LICEO COPERNICO INTOMI...S INTOMI GENNAIO 2017 LICEO COPERNICO PRATO CRUCIVERBA E CRU-CIPUZZLE a...
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INTOMI S GENNAIO 2017
LICEO COPERNICO
PRATO
CRUCIVERBA E CRU-
CIPUZZLE a pag. 24-
26
Parentesi goliardica
Pag. 7
Rime di chiusura
Vedi pag .27
Barzellette Fumetti Rebus
Racconti e tanto al-tro ancora...
LEGALIZAZZIONE DELLA CANNABIS
Vedi pag. 5
LA MATURITA’ MI CO-
LORA ANCHE IL BUIO.
DI NERO.
Vedi pag. 15
27 GENNAIO - LA GIORNATA DELLA
MEMORIA
Per non dimenticare gli orrori dello
sterminio
Pag. 4
RECENSIONE FILM:
Passengers
Vedi pag.8
L’ANGOLO DEI
RACCONTI
Pag. 16
STOP AL BULLISMO:
Basta con le ingiustizie
tra i giovani
Vedi pag. 13
L’angolo della
Fangirl
<< Who’s that girl?
It’s Jess! >>
Vedi pag. 8
La grande truffa
dell’azzardo
La ludopatia è una ma-
lattia a tutti gli effetti. Le
storie vere degli ospiti
dell’assemblea di dicem-
bre
Il genocidio dimenticato
Triangoli rosa nell’esercito tedesco
Vedi pag.6
Da pag.18
2
Indice EDITORIALE di Isabella Giusti.................................................................................................................................................. 3 ATTUALITA’ -Il genocidio dimenticato di Giovanni Martini …………………………………………………………………………………….4 - Gli effetti della cannabis legalizzata di Camilla Scaravaglione……………………………………………………………..5 -La grande truffa dell’azzardo di Sara Bichicchi…………………………………………………………………………………...6 PARENTESI GOLIARDICA …….................................................................................................................................................7 RUBRICHE CINEMA -Passengers di Vittoria Bargiacchi…………………………..........................................................................................................8 SERIE TV: - L’angolo della Fangirl di Ginevra Parrini ……………………………………………………………………………………..…... CARTONI ANIMATI -Dragonball Super! di Giovanni Tittocchia…………………………………………………………………………………………..9 SPORT - La Cine all’assalto del calcio mondiale di Alessia Cecconi ………………………………….…………………..…………10 LIBRI -Recensione 1984 di Vittorio Bellandi……………………………………………………………………………………………….11 QUOTIDIANITA’ -Stop al bullismo di Gaia Vaniglia Tomassoli……………………………………….…………………………………………….13 -Curiosità fantascientifiche di Eleonora Taddei………………………………….……………………………………………..14 -Un avventura molto speciale di Gaia Vaniglia Tomassoli………..…………….…………..……………………………… -L’ignoto:ansia sì o ansia no? Di Isabella Giusti………………………………………………………………………………….15 L’ANGOLO DEI RACCONTI - Frammenti di Beatrice Castaldo ...........................................................................................................................................16 VIGNETTISTICA - Blanc il coniglio - episodio 4 di Federico Barsaglini …………………………………………………………………………17 - Triangoli rosa nell’esercito tedesco di Matilde Cerretani …………….……………………………………………………………18-23 ENIGMISTICA - IL CRUCIPUZZLE della prof.ssa Sabatini e la classe 5EL...............................................................................................24- CRUCIVERBA di Matteo Landi ................................................................................................................................................25
NOTIZIE LAMPO DAL KOPE…………………………………………………………...………………………………………….26
LE BARZELLETTE di Leonardo Tradii……………………….…………………………………………………………………27 RIME DI CHIUSURA: Momenti di Beatrice Castaldo ……………………………………………………………………..
3
EDITORIALE Cronaca di un numero disastrato. Sono le otto e ventotto di mercoledì ventun dicembre duemilasedici quando mi arriva un
messaggio sul cellulare che reca la seguente frase: “Isa è finito l’inchiostro, la scuola non ne
ha più, e mancano cinque pagine”.
Non ricordo esattamente come ho reagito e che cosa ho fatto negli istanti immediatamente
successivi alla visualizzazione del messaggio. Credo sia vero che il cervello cancella automati-
camente gli eventi più traumatizzanti ai quali siamo costretti ad assistere nel corso della no-
stra vita, perché la prima cosa che riesco a far tornare a galla dal cumulo di immagini che po-
polano quell’incubo, è la ricreazione di quella giornata e metà dell’ora successiva: quaranta minuti trascorsi in compagnia della Sara, qualche membro della redazione, la rabbia crescen-
te, l’incredulità e una crisi di nervi trattenuta a stento. Solo tre giorni prima dell’inizio delle
vacanze, ventotto pagine di giornalino da spillare, consegnare e cinque di esse ancora da
stampare. In una scuola senza inchiostro per la nostra amata Bestia. Il crollo emotivo era do-
potutto oltremodo giustificato.
Le idee per una possibile soluzione dei nostri problemi erano tante. Far uscire il giornalino
solo a metà. Pessima trovata. Comprare l’inchiostro su Amazon. Indecente trovata. Chiamare
tutti i rivenditori di toner per stampanti nel raggio di venti chilometri. Trovata cestinata dopo
la frase di ogni singolo commesso che al di là del cellulare ci diceva “vi va bene fra una decina
di giorni?”.
Fallito anche il tentativo di ricattare telefonicamente il rifornitore scolastico d’inchiostro, per
il quale dobbiamo ringraziare i nostri fidati collaboratori della segreteria didattica, ci siamo
sedute sulle scale e abbiamo pensato. Era stupido, ingiusto e alquanto triste che tutte quelle
pagine di articoli, vignette, enigmistica e impegno venissero sprecate per un problema così
stupido come la mancanza d’inchiostro. Così, con un veloce giro di consensi su whatsapp,
giungiamo alla proposta ultima: far stampare le ultime quattro pagine in copisteria e farci
prestare dagli insegnanti un po’ delle fotocopie a loro concesse ogni anno dalla scuola, per
completare l’ultimo retro del numero di dicembre.
Credo di aver raggiunto la soddisfazione più grande come collaboratrice del Giornalino in
cinque anni di Sintomi proprio quel magico giovedì mattina prima delle vacanze. I codici per le fotocopie gentilmente donati da alcuni insegnanti scritti in un fogliettino minuscolo da da-
re poi alle fiamme, le custodi ad aiutarci a usare la stampante nera davanti alla biblioteca, ora
battezzata “il Bolide”, decine di goleador sparse sul tavolo della biblioteca e metà redazione
intorno a quello stesso tavolo a unire le pagine, spillarle e scrivere su ogni santo numero un
grazie enorme a coloro che ci avevano aiutato. Con il supporto, l’impegno e la collaborazione
di tutti siamo riusciti ad avere il nostro Sintomi anche a dicembre. Quella che sembrava l’im-
presa disperata di due folli si è concretizzata in cinquecento giornalini assemblati e conse-
gnati in sessanta classi nel giro di un paio d’ore.
Questo editoriale l’ho voluto raccontare così. Non vorrei mai che succedesse di nuovo, ma
grazie, è stato bellissimo.
Buona lettura!
Ps: a chi di dovere…FATE SCORTE DI CARTA E INCHIOSTRO, GRAZIE. CON AMORE, LA DIRE-
ZIONE.
