Lezione 26 10-2010
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Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 1
Gli aspetti psicologici ed educativi dell’Autismo:sistema socio – affettivo - emozionale empatia cognizione e comunicazione
Dott. ssa Loredana Grimaldi
CORSO DI FORMAZIONE SUL DISTURBO AUTISTICO
Lezione del 26-10-2010
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 2
L’Autismo è un disturbo dello sviluppo che colpisce il modo con cui il L’Autismo è un disturbo dello sviluppo che colpisce il modo con cui il bambino bambino percepiscepercepisce il mondo…….. il mondo……..
INTERAZIONEINTERAZIONE
COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE
INTERESSIINTERESSICOMPORTAMENTOCOMPORTAMENTO
triade sintomatologicatriade sintomatologica
..modifica la capacità del bambino di ..modifica la capacità del bambino di INTERAGIRE INTERAGIRE e di e di COMUNICARECOMUNICARE con le persone che lo circondano…di conseguenza i sui con le persone che lo circondano…di conseguenza i sui INTERESSIINTERESSI..
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 3
Triade sintomatologicaTriade sintomatologica
INTERAZIONE: marcate difficoltà in comportamenti non verbali: sguardo, postura, espressione, gesti.Mancanza di empatia.mancanza di reciporocità socio-emotiva
COMUNICAZIONE: ritardo o totale assenza di comunicazione verbale… nessun tentativo però di compensare tale carenza con l’uso di gesti o della mimica… incapacità di sostenere un discorso o una conversazione…uso stereotipato o ripetitivo del linguaggio…mancanza di gioco simbolico spontaneo o di gioco imitativo.
INTERESSI/COMPORTAMENTO: interessi stereotipi e ristretti…adesione a routine non funzionali….abitudini motorie streotipate (agitare le mani)…preoccupazione per parti di oggetti.
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ComunicazioneInterazione sociale
Comportamenti e interessi
• Incapacità di sviluppare Incapacità di sviluppare relazioni coi coetaneirelazioni coi coetanei adeguate al adeguate al livello di sviluppo;livello di sviluppo;
• Mancanza di Mancanza di tentativi spontanei di condivideretentativi spontanei di condividere gioie, gioie, interessi o obiettivi con altre persone interessi o obiettivi con altre persone (per es., non mostrare, (per es., non mostrare, portare, o richiamare l'attenzione su oggetti che trovano interessanti);portare, o richiamare l'attenzione su oggetti che trovano interessanti);
• Mancanza di reciprocità sociale o emotivaMancanza di reciprocità sociale o emotiva (per es., non (per es., non partecipare attivamente a semplici giochi sociali, preferire attività partecipare attivamente a semplici giochi sociali, preferire attività solitarie o coinvolgere altri in attività solo come strumenti o aiutanti solitarie o coinvolgere altri in attività solo come strumenti o aiutanti ''meccanici'').''meccanici'').
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A 12 mesi di età, una marcatacompromissione della capacità di •stabilire il contatto oculare stabilire il contatto oculare •orientarsi al proprio nome orientarsi al proprio nome •indicare, indicare, •mostrare..mostrare..
…possono essereconsiderati segnali di allarme
….bambini che si volgono solo se richiamati più volte…assorbiti dai lori interessi, isolati, non condividono interessi degli altri…
MostrareMostrarePortarePortare
IndicareIndicareMostrare a distanza Mostrare a distanza
Orientarsi alOrientarsi alproprio nomeproprio nomeAscoltare Ascoltare
SguardoSguardo direttodiretto
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A 18 mesi di età, si aggiungono: compromissione: A 18 mesi di età, si aggiungono: compromissione: •attenzione congiunta, attenzione congiunta, •gioco simbolico, gioco simbolico, •imitazione, imitazione, •comunicazione verbale.comunicazione verbale. ComunicazioneComunicazione
VerbaleVerbale
Mostrare
ImitazioneImitazione
Indicare
Gioco Gioco simbolicosimbolico
Orientarsi alProprio nome
Attenzione Attenzione congiuntacongiunta
Sguardo diretto
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Attenzione congiunta: guardare dove guarda l’altro; rispondere al “Pointing” dell’altro; tentativi spontanei del bambino di attirare l’attenzione di un’altra persona su qualcosa di interessante, che nessuno dei due sta toccando.
