40 - VS Maggio 2010

16
Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE “Non togliamo il 5 per mille al volontariato” APPROFONDIMENTO A Polignano la consulta nazionale dei Co.Ge. PAG. 4 SPECIALE il mare di mezzo PAG. 16 EDITORIALE di Luigi Russo Mensile delle Associazioni di Volontariato Maggio 2010 - Anno V- n. 40 "Sant'Agostino era africano. Oggi che fine avrebbe fatto? Forse respinto in Libia. Oppure disperso in mare. O magari rinchiuso in un centro di espulsione." (Gabriele Del Grande - Il mare di mezzo - Infinito Edizioni ) PAROLE CHE CONTANO Segue a Pag. 13 Gentilissimo Rettore Domenico Laforgia, sono il presidente del Centro Servizi Volontariato del Sale- nto, un organismo di servizio delle oltre 600 associazioni di volontariato, nelle quali agi- scono almeno 30.000 salentini che muovono un valore equi- valente in servizi alla persona e al Bene Comune pari a quasi 200 milioni di euro all’anno, senza ricevere compensi e onori. Voglio esprimere la mia più totale solidarietà rispetto alle difficoltà finanziarie che l’im- portante istituzione che lei diri- ge sta attraversando, per le note vicende dei tagli del Go- verno. Di fatto si rischia di consacrare una situazione di "federalismo delle disugua- glianze", dove ci sono univer- sità di serie A (al Nord) e uni- versità di serie B (al Sud). Un paese a due velocità in tutto, nell’economia, nei servizi sociali, nella sanità, nei tra- sporti, e adesso anche nell’i- struzione e nell’università, vio- lando in questo modo il patto costituzionale che vuole l’Ita- lia un paese unito, nel quale ci sono pari diritti e pari doveri per tutti. L’università del Salento è un fiore all’occhiello per il nostro territorio e per i suoi abitanti, un patrimonio inestimabile che dobbiamo tutti contribuire a I volontari: stop al mare discarica A un anno di distanza dalla pubblicazione del dossier del CSVS sui 49 depuratori del Salento, la situazione rimane decisamente critica, anche se nel frattempo una importante azione di contrasto è stata avviata dalle forze dell'ordine rispetto a situazioni di palese illegalità. E' cresciuta anche nei cittadini e negli operatori la consapevolez- za che occorre impegnarsi tutti insieme, senza aspet- tare sindaci e amministratori, per salvare il "bene mare". Emblematico il caso del depuratore di Corsano, per il quale in un solo giorno SOS Costa Salento, Coppula Tisa, Gaia, Mir Preko Nada, Tonga Soa, Arci Japige hanno raccolto 1000 firme per bloc- carne lo scarico in mare. In una riunione il 15 maggio i volontari hanno deciso di sollecitare con tutti i mezzi la Regione a mettere mano in maniera integra- le al riassetto dell'intero sistema dei 49 depuratori, avviando anche una sollecita azione di monitoraggio delle emissioni e dei controlli che non possono esse- re lasciati all'ente gestiore, l'Acquedotto Pugliese. Lettera aperta al Rettore dell’Università di Lecce dal presidente del CSV Salento Il fiumiciattolo che esce dal depuratore di Corsano prima di immettersi in mare.

description

Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

Transcript of 40 - VS Maggio 2010

Page 1: 40 - VS Maggio 2010

Post

e It

alia

ne s

.p.a

. - S

ped.

Abb

. Pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

L. 2

7/02

/200

4-N

.46

a.1-

c.2-

CN

S L

E

“Non togliamo il 5per mille al volontariato”

APPROFONDIMENTO

A Polignano la consultanazionale dei Co.Ge.

PAG. 4

SPECIALE

il maredi mezzo

PAG. 16

EDITORIALE

di Luigi Russo

Mensile delle Associazioni di Volontariato Maggio 2010 - Anno V- n. 40

"Sant'Agostino era africano. Oggi che fine avrebbe fatto? Forse respinto in Libia.

Oppure disperso in mare. O magari rinchiuso in un centro di espulsione." (Gabriele Del Grande - Il mare di mezzo - Infinito Edizioni )

PAROLE CHE CONTANO

Segue a Pag. 13

Gentilissimo RettoreDomenico Laforgia,sono il presidente del CentroServizi Volontariato del Sale-nto, un organismo di serviziodelle oltre 600 associazioni divolontariato, nelle quali agi-scono almeno 30.000 salentiniche muovono un valore equi-valente in servizi alla persona eal Bene Comune pari a quasi200 milioni di euro all’anno,senza ricevere compensi eonori.Voglio esprimere la mia piùtotale solidarietà rispetto alledifficoltà finanziarie che l’im-portante istituzione che lei diri-ge sta attraversando, per lenote vicende dei tagli del Go-verno. Di fatto si rischia diconsacrare una situazione di"federalismo delle disugua-glianze", dove ci sono univer-sità di serie A (al Nord) e uni-versità di serie B (al Sud). Unpaese a due velocità in tutto,nell’economia, nei servizisociali, nella sanità, nei tra-sporti, e adesso anche nell’i-struzione e nell’università, vio-lando in questo modo il pattocostituzionale che vuole l’Ita-lia un paese unito, nel quale cisono pari diritti e pari doveriper tutti.L’università del Salento è unfiore all’occhiello per il nostroterritorio e per i suoi abitanti,un patrimonio inestimabile chedobbiamo tutti contribuire a

I volontari: stop al mare discaricaAun anno di distanza dalla pubblicazione del

dossier del CSVS sui 49 depuratori delSalento, la situazione rimane decisamente

critica, anche se nel frattempo una importante azionedi contrasto è stata avviata dalle forze dell'ordinerispetto a situazioni di palese illegalità. E' cresciutaanche nei cittadini e negli operatori la consapevolez-za che occorre impegnarsi tutti insieme, senza aspet-tare sindaci e amministratori, per salvare il "benemare". Emblematico il caso del depuratore di

Corsano, per il quale in un solo giorno SOS CostaSalento, Coppula Tisa, Gaia, Mir Preko Nada, TongaSoa, Arci Japige hanno raccolto 1000 firme per bloc-carne lo scarico in mare. In una riunione il 15 maggioi volontari hanno deciso di sollecitare con tutti imezzi la Regione a mettere mano in maniera integra-le al riassetto dell'intero sistema dei 49 depuratori,avviando anche una sollecita azione di monitoraggiodelle emissioni e dei controlli che non possono esse-re lasciati all'ente gestiore, l'Acquedotto Pugliese.

Lettera aperta al Rettoredell’Università di Lecce

dal presidente del CSV Salento

Il fiumiciattolo che esce dal depuratore di Corsano prima di immettersi in mare.

Page 2: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 2

Intervista ad Elena Gentile, assessore al welfare della Regione Puglia

La battaglia elettorale è dapoco finita, ed è fresca dinomina la neo assessora

confermata da Nichi Vendola allepolitiche sociali e al lavoro, con unassessorato unico che fa da spec-chio a quello ministeriale e prendeil nome, appunto, di assessorato alwelfare. Ed è già pronta ad altricinque anni di grintoso impegno.La incontriamo, infatti, in occasio-ne della presentazione dei datidella ricerca regionale sull’inseri-mento delle donne nel mondo dellavoro, preparati dalla Consiglieraregionale per le Pari opportunità.Dott. Gentile, una confermaall'interno dell'assetto regionalecon le politiche per il volontaria-to nell'ambito del suo assessora-to. Come si prepara a questoimpegno?Devo dire che tra me e il mondodel volontariato c’è stato sempreun grande feeling. E la prova stanel fatto che in questi cinque anniabbiamo messo in piedil’Osservatorio regionale delvolontariato, che in precedenzanon aveva mai funzionato.Abbiamo anche finanziato e realiz-zato una grossa ricerca sul volon-tariato in Puglia, in collaborazionecon CSV Puglia Net, che sarà pub-blicata subito dopo l’estate: per laprima volta abbiamo il data basecompleto e corretto delle oltre2000 organizzazioni di volontaria-to presenti in Puglia. Abbiamocominciato a costruire una fittarete di relazioni tra l’OsservatorioRegionale del Volontariato e glialtri assessorati regionali (salute,ambiente, cultura, cittadinanzaattiva, ecc) in modo da dare laparola ai volontari quando ci sonodecisioni che li riguardano.Abbiamo realizzato una importan-te campagna di comunicazione daltitolo “La spinta del cuore”.Abbiamo finalmente messo on lineil Registro Regionale delVolontariato aggiornato in temporeale. Abbiamo prodotto un utilecompendio con le indicazioni utiliper l'iscrizione al registro regiona-le del volontariato e, tutto questo,si trova in un contenitore on line, ilsito dell'Osservatorio Regionaledel Volontariato, all'indirizzohttp://www.volontariatopuglia.net.Abbiamo finanziato diversi pro-getti innovativi, come quello sulbullismo, che si poggia proprio sulvolontariato e tanti altri all'internodi bandi dedicati, come quello sul-

l'associazionismo familiare, sullacomunicazione nell'ambito delledisabilità, etc.Cosa emerge di significativodalla ricerca sul volontariato?Il dott. Luigi Russo, coordinatoredella ricerca sul volontariato inPuglia, in occasione dellaConferenza regionale delle politi-che sociali nel mese di febbraio, hapresentato dei dati veramente inte-ressanti, che fanno riflettere, e chemi danno una grande soddisfazio-ne. Negli ultimi 5 anni c’è stato unincremento secco del numero deivolontari in Puglia, pari a un+40%. E si tratta di un volontaria-to di cittadinanza, dei diritti dellepersone, dell’ambiente, e non solodi tipo assistenziale. Rimane moltoforte il volontariato nell’ambitodella donazione e della protezionecivile. Insomma un fenomenomolto vivace. Una conferma delfatto che quando una Regionecrede nelle politiche sociali, quan-do attiva percorsi di collaborazio-ne con tutti gli attori sociali del ter-ritorio, i cittadini rispondono conlo sviluppo della cultura dellaresponsabilità e della partecipazio-ne. Quali saranno le principali lineedi azione del suo assessorato neiprossimi anni rispetto al volonta-riato?Nei prossimi mesi, in seguito allapubblicazione della ricerca, abbia-mo concordato con CSV PugliaNet di effettuare dei forum provin-ciali tematici per capire meglio ilfenomeno del volontariato e permigliorarne anche l’impiantolegislativo. Abbiamo intenzione diconsolidare l’azionedell’Osservatorio regionale delVolontariato dal punto di vistatematico e territoriale. Lavoreremoin particolare per definire le lineeguida per l’iscrizione nel registroregionale e per individuare le com-petenze, sia per l’istruttoria cheper le verifiche, per questo tipo diiscrizione, in collaborazione con iCSV e non solo con i comuni. Misembra importante anche consoli-dare l’identità del Forum TerzoSettore, che in questa Regione èimpegnato a darsi un suo più evi-dente protagonismo. Inoltre miimpegnerò personalmente per darecontinuità all’azione dei CSV, inquesto particolare momento ditagli e di “strane” intenzioni dirimodulazione della loro organiz-zazione e presenza territoriale,

approfittando dell’ottimo rapportocon il Co.Ge. Puglia e con leFondazioni Bancarie.Il 2011 sarà l’anno europeo delvolontariato. Cosa pensa di farela Regione Puglia perché nonrimanga solo una celebrazione?Sicuramente costruiremo un tavo-lo congiunto di lavoro traOsservatorio Regionale delVolontariato, CSV Puglia Net e –gradirei – anche il Co.Ge.Certamente c’è bisogno di attivareuna serie di azioni comunicativeche rimettano al centro il valoredella cultura del dono e della soli-darietà. Poi, penso che sia necessa-rio fare conoscere che cosa fannoquesti 90.000 volontari pugliesi, inquali ambiti lavorano, le loro sto-rie bellissime di eroi del quotidia-no, in modo da contagiare altri cit-tadini. Potremmo porci comeobiettivo entro il 2011 di fareaumentare ancora il numero dellepersone che hanno fiducia neivolontari e che magari si tirano sule maniche e cominciano a lavora-re per gli altri, per il bene comune.Infine, penso che bisogni realizza-

re una giusta ed efficace azione diformazione sul tema del volonta-riato anche nei confronti degliamministratori comunali, provin-ciali, regionali, perché arrivino allaconsapevolezza che i volontari nonsono dei rompiscatole da bloccareo da contenere, ma sono la partepiù attiva dei cittadini pugliesi, chestimolano le istituzioni a fare sem-pre meglio le loro politiche.

Serenella Pascali

Elena Gentile

Tariffe postali per il Non Profit,verso uno “sconto del 50%

Sembra essere in diritturad'arrivo la dibattuta questio-ne della sospensione delle

tariffe postali agevolate per il NonProfit. La Camera ha infatti appro-vato in prima battuta l'emenda-mento al decreto del 30 marzo(c.d. “dl incentivi”) presentatodagli onorevoli Marco Pugliese(Pdl) e Luigi Bobba (Pd) che pre-vede un'agevolazione massima del50% della tariffa ordinaria applica-ta da Poste Italiane (che è di 0,28euro per singolo invio sino a 200grammi, quindi l'agevolazionesarebbe apri a 0,14 euro). Lacopertura necessaria di 30 milionisarà data dalle maggiori entratederivanti dalla chiusura agevolatadella lite tra concessionari dellariscossione e fisco. Particolare di rilievo, l'emendamento indirizza ilbeneficio ai soli giornali editi da associazioni e organizzazioni senzafini di lucro, escludendo esplicitamente i giornali di partito e la pub-blicazione degli organi professionali o dei sindacati. Il provvedimen-to passa ora al Senato per avere il via libera definitivo entro il 25maggio.

Approvato dalla Camera il decreto che ristabilisce inparte le agevolazioni. Via libera definitivo entro il 25maggio

Page 3: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 3

Il dialogo veicolo di conoscenza e comprensione reciproca

A Trepuzzi una nuova sede territoriale del Csv SalentoInaugurato il nuovo sportello concesso in comodato gratuito dal Comune.

