L'ULTIMA CASSOEULA
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SANGUE E VERZASANGUE E VERZASANGUE E VERZASANGUE E VERZA
Un luned mattina, uno dei tanti, un'auto rossa regolarmente parcheggiata a lato di
una via senza uscita nella periferia nord di Milano; il fumo dello scappamentocondensava in una nuvola bianca; all'interno Jacopo attendeva paziente che l'azione
combinata del getto d'aria riscaldato dal motore acceso e dei tergicristalli in
movimento restituisse al parabrezza quella trasparenza che lo strato di ghiaccio
nottetempo posatosi gli aveva sottratto. La stanchezza del mattino combinata alla
noia di una routine che il passare degli anni non aveva reso pi accettabile
complottava col freddo per spingerlo verso il precipizio della depressione. Il suo
istinto di sopravvivenza ricercava tra le sinapsi del suo cervello pensieri consolatoririuscendo a farne emergere solo uno ... una gelata come quella avrebbe frollato per
bene le verze in attesa di essere colte nelle ortaie rendendole perfette per unirsi in
matrimonio con la carne di maiale e dare la vita ad una delle pi felici famiglie
culinarie che l'umanit conosca: la cassoeula. Caso volle che, alcune ore pi tardi ,
dopo che le gi scarse energie di Jacopo si erano disperse negli angusti pertugi tra le
auto incastrate nel traffico ed in un paio di interventi di un lavoro che il progresso
stava rendendo ogni giorno pi degradante e meno remunerativo, un cartello appeso
alla porta della trattoria i quater baseidove avrebbe consumato il suo meritato pasto
recitava ' oggi polenta e cassoeula '. A tavola si ritrovarono in due colleghi Jacopo e
Giuseppe tra i pochi manutentori erranti che la ditta aveva mantenuto in attivit,
entrabi consci di essere professionalmente in un cul de sac non si lasciarono
scappare la possibilit di un pasto come si deve, unica soddisfazione che il loro
lavoro ancora gli permetteva. Ordinarono anche una caraffa da mezzo di rosso
giacch il buonsenso proibisce di accompagnare tali piatti con mera acqua. La
maggior parte degli avventori dovevano aver seguito un percorso cognitivo
equipollente al loro ordinando lo stesso desinare, compreso quella coppia spuria
seduta alle spalle di Giuseppe formata da un uomo apparentemente ben oltre il
mezzo del cammin della sua vita e da una bionda di un avvenenza fuori dal comune
che di sicuro non aveva ancora passato i trenta. In nome di un senso di giustiziacosmica Jacopo si augur che lei potesse essere la figlia o una semplice collega
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anche se quell' ingombrante suv BMW, lasciato dall'uomo in doppia fila con quella
strafottente prepotenza che solo i ricchi sanno avere, gli raccontava che il cosmo
non mai stato giusto ne mai lo sarebbe stato. Ad un tratto, nel mentre Jacopo era
intento a risucchiare la cartilagine di un dito suino pescato nel suo piatto un uomo
vestito con una tuta da meccanico, troppo pulita perch potesse esserlo veramente, entr nel locale chiedendo ad alta voce di chi fosse la BMW in doppia fila l fuori
l'uomo del tavolo di fronte fece appena un gesto attendendo che la bocca si liberasse
per incominciare a parlare ma non fece in tempo, il falso meccanico estrasse una
pistola e fece fuoco cinque volte per poi allontanarsi con tutta calma. Durante il trambusto che segu sia Giuseppe che Jacopo realizzarono che non avrebbero potuto
terminare la loro cassoeula, riuscirono appena a vuotare i loro bicchieri si che il
peccato di sprecare il vino non avrebbe pesato sulle loro coscenze.La polizia arriv velocemente, neanche dieci minuti dopo l'esplosione dell'ultimo dei
cinque colpi gi tre volanti erano sul posto e presero il controllo della scena. Jacopo e
Giuseppe declinarono le loro generalit ad un'agente assieme ad una stringata sinossi dell' evento cos come lo avevano percepito. Giuseppe dava le spalle alla porta
sarebbe stato di poca utilit, mentre a Jacopo fu fatta richiesta di presentarsi in
commissariato la mattina seguente per verbalizzare la testimonianza ed
eventualmente collaborare alla realizzazione di un' identikit dell'assassino. L'agenteGarminelli consegn poi il plico con le prime sommarie verbalizzazioni che aveva
appena appuntato al sovrintendente Saluzzi che gli diede un'occhiata sommaria.
