Leggere e Un Rischio (Italian Edition) - Berardinelli, Alfonso

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Leggere un libro è sempre un rischio.

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  • Notadell'editore

    Leggere un libro sempre un rischio. Che illettore lo sappia o no, verr portato dove nonimmaginava di poter andare. I libri tengono invitaunenormepatrimoniodiesperienze, saperi,sogniememorie,masenonviene letto,un testoscritto lettera morta. In questa raccolta disaggi,AlfonsoBerardinelliilluminaanchelaltrafaccia del rischionon soloquello che corre illettore, ma perfino lautore, perch i lettori logiudicheranno.

    Alfonso Berardinelli saggista e criticoletterario.Tra i suoi libripi recenti,Poesianonpoesia e Non incoraggiate il romanzo. Connottetempo ha pubblicatoChe intellettuale sei?(2011).

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  • AlfonsoBerardinelliLeggereunrischio

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  • Indice

    "Irischidellalettura""Letteraaungiovanechesperaetemedidiventareuncritico""Ipoetieilrischiodiessereletti""Capronieillettoreimpaziente""Notasuitesti""colophon""Perconsultareilnostrocatalogoe-book"

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  • Irischidellalettura

    Latto della lettura a rischio. Leggere, volerleggere e saper leggere, sono sempre menocomportamenti garantiti. Leggere libri non naturale e necessario come camminare,mangiare, parlare o esercitare i cinque sensi.Nonunattivitprimaria,nfisiologicamentensocialmente.Vienedopo,implicaunarazionaleevolontaria cura di s. Leggere letteratura,filosofia e scienza, se non lo si fa perprofessione, un lusso, una passione virtuosa oleggermenteperversa,unviziochelasocietnoncensura. sia un piacere che un proposito diautomiglioramento. Richiede un certo grado ecapacitdiintroversioneconcentrata.unmodoperusciredasedallambientecircostante,maanche un modo per frequentare piconsapevolmente se stessi, il proprio ordine edisordinementale.

    Lalettura tuttoquestoechissquantealtrecose. per soltanto uno dei modi in cui ciastraiamo, ci concentriamo, riflettiamo suquelloche ci succede, acquisiamo conoscenze, ciprocuriamo sollievo e distacco. Eppure lattodella lettura ha goduto in se stesso di grandeprestigio,diunauraspecialenelcorsodeisecolieormaidamillenni,daquandolascritturaesiste.

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  • Alungoeripetutamente,perragionidiverse,chepotevano essere economiche, religiose,intellettuali e politiche, estetiche e morali, laletturadicertitestihaavutoqualcosadelrituale.I testi di riuso, come i libri sacri, le raccolte dileggieleopereletterarie,peressereriusatisonostaticonservatietramandatiscrupolosamente.Lasociet occidentale moderna ha trasformato ereinventato, in una certamisura, le ragioni e lemodalit del leggere. Ma recentemente, negliultimi decenni, latto di leggere, il suo valorericonosciuto, la sua qualit, le sue stessecondizioni ambientali e tecniche sembranominacciate. Ne parl Italo Calvino in tonosemiserioma sinceramente allarmatonellincipitdellultimodeisuoiromanzi:

    Stai per cominciare a leggere il nuovoromanzoSeunanottedinvernounviaggiatore diItalo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana dateognialtropensiero.Lasciacheilmondocheticirconda sfuminellindistinto.Laporta megliochiuderla;dilcsemprelatelevisioneaccesa.Dillosubito,aglialtri:No,nonvogliovedere latelevisione!Alzalavoce,senontisentono:Stoleggendo! Non voglio essere disturbato! Forsenon ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillopiforte,grida[].

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  • Sitrattadeirischichecorrelalettura.Cisonopoi i rischi che corre chi legge, soprattutto chileggeletteratura,filosofiaestoria,inparticolarequellescritteinEuropaeinAmericanegliultimidue secoli. Da quando esiste qualcosa chechiamiamo modernit cio la culturadellindipendenza individuale, del pensierocritico, della libert di coscienza,delluguaglianza e della giustizia sociale,dellorganizzazione e della produttivit, nonchdel loro rifiuto politico e utopico da alloraleggere fa correre dei rischi. un attosocialmente, culturalmente ambiguo: permette eincrementalasocializzazionedegliindividui,madaltrapartemettearischiolavolontindividualedi entrare nella rete dei vincoli socialirinunciandoaunaquotadellapropriaautonomiaesingolarit.

    Societ e individuo, autonomia personale ebenesserepubblicosonoduefinalitnonsempreconciliabili,avolteantagoniste,fracuioscilla lanostracultura.Nonpossiamofareamenodidareil nostro assenso al bisogno di uguaglianza e albisognodisingolarit.Maquestodupliceassensocreaun conflitto di desideri e di doveri, quandoviviamolanostraquotidianitpersonaleequandoriflettiamopoliticamenteescegliamodeigoverni.

    rischiosa tuttavia anche la lettura deiclassici premoderni, quelli che precedono, perintenderci,Montaigne,Cervantes,Shakespeare,i

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  • quali hanno reinventato generi letterarifondamentalicome laprosadipensiero, lepica,ilteatro.Iproblemieivalorichecaratterizzanolamodernitoccidentale,cio libert,creativit,rivoltaeangoscia, simanifestanoconchiarezzasoprattutto con linizio del Seicento ecrescerannofinoatravolgeredistruttivamentelatradizioneprecedente,greco-latinaemedievale.Un lettore attento e libero commentatore diclassici antichi comeMontaigne si dichiara, conuna sincerit forse enfatizzata, uomo senzamemoria.Cervantescelebraemostraimpossibileleroismo antico, ormai nemico della realt, delsensocomuneefollementelibresco.Shakespeareattenua e riformula la distinzione fra comico etragico, alto e basso, re e buffoni, principi ebecchini,eroismoestanchezzamalinconica.

    Non per questo si smesso di leggere iclassici antichi: solo che la letteratura modernanon li imita pi come era avvenuto fra gliumanisti e i sapienti neoantichi fra Quattro eCinquecento. Nel postmoderno New Age (unavariante della postmodernit) il neoantico tornatopersuggerimentodiNietzsche,inquantopolemicamenteinattuale.Quindiancheleggeregli antichi pu ridiventare rischioso, almenoquandonon soltanto erudizione e archeologia.Severocheperleggere,capireeinteressarsiaun autore c bisogno diEinfhlung, di

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  • immedesimazione,anchesesitrattadiParmenideo Virgilio, altrettanto vero che sentirsicontemporanei dei sapienti presocratici o di unclassicolatinopuindurreunacertadosedifolliaanacronistica:almeno inOccidente, lacui storiaci ha spinto a elaborare e idolatrare appuntounidea di storia come progresso e rivoluzione,superamento incessante di condizioni precedentieinterruzioneperiodicadicontinuit.NonsiamoinIndia,dovemoltiaspettidellatradizionesisonoperpetuaticosalungodaaverinibitooresopocointeressanteperfinoladatazioneprecisadicerteopere classiche.Noi siamoanimati, ossessionati,intossicati dallidea di storia e dalla volont disuperare, demolire, scavalcare, dichiarareobsoletoilpassato.Leggerecichequelpassatoci dice perci diventato pane esclusivo perstoriciefilologi:vienestudiatoperesseretenutoa distanza, non per essere letto conimmedesimazione. Alcuni neometafisicinovecenteschi e attuali, restaurando continuitinterrotte dalla nostra storia sociale, rischianodimettersi in maschera, di recitare in costumiantichi antiche verit, attualizzando categorieascetiche e mistiche di cui, nel presente, siriesceadavereappenaunidea, inmancanzadipraticheediesperienzeadeguate.