Di Isabella Giusti
4
ATTUALITA’
IL GENOCIDIO DIMENTICATO
Porrajmos. Quanti di voi conoscono questa parola? Raramente la si sente rammentare, persino in que-sto periodo dell’anno. Penso che se avessi iniziato questo articolo con la parola Shoah tutti voi avreste già capito che il periodo a cui mi riferisco è quello del giorno della memoria, memoria dell’orrendo genocidio perpetrato nei confronti degli ebrei . Ma non sono morti soltanto loro nei campi di stermi-nio. La storia ci dice che a morire per le perse-cuzioni naziste furo-no anche omosessua-li, disabili, testimoni di Geova, prigionieri politici e “zingari” (uso le vir-golette per un moti-vo). Ed è proprio que-st’ultima la categoria il cui genocidio si chiama Porrajmos. Purtroppo invece si tende a dimenticare queste vittime, e a parlare più genericamente di Shoah, termine riferito esclusiva-mente agli ebrei. Trovo che sia paradossale dimen-ticarsi di qualcosa nel giorno della memoria. E allo-ra ridiciamolo insieme: a causa delle persecuzioni naziste attuate durante la seconda guerra mondiale morirono milioni di persone, fra cui ebrei (non di-mentichiamoci che furono comunque la maggio-ranza), omosessuali, disabili, testimoni di Geova, prigionieri politici e “zingari”. Qualcuno mi chiede-rà: “Sì ma perché la fai così lunga? A che mi serve imparare termini come Porrajmos, se tanto nessu-no li usa?”. La faccio tanto lunga perché, citando Primo Levi, “se comprendere è impossibile, cono-scere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Ed è impor-tante ricordare soprattutto il termine Porrajmos, perché riguarda un’etnia che da troppo tempo è stata abbandonata e dimenticata, reclusa nei campi nomadi, che non so se lo sapete, ma esistono in un unico bellissimo paese, e quel paese è l’Italia. Forse qualcuno avrà intuito perché uso le virgolette quando scrivo la parola “zingaro”. Le virgolette si usano quando il termine utilizzato è improprio, e così è la parola “zingaro”, inventata da noi italiani per indicare Rom e Sinti. Che sono ad oggi la mino-
ranza etnica e linguistica più discriminata secondo l’ONU. Che vivono segregati dal resto della loro po-polazione unicamente per la loro cultura e le loro tradizioni. Ci ricordano forse qualcuno? Ci sembrano milioni ma sono solo lo 0,25% della popolazione. E, secondo una ricerca, sono odiati dall’85% degli italiani. Quindi perché la storia non dovrebbe ripetersi? Se non ricordiamo il passato, il rischio di un nuovo genocidio è alto. Eppure conti-
nuiamo a odiarli e a sentirci diversi da loro nonostante sia-no passati anni dallo sterminio. E’interessante questo brano andato in onda su RaiNews24 : “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie.[…] Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni di-ventano 4, 6, 10. Parlano lingue
incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini ven-gono utilizzati per chiedere l'elemosina; spesso da-vanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostaco-lati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingres-si alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedien-ti o, addirittura, di attività criminali” Il brano riportato viene attribuito all’Ispettorato per l’immigrazione americano e si riferisce agli ita-liani emigrati in America agli inizi del ‘900. Siamo quindi tanto diversi dai Rom e dai Sinti? O sono so-lo pregiudizi? Perché dimenticare il genocidio di centinaia di uomini? Forse è ora di abbattere i muri del pregiudizio e di iniziare a conoscere realmente le persone.
Di Giovanni Martini
5
GLI EFFETTI DELLA CANNABIS...LEGALIZZATA
E' uno degli argomenti al giorno d'oggi più tratta-
ti; la proposta di legge stabilisce che il principio della detenzione di 15 grammi in privato domici-
lio e 5 grammi fuori casa a uso ricreativo, solo
per i maggiorenni, è lecito. La coltivazione sarà
permessa fino a 5 piante a casa, sempre per uso personale e, in ogni caso, lo spaccio sarà vietato.
Come per l'alcool, comunque, è d'obbligo il ri-
spetto delle norme del Codice della Strada. Legalizzare la cannabis permetterà di aumentare
l'entrata fiscale? Sicuramente la formazione di un
mercato legale garantirà un numero non indiffe-
rente di incassi, ma non è da escludere la perma-nenza tristemente
nota del traffico
illegale. Paolo Bor-
sellino stesso spie-gò che "la legaliz-
zazione del consu-
mo di droga non elimina affatto il
mercato clandesti-
no, anzi, avverrà
che le categorie più deboli e meno
protette saranno le
prime ad essere investite dal mer-
cato clandestino".
E' certamente dif-
ficile contestare le parole di un così noto uomo, ma si può affermare
con certezza, nuovamente, che, anzitutto, la lega-
lizzazione permetterà un incasso economico no-
tevole e una maggior adesione al mercato legale stesso. La Direzione Nazionale Antimafia dichia-
ra, infatti, che, per togliere liquidità alla crimina-
lità organizzata e combattere le droghe più pe-santi è necessario procedere alla legalizzazione
di quelle leggere. Al di là, comunque, del dibattito
economico, la cannabis è stata classificata da
molti come "droga di passaggio, in grado di favo-rire una transizione verso il consumo di droghe
pesanti e causa di tumori ai polmoni." Innanzitut-
to il consumo di tabacco danneggia gravemente in ogni caso i polmoni, e , inoltre, non è da dimen-
ticare che, tra tutte le sostanze che girano nel
mondo illegale e della criminalità, è quella più
naturale e meno dannosa. Droghe psichedeliche-
allucinogene e droghe sintetiche che sono so-
stanze simpaticomimetiche indirette, che stimo-lano cioè il sistema simpatico e hanno effetti allu-
cinogeni come la D-amfetamina, l'MDMA o l'ec-
stasy, che, oggigiorno, girano anche su internet,
sono più forti, più pericolose per la salute e po-tenzialmente mortali. La legalizzazione della can-
nabis permetterà, infatti, anche un maggior con-
trollo sulla distribuzione e quindi anche sulla sa-lute delle persone stesse. In Colorado, secondo le
indagini del Dipartimento per la Salute e l'Am-
biente del Colorado, è stata registrata addirittura
una diminuzione dell'uso da parte di giovani e adolescenti. In ogni caso è
vero che l'uso di droghe
durante l'adolescenza sia
da scoraggiare con decisio-ne anche se, fino ad oggi,
nonostante la legalizzazio-
ne, la percentuale del con-sumo di marijuana è rima-
sto stabile. Unico, quindi, e
più valido motivo, forse, a
favore della legalizzazio-ne è l'importante e sempre
crescente richiesta di can-
nabis a scopo terapeutico. Encefaliti croniche, malat-
tie terminali, effetti della
chemioterapia. Strazianti
sofferenze potrebbero es-sere ridotte dall'uso moderato e controllato della
ben nota droga leggera. Sotto prescrizione medi-
ca, infatti, la cannabis a uso terapeutico potrebbe
diventare per molte persone l'unico antidoto per vivere una vita dignitosa.
"Sono favorevole alla legalizzazione delle droghe.
Secondo il mio sistema di valori, se la gente desi-dera uccidersi ha ogni diritto di farlo. La maggior
parte del danno che viene dalle droghe deriva
dalla loro illegalità."
