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 TRANSLATION PRACTICE ENGLISH 3- LIN-AZ A.A. 2014-2015 Traslation texts: 1. Oltre il soffitto di cristallo 2. Pubblicità : Telecom “Le emozioni non cambiano” 3. Credere in se stessi (Un primo passo x cambiare la vita) 4. La tregua / Il Duce 5. Vola l’economia 6. Manager e blogs 7. Pubblicità: Gli animali valg ono un b otto, Siate egoisti 8. Italiani tecno-addicted 9. Alla ricerca dell’equilibrio tra lavoro evita privata 10. Tutti col computer alla Ford 11. La Moschea ? Noi l’abbiamo in fabbrica 12.  Nuove tecnolog ie e disabili 13. Sofien 14. Responsabilità sociale d’impresa 15. Expo Milano 2015 16. Un giorno senza acquisti 17. Web: Il grande business della salute via Internet 18. E-commerce in Italia 19. Telelavoro: Schiavi da casa ? 20. Affrontare gli esami

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TRANSLATION PRACTICE

ENGLISH 3- LIN-AZ A.A. 2014-2015

Traslation texts:

1. 

Oltre il soffitto di cristallo2.  Pubblicità : Telecom “Le emozioni non cambiano” 3.  Credere in se stessi (Un primo passo x cambiare la vita)4.  La tregua / Il Duce5.  Vola l’economia 6.  Manager e blogs7.  Pubblicità: Gli animali valgono un botto, Siate egoisti8.  Italiani tecno-addicted9.  Alla ricerca dell’equilibrio tra lavoro evita privata10.  Tutti col computer alla Ford

11. 

La Moschea ? Noi l’abbiamo in fabbrica 12.   Nuove tecnologie e disabili13.  Sofien14.  Responsabilità sociale d’impresa 15.  Expo Milano 201516.  Un giorno senza acquisti17.  Web: Il grande business della salute via Internet18.  E-commerce in Italia19.  Telelavoro: Schiavi da casa ?

20. 

Affrontare gli esami

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http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/oltre-il-soffitto-di-cristallo/13441 

Translation 1

Quando gli americani sceglieranno il prossimo inquilino della Casa Bianca non deciderannosoltanto che tipo di politica internazionale caratterizzerà il futuro più prossimo. Se fra i varicandidati sceglieranno Hillary Clinton avranno inconsapevolmente dato una mano alla carriera dimolte donne in tutto il mondo. In quel caso potrebbe esserci un effetto Hillary: l'ingresso nel tempiodel potere mondiale di una donna potrebbe infatti avere una tale portata simbolica da distruggere (o

 perlomeno da indebolire con le prime crepe) quel cosiddetto  soffitto di cristallo che fino a ora ha

mantenuto le donne fuori dai meccanismi del potere. Le europee in particolar modo, perché negliStati Uniti 48 donne su 100 hanno posizioni dirigenziali, a fronte del 33 per cento di inglesi, del 27

 per cento di tedesche e del 'patetico' (così l'ha definito recentemente il  Newsweek ) 19 per cento diitaliane.

L'Italia gode anche di altri non invidiabili primati: per esempio è al 48 posto nella classificamondiale per numero di deputate elette, dietro anche a Costarica e Nicaragua. Oltre a essere

 penultima in Europa (davanti solo alla Grecia) e 45a nella classifica totale del Gender Gap Index,l'indicatore delle differenze di opportunità che ogni Paese concede a uomini e donne in termini di

accesso all'istruzione, opportunità lavorative, rappresentatività politica, salute. Una classificaelaborata dal World Economic Forum  non per dividere buoni e cattivi, ma perché tutti glieconomisti concordano nel sottolineare come migliori opportunità per le donne significano sempreuna maggiore competitività economica.

Da questo punto di vista il 'sistema Italia' non funziona. Difficilmente infatti raggiungeremol'obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 2000, che impegnava gli Stati membri a

 portare al lavoro entro il 2010 almeno 60 donne su 100. Un obiettivo impegnativo, ma nonimpossibile: l'ha centrato per esempio la Spagna, che dal 1995 al 2006 ha incrementato dal 46 al 59

 per cento la percentuale di donne lavoratrici. Eppure questo potrebbe essere il momento dellasvolta. Perché alle porte del mondo del lavoro si sta affacciando una generazione di giovani donneche per la prima volta partono per la lotta alla scrivania avendo avuto le stesse opportunitàformative dei maschi e, anzi, avendoli superati alla grande in termini di risultati di studio. I primidati dicono che le neolaureate hanno le stesse possibilità di trovare lavoro dei loro colleghi uomini.Ma non è questo il punto. Se la battaglia sarà stata vinta o persa lo si potrà misurare tra vent'anni,quando queste ragazze dovrebbero aver raggiunto l'apice della carriera, verificando quante di loroavranno posizioni di potere.

