L'Economia Della Cultura - sintesi

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L'ECONOMIA DELLA CULTURA FRANCOISE BENHAMOU

CAPITOLO I I CONSUMI E L'OCCUPAZIONE

Finanziamento - UE 4,5% budget famiglie in media Problema statistiche su mercato cultura: termini e valutazioni qualitativeTeatro : carattere elitario; cinema danneggiato dal mercato audiovisivo e dalla tv; editoria di consultazione in ascesa; musica in ascesa.Distinzione socioculturale nella SCELTA dei programmi e degli spettacoli: imitazione-distinzioneLegame fra il livello culturale della famiglia e l'ambito extrascolastico Livello di educazione prevale sul reddito.Difficolt analisi economiche logiche sociologiche e psicologiche pi che economiche.Costo del tempo debole crescita dei consumi culturali rispetto al reddito.Peso dell'incertezza costo-opportunit sulle scelte di consumo.Capacit di sostituzione di un bene con un altro. Cinema-teatro. Infulenza del prezzo sulla scelta.Costi connessi al consumo. Rapporto proporzionale prezzo/prodotti industriali.Variabili consumo culturale : reddito, tempo, capitale umano, beni commercialiModello consumo musicale Becker Stigler. Pi si ascolta, pi si vuole ascoltare.Costi per la scelta. Caratteristiche misurabili, oggettive sottoinsieme di scelte e rischio.Kelejan e Lawrence peso della critica sulla domanda incertezza ulteriore variazione di rischio che aumenta con la complessit del bene.

Il mercato del lavoro. Riconoscimento del lavoro artistico. Manodopera stabile e discontinua. La scelta della carriera artistica. Le medie che ingannano. Alto rischio e guadagno incerto. Sproporzione rispetto alla formazione. Ritorno psicologico ambiente e speranza (lotteria).Considerazione dei redditi vicini a disposizione (famiglia). Attivit lavorativa complementare e assicurazione sociale in alcuni stati.Il diritto d'autore come risarcimento e stimolo all'innovazione. Le royalities. Il copyright : condivisione del rischio, della facolt morale e dei guadagni con il produttore.Sonny Bono copyright term extension Act 1998: da 50 a 70 anni.Problema internauti diritto d'autore. Pirateria maggiore diffusione e canali trasversali.

CAPITOLO II LO SPETTACOLO DAL VIVO

Spettacoli pi piccoli di contorno a grandi eventi. Connessione con l'industria discografica (live).Settore fragile ampio intervento finanziario esterno, spesso in gran parte pubblico.Costo x sedia/numero repliche. Minore affluenza ultime repliche, maggiore prezzo (Throsby)settore stagnante rispetto alla crescita. Aumento continuo dei costi aumento dei biglietti rischio diminuzione domanda incassi. Circolo vizioso. Malattia dei prezzi (Baumol e Bowen)Rapporto qualit/prezzo risparmio su strumenti e produzione, su riproduzione di autori viventi.Pi aumenta la qualit, pi aumenta il successo e l'attenzione dei consumatori, nuove esigenze da soddisfare, innalzamento dei costi. In the performig arts, crisis is apparently a way of lifeL'importanza del sostegno allo spettacolo dal vivo. Francia: 1/3 stato e 2/3 amministrazioni locali. Intervento pubblico anche per circo e strada 65%.Marginale l'aiuto alle strutture private per la musica contemporanea.I responsabili stabiliscono la loro produzione ex ante considerando gi il limite massimo di sovvenzioni disponibili. Problema di stabilire i prezzi prima, previsione della qualit e del successo dello spettacolo. Necessit di incassare/qualit e innovazione. Maggiore la qualit del prodotto per, minore l'attenzione al prezzo. Politica della qualit senza fini di lucro.(esempio Paesi Bassi anni '60 e '70). Elasticit della domanda scarsa rispetto al prezzo.Elevati costi fissi, costi marginali bassi, domanda poco elastica.Donazione sovrapprezzo volontario in sostituzione di una proporzionalit dei prezzi rispetto alla volont e alla possibilit del consumatore.Effetti perversi del finanziamento pubblico: i festival anti-economici mal gestiti, i festival virtuosi mirati, deficit meno strutturale. Opera repertorio, stabile ed economica - Opera festival, evento effimero e dispendioso.

