Ldb altroveperincludere angelacci scheda progetto
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LABORATORIO ACCESSIBILITA’ UNIVERSALE La progettazione plurisensoriale non è assolutamente qualcosa di vago ed astratto ma uno strumento estremamente concreto e funzionale per la realizzazione di spazi e servizi fruibili anche da parte di soggetti con disabilità sensoriali. In questa direzione il Laboratorio dell’accessibilità universale ha lavorato con particolare attenzione a forme di segnaletica che non si fondano solamente sulla vista e sulla scrittura ma utilizzano un complesso integrato di informazioni tattili, acustiche, visive ed olfattive. Ne sono un esempio le numerose mappe multisensoriali progettate per musei, scuole, uffici etc. Nel caso della segnaletica sia orizzontale che verticale molta attenzione è stata utilizzata nella scelta consapevole dei materiali ed anche nel linguaggio utilizzato. Spesso infatti si osservano esempi di segnaletica verticale che hanno raggiunto un equilibrio intelligente ed armonioso fra il sistema delle altezze, i materiali utilizzati, l’illuminazione, il contrasto cromatico, le caratteristiche del rilievo etc. ma che magari contengono l’indicazione scritta “ toilette per handicappati “ che è più che sufficiente per annullare la buona progettazione e rimandarci indietro nel tempo oltrechè proporci un messaggio culturale simile a quello veicolato dalla simbologia relativa all’accessibilità degli spazi rappresentata da un omino stilizzato in carrozzina! L’accessibilità è un sistema complesso di elementi ( spazi, arredi, segnaletica, servizi, sistemi di mobilità, comunicazione etc. ) nel quale anche gli apparenti dettagli sono fondamentali e che solamente insieme possono apportare un miglioramento del comfort ambientale e della qualità di vita per tutte le persone. Viceversa i risultati sarebbero modesti, parziali ed a volte frustranti; pensiamo ad un turista che sceglie di fare una settimana di vacanza in un albergo completamente accessibile ( stanze, ristorazione, balneazione, animazione, spazi comuni etc. ) e che rischia di rimanere prigioniero della sua vacanza se non può muoversi dalla sua struttura e cogliere tutte le opportunità culturali, ricreative, sportive etc. che offre il territorio che al contrario molto spesso sono decisamente inaccessibili. Recentemente ci stiamo misurando con uno di questi apparenti dettagli e cioè i menù dei ristoranti che generalmente contengono informazioni confuse e complicate, hanno una veste grafica e cromatica che ne complica la leggibilità e pertanto molto spesso sono indecifrabili per tante persone, basti pensare ai bambini, alle persone con disabilità sensoriali, al turista straniero, alle persone anziane. Oltretutto la popolazione sta rapidamente invecchiando e diventando, di conseguenza, la “quota” maggiore del mercato. Il tredici percento della popolazione è attualmente superiore ai 65 anni; si stima che in 30 anni il gruppo raddoppierà a 66 milioni di persone! Le persone cambiano man mano che invecchiano: le loro esperienze sensoriali, cognitive e le loro abilità mutano con il passare degli anni così come, a loro volta, si evolvono i loro bisogni. Nonostante tutto ciò sia abbastanza
evidente si fa pochissimo per trovare delle soluzioni ed anzi le proposte presenti nei menù spesso penalizzano anche le persone che ad esempio hanno delle intolleranze e allergie alimentari come la celiachia. Solamente negli ultimi anni si è cercato di proporre soluzioni ed in particolar modo la Confcommercio di Verona e di Bologna, insieme all’Unione Italiana Ciechi, hanno realizzato un progetto che prevede l’adozione del menu in braille da parte di alcuni ristoranti esattamente come negli Stati Uniti ( McDonalds ). E’ certamente un primo passo anche se il braille è un linguaggio specialistico che anche molte persone cieche non conoscono. Noi stiamo lavorando ad un prototipo che riguarda sia il menù che solitamente si trova all’ingresso dei ristoranti e sia il menù di sala. I due elementi devono essere necessariamente collegati, essere caratterizzati dalle stesse chiavi comunicative ed essere progettati con la stessa metodologia e cioè quella della caratterizzazione sensoriale, realizzata utilizzando indizi ed accorgimenti di vario genere, percepibili attraverso l'intero apparato sensoriale umano. Per quanto riguarda il menù all’ingresso lo abbiamo immaginato alla stregua di una mappa prevalentemente tattile, una sorta di pannello costruito con materiali che anche se posti all’esterno resistono agli agenti atmosferici e sono di facile ed economica manutenzione. Quest’ultima è una caratteristica per nulla banale, basti