Lo specialista Un'infezione - ars.toscana.it · sepsi della Societ italiana di anestesia,...

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Corriere della Sera Domenica 9 Marzo 2014 Salute 47 P ochi conoscono la parola sepsi; chi ne ha sentito parlare pensa che sia un generico “avvelenamento del sangue”. Eppure, si tratta della principale causa di decesso per un’infezione e di una delle emergenze più frequenti in ospedale e non solo. Il problema è in crescita in Occidente, per colpa dell’invecchiamento della popolazione, perché gli anziani sono più fragili di fronte alla sepsi, ma anche per colpa dell’aumento degli interventi ad alto rischio a ogni età e dello sviluppo di specie di germi resistenti ai farmaci. «La sepsi si verifica quando la risposta dell’organismo a un’infezione diventa “eccessiva”, danneggiando i tessuti e gli organi del paziente stesso — spiega Massimo Girardis, coordinatore del Gruppo di studio infezioni e sepsi della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva . «Si sviluppa in tre fasi: all’inizio i germi, superando i meccanismi di difesa, entrano in circolo scatenando una risposta infiammatoria generalizzata e non più, quindi, localizzata al sito dell’infezione. La reazione deteriora le funzioni degli organi e quando questi smettono di funzionare del tutto si arriva alla terza fase, lo shock settico che può portare alla morte. La sepsi è frequente fra i ricoverati, perché in ospedale i pazienti spesso sono più fragili e vengono in contatto con germi resistenti ai farmaci; tuttavia la sepsi acuta è comune anche fuori dalle cliniche e riconoscerla è importante per evitare che la situazione sfugga di mano». Quali sono i campanelli d’allarme? «È una sindrome con sintomi talvolta sovrapposti a quelli di altre malattie, per questo non di rado viene diagnosticata in ritardo. È opportuno chiedere l’intervento di un medico o andare al Pronto soccorso se c’è una febbre alta (oltre 38,5 gradi) che non passa per 24- 48 ore, in concomitanza a una riduzione consistente della diuresi e uno stato di coscienza alterato, ovvero il paziente non riesce a restare sveglio e consapevole, orientato. In questi casi acuti la mortalità può essere dimezzata se si somministrano subito liquidi, ossigeno e antibiotici; più complesso ridurre le vittime della sepsi in ospedale, dove l’intervento è sempre veloce perché i medici si accorgono subito se qualcosa non va, ma il problema è in genere più grave e difficile da curare. Purtroppo, nonostante vaccini, antibiotici e terapie intensive, tuttora i tassi di mortalità ospedaliera per sepsi oscillano fra il 30 e il 60%». Come si può prevenire la sepsi e quali sono le cure? «La sepsi si previene evitando le infezioni: il 20% dei casi negli ospedali, ad esempio, si potrebbe scongiurare con un’adeguata igiene delle mani; vaccinare i bambini contro lo pneumococco, uno dei batteri più spesso coinvolti nella sepsi, protegge anche i loro nonni interrompendo la “catena delle infezioni”; utilizzare gli antibiotici con criterio e solo quando serve aiuterebbe a ridurre la comparsa di batteri resistenti. Per curare la sepsi oggi si sceglie un approccio personalizzato e non si danno a tutti gli stessi farmaci: occorre considerare il germe coinvolto, la presenza o meno di altre malattie, le caratteristiche del malato. In un prossimo futuro sarà possibile individualizzare di più le terapie, perché si stanno scoprendo quali sono gli elementi indicativi, anche genetici, di una maggiore suscettibilità alla sepsi grave: in questi casi il paziente deve essere seguito più attentamente, con interventi incisivi fin dalle prime fasi della sepsi per evitare lo shock. ». © RIPRODUZIONE RISERVATA medicina pratica I vostri commenti potete inviare domande e commenti a proposito di questo articolo scrivendo a [email protected] I batteri di una normale infezione, non arginati da sufficienti difese immunitarie locali, riescono a entrare nel flusso sanguigno Il flusso sanguigno, «avvelenato» dalla presenza dei germi, trasporta i batteri ovunque, anche negli organi principali L 'organismo reagisce con uno stato infiammatorio generalizzato nel tentativo di arginare l'attacco dei batteri; la sepsi provoca perciò la cosiddetta sindrome da risposta infiammatoria sistemica o SIRS Infezione locale L'infiammazione generalizzata compromette la funzione degli organi principali e si ha lo shock settico, che può portare velocemente alla morte La sepsi è un’infezione generalizzata ed