranti e cinema) delCinecittà World 2 (secondo parcodivertimenti) e del Cinecittà Natura(area verde con set cinematogra-fici). Ma non ci sono solo impren-ditori italiani come Abete e DellaValle a occuparsi del progetto Cine-città: si è infatti aggiunta una so-cietà francese, la Compagnie desAlpes, al cui vertice c’è DominiqueMarcel, responsabile di una seried’impianti sciistici e 21 parchi di-vertimenti in Europa. E nonostantele critiche nate da chi, sui numerosiforum di commenti, ritiene inutilela costruzione dell’ennesimo parcoche toglie spazio all’agricoltura ericopre di cemento una delle areedell’entroterra laziale (il famoso“agro romano”), è già partita lacorsa per l’invio delle candidatureagli oltre 1400 posti di lavoro cheCinecittà World offrirà, a chi nefosse interessato.

il Periodico

LUMSANEWS6Accanto al grande entusiasmo per l’arrivo di unnuovo polo per il divertimento dei romani, c’èchi non vede di buon occhio la prossima aper-tura del parco giochi a tema cinematografico piùgrande d’Italia proprio su una delle strade piùtrafficate e disastrate del Lazio. Cinecittà World aprirà infatti a Castel Romano,provocando sicuramente un aumento del trafficosulla via Pontina, già notevolmente incremen-tato con l’apertura del vicino outlet Mc Arthur-Glen.Il parco divertimenti viene presentato sulla pa-gina ufficiale di DeviantART come “un mondoin cui tutti i tuoi sogni diventano realtà”, maquesta nuova area di circa 150 ettari non con-vince tutti e i commenti negativi fioccano sulweb.“Senza una superstrada o un ampliamento al-

meno a tre corsie dell'attuale Pontina, il trafficosarà definitivamente bloccato! Avremo un belparco a tema di ...automobili!”: scrive Federicosu RomaToday.La via Pontina è ormai tristemente famosa perl’alto tasso di incidenti quotidiani, causati anchedalla pessima manutenzione: buche, guard railfatiscenti, l’assenza di una corsia di emergenzae la presenza di sole due corsie per senso di mar-cia fanno di questa regionale una strada affattoadeguata a sopportare un ulteriore aumento delflusso di vetture.A due mesi scarsi dall’apertura del parco a tema,non è stato fatto alcun intervento di miglioriadella strada e non si è ancora parlato di rendereoperativi dei mezzi pubblici o delle navette chepermettano ai romani e gli abitanti dei centri li-mitrofi di visitare Cinecittà World.

Costerà500 milionidi euroe assumerà1.500 dipendenti

TRAFFICO E CAOS

Ma le veremontagne russe

sarannosulla Pontina

di Corinna Spirito

Giochi e filma Cinecittà World

Alle porte di Roma nasce il parcotematico più grande d’Italia: 15 attrazioni

di Alessandro Testa

Ristorazione di qualità, ri-qualificazione urbanistica,

business visionario, maggioresicurezza ed un pizzico di soli-darietà. Sembra essere questa la‘ricetta’ della rinascita del quar-tiere Ostiense ed in particolaredi via del Porto Fluviale, fino apoco fa un lungo rettilineopieno di magazzini in disuso edoggi meta di migliaia di romaniintenzionati a trascorrere unaserata tranquilla.Il fenomeno ha ovviamenteun’origine commerciale, masembra rispondere ad una vo-glia generale di qualità e sem-plicità, oggi difficile dariscontrare nelle aree storica-mente destinate alla vita not-turna nella Capitale. Negliultimi tempi, infatti, Campo de’Fiori e Trastevere sembrano es-sere stati consegnati ai turisti eagli studenti americani – chehanno importato l’assurdamoda del knock-out da inflig-gere a innocenti sconosciuti –al Monte dei Cocci si va per lo“sballo” e il binomio San Lo-renzo-Pigneto è invece fre-quentato principalmente daglistudenti fuorisede della Sa-pienza e da coloro che aggiun-gono un pizzico di colorepolitico perfino al divertimentoserale.A Ostiense-Porto Fluviale –quartiere nato ai primi del No-vecento come zona industrialee poi edificato in modo inten-sivo nel dopoguerra – è invecedi rigore la qualità. Tutto è co-minciato nel 2012, con il riuti-lizzo dell’ex Air TerminalOstiense, diventato in brevetempo la “casa” del treno ve-