Milton Friedman
Di Camilla Scaravaglione
6
Di Sara Bichicchi
LA GRANDE TRUFFA DELL’AZZARDO
La ludopatia è a tutti gli effetti una patologia, anche
se spesso si tende a sottovalutarla, e il gioco d’az-
zardo dà dipendenza, proprio come l’acool o le so-
stanze stupefacenti. Inoltre, Prato è la quarta città
italiana per i problemi legati al gioco, nonostante
siano in pochi a saperlo. L’argomento è stato af-
frontato qui, al Copernico, durante l’assemblea di
dicembre, e se sicuramente qualcuno smanettava
al cellulare e qualcun altro avrà abbondantemente
dimenticato quel forum, è bene che le storie rac-
contate dagli ospiti in quell’occasione non vadano
nel dimenticatoio. C’era Marco, che aveva seimila
(seimila!) euro per l’anticipo di una macchina nuo-
va ed è arrivato all’appuntamento con un’ora d’an-
ticipo. Di fronte al luogo dell’incontro c’era un bar e
lui si è fermato. Nel bar c’era una slot e Marco ci si
è seduto. Ha vinto cento euro, ha spento il cellulare
e non è andato all’appuntamento. Prima di lasciare
il bar ha perso sia la vincita che i seimila euro
dell’acconto. Frequentare quel bar è diventata
un’abitudine e se per qualche giorno non si faceva
vedere, il proprietario lo contattava. Con chiamate,
messaggi e promesse di giocate migliori. Gli lascia-
va anche la slot spenta, dicendo “Questa è la tua
macchina”, con la certezza che Marco prima o poi
sarebbe tornato. « Pensavo fosse mio amico, inve-
ce sfruttava la mia debolezza » (Marco).
Insieme a Marco c’era Mattia. Il ventisette dicem-
bre è andato al casinò e ha vinto ottocento euro. Il
giorno successivo ci è tornato e ne ha vinti altri
quattrocento. Ha pensato che fosse un periodo for-
tunato, però due giorni dopo ha perso millequat-
trocento euro, i milleduecento vinti in precedenza
e duecento pagati di tasca propria. Ha festeggiato
capodanno con soli cento euro, perché del suo
budget per i festeggiamenti non era rimasto
null’altro. Ma non è finita qui. Ci sono state altre
giocate: « Ho speso quattromilacinquecento euro
in dieci giorni, senza contare quelli che ho rubato
ai miei genitori: cinquecento euro in una volta
sola » (Mattia).
Marco e Mattia, insieme a molti altri ragazzi, so-
no ora in riabilitazione, per sconfiggere quello
che, citando le parole che Simone Feder mi ha
detto a fine assemblea, in un’intervista improvvi-
sata, è « una grande truffa ». Feder, ospite princi-
pale del forum sulla ludopatia dell’assemblea di
dicembre, è il coordinatore dell’Associazione Mo-
vimento No Slot (AMNS) e ha creato un sito,
www.prevenzionenoslot.org, dove chiunque può
chiedere aiuto in forma anonima.
Per concludere, vorrei riportare il consiglio di
Feder a noi giovani: « Frequentate i locali etici e
sensibilizzate contro una truffa che le amministra-
zioni comunali non combattono con il dovuto acca-
nimento, perché conviene a tutti ».
7
PARENTESI GOLIARDICA
Lo g. c. “K.T.”
In occasione del passato Natale, il nostro glorioso g.c."K.T", fremente di benevolenza, ha deciso di
fare un regalo al rivale Club delle Pagliette. La mattina del 22 Dicembre 2016, gli studenti dell'istituto tecnico Tullio Buzzi sono rimasti sor-
presi nel trovare un'imponente scala, la quale sosteneva dei bicchieri rigorosamente arancioneri,
inoltre sul cancello vi era posto uno striscione, che citava i seguenti versi:
"QUESTA SCALA VI VOGLIAMO REGALARE/IN MODO DA POTERVI DISSETARE/QUANDO SUL NO-STRO TETTO TORNERETE/ED UN'ALTRA PAGLIETTA LASCERETE/SCAPPATE CHE PRIMA O POI
ANDATE IN CELLA/COSÌ SARETE MESSI A PECORELLA"
In occasione delle festività, è stato decorato un abete in Piazza S.Marco con i colori caratteristici del club, sostituendo le decorazioni precedentemente posizionate (con volgare gusto) dalle Pa-
gliette.
Un felice anno nuovo dal club del Drago!
DRAGO IMPERAT
8
RUBRICHE
FILM & SERIE TV
Da un'arena popolata da ibridi e assassini ad una
navicella spaziale: amata dai colleghi, dagli spet-
tatori e dai critici, Jennifer Lawrence, che sia a
capo di una rivolta o una giornalista sognatrice,
riesce a tenerci incollati allo schermo.
Durata: 116 minuti
Genere: fantascientifico e sentimentale
Trama: Una navicella spaziale come setting, 5258
passeggeri, di cui solo 3 svegli e un androide.
Questo tutto ciò che
serve per dare vita ad
un film fantascientifi-
co dai caratteri comi-
ci, romantici e tragici
senza ricorrere al
classico uso di alieni
spietati e armati di
misteriosi marchinge-
gni.
Ci troviamo in un lon-
tano futuro dove or-
mai i viaggi interspaziali sono all'ordine del gior-
no, grazie a speciali navicelle dirette verso nuovi
pianeti colonizzati dagli uomini. La distanza fra
la Terra e Homestead II, il nuovo pianeta, è di
120 anni, così i passeggeri e l'equipaggio sono
stati sottoposti ad un sonno criogenico da cui si
sveglieranno 4 mesi prima dell'arrivo per ri-
prendersi dal coma indotto e godere di ciò che la
nave offre. Uno scontro con dei meteoriti causa
però un imprevisto: una capsula si danneggia e il
passeggero (Jim Preston, interpretato da Chris
Pratt) viene risvegliato, in anticipo di 90 anni
rispetto al programma. Disperato, il protagonista
maschile si trova a dover accettare di trascorre-
re tutta la sua vita sulla nave, in compagnia solo
del barista androide. Dopo un anno, le meravi-
glie della Avalon non soddisfano più Jim, che si
innamora di una ragazza (Aurora Lane, interpre-
tata da Jennifer Lawrence) ascoltando la regi-
strazione della sua
intervista precedente
all'imbarco. Dopo va-
ri ripensamenti, deci-
de di svegliarla per
avere compagnia, co-
sì tra i due, una gior-
nalista di New York,
appassionata di cro-
ciere cosmiche e im-
paziente di vivere un
anno su un altro pia-
neta per poi scriverne un libro e un ingegnere
meccanico che ripara e costruisce cose obsolete
sulla Terra, nasce un rapporto di amicizia, che si
trasformerà presto in amore, e che troverà sul
suo cammino non pochi ostacoli.
Perchè guardarlo? Perchè è un film che riesce a
far ridere, commuovere e riflettere, usando solo
due personaggi e una nave spaziale.
Di Vittoria Bargiacchi
RECENSIONE FILM: PASSENGERS
L’ANGOLO DELLA FANGIRL — Gli eterni bambinoni
Se siete stanchi delle solite trame complicate,
piene di misteri e labirinti senza capo né coda,
se quello che volete è passare una serata rilas-
sante, stesi sul divano, ho la serie tv fatta per
voi:
“New girl”.
Ambientata a Los Angeles, vede protagonista
Jess, una ragazza mooolto al di fuori degli sche-
mi che, dopo essere stata tradita dal fidanzato,
decide di co-abitare insieme a tre ragazzi (un
barista rabbioso, uno strambo Casanova e un
mediocre, ex giocatore di basket) conosciuti su
internet.
Risultato? Il casino più totale. Ideato da Eliza-
9
Elizabeth Meriwether, questa serie americana vi
regalerà una serata piena di spensieratezza, risa-te e momenti assai bizzarri, senza farsi mancare
la giusta dose di
drammaticità e
momenti strap-palacrime che
vi faranno pian-
gere come una fontana.