è una delle emergenze più frequenti e drammatiche in medicina La sepsi si verifica quando la risposta a una normale infezione (anche solo un ascesso dentale, una ferita, una protesi che si infetta) diventa eccessiva, danneggiando i tessuti di tutto l’organismo del paziente Si sviluppa in tre fasi: i germi, superando i meccanismi di difesa locali, entrano in circolo scatenando una risposta infiammatoria generalizzata e non più, quindi, localizzata solo al sito dell’infezione la reazione infiammatoria sistemica deteriora le funzioni degli organi, che in seguito smettono di funzionare del tutto si instaura uno shock settico, situazione in cui gli organi vitali non funzionano più, che può portare rapidamente alla morte CHE COSA È LA SEPSI? I CAMPANELLI D’ALLARME 1 1 2 2 3 3 QUALI SONO I FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI SEPSI? LA PREVENZIONE La sepsi è una sindrome con sintomi talvolta sovrapposti a quelli di altre malattie, per questo spesso viene diagnosticata in ritardo. Bisogna chiamare il medico o andare al pronto soccorso in caso di: LE CURE Gli antibiotici si scelgono attraverso un approccio personalizzato che tenga conto di La sepsi si previene evitando il più possibile di contrarre infezioni In caso di sepsi acuta al di fuori dall'ospedale, la mortalità è dimezzata se le cure vengono somministrate tempestivamente, entro poche ore dai sintomi In caso di sepsi in ospedale, nonostante la rapidità dell’intervento, la mortalità resta ugualmente elevata perché il tipo di infezione e le condizioni dei pazienti sono in genere più gravi Il 20% dei casi di sepsi in ospedale si potrebbe scongiurare con un'accurata igiene delle mani Vaccinare i bambini contro lo pneumococco, uno dei batteri più spesso coinvolti nei casi di sepsi, protegge anche i loro nonni interrompendo la «catena delle infezioni» Utilizzare gli antibiotici con criterio e solo quando serve aiuterebbe a ridurre la comparsa dei batteri resistenti, più spesso causa di sepsi grave febbre alta (oltre 38,5 gradi) che, nonostante gli antifebbrili, non passa per 24-48 ore Liquidi L'età avanzata, perché gli anziani rispondono meno efficacemente alle infezioni Essere ricoverati in ospedale. Il rischio è elevato soprattutto a seguito di interventi complessi o durante i ricoveri in reparti di terapia intensiva, nei quali i pazienti sono molto fragili Ossigeno Antibiotici Germe coinvolto Presenza o meno di altre malattie Caratteristiche del malato riduzione consistente della diuresi per 24-48 ore stato di coscienza alterato, ovvero il paziente non riesce a restare sveglio e consapevole Venire a contatto con germi resistenti ai farmaci, che superano più facilmente le barriere di difesa e provocano infezioni più gravi e difficili da debellare. Questo tipo di microrganismi si «incontrano» più di frequente in ospedale, dove i casi di sepsi sono infatti più comuni La sepsi è più frequente negli ospedali, ma si verifica anche fuori di essi e riconoscerla presto è fondamentale per evitare che degeneri verso lo shock settico I NUMERI secondi La sepsi provoca la morte di una persona nel mondo La crescita della sepsi nell’ultimo decennio nei Paesi occidentali ogni Oggi la sepsi miete più vittime del cancro all'intestino e al seno messi insieme 1,75 8-13% 30-60% I tassi di mortalità ospedaliera per sepsi, nonostante vaccini, antibiotici e terapie ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI Mi spieghi dottore Che cosa sono la sepsi e lo shock settico? di ELENA MELI È una sindrome con sintomi talvolta sovrapposti a quelli di altre malattie, e perciò diagnosticata in ritardo Massimo Girardis, Dir. Anestesia e Rianimazione I, Policlinico Universitario di Modena Lo specialista Un’infezione che sfugge al controllo e diventa generale Emergenza da riconoscere subito In Italia la Società di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva e diverse Regioni (ad esempio Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) hanno messo a punto programmi di educazione e gestione della sepsi negli ospedali, che hanno consentito di ridurre la mortalità. Conta anche molto che si diffonda la consapevolezza del problema, in modo che tutti possano riconoscere i campanelli d’allarme per curarsi prima che sia troppo tardi

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Corriere della Sera Domenica 9 Marzo 2014 Salute 47

P ochi conoscono la parola sepsi;chi ne ha sentito parlare pensache sia un generico“avvelenamento del sangue”.

