LICEO COPERNICO INTOMI...S INTOMI GENNAIO 2017 LICEO COPERNICO PRATO CRUCIVERBA E CRU-CIPUZZLE a...

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INTOMI S GENNAIO 2017 LICEO COPERNICO PRATO CRUCIVERBA E CRU- CIPUZZLE a pag. 24- 26 Parentesi goliardica Pag. 7 Rime di chiusura Vedi pag .27 Barzellette Fumetti Rebus Racconti e tanto al- tro ancora... LEGALIZAZZIONE DELLA CANNABIS Vedi pag. 5 LA MATURITAMI CO- LORA ANCHE IL BUIO. DI NERO. Vedi pag. 15 27 GENNAIO - LA GIORNATA DELLA MEMORIA Per non dimenticare gli orrori dello sterminio Pag. 4 RECENSIONE FILM: Passengers Vedi pag.8 LANGOLO DEI RACCONTI Pag. 16 STOP AL BULLISMO: Basta con le ingiustizie tra i giovani Vedi pag. 13 Langolo della Fangirl << Whos that girl? Its Jess! >> Vedi pag. 8 La grande truffa dellazzardo La ludopaa è una ma- laa a tu gli effe. Le storie vere degli ospi dellassemblea di dicem- bre Il genocidio dimenticato Triangoli rosa nellesercito tedesco Vedi pag.6 Da pag.18

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INTOMI S GENNAIO 2017

LICEO COPERNICO

PRATO

CRUCIVERBA E CRU-

CIPUZZLE a pag. 24-

26

Parentesi goliardica

Pag. 7

Rime di chiusura

Vedi pag .27

Barzellette Fumetti Rebus

Racconti e tanto al-tro ancora...

LEGALIZAZZIONE DELLA CANNABIS

Vedi pag. 5

LA MATURITA’ MI CO-

LORA ANCHE IL BUIO.

DI NERO.

Vedi pag. 15

27 GENNAIO - LA GIORNATA DELLA

MEMORIA

Per non dimenticare gli orrori dello

sterminio

Pag. 4

RECENSIONE FILM:

Passengers

Vedi pag.8

L’ANGOLO DEI

RACCONTI

Pag. 16

STOP AL BULLISMO:

Basta con le ingiustizie

tra i giovani

Vedi pag. 13

L’angolo della

Fangirl

<< Who’s that girl?

It’s Jess! >>

Vedi pag. 8

La grande truffa

dell’azzardo

La ludopatia è una ma-

lattia a tutti gli effetti. Le

storie vere degli ospiti

dell’assemblea di dicem-

bre

Il genocidio dimenticato

Triangoli rosa nell’esercito tedesco

Vedi pag.6

Da pag.18

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NUMERO 60
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Indice EDITORIALE di Isabella Giusti.................................................................................................................................................. 3 ATTUALITA’ -Il genocidio dimenticato di Giovanni Martini …………………………………………………………………………………….4 - Gli effetti della cannabis legalizzata di Camilla Scaravaglione……………………………………………………………..5 -La grande truffa dell’azzardo di Sara Bichicchi…………………………………………………………………………………...6 PARENTESI GOLIARDICA …….................................................................................................................................................7 RUBRICHE CINEMA -Passengers di Vittoria Bargiacchi…………………………..........................................................................................................8 SERIE TV: - L’angolo della Fangirl di Ginevra Parrini ……………………………………………………………………………………..…... CARTONI ANIMATI -Dragonball Super! di Giovanni Tittocchia…………………………………………………………………………………………..9 SPORT - La Cine all’assalto del calcio mondiale di Alessia Cecconi ………………………………….…………………..…………10 LIBRI -Recensione 1984 di Vittorio Bellandi……………………………………………………………………………………………….11 QUOTIDIANITA’ -Stop al bullismo di Gaia Vaniglia Tomassoli……………………………………….…………………………………………….13 -Curiosità fantascientifiche di Eleonora Taddei………………………………….……………………………………………..14 -Un avventura molto speciale di Gaia Vaniglia Tomassoli………..…………….…………..……………………………… -L’ignoto:ansia sì o ansia no? Di Isabella Giusti………………………………………………………………………………….15 L’ANGOLO DEI RACCONTI - Frammenti di Beatrice Castaldo ...........................................................................................................................................16 VIGNETTISTICA - Blanc il coniglio - episodio 4 di Federico Barsaglini …………………………………………………………………………17 - Triangoli rosa nell’esercito tedesco di Matilde Cerretani …………….……………………………………………………………18-23 ENIGMISTICA - IL CRUCIPUZZLE della prof.ssa Sabatini e la classe 5EL...............................................................................................24- CRUCIVERBA di Matteo Landi ................................................................................................................................................25

NOTIZIE LAMPO DAL KOPE…………………………………………………………...………………………………………….26

LE BARZELLETTE di Leonardo Tradii……………………….…………………………………………………………………27 RIME DI CHIUSURA: Momenti di Beatrice Castaldo ……………………………………………………………………..

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EDITORIALE Cronaca di un numero disastrato. Sono le otto e ventotto di mercoledì ventun dicembre duemilasedici quando mi arriva un

messaggio sul cellulare che reca la seguente frase: “Isa è finito l’inchiostro, la scuola non ne

ha più, e mancano cinque pagine”.

Non ricordo esattamente come ho reagito e che cosa ho fatto negli istanti immediatamente

successivi alla visualizzazione del messaggio. Credo sia vero che il cervello cancella automati-

camente gli eventi più traumatizzanti ai quali siamo costretti ad assistere nel corso della no-

stra vita, perché la prima cosa che riesco a far tornare a galla dal cumulo di immagini che po-

polano quell’incubo, è la ricreazione di quella giornata e metà dell’ora successiva: quaranta minuti trascorsi in compagnia della Sara, qualche membro della redazione, la rabbia crescen-

te, l’incredulità e una crisi di nervi trattenuta a stento. Solo tre giorni prima dell’inizio delle

vacanze, ventotto pagine di giornalino da spillare, consegnare e cinque di esse ancora da

stampare. In una scuola senza inchiostro per la nostra amata Bestia. Il crollo emotivo era do-

potutto oltremodo giustificato.

Le idee per una possibile soluzione dei nostri problemi erano tante. Far uscire il giornalino

solo a metà. Pessima trovata. Comprare l’inchiostro su Amazon. Indecente trovata. Chiamare

tutti i rivenditori di toner per stampanti nel raggio di venti chilometri. Trovata cestinata dopo

la frase di ogni singolo commesso che al di là del cellulare ci diceva “vi va bene fra una decina

di giorni?”.

Fallito anche il tentativo di ricattare telefonicamente il rifornitore scolastico d’inchiostro, per

il quale dobbiamo ringraziare i nostri fidati collaboratori della segreteria didattica, ci siamo

sedute sulle scale e abbiamo pensato. Era stupido, ingiusto e alquanto triste che tutte quelle

pagine di articoli, vignette, enigmistica e impegno venissero sprecate per un problema così

stupido come la mancanza d’inchiostro. Così, con un veloce giro di consensi su whatsapp,

giungiamo alla proposta ultima: far stampare le ultime quattro pagine in copisteria e farci

prestare dagli insegnanti un po’ delle fotocopie a loro concesse ogni anno dalla scuola, per

completare l’ultimo retro del numero di dicembre.