Altrimenti dovremo dare ragione al  Newsweek : "Dimenticate tutti i discorsi di pari opportunità. Ledonne europee possono avere un lavoro, ma non una carriera", ha titolato qualche tempo fa. La tesi

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del settimanale americano è semplice: le donne non hanno bisogno di tutele e misure speciali (peresempio quelle sulla maternità) perché i dati dimostrano che fanno più carriera nei Paesi in cui,come gli Stati Uniti, queste tutele non esistono. (…) 

Translation 2

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Translation 3

Un primo passo per cambiare vita è la fiducia in se stessi. Se non credi in te, chi ci può credere? Perriuscire nella tua vita, devi imparare a fidarti di te. E per fidarti di te, devi scegliere di farlo! Percredere in te devi abbattere l’insicurezza: devi essere fiero e convinto delle tue capacità, ed essere

 pronto a migliorarle giorno dopo giorno. Per cancellare l’insicurezza, abituati a pensare positivo, adessere ottimista. Se pensi infatti: “non lo so fare”, “non ne sono capace”, “ho paura”, difficilmente

riuscirai nelle tue cose. Affronta le sfide con grinta e convinzione! Ripeti a te stesso “se lo desidero,

 posso farcela!”. Quando ti capitano giornate nere -chi non ne ha- e tutto sembra andare storto, pensaa cose belle, fai un gran respiro e riparti di slancio: vedrai che le cose intorno a te sembranocambiare, ma in realtà sei tu a vederle diversamente!

Credere in se stessi vuol dire assumersi responsabilità, stabilire degli obiettivi, e fare di tutto per portarli a termine: più raggiungi i risultati che ti sei posto, più la fiducia in te stesso aumenta, etanto! Affronta le difficoltà come sfide che, una volta superate, ti daranno un valore aggiunto e tifaranno conoscere come persona. Elimina il fallimento: ogni esperienza negativa insegna come noncommettere di nuovo quell’errore, le emozioni negative sono stimoli che ti portano verso il

traguardo.

“E se poi sbaglio?” Sbaglia! E non aver paura di sbagliare. Sbagliare è importante, serve ad

imparare. L’importante è credere nelle tue scelte e capire subito quando fai uno sbaglio. Imparare ericominciare, finché sarà naturale non fare più gli stessi sbagli.

Translation 4

IDENTIFY:

Time ?

Place ?

People ?

Progression ?

Base tense ?

Key sentences ?

Register ?

Reference books needed ?

(Which ones ?)

Un incontro (Primo Levi, La tregua)

Con quest’ultimo programma scendemmo a Katowice anche

Cesare ed io, portando nelle tasche i risparmi nostri e di

cinque o sei compagni. Infatti, cosa avremmo trovato alla

 frontiera ? Non si sapeva, ma da quanto avevamo visto fino

allora dei russi e dei loro modi di procedere, non ci sembrava

 probabile che al confine ci aspettassero dei cambiavalute.

 Perciò il buon senso, e insieme il nostro felice stato d’animo, ci

consigliavano di spendere fino all’ultimo zloty la non grande somma di cui disponevamo; di farla fuori, ad esempio,

organizzando un gran’ pranzo all’italiana, a base di spaghetti

al burro, di cui eravamo digiuni da tempo immemorabile.

 Entrammo in un negozio di alimentari, mettemmo sul banco

tutti i nostri averi, e spiegammo del nostro meglio alla

bottegaia le nostre intenzioni. Io le dissi, come d’abitudine, che

 parlavo tedesco ma non ero tedesco; che eravamo italiani in

 partenza, e che volevamo comprare spaghetti, burro, sale,

uova, fragole e zucchero nelle proporzioni più opportune, e per

un ammontare di sessantatré zloty, non uno di più né uno di

meno. 

