LeV Giovani n.96

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1 febbraio 2015 anno XIII

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Si riparte o work in progress?È questa la domanda che mi abita in vista della nuova

avventura del periodico Luce e Vita Giovani. Quando il Vescovo, un anno e mezzo fa, mi incaricava di curare la pastorale giovanile della diocesi, ereditavo tra i vari progetti avviati dai miei predecessori il coordinamento di una squadra facente capo a Luce e Vita Giovani. Nato circa 13 anni fa per volere di un gruppo di giovani volontari, nel corso degli anni si è fatto strada mensilmente, accanto al settimanale. Ereditavo una redazione in cerca di nuovi stimoli, forze e voglia di verificarsi.Ci siamo fermati! Si, senza vergogna, con coraggio e fermezza ho dettato uno stop. Da un lato motivato dal tempo, sempre sfuggente, per i ritmi che alcune volte, ahimè, anche un sacerdote è chiamato a vivere; dall’altro dalla voglia di capire meglio su quale versante intervenire per progettare.

Cinque mesi fa è partita grazie al diffusissimo mezzo di whats app una indagine/sondaggio tra i giovani della diocesi, incentrato sulle esigenze, gli argomenti, gli obiettivi, le rubriche, la periodicità e i luoghi di distribuzione che Luce e Vita Giovani deve avere. Abbiamo così sposato quel nuovo modo, tutto giovanile, di

usare il cellulare non più per chiamate e messaggi, ma anche per interagire con un progetto.Ed è questo che ci ha fatti fermare ad analizzare i risultati. Riunioni fino a tarda sera, prima con un ristretto gruppo, poi man mano che cresceva l’entusiasmo, aumentavano attraverso il passaparola il numero di aderenti, non ad una redazione, ma ad un laboratorio di idee, così come mi piace chiamare l’equipe che collabora al nuovo Luce e Vita Giovani. Cresceva anche la voglia di dare una risposta alla crescente difficoltà di un giovane di fermarsi a leggere, abituato come è a voler gettare uno sguardo solo su piccoli stralci, frasi, link o citazioni che i social network ci “impongono” di vedere.In questo studio di fattibilità ecco la risposta: in quanto giovani educhiamoci per primi a leggere! Eccolo qua Luce e Vita Giovani in questa nuova formulazione: grafica diversa, più colorata, intuitiva, che si apre o continua sul web (grazie ai qr code), nuovi contenuti e spunti, rubriche maggiormente legate al tessuto diocesano e il desiderio grande non solo di essere ancora gradito, ma sostenuto dai giovani che raccontano di sé, del proprio mondo e di quello che vorrebbero. Altre novità sono il formato, la rivisitazione del vecchio logo con quello attuale e il gioco di colori. Ovviamente non è un “prodotto” finito, ma in continua evoluzione. Ai parroci, animatori di comunità, dirigenti scolastici, insegnanti, studenti, pendolari e lavoratori, l’invito a non dimenticarci.Un personale e devoto grazie va a chi in passato si è speso tanto e con innumerevoli sacrifici per il buon nome del Luce e Vita Giovani, a don Vincenzo di Palo, a don Nicolò Tempesta e all’attuale laboratorio di idee, giovani che vogliono dar spazio più alla vostra voce, che alla propria! Dunque, si riparte?Si, ma col desiderio di un progresso, per tessere, intrecciare, sostanzialmente textere, così come il latino ci insegna!Buon cammino a tutti.

Luce e Vita Giovani» ricompare, dopo un anno di pausa quasi obbligata, con rinnovato entusiasmo. La voglia di esserci, a dispetto

della crisi dai molteplici risvolti, si sposa, in questo nuovo esordio, con il desiderio di mostrare gli aspetti positivi della vita. “Giovani che sanno ridere”, è il tema scelto per questo primo numero. Non a caso, evidentemente. Esso non ha nulla a che fare con l’antico adagio latino: Risus abundat in ore stultorum! Ha a che fare, invece, con la radicata convinzione secondo la quale il “saper ridere” diviene

espressione di ottimismo, con innegabili proprietà terapeutiche. In ogni espressione di vita (dallo sport alla musica, dal teatro all’arte visiva, dalla sofferenza alla danza…), il sorriso è balsamo di rigenerazione. Parafrasando una nota espressione di Madre Teresa di Calcutta,

potremmo dire: il mondo è triste perché non sa sorridere. Siamo convinti che questo sia tanto vero, così come risponde a verità quanto Ella affermava: “Il mondo è freddo perché manca l’Amore”. Auguri affettuosi per il nuovo cammino!