loce privato Italo e poi la sederomana della catena enogastro-nomica Eataly. Il vero punto di svolta è stataperò l’apertura, pochi mesidopo, del maxiristorante Portofluviale (900 mq, divisi in quat-tro aree tematiche, 90 lavora-tori), che offre cibo e bevande(tra cui varie birre artigianali)

di alta qualità con varie for-mule. “Non siamo preoccupatidi chi ci ha seguito – affermaLuca Perone, uno dei tre diret-tori – perché ogni locale haun’offerta differenziata daglialtri e non ci sovrapponiamo.Abbiamo un ottimo rapportocon tutti e (a parte la carenza diparcheggi) non abbiamo mai

avuto problemi con nessuno;neanche con i nostri vicini chevivono nella ex-caserma occu-pata, di cui pubblicizziamo ilmercatino domenicale». Soli-darietà portata avanti anche daisoci del Secchio e l’olivaro 2,che dopo la tradizionale inau-gurazione gratuita sono andatia portare agli immigrati la loro

speciale pizza, lievitata 30 oree cotta in teglia nel forno alegna.Concordano con il generale ef-fetto positivo sul quartiereanche gli attuali gestori dellostorico pub Mastro Titta: «Aparte un temporaneo ‘effettonovità’ non abbiamo risentitomolto della nascita di questinuovi locali», racconta la si-gnora Roberta, mentre la gio-vane Ani aggiunge che «lasicurezza nel quartiere è mi-gliorata: c’è molto più passag-gio di prima, e questo scoraggiale persone poco raccomanda-bili». Chi non ha paura degliangoli isolati è il nuovo granderistorante asiatico La dogana,aperto il 1° febbraio da ungruppo misto di italiani e cinesitra un grande fruttivendolo euna pescheria all’ingrosso, chela sera sono ovviamente chiusi. L’ultima arrivata (per ora) è lafrequentatissima gelateria LaRomana, un franchising origi-nario di Rimini, aperto dallagiovane attrice Chiara Mastalliinsieme al suo compagno Do-menico. «Non sempre è facileconciliare i miei due lavori, mami sono innamorata di questagelateria dopo averla vista aTorino. Siamo l’unico locale aRoma ad offrire cinque tipi dipanna – ci dice con orgoglio –classica, al caffè, alla nocciola,allo zabaione e al cacao: è daprovare insieme al ‘Bacio didama’. Abbiamo anche una fi-delity card per ordinare da casae saltare la fila alla cassa, ma inostri clienti più fedeli sonoproprio i ragazzi che lavoranoa Porto fluviale, e noi ricam-biamo andando sempre apranzo lì».

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LUMSANEWS 7

La movidatranquilla

di Cesare Bifulco

Continua il piano di riqualificazione dellearee urbane di interesse pubblico, nellazona intorno a via del Porto Fluviale: ètutto oro quello che luccica? Nelle areedell’ex XI Municipio di Roma Capitale,sembra proprio di si. La movida notturnache si svolge tra via del Porto Fluviale,via delle Conce e via dei Magazzini Ge-nerali appare piuttosto ordinata e sotto-controllo, soprattutto se paragonata aquella di altre zone della Capitale già tri-stemente note per episodi che hanno a chefare poco o nulla con il divertimento,anche se non mancano lamentele tra i re-sidenti. Locali molto variegati e sempre pieni, ra-gazzi sorseggiano birra sull’uscio di unodei pub più forniti di Roma, mentre apochi metri coppie e famiglie sono fermea fumare dopo aver gustato cibi esotici,

gruppi di giovani in tiro tra le risate muo-vono verso una vicina discoteca, sottol’occhio vigile, ma discreto, delle forzedell’ordine. I maggiori problemi per i residenti sonolegati ai parcheggi, evidentemente insuf-ficienti rispetto alle numerosissime autoche ogni sera e soprattutto nel fine setti-mana portano ragazzi e famiglie verso ildivertimento e lo svago notturni. Da que-sto punto di vista preoccupa e non poco iresidenti, la prossima apertura nella zonadell’ex Gazometro dell’area attrezzataRiva Ostiense al secondo anno di attività.Il successo dell’anno scorso del parco at-trezzato sul lungotevere che dal “ponte diferro” porta al Gazometro ha causato nonpochi problemi alla viabilità, un anzianoabitante avverte: “Se non si riesce a tro-vare una soluzione, questa estate parcheg-geremo le macchine direttamente nelTevere.”

