l'importanza di

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bootleg of an music album, so

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TUTTO BENE

Credi che sia bello evitare di guardami mentre parlo/ credi che sia giusto preoccuparsi e sono l’ultimo a saperlo/ quello che non

vedi è perchè non lo vuoi vedere/ è perchè han messo la tua faccia sotto quella di un sedere/ che ti piaccia o no/ credi che fidarsi

della gente sia una stupida apprensione/ credi che sia inutile guardare pure la televisione/ ma puoi giudicare perchè pensi di

sapere/ che il tuo modo di restare in questo posto messo male/ è fatto apposta per te/ Credi che sia facile restare in questo mondo/

che non piace più a nessuno e aspetta la sua fine/ e c’è chi gode e si accontenta e c’è chi mangia e si dimentica/ di dare un peso

alle parole/ tanto è uguale/ e tutto bene/ e tutto male/ e tutto scende e tutto sale/ e tutto costa per vedere/ e tutto per piacere/

è tutto ancora da capire/ e tutto o niente da chiarire/ è tutto essere o apparire/ è tutto da dimenticare/ e sarà meglio per te/

meglio per te/ meglio per te/ Credi che sia meglio rinunciare che inseguire un’illusione/ credi di non credere a chi ti offre il suo

palazzo di cartone/ credi che sia facile restare in questo mondo/ che non piace più a nessuno e aspetto la mia fine/ e allora fammi

divertire/ fammi un po’ capire/ come ci si deve comportare/ perchè è sempre uguale/ e tutto bene e tutto male/ e tutto scende e

tutto sale/ e tutto costa per vedere/ e tutto per piacere/ è tutto ancora da capire/ e tutto o niente da chiarire/ è tutto essere

o apparire/ da dimenticare/ è tutto vero è tutto finto/ è tutto falso è tutto spinto/ è tutto trucco senza inganno/ è tutto senza

affanno/ è tutto detto è tutto scritto/ è tutto storto è tutto dritto/ è tutto rotto ma si aggiusta/ è tutto quello che mi basta/ e

allora peggio per te/ peggio per te/

QUESTO è IL MIO PAESE

Che cos’è che ti confonde in questa crisi di valori/ di chi crede che le regole non siano dei signori/ e invece parlano, davvero ,

fino a farti stare male/ e tu non puoi neanche decidere se vivere o morire/ e quante macchine nel centro che non fanno respirare/

quante bambole in cortile il pervertito va a rubare/ lo straniero si comporta come fosse a casa sua/ e il tuo popolo lo sfrutta e

muore in nero l’imprenditoria/ ma/ la gente non lo sa/ perchè forse nessuno gli ha mai detto come stanno qui le cose/ ha spreca-

to un po’ di fiato regalando meno spese/ Questo/ questo è il mio Paese/ case aperte e porte chiuse/ questa notte Dio è scappato

dalle chiese/ Questo/ questo è il mio Paese/ notti piene di sorprese/ e il primo premio per chi arriva a fine mese/ un giornale mi

ricorda che l’Italia è in mezzo al mare/ Ma il ministro condannato all’arresto domiciliare/ tranquillizza la sua gente “che non è

successo niente”/ è stata solo un’invenzione dei bastardi dell’opposizione/ loro hanno modificato tutte le bandiere/ dimenticando il

rosso nelle teste e anche nel cuore/ ma se il mondo oggi va a rotoli cosa c’entro io/ che non credo nei miracoli di un Presidente

Dio/ Presidente Dio/ ma/ la gente non lo sa/ perchè forse nessuno gli ha mai detto come stanno qui le cose/ ha sprecato un po’ di

fiato regalando meno spese/ Questo/ questo è il mio Paese/ case aperte e porte chiuse/ questa notte Dio è scappato dalle chiese/

Questo/ questo è il mio Paese/ notti piene di sorprese/ e il primo premio per chi arriva a fine mese/ questo, questo è il mio paese/

