LaverdaWorld n. 2 anno IX 2009

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2 DICEMBRE 2009 Elettronica e innovazione ANNO IX INVESTIMENTI PER PREPARARE LA RIPRESA DEI MERCATI pag. 2 IN UN LIBRO I QUASI 140 ANNI DELLA SAGA DI BREGANZE pag. 3 IN FRANCIA TECNAGRI-PÔLE FA INCONTRARE 4 MILA OPERATORI pag. 5 REDDITIVITÀ ED EFFICIENZA NELLA CAMPAGNA LAVERDA pag. 3 FELLA LANCIA LA NUOVA LINEA DI FALCIATRICI ROSSE pag. 10 In caso di mancato recapito il mittente si impegna al pagamento dei resi che dovranno essere spediti a VICENZA 36100 C.P.O. L’Europa chiama Laverda e Fella rispondono NE/VI0048/2008 DAL 28/04/2008 Il giornale dello specialista del raccolto

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LaverdaWorld n. 2 anno IX 2009

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n° 2 DICEMBRE 2009

Elettronica e innovazione

ANNO IX

INVESTIMENTI PER PREPARARE

LA RIPRESA DEI MERCATI

pag. 2

IN UN LIBRO I QUASI 140 ANNI

DELLA SAGA DI BREGANZE

pag. 3

IN FRANCIA TECNAGRI-PÔLE

FA INCONTRARE 4 MILA OPERATORI

pag. 5

REDDITIVITÀ ED EFFICIENZA

NELLA CAMPAGNA LAVERDA

pag. 3

FELLA LANCIA LA NUOVA LINEA

DI FALCIATRICI ROSSE

pag. 10

Gruppo Industriale ARGO

In caso di mancato recapito il mittente si impegna al pagamento dei resi che dovranno essere spediti a VICENZA 36100 C.P.O.

L’Europa chiama Laverda e Fella rispondono

NE/VI0048/2008DAL 28/04/2008

Il giornale dello specialista del raccolto

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� Il punto di Mario Scapin

Gentili lettori, solo un anno fa guardavamo con entusiasmo ad una crescita che sembrava inar-restabile. Oggi dobbiamo fare i conti con la recessione economi-ca, con la crisi dei mercati, con la riduzione dei volumi produttivi…E’ una realtà di cui dobbiamo prendere atto; nel �008 Laverda ha superato le 1000 macchine mentre quest’anno dobbiamo accontentarci di 750 perché, no-nostante i buoni risultati ottenuti in Italia, nonostante una buona tenuta in alcuni mercati di riferi-mento, in altre aree geografiche come la Russia, la Polonia o la Turchia ci siamo confrontati con riduzioni della domanda di nuove macchine anche dell’80%.La comprovata flessibilità e la grande reattività dell’azienda La-verda hanno permesso però di gestire una fase così difficile sen-za ripercussioni significative. Ab-biamo dovuto rinunciare ad una grossa quota del nostro persona-le a tempo determinato, abbiamo fatto ricorso ad alcune giornate di cassa integrazione ma, cosa molto importante, Laverda ha mantenuto una buona efficienza: i conti dell’azienda sono in ordine e il piano degli investimenti pro-cede come a suo tempo previsto.Proprio a questo riguardo, nell’ul-timo numero di “Laverdaworld” ho fatto riferimento a tutta una serie di investimenti che sareb-bero stati effettuati a breve. A distanza di pochi mesi posso con-fermare che buona parte di quelli annunciati sono già operativi o lo stanno diventando entro la fine dell’anno:- il nuovo robot di saldatura, che integra e completa l’isola esisten-te portando a tre le macchine “gemelle” capaci di saldare in piena autonomia i componenti di grosse dimensioni come le casse elevatore o gli assali, è già stato installato e sarà a pieno regime entro dicembre;- è stata creata una nuova iso-la per la saldatura dei telai della nuova famiglia di barre;- la nuova linea di montaggio del-

le barre di nuova generazione è oramai operativa; - il lay-out della linea di montag-gio ed anche delle aree di pre-montaggio è stato profondamen-te rivisto per permettere la realiz-zazione di un maggior numero di macchine al giorno.Sono tutti interventi orientati al miglioramento della qualità dei nostri prodotti ed all’incremento della capacità produttiva, che co-stituisce l’obiettivo primario per la fabbrica. Consapevoli del valore strategico ricoperto dal nostro personale, abbiamo investito e stiamo in-vestendo molto in formazione delle risorse umane aziendali, attraverso percorsi mirati allo svi-luppo delle competenze e delle conoscenze sia degli operatori di fabbrica che degli impiegati e dei funzionari. Lo stesso impegno lo stiamo dedicando allo sviluppo e all’aggiornamento del prodotto. Le nuove barre e gli aggiorna-menti della serie “M” sono frutto di un lavoro profondo di rivisi-tazione delle macchine, rivolto a migliorarne le prestazioni e a superare quei punti di debolezza che rimanevano nei confronti del-la concorrenza.

