L'Isola che c'è - Sardegna incontra Roma

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FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE PRESS FREE P Periodico di tradizioni popolari, cultura della tavola, ambiente, eventi e turismo diretto da Giorgio Ariu • Settembre 2010 • Anno VIII • N. 1 • COPIA GRATUITA CELEBRAZIONE DELLA MESSA IN SARDO NELLA BASILICA DI S. GIOVANNI MODA DEGUSTAZIONI SERATE MUSICALI

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Periodico dedicato all'evento che GIA Comunicazione realizza a Roma: "L'Isola che c'è - Sardegna incontra Roma".

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Periodico di tradizioni popolari, cultura della tavola, ambiente, eventi e turismo diretto da Giorgio Ariu • Settembre 2010 • Anno VIII • N. 1 • COPIA GRATUITA

CELEBRAZIONE DELLA MESSA IN SARDO NELLA BASILICA DI S. GIOVANNI

MODA

DEGUSTAZIONISERATEMUSICALI

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2 Settembre 2010

Il Gremio dei Sardi di Sardi che ha appena rinnovato per i prossimi tre anni il suo Diret-tivo si appresta ad affrontare l’impegno, non certamente lieve, relativo all’edizione 2010 de “L’Isola che c’è – Sardegna incontra Roma”, l’interessante e importante manifestazione culturale ed economica “inventata” e portata avanti nel corso degli anni da quello straordi-

nario ed eclettico operatore culturale che è Giorgio Ariu. Giornalista, scrittore, editore, organizzatore di eventi, convegni, conferenze e spettacoli, da sempre si prodiga per tenere alto, attraverso i suoi giornali (ricordiamo Il Cagliaritano, Sardegnatavola, Via Mare) e le sue inizia-tive, il nome e l’immagine della Sardegna. Dappertutto.“L’Isola che c’è”, dopo alcuni anni di rassegna in diver-se città d’Italia, s’è fermata nella capitale eterna. Dove, Giorgio, da tre anni ripete l’evento con la collaborazione dei Circoli dei Sardi di Roma, prima l’Acrase e dall’anno scorso il nostro Gremio. In questa circostanza ancora il Gremio, con la partecipazione degli altri Circoli laziali, e della rivista Salpare, a fare concretamente da spalla e da supporto all’evento. Preziosa la collaborazione di Neria De Giovanni, Presidentessa dell’Associazione In-ternazionale dei Critici Letterari, scrittrice ed editrice attraverso la Nemapress della rivista Salpare, anche lei instancabile operatrice culturale fra la Sardegna e Roma, come la sua Grazietta (Deledda). Come Gremio, siamo lieti e orgoglioso di partecipare in prima persona, da co-protagonisti, per il secondo anno consecutivo, dopo la splendida iniziativa del 2009, a piazzale Ankara davanti allo Stadio Flaminio. E per l’occasione siamo riusciti ad ottenere, grazie ai buoni uffici della nostra socia bene-merita Gemma Azuni, dal Comune di Roma non solo il patrocinio ma anche l’utilizzo della prestigiosissima piazza di San Giovanni in Laterano. Per questo senti-tamente ringraziamo il sindaco Gianni Alemanno ed il suo assessore alla Cultura Umberto Croppi, il Presiden-te del 1° municipio Orlando Corsetti e gli staff ammi-nistrativi che si sono occupati della cosa a vario titolo. Gemma Azuni, la ”madrina” della manifestazione, la nostra sarda e bravissima consigliera al Comune di Roma, interprete sensibile e discreta dei problemi e delle esigenze dell’intera comunità dei Sardi di Roma, ancora una volta vicina e partecipe. Erede in questo ruolo di amministratrice politica dell’amata Maria Car-ta. Senza Gemma tante iniziative assunte negli anni dai Circoli sardi a Roma non sarebbero state possibili.

UN’EDIZIONE RICCA DI ECCELLENZE La nostra Associazione, che ovviamente profonderà in questo evento risorse ed energie, è convinta, in tutti le sue componenti, soci e direttivo, della validità dell’iniziativa. Dal punto di vista culturale e dal punto di vista economi-co. “L’Isola che c’è 2010 – Sardegna incontra Roma” serve e risponde perfettamente alle finalità che la stessa Regio-

L’Associazione Salpare, nata nel 2004 con fini di solidarietà so-ciale nel settore della cultura e dell’arte, ha sedi operative a Roma e in Sardegna e affianca l’attività di promozione cultu-rale, artistica e di spettacolo realizzata dal periodico Salpare, fondato nel 1988 da Neria De Giovanni.L’Associazione promuove annualmente il Premio di Letteratu-ra e Giornalismo, Alghero Donna, e BENEDETTa ria, manife-stazione dedicata alla cultura, all’ambiente, al turismo. Tra gli

eventi organizzati: “Maria Carta a Roma”, svolto nella sala Protomoteca del Campidoglio alla presenza del sindaco Veltroni il 17 gennaio 2007; “I luoghi di Grazia”, programma televisivo Rai a cura di Neria De Giovanni trasmesso il 15 maggio 2007; Serata “Omaggio ad una grande artista: Lia Origoni”, svoltosi il 19 dicembre 2007 nella sala Protomoteca del Campidoglio; il Festival sulla letteratura femminile “Donna Eleonora”, in collabora-zione con il Comune di Oristano e la Regione Sardegna (Oristano, dal 27 al 29 novembre 2009); “I luoghi di Eleonora”, programma televisivo Rai dedicato ad Eleonora d’Arborea trasmesso il 10 febbraio 2010. Dal 2009 l’Associazione collabora con la rivista “Oro & Porpora” all’organizzazione della manifestazione “Sette Colli Giallorossi” che, ad ogni vigilia del derby cittadino, si impe-gna a promuovere i valori della sportività tra tifoserie di diversa fede calcistica, nonché della solidarietà a favore di Onlus e istituti ospedalieri.

