L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

11
UN PATRIMONIO DIFFUSO DI IMPRESE NAZIONALI E INTERNAZIONALI PER LA SALUTE DELLE PERSONE, DELLA SOCIETÀ, DELL’ECONOMIA, DELL’AMBIENTE L'INDUSTRIA FARMACEUTICA partner strategico del Paese

Transcript of L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

Page 1: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

UN PATRIMONIO DIFFUSO DI IMPRESE NAZIONALI E INTERNAZIONALI PER LA SALUTE DELLE PERSONE,

DELLA SOCIETÀ, DELL’ECONOMIA , DELL’AMBIENTE

L'INDUSTRIAFARMACEUTICApartner strategico del Paese

Page 2: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

PREMESSA

RICERCA

PRODUZIONE

ACCESSO ALLE CURE

LAVORO

AMBIENTE

TRASFORMAZIONE DIGITALE

LE IMPRESE NEL TERRITORIO

4

6

8

10

12

14

16

18

In collaborazione con

Page 3: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

4 5

34 miliardi di euro è il valore della produzione nel 2020. Valore che raggiunge i 70 miliardi se consideriamo l’indotto.

PREMESSA“Build back better” è l’impegno che ha guidato il

recente G7. La pandemia ci ha insegnato che dobbiamo

cambiare molte cose, per farle meglio di prima.

Abbiamo imparato che la salute è anche ricchezza,

libertà, coesione, comunità, lavoro, uguaglianza. Senza

Salute e investimenti nelle Scienze della Vita non c’è

Futuro, né sviluppo armonico della Società.

I risultati della R&S delle imprese sono stati

incredibili. La scoperta in tempi record di terapie e

vaccini e la produzione a livello globale di 11 miliardi di

dosi entro il 2021 possono consentire al Mondo intero di

uscire dal tunnel della pandemia.

E mentre tutto questo accadeva la R&S rivolta alle

altre patologie non si è mai fermata: nel 2020 in Europa

sono stati autorizzati 55 nuovi farmaci, rispetto ai 30 del

2019. E ci sono tanti progetti promettenti nella pipeline

delle imprese.

Le imprese del farmaco hanno dimostrato di saper

fare innovazione e network unendo scienza e tecnologia,

competenze umane e intelligenza artificiale, eccellenze

pubbliche e private.

Le possibilità di sviluppo a vantaggio di tutti oggi

sono enormi. Ma per renderle concrete è fondamentale

una nuova organizzazione: la velocità con cui i progres-

si della ricerca arrivano ai pazienti non è più “solo” un

tema scientifico, ma sempre più di pianificazione, regole,

competenze, processi decisionali. Temi necessari anche

per attrarre investimenti su scala globale, oggi più che

mai indispensabili in una concorrenza internazionale

che sta già ridisegnando il futuro del settore.

Per interpretare i processi complessi, multidiscipli-

nari e globali delle Scienze della Vita serve un confronto

strutturale tra gli attori del sistema, pubblici e privati,

per mettere in rete tutte le competenze.

La parola partnership non è uno slogan, è un fattore

competitivo strategico, indispensabile per trovare solu-

zioni innovative e condivise alle esigenze reali del Paese.

Per la farmaceutica significa aumentare la ricerca,

creare valore all’insegna della sostenibilità economica,

sociale e ambientale, migliorare l’accesso alle cure per

i pazienti, aumentare l’occupazione e le competenze,

investire ancora di più per la transizione ecologica,

utilizzare al meglio le potenzialità della trasformazione

digitale.

L’Italia può essere ancora più protagonista grazie a

un mix bilanciato e unico in Europa, fatto di imprese

italiane, di varia dimensione e spesso internazionaliz-

zate, e multinazionali, con centri di eccellenza globali

per le attività dei loro gruppi. Un sistema di aziende

innovative, strutturate, solide e diversificate, che genera

occupazione, investimenti, R&S, Open Innovation.

Quello che serve adesso è un coordinamento delle

politiche sanitarie pubbliche e industriali, coerente con

gli obiettivi di salute e crescita del Paese.

Con un finanziamento adeguato e nuovi modelli di

gestione della spesa che misurino, proprio come per

tutti gli investimenti, sia i costi sia il valore clinico,

sociale ed economico generato nel tempo dal percorso

di cura, che non è più una semplice “somma” di

prestazioni erogate ma un processo interconnesso che

integra ricerca, farmaci, diagnostica di precisione,

innovazione digitale e servizi di assistenza, il più

possibile domiciliare.