Credo di aver raggiunto la soddisfazione più grande come collaboratrice del Giornalino in

cinque anni di Sintomi proprio quel magico giovedì mattina prima delle vacanze. I codici per le fotocopie gentilmente donati da alcuni insegnanti scritti in un fogliettino minuscolo da da-

re poi alle fiamme, le custodi ad aiutarci a usare la stampante nera davanti alla biblioteca, ora

battezzata “il Bolide”, decine di goleador sparse sul tavolo della biblioteca e metà redazione

intorno a quello stesso tavolo a unire le pagine, spillarle e scrivere su ogni santo numero un

grazie enorme a coloro che ci avevano aiutato. Con il supporto, l’impegno e la collaborazione

di tutti siamo riusciti ad avere il nostro Sintomi anche a dicembre. Quella che sembrava l’im-

presa disperata di due folli si è concretizzata in cinquecento giornalini assemblati e conse-

gnati in sessanta classi nel giro di un paio d’ore.

Questo editoriale l’ho voluto raccontare così. Non vorrei mai che succedesse di nuovo, ma

grazie, è stato bellissimo.

Buona lettura!

Ps: a chi di dovere…FATE SCORTE DI CARTA E INCHIOSTRO, GRAZIE. CON AMORE, LA DIRE-

ZIONE.

Di Isabella Giusti

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ATTUALITA’

IL GENOCIDIO DIMENTICATO

Porrajmos. Quanti di voi conoscono questa parola? Raramente la si sente rammentare, persino in que-sto periodo dell’anno. Penso che se avessi iniziato questo articolo con la parola Shoah tutti voi avreste già capito che il periodo a cui mi riferisco è quello del giorno della memoria, memoria dell’orrendo genocidio perpetrato nei confronti degli ebrei . Ma non sono morti soltanto loro nei campi di stermi-nio. La storia ci dice che a morire per le perse-cuzioni naziste furo-no anche omosessua-li, disabili, testimoni di Geova, prigionieri politici e “zingari” (uso le vir-golette per un moti-vo). Ed è proprio que-st’ultima la categoria il cui genocidio si chiama Porrajmos. Purtroppo invece si tende a dimenticare queste vittime, e a parlare più genericamente di Shoah, termine riferito esclusiva-mente agli ebrei. Trovo che sia paradossale dimen-ticarsi di qualcosa nel giorno della memoria. E allo-ra ridiciamolo insieme: a causa delle persecuzioni naziste attuate durante la seconda guerra mondiale morirono milioni di persone, fra cui ebrei (non di-mentichiamoci che furono comunque la maggio-ranza), omosessuali, disabili, testimoni di Geova, prigionieri politici e “zingari”. Qualcuno mi chiede-rà: “Sì ma perché la fai così lunga? A che mi serve imparare termini come Porrajmos, se tanto nessu-no li usa?”. La faccio tanto lunga perché, citando Primo Levi, “se comprendere è impossibile, cono-scere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Ed è impor-tante ricordare soprattutto il termine Porrajmos, perché riguarda un’etnia che da troppo tempo è stata abbandonata e dimenticata, reclusa nei campi nomadi, che non so se lo sapete, ma esistono in un unico bellissimo paese, e quel paese è l’Italia. Forse qualcuno avrà intuito perché uso le virgolette quando scrivo la parola “zingaro”. Le virgolette si usano quando il termine utilizzato è improprio, e così è la parola “zingaro”, inventata da noi italiani per indicare Rom e Sinti. Che sono ad oggi la mino-

ranza etnica e linguistica più discriminata secondo l’ONU. Che vivono segregati dal resto della loro po-polazione unicamente per la loro cultura e le loro tradizioni. Ci ricordano forse qualcuno? Ci sembrano milioni ma sono solo lo 0,25% della popolazione. E, secondo una ricerca, sono odiati dall’85% degli italiani. Quindi perché la storia non dovrebbe ripetersi? Se non ricordiamo il passato, il rischio di un nuovo genocidio è alto. Eppure conti-

nuiamo a odiarli e a sentirci diversi da loro nonostante sia-no passati anni dallo sterminio. E’interessante questo brano andato in onda su RaiNews24 : “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie.[…] Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni di-ventano 4, 6, 10. Parlano lingue

incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini ven-gono utilizzati per chiedere l'elemosina; spesso da-vanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostaco-lati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingres-si alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedien-ti o, addirittura, di attività criminali” Il brano riportato viene attribuito all’Ispettorato per l’immigrazione americano e si riferisce agli ita-liani emigrati in America agli inizi del ‘900. Siamo quindi tanto diversi dai Rom e dai Sinti? O sono so-lo pregiudizi? Perché dimenticare il genocidio di centinaia di uomini? Forse è ora di abbattere i muri del pregiudizio e di iniziare a conoscere realmente le persone.

Di Giovanni Martini

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GLI EFFETTI DELLA CANNABIS...LEGALIZZATA

E' uno degli argomenti al giorno d'oggi più tratta-

ti; la proposta di legge stabilisce che il principio della detenzione di 15 grammi in privato domici-

lio e 5 grammi fuori casa a uso ricreativo, solo

per i maggiorenni, è lecito. La coltivazione sarà

permessa fino a 5 piante a casa, sempre per uso personale e, in ogni caso, lo spaccio sarà vietato.

Come per l'alcool, comunque, è d'obbligo il ri-

spetto delle norme del Codice della Strada. Legalizzare la cannabis permetterà di aumentare

l'entrata fiscale? Sicuramente la formazione di un

mercato legale garantirà un numero non indiffe-

rente di incassi, ma non è da escludere la perma-nenza tristemente

nota del traffico

illegale. Paolo Bor-

sellino stesso spie-gò che "la legaliz-

zazione del consu-

mo di droga non elimina affatto il

mercato clandesti-

no, anzi, avverrà

che le categorie più deboli e meno

protette saranno le

prime ad essere investite dal mer-

cato clandestino".

E' certamente dif-

ficile contestare le parole di un così noto uomo, ma si può affermare

con certezza, nuovamente, che, anzitutto, la lega-

lizzazione permetterà un incasso economico no-

tevole e una maggior adesione al mercato legale stesso. La Direzione Nazionale Antimafia dichia-

ra, infatti, che, per togliere liquidità alla crimina-

lità organizzata e combattere le droghe più pe-santi è necessario procedere alla legalizzazione

di quelle leggere. Al di là, comunque, del dibattito

economico, la cannabis è stata classificata da

molti come "droga di passaggio, in grado di favo-rire una transizione verso il consumo di droghe

pesanti e causa di tumori ai polmoni." Innanzitut-

to il consumo di tabacco danneggia gravemente in ogni caso i polmoni, e , inoltre, non è da dimen-

ticare che, tra tutte le sostanze che girano nel

mondo illegale e della criminalità, è quella più

naturale e meno dannosa. Droghe psichedeliche-

allucinogene e droghe sintetiche che sono so-

stanze simpaticomimetiche indirette, che stimo-lano cioè il sistema simpatico e hanno effetti allu-

cinogeni come la D-amfetamina, l'MDMA o l'ec-

stasy, che, oggigiorno, girano anche su internet,

sono più forti, più pericolose per la salute e po-tenzialmente mortali. La legalizzazione della can-

nabis permetterà, infatti, anche un maggior con-

trollo sulla distribuzione e quindi anche sulla sa-lute delle persone stesse. In Colorado, secondo le

indagini del Dipartimento per la Salute e l'Am-

biente del Colorado, è stata registrata addirittura

una diminuzione dell'uso da parte di giovani e adolescenti. In ogni caso è

vero che l'uso di droghe

durante l'adolescenza sia

da scoraggiare con decisio-ne anche se, fino ad oggi,

nonostante la legalizzazio-

ne, la percentuale del con-sumo di marijuana è rima-

sto stabile. Unico, quindi, e

più valido motivo, forse, a

favore della legalizzazio-ne è l'importante e sempre

crescente richiesta di can-

nabis a scopo terapeutico. Encefaliti croniche, malat-

tie terminali, effetti della

chemioterapia. Strazianti

sofferenze potrebbero es-sere ridotte dall'uso moderato e controllato della

ben nota droga leggera. Sotto prescrizione medi-

ca, infatti, la cannabis a uso terapeutico potrebbe

diventare per molte persone l'unico antidoto per vivere una vita dignitosa.