Translation practice  (dal libro « Guida alla Traduzione Inglese » di Rowena Coles)

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Il duce

Il duce, da vicino, l’ho visto una sola vo lta. Si affacciò al Palazzo della Prefettura, e la follaapplaudiva. Ero un giovane redattore del “Resto del Carlino”; dal Ministero della Cultura

Popolare arrivò una disposizione: togliete dalla cronaca che l’entusiasmo ha dato luogo “a

ripetute rotture di cordoni”. 

Chiedono qualche impressione sulla mitica giornata ai lavoratori; Scudolari Ivo: “Nonsapevo se ridevo o se piangevo”; più chiare le sensazione di Marchesini Maria, collaudatrice:

“Ho provato una gioia molto grande, le mani e le gambe tremavano, il cuore sembrava volesseuscirmi.” 

Piace ancora, ma meno. Si indigna leggendo sulla rivista “Minerva”, che si stampa a

Torino, questa massima di un filosofo greco: “Nessuna disgrazia può accadere a un paese più

grave di quello di essere governato da un tiranno vecchio.” Ha una specie di rancore verso il popolo che governa; quando gli riferiscono delle

lamentele delle massaie, per il razionamento, esplode: “Nessuno pensi che la tessera annonaria

sarà abolita alla fine del conflitto. Durerà fino a che esisterò io. Perché così i vari Agnelli eDonegani mangeranno come il loro ultimo operaio.” 

Quando le prime bombe cadono sulle povere case attorno al Vesuvio, se ne rallegra: “Larazza diventerà più dura. La guerra farà dei napoletani un popolo nordico”. Ma da qualchetempo non ne imbrocca una: “Spezzeremo le reni alla Grecia”, invece ci impantaniamo, e Hitler

commenta con realismo “Bisogna andare a tirarli fuori dalla merda”. Il 24 giugno, parla al

Direttorio del partito; e fa uno sfoggio inopportuno di erudizione marinara: confonde il bagnasciuga con la battigia; un pezzo di barca con un lembo di spiaggia.

(da: Enzo Biagi, 1943 e dintorn i, Mondadori)

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Translation 8

Italiani tecno-addicted: i notebook nuovi status symbol

La tecnologia è diventata il nuovo oggetto di culto dell’uomo moderno. La fotografia è scattata dalla

ricerca “Gli status symbol degli italiani” condotta da Nextplora, in collaborazione con Samsung , su uncampione di 1021 italiani, secondo cui un utente su due considera il notebook l’oggetto che più

caratterizza l’uomo del nostro tempo e più di un terzo della popolazione (76%) crede che gli oggetti status

symbol per eccellenza siano oggi quelli appartenenti al mondo della tecnologia. L’universo tecnologicosupera nell’immaginario collettivo ambiti più tradizionali e per tanto tempo associati al concetto di “must -have”, quali il mondo degli accessori (54%) e quello delle automobili (48%). Una tecnolog ia che non solofacilita la vita e la rende più comoda e divertente, quindi, ma che attraverso i suoi oggetti ci identifica e cifa sentire al passo con i tempi e con gli altri: oggetti del desiderio diventati ormai parte fondamentaledella vita di tutti i giorni.

In particolare, la ricerca svela come gli italiani non possano più fare a meno del proprio notebook, tantoche posti di fronte alla sfortunata eventualità di un incendio improvviso e potendo portare in salvo

solamente un oggetto, il 76% di loro salverebbe proprio il PC portatile, mentre il 48% metterebbe alsicuro i propri accessori o il guardaroba (45%). Il notebook, inoltre, diventa l’oggetto status symbol per

eccellenza quando associato all’immaginario maschile: se la donna è principalmente leg ata ad accessori di

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lusso quali la borsa griffata (67%), per il 57% degli intervistati l’oggetto che caratterizza più di tutti

l’uomo moderno è proprio il notebook, strumento ormai indispensabile a cui affidare contenuti, ricordi,

dati e informazioni necessari per le attività lavorative e di svago di tutti i giorni.