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  • Ilprimorischioperillettore,ilpioriginarioefra i pi gravi, quello di diventare, di volerdiventare, scrittore; oppure, anche peggio,critico. Mi limito a ricordare una notevoleovviet: i libri sono contagiosi, ma per subire ilcontagiobisognaleggerliconpassionee,diciamopure, con una ricettiva ingenuit. Senza essereDon Chisciotte o Emma Bovary, traviatidalleroismo cavalleresco o dallamoreromantico,ogni lettoreappassionato (nonsolodiromanzi)faentrarelesueletturepredilettenellacostruzione della propria identit. La letturapermette di stabilire delle vie di comunicazionefra lioprofondo,con il suocaos, e lio sociale,chedeve fronteggiare le regole delmondo.Trale letture pi rischiose ci sono quelle il cuicontagiosuggerisce, imponedicambiarevita,difuggiredalmondooditrasformareradicalmentelasociet.Chistato,ochi,cristianoomarxistasa bene di che parlo: il Nuovo Testamento e leoperediMarxedEngelsnonperdonanochirestaquello che era dopo averle lette.Non sono sololibri, sono tribunali che giudicano ognuno e tuttistabilendo leggi e mete metafisiche, storiche,morali, utopiche. Laccostamento blasfemo, unpo ovvio e comunque ossimorico, fra glievangelistieMarxfacapirechesidannocasidianalogia per contrasto fra letture di venti secolifa e letture pi recenti. Lattribuzione di valoreche una comunit e una societ compiono nella

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  • scelta di certi testi, nel modo di leggerli e dirispondere alla lettura, fa di alcune operequalcosadiintoccabile,sottrattoallacriticaealladiscussione. Il fatto stesso di poter diventaremarxisti in seguito alla lettura diMarx indicachelautoreelasuaoperadiventanounafontedicertezze indiscutibili, se non di veri e propridogmi impostiedifesicon il ricatto, leminacce,lacoercizione.Nelcasodiquestotipodiletture,il rischio che lassenso o il dissenso,laccettazione o il rifiuto espongano il lettore acondanne e rappresaglie sia intellettuali chesocialiepolitiche.Tuttoquestoavvenuto.

    Senzaarrivareaicasi limite,anche lenostremoderne culture secolarizzate, desacralizzate edissacranti attribuiscono a una serie di libri unvalore che, almeno per un periodo di tempo, liconsacra. Discuterli, criticarli, rifiutarli,diminuirne e circoscriverne il valore sentitoalloracomeunasfidaallacommunis opinio, allarazionalit, allintelligenza, alla modernit, alprogresso,allacorrettezzamoraleopolitica.Pio meno esplicitamente, ogni epoca ha un suocanone. A volte, pi canoni o sottocanonialternativi.NelNovecentocisonostatiuncanoneCroceeuncanoneContini,uncanoneLukcs,uncanone Eliot, un canone Breton. Sono almenoparzialmentecanoniciecanonizzantituttiicritici

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  • piautorevoli,ognunoconilsuocriteriodiscelta:LeoSpitzer(deviazionedallanormalinguistica),Erich Auerbach (divisione o mescolanza deglistili nella rappresentazione della realt), Viktorklovskij (modi dello straniamento), MichailBachtin (polifonia e dialogismo), WalterBenjamin(allegoriaeutopia)ecc.

    Diventarescrittoriocriticidopoaverlettounoo pi autori vuol dire nel primo caso imitare,sfidare, riprendere, cercare di superare unmodello o decidere di abbattere un idolo; nelsecondo caso trasformarsi da lettore insuperlettore, lettore al quadrato, lettore chescrivesucichehaletto,cheintensificalattodileggereelaborandometodiper leggeremeglioeper ricavare il massimo profitto scientifico,morale, ideologico dalla lettura. Il critico, inquanto lettore speciale, iperlettore, lettorecreativo, lettore-studioso o lettore-giudice,lettore-pedagogoolettore-filosofo,putendereamettersi al serviziodel testo (il filologo in sensostrettoeinsensolato),mettereiltestoalserviziodella propria autobiografia pi o meno esplicita(il libero commentatore e interprete cheattualizza,presentificailtestoperilluminarelapropriasituazione),omettereitestialserviziodiunaqualcheteoriaescienzadellaletteratura.Inaltri termini, si tratta di modalit di lettura chenellultimo mezzo secolo si sono alternate

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  • entrandoinconflittoeinpolemica.Il progetto strutturalistico e semiologico,

    integrando metodi di analisi testuale e teoriageneraledellaletteratura,haprodottosoprattuttoun rischio: quello di evitare alla lettura i suoirischi,mettendoillettorealriparo,aldiloaldiqua delle sue reazioni soggettive. I libri, gliautori, le opere erano considerati solo in quantooggetti testuali da analizzare. Le variantiempiriche, circostanziali, soggettive dellatto dileggere venivano rimosse. Leggere eraconsiderato un atto culturalmente degno ecorretto solo se le procedure di analisi eranostabiliteaprioricomedeontologicamentedegneescientificamente corrette. Il professionista dellalettura si presentava come il superamento, latrascendenza del lettore empirico. Latto dileggere veniva bonificato, disinfettato dai germidelloccasionalit e dalle interferenze dellasoggettivit non professionistica del lettore. Lascienza (una scientificit per lo pi malintesa,derivata dal modello delle scienze esatte)metteva al bando psicologia, etica, politica eriflessione filosofica. Il modello strutturalistico-semiologico diffuse in tono trionfalistico eprogressivo il messaggio secondo cui la grandetradizione della critica moderna impura,

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  • moralistica, impressionistica, ideologica eprescientificaeraormaisuperata.Sembrunadefinitivainterruzionedicontinuitconilpassatorecente. Si usava laPoetica di Aristotele e latrattatistica retorica come antidoto contro iclassici della critica dal Settecento a metNovecento. Metodi di analisi e teoria dellaletteraturasembravanorendereinutilizzabileunavicenda culturale che andava da Schiller,Coleridge e Baudelaire fino a Eliot, Leavis,Wilson, Adorno, da De Sanctis a Gramsci eDebenedetti, nella quale la letteratura era stataletta in rapporto alla societ e ai valori cheorientavanolacriticasociale.

    Nonostante il momentaneo trionfalismo,questa parentesi non dur molto. Il modelloanalitico-teorico e neoretorico venne messo incrisi da quello ermeneutico e dalla comparsa diunateoriadellaricezione.Anchelermeneutica,come la retorica, non una specialitmoderna,ha le sue radici in Platone, Aristotele e poisoprattutto nellinterpretazione medievale deidiversi livelli di senso delle sacre scritture. NelNovecento lidea di ermeneutica, da Dilthey eHeidegger a Gadamer e Ricur, si chiariscecomerapportodialogicoconquellinterlocutoremuto che il testo, a partire da un lettore e

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  • interprete la cui esistenza oDasein stabilisce lecondizioni a priori dellinterrogazione ecomprensionedeltesto.Iltestononpi,perci,un dato, un rapporto fra i poli di un processochehasullaltroversanteillettore.PerunteoricodellaricezionecomeWolfgangIser( Latto dellalettura) ci che pi importa il modo in cui sirealizza la comprensione da parte del lettore,dato che il testo sprigiona significato solo nellapratica della lettura, che naturalmente non sempreugualeasestessa.

    Le novit introdotte dallermeneutica e dallateoriadellaricezionesembranodelleovviet:maspessocosvannolecosequandositeorizza.Checoslermeneuticasenonlaversionefilosoficadiquanto lacritica letterariaha sempre fattodaquandoesiste?Echecoslacriticaletterariasenoncriticaorientatanelpresenteedalleesigenzedel presente, cio critica coinvolta, globalmenteresponsabilee,secondolanostraterminologiaunpobellica,militante?inquestosensochelacritica va distinta dallo studio letterario di tipoaccademico e va connessa con la critica dellacultura, e in ultima istanza con la critica dellasociet.