pensare a quanti percorsi Loges ( per ciechi ed ipovedenti ) ci sono nelle nostre città in uno stato di abbandono che li rende praticamente inutilizzabili spesso proprio a causa dell’alto costo della loro manutenzione. Le informazioni sono veicolate con testi ed icone. Nel caso della modalità testuale il carattere delle scritte è di tipo simile ad Helvetica o Verdana, in maiuscolo, sufficientemente grande da permetterne la lettura a tutti. Il testo è realizzato in rilievo ( escludendo l'uso di caratteri in Braille, perchè troppo specialistici e destinati ad una minoranza di visitatori ), in quanto tali caratteri possono essere indistintamente letti da tutti i clienti, sia da chi ha un visus ridotto, sia con il tatto, da chi ne fosse completamente privo, realizzando in un'unica soluzione, contemporaneamente un esempio di accessibilità comunicativa per tutti ed economicità. In particolare per le scritte con le lettere a rilievo, si utilizzano caratteri di tipo maxi con altezza compresa tra 15 e 60 mm; larghezza non inferiore a 2 mm; altezza del rilievo compresa tra 4 e 6 mm. Tali scelte fanno riferimento alla norma UNI 8207. Le informazioni scritte sono sintetiche e precise. Utilizzando anche i pittogrammi per trasmettere le informazioni, questi devono essere di facile ed immediata comprensione, il colore del fondo del supporto dovrà essere a contrasto con quello delle scritte e dei pittogrammi, ad esempio se il fondo è bianco, le scritte potranno essere nere, blu, verdi; se il fondo è giallo, le scritte potranno essere nere; se il fondo è blu o nero, le scritte potranno essere bianche; è bene utilizzare quest'ultima variante nel caso di
scritte brevi, per non affaticare troppo la vista. Il colore del fondo del supporto dovrà essere a contrasto anche con il colore dominante dell'ambiente in cui il pannello/menù è inserito, per permetterne un'immediata individuazione e lettura, ad esempio se il colore dominate dell'ambiente è chiaro, evitare di realizzare pannelli informativi con il fondo chiaro. Essenzialmente le informazioni contenute nel menù all’ingresso contengono poche informazioni: quelle relative all’ offerta di pietanze destinate a persone con intolleranze e allergie alimentari, quelle relative all’offerta di pietanze specifiche per bambini e di servizi destinati alle famiglie con i bambini ( angolo lettura, giochi etc. ), quelle relative alla presenza di offerta di pietanze tipiche e naturalmente quelle relative all’accessibilità del locale ( ingresso, arredi, servizi etc. ). Tutte le suddette informazioni sono comunicate attraverso pittogrammi semplici, intuitivi e colorati che sono molto gradevoli esteticamente e piacevoli al tatto. Laddove fosse possibile questi pittogrammi potrebbero fungere anche da pulsanti che se premuti tradurrebbero in messaggio sonoro l’informazione contenuta nello stesso pittogramma. Le altre informazioni presenti in questo pannello/menù indicano, con i caratteri a rilievo di cui sopra, il prezzo minimo e massimo che possiamo spendere scegliendo di mangiare in quel locale ed alcune icone in rilievo dei tre piatti che caratterizzano maggiormente l’offerta culinaria del locale. Tali icone, realizzate in resina, sono oltretutto facilmente sostituibili qualora il gestore del locale volesse modificare i tre piatti preferiti. All’interno invece il menù di sala ha una caratterizzazione sensoriale che introduce anche il coinvolgimento di altri sensi. Si tratta di un menù semplice ed essenziale composto al massimo di 4 tavole/pagine realizzate con un materiale robusto ma sufficientemente leggero e resistente alle eventuali cadute. Su ogni pagina compare l’icona in rilievo della pietanza proposta, la sua denominazione ed immediatamente sotto le icone in rilievo dei tre principali ingredienti ( carota, sedano, spezia, grana etc. ) che la compongono e che la caratterizzano a livello olfattivo. Tali icone sono costruite con materiali che contengono al loro interno profumazioni naturali che non hanno alcuna controindicazione e che, annusate, riproducono olfattivamente il profumo di quella pietanza. Stiamo anche verificando la possibilità, evitando sovrapposizioni olfattive, di poter sentire le profumazioni dei singoli ingredienti. I caratteri utilizzati nella scrittura sono naturalmente ad alta leggibilità ed hanno un contrasto cromatico con lo sfondo. Nell’intraprendere il percorso progettuale ci siamo posti l’obiettivo di realizzare un prodotto che fosse fruibile dal maggior numero di persone, semplice e gradevole provando anche a dimostrare che utilizzare l’accessibilità universale nella progettazione costituisce un valore aggiunto anche dal punto di vista estetico.