Translation 9

Alla ricerca dell'equilibrio tra lavoro e vita privata

"Evitare i sacrifici che si credono necessari oggi, per non avere rimpianti domani, cercare sempre diritagliarsi spazi per se stessi , buttare via con coraggio pregiudizi e vecchi ruoli....". E' parte deldecalogo del work life balance, ovvero di quell'equilibrio (im)possibile tra lavoro e vita privata dalquale dipende la nostra serenità, come recita il sottotitolo del nuovo libro di Roberto d'Incau, Chi

lavora NON fa sesso, una sorta di carrellata fra esperienze e racconti di vita alla ricerca di un nuovomodo di affrontare la difficile sintesi tra lavoro, carriera, ambizioni e vita privata affetti, amore,figli...

Fermarsi a riflettere sul che cosa ci può rendere davvero felici, o almeno sereni è la premessa indispensabile per trovare una soluzione a quell'insoddisfazione che, prima o poi, investechiunque, perfino chi ha un lavoro che piace, che ha scelto o che lo/la gratifica. Insomma, in unmomento in cui avere un lavoro è un privilegio, questo libro ci rammenta che "anche i ricchi

 piangono" e che depressione, stress e fallimenti privati sono sempre in agguato e possono colpirechiunque, anche i più fortunati. E, per prevenire o reagire, ciascuno di noi deve imparare a vigilaresul proprio equilibrio con lo scopo d' individuare modalità e strategie. Per riprendersi in tempo la

vita. 

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La responsabilità sociale d'impresa. Cos'è?La Responsabilità Sociale d’impresa (Rsi) è, secondo l’Unione europea, “la responsabilità delle imprese

 per gli impatti che hanno sulla società”. Rsi significa soddisfare le esigenze del cliente e saper gestireallo stesso tempo le aspettative di altri  stakeholders,  come ad esempio il personale, i fornitori e la

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comunità locale di riferimento. Di seguito alcuni dei principali fattori di traino che dovrebbero portaread adottare una cultura d’impresa orientata alla Rsi : •  Crescente domanda di qualità, in termini di processi, prodotti, servizi, relazioni, da parte di consumatori-

clienti, dipendenti, fornitori, enti locali, mondo finanziario, società civile.•  Linee guida internazionali (Onu) e comunitarie (Ue) che richiedono sempre più una maggiore

integrazione della sostenibilità ambientale e sociale.•   Necessità di distinguere e valorizzare il marchio non più solo in termini di prodotto, ma come cultura ereputazione d’impresa, elemento distintivo e di credibilità verso il consumatore, e fattore di maggiore

competitività nel tempo.•  Fattori intangibili come la crescita intellettuale, professionale, relazionale di dipendenti e collaboratori. 

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1) L'E-COMMERCE IN ITALIA

a) Perchè il commercio elettronico in Italia è ancora poco diffuso? 

Anche se i 14 miliardi di euro spesi in acquisti on-line nel 2013 possono sembrare una cifra dacapogiro, noi italiani non siamo dei grandi compratori on-line, almeno paragonati ai nostri vicinieuropei: gli inglesi utilizzano l’e-commerce dieci volte più di noi, contro le sette volte in più deitedeschi e le cinque dei francesi.

Come mai? Tra i motivi principali c’è una certa “distanza dalla rete” nel nostro Paese: da una parte

 per motivi economici (accedere a internet costa più che altrove, e inoltre si va più lenti) e dall’altra

 perché in generale dobbiamo acquistare maggiore confidenza con i computer e l’informatica  in

genere.

L’ostilità al commercio elettronico in Italia non arriva solo dagli acquirenti, sospettosi e con troppi

pregiudizi riguardo agli acquisti in rete, ma anche dalle aziende che diffidano del web e si rifiutanodi mettere on-line i loro prodotti nonostante l’e-commerce offra loro una serie di importantivantaggi (tra cui, ad esempio, l’impegno di minori capitali e costi di gestione più bassi rispetto a un

negozio tradizionale).

b) Quali sono i vantaggi che l'e-commerce offre al consumatore? 

Chi compra attraverso internet, può contare su molti vantaggi:

   può fare acquisti 24 ore su 24, sette giorni su sette da qualsiasi parte del mondo: gli bastaun computer o un cellulare connesso ad internet. Casa, ufficio, ovunque! 

  in pochi click e con poca fatica, compra e si fa spedire quello che desidera dove vuole:niente traffico, niente code alla cassa o altre perdite di tempo o denaro

  spesso (ma non sempre) paga meno di quello che pagherebbe nei negozi tradizionali  ha più scelta e fa meno fatica a cercare quello che desidera: click invece di chilometri, non

c’è paragone! 