    Su questultimo punto pu soccorrere T.S.Eliot con il suo pratico buon senso, quando sichiede quali sono le frontiere della critica:

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  • quando,cio,lacriticaletterariasmettediessereletteraria (usando la letteratura per capire altrecose) e quando, allaltro estremo, smette diessere critica (cio giudicante). Mentrenellermeneutica con la nozione e il termine diDaseinsi indicailpresuppostodellasituazioneedella prassi interpretativa, nella critica letterariasi procede invece compromettendo ognipresupposto circostanziale con i contenutispecifici che intervengono nellesperienza dilettura. I rischi della lettura vengono da unprocesso interpretativo in atto, non vengonotematizzati filosoficamente, ma dispiegati nelladialettica discorsiva, saggistica di un raccontocritico.Lacriticanonsilimitaaltestoconlesuestrutture,nallettoreconlesuereazioni,nalleintenzionidellautore.Sarebbemoltodifficile,fraiclassicidellacriticamoderna,trovarneunochesifermialtesto,oallepropriereazionidilettore,o alle sole intenzioni dellautore. La criticaletteraria unestetica in atto, non in teoria, lasolaesteticaempiricaepluralisticaeforselasolache conti. I tentativi di definire la letteratura ingenerale, cercando formule valide per linterocorsodella storia e per tutti i generi, nonhannodato risultati durevoli: anche quando, anzisoprattutto quando, certe teorie e definizioni

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  • hannoavutosuccesso,spingendolacriticaallusodi tautologie rassicuranti: la poesia intuizionelirica, la poesia c quando domina la funzionepoeticadellinguaggio,lessenzadellaletteratura la letterariet ecc. Questo formulario nonincrementa ma impoverisce e paralizzalesercizio della critica. E in certe categorieprofessionalidispecialisti,fadellaletturaunattopreordinato, preconcepito, metodologicamentecorretto,praticabileereplicabilesenzarischi.

    Come sappiamo tutti e come hanno notatoanche gli storici della lettura, il primo, uno deiprimi lettori senzametodo stato non a casoMontaigne, linventore del saggio moderno,informale o personale. Prima di lui, nelRinascimento,ilettoricoltileggevanocompilandoquaderni di luoghi comuni nei qualiraccoglievano citazioni, osservazioni, passi letti.Si trattava di strumenti che sostituivano lamnemotecnica. Come hanno scritto GuglielmoCavalloeRogerChartier,Montaignesirifiutadicopiareecompilare,

    nonannotailibricheleggepertrarneestrattie citazioni []nella redazionedegliEssais nonutilizza repertori di luoghi comuni,ma componeliberamente,senzaattingerearicordidiletturaosenza interrompere la concatenazione dei

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  • pensiericonriferimentilibreschi.

    Certo,Montaignenonerauncriticoletterario.Maisuoisaggimostranounuomocheriflettesudisesulgenereumanoleggendoeavendoletto.Come lettore e non studiosodi testi, rappresentaunmomentoineliminabiledellattivitcritica.Peressereuniperlettore,ilcriticodeveancherestaresemplice lettore, lettore senza difese, senzapinze, forbici e bisturi, lettore ricettivo cheaccetta i rischi della lettura, sospendelincredulit e crede, almeno finch legge, aquelloche legge. Il lettoredi libripu tenereundiariodilettureepusuccederechescrivacomeHenry Miller unautobiografia,I libri nella miavita, che tratta di libri in quanto esperienzavitale: e le sue conclusioni sono chebisognerebbe leggere sempre di meno e nonsempredipieche,purnonavendolettocomeuno studioso, sentii di aver letto almeno centovoltedipidiquantoavreidovutoleggereperilmiobene.LessenzialeperuntipocomeHenryMiller era, s, scrivere, ma soprattutto vivere.Credevafermamentechegliilletteratinonsonocertoimenointelligentitranoi.Maintelligentio,comediceMiller,rivoluzionariecioispiratie ispiratori devono essere i libri. Perch un

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  • rischio della lettura, il rischio in realt pifrequente,leggerequeltipodilibrichesarebbestato meglio non leggere, o che sarebbe statomegliochenonfosserostatipubblicatiescritti.Illibro insnonunvalore.Losolosevale.Enelcasopresentedi sovrapproduzione libraria, ipeggiori nemici dei libri che vale la pena dileggeresonoitroppilibrichelisommergonoedacuicerchiamodidifenderci.

    Uno dei critici pi interessati ai vari rischidella lettura stato George Steiner. Leggerebene,hascritto,

    significa correre grossi rischi. Significarendere vulnerabile la nostra identit, il nostroautocontrollo [] chi ha letto laMetamorfosi diKafka e riesce a guardarsi allo specchio senzaindietreggiare forse capace, tecnicamente, dileggere i caratteri stampati, ma analfabetanellunicosensochecontirealmente.

    Per Steiner il leggere bene non un fattotecnico nel senso dei metodi di analisi einterpretazione. una qualit dellesperienza.Nel saggio Una lettura ben fatta (inNessunapassione spenta) Steiner mostra una certa

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  • nostalgia per i rituali della lettura e per il librocome oggetto di culto e strumento diautoformazione umanistica: Leggere benesignifica rispondere al testo, implica unaresponsabilit che sia anche risposta, reazione.Trascurare i refusi senza correggerli gi unpeccato di omissione e di disattenzione, unabestemmiacontrolospiritoecontrolalettera.da questa appassionata etica della lettura chenasconolafilologiaelacritica.

    Negli immediati dintorni, ma anche da undiverso punto di vista, nascono le polemiche diSusan Sontag e di Enzensberger. InControlinterpretazione, Sontagdifende la lettura comepercezione intensificata contro la mania diinterpretarescavandosottolasuperficiediopereletterarie e artistiche. Enzensberger difende aoltranza, contro la lettura corretta e ideale, leletture reali anche se difettose, parziali,utilitaristiche,edonistiche,sperimentali,inquantoatti individuali irriducibilmente anarchici eidiosincratici.

    Nella lettura i rischisonoovunque.Avolte licorreiltesto,avoltelicorreillettore.Altrevolteanche lautore: cosa che succede quando peresempio le sue poesie, come lamentaEnzensberger, vengono usate a scuola per

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  • tormentare gli studenti con lobbligodellinterpretazione giusta, fino a nausearli persempre sia di quella cosa incomprensibile enoiosachiamatapoesia,siadiquegliindividuidaevitarechesonoipoeti.

    Per quanto mi riguarda, corsi il mio rischioleggendoaimieistudentidiVeneziaunpassodeldiario di Kierkegaard che si apriva con questafrase: Luomo comune io lo amo, i docentimifanno ribrezzo. Facevo ribrezzo a me stesso?Mi eromesso nei guai. Dunque: Kierkegaard oluniversit?Aut aut.Senzapensarcimolto, dueanni dopo, scelsi Kierkegaard e mi dimisidallinsegnamento.

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  • Letteraaungiovanechesperaetemedidiventareuncritico

    Caro amico, se hai intenzione di fare il criticoletterario, non ho da consigliarti altro che diseguire il tuo istinto. Si diventa critici, infatti,anche senza volerlo, solo perch leserciziointensivo della comprensione e del giudizio cisembranaturale. In effetti credo che lo sia.Permelocertamente:maiosonouncritico-critico,perchevidentemente,findaragazzo,eranopile cose che nonmi piacevano di quelle chemiattiravano. Non credo che si diventi critici inquanto lettori di romanzi e poesie.Lo si diventasoprattutto perch lambiente, la famiglia, lascuola, il quartiere, i coetanei, gli adulti, iconcittadini, i connazionali cimettono a disagio.Allora bisogna spiegare il perch di questodisagio innanzi tutto a se stessi. Ladolescenzavienedefinitanonacasoetcritica.Ilcriticonon un severo uomo maturo, anche se puovviamentediventarlo. Il critico allorigineunadolescente scontento, che si chiede perch glialtrisonocomesono,perchsihannotantidubbisu se stessi equal ilmodogiustoomiglioredi

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  • vivere. Si comincia cos a leggere romanzi epoesie e a confrontare vita vissuta e vitaimmaginata.Sicominciamettendosineipannideipersonaggi raccontati. Si provano emozioni checivengonotrasmessedacertimisteriosiepotenticongegni verbali. Per me allinizio ci furono iracconti di Cechov e Linfinito di Leopardi:cioambienti socialichiusieundesideriosenzaprecisilimiti,fisicoemetafisico,dientrareinunaltrovecheeccedeiconfiniconsuetidellamente.