Un’evoluzione che richiede la capacità di utilizzare

i tanti dati generati dal sistema salute, che possono

concretamente salvare vite con maggiore efficienza delle

cure e della ricerca.

Il paradigma One Health riconosce che la salute

dell’Uomo è legata a quella del Pianeta. La stessa

visione olistica e circolare deve comprendere un patto

tra generazioni, che assicuri la capacità di garantire

all’Italia un flusso continuo di innovazioni, informazioni

e investimenti a beneficio dei cittadini di oggi e di quelli

che verranno.

La farmaceutica è un banco di prova per misurare la

volontà dell’Italia di guardare al futuro.

E l’industria è pronta, con tutta la sua volontà e le

sue competenze, a rafforzare il suo ruolo di partner

strategico del Paese, per costruire insieme un

patrimonio per la salute, l’economia, la società e

l’ambiente. Un patrimonio per la Vita.

Massimo ScaccabarozziPresidente Farmindustria

Page 4: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

6 7

L’industria farmaceutica è partner strategico del

Paese. Lo ha dimostrato durante la pandemia, dando

un sostegno importante sul territorio alla gestione della

crisi e sviluppando, in meno di un anno, cure e vaccini

contro il Covid-19. Lo dimostra ogni giorno investendo

nella ricerca e garantendo la continuità della fornitura

di farmaci, vaccini e terapie indispensabili per prevenire

e curare malattie, spesso rare. Lo ha fatto anche in un

anno difficile come il 2020: oltre il 90% delle imprese

del farmaco ha confermato gli investimenti in R&S e,

di queste, quasi il 40% li ha incrementati.

Una partnership che ha permesso negli anni al set-

tore e al Paese di crescere insieme, diffondendo nuove

conoscenze, competenze e buone pratiche, alimentando

una cultura condivisa sulle nuove frontiere della

scienza e della tecnologia.

Una partnership con enti di ricerca pubblici e privati,

start up, parchi scientifici, enti non profit, senza la quale

LOREM IPSUM CONSEQUI QUA-SPERIA DIT, AM EXERNATIO, UT ESTIS DIT ALI-

RICERCA

32,2% ITALIA

32,9% GERMANIA

23,2% FRANCIA

23,0% REGNO UNITO

14,9% SPAGNA

1° 3° 4° 5°2°E X P O R T

P R O D U Z I O N E

F A R M A C E U T I C A

+12%

IN UE1°POSTOITALIA

AL MONDO4°POSTO

€1°POSTO

INVESTIMENTIPER ADDETTO ITALIA

700

17%

MLN €investimenti2020

accesso farmacinuova conoscenzacompetenzebenefici economici

del valoreaggiunto

INVESTIMENTIDELLE IMPRESE

1,6 MLD €

M A N I F E S T O F A R M I N D U S T R I A 2 0 2 1

RICERCA

1,6 miliardi di € sono le risorse investite in R&S in Italia dalle imprese del farmaco nel 2020. Un valore pari al 17% del valore aggiunto del settore (1,4% in media nell’economia).

1a posizione in Italia per investimenti in Open Innovation per addetto e per quota di imprese con accordi di collaborazione con Università e Centri di ricerca pubblici (80%).

700 milioni di € sono le risorse che ogni anno la farmaceutica investe in studi clinici, generando nuova conoscenza, competenze e risparmi per il sistema della salute, pubblico e privato, e accesso a nuove cure.

1a posizione dell’Italia nell’UE (4a nel Mondo) per pubblicazioni scientifiche sul Covid-19. Pubblicazioni che per oltre il 75% sono state “open access”.

OPEN INNOVATION PUBBLICAZIONI SU COVID-19

INVESTIMENTI 2020 STUDI CLINICInon sarebbe possibile eccellere in tutte le fasi del

processo di ricerca: dagli studi, alle ricerche e

sperimentazioni, fino all’accesso alla cura per i pazienti.

Collaborazioni che fanno dell’industria farmaceutica uno

degli esempi più avanzati di Open Innovation.

La crisi sanitaria ha reso evidente la necessità di

rafforzare ancora di più la collaborazione tra impre-

se, istituzioni e sistema della ricerca, per accelerare

i processi di innovazione già in corso e migliorare la

salute e l’aspettativa di vita dei cittadini, attrarre nuove

risorse e talenti per lo sviluppo economico e sociale

del Paese.