non vedo la dichiarazione del titolare in effetti non l'ho sentito e che aspettiallora? Vallo subito a cercare! L'agente Garminelli entr scattante nella trattoria e
chiese ai colleghi se avessero visto visto il titolare senza ottenere risposte di unaqualche utilit, varc quindi di sua iniziativa la porta che conduceva alle cucine per
riuscirne pochi istanti dopo, sbiancato in volto e tutto tremolante, gli ci vollero tre o
quattro interminabili secondi prima di riacquistare la voce e di poter urlare
maronna. Maronna... MARONNAAAAAAA!!
Sul bancone della cucina la mannaia era ancora impiantata tra le carni che aveva
spezzettato ma la rosa pelle che avvolgeva le porzioni pi grandi non era mai stata ricoperta di setola, no, la specie da cui proveniva non era certo suina bens
decisamente umana. La testa era ancora intera, una donna con una folta capigliatura
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rossa naturale. Al momento della macabra scoperta Jacopo se ne era gi andato e
sarebbe venuto a conoscenza della sua involontaria iniziazione al cannibalismo solocol telegiornale della sera. Dapprima pens di correre in bagno e mettersi due dita in
gola ma ormai era troppo tardi, i resti di quella sventurata a distanza di ore non si
sarebbero trovati ancora nel suo stomaco, medit di passare vita natural durante alvegetarianesimo poi si convinse che per mantenere lo stato di salute della sua mente
entro livelli accettabili avrebbe dovuto cercare di pensare il meno possibile alla disavventura del suo apparato digerente. Si vers un bicchiere di grappa, un a
castello due cartine lunghe e confezion un colossale joint di erbetta pregiata e contali provviste prese il telecomando e cerc rifugio nel lobotomizzatore delle masse,
trov un'insignificante partita del campionato brasiliano su un canale di sport e cerc di annullarsi. Erano ormai le quattro del mattino quando si ridest dal suo
sonno catodico, trov a malapena le energie per andare al cesso, togliersi i pantaloni
ed infilarsi nel letto.
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GLI INFAMI MUOIONO GIOVANIGLI INFAMI MUOIONO GIOVANIGLI INFAMI MUOIONO GIOVANIGLI INFAMI MUOIONO GIOVANI
Il mattino seguente era atteso al commissariato, si alz e, dopo il caff fece la doccia e
si abbigli con abiti puliti, temeva che qualche cane di passaggio avrebbe potutoritrovare imbarazzanti fragranze imprigionate tra le trame dei suoi vestiti.
Il muro di fronte alla sua finestra spesso utilizzato da frange estreme di tifosi per
scambiarsi insulti riportava una scritta nuova, con uno spray nero era stata
nottetempo impressa una frase a cui Jacopo non riusciva proprio a dare un senso: ATTENTO GLI INFAMI MUOIONO GIOVANI. Non vi fece caso pi di tanto e part
verso il suo dovere di cittadino.
Al commissariato dovette aspettare a lungo prima di essere ascoltato e verbalizzatoda un agente, dopodich venne condotto in un'altra stanza dove gli presentarono una
serie di foto segnalettiche dove non riconobbe nessuno, quindi ne portarono una
seconda ed una terza. Jacopo si era gi rotto i coglioni da un pezzo e meditava su
quale scusante avrebbe potuto escogitare per porre termine a quella tortura quando
ecco comparire il volto dell'assassino. Pi volte gli fu chiesto se era sicuro e luiconferm quindi gli rilessero il verbale e gli chiesero di firmare. Felice della fine di
quello strazio Jacopo telefon in ufficio, accamp di essere ancora sotto shock e comunic che si sarebbe preso un paio di giorni di permesso e torn a casa
intenzionato a dormire ancora qualche ora. Riusc nel suo intento solo per una decina di minuti quando un botto lo dest dal
sonno. Lanci improperi contro i tamarri ed i loro divertimenti idioti e si rigir nel
letto ma un vociare sempre pi insistente proveniente dalla strada lo convinse ad
affacciarsi alla finestra e f allora che si rese conto che un'auto aveva preso fuoco, la
sua. L'auto era parcheggiata difronte a casa, lungo il marciapiedi, dietro di lei la
scritta che aveva notato il mattino con una riga aggiunta dello stesso colore e,apparentemente con la stessa grafia : PRIMO AVVISO. Jacopo cominci a capire che
si stava scatenando un temporale di merda e che doveva trovare il modo di mettersi il
culo al riparo; doveva andasene lontano. proprio nel momento in cui raggiungeva quella conclusione la radio, che era rimasta accesa dal mattino, part con la sigla del
giornale Black Market dei Weather report e subito dopo lanci nell'etere le ultime
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novit sul caso della trattoria degli orrori un testimone oculare avrebbe
riconosciuto in Antonio Morabbito il Killer del neoassessore alla sanit della regione
Lombardia. Il Morabbito, latitante gi da quattro anni, era considerato il sicario di
fiducia di Giuseppe Lo Maglio Boss dell' omonoma 'ndrina.