Ciò che fa di
New girl un
programma coi contro fiocchi è
la sua anima da
eterna bambi-
na. Vediamo quattro trentenni, i così detti “adulti”,
che non rinunciano a inseguire i loro sogni, che si
buttano nelle situazioni più improbabili e bizzar-
re perché è semplicemente quello che vogliono.
Una sorta di eterni bambinoni che, tuttavia, nel corso delle stagioni, impareranno a crescere, ad
affrontare i problemi con una
mente più adulta, maturando,
episodio dopo episodio, grazie al sostegno l’uno dell’altro.
Perciò lasciate travolgere da que-
st’aria fatta di unicorni, arcobale-ni e polvere magica, dimenticate
per un istante tutte le responsa-
bilità e i grattacapi di ogni gior-
no, e abbandonatevi sul divano al suono del motivetto trapanante
della sigla iniziale
Di Ginevra Parrini
<< Who’s that girl?
It’s Jess! >>
DRAGONBALL SUPER!
La serie narra le vicende accadute dopo la batta-
glia contro Majin Bu e comprende i dieci anni
seguenti dalla fine di Dragon Ball Z, andando a
posizionarsi dunque tra il 288º e il 289º episo-
dio di quest'ultima. Tempo dopo la sconfitta di
Majin Bu, la Terra è in pace, ma Goku e Vegeta
continuano ad allenarsi, nonostante il dissenso
delle rispettive mogli. Ma improvvisamente il
Signore della distruzione Beerus si risveglia do-
po 39 anni di sonno, e insieme al suo maestro
Whis si reca alla ricerca del Super Saiyan God,
un guerriero che gli è apparso in sogno. Egli in-
fatti quando arriva sul pianeta di re Kaio scon-
figge facilmente Goku e poi quando arriva sulla
Terra la stessa sorte capita anche a Majin Bu,
Piccolo, C-18, Tenshinhan, Gotenks, Gohan e Ve-
geta, ma, prima che possa distruggere la Terra,
Goku evoca Shenron per chiedere informazioni
riguardo il Super Saiyan God, che si rivela essere
un guerriero potentissimo richiamabile tramite
l'energia di cinque saiyan puri di cuore, sei com-
preso il principale che si trasformerà. Finalmen-
te una volta raggiunto tale stadio, Goku fronteg-
gia Beerus, abituandosi man mano alla sua nuo-
va forma, ma ciò nonostante non riesce a scon-
figgere il Signore della distruzione, il quale tutta-
via, soddisfatto della sfida offertagli, decide di
risparmiare il Pianeta, fingendo di dormire e ri-
tornando a casa insieme al suo maestro. Intanto,
in un luogo indefinito dell'universo, Sorbet uti-
lizza le sfere del drago della Terra per resuscita-
re il tiranno spaziale Freezer, in cerca di vendet-
ta nei confronti di Goku e di Trunks del futuro
che lo avevano precedentemente sconfitto. Dopo
quattro mesi di allenamento, Freezer si dirige
verso la Terra con mille soldati, ai quali tengono
testa i guerrieri Z. Intanto Goku e Freezer si af-
frontano al massimo della propria forza trasfor-
mandosi rispettivamente in Super Saiyan Blue e
Golden Freezer. Dopo un iniziale dominio di
Freezer, la potenza dello stesso diminuisce pro-
gressivamente e Goku riesce a superarlo, venen-
do però abbattuto da un raggio di Sorbet. Vegeta
entra dunque in scena anche lui in versione Su-
per Sayan Blue e abbatte facilmente Freezer. No-
nostante la sua superiorità, Freezer distrugge
comunque la Terra e solo l'abilità di Whis di tor-
nare indietro nel tempo permette a Goku di sca-
raventare una Kamehameha contro Freezer, ri-
portandolo all'inferno. Eliminata la minaccia, dal
10
6º Universo compaiono il Signore della distruzio-
ne Champa, fratello di Beerus e la sua assistente
Vados, sorella di Whis, i quali indicono un torneo
di arti marziali tra i cinque guerrieri più forti del
loro e del 7º Universo, con in palio il pianeta Terra
del 7º e la possibilità di usare le Super Sfere del
Drago in possesso degli dei per esprimere un desi-
derio. Beerus accoglie
nella sua squadra Go-
ku, Vegeta, Piccolo,
Majin Buu e Monaka,
che Beerus presenta
come il più forte
dell'Universo 7 persi-
no superiore a Goku,in
realtà è un semplice
fattorino richiamato
per motivare i saiyan;
proprio grazie ad esso, però, i guerrieri del 7º Uni-
verso riportano la vittoria finale e Beerus vince la
scommessa che aveva fatto con il fratello, salvando
la Terra dal pericolo della distruzione. Dal futuro
giunge Trunks del futuro, il quale è inseguito e mi-
nacciato da Black, un personaggio con le sembian-
ze di Goku; dopo un breve scontro con Goku, Black
è riportato indietro dall'anello del tempo che porta
al dito. Scoperto che gli anelli del tempo sono cu-
stoditi da Gowasu, Kaioshin dell'Universo 10, Bee-
rus, Whis e Goku si dirigono da lui per raccogliere
informazioni su Black, e qui scoprono che il nemi-
co ha un'aura simile a quella dell'assistente di
Gowasu, Zamasu, il quale viene sconfitto da Goku
prima e da Beerus poi. Quando tuttavia Goku, Ve-
geta e Trunks si recano nel futuro per sconfiggere
Black, trovano ad attenderli anche Zamasu. Black
rivela di essere lo Zamasu della linea temporale di
Goku e di essere in grado di trasformarsi nel Super
Saiyan Rosé, mentre Zamasu, reso immortale dalle
Super Sfere del drago, dichiara di aver ucciso gli
dei della linea temporale di Trunks del futuro.
Sconfitti, i tre tornano
nel presente per allenar-
si, ma quando affrontano
nuovamente Black e Za-
masu, i due nemici si fon-
dono creando una crea-
tura ancora più potente.
La fusione tra Goku e Ve-
geta, Vegeth, riesce a
fronteggiarlo e sta per
sconfiggerlo ma la fusio-
ne scade prima che Trunks raccolga l'energia dei
sopravvissuti della sua linea temporale. A questo
punto Zeno distrugge il multiverso della timeline
di Trunks e tutti tornano nel presente; infine
Trunks, assieme a Mai, fa ritorno nella sua epoca
dove potrebbe però incontrare il suo doppione.
La serie è diventata subito virale non solo in tele-
visione ma anche su internet dove, grazie a YouTu-
be gli appassionati hanno potuto vedere tutte le
puntate fino alla 72.
In fondo fin da piccoli la serie ci ha trasmesso va-
lori profondi come il coraggio, l’amicizia, l’amore,
il patriottismo e l’onore che tutti i personaggi ci
dimostrano fin da Dragonball Z.