Attrattività che ha bisogno di strumenti e regole

certe per incentivare la ricerca di base, gli studi clinici,

la registrazione e la protezione dei brevetti, il trasferi-

mento tecnologico e digitale delle informazioni, rendere

più forte l’ecosistema italiano dell’innovazione. A tutto

beneficio dei pazienti di oggi e di domani.

Fonti: Istat, ALTEMS, OECD, Farmindustria

Page 5: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

8 9

LOREM IPSUM CONSEQUI QUA-SPERIA DIT, AM EXERNATIO, UT ESTIS DIT ALI-

PRODUZIONE

32,2% ITALIA

32,9% GERMANIA

23,2% FRANCIA

23,0% REGNO UNITO

14,9% SPAGNA

1° 3° 4° 5°2°E X P O R T

P R O D U Z I O N E

F A R M A C E U T I C A34MLD €

65 MLD €incluso l’indotto

+74%ITALIA

+48%PARTNER UE

+12%ITALIA

ALTRI BIG EUROPEI

IN UE1°POSTO

ITALIA

M A N I F E S T O F A R M I N D U S T R I A 2 0 2 1

PRODUZIONE

34 miliardi di euro è il valore della produzione farmaceutica in Italia nel 2020, con 1,4 miliardi di euro di investimenti in impianti ad alta tecnologia. Valore che sale a 65 miliardi considerando l’indotto.

+74% è la crescita dell’export nel periodo 2015-2020,superiore agli altri partner UE (+48%). È cresciutoanche il valore medio delle esportazioni (+50%),indicatore di innovazione e qualità della produzione.

+12% è il differenziale tra Italia e media dei Bigeuropei in termini di valore aggiunto per addettonel farmaceutico, un dato che evidenzia l’alto livellotecnologico della produzione in Italia.

1a posizione in UE per Contract Development and Manufacturing Organization, un’attività ad alto valore aggiunto, in partnership attiva con le altre aziende farmaceutiche.

PRODUZIONE 2020

CRESCITA EXPORT 2015-2020

VALORE AGGIUNTO PER ADDETTO

CONTRACT DEVELOPMENT

La farmaceutica è una delle specializzazioni del

Made in Italy, lo testimonia il saldo positivo con l’este-

ro, pari nel 2020 a più di 4 miliardi di euro. Un sistema

produttivo diffuso che genera valore su tutto il territorio,

attraverso 200 stabilimenti di imprese grandi, medie e

piccole a capitale italiano e internazionale.

Un settore che grazie ad investimenti costanti nel

tempo è riuscito ad incrementare il valore aggiunto in

rapporto sia al fatturato sia agli addetti e ad aumentare il

valore medio delle sue esportazioni, consolidando così un

posizionamento internazionale caratterizzato da elevati

livelli di sicurezza e standard qualitativi forti di una

lunga tradizione industriale.

Un sistema che vuole continuare a generare sviluppo,

investimenti, valore aggiunto, incrementando tutte le pro-

duzioni, quelle più innovative, come ad esempio farmaci

biotecnologici, vaccini, plasmaderivati, terapie avanzate,

e quelle di farmaci di uso consolidato, essenziali per

garantire la qualità dell’assistenza ai pazienti, in Italia e

in Europa.

Un network forte animato da tante qualità.

Da quella del Contract Development and Manufacturing

che vede l’Italia leader in Europa, capace di dare

flessibilità, innovazione ed efficienza a tutto il

sistema, alle filiere specializzate nella produzione di

macchinari e di impianti per la produzione, fino al

sistema formativo che assicura un continuo

aggiornamento delle competenze.

Un tessuto industriale che può e deve essere

rafforzato, in stretta partnership con le istituzioni,

attraverso nuovi strumenti più adatti al mutato contesto

competitivo, capaci di generare valore per le imprese di

tutte le dimensioni, di tutti i territori. Solo così il sistema

della salute potrà continuare a garantire sviluppo

economico e sociale nelle diverse aree del Paese,

vincendo la competizione internazionale.