Non abbiamo lavorato sull’appa-renza ma sulla sostanza; questo risultato può essere più difficile da scoprire ma indubbiamente ha un valore ben superiore a modifi-che puramente estetiche. Confidiamo nella ripresa e ci stia-mo preparando a questo appun-tamento; siamo fortemente con-vinti che chi saprà investire nei momenti di difficoltà uscirà raf-forzato ed irrobustito, e che chi non sarà in grado di farlo uscirà, nel migliore dei casi, indebolito o addirittura sarà destinato a soc-combere.Lo stesso impegno lo stiamo met-tendo nello sviluppo di Fella che, come i visitatori del grande even-to tedesco hanno potuto vedere, si è presentata alla recente fiera Agritechnica non solo con i nuovi colori che si rifanno al passato e che accomunano Fella a Laverda, ma anche con una nuova gam-ma di prodotti. Lo sviluppo della fienagione nelle grandi aziende e nelle grandi estensioni porta ad una crescente domanda di mac-chine di grandi dimensioni ed ele-vata capacità.Fella, consapevole di queste mu-tate esigenze, ha saputo svilup-pare una gamma completa di grandi macchine destinate a fare scuola nel mercato. Contempo-raneamente però ha focalizzato l’attenzione anche alle necessità dell’agricoltura delle nostre Alpi, presentando una serie di prodotti compatti e leggeri utilizzabili an-che con i piccoli trattori speciali-stici. Una dimostrazione ulteriore di attenzione estrema alle esigen-ze del cliente ed una conferma del valore strategico ricoperto dagli investimenti proprio nei momenti di maggiore difficoltà.Con questi presupposti abbiamo la certezza di essere pronti al mo-mento in cui l’economia in gene-rale ed il nostro settore in partico-lare inizieranno quella ripresa in cui tutti confidiamo a breve.Con questo auspicio colgo l’occa-sione per un caloroso augurio per un sereno Natale e felice anno nuovo.

Laverda e Fella, un piano di investimentiguardando con fiducia al futuro

Il giornale dello specialista del raccolto

Anno IX, n. �, dicembre �009Periodico trimestrale

Registrazione Tribunale di Vicenzan. 1017 del 5 marzo �00�

direzione editorialeMario Scapin

Angelo BenedettiSimonetta Lambrocco

direttore responsabileClaudio Strati

progetto graficoAndrea Rosset

Piergiorgio Laverda

hanno collaborato:

Boban Mladenresponsabile vendite Agro Cesla

Dumitru Majeritechnical adviser General Leasing

Fabrice Rondeaudirettore commerciale Laverda Francia

Piergiorgio Laverdacuratore dell’Archivio Storico

“Pietro Laverda”

fotografieArchivio Laverda spa

© by Laverda spa3604� Breganze (VI) Italy

via F. Laverda, 15/17tel. +39.0445.385311fax +39.0445.873355

[email protected]

Stampa G.N.G.

Via Galvani, 58 - 36066 Sandrigo (VI)

Proprietà letteraria riservata. È permessa la riproduzionedi articoli e immagini solo citando la fonte.

Mario Scapindirettore generale

Ai destinatari della rivista

INFORMATIVA A NORMA DELL’ART. 13 D. LGS. 30.6.�003, n° 196

I vostri dati identificativi sono stati acquisiti da Laverda S.p.A. presso i diretti interessati o comunque presso elenchi e registri pubblici quindi do-cumenti conoscibili da chiunque per svolgere in futuro la nostra attività di marketing. Verranno trattati da Laverda S.p.A. in forma cartacea e/o informatica o telematica e verranno utilizzati esclu-sivamente presso la nostra società o soggetti nostri ausiliari che collabo-rano alla postalizzazione in relazione alle nostre esigenze, anche future, di acquisizione di nuovi clienti mediante invio di proposte commerciali. Laverda S.p.A. garantisce la massima riservatezza nel trattare i dati e la pos-sibilità di richiedere gratuitamente la cancellazione (o la rettifica) dei vostri dati contenuti nel nostro archivio. È a voi pertanto garantita la facoltà di esercitare tutti i diritti dell’art. 7 del d.lgs.vo n. 196/�003 ed in partico-lare di opporvi in tutto o in parte al trattamento.