Di Giovanni Tittocchia
SPORT
LA CINA ALL’ASSALTO DEL CALCIO MONDIALE
Come ogni anno, anche nel 2017, la sessione in-
vernale di acquisti coinvolge tutte le squadre del
panorama mondiale, alla ricerca di grandi colpi o
di scommesse su giocatori giovani o senza con-
tratto. Da qualche tempo però c'è un fenomeno
che si sta diffondendo sempre di più: quello degli
imprenditori cinesi che stanno comprando club,
calciatori e allenatori dai vari campionati europei
o americani, pagandoli a cifre altissime. Ad oggi è
ancora troppo presto per capire se questo inte-
resse sia temporaneo (come quello del Nord
America di qualche decennio fa), oppure più pro-
fondo. Quel che è certo è l'annuncio del presiden-
te cinese Xi Jinping, appassionatissimo di calcio,
della creazione di nuove infrastrutture per incre-
mentare la popolarità di questo sport tra ragazzi
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e bambini, al fine di diventare una grande potenza calcistica non solo a livello di club, con l’aiuto di campioni stranieri, ma anche a livello di nazionale. L'idea del governo è, quindi, molto precisa e volta ad un obiettivo concretamente raggiungibile tra qualche decennio. Il fatto che in Cina l'attenzione per il calcio provenga anche dalle stesse istituzioni governative, oltre che dai gruppi imprenditoriali, indica un qualcosa di più rispetto alle pazzie di un
magnate "isolato", disposto a tutto per soddisfare un proprio desiderio. Non ci resta allora che aspet-tare qualche stagione, per vedere se la Cina avrà il campionato migliore del mondo e se Messi e Cri-stiano Ronaldo si sfideranno per il pallone d'oro difendendo i colori del Guangzhou Evergrande Taobao o dell'Hebei China Fortune. Di Alessia Cecconi
LIBRI
1984 Autore: George Orwell (pseudonimo di Eric Blair)
Genere: romanzo distopico
Per recensire al meglio questo romanzo, dobbiamo
innanzitutto collocarlo nel periodo storico in cui è
stato pensato e scritto. Correva il 1948, tempi bui
di crisi, quando Eric Arthur Blair, nato sotto lo
pseudonimo di George Orwell, scriveva 1984, un
romanzo appartenente al genere distopico e forse
il maggior esponente di questa tipologia. Nono-
stante qiesta opera tratti tematiche
difficili, è scritta con un linguaggio
fluido e scorrevole, che permette di
continuare a leggere nonostante
ogni pagina ci provochi una sorta di
riflessione interiore per la visione
profetica di una società “futuristica”
del tempo descritta da Orwell. Ma
se c’è una cosa che questo romanzo
mi ha lasciato dentro, da quando ho
iniziato a leggerlo fino all’ultima
pagina, passando per la stanza 101,
è sicuramente angoscia. Questo per-
ché anche il filo di speranza che appare delinean-
dosi quando Winston Smith, il protagonista dell’o-
pera, intrattiene una relazione con Julia, apparen-
temente l’unica “umana” quanto lui nel territorio
dell’Oceania, viene spezzato e distrutto, destinato
ad essere cancellato come i loro nomi. Ed è da qui
che scaturisce il malessere che ho provato leggen-
do questo romanzo: non esiste speranza, non esi-
stono rivoluzioni, e non esiste neppure il passato.
Si, questo ha cessato di esistere nello stesso mo-
mento in cui si è affermato il Partito, organo gover-
nativo della sezione Oceania della Terra: “chi con-
trolla il passato controlla il futuro, chi controlla il
presente controlla il passato”. Questo è solo uno
dei tanti slogan che vengono presentati nel libro e
che fanno parte della propaganda del Grande Fra-
tello, che veglia su tutti, onnisciente e onnipresen-
te. Ha cessato di esistere, in quanto ciò che era in
disaccordo con il Partito aveva la necessità di esse-
re riscritto. Lo stesso protagonista del romanzo,
Winston, lavora al Ministero della Verità (uno degli
organi amministrativi insieme al
Ministero dell’Abbondanza—il cui
compito è quello di amministrare
le finanze—il ministero della Pa-
ce—che ha il compito di controllare
le guerre—e quello, ultimo ma non
ultimo in fatto di torture psicologi-
che e fisiche, dell’Amore), dove ha il
compito di riscrivere articoli e met-
terli in accordo con quanto sostiene
il Partito. Tutti gli abitanti dell’O-
ceania, così come quelli dell’Eurasia
e dell’Estasia, sono chiamati a vive-
re allo stesso modo: vale a dire senza aspirazioni,
se non quella di servire il Grande Fratello, e senza
vivere forti emozioni, come l’amore: l’unica funzio-
ne di questo, come ci spiega Winston quando ci
parla della sua ex-moglie, è compiere atti sessuali
per procreare, non per piacere proprio. I cittadini
sono chiamati ad avere lo stesso pensiero, ovvero
quello di ammirazione verso il Grande Fratello, ed
appaiono come dei burattini, il cui burattinaio im-
partisce qualsiasi tipologia di ordini, da eseguire
forzatamente.
Non esistono pensieri ed opinioni personali; anche
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i rapporti umani sono limitati del tutto, e la stessa
concezione di famiglia non è più tale, in quanto i
bambini sono spinti dal Partito a fare la spia verso i
propri genitori in caso di pensiero in contrasto con
quello del Partito. Oltretutto, la guerra è perenne e
non cessa mai, ma come recita uno degli slogan, “la
Pace è Guerra”. La guerra è quindi necessaria per
far sì che sia mantenuta la pace, e non esistono né
vincitori né vinti. E’ necessaria perché ci deve esse-
re uno spreco di risorse, per fare in modo che tutti
i cittadini siano esattamente uguali fra loro; non
deve esistere nessuno più ricco di un atro, poiché
ciò provocherebbe malcontento, ergo un movimen-
to rivoluzionario. Ma c’è di ben peggio della guerra,
in questa società: non esiste più il libero arbitrio, e
chi dimostra di averne viene prima catturato dalla
Psicopolizia, organo esecutivo adibito al far rispet-
tare i dettami del Grande Fratello, poi giustiziato e
poi cancellato da qualsiasi cosa riportasse il suo
nome, per essere sostituito casualmente da un al-
tro: così si portano alla vita personaggi inesistenti
e si rendono inesistenti personaggi realmente esi-
stiti. Che paradosso!
Quando prima dicevo che questo probabilmente è
il romanzo distopico per eccellenza, intendevo che
nessuno vorrebbe mai vivere in un modo formato
da uniformità di opinioni, in cui solo l’accenno di
voler cambiare qualcosa viene fermato sul nascere.
Ma questa società descritta da Orwell, altro non è
che la manifestazione del malessere dell’epoca in
cui egli stesso ha vissuto: i messaggi fuorvianti,
l’annullamento della personalità, erano per l’ap-
punto capisaldi della politica sia di Hitler che di
Stalin. Dittature che impediscono la libertà di
stampa e di pensiero. Ma, del resto, vi chiederete,
come fanno i cittadini a sopportare una situazione
del genere? Non provano minimamente l’istinto di
ribellione verso un sistema che annulla anche le
loro vite, le quali perdono uno scopo e un fine ulti-
mo? Il fatto è che, come recita lo slogan del Partito,
forse il peggiore a mio parere, “L’ignoranza è for-
za”. Come possiamo pretendere che i cittadini
dell’Oceania si ribellino se non hanno coscienza del
passato? Se non hanno mai letto, se non si sono
mai informati riguardo le società passate, allora
non conoscono il vero potere dell’uomo. Addirittu-
ra, sono talmente presi dal farsi immettere mes-
saggi a favore del Grande Fratello nella testa, che
quando vengono loro ridotti gli approvvigiona-
menti, modificati gli scritti sulle quantità di cibo
che mangiavano precedentemente, vengono fatti
passare per un aumento di viveri. Queste persone
non hanno coscienza di ciò che è stato, e non ne
avranno di ciò che sarà. Anche chi, come Winston,
o Julia, prova dei sentimenti umani e ha il desiderio
di rivolta per strapparsi ad un sistema che funzio-
na per chi lo gestisce ma non per chi ne prende
parte, è conscio di ciò che accade, ma non può rive-
larlo se non vuole essere catturato dalla psicopoli-
zia. Si tratta di un mondo in cui l’essere umano vie-
ne privato di tutti i suoi valori, della cultura che
altrimenti lo eleverebbe sopra gli altri, facendogli
capire che la vita che stanno vivendo non è vita ve-
ra. Viene addirittura vietata la scrittura manuale,
perché questa non potrebbe essere controllata dal
partito e dal Grande Fratello, e viene sostituita da
macchinari come il Parlascrivi, che mette per
iscritto cosa detti, oppure delle macchine strane ed
articolate costruite appositamente per comporre
romanzi e libri, facendo sì che anche questi abbia-
no fine propagandistico e che non vadano contro
l’etica del partito.
