LeV Ragazzi n. 8
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Inserto per i ragazzi della Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi
29 novembre 2015 - Anno III - N° 8
Silvio Bruno
#donSilvioBruno
Parola di don ...
Con il Giubileo straordinario della Misericordia, indetto da Papa Francesco, che ci apprestiamo a vivere dal prossimo 8 dicembre, tutti i cristiani del mondo, sono
chiamati a riconciliarsi e convertirsi con il Signore e i fratelli. In parole povere è un’opportunità grande per cambiare vita, nelle scelte e negli atteggiamenti, per dimo-strare che siamo persone chiamate a vivere nella bellezza della santità la propria esisten-za. Il tema della misericordia, come scrive il Papa, è un’oppor-tunità per tutti affinchè possiamo comprendere che il perdono è una gioia che dà forza, rinnova la vita e dona coraggio per costruire con speranza il futuro. Il segno dell’ attraversare la “Porta Santa”, simbolo del Giubileo (che da noi sarà il portale della cattedrale di Molfetta), vuole ricordarci il cambiamento che siamo chiamati a compiere da una vita vecchia ad una nuova. Con la celebrazione di questo grande evento dobbiamo ritornare a mettere amore in tutte le cose che facciamo. Il modo per vivere il Giubileo si realizza nella celebrazione del Sacramento della Riconciliazio-ne che, accompagnato alla preghiera per la Chiesa e al compimento di un’opera di bene, ci permette di ricevere l’indulgenza plenaria, che libera dai peccati e dalle pene che ne scaturiscono. Allora cosa aspettare? Perché perdere questa bella opportunità di riabbracciarci al Signore che ci ama veramente? Il cammino di Avvento, che ci apprestiamo a cominciare e durante il quale è inserito l’inizio del Giubileo, ci spinga ad andare verso Gesù che desidera incontrarci. Buon cammino a tutti.
innanziTUTTOInnanzitutto
“Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro.
Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speran-
za di essere amati per sempre nono-stante il limite del nostro peccato.”
Papa Francesco
GIUBILEO
Cari Amici,riprendiamo l’esperien-za del LeV Ragazzi che
giunge al suo ottavo numero e al suo terzo anno vita. Ci
siamo veri-ficati a con-c l u s i o n e dello scor-so anno e tentiamo di migliorare per offrirvi un giornale c h e s i a all’altezza de l le vo-stre aspet-tative. Adesso si aggiunge in questi gior-ni anche la
pagina facebook in cui avrete modo di interagire tenendo sempre presente che dietro uno schermo e una tastiera ci sono volti, persone, amici reali con i quali poter intra-pendere relazioni vere, non virtuali. Questo numero parla di Giubi-leo perchè dal prossimo 8 di-cembre Papa Francesco aprirà
l’Anno Santo e vi accompagne-remo con riflessioni ed espe-rienze sulle diverse parole che sentiremo risuonare fino a novembre 2016 (vedi tag cloud). Tanto entusiasmo e prospet-tive quindi, ma con un velo di malinconia per l’assenza di due grandi Amici di Lev Ra-gazzi: il vescovo don Gino e l’amministratore diocesano don Mimmo, che nei mesi scorsi ci hanno prematura-mente lasciati. Abbiamo ben presente l’orgoglio con cui avevano accolto e incoraggiato questa esperienza editoriale dedicata a voi ragazzi. Li avre-mo nel cuore cercando di non deluderli. Adesso siamo accompagnati dal nuovo amministratore diocesano don Ignazio de Gio-ia in attesa che il Papa ci invii un nuovo vescovo. Quindi ri-prendiamo la pubblicazione e vi invitiamo a scriverci, come singoli e come gruppi.Buon anno catechistico eBuon Giubileo!
Verso il GiubileoRiprendiamo, ma sottotono
#GinoSparapano
Da oggi anche Luce e Vita ragazzi è su facebook
all’indirizzo www.facebook.com/levragazzi.