SALPARE A L’ISOLA CHE C’ÈImportante collaborazione con l’Associazione fondata ecoordinata da Neria De Giovanni.

LA PASSIONE DEL GREMIO di Antonio Maria Masia

ne Sardegna si propone attraverso i Circoli che sostiene e valorizza non solo in Italia, attraverso la Fasi, la Fede-razione nazionale di cui è presidente attento e dinamico Tonino Mulas. Primo obiettivo creare nei circoli un punto di riferimento e di aggregazione dei sardi di fuori (sos sardos de fora), anche a fini di solidarietà. Secondo tar-get, diffusione della nostra identità e specificità culturale presentando e valorizzando i nostri scrittori, poeti, artisti e personaggi di rilievo e di influenza politica, sociale ed economica. Terzo fine, presentare in maniera concreta, come in una vetrina, le nostre eccellenze agro alimenta-ri e gastronomiche, i nostri prodotti, la cultura dell’olio d’oliva, del vino, del formaggio, dei salumi, dei dolci, degli arazzi, dei tappeti e di tanti altre cose genuine e di pregio che rendono famosa la nostra Isola dappertutto. Quarta finalità, lo scambio con il luogo, con la gente che ci ospita al fine di una integrazione completa e sincera. Prima con altre città e altre comunità, ora con Roma, questa meravigliosa, unica e irripetibile città che nel corso dei secoli ha ospitato e “romanizzato” mol-ti popoli. Quello sardo in particolare, che ha nel La-zio una comunità numerosa ed importante e che ha visto alcuni suoi figli occupare rilevanti posizio-ni di prestigio istituzionale, scientifico e culturale.L’invito è a tutti i sardi di Roma e del Lazio, così come a tutti i romani, ad intervenire numerosi a questa edizione di amicizia e serenità per riaffermare il carattere di ospi-talità e cordialità che contraddistingue le due comunità.

Giovanni Battista Sotgiu di Aidomaggiore, dopo un’ope-rosa e costruttiva presidenza triennale, fresco delle sue, ben portate, 85 primavere, passa il testimone ad Antonio Maria Masia di Ittiri, già vicepresidente, in un contesto di continuità dell’attività all’insegna delle iniziative cultu-rali, sociali, economiche e scientifiche. Un triennio, quello del presidente Sotgiu, che è stato ricco di manifestazioni ed eventi importanti e significativi, che hanno visto l’im-pegno costante ed entusiastico del direttivo uscente ed in particolare dei due vice Maria Vittoria Migaleddu e dello stesso Masia. Tra le cose realizzate ricordiamo nel 2008 la celebrazione dei 60° anni del Gremio (trattasi del 1° circo-lo dei Sardi in Italia), due edizioni de Sa Die de Sa Sardi-gna, L’Isola che c’è del 2009, tante presentazioni di poeti, scrittori ed artisti, la visitatissima mostra a Villa Torlonia sui F.lli Meli, i grandi artisti bosani, speciali e seguite ras-segne e proiezioni alla Casa del cinema sulla produzione dei registi sardi. Il tutto culminato con la donazione al Santo Padre da parte di Giovanni Battista di uno specia-le e pregiato dono: un quadro su tela ricamata a mano dall’artista di Ossi Caterina Santucciu. L’opera rappre-senta alcuni dei simboli sacri della Chiesa: l’ostia, il ca-lice, il pane, il vino, la colomba ed il ramoscello d’ulivo.

Il nuovo Direttivo de “Il Gremio dei Sardi” durante un recente incontro a Roma nella sede romana.

Una operatività che il nuovo Direttivo, che compren-de anche Giovanni Battista, continuerà a portare avanti. Al voto, tenutosi a giugno, hanno partecipato per la pri-ma volta anche quei soci che, non potendo interveni-re in Assemblea, hanno provveduto a fare la loro scel-ta con il voto per corrispondenza, secondo criteri di riservatezza precedentemente adottati dal Direttivo.Il successivo 13 luglio, gli eletti si sono riuniti ed han-no deliberato che Masia, nominato presidente, sarà as-sistito da: Giovanni Battista Sotgiu (Vicepresidente vi-cario), Roberto Natalini (Vicepresidente), Natale Mura (Tesoriere), Antonio Marras (Segretario), Marilena Cal-zedda, Maria Antonietta Manca, Giangiacomo Carta, Giacomo Deiana, Lorenzo D’Agata, e Leandro Serra (Consiglieri). Bachisio Gloris, Giovanni Cocco, Pietro Morbidelli (Collegio dei Prbi Viri). Tonina Soro, Cannas Lina, Cannas Stefania Fiammetta (Collegio dei Sindaci).

Il neo presidente de “Il Gremio dei Sardi”, Antonio Maria Masia, intervista Giovanni Floris.