+ Don GinoVescovo della Diocesi

don Massimiliano FascianoIncaricato diocesanodel Servizio per laPastorale Giovanile

Luigi Sparapano Direttore di Luce e Vita

Saluto deldirettore Luce e Vita

Con molta gioia riprende LeV Giovani, teenager della testata diocesana, pensato e curato dal

Servizio diocesano di pastorale giovanile per un dialogo diretto tra giovani. Dopo qualche mese di pausa e di ripensamento, torniamo in stampa con qualche novità nella continuità, convinti che la sovrabbondante e veloce comunicazione digitale non debba sopprimere la riflessività e il ritmo lento della carta stampata. Sì, cari giovani amici, perché come ci dice Papa Francesco “dobbiamo recuperare un certo senso di lentezza e di calma”. Ecco, il giornale può offrire questa possibilità per soffermarsi a scrivere e leggere del vostro mondo, degli affetti, dei progetti, perché no, anche degli spazi di vita tra cultura, tempo libero, esperienze ecclesiali e civili. Non da ultimo, LeV

giovani potrà farsi compagno discreto del vostro cammino di fede. Tengo però a dire che questo spazio (non strumento!) non esaurisce il progetto di comunicazione della nostra chiesa locale; con LeV ragazzi, nato da poco, e gli altri speciali (LeV Arte, Kleopas, monografie…) vogliamo alimentare quel dialogo intergenerazionale per cui i ragazzi, voi giovani e noi (?) adulti ci ritroviamo a leggerci reciprocamente, a confrontarci e magari ad interagire, proprio come (dovrebbe essere) in una famiglia. Settimanalmente su Luce e Vita e periodicamente sui numeri dedicati. Grazie allora a quanti, con il Vescovo, pensarono LeV giovani e lo hanno redatto in questi anni; grazie a quanti oggi lo ereditano e lo rilanciano e, a voi che lo accogliete.

“Voglia di dare una risposta alla crescente difficoltà di un giovane di fermarsi a leggere”

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Corsa con le sedie d’ufficio, hockey su monociclo, rugby subacqueo, regate

delle zucche giganti… non saranno mai delle discipline olimpiche, ma rientrano comunque nella categoria “sport”. Sport poco comuni da sembrare non veri. Se avete pensato di smettere di giocare a calcio, pallavolo, basket o ad altro e cimentarvi in qualche altra attività sportiva e siete a corto di idee, prendete in considerazione uno di questi sport davvero originali e super divertenti.In Germania è nata la corsa con le sedie d’ufficio, una vera e propria gara di velocità dove due atleti si sfidano e vince chi taglia prima il traguardo. Per la vittoria finale non è importante solo la velocità, ma anche l’addobbo: più una sedia è fantasiosa, più probabile è la vittoria.La battaglia di cuscini non è solo un gioco praticato in casa con amici, cugini o fratelli,ma è diventato un vero e proprio sport.Nel 2011 si è tenuto il primo Campionato del

elementi si realizza uno sport diverso dal solito e molto divertente, come l’elephant polo che oltre in Sudafrica è praticato anche in India, Nepal e Thailandia, simile al polo inglese, ma in groppa agli elefanti.Un po’ più adatto per gli equilibristi sono l’hockey su monociclo oppure il basket su monociclo.Il primo si gioca con regole simili all’hockey sul ghiaccio, ma senza contatto fisico e una pallina da tennis che sostituisce il disco;il secondo con i fondamentali uguali al basket e abbiamo persino una squadra italiana.Decisamente stravagante è la regata delle zucche, le enormi zucche possono diventare, una volta svuotate, delle piccole imbarcazioni, con un uomo all’interno per prendere il largo. Questa divertente attività sportiva si svolge a Ludwigsburg, paese tedesco a nord di Stoccarda. Il vincitore è colui che arriva per primo al traguardo e vengono assegnati dei bonus in base alla grandezza della zucca.

