Lo Sviluppo Cognitivo e Morale Secondo Piaget

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Lo sviluppo cognitivo e morale secondo Piaget

Lo sviluppo cognitivo si riferisce all’acquisizione e all’ampliamento graduale, con

processi la crescita, di tutte le capacità di tipo cognitivo.

Per Piaget il processo di crescita cognitiva del bambino avviene attraverso il

raggiungimento di alcuni livelli di ragionamento (astratto, ipotetico, logico) ed

attraverso il tentativo di dare un senso al mondo circostante che percepisce

attraverso l’invenzione e l’elaborazione di nuove idee e comportamenti. Tale

crescita avviene grazie a due processi: l’assimilazione e l’accomodamento.

L’assimilazione è costituita dall’applicazione ad un’azione di schemi d’azione

presentati. L’accomodamento invece spinge a modificare gli schemi per renderli

compatibili con l’oggetto nuovo e quindi per adattarlo ad esso.

Piaget (1926) individua quattro diversi stadi evolutivi:

Stadio senso-motorio: l’intelligenza del bambino si manifesta nelle situazioni.

Questo stadio ha inizio nei primi diciotto mesi di vita, differenziandosi in sei

sottostadi evolutivi.

- I Stadio (dalla nascita al primo mese di vita): è caratterizzato dalla presenza di

riflessi innati.

- II Stadio (dai 2 ai 3 mesi): sono presenti le relazioni circolari primarie, che

consistono nella ripetizione di semplici atti privi di qualsiasi scopo o interesse.

- III Stadio (da 4 ai 6 mesi): si manifestano le relazioni circolari secondarie.

- IV Stadio (da 7 ai 10 mesi): è costituito dalle coordinazioni delle relazioni

secondarie, per risolvere semplici problemi (riconoscimento delle persone note e

permanenza degli oggetti).

- V Stadio (dagli 11 ai 18 mesi): compaiono le relazioni circolari terziarie,

grazie alle quali il bambino non ripete un’azione interessante in modo

stereotipato, ma cerca di scoprire nuovi metodi, attraverso prove ed errori.

- VI Stadio (18 mesi): se il bambino vuole raggiungere uno scopo e non sa

come fare, non si avvale di azioni reali, ma elabora mentalmente dei tentativi di

soluzione che successivamente applicherà.

Stadio pre-operatorio: è il periodo in cui si attua il passaggio dall’azione pratica

al pensiero. Il bambino è in grado di pensare tarmite immagini e simboli.

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Stadio delle operazioni concrete: il bambino è in grado di rappresentare

mentalmente alcune azioni, anche se complesse. È capace di conservare la

quantità, la lunghezza e il numero.

Stadio delle operazioni formali: dai 12 anni in poi si sviluppa da parte

dell’adolescente la capacità di analizzare tutte le possibilità di soluzione e

cambiamenti per risolvere il problema.

Uno psicologo americano, Jerome Bruner, pur essendo di chiara impostazione

cognitivista, propone una teoria che si distanzia nettamente da quella di Piaget,

poiché non si concentrò sulle strutture mentali bensì sui processi mentali. Secondo

Bruner (1968) l’evoluzione dell’individuo avviene mediante il passaggio

attraverso tre forme di rappresentazione:

La rappresentazione esecutiva: si sviluppa nel primo anno di vita in cui il

bambino inizia già a fare programmi nella percezione, nell’attenzione, nella

manipolazione e nella interazione sociale.

La rappresentazione iconica: circa a un anno di vita il bambino seleziona le

caratteristiche dei vari oggetti e delle diverse situazioni per poi utilizzarli per i

propri scopi.

La rappresentazione simbolica: inizia verso i due anni di età in cui, il bambino si

serve dell’uso del linguaggio. La fase simbolica viene acquisita in modo idoneo a

10-11 anni.

Per Bruner il comportamento morale si riferisce alla capacità di elaborare,

accettare e seguire delle regole, riferendosi ai diritti e doveri che definiscono i

rapporti sociali.

Dal punto di vista psicoanalitico abbiamo il Super Io e l’ideale dell’Io dove il

primo rappresenta il cursore, la guida morale dell’io, che impone le regole di

condotta.

Dal punto di vista socio-cognitivo Piaget (1932) studia lo sviluppo del giudizio

morale, cioè la capacità di affrontare e quindi valutare i problemi attuali. L’autore

dopo aver interrogato bambini di età compresa tra i 4 e 13 anni, individuò uno

sviluppo del modo di intendere le regole che poteva suddividersi in tre livelli:

I Livello: le regole sono ancora approssimative e non del tutto obbligatorie.

II Livello: è lo stadio in cui le regole vengono bene conosciute e sono considerate

inviolabili ed immodificabili, esse derivano da decisioni degli adulti o da enti

ponenti che sono del tutto esterni.

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III Livello: in questo livello la regola non deriva più da un’impostazione esterna,

ma è il risultato di un’accettazione interna, è una legge valida e affinché tutti la

considerino tale bisogna rispettarla.

A questo proposito Piaget (1932) sostiene che quanto detto dimostra l’esistenza di

tre diversi tipi di moralità:

Anomia morale: (0-3 anni) assenza di regole perché il bambino no ne è ancora

consapevole.

Moralità eteronoma: (3-7 anni) l’adulto impone le regole e le leggi che sono sacre

ed immutabili. È caratterizzata dal realismo morale nel qual il bambino tende a

ritenere che i valori ed i doveri esistono di per sè e pertanto siano indipendenti

dalla coscienza che li pensa. Quindi per il bambino con moralità eteronoma i

doveri e i valori sono visti come sussistenti di per sé, indipendentemente dalla

coscienza, le regole sono assolute, indipendenti dal contesto e ciò che conta è il

risultato dell’azione. In questa ottica, quindi, non vengono riconosciute né la

trasgressione, laddove non vi è la punizione, né la reciprocità.

Moralità Autonoma: (dai7-8 anni) in essa domina la reciprocità con i coetanei e la

convinzione che le regole nascono da un mutuo consenso e accordo. Gli aspetti

della moralità autonoma sono:

- responsabilità soggettiva: valgono le intenzioni più che le conseguenze.

- Definizione del bene e del male come qualità in sè: qualcosa o è buono o è

cattivo.

- Il dovere è definito come l’insieme delle aspettative che gli altri hanno circa il

nostro comportamento.

- Riconoscimento della reciprocità.

- Vengono prese in considerazione le circostanze.

- È riconosciuta la responsabilità individuale.

Il passaggio dalla morale eteronoma a quella autonoma è reso possibile sia

dallo sviluppo intellettivo, sia dalle esperienze di cooperazione bambino-coetanei,

bambino-adulti.