Minchia , politica e 'ndrangheta ... lontano non sarebbe bastato avrebbe dovutofuggire molto, molto lontano.
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STORIE DI FAMIGLIASTORIE DI FAMIGLIASTORIE DI FAMIGLIASTORIE DI FAMIGLIA
La genesi dei fatti della trattoria degli orrori cos come la stampa li aveva etichettati
stava tutta in una banale storia di famiglia, una storia non certo originale una sortadi Romeo e Giuglietta solo che Romeo si chiamava Mario e Giuglietta Addolorata
Verona diventava Trezzano Sul Naviglio, Capuleti e Montecchi diventavano Lo
Maglio e Mammoliti. Antonio Lo Maglio era malato, i suoi medici di fiducia gli
avevano consigliato di farsi ricoverare al Memorial Sloan Kettering Center di Nuova
York che a sentir loro era il miglior posto al mondo per uscire da una malattia come
la sua e lui aveva accettato pi che altro per non sentire pi le lamentele delle
femmine di casa sua la moglie Angelina e la figlia Maddalena che da buone femmene rompevano li cugghiuni. Dentro di lui sapeva che sarebbe stato tutto
inutile e che i suoi occhi non avrebbero visto il prossimo Natale non che gli
dispiacesse poi tanto, del resto aveva gi abbondantemente superato l'et media di chi
f il suo mestiere, gli scocciava pi che altro la prospettiva di essere fatto a fette dai
medici e di prendere tutte quelle medicine che fanno cascare i capelli e con loro la
voglia di stare al mondo; avrebbe preferito far la fine di suo fratello Gerolamo
seccato da un colpo di pistola alla testa mentre stava fottendo una puttana. Come
Quintin o aveva dei doveri, delle cose da sistemare prima di andarsene e a quello, solo
a quello si doveva dedicare in quegli ultimi mesi della sua esistenza. Antonio,
malgrado fosse latitante ormai da decenni viveva nella sua masseria ed il giorno della
partenza venne a prenderlo uno dei suoi uomini pi fidati con la Mercedes nera e loport fino all'areoporto di Reggio dove il suo Jet Executive l'vrebbe condotto fino al
Jfk laddove una limousine bianca lo prelev sulla pista e, con pochissime formalit loport fuori dall'areoporto fino all'ospedale laddove lo attendeva un ricovero in una
suite privata da tremilaecinquecento dollari al giorno. Tra un prelievo e una Tac, una
conoscopia e una PET Antonio si riposava tra quel lusso che gli pareva anche
eccessivo per un vecchio contadino come lui. Qualcos'altro lo tormentava, oltre
l'imminenza della morte, era la decisione su chi avrebbe dovuto prendere il suo
posto. Mario era il suo primogenito, e teneva pure cugghiuni da vendere, lass a
Milano stava facendo un buon lavoro anche se usava un po troppo quello che si
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sarebbe dovuto limitare a vendere. C'era un per che ronzava nel cranio del vecchio
boss come una fastidiosissima zanzara, un uccellino gli aveva cantato nelle orecchie
una strana storia su Mario e Antonio doveva capire se fosse o no vera prima di
lasciargli il suo impero.
Il venerd alle quattordici il primario in persona lo accolse nel suo studio perdiscutere delle conclusioni degli esami. Ad Antonio piaceva come parlavano gli
americani senza eufemismi o giri di parole straight talking lo chiamavano ed era
sicuro che non avrebbe sentito parole come macchiolina o piccola quantit di cellule
fuori controllo o altre indecenze simili come quando aveva parlato coi medici
italiani.