Cento31s u l l a Carlo Felice

Periodico di tradizioni popolari a diffusione gratuitaSETTEMBRE 2010

DIRETTORE RESPONSABILEGiorgio Ariu

IN REDAZIONESimone Ariu, Maurizio Artizzu, Antonella Solinas

Registrazione Tribunale di Cagliarin. 19/03 del 10/03/2003

GIA Comunicazione di Giorgio Ariuvia Sardegna, 132 - 09124 CagliariTel. 070 728356 / Fax 070 728214

[email protected]

Antonio Maria Masia,presidente de “Il Gremio dei Sardi”

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Gemma Azuni, nata nel 1948 ad Ol-zai, un piccolo paese della provincia di Nuoro, da quaranta anni vive a Roma. Con il Diploma Universitario di Assistente Sociale trova lavoro all’Acrase, una delle associazioni dei Sardi della Capitale.Nel 1975 assunta come Assistente

Sociale della Provincia di Roma, arriva a ricoprire l’incarico di dirigente del Servizio “Pianificazione Sociale, Formazio-ne e aggiornamento per gli operatori socio-educativi e sani-tari e del Sistema Informativo Sociale”. Roma è la città dove si sviluppa la sua passione politica e, contemporaneamente, l’impegno nei servizi sociali, nelle scuole, nelle associazioni, nel mondo delle donne e in quel-lo cattolico. Così si cimenta nelle elezioni amministrative cittadine e nel 1989 viene eletta consigliera in XII Circoscrizione, poi riconfermata dal 1993 al 1995 con l’incarico a Presidente di Circoscrizione. Intanto procede anche la sua posizione professionale: nel 1997 è stata eletta Consigliere dell’Ordi-ne Regionale degli Assistenti Sociali del Lazio e, nel 1999 al Consiglio Nazionale. A luglio del 2005 viene eletta consi-gliera del Comune di Roma, ruolo che mantiene tutt’oggi.

Sei la prima donna sarda, dopo Maria Carta, a sedere sui banchi dell’Aula Giulio Cesare in Campidoglio. Come vivi questa responsabilità?È una responsabilità che tutti i giorni sento sulla mia per-sona, non solo per i corregionali sardi ma anche per tutti i cittadini romani che mi hanno eletto senza cene o pranzi

Umberto Croppi è un politico ano-malo di questi tempi, perché è so-prattutto uno spirito libero. Uscito dal Msi nel 1991, si è impegnato nei nuovi soggetti della politica italia-na di quegli anni (tra cui La Rete e i Verdi), è stato consigliere regiona-le del Lazio, capogruppo dei Verdi,

prima di capire che doveva prendersi una lunga vacanza dalla politica e mettere su famiglia. È stato tra i fondatori di Nessuno tocchi Caino, lega internazionale per l’abolizio-ne della pena di morte. Riavvicinatosi al mondo di An, ha curato la comunicazione elettorale del candidato Sindaco di Roma Gianni Alemanno, e dal maggio 2008 è assessore alle Politiche Culturali e alla Comunicazione del Comune di Roma. Come si vede, un percorso articolato, senza mai rinunciare alle proprie idee. Non a caso, come dichiarò qualche anno fa in un’intervista al Corriere della Sera, il suo libro di formazione è stato l’Iliade: “Niente buoni, niente cattivi. Tutti eroi. Nel duello tra Achille e Ettore parteggia-vo per tutti e due”.Amante dei viaggi e della letteratura, con un forte interesse per l’antropologia, ha studiato a fondo le culture delle po-polazioni himalaiane, dall’Indukush al Tibet. In Eritrea ha conosciuto sua moglie Jennifer, statunitense, da cui ha avu-to due figli, Sofia e Giuliano. Tra i suoi interessi anche l’eno-gastronomia: è sommelier diplomato presso i corsi dell’Ais.

Con un pizzico di ironia, nelle sue note biografiche si legge che ha studiato giurisprudenza e filosofia senza mai laure-arsi, come gli ex sindaci Rutelli e Veltroni. Un viatico per il futuro? Glielo auguriamo.Roma è una città che accoglie molte etnie, popoli con cul-ture e storie diverse. Per questa tradizione di accoglienza, arrivati a Roma ci si sente tutti un poco romani. I gruppi regionali sono numerosi e strutturati. Come si relaziona il suo assessorato con questa realtà sociale molto importante anche dal punto di vista numerico?Nell’anno in cui Roma celebra il 140° anniversario del suo ruolo di Capitale, non si può non registrare che la costruzio-ne delle città che noi oggi conosciamo, è stata determinata dal grande apporto di popolazione e classi dirigenti prove-nienti dalle regioni italiane. Tra queste, la Sardegna occupa un posto di primissimo piano. Questa storia conferisce alla città il suo carattere plurale e composito ma ne sottolinea anche la capacità di ricondurre i suoi cittadini a visioni con-divise e comunitarie. È proprio per questo che l’ospitalità a nuovi gruppi etnici e culturali può essere considerata uno dei tratti distintivi della capitale.La comunità dei sardi ha una lunga e gloriosa frequenta-zione con Roma. Molti uomini e donne illustri vi hanno abitato e lavorato. Gli scrittori Giuseppe Dessì e la premio Nobel Grazia Deledda vissero a Roma gli anni d’oro della loro gloria letteraria. In ambito politico, la Sardegna ha dato a Roma e all’Italia due presidenti della Repubblica,