Grande comodità, maggior scelta, risparmio: non si fatica a credere che l’e-commerce stia

diventando “il modo” di acquistare. 

2) ACQUISTARE ON-LINE: C'E' DA FIDARSI ?

Come abbiamo già detto, l’e-commerce ci offre molti vantaggi e, al giorno d’oggi, comprare in rete

non è più un’avventura riservata ai più temerari.  

E’ pur vero che, nella “vastità” del web, i pericoli possono essere tanti, ma basta conoscerli per individuarli e, nella maggior parte dei casi, evitarli.

Partiamo dai “timori”: cosa ci trattiene dal fare acquisti online? Cosa ci spaventa? Ecco un elenco

delle principali preoccupazioni legate all’e-commerce.

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a) Cosa temono i potenziali acquirenti quando comprano in rete? 

  che il processo di acquisto sia complicato e laborioso, e che quindi l’acquisto non vada a

 buon fine  che i dati non vengano trattati con la dovuta riservatezza che una volta dati gli estremi della

carta di credito questa venga clonata   che una volta pagato, l’articolo non venga consegnato   che verrà fornito un cattivo servizio   che il sito sia inaffidabile o, addirittura, una truffa 

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Paura d'esame

Il respiro si fa più affannoso, i battiti cardiaci rimbombano nel petto, lo stomaco si serra, i muscolisi irrigidiscono, sembra di non ricordare più nulla e le parole fanno fatica ad uscire. Sono i sintomidella paura d'esame, più diffusa di quanto si creda. La paura degli esami nasconde in realtà la paura

del giudizio altrui. È come se il voto fosse dato alla persona, non alla sua preparazione. Uninsuccesso è quindi vissuto come un fallimento e non semplicemente come l'indice di un metodoinadeguato, di un'esposizione carente o di una preparazione frettolosa o insufficiente. Si perde di

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vista il fatto che il voto altro non è che un controllo necessario per verificare se si sta procedendo inmaniera adeguata verso l'obiettivo finale.

La paura degli esami procura ansia, condiziona, blocca. Il rendimento risulta normalmente inferioreal livello di preparazione e questo comporta con il tempo un accumulo di insuccessi e di

frustrazioni. Alla lunga ne risente la fiducia in sé e, tenendo conto che tali problemi affliggonosoprattutto le persone più insicure, si può capire quale sia il disagio interiore dovuto a questo perverso circolo vizioso.

 Non ci sono facili ricette per ribaltare tali stati d'animo né per eliminare le insicurezze individuali.Molto spesso esse derivano dal contesto sociale dell'individuo, dalla sua storia familiare, da

 pregresse esperienze scolastiche non proprio positive. Sono aspetti della personalità che hannoradici profonde e che, nei casi più acuti, possono richiedere l'intervento dello psicologo. Ci sono

 però strade che è possibile percorrere se non altro per tenere sotto controllo lo stato ansioso e perattivare lo stato d'animo positivo.

Psicologia del successo

Da oltre un decennio di ricerche sull'argomento è risultato che solo il 5% delle persone è in grado diaffrontare la vita con successo, il rimanente 95% non lo è. Il successo non è qualcosa di casuale, checapita ad alcuni e ad altri no. Il successo nella vita può essere previsto, costruito e raggiunto. Alla

 base di un successo programmato vi è un semplice stato d'animo, un atteggiamento mentale positivo. William James, docente dell'Università di Harvard e padre della psicologia americanadiceva: «La scoperta più importante della mia generazione è che gli esseri umani possonomodificare la loro vita cambiando il loro atteggiamento mentale».È la solita legge della causa e dell'effetto. Tutto ciò che diciamo o facciamo causerà un effetto. La

 persona che non ha il desiderio di apprendere (atteggiamento mentale negativo) non impareràmolto, fin quando non cambierà il suo atteggiamento. Di solito chi ha un atteggiamento mentalenegativo è convinto che per realizzare qualcosa il mondo debba cambiare, la realtà debbamodificarsi (Voglio un aumento di stipendio, dopo renderò di più).Chi ha sviluppato un atteggiamento mentale positivo sa che è possibile realizzare ciò che ha inmente per il solo fatto di poterlo pensare (Renderò di più, dopo avrò un aumento). La fortuna conta,ma occorre saperla cogliere; si potrebbe dire che la fortuna è l'incontro tra la preparazione e

l'opportunità.