Prima di finire qui la mia recensione su questo ro-
manzo che, sebbene mi abbia portato tristezza, so-
prattutto nella terza e ultima parte dove Winston
viene messo ad affrontare le proprie paure più
profonde nella stanza 101 al fine di sconvolgerlo
per lavargli il cervello e costringerlo alla morale
del Partito, mi ha portato ad una grande riflessione
su ciò che è stato e ciò che deve essere ma soprat-
tutto sull’importanza della cultura e della cono-
scenza dell’uomo del passato che ci ha preceduti, ci
tenevo a porre un interrogativo, che mi è sorto du-
rante la lettura: cosa avreste fatto di fronte ad una
situazione del genere, come quella che ha vissuto
Winston? Avreste portato avanti una rivoluzione
che non avrebbe avuto alcun esito, ma almeno
avreste tentato, oppure vi sareste arresi al vostro
destino, tornando a far parte dell’ignorante gregge
capitanato dal Grande Fratello? A voi la scelta.
Di Vittorio Bellandi
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QUOTIDIANITA’
Quel pomeriggio tornai a casa in lacrime, ero stan-
ca di tutto, quella storia durava da così tanto tem-
po, sentivo la testa esplodere, lo stomaco chiuder-
si e le lacrime scivolare lentamente giù dalle guan-
ce: in qualche modo sarebbe dovuto finire in fret-
ta. Non dissi niente a nessuno, perché nessuno
avrebbe dovuto sapere ciò che mi accadde quel
pomeriggio. Continuai a chiedermi perché ce l'a-
vevano così tanto con me, il perché di tutte quelle
offese, non ce la facevo davvero più. Già a letto da
un'ora, arrivò un messaggio, diceva che probabil-
mente i vestiti di Perla, la figlia di Mr Kreab, mi
sarebbero stati meglio. Iniziai a piangere, tanto e
in silenzio. Mi ricordo che morsi il labbro inferiore
così tante volte da creare dei tagli profondi, tali da
farmi assaporare il mio stesso sangue. Non volevo
che mio fratello mi sentisse, l'avrebbe sicuramen-
te detto a mia mamma, e non volevo neanche che i
miei si preoccupassero, davo già abbastanza pro-
blemi, non potevo mettere in ballo pure questo. Ai
professori non lo avrei mai potuto dire, sarei stata
ancora più presa di mira. Il giorno dopo andai a
scuola come se niente fosse mai accaduto, col mio
solito sorriso a cui tutti erano abituati. All'entrata
due ragazze aspettarono il mio arrivo e mi accom-
pagnarono fino alla classe ridendomi dietro. Non
capii cosa stesse accadendo, fino a quando entrai
in classe e sedendomi, mi accorsi di un biglietto
attaccato a una gamba del banco. lo aprii e ripor-
tava le seguenti parole "Sei un fallimento pure per
te stessa." Non sapevo più cosa fare, non avevo
voglia di andare a scuola e tantomeno vedere le
persone, allo stesso tempo non dovevo destare
sospetti, quindi il giorno dopo mi ritrovai sempre
lì, al mio banco, in solitudine con me stessa. La
prof però vide che ero diversa, così dopo lezione
mi prese da una parte e mi chiese cosa ci fosse di
così problematico, e iniziai a piangere. Le raccon-
tai delle offese, degli spintoni, dei messaggi e im-
provvisamente, mi sentii un po' più leggera, come
se l'unico bisogno, fosse sempre stato quello di
parlare. Mi diede un consiglio, ci pensai tutta la
notte, e il giorno dopo lo seguii. Mi svegliai il mat-
tino seguente con un sorriso mai avuto prima e
nonostante i soliti messaggi stupidi delle stesse
persone, andai a scuola felice come mai. Cercai
subito la ragazza che mi mandò i messaggi per
prima, andai lì, sorrisi ancora di più, e l'abbracciai.
Da quella volta non ho più ricevuto nessun mes-
saggio nè da lei, nè da nessun altro. La prof mi fece
capire quanto fosse realmente triste questa ragaz-
za, nel sentire il bisogno di sfogarsi sulla vita di
un'altra persona per sentire meno il peso della
propria. Grazie a loro, adesso sorrido.
Di Gaia Vaniglia Tomassoli
STOP AL BULLISMO
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A tutti gli appassionati di film e storie di fanta-
scienza che sperano nell'esistenza di creature ex-traterrestri: gli alieni esistono, parola di Stephen
Hawking! Secondo l'astrofisico sarebbe impensabi-
le concepire un universo infinito senza ulteriori
forme di vita esistenti. Questo è quanto riporta-to nel film pubblicato da poco sul web “Stephen
Hawking’s Favourite Places”. Ciò che potrebbe in-
tristire i fan devoti agli esserini con le antenne è sapere che contattare gli alieni sembrerebbe se-
condo Hawking pericoloso. "dopo una vita di do-
mande, do il mio contributo ad un progetto globale
per trovare finalmente una risposta" spiega lo scienziato, che, nonostante il suo scetticismo ha
scelto di aderire al progetto Breakthrough Listen.
Questo consiste nel passare in rassegna milioni di
stelle più vicine in cerca di segnali di vita. Esiste però in particolare un pianeta, Gliese 832c, che
presenta caratteristiche simili a quelle terrestri ed
è quindi potenzialmente abitabile. Si tratta di un
progetto da100 milioni di dollari, finanziato dal facoltoso Yuri Milner. Ma siamo veramente certi
che entrare in contatto con gli alieni possa essere
una buona idea? Sempre secondo il parere dell'a-strofisico queste creature potrebbero essere molto
più sviluppate di noi e considerarci degli essere
inferiori al pari dei batteri, decidendo di distrugge-
re la nostra civiltà o di schiavizzarci. Se vivere in un film di fantascienza è sempre stato il vostro so-
gno non avete niente da temere... credo.
CURIOSITA’ FANTASCIENTIFICHE
Di Eleonora Taddei
La vedo. "La vedi?" chiedo alla mia compagna d'av-
ventura. La vedo, la vedo, la vedo! E' Lei! Non mi avvicino, anzi lo faccio, no non lo faccio, non posso
farlo. Mi allontano, vado sul mio legno levigato che
mi accompagna da oramai
tutto il viaggio. Entra, sta entrando. Eccola. Fisso il
vuoto che va a crearsi tra
alcuni libri davanti a me con scritte le informazioni
basilari per questi viaggi.
Osservo, meglio toglierli,
meglio non attirare trop-pa attenzione. Si avvicina
la creatura, lancia qualco-
sa, qualcosa di bianco, molto bianco, troppo bianco
per essere vero. Mi avvicino all'oggetto, da vicino noto che è spruzzato da qualche macchia nera. "Lo
vedi questo segno?" Chiedo agitata da ciò che mi è
stato presentato. "Lo vedo, purtroppo lo vedo. Non è mai qualcosa di buono se c'è quello." Risponde la
medesima. Sento le gambe tremare, la testa esplo-
dere...ho paura, ho davvero tanta paura. Mi guardo
intorno "C'è qualcuno?" Nessuno risponde come in un bosco definito da migliaia di foglie oramai sec-
che e vicine alla morte. Prendo in mano gli oggetti
che mi accompagnano in ogni missione e una delle
due riporta lo stesso simbolo tracciato da una qual-
che macchina straniera sul mio foglio. Ho paura. Vogliono rapirmi? Ma no dai, mi restituirebbero
subito dopo aver scoperto il mio carattere. Sto an-
dando in palla. A scuola
non mi hanno mai inse-gnato come affrontare
certe cose, soprattutto
pericolose come questa. "Che faccio ora?" stessa
domanda di sempre, alla
stessa persona. "Stavo per
chiederlo a te, io non sono pronta a tutto questo!" E'
davvero troppo per esse-
re sopportato dalla mia mente. Aiuto! Aiuto! Non ce
la farò mai! "Gaia tutto bene?" Chiede una voce fa-miliare di cui non capisco però la provenienza.