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ragazzi
Inserto per i ragazzi della Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi Pagina II
La misericordia, parola di origine latina, viene da “misèreo” (ho pietà) e “cor”- genitivo Cordias (cuore). Nel nostro dizionario viene definita come quel sentimento per il quale la miseria
altrui tocca il nostro cuore.Nella Bibbia, invece, la misericordia viene descritta attraverso
vari termini tra cui: hesed e rahamim. Il primo, applicato a Dio, esprime la sua instancabile fedeltà all’Alleanza con il suo popolo: «Ti ho amato di amore eterno, per questo ti
conservo ancora pietà» (Ger 31,3). Il secondo, rahamim, può essere tradotto come “viscere”, richiamando in
particolare il grembo materno e facendoci com-prendere l’amore di Dio per il suo popolo come quello di una madre per suo figlio (cf Is 49,15). La MISERICORDIA, allora, ha un NOME e un VOLTO: è DIO stesso «ricco di misericordia»
(Ef 2,4). La buona notizia non è sapere che Dio c’è, ma sapere che, se c’è, è un Dio misericordioso che ci
sorprende sempre con il suo sconfinato amore. Gesù dirà a Santa Faustina:“Io sono l’Amore e la Misericordia stessa. L’anima che confida nella
Mia Misericordia è la più felice, poiché Io stesso ho cura di lei”. Anche noi nella nostra vita quotidiana dobbiamo desidera-re di far esperienza di questa misericordia. La misericordia, infatti, non si insegna con le parole, ma compiendo atti concreti. E come? Quando? è misericordia ogni volta che perdoniamo, ascoltiamo, sorridiamo e aiutiamo l’altro. Per dire con San Basilio: “Con la misericordia verso il prossimo tu assomigli a Dio”.
messa
FUOCOA
5 vie per 10 anni
In Gesù Cristo il nuovo umanesimo
Misericordia: un nome un voltoQuando ascoltare, perdonare, sorridere è assimigliare a Dio
#SuorM.OrsolaZelazko acg
Per comprendere meglio cosa sia la misericordia possiamo scavare nella vita
di tutti i giorni e nell’ambiente dove passiamo più tempo: la scuola.Ognuno di noi può ricordare qualche evento in particolare ma io, invece, ancora con non poco stupore, ricordo questo. Nella mia classe un compagno non aveva svolto gli esercizi da fare a casa e il professore lo stava amaramente rimproverando quando, Mario (nome di fantasia), in seguito ad
uno tscatto d’ira, pronunciò parole offensive nei confronti del docente. Seguirono degli istanti di alta
tensione in cui sembrava che l’aria si fosse fermata. Io e i miei compagni eravamo certi che l’avveni-mento sarebbe
stato denunciato al preside e per Mario sarebbe scattata la sospensione. Il professore invece, dopo una pausa di silenzio, cercò lo sguardo di Mario, ma non lo incontrò perché il nostro compagno aveva
gli occhi bassi, rigonfi di lacrime di pentimento. Con molta calma si avvicinò all’alunno e gli parlò profondamente, come un padre, abbatten-do i muri dei provvedi-menti punitivi e costruen-do legami di perdono. Sicuramente questo è solo uno dei tanti episodi in cui i docenti nella quotidianità scolastica, assieme ai saperi della cultura, trasmettono agli alunni che gli vengono affidati insegnamenti di vita e misericordia.
#GiacomoCurci
Costruire legami di perdonoGesti concreti da compiere a scuola
Amore
Le origini del Giubileo risalgono all’Antico Testamento, la parola deriva da Jobi-laeum: Jobel(ariete), Jobil(richiamo), Jobal (remissione). Nel Levitico gli Ebrei suonavano il corno ogni quarantanove anni per richiamare la gente di tutto il paese, dichiarando santo il cinquantesimo anno e proclamando la remissione degli abitanti. Secondo l’Antico Testamento il Giubileo portava con sé la liberazione dalla miseria; la legge stabiliva che nell’anno giubilare non si lavorasse nei campi, che tutte le case acquistate dopo l’ultimo Giubileo tornassero al primo proprietario e che gli schiavi fossero liberati. Oggi il Giubileo fa riferimento alla missione di Cristo e ai suoi seguaci. Così il Cristianesimo ha trasmesso al Giubileo ebraico un significato più pieno e più profondo. È un perdono generale che il Papa concede sotto deter-minate condizioni ai fedeli, fondato sul valore dell’indulgenza e sul potere che la Chiesa ha di offrirla. Il Giubileo cristiano nasce nel Medioevo e fonda le sue radici nella tradizione cristiana. È l’anno della solidarietà, della speranza e della peniten-za sacramentale. Può essere ordinario se legato a scadenze prestabilite, straordi-nario, come questo, se indetto in occasione di qualche avvenimento importante.