Antonio Segni e Francesco Cossiga. Un suo ricordo per-sonale come uomo di editoria e di cultura e come uomo politico.Non solo due Presidenti della Repubblica ma anche per-sonaggi dello spessore politico di Emilio Lussu, Antonio Gramsci, Enrico Berlinguer. Se c’è un’attitudine che mi pare abbia unito quelle figure istituzionali a questi “opposito-ri storici”, è stata a mio avviso la loro comune capacità di guardare al di là dell’esistente, il che appare del tutto coe-rente con quel complesso sentimento di insularità che con-nota il carattere sardo: non già la chiusura, come banalmen-te gli si attribuisce, bensì un’irrequietezza culturale, un’idea di azione. Il grande poeta guadalupense Saint-John Perse definiva il destino insulare come il “vivere nella gola di un Dio”. Credo che ciò possa aderire anche al popolo sardo, come alla sua arte e alla sua letteratura. Penso alla musica di Paolo Fresu, che allo stesso tempo è intrisa della sua terra e curiosa di ogni altro luogo del mondo; e penso al bellissi-mo romanzo di Sergio Atzeni, purtroppo morto prematura-mente, a quel suo Passavamo sulla terra leggeri nel quale il racconto della gente sarda diventa un esercizio di oralità e di memoria. Anche questo è tipico di una vera isola: l’uso della parola che non resta scritta ma che viene raccolta da un testimone successivo.È mai stato in Sardegna? Qual è il suo rapporto con l’Iso-la?Sono stato in Sardegna poche volte, per motivi personali o istituzionali. Ma queste rare occasioni sono state sufficienti a far sì che l’isola esercitasse su di me un fascino particolar-mente forte. Il suo paesaggio e, soprattutto, la sua cultura e lo spirito dei suoi abitanti, ci parlano delle origini stesse della civiltà mediterranea e ci riportano all’interno di un universo di regole sociali che di essa sono alla base.A suo parere una manifestazione come “L’Isola che c’è” contribuisce veramente a rafforzare il sentimento nazio-nale, il senso di appartenenza ad un unico Paese? Sono convinto che i fondamenti del processo unitario e di formazione di una coscienza nazionale siano passati e pas-sino attraverso il puro riconoscimento delle radici e delle tradizioni. Coltivare e diffondere il patrimonio di apparte-nenza che da queste è vivificato, sono azioni imprescindibili per mantenere l’essenza di quello scambio tra culture che rende costantemente viva ed attuale l’identità complessiva del nostro popolo.

elettorali e senza manifesti. Odio queste spese elettorali per-ché sono uno schiaffo alla miseria. Il mio lavoro è frutto di molti anni di interventi sociali. Ha sempre premiato questo mio impegno politico costan-temente rivolto al benessere delle persone, sia quelle con problemi di tipo economico e sociale, sia le persone con problemi psicologici, per esempio di solitudine, per cui ho tante richieste di aiuto per molti interventi nella nostra città. Il tuo motto elettorale e quello che campeggia nel tuo sito è “Al centro le persone, a sinistra il cuore”. Come metti in pratica, nel tuo lavoro, questo programma?Quel motto rispecchia tutto il mio lavoro professionale e politico. Bisogna operare per il benessere delle persone. Mi sono impegnata da sempre a favore dell’unità della sinistra e per il sostegno delle fasce più deboli, per le battaglie a favore della laicità e della dignità delle donne. Nel mio mandato istituzionale mi sono occupata, priorita-riamente, dell’organizzazione dei servizi alla persona (scuo-la, servizi sociali e sanitari), del mondo delle donne, delle questioni legate al precariato e dell’ambiente. D’altronde l’integrazione socio-sanitaria, l’associazionismo, il terzo settore, i minori, i giovani, gli anziani, i disabili, i proble-mi dell’infanzia e dell’adolescenza, le nuove povertà, sono e sono stati i settori anche della mia attività professionale.Credo che per portare avanti il mio mandato amministrati-vo in Campidoglio sia mio dovere occuparmi di questi set-tori che conosco meglio e nei quali mi sono impegnata come assistente sociale prima, e poi come dirigente, nell’Ammini-strazione Provinciale di Roma, del Servizio “Pianificazione Sociale, Formazione e aggiornamento per gli operatori so-cio-educativi e sanitari e del Sistema Informativo Sociale”.

Per ritornare alla nostra manifestazione, “L’isola che c’è - Sardegna incontra Roma”, secondo te a Roma l’Isola della Sardegna riesce ad essere presente con le sue tradizioni e la sua cultura?Purtroppo i deputati e gli uomini politici sardi non sem-brano molto interessati ad organizzare eventi per portare all’attenzione di Roma e dei cittadini tutti la nostra cultura e le nostre tradizioni. Così nel mio ruolo di consigliere comu-nale ho sempre curato la domanda di cultura che mi viene dalla comunità dei sardi e dei romani. Per questo ho orga-nizzato molte manifestazioni che spaziano dal cinema alle mostre d’arte, agli eventi in Protomoteca con cui abbiamo messo in evidenza talenti e geni sardi che hanno parlato al mondo intero, come Maria Carta, o la cantante Lia Origoni che dopo il nostro omaggio in Campidoglio è stata ricono-sciuta anche a La Maddalena dove viveva quasi dimentica-ta; il sindaco della città le ha conferito alti riconoscimenti , la RAI le ha dedicato un servizio televisivo, e così via, ma tutto questo dopo che la nostra comunità di Roma l’aveva riscoperta! Così come ho reso possibile l’esibizione romana di molti gruppi folk della Sardegna che dimostrano come ci sia un grande risveglio culturale nella nostra isola che biso-gna sostenere. Poi ho contribuito ad organizzare conferenze archeologiche per far conoscere i siti più suggestivi della Sardegna prenuragica e nuragica. Infine vorrei ricordare anche la nostra attività per diffondere la conoscenza dei prodotti enogastronomici sardi che rappresentano un’effet-tiva ricchezza per l’Isola. Tu che sei riuscita ad entrare così bene nel tessuto socia-le romano tanto da esserne diventata una rappresentante istituzionale, quale suggerimento puoi dare ad un giova-ne sardo, ad una giovane sarda, che volesse trasferirsi nel-la Capitale per trovarvi la sua strada di vita?C’è da dire che lasciare la propria terra è sempre un grande dolore perché non trovi in altri contesti e in altre regioni la bellezza della nostra Sardegna che resta un vero e proprio paradiso. Purtroppo soprattutto le nostre coste sono state vandalizzate e così tutta l’Isola è stata sfruttata da gruppi di potere che non hanno pensato al bene comune ma sol-tanto ad interessi privati. Roma, la mia città di adozione, offre molte opportunità ma la vita non è facile soprattutto per chi vi cerca una attività lavorativa senza qualifica pro-fessionale. Capisco però le motivazioni che spingono oggi, ancora, i nostri giovani sardi ad emigrare e cercare fuori un lavoro che la nostra Sardegna, con tutta la sua bellezza e la ricchezza che possiede, non riesce a dare. Per molti giovani la Sardegna è ancora un “miele amaro”!