Imitazione: di gesti, suoni, parole…, imitare per evocare una reazione emotiva nell’altro…imitare per imparare dall’altro;imitare per scopi sociali.
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Gioco Simbolico: rappresentare attività vissute in un altro contesto e/o con altri personaggi e materiali (fare finta di bere…). Dalle forme più elementari si passa a quelle più complesse, dove si immagina un oggetto che non esiste o si attribuiscono caratteristiche fittizie ad un oggetto reale, mantenendo però il contatto con gli elementi di realtà: “…come se fosse…”. Forma ancora più avanzata è il gioco sociodrammatico, dove gruppi di bambini inscenano tematiche e giochi di ruolo.
Incapacità/difficoltà dei bambini Autistici di utilizzare i materiali in modo “fittizio” per sostituire simbolicamente altri materiali…
L’assunzione di una reciprocità nelle situazioni sociali e la necessità di tener conto di più interlocutori nelle interazioni risultano di ostacolo alla partecipazione a giochi “sociali”.
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•Interessi estremamente ristretti…totalizzanti, stereotipatiInteressi estremamente ristretti…totalizzanti, stereotipati ( (per per es., date, numeri di telefono, bandiere, campane, personaggi…es., date, numeri di telefono, bandiere, campane, personaggi…). ).
•Disporre ripetutamente Disporre ripetutamente giocattoli/materialigiocattoli/materiali secondo configurazioni secondo configurazioni fisse (in fila, schemi simmetrici…).fisse (in fila, schemi simmetrici…).Possono essere affascinati da Possono essere affascinati da oggetti in movimentooggetti in movimento ( (per es. ruote di per es. ruote di giocattoli che girano, porte scorrevoli, le pale dei ventilatori elettrici o altri giocattoli che girano, porte scorrevoli, le pale dei ventilatori elettrici o altri oggetti che ruotano rapidamenteoggetti che ruotano rapidamente).). •Può essere presente attaccamento intenso ad Può essere presente attaccamento intenso ad oggetti inanimatioggetti inanimati ( (per per es. un pezzo di spago o un elasticoes. un pezzo di spago o un elastico).).
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LE FORME DI COMUNICAZIONE PIU’ EFFICACI ED EVOLUTE SI FONDANO SULL’ INTENZIONALITA’ e SULLA
CONVENZIONALITÁI bambini a sviluppo tipico imparano ad utilizzare i segnali
comunicativi perché gli adulti danno risposte “prevedibili” a questi loro comportamenti.
I mezzi comunicativi usati dal bambino diventano sempre più intenzionali e convenzionali, grazie a scambi sociali reciproci.
Le persone con autismo apprendono comportamenti non convenzionali per esprimere le intenzioni comunicative
…ecolalia, azioni, gesti, espressioni del volto, intonazione voce, orientamento del corpo: segnali primitivi, non sempre compresi dagli altri e comunque fuori da un linguaggio “organizzato e codificato”.
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…schemi di comportamento comunicativo, che usano mezzi non convenzionali, emergono probabilmente da una limitata capacità di imitazione degli altri, di attenzione.
…alcuni comportamenti anomali e senza una apparente funzione assolvono invece scopi comunicativi:
…comportamenti problematici come l’aggressione e l’autolesionismo possono venir utilizzati per attirare attenzione, evitare attività, protestare…
I problemi di comportamento vanno esaminati riferendosi al contesto naturale in cui si verificano analizzando la funzione che assolvono nelle dinamiche interpersonali.
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Evoluzione della comunicazione verbale nell’autismo:
gli atti comunicativi di questi soggetti assolvono la funzione di soddisfare i propri bisogni (chiedere un oggetto) e regolare il comportamento dell’altro
Piuttosto che assolvere funzioni di natura più sociale (commentare, descrivere o condividere emozioni)volte a modificare lo stato emotivo/contenuti mentali dell’altro.
