LeV Giovani n.99

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10 maggio 2015 anno XIII

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Ricordo, quando ero piccolo, fosse consuetudine a scuola studiare e approfondire le cause e le conseguenze dei disturbi

alimentari di natura psicologica, quali la bulimia e l’anoressia.La giovane età e il contesto sociale, rendeva particolarmente sensibili molti giovani ad avere paura di essere invisibili socialmente, scatenando così le dovute reazioni.

Campagne pubblicitarie, definite progresso, sommergevano le nostre tv e giornali su tali questioni. Oggi se pare che abbiamo fatto pace con l’alimentarsi vorace o da canarino, l’educazione alimentare comprende anche le reazioni avverse al cibo. Si parla spesso di intolleranze o allergie, di

incapacità di assimilazione, di intossicazione da un alimento, di meccanismi immunologici, di enzimi, di additivi e sostanze chimiche, di controllo delle etichette o della filiera nei cibi.

Il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, oltre a comprendere tutti i discorsi etici di responsabilità diretta o indiretta dell’uomo sull’ecologia, sulle strategie di preservazione della natura e sulla qualità della vita, ci sprona a riflettere su quanti oggi sono costretti ad essere invisibili socialmente, non per proprio volere, ma perché impossibilitati a mangiare ciò che desiderano. Molti fanciulli, giovani e famiglie, cambiano il proprio stile di vita, rinunciando così ad una determinata alimentazione. In molte occasioni sono costretti a dire di non poter mangiare o di non gradire, mettendo in difficoltà sia l’altro, sia se stessi. Se per l’adulto è più facile l’accettazione di questo disagio, per il fanciullo diventa forma di esclusione dalle naturali dinamiche di gruppo.

Associato allo spunto dell’Expo, anche il discorso sull’ambiente (ecologia), non riguardando solo il pianeta madre terra, ma il proprio microcosmo (l’organismo) ci ha spinti a guardare il cibo come fonte di riflessione, circoscrivendo l’attenzione all’uso di questo nella Bibbia, passando all’ultima cena vinciana o all’intervista ad una nutrizionista e alla testimonianza di una famiglia diventata vegana per necessità. Tanti modi diversi di accostarsi al cibo, sicuramente non dando un apporto scientifico al problema, ma in piccolo, solidarietà a chi, giovane soprattutto, è costretto a farsi invisibile agli altri, pur rimanendo protagonista del proprio futuro!

don Massimiliano Fasciano

don Massimiliano FascianoIncaricato diocesanodel Servizio per laPastorale Giovanile

“Molti fanciulli, giovani e famiglie, cambiano il proprio stile di vita, riunciando così ad una determinata alimentazione”

Invisibili eprotagonisti

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Cercare il buio per poter vedere… la VIA!Riflessione vocazionale

Panico! Cosa succederebbe se all’improvviso un black-out generale facesse arrestare i nostri

computer, ipad, e così, dopo la loro autonomia, anche i nostri cellulari si spegnessero senza darci la possibilità di essere collegati?Forse si spegnerebbe davvero il mondo? O sarebbe solo il nostro mondo on-line che manifesterebbe il suo tallone d’Achille, liberandoci dalla pretesa di indispensabilità che conta di avere sulle nostre vite? Forse davvero l’oscurità mediatica potrebbe farci riacquistare la vista! Accadrebbe come nelle notti d’estate dove, per poter meglio guardare la luminosità delle stelle, si evade dalla luminescenza artificiale delle nostre città. Scopriremmo la luminosità naturale che ha il silenzio nella nostra vita, luogo di ricerca di se stessi, dell’interrogarsi sulla propria identità, sulle domande più profonde che accompagnano la nostra vita (a proposito

sapresti dire quali sono, per te?), sui nostri progetti, sulle nostre mete quelle possibili e quelle irraggiungibili. Il silenzio, luogo della solitudine, non dell’isolamento, dimensione dell’esistenza che non ci allontana dagli altri, ma ci avvicina a loro più ricchi, più consapevoli, di quello che siamo, che vorremmo essere o non vorremmo. In questo luogo, tra queste domande, possiamo cominciare a scoprire in noi il desiderio di assoluto, di infinito, di felicità e che tutto questo non possiamo trovarlo da noi stessi. Se infatti lo cerchiamo sempre, senza mai possederlo, è perché in noi vi è il desiderio, ma ci manca la via. Solo uno ha detto di poter essere per noi questo: “Io sono la via, la verità, la vita.” Costui è Gesù. Chi ha cominciato a fidarsi di Lui oggi non smette di dire: è bello con te!

