Lettera di una bambina - Nuova Informazione Cardiologica · vere sempre di più, o per il colore...

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L’amore autentico è quello che vuole solo la felicità della persona amata e non chiede nulla per sé IL NOSTRO NOSTRO NOSTRO MOTTO MOTTO MOTTO: C : C : COME OME OME ESSERE ESSERE ESSERE MIGLIORI MIGLIORI MIGLIORI OGNI OGNI OGNI GIORNO GIORNO GIORNO Febbraio 2011 Volume III n. 17 Cari bambini, i grandi dicono di pensare al bene dei bambini e di voler costruire per noi un mondo mi- gliore. Però non ci dicono nulla, non ci informano sulle cose: le fanno e basta. In questo modo noi non sempre capiamo bene cosa succede. Il mio papà e la mia mamma mi hanno detto che è scoppiata un’altra guerra ed io ho voluto capire bene cosa significa. La guerra è fatta dai grandi che litigano tra di loro perché vogliono a- vere sempre di più, o per il colore della loro pelle o per la loro religio- ne, ma a me sembra proprio tanto strano tutto questo. A scuola la maestra ci ha insegnato che tutti gli uomini sono uguali ma se poi si fanno guerra uno contro l’altro vuol dire allora che si dice una cosa e se ne met- te in pratica un’altra. Non si devono dire le bugie! Nei paesi in guerra ci sono tanti bambini che vivono male e non possiedono nulla. Io li vedo alla televisione o sui giornali e divento triste perché so che non hanno una casa come la mia, non hanno dei giocattoli, dei vestiti puliti: a volte non hanno neppure il cibo tutti i giorni, ne’ vanno a scuola come noi. Ho detto a papà che d’ora in poi non mi lamenterò più e sarò più giudiziosa. Quello che ho è più che sufficiente e non devo dimenti- care che ho l’amore dei miei genitori che per me è tutto. La guerra si fa con le armi e sono i grandi che le usano contro altre persone. La mamma mi ha detto che chi soffre di più, in questo caso, sono i bambini, le loro mamme e gli an- ziani, perché sono i più deboli. Io penso che questo mondo non va affatto bene. Quando c’è la guerra tutti diventano tristi e hanno paura. Il cielo diventa scuro, le case crollano, tante persone devono rifugiarsi in altri paesi e tanti altri muoiono, anche se non c’entrano nulla. Lettera di una bambina Lettera di una bambina Io voglio la pace

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L’amore autentico è quello che vuole

solo la felicità della persona amata e

non chiede nulla per sé

IIILLL NOSTRONOSTRONOSTRO MOTTOMOTTOMOTTO: C: C: COMEOMEOME ESSEREESSEREESSERE MIGLIORIMIGLIORIMIGLIORI OGNIOGNIOGNI GIORNOGIORNOGIORNO

Febbraio 2011

Volume III n. 17

Cari bambini,

i grandi dicono di pensare al bene dei bambini e di voler costruire per noi un mondo mi-gliore.

Però non ci dicono nulla, non ci informano sulle cose: le fanno e basta. In questo modo noi non sempre capiamo bene cosa succede.

Il mio papà e la mia mamma mi hanno detto che è scoppiata un’altra guerra ed io ho voluto capire bene cosa significa.

La guerra è fatta dai grandi che litigano tra di loro perché vogliono a-vere sempre di più, o per il colore della loro pelle o per la loro religio-ne, ma a me sembra proprio tanto strano tutto questo.

A scuola la maestra ci ha insegnato che tutti gli uomini sono uguali ma se poi si fanno guerra uno contro l’altro vuol dire allora che si dice una cosa e se ne met-te in pratica un’altra. Non si devono dire le bugie!

Nei paesi in guerra ci sono tanti bambini che vivono male e non possiedono nulla.

Io li vedo alla televisione o sui giornali e divento triste perché so che non hanno una casa come la mia, non hanno dei giocattoli, dei vestiti puliti: a volte non hanno neppure il cibo tutti i giorni, ne’ vanno a scuola come noi.

Ho detto a papà che d’ora in poi non mi lamenterò più e sarò più giudiziosa. Quello che ho è più che sufficiente e non devo dimenti-care che ho l’amore dei miei genitori che per me è tutto.

La guerra si fa con le armi e sono i grandi che le usano contro altre persone. La mamma mi ha detto che chi soffre di più, in questo caso, sono i bambini, le loro mamme e gli an-ziani, perché sono i più deboli.