UN MILITARE

è morto un militare questa notte/ sì, ma chi te lo fa fare/ ripeteva sua madre/ prima di partire/ volontario in Africa/ l’America

nei sogni/ e pregiudizi universali/ per dovere assecondare la realtà/ è morto un militare questa notte/ tra le stelle che puzzavano/

di polvere da sparo/ proprio mentre ricordava/ la sua casa di Milano/ la sua squadra la domenica/ l’amore, la famiglia, i figli/ e

un mondo che non sa/ Forse lassù, vestiranno leggeri/ guarderanno la terra, i loro amici migliori/certo/ forse lassù, non avranno

colori/ non dovranno pensare ai vostri luridi affari, no./ è morto un militare quante volte/ hai pensato di restare/ mentre stavi

a costruire/ un pretesto che non c’è/ non c’è mai stato/ è già finito appena nato/ è stato già dimenticato/ chi fermò quel carro

armato non si sa/ è morto un militare/ un eroe o un mercenario/ ora leggi il suo diario/ col suo nome sulla strada principale/ un

esempio da seguire/ la morale da imparare/ ma la storia è sempre uguale/ sì, la storia è sempre uguale/ per non dimenticare/ per

non dimenticare/ che la storia è sempre uguale/ si ma,/ Forse lassù, vestiranno leggeri/ guarderanno la terra, i loro amici migliori/

certo/ forse lassù, non avranno colori/ non dovranno pensare ai vostri luridi affari, no./

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DIVERSAMENTE SCOMODO

Io guardo al passato/ perchè succede che chi ha avuto ha avuto/ e poi c’è sempre che chi ha dato ha già dato/ ma è stato già dimen-

ticato, ora/ si è persa la memoria/ quando c’era quello/ che vestiva così bene/ il cavaliere che cavalca la cavalla/ e che promette

e non mantiene un’altra storia/ che ti lascia ad occhi aperti per un’ora/ Quando la mia macchina speciale/ si dirige verso il mare/

prende l’acqua e dopo sale sale/ prima di versare/ tutto quanto sulla terra/ e crea quella colata di fanghiglia/ che ti lascia e ti

ripiglia/ perchè/ Sono diversamente scomodo/ perchè ho voluto fare i conti con le tue carezze/ figlio di un temporale alcolico/ nasce

qui la mia passione per le vite strette/ Ma niente è perduto/ perchè alla fine ormai il passato è passato/ e tutto quanto è stato già

costruito/ mi sembri avanti ma non ho capito/ se tu guardi la luna oppure il dito/ e pensa al futuro/ che hai dato in mano a quello

che ce l’ha più duro/ o almeno è un modo per sentirsi sicuro/ ma sotto sotto è mezzo disperato/ perchè una donna l’ha paralizzato/

quando la mia squadra personale/ si dirige verso il mare/ prende l’acqua e dopo sale sale/ prima di versare tutto quanto sulla

terra/ e crea quella colata di fanghiglia/ che ti lascia e ti ripiglia/ perchè/ Sono diversamente scomodo/ perchè ho voluto fare i

conti con le tue carezze/ figlio di un temporale alcolico/ nasce qui la mia passione per le vite strette/ ma quale giudizio/ ma quale

polizia/ ma quale clandestino/ ma quale eutanasia/ ma quale contratto/ ma quale casa mia/ ma quale imperatore/ prendo tutto e

vado via/ perchè/ Sono diversamente scomodo/ perchè ho voluto fare i conti con le tue carezze/ figlio di un temporale alcolico/

nasce qui la mia passione per le vite strette/

LA RIVOLUZIONE IN PIGIAMA

La rivoluzione piace proprio a tutti quanti/ anche sulla pagina mantiene molti amanti/ politici ingegneri ragazzini ed operai/ donne

facili assassini e un dirigente della rai/ passavano la notte aspettando la mattina/ ora passano soltanto programmi di cucina/ la

vecchia velina si fa di cocaina/ me l’ha appena detto uno studio poco aperto/ Tanto vale stare a casa ad aspettare/ sopravvivere