Anche questoè sport…Pazze idee dal mondo

Consigliamo di far fare i nodi

ad un marinaio esperto!

Crea il tuo calcio balilla umanoIngredienti per uno spassoso pomeriggio con 2 squadre da 13/15 persone l’una, su campetti di calcetto a 5 o a 7:

• Un campetto per 5 o 7 giocatori

• Metri di funi (tipologia sagola spessore 8/10 mm) lunghe quanto il campo, per ogni fila di giocatori

• Mezzo metro di fune elastica per ogni estremità di fila di giocatori (serve da ammortizzatore per non rovinare i pali del bordo campo)

• Individuare pali resistenti a bordo campo per legare le funi

• Creare con canaline porta cavi cilindriche in plastica, le basi per i giocatori singoli o coppia

• Far passare le funi all’interno delle canaline portacavi, legare le estremità a quelle elastiche e queste ai pali bordo campo

• Un pallone in spugna

• Un fischietto, un arbitro imparziale e casacche due colori diversi per le squadre

• Posizionare le squadre e voglia di divertirsi!

Mondo, a Edimburgo. La divertente lotta si svolge in un ring simile a quello di pugilato, con un vero e proprio regolamento.Grande successo e sempre più in espansione,un po’ meno in Italia, è il paf ball (o Zorb Soccer), uno sport simile al calcio, ma diverso per alcune regole. I giocatori sono inseriti in contenitori gonfiabili, la regola principale non è calciare il pallone, ma buttare a terra l’avversario, questi cadendo fan fatica a rialzarsi e quindi è più semplice arrivare con la palla dinanzi alla porta. Uno sport altamente esilarante, perché oltre alle numerose cadute con rimbalzo successivo, i giocatori sudano, la visibilità scarseggia a causa dell’involucro appannato e quindi corrono come e dove capita. In continua diffusione il calcio balilla umano, gioco abbastanza statico, ma molto divertente nel simulare gli omini situati sulle aste del classico calcio balilla: movimenti solo orizzontali e mani bloccate sull’asta.Tante le idee diffuse in tutto il mondo, con pochi

Si affrontano imbarcazioni pesanti anche 90 chili.Questi sono solo alcune delle divertenti attività sportive in giro per il mondo.Praticare sport è una cosa molto positiva per l’essere umano perché aiuta il fisico a mantenersi attivo e giovane, ma spesso i “soliti sport” non sono sufficienti, soprattutto per i soggetti pigri che non hanno un buon rapporto con l’attività sportiva.Fino all’adolescenza non ci sono problemi perché oltre ai genitori ci sono gli amici che ti coinvolgono, ma crescendo, se non sei un vero e proprio atleta, si corre il rischio di restare rinchiuso in casa, sul divano, di fronte alla tv e ad una consolle.Come non seguire queste fantasiose idee sportive per combattere la noiosa routine quotidiana e divertirsi in compagnia?Chissà una di queste spassose attività si potrebbe inserire anche nelle nostre prossime Ecclesiadi.

Miky Altamura

* Costi:circa 130/150 euro

* Tempo di costruzione:circa 2 ore e mezza

!!

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Ci sono posti al mondo in cui, inutile negarlo, il Natale arriva prima e si sente di più.

Sono quei luoghi in cui l’amore e la solidarietà riecheggiano quotidianamente tra le mura,per le scale, lungo i corridoi.Uno di quei posti è “L’opera Santa Teresa” di Ravenna, istituto caldo e accogliente che ospita al suo interno anziani e disabili, chiamati “i bambini” dentro l’Opera, in virtù della loro perenne innocenza e spensieratezza.Và avanti ormai da qualche anno: accompagnati da don Luigi Caravella e, prima di lui, da don Massimiliano Fasciano, un gruppo giovanissimi frequentante l’ultimo anno di scuola superiore trascorre qualche giorno durante il periodo natalizio nell’Opera, entrando con coraggio in quel mondo così stupefacente, ma così poco visitato, quello della solidarietà.È ovviamente complicato mettere in

