Le chiese e i santuari dell'Amiata (IT)

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LE CHIESE E I SANTUARI DELL’AMIATA Arte e architettura dei luoghi di culto sul Monte Amiata

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LE CHIESE E I SANTUARI DELL’AMIATA Arte e architettura dei luoghi di culto sul Monte Amiata

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LE CHIESE E I SANTUARIDELL’AMIATAArte e architetturadei luoghi di culto sul Monte Amiata

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S O M M A R I O

U N A M O N T A G N A E

L E S U E VA L L I , L E

C H I E S E E I

S A N T UA R I 4

A B B A D I A S A N

S A L VA T O R E 8

A R C I D O S S O 1 2

C A S T E L D E L P I A N O

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P E R S A P E R N E

D I P I Ù 5 0

Antico borgo intorno al monasteroCamaldolese, sulla destra chiesa diSan Marcello, Vivo d’Orcia (p 23)

Chiostro del convento francescano e chiesa della Santissima Trinità, La Selva,Santa Fiora (p 42)

La pieve di San Pietro, Radicofani (pp 34-35)

L E C H I E S E E IS A N T UA R I

D E L L’ A M I ATA

T E S T I

C a r l o P r e z z o l i n i

G R A F I C A

E d o a r d o G o n n e l l a

F O T O G R A F I E

C e s a r e M o r o n i

N e s s u n a p a r t e

d i q u e s t o l i b r o

p u ò e s s e r e r i p r o d o t t a

o t r a s m e s s a

i n q u a l s i a s i f o r m a

o q u a l s i a s i m e z z o

s e n z a a u t o r i z z a z i o n e

s c r i t t a d e i p r o p r i e t a r i

d e l C o p y r i g h t .

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Qesti itinerari sono la proposta di unviaggio alla scoperta delle testimonianzearchitettoniche che la dura vita delle Comunità amiatine ha costruito nell’arco

di oltre un Millennio, testimonianze intessute disudore, di dolori, di speranze e di aspirazioni albello e al divino degli abitanti della Montagna edelle sue valli.Il territorio di riferimento di questi itineraricomprende una vasta zona della Toscanameridionale, al confine con il Lazio, compresa dalpunto di vista amministrativo nelle province diGrosseto e di Siena. Comprende il massiccio diorigine vulcanica del monte Amiata, che raggiunge1.738 m. ed è la vetta più alta della Toscanainterna, la valle dell’Orcia e le alte valli del Paglia,del Fiora e dell’Albegna.Dall’Amiata, che con la sua altezza e le suearmoniose forme coniche è il punto di riferimentovisivo caratterizzante la regione, si sviluppano dellepropaggini che formano ad est il colle diRadicofani, a nord i poggi di Castiglioni e Roccad’Orcia e a sud il Civitella e il Monte Labro.L’Orcia, con il suo ampio arco, delimita asettentrione la regione in modo netto, dallesorgenti, situate nella dorsale che unisce l’Amiataal Cetona, alla confluenza nell’Ombrone, sotto ilnuovo Borgo Santa Rita; il fiume Ombroneprosegue questo disegno di delimitazione versooccidente. Gli altri fiumi che nascono dall’Amiata,il Paglia, il Fiora e l’Albegna, con le loro valli nontracciano confini naturali della regione earricchiscono il territorio di nuovi e diversificati

quadri ambientali.

Ai rigogliosi boschi di faggi e castagni, chericoprono il massiccio amiatino fino alla vetta,succedono macchie di cerri, oliveti e vigne, campicoltivati e pascoli nelle valli e nei poggi lontanidalla vetta.È un territorio rimasto ai margini della storiaantica, isolato anche nel medioevo: i centri dipotere delle città vescovili di Chiusi, Sovana eRoselle, di Siena e Orvieto sono lontani. Questalontananza facilita il sorgere, lo svilupparsi ed ilconservarsi di importanti centri di potere locale, inparticolare l’abbazia benedettina del SantissimoSalvatore e la famiglia comitale degliAldobrandeschi. La storia dell’Amiata fino al XIIIsecolo si gioca sul delicato equilibrio fra questidue grande feudatari, che vedranno il loro potereprogressivamente eroso dalla crescita dei Comunie dall’intervento delle città di Orvieto e Siena. LaRepubblica Senese diventerà il potere egemonefino al 1555, quando anche l’Amiata entrerà a far

parte del Granducato deiMedici.

U N A M O N T A G N A E L E S U E VA L L I , L E C H I E S E E I S A N T U A R I

Arcidosso, pieve di Santa Maria in Lamula, particolare di uncapitello

Nel medioevo l’Amiata è strategicamenteimportante come zona di confine verso ilpatrimonio della Chiesa e nel versante

orientale è percorsa dalla Francigena, la principalevia di collegamento fra il Nord e Roma. Il versanteoccidentale rappresenta un sano retroterra per lavicina Maremma paludosa e malarica, rifugio per ibraccianti stagionali e per la transumanza estivadei greggi.Queste complesse situazioni storiche e naturaliproducono la nascita e lo sviluppo di una fitta retedi popolosi castelli che circondano come unacorona la vetta della montagna od occupano lasommità di poggi isolati nelle valli. La marginalitàdel territorio, cresciuta in epoca moderna e

contemporanea,

ha conservato in modo quasi miracoloso questiinsediamenti storici dal punto di vista urbanisticoe architettonico. Gli antichi castelli spessoconservano superbe rocche e importanti restidelle cinte murarie e sempre accolgonointeressanti edifici religiosi ricchi di opere d’artesacra.Alle chiese dei borghi fortificati si unisconole chiese di campagna, a volte eredi delle vecchiepievi, le antiche chiese battesimali, o erette dalladevozione popolare per la Madonna.La storia religiosa della regione amiatina vede pertutto il medioevo come protagonista infaticabilel’abbazia benedettina del Santissimo Salvatore,fondata nella prima metà dell’VIII secolo daiLongobardi per organizzare il primo tracciato dellastrada che poi verrà detta Francigena, perbonificare ed evangelizzare una vasta zona cheoltre l’Amiata si ramifica fino alla Maremma, alla Valdi Chiana e all’alto Lazio.Altri protagonisti dellavita religiosa, spesso in forte contrasto con gli abatidi San Salvatore, sono i Vescovi di Chiusi, la cuigiurisdizione si estende in quasi tutta l’Amiata,compreso il versante occidentale, e i Vescovi diSovana, la cui diocesi, passando per Roccalbegna eSemproniano, arriva fino a Castell’Azzara ePiancastagnaio. Parte dell’attuale territorio

comunale di Cinigiano è invecesottoposto all’autorità del Vescovo

di Roselle.

Abbadia San Salvatore, cripta dell’Abbazia di SS. Salvatore

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Con il nuovo millennio compare un altroimportante monastero, quello camaldolesedel Vivo, ma solo lo sviluppo degli ordini

francescani nel XIII secolo modificheràprofondamente la dinamica religiosa dell’area, conla creazione di conventi nei centri più importanti.Molte delle chiese amiatine sono di originimedievali e spesso conservano testimonianzearchitettoniche di questa fondazione. Romaniche(secoli XI-XII) sono l’abbazia di San Salvatore e lapieve di Lamula, le celle dell’Ermicciolo al Vivod’Orcia, di San Lorenzo e di Santa Mustiola adArcidosso, di San Biagio e di Santa Lucia a Casteldel Piano.Anche il gotico (secoli XIII-XIV) halasciato interessanti opere, come San Pietro aRadicofani, Santa Croce e San Leonardo adAbbadia, il Convento e la pieve di Piancastagnaio,San Leonardo ad Arcidosso e San Clemente aMontelaterone.Con il Quattrocento si sviluppano le Compagniereligiose laicali, che costruiscono una loro chiesa ouna cappella in un edificio sacro già esistente,diffondendo il culto del SS. Sacramento e,soprattutto, della Madonna.Testimonianzeparticolarmente belle di questa nuova realtà sono isantuari mariani della Madonna delle Grazie diArcidosso (di origine quattrocentesca) e dellaMadonna della Carità a Seggiano, che è di fineCinquecento.

Il Quattrocento (1462) vede anche la costituzioneda parte di Pio II Piccolomini delle due nuovediocesi di Pienza e Montalcino, che sottraggono aChiusi una vasta area che va da Cinigiano fino aCastiglione d’Orcia. Nel 1772 papa Clemente XIV,unendo nella persona del Vescovo le diocesi diChiusi e Pienza, toglie a Chiusi quello che glirimaneva dell’Amiata Occidentale. L’antica cittàetrusca aveva perso, nella seconda metà delCinquecento, anche la pieve di Santa Fiora,assegnata alla nuova diocesi di Città della Pieve epoi affidata, all’inizio degli anni ’70 del secolopassato, a Sovana.Quasi tutti gli edifici sacri vengono rinnovati inepoca barocca e ne vengono costruiti anchenuovi, come la Madonna di San Pietro aPiancastagnaio o le monumentali chiese dell’Opera

e della Madonna delle Grazie a Castel delPiano.

L’arte figurativa nell’Amiata vede il dominiodella scuola senese: Castiglion d’Orcia,Roccalbegna, Seggiano e Montenero

conservano ancora tavole di famosissimi pittori delTrecento. Rilevante eccezione all’influenza artisticasenese, oltre al Crocifisso ligneo del XII secolo inSan Salvatore di gusto borgognone, sono leraccolte di terrecotte di Andrea della Robbia edella sua scuola, che rendono uniche per ricchezzae bellezza le pievi di Radicofani e Santa Fiora.Il Seicento vede la presenza di importanti famigliedi artisti amiatini: i Nasini, fecondi pittori chelasciano la loro testimonianza in quasi tutte lechiese amiatine, e non solo, e gli Amati, famiglia discultori di Arcidosso.Dopo il Seicento, in parallelo alla perdita diimportanza dell’Amiata, anche la costruzione diedifici sacri e di opere d’artesubisce una

situazione di stallo e gli interventi sono soloparziali rinnovamenti del patrimonio di culto giàesistente, spesso ripristinato nell’ipoteticaredazione medievale con i restauri in stile dellaprima metà del XX secolo.Le nuove architetture religiose sono poche e discarso interesse. Le novità più rilevanti riguardanol’insediamento voluto da Davide Lazzaretti,riformatore sociale e religioso della seconda metàdell’Ottocento, sul Monte Labro e il centro dicultura tibetana Merigar di recente fondazione allependici dello stesso Monte: un lembo del Tibetsembra trapiantato nel desolato paesaggio delLabro, con il canto dei mantra e i seminari dimeditazione, testimonianza del nostro pianetaormai diventato come un villaggio globale, comesuggeriva profeticamente un figlio di questa terra,padre Ernesto Balducci.A queste testimonianze si è unito in queti ultimianni, quasi a rinnovare l’antica storia di SanSalvatore, il nuovo monastero di Siloe nel comunedi Cinigiano, in una stupenda posizione sulla valledell’Ombrone: il lavoro, il silenzio, l’accoglienza el’accompagnamento rinnovano l’antica spiritualitàbenedettina che per l’Amiata è stataparticolarmente importante e feconda.

Radicofani, pieve di San Pietro, terracotta robbianaLa Selva, Santa Fiora, chiesa della Santissima Trinità, terracottarobbiana

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Abbazia SS SalvatoreL’abbazia del SantissimoSalvatore sorge ai margini delmoderno paese. Secondo latradizione venne fondata dal piore longobardo Ratchis nellaprima metà dell’VIII secolo inseguito ad una miracolosaapparizione del Salvatore. Per lasua collocazione strategica diconfine e di vicinanza alla viaFrancigena, divenne uno deiprincipali monasteri benedettinidell’Italia centrale, centro dievangelizzazione, cultura esviluppo di un ampio territorioche si estese fra la Toscanameridionale e l’alto Lazio. Rettadai benedettini neri e passata aicistercensi nel 1228, vennesoppressa dal granduca PietroLeopoldo nel 1782. L’attualecomplesso è composto dallanuova chiesa consacratadall’abate Winizzo nel 1036 e dalmonastero, che si sviluppaintorno al chiostrocinquecentesco a norddell’edificio sacro.La chiesa ha una interessantefacciata a due torri, di cui quelladestra incompiuta, ornata daarcatelle romaniche e da una

trifora di forme gotiche.L’interno si presenta con piantaa croce latina, composta da unaampia navata copertada capriate e da unvasto coro,anticamente destinatoalla numerosa comunitàmonastica. Il coro èsopraelevato sulla sottostantecripta e coperto da volte abotte e a crociera.Dietro l’altare maggiore ècollocato un notevoleCrocifisso ligneo dipinto

raffigurato vivo, secondol’iconografia del Cristotrionfante sulla morte; è dellaseconda metà del XII secolo, diun artista borgognone.Ai lati delpresbiterio osserviamo duearmadi portareliquiari in nocedipinto e dorato, che conservano

una vasta raccolta di reliquie.Dietro ilCrocifisso si apreil coro ligneoseicentesco.