don Vincenzo Marinelli

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Il Papa e il ciboExpo Milano 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita!

Il cibo, energia per la vita, è ciò che più di tutto è necessario alla vita degli esseri

umani. Questo è il messaggio al centro di Expo 2015 che rappresenta un luogo di riflessione, di scoperta e condivisione fra Paesi, organizzazioni non governative, imprese e associazioni. L’esposizione universale sarà l’occasione per riflettere e trovare soluzioni alle due grandi contraddizioni del mondo moderno: da una parte c’è ancora chi patisce la fame e vi è quindi la necessità di sopperire alla denutrizione assicurando un’alimentazione sicura, sana e di qualità a tutti gli esseri umani; dall’altra c’è la necessità di prevenire quei disturbi di salute legati all’abbondanza di cibo e ad un’alimentazione scorretta che possono causare malattie come l’obesità. In questo evento internazionale non viene presentato solo la grande questione del cibo e dell’ educazione alimentare, ma esso rappresenta anche un’occasione per poter

valorizzare le innovazioni e le tecnologie produttive, che permettono di generare un prodotto alimentare sano, per potenziare il commercio agricolo e per riconoscere l’importanza delle “tradizioni alimentari” considerate come elementi culturali ed etnici. Fatta questa analisi sugli aspetti più impattanti ed evidenti di questo evento è opportuno però ora soffermarsi sul concetto di quel bene che è alla base dell’EXPO 2015 e cioè: il cibo. Sebbene nell’arco della storia dell’uomo il cibo abbia avuto un ruolo centrale, negli ultimi 50 anni lo stesso è stato privato gradatamente della sua funzione di strumento di socialità, di comunicazione e di spiritualità; il cibo ha praticamente perso valore diventando così esclusivamente merce, al pari di qualunquealtro oggetto di consumo sul mercato.Questo ha permesso alle imprese di poter effettuare una vera e propria speculazione sui prezzi alimentari aggravando la situazione di

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Cosa è l’EXPO?Sin dalla sua prima edizione, tenutasi a Londra nel 1851 all’interno del Crystal Palace, l’Esposizione Universale è stata il palcoscenico ideale per promuovere, attraverso un “dialogo internazionale”, innovazione, scoperte tecnologiche, movimenti artistici, ma anche per creare luoghi e spazi che si sono trasformati in veri e propri simboli (basti pensare alla Torre Eiffel, eretta a Parigi per l’Esposizione del 1889). Il tema selezionato per l’Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e intende includere tutto ciò che riguarda l’alimentazione, all’educazione alimentare alla grave mancanza di cibo, per arrivare alle tematiche relative agli OGM. Expo è, dunque, un luogo di curiosità, domande, scoperte, idee, novità.

Expo è Futuro.

chi si trova in povertà. Non è un caso infatti che la prima causa della malnutrizione e della fame non è la scarsità di cibo, ma la povertà.Proprio su quest’ultimo punto si è volutamente soffermato il Papa che, ha ribadito come, oltre all’interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l’accesso ad esso, il cambiamento climatico e il commercio agricolo “la prima preoccupazione deve essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza”. Bisogna avere “uno sguardo e un cuore orientati a risolvere le cause strutturali della povertà”, ricordava papa Francesco nel videomessaggio inviato a “Le idee di EXPO 2015”, lo scorso 7 febbraio. Sostenere che oggigiorno, nonostante la presenza di diverse organizzazioni e associazioni internazionali impegnate

attivamente per la questione sulla nutrizione,si vive il cosiddetto paradosso dell’abbondanza, cioè “c’è cibo per tutti,ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto e il consumo eccessivo, sono davanti ai nostri occhi”.L’unico modo per risolvere alla radice il problema della fame nel mondo, dice il Papa, è quello di eliminare le cause strutturali della inequità, frutto della legge di competitività, ossia quella legge che ormai domina su quasi tutti i mercati contemporanei in cui il più forte vince sul più debole. Questo è possibile solo conducendo una sana politica economica, ossia una politica che, essendo una delle forme più preziose di carità, deve avere come riferimento due pilastri fondamentali: la dignità della persona umana e il bene comune.