Cinque giorni di canti di Natale, balli in coppia, braccialetti faidate donati con gratuità, racconti di vita condivisi, saggi consigli e persino doni regalati da tre ragazzi diventati re magi per qualche ora.Fare volontariato significa sentirsi carichi di allegria e gentilezza da donare al prossimo e scoprirsi spiazzati di fronte a un sorriso così luminoso, nonostante le mani vuote di grandi sogni e progetti di vita, significa sentirsi grati alla vita, significa depurarsi della fretta, dell’abitudine e dell’egoismo di fronte alla vita reale.È allora che non ci si vergogna di saltare come pagliacci solo per strappare una risata in più, di assecondarli e giocare con qualsiasi cosa a patto che li si faccia ridere, di raccontar loro fiabe e ballare a ritmo di musica, perché le note uniscono tutti, di qualsiasi generazione siano.Ascoltarli urlare il proprio nome, comprendere

comunione il proprio mondo indaffarato, vivace e frettoloso, con quello ancorato nel passato, sereno e saggio degli anziani e, ancor di più, con quello ingenuo, allegro ed essenzialista dei ‘bambini’, ma riuscirci è un traguardo che ha il sapore di un frutto coltivato e poi raccolto, di una vetta sognata e poi raggiunta, di un viaggio desiderato e poi goduto.Sono questi i vissuti che il gruppo giovanissimi, quest’anno ha deciso di dare un senso al Natale cristiano dedicandosi ai più bisognosi, dal 2 al 6 Gennaio, raccontano, sprigionandoli da una valigia apparentemente disfatta ma ancora interamente sigillata nel loro cuore.Le foto, i racconti degli anziani e i piccoli inconsapevoli gesti di disabili che sembrano non aver nulla e invece insegnano la vita vera con un semplice sorriso, ne sono autentici testimoni.

di essere diventati importanti anche soltanto per qualche giorno è una delle emozioni più pure che la vita possa regalare.La potente bellezza che si vede in loro apre una porticina verso Dio.Niente disprezzo, niente vergogna, niente diversità: è il volontario che ha tutto da imparare da loro.Fare volontariato diventa punto di partenza e motivo per spronare a vincere la paura e le preoccupazioni sterili da cui ci facciamo prendere ogni giorno per far spazio solo alla verità.Anche Papa Francesco volle comunicarlo con il messaggio dello scorso anno in occasione del mese della Pace: soltanto coloro che vivono, condividono e difendono la pace sono beati, e la loro ricompensa sarà grande perché saranno chiamati figli di Dio.

Maurizia Mongelli

L’esperienza dei Giovanissimidella Parrocchia Sant’Achille

*

Una porticina verso Dio: volontariato a Ravenna

L’Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù di Ravenna È una Casa di assistenza e cura che accoglie anziani, uomini e donne, con patologie geriatriche di varia importanza e bambini cerebrolesi o con altre sindromi invalidanti.

Fondata il 25 gennaio del 1928 dalla mente e dal cuore di Don Angelo Lolli, sacerdote ravennate, che nei primi anni del ‘900, sentì impellente e irrefrenabile l’impulso di “piazzarsi” nel campo della sofferenza e del bisogno, per aiutare i “poveri”:

“poveri di sostanze, poveri di grazia umana, poveri di grazia divina,

poveri di salute, poveri di amore”.

Con un piccolo drappello di collaboratrici, si lanciò in un’impresa veramente colossale, dati gli esigui mezzi di cui disponeva.