un po’ prima d’affogare/ fa’ come ti pare/ che prima di aggiornare/ non ho avuto neanche il tempo di cambiarmi/ e scopro che/ Che

tutti quanti fanno la rivoluzione/ ho visto ieri e superavano il milione/ di persone per la manifestazione/ le parole dell’autore

del messaggio di youtube/ La rivoluzione tra la gente va di moda/ è come la rivoluzione della coca cola/ il prodotto funziona se

tu funzionerai/ l’assassino è stato preso ma per quello che ne sai/ passavano i retaggi di una situazione strana/ ora passano le

previsioni della settimana/ la crisi è lontana, la gente che spara/ la terra che trema e non crolla il sistema/ sono uscito con la

voglia di gridare/ tutti gli altri intorno mi restavano a guardare/ fa’ come ti pare/ che prima di affogare non avrai neanche il

tempo di cambiare e scopri che/ Che tutti quanti fanno la rivoluzione/ ho visto ieri e superavano il milione/ di persone per la

manifestazione/ le parole dell’autore del messaggio di youtube/ Qui tutti quanti fanno la Rivoluzione/ contro il sistema della disin-

formazione/ l’inflazione, fasce di contribuzione/ per l’aumento del mattone/ la benzina ed il carbone/ corruzione, immigrazione/ per la

disoccupazione/ per chi aspetta l’occasione/ per la degenerazione/ per il padre del padrone/ per chi cerca l’assunzione/ per la razza

in estinzione/ magra di costituzione/ per il popolo in azione/ per la moglie del campione/ per la mia rassegnazione/ per chi c’ha la

vocazione/ per la globalizzazione/ dello sbarco col gommone/ per un nuovo ribaltone/ per chi aspetta alla stazione/ per la liberizza-

zione/ della caccia e del cartone/ per i baffi del terrone/ per la barba del barbone/ per la beatificazione della santa e del santone/

TERESA

Quell’uomo che parla da solo/ crede di essere perfetto/ Perchè conosce se stesso/ più di qualunque altro uomo intorno/ ha il naso

storto, porta il riporto/ spera un giorno di avere successo/ vive nel suo universo/ ha la casa nel centro preciso di un bosco/ ride

per poi ricordare/ beve prima di dormire/ fuma solo quando ha voglia di inventare/ Un’altra scusa/ prima di partire/ torna da

Teresa che lo rende un po’ speciale/ lo aspetta in casa/ giocano al dottore/ per ricominciare a far l’amore senza amore/ a far l’amore

senza amore/ Quell’uomo che parla da solo/ si controlla sempre allo specchio/ per guardare dentro se stesso/ più di qualunque altro

uomo intorno/ ha perso il posto al casello di Tarsia/ tutti pensavano fosse depresso/ vive con qualche rimorso/ e la cosa lo rende

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felice e commosso/ ride per poi ricordare/ beve prima di dormire/ fuma solo quando ha voglia di inventare/ Un’altra scusa/ prima

di partire/ torna da Teresa che lo rende un po’ speciale/ lo aspetta in casa/ giocano al dottore/ per ricominciare a far l’amore senza

amore/ a far l’amore senza amore/ Oh caro dottore/ la aspettavo ieri sera/ quando avevo quel dolore/ non perda tempo/ controlli

la pressione/ e se sto male giuro/ smetto di buttarmi dentro al letto/ o aspetto almeno altre due ore/

INSIEME A TE

Non sembra vero/ L’inverno è già finito/ e c’è chi tocca ancora il cielo con un dito/ non ho capito/ la terra si è asciugata/ e posso

correre di nuovo per la strada/ Comunque vada/ Le immagini hanno un nome/ e c’è chi parla solamente di parole/ i film a cena/ i

soldi della spesa/ e la finestra che rimane mezza chiusa/ Oggi il cielo non chiede neanche stelle/ questa notte chiede solo te/ oggi

cosa posso più desiderare/ senza chiedere perchè/ insieme a te/ Non sembra vero/ già siamo nel futuro/ e c’è chi ha un nome e chi non

ne ha nemmeno uno/ la luce bassa/ il fuoco della sera/ la carne cruda di chi aspetta almeno un’ora/ e c’è chi aspetta ancora la sua

promozione/ il fallimento della sua generazione/ il paradiso che sta sopra ad ogni cosa/ il sogno erotico la quiete di una casa/ Oggi

il cielo non chiede neanche stelle/ questa notte chiede solo te/ oggi cosa posso più desiderare/ senza chiedere perchè/ insieme a te/