Io penso che questo mondo non va affatto bene.

Quando c’è la guerra tutti diventano tristi e hanno paura. Il cielo diventa scuro, le case crollano, tante persone devono rifugiarsi in altri paesi e tanti altri muoiono, anche se non c’entrano nulla.

Lettera di una bambinaLettera di una bambina Io voglio la pace

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I bambini non sorridono più, non possono correre ne’ giocare perché tutto intorno è pericolo e male. Tanti di essi, poi, sono obbligati a fare i soldati.

Io penso che sia terribile questo: i bambini devono solo fare i bambini!

Io vi dico, bambini, che noi nel nostro piccolo dobbiamo fare di tutto per crescere e di-ventare adulti migliori di quelli che fanno oggi le guerre. Per esempio dobbiamo cerca-re di non litigare tra di noi, di volerci bene e di accettarci così come siamo, an-che se non parliamo la stessa lingua, anche se il colore della nostra pelle è diverso, o se non abbiamo la stessa religione. E dobbiamo avere rispetto del nostro prossimo: anche questo è molto importante.

I nostri genitori e le maestre ci devono aiutare, però: noi siamo come le piantine che crescono se vengono annaffiate e curate.

Abbiamo bisogno di persone in gamba che ci tengono per mano e ci diano una buona educazione, un buon esempio e un vero ideale di giustizia. So-lo così diventeremo degli adulti buoni e leali.

Vorrei che questa letterina girasse il mondo e arrivasse al cuo-re di tutti i bambini e spero la leggano anche i potenti della ter-ra, così capiscono che non devono più provocare le guerre, get-tare le bombe e costruire le armi.

Vorrei poter colorare il mondo e trasformarlo in un’oasi di pace e di serenità. Capisco però che con la fantasia non è possibile ma con la buona volontà e con l’amore, tutti in-sieme, possiamo provarci.

Noi bambini abbiamo voglia di PACE

Pa

Nella periferia di un piccolo villaggio, al limite del bosco, viveva una famiglia di taglia-legna composta dai genitori e da due figli: Hansel e Gretel. I bambini vivevano felici a contatto con la natura che li circondava. Il loro lavoro preferito era quello di raccoglie-re i frutti del bosco. Una sera, mentre stavano per rincasare, dopo aver giocato nel centro del bosco, udirono un lontano suono simile al pianto di un bambino. - È il pianto di un neonato - Esclamò Gretel. - Cerchiamolo - Disse Hansel. Penetrarono tra gli alberi, nella direzione dalla quale proveniva il lamento. Nel frattempo si sta-va facendo buio e tutto diventava grigio. - Torniamo, ho una paura tremenda! - Disse Gretel. - Sei una codarda e una fifona! - Replicò spavaldamente Hansel. - Tua sorella ha ragione, Hansel. È da stupidi girare per il bosco a quest'ora, quindi è meglio che tor- niate indietro! - I bambini ebbero un sobbalzo. Chi aveva parlato? - Sono io, sono qui… Siete forse ciechi? - Hansel fu il primo a

vederlo: - Un corvo che parla? - Domandò incuriosito. - In realtà - rispose il corvo - io sono un nano dalla barba bianca che

ha subìto un incantesimo. È stata una strega e il suo maleficio conti-nuerà fino alla sua morte - - Hai sentito il pianto di un bambino? - Chiese Gretel.

- State tranquilli, avete udito me - - Sei tu?! - Rise Hansel - Non dire fesserie! Tu hai la voce come quella del vecchio Snipe, l'ubriacone del villaggio: cavernosa!! - Il corvo stava per rispondere loro quan-do intervenne Gretel: - Non essere maleducato, Hansel! Capisco quello che ti è succes-so, nanetto, e se potessi ti aiuterei - - Sei molto buona, piccola. Non sei certo come quel discolo di tuo fratello. Vi confiderò un segreto. Se andate più avanti, trove-rete una casetta di cioccolata! - - Una casa di cioccolata - Intervenne Hansel, che era molto golo-so. - Dove, dove? - Pochi passi ancora e ci sarete. - Non sarà un trucco per farci del male? - - Presto la potrete vedere. È tutta colorata, piena di caramelle sulle pareti e sul tetto. È fatta di cioccolato, di torrone e marzapane! È una delizia! Dentro troverete tutti i tipi di dol-ci… - - E potremo mangiarli? - Chiese ancora Han-sel. - Certo - Rispose il corvo.