"Sono favorevole alla legalizzazione delle droghe.

Secondo il mio sistema di valori, se la gente desi-dera uccidersi ha ogni diritto di farlo. La maggior

parte del danno che viene dalle droghe deriva

dalla loro illegalità."

Milton Friedman

Di Camilla Scaravaglione

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Di Sara Bichicchi

LA GRANDE TRUFFA DELL’AZZARDO

La ludopatia è a tutti gli effetti una patologia, anche

se spesso si tende a sottovalutarla, e il gioco d’az-

zardo dà dipendenza, proprio come l’acool o le so-

stanze stupefacenti. Inoltre, Prato è la quarta città

italiana per i problemi legati al gioco, nonostante

siano in pochi a saperlo. L’argomento è stato af-

frontato qui, al Copernico, durante l’assemblea di

dicembre, e se sicuramente qualcuno smanettava

al cellulare e qualcun altro avrà abbondantemente

dimenticato quel forum, è bene che le storie rac-

contate dagli ospiti in quell’occasione non vadano

nel dimenticatoio. C’era Marco, che aveva seimila

(seimila!) euro per l’anticipo di una macchina nuo-

va ed è arrivato all’appuntamento con un’ora d’an-

ticipo. Di fronte al luogo dell’incontro c’era un bar e

lui si è fermato. Nel bar c’era una slot e Marco ci si

è seduto. Ha vinto cento euro, ha spento il cellulare

e non è andato all’appuntamento. Prima di lasciare

il bar ha perso sia la vincita che i seimila euro

dell’acconto. Frequentare quel bar è diventata

un’abitudine e se per qualche giorno non si faceva

vedere, il proprietario lo contattava. Con chiamate,

messaggi e promesse di giocate migliori. Gli lascia-

va anche la slot spenta, dicendo “Questa è la tua

macchina”, con la certezza che Marco prima o poi

sarebbe tornato. « Pensavo fosse mio amico, inve-

ce sfruttava la mia debolezza » (Marco).

Insieme a Marco c’era Mattia. Il ventisette dicem-

bre è andato al casinò e ha vinto ottocento euro. Il

giorno successivo ci è tornato e ne ha vinti altri

quattrocento. Ha pensato che fosse un periodo for-

tunato, però due giorni dopo ha perso millequat-

trocento euro, i milleduecento vinti in precedenza

e duecento pagati di tasca propria. Ha festeggiato

capodanno con soli cento euro, perché del suo

budget per i festeggiamenti non era rimasto

null’altro. Ma non è finita qui. Ci sono state altre

giocate: « Ho speso quattromilacinquecento euro

in dieci giorni, senza contare quelli che ho rubato

ai miei genitori: cinquecento euro in una volta

sola » (Mattia).

Marco e Mattia, insieme a molti altri ragazzi, so-

no ora in riabilitazione, per sconfiggere quello

che, citando le parole che Simone Feder mi ha

detto a fine assemblea, in un’intervista improvvi-

sata, è « una grande truffa ». Feder, ospite princi-

pale del forum sulla ludopatia dell’assemblea di

dicembre, è il coordinatore dell’Associazione Mo-

vimento No Slot (AMNS) e ha creato un sito,

www.prevenzionenoslot.org, dove chiunque può

chiedere aiuto in forma anonima.

Per concludere, vorrei riportare il consiglio di

Feder a noi giovani: « Frequentate i locali etici e

sensibilizzate contro una truffa che le amministra-

zioni comunali non combattono con il dovuto acca-

nimento, perché conviene a tutti ».

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PARENTESI GOLIARDICA

Lo g. c. “K.T.”

In occasione del passato Natale, il nostro glorioso g.c."K.T", fremente di benevolenza, ha deciso di

fare un regalo al rivale Club delle Pagliette. La mattina del 22 Dicembre 2016, gli studenti dell'istituto tecnico Tullio Buzzi sono rimasti sor-

presi nel trovare un'imponente scala, la quale sosteneva dei bicchieri rigorosamente arancioneri,

inoltre sul cancello vi era posto uno striscione, che citava i seguenti versi:

"QUESTA SCALA VI VOGLIAMO REGALARE/IN MODO DA POTERVI DISSETARE/QUANDO SUL NO-STRO TETTO TORNERETE/ED UN'ALTRA PAGLIETTA LASCERETE/SCAPPATE CHE PRIMA O POI

ANDATE IN CELLA/COSÌ SARETE MESSI A PECORELLA"

In occasione delle festività, è stato decorato un abete in Piazza S.Marco con i colori caratteristici del club, sostituendo le decorazioni precedentemente posizionate (con volgare gusto) dalle Pa-

gliette.

Un felice anno nuovo dal club del Drago!

DRAGO IMPERAT

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RUBRICHE

FILM & SERIE TV

Da un'arena popolata da ibridi e assassini ad una

navicella spaziale: amata dai colleghi, dagli spet-

tatori e dai critici, Jennifer Lawrence, che sia a

capo di una rivolta o una giornalista sognatrice,

riesce a tenerci incollati allo schermo.

Durata: 116 minuti

Genere: fantascientifico e sentimentale

Trama: Una navicella spaziale come setting, 5258

passeggeri, di cui solo 3 svegli e un androide.

Questo tutto ciò che

serve per dare vita ad

un film fantascientifi-

co dai caratteri comi-

ci, romantici e tragici

senza ricorrere al

classico uso di alieni

spietati e armati di

misteriosi marchinge-

gni.

Ci troviamo in un lon-

tano futuro dove or-

mai i viaggi interspaziali sono all'ordine del gior-

no, grazie a speciali navicelle dirette verso nuovi

pianeti colonizzati dagli uomini. La distanza fra

la Terra e Homestead II, il nuovo pianeta, è di

120 anni, così i passeggeri e l'equipaggio sono

stati sottoposti ad un sonno criogenico da cui si

sveglieranno 4 mesi prima dell'arrivo per ri-

prendersi dal coma indotto e godere di ciò che la

nave offre. Uno scontro con dei meteoriti causa

però un imprevisto: una capsula si danneggia e il

passeggero (Jim Preston, interpretato da Chris

Pratt) viene risvegliato, in anticipo di 90 anni

rispetto al programma. Disperato, il protagonista

maschile si trova a dover accettare di trascorre-

re tutta la sua vita sulla nave, in compagnia solo

del barista androide. Dopo un anno, le meravi-

glie della Avalon non soddisfano più Jim, che si

innamora di una ragazza (Aurora Lane, interpre-

tata da Jennifer Lawrence) ascoltando la regi-

strazione della sua

intervista precedente

all'imbarco. Dopo va-

ri ripensamenti, deci-

de di svegliarla per

avere compagnia, co-

sì tra i due, una gior-

nalista di New York,

appassionata di cro-

ciere cosmiche e im-

paziente di vivere un

anno su un altro pia-

neta per poi scriverne un libro e un ingegnere

meccanico che ripara e costruisce cose obsolete

sulla Terra, nasce un rapporto di amicizia, che si

trasformerà presto in amore, e che troverà sul

suo cammino non pochi ostacoli.

Perchè guardarlo? Perchè è un film che riesce a

far ridere, commuovere e riflettere, usando solo

due personaggi e una nave spaziale.

Di Vittoria Bargiacchi

RECENSIONE FILM: PASSENGERS

L’ANGOLO DELLA FANGIRL — Gli eterni bambinoni

Se siete stanchi delle solite trame complicate,

piene di misteri e labirinti senza capo né coda,

se quello che volete è passare una serata rilas-

sante, stesi sul divano, ho la serie tv fatta per

voi:

“New girl”.