Fonti: Eurostat, Istat, Prometeia, Farmindustria

Page 6: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

10 11

LOREM IPSUM CONSEQUI QUA-SPERIA DIT, AM EXERNATIO, UT ESTIS DIT ALI-

ACCESSO

32,2% ITALIA

32,9% GERMANIA

23,2% FRANCIA

23,0% REGNO UNITO

14,9% SPAGNA

E X P O R T

P R O D U Z I O N E

F A R M A C E U T I C A

IN EU1°POSTOITALIA

AL MONDO

PER OGNI € INVESTITO

4°POSTO

€1°POSTO

INVESTIMENTIPER ADDETTO ITALIA

2,80 €

700

10

MLN €investimenti2020

+ CAREGIVER+ FAMILIARI

voltesuperiore

INVESTIMENTIDELLE IMPRESE

1,6 MLD €

media nazionaledel VALORE AGGIUNTO

26MLN

PAZIENTICHE ASSUMONO

FARMACI

NEL 2020

NUOVIFARMACI

GAP DI SPESAPROCAPITE

55

+80%RISPETTO AL 2019

3,6MLN

PAZIENTI IN VITADOPO UNA DIAGNOSIDI TUMORE

1MILIONEIN VITA DAOLTRE 10 ANNI

DI CUI

—19%RISPETTOALLA MEDIADEI BIG EUROPEI

ITALIA

M A N I F E S T O F A R M I N D U S T R I A 2 0 2 1

ACCESSO ALLE CURE

26 milioni sono le persone che assumono farmaci in Italia. Un numero che considerando anche i nuclei familiari e i caregiver coinvolge ogni giorno quasi tutta la popolazione.

3,6 milioni è il numero di persone che vivono nel nostro Paese dopo una diagnosi di tumore, circa 1 milione in più in 10 anni, grazie a cure innovative e persona-lizzate e ad assistenza sempre più domiciliare.

55 sono le nuove molecole approvate in Europa nel 2020 (+80% rispetto al 2019).

-19% è la differenza percentuale di spesa farmaceutica pubblica pro-capite in Italia rispetto alla media dei Big europei, negli ultimi cinque anni, un gap che si riscontra anche nell’accesso ai nuovi prodotti.

ASSUNZIONE FARMACI

VALORE DELL’INNOVAZIONE

NUOVI FARMACI IN UE

SPESA FARMACEUTICA PUBBLICA

L’industria farmaceutica è al fianco del Paese, nella

ricerca continua di risposte alla crescente domanda di

salute. Lo fa garantendo terapie sempre più efficaci che

consentono di guarire o gestire al meglio le patologie, lo fa

con la prevenzione, e assicurando percorsi di cura

sempre più domiciliari che migliorano la qualità della

vita di pazienti e caregiver.

Lo fa promuovendo il corretto uso di farmaci e vaccini,

riducendo il ricorso a ricoveri, prevenendo malattie o

rallentandone il decorso, diminuendo così la spesa per

prestazioni di assistenza sociale, evitando costi aggiuntivi

per il cittadino e lo Stato, permettendo ai pazienti di con-

vivere con la malattia, mantenendo uno stile di vita attivo.

È quindi di fondamentale importanza per il Paese

investire nel settore farmaceutico, ancora sottofinanziato

rispetto alla crescente domanda di salute.

Basterebbe per esempio utilizzare tutte le risorse

disponibili e i costi evitati nelle altre prestazioni per

incrementare tale finanziamento, introducendo

meccanismi per la valutazione complessiva degli effetti

clinici, sociali ed economici dell’uso dei farmaci, valutando

su più anni l’efficienza dei percorsi di cura.

Salute e benessere rappresentano, lo abbiamo capito

nella crisi pandemica, fattori chiave per la nostra società,

per la nostra economia. Per questo è necessario far

evolvere un nuovo modello, non più solo focalizzato al

contenimento della spesa, ma orientato all’accesso a

tutte le terapie disponibili. Solo così potremo rafforzare

il sistema della salute e renderlo sempre più orientato

all’appropriatezza, al riconoscimento del valore,

all’innovazione e alla prevenzione.