Gemma Azuni, consigliera del Comune di Roma.

Umberto Croppi (terzo da sinistra), con Giuseppe Sotgiu, Giorgio Ariu

e Antonio Maria Masia.

Settembre 2010 3

IL FASCINO DELL’ISOLAOLTRE IL MARENeria De Giovanni intervista Umberto Croppi

LA MIA SARDEGNAANCHE A ROMANeria De Giovanni intervista Gemma Azuni

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IN CONCERTO sabato 25ore 21:30

Gli “Etnias”, come suggerisce il nome, sono un gruppo musicale etnico, composto da ele-menti che hanno fatto della tradizione una ragione di vita. Nati con lo scopo di valorizzare il canto e il ballo sardi, si esibiscono davanti alle folle cercando di coinvolgere gli spettatori a suon di melodie sarde e con innumerevoli balletti. Vengono da più parti della Sardegna e assicurano una dose di sana musica ento-pop.

L’Avis Roma, presen-te alla manifestazione con uno stand, porta in piazza San Giovanni l’autoemoteca per le donazioni del sangue. Un’occasione, quella di domenica mattina, per dimostrare il proprio al-

truismo. Basta poco, così poco, per salvare la vita di altre persone.

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L’azienda “Roberto Stella” nasce nel 1998 grazie alla passione per la moda dell’omonimo stilista, cre-sciuto in tale ambiente grazie all’attività lavorativa della famiglia. L’interesse viene potenziato nel cor-so degli anni e si concretizza con gli studi presso la Scuola di Moda Europea “Euromod School”. Le sfilate in giro per l’isola e il resto d’Italia hanno solo reso onore alle grandi doti del giovane stilista sardo.

domenica 26, dalle 8 alle 11:15

Biagio Arixi è nato a Villasor (Cagliari) e vive e lavora a Roma da oltre un trentennio. Ha pubblicato numerosi libri di poesia ricevendo i consensi

della critica più illustre. Ha scritto anche romanzi, traduzioni e molte fiabe di successo.

Premio GiornalisticoL’ISOLA CHE C’ÈNasce quest’anno il prestigioso Premio Giornalistico “L’Isola che c’è” che verrà consegnato ai giornalisti sardi più popolari nelle Capitale.Le opere, delle sculture in trachite, sono state appositamente realizzate dallo scultore Roberto Budroni di Castelsardo.

Luciana Santoianni ha fat-to della sua passione più grande, la lirica, un lavoro che l’ha portata a ricevere numerosi riconoscimenti. Ha cantato come solista in

diversi teatri italiani ed europei, ricoprendo ruoli prin-cipali in varie Opere ed ottenendo ovunque lusinghieri successi. Il suo amore per la Sardegna l’ha portata a cimentarsi in canti e poesie dedicate all’isola.

I PREMIATIGiovanni Maria Bellu, Bianca Berlinguer, Maria Luisa Busi, Pasquale Chessa, Giovanni Floris, Sergio Frau, Jana Gagliardi,Anna Piras, Tiziana Ribichesu, Mario Sechi.

La Cooperativa Teatro “Fueddu e Gestu” nasce nel 1980 come gruppo di ri-cerca e sperimentazione teatrale. Col passare degli anni, spazia in altri campi come la musica, l’arte, la ricerca etnografica, la fotografia. Il loro teatro, in cui l’operazione di recupero e ricerca delle valenze peculiari di lingua e cultura della Sardegna (memoria storica, leggende, miti, riti, poesia e racconto popo-lare) interagiscono con la realtà sarda odierna, si innesta in modo originale nel contesto più ampio del teatro contemporaneo internazionale.

Il Coro “Gavino Gabriel” di Tempio nasce nel 1975 come espressione diretta dell’omo-nima accademia popolare gallurese. Nel corso degli anni prendono parte ad una seria lunghissima di manifestazioni e rassegne in giro per l’Europa. La loro peculiarità è l’ese-cuzione di canti religiosi in latino e in lingua. Un parlare alto e commosso, come disse Gavino Gabriel nel 1920. A Roma avranno l’onore di recitare qualche brano della Messa in sardo, proprio durante la cerimonia domenicale che si svolge nell’arcibasilica di San Giovanni in Laterano.

Adelino Cabras è figlio di artigiani di prodotti tipici sardi. Emigrato dall’età di diciotto anni, inizia le sue avven-ture da imprenditore a Baradili, il più piccolo comune della Sardegna, a due passi da casa sua. La creatività e la tenacia lo portano ad un suc-cesso inaspettato ma meritato, fino alle pagine sulla stampa regionale e alla decisione di usare il suo estro anche nella moda.