Infatti dopo solo quaranta secondi di colloquio aveva gi appreso di essere senza
speranza e che le uniche cure a cui avrebbe dovuto sottoporsi erano le cosiddettepaliative per permettergli di passare serenamente i suoi ultimi giorni. Quanto mi
manca f la sua unica domanda. Non lo s rispose il luminare, un mese, forse due,
se arriva a tre ringrazi la Madonna che sarebbe solo un miracolo . A met
dell'atlantico chiese di atterrare a Milano che voleva rivedere suo figlio.
Mario era intento a rispettare la sua filosofia di vita. Era infatti uso ripetere che la mattina appena sveglio lo devi ficcare n'do culo alla tua femmena cos capiva subito
chi comanda. Addolorata, addolorata, stava appunto recependo la sua sveglia
quotidiana quando qualcuno si introdusse fragorosamente nella camera da lettoerano i due fratelli Morabbito seguiti dal vecchio boss che pronuci il suo anatema
contro quel Lo Maglio degenerato che selo corrompeva ficcandolo in una fissa della
razza infame dei Mammoliti .
Cinque giorni dopo che il vecchio ebbe esalato l'ultimo respiro, in una chiesetta tra i
boschi di aspromonte si tenne una riunione e Giuseppe venne riconosciuto come il
capo assoluto della famiglia Lo Maglio.
Tra gli astanti mancava suo fratello Mario e questo nella simbologia del clan poteva
essere inteso solo in un modo.
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IL BOSS DEI BOSSIIL BOSS DEI BOSSIIL BOSS DEI BOSSIIL BOSS DEI BOSSI
Mario Lo Maglio non voleva semplicemente mettersi in proprio, no, lui voleva essere
il numero uno e a questo scopo aveva elaborato un vero e proprio piano
secessionista, sapeva che anche le altre famiglie presenti sul territorio cominciavanoad essere stufe di pagar tributo alla terra dei padri. Voleva portarle dalla sua parte,
Milano sarebbe divenuta la nuova capitale e lui il nuovo re. Tra i suoi fedelissimi
cominciava a farsi strada uno scerzoso soprannome Il boss dei Bossi .I Calabresi avevano per in mano alcuni politici di Cresima Liberata attraverso i
quali potevano gestire una lunga serie di progetti e di appalti e grazie a ci
pensavano di mantenere dalla loro parte la maggior parte dei compari ed isolare
Mario e la sua cricca di presuntuosi. Mario sapeva che se voleva portare a termine ilsuo progetto e di conseguenza la sua vita doveva trovare degli agganci politici.
Questo stava facendo pochi mesi prima delle elezioni regionali davanti ad un piatto
di risotto e ossobuco e a fianco di Umberto Gavazzoni imprenditore lanciatosi in
politica con una montagna di ambizioni e senza nemmeno un granello di scrupoli.
Gavazzoni era in tenuta da campagna elettorale nel suo completo Armani con la sua
nuova cravatta verde pisello in bella evidenza. Poco importa se non fosse stata la sua
prima scelta ma solo un ripiego dopo che ebbe capito che non v'era spazio sufficiente
per lui tra le cravatte blu. Mario allergico ai convenevoli ci mise pochi minuti ad
affrontare l'argomento principale. Ci serve un amico disposto a diventare assessore
alla sanit Gavazzoni sorrise mi sembrate un poco ingenuo, sapete benissimo
che la sanit una poltrona gi assegnata a quelli di Cresima Liberata le cose
potrebbero cambiare solo con un miracolo , dovrei prendere almeno il doppio di
preferenze di Abbrutti... Lei deve solo pensare all'amicizia, alle preferenze ci penso
io lo interruppe Mario perentoriamente, l'avvocato Cill le far avere la lista delle
aziende amiche appena verr nominato. Poco dopo nell'antibagno i due
suggellarono il loro patto con un peculiare rito, stesero due striscioline di una
polverina bianca e ne respirarono una a testa attraverso una banconota da cinquanta
euro arrotolata.
Quello che ne il politico ne il mafioso sapevano che Giuseppe Tornaghi proprietario
e conduttore della trattoria i quater basei era membro di Cressima Liberata fin
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dall'adolescenza e, amico personale Adelmo Abbrutti fin dai tempi del liceo. La
notizia di quell'incontro piuttosto imbarazzante tra Mario Lo Maglio e UmbertoGavazzoni arriv quindi ben presto alle orecchie del politico di CL e,
conseguentemente a quelle ben pi pericolose di Giuseppe Lo Maglio.