Fonti: Istat, EMA, Efpia, IQVIA, AIOM-AIRTUM, OECD

Page 7: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

12 13

LAVORO

32,2% ITALIA

32,9% GERMANIA

23,2% FRANCIA

23,0% REGNO UNITO

14,9% SPAGNA

E X P O R T

P R O D U Z I O N E

F A R M A C E U T I C A

TRA I SETTORIINDUSTRIALI

1°POSTO PER OGNI € INVESTITO

€1°POSTO

INVESTIMENTIPER ADDETTO ITALIA

2,80 €

700

10

MLN €investimenti2020

voltesuperiore

INVESTIMENTIDELLE IMPRESE

1,6 MLD €

media nazionaledel VALORE AGGIUNTO

67MILA

ADDETTI

UNDER 3590%LAUREATIO DIPLOMATI

DI CUI

CRESCITA+16%

43%DONNE

52%NELLA RICERCAE SVILUPPO

29%NEGLI ALTRI SETTORI

M A N I F E S T O F A R M I N D U S T R I A 2 0 2 1

LAVORO

ADDETTI DEL FARMACEUTICO

ADDETTI DONNA

RICAMBIO GENERAZIONALE

WELFARE E FORMAZIONE

Le persone sono il principale motore dell’economia ed

è grazie a un capitale umano di eccellenza che si

costruisce un’industria farmaceutica moderna.

Ed è proprio attorno alle persone e alla loro crescita

che si è concentrata negli anni l’attenzione delle

imprese farmaceutiche attive in Italia, che hanno creato

per i propri dipendenti una delle più ricche e integrate of-

ferte di welfare aziendale: conciliazione vita-lavoro, salute

e benessere dei dipendenti e dei loro cari, assistenza dei

familiari anziani o non autosufficienti, sostegno alla geni-

torialità, fino a servizi basilari come quelli per l’istruzione,

l’assistenza sociale e sanitaria, il trasporto collettivo e le

mense aziendali.

Attività, nate anche grazie a innovative relazioni

industriali, che rendono le imprese del farmaco best

practice in Italia, con iniziative che accompagnano tutta

la vita dei propri dipendenti, anche nella costruzione e

acquisizione di competenze come la multidisciplinarità,

il team working, il digitale, soft skill sempre più preziose

nella vita come nel mondo del lavoro.

Ma sul lavoro lo sguardo è sempre rivolto al futuro.

Le imprese lo fanno impegnandosi per avvicinare i

giovani all’industria farmaceutica e alle scienze della vita,

valorizzando talenti e passioni, precondizioni necessarie

per garantire un virtuoso ricambio generazionale.

Farmindustria lo fa, con un modello unico nel Sistema

Confindustria, insieme alle imprese associate, promuo-

vendo un’intensa attività di alternanza scuola-lavoro, che

dal 2017 ha coinvolto 13 scuole e 300 studenti, con 1.000

ore di lezioni teoriche e project work e più di 700 ore di

stage aziendali, e una solida collaborazione con la Rete

nazionale degli ITS in Nuove Tecnologie della Vita, per

formare profili e competenze richiesti dalle aziende.

Lo fa e lo farà sempre di più, investendo risorse e

competenze in partnership con istituzioni, aziende dell’in-

dotto, sindacati, associazioni territoriali, terzo settore,

permettendo così agli studenti di entrare in contatto con il

mondo del lavoro e formarsi su temi di grande importanza

sociale e sanitaria, come la prevenzione vaccinale e

l’antibiotico-resistenza.

67 mila è il numero di addetti farmaceutici in Italia, dato in crescita del +12% negli ultimi 5 anni (media dell’economia +2%). Il 90% sono laureati e diplomati.

43% è la quota di donne nelle imprese del farmaco, un dato più alto rispetto al resto dell’economia (29%). Con ruoli di responsabilità (42% di dirigenti e quadri), nella R&S sono il 52%.

+16% è la crescita degli under 35 nell’industria farmaceutica, indice di un virtuoso ricambio generazionale.

1a posizione in Italia tra i settori industriali per attività di welfare, formazione e sostegno alla genitorialità.

Fonti: INPS, Confindustria, Istat, Farmindustria

Page 8: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

14 15

LOREM IPSUM CONSEQUI QUA-SPERIA DIT, AM EXERNATIO, UT ESTIS DIT ALI-

AMBIENTE

E X P O R T

P R O D U Z I O N E

F A R M A C E U T I C A

IN EU1°POSTOITALIA

AL MONDO

PER OGNI € INVESTITO

4°POSTO

€ INVESTIMENTIPER ADDETTO

2,80 €

700

10

MLN €investimenti2020

voltesuperiore

INVESTIMENTIDELLE IMPRESE

1,6 MLD €

media nazionaledel VALORE AGGIUNTO

IN 10 ANNI

RISPARMIOENERGETICO

—59%

—17%MEDIA MANIFATTURIERA

IN 10 ANNI

EMISSIONIEVITATE

—32%

—28%MEDIA MANIFATTURIERA

+150%RISPETTO

ALLA MEDIANAZIONALE

88%AZIENDE

IMPEGNATEA 3/5 ANNI

55%IMPEGNATE

NELLA RIDUZIONEDI PLASTICA

M A N I F E S T O F A R M I N D U S T R I A 2 0 2 1

AMBIENTE

-59% è la riduzione dei consumi energetici nella far-maceutica in Italia in 10 anni, una percentuale tre volte superiore alla media manifatturiera (-17%).