1) di Jachob e Wilhelm Grimm

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- Basta volerlo, seguitemi! - I bambini non se lo fecero ripetere due volte e, come l'uccello aveva loro detto, in una radura del bosco videro la capanna.

- Che meraviglia! - Esclamò Gretel.

- C'è veramente! Pancia mia fatti capanna! - Disse entusiasta, Han-sel.

La realtà superava la fantasia. Al fianco della porta c'erano dei ba-stoni di zucchero. Le pietre del sen-tiero erano caramelle di tutti i gu-sti: mente, limone, banana, aran-cia.

Quando si avvicinarono alla casa, si aprì la porta e una donna, vecchia e sdentata, li incoraggiò. - Avanti, entrate figlioli, siete giunti in tem-po. Ho appena finito di fare questa torta che dice: "Mangiami!" Volete assaggiarla? -

- Certamente! - Disse Hansel, più deciso, come sempre, di sua sorella.

I due bambini cominciarono a mangiare tutto quello che la don-na gli portava. Poi, una volta sazi, decisero di andarsene.

- Grazie, buona signora. Non ne possiamo più di mangiare, tor-neremo a trovarla un'altra volta. È stata molto buona con noi - Disse Hansel.

- Il bosco è già buio, fermatevi a dormire qui. Domani sarà un altro giorno - Disse la vecchia.

- Lo faremmo volentieri, - replicò Hansel - ma i nostri genitori ci stanno aspettando. Se il nanett… Il signor corvo, ci farà da guida, non tarderemo a tornare a casa.

- Niente affatto - Disse il corvo - Ho troppo sonno -

- Allora ce ne andiamo da soli - Disse Hansel - Andiamo, sorel-la mia! -

La padrona di casa cessò improvvisamente di sorridere e, infuria-ta,gridò:

- Fermo dove sei, ragazzino! Voi non tornerete dai vostri genitori, né ora né mai più! Come mi piacciono i fanciulli teneri e grassottelli! -

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Il corvo, appollaiato sulla spalla della vecchia strega, gridava: - Arro-stiti, con le patatine, saranno una delizia! Ti consiglio una ricetta di mia nonna: si mettono le cipolle, alloro e rosma-rino, in una pentola e poi…. -

Hansel e Gretel, terrorizzati, ascoltavano increduli la ricetta dello stufato del corvo, di cui loro erano ingredienti principali.

Tremanti di paura dissero: - Come siamo stati stupidi a cadere in questa trappo-la! -

Hansel per consolare la sorella disse: - Non temere ci salveremo! -

La brutta strega, che aveva sentito tutto, ridendo disse: - Hai sentito, corvo? Di-cono che se ne andranno da qui! -

- Certo, - rispose il corvo - con le ossa linde e puli-te! Ho voglia di mangiarmeli subito, li mangiamo adesso? -

- No, golosone, aspetteremo che ingrassino un po’ ancora. Il bimbo è magro e alla bambina un paio di chili in più non guasteranno. Una buona razione di dolci al giorno li farà diventare come li desideriamo! -

Prese Hansel per le bretelle e disse: - In cella fin-ché non ingrassi. E non opporre resistenza! -

Gli sforzi del piccolo risultarono inutili. Fu buttato in una stanza senza finestre che comunicava con un'altra cella da dove Hansel poteva vedere la sorella.

Allora disse:

- Non dobbiamo disperarci, Gretel, fatti coraggio! -

- Oh, Hansel, ci vogliono mangiare! -

- Per il momento siamo ancora vivi! -

- Ora, però, ascoltami bene: la vecchia è corta di vista. L'ho capito per-ché guarda come quel contadino del paese che non riconosce un asino da dieci passi! - Spiegò tutto il suo piano e concluse: - Non ti opporre, fa quello che ti chiedono. Dobbiamo guadagnare tempo. -

Il bambino era orgoglioso del suo piano e guardava sod-disfatto il topolino che aveva assistito al dialogo dei due

fratelli. Ma la situazione era disperata. Hansel lo sapeva. Si guar-dava intorno alla ricerca di una possibile via di fuga; ma invano, la cella era solida, a prova di fuga.

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Il trucco che aveva ideato avrebbe funzionato per un po' di tempo, ma poi? Certamente la strega si sarebbe accorta dell'inganno. Tremò di paura e fu col-to dallo sconforto. Però non si dette per vinto. Chiamò sua sorella attraverso le sbarre per tracciare un secondo piano d'azione, l'unico possibile.