Si rafforzano le collaborazioni sul territorio al servizio di un “volontariato di cittadinanza”

Una nuova sede per rafforzare il rapporto conle associazioni che operano sul territorio,essere loro sempre più vicini per garantire

una migliore fruizione dei servizi. Risponde a questiobiettivi l'apertura del nuovo sportello territorialedel Centro servizi volontariato Salento a Trepuzzi,inaugurato ufficialmente il 26 aprile. La nuova sede– in via Ruggiero Bonghi 11, Palazzo Comunale –offerta in comodato gratuito dall'amministrazionecomunale "viene così ad essere un riferimentoimportante per la zona del Nord Salento – ha affer-mato durante l'inaugurazione Cosimo Valzano, sin-daco di Trepuzzi - . Qui nella nostra cittadina ci sonomolte realtà di volontariato attive nel rispondere allecriticità del territorio, nel promuovere la solidarietà.Trepuzzi è ricca di associazioni, vicine alla Chiesa elaiche, e anche di tante singole persone che si dedi-cano agli altri nascono tanti piccoli progetti checostituiscono però una grande ricchezza. Il volonta-riato, infatti rappresenta il silenzio di una foresta checresce, un valore più che mai fondamentale in unanno, questo 2010, che si prospetta nero per i servi-zi sociali in Puglia. Per questo occorre più che maiche si rafforzi il lavoro di sinergia tra le realtà delvolontariato e dell'associazionismo da un lato e l'am-

ministrazione dall'altra, per continuare a costituire ilpiccolo tassello di una società che vuole porre atten-zione ai bisogni del territorio in cui ci si trova a vive-re".

La sede di Trepuzzi si affianca alle altre sul ter-ritorio della Provincia di Lecce che hanno trovatocollocazione presso una struttura comunale, a con-ferma della sinergia che pian piano si va rafforzandonel lavoro di individuazione dei bisogni e di rispo-sta. E questo è proprio l'approccio del volontariato"che porta a combattere contro l'indifferenza – ha

sottolineato Luigi Russo, presidente del Csv Salento– sviluppando il valore delle relazioni- con il nostroterritorio, con le altre persone- quelle che fannomuovere nella direzione del benessere e della felici-tà". Nella provincia di Lecce sono 650 le organizza-zioni di volontariato, in linea cioè con la legge qua-dro di riferimento 266/91, e circa 30mila i volontariattivi, una realtà che muove un volume economicodi circa 200 milioni di euro. "Se questo volontariatonon esistesse tante situazioni - penso alla disabilità,all'immigrazione, all'ambiente, alle tradizioni delnostro territorio-vivrebbero condizioni peggiori – haaggiunto Russo -. Questo anche perchè oggi semprepiù non esiste un volontariato supplente dei serviziche non esistono, ma uno di cittadinanza attiva: adagire sono cittadini che vedono i problemi e cercanodi mettere a disposizione risorse, tempo, e di trasfor-mare tutto questo in attività e progetti". Un forteaiuto in questo processo è arrivato grazie al BandoPerequazione, che nella provincia di Lecce ha vistoammessi al finanziamento 23 progetti. La sede diTrepuzzi sarà aperta due pomeriggi e una mattina asettimana, in linea con le esigenze espresse dalleassociazioni. Per informazioni contattare il Csv alnumero 0832-340473. Sara Mannocci

Ha preso avvio lo scorso 28 aprilepresso la sede del Csv Salento diTiggiano il percorso di formazione

sulle tecniche di animazione territoriale.Il corso di formazione proposto si collocanella proposta progettuale ideata dallaConsulta devianza e dipendenze del Csv. Il progetto intende affrontare il tema dellaprevenzione al disagio giovanile, sottoli-neando in particolare l'importanza delbenessere e di quanto l'intera comunità ter-ritoriale sia necessaria per favorire lo stes-so. Una comunità accogliente e competente èinfatti già di per sè fonte di prevenzione aldisagio dei nostri ragazzi.Attraverso il progetto si intendono realiz-zare attività di animazione con i giovani.Le associazioni di volontariato aderenti

alla consulta hanno colto l'importanza diacquisire competenze in merito all'anima-zione territoriale, al fine di essere semprepiù presenti nelle comunità di appartenen-za offrendo un apporto ancor più qualifica-to. La formazione, pertanto, si pone comepremessa fondamentale alla buona riuscitadel progetto. Il percorso di formazione intende, dunque,implementare le competenze degli opera-tori/volontari in tema di animazione terri-toriale. Intende inoltre offrire strumenti concretida potere applicare nelle comunità territo-riali

PROGRAMMA

Prima fase: Modulo 1 (9 ore – tre incontri da 3 ore ciascuno)L'Adolescenza e devianza: fattori dirischio e fattori protettivi;La genitorialità;La comunicazione efficace: l'assertività el'intelligenza emotiva.

Seconda fase: Modulo 2 (9 ore – tre incontri da 3 ore ciascuno) Comunicazione e colpa/Comunicazione eLiberazione;La comunicazione educativa ordinaria(genitori/figli; insegnanti/alunni..); La comunicazione nelle relazioni: inter-vento sui modelli di tra-dimento e fra-intendimento nelle relazioni umane.Modulo 3(12 ore – quattro incontri da tre ore)Animazione del Territorio- Simulazione, a partire da una analisi dicaso, di un intervento educativo di strada;- Progettazione di un modello di interven-to di "azione di strada";- messa in pratica dell'intervento progettato.Docenti: il primo modulo sarà curato dalla Dott.ssaAnna Lucia Sabetta - psicologail secondo modulo sarà curato dal Dott.Giovanni Bongo – filosofo, facilitatoredella comunicazione.

Mettere in contatto giovani italiani e palestinesi residentiin Libano per realizzare un gemellaggio capace di svi-luppare un dialogo che porti ad una conoscenza e com-

prensione reciproca: questo l'ambizioso obiettivo del progetto dieducazione allo sviluppo “Educare i giovani al dialogo tra i popo-li di culture e religioni diverse attraverso gli strumenti di comuni-cazione globale”, promosso dalla onlus leccese Ctm in collabora-zione con le ong italiane Cestas e Dokita e l'associazione“Ghassan Kanafani Cultural Foundation”, fondata in Libano nel1974. L'intento del progetto, conclusosi formalmente nell'aprile2010, è stato quello di contribuire allo sviluppo di un dialogo dipace e fraternità tra i popoli di culture e religioni diverse proprioattraverso strumenti di comunicazione come internet ed il video-cortometraggio. Sono questi stessi strumenti a consentire oggi cheil progetto vada di fatto avanti permettendo ai ragazzi italiani epalestinesi di tenersi in contatto. Nel corso del progetto due clas-si di studenti libanesi presso il Campo profughi palestinese diNahr el Bared hanno potuto seguire un corso di cinematografia ee realizzare il video “I ragazzi di Nahr el Bared”, documento dipresentazione del progetto. Allo stesso modo ragazzi italiani dialcune scuole medie di Lecce, Roma, Bologna e Ancona hannoseguito un corso di cinematografia per imparare a produrre uncortometraggio e un laboratorio per approfondire la situazione deicampi profughi palestinesi: così si è sviluppato il contatto, ini-zialmente virtuale, tra i due gruppi di giovani. Il percorso ha poiportato al gemellaggio reale, attraverso la conoscenza personale econcreta. Una piccola delegazione dei ragazzi palestinesi delcampo di Nahr el Bared infatti nell'ottobre 2009 è stata ospitata inItalia e ha avuto la possibilità di assistere alla proiezione del videofinale “Il mondo vicino/lontano”. Nel corso di quest'anno si sonorealizzati incontri nelle scuole, con il mondo del volontariato econ gli studenti universitari. Intanto lo scambio tra i ragazzi con-tinua attraverso newsletters periodicamente pubblicate sul sitowww.ctm-lecce.it, nella pagina web dedicata al progetto.

E' il frutto del progetto di educazione allo sviluppo promosso da Ctm onlus di Lecce.

Protagonisti giovani italiani e palestinesi

Vivere la comunità, animare il territorio,riconoscere e prevenire il disagio

Dalla Consulta devianza e dipendenze del Csv Salento un corso di formazione sulle tecniche di animazione territoriale

26 aprile, un momento della inaugurazione a Trepuzzi

Page 4: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 4APPROFONDIMENTO

Polignano a mare, la Consulta nazionale dei Co.Ge. fa il punto

Due giorni per valutare lostato dell’arte delle azioniposte in essere a favore

dei Centri di Servizio alVolontariato e dell’associazioni-smo nazionale. Si è svolto lunedì19 e martedì 20 aprile presso ilBorgobianco Resort a Polignano aMare l'incontro della Consultanazionale dei Co.Ge. (Comitati digestione del fondo speciale per ilvolontariato) voluto e organizzatodal presidente del Co.Ge. PugliaAntonio Carbone a chiusura delproprio mandato.

“Nonostante la crisi economi-co-finanziaria di questi due anni –ha affermato Antonio Carbone -abbiamo registrato una crescitadel volontariato nella nostra regio-ne non solo in termini numerici,ma anche qualitativi. È un risulta-to che si deve attribuire al lavorodi squadra del Co.Ge. e dei Csvpugliesi che hanno saputo porre lebasi di una relazione proficua conle organizzazioni di volontariato econ tutti gli attori sociali del terri-torio”.

Un bilancio dunque positivononostante la crisi, come emersoanche dalla relazione di LuigiRusso, presente in rappresentanzadell'Osservatorio regionale delvolontariato al convegno "2008-2010: riflessioni sul volontariatoin Puglia e confronto con le istitu-zioni" del 19 aprile, che ha ripor-tato i primi dati di una ricerca sulvolontariato pugliese commissio-nata dalla Regione Puglia a CsvPuglia Net. “Dal 2005 al 2009rileviamo un tasso di crescita delvolontariato straordinario. Oggi inPuglia contiamo 90 mila volontaria fronte dei 45 mila di sei anni fa,volontari che crescono soprattuttonella fasce di età medie e giovani-li, per un totale di 2100 associa-zioni di volontariato effettive.Crescita da imputare, in parte,anche all'apporto e all'attività deiCentri Servizio al volontariatoVolontariato provinciali”. Al con-vegno inaugurale sono intervenutianche Lorenzo Di Napoli, vicepre-sidente della Consulta nazionaleCo.Ge. e Sabina Polidori, dirigen-

te della Divisione Volontariatopresso il Ministero del Lavoro. Inchiusura Roberto Giusti, rappre-sentante ACRI ha sottolineatol'importanza, in funzione di garan-zia, della presenza nei Comitati digestione regionali della maggio-ranza di componenti di nominadelle Fondazioni bancarie.

La due giorni è proseguita,nella giornata del 20 aprile con unseminario riservato ai componentidella Consulta nazionale durante ilquale è stato presentato il“Compendio statistico nazionalesull’indice della densità organizza-tiva” a cura della Consulta stessa.

Antonio Carbone

Riunita dal 19 al 20 aprile per valutare le azioni messe in atto in favore dei CSV e dell'associazionismo nazionale

Primo compendio statistico su CSV e Co.Ge.Presentata a Polignano a Mare l'indagine sulle attività di Centri di servizio al volontariato e Comitati di gestioni curatadalla Consulta nazionale Co.Ge.

La Consulta nazionale dei Comitati digestione dei fondi speciali per il volon-tariato ha da poco pubblicato il primo

compendio statistico relativo ai Csv ed aiComitati di gestione dei fondi speciali per ilvolontariato.

L'indagine presentata dalla consulta Co.Ge.ha carattere sperimentale e i dati riportati sonoaggiornati al 2008; l'obiettivo è quello di darevita, partendo da questa prima realizzazione, adun sistema di monitoraggio periodico, sistema-tico e puntuale sulle attività dei Csv e deiCo.Ge, al fine di dare conto dei processi in atto,degli aspetti di criticità e di successo nel fun-zionamento del sistema dei fondi ex art. 15della legge 266/91. I dati del rapporto si riferi-scono a 77 Centri di Servizio per il Volontariatoattivi nel 2008 e 20 Co.Ge. regionali; l'esitodella rilevazione attesta che complessivamentei Csv registrano l'esistenza di ben 42.913 orga-nizzazioni di volontariato (Odv), di cui il 61%iscritte ai pubblici registri. La crescita delleOdv iscritte tra il 1997 e il 2008 appare piutto-sto accelerata, soprattutto in quattro regioni, tracui la Puglia, dove l'incremento è stato del302% con poco più di 2 Odv iscritte ogni10.000 abitanti. A questo proposito occorre

comunque rilevare che la proporzione più ele-vata di Odv iscritte riguarda il nord, dove il Csvsono stati costituiti mediamente da più tempo.I Centri di Servizio sono attualmente attivi sututto il territorio nazionale, esclusa la Provinciadi Bolzano; in particolare vi sono 7 Centriregionali, 64 provinciali, 2 intraregionali, 2interprovinciali e 2 sub-provinciali; inoltre visono due province (Torino e Foggia) su cuiinsistono due Centri. Sotto il profilo delle risor-se umane attive presso i Centri, si contano1.245 operatori, i æ dei quali è costituito dadipendenti o parasubordinati, il resto da colla-boratori occasionali o professionisti. A questivanno aggiunti numerosi professionisti chesvolgono attività una tantum. Discorso a partemerita l'impegno degli organi deliberativi (800persone complessivamente) che dedicano 2,5 asettimana (presidenti) e 1 giorno a settimana(vice presidenti).

