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NOTIZIARIO MENSILE SETTEMBRE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO Nell’illustrazione di Fabio Vettori la metafora, ispirata alla figura di Sisifo, del percorso accidentato che il CAI sta percorrendo nei suoi rapporti con le istituzioni. Per volere di Giove la pietra, faticosamente trasportata dall’eroe mitologico, è destinata di nuovo a rotolare rovinosamente a valle... Così il presidente generale ha definito i problemi burocratici che ad ogni finanziaria il cai deve affrontare LA FATICA DI SISIFO ISSN 1590-7716 ADDII Riccardo Cassin indimenticabile capocordata VALLE D’AOSTA Le Alpi dei ragazzi grande attrazione al Forte di Bard Numero 9 - Settembre 2009 - Mensile - Poste Italiane S.p.a – Sped. in A.P. – D. L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art. 1 comma 1 DCB Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone DOSSIER CAI CAI: ente pubblico o libera associazione?

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NOTIZIARIO MENSILE SETTEMBRE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

Nell’illustrazione di FabioVettori la metafora,

ispirata alla figura diSisifo, del percorso

accidentato che il CAI stapercorrendo nei suoi

rapporti con le istituzioni.Per volere di Giove lapietra, faticosamentetrasportata dall’eroe

mitologico, è destinata dinuovo a rotolare

rovinosamente a valle...

Così il presidente generale ha definito i problemi burocratici che ad ogni finanziaria il cai deve affrontare

LA FATICADI SISIFO

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DOSSIER CAICAI: entepubblico o liberaassociazione?

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Organizzatato dal Gruppo amici dellamontagna del Parlamento italiano(GAM) mercoledì 1 luglio a Roma,un incontro alla Camera dei deputati

ha consentito al Club Alpino Italiano, alCorpo Nazionale Soccorso Alpino eSpeleologico del CAI e alle Guide alpine diillustrare risultati e progetti al servizio dellamontagna e dei suoi frequentatori. La serata,che si è tenuta presso la Sala Berlinguer delPalazzo dei Gruppi della Camera, si è apertacon una degustazione di prodotti tipiciabruzzesi in collaborazione con Slow FoodAbruzzo, con i produttori che hanno offertosalumi, formaggi, vini e conserve.

Dopo questo momento conviviale il presi-dente del GAM onorevole Erminio Quartianiha salutato i presenti e introdotto i lavori chesi sono aperti con l’intervento del presidentegenerale del Club Alpino Italiano AnnibaleSalsa e la relazione del direttore del CAIPaola Peila. A seguire sono intervenutiErmino Sertorelli, presidente delle guidealpine, e Pier Giorgio Baldracco, presidentedel Corpo Nazionale Soccorso Alpino eSpeleologico del CAI.

Salsa ha ricordato il particolare momentoche il Sodalizio sta attraversando in quantoente di diritto pubblico non economico acausa del cosiddetto decreto sugli enti inu-tili: “Quello che tiene unita la nostra gran-de e libera associazione è la passione per lamontagna. Un entusiasmo che ci rende esi-genti proprio perchè il nostro è un coinvol-gimento emotivo. Frustrare gli entusiasmi,le passioni, le emozioni - ha continuato ilpresidente - rappresenta la peggior formadi scoraggiamento.

“Io non vorrei che la nostra associazione

fosse attraversata da questa sindrome, daquesta profonda inquietudine. Noi dobbia-mo occuparci di montagna, della gente cheva in montagna, dobbiamo promuoverne lacultura soprattutto fra i giovani. Il CAI è quiper ri-alfabetizzarli al territorio della monta-gna, e per questo dobbiamo avere la forzaemotiva, la carica necessaria. Il disagio cheattraversa la nostra associazione è grande.

“Noi ci troviamo ciclicamente a doveraffrontare ogni anno, a ogni finanziaria, pro-blemi che ci distraggono da quella che è lanostra fondamentale attività. Il CAI è abitua-to a un fare ragionato, non a un pragmatismorozzo. Il mio è anche un messaggio di stan-chezza, non nei confronti degli ideali ma neiconfronti di questa continua fatica di Sisifo”.

Paola Peila ha fornito informazioni sulbilancio sottolineando che “Il Club AlpinoItaliano è un ente pubblico non economico alivello nazionale dove però le risorse che uti-lizza per dare questi servizi, che non sonosolo per i propri sci ma sono anche a benefi-cio di tutta la collettività, per il 73% proven-gono dalle quote associative e dalle entrateproprie, ovvero attività editoriale, attività dimerchandising e pubblicità. La quota del27% che viene dai contributi dello Stato èfinalizzata per una parte al Corpo NazionaleSoccorso Alpino e Speleologico per i suoiinterventi e quindi se noi andiamo a calcola-re la percentuale dell’incidenza del contribu-to statale su tutto il resto delle attività CAI èmeno del 10%.

“Questa è la ragione per cui,come il presidente ha evi-denziato, siamo spessoscoraggiati a dover dis-cutere e negoziare suquelle situazioni che pernoi sono veramente ati-piche e non sosteni-bili: l’ulteriore

razionalizzazione della spesa o comunquel’adattamento a quei parametri che, riferitiad una logica di razionalizzazione dellaspesa pubblica generale da adottare per igrandi enti, applicati ai valori del ClubAlpino Italiano ci stanno veramente stretti”.

Non va dimenticato che il Sodalizio, attra-verso la Sede centrale e i suoi 21 dipendenti,supporta le attività di 308.339 soci, gestisce775 rifugi e bivacchi, provvede grazie aivolontari alla manutenzione di oltre 60.000km di sentieri, avendo inoltre all’attivo 2.935istruttori nazionali, 1.516 accompagnatori dimontagna, 194 esperti e tecnici della neve e506 operatori ed esperti naturalistici eambientali. A tutto ciò va aggiunta l’opera delCorpo Nazionale Soccorso Alpino eSpeleologico che rimarca il servizio di pubbli-ca utilità del CAI. Ha sottolineato questoaspetto anche Baldracco, presidente naziona-le del CNSAS, che ha ricordato come solo unapiccolissima parte degli interventi di soccor-so siano rivolti a soci CAI (meno del 10%). Ilche dimostra come la parte della quota che isoci versano, destinata al finanziamento delSoccorso alpino e speleologico, vada in realtàa supportare la copertura dei costi per un ser-vizio diretto in massima parte a tutti i cittadi-ni frequentatori della montagna.

Hanno partecipato alla serata per il gruppoAmici della montagna del Parlamento italia-no i vicepresidenti sen. Giacomo Santini(vicario), l’on. Manuela Di Centa, l’on. LauraFroner, il sen. Antonio Rusconi e il sen. ValterZanetta. La delegazione del CAI era compo-sta dai vicepresidenti generali ValerianoBistoletti e Goffredo Sottile, dai componentidel Comitato direttivo centrale FrancescoCarrer, Lucio Calderone e GianfrancoGaruzzo, dal coordinatore del Comitato cen-trale di indirizzo e controllo Sergio Viatori,dal responsabile della comunicazione e diret-

tore editoriale della stampa socialeVinicio Vatteroni, dal direttore respon-sabile della stampa sociale LucaCalzolari. Per il CNSAS sono inter-ventuti i consiglieri nazionali AldoPaccoia, Livio Russo e AdrianoFavre e il coordinatore di segreteria

Giulio Frangioni, per le Guide alpineil vicepresidente Enrico Baccanti.

Sul sito Mountainblog www.mountain-blog.it sono disponibili le registrazioni audiodegli interventi del presidente generale Salsae del direttore Peila (che riportiamo integral-mente anche nello speciale in queste pagine).

Stefano Mandelli

Ufficio stampa del Club Alpino Italiano

Cronaca Fermo intervento del presidente generale

Successo dell’iniziativa alla Camera dei deputatiorganizzata dal gruppo Amici della montagna del Parlamento italiano

Il CAI incontra i parlamentari

Legati da una comunepassione per i monti“Quello che tiene unita la nostraassociazione è la passione per lamontagna, un entusiasmo che ci rendeesigenti”, ha detto Salsa intervenendoalla Camera dei deputati. Qui il presidente generale posa accantoal busto di Quintino Sella, tra i padrifondatori del Club alpino.

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Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro

Nazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984

Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lo

spazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.

Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta

elettronica o con supporti informatici, entro l’ultimo giorno del mese.

Club Alpino Italiano fondato nel 1863

Presidente generale: Annibale Salsa

Vicepresidenti generali: Valeriano Bistoletti, Goffredo Sottile, Vincenzo Torti

Componenti del Comitato direttivo centrale: Lucio Calderone, Francesco Carrer, Gianfranco Garuzzo

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Flaminio Benetti, Ettore Borsetti, Sergio Chiappin, Antonio

Colleoni, Enzo Cori, Massimo Doglioni, Luca Frezzini, Franco Giacomoni, Ugo

Griva, Luigi Grossi, Aldo Larice, Claudio Malanchini, Lorenzo Maritan, Vittorio

Pacati, Giovanni Maria Polloniato, Elio Protto, Luigi Trentini, Sergio Viatori

Revisori nazionali dei conti: Mirella Zanetti, Vincenzo Greco (in rappresentanza del Ministero dell’Economia e

Finanze), Luigi Brusadin, Roberto Ferrero (supplente)

Probiviri nazionali:Silvio Beorchia, Vincenzo Scarnati, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Lucia Foppoli.

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin

Direttore: Paola Peila

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

2 CronacaIl CAI alla Camera dei deputati incontra i parlamentaridi Stefano Mandelli

4 AddiiLa preziosa eredità di CassinTestimonianze e immagini esclusive

e un ricordo di Alessandro Gogna

8 Prime assoluteLa scalata che ha vinto il Riconoscimento “Consiglio” di Hervé Barmasse

10 Valle d’AostaForte di Bard: tutti in vetta, che bel giocoCourmayeur: dilaga la montblancmania

12 MuseomontagnaDove la montagna è globaleCosa c’è da vedere

16 RassegneCervinia, non solo cinema

18 NaturaPiante in fuga dal caldodi Valentina Scaglia

19 DossierCAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?A cura di Luca Calzolari

Interventi di Annibale Salsa, Paola

Peila, Alessandro Pastore, Piero

Carlesi, Walter Gerbino, Dino

Marcandalli, Alessandro Giorgetta

31 Via PetrellaCinque nuovi consiglieri

32 HimalayaRicordo di Cristina Castagnadi Franco Perlotto

33 Montagne in famigliaAlla scuola di papà Ninodi Gian Celso Agazzi

Rubriche16 FILO DIRETTO 27 CIRCOLARI ECOMUNICAZIONI DELLA SEDE CENTRALE34 NEWS DALLE AZIENDE 35 ALPINISMOGIOVANILE 36 QUI CAI 41 VITA DELLESEZIONI 43 PICCOLI ANNUNCI 46 LA POSTA DELLO SCARPONE 47 TRENOTREKKING 48 BOOKSHOP

SommarioFondato nel 1931 - Numero 9 - Settembre 2009

Direttore editoriale: Vinicio Vatteroni

Direttore responsabile: Luca Calzolari

Coordinamento redazionale: Roberto Serafin

e-mail: [email protected]

CAI Sede Sociale 10131 Torino, Monte dei Cappuccini.

CAI Sede Legale 20124 Milano, Via Errico Petrella, 19

casella postale 10001 - 20110 Milano

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Ai piedi delle adorate Grigne, ai PianiResinelli dove amava soggiornaredurante l’estate, Riccardo Cassin siè spento serenamente il 6 agosto.

Aveva raggiunto il traguardo dei cent’anniil 2 gennaio e il mondo dell’alpinismo gliaveva resto omaggio con una serie di ini-ziative orchestrate dalla fondazione a luiintestata. Un omaggio che era dilagatodalle strade della sua Lecco fino alFilmfestival di Trento dove era di casa, eall’Assemblea dei delegati del CAI che siera aperta con un film sulla sua vita e le sueimprese. Messaggi di cordoglio sono arri-vati da tutto il mondo. La sua notorietà nonaveva confini: è stato uno dei dieci scalato-ri più importanti di tutti i tempi, degno difigurare accanto a Whymper, Mummery,Comici, Gervasutti, Bonatti, Messner. Maciò che caratterizzava la personalità diCassin, nato a Savorgano di San Vito alTagliamento, in provincia di Podenone, erala sua assoluta dedizione alla causa dellamontagna, protagonista in mille battaglieper l’ambiente, promotore di una frequen-tazione rispettosa e prudente, sempre vici-no al mondo dei giovani. “Con la scompar-sa di Cassin” ha commentato il presidentegenerale Annibale Salsa, “il mondo perdeun’importante testimonianza dei valori chesono alla base dell’uomo e dell’alpinista.

“Il suo era un messaggio di umanità ancorprima che di eccellenza tecnica. Era esat-tamente ciò di cui ha bisogno l’ambientealpinistico, sopratutto giovanile: ricordareche i valori umani superano quelli tecnici.Riccardo ripeteva spesso che la montagnaha un grande valore educativo di per sé, aqualunque livello, e la sua vita ne è stata lapiù piena testimonianza”.

Onnipresente nella vita del CAI a tutti ilivelli, Cassin portava con orgoglio il distin-tivo di socio onorario, onorificenza che gliera stata riservata anche dalle più presti-giose associazioni alpinistiche di tutto il

mondo. Al Club alpino ha elargito il suotalento organizzativo, oltre al suo carisma.Nel ‘46 contribuì a fondare i famosi Ragnidella Grignetta, sempre in prima fila con iloro maglioni rossi nel Gotha dell’alpini-smo mondiale, e fino all’ultimo aveva con-servato la presidenza onoraria di questascuola prestigiosa.

Socio accademico delCAI, era stato nominatodue volte, nel 1945 e nel1973, presidente dellaSezione di Lecco.Moltissimi i giovanialpinisti che si sono for-giati sotto la sua guidae che Cassin ancoraoggi, dalla carrozzinadove era inchiodatonella sua casa di Lecco,seguiva “con immutatoaffetto”. Notevole,come si riferisce in que-ste pagine, la sua attivi-tà di soccorritore, enon c’era assise delleorganizzazioni interna-zionali che non lo aves-se come ospite, sempreattento alle nuove tec-niche di salvataggio.

Inesauribile era, delresto, la sua capacità disocializzare unita aun’innata curiosità,sempre pronto a inter-venire con sapientimesse a punto, sia chesi trattasse di far partedi una giuria sia chedovesse onorare con lasua presenza tappe

importanti della vita del CAI: come l’inau-gurazione della Sede centrale alla fine deglianni Novanta. Un particolare significativo,infine. Benché gli fosse pesata l’esclusionedalla spedizione italiana al K2 nel 1954, nonera mai mancato a un appuntamento con-viviale con i protagonisti della storicaimpresa. ■

Addii Un grande amico della montagna ci ha lasciato

Il CAI? Una seconda famigliaSocio onorario del CAI, nonché tra i più prestigiosiiscritti al Club Alpino Accademico Italiano, RiccardoCassin (in alto, sotto il titolo, in uno splendido ritrattodi Guido Daniele) ha offerto generosamente al CAI ilsuo talento organizzativo e il suo carisma, ricoprendovarie cariche. In queste immagini alcuni momentidella sua “presenza sul campo”: 1) con il presidentegenerale Gabriele Bianchi appena eletto alla massimacarica del Sodalizio; 2) l’incontro con Bruno Detassisper il quale ha pronunciato una laudatio a Viareggiodurante un’assemblea che ha eletto l’alpinista trentinosocio onorario; 3) con il presidente generale RobertoDe Martin e l’alpinista Armando Da Roit, a sua voltasocio onorario, al rifugio Vazzoler; 4) con il direttoredel CAI Paola Peila durante una visita in via Petrella.

“Ci affida un messaggio diumanità ancor prima che dieccellenza tecnica”: così ilpresidente generale ha resoomaggio alla memoriadell’alpinista che nella sualunga vita tante energie hadedicato al volontariato, e alClub alpino in particolare

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Cassin, una preziosa eredità

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“Una vita da portare in salvo, un morto darecuperare: è una tragica eventualità chesi ripete troppo spesso sulle montagne checircondano la mia cara Lecco”, si ramma-ricava Cassin che l’attività di soccorritoreha sempre posto al centro del suo volonta-riato per il CAI. “Dal momento della chia-mata ogni attimo diventa sempre più pre-zioso. Ci si inerpica sui sentieri, si salgonole rocce in gara con il tempo e alle voltecon condizioni atmosferiche proibitive, perassolvere un compito che sentiamo urgerein noi: una risposta spontanea alla nostracoscienza di uomini”. Le Grigne tantoamate sono sempre state testimoni diun’infinità di drammi e tragedie: l’altramedaglia di un territorio magico ma ancheinsidioso con i suoi pinnacoli calcarei, iprati ripidi che non ammettono passi falsi.Tra gli interventi rimasti impressi nellamemoria di Cassin uno riguardava un sal-vataggio sul Fungo nell’estate del ‘49, rac-contato nel libro “Soccorsi in montagna”uscito in occasione del cinquantesimodalla fondazione del CNSAS.

Cassin è al lavoro a Lecco nel suo nego-zio di articoli sportivi quando riceve unatelefonata dai Piani Resinelli. “Sul Fungoc’è un uomo appeso sotto la placca, lo sivede anche da qui, e il suo compagno èsceso in libera a chiedere aiuto”, dice unavoce all’altro capo del filo. Riccardo chia-ma degli amici, e anche due o tre clientifrancesi si offrono di dargli manforte.Partono immediatamente per i Resinellie in piena notte raggiungono l’attaccodell’ardita guglia calcarea.

Per procedere, mentre ar-rampicano, tengono lepile in bocca (nonesistevano ancoraquelle frontali).

Raggiungonoil chiodo chesostiene il po-veretto il qualeè ancora abba-stanza in se.

Cassin calauna corda conun moschetto-ne perché si

agganci, per poterlo così recuperare.Purtroppo l’operazione non riesce.

Allora fa intervenire Dell’Oro che è piùleggero. Questi scende lungo la corda eraggiunge il malcapitato. Con notevolisforzi lo recuperano e lo portano alla selladel Fungo. Gli fanno trangugiare qualchebevanda con stimolanti, ma la precauzionenon è sufficiente e l’uomo sviene.

“A quel punto, aiutato dai compagni chemi assicurano con le corde”, raccontaCassin, “lo porto a spalla fino alla forcellafra Lancia e Torre. Lo caliamo alla base, losistemiamo in barella avvolgendolo nellecoperte. Ma un furioso temporale e l’oscu-rità ci impediscono di arrivare a valle. Ciriusciamo al mattino e constatiamo consoddisfazione che, grazie alle cure e allemedicine, il nostro “recuperato” sta beneed è certamente più riposato di noi.

Di questo soccorso la nostra squadra haun particolare ricordo: il padre del ragazzo,per tanti anni, nel giorno della ricorrenzadel salvataggio manderà una somma perun’allegra bicchierata. La squadra di soc-corso del CAI di Lecco, della quale per unlungo periodo fui il responsabile, non rice-veva a quei tempi alcun aiuto. Solo piùtardi l’amministrazione comunale comin-ciò a darci una sovvenzione che ci permet-teva di coprire in minima parte le spese: alresto dovevamo pensare noi, senza conta-re le giornate di lavoro perse”. ■

Tanti gli devono la vita

Il modo migliore per ricordarlo È possibile rendere omaggio alla

memoria di Cassin con un particolaregesto di solidarietà, assecondando lavolontà della famiglia. Quanti hanno

voluto bene al grande alpinistapotranno dunque provvedere a un

versamento alla Onlus Istituti RiunitiAiroldi e Muzzi di Lecco presso ilCredito Valtellinese (codice IBAN:

IT 32X0521622900000000035505),come destinataria di questa volontà.

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TrascinatoreCassin nel 1938 dopoavere vinto la norddelle Jorasses: alle sue spalle, da sinistra,Ugo Tizzoni e Ginetto Esposito.

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“Uomo rupe” ebbe spiritosamente a defi-nirlo Fosco Maraini nella prefazione a“Capocordata”, l’autobiografia alpinisticadefinitiva di Cassin uscita nel 2001 per i tipidell’editore Vivalda con la cura di MatteoSerafin. L’illustre orientalista e scrittorefiorentino, buon amico di Riccardo e suocompagno di spedizione al Gasherbrum IV,si divertì in quell’occasione a immaginare“Iddio Ottimo e Massimo” intento nellacreazione dell’alpinista primordiale - l’uo-mo croda, l’uomo rupe, l’uomo fulmine,l’uomo guglia - una creatura capace di sfi-dare la furia degli elementi e le montagnepiù inaccessibili. Per plasmarlo però non sipoteva certo usare un materiale ordinariocon cui sono fatte le creature ordinarie. Funecessario trovare “terra originaria, quella

rimasta miracolosamen-te intatta dai tempi dellacreazione” si legge nelgustoso racconto daltitolo “Creazione del-l’Uomo Rupe”. Il risulta-to dell’opera divinalascia gli angeli un po’ perplessi: “Corto,largo, con il collo taurino…. Noi lo imma-ginavamo lungo, sottile, elegante…”. Ma ilSignore guardò compiaciuto la sua creatu-ra. “E’ così che va fatto l’uomo roccia, altri-menti come potrebbe resistere alle tempe-ste più spaventose, alle vertigini, al tor-mento dei bivacchi, alle ore massacranti difatica? Oh angeli miei, eccovi un vero,autentico uomo rupe’. Poi gli soffiò la vita.Era nato Riccardo!”. Con la sua leggera,affettuosa ironia Maraini aveva colto comesempre l’essenza. Perché Cassin parevadavvero costruito con un materiale diversoda noi comuni mortali.

Un uomo roccia che ha attraversato glieventi più drammatici del Novecento senzarinunciare ai propri sogni, e tanto meno aipropri doveri. Forgiato dalle durezze dellaGrande Guerra nell’infanzia sulle rive delTagliamento, dalla vita di emigrante, dallavoro di manovale e poi di operaio specia-lizzato nella Lecco industriale delVentennio, da sport duri come il pugilato ela corsa prima che una smisurata passioneper la montagna assorbisse tutti i suoitalenti. Negli anni eroici della battaglia delsesto grado si aggiudicò tre medaglie d’oroal valore atletico per le sue scalate ai limitidel possibile. Ma quella stessa tenacia ecapacità di leadership che gli fruttò tantisuccessi in parete e sugli strapiombi seppeapplicare anche nella vita di cittadino elavoratore. Negli anni bui della guerra lasua azione come comandante partigianodella Brigata rocciatori, che gli valse laCroce al valore militare, fu decisiva perliberare Lecco da soverchianti forze nazifa-sciste. Poi l’impegno per la ricostruzionedei rifugi alla guida della sezione di Lecco,i successi della sua azienda di articoli spor-tivi, le spedizioni da lui guidate ai colossiextraeuropei (Gasherbrum IV, Jirishanca,McKinley) furono un’ulteriore confermadella sua grande capacità.

Come dimenticare quei suoi occhi celestiche ti scrutavano da dietro la caratteristicamaschera di granito? «Meglio in sedia arotelle che morti!», esclamava folgorandoticon il suo sorriso sornione. Rivelando cosìla sua dote umana più grande: l’ottimismo.Una virtù fondamentale per ogni capocor-

data e per ogni leader in generale – eCassin lo è stato nel senso più pieno dellaparola - che comporta la capacità di nonperdere mai la speranza, di infondere fidu-cia ai compagni anche nelle situazioni piùdisperate, di saper trovare la nota positivain ogni cosa, persino nella paura, conside-rata “anticamera della prudenza”. Comeavrebbe potuto sopravvivere altrimenti aesperienze come quella terribile notte vis-suta nel ‘37 insieme a Ginetto Esposito eVittorio Ratti e ai comaschi Molteni eValsecchi sul Badile?

L’importanza dell’amicizia nella sua storiadi uomo e di alpinista è il tema di un volu-me uscito nel 2006 nella collana Narratori

Un capocordata ideale

Tra le navate della chiesa diSant’Andrea, nel sobborgo diMaggianico dove risiedeva, si

sono svolte l’8 agosto le esequie diCassin con la partecipazione dicentinaia di amici che si sono riversatianche nella piazza antistante. Attornoai familiari, autorità, alpinisti edestimatori arrivati da ogni parte tra iquali spiccavano i maglioni rossi dei“Ragni della Grignetta” di cui l’illustrescomparso ha fatto parte, alla testa ilpresidente Pirovano. Una delegazionefriulana era arrivata da Savorgnano diSan Vito al Tagliamento dove Cassin ènato 100 anni e sette mesi or sono.L’Organizzazione centrale del CAI erarappresentata dal vicepresidentegenerale Valeriano Bistoletti e dal pastpresident Gabriele Bianchi. Unmaglione rosso è stato posato sullabara chiara insieme con un cuscino difiori montani. La cerimonia funebre si èaperta con il canto “Stelutis alpinis” e siè conclusa con il classico “Signoredelle cime”, mentre al momento dellatumulazione il Coro Lecchese hacantato “El Resegùn”. Una cerimoniain stile alpino, molto semplice, comesarebbe piaciuta all’indimenticabileRiccardo.

Sulla bara il rosso maglione dei Ragni

“Uomo rupe”Un incontro a Lecco con FoscoMaraini che nella prefazionedi“Capocordata” lo definì“uomo rupe”. Lo scrittore feceparte, nel 1958, dellaspedizione al G4 guidata daCassin. Nell’altra pagina inbasso Alessandro Gogna, primoripetitore in invernale della“Cassin” sulla Nord est delBadile e primo solitario della“Cassin” alle Jorasses.

Cassin

Badile ‘87, l’ultima sfidaPrima di arrendersi all’infermità che lo ha costrettoalla sedia a rotelle, Cassin ha dato prova di grandevitalità affrontando impegnative scalate, viaggi edescursioni sui sentieri di casa con il fido cane dacaccia anche in tarda età. L’ultima fra le sue circa2500 scalate (di cui cento prime assolute), unadelle poche non da capocordata, è quellacompiuta a 82 anni suonati sulla mitica via allaNord-est del Badile. Era il 1987, quando volleripetere cinquant’anni dopo la sua famosa via disesto grado accompagnato da un manipolo digiovani amici. In quell’occasione la Valmasino (SO)organizzò solenni celebrazioni dell’evento a cui nonvolle mancare Reinhold Messner. Vennero invitatigli alpinisti che avevano compiuto prodigi su quellepareti del gigante di granito: da Alessandro Gognache affrontò per primo la “Cassin” in versioneinvernale, ai fratelli Rusconi, alla vedova del grandeHermann Buhl, primo solitario.

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Era il regalo per i suoi cento anni. 48 annidopo la famosa prima sulla Sud delMcKinley (6194 m) messa a segno nel‘61 da Cassin insieme a cinque giovani

compagni (Alippi, Airoldi, Canali, Perego eZucchi), lo scorso giugno Fabio Valseschini edEugenio Manni hanno ripetuto quella via instile alpino, arrampicando per sette giorni incondizioni climatiche proibitive. “Il freddo eratale che a 600 metri dalla vetta si sono blocca-ti i due fornelletti” spiega il capocordataValseschini. “Non volendo creare rischi inutili,con il mio compagno abbiamo chiesto aiuto airanger del parco Denali, che hanno deciso dicalarci dall’elicottero del cibo. Così abbiamopotuto continuare la salita”.

La Cassin Ridge si innalza per 2500 metrisopra il ghiacciaio ed impone difficoltà com-plessiva di V grado alaskano (su una scala di 6gradi), con pendenze su ghiaccio da 45° a 80°,mentre su roccia offre passaggi fino al VIgrado. Sebbene vi siano vie più dirette e diffi-cili sul McKinley, nessuna vanta l’eleganzaclassica di questo gigantesco sperone che saledritto fino in vetta, con uno sviluppo di circa3050 metri. Di professione elettrotecnico,

trentanovenne della Valsassina, Valseschininon è di certo nuovo a imprese come questa.Già nel gennaio 2007 aveva tributato al grandeRiccardo, per il suo 98° compleanno, la primasolitaria invernale della parete Nord est delBadile lungo la Via del Fratello. Anche quellavolta furono sei giorni di tormento ed estasi,con il termometro inchiodato a - 15, e in vettaFabio rimase asserragliato nel bivaccoRedaelli, completamente isolato, in attesa diuna tregua del maltempo per scendere. ■

LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 7

Riccardo si è spento nel suo letto accanto e ai piedi diquelle Grigne che lo videro affermarsi come grandearrampicatore nei primi anni ‘30. Se c’era un posto dove

avrebbe dovuto morire era certamente lì, dopo cento anni. Unaconsolazione, questa, che sgorga direttamente dalla ferita checi infligge la morte di un uomo così amato e stimato. Un amoresenza misura, almeno il mio, come a un padre, come ad ungrande saggio. Un alpinista che non sgridava quasi mai, e chenon si metteva in cattedra, la cui parola asciutta era però altrettanto energicaquanto le sue azioni. Azioni che lo hanno reso giustamente famoso su tutto ilpianeta. Ma è stata l’unione delle sue grandi imprese con la tenacia e l’umiltà nellavita a fare in modo che gli si riservasse di diritto un posto nel cuore di tutti noi. Equel posto è ancora ben saldamente occupato, a dispetto della sua dipartita. Persempre. O almeno finché avremo vita noi stessi.

Alessandro Gogna

Gogna: fu come un padre

di Meridiani Montagne (EditorialeDomus) col titolo “In Grigna!”, in cuisono raccolti inediti ritratti dedicati acari amici del CAI e compagni di cor-data come Ugo Tizzoni, GinettoEsposito, Rinaldo Perossi, Carlo Maurie Renato Chabod.

“Si continua a parlare di me e mai deimiei amici”, aveva detto durante unadelle ultime interviste, “ma io senza diloro non avrei fatto niente. Perché l’a-micizia è stata la base di tutto”.