Interessanti sono le cappellelaterali affrescate daFrancesco Nasini, l’opera piùimportante di questoprolifico e famoso pittoreamiatino del XVII secolo. Lacappella di destra, dedicata alSalvatore, vede raffiguratenelle pareti laterali le scene

collegate alla leggenda

della fondazione dell’abbazia, lacaccia di re Ratchis e lamiracolosa apparizione. Nellaparete terminale, ai lati diun’ampia finestra gotica, sonoraffigurati i Santi più venerati nelmonastero: Marco papa eAntonio abate a sinistra e imartiri Abdon e Sennen a destra.Completano la decorazione ilCristo in pietà, sotto la mensadell’altare, e l’Ascensione nellavolta. La cappella di sinistra èdedicata alla Madonna conraffigurazione delle storie dellasua vita: nelle pareti laVisitazione a Santa Elisabetta,l’Annunciazione e laPresentazione al tempio e nellavolta l’Assunzione. Sempre diFrancesco Nasini sono ledecorazioni della cappella delPresepe, che si apre nel transettodi sinistra, e l’affresco con ilMartirio di San Bartolomeo,verso l’ingresso della chiesa.

CriptaDi eccezionale interesse è lavasta cripta protoromanica:una selva di trentaduecolonnette, con basi ecapitelli scolpiti invarie forme,sostengono volticinea crociera. La cripta,nata come chiesainvernale e comecontenitore di reliquie,conserva tracce evidentidella planimetriaoriginale: era conclusa datre absidi affiancateognuna da due absidiole,che componevanoforme a trifoglio.

La tradizione, probabilmenteoriginata dalla suggestione checrea l’ambiente, vuole chequesta sia l’antica chiesa fondatada Ratchis.Lungo il fianco di sinistra dellachiesa sorge il chiostrocinquecentesco, cuore dellacittadella monastica, dove siaprivano anticamente ilrefettorio e il capitolo, labiblioteca e lo scriptoriummonastici.

Museo dell’AbbaziaDal chiostro si accedeal museo dell’abbazia,che conserva i resti

dell’insigne patrimonioliturgico ed artistico in

gran parte disperso con lasoppressione. Dieccezionale valore è laCasula detta di San Marcopapa, una veste liturgicadell’VIII-IX secolo in seta

rosso cremisi diprovenienza persiana.

Molto interessanti anche ireliquiari esposti, fra cui uno acassetta scoto-irlandese dell’VIIIsecolo e il busto in rame doratodi San Marco papa, patrono diAbbadia, datato 1381 e attribuitoallo sculture senese Marianod’Agnolo Romanelli.

Il castello di Abbadia conserval’impianto urbanisticomedievale, con tre fasi diespansione e un interezzantetessuto architettonico gotico erinascimentale.

Santa CroceNella piazza centrale troviamo lapieve di Santa Croce degli inizidel Duecento, più volteristrutturata. Interessante ilfianco destro, in filari regolari dipietra con un portale gotico e,all’interno, un fonte battesimaledatato 1509, ornato con gli

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L’antico paese di Abbadia, che “a nessuno dei castelli di questo amenissimo montecede d’amenità” ricorda papa Pio II nei suoi Commentarii, è situato nel versanteorientale dell’Amiata, tra la vetta della montagna e l’antico tracciato della via

Francigena, che passava nella sottostante valle del Paglia. Sorto nella metà del XII secolo comeinsediamento fortificato dell’abbazia del Santissimo Salvatore, la sua comunità già nel 1212ottenne un proprio statuto, che risulta essere uno dei più antichi della Toscana. Il centro storicodel paese è formato da due insediamenti distinti: il nucleo fortificato sorto intorno all’abbazia eil vicino castello.

La facciata dell’abbazia del SS.Salvatore

Interno della cripta

Santa Croce, particolare del fontebattesimale

Particolare di uncapitello della cripta

Crocifisso ligneo

ABBADIA SAN SALVATORE

Museo dell’abbazia, casula diSan Marco Papa

Museo dell’abbazia,reliquiario di San Marco Papa

Scene di caccia di FrancescoNasini, affresco Interno dell’abbazia

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stemmi della Comunità diAbbadia e della famigliaPiccolomini.

San LeonardoNel Borgo sorge la chiesa di SanLeonardo che conserva unasobria architettura gotica, condue portali a sesto acuto e lo

stemma dell’abbazia di SanSalvatore nella facciata.

Madonna dei RemediFuori del castello, all’inizio dellavia per Piancastagnaio, si eleva ilpiccolo santuario della Madonnadei Remedi che la tradizionevuole costruito nel 1602, inseguito ad un miracolo, intornoad un tabernacolo conl’immagine della Vergine,probabilmente quella conservatanell’altare maggiore. L’interno,con due cappellette laterali, èaffrescato con una vasta teoria diSanti e Sante, opera di Francescoe di Giuseppe Nicola Nasini.

Madonna del CastagnoNella parte opposta di Abbadia,lungo la strada che porta versola vetta dell’Amiata, sorge ilsantuario della Madonna delCastagno, con una elegantefacciata rinascimentale intrachite. La chiesa, consacrata nel1524, è l’ingrandimento di unacappella costruita in seguito almiracoloso ritrovamento in uncastagno di una tegola conl’immagine della Madonna colBambino, oggi conservatanell’altare maggiore di formebarocche. Il vasto interno deltempio, coperto a capriate,conserva nel coro resti diaffreschi della prima metà delCinquecento e un’interessanteCrocifissione lungo la parete disinistra.

Madonna dell’ErmetaNei castagneti verso la vettatroviamo il santuario della

Madonna dell’Ermeta, anticachiesa con eremo documentatadalla fine del Duecento. Secondola tradizione qui si sarebberoritirate in contemplazione lamoglie di Ratchis,Thesia e lafiglia Rutrunda. L’edificio èpreceduto da un piccolo porticoe all’interno conserva un rudeCrocifisso ligneo di incertadatazione, venerato dagli abitantidi Abbadia e dei paesi vicini.

Nella parte alta dell’Amiata sonoda segnalare due modernechiese, una in località SecondoRifugio e l’altra in localitàMacinaie, nel comune di Casteldel Piano, costruite per serviziodei turisti. Sulla vetta (m. 1738)si innalza la monumentale Crocein ferro battuto opera delleofficine senesi di Luciano Zalaffi,eretta, secondo le indicazioni dipapa Leone XIII, in ricordodell’anno santo del 1900.Danneggiata nel corsodell’ultima guerra, fu restaurata enuovamente inaugurata nel1946.

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Chiesa della Madonna dell’ErmetaChiesa della Madonna del Castagno, interno

Chiesa della Madonna del Castagno,facciata

Croce in vetta al MonteAmiata

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Madonna delle GrazieFuori di Arcidosso, lungo lastrada che scende in Maremma,al temine di una scenograficascalinata troviamo il santuariodella Madonna delle Grazie, odell’Incoronata, uno dei più beisantuari della Toscanameridionale. Sorto perringraziamento alla fine dellapestilenza del 1348, il tempioaveva modeste dimensioni;venne ampliato nelQuattrocento, nel 1566 furonorealizzate le navate laterali e nelsecolo successivo le cappelleterminali ed il coro. L’elegantefacciata è partita in cinqueriquadri verticali da lesenetuscaniche, animate da portali efinte finestre architravate; adestra sorge una snella torrecampanaria. Il complesso maarmonioso interno è compostoda una vasta aula quadrataaffiancata da due navatellelaterali, divise da classichecolonne scanalate su alta base.Le navate sono collegate altransetto da arcate sostenute dacolonne binate su un murettodivisorio ricco di pannelliscolpiti; il transetto presenta leali laterali voltate a botteanimate da altari, e cupola alcentro. Le cappelle terminalisono coperte da volte a crocierae ricche di tre altari in pietra estucco. Un semplice ed elegantepulpito poligonale articola lafine dell’aula centrale, ornata inalto dalla raffigurazione delParadiso, grande affrescoattribuito a Francesco Nasini.Nel barocco altare maggiore, in

stucco con due coppie dicolonne tortili, è venerata latavola quattrocentesca dellaMadonna col Bambino,attribuita al senese Pellegrino diMariano, proveniente dal palazzodel Capitano di Arcidosso. Diparticolare interesse lostendardo processionale diVentura Salimbeni, postonell’altare della cappella disinistra: è dipinto sulle duefacce, una con la Madonna ingloria coi Santi Sebastiano eRocco e l’altra con il Miracolodella neve e la fondazionedella basilica di Santa MariaMaggiore. Da segnalare, nellaparete destra, il frammento diaffresco quattrocentesco dellaMadonna della Misericordia.

Due piccole preziose chiese diimpianto romanico, con absideterminale e muratura a filariregolari in pietra, si trovano neipressi di Arcidosso: SantaMustiola, ricordata come pieveagli inizi del Duecento, e SanLorenzo, forse ricordata fin dal1067.

Convento dei CappucciniFra Arcidosso e Castel del Piano

sorge il convento di SanFrancesco, dei frati Cappuccini,finito di costruire conl’intervento del granducaFerdinando I nel 1593. La chiesa,preceduta da un piccoloportico, è a navata unica copertaa capriate con due cappellelaterali che si aprono sulladestra. Nel monumentale altaremaggiore ligneo, è venerata unasplendida tela dai coloriparticolarmente brillanti diFrancesco Vanni (firmata e datata1593) con la Madonna in tronocol Bambino fra gli angeli e iSanti Bernardino,Francesco eLeonardo. La tela èaffiancata dallaVergineannunziata edall’Angeloannunziante diGiuseppe NicolaNasini degli inizidel Settecento.Adiacente allachiesa è unacappella neogotica gentiliziaedificata agli inizi del secolopassato su disegno di LorenzoPorciatti.

MONTELATERONE

Santa Maria in LamulaFra Arcidosso e Montelateronetroviamo la pieve di SantaMaria in Lamula, importantecentro amministrativo deipossedimenti di San Salvatorenell’Amiata occidentale.La chiesa, capolavorodell’architettura romanica, venne

San NiccolòIl più antico degli edifici sacridel castello è la chiesa di SanNiccolò, che sorge nella partealta del centro, sotto la rocca,attestata dal 1144.Venneampliata all’inizio del XVIIsecolo e trasformata in unedificio a tre navate, inglobandol’oratorio della Santa Croce.Presenta un’ampia facciataneoromanica a salienti, checaratterizza il panorama delcentro storico; la parte destra delprospetto conserva resti dimuratura medievale e di unaporta, appartenenti alla primitivachiesa.All’interno, di particolareinteresse, gli arredi in pietratrachitica: una acquasantieradello scultore arcidossino PietroAmati, firmata e datata 1603, edue altari barocchi posti altermine della navate laterali.

Sant’AndreaFuori porta Talassese, addossataalle mura castellane, troviamo lachiesa di Sant’Andrea,ricordata fin dal 1188, ingranditanel 1672 con l’aggiunta dell’areadel presbiterio e consolidata da

Leonardo Ximenes nel 1782. Lapiccola facciata a capannapresenta un portale architravatoe sormontato da una lunetta;l’interno è coperto da capriate econserva, sulla destra, unaffresco con la Madonna colBambino in trono fra Santi eAngeli, di scuole senese degliinizi del Cinquecento. Ilseicentesco altare in trachiteospita un Crocifisso incartapesta probabilmente coevo.

San LeonardoNella parte opposta del centrostorico è collocata la chiesa diSan Leonardo, ricordata dal1188 e più volte rimaneggiata.La facciata a capanna, nascostain parte dalla canonica eaffiancata da un campanile atorre, è in conci regolari dipietra, conserva parte delparamento originario e presentaun portale architravato

sormontato da una lunetta.L’interno assunse la formaattuale fra il XVI e il XVIIsecolo; si presenta a tre navate,con la centrale coperta dacapriate e le laterali da volte acrociera. La chiesa è ricca diben sei monumentali altari intrachite cinquecenteschi eseicenteschi. Di particolareinteresse è la Decollazione delBattista, firmata da FrancescoVanni e datata 1589, collocatanel primo altare di destra.Monumentale è la telatardocinquecentesca conL’adorazione del SantissimoSacramento, posta nella navatadi sinistra.Ai lati dell’altaremaggiore sono collocate duestatue lignee degli inizi delSeicento raffiguranti SanProcesso e Sant’Andrea,provenienti dal vicino conventodedicato al primo Santo, oggiridotto in rudere.

ARCIDOSSO

Sorge intorno alla sommità di un poggio, dominatodalla possente rocca aldobrandesca, nel versanteoccidentale dell’Amiata. Ricordato dall’860 come

possedimento di San Salvatore, rimase spiritualmentelegato all’abbazia, che vi costruì ben tre chiese con cura dianime, anche se politicamente dagli inizi del XII secolorisulta castello degli Aldobrandeschi e dal 1331 dellaRepubblica senese.

Madonna delle Grazie, facciata

Convento dei Cappuccini, esterno

Pieve di Santa Maria inLamula, statua lignea dellaMadonna col Bambino

Pieve di Santa Maria in Lamula, esterno

Madonna delle Grazie,interno

San Leonardo, facciata

San Leonardo, interno

A R C I D O S S O

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eretta nell’853 e ricostruita nelXII secolo. La facciata e l’attiguocampanile a torre sono frutto diripristini in stile della finedell’Ottocento, mentre il fiancodestro e l’affascinante zona delletre absidi, pur restaurate,presentano i caratteri originaridella struttura. L’interno è divisoin tre navate da pilastri e grandicolonne, che sostengono unacopertura a capriate lignee. Ipilastri cruciformi delpresbiterio presentano capitellianimati da figure animali, teste diarieti, protomi umane e cavalieri,di gusto arcaico. Nell’altaremaggiore è venerata la statualignea della Madonna colBambino, opera di scuolasenese della prima metà delQuattrocento, alla quale vengonodedicate solenni festeventicinquennali.Strettamente collegato allapieve è il vicino paese di

Montelaterone, posto inposizione strategicamenteimportante e attestato comecastello dell’abbazia amiatinafin dal 1004. Passato agli inizidel Duecento sotto Siena, fuulteriormente fortificato con lacostruzione del cassero. Ilpaese rimase sottopostoall’autorità spirituale di SanSalvatore fino alla suasoppressione (1782).