L'assegnazione finanziaria ai Csv è pari inmedia a 1.280.000 euro (anno 2008), pur se conun range di valori molto distanti in ragione delladiversa dimensione dei territori di competenza;un certo gap si riscontra inoltre tra le erogazioniai Csv del Nord Italia e quelli del Mezzogiornodove, a fronte del 23,8% della popolazione si

deposita il 15,9% dello stanziamento.Per ciò che concerne la governance dei Csv,

questa è costituita in larghissima parte dalleOdv, che gestiscono i centri stessi; dai dati rile-vati si evince che il 16,6% delle Odv rilevate ñvale a dire 7.129 unità, sono direttamente coin-volte nella gestione dei CSV; le Odv socie sonoin media 107 unità per Csv. L'organo direttivo(in media 10 componenti per CSV) è il motorepulsante del Centro e si avvale della presenzadei diretti rappresentanti delle Odv per definirele strategie e gli indirizzi da rendere esecutiviattraverso lo staff tecnico. Andando ad analizza-re il funzionamento dei Comitati di gestione, sirileva innanzitutto che il presidente e nella totali-tà dei casi espressione di nomina delle fondazio-ni di origine bancaria a cui spetta il finanziamen-to dei Centri; la loro è una funzione di garanziarispetto all'impegno finanziario ed al buon uso ditali risorse. Rappresentanti dei Co.Ge. fannoparte degli organismi direttivi e di controllo deiCentri, svolgendo un ruolo importante in quantoosservatori dell'andamento delle attività e porta-voce delle istanze regolative, di indirizzo esupervisione sull'utilizzo dei fondi, che sono spe-cifiche dei Co.Ge.

Antonio Quarta

Page 5: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 5ASSOCIAZIONI

Nasce anche a Lecce l'Aec, associazione europea per la tutela dei cittadini contribuenti

Intervista a Valentina Castorina, presidente Aec Lecce

Linguaggio difficile e buro-cratico, cavilli e particolariche passano quasi inosser-

vati, il modo di esprimersi degliavvocati risulta complesso ai più.La nascita dell’Aec, lo sportellodell' associazione europea per latutela del cittadino contribuente, aLecce, dovrebbe aiutare i cittadinia risolvere queste problematiche,ma chi può usufruirne e in chemodo?L’A.E.C. si rivolge ai cittadini,ma solo ai contribuenti?L’associazione tende a conciliarele esigenze della PubblicaAmministrazione con quelle delcittadino contribuente, consuma-tore, risparmiatore e utente, gio-vani e immigrati che intendanoavviare una propria attività. Losportello è a disposizione di quan-ti hanno in essere una posizionecontributiva e fiscale verso la

Pubblica Amministrazione e l’era-rio. A proposito di immigrati, è curio-so sapere che tra le parti scegliatedi difendere il meno indifeso, incosa consiste il Comitato naziona-le per la tutela dei datori di lavo-ro delle badanti?Il Comitato si propone di fornireinformazioni e delucidazioni inmateria dei diritti-doveri del dato-re di lavoro; fornire assistenzanella redazione del contratto dilavoro; fornire assistenza all'asso-ciato nell'elaborazione delle bustepaga mensili e contributi previ-denziali; fornire consulenza aiconsociati nella risoluzione delleeventuali controversie che doves-sero sorgere con le badanti-colla-boratrici domestiche anche per iltramite dei nostri conciliatori spe-cializzati; organizzare incontri diaggiornamento-discussione sulle

eventuali problematiche inerential rapporto di lavoro.Quali servizi offre l’associazio-ne?Sono servizi rivolti alla verificadella tipologia e presenza di clau-sole vessatorie su contratti, consi-gli su diritti e doveri del cittadino,fornitura di modulistica di base enormativa di riferimento. Maanche consigli su acquisti effettua-ti fuori e dentro i centri commer-ciali, modalità resi e reclami, veri-fica regolarità multe, contravven-zioni e cartelle esattoriali.Informazioni su posizione contri-butiva o pensionistica. Verificaregolarità versamenti per tributi etasse, bolli auto e varie, verifica edassistenza per contratti di acquistoo di affitto immobili. L’assistenza è gratuita?Il primo approccio è gratuito, poi ènecessario rivolgersi alla sede di

Udine che incarica un assistentelegale che seguirà la causa finoalla conclusione e si stabilisconole tariffe.Dunque, l’utente comunque peravere assistenza tramite la vostraassociazione, deve pagare?Si, ma noi cerchiamo di garantiretariffe ridotte tramite un legaleindicato dall’associazione.

Laura Mangialardo

Axa, Arcobaleno e CulturAmbiente insieme per un parco ecosostenibile

L'azienda si è offerta di bonificare gratuitamente dall'amian-to la zona dell'agro leccese dove sorgerà il progetto Alba

Un reale lavoro di rete e collaborazione verso un obiettivo comu-ne: sviluppare una progettualità di grande valore per la cittadi-nanza, che promuova una cultura della salvaguardia dell’am-

biente e della salute. E' la collaborazione che vede Axa - azienda daanni attiva nel settore delle bonifiche da amianto e dei rifiuti – offrireil proprio contributo e sposare in pieno l'azione portata avanti dallaCooperativa sociale L'Arcobaleno e dall'associazione CulturAmbiente,impegnate a fondo nell'avvio del progetto Alba. Un progetto ambiziosodi comunità aperta, un parco ecosostenibile che sorgerà all’interno didue strutture situate in agro di Lecce su via vecchia Copertino, nellevicinanze del comune di San Pietro in Lama, due antiche masserieimmerse in 10 ettari di verde, un agro – eco – sistema non ancora com-promesso dall’intervento antropico ed in equilibrio stabile.

Un ostacolo allo sviluppo e all'obiettivo stesso del progetto Alba èperò costituito dalla presenza nel luogo di alcune vecchie tettoie di pol-lai e spazi tecnici con coperture in cemento e amianto che certamenteminano la salubrita’del luogo. Qui sta il valore della collaborazione del-l'azienda Axa, che si è offerta di procedere a titolo gratuito alla bonifi-ca dell’amianto presente. Cultura dell'alimentazione e dell'ambiente,cura del corpo e dell'interiorità, lavoro verde e prevenzione delle dipen-denze sono i settori su cui il progetto Alba intende agire, e in questoambito CulturAmbiente si occuperà di seguire e proporre la realizza-zione di tutti quegli interventi volti a mitigare l’impatto ambientaledelle strutture e delle attività che si svolgeranno. Saranno realizzatiquindi bagni con tecnologie a basso consumo idrico, alimentate conacqua piovana e acque reflue fitodepurate e riutilizzate in agricoltura, siutilizzeranno detersivi biodegradabili alla spina, arredamenti e accesso-ri in materiali di recupero o certificati, impianti a basso consumo ener-getico, saranno promosse le energie rinnovabili, agricoltura bio con tec-nologie sostenibili, cicli chiusi di autosufficienza, riuso.

I rifiuti?Possono diventare risorsa

Attraverso il compostaggio domestico lo scarto organico puòdiventare terriccio da giardino

Trasformare il problema rifiuto in una risorsa? E' quello che puòconsentire di fare il compostaggio domestico, una buona praticache sta cercando di promuovere tra i cittadini del Salento l'asso-

ciazione socio-culturale Nuova Messapia di Soleto in collaborazionecon il Meetup "Salentini Uniti con Beppe Grillo" di Lecce. Un percor-so di sensibilizzazione e promozione di nuovi comportamenti che vuolecoinvolgere anche associazioni della provincia di Lecce, gruppi di tute-la paesaggistico-ambientale. La frazione umida costituisce di tutti irifiuti indifferenziati una percentuale che varia dal 35% al 60%.Biologicamente il compostaggio è un processo che la natura applicaquotidianamente, ovvero trasforma ciò che è lo scarto biologico dimateria organica soggetta a decomposizione in elementi preziosi per lavita di altre specie vegetali o animali.

Attraverso il compostaggio domestico si può quindi trasformare ilrifiuto in qualcosa di tangibile e concreto che quotidianamente il citta-dino correttamente informato può vedere sia nell'utilità che nell'effica-cia. Il processo decompositivo già nei primi 40 giorni, se correttamen-te applicato, trasforma lo scarto cosiddetto "umido", o meglio organico,in humus fertilizzante e circa dopo 6 mesi in ottimo terriccio da giardi-no, il tutto senza conferire nulla in discarica, o peggio ancora inceneri-re. Cosa comporta? Altissimo risparmio dei costi di discarica per lecasse comunali, altissimo risparmio delle risorse ambientali, territorialie paesaggistiche, assunzione di responsabilità dei cittadini verso il pro-prio territorio e il proprio ambiente, tutela dei beni quali paesaggio,risorse idriche e importantissima riduzione dell'impronta ecologica,riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, sviluppo di un sistemadi mutuo soccorso e solidaristico dove chi produce rifiuto organico puòsolidarizzare con chi ne utilizza. Per prendere contatti con l'associazio-ne Nuova Messapia si può telefonare al numero 333-8451218,[email protected], www.nuovamessapia.it.

Page 6: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 6AMBIENTE

Realizzare case di paglia?Un'esperienza che valuterà di avviare la Cooperativa “Solidarietà Salento onlus”,

che ha realizzato un laboratorio educativo-esperenziale sul progetto

Un'esperienza già concretizzata in diversenazioni, compresa l’Italia, e che riguardal’utilizzo della paglia come materiale di

costruzione. E' l'esperienza che sta valutando diavviare anche nella provincia di Lecce la SocietàCooperativa Sociale onlus “Solidarietà Salento”,che a questo proposito ha realizzato un laboratorioeducativo-esperenziale di presentazione dell'idea,sulla base del quale capire la reale fattibilità del pro-getto da ogni punto di vista. La Cooperativa èimpegnata da anni ad offrire servizi di tutela e inte-grazione ai minori in stato di disagio e supporto allefamiglie. Realizzare delle strutture con le "balle dipaglia" è un sistema pratico e fare esperienza in uncantiere operativo può interessare sia chi intendecimentarsi all’auto-costruzione, che i progettisti e leimprese edili che vogliano acquisire informazioni e

competenze. La filosofia del costruire con materia-li naturali ed ecosostenibili conduce allo sviluppo diun’interazione consapevole e rispettosa fra uomo eambiente. Il valore educativo e formativo di questocantiere, oltre a promuovere l’edilizia ecosostenibi-le, consente di coinvolgere, sia nella fase di proget-tazione che in quella di realizzazione, persone nor-malmente escluse da questa attività, donne, bambi-ni e anziani, nonché piccoli artigiani locali. Laconoscenza e le capacità in un cantiere con balle dipaglia sono condivise con generosità e si prediligeil lavoro di squadra che ha un effetto positivo sulbenessere psico-fisico dei partecipanti. Le casecostruite con le balle di paglia sono ancora pococonosciute in Italia. Richiedono una fase di pianifi-cazione intensa ed una continua assistenza in can-tiere. Questo metodo di costruzione risale alla fine

dell’Ottocento quando dopo l’invenzione dellamacchina imballatrice negli Usa, in Nebraska, statopovero di pietre e legnami per la costruzione, maricco di enormi pianure coltivate a grano, i primicoloni utilizzarono il loro materiale di scarto, il sot-toprodotto del grano, la paglia, per costruire ricove-ri provvisori, in attesa dell'arrivo delle carovane coni materiali da costruzione. I vantaggi? Le costruzio-ni sono completamente ecologiche, in quanto sfrut-tano il surplus di paglia prodotto dai campi per otte-nere case molto efficienti. Fra i nemici della pagliaci sono naturalmente acqua, fuoco e vento. Maquando vengono rispettati alcuni accorgimenti que-sti elementi naturali non rappresentano un proble-ma. Per contatti con la Cooperativa: tel. 0832-206322, www.solidarietasalento.it.

Antonio Carbone

Ha conquistato l’Italia il “Made incarcere”, simbolo di rinascita eriscatto economico, ecologico e

sociale. Il 14 aprile scorso a Roma il pro-getto della Cooperativa Officina creativadi Lecce si è aggiudicato il PremioImpresa 2010 per la categoria “Migliorprodotto”. La premiazione si è tenuta nelcorso di Ecopolis - la manifestazioneinternazionale dedicata ai temi dell'am-biente urbano e della sostenibilità – e hariunito ‘capitani d’industria’ e piccoliimprenditori, società cooperative e colos-si bancari, aziende agricole e multinazio-nali. Mondi all’apparenza lontanissimi,ma uniti da un valore comune: fareimpresa nel rispetto dell’ambiente. Tra i130 progetti in concorso -giunto alla 4°edizione- presentati da aziende di tuttaItalia, la giuria ha selezionato ‘il meglio’dell’innovazione sostenibile e scelto i 4vincitori, uno per ogni categoria: “gestio-ne”, “prodotto”, “processo/tecnologia”,“cooperazione internazionale”. Per il“prodotto”, l’idea ‘Made in Carcere’ovvero manufatto di valori realizzato conmateriali di scarto, ha portato laCooperativa leccese alla vittoria tra 72candidature. Si tratta di una cooperativasociale tutta al femminile (nata nel 2007nella casa circondariale di S. Nicola diLecce) che, riciclando tessuti di scarto,produce borse dal design molto creativo.

L’etichetta apposta su ogni prodotto indi-ca che il tutto viene “realizzato con tes-suti di scarto e riciclati per offrire un’al-tra chance alle donne detenute e una dop-pia vita a tessuti ed oggetti”. Una soste-nibilità a tutto tondo, quindi, quella dellacooperativa salentina, dal punto di vistaambientale, sociale ed economico, che haconsentito così anche la reintegrazionesociale di un gruppo di donne detenute.Importante – e non certo secondario aifini dell’attribuzione del premio – è ilquantitativo di merce finora venduta:oltre 100.000 pezzi nei principali merca-ti, da Milano a Londra, New York,Stoccarda. Le imprese vincitrici, e quindianche il progetto “Made in Carcere”saranno ammesse di diritto alla prossimaedizione dell’European Business Awardsfor the Environment, rappresentando alivello continentale le eccellenze italiane.

Silvana Sarli

“Made in carcere”, miglior prodotto ecosostenibile d’ItaliaAl progetto leccese il premio Impresa Ambiente 2010, il più alto riconoscimento italiano per le aziende private e pubblicheche si sono distinte in un’ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e responsabilità sociale

Un'isola fatta di rifiuti nell’Atlantico

L’organizzazione American Geophysical Union, durante ilrecente Ocean Science Meeting, ha reso nota la presenzanell’Oceano Atlantico, vicino al Mar dei Sargassi, di un’i-

sola fatta di rifiuti. Sono soprattutto materie plastiche che misu-rano meno di un centimetro e pesano meno di 0,15 grammi. Siipotizza che ci sia mediamente una concentrazione di materieplastiche di circa 20.000 per kilometro quadrato, con punte di200.000. Purtroppo non si hanno ancora molte notizie, perché gliscienziati e i pescatori non frequentano queste zone poco pro-duttive. Inoltre la spazzatura è translucida e non è possibile loca-lizzarla con i satelliti, quindi bisogna studiarla direttamente dallabarca sul posto.