Chi lo ha conosciuto sa che non sitrattava di una frase retorica. Il suosguardo si accendeva quando il discor-so prendeva il largo verso i giorni gran-di vissuti a fianco di amici e compagnidi cordata. Perché l’amicizia e il giocodi squadra sono stati sempre parte fon-damentale del suo modo di andare inmontagna, fin dalle prime rocambole-sche scalate sulla Grigna. Erano glianni Trenta quando una dozzina di gio-vani operai lecchesi inquadrati nel cir-colo sportivo “Nuova Italia” si ritrova-rono alle prese con strapiombi munitidi chiodi fatti in casa e rudimentalicorde di canapa. Lo stesso gruppo diamici che dopo l’8 settembre ritrovia-mo a combattere fianco a fianco con-tro le soverchianti forze nazifasciste. Epoi di nuovo la domenica in Grigna,per ricostruire i rifugi distrutti dallaguerra. Da allora Riccardo non ha maiinterrotto – seppure costretto in pol-trona – il suo “dialogo con la monta-gna”. “Ho iniziato la mia carriera comeescursionista, e l’ho conclusa da escur-sionista. Non è mica una vergogna.Anzi, gli escursionisti sono spesso piùalpinisti di tanti che arrampicano”,affermava con orgoglio. ■

McKinley, l’omaggio più bello

Una via che ha fatto epocaLa via Cassin al McKinley richiede dai 3 ai 7 giorni eoppone difficoltà di V grado alaskano (su una scala di 6gradi) con pendenze fino a 80° e passaggi su rocciafino al VI grado. Nella foto in alto, i componenti dellaspedizione “Lecco into the wild” nel giugno 2009 alcampo base: in piedi da sinistra Roby Chiappa,Giacomo Bianchi e Massimiliano Gerosa (che hannoraggiunto la vetta lungo la West Buttress); l’ultimo adestra è Eugenio Manni che con Fabio Valseschini (inbasso a sinistra) hanno vinto la Cassin Ridge. Gli altrisono Markus e Max, due amici svizzeri. Nella foto qui sotto, la squadra lecchese del ‘61: dasinistra in piedi Romano Perego, Gigi Alippi, Luigi Airoldie Cassin; accosciati Annibale Zucchi e Jack Canali.

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Dalla cima del Batokshi (6050 m) untramonto da cartolina colora dirosso le cime del Karakorum e lanotte sopraggiunge accompagnata

da una miriade di stelle. Estasiato da tantabellezza, sempre con lo sguardo verso ilcielo, mi faccio cullare dal vento gelido chedelicatamente sfiora la nostra tenda. E’ ilnostro ottavo giorno in Pakistan. Con lasua gente, la sua cultura, le centinaia dimontagne inviolate e le satellitari guglie digranito, questo paese rimane, nonostante iproblemi politici e sociali, una delle miemete preferite e ritornarci è un regalo fan-tastico che mi offre la vita. Domani scen-deremo al campo base per goderci un po’di riposo e riflettere sul nostro prossimoobiettivo: il Beka Brakai Chhok, una cimaancora inviolata, situata a qualche chilo-metro dal nostro campo base. Non è lamontagna più alta ma senza dubbio la piùbella della zona. Alcuni alpinisti prima dinoi hanno già tentato questa cima senzasuccesso. Le nostre intenzioni sono diaffrontarla in stile alpino e in velocità.Partiremo dalla base della parete e senzafermarci proveremo senza campi intermediad arrivare fino in vetta.

Trascorriamo le giornate aspettando ilbel tempo, guardando i film di Totò e sca-lando su qualche masso. La notizia dellamorte di Karl Hunterchircher arriva come

un lampo a ciel sereno. Né io né Simoneriusciamo a credere alle notizie che arriva-no dall’Italia. Al campo base un velatosilenzio lascia ognuno di noi immerso neipropri pensieri. La motivazione e l’entusia-smo che precedono l’imminente partenzaper la salita svaniscono lasciando il posto alunghi momenti di riflessione.

“La montagna non è solo tragedia e dicerto noi alpinisti non ci andiamo per mori-re ma per vivere una nostra passione.”

Il giorno successivo partiamo. La svegliasuona alle 4.30. Prepariamo la colazione edue litri di the per la salita. Prendiamo solouna corda, 4 chiodi da roccia in titanio e 6viti da ghiaccio. Siamo leggeri e gli zainisono vuoti in modo imbarazzante. Se nonfosse per le piccozze e i ramponi sembre-remmo pronti per un’escursione in unbosco e non per la difficile salita di unacima inviolata. Procediamo slegati su muridi ghiaccio verticali alternati a pendii piùfacili di 50/60°. Alcuni crepacci ci sbarranola via. Prudentemente ci spostiamo legatizigzagando per evitarli. Continuiamo a sali-re veloci fino a una cresta affilatissima dineve e ghiaccio inconsistente. Procediamouno per volta. Su quel manto nevoso unchiodo da ghiaccio non reggerebbe alcuna-caduta. Facendo molta attenzione dopo 5ore e 5 tiri in diagonale arriviamo su un

facile pendio che conduce alla piramidesommitale. Si sprofonda e la stanchezzainizia a farsi sentire. A 6500 m circa ci fer-miamo per un bivacco improvvisato.Siamo senza tenda, sacco piuma e sacco dabivacco, abbiamo solo un sorso di the atesta, le 4 barrette per la salita sono finite.Ci sistemiamo seduti sugli zaini sotto unpiccolo seracco e iniziamo a battere i denti.Scherziamo sulla nostra logistica azzardatamentre la temperatura scende ampiamentesotto lo zero. Non possiamo far altro chemassaggiarci le dita e il corpo aspettandol’alba. Al primo raggio di sole una strofa diuna canzone dei Nomadi - “Io vagabondo” -mi ritorna in mente: “Il fuoco del caminonon è caldo come il sole del mattino…” Ilpiacere di esser riscaldati dal sole è cosìintenso che penso che Augusto Daolio (exleader del gruppo) l’avesse pensata dopoun bivacco in montagna. Dopo un’ora pas-sata riscaldandoci al sole riusciamo final-mente a muoverci e a riprendere la via disalita verso la vetta. Alcuni passaggi dimisto delicato ci obbligano a procedereancora a tiri alterni fino a una cresta affila-tissima a 50 m dalla cima. Dopo un’ultimafatica finalmente la vetta. Felici, in bilicosu pochi centimetri di neve, ci godiamo ilpanorama prima di riprendere la discesa.

Hervé Barmasse

Con laprimaassoluta al

Beka Brakai Chhok, una vettainviolata a 6970 m in Pakistan,il bergamasco Simone Moro ela guida valdostana HervéBarmasse si sono aggiudicatil’importante riconoscimento“Paolo Consiglio”, attribuito aLecco durante l’assemblea deidelegati del CAI, per “l’altolivello tecnico, lo stile di salita,ma soprattutto perl’esplorazione e la ricerca dinuovi terreni”. Ecco ilracconto di Barmasse.

Una corda, 4 chiodi da rocciae 6 viti da ghiaccioCon un’attrezzatura ridotta all’essenziale (unacorda, 4 chiodi da roccia in titanio e 6 viti daghiaccio) Barmasse e Moro hanno “risolto”la salita alla vetta inviolata pakistana. A6500 m sono stati tuttavia costretti aimprovvisare un bivaccodividendosi il poco the rimasto.

Stile alpino e velocitàPrime assolute Il Beka Brakai Chhok (Pakistan)

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Valli di LanzoDove tutto ha avuto inizio

LA CARTINA DELLE VALLI DI LANZO

• Trekking: la traversata in cinque giorni

• Quattro gite di scialpinismo

• Tutti i rifugi e i numeri utili

IN REGALOIN REGALOLA CARTINA INEDITALA CARTINA INEDITA

Agli albori della villeggiatura alpina e delle scalate

Le prime dinastie di guide e le grandi traversate

Trekking, alpinismo, ciaspole nel profondo Piemonte

MONT VALLI DI LANZI X SCARPONE SETT 09 1 23-07-2009 13:59:42

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«Le glacier n’a pas voulu». Il motto, che ricalca un fortunato titolodel grande scrittore e alpinista francese Saint-Loup, parla di un’altu-ra – il monte di Bard – miracolosamente sopravvissuta alle glaciazio-ni, come un luogo predestinato da sempre a un futuro speciale. Lagrande fortezza di Bard che si erge a guardia della Val d’Aosta ci acco-glie, come una simbolica porta, nei nostri viaggidalla pianura ai grandi spazi delle Alpi, offrendocianche la possibilità di compiere stimolanti escursio-ni virtuali nella storia e nelle scienze della montagna.

Il primo viaggio inizia al primo piano dell’OperaCarlo Alberto, principale corpo di fabbrica della for-tezza. Avveniristici ascensori di cristallo dal borgomedievale salgono sino alla rocca e lungo un’impo-nente scala di vetro e acciaio ci immettono nel cuoredel complesso fortilizio dove ha sede il Museo delleAlpi. Non l’ennesimo “museo della nostalgia” – perusare le parole del suo ideatore Enrico Camanni cheassieme agli architetti Luisella Italia e MassimoVenegoni ha concepito la riconversione di questeopere militari, acquisite nel 1990 dalla Regione autonoma Val d’Aosta,in spazi espositivi tematici finalmente aperti al pubblico - ma unmuseo all’avanguardia che racconta le Alpi dietro la cartolina, oltrequel fondale stereotipato che spesso allontana il pubblico dal mondoalpino anziché stimolarlo e avvicinarlo.

Il visitatore che attraversa le 29 sale dell’Opera albertina vieneaccompagnato da suoni e proiezioni video, e ogni tema è “svelato” eraccontato dietro lo schermo di un monitor da un naturalista, un geo-

grafo, un antropologo, uno storico, che di volta in volta comunica lapropria esperienza. Un racconto a più voci nello spazio e nel tempoinsomma, in cui suoni, video e proiezioni danno forma a scenografie,ricostruzioni e giochi multimediali.

A completamento di quello che ambisce diventare “il più grandeparco tematico sulla montagna in Europa” è recente-mente entrato in funzione (nel maggio 2009) “Le Alpidei ragazzi”, un percorso ludico interattivo che offreanche un’avvincente simulazione di salita al MonteBianco. E due altri musei dovrebbero aprire i batten-ti entro la fine del 2010 presso l’Opera Ferdinando: ilMuseo del forte, concepito per illustrare la storia el’architettura del Forte di Bard nel quadro dell’evolu-zione dei sistemi di fortificazione delle Alpi, e ilMuseo delle frontiere, un percorso dalla preistoria aigiorni nostri attraverso la politica, l’economia e lacultura delle Alpi occidentali. Infine è in allestimentoun percorso panoramico, storico, naturalistico lungogli ambienti e le strade interne del complesso fortifi-

cato in cui avviene la narrazione dei fatti storici salienti legati al forte:come l’assedio di Napoleone, il soggiorno di Cavour, le impressioni diStendhal, la riedificazione ottocentesca. Lungo questa suggestivacamminata si potrà godere anche di uno sguardo al paesaggio circo-stante, la flora, la fauna, gli effetti dell’erosione dei ghiacciai.

Quanto a “Le Alpi dei ragazzi”, che simula un’ascensione al MonteBianco in tutte le sue fasi, dal fondovalle fino alla vetta, «è un giocofruibile da tutti, adulti compresi, con dichiarati intenti didattici”, spie-

Valle d’Aosta Le Alpi dei ragazzi al Forte di Bard

Nella fortezza sabaudaoggi tornata a nuovavita, fra ghiacciaisimulati e cordatevirtuali, s’impara comeaffrontare il mondodell’alta quota

L’obiettivo èavvicinare a unapratica responsabiledell’alpinismo, unespediente giocosoper apprendere iprincipi fondamentaliper salire in montagnain sicurezza

Tutti in vetta, che bel gioco

Se il ghiaccio si spezzaSe gli alpinisti mettono il piedesu un crepaccio il ghiacciaio si“rompe” e la cordata perdepunti preziosi...Nell’altra paginauna veduta della meravigliosafortezza alle porte della Vallée.

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ga Gabriele Accornero dell’associazioneForte di Bard. “L’obiettivo è avvicinare auna pratica responsabile dell’alpinismo,un espediente giocoso per apprendere iprincipi fondamentali per salire in mon-tagna in sicurezza”.

Viene subito da pensare a certi giochidi simulazione utilizzati per addestrarepiloti e soldati in guerra, come se ogginon si potesse prescindere dalla realtà virtuale per avvicinarsi allarealtà reale. Anche se l’ascensione al Monte Bianco occupa uno spa-zio particolare nel nostro immaginario fin dall’epoca vittoriana, quan-do il geniale imprenditore scozzese Albert Smith diede vita alla primarappresentazione ludica e virtuale dell’ascensione che fece dilagare aLondra la “montblancmania”, ripresa oggi in un’altra bella mostra alMuseo transfrontaliero di Courmayeur (vedi sotto).

Il percorso di Bard, di grande impatto emozionale e di alto conte-nuto tecnologico, consente ai giovani visitatori di essere protagonistiattivi di un’ascensione virtuale al Monte Bianco permettendo al con-tempo di acquisire modelli di comportamento adeguati nell’ambientealpino, non solo d’alta quota. Formandodue cordate, la scalata si svolge attra-verso nove sale che prevedono punteggiper verificare le proprie capacità alpini-stiche. I ragazzi sono invitati a ragiona-re, solidarizzare e collaborare, motivaticon giochi e prove che, sommandosidurante il percorso, alla fine assicuranoun punteggio e la patente di “Alpinistasprovveduto”, “Alpinista promettente” o“Alpinista nato”, in funzione di come lecordate, con l’intuito e con il fiuto,hanno saputo risolvere le sfide e le diffi-coltà.

Nella prima sala i visitatori indossanole imbragature, si legano in cordata emuniti di schede e matite si preparanoad annotare il punteggio. Nella secondatesti e immagini raccontano il paesag-gio, dai castagni del fondo valle alle nevidel Monte Bianco. La terza sala, il rifu-gio, rappresenta l’inizio del viaggio conla preparazione dell’itinerario e dellozaino. I ragazzi devono tracciare virtual-mente il percorso che li porterà in vetta,tenendo conto delle previsioni meteoro-logiche da consultare in tempo reale.

Ed ecco il mondo dell’alta quota. Iragazzi ora affrontano l’attraversamen-to di un ghiacciaio: un sensitive floorconsente la simulazione dell’attraversa-mento reso reale da una proiezione apavimento (il proiettore è fissato allasoffittatura del cubo connessa con unsistema interattivo diretto da un softwa-re che consente di leggere la posizionedelle persone). Se gli alpinisti mettono ilpiede su un crepaccio il ghiacciaio si“rompe” e la cordata perde punti prezio-si. Segue la simulazione del passaggio incresta, con la difficoltà di rimanere inequilibrio su una superficie curva, ani-

mata da un effetto vento. Sulla vetta si conclude l’ascensione vir-

tuale, con l’immancabile foto ricordo dainserire nel pannello accanto al nomedei grandi alpinisti che hanno conquista-to le montagne più alte del mondo, men-tre la ricostruzione tridimensionale diuno yeti compare a sorpresa durante ladiscesa, guidando i visitatori verso l’ulti-

ma sala, un mini auditorium dove viene proiettato un filmato dedica-to ai ghiacciai. “Le Alpi dei ragazzi integra le informazioni fornite dalMuseo delle Alpi: sono due percorsi strettamente correlati per cono-scere da vicino la montagna e imparare ad affrontarla”, concludeAccornero.

L’ingresso a “Le Alpi dei ragazzi”, fruibile da adulti, ragazzi, bambi-ni, scolaresche, gruppi e famiglie, costa 5 euro, ridotto 4 euro, per iragazzi da 6 a 18 anni 3 euro. L’orario (fino al 27 settembre) va dal gio-vedì alla domenica dalle 11 alle 18, anche con guida (gruppi fino a 21persone). Informazioni sul sito www.fortedibard.it o chiamando lo0125/833811. Per prenotazioni 0125/833817. ■

Non è certo da oggi che la salita alla montagna più alta del continente, il Mont Maudittemutissimo dagli antichi, viene rappresentata e propagandata in forma ludica. Araccontare la storia della “montblancma-

nia” nell’epoca vittoriana è la mostra “AlbertSmith e il Monte Bianco” allestita presso il MuseoTransfrontaliero del Monte Bianco a Courmayeurfino all’11 aprile 2010, e realizzata dal CentroServizi Courmayeur in collaborazione conl’Assessorato Regionale Istruzione e Cultura e ilprogetto Interreg Patrimoine Mont Blanc, con ilpatrocinio del CAI, della società delle Guide alpi-ne e delle Funivie del Monte Blanc.

L’allestimento, su progetto di Simona Oliveti,permette ai visitatori di rivivere la nascita dell’alpi-nismo e del turismo alpino attraverso le follie, lecelebrità e le polemiche sorte sin dalla prima con-quista del Monte Bianco alla fine del XVIII secolo.Ma soprattutto attraverso le divertenti idee diAlbert Smith (1814-1860), giornalista e brillanteentertainer che dopo aver scalato la vetta più altad’Europa nel 1851 diede vita alla celebre confe-renza-spettacolo “The Ascent of the Mont Blanc”,che andò in scena con grande successo dal 1852al ‘58 alla Egyptian Hall di Londra nella centralis-sima Piccadilly Circus.

Particolare interessante. Smith utilizzò tutti glistrumenti della nascente comunicazione di massa: dall’uso esperto della pubblicità al mer-chandising, producendo libri, opuscoli e gadget, oltre a un gioco dell’oca intitolato “The NewGame of Mont Blanc”. Persino la ristorazione era “a tema”, con il gelato Nougat Mer deGlace. Nulla di nuovo, dunque, a parte l’alto contenuto tecnologico dei moderni giochi disimulazione allestiti presso il Forte di Bard. Lo spettacolo di Smith tenne la scena per sei annie duemila repliche, divenendo una delle maggiori attrazioni della capitale britannica (ealtrettanto auguriamo al gioco le “Alpi dei ragazzi” di Bard, di cui si parla in queste pagine).

La mostra di Courmayeur ripropone alcuni gustosi dettagli: come la ricostruzione tridimen-sionale di uno chalet alpino, con gli immancabili cani San Bernardo e le fanciulle in costumelocale. Senza tralasciare le canzonette e le illustrazioni in cui l’artista si sforzava di immagi-nare le alte quote: una landa di ghiaccio del tutto simile a quelle di certi film di fantascienza.Info: www.courmayeur.it

Montblancmania a Courmayeur

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Il conto alla rovescia al Monte deiCappuccini è già iniziato. Nel febbraio del2011 per celebrare come si conviene i cen-tocinquant’anni della Repubblica, l’eventoche occuperà le sale delle esposizioni tem-poranee ha un titolo più che significativo,“Le Alpi, dalla scoperta all’Unità naziona-le”. E la macchina organizzativa è avviata:come sempre, perfettamente oliata neisuoi più segreti meccanismi. Immagini,

cimeli, testimonianze di un secolo e mezzodi storia della montagna italiana sono delresto gelosamente custoditi da lungotempo negli archivi. Basterà ordinarli alcentro di un impianto scenico spettacolareper farli rivivere agli occhi delle giovanigenerazioni.

Nessuna istituzione, nessuna realtà orga-nizzativa poteva meglio del Museo nazio-nale “Duca degli Abruzzi” del CAI Torinomettere a fuoco questi centocinquant’annidi vita in montagna utilizzando le sue pre-ziose raccolte: un’occasione probabilmen-te irripetibile per far conoscere le immensepotenzialità del museo.

“Il museo è molto cambiato da quando loabbiamo riaperto l’11 dicembre 2005,Giornata della montagna, puntando su unpubblico sempre più vasto e variegato”,spiega il gentile direttore Aldo Audisio,architetto torinese. “Non sorprende a fron-te della varietà delle proposte che il pub-blico si sia consolidato. Nelle nostre duesedi di Torino e del Forte di Exilles in Valledi Susa mettiamo insieme più di centomilavisitatori l’anno, tutt’altro che un’inezia. Inparte ciò è dovuto al fatto che stiamo rac-

cogliendo i frutti delle fondamentali tra-sformazioni strutturali portate al museo”.

Ma una trasformazione in particolarerende orgoglioso Audisio. In precedenza,in base al progetto che risaliva al 1978, sitrattava di un museo per così dire puro esemplice, essenziale. Adesso la realtà è piùcomplessa. Accanto all’area espositiva esi-stono l’area incontri e il museo permanen-te. Mostre permanenti e temporanee, ciclidi film, momenti di aggregazione si susse-guono e si intrecciano di continuo, come èpossibile desumere dal calendario in que-

12 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

Cultura Le mille risorse del Museomontagna

Uno staff di trenta personeal servizio della cultura A bordo della Fiat Seicento che rappresenta nellesale del Museomontagna una tappa nell’evoluzionedel turismo alpino, il direttore Aldo Audisio vienesimbolicamente “coadiuvato” dallo staff che operanelle varie aree del Monte dei Cappuccini. A lavorare nelle due sedi del Monte dei Cappuccini edi Exilles sono più di trenta le persone, fradipendenti e collaboratori. Il patrimonio consiste in205 mila pezzi, tutti ovviamente coperti daassicurazione.

Mostre permanenti etemporanee, cicli di film,momenti di aggregazione sisusseguono e si intrecciano dicontinuo al Monte deiCappuccini e nel forte diExilles, come è possibiledesumere dal fitto programmache culminerà nel 2011 con larassegna “Le Alpi: dallascoperta all’Unità nazionale”

Dove la montagna è globale

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 13

ste pagine. A lavorare nelle due sedi del Monte dei

Cappuccini e di Exilles sono più di trentale persone, fra dipendenti e collaboratori.Ognuno opera in un’area che gli è peculia-re, ma si è cercato di creare una grandeintercambiabilità con possibili scambi diruoli. Il patrimonio viene conservato alMonte dei Cappuccini e in depositi esternie consiste in 205 mila pezzi, tutti ovvia-mente coperti da assicurazione.

Punto di forza è l’area documentazioneche raccoglie la Biblioteca nazionale incogestione tra la Sede centrale e il Museostesso che dipende dalla Sezione di Torino.Sommandovi il Centro documentazione delMuseo, la Cineteca storica e videoteca e ilCentro per l’alpinismo extraeuropeo(CISDAE) si ottengono quattro realtà chevivono con identità autonome ma hanno incomune un punto di forza, la piattaforma diconsultazione. Ciò consente di poter con-testualmente fruire con estrema facilità ditutte le realtà operanti al Monte deiCappuccini.

Così la Biblioteca nazionale svolge la suaoperatività gestita con personale delMuseomontagna e anche il Centro docu-mentazione ha un conservatore alle dipen-denze del museo, idem per il CISDAE e laCineteca storica. Queste entità hanno vitaautonoma, ma chi supera la porta dell’areadocumentazione alla reception può ottene-re tutte le informazioni disponibili in ognu-na di esse e queste quattro autonomiediventano una risorsa unica.

“Ma il museo si è lanciato anche nellavalorizzazione del proprio patrimonio”,continua Audisio, “non solo quello più con-venzionale rappresentato dalle fotografie,dai documenti, dai manoscritti, dai libri,ma anche dalle cose che la gente in genereconsidera minori. Un esempio?L’esposizione sulle etichette delle cassettedella frutta, l’esposizione sui giochi datavolo e altre iniziative culturali dall’im-pronta apparentemente scherzosa che tut-tavia indagano sull’iconografia della mon-tagna sotto tutti gli aspetti e le angolazioni.

Qui, lo si sarà capito, è un nuovo immagi-nario della montagna quello che emerge”.

Un esempio eloquente di questo nuovoimmaginario è la collezione, acquistata inSpagna, di 950 etichette da valigie di alber-ghi di montagna che si aggiungono alle 400già raccolte con pazienza certosina.

Un’altra importante acquisizione sono lefotografie della seconda metà Ottocento diFrancis Frith, uno dei grandi fotografi dimontagna.

“Siamo gli unici”, dice Audisio con legitti-mo orgoglio, “a portare avanti la lettura

della montagna in una dimensione globale. Altre strutture in Europa sono legate a

schemi più tradizionali: come i musei alpi-ni di Berna, Innsbruck e Monaco diBaviera. L’interesse per il nostro lavoro sitraduce in numerose testimonianze. Il Clubalpino francese nella sua rivista Montagne& Alpinisme non a caso ha dedicato ampiospazio al museo e alla sua complessa iden-tità”.

“Ma forse è vero”, continua Audisio piùrassegnato che amareggiato, “che nessunoè profeta in patria. I soci del Club AlpinoItaliano non sembrano sufficientementeconsapevoli del valore del museo. Peccato.Al CAI di Torino credono molto in questaistituzione ma in tutta sincerità io vorreiche il museo fosse sentito anche in unadimensione nazionale”.

C’è qualcosa che il direttore vorrebbe

cambiare? “Forse l’intestazione che gli staun po’ stretta”, confida Audisio. “Io preferi-rei che si chiamasse delle montagne anzi-ché della montagna al singolare. Ma allatradizione non si rinuncia anche se nellaserie di volumi che documentano il nostropatrimonio di documentazioni le montagnesono declinate al plurale. Forse anche iltermine nazionale gli va stretto, ma a mecontinua a piacere, e parecchio”.

Qualche motivo per visitare il museo? “Ladimensione della montagna con le Alpi cherapresentano le montagne di tutto ilmondo, le continue proposte su temi diver-si di esposizioni temporanee e, non ultimi,la meravigliosa vista dalla Vedetta alpina euna sosta gastronomica al ristorante chevale da solo la salita al Monte deiCappuccini”, conclude il direttore. Un invi-to pressoché irresistibile. ■

Il museo collabora regolarmente allarealizzazione di mostre temporaneein Italia e all’estero. Cinque mostre

sono in questo momento programmatein Polonia e altrettante al Monte deiCappuccini con materiali forniti dalleistituzioni polacche. A Zakopane finoal 25 ottobre è aperta la rassegna“Alle origini della fotografia dimontagna” mentre al Monte deiCappuccini proseguono fino all’8novembre “Le montagne della frutta”e “Guide alpine: dal Piemonte allemontagne del mondo”. Ad Albertville(Francia), la Maison des JeuxOlympique d’Hiver ospita fino al 10novembre “Stelle olimpiche, il cinemadei campioni”.

A Exilles, in Valle di Susa, sonoaperte fino al 20 settembre le mostre “Sul limite dell’ombra” con le fotografiedi Cesare Giulio e “Guardare alle Alpi”. La Polonia torna di scena al Montedei Cappuccini dal 26 novembre al 5 aprile 2010 con la mostra temporenea“Alla scoperta dei Tatra”, mentre lo stesso mese di novembre verràpresentato il volume “Fotografie delle montagne” (Priuli&Verlucca) sulleraccolte del museo. L’intensa annata si concluderà al Monte dei Cappuccinicon “Il fortissimo” nel centenario della nascita di Giusto Gervasutti.

L’anno nuovo si aprirà con “Magie di pietra” con le immagini del celebrefotografo americano Craig Richards. In aprile sono in programma “Fotografiedelle montagne” mentre a Trento lo stesso mese esordirà “Sulla valigia dellamontagna”, rassegna di etichette di alberghi 1900-1960 che saranno poiesposte al Monte dei Cappuccini. Altre due importanti rassegne sono inprogramma nel 2010: “Ricordi olimpici” (da ottobre a febbraio 2011) e“Iconografia delle montagne” (da novembre a febbraio 2011). Infine inconcomitanza con le celebrazioni per la nascita della Repubblica Italiana nelmese di febbraio 2011 sarà allestita la grande mostra “Le Alpi: dalla scopertaall’unità nazionale” aperta fino al mese di ottobre.

Cosa c’è da vedere

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Giunta alla terza edizione, dal 19 al28 giugno la carovana verde orga-nizzata dal Segretariato permanen-te della Convenzione ha visto par-

tecipare giornalisti provenienti da Cina,Russia, Regno Unito (fra cui l’editordell’Alpine Journal, Stephen Goodwin),Slovenia, Italia, Austria, Germania eSvizzer, in rappresentanza di testate dispicco quali il China Pictorial, il NationalGeographic e la Krone Zeitung. Tema delviaggio, oltre alla mobilità sostenibile, eraquello della gestione delle risorse idrichein tutte le sue forme e utilizzi: ghiacciai,laghi, fiumi, canali, prese idroelettriche,turismo. La Convenzione ha infatti datoalle stampe, pochi giorni prima dell’iniziodi Superalp!3, la seconda relazione sullostato delle Alpi che tratta proprio il temadell’acqua (disponibile sul sito www.alp-conv. org, oppure in cartaceo scrivendo [email protected]).

Dopo la partenza da Bovec e aver visitato

la fonte dell’Isonzo, il gruppo si è spintonella valle della Drava (Carinzia), poi inFriuli (Tagliamento), Veneto (Piave),Trentino (Adige e Noce), Alto Adige,Svizzera e Liechtenstein (Reno), Germania(Iller); quindi di nuovo a sud attraverso laVia Mala e il passo Spluga, fino ai laghi diComo, Lugano, Ceresio, Maggiore e d’Orta,per poi risalire la Valsesia e le pendici delMonte Rosa e terminare la traversata aGressoney la Trinité, al termine di unadiscesa in mountain bike dai prati di Stafal.

Particolarmente toccanti sono stati gliincontri con il presidente dell’associazionesopravvissuti del Vajont e dell’associazioneparenti delle vittime di Stava, due tragediecausate dall’uomo e legate all’acqua. InGermania i partecipanti hanno potuto viag-giare su biciclette, moto e veicoli elettrici,mentre i sindaci della Val Ceresio (Clivio,Besano, Saltrio e Viggiù) hanno messo adisposizione le Panda elettriche in dotazio-ne ai rispettivi comuni.

Complessivamente in 10 giorni sono statipercorsi circa 1600 km in 6 paesi, cambian-do 47 mezzi di trasporto pubblico. Inoltresono stati organizzati 20 eventi in localitàdiverse, durante i quali il gruppo di

Superalp!3 ha incontrato il governatoredella Provincia autonoma di Trento Dellaie il presidente della Provincia di BellunoReolon, oltre ai vice presidenti di Carinziae Grigioni, 17 sindaci, 6 vice sindaci, non-ché vari direttori di parchi naturali, rappre-sentanti di ONG e enti turistici. Sono statieffettuati incontri anche con i rappresen-tanti del Club alpino sloveno e austriacomentre, per quanto riguarda il CAI, il presi-dente Annibale Salsa ha preso parte agliultimi due giorni della traversata alla sco-perta della cultura walser e dei ghiacciaidel Monte Rosa, raccontati in modo impa-gabile dai ricercatori dell’Università diTorino presso l’osservatorio Mosso neipressi del Col d’Olen.