San ClementeLa chiesa di San Clementesorge nella parte bassa delcentro storico ed è ricordatadagli inizi del Trecento.L’originario edificio era diforme gotiche, come si leggeancora nel portale di ingresso,nel fianco di sinistra e nellascarsella terminale; nel corsodel Cinquecento fu trasferito aSan Clemente il battistero e ladignità pievana di Lamula e la

chiesa venne ampliata etraslata come orientamento.Un bel portale gotico si aprelungo il fianco destro; l’internoè a navata unica coperta dacapriate, l’altare maggioresettecentesco ha una tela conla Crocifissione e Santi,firmata e datata (1673) daFrancesco Nasini.A sinistra dell’altare troviamoun piccolo tabernacolo inmarmo di manifattura senesescolpito fra il Trecento e ilQuattrocento e nella cappellalaterale la tela con la Messa diSan Clemente attribuibile alpittore senese, del XVII secolo,Ilario Casolani.

Madonna delle GrazieSempre a Montelateronetroviamo la chiesa dellaMisericordia o della Madonnadelle Grazie, della metà delSeicento e restaurata nel 1907,come attesta la data riportatasulla facciata a capanna.L’interno è affrescato daFrancesco Nasini, con laMadonna della Misericordia eSanti nella parete di fondo edaltre immagini nel resto dellachiesa.

Santa LuciaPoco fuori del centro sorge lapiccola cappella di SantaLucia, in località Stiacciaie,eretta nel Quattrocento eornata con affreschi coeviraffiguranti la Madonna colBambino, l’Annunciazione ealtre figure frammentarie.Santa Lucia, interno

Convento dei Cappuccini,particolare della tela diFrancesco Vanni

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scultori della vicina Arcidosso; visi venerano le statue vestite delCrocifisso e i dolenti, chevengono portate in processioneil Venerdì santo. Il transetto èornato da affreschi di GiuseppeNicola Nasini e di GioacchinoCorbelli.Il monumentale e barocco altaremaggiore è adornato dalle statuedi San Sebastiano e di SanRocco e da una tela di inizi delSettecento di Giuseppe NicolaNasini con la Natività di Maria.Le pareti del transetto di sinistraospitano due tele: una diFrancesco Nasini (la Madonnacol Bambino e i santi Nicola eMichele arcangelo) e l’altra diAlessandro Casolani (laDecollazione del Battista),opera, quest’ultima, di notevoleinteresse. Negli altari dellecappelle del fianco di sinistraosserviamo due statue ligneesettecentesche di Sant’Antonioda Padova e di San Nicola daTolentino, provenienti dalconvento di San Processo, e duetele di Giuseppe Nicola Nasini.

Madonna delle GrazieVicino alla chiesa dell’Operasorge il santuario dellaMadonna delle Grazie,edificato a metà del XVIII secoloal posto di una piccola chiesa diinizi Cinquecento. Lamonumentale facciata, di gustobarocco, è stata terminata neiprimi decenni del Novecento edè composta da due ordini dicolonne con trabeazione econclusa da un timpanotriangolare. Dello stesso stiledella facciata è l’interno, copertoda volte a vela sostenute dapilastri e colonne. Nellascenografica macchina dell’altarecentrale è esposta la venerataimmagine della Madonna colBambino, i santi GiovanniBattista e Bartolomeo ed angeliispirata alle devote realizzazionidel pittore senese Sano di Pietro.Fra le altre opere artistichepresenti nel santuariosegnaliamo la tela dellaMadonna del Carmine diFrancesco Nasini, firmata edatata 1652.

San Giuseppe Lungo il Corso Nasiniincontriamo anche la chiesa diSan Giuseppe di origineseicentesca, sede dellaconfraternita della Misericordia.La sobria facciata, con timpanotriangolare e portalearchitravato, immette in uninterno coperto da volte acrociera e caratterizzatodall’altare barocco in stuccoornato dalla tela con loSposalizio della Vergine, firmatada Francesco Nasini e datato1664.

Santa Lucia e San Biagio aGravilonaLungo la strada che conduce aSeggiano troviamo le celleromaniche di Santa Lucia e diSan Biagio a Gravilona apianta rettangolare con absidesemicircolare, legate all’opera dievangelizzazione e di bonificadell’abbazia del SantissimoSalvatore.

Scendendo verso la pieve diLamula possiamo osservare iresti del convento francescanodi San Processo, la cui memoriaè tramandata dalle statue ligneepresenti nella ricordata chiesadell’Opera e in San Leonardo adArcidosso.

MONTEGIOVINel territorio comunale di Casteldel Piano troviamo altri dueantichi castelli, che sorgono sullasommità di poggi di rocciaarenaria. Il più vicino alcapoluogo è quello di

I l centro di Castel del Piano è ubicato nel versante occidentaledell’Amiata, fra Ardicosso e Seggiano, intorno alla sommità di un piccolocolle di trachite; l’insediamento storico è formato dal castello medievale

e da un borgo sorto lungo le mura meridionali a partire dal Cinquecento.Documentato dalla fine del IX secolo fra i possedimenti dell’abbazia delSantissimo Salvatore, divenne castello aldobrandesco, comune autonomo edal 1331 entrò a far parte della Repubblica senese.

Pieve di San LeonardoDentro le mura troviamo lapieve di San Leonardo, erettadai monaci di San Salvatore ericordata dalla fine del XIIsecolo; più volte trasformata,conserva il paramento esterno inmuratura medievale, con portali

e finestre ricostruite in stilegotico nei ripristini di inizi

Novecento. Il campanilea torre è del 1520.L’interno, organizzatoin tre navate coperte acapriate, ha teleseicentesche e resti diaffreschi medievali.

Nei pressi della pieve,all’interno di unedificio del XVI secoloadibito ad ospedale,troviamo una cappellaaffrescata daFrancesco Nasini conle Storie disant’Antonio daPadova.

All’estremità oppostadel centro storicosorge la chiesa delSacramento o “chiesa

piccina”; di originimedievali, come ricorda lamuratura esterna, venneassegnata agli inizi delDuecento da papa OnorioIII a Sant’Antimo. Presentaun campanile a torre,costruito nella secondametà dell’Ottocento, eduna pianta rettangolarepartita in due navatecoperte da volte a crocierasostenute da pilastri decoratida bande orizzontali bianche enere. Fra le opere conservatenella “chiesa piccina” ricordiamola statua in legno dipinto dellaMadonna di Loreto, di metà delXVII secolo, e una tela diFrancesco Nasini con la Verificadella vera Croce.

Chiesa dell’OperaNella piazza dell’ampliamentocinquecentesco sorgono duechiese con elaborate facciate inpietra trachitica. La chiesadell’Opera, dedicata allaNatività di Maria, è un ampioedificio iniziato nel XV secolo eterminato in pieno Ottocento,con la costruzione del campanilee la conclusione della facciata. La

ricca facciata si richiamaall’architettura barocca, conlesene, volute, elaboratiarchitravi, stemmi e nicchie constatue di santi. L’interno ha unoschema a croce latina a navataunica coperta da volte a vela euna lunga teoria di cappellelaterali ricche di immagini sacre.Nel secondo altare di destratroviamo la tela di DomenicoManetti di metà Seicento con LaMadonna col Bambino e SanCerbone; l’altare successivo èornato da una tela con laMadonna e i santi Simone,Giuda e Donato attribuibile aGiuseppe Nicola Nasini. L’altaredel transetto destro è un lavoroeseguito in pieno Seicento daAntonio e Benedetto Amati,

CASTEL DEL PIANO

Madonna delle Grazie, facciata

Madonna delle Grazie, altaremaggiore

Chiesa dell’Opera, altaredegli scultori Amati

Chiesa dell’Opera, internoChiesa dell’Opera, Natività di Maria,tela di Giuseppe Nicola Nasini

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Montegiovi ricordato agli inizidel Duecento come possesso delvescovo di Chiusi e delle abbaziedi Sant’Antimo e di SanSalvatore. Entrato prestonell’orbita politica di Siena, vedel’alternarsi di possesso diimportanti famiglie cittadine (iTolomei, i Buonsignori e iSalimbeni), per ritornare nel XVsecolo sotto il diretto controllodella Repubblica.

San MartinoAll’interno dell’antico castello,che presenta una forma ovale,troviamo la chiesa di SanMartino, documentata agli inizidel Trecento di patronato diSant’Antimo. La facciataconserva il paramento murario eil portale dell’antica redazione,mentre l’interno è di gustosettecentesco, con due tele diFrancesco Nasini poste neglialtari laterali: la Madonna delrosario con i santi Domenico eCaterina da Siena e laMadonna col Bambino e isanti Giovannino e Monica,firmata dal pittore e datata 1692.

Sant’ElenaLa chiesa di Sant’Elena, inprossimità della porta omonima,ha una pianta rettangolarecoperta a capriate ed è stataristrutturata in epoca moderna.

Madonna delle GrazieFuori del castello sorge lachiesa della Madonna delleGrazie o degli Schiavi, edificiodi origine cinquecentescaricostruito a metà Ottocento,

con resti di affreschi del XVsecolo di scuola senese.

MONTENERO D’ORCIAIn piena val d’Orcia è situato ilcastello di Montenero,insediamento ricordato dagliinizi del X secolo comepossedimento dell’abbazia delSantissimo Salvatore; conteso agliabati dalle famiglie feudali dellazona, vede con la fine delDuecento l’insediamento dellefamiglie cittadine deiBuonsignori e deiSalimbeni, finché, duesecoli dopo, passasotto il direttocontrollo di Siena.

Santa LuciaAll’interno delcastello, dallacaratteristica formarotonda, è ubicata lachiesa di SantaLucia, costruita nelXII secolo eristrutturata in epocamoderna. L’esternoconserva parte dellamuratura ed il potalea tutto sestodell’antico edificio.Nell’interno troviamouna eleganteMadonna delrosario, operatardocinquecentescaattribuibile adAlessandro Casolanie, dietro l’altaremaggiore, una tavolacon un Crocifissodel famoso pittore

senese del Duecento AmbrogioLorenzetti.

Chiesa della MadonnaMontenero ha un altro edificiosacro, la chiesa dellaMadonna, risalente dal XVIsecolo ma ricostruitanell’Ottocento.All’interno èvenerata una piccola e raffinataimmagine rinascimentale dellaMadonna col Bambino e isanti Giovanni Battista eLorenzo.

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Montegiovi, San Martino,portale

Montegiovi, San Martino,esterno

Montenero d’Orcia, chiesa della Madonna, Madonna colBambino

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San NicolaNell’antico nucleo, di fronte allarocca, troviamo la chiesaparrocchiale di San Nicola,ricordata dalla seconda metà delDuecento e ricostruita, in formeneoclassiche, a metà Ottocento.Presenta una facciata a salientidivisa in tre parti da lesene inpietra. L’interno è atre navate coperte acapriate, quellacentrale, e a volte acrociera le laterali.Le navate terminanocon tre altari;l’altare di sinistra èornato da una telaseicentesca con laMadonna in gloriafra i santi Martinoe Nicola,proveniente dallascomparsa chiesa di SanMartino. Nella parte opposta ècollocata una Annunciazione,opera del pittore castellazzaresecontemporaneo Carlo Bertocci.

Chiesa del RosarioNella vicina piazza CesareBattisti sorge l’altro edificiosacro del paese, la chiesa del

Rosario, piccolo edificio confacciata a capanna di originecinquecentesca. Nella scarsella,coperta da una volta a crociera,rimangono resti di affreschi del

periodo dicostruzione dellacappella;sull’altare èvenerata una telaseicentesca conla Madonna delrosario tra isanti Domenicoe Caterina.

Madonna dellaPietraiaNei pressi del

centro, sotto la strada che portaa Montevitozzo, c’è un’altrapiccola chiesa, la Madonnadella Pietraia, risalente alla finedel XVII secolo.

SFORZESCANella valle sottostante in paesesorge la Sforzesca, imponentecostruzione fortificata eretta nel

1576 dal cardinale AlessandroSforza come fattoria e villagentilizia. La villa è arricchitaanche da una chiesa conelegante facciata a capannapartita da lesene in pietra,attualmente non visitabile.

SELVENASvoltando a sinistra sulla stradache va da Castell’Azzara aSanta Fiora, giungiamo aSelvena, paese minerarioerede della vicina RoccaSilvana, possente castello degliAldobrandeschi anticamentecomprendente anche la pievedi San Nicola da Bari, costruitanel 1238 per volere dellacontessa Tomasia. La chiesa delmoderno paese, dedicata a SanNicola da Tolentino, venneedificata alla fine delSettecento e rimodernata nel1925. Nella sinistra dellafacciata è murata l’epigrafe chericorda la costruzionedell’antica pieve di RoccaSilvana.