Teresa Giancaspro eMargherita Salvemini

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Il nutrirsi nelle varieesperienze religiose

Cosa bolle in pentola?

Tutte le fedi religiose il cibo è considerato non solo un elemento materiale o naturale, ma

anche un dono di Dio o degli Dei.Alimentarsi diventa, quindi, un ringraziamento alle divinità, un atto sacro, inteso proprio come un dono che l’uomo ha ricevuto per la sua sopravvivenza.Il nutrirsi, per poter rispondere alle esigenze spirituali ha come criterio la moderazione. Nasce quindi; la necessità di fissare norme che regalano l’utilizzo di certi prodotti alimentari nelle varie religioni.L’ ebraismo; segue una serie di principi religiosi che scandiscono i vari momenti di sacralità e culto: nella Pesach (Pasqua ebraica), per esempio, si può distinguere il momento del banchetto (seder) che dura 7 giorni ed èproibito nutrirsi di qualsiasi cibo lievitato. Inoltre, la religione determina anche alcune regole alimentari, atte a far rispettare l’etica

stabilita dalle Sacre Scritture: le prescrizioni sono contenute nei 613 comandamenti e proibiscono per esempio di mangiare insetti, bere sangue o essere golosi e impongono di macellare ritualmente la carne prima di consumarla. Tra la religione ebraica e quella cristiana, notiamo senza dubbio una profonda discrasia: quest’ultima, infatti, concede completa libertà nei riguardi del cibo, seguendo le parole di Gesù che dicono “non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. Tuttavia, il banchetto con gli emblemi del “pane” e del “vino” ha un ruolo centrale, ma del resto è il pasto stesso a farsi strumento delle verità di fondo del Vangelo.È con “l’etica del cibo” che si propaga la legge della gratuità, il cibo è simbolo e mediatore dell’anima cristiana che si offre liberamente e non si aspetta niente in cambio, ma anela a

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Il Vino:frutto della viteIl vino ha un significato importante nella religione cristiana.È il frutto della vite la cui coltivazione richiede tempi lunghi e grandi sacrifici. Gv 15, 1-2 suggerisce “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”.Il lavoro e l’attesa dell’agricoltore, dunque, diventano simbolo della pazienza e della bontà di Dio.Il suo colore rosso richiama il sangue e, quindi, il sacrificio di Gesù sulla croce. Bevuto nella giusta misura, diviene anche elemento di comunione e festa.

vivere con gli altri e per gli altri, perché“non c’è vita che non si alimenti di altra vita”. Tornano con l’Islamismo le rigide e inviolabili regole sul cibo, tanto da avere una terminologia specifica per quello lecito (cibo halal)e quello proibito (haram).Questo, perché si rispetta la sacralità che accompagna ogni atto e si abbina costantemente ad ogni gesto nei confronti del cibo un senso religioso.È più ascetica la concezione del cibo per gli induisti e i buddhisti. Nell’ induismo il nutrirsi è un mezzo per diventare più consapevoli nei confronti di se stessi e verso l’ambiente(legge del karma): si denota un’ampia partecipazione al vegetarianesimo perché esso rappresenta l’adesione al principio della non violenza (ahisma). Più singolare è l’interpretazione che ne fa l’ induismo: il cibo viene considerato un esercizio di attenzione

finalizzato all’ottenimento dell’armonia interiore, che si raggiunge adottandouna vita moderata e coerente, ispirata alla dottrina del Buddha e al personale camminodi perfezionamento. Per gli induisti, l’alimento più importanteè il riso ed è presente anche in molte festività.Inoltre, viene utilizzato per fare offertevotive alle divinità (Brama, Shiva, e Vishnu).Queste offerte rappresentano l’atto di adorazione compiuto dai fedeli indù cheoffrono fiori, frutta, foglie, riso, dolci eacqua agli Dei in case e nei templi.Il riso è il simbolo dell’abbondanza e della fertilità. Per lo stesso motivo lo si usa anche nella tradizione Cristiana, quando si lanciaai novelli sposi come augurio.