    Nonvoglioannoiartiparlandodime.Macertouncriticosenzamoventiautobiograficinonsisachecosasia:noncapisceluistessoperchlegge,quali autori leggere, come funziona il suopersonale campo magnetico, cio, diciamolopure, la sua mente ermeneutica. In certepolemiche nelle quali mi sono trovatoripetutamente coinvolto, ho scoperto che ilproblema pi sentito proprio questo: alcunihanno la fobia della fredda e arida obiettivitscientifica, altri sono terrorizzati dal sospetto diesseredegliindividuiconcreticonunioeunastoria personale. Inutile dire che la soluzione sitrovaametstradaechelaveritnelmezzo,nella misura. inutile dirlo non perch non siavero, ma perch verit astratte come questaaiutano poco. Un critico deve per prima cosacapire come funziona un testo scritto, comefunziona la testa di un autore, quale insieme

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  • socialeequale insiemedi ideeedivalori,qualiaspirazioni e quali conflitti hanno prodottolindividuo che scrive. Ci vuole attenzione allinguaggio e ci vuole immaginazione e curiositpergliesseriumani.Noncapirmaiuntestoinsestesso, se non riesco a vederementalmente cheindividuo c dietro. Le due cose sonoinseparabili.

    Un critico un po un filologo (ama illinguaggio),unpounvisionario(immaginaunarealt oltre la lingua), un po un diagnostico(interpreta sintomi e segni di una fisiologia opatologiapsico-sociale).Macredochelacriticacome attivit naturale abbia inizio con laconversazioneelarimuginazionesuilibriletti.Cisono tanti lettori appassionati e intelligenti chepernonparlanoquasimaidiquellocheleggono.Passanodaunlibroallaltro,vannosempreoltree non rileggonomentalmente le cose chehannoletto. Non mettono in relazione un libro conlaltro. Non ruminano, non meditano. Non sonomentalmente abitati dalle immagini e dalle ideeche i libri hanno fatto entrare nei loro cervelli.Ho conosciuto un caso limite di questa tipologiadellettore-divoratore:eraunadonnacheinogniritaglio di tempo, in treno, sulla spiaggia,allufficio postale, aveva sempre aperto davantiagli occhi uno di quei tascabili di cinquecentopagine che tutti comprano, e che cosa faceva?Strappavaebuttavaviaognipaginadopoaverla

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  • letta.Laletturaeraconclusaquandolacartaeramaterialmente finita. Questo tipo di lettorenaturalmente non ha in casa una bibliotecapersonale, non riempie le stanze di libri, nonpossiedeneppureilibrichehaletto.Uncriticoinvecechicompralibriconlideachelilegger,che vuole assolutamente leggerli, che develeggerli: e intanto li contempla, li desidera,costruisce con la loro presenza fisica il propriofuturodilettore,provarimorsoperchlapropriavita gli impedisce di leggere o di rileggere tuttoquellochevorrebbe.Ilcriticopensaailibrieallesue letture anche quando non legge. Nella suatestasisnodaunmonologoininterrotto,nelqualegli autori tornano, si presentano a suggerirequalcosa, cambianoposto, acquistanooperdonovaloresecondoigiorni,levicende,lestagioni,leore.Lattivitcriticasialimentadituttoquesto:diuncontinuorileggerementalmenteefisicamente.Soprattutto si alimenta della conversazione. Glistudentidiletteraturachediventerannodeicriticisono coloro che continuano a parlare con gliamicideilibrilettianchequandohannosuperatolesame.Senzaunacertadosedibibliofilianonsidiventacritici.Direianzicheilcriticoletterarioun individuo che riflette in presenza di unoscaffaledi libri:chehabisognodisfogliareediconsultarelibriperconnettereedareossigenoaipropripicomunipensieri.

    Mi scuso per queste considerazioni da

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  • sillabario.Misonostatesuggeritedalfattocheuncriticoametstradafrail lettorecomuneelostudiosoaccademico:leggeperragionipersonali,ma trasforma ossessivamente e metodicamentequeste ragioni in uno strumento di conoscenzautile a tutti. Questo metodo del rimuginareossessivo, del conversare, del tornarecontinuamente nel corso del tempo sugli stessiautori,losivedebene,peresempio,inGiacomoDebenedetti e Cesare Garboli. Erano entrambidei diagnostici e dei visionari. La loroimmaginazioneinterpretativaelaloroattitudineatrovare nessi nascosti erano fuori misura.Avevano perfino bisogno di contenere e dimoderare questa passione: non finivano mai discoprire cose nuove negli stessi autori, nonfacevano che rileggerli. Debenedetti usavaProust,Saba,Pirandello,Svevo,DeSanctis,Freude Jung: studiava le trasformazioni dellumanitnovecentesca nellemetamorfosi patologiche deipersonaggi romanzeschi e dei linguaggi poetici.GarboliindagavaefrequentavaAntonioDelfini,Mario Soldati, Sandro Penna, Natalia Ginzburg,RobertoLonghi,ElsaMorante,PascolieMolire:diagnosticava la malattia che si chiamaLetteratura e la malattia che si chiama Italia,dalle origini del fascismo alle mascherepubbliche di fine Novecento. Debenedetti eGarboli sono due proverbiali critici-scrittori ecritici-lettori che gli studiosi e i teorici della

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  • letteraturafannofaticaadaccettare.propriolanatura composita, ibrida, camaleontica,mercuriale del critico ci che inquieta di pi,suscitando nei suoi confronti forti ambivalenze,trarispettoedenigrazione.Esonosoprattuttogliscrittori a essere vittime della massimaoscillazione. Prima dichiarano che i critici sononecessari: se poi non vengono soddisfatti eassecondati, proclamano che i critici sonosuperfluie,perfavore,sitolganodimezzo.

    Se questo avviene, qualche ragione c. Ilcritico pu essere un devoto ammiratore degliscrittori e pu essere un giudice severo. Offrespiegazioni utili, cataloga, promuove, metteordine, consacra. Ma pu anche ignorare,condannare, denigrare, sottovalutare, negarecomprensione. Il fatto che la critica unafunzione culturale, un ruolo pubblico,unistituzione, una modalit comunicativa edespressiva,ungenereletterario.Nonmenovero,tuttavia, che (come ha spiegato GiuseppeLeonelli)lacriticasonoicritici:eicriticinonsonotuttiuguali.Sonoanzispessocosdiversichealcuni di loro negano di essere critici letterari,altrineganoviceversachemoltideilorocolleghilo siano davvero. Volendo essere drastici sipotrebbeapplicareunacelebreecrudelebattutadiKarlKraus e dire che i critici, come gli altriscrittori,sidividonoinduecategorie:quellichelosono e quelli che non lo sono. E qui siamo al

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  • diapason della vocazione giudicante, senza laqualeglistessiprocedimenticognitiviericognitividellacriticaperdonosignificatoevigore.

    Una distinzione empirica, formalmente pimodesta,potrebbeesserequellacheprevedetrediversefigure:ilrecensore,lostudioso,ilcritico,dove questultimo pu comprendere, macomunque eccede, lambito dei primi due. Nelsenso che certamente ogni essere umano epensantedotatodicapacitcritiche(lacriticanaturale, di tutti), ma non tutti gliinnumerevoli recensori di libri sono veri critici.Coscomeognicritico,sequalcosadipidiunlettore, deve essere ancheuno studioso,manontutti gli studiosi sono critici. Ecco: tornandoallinizio del discorso, il vero critico unlettore,unostudioso,unfilosofo,unoscrittore.uncriticodellavitaattraversolaletteraturaeuncritico della letteratura attraverso la vita. Congiusta prudenza pratica, nel suo libroLavocazionediJago,GiuseppeLeonellihascritto:

    Penso che abbiano diritto a esistere non unasola ma molte idee della critica, tutte parziali,tutte buone, come i metodi, diceva Croce, chesono buoni, tutti, quando sono buoni. Idee chetendonoaincarnarsi inorganismiviventi,unpocome accade ai virus, che non possono

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  • svilupparsi e neppure sussistere autonomamente,al di fuori della cellula che li ospita. C unacritica che simpersona in Sainte-Beuve e DeSanctis, unaltra in Croce, Serra, Thibaudet,unaltra in Debenedetti, Cecchi, Solmi e viadicendo.Ilibri,comelospiritohegeliano,esconodalla loro essenza ideale e sinverano inunesistenza storicamediata e garantita da queiparticolariinterpretichesonoicritici.Iqualinonsi distinguono funzionalmente da quello chechiamiamo lettorecomunesenonper laqualit,ricchezza, risonanza e capacit diformalizzazione e comunicazione della propriaesperienza. In questo senso, la critica sempreungenereletterario;omeglio,partecipadituttiigeneri,propriocomelaletteratura.