La motivazione che induce alla comunicazione è focalizzata su bisogni immediati invece che su intenzioni sociali.
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Le componenti del disturbo autistico (deficit e comportamenti sintomatici) possono essere presenti in diverso grado dando luogo a configurazioni anche molto diverse tra loro.
Analogamente il ritardo mentale può essere presente in grado diverso condizionando pesantemente la prognosi e le modalità d’intervento.
L’espressione fenotipica può modificarsi nel tempo
Contesto di vita e supporti disponibili condizionano l’espressione del disturbo
Lo spettro autistico
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AREE DI VALUTAZIONE
Interazione sociale reciproca Contatto oculare insolito; Espressioni facciali dirette agli
altri, Divertimento condiviso
nell’interazione; Inizio spontaneo di attenzione
condivisa; Risposta all’attenzione condivisa Mostrare; Qualità delle aperture sociali(quali
modi ed argomenti …per approcciare gli altri)
Insignt (“comprensione/rappresentazione” dei rapporti sociali…)
Empatia, commenti sulle emozioni altrui;
Qualità della risposta sociale (appropriatezza/bizzarria rispetto alla situazione contingente; variabilità)
Quantità di comunicazione sociale reciproca, con qualsiasi “canale”; (passività; prevalentemente indirizzata/mediata dall’oggetto?)
Qualità complessiva della relazione (quanta flessibilità ed adattamento è stato necessario per sostenere la interazione?!).
Comportamenti appropriati verso altri in pubblico
Cerca la compagnia di persone specifiche
Non disturba gli altri durante lo svolgimento di attività
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Linguaggio e comunicazione
Frequenza/quantità di produzioni vocale dirette agli altri;
Uso di parole/frasi idiosincrasiche/stereotipate;
Linguaggio non ecolalico;
Resoconto eventi, narrazione
Conversazione (…spontanea); Uso del corpo dell’altro per
comunicare;
Indicare;
Gesti (descrittivi, convenzionali, strumentali);
Interesse/uso immagini
AREA COGNITIVA E DEGLI APPRENDIMENTI
Linguaggio scritto (lettura funzionale, decodifica grafema-fonema, comprensione; scrittura, videoscrittura,scopi funzionali);
Comprensione ed uso dei concetti (mappe concettuali…);
Metacognizione;
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AREE DI VALUTAZIONEAREE DI VALUTAZIONE
Autonomia – Capacità di Adattamento Autonomie personali di base Lavora autonomamente Misure di sicurezza Rispetto delle regole Nuovi compiti Istruzioni ritardate Tollera le interruzioni Si adatta ai cambiamenti di routine Cura della stanza e degli effetti personali Attività domestiche
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AREE DI VALUTAZIONEAREE DI VALUTAZIONE
Abilità nel tempo libero Uso del tempo libero Gioco solitario Gioco di collaborazione Giochi da tavola Radio-TV Passatempi in casa Passatempi fuori casa Intrattenimenti pubblici
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Interventi
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Non esiste un intervento che può rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente e indirettamente legate all’Autismo.
Non esiste un intervento che va bene per tutti i soggetti autistici;
Non esiste un intervento che va bene per tutte le età;
Obiettivi a breve termineObiettivi a breve termine: paralleli all’età, ai cambiamenti del soggetto e del contesto familiare e sociale in cui è inserito
Obiettivo a lungo termineObiettivo a lungo termine: favorire l’adattamento del soggetto al suo ambiente, il migliore possibile in rapporto alle caratteristiche individuali per garantire una soddisfacente qualità di vita al soggetto e all’intero sistema familiare.
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Therese Jollife, in Temple Grandin
“La realtà di una persona autistica è una massa interattiva econfusa di eventi, persone, luoghi, rumori e segnali. Niente
sembra avere limiti netti, ordine, significato. Gran parte della mia vita è stata dedicata al tentativo di scoprire il disegno
nascosto in ogni cosa. La routine, scadenze predeterminate, percorsi e rituali specifici aiutano ad introdurre un ordine in
una vita inesorabilmente caotica”.