In conclusione del viaggio, dai feedbackdei partecipanti, è emerso che occorrecoordinare meglio e potenziare i trasportipubblici tra una regione e l’altra, dalmomento che si può arrivare su un passoalpino con un bus, ma manca il servizio perscendere dall’altra parte. Inoltre gli orarisono scarsamente coordinati ed è quasiimpossibile comprare i titoli di viaggio permezzi pubblici regionali al di fuori dai con-fini nazionali. Sul fronte dell’acqua sonoinvece emerse due realtà già messe in evi-denza nella seconda Relazione sullo Statodelle Alpi: mentre al nord sono aumentatele precipitazioni e le inondazioni, anche aseguito dei cambiamenti climatici, sul fron-te meridionale invece (Italia e Slovenia inprimis) l’acqua inizia a scarseggiare eobbliga a scelte di utilizzo che tenganoconto delle disponibilità di questa risorsavitale, nonché della drastica diminuzionedel volume dei ghiacciai.

Marcella Morandini

Segretariato permanente

Convenzione delle Alpi

14 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

Esperienze Acque e mobilità sostenibili

Un viaggio per far conoscere la Convenzione delle Alpie rendere palesi le buone (e cattive) pratiche a livellolocale e regionale

Superalp!3dall’Isonzo al Lys

La carovana verdeIl presidente generale del CAI Annibale Salsa (quartoda sinistra nella foto qui sotto) ha preso parteall’ultima tappa di Superalp! insieme con i giornalistiSteve Goodwin, Wang Lei, Koncar, Unterthiner,Maurizio Gaillard e con gli organizzatori MarcellaMorandini e Marco Onida. Nella foto in alto accantoal titolo, Steve Goodwin e Onida impegnati nelguado di un torrente in sella alla MTB.

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Grande partecipazione dipubblico quest’anno perla XIIma edizione delCervino Cinemountain,

il Festival Internazionale delCinema di Montagna più alto delmondo organizzato in collabora-zione con il Consiglio regionaledella Valle d’Aosta e con laSocietà guide del Cervino.

Prestigiosi premi, gare diarrampicata, concerti e un riccocarnet di iniziative hanno ani-mato dal 24 luglio al 2 agosto laconca del Breuil con momentiludici, come lo StreetBoulder-Contest e la serata con la valan-ga azzurra al gran completo, e diriflessione culturale, come ilsimposio “Alpinismi: dalCervino a Cervinia” condotto daValeria Allievi con SimoneMoro, Hervé Barmasse edEnrico Camanni. “Anche se perla prima volta veniva richiesto

un piccolo contributo economi-co per la partecipazione alleproiezioni, la gente si è interes-sata non solo agli eventi piùlegati alla parte culturale maanche con quelli ludici” affermail direttore Luca Bich, visibil-mente contento della riuscita,nonostante le difficoltà econo-miche di questa terza edizionedi co-direzione con LuisaMontresset. Quanto al Palmaressi è aggiudicato il Grand Prix ildocumentario “Stone Pastures”della regista inglese DonaghColeman, che “senza alcun arti-ficio nè commento nè musicama facendoci semplicementeascoltare le parole della gente cipermette di vedere ma soprat-tutto di capire meglio la duraverità del coraggioso popolo diZanskar”. Premio CAI per ilmiglior film di alpinismo a “Tothe Third Pole” di AndreasNickel e Jürgen Czwienk cheracconta le prime esplorazionisulle montagne più alte delmondo con grande precisione e

la testimonianzadel protagonistaNorman Dyhren-furth. Altri impor-

tanti riconoscimenti sono anda-ti ai film “Dolma du bout dumonde” di Anne, Erik eVéronique Lapied, “Aria” diDavide Carrari, “Sur la piste durenne blanc” di Hamid Sardar,“Grozny Dreaming” di MarioCasella e Fulvio Mariani, e a“Prezzemolo” di SandroGastinelli (in questa pagina lalocandina del film) e MarziaPellegrino che racconta la storiadi un curioso inventore di giochiartigianali fabbricati a partire daoggetti di recupero. Premio delPubblico a “Karl” di ValeriaAllievi e a “Himalaya, la terredes femmes” di MarianneChaud.

Mountain Summit■ Andrà in scena dal 3 all’8novembre a Bressanone l’Inter-national Mountain Summit(IMS), inedita kermesse chechiama a raccolta alpinistifamosi, da Reinhold Messner aHans Kammerlander, da SimoneMoro a sir Chris Bonington, daLynn Hill a Steve House, daPeter Habeler a Manolo. L’even-to, organizzato grazie ai contri-buti della Regione Trentino AltoAdige, Provincia Autonoma diBolzano e Comune di Bressano-ne, offre la possibilità di ascolta-re i big raccontare ‘live’ la pro-pria filosofia e le proprie impre-se durante le conferenze, maanche durante escursioni nelParco delle Puez-Odle, o nell’at-mosfera conviviale di un’osteriatipica altoatesina. Informazioni:tel. 346 6903130, www.ims.bz.

Se trovate…■ Vi sorprenderebbe trovareun romanzo appassionante, unabella raccolta di poesie, un sag-gio su una vetta alpina? Se tro-vate un libro imballato a provadi maltempo su una delle vettedelle Maddalene o su un’altracima della Val d’Ultimo (BZ)potrete entrare a far parte deilettori della “Biblioteca di vettaLuco” (tel 0473 795387 - e-mail:[email protected]). Secondo ilregolamento il libro va portatocon se e letto, reimballato aprova di maltempo e lasciato suun’altra vetta.

Skyrunning mondiale■ Le località di Madesimo eCampodolcino (SO) hanno otte-nuto dalla World MountainRunning Association (WMRA)l’assegnazione del 25° Campio-nato del mondo di corsa in mon-tagna. La manifestazione si svol-ge tra il 3 e il 6 settembre. Il terzo Campionato Europeo diSkyrunning si è disputato inve-ce in Val di Fassa il 19 luglio conla neve in quota e ha visto trion-fare gli spagnoli Augustí Roc eRaul Garcia e l’italianaAntonella Confortola che si èaggiudicata sia la VerticalKilometer che la DolomitiSkyrace. Info e classifichewww.skyrunning.it

Arco Rock Master ■ Il 4, 5 e 6 settembre alClimbing Stadium di Arco (TN)si danno appuntamento tutti ipiù forti atleti del mondo per ilTrofeo dei Trofei dell’arrampi-cata sportiva: il Rock Master.Come di consueto alla vigiliadelle gare vengono attribuiti glioscar dell’arrampicata a 8 atletiselezionati da un pool interna-zionale di riviste.

Treni alpini■ Rinasce in Valseriana (BG)una linea ferroviaria dimentica-ta, la metrotramvia Bergamo -Albino nata sulle ceneri dellapreesistente ferrovia, chiusa nel

Filo diretto Echi e notizie dal mondo della montagna

La conservazione ecoregionale rappresenta il principalestrumento usato dal WWF per ottenere risultatisignificativi in termini di conservazione della biodiversità.

La base di questo approccio risiede nel lavoro con il quale ilWWF ha individuato le 238 ecoregioni prioritarie, conservandole quali si ritiene di poter tutelare una porzionerappresentativa, vitale e significativa degli ecosistemimondiali. Un interessante dossier dal titolo “Effetto clima perle Alpi” è stato pubblicato dal WWF il 7 luglio ed è scaricabilepresso il sito www.wwf.it

Biodiversità

L’Ecoregione Alpi vista dal WWF

Una formulavincente Sorridono soddisfattigli organizzatori delCervino Cinemountain:da sinistra Luca Bich,Luisa Montresset e ilpresidente Luigi Carrel.

Cervinia, non solo cinema

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1967 insieme con il ramo che col-legava il capoluogo a Villad’Almè, in Val Brembana. Il trac-ciato odierno misura 12,5 km eha 16 fermate. Si attende il com-pletamento dell’opera.

Rassegne■ Torna Alpi 365 - MontagnaExpo (www.alpi365.it), facenteparte del progetto triennale(2007-2009) della RegionePiemonte che pone al centro del-l’attenzione del pubblico la mon-tagna, le sue problematiche e lesue risorse. L’evento si terrà dal23 al 25 ottobre a Lingotto Fiere.

Frejus■ L’adeguamento del Frejus alladirettiva UE del 2004 sulla sicu-rezza dei tunnel stradali ha porta-to alla decisione di realizzare unanuova galleria di sicurezza cheavrà un diametro di 8,20 m. I lavori, che si concluderanno nel2014, suscitano però qualchetimore in quanto il raddoppio deltunnel provocherebbe un aumen-to del traffico pesante attraversola Valle di Susa e la Maurienne.

Modisca■ Un secondo quaderno del-l’organizzazione leccheseModisca (Montagne di scatti) èincentrato su Silvio Saglio e leprime guide delle Grigne, mentre

un terzo quaderno sarà dedicatoalla memoria di Vasco Cocchi,medico e presidente dei Ragni.Attualmente il patrimonio acqui-sito al progetto è di circa 10.000foto, 30 filmati storici, 12.000scansioni da riviste e libri storici,20 interviste filmate e 500 paginedi cronaca alpinistica. Il progettoè sostenuto dalla Comunità mon-tana del Lario orientale(www.camlariorientale.it).

Menestrel■ Un documentario dedicato algrande arrampicatore Antoine leMenestrel, un “road movie” chesegue il suo tour a partire da

Caserta per quattro mesi, è infase di realizzazione con la regiadi Valeria Allevi che ha vinto dueimportanti premi al Filmfestivaldi Trento con il documentario“Karl” dedicato al compianto KarlUnterkircher.

Sicurezza■ Con il patrocinio delSoccorso alpino, XIXDelegazione lariana, in relazioneal progetto “Sicuri in montagna”la Comunità montana dellaValsassina, Valvarrone, Vald’Esino e Riviera ha attivato unservizio Info point con periodicibollettini sulle condizioni dei sen-tieri e degli itinerari alpinistici.Per ulteriori informazioni è possi-bile chiamare il numero 3357625437: risponde una guida alpi-na della Casa delle guide diIntrobio (www.casadelleguide.it)che si prende cura del servizio.

Orobie Filmfestival■ Scade il 3 ottobre il terminedi invio per chi volesse partecipa-re alla IV edizione di “OrobieFilmfestival”. Info: www.teamita-lia.com.

Monumenti verdi■ Un’idea di itinerario nuovo inValle d’Aosta all’insegna dellanatura e del recupero di energieantiche e potenti: 125 alberi di 56specie, 6 boschi protetti con 285esemplari di piante spesso pluri-secolari e monumentali, rispar-miati grazie al ricordo di un

Èmorto a Treviso a 93 anni lo scrittore, esploratore CinoBoccazzi, uno dei più straordinari viaggiatori e narratori diviaggio italiani del Novecento.

Amico di Goffredo Parise, Freya Stark e Giovanni Comisso, cuidedicò il premio letterario a lui dedicato, era soprannominato "ilnomade delle rocce" per la sua passione per i viaggi neldeserto, e per le traversate del Sahara in particolare, su cui halasciato pagine indimenticabili, da "La via dell’incenso" a"Sahara", da "La lunga pista" a "Donne blu", ed è stato biografodi Lawrence d’Arabia di cui pubblicò per la prima volta in Italia idispacci segreti. Nato ad Aosta nel 1916, si trasferì giovanissimocon la famiglia a Treviso. Di professione medico, eraappassionato di alpinismo (alpinista accademico con 40 vienuove di cui 38 da capocordata), di archeologia e di viaggi diesplorazione, ma è stato anche un apprezzato romanziere, tantoche nel 1999 con la "La bicicletta di mio padre" (Neri Pozza)entrò nella rosa dei finalisti del Premio Campiello.

Addii

La scomparsa a Treviso di Boccazzi, il nomade delle rocce

Partecipare a una spedizione, imparare i “trucchi delmestiere" degli alpinisti più famosi, o semplicementescalare con loro. Silvio "Gnaro" Mondinelli, dopo i 14

ottomila, ha deciso di dare una svolta alla sua vita fondando una"scuola" unica nel suo genere per insegnare quello che haimparato in vent’anni di esperienza in Himalaya. "Insegneremocome comportarsi in Himalaya ma anche in montagna ingenerale”, spiega Mondinelli. “Si parlerà di scalate e tecnicaalpinistica, ma voglio anche trasmettere tutto quello che hoimparato in questi anni in termini di comportamento: l’umiltà, lacorrettezza, il saper rinunciare, l’amicizia e lo spirito di squadrasono fattori fondamentali per la riuscita di una spedizione e ilsuperamento delle difficoltà". Mondinelli ha presentato il suoprogetto ad Alagna Valsesia il 20 giugno in occasione di unconvegno proposto dall’Atl, dal titolo “Monterosa: una scuola dimontagna o la montagna come scuola?” che ha riunitoimportanti nomi dell’alpinismo mondiale tra i quali KurtDiemberger, Edurne Pasaban e Agostino Da Polenza. La Festadelle guide ha catalizzato l’attenzione di un pubblico numeroso.

Iniziative

Con Gnaro a scuola d’Himalaya

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evento, al loro ruolo nelpaesaggio o alla particolaritàdella specie, ad oggi protetti dauna legge regionale che tutelagli alberi rari e di pregio. Tutte lepiante sono catalogate e presen-tate in una mappa a disposizio-ne dei turisti presso i puntiinformativi di ogni località oscaricabile dal sito www.regio-ne.vda.it/risorsenaturali/corpo-forestale

Sentieri■ La Regione Piemonte haassegnato 8 milioni di euro per ilfinanziamento degli interventidi valorizzazione della reteescursionistica regionale previ-sti dal Programma di Sviluppo

Rurale 2007-2013. A fronte diuna disponibilità finanziaria di 8milioni di euro sono statiammessi a finanziamento 51proposte di intervento e 8 pianidi promozione integrata coordi-nati dalle Province. L’obiettivo di questo esemplareintervento è quello di incentiva-re il turismo sostenibile nellearee rurali favorendo la fruizio-ne (a piedi, in bicicletta e acavallo) degli itinerari, tutti cen-siti in un vero e proprio Catastoregionale dei percorsi escursio-nistici. Per informazioni e per visionarele graduatorie è possibile con-sultare il sito www.regione.pie-monte.it/retesentieristica.

Alpe Veglia■ Sono stati finalmente atti-vati i collegamenti d’emergenzacon l’Alpe Veglia (VB).Attraverso la rete radio Emercomnet la Protezione civi-le piemontese può d’ora in poicomunicare tempestivamentecon il Municipio di Varzo, ilRifugio CAI Arona (stazione disoccorso alpino) e la sala opera-tiva del 118 di Verbania. “Questonuovo tassello – ha commentatocon soddisfazione l’assessoreregionale Luigi Sergio Ricca -sopperisce la scarsa presenza diservizi erogati dai gestori com-merciali assicurando ora ai cit-tadini un canale di comunicazio-ne certo in caso di emergenza”.

Fulmini■ 541.959 fulmini sono cadutisull’Italia da gennaio a luglio2009 secondo i dati raccolti dalServizio italiano rilevamentofulmini (SIRF) del CESI (CentroElettrotecnico SperimentaleItaliano). Forte di una rete disensori situati su tutto il territo-rio nazionale, il SIRF ha messo apunto anche un sistema a paga-mento di allerta via sms utileper gli escursionisti, Stormalert,che determina la posizione dovepotrà cadere il fulmine con unaprecisione media di 500 m. Perinfo www.fulmini.it.

Chiar di luna ■ I ritmi frenetici della globa-lizzazione hanno contagiatoanche i quieti panorami alpinicome dimostrano le nuove fron-tiere dell’industria dello sci. Unesempio? La diffusione dello scinotturno, favorito da potenti

impianti di illuminazione e,quasi sempre, dallo strepitodella disco music. Impazzasoprattutto la folk tronic, musi-ca innovativa “nel rispetto dellatradizione locale”, come preci-sano puntigliosamente idepliant turistici. E si fanno leore piccole nei rifugi alpini, defi-niti “di ultimissima generazio-ne”. “Chi avesse in mente”, pun-tualizza un operatore turistico,“vecchie baite di tronchi di pinoe vin brulé è fuori pista. Oravanno per la maggiore i meetingpoint e i tea dance on the snow,da baita alpina che strizza l’oc-chio allo stabilimento balneare”.

Sotto controllo ■ Camminare in salita liberavelocemente il sangue dai gras-si, mentre in discesa si riduconogli zuccheri. Questa in sintesi lascoperta di alcuni studiosiaustriaci presentata dall’asso-ciazione cardiaca americanaAmerican Heart Association. La ricerca compiuta dall’ospe-dale Feldkirch dell’omonimacittadina austriaca ha riguarda-to 45 adulti sani, generalmentepoco dediti alla ginnastica. Ivolontari si sono dedicati aescursioni in salita sulle Alpicinque volte la settimana supe-rando ogni volta un dislivello di600 metri e tornando a valle conuna funivia. I due mesi successi-vi hanno fatto l’opposto salendoin funivia e scendendo a piedi.In questo modo, a quanto preci-sa l’agenzia ANSA, i ricercatorihanno potuto confrontare irisultati dei due tipi di attivitàaerobica con test su colesterologlucosio e trigliceridi. ■

Filo diretto

Un progetto internazionale di monitoraggio della floraalpina coinvolge per la prima volta le montagnelombarde. Il 7 luglio è stata inaugurata accanto al

rifugio Albani del CAI Bergamo nella zona della Presolana laprima stazione di monitoraggio lombarda del GlobalObservation research initiative in Alpine environments, che inacronimo suona Gloria (www.gloria.ac.at). Si tratta di un’ampiaricerca sulle ripercussioni dei cambiamenti climatici sugliecosistemi alpini attiva in 178 siti europei. La stazione ècompleta di centralina meteo fornita dal Centro MeteorologicoLombardo. Hanno presentato l’iniziativa il Parco regionaledelle Orobie con il suo presidente Franco Grassi e il direttoreMario Villa, il CAI Bergamo con Paolo Valoti, il Wwf Italia conGuido Trivellini del Wwf European Alpine Programme.Responsabile scientifico il professor Graziano Rossi delDipartimento di Ecologia del Territorio dell’Università di Pavia,che ha spiegato a cosa serve e come funziona il monitoraggio:“Se le temperature medie aumentano, le piante di montagnasono costrette a salire di quota, sostituite da altre provenientida quote inferiori, con perdita di biodiversità e diminuzione dialcune specie. Il fenomeno è molto rapido sul versantemeridionale delle Alpi, per questo vi si concentra l’attenzionedei botanici”.

Un metodo di studio lungo (i primi risultati arriveranno tra 8-10 anni), ma che assieme ad altre osservazioni, come quellesul ritiro dei ghiacciai, fornisce dati certi sulla rispostabiologica ai cambiamenti climatici. La squadra di specialisti diPavia nei prossimi anni raccoglierà dati e catalogherà la florapresente in una zona di controllo costituita da quattro aree di 9metri quadri, a varie quote da 1.900 a 2.350 m e su diverseesposizioni. “Entro il 2080, oltre il 60% delle specie alpinepotrebbero essere sostituite. Da osservazioni già condotte sulBernina, in 50 anni alcune piante sono salite di ben 450 metri,come la Tussilago farfara (piantaggine). Il fenomeno avviene aspese di piante rare o addirittura endemiche come, nella zonaorobica, Primula albenensis e Saxifraga presolanensis”.

Valentina Scaglia

Orobie

Piante in fuga dal caldo

Anche quest’anno la Carovana di Legambiente percorrele Alpi per castigarne i vizi e le brutture (“bandierenere”) ma anche per esaltarne i progetti di tutela e

salvaguardia (“bandiere verdi”). Fino a ottobre offre un riccoprogramma di trekking, escursioni e appuntamenti. In primopiano il tema delle speculazioni d’alta quota: nel mirino i nuovicomprensori sciistici nelle Alpi Orobie (di cui ha parlatodiffusamente Lo Scarpone 8/09) le villettopoli dellaValmalenco, la deregulation dell’edilizia turistica in ValD’Aosta, i villaggi alpini in Carnia e i nuovi resort sullaMarmolada. Il programma è consultabile sul sitowww.legambiente.eu insieme al dossier completo dellesegnalazioni per le Bandiere nere e le Bandiere verdi.

Legambiente

La Carovana delle Alpi ➔

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CAI:ente pubblico

o libera associazione

nazionale?

In questo numero contributi di: Annibale Salsa, Paola Peila, Alessandro Pastore, Piero Carlesi,Walter Gerbino, Dino Marcandalli, Alessandro Giorgetta.

Care Socie, cari Socii tempi mutano e, con il mutare dei tempi e inragione delle scelte del Governo italiano in merito alriordino degli enti pubblici non economici, anche ilnostro Sodalizio si trova a dover ragionare attornoalla propria natura giuridica.Ente di diritto pubblico o libera associazionenazionale di diritto privato?Non è la prima volta che ci si confronta attorno atale questione e, ogni volta, il Sodalizio ha saputoindividuare e intraprendere la strada più idonea aitempi e al contesto sociale, culturale e politico.Il Presidente generale Annibale Salsa, in occasionedell’incontro con i parlamentari italiani (Roma, 1luglio u.s.), ha manifestato il disagio in cui si trovaogni anno quando si devono rinegoziare le risorsenecessarie al CAI per lo svolgimento dei propricompiti istituzionali: sentieristica, rifugi, soccorso inmontagna e in grotta, formazione, divulgazionescientifica e prevenzione. Tutti compiti svolti afavore della collettività.Il disagio è tale da essere paragonabile ad una “faticadi Sisifo”, come l’ha definito Salsa. Fatica che, hasottolineato il Presidente generale, “ci distrae” daicontenuti più specifici della vita associativa.Abbiamo così deciso di realizzare uno speciale(aumentando le pagine de Lo Scarpone) daarticolare in due appuntamenti, dedicati allariflessione e al confronto su questo tema cheinteressa tutto il corpo sociale, cioè il CAI.Riteniamo che la discussione debba essere sotto gliocchi delle Socie e dei Soci, perchè il futuro è ilfuturo di tutti: i Soci di oggi e, soprattutto, i Soci didomani.Nelle pagine che seguono troverete il discorso delPresidente Generale a Roma, un quadro tecnicoesplicativo del Direttore Paola Peila relativo ainumeri del bilancio del CAI e i contributi di alcuniSoci e Presidenti di Sezione.Buona lettura!

Luca Calzolari,

Direttore responsabile Lo Scarpone La Rivista

LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 19

DOSSIER

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Buonasera a tutti gli Amici della Montagna delParlamento Italiano, grazie per essere interve-nuti numerosi, grazie al Presidente On.leErminio Quartiani che ci ha invitati e ci è sem-

pre vicino anche nei momenti critici come quelli chestiamo attraversando da qualche tempo. Il PresidenteQuartiani ha fatto riferimento alla situazione in cui siviene a trovare attualmente il Club Alpino Italiano,quale Ente di diritto pubblico non economico inseritonell’elenco degli Enti non soppressi in base alla L. del2008, ma per i quali è prevista una seconda fase di rior-dino nell’assetto amministrativo. Nel Club alpino ita-liano, il collante che tiene unita questa grande liberaAssociazione nazionale è la passione per la montagna,l’entusiasmo che ci rende esigenti molto più di quantonon saremmo con noi stessi e con gli altri se fossimolegati da altri tipi di vincoli non fondati sul volontariato, sulla pas-sione per la montagna e sul coinvolgimento emotivo in ciò che fac-ciamo. Loro sanno che quando la passione e gli entusiasmi vengonofrustrati da provvedimenti che incrinano la serenità di chi opera conanimo disinteressato si produce un profondo disagio. È lo stato d’a-nimo che voglio rappresentare in tale circostanza, un disagio chetocca me in prima persona, i miei collaboratori ed il corpo sociale diun Sodalizio che, da 145 anni, opera a favore della montagna. Nonvogliono essere, le mie, enunciazioni retoriche di circostanza. Sonola voce di un sentire associativo plasmato da una tradizione che ori-gina da lontano. Non vorrei che la nostra Associazione venisse attra-versata da una profonda sindrome da scoramento. Ho visto tantiamici, durante la recente Assemblea Nazionale dei Delegati diLecco, colti da profonda inquietudine. Non voglio usare espressioniridondanti ma, certamente, abbiamo dedicato e stiamo dedicandotempo e fatica ad occuparci di cose di cui non dovremmo occupar-ci. Noi dobbiamo occuparci di montagna, dobbiamo occuparci dellagente che va in montagna, dobbiamo promuovere la cultura dellamontagna.

Dobbiamo essere presenti, come lo siamo dal 1863, nel promuove-re la conoscenza e lo studio delle montagna in funzione di una fre-quentazione consapevole. È l’imperativo categorico posto alla basedella nostra storia associativa. In un momento storico in cui si regi-stra un preoccupante “analfabetismo di ritorno” nei confronti dellaconoscenza del territorio, soprattutto tra i giovani anche di monta-gna, il nostro ruolo diventa irrinunciabile. Noi siamo impegnati nel“ri-alfabetizzare” i giovani al territorio della montagna. Per fare ciò,dobbiamo avere il tempo, la carica emotiva, le risorse materiali emorali adeguati. Dobbiamo occuparci di montagna prima di tutto. E’un messaggio che voglio portare ai Parlamentari presenti, poiché ildisagio che attraversa la nostra Associazione è grande. Noi ci tro-viamo ciclicamente di fronte ad una “coazione a ripetere” nell’af-frontare ogni anno, ad ogni finanziaria, problemi burocratici mairisolti definitivamente e che ci distraggono da quella che è la nostra

fondamentale vocazione. Noi siamo volontari spinti dalla voglia difare. Vorrei che questa occasione rappresentasse il catalizzatore diuna riflessione critica su chi siamo, da dove veniamo e dove voglia-mo andare. La nostra natura è una natura associativa di uomini dellamontagna. È un accorato appello che mi sento di lanciare in questasede di fronte agli Amici della montagna. Il Club Alpino Italiano èabituato a fare in maniera ragionata, non alla luce di un pragmatismorozzo ma fondato sul pensiero e sulla cultura. Un fare che si tradu-ce, come vedranno nel corso delle esplicazioni successive, che pro-duce risultati di tutto rispetto e che ci qualifica come un Ente vir-tuoso. Noi siamo occupati su mille fronti, dalla gestione dei Rifugialla manutenzione dei sentieri. Non ci occupiamo soltanto di alpini-smo; siamo un’Associazione della montagna a 360° che intrattieneproficui rapporti con gli altri soggetti della montagna. Il mio vuoleessere un messaggio al di fuori di ogni cerimonialità e senza forma-lismi, in linea con una tradizione che guarda le cose nella loro essen-za. Vogliamo ancora, per tanti altri anni, essere attori del mondodella montagna. Forse ho abusato della vostra pazienza.Sicuramente il mio è un messaggio di stanchezza, non già nei con-fronti degli ideali bensì nei confronti di questa nostra continua “fati-ca di Sisifo” alla quale dobbiamo sottostare. Il mito di Sisifo, infatti,fa proprio riferimento alla montagna, ad un masso che spingiamofaticosamente verso la vetta ma che, poco prima di raggiungere l’a-gognata cima, ci rotola addosso costringendoci a ripartire sempre dacapo. Non si tratta di un messaggio aprioristicamente pessimistico.Si tratta di un messaggio realistico di chi è stanco di ricercare appi-gli ed ancoraggi che, ogni volta, sembrano allontanarsi e diventareirraggiungibili.

Grazie

Annibale Salsa

CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?

La fatica di SisifoIn queste pagine speciali una serie di importanti contributi, a cominciaredall’intervento del Presidente generale

20 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

Un accorato appelloDurante l’incontro organizzato dal Gruppo Amici della Montagna alla Camera deideputati l’1 luglio, l’intervento del presidente Salsa.

DOSSIER

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 21

Cercherò di dare delle informazionipuntuali che traducano connumeri e dati concreti le attività di

cui il CAI si occupa. Innanzitutto chi sia ilCAI è probabilmente noto: la parola CAIrichiama immediatamente il Socio CAI el’attività in montagna ed è veramente un“passpartout” in tutto il nostro paese enon solo.