    La critica, come del resto le scienze e lafilosofia, unattivit pratica,molto naturale (sidiscute in pubblico dei libri letti) ma anchepiuttosto incompresa (altrimenti non sispiegherebbero le molte polemiche sulla suafunzione, legittimit,metodologia).Come si fa acapireeagiudicarelaqualitdeilibri?MassimoOnofrihapubblicatoqualcheannofaRecensire.Istruzioniperluso,nelqualequestaattivitvieneesaminatadatuttiipuntidivista.Ioquimilimitoadalcunesempliciprecisazioni:

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  • 1. Lattivit critica non va confusa n conlestetica filosofica, n con la teoria dellaletteratura o le poetichemilitanti.La critica nonha niente di normativo e usa le definizionigenerali solo per arrivare alla descrizione delcasosingolo,autoreolibro.

    2. Non credo che un critico per sentirsimilitantedebbaesibirelesuescelteditendenzaocredere in unapoetica specifica a esclusionedialtre: questa una possibilit,ma non la sola, esecondo me non la migliore. Il critico nondovrebbe approvare libri brutti che illustrano,applicano, sostengono la sua poetica preferita:megliocheinvecesappiariconoscereilvalorediopere riuscite che si ispirano a una poetica chedisapprova.

    3.Selacriticasonoicritici,questocomportacheognuno avr i suoi criteri,metodi di analisi,punti di vista, preferenze di gusto e modi diargomentare. In altri termini: la critica unattivit rischiosa, unesperienza senza esitigarantiti.Ilrischiodierroreedifallimentononneutralizzato n dalladozione di un correttometodo di analisi, n dalla scelta di una poeticapiavanzatadialtre.Ilrischiorealegarantisceinvece alla critica unautenticit conoscitiva evalutativa.Icriteridigiudiziopossonovariareneltempoesecondolecircostanze.Ilcriticotroppocoerente pu essere miope o fazioso. Il critico

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  • troppo duttile pu essere sconcertante: lascialiberoillettore,manonglidlesicurezzecheillettore,spesso,vuole.

    4.Tuttiicriticifannoerroridivalutazione.Avolte perun errore pu essere pi interessantediungiudizioequo,equilibratoeinerte.Succedecon Lukcs ed Edmund Wilson, che noncapiscono o rifiutano Kafka. Con Eliot, cherifiutaHamleteipoetiromantici.ConDeSanctis,che critica il Barocco. Con Debenedetti, cheforse sopravvaluta Tozzi. Con Fortini, chestroncaIl Gattopardo e non sopporta RenatoSerra.Eccetera.

    5.Ognicriticoprendelemisuredegliautoriedeilibri.Qualisonoleunitdimisura?Neelencoalcune:

    Siadottauncanonediclassicichedefinisconoil genere letterario: romanzo, lirica, saggistica,teatro.

    Si valuta il presente a partire da quanto dimegliostatoscrittodalledueo tregenerazioniimmediatamenteprecedenti.

    Si valutano le rappresentazioni letterarie delmondo a partire dallesperienza diretta che ilcriticoe il lettorehannodelmondo:vitaurbana,ambienti di lavoro, criminalit, amore, amicizia,rapportifragenerazioniecc.Unaletteraturache

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  • voglia essere credibilmente realistica deveessere,appunto,credibile.

    Non va esclusa la percezione della qualitlinguistica e stilistica.Per questo, ovviamente, civuoleorecchio,bisognache ilcriticoabbia lettobene autorimoltovari.La falsit linguistica unodeidifettipifrequentinellanarrativaenellapoesia recenti. In questo caso, pi che larappresentazione della realt, deve essere lalingua (del poeta, dei personaggi) a esserecredibile.

    6. Il libro va misurato con qualche cosa diesterno (realt, passato letterario, altri libricontemporanei)ma anche con se stesso, con lesuepromesseepremesse,conlesueintenzionieambizioni.

    7. Fondamentale comunque, soprattutto,descrivere-definire da vicino cosa quelparticolare libro, individuarlo. Non vannoapplicatecategorieprefabbricate,comehafattodi solito la critica ideologica, o moralistica, odavanguardia.

    8. Per esempio: pu accadere che il criticodebba riconoscere che i migliori poeti oromanzieri o saggisti contemporanei non sonoaffattoquellichescrivonocomeluipreferisce,ocomesiaugurava.Ilcriticodevesaperaccettare

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  • diesseresorpresoecontraddettodai fatti.Devesaper amare qualcosa che non si aspettava dipoterapprezzare.

    9. Bisogna essere capaci di ammirazione. Ilcriticohabisognodiautoripreferiti,cheammira,che lo ispirano,cheeccitano la sua intelligenza.Haperanchebisognodiautoricheesaltano lasuaostiliteaggressivit.Avoltepuessereunpoinutileeanchenoiosoparlarediautorielibrichecipiacciono:cibastaleggerlienonsappiamoche dire, che cosa aggiungere a quello cheabbiamo letto. Personalmente sono moltostimolato dal tentativo di far capire perch brutto un libro che tutti trovano bello, o che bello un libro trascurato. Per un critico importante essere iconoclasta. Demolire i falsiidoliliberalamenteelapreparaadapprezzareilmeglio.

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  • Ipoetieilrischiodiessereletti

    Di tutte le parole che possiamo scrivere con lamaiuscola sarebbe bene diffidare: contengonoquasisempreunpericolodiretoricaepretendonoun rispetto che la loro astrattezza illusionisticanonmerita.Essere,Stato,Mercato,Rivoluzione,Patria,Partitoecc.: inognunodiquesti termininascosta qualche trappola. Ma qui vorreioccuparmi della pi mite e innocua di questeparole, la parola Poesia. Se usata con lamaiuscoladiventaundogmaeunalibi,unvaloreinattaccabile,unodeipiprotettivipartitipoliticio sindacati dello spirito. Niente di violento,naturalmente.Ma laparolaPoesiapugenerareunostatodiautoipnosifavorevoleauninconsultaproduttivit verbale. Si socchiudono gli occhi, siallentano i freni inibitori, si evita ogni pensieropericolosamentepreciso,sipensaallaPoesiaeleparole vengonoda chiss dove,magnetizzatecomecorpuscolidallororeciprocoattrito.

    Sembrerebbe di no, eppure c bisogno didirlo: non solo finita da tempo la poesiamoderna, finitaanchequellapostmodernachefu consapevole di venire dopo. Tutto ormaialtro da quando sono usciti di scena i poetiintellettuali o semplicemente intelligenti, quelli

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  • periqualifraispirazioneevisionecriticadellioedelmondononceradifferenza.Nelsuosaggioormai classicoProblemi della lirica (1951),Gottfried Benn su questo punto parlava chiaro,riassumendounavicendainiziatapidiunsecoloprimaecheallorasistavaconcludendo:

    Nelprodurreunapoesianonsiosservasololapoesia,ma anche se stessi [].Particolarmentesignificativo in questo senso Valry, in cui lacontemporaneit dellattivit poetica e di quellaintrospettivo-critica giunge al confine doveentrambe si compenetrano [] tocchiamo quiuna caratteristica essenziale del moderno Iolirico.Nellaletteraturamodernatroviamoesempidi autori in cui lirica e saggio sono sullo stessopiano.Quasi sembrano condizionarsi a vicenda.Oltre Valry nominer Eliot, Mallarm,Baudelaire, Ezra Pound, anche Poe e poi isurrealisti.