Ambientata a Los Angeles, vede protagonista

Jess, una ragazza mooolto al di fuori degli sche-

mi che, dopo essere stata tradita dal fidanzato,

decide di co-abitare insieme a tre ragazzi (un

barista rabbioso, uno strambo Casanova e un

mediocre, ex giocatore di basket) conosciuti su

internet.

Risultato? Il casino più totale. Ideato da Eliza-

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Elizabeth Meriwether, questa serie americana vi

regalerà una serata piena di spensieratezza, risa-te e momenti assai bizzarri, senza farsi mancare

la giusta dose di

drammaticità e

momenti strap-palacrime che

vi faranno pian-

gere come una fontana.

Ciò che fa di

New girl un

programma coi contro fiocchi è

la sua anima da

eterna bambi-

na. Vediamo quattro trentenni, i così detti “adulti”,

che non rinunciano a inseguire i loro sogni, che si

buttano nelle situazioni più improbabili e bizzar-

re perché è semplicemente quello che vogliono.

Una sorta di eterni bambinoni che, tuttavia, nel corso delle stagioni, impareranno a crescere, ad

affrontare i problemi con una

mente più adulta, maturando,

episodio dopo episodio, grazie al sostegno l’uno dell’altro.

Perciò lasciate travolgere da que-

st’aria fatta di unicorni, arcobale-ni e polvere magica, dimenticate

per un istante tutte le responsa-

bilità e i grattacapi di ogni gior-

no, e abbandonatevi sul divano al suono del motivetto trapanante

della sigla iniziale

Di Ginevra Parrini

<< Who’s that girl?

It’s Jess! >>

DRAGONBALL SUPER!

La serie narra le vicende accadute dopo la batta-

glia contro Majin Bu e comprende i dieci anni

seguenti dalla fine di Dragon Ball Z, andando a

posizionarsi dunque tra il 288º e il 289º episo-

dio di quest'ultima. Tempo dopo la sconfitta di

Majin Bu, la Terra è in pace, ma Goku e Vegeta

continuano ad allenarsi, nonostante il dissenso

delle rispettive mogli. Ma improvvisamente il

Signore della distruzione Beerus si risveglia do-

po 39 anni di sonno, e insieme al suo maestro

Whis si reca alla ricerca del Super Saiyan God,

un guerriero che gli è apparso in sogno. Egli in-

fatti quando arriva sul pianeta di re Kaio scon-

figge facilmente Goku e poi quando arriva sulla

Terra la stessa sorte capita anche a Majin Bu,

Piccolo, C-18, Tenshinhan, Gotenks, Gohan e Ve-

geta, ma, prima che possa distruggere la Terra,

Goku evoca Shenron per chiedere informazioni

riguardo il Super Saiyan God, che si rivela essere

un guerriero potentissimo richiamabile tramite

l'energia di cinque saiyan puri di cuore, sei com-

preso il principale che si trasformerà. Finalmen-

te una volta raggiunto tale stadio, Goku fronteg-

gia Beerus, abituandosi man mano alla sua nuo-

va forma, ma ciò nonostante non riesce a scon-

figgere il Signore della distruzione, il quale tutta-

via, soddisfatto della sfida offertagli, decide di

risparmiare il Pianeta, fingendo di dormire e ri-

tornando a casa insieme al suo maestro. Intanto,

in un luogo indefinito dell'universo, Sorbet uti-

lizza le sfere del drago della Terra per resuscita-

re il tiranno spaziale Freezer, in cerca di vendet-

ta nei confronti di Goku e di Trunks del futuro

che lo avevano precedentemente sconfitto. Dopo

quattro mesi di allenamento, Freezer si dirige

verso la Terra con mille soldati, ai quali tengono

testa i guerrieri Z. Intanto Goku e Freezer si af-

frontano al massimo della propria forza trasfor-

mandosi rispettivamente in Super Saiyan Blue e

Golden Freezer. Dopo un iniziale dominio di

Freezer, la potenza dello stesso diminuisce pro-

gressivamente e Goku riesce a superarlo, venen-

do però abbattuto da un raggio di Sorbet. Vegeta

entra dunque in scena anche lui in versione Su-

per Sayan Blue e abbatte facilmente Freezer. No-

nostante la sua superiorità, Freezer distrugge

comunque la Terra e solo l'abilità di Whis di tor-

nare indietro nel tempo permette a Goku di sca-

raventare una Kamehameha contro Freezer, ri-

portandolo all'inferno. Eliminata la minaccia, dal

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6º Universo compaiono il Signore della distruzio-

ne Champa, fratello di Beerus e la sua assistente

Vados, sorella di Whis, i quali indicono un torneo

di arti marziali tra i cinque guerrieri più forti del

loro e del 7º Universo, con in palio il pianeta Terra

del 7º e la possibilità di usare le Super Sfere del

Drago in possesso degli dei per esprimere un desi-

derio. Beerus accoglie

nella sua squadra Go-

ku, Vegeta, Piccolo,

Majin Buu e Monaka,

che Beerus presenta

come il più forte

dell'Universo 7 persi-

no superiore a Goku,in

realtà è un semplice

fattorino richiamato

per motivare i saiyan;

proprio grazie ad esso, però, i guerrieri del 7º Uni-

verso riportano la vittoria finale e Beerus vince la

scommessa che aveva fatto con il fratello, salvando

la Terra dal pericolo della distruzione. Dal futuro

giunge Trunks del futuro, il quale è inseguito e mi-

nacciato da Black, un personaggio con le sembian-

ze di Goku; dopo un breve scontro con Goku, Black

è riportato indietro dall'anello del tempo che porta

al dito. Scoperto che gli anelli del tempo sono cu-

stoditi da Gowasu, Kaioshin dell'Universo 10, Bee-

rus, Whis e Goku si dirigono da lui per raccogliere

informazioni su Black, e qui scoprono che il nemi-

co ha un'aura simile a quella dell'assistente di

Gowasu, Zamasu, il quale viene sconfitto da Goku

prima e da Beerus poi. Quando tuttavia Goku, Ve-

geta e Trunks si recano nel futuro per sconfiggere

Black, trovano ad attenderli anche Zamasu. Black

rivela di essere lo Zamasu della linea temporale di

Goku e di essere in grado di trasformarsi nel Super

Saiyan Rosé, mentre Zamasu, reso immortale dalle

Super Sfere del drago, dichiara di aver ucciso gli

dei della linea temporale di Trunks del futuro.

Sconfitti, i tre tornano

nel presente per allenar-

si, ma quando affrontano

nuovamente Black e Za-

masu, i due nemici si fon-

dono creando una crea-

tura ancora più potente.

La fusione tra Goku e Ve-

geta, Vegeth, riesce a

fronteggiarlo e sta per

sconfiggerlo ma la fusio-

ne scade prima che Trunks raccolga l'energia dei

sopravvissuti della sua linea temporale. A questo

punto Zeno distrugge il multiverso della timeline

di Trunks e tutti tornano nel presente; infine

Trunks, assieme a Mai, fa ritorno nella sua epoca

dove potrebbe però incontrare il suo doppione.

La serie è diventata subito virale non solo in tele-

visione ma anche su internet dove, grazie a YouTu-

be gli appassionati hanno potuto vedere tutte le

puntate fino alla 72.

In fondo fin da piccoli la serie ci ha trasmesso va-

lori profondi come il coraggio, l’amicizia, l’amore,

il patriottismo e l’onore che tutti i personaggi ci

dimostrano fin da Dragonball Z.