Il CAI nasce nel 1863 a Torino al Montedei Cappuccini. In Sede Centrale aMilano abbiamo l’effige di Quintino Sellache ha tracciato il percorso diun’associazione, che oggi ha oltre 145anni, con l’obiettivo di far conoscere lemontagne, agevolare le ascensioni, lesalite e le esplorazioni scientifiche:obiettivi puntuali che ritroviamo ancoraoggi tradotti nell’articolo 1 dello Statutoche comprende l’alpinismo in ogni suamanifestazione, la conoscenza, lo studiodelle montagne italiane in particolare e ladifesa del loro ambiente naturale. Direiche, aggiornato attraverso i decenni, ilmessaggio centrale resta quello diconoscere e frequentare la montagna.Andiamo a vedere come è organizzato ilClub Alpino Italiano e quali numeri ha,perché credo sia significativo chel’associazione, con la sua veneranda età,conti oggi oltre 308.000 Soci diffusi intutte le Regioni italiane, con 489 Sezionie 305 Sottosezioni, quindi con unapresenza molto capillare e ramificata sulterritorio nazionale. Recentemente il CAIha attuato una riforma organizzativaprevedendo dei Raggruppamentiregionali in una logica di decentramentoe di puntuale organizzazione sul territoriodella sua attività centrale dell’andare inmontagna e di occuparsi di montagnache il Club alpino persegue. Il CAI ha unaSede Centrale a Milano ed èstoricamente una sede con scopi efinalità di raccordo, di politiche diindirizzo e soprattutto di servizi per i Socie il territorio. Andiamo a vedere però lesue peculiarità, e qui riusciamo atradurre il messaggio accorato delPresidente relativo al disagio che stavivendo il Club Alpino Italiano. Il CAI ha

una dimensione di diritto privato in tuttala sua strutturazione territoriale; l’unicosoggetto di diritto pubblico è la sedecentrale ed è un pubblico fra virgoletteabbastanza atipico, perché è un entepubblico a base associativa, chevedremo tradotto con i numeri del contoeconomico cosa significa, ed èsicuramente un soggetto anomaloall’interno del comparto della pubblicaamministrazione. Pensate che i servizi,che adesso andremo a dettagliare, sonoorganizzati e gestiti da un numero didipendenti credo assolutamenteirrilevante rispetto ai numeri checaratterizzano altri soggetti pubblici alivello nazionale: abbiamo 21 dipendentie questo è possibile perché ci avvaliamodi una rete di volontariato strepitosa, chechiaramente va a realizzare le attività cheadesso vedremo. Il corpo sociale registraun trend di crescita negli ultimi tre anni:in particolare nel 2008 abbiamo superatoi 3.000 nuovi soci e di cui circa un terzosono giovani. Crediamo sia un risultatoestremamente importante perun’associazione che, come tutte leassociazioni, punta al ricambiogenerazionale e al coinvolgimento deigiovani; in particolare questa è una dellelinee guida della presidenza Salsa,portata avanti nei sue due mandati.Vediamo come vengono tradotti gli scopie le finalità peculiari di questaassociazione. Il CAI si occupa dimontagna, di frequentare la montagna,quindi di rifugi, di sentieri e diformazione. Naturalmente si occupa disicurezza, ma la sicurezza vuol dire nonsolo il Soccorso alpino con i suoiinterventi, ma anche la prevenzione ecomunque la logica di intervento miratocon le coperture assicurative. Si occupadi divulgazione, con la stampa socialeper tutti i Soci e inoltre il CAI è ilprincipale editore di montagna a livellonazionale e naturalmente fa cultura dimontagna. Si occupa anche di studio ericerca relativamente all’ambiente e allasicurezza in montagna. Queste voci sonotradotte in situazioni concrete perché,come il Presidente ha efficacementeevidenziato, il CAI è fatto da uominipragmatici, da persone che hanno unospiccato senso della tradizione concreta

dei valori e degli ideali. Sono 775 i Rifugidel CAI in tutto il nostro Paese e sonogestiti, a parte tre rifugi che gestiamo alivello nazionale, direttamente dalleSezioni che affrontano situazioniveramente impegnative e onerose. Sono60.000 i kilometri di sentieri monitorati,tracciati, mantenuti prevalentemente odirettamente dalle Sezioni del CAI oattraverso la consulenza e lacollaborazione con i Soci del Club AlpinoItaliano. Si occupa anche di formazione equesto, come potete immaginare, hasicuramente un’importanza notevole nonsolo per la conoscenza della montagna,ma anche per la prevenzione di incidentie la frequentazione sicura dellamontagna attraverso un corpo diistruttori, accompagnatori, esperti eoperatori. Si tratta di quasi 3.000 istruttorinazionali, 1.500 operatori di montagna,quasi un centinaio di esperti di tecnichedi valanghe per la conoscenza del mantonevoso e la prevenzione delle valanghe,di oltre 500 operatori esperti ambientali.Tutto questo mondo è basato sulvolontariato: per essere espliciti vuol direche sono persone che dedicano il lorotempo senza aver nessun cachè, masemplicemente il rimborso delle spesevive. E’ una rete diffusissima, mipermetto di dire potentissima dal punto divista non solo culturale, ma anche delpassaggio di conoscenze perché a suavolta forma all’interno delle Sezioni eavvicina i giovani per la frequentazione ela conoscenza della montagna.Proseguiamo con le altre attività del CAI:abbiamo detto i Rifugi. Il CAI si è resoconto che le risorse che provenivanostoricamente dallo Stato, di cui vedremopiù avanti il trend degli ultimi vent’anni,erano insufficienti per far fronte alleesigenze del mantenimento dei rifugi,che sono strutture ricettive moltoparticolari in alta quota e non solo, concondizioni estremamente peculiari, cherichiedono manutenzioni continue. I Socihanno quindi deciso di auto tassarsi:308.000 Soci versano ogni anno una cifra(€ 1,18), ovviamente simbolica, ma voisapete il valore delle cifre simbolichesoprattutto quando si è in tanti a portareavanti un progetto comune, per occuparsidella manutenzione straordinaria dei

Il quadro tecnicoL’intervento del Direttore del CAI Paola Peila

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rifugi. Siamo partiti con il Fondo Rifuginel 2007, stiamo andando avanti e cirendiamo conto che le risorse non sonosufficienti; con quelle disponibili abbiamogià dato dei segnali concreti su tutto ilterritorio nazionale, intervenendo sia perquanto riguarda l’impiantistica e la messaa norma in sicurezza, sia per interventistraordinari come i danni legati alleeccezionali nevicate di quest’anno.

Parliamo di coperture assicurative: il CAIcredo sia il maggiore committente per lecompagnie assicurative perché ha oltre308.000 soci e con l’importo di neanche 7Euro all’anno per socio fornisce lacopertura assicurativa per il soccorsoalpino e speleologico, gli infortuni a tutti isoci in attività sociale, la responsabilitàcivile per tutti i soci, la tutele legale, gliinfortuni e la responsabilità civile per ititolati che si occupano di formazione inmontagna. Credo siano dati estremamentesignificativi, tenendo conto che negli ultimianni attraverso una attenta politica dirazionalizzazione dei costi assicurativi,quindi con verifica, negoziazione etrattative molto serrate, abbiamo abbattutonotevolmente questi costi; il mercatoassicurativo tra l’altro è cambiato e siamoriusciti a mettere in piedi un fondo rischiassicurativi a disposizione per situazionieccezionali.

Il Corpo Nazionale del Soccorso alpino:abbiamo 21 servizi regionali, 31delegazioni alpine, 242 stazioni alpine, 15delegazioni speleologiche, 27 stazionispeleologiche e oltre 7000 volontari;questo vuol dire che con il contributo chelo Stato da lavorano 7000 persone, cheintervengono in situazioni di recupero esoccorso in montagna di cui sicuramentepotete immaginare la complessità e latipicità.

Studio e ricerca: il CAI è strutturato alivello nazionale con una serie diorganismi tecnici centrali operativi chefanno ricerca. Cito la torre di Padova,unica a livello nazionale per i test e leprove sui materiali, prove da sforzo sullecorde e le attrezzature per andare inmontagna: recentemente è utilizzata datutte le scuole CAI, ma anche da societàche producono materiali specialistici ededicati all’attività alpinistica; è attivo uncentro studi con una piccola aula per fareformazione, che rappresenta la priorità perla nostra associazione. Il serviziovalanghe: con gli incidenti che capitano

voi capite cosa vuol dire avere alle spalleun’associazione che ha organismispecialistici e ripeto a livelloassolutamente volontaristico, che fannoricerca e prevenzione sul tema valanghe. IlCAI fa ricerche e studi con il Comitatoscientifico, anche a livello internazionale eci occupiamo in maniera attenta epuntuale delle problematiche legateall’energia e all’acqua in montagna.

Divulgazione: stampa sociale, cultura,editoria sono voci che hanno avuto unaparticolare implementazione con la

comunicazione via internet. Parliamo diquasi 200.000 copie, questa è la tiraturadel nostro notiziario mensile Lo Scarponee del bimestrale La Rivista: significaarrivare capillarmente a tutti i Soci coninformazioni sulla montagna. Abbiamo unMuseo Nazionale a Torino con unposizionamento a livello europeo diparticolare prestigio oltre a una BibliotecaNazionale altrettanto unica nel suo campo;da oltre 30 anni il CAI cura come editore leGuide Monti d’Italia, cioè la mappatura ditutti i percorsi, i sentieri e le salite sulle Alpie gli Appennini; riesce a fare ancheun’editoria molto mirata con manualisticaspecialistica che ha il principale bacino diutenza all’interno delle scuole e fra i Soci,ma comunque riconosciuta comeprestigiosa a livello editoriale nazionale.

Sulla stampa sociale vi volevo farriflettere su un dato. Noi riusciamo con6,25 Euro a Socio (inclusi nella tesserasociale minima di ca. 37 Euro all’anno checomprende il pacchetto sicurezza,assicurazioni, stampa sociale, formazione)a dare 12 numeri del mensile Lo Scarponee 6 numeri del bimestrale La Rivista.Tenete conto che se andate oggi in edicolae comprate qualsiasi mensile dedicato allamontagna il costo medio è 5 Euro anumero. Naturalmente anche questo èpossibile perché dietro a una redazione diprofessionisti abbiamo un contributo allaproduzione editoriale a livellovolontaristico, altrimenti questi costi nonsarebbero come potete immaginaresostenibili.

Dalle attività ai numeri, cercando di darvianche dei dati concreti e puntuali dalpunto di vista del bilancio. Il nostro statopatrimoniale negli ultimi 3 anni ha avutoun incremento. Oggi noi abbiamo unpatrimonio netto di oltre 5.600.000 Eurocostituito dalle proprietà della sedecentrale del CAI, dai suoi tre rifugi a livellonazionale e da tutti gli avanzi, cheattraverso le contribuzioni dei soci, si sonoaccumulati nel tempo: una conduzionequindi molto parsimoniosa e nello stile,permettetemi di dire, sabaudo di QuintinoSella, che continua a caratterizzare questaassociazione. Quest’anno abbiamo chiusonon solo con un pareggio di bilancio, macon un piccolo risultato di esercizio di10.000 Euro, che chiaramente è andato adimplementare il nostro patrimonio netto.Vediamo il conto economico. Stiamoparlando di un bilancio

Il CAI e il riordino degli enti pubblici non economiciIl Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo,in considerazione del carattere diparticolare e pressante urgenza dellasituazione, si è riunito in maniera informalea Lecco nella mattinata del 23 maggio2009 per essere messo al corrente daparte del Presidente Generale, AnnibaleSalsa, dell’evolversi della situazioneconseguente al Decreto per il riordino degliEnti pubblici non economici e che ci vedesoggetti coinvolti.Il CC, preso atto di quanto relazionato dalPresidente Generale, concorda affinchè lasuddetta situazione debba essereampiamente ed esaustivamente illustrataall’Assemblea dei Delegati con particolareriferimento alla comunicazione che è statonecessario inviare al Ministero, nellescadenze previste, e nella quale siesprimeva una serie di ipotesi, con valenzaa scalare, e che il Club avrebbe potutoperseguire. Pro futuro il PG continuerà ad operaresecondo il suo mandato istituzionale ed infunzione dell’evolversi delle situazioni. Ciò anche alla luce del fatto che il richiestoincontro con il ministro competente puòcambiare radicalmente lo scenario diriferimento. Ovviamente, nel momento in cui sidovranno prendere decisioni significative edi rilevante portata sarà comunqueindispensabile convocare un’ADstraordinaria.

Il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo

Lecco, 23 maggio 2009

CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?DOSSIER

continua a pag 27

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Da staccare e affiggere in bacheca sezionale

CircolariComunicazioni dalla Sede centrale

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CircolariComunicazioni dalla Sede centrale

A tutte le Sezioni si ricordano lescadenze e gli adempimenti inerenti ilTesseramento dei Soci CAI:

1) Chiusura Tesseramento 2009

Il tesseramento anno 2009 chiudeinderogabilmente il 31 ottobre 2009;Dopo tale data non potranno piùessere accettate domande diassociazione o elenchi di rinnovo 2009trasmessi dalle Sezioni: farà fede ladata di invio telematico; in caso dispedizione a mezzo raccomandata faràfede la data di arrivo in sede.Il periodo intercorrente fra il 1°novembre e il 31 dicembre 2009 saràutilizzato per sanare eventualiposizioni irregolari: a tal fine sipregano le Sezioni, nel loro stessointeresse, di collaborare fattivamente etempesti-vamente con l’Ufficio Sezionidella Sede centrale.

2) Quote Associative 2010

L’Assemblea dei Delegati di Lecco del23-24 maggio 2009 ha deliberato leseguenti quote minime diassociazione e ammissione al CAI:- Ammissione nuovi Soci € 3,81- Soci Ordinari € 36,70- Soci Famigliari € 18,71- Soci Giovani € 12,69- Soci Vitalizi € 13,69- Soci di diritto (C.A.A.I. e A.G.A.I.) € 13,69

- Le suindicate quote minime possonoessere aumentate dalle Sezioni

secondo le proprie esigenze.- Il Socio famigliare deve autocerti-ficare il nominativo del Socio ordina-rio – iscritto alla stessa Sezione – alquale è legato da vincoli famigliarianche di fatto e con cui coabita.- Per Soci giovani si intendono i minoridi anni diciotto (nati nel 1993 e anniseguenti).- I nuovi Soci hanno diritto a ricevere

la tessera, il distintivo, una copiadello Statuto e del RegolamentoGenerale e dell’ordinamentoSezionale (art. 12 (II.III.1) comma 2del Regolamento Generale).

- I contributi annuali, ai sensi dell’art.III.2 (13) comma 2 dello Statuto, daprelevarsi sulle quote 2010 e daversare alla Sede centrale perl’attività e i servizi erogati ai Soci ealle Sezioni, sono i seguenti:

- Soci Ordinari € 24,00- Soci Famigliari € 11,31- Soci Giovani € 7,68- Soci Vitalizi € 12,99- Soci di diritto(C.A.A.I. e A.G.A.I.) € 12,99

Il contributo annuale versato dalleSezioni è destinato alle seguentiattività e servizi erogati a Soci eSezioni:> Assicurazioni: soccorso alpino e

speleologico Soci, infortuni soci inattività sociali, Responsabilità civilesoci, Tutela legale Sezioni, Infortunie Responsabilità civile Titolati;

> Fondo stabile pro Rifugi:realizzazione di interventistraordinari presso i rifugi diproprietà delle Sezioni;

> Stampa Sociale: 12 numeri delmensile “Lo Scarpone” e 6 numeridel bimestrale “La Rivista”;

> Organizzazione Centrale: funziona-mento di organi, OTCO e UNICAI,personale, tesseramento informa-tico, spese generali; attivitàfinalizzate del Corpo nazionaleSoccorso alpino e speleologico,degli organi tecnici e dellecommissioni; contributi Gruppiregionali e Sezioni, contributi

manutenzione ordinaria rifugi,progetti finalizzati; corsi diformazione OTCO e OTPO,pubblicazioni e manuali, BibliotecaNazionale, Museo nazionale eTrentofilmfestival, sito e ufficiostampa.

3) Modalità trasmissione dati

Tesseramento 2010

A partire dal 1° gennaio 2010 ilTesseramento Soci avverràesclusivamente in via telematica;pertanto, dopo tale data, non siaccetterà più la trasmissione delTesseramento in forma cartacea.L’efficacia delle nuove adesioni e deirinnovi, in base all’art.49 (VI.II.1)comma 4 del Regolamento Generaledel CAI, decorre dal giorno successivoa quello di trasmissione alla Sedecentrale degli elenchi dei nominativi,mediante documento avente datacerta. In pratica si diventa Soci dopoche i dati personali vengono trasmessidalla Sezione alla Sede centraleattraverso il tesseramento telematico(on-line, off-line).

ATTENZIONE: Tutti i diritti delSocio, tra cui Stampa sociale,partecipazione alle attività, masoprattutto le Coperture

Assicurative (Infortuni e SoccorsoAlpino) diventeranno attivi solo dalmomento dell’avvenuta effettivatrasmissione dei dati del Socio aldatabase della Sede centrale.

Per informazioni e chiarimenti:

Patrizia Scomparin – Ufficio Sezioni –tel 02-205723210 – [email protected]

Per ricordare i principali passaggi delTesseramento e le relative scadenze,questa circolare è stata integrata conuna rappresentazione grafica ed èstata ideata per essere staccata edaffissa in bacheca sezionale.

Il Direttore CAI, Paola Peila

EmittenteDirezione – Ufficio SezioniOggettoCHIUSURA TESSERAMENTO2009 e QUOTE 2010DestinatariSezioni e Sottosezioni CAIDataMilano, 24 luglio 2009Firmato:Il Direttore CAI, Paola Peila

Circolare n. 9/2009

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 27

molto contenuto, con un valore dellaproduzione intorno ai 10.700.000 Euro e iocredo siano cifre che per fare tutte leazioni, di cui vi ho dato un rapido flash,siano assolutamente contenute. Vaevidenziato che tutti i servizi che noi viabbiamo elencato riusciamosostanzialmente a finanziarli prevalentecon le quote associative e le entrateproprie.

Il Club Alpino Italiano è un Ente pubbliconon economico a livello nazionale doveperò le risorse che utilizza per dare questiservizi, che non sono solo per i propri soci,ma sono anche a beneficio di tutta lacollettività, per il 73% provengono dallequote associative e dalle entrate proprieovvero attività editoriale attività dimerchandising e la pubblicità. La quota del27% che viene dai contributi dello Stato èfinalizzata per una parte al CorpoNazionale Soccorso Alpino e Speleologicoper i suoi interventi e quindi se noi andiamoa calcolare la percentuale dell’incidenzadel contributo dello Stato su tutto il restodelle attività CAI è meno del 10%. Questa èla ragione per cui, come il Presidente haevidenziato, siamo spesso scoraggiati adover discutere e negoziare su quellesituazioni che per noi sono veramenteatipiche e non sostenibili: l’ulteriorerazionalizzazione della spesa o comunquel’adattamento a quei parametri che, riferitiad una logica di razionalizzazione dellaspesa pubblica generale da adottare per igrandi enti, applicati ai valori del ClubAlpino Italiano ci stanno veramente stretti.

Andiamo a vedere che cosa è successonel tempo con l’evoluzione del contributodello Stato in rapporto alle quoteassociative. Siamo partiti dal ‘75, dove èevidente l’importanza del contributo delloStato (oltre il 60%) per fare tutte le attivitàaffidate al CAI. Ma quale è statal’evoluzione? Nel ‘92 si vede già chequesto contributo è notevolmente diminuito(meno del 40%), ma se andiamo al 2008vedete che la contribuzione è veramenteridotta, minimale per la funzionalitàeconomica di questa associazione. Questofa veramente riflettere.

Il CAI è una montagna di fatti e quindi vilanciamo questa riflessione per pensare alnostro futuro.

Paola Peila

L’appello accorato rivolto dalPresidente Generale al gruppo Amicidella Montagna del ParlamentoItaliano è un documento importante e

significativo. È un documento che esprimecon efficacia lo stato d’animo di chi deve con-frontarsi costantemente con i vincoli impostidalla natura del CAI quale Ente di diritto pub-blico e con le periodiche modificazioni intro-dotte dal legislatore, anziché impegnare leproprie energie nel governo dell’associazionee nella realizzazione degli obiettivi previstidallo Statuto.

A parere di chi scrive, la cornice giuridicadel nostro Sodalizio dovrebbe esser il piùpossibile semplice e “leggera” in modo diconsentire ai dirigenti e ai soci di organizzareed attuare le attività per le quali ogni membrodel CAI si impegna in forma volontaria e sot-toscrive annualmente una quota associativa.Anche il confronto storico ci aiuta a valutarela situazione obiettiva del CAI e a proporneuna più obiettiva comprensione. Infatti, cometutti sappiamo, la natura dello stato italiano el’assetto dell’amministrazione hanno subitocambiamenti rilevanti dal 1863 ad oggi; ana-logamente, la situazione del circolo social-mente selettivo di appassionati della scoper-ta delle Alpi ed animati da una forte passionescientifica fondato a Torino da Quintino Sellanon è paragonabile a quella attuale di un ClubAlpino Italiano, che conta sull’apporto e sullapartecipazione attiva di oltre 300.000 fradonne e uomini. Ma restano visibili ed evi-denti i segni di una continuità fra passato epresente: si pensi al ruolo dei rifugi e deibivacchi, alla manutenzione dei sentieri, alladifesa dell’ambiente montano, alla ricercascientifica applicata alla natura del mondoalpino e alle reazioni dell’organismo umanoad alta quota, ecc. Certo altri compiti delicatie complessi si sono progressivamenteaggiunti ai compiti del CAI, come la forma-zione degli istruttori di alpinismo, di sci-alpi-nismo e di arrampicata libera, nonché lagestione del Corpo Nazionale di SoccorsoAlpino e Speleologico. Il ruolo del CAI nellaconservazione del paesaggio montano e nelsostegno ad una pratica “sportiva” e scientifi-

ca di primaria importanza non deve assoluta-mente subire contrazioni ma al contrario nevanno facilitati gli scopi e le attività.

Come far fronte ad una molteplicità di esi-genze culturali e di compiti operativi di que-sta portata? Su quali garanzie deve potercontare una associazione di riferimentonazionale che si confronta con questi obiet-tivi alti? Personalmente credo che il princi-pio di fondo dovrebbe essere quello di garan-tire continuità ed efficacia all’azione del CAI,limitando il più possibile gli ostacoli ed i vin-coli che periodicamente vengono posti inatto dall’esigenza di riordinare il funziona-mento degli enti di diritto pubblico. La for-mula deve rispondere ai paletti che AnnibaleSalsa ha lucidamente indicato: “dentro unacornice di salvaguardia del ruolo pubblico[…] del Sodalizio, ma libero dalle ingessatu-re di un certo paradigma pubblicistico” [cfr.Relazione morale del Presidente Generale,in “La Rivista”, maggio – giugno 2009, p. 2].Da questo punto di vista la scelta di assume-re la fisionomia di una associazione ricono-sciuta di diritto privato, che si avvale delcontributo di oltre 300.000 soci in termini dilavoro volontario e di quota associativa,potrebbe rendere l’azione amministrativapiù fluida e meno soggetta a condizionamen-ti esterni. Peraltro il sostegno economicopubblico che attualmente viene ad alimenta-re il C.N.S.A.S. potrebbe essere ricontrattatonon più su base nazionale ma regionale,spuntando condizioni più vantaggiose per laeventuale maggior contiguità fra l’attivitàcondotta dal Soccorso ed il territorio speci-fico nel quale viene erogato.

Al di là dei dettagli formali che spetterà defi-nire ai consulenti giuridici, quello che i sociauspicano è che l’immediato futuro non riser-vi al Presidente Salsa e ai suoi stretti collabo-ratori altre “fatiche di Sisifo”, né che – perriprendere il richiamo alla mitologia classica– l’attuale natura giuridica possa diventare un“letto di Procuste” che limiti e tagli le poten-zialità delle attività culturali, morali, educati-ve e formative del Club Alpino Italiano.

* socio CAI, sezione di Bologna e docente di storia moderna presso

l’Università degli Studi di Verona

Libera associazione di diritto privatoper un CAI meno soggetto a condizionamentidi Alessandro Pastore*

segue da pag 22

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L’essere stato per sei anni Consiglierecentrale (di cui due vicesegretariogenerale) e per cinque anni direttoregenerale del CAI mi induce a pren-

dere la parola nel dibattito in corso sulfuturo del Club alpino. Come ho già avutomodo di esplicitare lo scorso 1° maggio alConvegno del Gism a Trento, sono favore-vole al fatto che oggi il Cai debba optareper la “scelta privata”.

Le motivazioni sono molteplici e sovra-stano di gran lunga, a mio parere, le con-troindicazioni.

Il primo motivo in assoluto è l’esigenza dilibertà. Il CAI di fatto ha nel dna una spiri-to privato, come testimoniano le struttureperiferiche del Sodalizio. Pertanto doversiadeguare, di volta in volta, a norme, rego-lamenti, disposizioni e leggi imposte dalloStato è comunque una limitazione allalibertà di organizzazione della SedeCentrale.

La recente normativa che impone unariduzione del numero dei componenti degliorganismi di gestione è un esempio recen-te, certo l’ultimo, ma non l’unico. Direi anzil’ennesimo.

Ricordo per esempio quanto si temevanoogni anno le leggi finanziarie... leggi che, divolta in volta, limitavano i pagamenti (i pre-lievi dalla Tesoreria.), leggi che bloccavanoil turn over, che vietavano le assunzioni dipersonale dipendente, che bloccavano col-laborazioni retribuite continuative.

La limitata disponibilità numerica delpersonale dipendente Cai ha portato spes-so la Sede centrale sul banco degli imputa-ti da parte delle Sezioni, degli Otc e deiConvegni (leggasi oggi Gruppi regionali)per inefficienza e ritardi a causa del fattoche il poco personale, ben al di sotto del-l’esigenza operativa necessaria per funzio-nare, pur facendo l”impossibile” non era ingrado di fare i miracoli!

Un altro aspetto problematico del perso-nale dipendente del CAI pubblico è datodal fatto che spesso tale personale, cheaccede al CAI tramite concorso pubblico,utilizza tale ente solo come trampolino dilancio per passare poi ad altro ente. Nederiva che spesso si assiste a una dannosarotazione dei dipendenti che in questomodo, vivendo presso gli uffici dell’Entesolo per alcuni mesi o pochi anni, ogni

volta mettono in crisi la funzionalità degliuffici. Crisi ancor più evidente quando traun abbandono e l’acquisizione del necessa-rio rincalzo, tra pubblicazioni di bandi,effettuazione delle prove di concorso, ecc.passano alcuni mesi.

Un secondo aspetto problematico chevorrei qui sottolineare è il rapporto tra ivertici della struttura operativa/professio-nale della Sede Centrale e la periferia,costituita da Sezioni e Gruppi regionali.

Purtroppo capita spesso che tra questedue realtà non vi sia dialogo perché sonosoggetti che parlano linguaggi diversi. Siaben chiaro: non si tratta di addossare colpeall’una o all’altra parte.

Ogni attore si muove tenendo conto dellapropria realtà e di precise norme, ma ciòspesso contrasta con chi fa volontariatonel tempo libero. La direzione di un entepubblico deve tener conto fino in fondo diregolamenti e procedure pubbliche; dero-ghe non sono concesse.

Spesso il dialogo diventa conflittuale,senza possibilità di mediazione. Almenocosì, spesso avviene oggi.

Ritengo, col senno di poi, che la riformastatutaria del 2000, che recepiva peraltrodiktat governativi sulla riorganizzazionedegli enti pubblici abbia ulteriormenteaggravato l’aspetto del rapporto fra SedeCentrale e Sezioni. Mi riferisco per la pre-cisione, alla norma che ha abolito laSegreteria generale.

Tale organo, costituito da volontari (difatto consiglieri centrali con un grado inpiù), ha per anni svolto il delicatissimoruolo di ponte fra la struttura burocratica equella volontaria.

Un utilissimo cuscinetto che ha permessodi sbrogliare tante intricate matasse chevia via si incontravano nella storia del CAI.Il Segretario generale (e il suo vice) siponevano infatti, nei confronti delleSezioni soprattutto come socidell’Associazione e ciò spesso, vorrei direquasi sempre, agevolava la comprensionefra le parti.

Il dirigente dell’Ente pubblico, per forzadi cose, vede qualsiasi problematica conun altro occhio, quello pubblico e da talibinari non può e non deve discostarsi.

Certo, so bene che la presenza di duefigure su binari paralleli come il dirigenteprofessionista e il dirigente volontario haportato nel tempo a conflitti e sovrapposi-

zioni: purtroppo invece di cercare un modoper farli convivere si è preferito abolireuna figura. E ciò ha portato comunque altriproblemi, come per esempio che spessosono stati chiamati i vicepresidenti a rico-prire tale vuoto.

Ma i vicepresidenti dovrebbero volare unpo’ più in alto... Certo un Cai privatopotrebbe ripensare senza vincoli di leggi econ una filosofia più “associativa” anche aquesta delicata problematica dei rapportifra centro e periferia.

Altro ci sarebbe da dire, ovviamente. Malo spazio è tiranno. Vorrei solo ancora sot-tolineare due aspetti. Il primo: molti soste-nitori del Cai pubblico affermano cheun’associazione privata nazionale non hal’autorevolezza (e l’importanza) di quellapubblica. Niente di più discutibile.

Professionalmente mi onoro di lavorarein una grande associazione nazionale pri-vata (il Touring Club Italiano) e non ho maivissuto in questi panni il complesso d’infe-riorità di non essere pubblico. Anzi. La cre-dibilità e l’autorevolezza di un’associazio-ne, i suoi ideali, gli obiettivi e gli scopi sonoespressione degli uomini che la costitui-scono. Questo è il vero valore.

Ultimo aspetto: la disponibilità finanzia-ria. Anche se il contributo dello Stato perl’Organizzazione centrale vale solo il 10%,va da sé che una rinuncia a questa uscitaporterebbe a un lieve incremento dellaquota.

Ma questa non è l’unica soluzione. Sonoconvinto che in un CAI privato molte speseorganizzative potrebbero essere rimesse indiscussione perché la dimensione volonta-ria porterebbe i quadri dirigenti nazionali,gli otco, le scuole nazionali, i titolati, a rive-dere, ridimensionandoli, costi, rimborsi equant’altro.

Come si fa ora nei Gruppi regionali enelle Sezioni, dove l’insegnamento delnostro fondatore Quintino Sella, il control-lo della spesa e l’abolizione degli sprechi, èancora ben vivo. Non perché oggi si spre-chi. Ma perché oggi si è pubblici. È unapproccio completamente diverso.Provare per crederci.

*ex consigliere centrale e vicesegretariogenerale, ex direttore generale

di Piero Carlesi*

Optare per la scelta privata

CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?DOSSIER

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 29

Dedicare uno speciale dello Scarponealla questione pubblico/privatorisponde all’esigenza che l’argomen-to sia oggetto di un dibattito in grado

di coinvolgere nel modo più ampio la basedei soci. Provo qui a fornire un contributo aldibattito, rendendo espliciti alcuni punti chea mio parere vanno approfonditi.

1. Iniziativa privata e interesse pubblico

Un presupposto ampiamente condivisovede il CAI come, in primo luogo, un’asso-ciazione funzionale al perseguimento degliobiettivi in cui i soci si riconoscono e capa-ce di sostenersi grazie alla forza di unacomune passione. Per altro, il perseguimen-to degli scopi associativi riferiti all’attivitàalpinistica, alla conoscenza della montagna,alla difesa dell’ambiente realizza beneficiper la collettività tali da giustificare due tipidi riconoscimento pubblico:- l’autorizzazione allo svolgimento di attività

riservate (per esempio, la realizzazione emanutenzione di infrastrutture per la frui-zione della montagna);

- il sostegno finanziario a carico della fiscali-tà generale (integrativo rispetto alla contri-buzione dei soci).Si noti che la necessità di ridurre la spesa

pubblica – necessità difficilmente eludibile,in questi tempi – potrebbe andare a colpirela seconda forma di riconoscimento (ilsostegno finanziario) senza intaccare il regi-me delle riserve, da cui il CAI potrebbe con-tinuare a trarre benefici economici, derivan-ti dalla possibilità di utilizzare in esclusiva ilruolo di custode dell’ambiente alpino.