È molto simile alla grande chiazza di rifiuti del Pacifico che,scoperta negli anni 50’, ha continuato a crescere alimentata peril 20% da rifiuti delle navi e delle piattaforme petrolifere, per80% direttamente dalla terra ferma. A permettere che i rifiuti nonsi disperdano ci pensa il vortice del Nord Pacifico, formato daquattro correnti. Entrambe le discariche potrebbero avere unaprofondità pari a 10 metri.

Il problema più urgente è che la plastica oltre ad uccidere igrandi mammiferi, frammentandosi viene ingerita dagli organi-smi filtratori, che poi rientrano nella catena alimentare finoall’uomo. L’unico modo sicuro per diminuire queste discaricheoceaniche è riutilizzare maggiormente la plastica, oggi riciclatasolo per il 5%.

Sara Beaujeste D’Arpe

Composta soprattutto di plastica, che proviene dalla terra ferma

Page 7: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 7AMBIENTE

La Regione Puglia ha autorizzato la realizzazione del primo impianto eoli-co off shore. Ventiquattro pale in grado di sviluppare 90 megawatt dipotenza verranno istallate al largo di Tricase. Il primo progetto approva-

to dalla commissione di valutazione d´impatto ambientale è quello presentatodalla Sky Saver. Una società creata a Santeramo in Colle della multinazionaleBlue H e partecipata dalla Dufenergy, compagnia elettrica lussemburghese.

“Il progetto – rende noto un comunicato diffuso dall´assessore all´EcologiaLorenzo Nicastro - è innovativo da un punto di vista tecnologico e ambientale”.Il parco eolico, infatti, sarà costruito in mare aperto a oltre 20 chilometri dallacosta salentina. Una distanza che abbassa l´impatto che le 24 pale avrannosull´ecosistema del basso Adriatico. Il parco eolico in questa logica non rovine-rà il panorama di Tricase perchè a quella distanza le turbine saranno pratica-mente invisibili a occhio nudo. Anche il fondale sarà tutelato da questo tipo diimpianto. In mare aperto, le turbine non possono essere ancorate al suolo masospese su enormi piattaforme galleggianti. "Infine – si legge nella nota dellaRegione - in considerazione della notevole distanza dalla costa si può affermareche le turbine non interferiranno con le rotte migratorie degli uccelli”.

Antonio Carbone

Si parte da un dato: secondo una classifica di Legambiente Lecce è unacittà autosufficiente per produzione di energia. Del resto, siamo circon-dati da impianti eolici e fotovoltaici. Ma con la raccolta differenziata

siamo ancora molto indietro. L’attesa rivoluzione del “porta a porta”, ad esem-pio, prevista per fine aprile nel bacino dell’ATO Lecce/1 (che comprende lacittà capoluogo e altri 26 comuni), è stata rimandata a settembre. Il Comune nonpuò avviare il progetto fino a quando la Regione non darà il via libera al finan-ziamento di 7 milioni di euro. “Siamo fiduciosi che i fondi vengano erogati pro-prio in questi giorni per consentire l’investimento iniziale- dichiara l’arch.Fernando Bonocuore, dirigente dell'Ufficio Ambiente di Lecce-. Il progetto ègià pronto da tempo, abbiamo anche risolto alcuni piccoli dettagli. Con l’okdella Regione, potremo partire a settembre”. Il servizio di porta a porta nelcapoluogo salentino è in realtà già operativo nei quartieri Centro storico e rioneSan Pio, ma la raccolta è settimanale e multimateriale. Con il nuovo progetto,invece, il sistema prevede la scomparsa dei cassonetti, la raccolta monomate-riale e più volte alla settimana. Intanto, è partita una campagna estiva di disin-festazione massiccia e mirata antilarva, antialato, contro pulci e zecche, deblat-tizzazione, derattizzazione ecc. “Il programma a lungo termine – ha specificatoBonocuore - prevede un totale di 45 interventi che si protrarranno fino a novem-bre”. In alcuni Comuni del nord Italia è stata lanciata l’iniziativa di ‘rimetterein circolazione’ i pipistrelli, anti-zanzare ‘naturali’ per un risparmio in pesticidie rifiuti, posizionando cassettine speciali. E’ d’accordo su questa linea?“Attendiamo i primi risultati concreti e poi potremmo pensarci”.

A proposito di metodi “naturali”, come considerate l’effetto della posidoniaper il ripascimento dei litorali sabbiosi, visto il risultato di Ugento?“Personalmente, sono un sostenitore di questo metodo. Il Comune di Lecce loaveva già adottato e con discreto successo, ma abbiamo incontrato le lamente-le dei bagnanti, perché non gradivano la presenza di queste alghe, e tre anni fasiamo stati costretti ad interrompere l’intervento con posidonia”.

Silvana Sarli

“Energia per cambiare” è il filoconduttore del Festivaldell’Energia 2010, in program-

ma a Lecce dal 20 al 23 maggio pros-simi, inteso come possibilità di guar-dare all’energia sia per ricreare con-dizioni più favorevoli di sviluppoeconomico e sociale, sia per affronta-re in modo diverso le sfide che tuttiabbiamo di fronte in campo ambien-tale. Quattro giorni di eventi per pro-muovere il dibattito tra istituzioni,cittadini, aziende e associazioni suigrandi temi energetici, con oltre 50appuntamenti e circa 100 ospiti diprestigio (Prestigiacomo, Scagliola,Rutelli, Carlo Rubbia, LucianoMaiani, Vittorio Prodi, GianniSilvestrini, Gunter Öttinger, ShaiAgassi). Si parlerà di nucleare con unapprofondimento sul problema delconsenso, di sviluppo delle fonti rin-novabili e loro profittabilità anche inchiave di green economy, di efficien-za e risparmio energetico come basiper raggiungere gli obiettivi europei,di mobilità sostenibile con focussulle auto elettriche e sulle infrastrut-ture necessarie alla loro diffusione.Sempre in tema di infrastrutture, sidiscuterà della necessità di una reteintelligente per la distribuzione del-l’energia che sappia rispondere allereali esigenze della nostra società,

guardando anche ai Paesi in via disviluppo dove l’energia elettrica nonè ancora un bene condiviso. E anco-ra, al Festival si farà il punto sul rap-

porto tra energia e cambiamenti cli-matici, dopo l’esito incerto dell’in-contro di Copenaghen. Anche in que-sta edizione i temi saranno affrontati

lungo due percorsi distinti, uno diimpostazione più istituzionale “perconoscere” (evento inaugurale etavole rotonde) e uno di taglio piùdivulgativo “per approfondire” (talkshow, presentazioni di libri, incontrione to one). Si rinnova l’attenzioneverso la ricerca con lo SpazioInnovazione, un’area dove sarannopresentati 10 progetti all’avanguar-dia tecnologica selezionati dalComitato Scientifico tra gli oltre 60pervenuti attraverso il Call forpapers, il bando lanciato dal Festival.La manifestazione è promossa daAris - Agenzia di RicercheInformazione e Società (associazioneno profit che si occupa di progetti diricerca, divulgazione e informazionenei settori ambiente, energia e infra-strutture) in partnership conAssoelettrica e Corriere della Sera, ein collaborazione con Federutility,sotto l’Alto Patronato del Presidentedella Repubblica e i patrocini dellaRappresentanza in Italia dellaCommissione Europea, dellaPresidenza del Consiglio deiMinistri, del Ministero dell’Ambie-nte e della Tutela del Territorio e delMare, e di tutte le Istituzioni territo-riali. Il programma dettagliato suwww.festivaldellenergia.it.

Silvana Sarli

Autorizzato dalla Regione Puglia il primo parco eolico in mare

Sorgerà al largo di Tricase attraverso ventiquattro turbineche verranno installate ad oltre venti chilometri dalla costa

Ambiente: dalla rivoluzione del “porta a porta” alla posidoniaIntervista al Dirigente dell’Ufficio Ambiente di Lecce,

Fernando Bonocuore

Lecce, capitaledell’Energia

A Lecce dal 20 al 23 maggio 2010 la terza edizione delFestival dell’Energia: dalle reti al nucleare, dalle rinnova-bili al diritto globale

Page 8: 40 - VS Maggio 2010

C’è il sole quando ci mettia-mo in viaggio in direzioneLeuca. “Viaggio” lo chia-

mano i leccesi della città. Leuca perloro è in capo al mondo, non in capoal Capo. Forse è colpa di quel sapo-re esotico da “ ‘ppoppito” che ilBasso Salento conserva ancora. Ma,meno romanticamente, ci convin-ciamo che la colpa è tutta di una

strada che allunga il tragitto, si insi-nua nei centri storici, rallenta ilpasso. Si chiama 275. Una stataleche, è vero, di statale ha moltopoco. Quando superiamo Scorranoed entriamo nell’imbuto a due cor-sie, di fronte a noi, in fila, troviamoun tre ruote, un camion e un tratto-re, oltre alle varie automobili. Sì, èuna strada lenta e pericolosa. A Montesano rallentiamo ancora. Èil primo centro abitato tagliato in

due, a cui seguono nell’ordineLucugnano, Alessano, Montesardo,Gagliano del Capo. È una stradache va ridisegnata. Non c’è verso. Equando proviamo a prendere inmano una matita per farlo, sulla car-tina del Salento abbozziamo untracciato molto prossimo a quellomandato in gara d’appaltodall’Anas. Una lunga lingua d’a-sfalto che, in un batter d’occhio,collega il capoluogo alla minuscolaLeuca. Eccola lì. Poi ci fermiamo apensare. Il disegno non ci convince.Forse dovremmo tornare sul territo-rio per capire dove andrebbe adimpattare. E così facciamo. Riprendiamo l’auto e ripartiamo.Stavolta con noi qualche goccia dipioggia e la cartografia del tracciatodella nuova 275, quello vero, quellodella Pro.Sal dell’ingegnere AngeloSticchi Damiani. È a Montesanoche iniziano i problemi, in coinci-denza con il terzo tratto della nuova275, quello che non riammoderna ilpercorso già esistente ma ne imma-gina uno totalmente nuovo, conun'incidenza talmente invasiva chein fase di progetto preliminare èstato addirittura il Ministerodell'Ambiente a dover richiamarel'attenzione dei progettisti sulle pre-scrizioni ecologiche.

Quando incontriamo i cittadinidi Tricase, il clima è teso. Sì, ilComune riceverà 3,5milioni di eurodi ristoro economico, ma avrà unafisionomia trasformata, oltre che 60ettari espropriati. La nuova 275 cor-rerà per 8 km tra terrapieni e trin-cee, addirittura con una galleria di70 metri per evitare di incrociare laTricase-Lucugnano. Poi il tracciatoandrà a sovrapporsi, cancellandolatotalmente, all’antica via dei pelle-grini. Un sacrificio che molti sareb-bero disposti a fare, se un’alternati-va non ci fosse. Ma l’alternativa perloro c’è, sebbene la Commissione

Via l’abbia già scartata. Da Montesano, la 275 a 4 corsie

si dovrebbe collegare con la Sp 335,la cosiddetta Cosimina, circonvalla-zione di Tricase, e, dopo averbypassato i centri di Tiggiano eCorsano con un progetto di apposi-te tangenziali già approvato inProvincia, terminerebbe sull'incro-cio con la Sp 210, quello con laMarina di Novaglie, per poi immet-tersi sulla Sp81 fino a Leuca.

È a questo stesso incrocio con laSp210 che arriva il progetto delle 4corsie, a cui però non basta raccor-darsi alla Sp81, appositamentemessa in sicurezza, magari superan-do il centro abitato di Gagliano delCapo con un’apposita extramurale.Per fare questo il costo già quantifi-cato è di 8milioni di euro. Invece?Invece è accaduto che di milioni nesono arrivati 135 dal Cipe, per com-pletare proprio l’ultimo lembo, daSan Dana a Leuca. Soldi che siaggiungono ai 165milioni di eurodella Regione Puglia. Ma, soprat-tutto, soldi da spendere. A tutti icosti? A quanto pare sì.

Immaginandosi un bel viadottoper sorreggere 480m di strada, con500 m di rampe a monte e a valle,12 coppie di piloni alte fino a 9,5m,per fare cosa? Per scavalcare appe-na 2m di ferrovia, tra le campagnedi San Dana! Non solo. Il nuovotracciato immagina di procedereverso Leuca su un terrapieno alto 5metri che funge da saracinesca tra lecomunità di Gagliano e della minu-scola Salignano, per arrivare dicorsa a Finibusterrae con una gran-de rotatoria da 450m di diametro e1.413m di circonferenza, la piùgrande di Puglia. Per alcuni questaaltro non è che l’innocua geometriz-zazione di tracciati già esistenti, mala relazione archeologica redatta perAlessano mette sull’attenti: “a suddella chiesa di Madonna Rasce

risulta segnalata la presenza di unvero e proprio casale medievale conlocalizzazione incerta, che corre ilrischio di venire inaspettatamenteintercettato dalla 275”.

Eppure, per percorrere l’attuale275 da San Dana a Leuca noi, sottola pioggia, abbiamo impiegato

appena 9minuti, attraversando uncentro abitato, fermandoci a duesemafori, rispettando i limiti divelocità ridottissimi. Quanto fareb-bero guadagnare le 4corsie?Qualche minuto? E a quale prezzo?

La verità è che quel mastodonti-co progetto è il figlio di un tempoaltro, quello di un Sud Salento vota-to al manifatturiero. Lo si è voluto

Maggio 2010 8DOSSIER

275, tutta un'altra storiaUn tracciato che risponde ad esigenze di altri tempi.

Qui lo percorriamo svelandovi perchè si è deciso di continuare su questa strada• di Tiziana Colluto

Continua pag.10

Via dei Pellegrini - Macurano

Page 9: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 9DOSSIER

Quando la cittadinanzattiva funzione migliora anche la politica. C'è più informazione, più consapevolezza, più partecipazione. E le menzogne della politica-informazione non hanno effetto.