Le chiavi del successo 

Che cosa accomuna quel 5% di persone che nella vita hanno costantemente successo? Alcunisemplici ingredienti: sanno definire con chiarezza le loro mete, sono motivati a raggiungerle, sono

 preparati e credono nelle proprie capacità.

1.  Definire la meta 

È il primo passo. Bisogna stabilire con chiarezza dove si vuole arrivare e ciò che si vuoleottenere. Devono essere mete realistiche per poter essere raggiunte ed è necessario dare unordine di priorità agli obiettivi. Se ne può perseguire solo uno alla volta, senza farsi distrarre

da falsi problemi. In proposito una recente indagine stima che la gente si preoccupa: per il40% di cose che non accadranno mai; per il 30% di fatti passati che non possono esserecambiati; per il 12% della salute, ma senza motivo; per il 10% di faccende banali. Solo l'8%

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delle nostre preoccupazioni riguardano motivi seri. Nell'92% dei casi risulta chenormalmente si sprecano energie e si vivono angosce che non possono risolvere nessun

 problema.

2.  Essere motivati 

Se non si è convinti di ciò che si vuole raggiungere difficilmente lo si otterrà. Laconvinzione e la determinazione sono alla base del successo dei propri sforzi ed è bene chela motivazione sia intrinseca, nasca cioè da un reale e personale convincimento. Studiare perdare soddisfazione a qualcuno, fossero anche i genitori, non è sufficiente per superareostacoli e momenti difficili. Basta un litigio in famiglia per far crollare la motivazione e,

 paradossalmente, si può arrivare ad abbandonare gli studi per far dispetto ad un genitore.

3.  Essere preparati 

L'epoca delle improvvisazioni è passata da un pezzo. Oggi senza un'adeguata preparazionesi può fare poca strada. Non conta tanto quali studi intraprendere, ma come si passa il temposui libri. W. James diceva ai propri studenti: «Non preoccupatevi del successo dei vostrisforzi, se ogni giorno ciascuno di voi farà del suo meglio, si sveglierà un giorno trovandositra gli specialisti della sua generazione».

4.  L'autostima

Uno degli elementi fondamentali per ottenere successo è certamente la fiducia nelle propriecapacità. se non si è convinti di riuscire, non si convinceranno mai gli altri e soprattutto nonsi intraprenderà mai la direzione che interessa. Quante volte si sentono frasi del tipo «Mi

 piacerebbe fare..., ma non ci riuscirò' mai», «I computers? Roba da giovani», «Le linguestraniere? Ormai ho rinunciato, non sono portato».Noi siamo il primo ostacolo all a reali zzazione dell e nostre mete   perché, lo abbiamo giàdetto, utilizziamo solo una piccolissima percentuale delle nostre potenzialità. Le capacitàcreative e cognitive del nostro cervello sono infinite. Secondo lo studioso russo Yefremov,se riuscissimo ad utilizzare solo la metà delle potenzialità del nostro cervello potremmoimparare a memoria l'intera enciclopedia sovietica, potremmo parlare correttamente 40

lingue e dare gli esami richiesti da una dozzina di università. Non dimentichiamo però che,in particolare nei giovani, l'autostima è una delicata variabile che è ampliamente influenzatadal giudizio e dal comportamento degli adulti che contano (genitori, parenti, docenti).

5.  Parola d'ordine: pianificare 

Se dunque la meta è superare brillantemente l'esame, è il momento di programmare bene itempi a disposizione in base al programma da svolgere. Tutto il programma va scorsorapidamente per verificare se ci sono eventuali lacune. Si passa quindi a suddividere lamateria.Quanto più la persona è ansiosa tanto più i tempi devono essere lunghi (entro limiti

ragionevoli). In sintesi, non bisogna ridursi all'ultimo minuto. Per sicurezza è meglio prevedere alcune giornate in più che possono essere utili per rivedere l'argomento più osticoo per rilassarsi. Vanno previsti anche gli spazi per i momenti di svago. Va fatto un conto dei

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reali tempi di studio quotidiano, senza bluffare. Mediamente sotto esami si possono studiare8-10 ore al giorno.