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L’ Italia di Simonetta Lambrocco3

Simonetta Lambroccoresponsabile comunicazione e pubbliche relazioni

Nella nuova campagna prodottoLaverda sinonimo di redditività

Quando abbiamo iniziato a riflettere su quale messaggio avremmo vo-luto veicolare con la nuova campagna prodotto avevamo molte idee e intendevamo dare spazio a diversi concetti. Su tutti prevaleva però in modo netto il tema della redditività. Sì, perché nei momenti di recessione economica, tutti si diventa più attenti alle spese e ai guadagni. Ecco dunque che una delle caratteristiche che da sempre contraddistinguono le mietitrebbie Laverda, la redditività, di-ventava un possibile leit-motiv per il nostro messaggio pubblicitario.Ma non solo. Per noi era importante anche circostanziare al meglio le ragioni grazie a cui le nostre macchine permettono di pensare in termini di redditività.Un grafico ad assi cartesiani certamente poteva esprimere in modo immediato ed evidente i plus offerti dalle mietitrebbie Laverda. Mac-chine che, se da un lato si distinguono proprio per la loro polivalenza, dall’altro garantiscono anche un risparmio sui consumi e sui costi di manutenzione.Le innovazioni tecnologiche inserite da Laverda, come la nuova e poli-valente barra Free Flow con una coclea di grande diametro, abbinata ad un nuovo canale elevatore che migliora la continuità di flusso, consen-tono alte performance con costi ridotti e operatività semplificata. Una performance esaltata dalla rapidità delle operazioni aggancio/sgancio, dall’affidabilità dei componenti, dal comfort operativo di una cabina al top dell’ergonomia.In concreto, nel momento in cui si valutano una mietitrebbia e le sue performance, non ci si deve far fuorviare da una tecnologia fine a se stessa, ma bisogna sempre tenere presente il criterio della redditività, criterio che un’impresa efficiente e competitiva non deve mai perdere di vista.Il visual è di forte impatto: la mietitrebbia rossa, lavorando sul campo elegantemente trattato in bianco e nero, segue l’andamento del gra-fico (in crescita).Il grafico è un’immagine molto concreta e di immediata interpretazio-ne: quanto più polivalente è il mezzo e quanto maggiore è il risparmio su consumi e manutenzione, tanto più aumenta la redditività.Questa è la promessa di Laverda: la redditività. E proprio in termini di redditività, proponendo i suoi prodotti, Laverda invita a pensare.

E LA SAGA DELL’AZIENDA DI BREGANZEDIVENTA UN LIBRO APPASSIONATO

Con l’approssimarsi dell’inizio della decima stagione dal rilancio dello storico mar-chio, Laverda ha deciso di rendere omaggio ai Laverda, una famiglia di imprenditori illuminati che, dal 1873, anno di fondazione dell’azienda, agli anni Ottanta, hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo della meccanizzazione agricola in Ita-lia e nel mondo. Un tributo doveroso, quello che la “nuova” Laverda intende rendere, ma anche un appassionato atto di amore e di approfondimento storico, di Piergiorgio Laverda, sulle vicende della famiglia, del tessuto economico e sociale di Breganze e dei dintorni sullo sfondo di un’Italia che ha attraversato diverse epoche e molte difficili vicissitudini, fra le quali anche i due conflitti mondiali. L’affresco di un’azienda e di un marchio che, nel corso del tempo, hanno dimostrato un radicamento e una forza vitale inestinguibili e che continuano a suscitare passione e interesse.Il volume, freschissimo di stampa, si intitola “Le Macchine Agricole Laverda. La storia, i protagonisti e tutti i modelli prodotti a Breganze dal 1873”.

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Ciampi, per le “rosse” un’attenzione capillareTra Campania, Basilicata e Abruzzo la realtà del Sannio ha costruitoun’importante struttura di vendita e assistenza in cinque province