Nel dibattito è importante che il riconosci-mento pubblico del CAI non sia identificatounicamente con la questione (importantissi-ma, lo so) del sostegno finanziario a caricodella fiscalità generale. In via di principio, èben più importante che la capillare presenzadel CAI sul territorio continui ad essere con-siderata dal legislatore come motivo suffi-ciente per la concessione di un’area riserva-ta di intervento.

2. Pubblico-privato e vincoli burocratici

Un elemento caratteristico del dibattito(ad esempio mi riferisco ad alcuni interventiapparsi su Mountainblog a luglio e inizioagosto 2009) è l’identificazione dell’odiataburocrazia con il pubblico, cui corrispondel’aspettativa che una netta svolta privatisticasignifichi la morte della burocrazia. A mio

parere questa identificazione è moltorischiosa e non tiene conto dell’esistenzadelle molte organizzazioni private appesanti-te da forti vincoli burocratici, resi necessaridalle dimensioni e dall’articolazione delleattività e favoriti dal consolidarsi di una cer-chia di dirigenti ovviamente interessati almantenimento della propria posizione. Tuttii soci dovrebbero essere consapevoli chesemplificare l’organizzazione e concentrarsisull’attività alpinistica sono obiettivi da per-seguire indipendentemente dalla particolarecollocazione del CAI lungo l’asse pubblico-privato.

3. Autonomia politica

Un punto non può essere eluso. La tuteladella montagna e più in generale la culturadell’ambiente alpino sono materie politica-mente rilevanti, sulle quali si deve dare perscontata l’esistenza di interessi contrastantie sulle quali il CAI dovrebbe potersi espri-mere in modo del tutto autonomo e indipen-dente, come gruppo di opinione capace diuna vivace elaborazione interna e non con-dizionato – nemmeno in ipotesi – dal suolegame con il sistema delle istituzioni pub-bliche, spesso vissute come espressione delpotere politico. Questo richiamo all’autono-mia di opinione non va riferito, primaria-mente, al potenziale conflitto tra il club e ilpotere politico; ma piuttosto al potenzialeconflitto tra il club e i portatori di interessi

contrastanti con quelli del club. L’uso del ter-ritorio montano non può che essere oggettodi mediazione; ma proprio per questo moti-vo un CAI fortemente impegnato nell’usosostenibile e consapevole dell’ambiente alpi-no trarrebbe vantaggio da una fisionomia ilpiù possibile autonoma. È ben vero che inuna democrazia ben sviluppata ai responsa-bili di enti pubblici – a livello sia centrale siaperiferico – dovrebbe essere consentita,accanto al perseguimento dei fini istituzio-nali, l’assunzione di posizioni anche di aper-to dissenso rispetto a specifiche decisionidel potere politico; ma a tutti è evidente che,in generale, risulta più semplice ipotizzareuna netta distinzione di ruoli tra asso-ciazioni portatrici di particolari valoried enti deputati all’erogazione di servi-zi a favore della collettività.

Come soci dobbiamo auspicare che qua-lunque decisione sulla forma di riconosci-mento pubblico del CAI sia ispirata ad unacorretta valutazione del patrimonio di cono-scenze e capacità che esso custodisce e sialibera da schematismi ideologici. Ma dobbia-mo anche continuare a pensarci e a discute-re tra noi, perché è probabile che la doman-da su dove stare, tra pubblico e privato, ce latroveremo tra i piedi ancora per un po’.

*socio CAI, sezione XXX Ottobre e Preside della Facoltà di Psicologia

dell’Università di Trieste

Tra pubblico e privato, una questione apertadi Walter Gerbino*

CAI al bivio, nulla di nuovo

Per molti Seniores del CAI il Radunodi Colico immediatamente a ridos-so dell’Assemblea NazionaleDelegati di Lecco (vedi Lo

Scarpone di Luglio, pagina 9) è stato ancheoccasione per scambiarsi fra amici impres-sioni ed idee sulla scelta che sta davanti alCAI, fra Ente di diritto pubblico oAssociazione nazionale di diritto privato.

I Seniores, che nel CAI funzionano un po’da memoria storica, ricordavano a Colicoche il CAI è in fondo diventato Ente pub-blico “solo” a partire dal 1965, mentreancora in tempi più recenti (AssembleaDelegati di Mantova, 1998), l’ipotesi di unaprivatizzazione è stata discussa sull’ondadella legge Bassanini, nell’ottica di unagestione autonoma delle risorse.

Ci sembra in proposito di poter conden-sare i commenti circolati in tre riflessioni,con una premessa.

La premessa è che il CAI, come tutte legrandi organizzazioni che perseguono unamissione di lungo periodo, nel nostro casoormai ultracentenaria, ha un patrimonio diinvarianti strategiche contenute nella mis-sione e declinate nello statuto sulle qualipuò e assolutamente deve capitalizzaretenendo ben salda la rotta. Ma lo scenarioin cui opera può mutare negli anni e neidecenni e, come la sua storia del resto giàdimostra, la sua stessa forma associativaappartiene ad un contesto tattico da otti-mizzare in funzione dell’ecosistema e dellecondizioni al contorno in cui il CAI si trovaad operare nel tempo.

La prima riflessione è di caratteregenerale, sul “trend” che le organizza-

di Dino Marcandalli*

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CAI: ente pubblico o libera associazione nazionale?DOSSIER

30 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

Il dilemma non sta tanto nella forma isti-tuzionale quanto nei contenuti, negli uomi-ni, nei mezzi e nei modi per ottenerli. Sia ilpubblico che il privato infatti presentanovantaggi e svantaggi, che in sé, sono giàstati analizzati ed esposti. La riflessione vafatta quindi a monte sugli obiettivi chel’una o l’altra soluzione consentono di rag-giungere in modo ottimale.

Orbene, proprio in base alle caratteristi-che proprie delle due forme istituzionali, ioritengo che, in adesione agli attuali obietti-vi del CAI, l’Ente pubblico sia quello cheproprio per la sua caratteristica di gestoredi res publica sia più aderente agli attualiscopi statutari e obiettivi di medio e lungoperiodo in una visione orizzontale di solu-zione delle problematiche connesse . Seinfatti i nostri scopi riguardano la monta-gna nella sua globalità, sia antropica chenaturale, questo implica la soluzione diproblemi che riguardano sia l’ambientemontano, inteso come territorio di pubbli-ca fruizione e tutela, sia le attività e le real-

tà socioeconomiche che su di esso si svol-gono. Ciò implica la continua interazionecon il comparto pubblico, sia esso di auto-rità locali che centrali, che senz’altro è age-volata dall’essere Ente pubblico.

Diverso è il discorso per la forma privati-stica, che senz’altro consente una maggioraderenza e coesione alla realtà interna delCAI, ma che può trovare difficoltà nel rap-portarsi con le realtà esterne di caratterepubblico. Quindi più idonea a gestire inmodo verticale, cioè nel loro ciclo com-plessivo, le nostre attività più strettamentelegate alle discipline che il corpo socialerealizza nel territorio, senza affrontare leproblematiche esterne ad esse, come adesempio la tutela dell’ambiente, di cuidovrebbero farsi carico, in modo altrettan-to verticale, cioè prendendo in considera-zione tutti gli aspetti legati nel nostro casoall’ambiente montano, enti ed associazionispecifici all’uopo dedicati.

Sia nell’uno che nell’altro caso, al fine diottenere i migliori risultati che le due strut-ture offrono, è indispensabile che alla

guida vi siano figure professionali compe-tenti nei rispettivi comparti gestionali eamministrativi. Infatti anche nel pubblico,come nel privato, si verificano aree dieccellenza laddove sono presenti managerall’altezza delle responsabilità connesse aipoteri loro conferiti.

E a proposito di responsabilità, vorreiricordare che, in primis, i nostri dirigentihanno una doppia responsabilità: una neiconfronti dei soci che affidano le lororisorse (anche pecuniarie, nella forma diquota parte, ma non solo, nel caso di soci“attivi”) e i loro ideali alla loro guida, l’altraanche più diretta, nei confronti del perso-nale dipendente, che confida nella tuteladel proprio posto di lavoro, che spesso èancora più “essenziale” dell’adesione idea-le a un certo ambiente di lavoro, in terminidi sussistenza. E’ proprio pensando allatutela degli interessi di queste due catego-rie che, in modi anche diversi, “dipendono”dal Sodalizio, che la decisione deve orien-tarsi sulla soluzione che offre più garanzie.

*socio CAI, GISM

Pubblico o privato? Questo è il dilemmadi Alessandro Giorgetta*

zioni in genere devono fronteggiareper fiorire e realizzare il proprio scoposociale. Coi tempi che corrono, c’è una solaricetta, ed è imparare a star sul mercato, amaggior ragione in un contesto di globaliz-zazione che rende inesorabilmente semprepiù competitivo il confronto fra domanda eofferta di prodotti e servizi. Stare sul mer-cato impone agilità dell’organizzazione,infrastruttura leggera, capacità d’offertaflessibile e adattativa, in grado di coglierenuove opportunità e di rispondervi piùprontamente della concorrenza. Insommastar sul mercato detta capacità di affronta-re il cambiamento in modo che, se tuttopuò variare, sia garantita la persistenza delfine sociale.

La seconda, confortante, riflessione diceche il CAI si sta muovendo verso condizio-ni di autonomia nella gestione delle risorsee di autofinanziamento, se è vero che anco-ra dipende da contributi statali per pocopiù del 9%, al netto dei servizi del CentroNazionale Soccorso Alpino e Speleologico(CNSAS). E il trend, dal 1975 a oggi, è stato

di progressiva crescita dell’autofinanzia-mento dalle quote sociali dal 39% al 73%.

La riflessione conclusiva è che dobbiamoessere pronti, con una mentalità aperta ed“opportunistica”, a dimostrare una rinnova-ta flessibilità e adattatività organizzativaanche con un eventuale ritornoall’Associazione nazionale di diritto priva-to. La discriminante sarà l’accoglimento omeno da parte del Ministero del Turismodella richiesta che “al CAI non si applichinole disposizioni...riferite alla PubblicaAmministrazione o Enti Pubblici anche noneconomici...in considerazione del fatto cheai relativi oneri economici l’Ente provvedecon risorse che non gravano sul bilanciodello Stato”. A seconda della risposta potre-mo rimanere Ente di diritto pubblico oaffrontare serenamente una trasformazionein Associazione nazionale di diritto privato.Cosa che riguarderà comunque solo lanostra Sede centrale, dato che le Sezioni e iGruppi Regionali in cui sono ordinate sonogià Enti di diritto privato.

Ma avremo comunque da affrontare un

cambiamento: c’è in entrambi i casi da met-ter mano a tutte le semplificazioni possibili,che consentano al CAI di operare agilmentee flessibilmente, a partire dalla SedeCentrale. E se quest’ultima diventa privata,dovrà magari nel breve termine negoziareuna “exit strategy” con un piano di azzera-mento (dal 9% a 0) della dipendenza residuada contributi statali non CNSAS, e nelmedio periodo puntare non solo a conser-vare ma a far crescere i contributi statalifacendo crescere i servizi alla comunità residal CAI. Il quale CAI, nel suo insieme, dovràprobabilmente strutturarsi anche per com-petere all’accesso a finanziamenti sulla basedi gare pubbliche. Così come oggi sempremeglio sa fare nelle sue Sezioni, avvicinan-do alla montagna diverse fasce di età conforme e approcci diversi, e coprendo in talmodo la sua principale fonte di finanzia-mento che è e dovrà comunque restare peril futuro prevedibile il tesseramento, attra-verso la fidelizzazione dei suoi Soci.

*Presidente Commissione CAI Seniores Lombardia

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 31

ENZO CORITecnico di radio-logia, socio dal1975 della sezio-ne spoletina dicui sin dal 1975 èstato dirigente investe di segreta-rio e poi di presi-dente, è statoanche presidentedella Delegazione regionale dell’Umbriaper due mandati, dal 1990 al 1997.Accompagnatore di escursionismo e guidaescursionistica, ha organizzato e condottonumerosi trekking europei ed extraeuropeied è autore di diversi volumi e guide digrande interesse. Ha infine svolto attivitàpubblica quale assessore del Comune diSpoleto con delega allo Sport, all’Ambientee al Commercio.

MASSIMO DOGLIONIVeneziano, spo-

sato e padre didue bimbe, è so-cio della Sezionedi Mestre dal1974. Titolaredell’Agenzia dicomunicazioneGruppo Ixelle dalui fondata nel1979 (con laquale ha collaborato con il CAI nella realiz-zazione degli ultimi manuali tecnici), hamaturato varie esperienze tecniche, socialie ambientali nel CAI quale istruttore dialpinismo (dal 1987), istruttore nazionaledi alpinismo (dal ‘90), vicepresidente dellaSezione di Mestre (dal 1992 al ‘98), compo-nente della Commissione materiali e tecni-che del VFG (dal 1992 al ‘99), presidentedella Commissione scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata del Veneto e delFriuli (dal 1999 al 2009), esperto nel

Comitato tecnico culturale di UniCai (dal2006). Non pago di questi impegni noncerto lievi, Doglioni coltiva anche la pas-sione per la musica e il canto.

LUCA FREZZINILaureato in

Scienze forestali,milanese, è al suosecondo mandatoquale componen-te del Comitatocentrale di indi-rizzo e controllodi cui ha fattoparte dal 2004 al2008 con l’incari-co di referente della Commissione nazio-nale scuole alpinismo, sci alpinismo earrampicata libera.

Responsabile dell’area tecnica presso ilParco regionale delle Groane, è iscritto dal‘72 alla Sezione di Milano del cui direttivoha fatto parte, ed è istruttore di alpinismopresso la Scuola A. Parravicini. Ha direttodiversi corsi di alpinismo (A1) e di ghiaccio(AG1) durante il periodo militare svoltocome sottotenente degli alpini.

Notevole il suo curriculum alpinisticocon oltre 900 itinerari di arrampicata, scialpinismo e alta montagna saliti su tuttol’arco alpino e appenninico e due esperien-ze extraeuropee nell’Himalaya indiano enelle Ande peruviane. Già componentedella Commissione regionale lombardascuole di alpinismo e del Comitato di coor-dinamento del Convegno lombardo, faparte del Comitato tecnico culturale diUnicai.

FRANCO GIACOMONINato nel 1948, ex sindacalista e dipen-

dente pubblico, è a sua volta reduce da unastraordinaria esperienza nell’ambito asso-ciativo. Per sei anni è stato al vertice dellaSocietà Alpinisti Tridentini. “Il mio impe-

gno principale”,ha spiegato aMarco Benedettinelle pagine delp r e s t i g i o s oBollettino dellaSAT, “è statoquello di cercareun rapporto conil territorio e conle sezioni. Oggisiamo la sezione del CAI più grande, maanche una sezione che ha continuato adaccrescere il numero dei soci, 25 mila, conun grande impegno verso il sociale e versol’ambiente”.

“Ciò a cui assistiamo”, spiega il neocon-sigliere trentino ( che è iscritto alla SAT,Sezione di Povo, dal 1965), “è che non c’èpiù un’educazione al territorio, che èridotto a semplice sfondo di un gioco:andare in motoslitta, andare con il quad ola moto. Il dramma è questo. Dobbiamoreintrodurre nella nostra cultura la cultu-ra del territorio”.

GIOVANNI MARIA POLLONIATOVicentino, fun-

zionario di banca,s o t t o t e n e n t edegli Alpini(diplomato allaScuola militarealpina di Aosta),ha ricoperto ericopre varie cari-che di granderesponsabi l i tànell’ambito della sua professione.Numerosi gli incarichi anche nel mondodel volontariato: è presidentedell’Associazione Cucari Veneti, consoleaziendale del Touring Club Italiano, reviso-re dei conti della Sezione di Marosticadella Associazione Nazionale Alpini. Dal‘78 è iscritto alla Sezione di Marostica dicui è stato revisore dei conti: incarico rico-perto anche nell’ambito dell’associazionetra le sezioni vicentine e del Comitato dicoordinamento veneto friulano giuliano.

Da tempo opera nell’Organizzazione cen-trale: è stato revisore nazionale per gliesercizi dal 2001 al 2004 prima di diventarepresidente del Collegio nazionale dal 2005al 2007. Dal 2008 è infine revisore dei contidell’Associazione Filmfestival di Trento.

Via Petrella Così cambia il Comitato centrale

L’esordio è avvenuto nella splendida Sala degli Affreschi allaPrefettura di Chieti: nella riunione del 13 giugno, secondo uncollaudato cerimoniale, i cinque nuovi consiglieri centrali si sonopresentati ai colleghi e hanno ricevuto dal presidente generale gliauguri per l’impegno non certo lieve che li attende nel Comitatod’indirizzo e controllo. Attingendo liberamente (e senza alcunapretesa di ufficialità) nei rispettivi curricula li presentiamo uno peruno in questa pagina in ordine alfabetico.

Cinque nuovi consiglieri

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Sorrideva sempre Cristina Castagna.Sorrideva anche quel giorno che laincontrai giù da Bocchetta Fondisul Carega. Sembrava volare su per

il ghiaione, mentre si preparava per unottomila. Io scendevo, lei saliva. Si fermòdi colpo, senza fiatone. Era molto allenatae la fatica non si vedeva. Qualche mese

prima era venuta in Brasile a trovarmi inAmbasciata dove lavoravo. Poi un lungoviaggio in auto con me e Paola Pianaltoverso Ouro Preto, a vedere un progetto suibambini di strada.

Sorrideva sempre, come quando era inmontagna. Ci divertimmo molto in quelviaggio. Anche quando decidemmo di fareil bagno in una pozza sotterranea di un’an-tica miniera d’oro. Ma anche laggiù siparlò delle nostre montagne, quelle di cuiero un po’ orfano a causa del mio lavorolontano e dove lei invece si allenava conti-nuamente.

Qui sulle Piccole Dolomiti ci conosciamotutti. Lei di San Quirico, frazione diValdagno, gravitava sempre a Recoaro.Amava le nostre montagne, le nostrePiccole Dolomiti. Si era iscritta allaSezione di Recoaro del Club AlpinoItaliano. Ma è così con tutti quelli di San

Quirico, soprattutto tra gliamanti delle montagne. Un po’valdagnesi, un po’ recoaresi.

Amici e vicini, sempre insieme. Cristina era della nostra valle, delle

nostre montagne. Era tutti noi. Ogni voltache partiva per un ottomila facevamo iltifo per lei, tutti dalla Brigida Cornale astappare un prosecco.

Ogni volta che tornava era una grandefesta. Ogni tanto veniva anche suo zioRoberto, mio compagno di cordata in sca-late fatte negli anni settanta sul Carega, sulBaffelan, sul Pasubio. Ma Cristina in altaquota era la più brava di tutti. Piccola,minuta, ma con un fiato da leone. Noi dellagenerazione passata la invidiavamo un po’.Ci aveva lasciato indietro, su per le monta-gne. Ma quello che più voglio ricordare dilei è il sorriso, la spensieratezza. Cristinaha saputo fare quello che voleva, scalaremontagne. Con determinazione e volontà,ma sempre con il sorriso.

Franco Perlotto

32 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

Himalaya La fine di Cristina Castagna

Gusto, qualità, salute, giusti dosaggi, lenta cottura, cura nel-l’esecuzione. Questi i segreti della cucina alpina, luogo diincontro e sintesi di tante culture. Elma Schena e Adriano

Ravera hanno letto e si sono documentati, ma hanno ascoltato laviva voce delle donne per confezionare l’ultimo dei Quaderni dicultura alpina uscito da Priuli & Verlucca: “Le Alpi a tavola” (150pagine a grande formato, 24,50 euro). Un appassionante reporta-ge etno-gastronomico scritto con passione e rigore documentarioin cui l’analisi e la cultura del cibo si fanno storia individuale e col-lettiva al pari dei dialetti, dei tesori d’arte e dei costumi. Per rac-contare – e magari reinterpretare - ricette tramandate per secoli invia di inesorabile estinzione. Ecco un significativo brano del libro.

Piatti che profumano di formaggi e di latte, accompagnati dacastagne, patate, mais, grano saraceno, segale, semplice paneraffermo, cipolle, erbe… Piatti austeri che talvolta incontrano unacucina più più ricca o si sposano con prodotti di altre regioni, come

le acciughe sotto sale, il baccalà, le spezie. Il risultato è una cuci-na armonica e schietta. Piatti che vanno bene così, senza bisognodi orpelli, molto vicini agli indirizzi gastronomici attuali di recuperoed esaltazione dei sapori, di oculata scelta degli ingredienti legatial ciclo stagionale e al territorio. E’ stata la necessità e l’esperien-za a renderli equilibrati. Al massimo si possono alleggerire i con-dimenti: il rigore del clima e la fatica dell’uomo imponevano untempo una maggiore quantità di grassi animali, un eccesso incon-ciliabile con il nostro ridotto dispendio di calorie. Ma senza lasciar-si prendere la mano da mode o dal bisogno di stupire per non sna-turare ricette legate a un certo modo di vivere, a ingredienti chenon si possono e non si debbono sostituire. La semplicità di alcu-ne preparazioni, l’amore e l’abilità delle donne che le hanno codi-ficate,ne fanno dei piccoli capolavori.

Parallelamente alla ricerca sul campo, si è affiancato il lavoro diconsultazione presso archivi pubblici e privati: quanto basta per faraffiorare dalla storia piatti curiosi e dimenticati come il ratafià, ilrostito, i pastisetti al forno, la testa di vitello intiera o le ulive condi-te false che paiono vere. O l’elixir di lunga vita del medico Tamet,morto all’età di 104 anni per il calcio di un cavallo.

Piccola e tenace“In alta quota era la più brava di tutti.Piccola, minuta...Noi della generazionepassata la invidiavamo un po’”, scriveFranco Perlotto di Cristina Castagna.“Ma quello che più voglio ricordare dilei è il sorriso, la spensieratezza”.L’alpinista vicentina avrebbe dovutotentare quest’anno anchel’impegnativo Gasherbrum I.

“Se mi succederà qualcosa lasciatemidove la montagna mi ha chiamato asé”. Prima della partenza avevalasciato un biglietto ai famigliari.Cristina Castagna è morta il 19 luglio,a 31 anni, precipitando in uncrepaccio mentre scendeva dalla vettadel Broad Peak, suo quinto ottomiladopo lo Shisha Pangma, ilGasherbrum II, il Dhaulagiri e ilMakalu. Era la più giovane himalaistaal mondo. Il suo programma - che sipuò leggere nel sito www.elgrio.net -prevedeva quest’anno anche ilGasherbrum I. Lascia un lavoro dainfermiera al pronto soccorsodell’ospedale San Bortolo di Vicenza,e molti bei ricordi tra coloro chel’hanno conosciuta. Come il grandealpinista, guida alpina e sindaco diRecoaro Franco Perlotto, che laricorda in questa pagina.

Editoria

Le Alpi a tavola

Fatale il quinto ottomila

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 33

Ricordo di essere stato compagno diinnumerevoli avventure di miopadre Nino in montagna e a cacciasulle montagne della Bergamasca.

Ero molto giovane e l’avrei mandato volen-tieri al diavolo. Ma in tal modo mi ha tra-smesso una smisurata passione per la mon-tagna. Mi ricordo di essermi trovato spessocon i pantaloni corti in mezzo alla neve inpieno inverno. Non dimenticherò mai quel-le levatacce. Era molto appassionato edeterminato e amava la montagna e la natu-ra come me.

L’idea di fare questa mostra al Palamonticon le sue vecchie fotografie in bianco enero è nata per caso in seguito al ritrova-mento del suo archivio fotografico che nes-suno di noi fratelli aveva in precedenzaconsiderato. In effetti è stata una bella sor-presa reperire una quantità enorme di foto-grafie tridimensionali su lastra di vetro chenostro padre aveva scattato in epoca pre-bellica (anni ‘30 e ‘40). Interessante il tipodi apparecchio fotografico utilizzato,pesantissimo e dotato di lastre: difficili e,appunto, pesanti da trasportare.

Mio padre nacque il 15 dicembre 1910 aBergamo dove morì il 15 novembre 2002.Conseguì il diploma di perito industrialemeccanico. Fu Guido Ferrari di Treviglio,zio materno, che lo avvicinò ancora giova-ne al mondo della montagna. Ferrari fu unodei primi sciatori bergamaschi: partecipòalla guerra bianca nella zona del SanMatteo nel periodo 1915-18. Fu tra i primifotografi di montagna. Appassionato a suavolta di sci, mio padre partecipò nel 1927 aicampionati trevigliesi di combinata fondo-discesa vinti per ben tre volte. Fu così cheiniziò ad amare la montagna invernaledocumentando con innumerevoli e prege-voli scatti la sua attività sci-alpinistica, alpi-nistica ed escursionistica.

Degna di nota fu la collaborazione con l’a-

mico Beniamino Sugliani, autore dellafamosa "Guida sciistica delle Orobie" pub-blicata nel 1939, nella quale, appunto, com-paiono varie sue fotografie. Attento osser-vatore, papà Nino ha il merito di avere rac-colto una vasta documentazione storicasulle Orobie e altri luoghi delle Alpi(Marmolada, Dolomiti, Alpi Centrali eOccidentali). Per concludere, la mostrapresso lo spazio espositivo del Palamonti, aBergamo, offrirà in settembre lo spunto peruna serata riguardante alcune testimonian-ze storiche sullo sci-alpinismo bergamasco.

Gian Celso Agazzi

Montagne in famiglia Una dinastia bergamasca

Papà Nino, il mio miglior maestroAl Palamonti (Bergamo) sono espostefino alla metà di settembre le foto diGiuseppe “Nino” Agazzi (1910-2002),illustre fotografo, alpinista ecacciatore bergamasco. Scattate neglianni Trenta e Quaranta, documentanoun ambiente alpino ancoraincontaminato. Così lo ricorda inqueste pagine il figlio Gian CelsoAgazzi, nostro apprezzatocollaboratore, medico e alpinista cheal padre deve la sua passione per lamontagna.

Magia dell’inverno nelle OrobieL’inverno nelle Orobie in tre significative immagini diNino Agazzi. L’alpinista bergamasco ha lasciato ineredità una notevole quantità di fotografie su lastrascattate in epoca pre-bellica (anni ‘30 e ‘40): sonoesposte fino alla metà di settembre al Palamonti.

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34 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

News dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

DOLOMITE RITORNA DALLA FIERA DELL’OUTDOOR

DI FRIEDRICHSHAFEN CON UN OUTDOOR

INDUSTRYAWARD PER ILNUOVO PROGETTO COUGAR

Dolomite ha presentato Cougar, una scarpaper il mountaineering, leggera e dallemassime prestazioni, dal design di tomaia

e suola assolutamente all’avanguardia. Lacostruzione, basata sul Dolomite AnatomicSystem, rende Cougar la prima scarpa daalpinismo totalmente anatomica. Lo shockabsorbing è raddoppiato, per una maggioretrasmissione di energia. Un sistema diallacciatura assolutamente innovativo garantiscemassima precisione e sicurezza: un’allacciaturanascosta assicura massimo avvolgimento,mentre quella esterna protegge la zona di tibia ecaviglia; questa combinazione rende Cougarassolutamente eccezionale. Inoltre questascarpa presenta un peso inferiore del 9%rispetto alla media del segmento e uno specialedesign del tacco e del battistrada per una tenutaottimale.Questo progetto innovativo è stato premiato allaquarta edizione dell’OutDoor Industry Award,organizzato da IF International Forum Design, eospitato dalla fiera di Friedrichshafen (Germania)durante la Fiera OutDoor il 16 luglio scorso.L’eccellenza nel design è un fattoreestremamente importante per aiutare iconsumatori ad orientarsi in un mercatoincredibilmente vasto. E il timbro diapprovazione apposto dall’OutDoor IndustryAward dimostra proprio quanto un prodotto siainnovativo e funzionale.

Un totale di 242 prodotti di 18 Nazioni diversesono stati presentati ad una giuria di espertiinternazionali: tra i criteri di valutazione di questoAward troviamo il grado di innovazione, la qualitànel design, la lavorazione, la scelta dei materiali.“Siamo molto orgogliosi di questo premio”spiega Paolo Poloniato, R&D Manager diDolomite, “perché rappresenta un sigillo sui 16mesi di lavoro per questo progetto. Crediamofermamente che Cougar diventerà il nuovoriferimento di mercato nel segmentodell’alpinismo”. Dolomite, division of TecnicaS.p.A., www.dolomite.it - [email protected]

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 35

Si è conclusa positivamente l’espe-rienza dei ragazzi del CAI al campUIAA sui monti Drakensberg orga-

nizzato tra il 5 e il 19 luglio dal MountainClub of South Africa insieme a giovani eaccompagnatori provenienti da Spagna,Catalunia, Francia, Inghilterra, SudAfrica e dall’AVS. Dapprima a contattocon il “bush” del grande parco Krugeralla ricerca dei grandi mammiferi, è stataimpartita una vera lezione sul campo diricerca naturalistica.

L’approccio è diventato più alpinistico alGiant Castle, nel settore meridionaledelle Dragon Mountains, 150 km dimuraglia rocciosa dal suggestivo nomeindigeno di Ukhahlamba, “barriera dilance”, dichiarato World Heritage

dell’Unesco nell’anno 2000. Un ambien-te spartano, senza alcun rifugio, servizioigienico e ovviamente nessun portatore, ipasti caldi preparati e consumati all’a-perto nel rigore dell’inverno australe, ilfuoco serale come unico momento eluogo di aggregazione. Qui è iniziato iltrekking vero e proprio: con in spalla tuttoquanto serve per vivere in quota per 5giorni il gruppo ha attraversato i versantiorientali della catena spingendosi infinelungo uno dei canali che salgono in cre-sta fino a 3000 m, ai confini con ilLesotho. Purtroppo la precedente nottatadi gelo aveva coperto di verglass ogniroccia e ciò ha consigliato gli accompa-gnatori di evitare gli ultimi metri verticalidella salita, rientrando alle tende appena

prima di una spettacolare nevicata salu-tata con gioia da tutti i ragazzi.L’ennesima lezione di umiltà e coscienzache nulla toglie al grande impegno fisicoe psichico che il gruppo ha superato ininverno e in totale autonomia, con unadeterminazione e un’adeguatezza cherendono orgoglioso chi ha avvicinato inostri ragazzi alla montagna in questianni.