(fonte web)

Oggi accoglie gruppi di giovani/issimi per 3-4 giorni di volontariato, accompagnati da un responsabile. Consigliamo di contattare il sacerdote responsabile per concordare tutto.

www.facebook.com/santa.teresaravenna

Contatti:Via Santa Teresa, 8Ravenna

Centralino:0544 38548

Mail: [email protected]

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Dopo sei allenamenti si entra in corsia in compagnia di clown più anziani (come esperienza). Gli allenamenti continuano per tutta la durata della vita clown. Sono utili per regalarti spontaneità e spirito di gruppo.Imparare ad essere un clown è impegnativo?Non si impara ad essere clown, ti viene spontaneo. È un gioco di gruppo con un unico obiettivo comune: portare il messaggio del vivere in positivo con la consapevolezza che non possiamo cambiare il mondo, ma che possiamo condividere con le persone che incontriamo lungo il percorso un pezzo di Vita: il sorriso. A chi si rivolge il servizio e in quale ambito l’attività viene svolta?Il servizio si rivolge principalmente ai bambini dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII e del reparto oncologico del Policlinico di Bari.Poi ci sono chiamate extra per case di riposo,

carceri, scuole… dove la missione è sempre la stessa: portare un sorriso.Tu che tipo di esperienza hai?Sono clown da un anno circa e mi sono trovata di fronte a svariate situazioni, alcune abbastanza dolorose e difficili. Essere clown assume diverse forme: nei momenti più difficili come in quelli più festosi. Il “Naso Rosso” apre le porte del cuore, aiuta a guardare la parte più vera che si incontra: con semplicità, amore disinteressato e rispetto. La missione è: essere vicini alle persone. Alla fine si sorride allo stesso modo in tutti le parti del mondo e l’obiettivo non va mai perso di vista. È difficile avere a che fare con il disagio, il dolore e la malattia nelle persone?È difficile e a volte imbarazzante.Però c’è sempre il “Naso Rosso” che ti aiuta a superare ogni difficoltà. È uno strumento di gioia a 360 gradi.

Chi è Patch Adams?Hunter Doherty “Patch” Adams è nato a Washington il 23 maggio 1945. È un medico, attivista e scrittore statunitense, noto per aver ideato una teoria olistica molto particolare, quella del sorriso nota poi in tutto il mondo come clownterapia, il cui obiettivo è far ritrovare la voglia di sorridere anche ad ammalati e orfani. Ama ricordare che “L’humor è l’antidoto per tutti i mali… credo che il divertimento sia più importante quanto l’amore… la vita è un tale miracolo, è così bello essere vivi che mi chiedo perché qualcuno possa sprecarne un solo minuto!”

Intervista ad Annain arte volontaria del sorriso

CLOWNTERAPIA:cosa spinge a far ridere

Il sorriso è la medicina migliore!

?!

Nell’immaginario collettivo parlare di clownterapia significa proiettare nella

propria mente medici in camici bianchi, con nasi rossi e buffi palloncini tra le mani, che tentano di portare un sorriso tra i bambini malati nei reparti ospedalieri.In realtà questa assistenza in ambiente sanitario ha dietro di sé una vera formazione, spesso tra volontari, che non si limita all’aspetto ludico e che non coinvolge solamente piccoli pazienti. Anna, rappresenta un esempio di clown, che utilizza questa terapia, cercando di creare un rapporto empatico con la persona bisognosa di sollievo e assistenza.Anna è colei che ci farà avvicinare alla psicologia del sorriso, parlando proprio del “lavoro” dei volontari, dei benefici che ricevono i pazienti e del percorso che porta un volontario a diventare un dottore del sorriso.

Anna, quali sono le motivazioni che spingono una persona a fare volontariato, e nello specifico, proprio il clown?Credo siano molto personali. Ognuno dentro di sé nel corso della vita cova qualcosa di particolare tanto da decidere di mettere a disposizione degli altri il proprio tempo e se stesso. C’è un candidato Clown “ideale” da cui prendere spunto?Non esiste un clown ideale. Tutti abbiamo qualcosa di speciale ed unico. Non esiste un prototipo da seguire altrimenti diventeremmo tutti uguali.Come ci si forma e quali sono le competenze necessarie?Si effettua in una prima fase un test di selezione e se lo superi, si effettua un corso intensivo di 3 giorni. Dopodiché si effettuano due volte al mese degli allenamenti di gruppo. continua a pag. 10

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Un “numero zero”da non perdere:

Umberto Ecocolpisce ancora!