Ricerche a cura di Rosanna Montaruli ed Elena Del Vecchio
GIUBILEO
annunciare educare
Si è appena concluso un importante Convegno Nazionale, a Firenze. La Chiesa italiana ha tracciato alcune linee di impegno per il prossimo decennio. Nel fumetto le Vie Principali che siamo invitati a seguire.
ragazzi
Inserto per i ragazzi della Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi Pagina III
Annunciare, dice Papa Francesco, è prendere l’iniziativa, coinvolgere,
accompagnare, fruttificare e, in virtù di questo, un gruppo di bambini di terza elementare della Parrocchia di Sant‘Ago-stino a Giovinazzo è “uscito fuori” per vivere un’esperienza di crescita nell’amore per l’altro. A conclusione del cammino, nel mese di maggio, hanno riflettuto sulla figura di Maria che fa visita alla cugina Elisabetta. Come essere segno della presenza e della vicinanza di Dio? Anche se piccoli, non è stato difficile pensare ad una realtà a loro familiare; come Maria parte in tutta fretta per mettersi a servizio di
Elisabetta, così anche noi possiamo condividere un po’ del nostro tempo con chi è solo e soffre: gli ospiti della casa di cura di San Francesco. Accompagnati dai propri genitori, dalle catechiste e da don Silvio, hanno allietato con la loro presenza gioiosa e spon-tanea un gruppo di anziani. Momenti di preghiera, canti e racconti di vita hanno caratte-rizzato un pomeriggio certa-mente diverso e ricco di emozioni, perchè tutti, grandi e piccoli, abbiamo tradotto nel modo più semplice possibile il concetto di carità in capacità di essere portatori della bontà e della tenerezza di Dio a chi ne ha più bisogno. Elisabetta,
con la visita di Maria, si sente incontrata dal Signore, è bastato un saluto per sentirsi amata da Dio attraverso la voce di questa sua giovane parente di Nazareth. E quando finalmente avviene l’incontro, dopo un lungo viaggio, la gioia prevale. Maria ha portato la gioia del Vangelo che, facendosi attenzione e premura, diventa accoglienza e servizio verso gli altri. Il dono più bello che questi bambini hanno ricevuto è aver compre-so che basta poco per portare amore a chi incontriamo e per riceverne altrettanto dall’al-
tro, senza limiti di età, di cultura e di condizione sociale.
Visitati per visitare, incontrati per incontrare, amati per amare e curati per curare e fasciare tante ferite esisten-ziali con la misericordia, la solidarietà, la gioia e l’atten-zione dovuta.
La nostra rivoluzione passa attraverso la tenerezza per l’altroUn’esperienza della parrocchia Sant’Agostino di Giovinazzo
vitaGRUPP
Odi
#AnnaMattia
uscire abitare trasfigurare
Andràs, lunga barba bianca, carrello a seguito, da giorni vagabonda per le vie di Terlizzi. A stento, quando ti parla, si comprende quello che dice, talvolta sembra
parlare da solo o con un compagno tutto suo; di certo non passa inosservato: capelli arruffati, volto segnato dal sole, scarpe logore, apparenza trasanda-ta, solo un sacchetto di plastica a fargli compagnia. C’è chi lo ha visto dormire su una panchina nei pressi delle villette Falcone-Borsellino all’ingresso della città e chi lo vede
ogni mattina lavarsi presso le “quattro fontane”. Qualcuno ha
dovuto chiamare la Polizia; viene soprannominato “barbone incivile” che non conosce le regole del buon costume. Le forze di Polizia municipale non hanno potuto far altro che constatare che l’anziano signore è un semplice uomo abbandonato al suo destino di migrante senzatetto. Andràs cerca solo un spazio dove vivere adeguatamente, non vuole aiuto, non chiede soldi, desidera solo starsene da solo. Qualcuno gli si avvicina per offrirgli qualcosa da mangiare, qualche indumento nuovo. Ai pochi con cui ha parlato, ha raccontato di essere di origine messicana, arrivato da Napoli fino a Terlizzi in autostop lungo l’autostrada Napoli-Bari, ma, forse, si ipotizza si chiami Martin Bodhal un austriaco, svanito nel nulla 17 anni fa all’età di 23 anni mentre era in vacanza con gli amici e si divertiva come tutti i ventenni delle famiglie agiate.Andras, Martin o clochard o homeless o senzatetto, l’unica cer-tezza è che la sua famiglia e i suoi amici hanno smesso di chieder di lui, l’hanno semplicemente lasciato andar via, alla ricerca di un nuovo spazio per vivere. Una panchina sotto le stelle rappresenta la meta tanto sperata?