CASTELL’AZZARAAttestato dagli inizi del XIII sec. fra i possedimenti dei conti

Aldobrandeschi di Santa Fiora, è collocato in posizionepanoramica sulla valle del Paglia; il centro storico è

composto da un nucleo primitivo di forma semicircolare, che sisviluppa intorno alla rocca, con successive espansioni antiche eOttocentesche collocate lungo le strade per l’Amiata e perSorano.

La Sforzesca

San Nicola, interno

San Nicola, Annunciazione

San Nicola, Madonna in gloria

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Pieve dei Santi Stefano eDegnaDentro le mura è situata lapieve dei Santi Stefano eDegna di fondazione medievale,ingrandita alla fine del XIXsecolo. Conserva una sobria edelegante facciataquattrocentesca in pietra, partitaverticalmente da lesene, conportale ad arco sormontato daun timpano e da un occhio.L’interno è a pianta rettangolareconclusa da un’ampia abside;sulla sinistra troviamo due grandiarcate affrescate, riscoperte allafine dell’Ottocento: vi sonoraffigurate la Madonna in tronocon Santi e la Pietà, opere delXVI secolo. La cappella dellaMadonna, che si apre sullasinistra verso il presbiterio, èchiusa da una cancellata in ferrobattuto opera di Luciano Zalaffi

degli inizi del ‘900, collocata perproteggere importanti tavole,oggi conservate nella sala d’artedi San Giovanni. Nella cappella èvenerata un’opera di PietroLorenzetti, la Madonna colBambino detta delle Grazie.Nel presbiterio si trova unagrande tavola della prima metàdel Cinquecento, unica operaconosciuta del pittore seneseGiovanni di Bartolomeo Alberto,raffigurante la Madonna introno col Bambino e i santiSebastiano, Rocco, Macario eFabiano papa. Lungo la navatadue altari laterali sono arricchitida due tele provenienti dallachiesa di San Sebastiano diRocca d’Orcia: in quello didestra osserviamo la Madonnadel Rosario, del senese VincenzoRustici, e nell’altare di fronte laCrocifissione, dipinta dal

fiorentino Fabrizio Boschi agliinizi del Seicento.

Compagnia di San GiovanniSempre nel centro storico,neipressi della piazza del Comune,troviamo la compagnia di SanGiovanni di origini seicentesche,con semplice facciata a capanna,interno coperto a capriate e altarein muratura di gusto barocco.Nel2006 è stata inaugurata in questachiesa una sala d’arte che accoglienotevoli tavole della pittura seneseprovenienti dalle chiese diCastiglione e di Rocca d’Orcia eraffiguranti la Madonna colBambino, dipinte da PietroLorenzetti, Simone Martini,Giovanni di Paolo e dal Vecchietta,famosi pittori senesi del Trecentoe del Quattrocento.Nella salad’arte sono esposti anche arredisacri e reliquiari.

CASTIGLIONE D’ORCIA

Castiglione d’Orcia sorge intornoalla sommità di un poggio diroccia calcarea nei pressi del

fiume omonimo, all’estremitàsettentrionale dell’area amiatina,dominato dagli imponenti resti dellarocca medievale. Ricordato fin dagliinizi dell’XI secolo, vi si affermò lasignoria degli Aldobrandeschi, sostituitiagli inizi del Trecento da Siena che locedette, in garanzia di grossi prestiti,alle potenti famiglie cittadine deiPiccolomini e, successivamente, deiSalimbeni. Il castello ritornò allaRepubblica agli inizi del Quattrocento.

Santa Maria MaddalenaFuori delle mura, nei pressi dellastrada che scende in Val d’Orcia,c’è la piccola chiesa romanica diSanta Maria Maddalena,conclusa da una tipica absidesemicircolare, da cuiprovengono alcuni dipinti dellasala d’arte di San Giovanni.

ROCCA D’ORCIAIl comune di Castiglione è riccodi importanti insediamentistorici. Nei pressi del capoluogosorge, dominante sul fiume,Rocca d’Orcia, insediamentoricordato fin dalla metà del IXsecolo fra i possedimentidell’abbazia di San Salvatore.Tresecoli dopo si afferma sul castellola famiglia dei Tignosi, vassallidegli Aldobrandeschi. Poi Roccasegue il destino della vicinaCastiglione, passando a Siena, aiSalimbeni e ritornando infine allaRepubblica. Il dominio deiSalimbeni è collegato al ricordodi Santa Caterina, ambasciatricedi pace fra la famiglia e la Città. Ilpiccolo centro è dominatodall’eccezionale ed imponenterocca.

San SimeoneSotto la rocca troviamo lachiesa di San Simeone, laparrocchiale del castello, conuna semplice facciata a capannae interno coperto a capriate.Durante recenti lavori direstauro sono stati scoperti restidi affreschi di scuola senese delperiodo rinascimentale. Le opered’arte che arricchivano questachiesa sono state collocate nellasala d’arte di San Giovanni onella pieve di Castiglione.

San SebastianoPiù in basso della parrocchiale èla chiesa di San Sebastianocon una facciata che terminacon un particolare coronamentomistilineo del Seicento.Sull’altare maggiore è espostauna tela del XVII secoloraffigurante il Santo titolare,copia di uno stendardo delSodoma.

Madonna delle GrazieFuori della porta che si apreverso la valle sorge la chiesadella Madonna delle Graziedi Manno, santuario marianodella Rocca, con coro e altarelignei di metà Cinquecento.Nell’altare è venerata l’immaginedella Madonna col Bambino,affresco del XVI secolo.

Madonna delle QuerceSulla strada che dal capoluogoconduce verso la montagnaamiatina incontriamo la chiesadella Madonna delle Querce,eretta nella seconda metà delSeicento sul luogo delritrovamento di una miracolosaimmagine in gesso dellaVergine Maria. La semplicefacciata, con il portaleaffiancato da due finestrelle dacui poter vedere la venerataimmagine, ripropone lo schemadelle coeve chiese mariane.

VIVO D’ORCIAProseguendo verso il versantegrossetano dell’Amiataarriviamo al Vivo d’Orcia,paese cresciuto nel secoloscorso. In basso, lungo il fiume,è collocato un piccolo borgoantico sorto intorno almillenario monasterocamaldolese di San Pietro,ceduto agli inizi delCinquecento alla famigliaCervini e trasformato nellametà del secolo in ungrandioso palazzo nobiliare dalcardinale Marcello, che saràpapa nel 1555 per pochigiorni.

San MarcelloLa chiesa di San Marcello èfrutto di una profondatrasformazione dell’anticotempio camaldolese, del qualerestano interessanti decorazioniplastiche nella parte terminale.

Pieve dei Santi Stefano e Degna, esterno

Rocca d’Orcia, San Simeone,esterno

C A S T I G L I O N E D ’ O R C I A

Pieve dei Santi Stefano eDegna, Madonna colBambino, di Pietro Lorenzetti

Pieve dei Santi Stefano eDegna, portale

Vivo d’Orcia, San Marcello,decorazioni esterne

Vivo d’Orcia,Ermicciolo, particolaredecorazioni dell’abside

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Oratorio di San BenedettoOltre alla moderna chiesa diSant’Anna, posta nel centro delnuovo insediamento, il Vivo haun altro piccolo edificio sacroche conserva le formeromaniche: è l’oratorio di SanBenedetto, denominatoErmicciolo, posto nei pressidelle sorgenti del fiume Vivo, inuna zona dove ai boschi dicastagno succedono le faggete.La facciata è decorata da unmotivo di arcatelle sostenute damensole e colonnette; ilsuccedersi di arcatelle pensiliorna anche la sommitàdell’abside semicircolare. Lachiesetta è la testimonianzadell’insediamento eremitico delmonastero del Vivo, che latradizione vuole fondato da sanRomualdo agli inizi dell’XIsecolo.

CAMPIGLIA D’ORCIAVerso Abbadia, intorno allasommità di un poggio di calcareche guarda l’alta valle dell’Orcia,sorge il castello di Campiglia,attestato alla fine del X secolocome possedimentoaldobrandesco; passatoall’importante famiglia feudaledei Visconti, fu progressivamenteassorbito dalla Repubblica diSiena, a cui passòdefinitivamente agli inizi delQuattrocento.

San BiagioDelle numerose chiese anticheoggi Campiglia conserva solo laparrocchiale dedicata a SanBiagio, consacrata intorno al

1650, ricostruita alla fine delsecolo successivo su progettodel famoso architetto LeonardoDe Vegni e rinnovatanuovamente nella prima metàdel Novecento. La facciata inpietra presenta una forma asalienti; l’interno è organizzatoin tre navate, con l’altaremaggiore settecentesco instucco. Nella navata destratroviamo una tela degli inizi delSeicento raffigurante laMadonna col Bambino checonsegna le chiavi a SanPietro, attribuita al pittoresenese Sebastiano Folli.

BAGNI SAN FILIPPOScendendo verso Bagni SanFilippo si incontra la Grotta diSan Filippo Benizi, frate deiservi di Maria che secondo latradizione qui si rifugiò persfuggire all’elezione a ponteficenel 1267. Oltre un secolo dopo illuogo servì da eremo al BeatoBenincasa da Monticchiello,anche lui religioso servita. Lagrotta, meta di pellegrinaggi, èscavata in un grande blocco dipietra e divisa in due da untramezzo.

Chiesa di San FilippoI Bagni hanno la chiesa di SanFilippo, con statua e bustisettecenteschi di san FilippoBenizi e di san Filippo Neri.

RIPA D’ORCIAOltre il fiume Orcia sorge ilcastello di Ripa, che si raggiungeda San Quirico; il castello,inserito dalla seconda metà del

Duecento nei possedimenti diSiena, diventa feudo deiSalimbeni e dei Piccolomini.

Chiesa della MadonnaDentro le mura c’è la chiesadella Madonna, di fondazioneantica ma profondamentetrasformata nel corso delSeicento e del Settecento.

La zona a valle del Comune,lungo l’antica via Francigena,era ricca di piccoli castelli einsediamenti aperti collegatialla sicurezza e all’ospitalitàdei pellegrini e dei mercantiche percorrevano la famosastrada. Ricordiamo il castellodelle Briccole, con la chiesadi San Pellegrino di originemedievali, dove, secondo latradizione, avvennero lemistiche nozze fra SanFrancesco d’Assisi e MadonnaPovertà.

Ricordiamo anche la chiesa diSan Giovanni nel castellodella Rimbecca, con ilcampanile ricavato da unatorre di fortificazione.Proseguendo sull’attuale Cassiaverso sud troviamo la posta diRicorsi, massiccio ed eleganteedificio con portico e piccolacappella.

Erede moderna di questiedifici sacri lungo laFrancigena possiamoconsiderare la chiesa dellaMadonna dei Campi,costruita negli anni Sessantadel secolo passato nel centroagricolo di Gallina.

Vivo d’Orcia Ermicciolo,abside

Bagni San Filippo, Grotta diSan Filippo

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eretta alla fine del Cinquecento,con facciata moderna e aularettangolare. Nell’altare troviamoun quadro seicentesco di fatturasenese con i Santi Sigismondomartire e Antonio abate cheinvocano la protezione dellaMadonna col Bambino e SanGiuseppe su Cingiano,individuabile probabilmente nelpaese dipinto sullo sfondo delgruppo sacro.

Madonna delle NeviNella parte nuova del paesetroviamo la piccola chiesa dellaMadonna delle Nevi, costruitaalla fine del Quattrocento emolto rinnovata inristrutturazioni del secolopassato. L’interno conservainteressanti resti di affreschiritrovati durante i ricordatilavori: negli sguanci dellefinestre sono raffiguratiimmagini di Santi e nelpresbiterio un affrescoframmentario con la Madonnaincoronata da due angeli tra iSanti Michele arcangelo eAntonio abate.

SASSO D’OMBRONEDa Cinigiano, prendendo la stradaverso Paganico, ci spostiamo aSasso d’Ombrone, attestato dal1196 come possedimento di unadinastia feudale locale ma prestoentrato nell’orbita di Siena, conl’intervento dell’Ospedale diSanta Maria della Scala cheacquista numerosi beni nelterritorio.

San MicheleNella piazza centrale del borgo

troviamo la chiesa di SanMichele arcangelo, documentatadagli inizi del Duecento ma piùvolte rimaneggiata. La versionemoderna, risalente ai lavori dimetà Ottocento e di iniziNovecento, presenta unasemplice facciata a capanna conportale in pietra; nell’interno,rettangolare concluso daun’abside, è collocato unnotevole Crocifisso in legnopolicromo, attribuibile ad unoscultore senese di metàQuattrocento, che fonti localidicono proveniente dalconvento di San Francesco aGrosseto. Nella scultural’eleganza formale si fonde alvigore e all’accentuataespressione dolorosa del volto.

Santuario della MadonnaNei pressi del borgoraggiungiamo il santuario dellaMadonna del Soccorso, diorigine cinquecentesca maricostruito nelle forme attuali nel1872, come testimonia la dataapposta nella parte superioredella semplice facciata acapanna. Nell’interno, dentrouna macchina ligneaottocentesca collocata sull’altaremaggiore, è venerata unaMadonna col Bambino e isanti Antonio abate e Antonioda Padova, copia dell’anticatavola ritrovata nei pressi dellachiesa.