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Come intervenirenell’ambiente
I bambini autistici tendono ad apprendere più efficacemente in ambienti strutturati.
…la strutturazione permette di raggiungere un senso di prevedibilità rispetto a ciò che accade (da ordine e coerenza all’esperienza)
…la strutturazione costituisce una buona base per le comunicazioni che possono appoggiarsi su elementi contestuali stabili ed il cui significato è ancorato ad una esperienza consolidata e condivisa.
La strutturazione dell’ambiente favorisce una modalità di interazione significativa tra il soggetto e l’ambiente.
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La diversa disposizione dello spazio va pensata in funzione del diverso grado di difficoltà/competenza del singolo bambino. …strutturare l’ambiente significa anche renderlo il più individualizzato possibile…
La strutturazione dello spazio e delle attività ha primariamente una valenza compensativa rispetto ai deficit di alcune funzioni mentali, in particolare attenzione e percezione, ma rappresenta anche la base per strutturare migliori competenze adattive.
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…l’idea del tempo…per i bambini autistici è un concetto molto difficile, perché astratto…
Come possiamo aiutarli?
…rendendo il concetto di tempo /durata concreto, udibile, visibile…
ad es: utilizzando un timer, una clessidra (quando tutta la sabbia è scesa è ora di…) o delle figure/immagini.
tutto ciò risponde alle domande cosa devo fare ora?, è finito?, quando inizia?.
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Capire COME e PERCHE’ questi individui comunicano per incrementare la motivazione e le occasioni per comunicare.
Gli sforzi dovrebbero concentrarsi sulle basi socioaffettive della comunicazione non verbale e verbale, prima che sulle dimensioni strutturali della parola in un ambiente artificiale (es: richiesta di oggetti desiderati, piuttosto che ripetizione di parole…)
Rischioso cercare primariamente di espandere il repertorio di parole e frasi: queste abilità risultano “superflue” se una persona ha una limitata comprensione di come si usano in una interazione comunicativa
Per sviluppare la comunicazione
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La competenza comunicativa è fattore determinante per sviluppare relazioni con gli altri, partecipare alle attività scolastiche e gestire le routine quotidiane.
Le conquiste nelle abilità comunicative sembrano essere direttamente correlate alla riduzione dei comportamenti problema.
Gli sforzi per lo sviluppo della comunicazione devono concentrarsi sullo sviluppo delle funzioni comunicative (richiedere, protestare/rifiutare, descrivere, narrare), prima che sullo sviluppo dei mezzi o dei “comportamenti comunicativi”.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 26
In concreto un intervento volto a sostenere una comunicazione funzionale ha come base il supporto alle seguenti competenze:
guardare l’altro; seguire persone e oggetti; rispettare alternanza dei turni Indicare (pointing, rivolgere lo sguardo verso…) Disponibilità a stare seduto Prestare attenzione alle informazioni salienti
proposte Aumentare tempi di attenzione selettiva e
disponibilità a modificare l’oggetto della attenzione (congiunta)
Divertirsi;
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Tutte queste abilità devono essere insegnate una ad una: questi bambini possono imparare con un training specifico, ciò che gli altri intuiscono/apprendono
spontaneamente.
È importante scegliere giochi/attività che siano interessanti ed accattivanti per il bambino
(motivazione/rinforzo), o che lo diventino attraverso una paziente azione di proposta ed adattamento.
L’intervento necessita di una insegnante/educatore in grado di adattare materiali, tempi e aspettative
in funzione dei segnali espressi dal bambino(approccio sistematico ma flessibile)
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Il perseguimento degli obiettivi prevede anche l’uso di supporti che valorizzino conoscenze supporti che valorizzino conoscenze implicite e proceduraliimplicite e procedurali al fine di consolidarle o che vengano acquisiti come strumenti strumenti compensativi stabilicompensativi stabili.
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L’obiettivo principale di un modello operativo condiviso è promuovere e realizzare il più alto grado di partecipazione alla vita sociale della persona e della sua famiglia.