Ogni posizione è legittima,quando si esprimono valu-tazioni circa le decisioni

che coinvolgono i cittadini e la vitasociale ed economica, di un territo-rio, di un paese. Questa è l’animadella democrazia, il dialogo, la dis-cussione. Tutto sta nel mantenersi

dentro i ruoli che la democraziaassegna ai vari soggetti coinvolti.Se, infatti, ognuno svolge il proprioruolo, sicuramente accade che ilBene comune cresce; se invece sicerca di travalicare dal proprioruolo si combinano pastrocchi, sigenerano mistificazioni. Questoprincipio generale lo si può applica-re alle politiche economiche, allepolitiche sociali, alle politiche sani-tarie, alle politiche ambientali, a

tutte le politiche degne di questonome.

Il caso della battaglia in atto nelSalento circa l’ammodernamentodella S.S. 275 da Maglie a Leuca siinserisce in una dinamica di “citta-dinanza attiva”, quella cosa che –quando c’è e funziona – migliora lapolitica, riesce a mettere a fuoco iproblemi, riesce a individuare benele soluzioni compatibili; merita per-tanto una a riflessione pacata e pro-fonda, per sgombrare il campo daipregiudizi, dalle letture parziali,dalle generalizzazioni.

Premessa: c’è la legittimadomanda di un collegamento stra-dale sicuro e agile tra Maglie eLeuca che viene messo in cantiere25 anni fa. Questo progetto nasce inun certo modo, diciamo così “noninvasivo”, costruendo delle extra-murali e regolando gli incroci a rasodi quei 40 km; poi piano piano ilprogetto si ingigantisce, della serie“l’appetito viene mangiando”, e cisi ritrova con un progetto approvatodal CIPE-ANAS nel 2009 che tra-sforma il progetto in “strada di tipoB”, cioè un’autostrada di interessenazionale (!), che non tiene contodelle perplessità di tanta parte delmondo ambientalista salentino edella stessa politica, ma non tieneconto neppure di due delibere dellaRegione Puglia (principale finan-ziatrice), che pensano a una “stradaparco”. Le risorse a disposizione cisono: 155 milioni della RegionePuglia, 133 milioni (anche se questisoldi del CIPE collegati ai fondiFAS, come è ovvio, non sono certi).Ma il CIPE/ANAS fa comunque lavoce grossa: o il progetto per intero,così com’è, a 4 corsie fino a Leuca,oppure niente. Un ricatto. E qui c’èuna spaccatura molto forte tra poli-tici e politici, e tra cittadini e citta-dini: la destra, e i cittadini ad essavicina, dice: “accettiamo il ricatto,

altrimenti perdiamo tutto”; il centroe la sinistra hanno una posizione dicompromesso; gli ambientalisti e leassociazioni culturali dicono: “nonpossiamo accettare il ricatto, fer-miamo la strada a Montesano e poimessa in sicurezza dell’esistentefine a Leuca”.

Entriamo ora nel merito dellavicenda, dal punto di vista strategico.

1. Una prima considerazione sulpercorso decisionale. Come è possi-bile che un’opera così importante(quasi 300 milioni di euro) vengarealizzata quasi “alla cieca”, prati-

camente senza che vengano effet-tuate analisi economiche, ambienta-li-paesaggistiche, storico-antropo-logiche adeguate e condivise? Esenza dare adeguato ascolto allelegittime perplessità dei soggettinon istituzionali (le associazioni)del territorio? E utilizzando la for-zatura del “tutto o niente”, un attodi imperio, per chiudere il dibattito?E costringendo i poveri sostenitoridella 4 corsie fino a Leuca a utiliz-zare l’argomento ideologico dello

scontro vita-morte, persino quellodell’abbattimento della mortalitàper cancro ai polmoni, o quello deidanni alle abitazioni per il passag-gio dei TIR (!), insomma una sortadi “strada salvezza”?

2. Una seconda considerazionesui ruoli dei principali soggetti ingioco. La politica, principale soste-nitore del progetto di ammoderna-mento della Maglie-Leuca, negliultimi 25 anni è morta e risortaalmeno 10 volte, non c’è quindi unamemoria storica delle motivazionidel progetto, non c’è una strategia,

rimangono solo protagonismi con-trapposti di sindaci “banderuole” oassessori mutanti, sostenuti damovimenti o comitati creati ad hocdalle segreterie dei partiti, una sortadi “associazionismo a chiamata”,oppure di “associazionismo dell’e-motività”, rispettabilissimo, certo,ma troppo concentrato sulle paureal punto di perdere la visione globa-le della vicenda. I tecnici che hanno

La 275 e il ruolo dell’opinione pubblica• di Luigi Russo

Continua pag.10

Viadotto San Dana

Cripta Sant’Apollonia - San Dana Chiesa Madonna delle Rasce

Page 10: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 10DOSSIER

così per collegare zone industriali che si sognava opulente, ma che si sonoritrovate sedute su marciapiedi vuoti ad aspettare la cassa integrazione. Enon è un caso che sia stato voluto proprio così dal Consorzio Sisri, ilConsorzio, cioè, per lo sviluppo industriale di servizi reali alle imprese.Eppure, non va dimenticato, questo stesso progetto è stato già bocciato, nel1996, quando Anas e Provincia hanno optato per un altro sorto in parallelo,meno impattante, redatto dal Consorzio dei Comuni del Capo di Leuca e cheaveva già ottenuto un finanziamento di 40miliardi di Lire dal Ministero deiLavori Pubblici. Un Protocollo d’Intesa, che porta pure la firma dell’allora

Presidente del Sisri, stabiliva che quest’ultimo avrebbe ritirato la sua propo-sta progettuale e avrebbe addirittura esperito la gara d’appalto per dare inizioai lavori del primo. La storia è continuata al contrario. Forse ora una nuovastrada più scorrevole e sicura l’avremmo già avuta. Però probabilmente costa-va troppo poco per accontentare gli appetiti di molti. Di troppi.

A Leuca alla fine ci siamo arrivati lo stesso. E quando la pioggia hasmesso di venire giù, vi dirò, è stato anche bello perdersi tra le viuzze diArigliano, Salignano, San Dana, Ruggiano, Barbarano, Patù. L’intero Capodi Leuca, non Leuca soltanto, non ha prezzo.

pensato il progetto sono la vera memoria storica, e si sono mossi in veritàcon una coerenza stupefacente: una coerenza al rialzo dei costi e delle coseda fare, ovviamente, e non certo per motivazioni legate al Bene Comune ealla salvaguardia del territorio; insomma, più soldi si catturano, più econo-mia si può mettere in moto, e – certo non guasta – più guadagni per i tecni-ci e gli imprenditori; non risulta a nessuno, infatti, che i progettisti abbianofatto tutto gratuitamente!!! Gli ambientalisti, anche loro hanno avuto unacoerenza molto forte: da subito hanno avvertito il danno che un progetto sovra-dimensionato poteva avere; ma poi sono stati tenuti all’oscuro delle manovri-ne di qualche politico salentino (di destra e di sinistra!!!), che ha prodotto l’a-berrazione della strada di tipo B, dell’autostrada di interesse strategico nazio-nale, con gallerie e ponti e svincoli e complanari; oggi questi stessi ambienta-listi esigono da Vendola una rottura del gioco perverso, e gli chiedono di rom-pere il ricatto e di tornare a svolgere il ruolo che spetta alla politica: “decide-re”. A costo anche di rinunciare all’obolo del ricatto: i soldi – veri o presunti –del Cipe!!!

3. Una considerazione, ancora, sul ruolo dell’informazione salentina.Mentre in generale la vocazione dell’informazione è quella di entrare inmaniera tendenzialmente neutrale nei processi, mettendone in rilievo i latipositivi e quelli negativi, mettendone in risalto le crepe per alimentare ladiscussione e l’interesse, è accaduto che gran parte delle testate hanno inter-pretato questa neutralità lavorando con il bilancino, senza prestare attenzio-ne al valore e ai contenuti dei comunicati. E addirittura un gruppo editoria-le importante ha scelto di sposare il progetto voluto dai tecnici, da una parte

dei politici, da una parte delle imprese: molti servizi televisivi hanno messoa fuoco in maniera ideologica il problema della 275 solo nei suoi aspettilegati alla sicurezza (come dimenticare un servizio televisivo nel quale si fal’elenco di tutti i morti per incidente stradale nei comuni interessati al per-corso della 275?), quindi giocando sull’emozione e sulla paura. C’è la spe-ranza che l’informazione meno “quotidiana”, più pervasiva e riflessiva,recuperi questo deficit di conoscenza, dando spazio alla vera problematiz-zazione delle questioni e non alla informazione spot, gridata, manipolata,fuorviante.

4. Infine, l’ultima questione è quella che vorrei definire “la titolaritàdella parola fine”. Possibile che in questo nostro Salento ogni cosa impor-tante, ogni scelta strategica complessa, ogni problema vero debba trovaresoluzione nelle aule giudiziare? Possibile che debba essere il TAR o ilConsiglio di Stato a decretare che cosa si deve fare e che cosa non si devefare? Se questo accade – e accade – vuol dire che c’è una vera crisi dei ruolidei vari soggetti di cui abbiamo parlato. E allora si impone la fine di questaconflittualità mascherata di politica, di questa mania dei percorsi muscolaripiuttosto che cerebrali, per arrivare a costruire un intreccio tra opinionepubblica e classe politica che renda tutti più capaci di riflettere, di prospet-tare progetti, di governare i fenomeni, avendo un solo obiettivo: il BeneComune. E non già l’interesse particolare di questa o quella lobby. E nongià la religione del “No a tutto”. Fare tutto per guadagno oppure dire “No”a tutto, sono le due facce di una stessa medaglia, quella della immaturitàdemocratica. E’ tempo di fare un passo avanti.

275, tutta un'altra storiaSegue da Pag. 8

Segue da Pag. 9 La 275 e il ruolo dell’opinione pubblica

Lucugnano

Lucugnano Lucugnano

Lucugnano

Page 11: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 11DIRITTI

Una nuova social card

Un piano di 665 milioni di euro in tre anni per la lotta contro

la povertà: la nuova proposta Acli

Per non dimenticare. Contro le mafie, per la legalità

L'Associazione Nomeni per Antonio Montinaro organizza aCalimera un ciclo di appuntamenti per tenere viva la memo-ria. Documentari, libri, dibattiti perchè “ognuno faccia lapropria parte”

Due milioni e 400 mila potrebbero essere i destinatari della nuova socialcard. La proposta giunge dall’Associazione Cattolica LavoratoriItaliani (Acli) per le persone che in Italia versano in una situazione di

povertà assoluta.La nuova social card, secondo la proposta Acli, dovrebbe garantire ai bene-

ficiari una media di 133 euro mensili, a fronte dei 40 di quella introdotta dalgoverno. Nessuna limitazione di età né di appartenenza nazionale, la cartasarebbe infatti disponibile anche per i migranti che vivono in Italia sulla basedel principio per cui la povertà non ha età né nazione, come ricorda l’UnioneEuropea che ha denominato il 2010 “Anno europeo della lotta alla povertà eall’esclusione sociale”. E finora solo tre Paesi membri sono ancora privi di unamisura “universale” a tutela della povertà delle famiglie: Grecia, Ungheria eItalia.

Tanti i limiti della social card introdotta dal Governo: basso numero diutenti che ne hanno usufruito, esigua consistenza economica e assenza totaledi servizi alla persona, oltre a tutte le problematicità legate all’attivazione. Laproposta delle Acli risponde invece con pragmatismo: differenziazione geo-grafica legata al costo della vita più alto al Nord rispetto al Sud, e al reddito,con una flessibilità dell’aiuto per una media che si aggira intorno ai 133 euro.

Con un allargamento graduale del servizio, la nuova social card arrivereb-be a coprire tutte le famiglie in stato di povertà entro il 2013, un piano trien-nale con “un volume di risorse rispetto agli abituali flussi di spesa pubblica.Una spesa agevolmente sostenibile se c’è una scelta politica in questa direzio-ne”, secondo il presidente delle Acli Andrea Olivero. La gestione dei servizi el’integrazione della social card sarebbero di responsabilità dei Comuni, con ilcoinvolgimento del terzo settore, secondo i principi di un welfare locale e sus-sidiario perfettamente in linea con la riforma “federalista” dello Stato.

Laura Mangialardo

“Se ognuno di noi non fa la propria parte è inutile pensare di delegare aglialtri, o rimproverarli di aver sbagliato. In questo modo la cultura mafio-sa, di cui si parla meno ma che continua ad esserci, non verrà mai sra-

dicata”: così Matilde Montinaro - presidente dell'Associazione “Nomeni perAntonio Montinaro”nata a Calimera in memoria di suo fratello, capo dellascorta del giudice Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci del 1992– presenta il ciclo di iniziative “Per non dimenticare. Contro le mafie, per laLegalità: quando ognuno fa la propria parte”. Una serie di appuntamentiorganizzati dall'associazione “sempre con l'obiettivo di fare memoria, tener-la viva – ci spiega Montinaro. Questo è un paese che dimentica facilmente,ma soprattutto i più giovani devono conoscere, capire le storie e le vite di per-sone che si sono messe in gioco credendo in quello che facevano e in chi ave-vano vicino, come nel caso di mio fratello. Se per questi ragazzi non sicostruisce un presente con questa memoria, non ci potrà essere nemmeno ilfuturo”.

Per tutto il mese di maggio, dunque, Calimera ospiterà presso il CinemaElio, con ingresso gratuito, una varietà di iniziative tra proiezioni di film edocumentari, presentazioni di libri e dibattiti alla presenza di rappresentantidella Magistratura, dell’Antimafia, dello spettacolo, del cinema, del giornali-smo, dell’editoria, dell’associazionismo, della musica, delle forze dell’ordi-ne. Si parte martedì 4 maggio alla presenza dei rappresentanti di AvvisoPubblico e di Libera, il calendario prosegue con le date di martedì 11, gio-vedì 20, sabato 22, martedì 25, giovedì 27, sabato 29 e domenica 30, quandoci sarà anche, alle 18,30, una Santa Messa in Chiesa Madre celebrata da donLuigi Ciotti. La chiusura è prevista per lunedì 31 maggio, quando alle 20 sisvolgerà l’assegnazione del Premio “Antonio Montinaro” attribuito allamigliore trasmissione radiofonica “Ti do la mia parola – Speciale orecchioacerbo”, a cura dell’Associazione Il Dado, per Radio Salentina di Martano.