Hanno fatto parte del gruppo italiano iragazzi Marina Fico (Sez. Sanremo),Sara Querceti (Sez. Senigallia), SimoneRossi e Luca Bulla (Sez. Piacenza), CarloBarilani (Sez.Colico-LC), Peter BeatriceLiendner (Sez. Varese) con gli accompa-gnatori Carla Ruello, Giuseppe Bianchi eAldo Scorsoglio.

Accompagnare dei ragazzi nella loro crescita umana utilizzan-do l’Alpe come teatro di azione, comporta delle competenzeed una preparazione che vanno ben oltre i saperi tecnici oaccademici, si tratta di competenze di relazione che occorre

curare adeguatamente. Tali competenze possono essere approfondi-te ed “aggiornate” soltanto in situazioni sociali di gruppo.

Se poi a questi momenti partecipano soggetti provenienti da spe-cialità o realtà diverse, nel puro spirito del volontariato, il con-fronto si arricchisce ed i risultati sono ancora più soddisfacenti.Perciò tutte le scuole di AG, sia a livello centrale che periferico,stanno adoperandosi per attuare collaborazioni e sinergie didat-tiche con altre Scuole o Commissioni. L’obiettivo è duplice:poter contare su formatori di alto livello e creare opportunità diconfronto allargate con soggetti ad alto livello di competenzaspecifica. Lo dimostrano le diverse collaborazioni con ilCNSAS, con le Commissioni Medica, Materiali e Tecniche,Speleo, ecc. Nell’ambito di chi eroga formazione, l’aggiorna-mento è necessario per recepire il mutamento dei bisogni e perattuare il relativo adeguamento delle proposte: le organizza-zioni centrali sono quindi impegnate in una continua revisionedei percorsi formativi anche in funzione dei rapporti con lealtre commissioni del CAI. Il principale momento di confron-to è il tavolo UNICAI, dove i presidenti delle otto commissio-ni confrontano i propri percorsi didattici e i propri piani di stu-dio per i vari livelli dei titolati di competenza.

Gian Carlo Berchi

Una formazione al passocon i tempi

AGALPINISMO GIOVANILE

Gian Carlo Berchi, direttore della Scuolacentrale di alpinismo giovanile, spiega lestrategie per arricchire le competenze

I nostri ragazzi al Camp UIAA

Avventure nelle Dragon Mountains

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Val Genova Ferma condanna della SATNella notte fra il 23 e 24 luglio in Val

Genova (TN) sono state date alle fiammedue casette del Parco Adamello Brenta,delle quali una è completamente bruciata,ed è stato manomesso il trenino che svol-ge il servizio navetta nella valle mettendoa rischio le persone che vi viaggiavano. Lostesso giorno, per la cronaca, uno dei rifu-gi storici della Val Genova, il Fontanabona, chiudeva per clamorosa pro-testa contro la mobilità sostenibile attuata dal Parco che prevede lachiusura al traffico privato nelle ore diurne, con un razionale ed effi-cente servizio di parcheggi a pagamento, trenino e bus navetta. I dannisono quantificati attorno ai 20 mila euro. Il Consiglio Centrale della SATha espresso, in un comunicato diramato il 3 agosto, “la più ferma con-danna per tali gesti criminali che vanno a colpire non solo un’istituzionema anche le persone che con il Parco lavorano e mettono in esercizio laloro professionalità”. A destare la preoccupazione dei dirigenti delSodalizio trentino sono anche altri atti intimidatori messi in atto sullemontagne trentine nell’ultimo periodo: come a Tremalzo nei confrontidel Centro di ricerche gestito dal Museo Tridentino di Scienze Naturali,e in Pazul nei confronti della segnaletica SAT. “Episodi questi ultimimagari meno gravi ma che testimoniano un progressivo degrado cultu-rale, un’insofferenza alle regole, un’incapacità di confronto, un’aggressi-vità verso le forme di tutela del bene ambientale” si legge ancora nelcomunicato SAT. Dove si chiede pubblicamente “che questi episodi, inparticolare quelli della Val Genova, vengano confinati nella loro dimen-sione che è quella delinquenziale, e che non vengano utilizzati in modostrumentale per dibattiti sulle politiche di gestione del territorio”, auspi-cando che “il confronto avvenga nelle sedi opportune e nei modi demo-cratici e civili che sono il tratto significativo di questa nostra terra tren-tina”. La SAT ribadisce inoltre la propria disponibilità “a mettere a dis-posizione la vasta conoscenza della realtà montana per contribuire allacrescita culturale, alla diffusione di un’educazione al rispetto dell’am-biente, alla ricerca di pratiche che siano sostenibili ambientalmente,socialmente ed economicamente”. Sulla responsabilità dei vergognosiattentati e sulla questione specifica della mobilità in Val Genova LoScarpone tornerà a dare notizia nei prossimi mesi.

QUICAIAttività, idee, proposte

Un programma di educazione ambientaledenominato REA, ovvero Energia RifugiAcqua, finanziato dal Fondazione Cariplo sui

bandi ambiente 2007, è stato pilotato dal CAILombardia dando la possibilità a 11 sezionilombarde (Besozzo, Canzo, Caslino d’Erba, Como,Erba, Gallarate, Germignana, Inverigo, Mariano,Merone, Saronno, Sesto Calende) di accompagnarei giovani delle scuole in aula e nei rifugi in unpercorso di consapevolezza sul tema dellasostenibilità ambientale e sulle scelte personali equotidiane, approfondendo in modo particolare temiquali i consumi energetici, la gestione dei rifiuti el’uso dell’acqua. Gli incontri in aula si sono svolti perstimolare la discussione, mentre in montagna si èimparato a percorrere sentieri e arrampicare insicurezza, con l’impegno complessivo di 78 volontariCAI e di 94 insegnanti. Gli studenti direttamentecoinvolti sono stati quasi mille, appartenenti a 15differenti scuole lombarde. Scopo della visita ai rifugiè stato indagare sulle scelte fatte in materia disostenibilità ambientale, lasciando libero spazio allafantasia degli studenti laddove fosse possibileimmaginare soluzioni alternative alle problematicheriscontrate. In particolare sono stati visitati 11 rifugi: ilrifugio Castiglioni e il rifugio Sesto Calende all’AlpeDevero, il rifugio Champoluc, la Capanna Merigettoa Monteviasco, il rifugio Città di Saronno alMacugnaga Belvedere, il rifugio Bertacchi al Lagod’Emet, il rifugio Prabello al Sasso Gordona, ilrifugio Salicina in Val di Lei, il rifugio Gesca al lagoCampo Moro.

Le sezioni aderenti hanno ricevuto finanziamentiper attrezzare il rifugio prima della visita deglistudenti, anche in funzione di una prosecuzione delprogetto nel corso degli anni futuri. Per l’annoscolastico 2009/2010 infatti il CAI Lombardia,appoggiandosi alla competenza didattica diNaturcoop (cooperativa sociale che opera nel campodell’educazione ambientale), propone la secondaedizione del progetto REA al fine di rinnovare ildialogo con le scuole e allargare la riflessione sullescelte quotidiane rivolte a comportamenti sostenibili.

Enrico Sala (coordinatore REA per CAI Lombardia) Tommaso Biganzoli (Naturcoop)

Energia, rifugi e acqua: educare alla sostenibilità

Dal 25 al 27 settembre si svolge a Prati di Tivo (TE) il secondoCorso nazionale per operatori di Tutela ambiente montanosul tema “Parchi e CAI: oltre le Convenzioni”. Il seminario

prevede una sessione di lezioni a cura di Filippo Di Donato([email protected], 339.7459870) e una sessionescientifica di comunicazioni (in poster o power point) presentatedai titolati delle varie regioni a cura di Agostino Esposito([email protected]) e Giorgio Maresi([email protected]). Saranno effettuate escursioni nell’areadel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il programma completo è disponibile sul sito del CAI. Ipartecipanti devono versare 30 euro entro il 10 settembre mediantebonifico al CAI (IBAN: IT48 W056 9601 6200 0000 0200 X27)indicando come causale “Corso Naz. Agg. TAM 2009/2°”.

Corsi

In Abruzzo operatori TAM

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Firenze “Parco sicuro” nel CasentinoUn progetto battezzato “Parco sicuro” è stato attuato dal Parco

nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna incollaborazione con il CNSAS. Sul territorio del parco operano duestazioni del Soccorso alpino (una sul versante toscano, l’altra su quel-lo romagnolo). La struttura operativa dovrà in particolare concorre-re all’organizzazione di iniziative e progetti che arricchiscano i presi-di e i supporti alla sicurezza delle persone che si trovano sul territo-rio, istruire e aggiornare il personale e le guide sulle tecniche di sicu-rezza, soccorso e utilizzo delle attrezzature, procedere a una verificaannuale della pericolosità dei sentieri che costituiscono la rete escur-sionistica ufficiale e attivare il progetto “ricerca dispersi” utilizzandosistemi cartografici informatizzati.

Castrovillari Svelare… il parcoLa Sezione di Castrovillari ha realizzato presso il rifugio Biagio

Longo a Campolongo di Mormanno una giornata di attività escursio-nistica, educazione ambientale e interpretazione naturalistica per lascuola elementare dell’Istituto Vittorio Veneto, tema “Svelare… ilparco: alla scoperta dei luoghi meno noti del territorio dell’area pro-tetta più grande d’Italia”. Hanno partecipato 55 alunni di terza e quar-ta con le maestre Carmen Aita e Lidiana Montalto, accompagnatidalle Silvio Carrieri, Antonello Parrilla e dal presidente del CAICastrovillari Eugenio Iannelli. “Informare e divulgare, formare e qua-lificare, educare”, spiega Iannelli, “diventa in questo scenario unmomento importante di consapevolezza e di responsabilità nellagestione e valorizzazione del territorio e dell’ambiente (naturale eumano), diventa il momento qualificante che avvicina il Parco allagente, così che la scienza naturalistica, l’ecologia, diventano com-prensibili per tutti”.

Fermo Piceno SotterraneoIl gruppo Cavità artificiali di speleologia archeologica della sezione

CAI di Fermo conduce fin dal 1995 una campagna di ricerche dellecavità artificiali di Firmum Picenum e di tutte le fortezze romane emedievali del territorio. Cunicoli scavati nell’arenaria, in argille plio-ceniche e rivestiti in cotto percorrono il ventre di castelli e cittàmurate in un’intricata maglia di budelli, pozzi, cisterne utilizzati dagliantichi piceni e dai romani per raccogliere le acque di falda.

Un mondo sotterraneo ricco di leggende e di misteri. Dalle esplora-zioni è nata una pubblicazione patrocinata dalla sezione di Fermo“Pozzi e cunicoli romani e medievali di Firmum Picemum” che rac-coglie tutte le ricerche delle opere idrauliche sotterranee della cittàromana. Attualmente il gruppo sta conducendo un’esplorazione conrelativi rilievi delle leggendarie “Grotte di Santità “ in Ripatransoneantico centro della civiltà Picena. Per informazioni MassimoSpagnoli, e-mail: speleo.massimo @alice.it.

Reggio Emilia Sui sentieri del “Pincio”Domenica 20 settembre la Sezione del Cai di Reggio con le

Sottosezioni di Cavriago (“Cani Sciolti”), Guastalla, Rubiera, S. Ilario(“Val d’Enza”) e Scandiano organizzano un’escursione intersezionalededicata, a poco più di dieci anni dalla sua scomparsa, ad Olinto

Pincelli, per tutti “il Pincio”, fondatore dei primi corsi di alpinismo edel Soccorso Alpino nei primi anni settanta, ricordato anche per lasua attività di arrampicatore alla Pietra di Bismantova.

Avezzano (AQ) Ottant’anni ben portatiLa Sezione di Avezzano (AQ, email: [email protected]) in occasione

degli 80 anni dalla fondazione ha organizzato una serie di eventi nelmese di agosto, anche in collaborazione con il Parco naturale regio-nale Sirente Velino. Tra questi una serie di attività rivolte ai ragazzi trai 12 e 16 anni residenti nel Comune di Poggio Picenze colpito dal ter-remoto del 6 aprile. Le attività sono terminate l’8 agosto con unavideo proiezione dell’alpinista Silvio Mondinelli.

Abetone (PT) Nasce il museo dello sciUn museo dello sci sarà realizzato all’Abetone, nella montagna

pistoiese. La proposta era stata formulata alla morte del campioneZeno Colò dalla biologa fiorentina Annalisa Berzi, responsabile scien-tifica per Toscana, Emilia Romagna e Sardegna del Club AlpinoItaliano. L’iniziativa, proposta dal Comune appenninico e fatta ➔

In queste pagine

Corsi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 36

I nostri cari . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 37

Soroptimist . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 38

Cai regioni . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 39

Medicina di montagna . . . . . . . . . pag. 40

Vita delle sezioni . . . . . . . . . . . da pag. 41

Piccoli annunci . . . . . . . . . . . . . . pag. 43

La posta dello Scarpone . . . . . . . pag. 46

Trenotrekking . . . . . . . . . . . . . . . pag. 47

Si è spento a Cuneo, in tarda età,Matteo Campia, illustre scalatore ealpinista delle Alpi Marittime cui si

devono numerose vie di roccia aperte apartire dagli anni Trenta. A salutarlo concommozione a Cuneo gli ultimi giorni diluglio c’erano tanti amici e alpinisti fra cuianche il presidente generale del CAIAnnibale Salsa che così ha volutoricordarlo: “Nel raggiungere la cima piùalta della vita hai testimoniato, con il tuoesempio d’uomo probo e con la tua passione di alpinista, i valoripiù sublimi del Sodalizio e la inseparabilità fra tensione morale,gentilezza d’animo ed amore per la montagna. Il nostro CAI,oggi più che mai, ha bisogno di questi riferimenti puri diautenticità e di onestà intellettuale.

“Caro Matteo riposa in pace tra le montagne nostre dellaGranda ed accogli il mio ultimo saluto d’amico sincero edaffezionato, insieme con il saluto di tutti soci ed amici dellamontagna”. Nel suo curriculum di alpinista figura il famososperone Campia alla Cima sud dell’Argentera, una via moltologica di IV grado aperta nel ‘37. Nel suo curriculum di uomomoltissime amicizie e buone parole. Campia fu nominato socioonorario del CAI nel ‘96, e la sua laudatio fu letta alloradall’accademico triestino Spiro Dalla Porta Xidias, che oggiricorda l’amico scomparso in una toccante lettera che LoScarpone sarà lieto di ospitare per intiero nel prossimo numero.“Troppo spesso ignorato perché modesto e schivo. Perché hasalito montagne, scalato pareti, aperto vie nuove non alla facilericerca di riconoscimenti ufficiali, ma per intima passione.L’autentico valore non si misura con articoli di giornali ointerviste televisive. Ma attinge alle più alte vette: quelle dellabontà e dell’elevazione spirituale” sono le parole di Spiro.

I nostri cari

Campia, eroe delle Marittime

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propria a suo tempo dalla Provincia di Pistoia, è stata ora appro-vata dal consiglio comunale abetonese. Ospiterà testimonianze ecimeli di grandi campioni dello sci: oltre a Colò “il falco di Oslo”, i leg-gendari Vittorio Chierroni, Celina Seghi, Alessandro e OlintoPetrucci, Rolando Zanni, Paride Milianti.

Alto Adige Addio nido d’aquila? Il rifugio Biasi, tra i più famosi dell’Alto Adige, è anche il più eleva-

to: un gioiello d’architettura montana a 3.195 m sulla punta delBicchiere, cresta sud di Cima Libera, nel gruppo dello Stubai. Il CAIdi Verona l’ha in gestione dalla proprietaria Provincia di Bolzano finoa dicembre 2010; ma ora mancano i soldi, e così per quest’anno, eprobabilmente anche per il prossimo, il nido d’aquila inaugurato nel1894 in onore della principessa Sissi rimarrà chiuso. E non si sa sealla sezione, allo scadere del contratto, verrà rinnovato o meno l’in-carico gestionale. Il CAI centrale è in trattativa con la Provincia bol-zanina: l’ultimo investimento rilevante per la ristrutturazione è statodi 250 mila euro, dei quali centomila finanziati dal CAI.

Paganella (TN) Il coro Sosat in grotta

12 elementi del Coro della Sosatsono entrati nelle viscere dellafamosa grotta Cesare Battisti finoalla magnifica sala del Domodove hanno eseguito “La Pa-ganella”. Un vecchio sogno percoristi e speleologi che hanno quiposto una lapide a ricordo degli80 anni dalla scoperta di questagrotta dedicata al martire irreden-tista trentino: “Il Gruppo speleo-logico di Lavis e il Coro Sosat in occasione dell’ottantesimo della sco-perta di questa grotta posero 1 agosto 2009”.

Parco delle Groane Nuove iniziative Nell’articolo “Una nuova cultura per l’acqua” apparso sullo

Scarpone di agosto il nome di battesimo del consigliere centrale LucaFrezzini è stato riportato erroneamente come “Gianluca”. Va sottoli-neato che la presenza di Frezzini al convegno era in qualità di respon-sabile dell’area tecnica del Consorzio Parco Groane, ente che haavuto l’onore di ospitare il convegno e di mettere a disposizione leproprie strutture per la riuscita dell’evento.

È stata quindi espressa da parte dell’ente grande soddisfazione peruna iniziativa del CAI presso la sede del parco, auspicando una sem-pre maggiore partecipazione del sodalizio nei procedimenti di valu-tazione ambientale di piani e programmi.

Alpi Liguri Fraternità montanara“Le montagne dividono le acque e uniscono gli uomini”. Questo il

motto riportato sulla nuova “Stele della fraternità montanara” inau-gurata domenica 2 agosto sul crinale del Monte Saccarello (2200 m),al confine fra Francia, Piemonte e Liguria e al centro della comunitàbrigasca di cultura occitana.

Promotori dell’iniziativa, cui ha preso parte il presidente generaleAnnibale Salsa, le sezioni CAI di Bordighera, Ceva, Garessio, Imperia,Ormea, Sanremo, Ventimiglia unitamente ai comuni di Triora (IM), LaBrigue (Francia), e Briga Alta (CN).

Carrara Suonare come parlareVenticinque bambini da 3 a 13 anni insieme con i loro genitori e due

maestre di musica, Alessandra Allocco e Maria Grazia Citterio, dellascuola di musica Suzuki “Suonare come parlare” di Sarzana (SP) sisono ritrovati dal 18 al 21 giugno al rifugio Carrara (Campo Cecina)per suonare insieme e vivere in armonia. La montagna si è rivelata unluogo eccellente per praticare “la metodologia della lingua madre”,dove ogni bambino può suonare uno strumento e attraverso l’ascol-to, l’ambiente favorevole e il coinvolgimento attivo della famigliaviene stimolato in un ambiente positivo di stima e fiducia.

Arezzo Sentiero MatteagiLa mattina del 16 aprile erano in tanti a ricordare Gian Paolo

Matteagi, compianto presidente della Sezione di Arezzo, per l’inaugu-razione del nuovo sentiero n. 531 “Gian Paolo Matteagi”, una caval-cata di 4 ore sulle colline sopra la città di Arezzo in direzionedell’Alpe di Poti (873 m), delle Pievi romaniche di Pomaio e S.Marino,della fresca valle di Molinelli: uno scenografico susseguirsi di scorcisulla cinta muraria della città, sui tanti campanili affacciati sui boschiverdi che la circondano. “Un sentiero nella bellezza delle nostre col-

QUI CAI Attività, idee, proposte

Nel corso del 19° Congresso europeo del SoroptimistInternational, associazione impegnata per lapromozione e il sostegno delle donne nel mondo, che

si è svolto ad Amsterdam dal 10 al 12 luglio, è statoconsegnato al nostro direttore Paola Peila il Best PracticeAward per aver raggiunto l’obiettivo di “assicurare lapromozione della donna nel management, nella politica e neiprocessi decisionali”.

Con l’avvio della sua presidenza del Soroptimist ClubMilano alla Scala nel 2008, Peila ha lanciato infatti ilprogramma “Donne e sviluppo” che si è articolato in unaserie di incontri con personalità che ricoprono ruoli apicali indiversi settori, per conoscere il loro percorso professionale ela loro esperienza nel conciliare famiglia e lavoro. “Sonoveramente felice di questo riconoscimento - ha detto ildirettore del CAI - che premia l’impegno e la capacitàprogettuale per sostenere e promuovere giovani donne chefaticano ad entrare nel mondo del lavoro, ancora troppo pocopresenti nei centri decisionali strategici”. Congratulazionivivissime dalla redazione e da tutti gli amici del CAI.

Soroptimist

Premiato l’impegno di Paola Peila

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line per ripensare all’eredità che Matteagi ci ha lasciato, oltre 1000km segnati sul territorio (vedi www.caiarezzo.it/cartografia-cai).Amico che ti abbracciava già con lo sguardo, dotato di una franchez-za disarmante, ma soprattutto amante della compagnia dei suoi amicidel CAI. Lo ricordiamo con tanta nostalgia, ma con la certezza diavere avuto e incontrato una persona preziosa senza la quale la sto-ria della nostra sezione non sarebbe stata uguale”.

Valsesia TAM, di scoperta in scoperta

Classica traversata Rima – Alagna in Val Sermenza per un gruppo di36 soci torinesi della TAM (Tutela Ambiente Montano) guidato daLodovico Marchisio che gentilmente ce ne offre un entusiastico reso-conto. “Dopo aver visitato Rima, il comune più alto d’Italia nel Parcodell’Alta Valsesia, con i suoi musei del “Marmo artificiale” e la“Gipsoteca Della Vedova” abbiamo percorso il 12 luglio in una gior-nata piovigginosa il sentiero n. 96 (variante all’anello walser) ammi-rando alcune importanti emergenze ambientali, come le stupendebaite walser di Valmontasca e dell’Alpe Vorco (2075 m), l’Alpe Venghi(2042 m) e l’Alpe Mud (1890 m) in cui la mandrie pascolano in anna-te meno rigide di questa, dove abbiamo potuto ammirare le antichebaite in pietra addossate alla roccia sulla quale scivolano le valanghesenza arrecare danni. Nella parte bassa una scalinata in pietra cilascia esterrefatti. Sembra quasi impensabile un artigianato così per-fetto nel sovrapporre lastre di pietra pesantissime, e ci è rimasta lacuriosità di come siano state piazzate” scrive Marchisio. La traversa-ta si è conclusa a Pedemonte, luogo di antica transumanza coloniz-zato dai walser alla fine del tredicesimo secolo.

Pordenone Il CAI in 186 pagineÈ stato presentato con grande partecipazione di pubblico il libro “I

nostri alpinisti sulle montagne del mondo”, edito dalla Sezione diPordenone con il contributo della Regione e la cura dei soci RobertoBarato, Gianni Furlanetto e Diego Stivella. Dedicata alla memoria diTullio Trevisan, accademico del GISM, la monografia di 186 paginedocumenta la storia dell’alpinismo pordenonese con una moltitudinedi notizie utili sia per consultazione sia per studio. “Con questo testoci si può rendere conto quanto sia prolifico l’interesse della nostragente per i monti, da quelli di casa ai più reconditi angoli del globo.

È un libro che accresce il patrimonio storico/culturale della Sezionee mette l’appassionato in condizione di trovare stimoli nuovi per vive-re la propria avventura”. Info: www.cai.pordenone.it, tel 0434522823.

Mestre (VE) Alberi delle AlpiIl Comitato scientifico Veneto Friulano e Giuliano, in collaborazio-

ne con la sezione CAI di Mestre, propone da ottobre a dicembre, pres-

so la sala Municipalità di Marghera, “Boschi e alberi delle Alpi” quin-ta edizione: 9 lezioni tenute da esperti relatori e dirette dall’ONGianni Frigo. Il 9/10 nella sede del Carso a Marghera, alle ore 20,45 ilcorso sarà introdotto dalla conferenza: “Musiche, magie, silenzi delbosco di montagna” a cura di M. Zanetti. Ingresso libero.

Informazioni e iscrizioni: Ugo Scortegagna presidente CSVFG (tel.3383858297) e Paolo Gatto del CAI Mestre (tel. 3393138791 –[email protected]). Programma completo su www.caimestre.it ewww.caicsvfg.it.

Voghera (PV) Sulla CordilleraTre alpinisti pavesi si sono cimentati in agosto nel concatenamento

di tre cime della Cordillera Real in Bolivia: il Pequeno Alpamayo(5350 m), l’Huayna Potosi (6088 m) e l’Illimani(6462 m).

Della partita Massimo Pastorelli, quarantaseienne capo spedizione,Francesca Disperati e Gabriele Cecchin. La Sezione di Voghera hapatrocinato l’iniziativa fornendo assistenza tecnica e materiali.

Bordighera (IM) 32a festa della montagna Domenica 6 settembre a Colla Melosa (1545 m) nel Comune di

Pigna (IM) la Sezione di Bordighera organizza la 32a Festa della mon-tagna all’interno del neonato Parco naturale regionale delle AlpiLiguri. Verranno consegnate le “Aquile d’oro” ai soci con 25 e 50 annid’iscrizione al Sodalizio.

A seguire la messa, il pranzo e un coté di giochi quali tiro alla fune,corsa nei sacchi, bandiera e balli campestri.

L’importante iniziativa del CAI Piemonte con la RegionePiemonte denominata “Premio fedeltà ai rifugi” siinserisce nell’ambito delle attività previste dal Protocollo

d’intesa recentemente firmato al fine di implementare ladivulgazione, la comunicazione e la promozione dell’offertaturistica della montagna. I tesserini distribuiti nei rifugi possonoraccogliere fino a 20 timbri diversi di rifugi dell’alto e bassoPiemonte e tutti coloro che li restituiranno timbrati riceverannoun attestato di fedeltà e un distintivo personalizzato. Permaggiori informazioni: [email protected], tel. 0115119480.

Umbria, si rinnova il direttivo

L’Assemblea dei Delegati delle sette sezioni dell’Umbria havotato il nuovo CDR. Alla Presidenza Regionale è statoeletto l’ex Presidente della sez. di Terni Stefano Notari, il

quale sarà coadiuvato dal Vice Presidente Mario Andreoli(Spoleto), e dai Consiglieri Moravio Del Gaia (Città di Castello),Christian Severini (Gualdo Tadino), Giulio Fiorucci (Gubbio),Giorgio Vitali (Foligno), Marcello Ragni (Perugia), Oriana Marchi(Terni). Alla Segreteria è stato chiamato Giovan Battista Virili(Terni) già componente del CDR e in precedenza Presidentedella Delegazione Umbria, inoltre fanno parte del Collegio deiRevisori Filippo Teglia (Foligno), Piergiorgio Castellani (Spoleto).Gianfranco Pandori (Terni). Per quanto riguarda i Probiviri ilcollegio è così composto Cesare Augusto Massoli (Foligno),Marcello Cesaroni (Gubbio) e Laura Cavadenti (Spoleto). Il neoPresidente nella prima riunione plenaria del CDR, a cui hannopartecipato i Presidenti di sezione e i componenti dei variOTPO, ha illustrato il programma triennale che intende svolgeree le politiche del gruppo da perseguire, ispirate dalleconclusioni del Congresso Nazionale di Predazzo dello scorsoautunno. La sede del gruppo è presso la sez. di Terni in viaFratelli Cervi n. 31 tel. /fax 0744 286500 cell. 3469483434 e-mail [email protected]

CAI Regioni

Piemonte, un premio fedeltà

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Milano Vie storiche alla SEMVenerdì 11 settembre alle 21 la Società Escursionisti Milanesi orga-

nizza una serata culturale presso la sede di via Volta 22 a Milano inoccasione della presentazione della guida turistica “Da Bergamo aCoira lungo le vie storiche” da parte del geologo Guido Mazzoleni.

Una ricognizione storico-fisica della regione dei Laghi Insubricinelle Alpi centrali, dove la particolare disposizione valliva ha facilita-to importanti vie di comunicazione tra il Rheinwald grigione e l’Italiasettentrionale, fin dal I secolo d. C.

Gran Sasso Ferrate impercorribiliSulla ferrata “Ricci” della Vetta Orientale del Corno Grande, la fer-

rata “Danesi” e il sentiero attrezzato “Pierpaolo Ventricini” del Corno

Piccolo alcuni dei sistemi di ancoraggio risultano divelti. “Sono tut-tavia da escludere cause addebitabili al recente sisma del 6 aprile” cicomunica cortesemente il presidente del CAI Teramo Luigi DeAngelis. Per la ferrata “Brizio” del Corno Grande è ancora in fase diapprovazione il progetto di manutenzione da parte dell’Ente ParcoGran Sasso-Laga. “Si sconsiglia quindi di percorrere detti itinerarianche se provvisti di adeguata attrezzatura, facendo altresì presenteche si declina sin da ora ogni responsabilità per eventuali danni a per-sone o cose”.

Ancona Con i piccoli nei SibilliniLa Sezione di Ancona ha organiz-zato un’escursione per grandi epiccoli nel Parco nazionale deiSibillini da Calcara di Ussita(MC) alle Sorgenti di Panico, allependici del Monte Bove (2112 m).

Tutti i giovanissimi partecipantihanno raggiunto la meta. Un’altraescursione è stata effettuata nelParco naturale Gola della Rossa eFrasassi, nella zona MonteRevellone (841 m) Falesia diCastelletta.

Dopo una breve salita sul monte Revellone i partecipanti si sonoritrovati nella palestra di arrampicata di Castelletta dove con l’aiutodegli istruttori della scuola di alpinismo La Fenice (www.scuolalafe-nice.it) hanno giocato alla arrampicata. Ai piccoli partecipanti chehanno vissuto un’esperienza interessante e allegra in montagna congenitori, zii e nonni è stata consegnata la spilla del Club AlpinoItaliano, mentre grande soddisfazione e un sentito ringraziamento èstato espresso agli accompagnatori di escursionismo e agli istruttoridi alpinismo. (Renato Giacomucci)

Viterbo Medicina di montagnaSarà la giovane ma dinamica sezione di Viterbo a ospitare all’hotel

Terme Salus il 23 e 24 ottobre il convegno “Progressi in medicina dimontagna”, organizzato dalla Società italiana di medicina di monta-gna con il supporto dello stesso CAI di Viterbo, del Comune edell’Ordine dei medici di Viterbo e il sostegno della Commissionecentrale medica. Il 23 interverranno Paolo Cerretelli, GuglielmoAntonutto, Gaetano Cairo, Giuseppe d’Onofrio e Claudio Marconi,Giovan Battista Laurenti ed Enrico Donegani che presenterà il nuovomanuale di Medicina di montagna.