LA GENTE CHE CONTA

Va bene mi presento pure io/ sono nato a modo mio/ e mi sono appassionato/ alla legge del mercato/ compro scarpe imbarazzanti/

poi d’estate porto i guanti/ e per la notte è organizzato/ il divertimento è assicurato/ dimmi cosa c’è di meglio/ sono sempre ciò che

voglio/ resto timido e distratto/ sono stato pure morto/ porto quel vestito corto/ poi quest’anno va di moda/ bere whiskey e coca

cola/ porto sempre una pistola/ per difendermi dai guai/ sono stato insieme a lei/ e chi mi cerca chieda al mio deejay/ E’ la gente

che conta/ che ti fa divertire/ basta avere il biglietto/ e sapersi vestire/ se non sai come fare/ vieni pure da me/ ti faccio entrare

gratis nel privè/ Io credo nella tua democrazia/ però stimo l’anarchia/ e se ci penso per un poco/ sono un principe per gioco/ nel

paese sono un mito/ il mio santo preferito/ rappresento l’eleganza/ della forma e la sostanza/nel vestire sono trendy/ sono vario

come dandy/ e quando penso che mi manchi/ faccio un tiro e vado avanti/ faccio un viaggio in paradiso/ con i ray-ban sul mio viso/

e per sentirmi più sicuro/ grido forte Italia Uno/ E’ la gente che conta/ che ti fa divertire/ basta avere il biglietto/ e sapersi

vestire/ se non sai come fare/ vieni pure da me/ ti faccio entrare gratis nel privè/

NON ESSERE NESSUNO

Questa mattina mi sono alzato/ e ho notato che tutto mi è dovuto/ la mia mamma mi adora/ mio papà mi implora/ di restare dove

sono/ e ritornare quando avrò un bambino/ ecco perchè io la vedo dura/ meno male posso ricambiare/ con la mia cultura/ io conosco

tutti i film per i ragazzini/ e ho letto tutti quanti i libri/ almeno quelli per bambini/ ma però/ certo forse non so/ lei mi ha fatto

una domanda/ a cui è difficile rispondere/ Qual è la capitale del Giappone/ questo proprio non lo so/ Non essere nessuno mi fa male/

anch’io voglio il mio nome sul giornale/ e gente che parli di me/ su gente che parli di me/ Questa mattina mi sono alzato/ non

sapevo dove andare/ e allora son partito/ io non bevo, non fumo/ sono profumato/ mi diverto anche con poco/ ma non sono ancora

sistemato/ ecco perchè non so cosa fare/ la migliore soluzione/ è quella di apparire/ mi fan mille complimenti/ o almeno faccio

creder loro/ che mi stringo anche la mano/ se dovessi esser solo/ ma però/ certo forse non so/ lei mi ha fatto una domanda/ a cui

è difficile rispondere/ Qual è la capitale del Giappone/ questo proprio non lo so/ Non essere nessuno mi fa male/ anch’io voglio il

mio nome sul giornale/ e gente che parli di me/ su gente che parli di me/

Lì CON ME

E la mia pelle cerca te/ si perde nelle nuvole/ qua che di sole non ce n’è/ E c’era tanta gente che/ era partita insieme a me/ Per

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dove non si sa, perché/ E la mia bocca scende giù/ respira nel profondo sud/ Pensare ormai non basta più/ E c’era un tipo strano che/

diceva è giusto perdere/ Credeva nelle favole/ E non mi importa della vita/ quando penso che ci sei tu/ Quando ti sei addormen-

tata/ e non mi sorridevi più/ Ma che fantastica giornata/ ho passato lì con me/ Ed i miei occhi guardano/ e con la voce cercano/