Di Giovanni Tittocchia

SPORT

LA CINA ALL’ASSALTO DEL CALCIO MONDIALE

Come ogni anno, anche nel 2017, la sessione in-

vernale di acquisti coinvolge tutte le squadre del

panorama mondiale, alla ricerca di grandi colpi o

di scommesse su giocatori giovani o senza con-

tratto. Da qualche tempo però c'è un fenomeno

che si sta diffondendo sempre di più: quello degli

imprenditori cinesi che stanno comprando club,

calciatori e allenatori dai vari campionati europei

o americani, pagandoli a cifre altissime. Ad oggi è

ancora troppo presto per capire se questo inte-

resse sia temporaneo (come quello del Nord

America di qualche decennio fa), oppure più pro-

fondo. Quel che è certo è l'annuncio del presiden-

te cinese Xi Jinping, appassionatissimo di calcio,

della creazione di nuove infrastrutture per incre-

mentare la popolarità di questo sport tra ragazzi

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e bambini, al fine di diventare una grande potenza calcistica non solo a livello di club, con l’aiuto di campioni stranieri, ma anche a livello di nazionale. L'idea del governo è, quindi, molto precisa e volta ad un obiettivo concretamente raggiungibile tra qualche decennio. Il fatto che in Cina l'attenzione per il calcio provenga anche dalle stesse istituzioni governative, oltre che dai gruppi imprenditoriali, indica un qualcosa di più rispetto alle pazzie di un

magnate "isolato", disposto a tutto per soddisfare un proprio desiderio. Non ci resta allora che aspet-tare qualche stagione, per vedere se la Cina avrà il campionato migliore del mondo e se Messi e Cri-stiano Ronaldo si sfideranno per il pallone d'oro difendendo i colori del Guangzhou Evergrande Taobao o dell'Hebei China Fortune. Di Alessia Cecconi

LIBRI

1984 Autore: George Orwell (pseudonimo di Eric Blair)

Genere: romanzo distopico

Per recensire al meglio questo romanzo, dobbiamo

innanzitutto collocarlo nel periodo storico in cui è

stato pensato e scritto. Correva il 1948, tempi bui

di crisi, quando Eric Arthur Blair, nato sotto lo

pseudonimo di George Orwell, scriveva 1984, un

romanzo appartenente al genere distopico e forse

il maggior esponente di questa tipologia. Nono-

stante qiesta opera tratti tematiche

difficili, è scritta con un linguaggio

fluido e scorrevole, che permette di

continuare a leggere nonostante

ogni pagina ci provochi una sorta di

riflessione interiore per la visione

profetica di una società “futuristica”

del tempo descritta da Orwell. Ma

se c’è una cosa che questo romanzo

mi ha lasciato dentro, da quando ho

iniziato a leggerlo fino all’ultima

pagina, passando per la stanza 101,

è sicuramente angoscia. Questo per-

ché anche il filo di speranza che appare delinean-

dosi quando Winston Smith, il protagonista dell’o-

pera, intrattiene una relazione con Julia, apparen-

temente l’unica “umana” quanto lui nel territorio

dell’Oceania, viene spezzato e distrutto, destinato

ad essere cancellato come i loro nomi. Ed è da qui

che scaturisce il malessere che ho provato leggen-

do questo romanzo: non esiste speranza, non esi-

stono rivoluzioni, e non esiste neppure il passato.

Si, questo ha cessato di esistere nello stesso mo-

mento in cui si è affermato il Partito, organo gover-

nativo della sezione Oceania della Terra: “chi con-

trolla il passato controlla il futuro, chi controlla il

presente controlla il passato”. Questo è solo uno

dei tanti slogan che vengono presentati nel libro e

che fanno parte della propaganda del Grande Fra-

tello, che veglia su tutti, onnisciente e onnipresen-

te. Ha cessato di esistere, in quanto ciò che era in

disaccordo con il Partito aveva la necessità di esse-

re riscritto. Lo stesso protagonista del romanzo,

Winston, lavora al Ministero della Verità (uno degli

organi amministrativi insieme al

Ministero dell’Abbondanza—il cui

compito è quello di amministrare

le finanze—il ministero della Pa-

ce—che ha il compito di controllare

le guerre—e quello, ultimo ma non

ultimo in fatto di torture psicologi-

che e fisiche, dell’Amore), dove ha il

compito di riscrivere articoli e met-

terli in accordo con quanto sostiene

il Partito. Tutti gli abitanti dell’O-

ceania, così come quelli dell’Eurasia

e dell’Estasia, sono chiamati a vive-

re allo stesso modo: vale a dire senza aspirazioni,

se non quella di servire il Grande Fratello, e senza

vivere forti emozioni, come l’amore: l’unica funzio-

ne di questo, come ci spiega Winston quando ci

parla della sua ex-moglie, è compiere atti sessuali

per procreare, non per piacere proprio. I cittadini

sono chiamati ad avere lo stesso pensiero, ovvero

quello di ammirazione verso il Grande Fratello, ed

appaiono come dei burattini, il cui burattinaio im-

partisce qualsiasi tipologia di ordini, da eseguire

forzatamente.

Non esistono pensieri ed opinioni personali; anche

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i rapporti umani sono limitati del tutto, e la stessa

concezione di famiglia non è più tale, in quanto i

bambini sono spinti dal Partito a fare la spia verso i

propri genitori in caso di pensiero in contrasto con

quello del Partito. Oltretutto, la guerra è perenne e

non cessa mai, ma come recita uno degli slogan, “la

Pace è Guerra”. La guerra è quindi necessaria per

far sì che sia mantenuta la pace, e non esistono né

vincitori né vinti. E’ necessaria perché ci deve esse-

re uno spreco di risorse, per fare in modo che tutti

i cittadini siano esattamente uguali fra loro; non

deve esistere nessuno più ricco di un atro, poiché

ciò provocherebbe malcontento, ergo un movimen-

to rivoluzionario. Ma c’è di ben peggio della guerra,

in questa società: non esiste più il libero arbitrio, e

chi dimostra di averne viene prima catturato dalla

Psicopolizia, organo esecutivo adibito al far rispet-

tare i dettami del Grande Fratello, poi giustiziato e

poi cancellato da qualsiasi cosa riportasse il suo

nome, per essere sostituito casualmente da un al-

tro: così si portano alla vita personaggi inesistenti

e si rendono inesistenti personaggi realmente esi-

stiti. Che paradosso!

Quando prima dicevo che questo probabilmente è

il romanzo distopico per eccellenza, intendevo che

nessuno vorrebbe mai vivere in un modo formato

da uniformità di opinioni, in cui solo l’accenno di

voler cambiare qualcosa viene fermato sul nascere.

Ma questa società descritta da Orwell, altro non è

che la manifestazione del malessere dell’epoca in

cui egli stesso ha vissuto: i messaggi fuorvianti,

l’annullamento della personalità, erano per l’ap-

punto capisaldi della politica sia di Hitler che di

Stalin. Dittature che impediscono la libertà di

stampa e di pensiero. Ma, del resto, vi chiederete,

come fanno i cittadini a sopportare una situazione

del genere? Non provano minimamente l’istinto di

ribellione verso un sistema che annulla anche le

loro vite, le quali perdono uno scopo e un fine ulti-

mo? Il fatto è che, come recita lo slogan del Partito,

forse il peggiore a mio parere, “L’ignoranza è for-

za”. Come possiamo pretendere che i cittadini

dell’Oceania si ribellino se non hanno coscienza del

passato? Se non hanno mai letto, se non si sono

mai informati riguardo le società passate, allora

non conoscono il vero potere dell’uomo. Addirittu-

ra, sono talmente presi dal farsi immettere mes-

saggi a favore del Grande Fratello nella testa, che

quando vengono loro ridotti gli approvvigiona-

menti, modificati gli scritti sulle quantità di cibo

che mangiavano precedentemente, vengono fatti

passare per un aumento di viveri. Queste persone

non hanno coscienza di ciò che è stato, e non ne

avranno di ciò che sarà. Anche chi, come Winston,

o Julia, prova dei sentimenti umani e ha il desiderio

di rivolta per strapparsi ad un sistema che funzio-

na per chi lo gestisce ma non per chi ne prende

parte, è conscio di ciò che accade, ma non può rive-

larlo se non vuole essere catturato dalla psicopoli-

zia. Si tratta di un mondo in cui l’essere umano vie-

ne privato di tutti i suoi valori, della cultura che

altrimenti lo eleverebbe sopra gli altri, facendogli

capire che la vita che stanno vivendo non è vita ve-

ra. Viene addirittura vietata la scrittura manuale,

perché questa non potrebbe essere controllata dal

partito e dal Grande Fratello, e viene sostituita da

macchinari come il Parlascrivi, che mette per

iscritto cosa detti, oppure delle macchine strane ed

articolate costruite appositamente per comporre

romanzi e libri, facendo sì che anche questi abbia-

no fine propagandistico e che non vadano contro

l’etica del partito.