Èdal 1977 che Amnesty International lottaper l’abolizione della pena di morte nelmondo. Quest’anno c’è stato un ulteriore

progresso verso la fine di quello che si può defi-nire omicidio di Stato. Infatti per la prima voltada quando Amnesty International registra i dati,nel 2009 non è stata eseguita in Europa alcunacondanna a morte. In verità i due condannati bie-lorussi a rischio di morte nel 2009, sono statiuccisi in gran segreto all’inizio del 2010. Le fami-glie si sono rese conto dell’esecuzione solo a fattoavvenuto, quando la madre di uno dei due è anda-to a trovarlo in carcere.

Secondo Amnesty si sono fatti comunquegrandi passi avanti verso l’abolizione di questapratica disumana anche grazie alla moratoria sulleesecuzioni approvata dall’Assemblea delleNazioni Unite già nel 2007-2008 e che è un utilestrumento per dissuadere i Paesi dall’uso dellapena di morte.

Secondo il Rapporto di Amnesty Internationalsulle “Condanne a morte ed esecuzioni nel 2009”,Burundi e Togo hanno abolito questa inumanaprocedura dal loro Codice Penale, portando a 95il numero dei paesi che hanno eliminato la penacapitale nel mondo.

La Cina ha sicuramente giustiziato più perso-ne del resto del mondo messo insieme. Anche per

Amnesty è impossibile quantificare quanti dete-nuti siano morti, in quanto questo paese ha nuo-

vamente rifiutato di divulgare i dati che si aggire-rebbero intorno alle migliaia.

Sono 89 le persone decapitate in pubblico inArabia Saudita e l’Iran ha eseguito ben 112 con-danne a morte nelle otto settimane dopo le elezio-ni presidenziali. Entrambi i paesi hanno condan-nato a morte persone che erano minori al momen-to di compiere il reato.

Gli Stati Uniti sono l’unico paese del conti-nente americano ad eseguire condanne a morte.Nel 2009 ben 9 condannati sono stati rilasciatiperché innocenti dopo aver però trascorso un tota-le di 121 anni nel braccio della morte.

In Asia, non ci sono state esecuzioni inAfghanistan, Indonesia, Mongolia e Pakistan: perquesti paesi è il primo anno senza esecuzioni dadiverso tempo.

La pena di morte continua ad essere segreto distato in paesi come la Cina, la Bielorussia, l’Iran,la Mongolia, la Corea del Nord ed il Vietnam.Mentre in Cina, Iran e Sudan c’è un uso estensi-vo e politicizzato di questa pratica.

In totale nel 2009 sono state eseguite condan-ne in 18 paesi e 714 esecuzioni documentate. Imetodi utilizzati sono stati: fucilazioni, decapita-zione, impiccagione, iniezione letale, sedia elet-trica e lapidazione.

Sara Beaujeste D’Arpe

Rapporto di Amnesty International su “Condanne a morte ed esecuzioni nel 2009”Nessuna condanna a morte in Europa nel 2009. Burundi e Togo hanno abolito la pena di morte

Page 12: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 12DISABILITÀ

Afine aprile si è diffusa lanotizia che il Comune diLecce sta realizzando uno

stabilimento balneare a San Cataldoper disabili e dipendenti comunali.La notizia è stata da subito accompa-gnata dai timori che il lido potesseservire solo le persone disabili e per-ciò essere identificato come un ghet-to. Per sfatare ogni dubbio sullareale destinazione abbiamo raggiun-to il consigliere comunale delegatoalla disabilità prof. RobertoMartella. “La spiaggia è realizzata egestita dalla cooperativa dei dipen-denti comunali, ma non è riservatasolo a loro. Tutti possono prenotareun posto per un giorno o tutta la sta-gione. Il 50% degli ombrellonisaranno destinati a tariffa agevolataal sociale, alle persone diversamenteabili e ai soggetti indigenti, ma irestanti posti sono a disposizione di

chiunque voglia frequentarlo”.I lavori per allestire la spiaggia,

situata in prossimità del moloAdriano sono già iniziati, in mododa renderla agibile per l’inaugura-zione prevista per la fine di maggio.Saranno predisposte pedane per per-mettere ai disabili di muoversi libe-ramente per lo stabilimento e acce-dere al mare. Ci saranno docce e

bagni attrezzati e sono già stateacquistate tre sedie Job, strumentoindispensabile alla balneazione checon le grandi ruote permette al dis-abile di restare a galla.

“Tutto è stato studiato secondo ipiù innovativi sistemi. I disabilisaranno seguiti e accompagnati dafigure professionali preparate” - ciha detto il prof. Martella – “inoltre ci

saranno delle attività ludico-ricreati-ve, le stesse che sono state speri-mentate già dal comune nei diversiprogetti delle estati passate”.

Sicuramente sarà una dellepoche spiagge salentine completa-mente attrezzata alla fruizione ditutti i cittadini e sicuramente la piùvicina a Lecce, in modo che chilavora presso il capoluogo avrà lapossibilità di raggiungerlo in pocotempo e anche solo per la brevepausa pranzo.

Già nell’ultima domenica diaprile, erano molti i disabili che,interessati al nuovo lido, si eranoraggruppati fuori dalla recinzione,per “controllare” lo svolgimento deilavori, felici per questa nuova possi-bilità di integrazione o più che altrodi normalità: andare al mare.

Sara Beaujeste D’Arpe

Quad e disabili: nuova dimensione di libertà

Muoversi e viaggiare provando la sensazione di libertà di unamoto, che sia per girare in città o per raggiungere luoghi nor-malmente inaccessibili o immersi nella natura: per le persone

disabili o con difficoltà nella deambulazione sono questi i motivi per cuinegli ultimi anni è cresciuto l’interesse per il quad, in America molto piùdiffuso della moto, in Italia solo da qualche anno un fenomeno in espan-sione. Il 25 aprile scorso a Fano, è stato un successo l’Open Day FMY“Quad e disabilità”, al quale hanno preso parte 80 disabili provenientida tutta Italia. Ma che cos’è il quad? “Quad sta per quadriciclo, ed è iltermine più usato- spiega Roberto Gaballo, titolare di un negozio diquad- ma la definizione originaria è A.T.V., All Terrain Vehicle, cherende l’idea della propensione naturale di questo mezzo a muoversi suqualunque tipo di terreno. Il quad è classificato come quadriciclo, ha unmanubrio come una moto, ma in realtà è un ‘mini-fuoristrada’ e, da trea sei ruote, consente una stabilità impossibile alle colleghe in asse sudue. E’ molto comodo e maneggevole e per questo può essere guidatoanche da bambini e disabili”. E noi abbiamo incontrato Donato Gioia,leccese, giocatore della squadra di basket in carozzina Lupiae Lecce, luiil primo quad lo aveva già comprato dieci anni fa. “Ho sempre avuto lapassione per le moto e con il quad ho potuto provarne le emozioni. Amopoter andare liberamente in giro in città o dovunque voglia con la miaragazza”. Possiamo comprendere perché anche il pilota di Formula 1Alex Zanardi, paraplegico in seguito ad incidente abbia detto: “Il quad?i 10mila euro meglio spesi di tutta la mia vita! Con il quad vado a far laspesa ma faccio anche il fuoristrada, vado a prendere mio figlio a scuo-la e poi assieme andiamo a guadare un torrente. Con il quad prendo l’a-ria d’estate e vado sulla neve d’inverno”. Ma quanto costa un quad? Visono agevolazioni per disabili? “Il mio primo quad 125cc – rispondeGioia- mi è stato passato dall’ASL”. In effetti, il quad, il cui costo puòvariare dai 2000 ai 15mila euro, rientra nei parametri di copertura ASLdelle motocarrozzette, come ausilio motorio per disabili. Patente A spe-ciale e via!

Silvana Sarli

Sipario tv, la prima web tv gestita da disabili

Visibile sul web, sarà aggiornata quotidianamente con contributi video e audio inseriti in varie categorie

Si chiama Sipario Tv (www.sipariotv.tv) ed è la prima web tv euro-pea interamente gestita da disabili. 15 ragazzi, disabili intellettivi esensoriali, la cui età varia dai 20 ai 35 anni, ognuno con una man-

sione specifica: giornalista, fonico, regista, conduttore e così via. SiparioTV è articolata in sei canali e viene aggiornata quotidianamente. E’ laprima esperienza di questo genere a livello europeo, ed è legata alla asso-ciazione Sipario, che da diversi anni si occupa di progettare, organizzaree gestire momenti formativi e di svago per ragazzi con handicap intellet-tivi e deficit sensoriali. Da tre anni “I ragazzi di Sipario” cucinano eaccolgono gli ospiti nel loro ristorante in via dei Serragli, a Firenze. Neltempo libero giocano a golf, recitano e cantano, fanno canottaggio. Oggisi stanno cimentando nella sfida delle sfide con l'apertura, la gestione ela conduzione di questa web tv diversa(mente abile), con il suo palinse-sto, i suoi programmi, la sua pubblicità, notiziari vari e approfondimenticompresi. E non manca il canale di cucina: ricette, catering per eventiimportanti e altro ancora. “Grazie a questa esperienza - spiega MarcoMartelli Calvelli, responsabile dell_associazione “Sipario” - i ragazzi dis-abili riescono ad inserirsi nella società grazie alla scoperta delle loro poten-zialità, che resterebbero altrimenti nascoste. Finita la scuola superiore, que-sti ragazzi non sanno dove andare, noi vogliamo offrir loro un_opportunitàsociale e professionale”. Tra i servizi mandati in onda sulla web tv ci sonointerviste a fior di personaggi del territorio fiorentino (e non solo), dal misterdella Fiorentina Cesare Prandelli all'arcivescovo Betori passando per il pre-sidente dell'Ente Cassa di risparmio di Firenze (che finanzia il progetto).

“E' curioso sentire le domande dei ragazzi, che vengono accurata-mente preparate insieme ad un'educatrice prima di ogni intervista – con-tinua Marco Martelli Calvelli – A Prandelli per esempio non è stata fattaneanche una domanda sulla Fiorentina, mentre al vescovo Betori il primointerrogativo posto è stato “ma tu che lavoro fai?”.

Daria Caione

A San Cataldo una spiaggiaattrezzata per disabili

Sono in corso i lavori di realizzazione della spiaggia di proprietà del comune di Lecce e gestita dalla

cooperativa dei dipendenti comunali

Page 13: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 13DISABILITÀ

Segue da Pag.1 “Non togliamo il 5 per mille al volontariato”

sostenere e a sviluppare. Ma se errori politici egestionali sono stati fatti nel passato, e forseanche nel presente, tanto da mettere in crisi oggila didattica e la ricerca, e quindi la qualità dellaformazione dei nostri giovani e il loro futuro, leassociazioni di volontariato si chiedono perchéper salvare questa Università occorra andare atogliere risorse al volontariato, promuovendo uncampagna per orientare il 5 per mille versol’Università di Lecce, così come si sta facendoattraverso tutti gli organi di informazione.Il 5 per mille per i volontari non è certo la sal-vezza, ma un aiuto importante, che si trasforma inservizi per disabili, poveri, immigrati, minori efamiglie in crisi, ambiente, cultura, donazioni disangue e di organi, protezione civile. Tutti questisoggetti sono meritevoli, come l’Università, diricevere le risorse del 5 per mille, ma non si puòfare una guerra tra "poveri senza voce" e "impo-veriti per scelte politiche".Bisognerebbe chiedere di sostenere la campagnadel 5 per mille a favore dell’Università soprattut-to a coloro che non l’hanno mai destinato a nes-suno, e sono veramente tanti. Ma bisognerebbechiedere anche agli imprenditori e alla Banchesalentini di aprire generosamente i loro portafoglia favore dell’Università, come fanno gli impren-ditori e le Banche del Nord. Oppure ai politicinazionali, regionali, provinciali di rinunciare al20% dei loro compensi per destinarlo alle univer-sità. Ovviamente l’azione principale dovrebbeessere svolta nei confronti del Governo naziona-le, per bloccare questa cattiva politica che favori-sce il Nord, e colpisce il Sud in maniera mortale.La saluto cordialmente, certamente anche a nomedei 30.000 volontari salentini.

Grazie ad un innovativo pro-gramma statistico, ilPolitecnico di Torino in col-

laborazione con l’Ufficio ricercheRai, sta sperimentando un nuovosistema di traduzione dalla linguaitaliana al Lis, lingua italiana deisegni.

Quello utilizzato è Atlas, un pro-gramma che permette di tradurre, inbase alle informazioni memorizzate,una grande quantità di elementitestuali elaborati in modo statistico.

Il modello, durante la fase diapprendimento della lingua, vienefornito di una grande quantità diparole e sulla base di un sistema diprobabilità di occorrenza dei varitermini, estrae automaticamente lasequenza di parole e le relative tra-duzioni memorizzandone l’ordine disequenza e i dati.

Le difficoltà sono legate allarelazione geografica esistente ancheper il linguaggio, e al diverso signi-ficato che una parola assume in base

al contesto in cui viene utilizzata.Praticamente il testo viene elaboratoin un meta linguaggio che vienedefinito EWLIS cioè estended writ-ten lis, contenente una serie di infor-mazioni come la successione deisegni. Ma la sua qualità dipende ingran parte dalla quantità di materia-le che viene introdotto durante lafase di apprendimento.