    Idee simili tornano nelle generazionisuccessive. Wystan Hugh Auden per esempioesalt fantasiosamente il ruolo dellautocritica elacapacitdivisualizzareiproprilettori:

    Per ridurre alminimogli errori, ilCensore acuiinteriormenteilpoetasottoponeviaviaquellochescrive,dovrebbeesserenonunsingolomauncomitato. Tale comitato dovrebbe includere, ad

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  • esempio,unfigliounicoipersensibile,unaespertamassaia, un logico, un monaco, un buffoneirriverenteemagariancheunbrutaleesboccatosergentecheconsideratuttalapoesianientaltrochespazzatura.

    Un postmoderno come Enzensberger,alliniziodegliannisessanta,ripreseeconcluseildiscorso affermando che la poesia modernadeve essere non soltanto conosciuta, macriticata:nonpipossibileseparareilprodurredallacritica.

    Del resto, anche la tradizione classicaprevedeva il poetadoctus e il poeta-critico: daOrazio aDante fino a Coleridge e Leopardi. solo in questi ultimi decenni e soprattutto dagliannisettantainpoi,dopoPasolinieZanzotto,chelecose sonocambiate.Siha limpressioneche ipoetisianodiventaticosinnumerevolisoprattuttoperch credono che la poesia sia un genereletterario senza regole che non richiede anessuno di avere qualcosa da dire. Tantamalintesa liberthaperliberato lapoesiadaun pubblico di lettori e dal giudizio critico,riducendo un genere prima ritenuto arduo finoallascetismo a una terra di nessuno di liberoaccesso.

    Il fatto che lelementare senso comune, di

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  • cuianchelaculturapiraffinataecomplessahabisognopersopravvivere,statodiffamatodaunsecolodimanieoltranziste.Leparoleinlibertdi Marinetti hanno fatto capire che il gestooriginario di ogni avanguardia era unaprovocazione antiprofessorale a scopopubblicitario. Tristan Tzara, poco dopo, hareplicato il gesto con pi umorismo. Poi laFrancia, centro di tutte le trasgressioni pereccesso diclart classicista, passata dallascrittura automatica di Breton alla scritturatestuale diTelQuel. Si trattavadi inventare ognivolta di nuovo i dieci modi per scrivere ilsilenzio,perfareletteraturarifiutandola.

    Maquestastoriacoseurocentricacosadelpassato.AncheperlapoesiapoiarrivatodagliStati Uniti lo stile dacreative writing, chepermettediprodurrediligentementeunapoesiaalgiornobuttandolocchiosulleparetidellapropriastanza,sulbriccodelt,suimovimentideivicinidi casa: niente rime, meglio evitare lapunteggiatura, il verso venga indicato dalsemplice andare a capo, usare molto gli spazibianchichesonosempresuggestivi.Certosipufarequestoancheconottimirisultati (lohafattoWilliamCarlosWilliams)ma ci vuole orecchio,occhio, gusto e un fiuto sicuro nellevitare

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  • banalitenoia.Il Novecento poetico italiano finito molto

    prima che il secolo finisse. Si concluso neglianni settanta con le ultime poesie prosastiche diMontaleediPasolini,conlariscopertadiPennaelinaspettata creativit conclusiva di Caproni eBertolucci, con Amelia Rosselli (che scavalcaogniprecedentecodicestilistico,stranieraatutto,figlia illegittima nella tradizione italiana) e conGiovanniRaboni (figliomolto legittimo e devotodeiprevalentistilinovecenteschi).

    Rabonifuungenialemediatore:inluiirigoripolitici diFortini vengono ammorbiditi dai teporidomesticidiBertolucci,illirismoinibitodiSerenivienescioltoconquelloeloquentediLuzi.ConilsuoecumenismoRabonieradestinatoalruolodianimatore e organizzatore di nuove comunit dipoeti senza problemi. Era lui stesso un poetaispirato dalla poesia in s e per s, ne amava ilclimaesistenzialeelapromozioneeditoriale.

    Apartiredaglianniottanta,con limprovvisodeclinodellostrutturalismo,allossessioneteoricaetecnicaneidiscorsisullapoesiasubentratalafissazione ontologica e mistica. Dopo lafunzione poetica del linguaggio di Jakobson arrivato il linguaggiocomedimoradellesseredi Heidegger, accompagnato dallidea che sipossa farediun tragicocaso limitecomequellodi Paul Celan, poeta straordinariamente oscuro,un nuovo modello canonico replicabile nella

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  • routinepoetica.Ma n lidea di essere n quella di tecnica

    aiutano a valutare la situazionedella poesia e iltalento di chi la scrive. Se si dimenticalingovernabilesingolaritdiautorietesti,senonsiingradodipercepirliedescriverli,siannegaincategoriechesembranouniversalieprofonde,ma sono solo generiche. Purtroppo molteantologie in circolazione promuovono comescrittori unamaggioranza di scriventi, cosa cheimpedisce alla poesia di avere un pubblico dilettoriesigentiecompetenti.Lagastronomiae ilgioco del calcio hanno questo tipo di pubblico,coscomegliscacchi,loscielavela.Lapoesiano. La sua creativit e il suo valore non sonosperimentati da chi legge, sono presunti epresupposti. Neppure i critici e gli studiosi oggisanno dire se un testo poetico eccellente,buono,mediocre, banale o nullo.Laprima cosache si richiede a un critico, disse una voltaMarina Cvetaeva, che non scriva cattivepoesie.Sipuaggiungerechelaprimacosachesirichiedeaunpoetachesiaabbastanzacriticoda capire se quello cheha scritto e scrivonoglialtripoesiaononniente,sipuleggereononprevedeneppurediesseredavveroletto.

    Allinizio degli anni novanta GiorgioManacorda reag a una situazione diventataassurda fondando unAnnuario di poesia chesarebbe arrivato allultimo numero dopo circa

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  • due decenni. Lidea di partenza di Manacordaera che la poesia una cosa troppo importanteper essere lasciata nelle mani dei poeti e deglieditori: mancava la funzione critica, senza laquale lintero sistema letterario si altera e sideforma. Per circa ventanni lAnnuario hafunzionato come laboratorio di documentazione,ricognizione e valutazione. Sono stati recensitidecineedecinedi libridipoesiadaunaventinadi recensori. Oggi, dopo la fine dellAnnuario,PaoloFebbraroeMatteoMarchesini,chenesonostati protagonisti, appaiono come i due poeti-critici pi capaci di fare bilanci storici fondatisullesame dei testi e senza quelle reticenzecerimoniali che hanno impedito alla verit didisturbareilsonnodeipoeti.

    Nel suo pamphletPoesia senza gergoMarchesiniprendedimiraconfuroredialetticoepolemico i feticci culturali che ipnotizzano ilmondo della poesia italiana. Contro laliricizzazione dei sistemi filosofici, contro lacattiva filosofia dei narratori e dei poetiMarchesini ripropone il rapporto poesia-saggistica e sceglie i suoi autori per il futuro:Fiori,Temporelli,Zuccato,Febbraro,Maccari.

    Paolo Febbraro chiude lultimo numerodellAnnuario con una serie di giudizi

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  • scandalosamentelimpidi.PeresempiosuValerioMagrelli:comeseavessebisognodiscrivereerappresentarsigraficamente,manonneavessealcunmotivo []stupefacentecheunasimileconfessione di vuoto millimetrato abbia potutodestare entusiasmo. E poi: Il 49% del proprioingegnoContelohausatoperfarscheipropricomponimenti sembrassero poesie. Ancora:Frasca picchia a martello sulle sue paroleperchnoncicredeabbastanza[]lapoesiadiFrasca sembra uno spesso, grigio pannoappoggiatoordinatamentesuunlettodichiodi.

    Forse ci siamo. La critica di poesia statrovando un nuovo linguaggio, che permette didire in pubblico ci che di solito si mormora inprivato.

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  • Capronieillettoreimpaziente

    Hodavanti ame la foto riprodotta sul cofanettodelMeridianoMondadoriconLoperainversi diGiorgio Caproni. bella la foto, ma straordinario quel volto. Caproni negli ultimianni, quando ha concepito e scritto, in unatensione estrema, i suoi ultimi libri, quelli che lohannofattopiamaredainuovilettori.unvisoscarno, pelle e ossa, contratto in unaconcentrazione drammatica e stranamenteallegra, unviso scolpito dalle rughe come i suoiversisonoscolpitiescanditidallerime,daivuoti,daisaltidirigaedaglispazibianchi.