Il menù diventa quindi un elemento qualificante della filiera dell’accessibilità nella ristorazione come gli spazi, gli arredi etc ed incuriosisce positivamente bambini ed adulti, turisti stranieri e persone con disabilità sensoriali. Generalmente i menù sono poco comprensibili mentre dovrebbero aiutare il cliente nella scelta senza imbarazzarlo o confonderlo, essere facili da consultare, stimolare la curiosità e contribuire ad indirizzare con sicurezza la scelta del cliente. A volte sfogliando un menu si ha l’impressione di leggere un bugiardino dei medicinali tanto è difficile orientarsi e comprendere, altre volte i menù sono talmente ampli da scoraggiare i clienti. Alcuni esempi • denominazioni di piatti comprensibili solo da esperti od il cui significato può rimanere ermetico a meno che non si aggiunga una descrizione: “ Filetto alla Rossini con Patate “ “ Tenero filetto di manzo saltato in padella e guarnito con del patè e lamella di Tartufo nero e salsina di Madera, contornato con croccanti patatine “ • Oppure denominazioni che confondono, immaginifiche o di fantasia: Pollo alla creta invece di Pollo cotto nella creta • Il menù deve essere uno strumento agile e chiaro ma non deve cancellare altre figure come ad esempio il cameriere al quale dobbiamo poter formulare domande e/o chiedere spiegazioni/approfondimenti relativi ai piatti proposti. Altrimenti rischiamo di prendere a modello quel bar/ristorante di Londra, nel quartiere di Soho, che ha adottato tavoli dotati di schermi sensibili al tatto su cui compaiono le immagini delle pietanze e delle bevande previste nel menu. Basta toccare la pietanza e la bevanda raffigurate e l’ordine viene trasmesso direttamente in cucina. Apparentemente sembrerebbe un passo in direzione dell’accessibilità ma nella realtà limita molto la comprensione e le informazioni di cui ogni cliente avrebbe bisogno e desiderio ed elimina tristemente la comunicazione con il cameriere. • Molto spesso, nei ristoranti, i genitori dei bambini sono costretti a scegliere per loro un po' le solite cose: la pasta al pomodoro, quella in bianco oppure la cotoletta con le patatine etc. Invece, con una maggiore dose di volontà e un briciolo di fantasia in più, potrebbero trovare piatti inusuali, più stuzzicanti sotto il profilo della fantasia e ugualmente rispettosi della salute. Un esempio? Il petto di pollo all'arancia oppure uova fritte con verdure, servite creando immagini divertenti ( vedi allegato ). • A volte capita di trovare alcuni menu nei quali le pietanze per celiaci, per coloro che hanno particolari forme di allergie oppure quelle per i bambini sono difficilmente identificabili perché mimetizzate all’interno di decine di altre pietanze. In caso di menu con molti piatti sarebbe opportuno definire alcuni menu specifici ( per celiaci, bambini etc. ).
• Un capitolo a parte andrebbe dedicato ai menu bilingui che a volte sembrano fatti utilizzando traduttori automatici disponibili online e che strappano anche più di un sorriso ma non semplificano certamente la scelta in sicurezza del cliente. Alcuni esempi: “ Pol Pette “ e “ sal cicce di riso e carote “ proposto da un ristorante arabo del litorale romano, oppure una trattoria tipica che con l’intenzione di attirare l’attenzione di turisti anglofoni propone la spigola alla piastra tradotta in It forms ears to the slab, cioè “forma orecchie al lastrone”; da cui si può dedurre che spigola era da intendersi non come pesce ma come terza persona del verbo spigolare. Altri problemi di chiarezza nella comunicazione possono derivare dallo stile utilizzato, dalla scarsa grandezza dei caratteri, dalle scelte cromatiche che rendono difficile leggere il testo etc. Naturalmente il nostro è un prototipo sperimentale che è ancora work in progress e che contiamo di utilizzare per un ristorante di Buonconvento, lo splendido borgo medievale che ospita la sede del Laboratorio. Tale progetto, come tutti gli altri realizzati sull’accessibilità, prevede molti momenti di progettazione partecipata ed il contributo di molte persone reali, soprattutto persone con disabilità. Il gruppo che lavora sul progetto è composto anche da Lucia Sarti, Maria Gabriella Giorgi, Chiara Sbardellati e Fabio Iemmi. Dino Angelaccio