The ImitationGame:

l’enigma indecifrabile

Patch Adams,il film «Ridere è contagioso! Noi dobbiamo curare la persona, oltre alla malattia» Patch Adams è un film del 1998, coordinato da Tom Shadyac ed ha come protagonista l’attore indimenticato Robin Williams.Questo film narra la storia di un uomo, Hunter Adams, che dopo aver tentato il suicidio, decide di riscattarsi alla vita iniziando a far parte, come volontario, in un ospedale psichiatrico. Ed è proprio questa esperienza che gli cambierà la vita. Imparerà a guardare oltre, ad avere una nuova prospettiva, ad affrontare i problemi con occhi diversi.

Genere: commedia.Durata: 115 min.

In cosa sei cresciuta facendo clown terapia?Essere clown è meraviglioso aiuta ad aumentare anche la propria autostima.I bambini ti riempiono il cuore di gioia e ti aiutano a capire quanto sei fortunato.Ad essere felice con il sentimento più grande ed intramontabile della vita:l’Amore!

Andrea Teofrasto

Capita di trovare anche situazioni di pazienti che in quel determinato giorno non hanno voglia di vedere nessuno.Pazienza! capita … in fondo, la vita del malato non è semplice!Consiglieresti l’esperienza clown ai ragazzi, e perché? Certo! Ti aiuta ad apprezzare la vita, a dare valore alla quotidianità che a volte viene snobbata. Quasi pensiamo ci spetti di diritto e in fondo, è un grande Dono!Perché hai deciso di provare l’esperienza del clown terapia a trent’anni? Non esiste un limite di età per diventare clown, l’importante è essere maggiorenni.Ad un certo punto ho sentito il desiderio di dedicare me e il mio tempo a chi ne avesse avuto bisogno. Il modo migliore per trasmettere un messaggio positivo è sorridere.Tempo fa, avevo sentito parlare della clownterapia ed ho pensato bene di documentarmi come fare per indossare il magico Naso Rosso.

1992: l’inchiesta “mani pulite” svela la città delle tangenti. Tangentopoli, è solo agli albori. Il giudice Falcone è stato appena assassinato mentre viene eletto Presidente della Repubblica il democristiano Oscar Luigi Scalfaro.. La voce narrante è quella di un intellettuale coinvolto nel lancio di un nuovo giornale dal titolo “Domani”. Il numero zero forse non verrà mai stampato, ma verrà meticolosamente preparato per alimentare calunnie, menzogne, ricatti.E se davvero Mussolini non è morto fucilato e quello esposto a Piazzale Loreto era un sosia? E se c’era la sua presenza dietro a fatti come Golpe Borghese, la P2, la mafia, il presunto assassinio di Giovanni Paolo I? Se “i giornali mentono, gli storici mentono, la televisione oggi mente, anche la scienza mente”, probabilmente Eco ci suggerisce di stare attenti a ciò che percepiamo.L’opera del grande autore italiano si delinea come un giallo (senza colpevole!) che nessun italiano, soprattutto giovane, dovrebbe perdersi.Un’Italia da capire, ma che nessuno, forse, in realtà, capirà mai.

Sara de Bartolo

Diversità ed enigma si racchiudono nel capolavoro “The imitation game” di Marten Tyloum. Questo film è tratto dalla storia vera di Alan Turing, un brillante matematico e crittoanalista inglese a cui fu affidato dalla Marina inglese il compito di decifrare “Enigma”, il codice segretissimo di cui si servivano i Nazisti per le loro comunicazioni. A capo di un gruppo di menti brillanti, egli mise a punto una macchina di nome Christoper (cioè colui che porta Cristo), che permise di decifrare l’enigma e di salvare delle vite. L’Inghilterra del buon costume e delle tradizioni però, condannò il suo salvatore alla castrazione chimica solo perchè omosessuale e diverso dalla normalità. Una mente geniale, costretta a vivere in codice, a cui il mondo inglese non dette il degno riconoscimento. Alla fine del film rimane però un altro enigma: “può una macchina pensare come l’uomo?”.