CAPITOLO III IL MERCATO DELL'ARTE E IL PATRIMONIO ARTISTICO

Speculazione e investimenti della banche negli anni '80. Forte peso simbolico. Fattori determinanti del prezzo dell'opera d'arte.Raymonde Moulin '92 3 mercati: oleografie decorazione, grande mercato e grande offerta opere catalogate opere contemporanee ,domanda e offerte molto pi ristrette.
Influenza delle gallerie e delle case d'asta sul prezzo. Fiere e saloni, occasioni di ampliare il mercato. Fattori di incertezza: mode, evoluzioni nella storia dell'arte e dei valori estetici. Pochi esperti emettono il giudizio valutativo e la certificazione.Altri fattori del prezzo: notoriet artista, qualit dipinto, tempo dalla prima mostra dell'artista, precedenti prezzi, forma d'arte, classifiche in base alle esposizioni (Kunstkompass).Bolla speculativa e paesi emergenti dal 2000 rialzo dei prezzi. Fattori estrinseci.Titolo finanziario: reddito durante il corso dell'azione e plusvalore alla vendita. Se aumenta la differenza fra valore nominale e prezzo delle azioni si ha una bolla speculativa vendite massicce e disordinate. Il clamore dei media maschera il grande rischio di acquisti a prezzi tanto elevati.L'opera non produce reddito ma plusvalore. Questo pu aumentare anche vertiginosamente con gli anni. In realt il rischio dell'investimento altissimo, legato a fattori imprevedibili legati all'umanit. In alcuni paesi il vantaggio economico pu venire dagli sgravi sulle imposte fiscali. I musei negli USA hanno venduto molto pi di quando abbiano acquisito. Necessit di trovare nuovi finanziamenti. Leinaud sui musei: concentrazione su un'opera a discapito di collezioni intere.Esplosione dei consumi museali dagli anni '80; espansioni e grandi architetti.Diversificazione musei:funzioni: conservare esporre funzione didattica finanziamenti: pubblici mecenatismo propri (attivit collaterali)diverse politiche di acquisizione e distribuzione delle entratte. Tutti i musei sono No profit.Museo: ricchezza inestimabile gratuit. In USA collezioni affittate.I costi non aumentano in confronto alla domanda, se non in casi di affluenza straordinaria.Arricchimento collezioni pubbliche: diritto di prelazione; opere come tasse di successione, sgravi alle imprese se acquistano arte e donano ai musei, riduzioni d'imposta proporzionate all'acquisto, divieto di esportazione, mecenatismo.Prezzo del biglietto: mostre stabili e temporanee. Riduzione delle ore di attivit.Mostre temporanee e itineranti risposta alla necessit di ampliare e soddisfare la domanda.Beni architettonici e monumenti catalogati: spesa in costante aumento e senza possibilit di entrate dirette e di calcolabilit della fruizione. Valore simbolico dei beni culturali. Spese indotte.Lo Stato come garante dell'eredit per il popolo futuro. Ruolo non possibile per i privati. Difficolt economiche dello Stato che a volte aspetta la creazione di emergenze per intervenire in restauro.Affitto dei beni restaurati a finalit alberghiere o cinematografiche possibile deterioramento e affollamento.

CAPITOLO IV LE INDUSTRIE CULTURALI. LIBRI, DISCHI, CINEMA

Opere riproducibili concentrazione sul talento e non sull'opera in sull'oggetto.Mercato poco prevedibile concentrazione della grande impresa su pochi soggetti e delega per l'innovazione a imprese minori, magari satellite.Settori in relazione fra di loro: libro film sul libro colonna sonora; film televisione videogame. Implosione dei supporti con il digitale. Nuove tecnologie contenuti e processi sconvolti. Le industrie culturali filtrano l'offerta eccessiva rischio e sovrapproduzione.L'impresa ripartisce gli investimenti fra segmenti di mercato ad elevato tasso di innovazione e quelli pi stagnanti e di massa.Influenza della critica e dei media sul successo dei prodotti investimenti su grandi eventi per il lancio del prodotto. Ulteriore investimento a rischio in realt.Il prezzo non garanzia di qualit. Minore durata del ciclo di vita dell'opera. Incassi meno ripartiti nel tempo. Standardizzazione e calo della domanda.Oligopolio parziale: le majors. Controllo della rete distributiva e delle piccole imprese satelliti che usano come talent-scout con una certa autonomia.Forte concentrazione nel mondo dell'editoria. Il libro digitale cambiamento di una struttura industriale. Abbassamento dei prezzi e della remunerazione per l'autore.Majors discografiche vs Pirateria scarsit dell'offerta legale online.Le majors cinematografiche decreto antitrust 1948: diminuzione dell'attivit produttiva e concentrazione sulla distribuzione. Piccole produzioni indipendenti mirate a progetti a breve termine. Assorbimento delle majors. L'industria del videogioco e il gioco online - Volatilit del mercato.Influenza delle majors sulla vendita al dettaglio prevalere di grandi catene di distribuzione (multisala e ipermagazzini).La vendita online: possibilit di vendita per tutti o ulteriore concentrazione del mercato.Fusione di grandi gruppi industriali cercano di dominare un determinato settore ulteriore omologazione dei prodotti.Beni digitali: gratuit donazione e pubblicit. La rivoluzione delle reti sociali.