Nicoletta Minervini eAngelica Iannone

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Un legame traalimentazione e salute

Veganiper necessità!

Mi siedo e ascolto. Intanto il pollo è in forno.Le immagini scorrono e una voce narrante spiega quanto siano legate tra loro alimentazione e salute, fornisce dati e approfondite spiegazioni per capire come evitare i danni di un’alimentazione sbagliata.Pubblicità. Dopo poco, la trasmissione riprende. Si passa ad esaminare il ruolo generale delle proteine animali nell’insorgenza di gravimalattie cardiovascolari, l’osteoporosi,malattie autoimmuni. Sgrano gli occhi!Ho ascoltato bene: autoimmune.Quella parola mi risuona nella testa.Penso al mio bambino. Il documentario prosegue e si parla di alimentazione vegana.Vegano? Uguale al vegetariano?Mi interrogo… vorrei capire.I bambini hanno fame. Vogliono cenare,Il pollo è pronto.

Sole, mare… estate! Ma ben presto il gelo su di noi. Un gonfiore, interrogativi, diagnosi:

al mio bambino viene riscontrata l’artrite reumatoide oligo-articolare idiopatica giovanile. Il panico si legge sui nostri volti. Impotenti. Vorremmo capire!Vediamo il nostro piccolo bambino claudicante, vediamo il nostro bambino perdere la vista. Prelievi, Day-Hospital, ricoveri, interventi. ari, Brindisi, Roma.Malattia autoimmune: il nostro bambino deve imparare a convivere, ma non sarà solo.Una sera, come tante altre, preparavo la cena: pollo con patate! In tv uno speciale va in onda, intitolato: “Equilibrio Delicato”.Parlano di cibo, ma la mia attenzione è catturata da quella parola detta in studio da un medico: curarsi! Mi fermo. Quel medico mi ipnotizzacon la sua voce, con le sue parole.

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L’Associazione GRANELLO DI SENAPE È una O.N.L.U.S. con sede in Ruvo di Puglia (Ba). Nasce nel 2014 e ha come obiettivo preponderante quello di operare nell’ambito dell’assistenza sociale e socio-sanitaria, attraverso la formazione ed informazione su due punti di interesse, la FAMIGLIA e la SALUTE. L’associazione promuove iniziative che mirano a creare benefici direttamente ai soggetti svantaggiati e alle loro famiglie.“Granello di Senape” si preoccupa delle dinamiche familiari, curandone gli aspetti essenziali della salute e della crescita educativa e spirituale, attraverso punti di ascolto, consulenze medico-specialistiche, psicologiche, educative, l’organizzazione di corsi, conferenze, convegni e servizi che mirino a sviluppare e raggiungere le proprie finalità di formazione ed informazione anche in materia di affidamento, affido familiare,adozione e consulenza coniugale.

Quella sera ceno ma mangerò solo le patate.La curiosità aumenta e mentrei giorni trascorrono, mi informo e mi formo.Leggo e mi faccio aiutare.L’associazione presente nel mio territorio “Granello di Senape” mi scorta in questa metamorfosi e il dottor Proietti mi aiuta a capire cosa il mio bambino dovrebbe assumere al posto di carne, pesce e uova.La dispensa muta, passo ore nel biologicoper scegliere alimenti e leggere benetutte le etichette.La cucina diventa il mio banco di prova. I cibi di una vita vengono soppiantati da alimenti, alcuni dei quali con nomi quasi impronunciabili: seitan, quinoa, tofu, latte di riso e mandorla, farine integrali, estratti di frutta, tantaverdura e legumi. Per noi, la vera difficoltà di questa scelta non è stato solo il cibo ma