Margherita Salvemini

da pag. 9

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Apprendo con gioia che il giornale Luce e vita giovani torna alle stampe. È nato

alcuni anni fa con la volontà di incontrare i giovani sul terreno dei fatti della loro vita, nel dialogo delle tante esperienze, nelle chiamate e risposte dei loro accadimenti, spinti dal bisogno di comunicare e confrontarsi. Alla base una convinzione: i giovani, ragazzi e ragazze, sono protagonisti della loro vita, attori principali della loro storia. Quando vogliono, mente e cuore si intrecciano bene e sono capaci di mutare le loro sorti e le vicende del mondo.Sognatori e attuatori di ideali di vita e di fede sanno mettersi in gioco; con umiltà imparare dalla vita e nella vita. Il Luce e vita giovani era un mezzo per riflettere sul mondo giovanile, per provare a leggere la cronaca dalla parte dei giovani, interpretare i fatti con la mentalità giovane. Che si continui a dare spazio ai giovani: a tutti i giovani, quelli

di chiesa, a volte di sagrestia, insieme a quelli di strada, giovani di studio, insieme a giovani di lavoro, giovani a cui sembra che vada tutto bene, insieme ai giovani in difficoltà con se stessi e con la vita; giovani che hanno incontrato Dio insieme a giovani che lo stanno cercando.Il giornale uscirà in prossimità della giornata per la vita: sia l’occasione per riflettere con intelligenza e profondità sulla vita dei giovani non per denigrarli ma per accoglierli quali protagonisti del presente e del futuro della nostra storia.L’augurio in breve: che sia un giornale bello! La bellezza dei giovani, l’entusiasmo della loro vita, la fantasia dei loro gesti, si legga in questo giornale. Buon lavoro.

Don Vincenzo Di Palogià coordinatore del Luce e Vita Giovani e ora direttore dell’ufficio diocesano per la

Pastorale della Famiglia

La giornatadella vitaQuesta giornata nasce nel 1978 con lo scopo di “educare all’accoglienza della vita e di combattere l’aborto ed ogni forma di violenza esistente nella società contemporanea “(parole del segretario generale della CEI mons. Luigi Maverna). La paternità è, dunque, quella della CEI, come espressione dei pastori italiani che vogliono educare al rispetto della vita.L’istituzione di questa giornata nasce all’indomani dell’approvazione della legge 104, il 18 maggio 1978, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Si trattava di anni agitati: l’insorgere delle Brigate Rosse, manifestazioni di piazza, l’inizio dei cosiddetti “anni di piombo”. La legge 194 diviene legge della Stato:la donna può abortire. E allora, per la vita contro la “cultura della morte “, la Chiesa italiana propone ogni anno la “Giornata per la vita”. Oggi si cercano sempre nuovi spunti per evangelizzare la vita umana, il suo rispetto e la sua sacralità. In Italia, dove la celebrazione della giornata è giunta alla 37^ edizione, ormai esistono iniziative consolidate e valide: dalla preghiera ai cortei, dalle manifestazioni ai concorsi, dalle parrocchie alle scuole. D’altronde la Chiesa deve essere come Maria di Nazareth, pronta ad indicare il cammino all’uomo contemporaneo coniugando una equilibrata relazione tra ragione e fede.

Frasi tratte dal messaggio per

la 37a Giornata Nazionale per la

vita dei Vescovi italiani

Il nostro Paesenon può lasciarsirubare la fecondità.

È un investimento necessarioper il futuro assecondare il desiderio alla vita che è vivo in tantiuomini e donne.

Occorre aprire il cuore anche ai bambini

già nati e in stato di abbandono.

Si tratta di facilitare

i percorsi di adozione

e di affido.

La solidarietà verso la vita può aprirsi anche a forme nuove e creativea di

generosità, come una famigliache adotta una famiglia.

La fantasia dell’amore può

farci uscire da questo vicolo

cieco inaugurando un nuovo

umanesimo:

“vivere fino in fondo

ciò che è umano (…)

migliora il cristiano

e feconda la città.