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Essere autistici...
Essere autistici...Quello che è normale per altre persone non è normale per me…In un certo senso sono mal "equipaggiato per sopravvivere in
questo mondo…Ma la mia personalità è rimasta intattaLa mia individualità non è danneggiata.
Ritrovo un grande valore e significato nella vita…Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che
desidero;riconoscete che siamo diversi l'uno dall'altro,
che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro…
Lavorate con me per costruire ponti tra noi. Jim Sinclair
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Il riconoscimento delle emozioni
E’ stato ipotizzato che i bambini autistici
manchino della capacità basilare di
interpretare le emozioni sulla base delle
espressioni del volto o dalla voce.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 32
Ricerca
Adolescenti autistici sono stati confrontati sulla base della loro età mentale non verbale (10 anni) con bambini normali o lievemente ritardati.
I soggetti autistici hanno avuto prestazioni molto più scadenti rispetto agli altri.
Probabilmente non si rendono conto che un’emozione può essere espressa in modi diversi.
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Spiegazione
L’espressione di un’emozione è relativa ai pensieri, desideri, intenzioni che l’hanno elicitata e sembra che sia proprio a questo livello che si possa spiegare la difficoltà dei bambini autistici.
Essi sarebbero in grado di decodificare i segnali manifesti delle emozioni, ma non sono in grado di collegarli agli stati epistemici che le hanno generate;
Le espressioni emozionali sono quindi segni privi di senso.
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Le emozioni complesse
Non comprendono l’orgoglio, lo sdegno altezzoso, la modestia, la curiosità per i fatti degli altri, il godere dei successi o dei fallimenti altrui.
L’espressione di queste emozioni è mediata culturalmente e in genere i bambini apprendono spontaneamente a riconoscerle attraverso le contingenze ambientali naturali.
Ai bambini autistici bisogna insegnarlo delibera-tamente apprendono questa abilità con estrema difficoltà.
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L’imbarazzo
Ci sono 2 diverse tipologie di imbarazzo: quello “primitivo” e quello “maturo”.
L’imbarazzo primitivo si verifica solo in presenza di qualcuno, o quando ci si sente oggetto di attenzione;
l’imbarazzo maturo si presenta più tardi nel corso dello sviluppo, cioè quando il bambino diventa capace di assumere la prospettiva di un altro ed è in grado di valutare sia il proprio che l’altrui comportamento in relazione al giudizio che potrebbe suscitare negli altri.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 36
La comprensione dell’imbarazzo nei bambini autistici
Probabilmente i soggetti autistici possiedono la
comprensione della forma “primitiva” di imbarazzo
non possiedono spontaneamente una piena mentalistica
comprensione delle cause di quest’emozione.
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L’empatia
consiste nel riconoscere e provare la stessa emozione di un altro e nel regolare, in funzione di ciò, il proprio comportamento
Uta Frith distingue tra “simpatia” ed
“empatia” ovvero tra empatia istintiva e empatia intenzionale.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 38
L’empatia istintiva
consiste in una serie di risposte involontarie e non è correlata con la capacità di “mentalizzare”.
Studi di neuroimmagine hanno mostrato che risposte di paura e tristezza vengono registrate anche senza che vi sia consapevolezza
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 39
L’empatia intenzionale
richiede la capacità di “comprendere” gli stati mentali ed emozionali degli altri e di comportarsi di conseguenza. Vedere una persona triste, in alcuni casi richiede che
ci si avvicini e si cerchi di consolarla, in altri casi sarà invece più opportuno evitare di
affrontare l’argomento e magari cercare di farla distrarre.
Una persona socialmente competente è in grado di “leggere” i segnali dal contesto e di regolarsi di conseguenza.