PORRONARitornati a Cinigiano, si incontrasulla sinistra la strada per ilcastello di Porrona,

insediamento fortificato digrande suggestione, isolato suuno sperone di roccia sulle vallidell’Orcia e dell’Ombrone.Ricordato dagli inizi delDuecento come sottopostoall’autorità senese, fu in seguitopossedimento di importantifamiglie cittadine, come iPiccolomini e i Tolomei.Conserva buona parte della cintamuraria e la rocca, trasformata inpalazzo nel 1504 su iniziativa diAntonio Tedeschini Piccolomini.

San DonatoDi fronte al palazzo troviamo lachiesa di San Donato attestatadalla fine del XIII secolo comecanonica dipendentedall’abbazia di Sant’Antimo;segue le sorti dell’abbaziaentrando a far parte della nuovadiocesi di Montalcino creata, conquella di Pienza, da papa Pio IInel 1462. La chiesa presenta nelparamento esternotestimonianze di elementiarchitettonici romanici. L’internoè a forma di croce latina conabside e conserva nel transettodi sinistra due preziose tavolequattrocentesche, una con SanNicola da Bari, attribuita alpittore fiorentino Giovanni diMarco detto da Ponte, e l’altracon la Madonna in trono colBambini e i santi Donatovescovo e Rocco, attribuita alsenese Girolamo di Benvenuto eproveniente dalla chiesa dellaMadonna delle Grazie.Varicordato anche il dipinto conl’Effusio sanguinis, di scuolasenese della metà delCinquecento.

Porrona, chiesa di SanDonato, facciata

Chiesa della Madonna delleNevi, particolare dell’affesco

Il castello di Cinigianoè situato su un collenelle pendici

occidentali dell’Amiata frale valli dell’Orcia edell’Ombrone; ricordatofin dagli inizi del XIIIsecolo comepossedimento di unafamiglia locale feudalecollegata agliAldobrandeschi, prestoentra nell’orbita deldominio di Siena.

CINIGIANO

San Michele ArcangeloLa chiesa di San MicheleArcangelo, l’edificio ecclesiasticopiù importante, è collocata nellaparte alta del centro storico;erede di una più antica chiesaparrocchiale, fu edificatanell’attuale collocazione alla finedel Cinquecento. Presenta unasobria ed elegante facciata incotto, modulata da lesene ecornici con rosone nella partesuperiore; l’interno, a forma dicroce latina con gli archi dellacrociera in cotto, è coperto acapriate nella navata, da volte abotte nei transetti laterali e avela nel coro. Sul lato sinistrodella navata è posta unapregevole Crocifissione con laMadonna e i santi Marcoevangelista, Francesco d’Assisi,Sigismondo martire e Giovanniapostolo, firmata e datata (1601)da Francesco Vanni, uno deipittori principali dell’arte senesedel Seicento. La tela si presenta

con un impianto solenne e conaccentuato patetismo neipersonaggi dipinti con forticontrasti di ombre e luci. Discuola senese di metà delSeicento è il dipinto appeso di

fronte con la Madonna colBambino che consegna loscapolare a san Simone Stock,fra i santi Giovanni evangelistae Caterina da Siena; sullosfondo compare una veduta diun paese ritenuto Cinigiano.I lati del transetto sono animatida due eleganti altari in pietra, inquello di destra è conservata lavenerata immagina dellaMadonna delle Grazieproveniente dalla chiesaomonima non più esistente edipinta nel 1793 da DanieleLonati, monaco olivetano. Danotare nel coro un mobile dasacrestia degli inizi del Seicentoe, a sinistra dell’ingresso, unaacquasantiera a fusto datata1596, probabile anno dicostruzione della chiesa.

San SigismondoNella zona sotto la parrocchialeè collocata la chiesa dellaCompagnia di San Sigismondo,

Chiesa di San MicheleArcangelo facciata

Chiesa della Madonna delle Nevi, particolari degli affreschi

Chiesa di San Sigismondo,tela dell’altare

Chiesa di San Michele Arcangelo,Crocifissione di Francesco Vanni

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San SebastianoFuori delle mura del paese, nellaparte nuova di Monticello, sorgel’oratorio della Compagnia diSan Sebastiano, edificiodocumentato fin dalla metà delCinquecento e quasicompletamente trasformatonei restauri del 1964, comericorda la lapide nellacontrofacciata. Sul latodestro è conservato unelegante altare in trachitedella prima metà delSeicento con una grandepala della Madonna ingloria col Bambino e isanti Nicola da Tolentino eAgostino di DomenicoManetti, databile intornoalla metà del Seicento. Nellaparete destra del presbiteriotroviamo la statua in legnopolicromo del Santo titolaredi fine Quattrocento,interessante esempio di artesenese con influssi stilisticidell’Italia settentrionale.Monticello ha due chiesededicate alla Madonna.

Santuario della Madonna diVal di PrataNei pressi del paese, verso lamontagna, sorge il santuariodella Madonna di Val diPrata, isolato nel parco delleRimembranze in suggestivaposizione panoramica, conMontelaterone e l’Amiata sullosfondo. Ricordato fin dal 1228, èun famoso santuario marianoche conserva nell’altaremaggiore la venerata immaginequattrocentescadella

Madonna con Bambino dettadella Consolazione, quimiracolosamente trovata,secondo la tradizione, da unapastorella. La semplice facciata acapanna è animata da leseneangolari con trabeazione e unportale achitravato; l’interno,coperto a capriate, presenta unapianta rettangolare con scarsellateminale ed è animato da duealtari laterali in stucco barocchi,con epigrafi dedicatorie cheriportano la data di costruzione,1692, per quello a destra, e 1691per quello di sinistra. Inquest’ultimo altare è collocatauna tela di Giuseppe NicolaNasini con la Madonna del

Carmine con i santiElisabetta d’Ungheria,

Elena, Filippo Neri e Teresad’Avila.

Madonna del LampinoNella parte opposta di Valdi Prata, in apertacampagna nella zona dettadelle Ripe, si trova l’altrapiccola chiesa dedicata allaMadonna del Lampino,già detta del Gran Pino,sorta inglobando nellaparete terminale untabernacolocinquecentesco con unaffresco della Madonna colBambino e i santi Michelearcangelo e Pietro, discuola senese. La chiesapresenta una semplicefacciata a capanna, conportale e finestrelle lateralicon cornici in pietra, e un

campaniletto a torre.

Monticello Amiata, Oratoriodi San Sebastiano, SanSebastiano, statua ligneapolicroma

Madonna delle Grazie Fuori dal castello troviamo laricordata chiesa dellaMadonna delle Grazierisalente alla fine delQuattrocento, con semplicefacciata con potale e finestrellelaterali e pianta a croce, ogginon più utilizzata.

CASTIGLIONCELLO BANDINIRitornando verso il capoluogo eandando verso l’Amiata, a destratroviamo il bivio perCastiglioncello Bandini,insediamento fortificatoappartenuto agli Aldobrandeschie all’abbazia del SantissimoSalvatore, poi passato allafamiglia senese BandiniPiccolomini ed oggi quasiinteramente ricostruito.

San Nicola Fuori l’antico castello, affacciatasu un ampio panorama sulle vallidell’Orcia e dell’Ombrone,troviamo la chiesa di SanNicola appartenente alla diocesidi Chiusi poi unita da Pio II allanuova diocesi di Montalcino. Piùvolte rimaneggiata, presenta unamoderna facciata a capanna conpiccola torre campanaria inpietra e mattoni. Nell’internonotiamo l’altare maggioreseicentesco e interessanti arredilignei con lo stemma dei BandiniPiccolomini.

MadonninoAnche Castiglioncello ha nellevicinanze un piccolo santuariomariano seicentesco, la chiesadel Madonnino, con unafacciata rustica con portale in

cotto e finestrelle laterali e,all’interno, un altare in stucco.

MONTICELLO AMIATARitornando sulla stradaprovinciale ci dirigiamo versoMonticello Amiata, importantecastello ricostruito nel 1240 inseguito all’incendio del piùantico Monte Pinzutolo, citatonel diploma del 1027 di CorradoII a San Salvatore; il castellorimase strettamente legatoall’abbazia del MonteAmiata fino alla suasoppressione(1782). Di formaellittica, occupala sommità diun colle postodi fronteall’Amiata e aMontelaterone;è ancoraleggibilel’andamentodel circuitomurario.

San MicheleL’edificioreligiosoprincipale è lachiesa diSan MicheleArcangelocollegata alla nuova fondazionedi Monticello e ricostruita informe neoclassiche fra il 1815e il 1832 dall’architettoPaglierini.La facciata, in trachite, èarticolata da quattro leseneche sorreggono un timpanotriangolare. L’interno, a croce

latina, si presenta con lesene ecolonne in muratura in stilecorinzio, sormontate da unaggettante cornicione su cuisono impostate le volte checoprono l’aula.Sul primo altare a destra ècollocata una importante operadi Rutilio Manetti, San CarloBorromeo, firmata e datata(1600), appartenente allaprima attività del noto artistasenese; nell’altare del transetto

di destra troviamo laMadonna in trono

col Bambino conangeli e i santi

Lorenzo eAntonio abate,monumentalepala diBartolomeoNeroni detto ilRiccio,importantepittorerinascimentalesenese,databile fra il1535 e il 1540.L’altaremaggiore, instucco comegli altri che

ornano lachiesa, presenta

le statue di san Michele e sanSebastiano. Nel transetto disinistra è collocataun’interessante acquasantierain marmo di inizi Cinquecentoe, dentro una cappellina, untabernacolo a muro che risentedi illustri modelli fiorentiniquattrocenteschi.

Castiglioncello Bandini,chiesa di San Nicola, facciata

Monticello Amiata, chiesa diSan Michele Arcangelo,facciata

Monticello Amiata, chiesa di San Michele,Madonna in trono, tela del Riccio

Monticello Amiata, chiesa di San MicheleArcangelo, tabernacolo

Monticelo Amiata, santuario di Val di Prata, Madonna colBambino, dipinto su tavola

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la Decollazione del Battista e ilMartirio di san Sebastiano.San FilippoNella parte alta del paese, difronte alla notevole roccaAldobrandesca, troviamo lachiesa di San Filippo Neri,semplice edificio di formesettecentesche coperto da volte,con cappella laterale e stalli delcoro che circondano quasi tutti imuri perimetrali. Nell’ampiaabside terminale, affrescata inalto, si venera l’Apparizionedella Madonna col Bambino a

San Filippo, tela settecentesca diambito nasiniano.ConventoLungo la strada che porta adAbbadia troviamo il conventodei Santi Francesco eBartolomeo, iniziato nel 1278 eappartenuto ai frati francescanifino alla soppressionenapoleonica del 1812. La chiesa,preceduta da un sempliceportico con pilastri in trachite,ha un paramento murariomedievale con filari regolari dipietra e tracce delle antichefinestre gotiche. L’internopresenta un’ aula rettangolarecoperta da capriate, la scarsella euna cappella laterale voltate acrociera costolonata; è di gustosettecentesco ed è ornato da seialtari laterali in muratura. Lachiesa conserva interessanti restidi affreschi: nella controfacciataSan Bernardino e storie dellasua vita, attribuito al seneseGiovanni di Pietro e databile ametà del XV secolo; dietrol’altare maggiore, sopra al coroligneo datato 1735, è dipinta conuna forte espressività la Stragedegli Innocenti, della fine del

Trecento forse di scuolamarchigiana.A fianco dell’organoseicentesco troviamo unframmento di affresco con laMadonna col Bambino, discuola senese della secondametà del Trecento. La sacrestia èornata di grandi armadi ligneisettecenteschi. Lungo il fiancosinistro della chiesa si apre ilchiostro del convento, formatoda tre lati con colonnetteioniche in travertino e da un latocon pilastri in trachite. Nelchiostro, decorato da un affrescocon la Stigmate di sanFrancesco attribuibile aFrancesco Nasini, si apre l’anticasala capitolare decorata daaffreschi monocromi della primametà del Quattrocento, conStorie della Vergine, Cristo introno con gli apostoli e lerappresentazione dei Vizi.

Madonna di San PietroLungo la strada che porta a SantaFiora e alla vetta dell’Amiatatroviamo il santuario dellaMadonna di San Pietro,ricostruito, dopo il 1583, con leofferte del popolo al postodell’antica chiesa romanicadedicata all’apostolo, in seguito

San Filippo, Apparizione della Madonnacol Bambino a San Filippo, tela

Chiesa dei Santi Francesco e Bartolomeo,Strage degli innocenti, affresco

Chiesa dei Santi Francesco e Bartolomeo, esterno Santuario della Madonna diSan Pietro, facciata

Chiesa dei Santi Francesco eBartolomeo, chiostro

Èposto a pochi chilometri da Abbadia, altermine di un ampio piano anticamentericoperto di castagni, a dominare la

sottostante valle del Paglia. Già fra la fine dell’ XIe gli inizi del XII secolo era conteso fra gli abatiamiatini e gli Aldobrandeschi e nel Duecento,fortificato con una grande rocca e costituitosi incomune, fra Orvieto e Siena.