6.  La vigilia degli esami 

Vietato il ripasso forsennato dell'ultimo giorno fino a notte inoltrata. Vietatissime lealzatacce. Al massimo è consentito uno sguardo generale agli schemi o ai riassunti, tanto peravere sotto controllo il quadro generale della materia. Il pomeriggio precedente il fatidicogiorno deve essere dedicato a tutto fuorché allo studio. Una cena leggera e a letto, ma nontroppo presto per evitare un'insonnia quanto mai inopportuna.

7.  Il giorno degli esami 

L'ansia si comunica e si trasmette. Bisogna quindi consigliare gli studenti di evitare lavicinanza di quei compagni iperagitati, di quelli che continuano a sfogliare in manieraforsennata i libri di testo e gli appunti cercando risposte che in quelle condizioni certo nontroveranno. In questi casi meglio allontanarsi con calma (tanto loro non se ne accorgeranno)e riprendersi, respirando profondamente. Se durante l'interrogazione non è chiara ladomanda, si chieda pure un chiarimento, piuttosto che dare una risposta fuori tema. Se si èincerti nella risposta meglio evitare di fare scena muta, semmai si può ritrovare ad alta voceil bandolo del ragionamento per rientrare in carreggiata.

8.  Di fronte alla commissione, occhio ai gesti Quando si comunica, le parole, al di là del contenuto, servono a poco. Ci esprimiamo con le

 parole solo per il 15%. La parte del leone la fanno i gesti e i movimenti del corpo per il 51%.Gli elementi paraverbali (inflessione, tono, timbro della voce e l'uso delle pause) contano

 per il 34% . La nostra comunicazione avviene quindi maggiormente attraverso piccoli gestiche trasmettono messaggi significativi.La tensione del candidato è evidente dal rossore delle guance e delle orecchie, dalle palpebreche sbattono con troppa frequenza, dalla sudorazione e salivazione che aumentano, maanche da tutti i movimenti che hanno per oggetto il naso. Strofinare, grattare la punta delnaso o premere le narici sono gesti che dimostrano una forte tensione, così come grattare isopraccigli o l'angolo interno dell'occhio.Stare seduti tenendo gambe e braccia incrociate indica chiusura e rifiuto. I gesti più

riconoscibili sono quelli che rivelano un'incongruenza fra quello che si dice a parole e ciòche si manifesta con il corpo. È bene quindi andare psicologicamente ben disposti verso gliesaminatori per evitare l'effetto boomerang. Ogni pensiero minaccioso o comunque negativo

 può apparire evidente anche se si sfodera un sorriso forzato e può mettere l'interlocutoresulla stessa lunghezza d'onda, con la differenza che il manico del coltello è dall'altra parte.

Alcuni consigli per gli studenti 

  Attivate uno stato d'animo positivo e ricco di risorse  Utilizzate tutti i sensi in fase di recezione, elaborazione, assimilazione ed evocazione  Usate intervalli di tempo calibrati, pianificando bene tempi e modi nello studio  Schematizzate e organizzate in modo logico le nozioni.  Allenate la memoria, rendete un'abitudine la memorizzazione di fatti, concetti e dati

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  Repetita iuvant. Il cervello ha bisogno di stimoli continui e naturalmente di un ripasso bencalibrato. Non si tratta di ripetere passivamente, ma di creare legami efficaci, associazionisignificative tra il vecchio e il nuovo.

Breve decalogo per gli studenti: prima di affrontare un esame 

  Siate preparati, abbiate uno schema mentale.  Il "nemico" va conosciuto. Andate ad assistere agli esami prima di darli.  Siate gradevoli nell'aspetto. L'abito in questo caso fa il monaco.  Guardate negli occhi l'esaminatore e possibilmente sorridete.  Sappiate ascoltare. Aspettate a rispondere finché il docente non ha concluso la domanda.  Attenzione al mento. Se è troppo basso tradisce la vostra insicurezza, se è troppo alto è un

 pericoloso gesto di sfida.  Siate precisi, non arrampicatevi sugli specchi. Se non sapete la risposta non dite cose

inesatte.  Evitate battute e spiritosaggini, di solito sono fuori luogo.  Se avete un vuoto mentale, ammettetelo. Chiedete poi al professore di riproporvi

successivamente la domanda.   Non dimenticate la penna. Meglio evitare di dover firmare con quella del docente e per

l'emozione portarsela via.

 Articolo tratto da www.fondazionerui.it/riviste/argomenti/storici/giuf65.html