Ma mancano ancora i parcheggi

Viaggio al Porto fluviale, un quartiere che rinasce

di Valerio Dardanelli

Il centro storico dell’Aquila è ri-masto fermo alle 3.32 del 6

aprile del 2009 quando, dopo unaserie di scosse minori, un terre-moto di magnitudo 6,3 ha scon-volto la vita di decine di migliaiadi persone. Nel crollo degli edificii morti furono 309 mentre la listadegli sfollati raggiunse le 50milaunità. All’emergenza, il governoguidato da Silvio Berlusconi ri-spose con la costruzione di moduliabitativi provvisori e diversi centrisatellite cui venne dato il nome di“New town”: si tratta dell’ambi-zioso progetto “C.A.S.E.”.Con la città completamente inagi-bile, era necessario sistemare lepersone in periferia. E così, dalnulla, sorsero 185 palazzine cheancora oggi ospitano 19mila inqui-lini. Berlusconi, nel presentarle, si

era sbilanciato: «Credo che diffi-cilmente queste nuove abitazioniverranno lasciate perché sonomolto belle e saranno immerse nelverde». La realtà si è dimostrata ben di-versa. A distanza di cinque anni,l’umidità ha riempito i muri dimuffa e le infiltrazioni hanno di-velto i pavimenti. Come se non ba-stasse, l’ecosostenibilità e ilrisparmio energetico delle nuovecase sono idee rimaste solo sullacarta.Alla prova dei fatti, la spesa per ilmantenimento degli alloggi si è ri-velata altissima: per 60 metri qua-drati, sono arrivate bollette del gasanche da 1250 euro. I condomininon hanno pagato e adesso si èaperto un contenzioso che ha coin-volto le ditte responsabili della co-struzione delle palazzine e ilComune. Il sindaco dell’Aquila,

Massimo Cialente, ha invitato gliaquilani a pagare, «pena losfratto». Ma in mezzo a tante difficoltà, lavita è andata avanti. I bar, i risto-ranti e gli alberghi, chiusi nel cen-tro storico, si sono spostati inqueste nuove periferie. A volte lesistemazioni provvisorie lascianotrasparire le ferite del recente pas-sato: una farmacia ha riaperto al-l’interno di un container che sitrova subito fuori dal centro città.

La socialità, nelle “New town”, stalentamente rinascendo, anche se haassunto una diversa fisionomia: lapasseggiata sotto i portici del sa-bato pomeriggio è stata sostituitadall’incontro nei centri commer-ciali, tutti uguali, spersonalizzanti.Sono questi i nuovi luoghi di ri-trovo per i ragazzi. La realtà dellebotteghe, più di 900 prima delsisma, è stata di colpo spazzatavia: sono solo 30 quelle ancora at-tive.

L’Aquila 5 anni dopo

Non bastanole new town

È ancora chiuso il centro storicoTroppo lenta la ricostruzione

Un’associazione per ricordare gli studenti mortidi Mario Di Ciommo

Tra le vittime del sisma che ha squarciato L’Aquilacinquantacinque erano studenti: le nuove genera-zioni hanno pagato un prezzo altissimo, schiacciatiletteralmente dalle macerie di una scossa che cam-bierà per sempre il capoluogo abruzzese. Per mantenere vivo il ricordo delle giovani vittimedel terremoto nasce ora l’Associazione vittime uni-versitarie del sisma, composta dalle famiglie deglistudenti fuori sede deceduti quella maledetta nottedi aprile. “L’obiettivo principale dell’associazioneè quello di ricordare gli studenti – ha dichiaratoSergio Bianchi, presidente dell’Avus – perché glierrori fatti non possono essere ripetuti e quindi il

tema della sicurezza delle strutture universitarieper noi è di primaria importanza”. L’associazioneraccoglie fondi attraverso l’organizzazione dieventi per le difese legali delle vittime del sisma.Ma non solo: parte dei fondi viene utilizzata pererogare borse di studio mirate alla ricerca geolo-gica connessa all’idoneità sismica delle strutture,volta a garantire la sicurezza delle persone. Le ul-time, in ordine cronologico, sono state assegnate adue studenti universitari in occasione del quintoanniversario del terremoto. La società civilescende dunque in campo per ricordare e cercare diricominciare, ricostruendo con i giovani e per igiovani una città che dopo il terremoto fatica an-cora terribilmente a ripartire.

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Quello che resta della casa dello studente

Foto di Flavia Testorio