+150% è il differenziale del valore degli investi-menti nella protezione dell’ambiente calcolato per addetto nella farmaceutica rispetto alla media nazionale della manifattura.

-32% delle emissioni di gas climalteranti nella far-maceutica in Italia in 10 anni, rispetto a una media manifatturiera del -28%.

88% è la quota di aziende che ridurranno i rifiuti prodotti nei prossimi 3/5 anni, mentre il 55% è impegnato nella riduzione/eliminazione dell’uso di plastica in ogni fase del processo produttivo.

CONSUMI ENERGETICI

PROTEZIONE AMBIENTALE

EMISSIONI

RIDUZIONE RIFIUTI

La crisi pandemica che stiamo attraversando, ha

reso ancora più evidente il forte legame che unisce

salute e ambiente, ben rappresentato dal modello One

Health. Un legame che ha portato nel tempo l’industria

farmaceutica ad adottare pienamente gli Obiettivi 2030

delle Nazioni Unite e a dar vita nel 2015, all’Eco-Phar-

maco-Stewardship (EPS), programma europeo di

gestione intelligente e sostenibile dell’impatto

ambientale del farmaco.

Un obiettivo che vede le imprese del farmaco

impegnate a 360° per migliorare tutto il ciclo di vita

dei medicinali attraverso forti investimenti in tecnolo-

gie per la riduzione dell’impatto ambientale, il 47% del

totale degli ecoinvestimenti (31% media industriale ita-

liana) e il ricorso a certificazioni riconosciute a livello

internazionale.

Con il diffondersi delle terapie personalizzate si sta

riducendo, a parità di efficacia, la quantità di risorse

utilizzate nei percorsi di cura e grazie ad un sistema

centralizzato per lo smaltimento dei medicinali scaduti e

rimasti invenduti (Assinde) da 40 anni il settore migliora

continuamente la gestione dei propri resi.

Un impegno continuo che ha consentito di ridurre i

consumi di energia e di acqua e le emissioni climalteranti;

di ridurre l’impiego di materia e di aumentare il recupero/

riciclo dei materiali utilizzati nel packaging.

Anche sui temi ambientali il settore del farmaco

può e vuole essere al fianco del Paese impegnato nella

transizione ecologica spinta dal Green Deal europeo e

dagli obiettivi dichiarati dal Next Generation EU, declinati

nel PNRR nazionale.

Fonti: Istat, Farmindustria

Page 9: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

16 17

LOREM IPSUM CONSEQUI QUA-SPERIA DIT, AM EXERNATIO, UT ESTIS DIT ALI-

TRASFORM DIGITALE

32,2% ITALIA

32,9% GERMANIA

23,2% FRANCIA

23,0% REGNO UNITO

14,9% SPAGNA

E X P O R T

P R O D U Z I O N E

F A R M A C E U T I C A

PER OGNI € INVESTITO2,80 €

700

10

MLN €investimenti2020

voltesuperiore

INVESTIMENTIDELLE IMPRESE

1,6 MLD €

media nazionaledel VALORE AGGIUNTO

IMPRESEINVESTITRICINEL 2020

92%

IMPRESE61% 60%

222 INIZIATIVEDI TELEMEDICINA

STUDI CLINICICON COMPONENTIDIGITALI/REMOTO

MAR2020

APR2021

PROGETTI INCloud, Big data,AI, IoT, Robotica

M A N I F E S T O F A R M I N D U S T R I A 2 0 2 1

TRASFORMAZIONEDIGITALE

92% è la quota di imprese del farmaco che nel 2020 hanno mantenuto o aumentato gli investimenti in tecnologie digitali.

61% è la quota di imprese del farmaco che nel 2020 hanno sviluppato progetti su cloud, piattaforme di col-laborazione, Big data, Intelligenza Artificiale, Internet of Things e robotica avanzata.

222 sono le iniziative di telemedicina implementate tra marzo 2020 e aprile 2021, molte su piattaforme di collaborazione sviluppate con le aziende.