fonte: www.granellodisenape.info

l’incapacità degli altri, amici e parenti, di comprendere e condividere un’alimentazionedi tipo vegano.Da questo derivano: continue domande,spesso le stesse, da persone diverse, il dover spiegare sempre le medesime cose e ricevere commenti privi di tatto accompagnati da risate di scherno.È vero… non è stato facile mutare le abitudini alimentari di sempre, ma i miglioramenti riscontrati sul nostro bambino attraverso controlli periodici hanno convinto me e la mia famiglia a continuare su questa strada.Oggi se mi dovessero chiedere perché siete vegani?Risponderei: Non per moda!Per noi essere vegani è una necessitàper star bene.

Miky Altamura

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La visita di alcuni alunnidel Liceo Tedone

L’ultima cenaa Milano

Tra le vie di Milano, in una città proiettata al futuro, c’è uno spazio che dal 1500 circa

fa muovere viaggiatori da tutto il mondo ed è capace di gettare nello stupore tutti coloro che lo visitano: l’ultima cena di Leonardo da Vinci. Così due classi del Liceo Tedone di Ruvo, lo scorso novembre ha visitato, dopo mesi di attesa per la prenotazione, il capolavoro vinciano, all’ex convento domenicano di Santa Maria delle Grazie. Non ci sarebbero parole per descrive tale meraviglia! Ti riempie di tante emozioni, riporta alla mente sensazioni quasi da bambini e vivi lo stupore misto a qualche alone di mistero... Fantastico! L’ultima cena è un dipinto a tempera grassa su intonaco conservato nell’ex-refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, a Milano. Commissionato da Ludovico il Moro, il dipinto è di carattere sperimentale, in quanto Leonardo usa la tecnica di sovrapporre, alla stesura a tempera, velature di olio per renderlo più luminoso e lucido. Ad opera completata, spennella il tutto con il battuto di

albume d’uovo, ma questa particolare tecnica risultò incompatibile con l’umidità dell’ambiente, degradandolo molto velocemente. Il Vasari, già nel 1556, affermava che di esso “non si scorge più se non una macchia abbagliata”. Leonardo in quest’opera riesce a concepire la costruzione prospettica in continuità con l’architettura del refettorio, in modo da ampliare illusoriamente lo spazio reale. Risulta un impianto geometrico rigoroso e alcuni espedienti prospettici, la quadratura del pavimento, il soffitto a cassettoni, gli arazzi disposti lateralmente appesi alle pareti, le tre finestre del fondo creano un efficace effetto di “sfondamento della parete”, che pare aprirsi in profondità, al chiarore del paesaggio naturale che si intravede in lontananza. Tratto importante di questo dipinto è il fatto che l’artista non ha voluto rappresentare un evento che riguarda la fede, ma un atto umano: il tradimento. In primo piano è presente la lunga tavola della cena, con al centro la figura isolata di Cristo, che richiama l’iconografia del

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Approfondimento a pag.15

Cristo Giudice; è il fulcro dell’intero dipinto, sottolineato dalla struttura piramidale data dalle braccia distese e dalla convergenza su di essa dell’impianto prospettico. Il Cristo ha il capo inclinato, gli occhi socchiusi e la bocca appena discostata, come se avesse appena finito di pronunciare la fatidica frase. Attorno alla calma superiorità di Cristo, dunque, si sviluppa la concitazione degli apostoli. La loro diversa reazione guida anche lo sviluppo temporale dell’evento, tanto che ogni espressione sembrala reazione a quella del vicino, o la sua causa. Le parole di Gesù si propagano da un capo all’altro del tavolo, generando angoscia, disapprovazione e stupore nei discepoli, i quali sono disposti in quattro gruppi di tre, diversi, ma equilibrati simmetricamente. Pietro con la mano destra impugna il coltello, e chinandosi in avanti, con la sinistra scuote Giovanni, quasi chiedendogli a chi si riferisse. Giuda, davanti a lui, stringe la borsa con i 30 denari avuti per consegnare Cristo alle autorità e indietreggiando