Il 24 sarà la volta di Corrado Angelini, Camillo Di Giulio, AlbertoBraghiroli, Giuseppe Insalaco, e per concludere Maria Di Paola pre-senterà i risultati delle risonanze magnetiche nucleari encefaliche inalpinisti d’alta quota. Sono stati richiesti i crediti formativi per medi-ci e infermieri professionali, a numero chiuso. L’iscrizione al con-gresso è gratuita ma obbligatoria. Informazioni sul sito www.medici-nadimontagna.it o su www.caiviterbo.it.

QUI CAI Attività, idee, proposte

“Da questa rete di scuole e dal CAI è stato realizzato unmodello di riferimento molto importante per quanti voglionoimpegnarsi concretamente verso l’ambiente”. Così la direttricedel Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano Franca Zanichelliall’inaugurazione del nuovo itinerario turistico della Torre delleBarbici nell’isola di Capraia il 2 giugno.

Un affascinante percorso di circa 3 km nella parte norddell’isola, a mezza costa sul mare. Per recuperarlo, liberandolodalla macchia mediterranea, gli studenti veneti aiutati da sociesperti e accompagnatori di AG delle sezioni di CastelfrancoVeneto (TV), Treviso e S. Donà di Piave (VE) hanno impiegatodue anni di duro lavoro utilizzando il tempo dedicato alle gitescolastiche.

Accompagnati dai docenti le classi si sono avvicendate in turnisettimanali, da febbraio a maggio 2008 e 2009, alternando illavoro manuale a quello di studio approfondito dell’isola.

All’inaugurazione erano presenti fra gli altri il sindaco diCapraia Maurizio Della Rosa, i dirigenti di “Scuole outdoor inrete”, diversi dirigenti scolastici e più di duecento tra studenti,docenti, turisti e soci del CAI di Terni che hanno poi percorso ilnuovo tracciato descritto in un depliant plurilingue disponibileora presso la Pro Loco. L’evento è stato preceduto il 31 maggioda altre due inaugurazioni in concomitanza con la 9° Giornatanazionale dei sentieri: la mostra “Capraia laboratorio a cieloaperto” e l’apertura del percorso turistico-naturalistico“Reganico” collegato al concorso “100 Montagne”.

Nella mostra, predisposta alla Torre del Porto, sono statiesposti numerosi pannelli che testimoniano l’impegno e irisultati ottenuti dagli studenti delle scuole “ITG “Scarpa” di S.Donà di Piave, del Liceo “Canova” e del “Duca degli Abruzzi” diTreviso, della Scuola media “Casteller” di Paese, dell’ITG“Marinoni” di Udine e dell’ITCG “Sansovino” di Oderzo (TV): irecuperi della strada vicinale del Reganico del 2006 (lunga1.015 m e valorizzata nel 2009 come percorso turistico corredatoda una guida turistica in plurilingue) e di S. Rocco del 2007(lunga 850 m, che collega il Porto con la strada per il Semaforodel Monte Arpagna); il rilievo topografico delle Torri delle Barbici(già della Regina) e di Monte Capo; l’attivazione di unlaboratorio per la lavorazione della pietra locale.

Particolare risalto è stato dato alla presentazione del progettointegrato di riqualificazione dell’area di Monte Arpagna dove glistudenti dell’ITG di S. Donà e Udine hanno presentato i rilievidello stato di fatto (casa dei marinai, del capo e del Semaforo)proponendo un piano di recupero dell’area con la progettazionedi un centro di avvistamento astronomico e dei cetacei.

Iniziative

Capraia, un’isola di sentieri

Èstato archiviato il progetto di estrarre petrolio nel Parcoregionale del Curone e Montevecchia, come si apprendedal sito del Ministero per lo sviluppo economico -

Dipartimento per l’energia http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it.Un successo anche per le quattro sezioni del CAI della Brianza

meratese (Calco, Merate, Montevecchia e Rovagnate) che hannoaderito (LS 8/09) al comitato civico che chiedeva l’archiviazionedel progetto alla Regione Lombardia e al Ministero per losviluppo economico.

Brianza

Niente trivelle nel Parco

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 41

MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/01 02.86463516 Fax [email protected] Lu Ma Gv 14-19Me Ve 10-19 Sa e festivi chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca Ma Gv 10-12,30 e 14-19 Apertura serale Ma 21-22,30■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2009.Presso la Segreteria e telefonica-mente, utilizzando la carta di credi-to, è possibile rinnovare la propriaadesione alla Sezione di Milano delCAI per il 2009. Da quest’anno spe-ciale agevolazione sulla quota“Ordinario” riservata ai soci tra i 18e i 30 anni. Quote associative per il2009: Ordinario con più di 30 anni€ 48,50; tra 18 e 30 anni € 37,00;Famigliare € 27,50; Giovane €

18,50; Vitalizio € 13,70.■ ESCURSIONISMO. 5-6/9/09Monte Emilius (Alpi Graie); 13/9Passo della Croce (Val Seriana); 19-20/9/09 Pizzo Stella (Valle Spluga);27/9 Pizzo dei Tre Signori (daPescegallo - Orobie Occidentali);4/10 Becca d’Aouille - Ferrata(Valgrisenche); 11/10 Laghi delVenerocolo (Alpi Orobiche); 18/10Monte Cadelle (Orobie bergama-sche).■ 19° CORSO DI ARRAMPICATALIBERA 2009. La ScuolaParravicini della sezione di Milanodel Club Alpino organizza il 19°Corso di Arrampicata che si svol-gerà da metà settembre sino a fineottobre. Il corso rappresenta l’op-portunità di entrare nel mondo del-l’arrampicata sperimentando suroccia l’applicazione dei fondamen-tali e delle tecniche individuali d’ar-rampicata oltre alle indispensabilimanovre e tecniche di assicurazio-ne indispensabili per arrampicarein sicurezza in falesia su monotiri.E’ un corso base, aperto a tutti,per consentire di proseguire poi inmodo autonomo l’attività di arram-picata in falesia. Martedì 15 set-tembre 2009, alle ore 21 presso lasede della sezione di Milano delCAI, via S. Pellico 6, serata di pre-sentazione e iscrizioni. Previste 6lezioni infrasettimanali serali teori-co/pratiche in palestra o presso la

sede il martedì sera e 6 giornate diarrampicata in falesia. Inizio corsoil 22/9 e termine il 27/10. La quotadi iscrizione € 280,00 comprendel’utilizzo del materiale comune diarrampicata, materiale didattico ecopertura assicurativa infortuni. Gliallievi ammessi al corso dovrannoessere in regola con l’iscrizione2009 al CAI e presentare un certifi-cato medico attestante il buonostato di salute. PROGRAMMA:15/9 presentazione corso e iscrizio-ni; 22/09 apertura corso – pale-stra; 29/9 palestra; 4/10 arrampi-cata in falesia; 6/10 palestra; 10/10arrampicata in falesia; 11/10arrampicata in falesia; 13/10 pale-stra; 18/10 arrampicata in falesia;20/10 palestra; 24/10 arrampicatain falesia; 25/10 arrampicata infalesia; 27/10 Sede Cai Milano.Tutte le informazioni in merito alprogramma e all’attrezzaturanecessaria saranno comunicate inoccasione della presentazione delcorso, martedì 15 settembre. Ildepliant illustrativo sarà disponibilepresso la segreteria della Sezionedi Milano del C. A.I., in via S.Pellico 9 Tel. 02/86463516, sul sitowww.caimilano.eu e www.caiparra-vicini.it, dal mese di Luglio.■ SCUOLA NAZIONALE SCIFONDO ESCURSIONISMO. 21/9presentazione in sede dell’attivitàdella scuola per la stagione inver-nale 2009-2010, con i tradizionalicorsi di sci di fondo escursionismoper principianti e sciatori più esper-ti, quest’anno due nuove attività

didattiche, uno stage di telemark eun corso avanzato di sci di fondoescursionismo.■ GINNASTICA PRESCIISTICA. Il1/10 inizia il corso di ginnasticapresciistica, con la direzione di unistruttore Isef. nella palestra delCentro Sportivo Saini il martedì e ilgiovedì dalle ore 19 alle ore 20(primo turno) e dalle ore 20 alleore 21 (secondo turno), ultimalezione del primo modulo il 22/12,gli iscritti al corso riceveranno unomaggio utilissimo anche per legite sulla neve…il cui calendarioverrà presentato in sede il 19/10.■ SKI-ROLL. Il corso prepara allaprossima stagione sciistica, è arti-colato in due lezioni nei parchi cit-tadini 24-31/10, e una 7/11 sullapista di Chamues - Schanf(Engadina).■ NORDIC WALKING. Il corso èsuddiviso in due livelli, principiantied esperti; 14/9 in sede ore 21,presentazione del Corso e lezionesull’utilizzo del cardiofrequenzime-tro; 20/9 dalle 9,30 alle 12,30prima lezione pratica, nozioni sul-l’ambiente; 27/9 seconda lezionepratica, nozioni sull’ambiente; 4/11terza lezione, uscita in località dadefinirsi; 17-18/10 week end in ValMasino con pernottamento pressoil Centro della Montagna; sul nuovosito www.nordicwalkingmi.org pro-grammi dettagliati, consigli e pro-poste e programma gite.■ ATTIVITÀ GIOVANILI - ALPES:20/9 Zucco di Sileggio (GruppoGrigne); 24-25/10 Notturna al

Rifugio Rosalba (gruppo Grigne)- FAMILY: (per soci giovani sino a10 anni di età,accompagnati daigenitori). 13/9 Val Vogna (Gruppodel Rosa); 11/10 San Pietro alMonte (triangolo lariano).■ GRUPPO ANZIANI. 2-3/9Zuccone Campelli (Valsassina);9/09 Monte Tovo (Valle di Oropa-Prealpi Biellesi); 16/09 RifugioBenigni (Val Gerola-Orobie valtelli-nesi); 23/09 Lago del Checrouit(Val Veny); 30/09-2/10 Tre giorni inVersilia (Alpi Apuane); 07/10/09Monte Timogno (Valle seriana);14/10 Bric Paglie (Prealpi Biellesi);ritrovo in sede il Martedì dalle14,30 alle 17. Opuscoli informatividisponibili in Sede.■ MILANOMONTAGNA LIBRI. LaCommissione Culturale in sinergiacon la Biblioteca della MontagnaLuigi Gabba del CAI Milano e con lacollaborazione del Gruppo ItalianoScrittori di Montagna, promuoveanche quest’anno un intenso ciclodi incontri letterari: 22/9 conversa-zione con Domenico Flavio Ronzonie presentazione del libro “Achilleratti il prete alpinista che diventòPapa”; 6/10 conversazione conMarco Dalla Torre e presentazionedel libro “Antonia Pozzi e la monta-gna”; 20/10 conversazione conMarco Albino Ferrari e presentazio-ne del libro In viaggio sulle Alpiluoghi e storie di alta quota”; 3/11conversazione con GiuseppeGarimoldi e presentazione del libro“Giorgio Gualco l’aventura alpina”;10/11 conversazione con AdrianoGaspani e presentazione del libro“Astronomia ed antica architetturasull’arco alpino”. Tutti gli incontriaperti al pubblico si terranno

QUI CAI Vita delle sezioni

Domenica 25 ottobre 2009 , alle ore 15, pressol’Auditorium del Centro Culturale San Fedele in Milano,con il patrocinio congiunto della Presidenza Generale del

CAI e dell’Unione Società Corali Italiane – Delegazione diMilano, si terrà un concerto di canti popolari e di montagnaeseguito dal Coro SAF/CAI Udine diretto dal M° Andrea Toffolinie del Coro CAI Milano diretto dal M° Roberto Pellegrini. L’eventomusicale, che vedrà la partecipazione straordinaria del CoroSeniores del sodalizio milanese diretto dal M° Riccardo Scharff,vuole cementare l’amicizia tra le due corali e rinnovare lasolidarietà alle popolazioni d’Abruzzo colpite dal sismaattraverso la promozione della campagna di raccolta fondilanciata dal Club Alpino Italiano. La manifestazione è pubblicacon ingresso libero.

Insieme per l’Abruzzo

Concerto dei coriSAF/CAI Udine e Cai Milano

Indirizzi e programmi

aggiornati dellesezioni del CAI

si possono scaricare sul proprio PC

consultando il portale

www.cai.it

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in Sala Romanini con inizioalle ore 18:30. ■ CAIMILANCINEFORUM: INCON-TRI CON IL NUOVO CINEMA DIMONTAGNA. La CommissioneCinematografica in sinergia con laCommissione Scientifica GiuseppeNangeroni presenta un ciclo di treserate di proiezione che si terrannocon inizio alle ore 21 in sede: 10/11l’arte di arrampicare - “CannabisRock” di Franco Fornaris (52’)Italia - “The Wall” di Lim II Jin,Corea del Sud, Premio MarioBelllo al Festival di Trento 2008;17/11 selezione dal SondrioFilmfestival; 24/11 i grandi classi-ci - “La tragedia della parete Norddell’Eiger (91’) di Gerhard Baur ,Germania, 1984 - “Masino primoamore” (37’) di Adalberto Frigerio,Italia, 1975 – “L’uomo di legno”(42’) di Fulvio Mariani, Svizzera,1995; le proiezioni sono pubblichee gratuite.■ PARLANDO DI MONTAGNA.Presentato ufficialmente il pro-gramma per la prossima stagione:12/1 Davide Cenadelli Le montagnedel sistema solare; 26/1 LucaNovelli Dalle Galapagosall’Australia, i vulcani e gli atollivisitati da Charles Darwin; 09/2Franco Brevini Alla scoperta delgrande Nord; 23/2 Adriano GaspaniLuoghi sacri protostorici in Vald’Intelvi; 9/3 Giancarlo CorbelliniSentiero Italia: realtà o sogno spez-zato; 23/3 Mattia Sella Studi geolo-gici, geofisici e cartografici nellespedizioni italiane all’inizio del1900 in Karakorum; 6/4 GianniPasinetti K2 da Nord: tra deserto eKarakorum. Tutti gli incontri si ter-ranno in Sala Romanini con inizioalle ore 21.

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581 Lu 18-20 - Mer 18-22,30www.edelweisscai.itinfo@edelweisscai.itwww.escursionismo-edelweisscai.it recapiti telefonici: 02/89072380■ CORSO FONDO ESCURSIONI-SMO. Dal 1° settembre sono aper-te le iscrizioni al corso di sci fondoescursionismo principianti, progre-diti, pattinato.■ TREKKING. 27/10-16/11 Bir-

mania sulle orme del Budda eBurma Road■ ESCURSIONISMO. 6/9 ValpellineRif. Aosta; 12-13/9 Veneto M.Pelmo; 20/9 Lombardia PizzoArera; 27/9 Lombardia Ferrata ecreste del Resegone; 4/10Piemonte Canza V. Formazza; 11/10Svizzera Capanna Albagno; 11/10Trentino Ferrata Pisetta; 18/10Lombardia Monte Alfeo; 25/10Liguria Miniera di Lavagna; 1/11Lombardia Sentiero del Viandante;8/11 Liguria Monte Cordona; 14/11gita Culturalgastronomica■ MOUNTAIN BIKE. 29/8 V.D’Aosta valle di st. Barthelemy; 6/9Lombardia La ciclabile del canaleVacchelli; 11-13/9 TrentinoAltipiano di Brentonico; 25-27/9Liguria Val d’Aveto; 3/10 CantonTicino M. Arbostera■ ALPINISMO. Settembre ottobrecorso di Alpinismo ARG1 (13/6 ini-zio iscrizioni)■ GINNASTICA PRESCIISTICA.Dall’1/9 sono aperte le iscrizioni alcorso di ginnastica presciisticaall’Arena Civica martedì e giovedì18,30-19,30 e 19,30-20,30.I partecipanti sono coperti daassicurazione infortuni.

EDISONGRUPPO IL SENTIEROc/o Cai Sezione di Milano■ ESCURSIONI. 12-13/9/ campa-nili del Latemar (Dolomiti-Val diFiemme); 20/9 Muott Ota (m-2400Engadina-CH); 27/9 Colma diBasagrana (Valvigezzo); 4/10Rifugio Calvi (m 2035 Orobie-Valbrembana); 18/10 Forte diFenestrelle (Val Chisone).

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113 (entrata da Via Bramantino, 4)20155 Milanotel. 339 [email protected] 21,15 - 23■ ESCURSIONISMO “PATRIZIAPAGANI”. 13/9 Monte Limidario(2187) Centovalli-Svizzera, daCortaccio, 1067 – disl. 1121m,salita 4 h, diff. E (G.Gobbi); 20/9Pizzo Tambò (3279) Gita alpinistain Valle Spluga: da Vallespluga,2113 – disl. 1166m, 4 h, diff. F (R.Bana).

■ I BAMBINI E LA MONTAGNA.13/9 info e iscrizioni:[email protected]■ RIFUGIO FALC. 17-18/10Quest’anno festeggeremo il 60°del nostro rifugio.■ CORSO ALPISMO SU ROCCIA –AR1. 15/9 Presentazione corso eiscrizioni. Rivolto a chi già frequen-ta la montagna o la falesia e vuoleavvicinarsi all’arrampicata su roc-cia. Si articola su 7 lezioni teoriche(il giovedì) e 7 pratiche in monta-gna e falesia. Calendario: teoria -17/9, 24/9, 1/10, 8/10, 15/10,22/10, 29/10; uscite - 27/9, 3-4/10,18/10, 25/10, 31/10-1/11. ■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Martedì e giovedì dalle 19 alle 23.Info: Sandro ([email protected]).■ PRESIDENZA. La presidenza èassunta pro-tempore dal vice-pre-sidente Andrea Taddia.

GAMVia C.G. Merlo, 320122 MilanoTel./fax 02.799178e-mail: [email protected] e Gio 21-23■ ALPINISMO – ESCURSIONI-SMO. 12-13/9 GRAND ASSALY3166 m (Valle di La Thuile) - da LaThuile in circa 3.30 ore al rifugioDeffeyes, m 2495, il giorno suc-cessivo salita al Grand Assaly,attraverso il Ghiacciaio del Rutor.Possibilità di escursioni menoimpegnative: il vallone e i laghi diBella Comba,2300 sotto il rifugio; ilpasso di Planaval 3020 sulla vianormale per la Testa del Rutor,Info: Ettore Fumagalli (tel.3358476066; e-mail: [email protected])■ I BAMBINI SI DIVERTONO INMONTAGNA. 19-20/9 – RifugioPapa (1928 m) – Pasubio -Sentiero degli eroi/delle gallerie –La parte sommitale del Pasubio èquella dove italiani ed austriaci sisono affrontati dal giugno 1916 alnovembre 1918. Da Pian delleFugazze (1162 m) una navetta ciporterà alla Galleria d’Havet (1797m) da dove comincia il sentierodegli eroi che ci condurrà al rifu-gio. Da qui verso il Monte Palon(2232 m) con panorama comples-sivo del teatro di battaglia. Il gior-

no successivo attraverso la stradadelle 52 gallerie, delle quali alcuneveramente spettacolari, svolgendo-si a volte ripetutamente a spiraleall’interno della montagna si arrivaalla Bocchetta Campiglia (1216 m)e quindi al Pian delle Fugazze. Info:Claudio Demichelis 02 [email protected], MarcoBarsanti @fastwebnet.it■ 37° GENTILIN. 27/9 Si rinnovala bella tradizione che assegna aisoci più anziani il trofeo che ricor-da il lampioncino sotto cui si radu-navano l fondatori del GAM.

GESAvia Kant 8 - 20151 MilanoPer informazioni:Ornella tel. 0238008844Fausta tel. 0238008663Mar. 21 - [email protected]■ ATTIVITÀ. 11-12/9 BocchetteAlte (Brenta) EEA; 26-27/9 RifugioDondena (Valle d’Aosta) mt. 2186E; 4/10 pedalata; 11/10 SassoCavallo mt.1923 E; 18/10 casta-gnata.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02-653842Fax. 02-62066639C.P. 1166 - 20101 Milano [email protected]. 15-19 Gio. 21-23.Segr. e Biblioteca: gio 21-22,30.■ COMMISSIONE SCIENTIFICO-CULTURALE. 11/9 h. 21,00 in sedeGuido Mazzoleni presenta“Attraverso le Alpi… lungo le viestoriche” e la guida “Da Bergamo aCoira”.■ CORSO MOUNTAIN BIKE. 8/9 h.21,00 in Sede Presentazione ediscrizioni al corso di MTB organiz-zato dal gruppo SEM “Raggio perraggio”.■ PREMIO M. MERONI. La scuola“Silvio Saglio” con il patrociniodella Scuola Regionale Lombardadi Alpinismo promuove la 2^ edi-zione del premio intitolato aMarcello Meroni, possono esserecandidati al premio tutti i SOCIdelle sezioni lombarde del CAI chesi siano distinti, nel corso dell’an-no odegli anni precedenti, per l’a-

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QUI CAI Vita delle sezioni

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 43

ver portato a termine iniziative dipuro volontariato in ambito CAI, lecandidature devono pervenire entroil 26/9, maggiori info al sitohttp://www.caisem.org/4s-pre-miomm.htm”■ GITE SOCIALI. 5-6/9 Cimad’Asta (m. 2847) in Valsugana EE;12-13/9 Mont Glacier (m. 3185) inVal d’Aosta EE; 20/9 Camaggiore -Triangolo Lariano nelle Prealpi E;27/9 Con l’alpinismo giovanile inVal di Mello, Alpi Retiche E; 4/10Alpe Cima (m. 1875) in ValChiavenna E■ NEWSLETTER. Chi desidera riceverla, scriva a: [email protected]■ CAMMINARE TRA CASTELLI EFORTEZZE. 2/10 ore 21.00 insede Diego Cartasegna e ClaudioPriarone, autori di numeroseguide escursionistiche piemonte-si, illustrano una serie di escursio-ni ad alcune delle principali strut-ture fortificate del Piemonte, par-tendo dal confine con la Liguria el’Emilia Romagna, passando perle Alpi Liguri, le Marittime, leCozie, fino ai rilievi ossolani e dellago Maggiore, escursioni inmezzo a boschi, prati, rocce epanorami mozzafiato alla portatadi tutti, anche se spesso sfuggonodalla vista. Il castello di Vogogna,nel Verbano-Cusio-Ossola, uno deipiccoli gioielli in località pococonosciute illustrati da DiegoCastasegna e Claudio Priarore allaSAT il 2/10.

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected]://caicarateb.netsons.orgVen 21-22,30■ ESCURSIONI. 25-27/09 gitaintersezionale a Graz in Austriacon i Cai di Arosio, Carate, Desioe Giussano; 11/10 rifugioMenaggio (MonteGrona/Bregagno); 18/10 “Caratetra il verde e l’antico” Marcia noncompetitiva organizzata da “iMarciacartesi”; 25/10: CapannaMara (Monti Bolettone /Palanzone), santa messa in suffra-gio. Programmi dettagliati e infor-mazioni scaricabili dal sito.

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - CorsicoTel. 02 45101500Fax 02 [email protected] Gio. 21-23■ PULLMAN. 20/9 TraversataBassa delle Grigne (PrealpiLecchesI) D´Ilio 0245101500;18/10 Camogli-Portofino (Liguria)Corti 0396817069. ■ ESCURSIONISMO. 6/9 RifugioCittà di Lissone-Vedretta Adamè(Adamello) mp Bergamaschini3288523090; 12-13/9 FuorclaSurlej (Engadina - Svizzera) mpCasè 0226148787; 27/9 Il Grande

Est (Alpe Devero) mp Concardi 0248402472; 4/10 Piani di Artavaggio(Valsassina) treno e bus D´Ilio 0245101500; 11/10 Cardada (AltoVerbano Svizzera) mp Burgazzi 3398828946. Montagna in settimana.Le gite del mercoledì: 30/9Camoscellahorn (Val Bognanco)mp; 14/10 Pian di Crezza (TriangoloLariano) treno; escursionismoConcardi 02 48402472 – 3393336000. ■ SETTIMANA BIANCA INAUSTRIA a Seefeld (Tirolo) 13-20/2/2010. Possibilità per fondo,discesa, escursioni. Posti limitatiBurgazzi 3398828946. ■ SAGRA DI CORSICO. 11-13/9

Saremo presenti alla Sagra cittadi-na con uno stand alla palestra divia Verdi (ven-dom) e con l’apertu-ra per tutti della palestra di arram-picata (sab-dom). ■ PIANETA TERRA. 9/10Quell’estate del 2009 i trek sezio-nali primavera/estate: Verdon,Lavarone, Corsica, Cogne, Peio,Monte Bianco (Bergamaschini,Casè, Concardi, Corti); 23/10 IsoleHawaii, le più belle isole all´ancorain tutti gli oceani (GiordanoCostantino) ore 21 in sede. ■ CICLOESCURSIONISMO. E´infase di costituzione il grupposezionale con inizio attività inautunno, info e adesioni in

PICCOLI ANNUNCI

Guide alpine

www.topcanyon.com Arrampicata, canyoning, viaggi

www.claudioschranz.it333 [email protected]. NepalGen.2010 Aconcagua e Tupungato (Cile)

www.safetyfreedom.itmonterosa e arrampicata gran paradiso3477329807

www.globalmountain.it Stages arrampicata - Vie NormaliSelvaggio Blu - Alta Montagna - Viaggi

Accompagnatori, guide turistiche e T.O.

Trekking Capodanno in Libiaa passeggio tra le dune dal 27-12-2009 al 05-01-2010 - www.tenere2000.com340 9405125

MTB in Tunisiapedalando tra gli KSOUR 15-22 novembre 2009 -www.tenere2000.com - 340 9405125

Trekking in NepalShiva Ram Basnet Esperta guida locale, parla [email protected]

www.boscaglia.it Viaggi a piedi per chi non si accontenta051 6264169

www.aliciaswalksCamminare tra mari e monti per le Baleari

Navyo Nepal – Scoprire l’AsiaViaggiare bene non solo in montagnaViaggi gruppo - viaggi individualiwww.navyonepal.com

www.deepwalking.org Viaggi a piedi per chi è alla ricerca dello spiritonaturale - 051 6264169

www.nonsolotrekking.com In tutte le cose della natura esiste qualcosa dimeraviglioso. Aristotele. www.slowfoot.it

Rifugio Selleries Nel cuore del Parco Orsiera-Rocciavré. Alpi CozieCentrali. Aperto tutto l’anno. D’inverno ideale per gitein sci e ciaspole. Sito web: www.rifugioselleries.itPagina facebook: “ Rifugio Selleries”. Per info: [email protected] / 0121 842664.

www.viedeicanti.itCamminare in piccoli gruppi sui sentieri del mondo -0583-356177.

- Il testo (max 400 battute) va mandato via fax o per posta

elet-tronica a [email protected], fax 011/9916208

oppure inviata per posta a GNP Sas, via Udine 21/a, 31015

Conegliano, TV.

- Scadenza. Il testo deve arrivare quaranta giorni prima della

data di uscita (il primo di ogni mese).

- Tariffa. € 0.50 a battuta, spazi esclusi, IVA inclusa.

- Pagamento. Può avvenire tramite bonifico bancario intestato

a GNP Sas su BANCA POPOLARE DELL’ALTO ADIGE -

Filiale di Via Colombo, 42 - 31015 CONEGLIANO (TV) -

IBAN: IT 15 R 05856 61620 105571167665 oppure

inviando assegno bancario non trasferibile intestato a GNP

Sas di Nenzi Giorgio & C. La pubblicazione sarà effettuata

a incasso avvenuto. Per informazioni tel. n.011.9961533.

- Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce

devono dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio di

appartenenza loro personale o della scuola o associazione.

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44 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

sede [email protected]. ■ CONCORSO FOTOGRAFICO: conANA Gruppo di Corsico, dal titolo“Una montagna ha parlato al miocuore”, consegna stampe b/n ecolore entro 30/9. Le immaginiselezionate dalla giuria sarannoesposte dal 24 al 31/10 presso il“Saloncino La Pianta” via Leopardi7, Corsico. Premi: macchina foto-grafica – materiale alpinistico e diabbigliamento - buoni gita e sog-giorno. Info e bando di partecipa-zione su www.caicorsico.it. ■ STAGE DI GHIACCIO. 3/10 alGhiacciaio del Morteratsch(Engadina – Svizzera) info INAPiazza 3496439510 [email protected]

DESIOVia Lampugnani, 7820033 DESIO (MI)Tel. e Fax 0362 621668Mercoledì 21 - 22.30Gruppo MALTRAINSEMMartedì 17.30www.caidesio.nete-mail: [email protected]■ GITE SEZIONALI. 6/9 rifugioAndolla; 12-13/9 rifugio Bosio-Galli;20/9 rifugio Diavolezza-rifugio Boval;27/9 bivacco Marigonda; 4/10bivacco Cà Granda; 11/10 Pizzo TreSignori; 18/10 piani Resinelli; 25/10gole di Menaggio.■ GITA INTERSEZIONALE. 25-27/9Austria con i CAI di Arosio, CarateBrianza e Giussano.■ GRUPPO “MALTRAINSEM”. 9/9lago Cavloc; 16/9 rifugio Cristina;23/9 bivacco Forcola; 30/9 monteBaldo; 7/10 S. messa madonnina alMonte di Tremezzo; 14/10 castagna-ta; 21/10 rifugio Savoia; 28/10 rifu-gio Bietti; 4/11 rifugio Pialeral; 11/11castelli del ducato di Parma; 18/11rifugio Buzzoni; 25/11 pian deiResinelli.■ A TUTTI I SOCI. Ricordiamo atutti i soci che sono aperti i rifugi ebivacchi della Sezione: Rifugio PioXI - 2557 m - Val Venosta; RifugioBosio-Galli - 2086 m - Val Malenco;Bivacco Regondi-Gavazzi - 2560 m -Val Pelline; Bivacco Caldarini - 2500m - Val Viola Bormina.