Di dirti quello che non so/ E non ti immagini com’è/ sarebbe bello scegliere/ Pensare che è possibile/ E non mi importa della vita/

quando penso che ci sei tu/ Quando ti sei addormentata/ e non mi sorridevi più/ Ma che fantastica giornata/ ho passato lì con me/

LA DISTINZIONE

Signore e Signorini/ mettere a letto i vostri bambini/ raccontategli molte storie/ così crederanno solo nell’amore/ raccontategli la

morale/ raccontategli le parole/ raccontategli di quando con il sole piove/ Signore e Signorini/ non scordatevi l’uomo nero/ così

impareranno subito la disciplina/ e la distinzione che c’è tra un emo e un omosessuale/ non è banale/ non fategli guardare/ quel

telegiornale/ che dice a tutti/ “quello che devi essere non sei”/ Sono uomo/ sono gay/ non mi faccio i fatti miei/ sono quello che non

sei/ sono quello che io non vorrei/ sono nato in un reality/ vissuto tra i diabetici di sesso/ dipendenti dalla rabbia che c’è in me/

Signore e Signorini/ pensate forse di/ e allora attenti a non toccare/ se no il mondo poi/ potrebbe anche cambiare/ e non fatevi la

morale/ e non fatevi le parole/ e non fatevi lavorare quando c’è troppo rumore/ Signore e Signorini/ non credete che sia sbagliato/

rinnegare che in passato/ c’è chi ha fatto male/ perchè la distinzione che c’è tra un uomo e una specie di animale/ non è banale/ non

fatevi fregare da quel telegiornale/ che dice a tutti/ “quello che devi essere non sei”/ Sono uomo/ sono gay/ non mi faccio i fatti

miei/ sono quello che non sei/ sono quello che di certo io non vorrei/ sono nato in un reality/ vissuto tra i diabetici di sesso/ dipen-

denti dalla rabbia che c’è in me/ e non conosci neanche bene l’italiano/ ti hanno insegnato/ quattro ballerine e un nano/ nano/ la tua

mano/ puoi metterla sul fuoco/ perchè credi che sia tutto un gioco/ la distinzione che c’è tra un emo e un omosessuale non è banale/

la distinzione che c’è tra un uomo e una specie di animale/ non è banale non è banale/ la distinzione non è banale/ che c’è tra un

emo e un omosessuale/ che c’è tra un uomo e una specie di animale/

EPILOGO

Alla fine, come tutto, è una storia quasi vera./ L’unica cosa che so per certa è che quella sera,/ pure quella sera, stavo lì, tra le stel-

le che puzzavano di polvere da sparo./ E pensavo ai sacrifici che sono stato costretto a fare per dare un futuro alla mia famiglia,/

alla mia donna, e a me stesso./ Fischiava il vento e urlava la bufera ed io,/ lì, non ci volevo stare./ Avrei dovuto capire che non

andava tutto bene,/ avrei dovuto urlare la mia rabbia,/ sarei dovuto scappare per scoprire che tutto il mondo è come il mio paese,/

pieno di spacciatori di illusioni e di gente pronta a crederci/ alla ricerca di un successo gratuito./ E poi sarei dovuto tornare per

continuare la mia lotta, pure da solo,/ in questa società che dall’alto continua a prenderci per il culo./ Invece sono rimasto qui,/ a

fare l’eroe con un fucile in mano per chissà quale pretesto,/ per evitare di farlo a casa mia, a mani libere, dove di pretesti ce n’erano

più di uno./ La mia fine è il mio distintivo di questa nostra guerra./ La guerra non va bene a nessuno, e se no la chiamavano pace!/