Il sistema infatti, una voltaappreso il materiale, quindi le paro-le, i significati e la traduzione in Lis,invia le informazioni a un attore vir-tuale con una serie di comandi dimovimento. Questo attore è animatotramite un programma grafico alcomputer in grado di esprimere la

traduzione in Lis. Sono molto diffi-cili da ottenere però, non solo lavelocità dovuta al modellamentodelle falangi e delle componenti del-l’attore utili alla traduzione, maanche la rappresentazione in temporeale che richiede calcoli particolar-mente complessi. Al momento, unsistema spesso utilizzato per la tra-duzione in Lis è quello della motioncapture, cioè un meccanismo di sen-sori legato ad un attore che ne per-mette la cattura dei movimenti, unsistema sicuramente efficiente, mamolto costoso. Quello che si cercadi realizzare invece, è un progettoche dia una più ampia possibilitàalle persone non udenti, assumendo

un ruolo importante per favorirel’accesso ai canali di comunicazio-ne. Strumenti come cellulari o com-puter sono progettati normalmentesulla base di utenti “tipo” e non dis-pongono di applicazioni specificheper non udenti. Lo scopo della pro-gettazione non è quello economico,bensì quello di aprire nuove porteanche nei contesti educativi, legali esanitari oltre che nell’ambito dellacultura e dell’intrattenimento.Questo nuovo sistema si rivelerebbemolto utile ad esempio nella tradu-zione immediata di una comunica-zione sul telefono cellulare, garan-tendo anche ai non udenti determi-nati servizi a disposizione del restodella popolazione oltre che la tradu-zione simultanea dei programmitelevisivi, di contenuti multimediali,la realizzazione di interfacce perl’accesso ai servizi pubblici e lapossibilità di scegliere il traduttoreche si preferisce e le sue dimensioni.

Laura Mangialardo

Ricerca e tecnologia per una comunicazione più equaLa tecnologia a disposizione dei non udenti per tradurre il linguaggio dei segni su pc e cellulari al servizio delle persone non udenti

Commento di Antonio Formica, Presidente Ens

L’Ens (Ente Nazionale Sordi) da bensettant’anni si occupa di tutelare eproteggere le persone sorde in tutti

gli ambiti della vita. Il fine dell’associazio-ne è che ogni loro socio abbia il diritto aduna vita normale, a tutte le possibilità edopportunità che hanno gli altri cittadini.Diventa pertanto fondamentale superare lebarriere della comunicazione.

Abbiamo illustrato il nuovo progettoAtlas al presidente dell’Ens di Lecce,Antonio Placido Formica, per sapere cosane pensa di questa straordinaria tecnologiae come, secondo lui, può aiutare le personesorde.

“I sordi a causa della propria disabilitàincontrano molteplici difficoltà quando siritrovano ad interagire con gli altri. Mancasempre qualcuno o qualcosa che li possaavvisare di eventuali imprevisti e aiutarli lìdove la comunicazione fallisce.

Con questa tecnologia saremo sicuri dicapire e sapere se ci sono imprevisti. Misembra un’ottima idea per evitare disguidicon uffici e persone che non riescono acomunicare con noi e sicuramente evitaun’eccessiva perdita di tempo. Spesso sec’è un inconveniente dobbiamo chiamare ilservizio ponte o cercare una connessioneinternet per capire cosa succede. E questo èpossibile solo per i giovani: per loro è infat-

ti più facile interagire con la tecnologia.Speriamo quindi nella realizzazione di

tecnologie adeguate, assolutamente neces-sarie, che ci aiutino nella vita quotidiana eche siano fruibili da tutti i sordi.

Bisogna però vedere quale sarà il costo:si sa che quando nasce una nuova tecnolo-gia, all’inizio utilizzarla è molto dispendio-so. Mi auguro però che, con il passare deltempo, diventi come per i messaggi sultelefonino che ora per noi sono gratis.

Suppongo che ci saranno delle difficol-tà per i diversi tipi di LIS, che cambiano daregione a regione, e per gli anziani, cheusano ancora quella tradizionale. Si potreb-bero quindi aggiungere dei sottotitoli perchiarire i concetti ed evitare confusioni.Pensiamo sia comunque importante segna-re piano e che il sistema debba essere postoin tutti gli uffici per avvisare anche chi nonha cellulare.

Potrebbe essere un punto di partenzaper successivi sistemi da utilizzare ancheper servizi come ricerca numeri via sms,che ora avviene solo attraverso il “pontetelefonico”. L’idea di base per far funziona-re una simile apparecchiatura è sicuramen-te la speranza che in Italia i segni siano pre-sto uguali per tutti, in modo che sia piùfacile capirci.”

Sara Beaujeste D’Arpe

“Progetti come Atlas sono assolutamente necessari nella nostra vita quotidiana”

Page 14: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 14SPECIALE ACQUA PUBBLICA

Qual'è l'importanza strategica e socialedi una campagna che ha come obietti-vo la "ripubblicizazione dell'acqua"?

Creare una sana e responsabile consapevolezzanella gente di quanto l’acqua sia di fondamentalee vitale importanza per ogni essere vivente.Consapevolezza determinata da incontri e con-fronti che nel tempo ci hanno portato e ci portanoa sostenere questa battaglia di democrazia e civil-tà con impegno e passione.La mercificazione e la privatizzazione dell’acquaporterebbero a problematiche sociali non indiffe-renti che ricadrebbero su tutti nessuno escluso,perché secondo la logica del capitalismo e dellamercificazione potrà avere accesso all’acqua solochi potrà pagarne le bollette salatissime(Cochabamba 300% di aumento delle bollettedell’acqua, Aprilia idem) che il gestore (multina-zionale o società di capitali) imporrà. Questo èinconcepibile, immorale oltre che incostituziona-le!!!E oltre il discorso economico ovviamente l’i-dea di mettere l’acqua nelle mani di società dicapitali è un suicidio, perché ne andrebbe dimezzo la nostra libertà, la nostra vita sarebbe for-temente controllata da questi immensi potentatieconomici che ne deciderebbero le sorti solo infunzione di un concetto meramente capitalisticoin cui, come già detto, chi ne farebbe le spesesarebbe la qualità di vita di ciascun essere umanoin nome di un unico e solo dio:il profitto!!!Ritiene questa battaglia una questione di respi-ro internazionale?Assolutamente si. Esiste solo il 3% di acqua dolcenel mondo di cui il 2,7 % viene impiegato in agri-coltura e industria, quindi resta lo 0,3% di acquapotabile per il fabbisogno quotidiano.Questo dato ci fa capire quanto l’acqua a disposi-zione non sia infinita!!! Nel nord del mondo que-sto non lo sappiamo, possiamo permetterci difarne uso e abuso senza sforzarci di capire qualisiano le conseguenze a livello globale, vuoi per-ché ancora concepiamo la possibilità di acquista-re l’acqua in bottiglia e quindi non ci sfiora l’ideache, domani, potremmo morire di sete, vuoi per-ché così ci hanno fatto credere finora secondo ununico pensiero capitalistico.Questa è una battaglia di respiro internazionaleperché dai nostri stili di vita è determinata la vitadi ogni uomo e donna sulla terra,è importanteliberarci dalla nostra forma mentis provincialesecondo cui ciò che ci è vicino ci riguarda, ilresto del mondo non dipende da me e non me necuro!L’uso di carta, di caffè, di thè , di riso, di cacao madi qualsiasi cosa importata dal sud del mondo, perla cui produzione comunque è necessaria l’acqua,determina un impoverimento delle risorse di quelpaese e della sua popolazione impressionante per-

ché l’ economica è dettata dalle regole ben preci-se delle grandi multinazionali il cui unico e soloobiettivo è il profitto e non certamente la vitadella gente.Qual è il contenuto specifico dei quesiti refe-rendari di cui vi siete fatti promotori?I quesiti referendari sono tre e riguardano l’abro-gazione di tre articoli di legge che, nel corso deglianni, hanno spinto sempre più verso la privatizza-zione dell’acqua.La loro abrogazione fermerebbe la privatizzazio-ne dell’acqua, aprirebbe la strada della ripubbli-cizzazione ed eliminerebbe ogni forma di profittosu questa risorsa.In che modo procederete rispetto all'organiz-zazione della campagna per la raccolta firme?In Puglia, come in ogni regione d’Italia, ci sonodei referenti provinciali di riferimento, per FoggiaBari, BAT, Taranto, Brindisi e Lecce.A Lecce vista la vastità provinciale siamo:TeresaFiocco per l’area sud del Salento, MariaGrazia

Simmini per l’area nord e Antonella Mangia peril coordinamento di Lecce città. Con molte realtà associative, sindacali, partitichee anche singoli, ci siamo ritrovati da tutto ilSalento ospitati nella casa dei MissionariComboniani a Cavallino,e lì ci siamo costituiti inComitato Referendario Salentino “Acqua BeneComune”.La risposta durante la prima giornata di raccoltafirme il 25 Aprile scorso è stata splendida, 2170firme raccolte nel salento in una sola giornata e100 mila firme in tutta Italia, un successo straor-dinario che continua e non si ferma!Molti artisti salentini hanno dimostrato interesseverso la campagna, e contiamo sul sostegno ditutta la gente che nei giorni scorsi ha firmato conconsapevolezza e conoscenza dell’argomento eche siamo certe continuerà, con il passaparola, atrasferire con passione l’importanza di questabattaglia nel cuore di ogni persona.Ci sarannomolti banchetti sparsi per tutto il territorio talen-tino, pertanto invitiamo la gente a firmare!!!La campagna terminerà il 7 luglio e si devonoraggiungere 700 mila firme perché possiamo dircisoddisfatti ed essere chiamati a votare “si” laprossima primavera , e gridare ad una sola voce“L’ACQUA E’ VITA…Liberiamola da qualsiasimercificazione!

Maria Grazia Simmini referente area nordLecce Comitato Salentino acqua bene comune

Campagna referendaria “L’acqua non si vende”

Ecco i quesiti e quello a cui miranoPRIMO QUESITO: fermarela privatizzazione dell’acquaSi propone l’abrogazione del-l’art. 23 bis (dodici commi)della Legge n. 133/2008 , rela-tivo alla privatizzazione deiservizi pubblici di rilevanzaeconomica. Stabilisce come modalità ordi-narie di gestione del servizioidrico l’affidamento a soggettiprivati attraverso gara o l’affi-damento a società a capitalemisto pubblico-privato, all’in-terno delle quali il privato siastato scelto attraverso gara edetenga almeno il 40%.SECONDO QUESITO: aprire la strada dellaripubblicizzazioneSi propone l’abrogazione dell’art. 150 (quattrocommi) del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. Codicedell’Ambiente), relativo ala scelta della formadi gestione e procedure di affidamento, segnata-mente al servizio idrico integrato.L’articolo definisce come uniche modalità diaffidamento del servizio idrico la gara o lagestione attraverso Società per Azioni a capita-le misto pubblico privato o a capitale intera-mente pubblico.TERZO QUESITO: eliminare i profitti dalbene comune acquaSi propone l’abrogazione dell’’art. 154 del

Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codicedell’Ambiente), limitatamente a quella parte delcomma 1 che dispone che la tariffa per il servi-zio idrico è determinata tenendo conto dell’“adeguatezza della remunerazione del capitaleinvestito”.Poche parole, ma di grande rilevanza simbolicae di immediata concretezza. Perché la parte dinormativa che si chiede di abrogare è quella checonsente al gestore di ottenere profitti garantitisulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadi-ni un 7% a remunerazione del capitale investito,senza alcun collegamento a qualsiasi logica direinvestimento per il miglioramento qualitativodel servizio.

• Pagina a cura di Carlo Corigliano

Foto - Michele De Filippo

Page 15: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 15

Maggio 2010 – Anno V - n.40Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Luigi Conte, Sara Mannocci, Sara D’Arpe, Daria Caione, Laura Mangialardo, Luca Spagnolo

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

www.csvsalento.it [email protected]

MINORI

Ue, "minori non accompagnati detenuti senza aver commesso delitti"

Un fenomeno sommerso e pococonosciuto. Questo il dato cheemerge dall'ultimo dossier di

Telefono Azzurro sulla pedofilia pre-sentato lo scorso 5 maggio in occasio-ne della Giornata nazionale contro lapedofilia. 6.623 casi di maltrattamen-ti segnalati alle linee di ascolto diTelefono Azzurro tra il 1° gennaio2008 e il 15 marzo 2010, il 4% deiquali (ovvero 269 casi) relativi adabusi sessuali. Lazio, Lombardia eVeneto le regioni che si guadagnano lamaglia nera della classifica, con il30% delle segnalazioni provenientidai territori di appartenenza. Dati daassumere come meri punti di partenzaper un fenomeno che in Italia, al con-trario di altri paesi come Francia eInghilterra, appare sottodimensionato

in quanto sconta la drammatica realtàdella mancata denuncia ben superiorea quella di altri paesi europei.

Tanti i luoghi comuni smentiti daidati del rapporto, che evidenzia cometale tipologia di reati, al contrario diquanto si pensa comunemente, nonhanno come sfondo le precarie condi-zioni di ambienti sociali degradati, masono commessi il più delle volte "dapersone perfettamente integrate, quin-di difficili da riconoscere". Il pedofilonon è, il più delle volte,un emarginatoo un disadattato. Ma possiede, al con-trario, molto spesso, la faccia rispetta-bile e rassicurante di un conoscente,quando non di un familiare stretto:genitori, nonni, conviventi, ma ancheinsegnanti ed educatori. Solonell’11% dei casi gli atti di pedofilia

sono commessi da soggetti estranei,negli altri casi si tratta di soggettiesterni alla famiglia ma comunqueconosciuti: tra questi, spiccano gliamici di famiglia (12,9%) e gli inse-gnanti (9% circa), i vicini di casa(4,7%). L’1,2% delle segnalazioniriguarda figure religiose.

Sono soprattutto le bambine e leadolescenti le principali vittime diabusi sessuali (il 66% dei casi circa),in linea con i dati disponibili a livello

internazionale. Una segnalazione sutre riguarda invece minorenni maschi(89 casi, ovvero il 33,8%). Le vittimedi abuso sessuale segnalate a TelefonoAzzurro hanno generalmente un’etàinferiore agli 11 anni (57,6%). Nel90,3% dei casi le vittime degli abusisono stati minori italiani; nel restante9,7% si tratta invece di bambini e ado-lescenti stranieri, provenienti princi-palmente da Paesi dell’Est.