MELEGNANOSezione “F. e G. Bianchi”Via De Amicis 2520077 MELEGNANO (MI)

tel/fax 02 [email protected]. e Gio. 21-23, Dom. 10.30-12■ ESCURSIONISMO. 12-13/9 Rif.Tuckett (TN); 4/10: pranzo sociale alRif. Dordona (BG); 25/10 Anello delResegone.■ ALPINISMO GIOVANILE. 5-6/9Trekking al Rif. Elisabetta Soldini(AO); 11/10 Castagnata a Erve (LC).■ MOUNTAIN BIKE. 13/9 Brianza(LC); 11/10: Forti di Genova.■ INIZIATIVE PUBBLICHE (in sedeore 21). “Esplorazioni”: 25/9 Seratain ricordo di Pasquale Quartiani,fondatore CAI Melegna-no; 29/9Foto di Raffaele De Marinis: dalleAlpi alle Ande; 13/10 Bruno Gentili:Gli Dei delle Mon-tagne; 3/11 LeMontagne degli Dei. ■ CORO CAI. Il giovedì ore 21.

SEREGNOVia S. Carlo, 47CP n.27- Seregno (MI)Tel/Fax 0362 [email protected] e Ve 21-23Sa 16-18■ GRUPPO TEMPO LIBERO. 9/9Lago Lunghin dal Maloja; 7/10 AlpeDevero; 28/10 Via Regia (lago diComo).■ ESCURSIONISMO. Con sez.Mariano C. 12-13/9 Rif. Fanes cimeConturines e Lavarella; 4/10 Rif.Curò; 25/10 Monte Acuto.■ NEWS via e-mail: inviare il pro-prio indirizzo di posta elettronica perricevere le notizie aggiornate.

VIMERCATEvia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039/6854119Mer. e Ven. 21 - [email protected] ■ CONCORSO. Con lo scopo di sti-molare nuovo interesse per una fre-quentazione responsabile dellamontagna nasce il nuovo notiziariotrimestrale della sezione: ogni sociopotrà proporre un nome per latestata. Il concorso è aperto fino al15 ottobre 2009, al vincitore saràconsegnato un libro come ricono-scimento. ■ ALPINISMO GIOVANILE. 5-6/9Rif. Papa (Pasubio)■ GITE ESCURSIONISTICHE. 13/9

Rif. Bobba (Valtournenche); 19-20/9 Trofeo Scacabarozzi (Gruppodelle Grigne); 11/8 Val Chiusella.■ GRUPPO SENIORES. 2/9 Rif.Grassi; 2-3-4-5/9 Sentiero Roma;12-19/9 Parco del Pollino; 16/9 Rif.Laeng; 30/9 Casaccia-Soglio (CH) ■ GINNASTICA PRESCIISTICA. Dal28/9 presso le palestre di Ruginelloe Oreno, Iscrizioni dal 11/9 presso lasede.

CALCOvia S. Carlo 5 - (LC)tel. 039 [email protected]. e Ve. 21 - 23■ ESCURSIONI. 4-5-6/9 Tofana diMezzo; dal 21 al 26/09 trekkingIsola d’ Elba.■ ETÀ D’ ORO. 26/8 RifugioPrudenzini; 9/9 Rifugio Sciora; 23/9Rifugio Benigni.

ERBAVia Riazzolo, 2622036 Erba (CO)Tel. 031/627873Mar. e ven. 21-22,30Email: [email protected]■ GITE SOCIALI: 5-6/9 Sustenhorn3503 m (Ch) disl. 700 + 700 m(Gita Alpinistica); 20/9 Monte Penna1735 m, Liguria, Raduno Cime diPace disl. 800 m. ■ ALPINISMO GIOVANILE 13/9Laghi di Ritom, Canton Ticino (Ch);27/9 Monte Colmenacco, TriangoloLariano.■ GITE SENIORES. 9/9 Laghi diPorcile 2030 m da Tartano, OrobieValtellinesi disl. 600 m.; 23/9 Rif.Venini 1576 m – disl.500 m MonteGalbiga 1700 m disl.624 m daPigra.■ GRUPPO FONDISTI. 22/10 ore21 presentazione del 28° CorsoAvvicinamento allo Sci di FondoEscursionistico: 22/10/09 ore 21;

29/10, 5/11, 12/11, 19/11 I parte,lezioni teoriche, presentazione deimateriali, sciolinatura, equipaggia-mento, pronto soccorso, alimenta-zione, pericoli della montagna,organizzazione delle escursioni;25/10, 8/11, 15/11, 22/11 II parte,preparazione a secco, NordikWalking, preparazione fisico-atleti-ca, esercizi preliminari di equilibrio,coordinamento sensibilità, uscitedalle 8.30 alle 11.30 circa, con ritro-vo in località Alpe del Viceré,Albavilla; 29/11, 6/12, 13/12, 20/12III parte, lezioni sulla neve in diverselocalità in base all’innevamento conautopullman granturismo; 9/1, 10/1WE chiusura corso (luogo da defini-re); dalla fine del corso tutte ledomeniche fino al 28 marzo verran-no effettuate uscite con mezzi pro-pri in località da definirsi in base allecondizioni meteo e di neve; il corsoè aperto ai giovani dai 10agli…ottant’anni, iscrizioni limitatea 40 allievi nei giorni di martedì evenerdì presso la sede CAI di ErbaVia Riazzolo 26 dalle 21 alle 22, ter-mine iscrizioni 22/10; info: fondi-s t i @ c a i . e r b a . o r g ,www.cai.erba.org, responsabile edirettore tecnico del 28° corsoLorenzo Selva istruttore ISFE/NordicWalking, affiancato da MarcoFrigerio ISFE/Nordic Walking ePaolo Fusi ISFE/Nordic Walking.

GALLARATEVia Cesare Battisti, 121013 Gallarate (VA)Tel 0331 [email protected]. e Ven. 21-23■ ESCURSIONISMO. 6/9 PuntaMarani m 3108, Val Formazza dall’alpe Devero m 1640, disl 1468,tempo A+R ore 7,00 diff EE dir.Antonio Maginzali, Dario Celin; 13/9Lago di Oriaccia, Rif Gattascosa,ValBognanco percorso ad anello daSan Bernardo, diff EE dir. UgoBudelli, Franco Zaro; 20 Settembre- Colle dell’Arolla m 2842 in pullmanda Lillaz, Cogne m 1615, disl 1227,ore 4.00, diff EE dir. GiuseppeBenecchi, Gianni Pizzoli; 27/9Intersezionale.■ GRUPPO MOUNTAIN BIKE. 6/9IG Nara Puscett Ticino (CH); 20/9 IGTriangolo Lariano prov. Como■ RIFUGI. Rifugio Enrico

QUI CAI Vita delle sezioni

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Castiglioni, Alpe Devero, 1640 m,gestore Michele Galmarini, 0324619126; rifugio Pietro Crosta: AlpeSolcio ( Varzo) mt 1750, gestoriEnrico e di Marina, 340 8259 234,www.rifugiocrosta.it - [email protected] .■ NEWSLETTER. Iscrivetevi comuni-cando il vostro indirizzo e mail a: [email protected]

GENOVA SAMPIERDARENA

Via Agnese, 1 cancello16151 GenovaTel e Fax 010.466709■ AVVICINAMENTO ALL’AMBIENTEMONTANO. Dal 16/10 la propostamira a fornire alcuni elementi di baserelativi all’escursionismo e al rispettodell’ambiente montano, ponendoattenzione al sociale e alla culturadella montagna.■ ESCURSIONI. 12-13/9 “GranQueyron” Alpi Cozie; 19-20/9 “GrignaMeridionale” Prealpi Lombarde(Ferrata); 4/10 “Monte Bersaio” ValleStura (Cuneo); 11/10 “MonteProcinto” Alpi Apuane.

LANZO TORINESE

SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÚ V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO) Sabato 21 - 22.30 [email protected]■ ATTIVITÀ. 6/09 M.te Doubia; 20/9la Vij d’la Pala; 17/10 Cena Sociale aViù.

MONCALIERI Piazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 6812727 Cell. 338 [email protected] 18-19 e mer 21-23■ ESCURSIONISMO. 6/9 GrandQueyron disl. 1318, h. 4,30, EE.;20/9 Il Traforo Romean disl. 100, h.3,00, E. – 4/10 Il Sentiero Balcone daBecetto a Casteldelfino disl. 700, h.5,30, E.■ MOUNTAIN BIKE. 27/9 – 11aEdizione de “Il tempo del fiume” –escursione ciclistica pianeggiante,aperta a tutti. ■ ALPINISMO GIOVANILE. 6/9 Ujadi Calcante, 20/09 arrampicata.■ APPUNTAMENTI. 13/09 Aggior-

namento per accompagnatori sezio-nali; 15/09 ore 21 presso CasaCottino in via Boccardo, MoncalieriTestona, incontro con AlessandroPerissinotto, autore de “La canzonedi Romean”; 3/10 ore 14 Pulizia deisentieri collinari.

SALUZZO P.zza Cavour, 12 - 12037 Saluzzo Tel 0175/249370www.caisaluzzo.it [email protected]ì dalle 21■ ESCURSIONISMO. 5-6/9 anello diCima Paterno, Dolomiti di Sesto, diff.EEA. disl. 950m. salita 1400 indiscesa. 13/9 sentiero “CeriaMerlone”, Alpi Giulie. Diff. EEA Disl.1100 m; 27/9 Monte Cjastelat e PalaD’Altei-Prealpi Carniche, diff.E, disl.600 m■ GRUPPO ROCCIA “I REPETINI”.5-6/9 rif. Kostner al Vallon, arrampi-cate.■ PALESTRA. Sono aperte le iscri-zioni al corso di presciistica.

DOLOVia C. Frasio30031 Dolo (VE) – c.p. 87Mercoledì 21-23www.caidolo.it■ USCITE SEZIONALI. 5-6/9 Stradadegli Alpini (Dolomiti di Sesto) per-corso attrezzato; 6/9 Grotta delCalgeron (Valsugana) speleologia;13/9 Forca Rossa di Cime d’Auta(Gruppo Marmolada); 27/09 ColVisentin (Prealpi Bellunesi); 3-4/10Passo della Calla-Parco ForesteCasentinesi (Toscana) Uscita TAM “Ilbramito dei cervi”; 4/10 Castelloni diSan Marco (Altopiano di Asiago);11/10 Ottobrata-ritrovo conviviale difine stagione; 18/10 Val dei Mocheni-Escursione sulle creste (Lagorai)

MIRANOSEZIONE “Alberto Azzolini”Via Belvedere, 630035 Mirano - VE C.P. 56Cell. 348 [email protected] Merc. 21-22.30■ ESCURSIONI. 13/9 DolomitiMisurina – Val Popena, in collabora-zione con l’Alpinismo Giovanile, refe-renti Claudio Silvestrini (ASE), MauroZanette (ASE) e T. Patron (AAG).Pullman; 27/9 Dolomiti friulane, Val

Zemola e Monte Buscada, ReferentiGiorgio Guarraia (ASE) e AntonioCarlon (ASE). Auto proprie; 4/9Appennino romagnolo, la Vena delGesso, Referente Ugo Scortegagna(AE-ON). Pullman; 18/10 ottobrata aCasera Crosetta – Alpago, ReferenteClaudio Bonghi. Pullman.■ MATERIALI. Sono disponibili alcu-ne “canotte”. Rivolgersi in sede aPaolo De Toni■ EL MASEGNO. Stiamo raccoglien-do materiale per il numero di OTTO-BRE, scrivere direttamente allasezione.■ CONCORSO FOTOGRAFICO NA-ZIONALE. In omaggio a Mario RigoniStern. Tema: I grandi Animali dellemontagne italiane. Vedasi sitowww.caicsvfg.it e www.caimirano.it

AMATRICE Via L.Spinosi 4602012 AMATRICE (RI)tel/fax 0746 826468Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Lagawww.amatrice.nete-mail [email protected]. e Ven. 21-23■ ESCURSIONISMO. 5-6/9 GranSasso D’Italia Monte Prena, MonteCamicia (EE); 27/9 Macera dellaMorte (E); 11-13/9 Trekking sentieroFrassati. In bacheca avviso escursio-ni week end.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Palestra al coperto mercoledì evenerdì ore 21.

CATANIA Piazza Scammacca 195131 CataniaLu, Mer, Ve 18-21Tel. 095.7153515Fax [email protected]■ TREKKING 2010. Varate le dateper i trekking dell’Etna e delle IsoleEolie per il 2010. Chiedere program-mi.■ INTERSEZIONALI 2010. In prepa-razione per il 2010, “Islanda” in ago-sto, viaggio avventura in “Mada-gascar” in ottobre. Chiedere info.■ ESCURSIONI. 4-6/9 Alicudi; 6/9Caserma Brignolaro, 13/9 (A)PizzoScavello, (B) Punta Lucia; 20/9 (A)Cavagrande del Cassibile, (B)Escursione Verticale; 25-27/9 RoccaBusambra; 27/9 Il Plemmirio. ■

QUI CAI Vita delle sezioni

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46 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

Ho letto con piacere einteresse l’intervento,sullo Scarpone del pre-sidente del Collegio

nazionale dei probiviri SilvioBeorchia. Un dubbio e un even-tuale chiarimento vorrei corte-semente proporre: per l’elezio-ne di un probiviro di sezionequale grado di parentela è con-cesso tra questo e un altrocomponente del consiglio di-rettivo della stessa sezione?

E ancora: quale grado diparentela è concesso tra unpresidente in carica di sezionee un probiviro?

Mario Chelo

[email protected]

Sezione di Nuoro

È necessaria una premessa

sulla posizione giuridica,

sulle competenze e sulle fun-

zioni dei collegi sezionali dei

probiviri. Il Gruppo di lavoro

per le riforme regolamentari

ha a suo tempo fatto oggetto di

particolare approfondimento

il problema muovendo dalla

considerazione che diverse

sezioni conservavano e con-

servano la buona prassi di

eleggere al loro interno un col-

legio dei probiviri, mentre la

maggioranza delle sezioni

non lo facevano e non deside-

ravano farlo.

La conclusione si è tradotta

in quello che è il testo del

vigente art. 44 (VI.I.7) del

Regolamento generale, secon-

do il quale il collegio seziona-

le dei probiviri, ove esista,

“non è organo giudicante ma

svolge funzioni di concilia-

zione all’interno della sezione,

anche non obbligatoria”, ma

la sua presenza non è irrile-

vante, perché nel caso di

ricorso a detto collegio, “i ter-

mini procedurali previsti dal

regolamento disciplinare ri-

mangono sospesi fino a che il

collegio stesso non abbia

comunicato alle parti il falli-

mento del tentativo di conci-

liazione”; la norma poi preve-

de l’iter successivo della

vicenda devoluta a detto colle-

gio, ed è esplicitamente ri-

chiamata dall’art. 10 c. 5 del

Regolamento disciplinare.

Dalla considerazione che si

tratta non di organo giudi-

cante ma di organo con fun-

zioni di sola conciliazione

deriva la conseguenza che non

è necessario il rispetto rigido

per i suoi componenti del

principio di terzietà rispetto

alle parti: la conciliazione è

sempre la benvenuta, anche se

proposta e mediata da un

parente stretto.

Questa è una considerazione

di stretto diritto, tuttavia

ragioni di opportunità con-

nesse anche a un principio di

autorevolezza che sarebbe

auspicabile in tutti i probivi-

ri, consigliano e raccomanda-

no il rispetto del principio di

terzietà anche in questi casi,

ma trattasi di opportunità e

non di necessarietà. Ne conse-

gue che le incompatibilità

previste per i componenti dei

collegi regionali e nazionale

possono servire come guida

consigliata, ma mai potranno

essere eccepiti motivi di nulli-

tà nel caso in cui si verifichi

che probiviri sezionali siano

parenti o affini di parti in

conflitto.

Diverso è il caso in cui lo

statuto o il regolamento sezio-

nale, nel prevedere la costitu-

zione del collegio dei probivi-

ri, stabilisca anche le incom-

patibilità, sia pure solo con

riferimento alle norme vigen-

ti per i componenti i collegi

regionali o nazionale dei pro-

biviri; in tal caso dette norme

sono vincolanti e vanno ri-

spettate integralmente, perché

la loro violazione costituireb-

be comportamento rilevante

ai fini disciplinari, con tutte

le conseguenze.

Silvio Beorchia

[email protected]

Sentieri e motoriSu numerosi sentieri del-

l’Emilia Romagna frequentati dacamminatori capita molto spes-so di incontrare motociclisti equaddisti, fenomeno che tende adiffondersi anche in altre regio-ni, persino all’interno di parchinazionali (Gran Sasso e Montidella Laga). Che senso ha conti-nuare a segnare i sentieri se poiquesti vengono devastati damezzi motorizzati?

Gherardo Venturelli

(Fano)

Piste proibite a chi cammina

Prendo spunto dalla lettera delsocio Zambonini pubblicatasullo Scarpone di luglio per rac-contarvi quanto mi è accaduto.Con un gruppo di amici dellaSezione di Montebelluna (TV)decidemmo l’inverno scorso diandare a Nevegal (BL).

Conoscendo quei sentieri mifeci carico di guidare gli amici,ma nonostante i giri viziosi fuori

Probiviri e parentele in sezione

In tutte le cose humane quasi di necessità convien chesuccedano de gli errori: ma dove più facilmente, in più diversimodi, et più ne possono accadere che si avengano nello

stampare i libri, non ne so imaginare alcuna. Et parmi la impresadella correttione di essi veramente poterla assomigliare al fatto diHercole intorno all’Hydra de i cinquanta capi: percioché si comequando egli col suo ardire, et forze le tagliava una testa, nerinascevano due, così parimenti mentre co ‘l sapere, et con ladiligentia, si emenda un errore, le più volte s’imbatte che negermogliano non pur due, ma anco tre et quattro, spesse fiate dimaggior importanza, che non era il primo…

(Prefazione del Tipografo Cavallo all’opera di Achille Fario Alessandro, Venezia 1563)

Alli benigni lettori

Per informazioni e programmi più dettagliaticonsultare www.trenotrekking.itSETTEMBRE■ 6 EMILIA-ROMAGNA Linea Bologna-

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Trenotrekking 2009

La posta dello Scarpone La parola ai lettori

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LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009 - 47

dai sentieri fummo costretti apercorrere un breve tratto checosteggiava una delle innumere-voli piste da sci. Bloccati da unaguardia forestale fummo accu-sati di aver commesso un gravereato e solo grazie alla sua gene-rosità (sic) potemmo evitareuna grossa multa. Ora vorreisapere: quando c’è la neve, lamontagna è di esclusiva pro-prietà di chi scia?

Luigi Sanvido (Treviso)

Vecchio fedele amico zaino

Io sono un “infedele” per natu-ra, e negli anni ho cambiato unamoltitudine di auto, moto, foto-camere, racchette, scarponi e ...zaini. Comunque, nonostantetutto, in fondo a un armadio hoancora un vecchio caro amico, ilprimo zaino, acquistato unatrentina di anni fa in occasionedella mia prima avventura:ripercorrere a piedi il tragittodella ferrovia Spoleto-Norcia.

Quanto era diverso il sacco diallora! Era corposo, con un’ani-ma in ferro che bastava da solaa renderlo pesante, senza taschelaterali aggiuntive e aveva, pen-sate un po’, gli spallacci imbotti-ti con uno strato di feltro spessosi e no due millimetri! Venne poiuno zaino tecnico “da roccia”,ma anche quello resse poco,troppo esclusivo. E così oggi

nell’armadio dedicato alla mon-tagna ho tre zaini. Ad ogni usci-ta mi dedico alla ricerca dell’a-mico migliore. E un vero amicolo è: mi porta la colazione, gliaccessori e tutto quello che mipuò essere utile durante leescursioni. Mentre io appenaposso lo scarico e lo getto aterra senza tanti riguardi.

Francesco Brozzetti

Quale sicurezza?Leggo ciò che scrive Guido

Fossati, direttore del corsoregionale ISA Lombardia, a pro-posito della valanga che hasepolto lo scialpinista Roberto“Rolly” Cotti durante la salita alrifugio Bezzi di cui sono gestore,spiegando che in certe condizio-ni questa valle può essere unatrappola. Ebbene, io stessosostengo che salire a questorifugio è comunque un percorsopericoloso e per questo comuni-co a tutti di telefonarmi prima diintraprendere la salita per avereinformazioni il più possibile pre-cise. Ho sessant’anni e da venti-sette mi occupo del Bezzi.Mentre leggevo l’articolo ho cal-colato che sono salito e scesocirca 200 volte dal rifugio in pri-mavera. Fortunatamente non homai avuto problemi, mentresono stato travolto anch’io dauna valanga (fortunatamentesenza conseguenze) in altra

località ritenuta assolutamentesicura. Dovremmo essere tutticonsapevoli che andare in mon-tagna comporta dei rischi.Fortunatamente gli incidentinon sono numerosi, ma fannosempre un certo effetto.

Azzardo un’ipotesi. Se il signorRoberto “Rolly” avesse avuto un

incidente in auto, nessunomagari ci avrebbe dato impor-tanza… Non mi resta che augu-rargli una completa guarigionenella speranza di poterlo incon-trare, magari al rifugio Bezzi.

Piergiorgio Barrel

Gestore del rifugio Bezzi

di Valgrisenche (Aosta)

Volendomi recare e pernottare presso il rifugio incustoditoLeonesi (struttura ben tenuta e ordinata), mi sono informato sulladisponibilità della cucina. Con stupore ho appreso dallasegreteria della sezione proprietaria (Torino) che avere unabombola del gas a disposizione degli avventori di un rifugio èpericolosissimo, perchè è andato distrutto un rifugio in qualcheparte d’Italia. Visitando poi il sito della Sezione di Torino siapprende che al rifugio Sella sul Monte Bianco (passano da lì 8-10 persone all’anno) è stata rimossa la stufa a legna per motivi disicurezza! Vengo poi a sapere che tutta questa “sicurezza” nondipende da regolamenti sezionali ma da disposizioni degli entipreposti. In questo caso quali sono le normative?

Luigi Varello (Cuorgnè - TO)

Al gentile socio risponde Samuele Manzotti della Commissionecentrale Rifugi e bivacchi, specificando che le normative inmerito alla sicurezza delle strutture in quota non dipendono dalCAI bensì da specifiche leggi dello Stato, e in particolare dalDecreto ministeriale del 09/04/1994 che disciplina la “regolatecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’eserciziodelle attività ricettive turistico-alberghiere”. Secondo lenormative vigenti “non rientrano nella categoria dei rifugi alpini ibivacchi fissi ed i ricoveri, intendendosi con tale denominazionequelle modeste costruzioni adibite al ricovero degli alpinistisempre incustoditi ed aperti in permanenza, senza presenza diviveri e di dispositivi di cottura”. Tale definizione è ripresa nelleleggi regionali del Piemonte (n. 15 del 2-07-1999) e della Vald’Aosta (n. 11 del 29-05-1996). Il nostro Club non potevapertanto che adeguarsi.

La sicurezza nei bivacchi

Presidente generale Annibale Salsa Legale rappresentante – Rapporto con Istituzioni dello Stato edEnti pubblici e privati nazionali e internazionali – UfficioStampa/Pubbliche Relazioni – Biblioteca Nazionale –Museomontagna – CISDAE – Filmfestival cinematografici –Comunicazione e Promozione Eventi.

Vicepresidente generale Valeriano Bistoletti (staff PG) Rapporti con strutture territoriali Aree LPV, LOM, TAA, VFG, TER– CAAI – Polizze assicurative – CNSAS – Protezione Civile –OTCO Cinematografica.

Vicepresidente generale Goffredo SottileCoaudiuva il PG nei rapporti con istituzioni dello Stato ed EntiPubblici e Privati Nazionali e Internazionali e, previa delega, lorappresenta nei vari ambiti Amministrativi - Rapporti con struttureterritoriali Area CMI – CIPRA – OTCO TAM – Ambiente –Fondazione Italiana per le Montagne/ Consiglio di Gestione.

Vicepresidente generale Vincenzo TortiAspetti legali e contenziosi – Rifugi ex MDE – Convenzioni conEnti e Organi-smi pubblici e privati – Norme statutarie eregolamentari – AGAI e Collegio nazionale Guide Alpine – OTCLegale – Centro di Formazione per la Montagna B. Crepaz.

Francesco CarrerServizio Scuola – OTCO Alpinismo giovanile – UniCAI – OTCOsci fondo escursionismo – OTCO Pubblicazioni – Riordinoeditoria – OTCO Speleologia.

Lucio Calderone (staff PG)OTCO Rifugi – Strutture CAI centrale (Sede, Rifugi) – OTCOCNSASA – Centro Studi Materiali e tecniche – OTCOSVI/AINEVA.

Gianfranco GaruzzoT.C.I – OTCO Escursionismo – Sentieristica – Via Alpina –OTCO Scientifico – SIT/CAI – OTCO Medica.

Via Petrella

Le deleghe assegnate ai componenti del Comitato direttivo centrale

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48 - LO SCARPONE, SETTEMBRE 2009

TESTIMONIANZEBERHAULTL’insuperabile inventore delladanse-escalade raccontato da unamico d’infanzia e da uno scrittore,che ne rievocano le piùstraordinarie realizzazioni,l’irrefrenabile creatività, la profondaumanità.di Michel Bricola e DominiquePotard, Vivalda, 205 pagine, 18 euro

DAN OSMAN.INSEGUENDO LA PAURA Immaginate di cadere nel vuotoper 180 metri prima di rimanereappesi alla vostra corda daalpinismo. E’ quanto ha fattovolontariamente l’americanoOsman nel ‘95. Un giornalista nericostruisce il percorso umano espirituale. Avvincente di Andrew Todhunter, VersanteSud, 200 pagine, 17,50 euro

ARTURO DALMARTELLO. LE MONTAGNE DI UN ALPINISTA FIUMANO Illustre giurista e compagno discalate di Comici e Mazzotti, oltre che dell’accademicoPellegrinon che qui ne ricostruiscei giorni grandi di Silvana Rovis e BepiPellegrinon, Nuovi Sentieri, 143 pagine, 25 euro

UOMINI & PARETI. INCONTRI RAVVICINATI CON IPROTAGONISTI DEL VERTICALE Quali sono le parole chiave delnuovo alpinismo? Il secondovolume di U&P prova a rispondereinterrogando i protagonisti. A chiudere la galleria, significativamente, è il sedicenneAdam Ondra di Carlo Caccia e Matteo Foglino,Versante Sud, 251 pagine, 32 euro

GIORNI DI GRANITO E DI GHIACCIOI 40 giorni che hanno fatto lastoria alpinistica del Monte Bianco.Da Balmat e Paccard, alle modernesalite estreme.di Stefano Ardito, Versante Sud,248 pagine, 18 euro

SAGGISANTUARI Â REPIT. IL RITO DEL RITORNO ALLA VITA NEI LUOGHI SANTI DELLE ALPII riti per strappare i bambini mortiall’amaro destino del limbo, “luogosenza luce e senza speranza” di Fiorella Mattioli Carcano,prefazione di Annibale Salsa.Priuli & Verlucca, 220 pagine,14,50 euro

GUIDE ALPINE. DAL PIEMONTE ALLE MONTAGNE DEL MONDO Cronistoria di un mestierestraordinario, dagli antichimaroniers dei valichi alpini ai moderni “timonieri dellemontagne” a cura di Enrico Camanni, CahierMuseomontagna, 101 pagine

GLI UCCELLI DELLE ALPI I voli, i colori, le voci e i canti delle 130 specie che abitano gli spazi alpini di Bruno Caula, Pier LuigiBeraudo, Massimo Pettavino, BLUEDIZIONI, 320 pagine, 17 euro

ASTRONOMIA E ANTICA ARCHITETTURASULL’ARCO ALPINO Avvincente indagine archeologica

sull’antico rapporto tra cicliastronomici e costruzioni umane di Adriano Gaspani, Priuli &Verlucca, 143 pagine, 24,50 euro

GUIDEMASINO E BREGAGLIA, REGNO DEL GRANITO (VOL. II) Al precedente volume mancavanola bellissima Val di Mello, il Sasso Remenno e l’affascinantevalle svizzera dell’Albigna di Andrea Gaddi, Polaris Sondrio(0342 513196, [email protected] )501 pagine

ESCURSIONI NELLE PREALPIBELLUNESI E TREVIGIANE A nord della laguna esplorando“una naturalità antica e vincente incui è spesso difficile distinguere ilselvatico dal domestico” di Michele Zanetti, Cierreedizioni, 230 pagine, 16 euro

LE MONTAGNE DI GENOVA,ESCURSIONI PER TUTTIFerrate e trail fra vette, boschi,laghi, cascate e grotte. Con road book completo e profilo altimetrico di Cristian Roccati, Le ManiEditore Recco, 208 pagine, 20 euro

TRE CIME. VIE CLASSICHE E MODERNEPiù di 100 itinerari, oltre alle vieclassiche, anche tutte le salitemoderne in arrampicata liberadi Erik Svab e Giovanni Renzi,Versante Sud, 196 pagine, 25,50 euro.

BOOKSHOPCosa c’è di nuovo

Ogni mese una libreria specializzata presenta a turno i tre libri di monta-gna più venduti e tre volumi particolarmente consigliati. Dopo la LibreriaLa Montagna di Torino (LS 5/09), l’Internazionale Hoepli (LS 6/09), laLibreria della Natura di Milano (LS 7/09) e la Stella Alpina di Firenze (LS8/09) è la volta della Libreria Grossi di Domodossola (p.zza Mercato 37,tel. 0324242743 e-mail: [email protected]) fondata nel 1936, dal1978 anche casa editrice.PPiiùù vveenndduuttii1) Silke Unterkircher, “L’ultimo abbraccio della montagna, l’avventura

estrema di Karl Unterkircher”, Rizzoli. 2) Simon Kehrer e Walter Nones, “È la montagna che chiama, luglio

2008. La tragedia del Nanga Parbat nel racconto dei sopravvissuti”,Mondadori.

3) Marco Confortola, “Giorni di ghiaccio, agosto 2008. La tragedia delK2”, Baldini Castoldi Dalai.

CCoonnssiigglliiaattii1) Paolo Crosa Lenz e Giulio Frangioni, “Sentieri dell’Ossola, 50 escursio-

ni e un grande trekking”, Grossi editore. 2) Albrecht Von Haller, “Le Alpi, viaggi e altri scritti“, Fondazione Enrico

Monti. 3) Julius Kugy, “Nel divino sorriso del Monte Rosa”, Lint Editoriale.

Nelle pagine dellaRivista del CAI lerecensioni dei libri dimontagna più attuali e interessanti

HITPARADELa montagna in libreria