PIANCASTAGNAIO

Santa Maria AssuntaL’ampio centro storico, diforma pressoché circolare

e su unterreno innotevole

pendenzaverso lavalle, ha alcentro lapieve diSantaMaria

Assunta, posta altermine di un’alta

scalinata. La chiesa,ricordata fin dal 1188, fu a

lungo retta da un pievanonominato dal vescovodi Sovana e da un

compievano nominato dall’abatedi San Salvatore. Priva di facciata,

ha l’ingresso lungo il fianco disinistra e presenta una

struttura gotica, con architrasversali a sesto acuto,finestre monofore ebifore e una scarsellaterminale coperta davolta a crocieracostolonata. Nellaparte iniziale del

tempio si aprono tre cappelle, ilbattistero con un fontebattesimale rinascimentale,simile a quello di Santa Croce diAbbadia, la cappella dellaSantissima Anunziata, aperta incorrispondenza dell’anticafacciata e ornata da un altareligneo barocco con colonnetortili e una tela seicentescaraffigurante l’Annunciazione. Laterza cappella, con un altareligneo con colonne tortili, siapre lungo il fianco destro.Ai latidella scarsella sono collocati duealtari di forme barocche. Nellasacrestia si conserva un affrescocon la Pietà e i santi Francescoe Rocco datato 1693 eattribuibile a Francesco Nasini.

Madonna delle GrazieFuori la porta di Borgo visitiamola piccola chiesa dellaMadonna delle Grazie, confacciata datata 1896 ornata dalesene e portale in trachite. Ilsemplice interno, rettangolare ediviso in due campate da unarco trasversale che regge letravi del tetto, presenta unascarsella voltata a botte eaffrescata nel 1468 da Nanni diPietro da Orvieto. Nella pareteterminale è dipinta la MadonnaAssunta con i santi Michelearcangelo, Pietro e Bartolomeo,nella volta l’Eterno Padre ingloria con i quattro Evangelistie nelle pareti laterali laMadonna col Bambino e santi,

Pieve di Santa Maria Assunta, interno

Madonna delle Grazie, affresco

Pieve di Santa MariaAssunta, pulpito

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ad una miracolosa animazione diun dipinto della Vergine. Ilsantuario presenta una semplicefacciata a capanna con torrecampanaria e una pianta a crocelatina coperta da travi ligneesostenute da arconi trasversali eornata da altari in pietra. Lachiesa possiede una riccadecorazione pittorica diFrancesco Nasini, quasi unagalleria di questo fecondopittore nato a Piancastagnaio: nelsecondo e nel terzo arcotrasversale traviamo un EcceHomo e Il trionfo di SanMichele Arcangelo fra i santiGiovanni Battista e Pietro,

firmati edatati 1640;nel primoaltare a destrala tela con unMiracolo disant’AndreaCorsini, nellapareti dellasecondacampata sonodipintie

originali evivaci raffigurazioni deiNovissimi, siglate e datate1641. Nell’altare dellacappella deltransetto di destra,dedicata a SanCarlo Borromeo,è venerata unatela con il Santocircondata dascene cheraccontano la sua vita,della bottega delNasini, autore

invece della Flagellazione postanella parete di sinistra. Ilpresbiterio, coperto da una volaa vela, è occupato da un solennealtare barocco in trachite cheospita la venerata immaginedella Madonna col Bambinodipinta nel 1580 da Martinod’Urbano da Celia, incoronatadal Capitolo Vaticano nel 1751 einvocata come “Avvocata diPiancastagnaio” e “Reginadell’Amiata”; in suo onore sicorre il palio il 18 di agosto.Ai lati del presbiterio FrancescoNasini ha dipinto la scenadell’Annunciazione e nellacappella del transetto di destrauna Crocifissione con bellaintensità chiaroscurale; alla suabottega è riconducibile il Cristoderiso posto nella parete didestra della cappella. Infine,l’altare a sinistra dell’ingressoospita una tela con le Mistichenozze di santa Caterinad’Alessandria, siglata da donAntonio Nasini, figlioprimogenito di Francesco.

TRE CASENel bosco di castagni sopra le

Tre Case, lungo la stradaper Santa Fiora,

troviamosignificativi ricordifrancescani: illeccio di sanFrancesco,secolare pianta

che secondo latradizione riparò fra

le sue fronte il Santo,e la chiesa dellaSantissima

Trinità, o del Crocifisso.Questo è un piccolo edificio atre navate sede del primoconvento francescano diPiancastagnaio, fondato verso il1225, dove vissero i frati (fra cuii beati Andrea e Giovanni daPiancastagnaio) prima del nuovoinsediamento costruito alleporte del castello pianese(1278). Nella chiesa è veneratoun Crocifisso ligneoquattrocentesco con una intensaespressione dolorosa.

SARAGIOLONel vicino centro di Saragiolotroviamo la nuova chiesa dellaMadonna delle Grazie,recentemente rinnovata secondole indicazioni liturgiche delConcilio vaticano II.

Anche la frazione di Casa delCorto ha una chiesa parrocchialemoderna.

Santuario della Madonna diSan Pietro, interno

Santuario della Madonna di San Pietro, Novissimiaffresco di Francesco Nasini

Saragiolo, Chiesa di Santa Maria delleGrazie

Tre Case, Chiesa del Crocifisso,Crocifisso ligneo, particolare

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cinquecentesca di scuola senesee una Madonna col Bambino inlegno policromo del 1738.

Sant’AgataDi fronte alla pieve è collocata lachiesa di Sant’Agata che nellafacciata presenta due archi goticimurati. L’interno, in stileneoclassico, è coperto da volte avela e a botte. L’opera principaleè ancora una robbiana che ornal’altare maggiore, attribuita adAndrea, la Madonna colBambino incoronata da dueangeli fra i santi Francesco,Elisabetta d’Ungheria, Cristinada Bolsena e Stefano; nellapredella sono raffiguratel’Annunciazione e i SantiSebastiano e Rocco. Ai latidell’ingresso ammiriamo unCrocifisso ligneo cinquecentescoe un piccolo gruppo in legnopolicromo con la Madonna e isanti Saturnino ed Agata,protettori dai terremoti e patronidel paese, raffigurato nel grupposacro.Sotto il centro storico, nei pressidel campo sportivo, è situata lapiccola chiesa della Madonnadel Rocchetto.

CONTIGNANOPercorrendo la strada checonduce a Chianciano Termearriviamo nel paese diContignano, sulla sommità diun colle. Il castello, ricordato findagli inizi del 1000, è di formaovale con una rocca trasformatain abitazione signorile.

Santa MariaDentro le mura troviamo la

piccola chiesaparrocchiale diSanta Maria

Assunta, ricordataalla fine del XIIIsecolo ma rifattain formeseicentesche.Conserva teleseicentesche di uncerto interesse,alcune vicine aimodi di VincenzoRustici. Nellaparete di destra,dentro una teca, èl’opera piùinteressante: unatavola in legnoconl’Incoronazione della Vergine,di un pittore umbro-marchigianodella seconda metà del Trecento.

San RoccoFuori le mura sorge la chiesa diSan Rocco, che ospita sullaparete terminale un affresco incattivo stato di conservazionecon la Madonna col Bambino ei santi Rocco e Sebastiano,opera di inizi Cinquecento discuola senese.

CASTELVECCHIONei pressi di Contignano sorgeCastelvecchio, piccolo castellomedievale con la rustica chiesa

di Sant’Eustachio, ricordatacon dignità pievana agli

inizi del Trecento.

Chiesa di Sant’Agata

Contignano, Chiesa di SantaMaria, Incoronazione dellaVergine, dipinto su tavola

Castelvecchio, Chiesa diSant’Eustachio

Sorge su una imponente rupe di roccia vulcanica, isolatonello spartiacque fra le alte valli dell’Orcia e del Paglia, inposizione dominante sull’antica via Francigena e sul

confine fra la Toscana e il Patrimonium Petri. La suaimportanza storica è segnata da queste peculiarità. Ricordatofin dal 973 come insediamento fortificato di proprietàimperiale, passa successivamente sotto il controllo dell’abbaziadi San Salvatore e a questa viene conteso dagli Aldobrandeschie dalla Repubblica di Siena. Gli abati amiatini cedettero la loroparte al papato (1153) e solo con papa Pio II PiccolominiRadicofani divenne dominio di Siena (1459). Sulla sommitàdella rupe è situata la rocca medievale, cinta da bastioni delsecondo ‘500.Ai piedi della rupe si sviluppa, lungo l’asse dellastrada principale, il centro abitato.

RADICOFANI

San PietroNella piazza principale, soprauna scalinata, sorge la pieve diSan Pietro, attestata dal 1224 esottoposta al governo dell’abate amiatino e del vescovodi Chiusi; è di formeromanico-gotiche, con unasemplice facciata a capannacon campanile a torre.L’interno inizia a navataunica coperta acapriate a cuisuccedono volte acrociera costolonate ela trasformazione dellachiesa in tre navate,frutto di ampliamentiSettecenteschi. SanPietro è ricca di opered’arte, in particolareconserva una notevoleraccolta di robbianedella seconda metà delQuattrocento.A destradell’ingresso troviamouna pregevole Vergine

annunziata in terracottainvetriata di Andrea della Robbia.Segue, dentro un arco, la statuain legno dipinto della Madonna

con Bambino, attribuita alsenese Francesco di

Valdambrino.Ai latidella statua èdipinta la

Chiamata degliapostoli Pietro eAndrea, di scuolafiorentina del XVIsecolo; ai piedidella Vergine ècollocato un Cristomorto ligneo,anche questo discuola fiorentinadel XVI secolo.L’altare con cui si

conclude la navatadi destra è ornato dauna pala della scuoladi Andra dellaRobbia con laMadonna col

Bambino fra i santi Antonioabate e Giobbe; il gruppo sacroè affiancato da due lesene condecorazioni floreali esormontato da un architrave conteste di cherubini e da unalunetta con l’Eterno Padre tradue angeli. In terracottainvetriata è anche la paladell’alare maggiore, attribuita aBenedetto Buglioni, raffiguranteCristo crocifisso e laMaddalena dolente, con uninteressante paesaggio.Anchesull’altare che conclude la navatadi sinistra è venerata un’operadella bottega di Andrea dellaRobbia, la Madonna colBambino fra i santi Michelearcangelo e Caterinad’Alessandria; nella predellasono raffigurati quattro santi. Difronte alla pala troviamo una teladella metà del Seicento con laConsegna delle chiavi a SanPietro, e, tornando versol’ingresso, una Madonna lignea

Pieve di San Pietro, facciata

Pieve di San Pietro, interno

Pieve di San Pietro,Crocifissione, terracotta robbiana

Pieve di San Pietro, Madonnacol Bambino, statua lignea diFranceasco di Valdambrino

Chiesa di Sant’Agata, Madonna col Bambino eSanti, terracotta robbiana

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ROCCALBEGNA

Ai piedi del Monte Labro, proprio sopra il fiume da cui prendenome, Roccalbegna si presenta come una terra nova volutadalla Repubblica di Siena alla fine del Duecento come

avamposto verso la Maremma, che ancora era sotto il controllo deiconti Aldobrandeschi. La storia dell’insediamento è più antica: findall’812 viene ricordata, nel luogo del futuro castello, una cella di SanSalvatore; l’insediamento passò poi agli Aldobrandeschi, a Siena e aduna serie di famiglie che lo gestirono come feudo fino all’epocamoderna. Delle antiche glorie repubblicane conserva un centro storicodi particolare valore urbanistico: un reticolo di strade perpendicolarifra loro e strette fra un altissimo sperone di roccia, dove sorgono i restidelle fortificazioni aldobrandesche, e il cassero senese.

Pieve dei Santi Pietro e PaoloNella piazza del centrotroviamo la pieve dei SantiPietro e Paolo, dalla bellafacciata romanico-gotica conelegante portale strombato atutto sesto, sovrastato da unocchio e preceduto da unascalinata; nella lunetta, in unaffrescotardocinquecentesco, sonoraffigurati i santi titolari. Lapieve viene costruita allafine del Duecento e nel1381 è documentato

l’intervento delfamoso pittoresenese AndreaVanni,probabilmentein seguito alcedimento delfianco destro dell’edificio,documentato ancora oggidall’inclinazionedell’architrave del portale.L’interno, che si presentacome un’ampia aularettangolare coperta acapriate e conclusa da una

scarsellavoltata acrociera, èricco di opered’arte. L’operapiùimportante èconservatanell’altaremaggiore: untrittico diAmbrogioLorenzetti,

uno dei maggiori pittoridella scuola senese delTrecento, con la Madonnacol Bambino, San Pietro eSan Paolo, sicuramentedipinto per la pieve vista lapresenza dei santi titolari.All’ingresso troviamo unaacquasantiera in marmo distile rinascimentale e, sulladestra, uno stendardo delmovimento lealista eantigiacobino del “VivaMaria” con la scritta incaratteri maiuscoli epigraficiRoccalbegna dì Viva Mariae chi la creò: è uneccezionale documentovisivo del movimento fedeleai Lorena che, all’iniziodell’Ottocento, si oppose

Oratorio del Crocifisso, particolare del Crocifisso dipinto sutavola di Luca di Tommè

Pieve dei Santi Pietro e Paolo,particolare del Portale

Pieve dei Santi Pietro e Paolo,portale

Pieve dei Santi Pietro e Paolo, trittico di Ambrogio Lorenzetti

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agli ideali della rivoluzionefrancese. Sempre sul fiancodestro, dentro una nicchia,troviamo un affresco datato1476 con la Madonna dellaMisericordia con i santiSebastiano e Fabiano; allastesso secolo appartengonodue affreschi con i SantiGiobbe e Antonio abateprovenienti dalla chiesadella Madonna del Soccorso.Nel presbiterio sonocollocati un ciborio ligneo euna Pietà della fine del XVIsecolo. Di caratteristichesimili al ciborio è l’altaremonumentale in legno postoalla fine del fianco disinistra della chiesa. Lungoil ricordato fianco troviamoun Crocifisso ligneopolicromo trecentesco e,verso l’ingresso, un classicotempietto in pietra con il

fonte battesimale e lostemma della famigliaSforza. La chiesa è riccaanche di interessanti teledel Cinquecento e delSeicento.