Prima di finire qui la mia recensione su questo ro-

manzo che, sebbene mi abbia portato tristezza, so-

prattutto nella terza e ultima parte dove Winston

viene messo ad affrontare le proprie paure più

profonde nella stanza 101 al fine di sconvolgerlo

per lavargli il cervello e costringerlo alla morale

del Partito, mi ha portato ad una grande riflessione

su ciò che è stato e ciò che deve essere ma soprat-

tutto sull’importanza della cultura e della cono-

scenza dell’uomo del passato che ci ha preceduti, ci

tenevo a porre un interrogativo, che mi è sorto du-

rante la lettura: cosa avreste fatto di fronte ad una

situazione del genere, come quella che ha vissuto

Winston? Avreste portato avanti una rivoluzione

che non avrebbe avuto alcun esito, ma almeno

avreste tentato, oppure vi sareste arresi al vostro

destino, tornando a far parte dell’ignorante gregge

capitanato dal Grande Fratello? A voi la scelta.

Di Vittorio Bellandi

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QUOTIDIANITA’

Quel pomeriggio tornai a casa in lacrime, ero stan-

ca di tutto, quella storia durava da così tanto tem-

po, sentivo la testa esplodere, lo stomaco chiuder-

si e le lacrime scivolare lentamente giù dalle guan-

ce: in qualche modo sarebbe dovuto finire in fret-

ta. Non dissi niente a nessuno, perché nessuno

avrebbe dovuto sapere ciò che mi accadde quel

pomeriggio. Continuai a chiedermi perché ce l'a-

vevano così tanto con me, il perché di tutte quelle

offese, non ce la facevo davvero più. Già a letto da

un'ora, arrivò un messaggio, diceva che probabil-

mente i vestiti di Perla, la figlia di Mr Kreab, mi

sarebbero stati meglio. Iniziai a piangere, tanto e

in silenzio. Mi ricordo che morsi il labbro inferiore

così tante volte da creare dei tagli profondi, tali da

farmi assaporare il mio stesso sangue. Non volevo

che mio fratello mi sentisse, l'avrebbe sicuramen-

te detto a mia mamma, e non volevo neanche che i

miei si preoccupassero, davo già abbastanza pro-

blemi, non potevo mettere in ballo pure questo. Ai

professori non lo avrei mai potuto dire, sarei stata

ancora più presa di mira. Il giorno dopo andai a

scuola come se niente fosse mai accaduto, col mio

solito sorriso a cui tutti erano abituati. All'entrata

due ragazze aspettarono il mio arrivo e mi accom-

pagnarono fino alla classe ridendomi dietro. Non

capii cosa stesse accadendo, fino a quando entrai

in classe e sedendomi, mi accorsi di un biglietto

attaccato a una gamba del banco. lo aprii e ripor-

tava le seguenti parole "Sei un fallimento pure per

te stessa." Non sapevo più cosa fare, non avevo

voglia di andare a scuola e tantomeno vedere le

persone, allo stesso tempo non dovevo destare

sospetti, quindi il giorno dopo mi ritrovai sempre

lì, al mio banco, in solitudine con me stessa. La

prof però vide che ero diversa, così dopo lezione

mi prese da una parte e mi chiese cosa ci fosse di

così problematico, e iniziai a piangere. Le raccon-

tai delle offese, degli spintoni, dei messaggi e im-

provvisamente, mi sentii un po' più leggera, come

se l'unico bisogno, fosse sempre stato quello di

parlare. Mi diede un consiglio, ci pensai tutta la

notte, e il giorno dopo lo seguii. Mi svegliai il mat-

tino seguente con un sorriso mai avuto prima e

nonostante i soliti messaggi stupidi delle stesse

persone, andai a scuola felice come mai. Cercai

subito la ragazza che mi mandò i messaggi per

prima, andai lì, sorrisi ancora di più, e l'abbracciai.

Da quella volta non ho più ricevuto nessun mes-

saggio nè da lei, nè da nessun altro. La prof mi fece

capire quanto fosse realmente triste questa ragaz-

za, nel sentire il bisogno di sfogarsi sulla vita di

un'altra persona per sentire meno il peso della

propria. Grazie a loro, adesso sorrido.

Di Gaia Vaniglia Tomassoli

STOP AL BULLISMO

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A tutti gli appassionati di film e storie di fanta-

scienza che sperano nell'esistenza di creature ex-traterrestri: gli alieni esistono, parola di Stephen

Hawking! Secondo l'astrofisico sarebbe impensabi-

le concepire un universo infinito senza ulteriori

forme di vita esistenti. Questo è quanto riporta-to nel film pubblicato da poco sul web “Stephen

Hawking’s Favourite Places”. Ciò che potrebbe in-

tristire i fan devoti agli esserini con le antenne è sapere che contattare gli alieni sembrerebbe se-

condo Hawking pericoloso. "dopo una vita di do-

mande, do il mio contributo ad un progetto globale

per trovare finalmente una risposta" spiega lo scienziato, che, nonostante il suo scetticismo ha

scelto di aderire al progetto Breakthrough Listen.

Questo consiste nel passare in rassegna milioni di

stelle più vicine in cerca di segnali di vita. Esiste però in particolare un pianeta, Gliese 832c, che

presenta caratteristiche simili a quelle terrestri ed

è quindi potenzialmente abitabile. Si tratta di un

progetto da100 milioni di dollari, finanziato dal facoltoso Yuri Milner. Ma siamo veramente certi

che entrare in contatto con gli alieni possa essere

una buona idea? Sempre secondo il parere dell'a-strofisico queste creature potrebbero essere molto

più sviluppate di noi e considerarci degli essere

inferiori al pari dei batteri, decidendo di distrugge-

re la nostra civiltà o di schiavizzarci. Se vivere in un film di fantascienza è sempre stato il vostro so-

gno non avete niente da temere... credo.

CURIOSITA’ FANTASCIENTIFICHE

Di Eleonora Taddei

La vedo. "La vedi?" chiedo alla mia compagna d'av-

ventura. La vedo, la vedo, la vedo! E' Lei! Non mi avvicino, anzi lo faccio, no non lo faccio, non posso

farlo. Mi allontano, vado sul mio legno levigato che

mi accompagna da oramai

tutto il viaggio. Entra, sta entrando. Eccola. Fisso il

vuoto che va a crearsi tra

alcuni libri davanti a me con scritte le informazioni

basilari per questi viaggi.