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GIUSTIZIA CORALLINAGIUSTIZIA CORALLINAGIUSTIZIA CORALLINAGIUSTIZIA CORALLINA
Primo Zanotti nel frattempo lasciava l'India giusto il giorno prima della scadenza
del suo visto con un volo diretto a Bangkok, ne avrebbe approfittato per rivedere
Simona. Lei era da alcuni mesi in Cambogia sempre al lavoro per emergency si erapresa un paio di settimane off ed era volata nella capitale del Siam ad incontrare
Primo. Nessuno dei due era particolarmente amante della metropoli si fermarono
una sola notte nella citt degli angeli concedendosi il lusso di una stanza con aria
condizionata dove scatenare tutti i reciproci appetiti che i mesi di lontananza
avevano accumulato. Primo aveva corso il rischio di portarsi qualcosa di buono dall'
India approfittando della sua fortuna o meglio di quella parte del corpo che viene
solitamente evocata per indicare la fortuna. Si concessero un paio di spliff tra unamplesso e l'altro. Fu durante una di queste pause sigaretta che Simona diede a Primo
quella che pensava essere per lui una gran bella notizia. Era uscito dall'inchiesta.
Definitivamente. Avrebbe potuto riprendersi il suo nome e tornare in Italia senza alcun pericolo. Il volto di Primo non trad particolare gioia anzi forse un filo di
malinconia, era caduto il suo movente, la sua scusa, per la sua vita zingaresca degli
ultimi mesi e questo un poco gli dispiaceva.
L'indomani partirono alla volta di una piccola isola dove presero un bungalow molto
spartano alle spalle di una spiaggia corallina intenzionati a passare alcuni giorni in
un completo sollazzo a base di sole mare e sesso. Ottennero l'ultima capannuccia
della spiaggia, al limite della giungla pochi metri difronte a loro una piccola
spiaggia di sabbia bianca lontana dal molo quindi libera di barche in rada, la mattina
appena alzati percorrevano quei pochi metri per immergersi tra i branchi di pesci
variopinti che popolavano i coralli.
Ben presto scoprirono che durante il giorno il caldo rendeva difficile chiudersi nel
bungalow e il sesso era pi un'attivit post tramonto eccetto qualche breve escursus
nella poesia dell sesso orale talvolta decantata da lei talvolta da lui.
Per il cibo su tutta l'isola non v' erano che due opzioni vicine all'equipollenza sia per
quanto riguarda il men che i prezzi. Gli avventori erano costituiti da un gruppetto
di tedeschi, un paio di coppie sicuramente anglofone, una famiglia thai ed una
coppia di quelle che capita sovente di incrociare per i mari della thailandia lui
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occidentale di mezz' et sovrappeso, lei thai carina, all'incirca ventenne. Lui poteva
essere italiano dall' accento del suo inglese e dal gesticolare delle sue mani. Primo
credette addirittura di riconoscere in quell'uomo il titolare di una trattoria dove
spesso si era fermato a pranzo nei lontani tempi del lavoro. Probabilmente si
sbagliava, il trattore infatti, aveva saputo leggendo i giornali italiani online, era statoprotagonista di uno di quelli che definiamo crimini efferati aveva infatti ammazzato
la moglie, l'aveva fatta a pezzi e gettata nella cassoeula e, a quest'ora pensava Primo
sar di sicuro in una qualche galera.
Una sera, la loro terza sull'isola ebbero una fastidiosa conferma delle loro intuizioni.Il Tipo era italiano lo si capiva chiaramente, dopo una bottiglia di mekong cominci
a straparlare nel suo idioma patrio. La ragazza se ne era andata infastidita
dall'ubriachezza molestia dell'estemporaneo compagno e l'uomo brontolava tra se ese che le donne o erano delle rompicoglioni o delle troie , sua moglie era sia l'una
che l'altra cosa e lui per anni l'aveva sopportata ma poi basta, un bel giorno l'aveva
fatta a pezzi e buttata nella cassoeula.... Il ragazzo al bar gli disse che stavadisturbando tutti quanti e lo invit ad andarsene a dormire, barcollante l'uomo si
mise in cammino. Pi tardi Primo e Simona tornando verso la loro capanna videro
l'ubriaco a terra sul bagnasciuga probabilmente era inciampato e aveva battuto la
testa in uno scoglio, non ci fecero gran caso ci avrebbe pensato l'alta marea della
notte a ripulire la spiaggia di quella spazzatura.