60% è la quota di studi clinici realizzati in Italia tra il 2019 e il 2021 ad aver utilizzato tecnologie o piat-taforme digitali (Decentralized Clinical Trials).

INVESTIMENTI

INNOVAZIONE DIGITALE

TELEMEDICINA

DIGITALE E STUDI CLINICI

Il Covid-19 ha segnato uno spartiacque nella digital

health, c’è un “prima” fatto da anni di sperimentazioni e

progettualità frammentate, e un “dopo” fatto di sfide

molto rapide che richiedono una rinnovata partnership

tra industria e istituzioni, e una forte discontinuità in

termini di gestione, integrazione, interoperabilità.

L’aumento delle iniziative di telemedicina, dovuto

alle difficoltà per i pazienti di accedere ai centri clinici e

ospedalieri nelle fasi del lockdown, ha contribuito alla

diffusione della digital health: è cresciuto l’uso di servizi

come le televisite, diventate strutturali e in alcuni casi

rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale, e di

programmi di patient support per l’assistenza dei pazienti

da remoto fornita da team specializzati. È cresciuta la

conoscenza e la fiducia delle istituzioni, dei medici, dei

pazienti e dei cittadini nelle tecnologie.

Si tratta infatti di una transizione culturale prima

che digitale, che vede impegnate le imprese del farmaco,

attraverso investimenti in nuove competenze e nuovi

percorsi di cura che miglioreranno la qualità del lavoro

degli operatori sanitari e sensibilmente la vita dei pazienti.

Una sfida importante che permetterà di dare

maggiore velocità ed efficienza ai processi di ricerca (ad

esempio con i Decentralized Clinical Trials), di assicurare

continuità operativa, di condividere informazioni in cloud e

implementare piattaforme di collaborazione con medici

e pazienti.

Una sfida, la pandemia ce lo ha insegnato, che ha

bisogno però di un ulteriore tassello: dati organizzati e

accessibili a tutela della salute pubblica, nel pieno

rispetto della privacy, per migliorare le cure, la

prevenzione di malattie e di eventi pandemici virali o

batterici. Dati pubblici e privati che permetterebbero

anche di valutare meglio l’impatto delle tecnologie digitali

e le loro interazioni con i farmaci (come nel caso dei

Digital Therapeutics).

Fonti: Istat, ALTEMS, Farmindustria

Page 10: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

18

MA

NI

FE

ST

O

FA

RM

IN

DU

ST

RI

A

20

21

34 miliardi di euro è il valore della produzione nel 2020. Valore che raggiunge i 70 miliardi se consi-deriamo l’indotto.

85%DETERMINATO

DALL’EXPORTnegli ultimi 5 anni

34 MLD €

1,6R&S IMPIANTI

DI PRODUZIONE

1,4 DI FARMACIE VACCINI

24.000LOMBARDIA

400TRENTINOALTO ADIGE

600FRIULI VENEZIAGIULIA

5.100VENETO

3.000PIEMONTE

500LIGURIA

5.000EMILIAROMAGNA

13.000LAZIO

1.850MARCHE

1.400ABRUZZOE MOLISE

7.700TOSCANA

700PUGLIA

1.650SICILIA

1.900CAMPANIA

67MILA

ADDETTI

90%LAUREATIO DIPLOMATI

DI CUI

3INVESTIMENTI

OLTRE 145 MILACON L’INDOTTO

200IMPRESE

PRODUZIONE

ADDETTIFARMACEUTICINELLE REGIONI

MLD €

LE IMPRESE NEL TERRITORIO

Fonti: Istat, Efpia, Farmindustria

DATI 2020

Page 11: L'INDUSTRIA FARMACEUTICA

Fondata nel maggio del 1978, Farmindustria è l’Associazione delle imprese

del farmaco. Aderisce a Confindustria, alla Federazione Europea (EFPIA) e a quella

mondiale (IFPMA). Conta circa 200 aziende associate che operano in Italia,

sia nazionali sia a capitale estero.

L’Associazione promuove il valore del farmaco da un punto di vista terapeutico,

industriale, economico e sociale, attraverso la conoscenza delle imprese del farmaco

e del loro contributo all’intera economia in termini di ricerca, innovazione

e produzione di valore.

E persegue la realizzazione di un contesto normativo stabile e di una politica

del farmaco che riconosca un ruolo vitale per la crescita delle life sciences nel Paese.