Sotto una trapunta di stelleLa solitudine di migranti e clochard nelle nostre città
#Altamura Carmela, Chieco Vittorio, Pardini Arianna, Prudente Martina
Doriana Minervini
ragazzi
Inserto per i ragazzi della Diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi Pagina IV
Crucipuzzle...
Una canzone un film un sito webLe cronache di Narnia (C. S. Lewis- 2005)
Uscito nel 2005, il
film è ambien-tato nella II Guerra
Mondiale. Quattro fratelli, affidati a un professore e alla sua governante, scoprono un
giorno un insolito armadio: una porta d’ingresso a Narnia, mondo congelato e governato da una gelida strega. I ragazzi vengono riconosciuti come i salvatori di Narnia,
secondo la profezia. Così combattono al fianco del re Aslan, il leone fondatore tornato per difendere la sua terra, che compie l’ultimo sacrificio per il bene di tutti. Solo così l’inverno può finire.
www.im.va(Sito del Giubileo)
Per vivere pienamente
gli eventi dell’anno giubila-re, è possibile visitare il sito
www.im.va. Troverete tutte le indicazioni sugli obiettivi di questo giubileo straordinario, il significato del logo, l’inno, i sussidi per la Nuova Evangelizzazione, le porte della misericordia in tutto il mondo e il calendario con gli eventi che coinvolgeranno tutte le nazioni, così da scegliere a quali e come partecipare. Vi è inoltre lo spazio dedicato a chi
vorrà viverlo come missionario o volontario e molto altro.
allenaMENTE
Atto di fede(L. Ligabue-2010)
Vivere, come dice Ligabue,
è un atto di fede. Perché c’è sempre qualcosa di più di tutto
ciò che possiamo vedere con occhi umani. “Oltre i giuda tutti in buona fede, i cani e porci che prendono in giro chi crede in loro, il passato, c’è tutta la vita davanti, perché
esiste una bellezza che ti spacca il cuore e chi ha incontrato Dio lo sa bene. Vivere non è mica un complimento, è un impegno, una convinzione di chi sa che è da come
guardi che cambia la tua vita e la fede ci dà uno sguardo più ampio.”
multiMEDIA ragazzi
puntaPENN
Adi
Ne basta un po’Donare è avere tempo
un cuore grande, io lo sento
un’amicizia, una storia
li scandisce la memoria.
M’ insegnerà ad amare
e tutti perdonare,
la gioia di condividere
mi porterà a sorridere.
Deve far parte della mia vita
scalda tutto, sino alla punta delle dita,
ma poi arresta la sua corsa
in chi si arrende e non osa.
Tenerezza a tutto tondo
ecco il nuovo mondo,
con la forza di un abbraccio
chissà cosa faccio!
Questa è la poesia che amo di più
la leggo e non sono più giù.
a cura di Susanna de Candia
a cura di Valeria Allegretta
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StraordinarioChiesa GiubileoMisericordiaPapaMissione AmorePorta SantaRemissione dei peccatiRiconciliazioneConversionePenitenzaCristoBasilicaRitiAnnoFrase del Giubileo:
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a cura di #SusannaMdeCandia
#classi4B4C”R.Scardigno”Molfetta
La Redazione Allegretta Valeria, Bruno don Silvio, Capurso M. Alessandro (Grafico), Giacomo Curci, de Candia Susanna, Del Vecchio Elena, Fioretti Annagrazia, Iurilli Angelica, Minervini Doriana, Montaruli Rosanna, Nappi Maria Rosaria, Pisani Naike, Poli Giulia, Prisciandaro Flora, Sparapano Luigi, Ventura Laura, Zelazko Suor Maria Orsola acg.
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