con aria colpevole, nell’agitazione rovescia la saliera. All’estrema destra del tavolo, da sinistra a destra, Matteo, Giuda Taddeo e Simone esprimono il loro smarrimento e la loro incredulità. Giacomo il Maggiore spalanca le braccia attonito; vicino a lui Filippo porta le mani al petto, protestando la sua devozione e la sua innocenza. Per il Cristo non c’è un aureola, ma c’è solo il volto luminoso contro cui si staglia un cielo chiaro che sovrasta le colline visibili al di là delle tre finestre in fondo all’ampia sala. Il Cristo ha una mano con il palmo rivolto verso l’alto per alludere alla sua natura divina e all’ascensione al cielo (veste dal colore azzurro); l’altra è con il palmo rivolto verso il basso alludendo anche alla sua natura umana e quindi all’imminente sofferenza fisica (veste dal colore rosso). La luce che costruisce plasticamente le figure, proviene da sinistra, ed in effetti in quel lato si aprono le finestre che illuminano l’ambiente. Il chiarore illusorio proveniente dal fondo, conferisce al Cristo un isolamento sovrannaturale e al tempo stesso determina un particolare effetto di “controluce”: i rapporti derivati da questa doppia illuminazione diversificano il gruppo di destra, che si integra nel chiarore della parete, e quellodi sinistra, che si distingue sul fondo scuro.La mancanza del calice sulla tavola, fa provenire esclusivamente il dipinto dal Vangelo diGiovanni (cap. 13).A partire dal settecento, l’opera ha subito numerosi restauri, con importanti rimaneggiamenti anche nelle figure. Tra il 1976 e il 1999, un accurato restauro ha consentito il recupero delle parti originali al 50%. Le lacune sono state colmate con tratteggi ad acquerello, facilmente rimovibili, ma in grado di restituire i giusti toni cromatici. L’arte è quella dei grandi maestri, di cui Leonardo ne è esponente eccellente, e rende l’Italia il più importante paese... Lui, è riuscito con il suo ingegno e con la sua abilità a sviluppare sull’intonaco quasi una fotografia, con le sue emozioni, le sue espressioni umane, di meraviglia e di dolore, con i volti di tutti i soggetti che tradiscono anche i più reconditi stati dell’animo umano!Un vero capolavoro, impresso neanche nell’anima. Grazie genio!

Federica Tandoi, Domenico Elicioe Filomena Leone

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Intervista ad una nutrizionistasul mondo delle intolleranze

Intolleranze agli alimenti, da non tollerare

Sempre più allergici e intolleranti agli alimenti. Perché?” Siamo diventati tutti intolleranti

agli alimenti? Pancia gonfia e digestione difficile? “Che l’alimento sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo alimento, ma gli alimenti possono diventare anche veleno”. Sono parole di Ippocrate che secoli fa introdusse il tema dei disturbi legati al cibo. Oggi le intolleranze alimentari sono sempre più diffuse: secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, circa l’8% dei bambini e il 2% della popolazione adulta soffre di “reazioni avverse ad uno o più cibi” che si manifestano con sintomi gastrointestinali: dolori addominali, crampi, diarrea, vomito.Un fenomeno in crescita in tutto il mondo tanto che molti supermercati si stanno attrezzando con un’offerta per diete specifiche, gluten-free o senza lattosio e alcuni ristoranti servono addirittura menù su misura per i clienti con intolleranze specifiche.