"Dite alla mia famiglia che ho voluto bene a tutti,
riferite al mio ragazzo che l'ho amato davvero, e soprattutto, dite al mio cane Tabo che sarà sempre
nei miei pensieri. Addio mondo crudele!" Urlo forse
troppo forte.
"Gaia, stai tranquilla, è un compito di matematica come ogni altro!"
Di Gaia Vaniglia Tomassoli
UN’AVVENTURA MOLTO SPECIALE
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LA MATURITA’ MI COLORA ANCHE IL BUIO. DI NERO.
Il duemilasedici è finito, e il mese di gennaio ha
portato a noi maturandi la consapevolezza che niente di imponente e concreto come le vacanze
di Natale c’è adesso a separarci dalla fine del no-
stro viaggio, il tanto odiato, sospirato, temuto e
agognato esame di maturità. Se fino a dicembre potevamo ancora permetterci di relegare tale
pensiero nei recessi del nostro cervello, consci
del fatto che “è il trimestre”, “ci sono le vacanze”, “è presto”, ora che si approssima sempre di più
febbraio, la nostra ulti-
ma agorà e le continue
simulazioni di terza pro-va, il pensiero della ma-
turità si prende di nuo-
vo il suo spazio, intasan-
do prepotentemente le nostre capacità di ragio-
namento.
Ma è stato proprio in queste ultime settimane
che ho potuto riflettere attentamente, e per la pri-
ma volta, sui risvolti che la fine del liceo compor-
terebbe. Non so esattamente se la cosa sia capita-ta ai miei coetanei, ma ultimamente penso alla
vita dopo l’esame con un sorriso, e non più con
l’angoscia del futuro, col timore del non sapere cosa fare e dove andare. Anzi, mi capita sempre
più spesso di accorgermi che se dovessi trascor-
rere un altro anno qui dentro, non resisterei facil-
mente. Mi guardo indietro e mi rendo conto di aver sopportato ogni giorno, per anni, cinque ore
di lezione, incastrata tra un banco e una sedia,
ascoltando voci, suoni e materie diverse, e per
quanto tutto ciò abbia stimolato la mia immagina-zione, mi abbia acculturato e mi abbia reso più
consapevole di molte cose, è stato anche piuttosto
faticoso e stancante. Rifarei tutto, sicuramente, ma ormai ho lo sguardo sempre puntato oltre, in
quell’ignoto che continua a spaventarmi, ma che
lentamente si sta trasformando in qualcosa che sa
di libertà. Il liceo, comunque, rimane la mia casetta sicura,
confortevole e comoda, alla quale non rinuncerei
per i prossimi mesi. In quinta e ormai giunti a me-tà dell’anno scolastico, la sensibilità di noi alunni
si spreca. Mi capita di rimanere a fissare per lun-
ghissimi istanti un punto preciso di muro, un an-
golo di corridoio, la nostra amata Bestia, un’aula in cui abbiamo soggiornato per lungo tempo. Mi
riesce difficile credere che dovrò staccarmi da
questi insignificanti particolari. E poi, ovviamen-te, arrivati a questo punto, inizi a renderti conto
che perderai i profes-
sori. Coloro che hai
odiato, detestato, in-sultato, temuto, odia-
to ancora, insultato
pesantemente e via
dicendo. Quando rido di fronte a una delle
loro sporadiche bat-
tute, mi scopro poi a riflettere su quanto
poco tempo mi rimanga ancora per godere della
loro presenza e apprezzare quei rari momenti in
cui si meritano di essere amati. L’ansia, comunque, non se ne va. Rallenta il suo
corso. Si appiana dolcemente. Ma è lì. Sempre
pronta a rompere gli argini, a infrangersi prepo-tentemente. E se c’è una cosa che a gennaio il ma-
turando attende con trepidazione, terrore e spe-
ranza convulsa, è la fatidica data in cui escono le
commissioni d’esame. In cui saprai a chi sarà affi-dato il tuo destino e scoprirai su quali materie
dovrai maggiormente concentrarti.
Questa, purtroppo, è un’altra storia. Ma ho ancora
qualche numero di Sintomi (quanto mi manche-ranno!) per raccontarvela.
Di Isabella Giusti
IGNOTO: ANSIA SI O ANSIA NO?
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L’ANGOLO DEI RACCONTI
FRAMMENTI
Di Beatrice Castaldo
Un ricordo lontano.
"Papà... Cos'è quell'edificio grigio laggiù? C'è qual-cuno che grida..."
"Non ti ci devi mai avvicinare." Un improvvisa riso-
lutezza gli attraversò gli occhi. "Dentro ci sono i
Dannati, mostri che hanno fatto cose brutte e che fanno male alle persone."
"Mi fanno paura, faranno male anche a me?"
"No, piccolo, devi stare tranquillo. Stanno là dentro, non possono uscire." Mi accarezzò dolcemente la
testa.
"Come in una gabbia?"
"Qualcosa di molto simile. Se lo meritano." Avevo sei anni.
Anni dopo successe qualcosa. Mio padre morì; mia
madre non riuscì a sopportarne il dolore. Rimasi
orfano. Per questo sono qui.
Non voglio ricordare cosa accadde dopo, solo guar-
dare, attraverso queste sbarre, le persone che fan-no la loro vita e guardano avanti, ridono e si arrab-
biano, non si curano di alzare lo sguardo; non lo
vedono, il mio viso, non riescono a guardarmi negli
occhi. Il mio passato da "mostro" ha permesso che ciò davvero avvenisse.
Non posso pentirmi, non posso pensare, non posso
dormire. Non è come tutti dicono, non c'è possibili-tà di redenzione in questo mondo. Solo un tremen-
do casino, sovrasta ogni pensiero, mangia il cervel-
lo. E intanto tento di guardare il cielo, cosparso di
nuvole bianche, sentendo la mancanza di averlo sulla testa, di sentire il calore rassicurante del sole.
Odio dover patire sempre questo freddo.
Sono qui da due anni. In due anni molta gente, per-
sone "sante" quanto me, si sono accumulate some spazzatura in questa cella, sempre più piccola,
sempre più opprimente. Persone che, appena en-
trate, hanno la ferma intenzione di uscirne presto, in un modo o nell'altro.
Solo io sono stato diverso?
Io, quando mi buttarono con violenza qua dentro e
sbatterono la porta della cella dietro le mie spalle, lasciando la chiave su un tavolo lontano, ho pensa-
to subito che non avrei voluto uscire. Ero proprio
nel posto giusto, dove dovevo rimanere. All'inizio ero solo, dentro la cella; stavo male, quel-
la solitudine e quel quasi silenziomi facevano conti-
nuare a riflettere, senza sosta. Battevo la testa con-tro il muro e cercavo di pensare solo ai dolori di
quei momenti, evitando di rievocare quello passa-
to, interiore. Per questo motivo, in quel periodo
svenni un non indifferente numero di volte; eppu-re, quei pensieri non andavano via: un vetro inca-
stonato nel cervello, non esiste modo di estrarlo. E
anche quando lo si estraesse, avrebbe ormai provo-cato un danno permanente. Quando la cella iniziò a
riempirsi non parlavo comunque con nessuno, ma
almeno facevano un casino infernale: così forte che
non riuscivo più a capire quello che pensavo, non sentivo il mio cervello che rimuginava, che aveva
un'immagine fissa in mente: l'immagine di quella
notte, di quell'uomo, in una pozza di sangue; di
quella donna, a terra, priva di vita.