TI AMO TERRONE

Ti amo terrone/ che ti svegli presto al mattino/ e che ti piacciono/ il vino, gli amici/ e la donna tua/ hai sempre pensato/ a quanto

era triste il destino/ per essere nato/ all’ultimo posto/ della società/ che quando ti metti sul mare/ la notte a pescare/ parole

ed idee/ rivendichi almeno il diritto/ di sognare le cose tue/ Ti amo terrone/ l’odore dei campi e del sole/ e non è mai tardi per

fare l’amore/ insieme a lei/ hai sempre saputo/ accontentarti di quello che c’è/ e storie di vita vissuta/ ma non da te/ che resti

davanti al bicchiere la sera/ e il paese rimane con se’/ affoghi la rabbia e il piacere/ tra luci sfocate da bere/ Ti amo terrone/

e quante promesse da dimenticare/ e danze chitarre e canzoni/ in riva al mare/ che fumi la sera il cannone/ e che cerchi lavoro

al nord/ e predichi sempre di fare/ quel che si può/ che ami per sempre tua madre/ e non riesci mai a dire di no/ e quando parti

vorresti restare/ ancora un po’.

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L’IMPORTANZADI CHIAMARSI:

Valerio Fujian: arrangiatore, esecutore, chitarra, basso e strumenti vari, co-produttore e voce di Michele. Giornate e nottate di

lavoro.

Max Paparella: mastering, consigli, amico e collaboratore. Padrone di Leo.

Giorgio Minervino: chitarrista, mandolinista bravo e improvvisato. Amico vero, leale ma pazzo.

La signora Maria: narratrice di “Promemoria” (poesia di Gianni Rodari). Mamma di Annamaria.

Raffaele Fortunati: missaggio. Da sud a nord per Michele.

Marìka Bigoni: disegni, copertina, grafica. Compagna di aperitivi bolognesi.

Simone Danieli: regista del videoclip “Questo è il mio Paese” e viaggiatore.

Michele David: regista, montaggi, editing fotografie. Sempre pronto a darmi una mano.

Eleonora De Santis: fotografie “autunnali”.

Francesca Aragona: collaboratrice e giornalista emergente.

Cristian Marchese: riprese promozionali per “Michele sei tu”. Coinquilino del sabato.

Alberto Ritacco: “alter ego” nel video “Michele sei tu”.

Marta e Lorenza: per le fotografie calabresi e sostenitrici.

Marti: perchè continua ad esserci, nonostante me.

Jacopo, Davide e Giampaolo: ascoltatori critici e fratelli.

Simone Cristicchi e Cisco: maestri a loro insaputa.

Gennaro Di Cello: tra i primi a crederci.

Carlo Testini, Lorenzo Siviero e Arci nazionale: perchè mi danno speranza ed esperienza.

I ragazzi di Arci Paola (CS): esempio di impegno gratuito, ideologico e autonomo.

Gennaro de Rosa e Marco Verteramo: per avermi accolto in MK Records.

Mattia Fujian: perchè nel frattempo è nato. E adesso sta crescendo.

“Mikele”: ispiratore di questa storia “quasi vera”.

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E poi: Davide, Assunta, Claudio, Pierpaolo, Lorella, Martina, Jacopo, Francesco, Alberto, Erica, Laura, Rossella, Anna, Silvano, Teresa,

Luigi, Antonio, Francesco, Michele, Francesco, Jonathan, Davide, Anna Lucia, Maria Laura, Anna, Lorenza, Simona, Gianluca, Saul,

Massimiliano, Michelangelo, Luisa, Alessandra, Paolo, Paola, Francesco, Antonio, Daniele, Federico, Lorenzo, Anthony, Donatella,

Dafne, Maria, Nicola, Enzo, Luana, Nicola, Enza, Lucia, Rosetta, Alessandro, Max, Federico, Claudia, Erica, Aurelio, Domenico, Paraskevi,

Marco, Iolanda, Jessica, Gianluca, Valerio, Mangus, Giovanna, Piero, Alessio, Elena, Raffaele, Cristian, Alessandro, Luciana, Enrica,

Sarah, Angela, Arci Piera Bruno, Francesca, Antonio, Carmen, Gianluca, Valeria, Gabriele, Michele, Gianmaria, perchè hanno deciso

di dare il proprio contributo economico per la realizzazione de “L’importanza di chiamarsi Michele”.

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