Limiti e critiche al criterio di Pareto Il criterio è valido se valgono le ipotesi su cui si fonda;...

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Limiti e critiche al criterio di Pareto •Il criterio è valido se valgono le ipotesi su cui si fonda; •Il criterio non fornisce un ordinamento completo (nella fig.2 a’ è preferito a, c è preferito a, d è preferito a ma a non è comparabile con j anche se questa allocazione è Pareto-efficiente); il criterio non consente di scegliere tra posizioni di ottimo paretiano (nella fig. 2, scegliere tra c e d o tra queste posizioni e una qualsiasi delle infinite che appartengono all’intervallo cd)

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Limiti e critiche al criterio di Pareto

•Il criterio è valido se valgono le ipotesi su cui si fonda;

•Il criterio non fornisce un ordinamento completo (nella fig.2 a’ è preferito a, c è preferito a, d è preferito a ma a non è comparabile con j anche se questa allocazione è Pareto-efficiente);

• il criterio non consente di scegliere tra posizioni di ottimo paretiano (nella fig. 2, scegliere tra c e d o tra queste posizioni e una qualsiasi delle infinite che appartengono all’intervallo cd)

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Efficienza paretiana e principio di indennizzo o di compensazione

• Obiettivo: mantenere il principio paretiano e superare il problema dell’incompletezza dell’ordinamento.

• Principio di indennizzo: il passaggio ad una nuova situazione migliora il benessere della collettività se coloro che ne traggono beneficio possono compensare coloro che vengono danneggiati e mantenere un vantaggio netto. E’ sufficiente che la nuova allocazione comporti un miglioramento paretiano potenziale.

• Critiche: – valuta l’efficienza e non considera l’equità (effetti sulla distribuzione: chi guadagna e chi perde)

– Può generare un ordinamento non coerente.

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Caso a) si applica il criterio paretiano

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Caso b) si applica il principio di compensazione

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Caso c) non si applica il principio di compensazione: non consente confronti tra allocazioni Pareto-efficienti

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Caso d) non si applica il principio di compensazione: porta a ordinamento incoerente (paradosso)

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1 A B C

2 C A B

3 B C A

Per 2 soggetti A è preferita a BPer 2 soggetti B è preferita a CPer 2 soggetti C è preferita a A

A,B,C sono allocazioni possibili tra i soggetti 1,2,3

Ordinamento delle preferenze individuali

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Come aggregare le preferenze individuali?

Se l’aggregazione avviene con votazione a maggioranza:

A è preferito a B, se la maggioranza lo preferisce.

Questo metodo può portare a:• un ordinamento sociale delle preferenze non transitivo, anche se le preferenze individuali di tutti gli individui sono transitive;• non è possibile individuare l’alternativa migliore tra A,B,C.

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La scelta sociale dipende da:

• ordine delle votazioni

• comportamenti strategici

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Ordine delle votazioni

Le votazioni sono su due alternative e la vincente è posta in votazione con la terza:

a) Tra A e B, vince Atra A e C, vince C

b) Tra C e A, vince Ctra C e B, vince B

c) Tra B e C, vince Btra A e B, vince A

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Che caratteristiche dovrebbe avere la modalità di aggregazione per evitare le manipolazioni?

• Se le preferenze individuali sono complete, riflessive e transitive, anche le preferenze sociali devono avere le stesse caratteristiche.

• Se ciascun individuo preferisce A a B, anche secondo le preferenze sociali A è preferito a B.

• Le preferenze tra A e B dipendono solo da come gli individui ordinano A rispetto a B e non anche rispetto alle altre alternative.

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Arrow: il teorema dell’impossibilità

E’ impossibile trovare una modalità di aggregazione che soddisfi tutte le caratteristiche.

Un ordinamento sociale che presenta tutte le caratteristiche coincide con l’ordinamento di un solo individuo le cui preferenze prevalgono su quelle degli altri.

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Teoria delle votazioni

Analisi dei criteri per l’aggregazione delle preferenze individuali con riferimento alle procedure.

Regole relative a:• Partecipazione al voto e il numero dei voti;

• Procedure di voto:– Chi fa le proposte;– Come vengono poste in votazione;– Quale ordine di votazione;– Unanimità o maggioranza

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Funzione del benessere e ottimo sociale

Costruire una funzione del benessere sociale (FBS), che esprime le preferenze sociali, in base a qualche criterio di giustizia distributiva:

1.Utilitarismo;

2.Bernoulli-Nash;

3.Rawls;

4.Bergson-Samuelson

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Utilitarismo

Benessere sociale come somma delle utilità individuali.

Benessere economico legato a grandezze misurabili in termini monetari (reddito come indicatore).

Ipotesi:utilità comparabili;peso uguale agli individui.

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U2

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W1 W2 W3

45°

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1

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Bernoulli-Nash

Considerata più egualitaria perché il benessere cresce quando la distribuzione del reddito è più equa.

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U2

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W1 W2

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Rawls

Il benessere sociale aumenta quando aumenta il benessere dell’individuo che sta peggio (maximin).

Non c’è sostituibilità tra miglioramenti di benessere dell’individuo che sta peggio e di quello che sta meglio.

Giustizia come equità: a tutti le stesse opportunità

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RawlsIl criterio del maximin è razionale in condizioni di

incertezza e di avversione al rischio.

2 principi:• Ogni individuo ha diritto al più ampio numero di

libertà individuali, compatibile con quelle degli altri.

• Il grado di disuguaglianza è accettabile se relativo a posizioni sociali ed economiche aperte a tutti e quando sono garantite quantità minime di beni per i più svantaggiati.

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W3

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Bergson-Samuelson

• Formulazione molto generale:

W= w(w1 …….w2)

• Ipotesi:

confrontabilità

criterio paretiano

convessità.

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Scelta dell’ottimo

B

A

U1

U2

W2

W1

W3

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Teoremi fondamentali dell’economia del benessere

1° teorema:Se i consumatori e le imprese si comportano in

modo concorrenziale, esiste un mercato per ogni merce e l’informazione è perfetta, l’equilibrio concorrenziale è un’ottimo paretiano.

2° teorema:Ogni posizione di ottimo paretiano può essere

realizzata come equilibrio concorrenziale, date certe ipotesi sulle preferenze, con un’opportuna allocazione delle risorse iniziali.

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Limiti del 1° teorema

• Realtà:– Mercati non completi;– Presupposti della concorrenza perfetta irrealistici.

• Teoria:– Individualismo metodologico;– Carattere statico;– Criterio ottimalità (preferenze non confrontabili,

individualismo etico).

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Limiti del 2° teorema

• Lo stato può svolgere la funzione allocativa;

• La redistribuzione delle risorse iniziali può essere distorsiva dell’allocazione efficiente delle risorse.