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Blanc Il Coniglio - Episodio 4
Di Federico Barsaglini
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TRIANGOLI ROSA NELL’ESERCITO TEDE-
Di Matilde Cerretani
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CRUCIPUZZLE
A cura della prof.ssa Sabatini e della classe 5EL
1. Adulto 11. Europtidi 21.Licenidi 31. Sera
2. Ali 12.Fiori 22.Linneo 32.Stadi
3. Antenne 13.Gangara 23. Livrea 33. Tecla
4. Bombice 14.Geometridi 24.Mimetismo 34. Uovo
5. Bozzoli 15.Giardini 25. Ninfalidi 35.Uranidi
6. Bruco 16. Giorno 26.Papilonide 36.Vanessa
7. Capo 17. Imitazione 27.Pieridi 37.Voli
8. Colori 18.Lato 28.Pontia
9. Corpo 19. Larva 29.Pupa
10. Esperidi 20.Lepidottero 30. Saturnidi
Farfalle e Falene
U E U M I M E T I S M O E I A
R O D F E M I I D I N E C I L
A C V I S D I I O C O L O R I
N S O O I A S T A D I E B A I
I E O R C E L C A P O P L N D
D C E I P U P A O Z A I I T I
I I N L D O R N R P I D N E N
P B N A T I T B I V R O I N R
A M I A A I R L E A A T N N U
R O L D A R I E I Y A T F E T
A B O N R O I G P A L E A E A
G S V A N E S S A S C R L R S
N J U I L O Z Z O B E O I V E
A I D I T P O R U E T L D I R
G E O M E T R I D I I A I L A
Soluzione:
Due specie di farfalle
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NOTIZIE LAMPO DAL KOPE
La squadra del Copernico vin-
ce la gara femminile di mate-
matica e va alle finali naziona-
li in programma dal 4 al 7
maggio
Premiate le sei alunne che
hanno ottenuto 100 e lode
all’ultimo esame di stato
(chissà come hanno fatto!)
Appuntamento il 18 febbraio
con il progetto Rivoluzione
Copernicana!
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IL CRUCIVERBA di Matteo Landi
ORIZZONTALI
1.Elsa Scrittrice
7. 1° cerchio dell’Inferno
12. Stato al confine con la Thailandia
16.Videogioco d’avventura creato nel 2003
18.Sparpagliati
19.Pittore fiorentino del ‘400 che amava dipingere
animali
20.Strada provinciale
22.Agenzia nazionale per il turismo
23.Animale associato a Babbo Natale
24.Divideva la Germania
25.Iniziali della Borgia
26.Lo zio d’America
28.Quello di Tarascono è narrato da Daudet
30.Famosa compagnia autolinee italiana
31.Locale pubblico inglese
32.Scrittore e umanista del rinascimento francese
34.Tessuto per maglioni
35.Sono risolti dall’ispettore 36.Città della Nigeria 37.Coloro che abbracciano una nuova fede 38.Diffonde musica e notizie 39.Celenterati d’acqua dolce 40.Regista de “Le mani sulla città” 41.Camille, pittore impressionista 43.Donna raccontata nel I canto del Purgatorio 44.Copre parzialmente 45.Armadietti di bordo 47.Fine di Leicester 49.Iniziali dell’attore di “Un Americano a Roma” 50.Distingue la materia vivente da quella inanimata 51.Adatti a volare 52.Atomi carichi 54.Esercito Italiano 55.Macchina adibita a registrare 56.Membrana che riveste il bulbo oculare 58. Intelligence Agency 59. Società italiana degli autori ed editori 60.anestesia utilizzata a fine ’800 61. Microrganismo necessitante di aria per vivere
VERTICALI
1.La più bella di un concorso di bellezza
2.Iniziali di Raffaello
3.Veicolo Piaggio a tre ruote
4.Città francese
5.”Prova” pronunciata a Londra
6.Dedurre, desumere
8. Un accrescitivo
9.Partecipare ad una manifestazione
10.Città tedesca situata al centro dell’Europa
11.Coreografia sportiva a onda
12.Arte di adeguare le luci in uno spettacolo
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13.Contrario di ottusa
14.Una sfumatura di giallo
15.Search Engine Optimization
16.Falsa percezione da parte dei sensi
17.Comune italiano dell’Emilia Romagna
21.Uccello della Nuova Guinea
23.Strumenti usati dai barbieri
27.Condizione di un fiume con minima portata
29.Bastone attribuito a Dioniso
30.Erik, compositore e pianista francese
31.Componente della Trinità
33.Galleggiano in mezzo al mare
34.Da allenatore dell’Italia ha vinto il Mondiale
35.macchina a Leicester
36.Isola delle Eolie
38.Primo nome di Rilke, poeta boemo
40.E’ infinita in geometria
42.Strisce di pellicce
44.Facce, volti
45.Sono dette machine quelle dei casinò
46.Viaggio in latino
48.L’Eugenio Bambelli cantante
50.La Forza dei romani
51.Associazione Tecnologica Edilizia
53.Soprannome di Arneo, personaggio dell’Odissea
57.Prime lettere dell’alfabeto
LE BARZELLETTE
1) Un tizio arriva con la macchina, piuttosto scassata, davanti a Montecitorio, e posteggia proprio in
mezzo alla strada.
Un vigile gli si avvicina e gli dice: "Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qui!"
"Perchè?"
"Come perchè?"
"Perchè qui ci passano Ministri, Deputati, Senatori, ..."
E il tizio: "E che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!"
2) Pierino viene interrogato dalla maestra che le chiede "Pierino,
ascoltami bene: io studio, tu studi, egli studia, noi studiamo, voi
studiate, essi studiano.
Che tempo è?"
e Pierino le risponde: "tempo sprecato signora maestra"
Di Leonardo Tradii
Rime di chiusura
STELLE Sdraiati sull'erba
svegli sotto le stelle chiamiamo costellazioni
Inesistenti stretti sopra un telo
ci abbracciamo per scaldarci chiedendoci se le stelle ci saran pure d'inverno
Di Beatrice Castaldo
Come sempre l’appuntamento mensile con Sintomi non è mancato, grazie a
tutti coloro che hanno contribuito! Per suggerimenti, critiche, commenti o
quant’altro scrivete alla mail della direzione o su Facebook alle direttrici o alla
pagina del giornale. A presto con il numero di febbraio!
Referente: Prof. Claudio Puccetti
Direzione:
Sara Bichicchi 5As
Isabella Giusti 5Ds
Hanno contribuito: Alessia Cecconi 5Cs
Beatrice Castaldo 3Gs Camilla Scaravaglione 4Bs
Eleonora Taddei 4Gs
Federico Barsaglini 4Ds
Gaia Vaniglia Tomassoli 2Dl
Giovanni Martini 3Fs
Giovanni Tittocchia 1Es
Ginevra Parrini 5Gs
Iman Seradouni 4Es
Matilde Cerretani 2Bl
Matteo Landi 4Bs
Vittoria Bargiacchi 4Cs
Vittorio Bellandi 4Cs Il g.c.K.T
La professoressa Sabatini e la classe 5El
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