Eppure, si tratta della principale causadi decesso per un’infezione e di una delleemergenze più frequenti in ospedale enon solo. Il problema è in crescitain Occidente, per colpa dell’invecchiamento della popolazione,perché gli anziani sono più fragili difronte alla sepsi, ma anche per colpadell’aumento degli interventi ad altorischio a ogni età e dello sviluppodi specie di germi resistenti ai farmaci.

«La sepsi si verifica quando la risposta dell’organismo a un’infezione diventa “eccessiva”, danneggiando i tessuti e gli organi del paziente stesso — spiega Massimo Girardis, coordinatore del Gruppo di studio infezioni e sepsi della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva . «Si sviluppa in tre fasi: all’inizio i germi, superando i meccanismi di difesa, entrano in circolo scatenando una risposta infiammatoria generalizzata e non più, quindi, localizzata al sito dell’infezione. La reazione deteriora le funzioni degli organi e quando questi smettono di funzionare del tutto si arriva alla terza fase, lo shock settico che può portare alla morte. La sepsi è frequente fra i ricoverati, perché in ospedale i pazienti spesso sono più fragili e vengono in contatto con germi resistenti ai farmaci; tuttavia la sepsi acuta è comune anche fuori dalle cliniche e riconoscerla è importante per evitare che la situazione sfugga di mano».Quali sono i campanelli d’allarme?«È una sindrome con sintomi talvolta sovrapposti a quelli di altre malattie, per questo non di rado viene diagnosticata in ritardo. È opportuno chiedere l’intervento di un medico o andare al Pronto soccorso se c’è una febbre alta (oltre 38,5 gradi) che non passa per 24-48 ore, in concomitanza a una riduzione consistente della diuresi e uno stato di coscienza alterato, ovvero il pazientenon riesce a restare sveglio e consapevole, orientato. In questi casi acuti la mortalità può essere dimezzata se si somministrano subito liquidi, ossigeno e antibiotici; più complesso ridurre le vittime della sepsi in ospedale, dove l’intervento è sempre veloce perché i medici si accorgono subito se qualcosa non va, ma il problema è in genere più grave e difficile da curare. Purtroppo, nonostante vaccini, antibiotici e terapie intensive, tuttora i tassi di mortalità ospedaliera per sepsi oscillano fra il 30 e il 60%».Come si può prevenire la sepsi e quali sono le cure?«La sepsi si previene evitando le infezioni: il 20% dei casi negli ospedali, ad esempio, si potrebbe scongiurare con un’adeguata igiene delle mani; vaccinare i bambini contro lo pneumococco, uno dei batteri più spesso coinvolti nella sepsi, protegge anche i loro nonni interrompendo la “catena delle infezioni”; utilizzare gli antibiotici con criterio e solo quando serve aiuterebbe a ridurre la comparsa di batteri resistenti. Per curare la sepsi oggi si sceglie un approccio personalizzato e non si danno a tutti gli stessi farmaci: occorre considerare il germe coinvolto, la presenza o meno di altre malattie, le caratteristiche del malato. In un prossimo futuro sarà possibile individualizzare di più le terapie, perché si stanno scoprendo quali sono gli elementi indicativi, anche genetici, di una maggiore suscettibilità alla sepsi grave: in questi casi il paziente deve essere seguito più attentamente, con interventi incisivi fin dalle prime fasi della sepsi per evitare lo shock. ».