A cosa è dovuto l’aumento di questi casi?Per quale motivo il cibo, da fondamentale alleato per la nostra nutrizione, si è trasformato quasi in un nemico?Lo abbiamo chiesto alla nutrizionista Antonella Stoia:Quali sintomi avverte l’organismo con il manifestarsi delle allergie o delle intolleranze alimentari? «I sintomi delle allergie alimentari e delle intolleranze alimentari non differiscono daquelli che insorgono in altri tipi di allergie.Per lo più coinvolgono la pelle, l’apparato respiratorio e l’apparato digerente.La differenza è che nelle allergie la reazione avversa compare subito, nelle intolleranze compare quando si supera la soglia di tolleranza di quell’alimento». Da cosa sono causati i sintomi di malessere che pervadono l’organismo? «I sintomi del malessere sono causati nelle allergie dall’aumento di istamina, nelle intolleranze

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Sempre più sono i disturbi intestinali che ci vedono costretti a eliminare dalla propria tavola il glutine o i latticini: almeno uno su cento soffre di celiachia e ben 7 su 10 non digeriscono il lattosio, lo zucchero del latte. I dati per i giovanissimi sono allarmanti: 270mila nella fascia di età che va dalla nascita ai 5 anni, circa 150mila hanno fra i 5 e i 10 anni e altri 150mila hanno fra i 10 e i 18 anni. Tra i bimbi sotto i 5 anni, sono circa 5mila quelli a rischio di reazioni allergiche gravi che possono portare alla morte. E in occasione della Settimana Mondiale dell’Allergia Alimentare, dal 9 al 15 maggio, gli esperti ci segnalano che bisogna fare maggiore prevenzione e attenzione su questo tipo di malattia che sta continuando a crescere a ritmi altissimi, infatti negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento del 20%.

Le intolleranze alimentari sono in aumento

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**/possono essere causati da svariatimeccanismi tra cui carenze enzimatiche (esempio lattasi) o da fattori tossici oirritanti (farmaci, gastroenteriti)».Ci sono difficoltà nell’inquadrare clinicamente le intolleranze alimentari?«Si, purtroppo i metodi analitici non sono sicuri per le intolleranze alimentari e sulla base di accertamenti a volte errati si ha l’abitudinedi infliggere ai pazienti severissime dietecreando talvolta carenza alimentari.La diagnosi più certa si ottiene eliminando l’alimento e valutando i sintomi».Che ruolo gioca il sistema immunitario?«Il sistema immunitario reagisce producendo anticorpi contro quell’alimento in particolare: Ig E nelle allergie, Ig G e Ig A nelle intolleranze cioè scatena una reazione infiammatoria».Quali sono le intolleranze più diffuse nei giovani? «L’intolleranza più diffusa è

l’intolleranza al lattosio, alle proteinedel latte e al glutine».Quali sono le cause di tali intolleranze?«Le cause sono diverse: abuso di quell’alimento, fattori genetici, malattie intestinali, cure farmacologiche importanti».Le intolleranze possono essere causate da un difetto genetico o dalla perdita di qualche sostanza indispensabile per l’organismo?«Si, alcune intolleranze come l’intolleranza al lattosio possono essere legate ad un deficit genetico. Nella maggior parte delle intolleranze però sono i fattori ambientali a provocare la reazione del sistema immunitario».Come si può rimediare per correggere tali intolleranze e raggiungere uno stato di benessere? «Si sospende l’alimento per almeno 4 settimane e poi si introduce un po’ alla volta partendo da piccolissime quantità cercando di alzare la soglia di tolleranza».

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MANGIA COME PARLICinzia Scaffidi, Slow Food Editore

ll rischio confusione è elevato.Un futuro per molti versi nebuloso,e non solo per la spada di Damoclelegata all’alimentazione.Uno spunto su tutti: poiché la crescita delle patologie è legata (anche) alle mutate condizioni alimentari (fino a 50 anni fa c’era meno glutine nei grani, che si modificano con le moderne tecniche di coltivazione), si sta iniziando a lavorare a grani con contenuti diglutine molto ridotto. Sta per iniziare l’era dei gluten-free Ogm? Forse, per star meglio, mangiando meglio, basta poco, senza dimenticare, come ci suggerisce la medicina ayurveda, che “se la dieta è sbagliata, la medicina non funziona, ma se la dieta è corretta, la medicina non serve!”.