Ella ascoltò le parole del fratello. Voleva credere in una possibilità di salvezza, per quanto improbabile fosse.

Il giorno seguente, la strega si avvicinò alla cella del-la bambina e le disse: - Tira fuori un dito, Gretel, che voglio vedere se sei ingrassata. - Come prevedeva il piano di Hansel, la piccina fece passare attraverso le sbarre, un ossicino di pollo, avanzato la sera prima.

La strega palpando, senza accorgersi dell'inganno, pensò: “Gli dovrò dare più cibo, è ancora molto magra”. La stessa cosa successe con il bambino. Il gior-no seguente si ripeté la stessa scena e allora Gretel disse alla strega:

- Visto che dovrò rimanere qui per tanto tempo perché non mi fai uscire? Potrei aiutarti nelle faccende domestiche, finché non ti deciderai a mangiarmi. -

La vecchia strega rimase pensierosa per alcuni momenti, poi si decise e disse: - Mi sembra una buona idea, ma bada, se cer-chi di fuggire mi mangio subito tuo fratel-lo! -

Però nel vedere la bimba girare per casa, la strega, che era molto golosa, decise che se la sarebbe mangiata per cena.

Gretel intuì la cosa e in fretta cercò la chiave della cella, la aprì e liberò Hansel.

- Cosa facciamo adesso? - Aspetta, bisogna riflettere. - Disse Hansel guardandosi attorno. Poi vide il corvo appol-laiato sul manico del mestolo, sopra al pentolone che bolli-va, ed ebbe un'idea. In quel momento, infatti, la strega si trovava china sul pentolone, tutta intenta nei preparativi

dell'ambita cena. Fu proprio allo-r a che Hansel, ricordando quello che il corvo gli aveva confidato nel bosco in relazione al maleficio di cui era vittima, gridò: - Corvo, uccidi la strega! L'uccello, che non aspettava che questa oc-casione, balzò sulla strega e le diede una tremenda beccata sulla testa. Gretel la spinse nel pentolone. Poi si rivolse ai due fratelli e disse: - Fuggite! - Han-sel e Gretel, non se lo fecero ripetere, fuggirono a gambe levate e non tornarono mai più in quella parte del bosco.

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Barzellette

La mamma ai suoi due piccoli:

Cosa devo fare per farvi mettere in ordine la stanza?

Il bimbo: - Prova con le moderne tecniche psicologiche

La bimba: - Oppure segui la via burocratica e inoltraci una domanda

La mamma (usando il vecchio sistema che funziona sempre): - SE ENTRO 3 SECON-DI NON INIZIATE A RIORDINARE VI BUTTO VIA TUTTO!!!

La maestra sta facendo lezione di scienze. Mentre sta spiegando i mammiferi fa delle domande agli stu-denti:

- Pierino, sapresti farmi un esempio di mammifero senza denti? - Si...mia nonna.

INDOVINELLI

1. Piace atutte le persone, chi lo prende e chi lo da. Cambia sempre di padrone, va in giro qua e là. Che cos’è?

2. Gira la terra un paio di volte all’anno.

Soluzioni a pag. 9

Siamo su internet

www.foliacardiologica..it

Hanno collaborato a questo numero:

Elisa Del Boca

Paolo Rossi

Pagina 9

Soluzione Indovinelli

1. Il denaro 2. L’aratro.

Oggi abbiamo imparato qualche cosa di

nuovo

Giudiziosa: è un aggettivo usato per indicare che una persona fa le cose con giudizio, quindi valutando con prudenza la situazione.

Oasi: è un luogo più piacevole e tranquillo rispetto a quelli circo-stanti. In un deserto, ad esempio, l’oasi è un luogo dove si trova acqua e ristoro.

Codarda: Si dice di una persona che ha paura, che è fifona.

Spavaldamente: in maniera molto sicura. Spavalda è una persona che si mostra troppo sicura di sé.

Cavernosa: si dice della voce per indicare che è molto profonda.

Pancia mia fatti capanna: è un modo di dire che di solito si dice prima di mangiare tante cose buone.

Esser corti di vista: non vedere bene.

Vi sentite Hansel?

Siete decisi e

maturi per la

vostra età.

Le difficoltà

vi

temprano: più s

ono ardue d

a

affrontare,

più vi sentit

e co-

raggiosi e in

traprendent

i

Vi sentite Gretel? Siete creature dolci, tene-re e indifese, capaci di far

provare agli altri un senti-mento di protezione, sem-pre disposte al sacrificio.