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Il bambino autistico
è in grado di provare empatia istintiva, ma solo in riferimento alle emozioni di base (gioia e dolore),
ha difficoltà a decodificare le emozioni complesse e comunque tutte le emozioni che implicano stati mentali;
le risposte che emette sono generalmente inappropriate.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 41
La comprensione di desideri, azioni ed emozioni
I bambini normali a 2 anni comprendono che gli altri possono avere desideri diversi dai propri
A 3 anni comprendono che il comportamento provoca pensieri ed emozioni e viceversa
Riescono a prevedere il comportamento e le emozioni degli altri in funzione dei loro pensieri e desideri
Riescono a distinguere la finzione dalla realtà
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 42
La “lettura” della mente
Attribuire stati mentali ed emozioni agli altri (fare inferenze) è un’abilità cognitiva indispensabile ai fini della comunicazione e dell’adattamento sociale: Nella comunicazione (verbale e non) e nelle relazioni
sociali, la maggior parte delle informazioni non sono esplicite, ma devono essere inferite dal contesto
L’efficacia della comunicazione e delle relazioni dipende dalla capacità di prevedere e controllare le esigenze comunicative, emozionali e relazionali degli altri e di valutarne tempestivamente gli effetti
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 43
Correlati della lettura della mente
Comprendere e controllare gli inganni (=
manipo-lazioni delle opinioni)
Stabilire empatia
Essere consapevoli e riflettere su di sé
Usare la persuasione per cercare di modificare
pensieri, comportamenti ed emozioni degli altri
Comprendere che anche gli altri possono farlo
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 44
La cecità mentale nell’autismo
I bambini autistici incontrano notevoli difficoltà nei compiti che richiedono la “lettura della mente”
Hanno uno sviluppo atipico del concetto di “opinione” Sono in grado di valutare l’emozione del protagonista di
una storia, se è causata da una situazione Hanno difficoltà quando devono prevedere l’emozione in
base ai desideri del protagonista Non riescono a prevedere l’emozione in base alle
opinioni del protagonista
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 45
Insensibilità nei confronti dei sentimenti altrui
Incapacità di tener conto di ciò che gli altri sanno
Incapacità di fare amicizia tramite l’identificazione delle intenzioni
Incapacità di leggere il livello di interesse degli ascoltatori a ciò che si dice
Incapacità di scoprire le intenzioni e i significati espressi e non espressi degli interlocutori
Incapacità di anticipare ciò che gli altri possono pensare delle nostre azioni
Incapacità di capire le metafore, i paradossi, gli equivoci, l’umorismo
Incapacità di ingannare o capire gli inganni
Incapacità di comprendere le ragioni che motivano le azioni delle persone
Incapacità di capire le regole non esplicite e le convenzioni sociali
Conseguenze comunicative e sociali
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 46
Riconoscimento delle emozioni dalle espressioni mimiche facciali
Com’è questo bambino? Com’è questo bambino? Triste, felice, arrabbiato o spaventato?Triste, felice, arrabbiato o spaventato?
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 47
Contestualizzazione delle emozioni
Quando un bambino è spaventato?Quando un bambino è spaventato? Quando deve farsi la punturaQuando deve farsi la puntura Quando la mamma gli prepara una tortaQuando la mamma gli prepara una torta Quando un altro bambino gli fa le boccacce e lo prende Quando un altro bambino gli fa le boccacce e lo prende in giro in giro Quando, giocando, perde il suo palloncinoQuando, giocando, perde il suo palloncino.
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 48
Riconoscimento delle emozioni in base ai segnali fisiologici e al comportamento
Quando un bambino è triste cosa fa?Quando un bambino è triste cosa fa? ScappaScappa Piange Piange CantaCanta
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 49
Identificazione delle emozioni in base alla situazione
Francesco non può uscire perché non ha ancora Francesco non può uscire perché non ha ancora finito i compiti. Come si sente Francesco?finito i compiti. Come si sente Francesco? Felice Felice TristeTriste Arrabbiato Arrabbiato Spaventato. Spaventato. Perché Francesco si sente……?Perché Francesco si sente……?
Corso Autismo - I.T. "G. Deledda" Lecce 50
Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per le altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. la mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso.
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostra convinzioni, definite le vostre posizioni.
Lavorate con me per costruire ponti fra noi.”