“I Lazzaroni” sono un gruppo di amici cresciuti insieme con lo scopo di percorrere, condividendolo, un cammino che vede i valori autentici della vita al centro delle loro attività, sportive e d’intrattenimento. Una program-mazione svolta nel rispetto della natura, incentivando la socializzazione, l’altruismo e l’amicizia. Fino ad arrivare, oggi, nelle piazze e nelle scuole di Roma, coinvolgendo sempre più famiglie, dai genitori ai bambini. E strappando loro un sorriso contagioso...

NE VEDRETE DELLE BELLE... Sfilate, convegni, concerti:l’agenda de L’Isola che c’è

venerdì 24, ore 19:30

venerdì 24ore 17

ESCLUSIVO!

sabato 25ore 19

TEATRO CONTEMPORANEO

DI M

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SFILATAsabato 25, ore 21

INTRATTENIMENTO CON... “I LAZZARONI”

ven 24, sab 25,

dom 26

venerdì 24ore 21

popolariCANTI

di Simone Ariu

LA SOPRANODAL VIVO!

venerdì 24 ore 20:30

CREAZIONI (DI MODA) SARDE

durante la consegna delPremio Giornalisticovenerdì 24

ore 17

Ecco una delle scultere realizzate per

“L’Isola che c’è”.

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GRAFICHEGHIANI

Il Ristorante del dopo teatro

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In Sardegna vivi di più.

w w w. s a r d e g n a t u r i s m o . i t

Riunione

Un salto in palestra

Lunedì mattina

Ora di punta

Spettacolo di prima serata

Mensa di mezzogiorno

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In Sardegna vivi di più.

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Riunione

Un salto in palestra

Lunedì mattina

Ora di punta

Spettacolo di prima serata

Mensa di mezzogiorno

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8 Settembre 2010

Al centro del bacino occidentale del Mediterraneo, l’isola della Sardegna rappresenta, per caratte-ristiche ambientali, un fenomeno peculiare: gli elementi geologici, paleontologici e mineralo-gici, le rarità biologiche e gli endemismi, i po-polamenti forestali e le zone umide, i paesaggi naturali spettacolari nella morfologia delle co-ste e dei rilievi interni, le cavità sotterranee e i

reperti archeologici ne fanno un piccolo ma intero continente. Tuttavia, fra tali caratteristiche, sono gli aspetti geominerari quelli che hanno più intensamente scandito la storia sociale e culturale dell’Isola, in quanto, per varietà di minerali e consistenza dei giacimenti, hanno attirato l’interesse dei popoli mediterranei, dai tempi più remoti fino agli anni più recenti. La vocazione mineraria della Sardegna si manifesta nel grande nume-ro di miniere sparse su tutta la superficie dell’Isola, di diverso valore produttivo, scientifico, culturale, ma tutte indispensabili per compren-dere lo straordinario evolversi degli avvenimenti che, in più di 8.000 anni di ininterrotte vicende, hanno segnato la storia dell’utilizzazione del territorio da parte dell’uomo. L’attività mineraria della Sardegna ha coinvolto in primo luogo le co-munità umane che si sono succedute nello sfruttamento delle risorse del sottosuolo; le tracce di questa industria, che ha influenzato le stesse

vicende storiche dell’Isola, sono ben visibili nel territorio che ha subito profonde modificazioni che lo caratterizzano attualmente. I lineamenti del paesaggio naturale sono visibilmente segnati dalla cultura materiale, dalle organizzazioni sociali e dagli insediamen-ti sorti intorno alle attività minerarie, che hanno generato nuove ed originali forme di paesaggio e di ambiente sociale e culturale, tali da caratterizzare vaste aree con una precisa identità di valore universale, unica e rappresentativa dell’intera regione geo-culturale mediterranea. La chiusura dell’attività di miniera lascia un’eredità non solo di infra-strutture, macchine, fabbricati, nel contesto di paesaggi spesso spetta-colari, ma anche di documenti ed archivi di indiscusso pregio, nonché di valori umani e capacità professionali, che costituiscono le radici di un’identità culturale di più generazioni da rispettare, salvaguardare e trasmettere. Il momento attuale segna un punto fondamentale nella transizione da una fase di sfruttamento del territorio durata quasi 8.000 anni, alla gestione integrata dello stesso, per pianificarne l’uso a vantaggio delle generazioni a venire, attraverso il miglior utilizzo delle risorse natura-li, storiche ed artistiche, affinché non vada perduta una cultura pluri-