Andrea Teofrasto eSimona Boccanegra

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Questi disturbi durano per tutta la vita o col tempo e la giusta alimentazione diminuisce il livello di intolleranza? «I disturbi migliorano se con una giusta alimentazione riusciamo a far si che il nostro sistema immunitario riaccetti almeno in parte quell’alimento».Il dato è allarmante, ancora più preoccupante se pensiamo che la fascia di età più in crescita è quella dei più giovani, 3,5 milioni hanno meno di 25 anni. Cifra quasi raddoppiata nel corso degli ultimi dieci anni.Si mischiano tante pedine, e di scacchieri diversi, in questa partita. E allora distinguiamo subito: la celiachia è una malattia, l’intolleranza permanente alla gliadina - una proteina del più noto glutine - contenuta nel grano e in molti cereali comuni; la “dieta senza glutine” è invece un semplice stile di alimentazione, adottabile da chiunque senza alcuna prescrizione medica.

Cosa intendevano i nostri nonni quando, a proposito di cibo, dicevano “naturale”,

“pulito”, “sicuro”? E noi invece cosa intendiamo oggi, dopo 50 anni, di industria alimentare e comunicazione pubblicitaria? Il mondo è stato attraversato da profondi mutamenti anche nei costumi alimentari e, nel nostro rapporto con il cibo, è cambiata la terminologia che ad esso si riferisce. Sono apparse nuove parole e molte delle vecchie hanno assunto nuovi significati. Questo libro ci conduce in un viaggio dentro un libro-vocabolario che racconta le parole chiave del mondo enogastronomico di uso quotidiano. Si tratta di 100 parole dalla A alla Z raccontate nella loro evoluzione e nei molteplici significati che cambiano in base al nostro modo di vivere e di orientarci. Un libro che dovrebbe condurre alla riflessione personale di ognuno di noi, per essere consapevoli, attraverso la parola, di quello che siamo e del vero cibo che ingeriamo.

Teresa de Sario

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Lo scorso 29 marzo, domenica delle Palme, è partito il pellegrinaggio del Crocifisso di

San Damiano e della Madonna di Loreto, benedetti da Papa Francesco pochi giorni prima.Viaggeranno tra tutte le diocesi italiane per poi essere donati alla Chiesa polacca durante la GMG di Cracovia.La proposta nasce dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile e dal 18 maggio all’8 giugno, il pellegrinaggio toccherà tutte le diocesi di Puglia. La diocesi di Molfetta avrà l’occasione di accoglierlo ed incontrarsi nella preghiera il prossimo 30 e 31 maggio. Dettagli del programma in seguito sul sito diocesano www.diocesimolfetta.it esulla pagina facebook di pastorale giovanile.

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci si trova nel refettorio del convegno domenicano

annesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Per garantire l’originaria bellezza del dipinto e la temperatura ambiente necessaria alla sua conservazione, l’ingresso é parcelizzato.

PuntoCracovia

countdown:

- 441 DAYS

Don Massimiliano Fasciano (Responsabile inserto LeV Giovani), Maurizia Mongelli, Nicoletta Minervini, Margherita Salvemini, Andrea Teofrasto, Simona Boccanegra, Emanuela Maldarella, Angelica Iannone, Marianna Camporeale, Sara de Bartolo, Teresa Giancaspro, Francesco Ricci, Teresa de Sario, Miky Altamura, Dario Prudente, Antonio Carlucci, Michele Martinelli, Antonella la Forgia (grafico pubblicitario), Beppe Modugno (fotografo).

GIOV

ANI

la REDAZIONE

Direttore responsabileAntonio Ciaula

Direttore editorialeLuigi Sparapano

Stampa“La Nuova Mezzina” Molfetta

GraficaAntonella la Forgia

Reg. Tribunale di Tranin.230 del 29/10/88

Obbligatoria, pertanto, é la prenotazione. Può essere effettuata chiamando il call center indicato sul sito www.vivaticket.it o direttamente on-line attraverso il formproposto permettendovi di evitareinterminabili code all’ingresso.I prezzi includono un piccolo supplemento, ma comprendono un servizio di assistenza on-line all’acquisto e di riservatezza dei vostri dati.

Come prenotare la vostra visita al cenacolo vinciano

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