    Caproni ovvero lessenzialit: la scossaelettrica di afferrare solo lo strettamentenecessario e di colpire il bersaglio (racconta diessere stato impegnato da ragazzo in continuesassaiole,ederaamicodifamigliauneccellentecacciatore di nome Cecco). A proposito di unviso definibile con la formula pelle e ossa, sipuricordarecheunacertaanatomiasimbolica,del restomolto facilmente afferrabile, identificanella pelle il contatto sensoriale immediato conlambiente esterno,mentre le ossa alludono allametafisica che fisicamente in noi, a ci cheduradipidopolamorte.

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  • Ancora: in questa foto gli occhi guardano dilato,dietroeoltreilfotografo.Scrutanoqualcosachecononc,scrutanoinattesa,conlansiadi chi vuole afferrare nellattimo leventofulmineo che forse accadr o forse no (di suopadre, appassionato di esperimenti elettrici,Caproni dice che fabbricava fulmini in casa).E le labbra sono serrate, come per impedirsi diparlare, come se lemettere parole dovesseessere solo una necessit estrema e a lungocompressa.

    Questa interpretazione fisiognomica diCaproni, cos ovvia, pu essere giustificata dalsensodieccezionalesingolaritecoerenzadellasua scrittura poetica. Caproni sempre veloce,attento, laconico e presente a se stesso.Diventaquindipifacilelatentazionediimmaginarecheil suo viso e la sua opera si somiglino, faccianosistema, direttamente, senza labirintiche ecomplesse mediazioni culturali: dal corpo allascrittura. Nei suoi versi il peso della culturasembraannullato.Deicosiddettiquattroelementi laria il pi caratteristico e necessario perCaproni: la terra troppo concreta e solida, ilfuoco troppo passionale e prepotente, lacquatroppoavvolgente.Sololariapuesisteresenzaesistere, esserci senza quasi essere vista, puromedium della visione, ubiqua e priva di confini(imieiversisononatiinsimbiosiconilvento).Lo strumento musicale di Caproni stato il

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  • violino, il pi nervoso e teso degli strumenti, lostrumentodelgenovesePaganini:aGenovacheCapronistudiaviolinoesidiplomaatredicianni.

    Infine,Capronimaestrodiscuolaelementare.Non lo fu a caso, aveva il senso di che coselementare ma essenziale e di qual il suovalore. La sua poesia nata a ridossodellinfanzia,quandoleggevalestorieillustrateeraccontateinversiarimabaciatasulCorrieredeiPiccoli. E accanto alCorriere dei Piccoli, insecondaelementare,asette-ottoanni,ilbambinoscopre la poesia italiana in unantologia trovatafra i libridisuopadre,Poetidelleorigini (cio iSicilianiegliStilnovisti).

    Ma su Caproni maestro elementare c unaneddoto, raccontatomidaAntonioDebenedetti,che trovo meraviglioso, un virtuosisticocapolavoro di essenzialit pratico-letteraria.SembracheilpiccoloAntonio,scolarosvogliato,avessebisognodiesseredisciplinatoeseguitodaqualcuno, e cos suo padre, il grande critico, lospeddaCaproni. Ilbambinoacasanonsentivache parlare di libri che sono belli e di libri cheinvecesonobrutti.CoschieseaCaproni:Comesi fa a capire se un libro bello o brutto?Bisognava fare presto a rispondere, nonannoiare, non complicare, farsi capire bene esoprattutto colpire limmaginazione, spingere afaredas.Edeccoilmetodo,forseinventatosul

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  • momento da Caproni: Tu prendi un libro, apriallaprimapaginaeleggileprimeparole.Poivaiallultima pagina e prendi le ultime. Se stannobeneinsiemeillibrobello,senonstannobene,illibrobrutto.

    Lacosadiabolica(oangelica)cheilmetodoCaproni funziona quasi sempre. Ho fatto laprova, fatela anche voi. Si capiscono subito lecaratteristiche del libro e anche dellautore.PrendoMobyDick. Prime parole: ChiamatemiIsmaele.Ultime:unaltroorfano.Stupendo.proprio cos. PrendoI fratelliKaramazov. Primeparole: Iniziando la biografia del mio eroe.Ultime: al suo grido. esattamente questo.Grandioso.

    Vediamo che cosa succede con I promessisposi.Primeparole:Quel ramo.Ultime:fattoapposta.No!Quelramofattoapposta?Non possibile. Dove siamo? questo il difetto diManzoni: comincia con una certa pedanteriaimmaginando uno spazio libero e naturale efinisceinunaspeciedidispettuccio,diforzatura,di ristrettezzamorale un po viziosa. Caproni ungeniodelrisparmioverbaleementale.Tutti imetodidellacriticaletterariasonosbaragliati

    Scherziaparte(maglischerziinquestocasosonoancheseri)Capronifamiracoliriducendoal

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  • minimo e ricominciando sempre da zero,dallinizio. In questo c anche un estremismo.Dallinizio si corre alla fine e oltre.Tecnicamente Caproni un maestro dellaclausola e della condensazione. Le sue minimestrofe sono spesso aforismi rafforzati dallapercussionedellarima.Lenergiadelritmorendepi corte le parole. In una lingua polisillabicacome lanostra,Capronisceglie istintivamente leparolepibrevielasintassipiveloce.Nellasuaprima raccolta poetica,Come unallegoria(1936), la seconda poesia si intitola Alba (enon sar un caso). Siamo alle soglie del giorno,quandoilmondovieneallaluceenonhaancoraunsapore:

    Unacosascipita,colsuosaporedipratibagnati,questamattinanellamiaboccaancoraassopita.

    Negliocchinasconocomenellacquadegliacquitrinilecase,ilponte,gliulivi:senzacalore.

    assenteilsale

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  • delmondo:ilsole.

    La base strettamente sensoriale. Ma cpocamateriaperisensi,quiilpifisicodeisensi,il gusto. un mondo appena nascente e senzasapore, a cui manca il sale. Un mondo ancorasenzasoleesenzacalore.

    Il mondo di Caproni sempre nitido, maanchecrepuscolare.sulpuntodinascereosulpunto di sparire. Nei suoi ultimi libri, i sensilavorano poco. Ci si allontana dalla vita. Ilcommiato,benchnonprivodicerimonie,cercacomunquedi essere laconico.Manon ci riesce,ricomincia e poi smette. Il pathos persistente,ossessivoinCaproni,ilpathosdellinterruzionee della ripresa, della fine e del principio. Inmezzononcmolto.Sialospaziodellavitachequello della poesia sembrano stretti e scarsi,come inLiguria. In unintervista del 1975disse:Ero un ragazzaccio, sempre in mezzo allesassaiole,quandononmene restavo incantatooimbambolato. Non ero molto allegro: tutto mimetteva veleno in partenza: mi noleggiavo perunora la barca o la bicicletta, e gi vedevoquellora finita.Ne soffrivo in anticipo la fine.Questa ansia intensifica le percezioni, ma nellostesso tempo le rende volatili, come se la cosapercepita sparisse sempre un po prima deltempo,odiquandosivorrebbe.

    Unadelle poesie pi famosediCaproni, una

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  • tra le pi amabili e recitabili, Congedo delviaggiatore cerimonioso (il libro omonimocontiene testi composti fra il 1960 e il 1964),mette in scena una facile allegoria ferroviariadellavitacomeviaggio:

    []Ancoravorreiconversarealungoconvoi.Masia.Illuogodeltrasferimentoloignoro.Sentoperchevidovrricordarespesso,nellanuovasede,mentreilmioocchiogivededalfinestrino,oltreilfumoumidodelnebbionecheciavvolge,rossoildiscodellamiastazione.[]Congedoallasapienzaecongedoallamore.Congedoancheallareligione.Ormaisonoadestinazione.