millenaria ed una professionalità di grande valore. In tale prospettiva si pone l’esigenza prioritaria di un progetto complessivo di salvaguardia e valorizzazione delle diverse aree minerarie, fondato sulle testimonianze scientifiche, tecnologiche, storiche e socio-culturali del lavoro minerario in Sardegna, i cui obiettivi tendano alla tutela di tali va-lori ed alla creazione di nuove opportunità di sviluppo per le comunità che si identificano nella cultura mineraria, ne sono eredi e tuttora parte integrante. Negli ultimi tempi, la normativa in materia di recupero dei siti, insieme alla necessità di provvedere ad interventi immediati, ed al diffondersi della cultura di salvaguardia ambientale hanno determinato l’avvio di alcune impor-tanti azioni di risanamento e riqualificazione dei siti minerari e la stesura di numerosi progetti, orientati per lo più ad una destinazione museale-espositiva e turistica delle strutture recuperate. Tuttavia, a fronte di un patrimonio culturale e naturale di così particolare pregio e di grande potenzialità, qualora riconosciuto sul piano internaziona-le, la normativa nazionale e regionale, superando le attuali sovrapposizioni e carenze, dovrà contenere linee di pro-grammazione e impegni finanziari capaci di consentire la pianificazione e la gestione di un nuovo assetto economi-co per l’intero territorio identificato e definito in base alle caratteristiche ed ai valori specifici di ogni singola area.Gli obiettivi immediati del Progetto vanno quindi individuati nel riconoscimento da parte dell’Unesco del valore collettivo ed universale delle aree minerarie della Sardegna, ed al tempo stesso nella programmazione di interventi di carattere comunitario, nazionale e regionale in grado di affrontare la pianificazione e la gestione del territo-rio individuato. In questa prospettiva, l’interessamento, il riconoscimento e la successiva costante collaborazione dell’Unesco rivestono un’utilità tutta particolare, e sono indispensabili per la riuscita del Progetto.

IL PARCO GEOMINERARIO STORICO E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

QUEL FILO DIRETTO CON GLI EMIGRATISARDI

Accorciare le distanze, far sentire agli emigrati sardi nella Capitale, e non solo, che esiste un filo saldo con la propria terra, favorire l’aggregazione tra i sardi e la Penisola, promuovere lo scambio, la conoscenza, e

di conseguenza la crescita: questo lo spirito con cui nasce l’iniziativa de “L’isola che c’è - Sardegna incontra Roma”, questo il nucleo in cui i suoi obiettivi si intersecano con quelli portati avanti dal Comune di Cagliari tramite l’attività dell’Assessorato alle Po-litiche Sociali, al cui patrocinio si deve la riuscita di questa nuova edizione dell’evento. Dopo l’avviamento dei progetti di interscambio culturale voluti dallo stesso assessore Anselmo Piras, anche quest’anno l’iniziativa si propone di creare un nuovo terreno di confronto con la Capitale, volto a favorire non solo la trattazione delle tematiche più delicate in ambito di migrazione e insediamento in una nuova realtà cittadina, ma soprattutto una conoscenza più approfondita della stessa realtà sarda, troppo spesso

soggetta a visioni stereotipate che impediscono di cogliere il fasci-no e lo spessore che si cela dietro una cultura così sfaccettata e com-plessa come la nostra. Tra le questioni di maggior rilievo promosse e sostenute dallo stes-so Assessorato alle Politiche Sociali, la sensibilizzazione verso la Donazione del sangue. Dopo le fortunate iniziative realizzate in-torno a questo tema gli anni passati, non si poteva che riproporre anche quest’anno con nuovo entusiasmo e nuova speranza, quella di portare i risultati di questa campagna ancora oltre i traguardi già raggiunti. In virtù del successo che questa cooperazione tra le amministra-zioni, le associazioni di entrambe le regioni e la stessa GIA Comu-nicazione ha riscosso nelle precedenti edizioni, si rinnova perciò, anche quest’anno, il desiderio di ritagliare sempre nuovo spazio e nuove opportunità per i sardi all’interno della comunità romana, favorendo l’aggregazione e riscoprendo il gusto dell’incontro.

Anselmo Piras, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cagliari.

Page 9: L'Isola che c'è - Sardegna incontra Roma

Settembre 2010

STORICO E AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

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L’Avis, sempre presente al fianco de “L’Isola che c’è – Sardegna incontra Roma”, parteciperà anche all’edizione 2010, ed è confermato anche il gemellaggio tra Cagliari e Roma.La fortunata campagna di sensibilizzazione della Donazione del sangue si propone di aprire un dialogo con i residenti della Capitale, sardi e non. Inoltre, attraverso l’allestimento di uno stand, verranno distribuiti volantini per ampliare la cultura sanitaria intorno alle donazioni del sangue e alle attività dell’Avis stessa.L’iniziativa si rinnova di anno in anno anche grazie al calore ricevuto in passato dalla stessa Avis di Roma che ha più volte manifestato la propria gratitudine all’intero progetto.

Quest’anno sarà presente anche l’autoemoteca per le donazioni del sangue: domenica mattina, dalle 8 alle 11:15, sarà così possibile fare un gesto altruista verso chi ha bisogno del nostro aiuto.

Un’estate lunga fino a otto mesi? In Sardegna si può. Chiunque abbia vissuto nella nostra isola è abitua-to a prendersi qualche momento di relax sulla spiaggia anche in quei mesi in cui nel resto d’Italia si fa già - o ancora – sentire la sta-gione invernale. Trasmettere que-