Osservo, meglio toglierli,

meglio non attirare trop-pa attenzione. Si avvicina

la creatura, lancia qualco-

sa, qualcosa di bianco, molto bianco, troppo bianco

per essere vero. Mi avvicino all'oggetto, da vicino noto che è spruzzato da qualche macchia nera. "Lo

vedi questo segno?" Chiedo agitata da ciò che mi è

stato presentato. "Lo vedo, purtroppo lo vedo. Non è mai qualcosa di buono se c'è quello." Risponde la

medesima. Sento le gambe tremare, la testa esplo-

dere...ho paura, ho davvero tanta paura. Mi guardo

intorno "C'è qualcuno?" Nessuno risponde come in un bosco definito da migliaia di foglie oramai sec-

che e vicine alla morte. Prendo in mano gli oggetti

che mi accompagnano in ogni missione e una delle

due riporta lo stesso simbolo tracciato da una qual-

che macchina straniera sul mio foglio. Ho paura. Vogliono rapirmi? Ma no dai, mi restituirebbero

subito dopo aver scoperto il mio carattere. Sto an-

dando in palla. A scuola

non mi hanno mai inse-gnato come affrontare

certe cose, soprattutto

pericolose come questa. "Che faccio ora?" stessa

domanda di sempre, alla

stessa persona. "Stavo per

chiederlo a te, io non sono pronta a tutto questo!" E'

davvero troppo per esse-

re sopportato dalla mia mente. Aiuto! Aiuto! Non ce

la farò mai! "Gaia tutto bene?" Chiede una voce fa-miliare di cui non capisco però la provenienza.

"Dite alla mia famiglia che ho voluto bene a tutti,

riferite al mio ragazzo che l'ho amato davvero, e soprattutto, dite al mio cane Tabo che sarà sempre

nei miei pensieri. Addio mondo crudele!" Urlo forse

troppo forte.

"Gaia, stai tranquilla, è un compito di matematica come ogni altro!"

Di Gaia Vaniglia Tomassoli

UN’AVVENTURA MOLTO SPECIALE

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LA MATURITA’ MI COLORA ANCHE IL BUIO. DI NERO.

Il duemilasedici è finito, e il mese di gennaio ha

portato a noi maturandi la consapevolezza che niente di imponente e concreto come le vacanze

di Natale c’è adesso a separarci dalla fine del no-

stro viaggio, il tanto odiato, sospirato, temuto e

agognato esame di maturità. Se fino a dicembre potevamo ancora permetterci di relegare tale

pensiero nei recessi del nostro cervello, consci

del fatto che “è il trimestre”, “ci sono le vacanze”, “è presto”, ora che si approssima sempre di più

febbraio, la nostra ulti-

ma agorà e le continue

simulazioni di terza pro-va, il pensiero della ma-

turità si prende di nuo-

vo il suo spazio, intasan-

do prepotentemente le nostre capacità di ragio-

namento.

Ma è stato proprio in queste ultime settimane

che ho potuto riflettere attentamente, e per la pri-

ma volta, sui risvolti che la fine del liceo compor-

terebbe. Non so esattamente se la cosa sia capita-ta ai miei coetanei, ma ultimamente penso alla

vita dopo l’esame con un sorriso, e non più con

l’angoscia del futuro, col timore del non sapere cosa fare e dove andare. Anzi, mi capita sempre

più spesso di accorgermi che se dovessi trascor-

rere un altro anno qui dentro, non resisterei facil-

mente. Mi guardo indietro e mi rendo conto di aver sopportato ogni giorno, per anni, cinque ore

di lezione, incastrata tra un banco e una sedia,

ascoltando voci, suoni e materie diverse, e per

quanto tutto ciò abbia stimolato la mia immagina-zione, mi abbia acculturato e mi abbia reso più

consapevole di molte cose, è stato anche piuttosto

faticoso e stancante. Rifarei tutto, sicuramente, ma ormai ho lo sguardo sempre puntato oltre, in

quell’ignoto che continua a spaventarmi, ma che

lentamente si sta trasformando in qualcosa che sa

di libertà. Il liceo, comunque, rimane la mia casetta sicura,

confortevole e comoda, alla quale non rinuncerei

per i prossimi mesi. In quinta e ormai giunti a me-tà dell’anno scolastico, la sensibilità di noi alunni

si spreca. Mi capita di rimanere a fissare per lun-

ghissimi istanti un punto preciso di muro, un an-

golo di corridoio, la nostra amata Bestia, un’aula in cui abbiamo soggiornato per lungo tempo. Mi

riesce difficile credere che dovrò staccarmi da

questi insignificanti particolari. E poi, ovviamen-te, arrivati a questo punto, inizi a renderti conto

che perderai i profes-

sori. Coloro che hai

odiato, detestato, in-sultato, temuto, odia-

to ancora, insultato

pesantemente e via

dicendo. Quando rido di fronte a una delle

loro sporadiche bat-

tute, mi scopro poi a riflettere su quanto

poco tempo mi rimanga ancora per godere della

loro presenza e apprezzare quei rari momenti in

cui si meritano di essere amati. L’ansia, comunque, non se ne va. Rallenta il suo

corso. Si appiana dolcemente. Ma è lì. Sempre

pronta a rompere gli argini, a infrangersi prepo-tentemente. E se c’è una cosa che a gennaio il ma-

turando attende con trepidazione, terrore e spe-

ranza convulsa, è la fatidica data in cui escono le

commissioni d’esame. In cui saprai a chi sarà affi-dato il tuo destino e scoprirai su quali materie

dovrai maggiormente concentrarti.

Questa, purtroppo, è un’altra storia. Ma ho ancora

qualche numero di Sintomi (quanto mi manche-ranno!) per raccontarvela.

Di Isabella Giusti

IGNOTO: ANSIA SI O ANSIA NO?

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L’ANGOLO DEI RACCONTI

FRAMMENTI

Di Beatrice Castaldo

Un ricordo lontano.

"Papà... Cos'è quell'edificio grigio laggiù? C'è qual-cuno che grida..."

"Non ti ci devi mai avvicinare." Un improvvisa riso-

lutezza gli attraversò gli occhi. "Dentro ci sono i

Dannati, mostri che hanno fatto cose brutte e che fanno male alle persone."

"Mi fanno paura, faranno male anche a me?"

"No, piccolo, devi stare tranquillo. Stanno là dentro, non possono uscire." Mi accarezzò dolcemente la

testa.

"Come in una gabbia?"

"Qualcosa di molto simile. Se lo meritano." Avevo sei anni.

Anni dopo successe qualcosa. Mio padre morì; mia

madre non riuscì a sopportarne il dolore. Rimasi

orfano. Per questo sono qui.

Non voglio ricordare cosa accadde dopo, solo guar-

dare, attraverso queste sbarre, le persone che fan-no la loro vita e guardano avanti, ridono e si arrab-

biano, non si curano di alzare lo sguardo; non lo

vedono, il mio viso, non riescono a guardarmi negli

occhi. Il mio passato da "mostro" ha permesso che ciò davvero avvenisse.

Non posso pentirmi, non posso pensare, non posso

dormire. Non è come tutti dicono, non c'è possibili-tà di redenzione in questo mondo. Solo un tremen-

do casino, sovrasta ogni pensiero, mangia il cervel-

lo. E intanto tento di guardare il cielo, cosparso di

nuvole bianche, sentendo la mancanza di averlo sulla testa, di sentire il calore rassicurante del sole.

Odio dover patire sempre questo freddo.

Sono qui da due anni. In due anni molta gente, per-

sone "sante" quanto me, si sono accumulate some spazzatura in questa cella, sempre più piccola,

sempre più opprimente. Persone che, appena en-

trate, hanno la ferma intenzione di uscirne presto, in un modo o nell'altro.

Solo io sono stato diverso?