    Lautore aveva appenaquarantotto anni e lasuaansiadinullificareeradivorante.Neppurelareligione,di solitocompagnadichi fiuta la fine,riesce a resistere. Si sa, il rischio di chi siappassionaallessenzialitdivedereilnulla in

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  • tutto. Non in alternativa, ma continuamentemescolati. Il nulla si insinua inmezzo alle cose,induce una rarefazione, un alleggerimento, unatransitoriet che sempre incombe, un gioco fralapparire e lo sparire. Basta aprire i libri diCapronipervederefisicamente,graficamente,questa presenza delle assenze, linvasione delnulla e dei vuoti, che ne sono gli ambasciatori.Dopo alcuni tentativi, peraltro molto riusciti, dicostruire poesie e poemetti pi sintatticamentearticolati, in particolareIl passaggio di Enea,libro del 1956, comincia la marcia di Caproniversoilpocoeilmeno.NelMurodellaterra, cheraccoglie poesie scritte fra il 1964 e il 1975,lepigrafe da Annibal Caro ha un suonoinequivocabile: Siamo in un deserto, e voletelettere da noi? E poco dopo, i sei versi chedefiniscono con il loro titolo la Condizione dichiscrive:

    Unuomosolo,chiusonellasuastanza.Contuttelesueragioni.Tuttiisuoitorti.Soloinunastanzavuota,aparlare.Aimorti.

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  • Edeccocheapparequellanimale,stavoltaunleggerissimo,minimo,veloce,abileinsetto,cheinCaproniprendeilpostocheinSabaebbelacaprae inMontale languilla: lidrmetra (nome siamaschile che femminile) che cammina sullasuperficiedellacqua:

    Dinoi,testimonidelmondo,tutteandrannoperdutelenostretestimonianze.Leverecomelefalse.Larealtcomelarte.

    Ilmondodellesembianzeedellastoria,egualmenteporteremoconnoiinfondoallacqua,incertaelucida,ilcuiveloneronessunidrometrapipattinernessunalibellulasorvolerneldeserto,intero.Inun tale virtuosismo lirico, in versi e strofe

    sempresullimitedellosparire,Capronisiesercitanellasuaspecialeartediaffermarenegando,ditracciaresegnichesembranovoleressere ilpipossibile incisi, e che in quello che dicono sirivelano essere scritti sulla sabbia o sullacqua.Mario Luzi rese omaggio al suo coetaneoCaproni, definito da lui splendido faber,dicendo che fra i poeti della sua generazione

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  • ilpiinnamoratodeglistrumentitecnici[]deiquali egli espone in piena evidenza, conincantevole ilarit, il movimento stesso deicongegni.

    Ilarit tecnica, euforia ritmicaper esprimereuna specie di nichilismo ludico. Di qui laripetitivitattraversocontinuevariazionisultemadella perdita, della distanza, delladdio. Unaripetitivit inebriante e un po esasperante dellaparola finale, della clausola perfetta che pernonchiudemai,anchessaprovvisoria.

    Gli oggetti e le situazioni che nei primi libripotevanoambientarerealisticamentelepoesiediCapronicomenotCalvino:lemoltelatterieemolte osterie che si presentavano comeemblema di un elementare attaccamento allavitainveritportanofuoristrada, ingannano.Perci non fidatevi, avvertiva Calvino, il lorovero significato era questo: ci che , pocacosa,mentre il resto (il tutto, o quasi) ci chenon,chenonstato,chenonsarmai.

    La narrativit e teatralit che Caproni portadentro la poesia (annunciando una tendenzastilistica frequente nei poeti pigiovani), invecedi espandersi inglobando fatti e realt fisica, sicontrae in una vicenda sempre pimentale. Lacornice allegorica resta quella del viaggio e delviaggiatore, in scenari assiderati in cui la vita impossibile.Lintellettualismoomentalismodegli

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  • ultimi libri di Caproni, dalFranco cacciatore(1982) al postumoResamissa (la cosa perduta,un bene non precisato) non presuppone unafilosofia, una metafisica e neppure unestetica.Scompaiono le nostalgie e gli amori, reali e poiimpossibili.Glistessioggettidipensierodiventanomostri incorporei o pretesti per tenere vigileunattenzione quasi senza pi contenuti. Ognitanto, sprazzi di violenta indignazione politica ecivileodipolemicamoralmentesecessionista:

    Ditepuredinoisequestovifarpiacerechesiamodeirinunciatari.ChenonriusciamoatenereilpassoconlaStoria.

    Lefrasifattesappiamosonolavostragloria.

    Noi,noinonvelecontestiamo.

    Essereindisarmoniaconlepoca(andarecontroitempiafavoredeltempo)unanostramania.

    Crediamonellanacronismo.Nelfulmine.Nonnellavvenirismo.

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  • Caproni fuori dellideologia della modernitprogressiva un poeta che non elabora neredita un pensiero, lo fa esplodere in ognisingolaannotazionedelsuodiariopoetico.Sipupensarecheinquestaautoriduzioneallascarsit,con testi di una tale esibita concisione,amaramente parodistica e umoristica, Capronialluda a una riduzione di fatto dello spaziosocialeeculturaleconcessoallapoesia.Comeseper la poesia ci fosse sempre meno spazio etempoelavelocit,ilrisparmiodiparolefosseroun obbligo e una necessit, la sola risposta delpoeta alla situazione. Minimo deve risultare lospreco di parole, minima la dispersione dienergia. Ma cos lestrema condensazione e lafusione di giochi fonici e giochi concettualiannullano ogni possibilit di lettura distratta, intempidigeneraledistrazione.Pagando ilprezzodiunaperditadiestensioneedipeso,Caproniriuscitoavincerelasfidaconillettoredistrattoeimpaziente, dato che lui, lautore, ancora piimpaziente.Inquestononsmettedisorprendereedi divertirsi. Per lui del resto si tratta diconcludere, su tutto. Su Freud, per esempio, induebattute:

    1.Veritinconcussa.Larimavulvare:laportacui,chinuscitounavoltapoiinperpetuobussa.

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  • 2. Si pu dire anche questo: ognicongiungimentoerotico

    ,perinterpostocorpo,unincesto.

    In un tempo che davanti alla soglia finalesembra essersi fermato, scorciato e contratto,questo poeta ha continuato a esistere pensandopermalinconia,mainallegrettoconbrio.

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  • Notasuitesti

    IltestoIrischidellaletturastatopresentatoalconvegnoDalprogettodiletturadiCarloBoallalettura nellera digitale, Fondazione Carlo eMariseBo,Urbino,24-25novembre2011.statopubblicato parzialmente sul Sole 24 Ore il 27novembre2011.

    Il saggio Lettera a un giovane che spera eteme di diventare un critico stato pubblicatoconaltrotitolosuVitaePensiero,2,2009.

    IpoetieilrischiodiesserelettiuscitosulSole24Oredel27maggio2012.

    Caproni e il lettore impaziente il testo diuna conferenza tenuta allIstituto Italiano diCultura di Parigi il 31 maggio 2012. statopubblicatosulFoglioil26maggio2012.

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  • ISBN97888745241292012nottetemposrlviaZanardelli,34-00186Romawww.edizioninottetempo.itnottetempo@edizioninottetempo.itProgettografico:StudioCerriAssociatiConversionee-book:ElenaCampa,StudioArturo,[email protected]

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  • Perconsultareilnostrocatalogoe-bookhttp://www.edizioninottetempo.it/catalogo/ebook/Setipiaciutoleggianche:CheintellettualeseidiAlfonsoBerardinelliPerchscriverediMilenaAgusChe fine faranno i libri di FrancescaM.Cataluccio

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  • IndiceCoverNotadell'editoreFrontespizioIndiceIrischidellaletturaLetteraaungiovanechesperaetemedidiventareuncriticoIpoetieilrischiodiesserelettiCapronieillettoreimpazienteNotasuitesticolophoncatalogoebook

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    IndiceNota dell'editoreFrontespizioIndiceI rischi della letturaLettera a un giovane che spera e teme di diventare un criticoI poeti e il rischio di essere lettiCaproni e il lettore impazienteNota sui testicolophoncatalogo e book