sta visione delle stagioni anche a chi in Sardegna ci viene solo per qualche giorno all’anno? Si può fare anche questo, e gli ingredienti non mancano di certo. Oltre il clima e il mare cristallino, già tutta l’Europa ci ama e ci riconosce per l’ospitalità, la buona tavola e i nostri luoghi incantati per storia e tradizione. Manca solo un elemento essenziale: che questi fattori possano esistere ben oltre i tre mesi estivi ca-nonici, la possibilità di trovare alberghi, ristoranti e struttu-re d’accoglienza in generale aperte anche in quei cosiddetti “mesi spalla” ( aprile, maggio, settembre e – perché no? – ottobre, novembre) per far sì che questa “lunga estate” raggiunga totale realizzazione. Questo è quanto la Regione auspica da lungo tempo, ed è quanto a partire da quest’estate sarà sempre più facile rag-giungere. Di destagionalizzazione dell’attività turistica si è sempre sentito parlare, ma da oggi alle parole si sono uniti fatti concreti, che mirano a far sì che l’estate 2010 possa pro-lungarsi almeno fino ad autunno inoltrato.«Ciò su cui puntiamo – ha detto anche il presidente della Regione Ugo Cappellacci - è la promozione di quell’idea di “isola dell’accoglienza” che fa parte del nuovo modello di sviluppo per la Sardegna. Sono tante le risorse esistenti e inespresse. È difficile convincere le multinazionali a man-tenere le attività nel nostro territorio e a non seguire quel decentramento che si sta realizzando, ma c’è una risorsa che non è delocalizzabile che è il nostro patrimonio natu-rale e culturale . Nei pochi mesi estivi è difficile che questo possa accadere. Lo dimostra il fatto che il turismo ora come ora ricopre appena il 9% del nostro Pil regionale. Per questo motivo dobbiamo intervenire su più fronti e incentivare le imprese con risparmi sul costo del lavoro».Gli incentivi ammonteranno, infatti, a ben 18 milioni di euro, 11 dei quali saranno destinati all’abbattimento del costo dei dipendenti proprio in quei “mesi spalla”. A poter partecipare al bando saranno soprattutto quelle imprese che a partire da aprile hanno assunto personale a tempo determinato, e che potranno contare, grazie a quest’inizia-tiva, su 600 euro al mese per ogni dipendente in relazione a ciascuno dei mesi “extra” rispetto a quelli canonici.«Questo provvedimento è uno dei cardini principali della strategia dell’assessorato del Turismo che mira a costruire “l’altra stagione”- ha detto Sebastiano Sannitu, assessore al Turismo - in questo caso incentivando e abbattendo il costo del lavoro. L’obiettivo è avere almeno otto mesi di attività turistica, ma è anche la nostra intenzione arginare il fenomeno del lavoro nero. La sperimentazione sarà portata avanti nel periodo aprile 2010-maggio 2011, con una verifi-ca intermedia a dicembre».Ma non è solo ad una stagione turistica più lunga che si mira, ma anche ad una più alta qualità dell’offerta e dei servizi che sempre più i turisti ri-cercano. Ben 7 milioni degli incentivi, infatti, comprendono anche un’opera di riqualificazione e aggiornamento, com-prendente tutte le materie di specializzazione nel settore, comprese le lingue. In questo modo, più specializzato sarà l’operatore, migliore sarà l’offerta dell’isola, ma soprattutto più semplice sarà anche per lui trovare impiego nei periodi al di fuori della stagione turistica canonica. Questo non si-gnifica – ha sottolineato anche Franco Manca, assessore del Lavoro – che le imprese «sono vincolate ad assumere il la-voratore per tutto il periodo “di spalla”: possono scegliere i contratti con una durata che varia da uno a cinque mesi. Tuttavia, ciascuna azienda beneficerà di incentivi quanti-ficati a seconda del mese di impiego delle imprese e in tal modo saranno tutelate le piccole imprese. Semplicemente l’assunzione nei mesi di spalla comporta l’impegno delle aziende ad impiegare gli stessi lavoratori nel periodo estivo (giugno-agosto 2010)».Insomma, si figura una nuova prospettiva e un nuovo ruolo per la Sardegna, che in questo modo si farà davvero luogo di accoglienza per tre quarti dell’anno per chiunque ricerchi un approdo caldo e accogliente per godere di una fetta d’estate a poche ore di viaggio da casa.

UN’ESTATEDI... OTTO MESI

FILO DIRETTO CONL’ISOLA

LE TEMATICHE TANTO CARE AI SARDI

Per il quarto anno la Sardegna si presenta a Roma con la manifestazione “L’Isola che c’è”, quest’anno in uno dei luoghi più prestigiosi della città, Piazza San Giovanni in Laterano. La collaborazione del Comune di Roma, che ringraziamo per la sua disponibilità a concedere un luogo storico, la presentazione di quanto di meglio identifica oggi la Sardegna con i Comuni di Tempio e Villasor, tra gli altri, fanno di questa festa un evento po-

polare da vivere con i tanti emigrati sardi e una specie di gemellaggio fra l’isola e la capitale d’Italia.È un appuntamento culturale che vede rappresentati la musica, i canti, i balli e la poesia in Limba della tradizione, insieme ai prodotti tipici, al ci-nema sardo, alla novità piacevolissima della moda, e al premio di giornali-smo che vuol raccogliere gli operatori sardi dell’informazione, ponendo la premessa di una collaborazione stabile fra circoli e mondo della comunica-zione per promuovere la Sardegna, soprattutto in questo momento di crisi e di grande disagio sociale.Il 2011 sarà l’anno del 150° dell’Unità d’Italia, un appuntamento al quale stiamo lavorando con i circoli di tutta Italia per rimarcare il ruolo che la nostra isola ha avuto: perché è il Regno di Sardegna che anticipò il Regno d’Italia e perché per il compimento dell’Unità d’Italia nella grande guerra del 15/18 i sardi hanno dato un contributo importante con il sacrificio dei pastori e dei contadini combattenti nella Brigata Sassari. Ma di questi temi speriamo di parlarne meglio nella prossima edizione de “L’Isola che c’è”.

LA FASI A L’ISOLA CHE C’È

Tonino Mulas,presidente F.A.S.I.

AVIS, RINNOVATO IL GEMELLAGGIOTRA ROMA E CAGLIARI

Page 10: L'Isola che c'è - Sardegna incontra Roma

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