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medicina pratica I vostri commentipotete inviare domande e commenti a proposito di questo articolo scrivendo a [email protected]

I batteri di una normale infezione,non arginati da sufficienti difese immunitarie locali, riescono a entrarenel flusso sanguigno

Il flusso sanguigno, «avvelenato»dalla presenza dei germi, trasporta i batteri ovunque, anche negli organi principali

L 'organismo reagisce con uno stato infiammatorio generalizzato nel tentativodi arginare l'attacco dei batteri; la sepsiprovoca perciò la cosiddetta sindrome

da risposta infiammatoria sistemica o SIRS

Infezione locale

L'infiammazione generalizzata compromette la funzione degli organi principalie si ha lo shock settico, che può portarevelocemente alla morte

La sepsi è un’infezionegeneralizzata ed è unadelle emergenze più frequentie drammatiche in medicina

La sepsi si verifica quandola risposta a una normale infezione (anche soloun ascesso dentale, una ferita, una protesi che si infetta) diventa eccessiva,danneggiando i tessuti di tutto l’organismo del paziente

Si sviluppa in tre fasi:

i germi, superandoi meccanismi di difesa locali, entrano in circolo scatenando una risposta infiammatoria generalizzata e non più, quindi, localizzata solo al sito dell’infezione

la reazione infiammatoria sistemica deteriorale funzioni degli organi,che in seguito smettonodi funzionare del tutto

si instaura uno shock settico, situazione in cui gli organi vitali non funzionano più, che può portare rapidamente alla morte

CHE COSA È LA SEPSI?

I CAMPANELLI D’ALLARME

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QUALI SONO I FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI SEPSI?

LA PREVENZIONE

La sepsi è una sindrome con sintomi talvolta sovrapposti a quelli di altre malattie, per questo spesso viene diagnosticata in ritardo.Bisogna chiamare il medico o andare al pronto soccorso in caso di:

LE CURE

Gli antibiotici si scelgono attraverso un approccio personalizzato che tenga conto di

La sepsi si previene evitando il più possibile di contrarre infezioni

In caso di sepsi acuta al di fuori dall'ospedale, la mortalità è dimezzatase le cure vengono somministrate tempestivamente, entro poche ore dai sintomiIn caso di sepsi in ospedale, nonostante la rapidità dell’intervento,la mortalità resta ugualmente elevata perché il tipo di infezione e le condizioni dei pazienti sono in genere più gravi

Il 20% dei casi di sepsi in ospedale si potrebbe scongiurarecon un'accurata igiene delle mani

Vaccinare i bambini contro lo pneumococco, uno dei batteripiù spesso coinvolti nei casi di sepsi, protegge anche i loro nonniinterrompendo la «catena delle infezioni»

Utilizzare gli antibiotici con criterio e solo quando serve aiuterebbea ridurre la comparsa dei batteri resistenti, più spesso causadi sepsi grave

febbre alta (oltre 38,5 gradi) che, nonostante gli antifebbrili, non passa per 24-48 ore

Liquidi L'età avanzata, perché gli anziani rispondonomeno efficacemente alle infezioni

Essere ricoverati in ospedale. Il rischio è elevato soprattutto a seguitodi interventi complessi o durante i ricoveri in reparti di terapiaintensiva, nei quali i pazienti sono molto fragili

Ossigeno Antibiotici

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Caratteristichedel malato

riduzione consistente della diuresi per 24-48 ore

stato di coscienza alterato, ovvero il paziente non riesce a restare sveglio e consapevole

Venire a contatto con germi resistenti ai farmaci, che superanopiù facilmente le barriere di difesa e provocano infezioni più gravie difficili da debellare. Questo tipo di microrganismi si «incontrano»più di frequente in ospedale, dove i casi di sepsi sono infattipiù comuni

La sepsi è più frequente negli ospedali, ma si verifica anche fuori di essie riconoscerla presto è fondamentale per evitare che degeneri verso lo shock settico

I NUMERI

secondiLa sepsi provoca la mortedi una persona nel mondo

La crescita della sepsinell’ultimo decennionei Paesi occidentali

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Oggi la sepsi miete più vittime del cancro all'intestino e al seno messi insieme

1,75 8-13% 30-60%

I tassi di mortalità ospedaliera per sepsi,

nonostante vaccini, antibiotici e terapie

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Massimo Girardis, Dir. Anestesia e Rianimazione I, Policlinico Universitario di Modena

Lo specialista

Un’infezione che sfugge al controllo e diventa generale

Emergenza da riconoscere subitoIn Italia la Società di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva e diverse Regioni (ad esempio Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) hanno messo a punto programmi di educazione e gestione della sepsi negli ospedali, che hanno consentito di ridurre la mortalità. Conta anche molto che si diffonda la consapevolezza del problema, in modo che tutti possano riconoscere i campanelli d’allarme per curarsi prima che sia troppo tardi