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DIMENTICARE LA PAURADIMENTICARE LA PAURADIMENTICARE LA PAURADIMENTICARE LA PAURA
Di giorno era una stazione di servizio, la notte diventava un bar, Primo non si era mai fermato in quello strano esercizio commerciale bifronte ma quella sera ud
qualcosa che lo richiam verso i tavolini tra le pompe di benzina. Ud il suo nomepronunciato ad alta voce. Una voce che proveniva da tempi passati , tempi nei quali
Primo era ancora costretto a guadagnarsi il pane col sudore della fronte, era la voce
del suo vecchio collega Jacopo. Era ad un tavolino con un gruppo di israeliani eappariva desideroso di festeggiare, butt qualche migliaia di bath offrendo drinks.
Anche Primo venne beneficiato dalla sua generosit e, alcuni bicchieri dopo riusc a
capire che stava festeggiando lo scoppio di una bomba a Milano appreso poche ore
prima dal web. La bomba era deflagrata con l'accensione del motore di un SUV nerosul quale erano appena saliti i fratelli Morabbito braccio armato in lombardia
dell'organizzazione del boss calabrese Giuseppe Lo Maglio. Jacopo riusc a spiegare
in un italiano distorto dalle libagioni la sintesi della sua storia e il fatto che la morte
dell'uomo che aveva riconosciuto come assassino lo liberava dalla paura, dall' obbligo
della fuga. Non Aveva comunque intenzione di tornare subito in patria, aveva
ancora autonomia finanziaria per qualche mese e voleva viverseli nel viaggio dopo
aver conosciuto a lungo la fuga. Il percorso non era molto difforme da quello che
lui stesso aveva seguito qualche anno prima e forse grazie a questo idem sentirePrimo si trov a suo agio in quella compagnia, sia con Jacopo che con i suoi amici
che aveva conosciuto una decina di giorni addietro a kho Pangan, tanto che sisarebbe aggregato alla brigata per un p , perlomeno fino a Siam Reap dove avevano
intenzione di recarsi a visitare Angkor wat. Soprattutto Primo era attratto da Natalie
una delle ragazze della compagnia con cui stava conversando in un inglese piuttostoimperfetto ma intelleggibile. Quando la donna si alz dalla sedia Primo si rese conto
che aveva una gamba artificiale e, causa la corrosione delle sue capacit cognitiveconseguente all'assunzione di abbondanti alcolici, si figur posizioni amatorie per
qui quella situazione non ponesse difficolt fino ad arrivare ad immaginarne alcune
in cui avrebbe potuto essere addirittura vantaggiosa. Non poteva sapere che pochi
giorni dopo almeno alcune delle sue fantasie si sarebbero trasformate in realt.
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PRIMO ZANOTTI E L'ULTIMA CASSOELAPRIMO ZANOTTI E L'ULTIMA CASSOELAPRIMO ZANOTTI E L'ULTIMA CASSOELAPRIMO ZANOTTI E L'ULTIMA CASSOELA
Mesi dopo, in una Milano che sembrava ricordare le nebbie del passato, Primo e
Jacopo si ritrovarono in una cena. Con loro Simona e Jenny, un' irlandese che Jacopo
aveva conosciuto da qualche parte nel mondo.Luciano il cuoco della trattoria inform i quattro del suo piatto del giorno polenta e
casoela. Jacopo caric sul volto un espressione disgustata che tocco il cuoco nel vivo.
U, che rasa de gent te me portet chi? disse rivolto a Primo El sara minga vun da
susci No, no, a posto che ha avuto una brutta esperienza un annetto f aMoirago Ostia ! comment evidentemente a conoscenza del fattaccio Qui vai
sul sicuro che ci ho messo il maiale... se avessi ammazzato qualcuno l'avrei messonello spesatin.. In effetti il ragionamento filava. In pi Jacopo pens che
quell'intruglio contenente carne umana non poteva essere la sua ultima cassoela, sifece coraggio e ordin una porzione di quella sinfonia di verza.
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