Oratorio del CrocifissoVicino ai resti del casserosenese è situato l’oratoriodel Crocifisso, semplicecostruzione in pietra confacciata ornata da un portaledi gusto gotico, edificata nel1388, come ricorda unalapide posta all’interno.Dagli anni ’80 del vecchiosecolo l’oratorio è statotrasformato in museo di artesacra, con oggettiprovenienti da altre chieserocchigiane raccolti intornoalla Croce dipinta intorno al1360 da Luca di Tommè,noto pittore senese della

seconda metà del XIVsecolo. Il Crocifisso,esprimente un forte pathos,è particolarmente veneratoper aver placato il colerache aveva colpito il centronell’estate del 1855. Fra leopere raccolte, oltre adarredi sacri e a tele diFrancesco Nasini,ricordiamo le quattroTestate di baraseicentesche dipinte dalsenese Sebastiano Folli.

Madonna del SoccorsoFuori delle mura castellanetroviamo la chiesa dellaMadonna del Soccorso,semplice costruzione apianta rettangolare conabside, dove sono statiritrovati gli affreschi deiSanti Giobbe e Antonio,oggi collocati nella pieve.

SANTA CATERINANelle vicinanze delcapoluogo comunale,percorrendo la strada versoScansano, incontriamo lacappella di SantaCaterina d’Alessandria,nella moderna frazionededicata alla Santa; diprobabile origineCinquecentesca, è statarestaurata ed ampliata nel1960. Al luogo e al culto diSanta Caterina sonocollegate delle leggende e latradizionale Focarazza chearde ogni anno alla vigiliadella festa della santa (24novembre).

Pieve dei Santi Pietro e Paolo, Madonna della Misericordia con i santi Sebastiano eFabiano

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VALLERONASan PioIl borgo agricolo di Valleronaha la chiesa parrocchialeintitolata a San Pio I papa emartire, in onore del vescovo diSovana Francesco Pio Santi,nativo di Roccalbegna, che nel1789 stimolò la costruzionedell’edificio al posto della chiesadella Madonna del Carmine. Iltempio è composto da un’aulacoperta da capriate lignee conpresbiterio, chiuso da un’ampiaabside, voltato a botte. Nell’altarelaterale di destra è venerata latela seicentesca della Madonnadel Carmine, proveniente dallaprimitiva chiesa.

CANASan MartinoProseguendo verso Grosseto,troviamo il castelloaldobrandesco di Cana, in una

cui espansione si trova la chiesadi San Martino, del XIII secoloma quasi interamente ricostruitain forme moderne nel 1970.L’interno è arricchito da unaacquasantiera del ‘500, da unbel Crocifisso ligneosettecentesco e dalla venerataimmagine della Madonna delConforto, opera senese delsecondo Cinquecentoproveniente dall’omonimachiesa situata fuori del paese.

Madonna del PopoloLa citata chiesa dellaMadonna del Conforto, odel Popolo è documentatadalla fine del Quattrocento;ristrutturata alla fine delsecolo successivo, assunsela tipica immagine dellechiese mariane di campagnacinquecentesche, precedutada un piccolo portico e condue eleganti finestre inpietra che affiancano unportale in cotto.Nell’interno troviamo unelegante altare in stucco,datato 1653, dove venivavenerata l’immaginemariana oggi in SanMartino.

TRIANATornando verso l’Amiatatroviamo il castello dellaTriana , in una bellaposizione panoramica.L’insediamento, attestato findal 760, viene ricordatocome castello dal 1216; diproprietà degliAldobrandeschi di Santa

Fiora, nel 1388 venneacquistato dai Piccolomini,nelle cui proprietà èrimasto fino alla secondametà del secolo passato.

San BernardinoFuori del castelloincontriamo la chiesa diSan Bernardino , costruitanel 1780 per volere deiconti Piccolomini, con unatela seicentesca con ilBeato GioacchinoPiccolomini.

Madonna di LoretoDentro il castello troviamola cappella gentiliziadella Madonna di Loreto ,della metà del Seicento erinnovata dai conti nel1744. Presenta una facciatain stile neoromanico e unelegante interno con voltea crociera ornate distucchi, divise da un arcotrasversale con un cartiglioche ricorda il r innovamentosettecentesco dell’edificio.Le pareti laterali sonoornate da cornici in stuccoche ospitavano sette dipintiin olio su rame, raffigurantila Crocifissione e ilMartirio di Apostoli , delpittore fiammingo Berbardvan Rantwyck, attivo aSiena verso la fine delCinquecento; per motivi disicurezza i dipinti sonoconservati nel museo dellaSocietà di Esecutori di PieDisposizioni di Siena, l’enteche gestisce l’eredità dellanobile famiglia.Cana, Madonna del Conforto, esterno

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Santa Flora e LucillaLa pieve delle Sante Flora eLucilla si trova nella piazzacentrale del castello; presentaun’interessante facciata acapanna, con un paramento dipietra trachitica regolareanimato da un portalerinascimentale e da un belrosone gotico. L’interno èorganizzato in tre navate, fruttodi un ampliamento del 1792; lachiesa originaria, attestata fin dal1142, era composta da unanavata unica, corrispondenteall’attuale navata centrale,conclusa dalla scarsella voltata acrociera. È arricchita da una

eccezionaleraccolta di operein terracottainvetriataeseguite nellaseconda metà delQuattrocento daAndrea dellaRobbia e dalla suabottega,probabilmente su

commissione del Conte GiudoSforza. Nella prima campata asinistra è collocato il Battesimodi Gesù di notevole eleganzaformale, ornato da un fregio confronde e frutta.Al centro dellanavata di sinistra troviamola grandiosa pala dellaMadonna dellacintola e i santiCaterinad’Alessandria,Tommaso,Francesco eAnsano: laVergine, in untripudio di angeli,mentre viene potatain cielo dona la cintolaall’apostolo simbolodi incredulità. Nellapredella, fra glistemmi della famiglia Sforza,sono raffigurate tre scene dellevita di Gesù: la Disputa neltempio di Gerusalemme, ilBattesimo e la Lamentazione.Le lesene sono modellate configure di santi e la pala è

conclusa da una lunetta conl’Eterno Padre benedicente fradue angeli. La pala era stata fattaper ornare l’altare maggiore; alato di questo c’è un piccoloTabernacolo degli olii santi.

Addossato ad un pilastro,lungo la navata,

troviamo il pulpitocomposto da trepanelli di Andrea:la Risurrezione,l’Ultima cena, el’Ascensione.Nella navata

destra sonocollocate altre

terrecotte: all’internodi una nicchia ornata da

maioliche un piccoloCrocifisso e, nellacampata verso

l’ingresso, un Trittico con alcentro l’Incoronazione dellaVergine e ai lati San Francescoche riceve le stigmate e SanGirolamo penitente. Nellapredella sono raffigurate trescene riprese dai Vangeli

SANTA FIORA

Santa Fiora è ricordata fin dall’890 fra le proprietà dell’abbaziadel Santissimo Salvatore; alla fine dell’XI secolo diventa unimportante castello del feudo degli Aldobrandeschi, sede dal

1274 di uno dei due rami della famiglia. Rimase contea autonoma,passando sotto il controllo della famiglia milanese degli Sforza nel1439 in seguito al matrimonio fra Cecilia degli Albobrandeschi eBoso, fino all’abolizione dei feudi nel granducato di Toscana(1789). Questa importante storia è documentata dalla ricchezzadel suo centro storico, composto da tre fasi successive diespansione: il castello, con il palazzo dei conti e la pieve, il borgo,con la chiesa di sant’Agostino, e Monte Catino, che sorge intornoalla Peschiera. Santa Chiara e la pieve, panorama

Pieve delle Sante Flora eLucilla, Battesimo di Gesù,particolare

Pieve delle Sante Flora e Lucilla, L’ultima cena,terracotta di Andrea della Robbia

dell’infanzia di Cristo:l’Annunciazione, la Natività el’Adorazione dei Magi.Alla pieve appartiene anche ilreliquiario delle Sante Flora eLucilla in stile gotico, oggiesposto al Museo diocesano diPitigliano.

Santa ChiaraScendendo nel Borgoincontriamo la chiesa di SantaChiara con il convento diclausura delle Cappuccine,fondato dalla mistica senesePassitea Crogi agli inizi delSeicento e chiuso nel 1991.L’interno è arricchito da unaltare ligneo con un dipintopurista con i Santi Francesco eChiara. Nel coro retrostante èconservato il Crocifisso ligneoquattrocentesco portato inprocessione ogni 3 di maggio.

Sant’AgostinoAl termine del Borgo è collocatala chiesa di Sant’Agostino,erede dell’antica chiesa di SanMichele Arcangelo consacratanel 1146, come attesta l’epigrafeconservata vicino al portale, eaffidata nel 1309 agli agostiniani.L’attuale chiesa, frutto dinumerosi interventi conclusi nel1681, ha una facciata sottolineatada lesene laterali e da un portalecon timpano spezzato e unoslanciato campanile a torretrecentesco. Il vasto interno è anavata unica coperta dacapriate; nella parete disinistra è appeso unespressivoCrocifisso ligneotrecentesco,mentre nellapareteoppostatroviamo unaltaremarmoreocinquecentesco.La chiesa era riccadi un interessantecorredo di sculturelignee, fra cui unabella Madonna colBambino della scuola di Jacopodella Quercia, oggi conservatanel museo diocesano diPitigliano.

Madonna delle NeviOltre la porta di San Michele, afianco della suggestivapeschiera, sorge la piccolachiesa della Madonna delleNevi risalente alla prima metàdel XVII secolo. La facciata

conserva un rilievo interracotta invetriata con leSante Flora e Lucilla dellabottega di Andrea dellaRobbia; nell’interno resti diaffreschi con Santi dipintida Francesco Nasini.

Chiesa del SuffragioRisalendo verso la piazzaprincipale, troviamol’elegante chiesa delSuffragio di formesettecentesche;nell’interno, ornato di

stucchi, c’è unoscenografico altare

maggiore, chericordaquello della

Madonna delleGrazie di

Castel delPiano, ed un

coro ligneocon semplici

intagli.

San GiuseppeAl limite orientaledella piazza sorge lapiccola chiesa diSan Giuseppe, con

elegante facciata ottocentesca inpietra.

San RoccoLungo la strada provinciale checollega i paesi dell’Amiata, allimite del centro abitato,troviamo la settima chiesasantafiorese, dedicata a SanRocco, con sobria facciatacinquecentesca, con portale,lesene e timpano triangolare.

Pieve Sante Flora e Lucilla, Battesimo diGesù di Andrea della Robbia, particolare

Santa Chiara, Crocifisso ligneo

Madonna delle Nevi, esterno

Pieve delle Sante Flora eLucilla, rosone della facciata

Particolare del reliquiariodelle Sante Flora e Lucilla

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LA SELVASantissima TrinitàNella strada che conduce aCastell’Azzara, sulle pendici delMonte Calvo, prima del centrode La Selva incontriamo un’altrachiesa importante del territoriodi Santa Fiora: la chiesa dellaSantissima Trinità delconvento francescanorecentemente chiuso. L’anticachiesa, ricordata fin dal 1103,passò nel 1480, per volere delconte Guido Sforza, ai fratifrancescani che, nel Settecento,

la ricostruirono. La linearefacciata è preceduta da unportico a tre arcate ed affiancatadalla cappella di Santo Stefano,di forme neoromaniche.L’interno, a tre navate coperte davolte, è ricco di sette altarisettecenteschi con interessantiopere. Ricordiamo la palarobbiana della SantissimaTrinità, attribuita a BenedettoBuglioni: sottolineata da unfregio circolare con fronde,frutta e spighe di grano, l’EternoPadre, con la tiara pontificia,sostiene la croce del Figlio,sormontata dallo Spirito Santoraffigurato nella classica forma dicolomba. Il gruppo sacro èiscritto in una forma di mandorlacomposta da cherubini. Nellapredella sono raffigurati SanFrancesco che riceve lestigmate, Cristo in pietà e SanGirolamo penitente. L’altraimportante opera è l’Assunzionedella Vergine con i santiGirolamo, Tommaso eFrancesco, del pittore seneseGirolamo di Benvenuto, degliinizi del ‘500.Nella sagrestia è conservato il

cranio di un coccodrillo,appartenente, secondo laleggenda, al mostro ucciso dalconte Guido Sforza.Nel vicino centro de La Selvatroviamo la chiesa dellaMadonna Addolorata fondatanel 1828.