Io, quando mi buttarono con violenza qua dentro e

sbatterono la porta della cella dietro le mie spalle, lasciando la chiave su un tavolo lontano, ho pensa-

to subito che non avrei voluto uscire. Ero proprio

nel posto giusto, dove dovevo rimanere. All'inizio ero solo, dentro la cella; stavo male, quel-

la solitudine e quel quasi silenziomi facevano conti-

nuare a riflettere, senza sosta. Battevo la testa con-tro il muro e cercavo di pensare solo ai dolori di

quei momenti, evitando di rievocare quello passa-

to, interiore. Per questo motivo, in quel periodo

svenni un non indifferente numero di volte; eppu-re, quei pensieri non andavano via: un vetro inca-

stonato nel cervello, non esiste modo di estrarlo. E

anche quando lo si estraesse, avrebbe ormai provo-cato un danno permanente. Quando la cella iniziò a

riempirsi non parlavo comunque con nessuno, ma

almeno facevano un casino infernale: così forte che

non riuscivo più a capire quello che pensavo, non sentivo il mio cervello che rimuginava, che aveva

un'immagine fissa in mente: l'immagine di quella

notte, di quell'uomo, in una pozza di sangue; di

quella donna, a terra, priva di vita.

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Blanc Il Coniglio - Episodio 4

Di Federico Barsaglini

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TRIANGOLI ROSA NELL’ESERCITO TEDE-

Di Matilde Cerretani

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CRUCIPUZZLE

A cura della prof.ssa Sabatini e della classe 5EL

1. Adulto 11. Europtidi 21.Licenidi 31. Sera

2. Ali 12.Fiori 22.Linneo 32.Stadi

3. Antenne 13.Gangara 23. Livrea 33. Tecla

4. Bombice 14.Geometridi 24.Mimetismo 34. Uovo

5. Bozzoli 15.Giardini 25. Ninfalidi 35.Uranidi

6. Bruco 16. Giorno 26.Papilonide 36.Vanessa

7. Capo 17. Imitazione 27.Pieridi 37.Voli

8. Colori 18.Lato 28.Pontia

9. Corpo 19. Larva 29.Pupa

10. Esperidi 20.Lepidottero 30. Saturnidi

Farfalle e Falene

U E U M I M E T I S M O E I A

R O D F E M I I D I N E C I L

A C V I S D I I O C O L O R I

N S O O I A S T A D I E B A I

I E O R C E L C A P O P L N D

D C E I P U P A O Z A I I T I

I I N L D O R N R P I D N E N

P B N A T I T B I V R O I N R

A M I A A I R L E A A T N N U

R O L D A R I E I Y A T F E T

A B O N R O I G P A L E A E A

G S V A N E S S A S C R L R S

N J U I L O Z Z O B E O I V E

A I D I T P O R U E T L D I R

G E O M E T R I D I I A I L A

Soluzione:

Due specie di farfalle

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NOTIZIE LAMPO DAL KOPE

La squadra del Copernico vin-

ce la gara femminile di mate-

matica e va alle finali naziona-

li in programma dal 4 al 7

maggio

Premiate le sei alunne che

hanno ottenuto 100 e lode

all’ultimo esame di stato

(chissà come hanno fatto!)

Appuntamento il 18 febbraio

con il progetto Rivoluzione

Copernicana!

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IL CRUCIVERBA di Matteo Landi

ORIZZONTALI

1.Elsa Scrittrice

7. 1° cerchio dell’Inferno

12. Stato al confine con la Thailandia

16.Videogioco d’avventura creato nel 2003

18.Sparpagliati

19.Pittore fiorentino del ‘400 che amava dipingere

animali

20.Strada provinciale

22.Agenzia nazionale per il turismo

23.Animale associato a Babbo Natale

24.Divideva la Germania

25.Iniziali della Borgia

26.Lo zio d’America

28.Quello di Tarascono è narrato da Daudet

30.Famosa compagnia autolinee italiana

31.Locale pubblico inglese

32.Scrittore e umanista del rinascimento francese

34.Tessuto per maglioni

35.Sono risolti dall’ispettore 36.Città della Nigeria 37.Coloro che abbracciano una nuova fede 38.Diffonde musica e notizie 39.Celenterati d’acqua dolce 40.Regista de “Le mani sulla città” 41.Camille, pittore impressionista 43.Donna raccontata nel I canto del Purgatorio 44.Copre parzialmente 45.Armadietti di bordo 47.Fine di Leicester 49.Iniziali dell’attore di “Un Americano a Roma” 50.Distingue la materia vivente da quella inanimata 51.Adatti a volare 52.Atomi carichi 54.Esercito Italiano 55.Macchina adibita a registrare 56.Membrana che riveste il bulbo oculare 58. Intelligence Agency 59. Società italiana degli autori ed editori 60.anestesia utilizzata a fine ’800 61. Microrganismo necessitante di aria per vivere

VERTICALI

1.La più bella di un concorso di bellezza

2.Iniziali di Raffaello

3.Veicolo Piaggio a tre ruote

4.Città francese

5.”Prova” pronunciata a Londra

6.Dedurre, desumere

8. Un accrescitivo

9.Partecipare ad una manifestazione

10.Città tedesca situata al centro dell’Europa

11.Coreografia sportiva a onda

12.Arte di adeguare le luci in uno spettacolo

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13.Contrario di ottusa

14.Una sfumatura di giallo

15.Search Engine Optimization

16.Falsa percezione da parte dei sensi

17.Comune italiano dell’Emilia Romagna

21.Uccello della Nuova Guinea

23.Strumenti usati dai barbieri

27.Condizione di un fiume con minima portata

29.Bastone attribuito a Dioniso

30.Erik, compositore e pianista francese

31.Componente della Trinità

33.Galleggiano in mezzo al mare

34.Da allenatore dell’Italia ha vinto il Mondiale

35.macchina a Leicester

36.Isola delle Eolie

38.Primo nome di Rilke, poeta boemo

40.E’ infinita in geometria

42.Strisce di pellicce

44.Facce, volti

45.Sono dette machine quelle dei casinò

46.Viaggio in latino

48.L’Eugenio Bambelli cantante

50.La Forza dei romani

51.Associazione Tecnologica Edilizia

53.Soprannome di Arneo, personaggio dell’Odissea

57.Prime lettere dell’alfabeto

LE BARZELLETTE

1) Un tizio arriva con la macchina, piuttosto scassata, davanti a Montecitorio, e posteggia proprio in

mezzo alla strada.

Un vigile gli si avvicina e gli dice: "Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qui!"

"Perchè?"

"Come perchè?"

"Perchè qui ci passano Ministri, Deputati, Senatori, ..."

E il tizio: "E che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!"

2) Pierino viene interrogato dalla maestra che le chiede "Pierino,

ascoltami bene: io studio, tu studi, egli studia, noi studiamo, voi

studiate, essi studiano.

Che tempo è?"

e Pierino le risponde: "tempo sprecato signora maestra"

Di Leonardo Tradii

Rime di chiusura

STELLE Sdraiati sull'erba

svegli sotto le stelle chiamiamo costellazioni

Inesistenti stretti sopra un telo

ci abbracciamo per scaldarci chiedendoci se le stelle ci saran pure d'inverno

Di Beatrice Castaldo

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Come sempre l’appuntamento mensile con Sintomi non è mancato, grazie a

tutti coloro che hanno contribuito! Per suggerimenti, critiche, commenti o

quant’altro scrivete alla mail della direzione o su Facebook alle direttrici o alla

pagina del giornale. A presto con il numero di febbraio!

Referente: Prof. Claudio Puccetti

Direzione:

Sara Bichicchi 5As

Isabella Giusti 5Ds

Hanno contribuito: Alessia Cecconi 5Cs

Beatrice Castaldo 3Gs Camilla Scaravaglione 4Bs

Eleonora Taddei 4Gs

Federico Barsaglini 4Ds

Gaia Vaniglia Tomassoli 2Dl

Giovanni Martini 3Fs

Giovanni Tittocchia 1Es

Ginevra Parrini 5Gs

Iman Seradouni 4Es

Matilde Cerretani 2Bl

Matteo Landi 4Bs

Vittoria Bargiacchi 4Cs

Vittorio Bellandi 4Cs Il g.c.K.T

La professoressa Sabatini e la classe 5El

[email protected]

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