Daria Caione

Èil rapporto che l'Agenziaeuropea per i diritti fonda-mentali pubblicherà a giugno

e da cui emerge un quadro di denun-cia delle situazioni di forte disagio espesso di vera e propria discrimina-zione dei minori non accompagnatirichiedenti asilo. Sono oltre 15 milai minori non accompagnati chehanno chiesto asilo e protezionenell’Ue nel 2009 (dati Unhcr).L’agenzia ha condotto oltre 300interviste faccia a faccia con minorinon accompagnati e altrettante congli adulti responsabili della lorocustodia in dodici Stati membri (tracui l’Italia, oltre ad Austria, Belgio,Cipro, Francia, Ungheria, Malta,Paesi Bassi, Polonia, Spagna,Svezia e Regno Unito). Il quadroche ne emerge rivela che i minoririchiedenti asilo non accompagnati– nonostante l’obbligo di tuteladello Stato su di loro – vivono insituazioni non adatte alla loro condi-zione, ad esempio in stato di deten-zione senza avere commesso delittio comunque sotto uno stretto copri-fuoco. Manca soprattutto la tuteladei diritti fondamentali: dalle curemediche, all'educazione e andandopiù in là negli anni alla formazioneprofessionale. Marcati e frequenti imaltrattamenti ai loro danni e, ciòche è peggio, difficilmente vieneofferta al minore la possibilità diesporre denuncia contro queste vio-lazioni.

Le testimonianze raccolte diret-

tamente dai ragazzi vittime di questisoprusi e in alcuni casi di violenze,riportano anche l'impossibilità didenunciare i misfatti perchè tenutiall’oscuro dei loro diritti e delle pro-cedure legali a loro disposizione.Molte volte le importanti decisioniche li riguardano vengono presesenza sentire la loro opinione inmerito e dopo lunghi e poco traspa-renti processi decisionali, che fannosentire i minori insicuri, senza pro-tezione, se non addirittura mal con-sigliati.

Situazioni di disagio che siriflettono nelle testimonianze rac-colte dall’agenzia: “non conosco untutore legale, devo averne uno?”, hadetto un quattordicenne rivelando lasituazione di non trasparenza riguar-do ai diritti dei minori non accom-pagnati. Oppure un altro che dice:“sono andato dal dottore perché misono rotto un dito... Ha detto chenon poteva aiutarmi perché sonoirregolare, anche se il mio dito eragonfio. Ora, se sto male, non diconiente a nessuno”.

Morten Krajeum , direttore dellaFra, chiede un urgente rafforzamen-to dei meccanismi di protezione deiminori, in linea con la Carta europeadei Diritti fondamentali e laConvenzione sui diritti dei minori, esi prepara ad accogliere con favoreil Piano d’azione per i minori richie-denti asilo non accompagnati che laCommissione europea presenteràgiovedì 6 maggio.

Pedofilia, i dati di Telefono AzzurroIn due anni quasi settemila casi segnalati. La maggior parte di abusi commessi in famiglia.

In Italia fenomeno sottodimensionato a causa delle mancate denunce

Sono le anticipazioni del rapporto che l'Agenzia europea per i diritti fondamentali pubblicherà a giugno.

Discriminati, maltrattati e senza la possibilità di denunciare. Oltre 15 mila quelli che hanno chiesto asilo nel 2009

Il gioco d’azzardo tra i giovani èsuperiore all’uso del fumo edella droga. Gli adolescenti

sono molto più inclini degli adulti asviluppare una dipendenza dagioco. Infatti, gli adulti con proble-mi di gioco d’azzardo hanno inizia-to quando erano molto giovani. Una recente ricerca dell’Universitàdi Montreal sottolinea che mentre il55% degli adolescenti è giocatorecasuale e lo fa per divertimento, il13% ha problemi legati al gioco, il5% ha seri problemi di gioco.

La maggior parte dei genitori edegli adolescenti pensano che gio-care non sia pericoloso. Il gioco èconsiderato come una semplice atti-vità di svago. Non è insolito vederegenitori che comprano ai propri figlibiglietti di questa o quella lotteria.

Spesso però il gioco problemati-co degli adolescenti è legato anchecon il mondo criminale e delinquen-ziale, può portare alla disgregazionedella famiglia e delle relazionisociali, scolastiche e lavorative.

Il denaro non è la sola ragioneper la quale gli adolescenti giocanoin modo eccessivo. L’eccitazionedel gioco, il divertimento, la pres-sione familiare, il fuggire dalla noia,il cercare di sollevarsi da uno statodi depressione: tante le possibilicause del problema.

I ragazzi che giocano sono più

numerosi delle ragazze, ma questeultime stanno guadagnando terreno.

Il numero dei giovani che gio-cano sono alla pari dei giocatoricompulsivi adulti, ma corrono unrischio maggiore, in quanto tendonoad avere un livello maggiore didepressione, sono più a rischio nellosviluppare la dipendenza, sono piùeccitabili e sfuggenti, sono a piùalto rischio nel pensare e tentare ilsuicidio, diventano facilmente deidelinquenti e si buttano in attivitàillegali per procurarsi i soldi.

Quando una persona ha un pro-blema di gioco, è totalmente presadal gioco stesso e a causa di un desi-derio incontrollabile, fa cose chenormalmente non farebbe, esatta-mente come un drogato che cerca ladroga. Entrambi vedono il gioco e ladroga come soluzione ai problemi,incastrandosi in un meccanismoperverso in cui la soluzione al“male” è causa del peggioramentodi quel “male”.

L’arma vincente, anche in que-sto caso, è la prevenzione, l'educa-zione, sin dalla scuola, mirata all'e-mersione dei rischi legati al gioco,rinforzando le abilità sociali eacquisendo strategie sociali chemodifichino le errate convinzionisul gioco.

Luigi Conte

Giovani e gioco d'azzardoUna dipendenza che interessa gli adolescenti più degliadulti. Il 13% ha problemi legati al gioco

Page 16: 40 - VS Maggio 2010

Maggio 2010 16SPECIALE

Aleggere le sue note biografi-che si penserebbe di esseredi fronte ad un attempato

scrittore o giornalista. Ma GabrieleDel Grande è un giovane giornalistae scrittore (“e che fortuna” direbbelui ) ma con una storia già intensa ericca di contenuti e di esperienze.Nel 2006 ha fondato l'Osservatoriosulle vittime dell'emigrazioneFortress Europe, un blog che ricevein media 2.000 click al giorno datutte le parti del mondo, tant'è che lostesso blog è diventatouna fonte accreditata perle più importanti testategiornalistiche internazio-nali. Nel 2007 ha scritto“Mamadou va a morire”che riprende il tema e ildramma delle personeimmigrate morte nel ten-tativo di varcare le fron-tiere, libro per il quale haricevuto nel 2008 il pre-mio Di Liegro. Ha scrit-to ancora nel 2009“Roma senza fissa dimo-ra” e ha partecipato, conun contributo consulenziale, al docu-mentario “Come un uomo sullaterra” di Andrea Segre. Scrive suL'Unità, Redattore Sociale e PeaceReporter e collabora con Lettera27.

Partire dalla sua biografia non hasolo il senso di descrivere un'attivitàtanto ricca quanto affascinante perun giovane scrittore, ma ripercorre ilfilo rosso del libro “Il mare dimezzo”: le storie di vita. Un libroche non parla dei respingimenti cosìcome l'anestesia mediatica ci ha abi-tuati in questi anni, ma parla dellepersone, racconta delle loro vite, vitespesso spezzate dalle volontà di altri,di un sistema che, più o meno consa-pevolmente, uccide o “detiene” lalibertà di alcune persone, come dicenel suo libro Del Grande, non peraver fatto qualcosa ma per ciò che

sono.E il libro si apre così, ricollocan-

do queste persone nel loro scenariodi vita, ricollocandole nella loronaturale tridimensionalità, così assi-milabile a quella di ognuno di noi, lapartita di calcio attesa, il tifo. Si aprecon i padri di Annaba in Algeria chenon si sono arresi alla “scomparsa”dei figli giovanissimi, partiti per laFrancia dopo il diniego del visto delgoverno algerino e scomparsi nelMediterraneo, questo mare di mezzo,

un tempo culla acco-gliente, oggi tristesepoltura per un'interagenerazione, mareche separa, inghiotte euccide, meno spessoper calamità naturale,più di frequente pervolontà umana.Dall'Algeria, allaTunisia, alla Valle delNilo, storie di vitatutte documentateanche con una buonadose di coraggio chelasciano senza fiato e

che attraversano come una vertigine,per un attimo, le nostre vite tranquil-le da lettori in poltrona. Sullo sfondodella lettura i tanti “perchè?” cheaffollano la testa senza trovare spes-so risposta. Le domande che siintrecciano alle storie, come quelladel comandante Russo che ricorda,nelle pieghe del suo racconto, laregola di mare, che è regola di vita,che è il senso civico dell'essere almondo: “non ci si può girare dal-l'altra parte”. Da questa parte delmare, come direbbe Gian MariaTesta, cantautore genovese, che hadedicato il suo ultimo cd alla sortedei migranti, “lo sapevamo anchenoi l'odore delle stive, l'amaro delpartire, l'odore dell'offesa e l'ontadel rifiuto”.

Serenella Pascali

Il mare di mezzoL'immigrazione al tempo dei respingimenti: è la fotografiache emerge dalle storie di vita raccolte da Gabriele DelGrande nel suo “Il Mare di Mezzo”, nuovo lavoro del gio-vane giornalista toscano che offre una coraggiosa esplora-zione sulle due sponde del Mare Mediterraneo lungo le rottedei viaggiatori di ieri e di oggi A colloquio con l’autore

Quale realtà è emersa daquesti tre anni di viaggiolungo le rotte del mediter-

raneo che noi non conosciamo eche tu hai cercato di portare nellibro?Sono tre anni di viaggi lungo le fron-tiere del mediterraneo cercando diraccogliere le storie di chi viaggia, dichi parte, di chi emigra, ma anche dichi resta, dei familiari, dei padri.Storie di vita, che poi intrecciateinsieme all'interno del libro, restitui-scono un pò la fotografia di quelloche è oggi il mediterraneo, una gran-de frontiera ma anche un grandecimitero sotto il quale sono sepolteappunto migliaia di giovani chehanno perso la vita cercando di rag-giungere le nostre coste. Il tentativoè proprio quello, raccontando le lorostorie di ridare dignità, un nome, unasoggettività a quelle persone e diraccontare quello che sta diventandoquesto Paese lungo le cui frontiere ipescatori vengono arrestati, accusatiquando fanno i salvataggi in mare.Un Paese in cui vengono fatte espul-sioni di gente che vive qui da 20 anni,che qui ha i figli, che qui ha la moglie,un Paese che fa respingimenti in Libiamandando in carcere anche i rifugiatipolitici, persone che avrebbero dirittosecondo la nostra costituzione adavere un'accoglienza dignitosa.Perchè secondo te non si vuole fareuna politica diversa?Bisognerebbe chiederlo ai politici.Tutto quello che sta accadendo èquantomeno irrazionale con ungoverno che ha fatto addirittura unacampagna elettorale sui respingi-menti vantandosi di aver rispedito inLibia mille persone in un anno ed èlo stesso governo che ha chiesto l'an-no scorso l'ingresso di centomilalavoratori, con un rapporto di uno atrenta. Per ogni lavoratore respintoin Libia (violando il diritto interna-zionale, beccandosi una denunciaalla Corte Europea, nei giorni scorsil'ammonizione del Consigliod'Europa ed il rinvio a giudizio dellaProcura di Siracusa), se ne son fattientrare trenta in una palese contrad-dizione.C'è qualcosa che ti ha colpito inmodo particolare in questi anni,qualcosa che hai riportato nellibro e che proprio ti ha fatto capi-re che stavi davvero raccontandoqualcosa che poi diventerà Storiae che verrà studiata nei libri ditesto dalle generazioni future?

Sicuramente, la cosa che colpisce dipiù da un punto di vista numerico èla quantità di morti che si stannoconsumando nel mediterraneo, vistoche si parla di decine di migliaia dimorti, una strage. Le storie che miporto nel cuore sono in particolarequelle dei pescatori di Mazzara delVallo, con il loro eroismo e il corag-gio di rischiare la vita in mare persalvare centinaia di persone. In que-sti anni sono stati i veri custodi delmare. In negativo mi rimane l'espe-rienza di aver ricevuto una visitadella polizia a casa, in Italia, peralcuni articoli che avevo pubblicato.Secondo te il blog Fortress Europeche ormai vanta migliaia di con-tatti e che funge da osservatoriosulle vittime dell'immigrazionepuò riuscire a smuovere determi-nate politiche dando visibilità alproblema?Il sito riesce nella misura in cui èriuscito a far veicolare delle infor-mazioni. E' in questo senso è diven-tato un punto di riferimento. Sia lastampa nazionale che quella interna-zionale, dal New York Times a Portaa porta, utilizzano i dati di FortressEurope come attendibili. Tuttavial'informazione senza la politica nonserve a niente. Se in questo Paesenon c'è nessuna forza politica prontaa metterci la faccia e il nome in par-ticolare sulla politica dei respingi-menti, l'informazione non ha uneffetto immediato. Ha un effetto alungo termine nel senso che comun-que restituisce un immaginariodiverso, in una sorta di resistenzadell'immaginario, restituire dellestorie e dei racconti che nessuno fa,perchè poi comunque la gente vuolequei racconti, si vuole informare, econ quei racconti sa anche indignar-si. Pensate anche al film "Come unuomo sulla terra" che è stato proiet-tato in oltre 400 città italiane, prati-camente come se fosse stato distri-buito con un lavoro di rete dal basso.Almeno 50 mila italiani hanno vistoil film che è arrivato anche sul tavo-lo della Corte Europea. Qualcosa simuove, molti articoli pubblicati suFortress Europe sono stati utilizzatiper i ricorsi davanti alla CorteEuropea, è in corso l'inchiesta dellaprocura di Siracusa. Ogni tanto lamagistratura batte un colpo su questiproblemi, così come qualche avvo-cato. Il grande assente in tutto ciò èla politica.

Sara Mannocci