CAPITOLO V LE POLITICHE CULTURALI

L'intervento statale legittimato dal fallimento del mercato dei beni culturali, derivante dalla natura stessa dei beni e giustificato con le esternalit a vantaggio di altre attivit e generazioni future.Tesi liberale: Indivisibilit del bene costo marginale x spettatore = nullo. Impossibilit eventuale di far pagare per la fruizione (monumento). Esternalit: turismo, livello di civilt. Lo Stato contribuisce al finanziamento della produzione se chi beneficia delle esternalit non lo fa.L'investimento genera flussi di reddito moltiplicati (diretti, indiretti, indotti).Lo Stato garante dell'eredit delle generazioni future di un bene irriducibile e indivisibile.Lo Stato si sostituisce al mercato per sostenere i settori che altrimenti sarebbero condannati al declino, soprattutto se settori ad alto tasso di innovazione, dunque di incertezza. Eviterebbe cos la perdita di talenti verso altre professioni o paesi stranieri.Legame prezzo/soddisfazione attesa. Netzer: domanda per una Venezia meno affollata e inquinata biglietto d'ingresso alla citt : quale prezzo?

Modello anglosassone / modello Europa Meridionale-suddivisione delle responsabilit fra enti diversi e sussidi minimi-forte intervento statale in Francia. Regolamentazione della concorrenza, limite agli sconti, quote da rispettare per le trasmissioni radiotelevisive di prodotti nazionali, sovvenzioni e tasse parafiscaliIl mecenatismo: la National Gallery, le Casse di Risparmio e le lotterie, il prestigio delle grandi famiglie (Medici, Fugger), benefit fiscali.Maggiore il livello di reddito, minore il costo della filantropia in termini relativi deduzioni fiscali.

Sopravvalutazione delle esternalit e la cattiva redistribuzione delle sovvenzioni. Intervento pubblico a volte meno efficace della gestione gi fallimentare. Eccessiva protezione e regolamentazione diminuiscono la possibile vitalit dei mercati.Le istituzioni alla ricerca di sussidi rischiano di fare programmazioni pi orientate a soddisfare l'amministrazione che un potenziale pubblico-mercato autoreferenzialit. Incentivazione della sovrapproduzione.Incompetenza dello Stato in ambito di scelte artistiche alla base della crisi dell'arte contemporanea - conformismo artistico. (Schneider)

Gli studi sulle esternalit non considerano la sostituzione/esclusione. I vantaggi ad una regione possono danneggiarne un'altra e un altro tipo di investimento poteva essere pi redditizio. Necessaria cos una contropartita nel breve periodo per una valutazione degli effetti positivi.Critiche all'intervento pubblico: O'Hare effetto antiredistributivo , maggiori sono le sovvenzioni, minore la possibilit che il prodotto sia fruito da qualcuno. Utilizzo di voucher per finanziare il consumo e non la produzione, effetto sul mercato nero. Tullok: non investire per il futuro privandosi nel presente.Utilizzo della democrazia diretta nella scelta degli investimenti culturali rischio di sconfitta costante. Grampp, contro l'interventismo, la dispersione di coloro che pagano rispetto a quelli che non pagano che genera la tolleranza all'intervento.

Fuori dall'ottica liberista:Impossibilit di giustificare la spesa con ritorni tangibili. La mancanza di cultura genera inconsapevolezza di questa mancanza. Indifferenza per la cultura. Difetto della scienza economica rispetto alla dimensione QUALITATIVA di ci che misura.