Altre due chiese ottocenteschesono situate nei paesi delleBagnore e del Bagnolo;quest’ultimo ha anche la chiesaparrocchiale del SS. Nome diMaria, a tre navate, costruita allafine del 1700.La Selva, chiesa della Santissima Trinità, pala della Santissima Trinità

terracotta robbiana

La Selva, Santissima Trinità,“testa del drago” La Selva, Santissima Trinità, esterno

La Selva, Santissima Trinità, Assunzionedella Vergine

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San BartolomeoAll’interno del centro storico,nei pressi del palazzo Ugurgieri,troviamo la chiesaparrocchiale di SanBartolomeo ricordata nel 1216di patronato di Sant’Antimo;ricostruita nel XIX secolo, vienerinnovata in stile romanico nel1939. L’interno si presenta a tre

navate, con quelle lateraliarretrate rispetto alla facciata, enell’altare maggiore conservauna notevole testimonianza dellapittura senese del Trecento, unpolittico attribuito a BartolomeoBulgarini: originariamente acinque scomparti, uno dei qualiè andato perduto, raffigura laMadonna in trono colBambino e i santi Bartolomeo,Giovanni evangelista e Michelearcangelo, riprodottospecularmene per dare l’ideadella composizione originariadell’opera.All’inizio della navatacentrale sono stati ritrovati deiresti di affreschi del ‘500 e nellanavata di sinistra è venerato unespressivo Crocifisso del XVsecolo.

Oratorio di San RoccoOltre l’antica cinta muraria, neipressi di San Bartolomeo,incontriamo il piccolo oratoriodi San Rocco, eretto nellaseconda metà del Quattrocento

come voto per far cessare unapestilenza. La scarsella terminale,voltata a botte, è affrescata conle immagini dell’Eterno Padre egli Evangelisti, nella volta,mentre nelle pareti sono dipintila Madonna col Bambino e iSanti più venerati dallaComunità, fra cui Bartolomeo,Bernardino da Siena, Rocco eSebastiano.

Corpus Domini Nella piazza del paese sorge suuna scalinata la chiesa dellaCompagnia del CorpusDomini detta anche di SanBernardino, con facciata acapanna in pietra, affiancata daun campanile a torre, e piantarettangolare coperta a capriate.La chiesa, costruita nel Seicentoe rinnovata nel 1869, è ornata ditre altari; a fianco dell’altaremaggiore troviamo due statuelignee di inizi Settecentoraffiguranti San Francesco diPaola e la Madonna

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SEGGIANO

Il castello di Seggiano sorge intorno allasommità di una collina di roccia arenaria nelversante occidentale dell’Amiata, nei pressi

della strada che da Castel del Piano porta versoMontalcino e Castiglion d’Orcia. Ricordato findagli inizi del X secolo come villaggio dell’abbaziadi San Salvatore, vede poi l’inf luenza degli abatidella vicina Sant’Antimo e nel corso del Duecentoentra fra i possedimenti di Siena; in seguito viacquistano proprietà fondiarie i Salimbeni e gliUgurgieri, importanti famiglie senesi.

addolorata, provenienti dallasoppressa Compagnia di SantaCaterina da Siena. Dal conventodel Colombaio, famosoinsediamento religioso ritenutofondato da San Francesco ecollegato alla vita di SanBernardino da Siena, provengonole venerate reliquie del santosenese, conservate in unanicchia della parete destra.Allamemoria del Santo è collegataanche la tavola trecentesca dellaMadonna col Bambino delsenese Andrea Vanni, chesecondo la tradizione fu moltovenerata da San Bernardino.

Madonna della CaritàL’edificio religioso piùimportante di Seggiano è ilsantuario della Madonnadella Carità, una dellearchitetture manieriste piùinteressanti dell’intera Toscana,innalzato alla fine delCinquecento comeringraziamento alla Vergine per

la fine di una tremenda carestia.È una architettura con influssimitteleuropei, ricca di elementidecorativi. L’elegante facciata,con le decorazioni in pietra cheemergono dal fondo ad intonacochiaro, è partita verticalmente intre fasce da lesene e divisaorizzontalmente in due parti dauna trabeazione con decorazioniclassiche; è arricchita dalportale, da nicchie e volute etermina con un timpanotriangolare spezzato con alcentro un pinnacolo. Sotto iltimpano, intorno ad un occhio diforma ovale, sono collocati glistemmi della Comunità e dellafamiglia Ugurgieri, i principalicommittenti dell’opera, e delvescovo di Pienza e MontalcinoFrancesco Maria Piccolomini.L’interno è diviso in tre navatevoltate a botte, quella centrale, ea crociera, le laterali; le navate siinterrompono all’inizio delpresbiterio, creando una vastaarea sormontata a una luminosa

Santuario della Madonna della Carità, facciata

San Bartolomeo, Madonna col Bambino e Santi di Bartolomeo Bulgarini

Oratorio di San Rocco, Madonna col Bambino e SantiOratorio di San Rocco, Sant’Agostino e San Rocco

Corpus Domini, esterno

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SEMPRONIANO

Il castello di Semproniano sorge intorno alla sommità diun poggio di pietra calcarea fra le valli del Fiora edell’Albegna, lungo la strada che da Arcidosso conduce a

Saturnia e Pitigliano. Ricordato come villaggio fin dall’849,venne fortificato dagli Aldobrandeschi e durante il XIII e XIVsecolo fu ad essi conteso dagli Orvietani e dai Senesi. Sienalo incluse fra i suoi possedimenti dopo averlo espugnato nel1410.

Santi Vincenzo e AnastasioDa via Roma, tramite unascalinata, arriviamo alla pievedei santi Vincenzo eAnastasio, ricordata nelleDecime del 1276-77. Ilparamento esterno, a filari dipietra calcarea, presenta resti diaperture di forme gotiche. Lafacciata è a capanna, con portaledi gusto gotico e l’interno sipresenta con pianta rettangolarecon scarsella terminale voltata a

vela. Nella controfacciatauna lapide documentaimportanti lavoriall’edificio eseguiti nel1579; l’interno è ornato dadecorazioni lapideeduecentesche erinascimentali. Sono presentianche alcune tele: da notare, inparticolare, il dipintoseicentesco collocato sull’altarelungo il fianco sinistro, con laMadonna fra i santi Antonioabate e Lucia ed un pievano

con un mostro: secondo unaleggenda un pievano diSemproniano riuscì, con l’aiutodella Madonna e l’intercessionedei santi Antonio e Lucia, auccidere un mostro cheinfestava la zona. Nella parte

terminale dellapieve si eleva uncampanile a

torre.

Santa CroceProprio nellasommità del

colle, nei pressidei resti della

rocca medievale,sorge la chiesadella Santa Croce,fondata nel XIIsecolo e restauratanel 1856 e nel 1957,come ricordano due

lapidi.

Pieve dei Santi Vincenzo e Anastasio

Pieve dei Santi Vincenzo e Anastasio,Madonna fra i santi Antonio abate eLucia Pieve dei Santi Vincenzo e Anastasio, acquasantiera

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cupola a base quadrata. Oltre almonumentale altare maggiore,dove si conserva l’affresco

quattrocentesco con lamiracolosa immagine dellaMadonna col Bambino, ilsantuario è ricco di sei altarilaterali in pietra ornati da tele diartisti contemporanei, che hannosostituito quelle originarierubate negli anni Sessanta del‘900.

Santa Maria in VillaNelle vicinanze del paese sorgela chiesa di Santa Maria inVilla, di origini medievali,semplice costruzione confacciata a capanna con unaffresco trecentesco dellaMadonna col Bambinoriferibile ad Andrea Vanni;l’affresco è contornato da undipinto di Francesco Nasini,con angeli e santi e l’EternoPadre.

POTENTINOAll’interno del castello diPotentino, che sorge nei pressidi Seggiano, è situato unpiccolo oratorio dedicato aSant’Antonio da Padova; oltre ilcastello troviamo i ruderi delconvento francescano delColombaio, soppresso nel 1784.

PESCINASan LorenzoNel centro di Pescina, postosulla strada che da Seggianosale verso l’Amiata, troviamo lamoderna chiesa di SanLorenzo, con una tavola dellaMadonna col Bambino di Lucadi Tommè, pittore senese delTrecento.

Santa Maria in Villa, l’Eterno Padre e Angeli di Francesco Nasini

Pescina, Madonna col Bambino, dipintosu tavola

Santa Maria in Villa

Santuario della Madonna della Carità Santa Croce, facciata

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L’interno è un’aula rettangolare,di forme irregolari, con unpiccolo coro terminale voltato acrociera. Nell’altare, dentro unamonumentale macchina, èvenerato un piccolo Crocifissoligneo medievale, in cui onorevengono celebrati solennifesteggiamenti ogni 25 anni.

San Rocco e Madonna delleGrazieIl paese di Semproniano, oltrealla moderna chiesa parrocchialedi San Giovanni Battista,conserva altri due edifici sacri:l’oratorio di San Rocco,fondato nel Quattrocento etrasformato nel 1930 inmonumento ai caduti dellaprima guerra mondiale, e lachiesa della Madonna delleGrazie, tipica chiesa mariana dicampagna con due finestrelle ailati del semplice portale.

ROCCHETTE DI FAZIOVicino al capoluogo, in unasuggestiva posizione a piccosulle sottostanti goledell’Albegna, troviamoRocchette di Fazio, anticovillaggio dell’abbazia di SanSalvatore fortificato dagli

Aldobrandeschi.Sotto la rocca, resta il volumedell’antica pieve duecentescadi Santa Cristina.

Santa MariaNel piccolo paese troviamo lacinquecentesca chiesa diSanta Maria, con una statuadell’Assunta in terracottapolicroma, del Quattrocento.

CATABBIOSanta LuciaDi un certo interesse aCatabbio è la pieve di SantaLucia, di probabile fondazionetrecentesca; fra le tele delSeicento conservate nellachiesa, una raffigura SanDonnino, anticamentevenerato per ottenere laguarigione dai morsi dei caniidrofobi.

Altre chiese costruite negliultimi decenni sono nei centridi Santarello, Cellena e Petricci.

Rocchette di Fazio, chiesa diSanta Maria, statuadell’Assunta in terracotta Santa Croce, Crocifisso, particolare

Santa Croce, interno

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Questi itinerari sono collegatiai volumi della collana “Iluoghi della Fede” L’Amiata ela Val d’Orcia e Grosseto,Massa Marittima e laMaremma, entrambi a cura diBruno Santi, editi dallaMondadori e dalla Regione

Toscana nel 1999, inoccasione del giubileo del2000; gli itinerari sono statirivisitati in base alleconoscenze dell’autore.

Si possono consultare anche leguide:

AA.VV., Paesi dell’Amiata.Guida nella storia, nell’arte,nelle tradizioni,nell’immaginario dellaMontagna incantata, Grottedi Castro 2003.AA.VV., Viaggio sull’Amiata,s.l. e s.d.Amministrazione comunale diRoccalbegna, a cura di, Il miopaese. Roccalbegna, Cana,Santa Caterina, Triana,Vallerona, Grotte di Castro1997.A. Benvenuti, a cura di,Santuari di Toscana, Firenze2002.I. Corridori,A. Santioli,L’Amiata turismo storia arte,Siena 1987.R. Corvini, Abbazia del SS.Salvatore al Monte Amiata.Guida e note storiche, Grottedi Castro 1991.L. Niccolai, a cura di, SantaFiora.Ambiente e storia sulMonte Amiata, Firenze 1992.L. Piazza, a cura di, Amiata, ilterritorio, la storia, lacultura, Firenze 1991.B. Santi, Il Monte Amiata,itinerario storico-artistico,Genova 1987.B. Santi, a cura di, Guidastorico-artistica allaMaremma, Siena 1995.

Per approfondire si rinvia aiseguenti testi:F. Bonelli, La chiesa dei SS.Leonardo e Giovanni dellaterra di Castel del Piano,Siena s.d.F. Bonelli, La chiesa del SS.

Sacramento di Castel delPiano, Siena 1988.I. Corridori, La Madonnanella Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, Roma 1990.A. Cortonesi, a cura di,L’Eremo del Vivo, secolo XIsecolo XXI fra dinamichereligiose e territoriali,Arcidosso 2004.F. Di Salvo, Francesco Nasini,pittore amiatino, contributoalla conoscenza della vita edelle opere, Grotte di Castro1997.W. Kurze, C. Prezzolini, a curadi, L’abbazia di San Salvatoreal Monte Amiata, documentistorici, architettura,proprietà, Firenze 1988.I. Moretti, Romaniconell’Amiata.Architetturareligiosa dall’XI al XIIIsecolo, Firenze 1990.C. Prezzolini, La Madonnadella Carità di Seggiano,Siena 1985.C. Prezzolini, a cura di, Lechiese di Arcidosso e la pievedi S. Maria in Lamula, Siena1985.C. Prezzolini, a cura di, Lapieve di Santa Maria Assuntae le chiese di Piancastagnaio,San Quirico d’Orcia 1993.B. Santi, C. Prezzolini, Lerobbiane di Radicofani eSanta Fiora, Siena 1993.A. Santioli, Il convento deiCappuccini in Arcidosso,Siena 1989.A. Santioli, Prepositura diCastel del Piano, Castel delPiano 1994.

P E R S A P E R N E D I P I Ù

Piancastagnaio, il Leccio di San Francesco

A b b a d i aS a n S a l v a t o r e

C a s t e l d e l P i a n o

C a s t i g l i o n ed ’ O r c i a

C i n i g i a n o

R a d i c o f a n i R o c c a l b e g n a

S a n t a F i o r a

S e g g i a n o P i a n c a s t a g n a i o

S e m p r o n i a n o

C a s t e l l ’ A z z a r a

A r c i d o s s o

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LE CHIESE E I SANTUARI DELL’AMIATA

Arte e architettura dei luoghi di culto sul Monte Amiata