Insieme per crescere

Vita al serviziodei giovani

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MARIANNA CAMPOREALEstudentessa universitaria20 anni - Giovinazzo

DARIO PRUDENTE Operaio

20 anni - Terlizzi

MARGHERITA SALVEMINI Studentessa universitaria

21 anni - Molfetta

ANTONELLA LA FORGIAgrafico pubblicitario

27 anni - Molfetta

EMANUELA MALDARELLA studentessa Scienze Religiose

referente progetto Policoro 28 anni - Giovinazzo

TERESA DE SARIOstudentessa universitaria

20 anni - Terlizzi

MIKY ALTAMURAistruttore nuoto26 anni - Ruvo

MAURIZIA MONGELLI studentessa universitaria

19 anni - Molfetta

ANTONIO CARLUCCI studente universitario21 anni - Ruvo

ANDREA TEOFRASTO studente universitario23 anni - Molfetta

SARA DE BARTOLOstudentessa universitaria 20 anni - Terlizzi

GINO SPARAPANO docente IRCdirettore Luce e Vita 48 anni - Ruvo

MICHELE MARTINELLIstudente universitario

20 anni - Ruvo

SIMONA BOCCANEGRAeducatrice centro disabilità e

referente scout d’Europa 28 anni - Molfetta

TERESA GIANCASPROstudentessa universitaria

referente oratorio21 anni - Molfetta

DON MASSIMILIANO FASCIANO

sacerdote e docente IRCincaricato Pastorale Giovanile

32 anni - Molfetta

BEPPE MODUGNOfotografo

32 anni - Molfetta

ANGELICA IANNONEstudentessa liceale

16 anni - Molfetta

NICOLETTA MINERVINI insegnante IRC

allenatrice tennistavolo29 anni - Molfetta

GIOV

ANI

Non vedeNon senteNon parlaIl suo pensiero vaga.Buio ha nella mente,di cose mai viste,ne vissute, indefinite.Le piccole braccia tendeNel tatto cerca conoscenza di tutto ciò che lo circonda.La sua mano la sorella prende,ci si accarezza il viso.Sua sorella tra le braccia stringe.Solo un sogno.Il sogno di un sorriso.

(Valeria Gadaleta a suo fratello, Reinterpretazione di una poesia di autore anonimo.)

Volontariato, una risorsa per la società e perse stessi.Parlare di volontariato significa far riferimentoal complesso di attività, iniziative, interventiper fini altruistici e di solidarietà.I volontari possono muoversi in diversi campi, l’assistenza alle persone che presentano gravi necessità, l’organizzazione di eventi culturali, sportivi, artistici, attività di tutela dell’ambientee degli animali.L’obiettivo principale del volontario è quello di mettere a disposizione dell’altro le proprie competenze e regalare momenti piacevoli e divertenti. Nel nostro territorio molte sono le occasioniche si presentano ai giovani che voglionomettersi a disposizione della società.

CON IL SORRISOAIUTARE

CARITAS DIOCESANAwww.diocesimolfetta.itHa come obiettivo l’accoglienza, la prevenzione,il sostegno alla persona. Voluta fortemente da Don Tonino Bello è oggi presente a:MOLFETTA Piazza Giovene 4 - Tel. 0803348054RUVO Corso Iatta 90 - Tel. 0803615745GIOVINAZZO Via Marco Polo 2 - Tel. 0803943838TERLIZZI Corso V. Emanuele 24 - Tel. 0803510819

SER MOLFETTA - ASSOCIAZIONE VOLONTARI118 - www.sermolfetta.it - Tel. 0803385737Presente in Via Togliatti presso Palasport Poli Molfetta, si impegna nell’assistenza socio sanitaria con servizi di ambulanza, assistenza a manifestazioni, servizio di accompagnamento in favore di anziani, disabili e minori e servizi protezione civile.

SERVIZIO CIVILE NAZIONALEwww.serviziocivile.gov.itOffre l’opportunità a ragazzi e ragazze dipartecipare attivamente alla vita sociale e civiledella comunità attraverso l’impegno concreto in progetti di particolare rilevanza sociale e rappresenta un’opportunità unica di crescitadi conoscenze lavorative.

la REDAZIONE

Direttore responsabileAntonio Ciaula

Direttore editorialeLuigi Sparapano

Responsabile inserto L e V GiovaniDon Massimiliano Fasciano

Stampa“La Nuova Mezzina” Molfetta

GraficaAntonella la Forgia

Reg. Tribunale di Tranin.230 del 29/10/88

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