La Ciampi srl, con sede a San Giorgio del Sannio in provincia di Be-nevento, è una delle dinamiche concessionarie di Laverda al sud: per l’azienda di Breganze, dal �00� ad oggi, ha raggiunto considerevoli successi nella vendita di mietitrebbie rosse nuove.L’azienda è organizzata con una rete commerciale gestita da Saverio Ciampi, nella quale operano il figlio Antonello e due venditori. Inoltre dispone di un vasto magazzino ricambi e di un’efficiente officina, gestita da quattro meccanici che ogni anno, insieme ai colleghi delle officine esterne, partecipano a corsi di formazione e aggiornamento. Inoltre Ciampi srl dispone anche di tre unità mobili per l’assistenza in campo. Insomma, si tratta di un’azienda organizzata per offrire il massimo ai suoi clienti, una concessionaria che crede molto nel rapporto col cliente e fa del post vendita la sua arma migliore. E per gestire al meglio tutta l’area commerciale la Ciampi srl ha creato cinque offici-ne esterne che si trovano rispettivamente a Baselice (BN), Calitri (AV), Lioni (AV), Irsina (PZ), Bonefro (CB).La storia della ditta è un po’ la storia del suo fondatore Saverio Ciam-pi, tuttora amministratore unico, autentico “self made man”: infatti iniziò dal nulla la sua attività in proprio, ad appena �1 anni, nel lonta-no 198�, con un camion Fiat 690 N� a quattro assi, facendo i primi trasporti per conto terzi.L’anno dopo già si dimostrò ricco di tappe importanti per Saverio Ciampi. Sotto il profilo personale e familiare perché sposò Maria Gra-zia Bellonio ed ebbe la gioia della nascita della prima figlia, Marianna, oggi laureata in economia e commercio e coinvolta nell’attività di famiglia nell’ufficio amministrativo; sotto quello professionale perché acquistò il primo camion con motrice e rimorchio nuovo. In breve il numero dei mezzi aumentò e già nel 1985 Ciampi diede avvio alla prima società di trasporti con quattro camion.Nel 1986 ecco la nascita di Michela, oggi laureanda in scienze biolo-giche, e nel 1987 di Antonello, perito meccanico, oggi braccio destro del papà che si occupa della rete commerciale.

Nel 1991 Saverio Ciampi costituì la Ciampi srl, iniziando la propria attività nel settore delle macchine agricole con la vendita dell’usato; pochi anni dopo, nel 1998, l’azienda divenne concessionaria Landini per la provincia di Benevento. E nel �00� Ciampi srl acquisì anche la concessione di Laverda per la provincia di Benevento: oggi è conces-sionaria delle “rosse” per le province di Benevento, Avellino, Potenza, Pescara e Chieti.Due anni dopo, grazie a una ponderata analisi del mercato, Saverio Ciampi capì che il suo futuro si sarebbe ben sviluppato con il gruppo Agco. La Ciampi srl diventò così concessionaria anche dei prodotti Massey Ferguson, Fendt e Challenger per le province di Avellino, Be-nevento, Potenza, Matera, Campobasso e Isernia.

2010, dodici mesi con Laverda

Ogni oggetto, anche quello solo in apparenza meno rilevante, diventa un modo per tenere vivo il contatto con il cliente e reiterare il mes-saggio. Il calendario, proprio perché accom-pagna ogni nostra giornata in ogni mese del-l’anno, acquisisce un rilievo particolare. Ecco perché non vogliamo interrompere la tradizio-ne e, anche per il �010, abbiamo studiato un calendario da muro identificato con il marchio Laverda.

Il visual, per l’anno prossimo, pone il focus sul prodotto presentandolo in una veste estrema-mente dinamica e moderna.

Simonetta Lambrocco

Sopra: la sede centrale di Ciampi srl a San Giorgio del Sannio

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Il salone organizzato dal concessionario Billaud-Segeba occasione di confronto e relazione per quattromila operatori francesi

Tecnagri-Pôle, il punto d’incontroI mercati a cura di Simonetta Lambrocco

Scommessa vinta e tanto di cap-pello a Jean Pierre Sourice e alla sua squadra che possono ralle-grarsi per l’autentico successo del loro salone. Infatti, in un mercato francese preoccupato e con un calo dal 10% al 40% (a seconda dei set-tori) e mentre molti professionisti si aspettano una lunga fase cupa e difficile, la società Ets Billaud-Segeba ha ripresentato il suo salone regionale professionale “Tecnagri-Pôle”.Ottimo il riscontro durante le tre giornate: sono state 4.000, infat-ti, le persone (agricoltori, conto-terzisti, cooperative) che hanno visitato i trentamila metri qua-drati di esposizione della sede del concessionario a Bressuire (79) e hanno potuto incontrare alcuni dei 10� fornitori che hanno par-tecipato a questa manifestazione fra cui Laverda, marchio distribui-to da Ets Billaud-Segeba. L’esposizione ha offerto presen-tazioni di materiali, promozioni, animazioni, prove, momenti con-viviali, scoperte di nuovi prodotti fra cui la mietitrebbia Laverda M 306T New fiammante, appena uscita dalla fabbrica di Breganze. Veramente un salone organizza-to al meglio e capace di offrire di tutto per convincere i visitatori, anche i più reticenti, sulla serietà e la professionalità della conces-

sionaria organizzatrice.Tecnagri-Pôle nasce nel �007, quando l’ampliamento della so-cietà dà l’input per avviare ini-ziative in grado di fare scoprire ai clienti storici, e a quelli delle im-prese acquisite più recentemente, la sede di Bressuire. “Innovare, radunare, moltiplicare gli scambi tra i differenti attori del mondo agricolo” era il motto, tuttora attuale e vigente, di Jean Pierre Sourice.E così Billaud-Segeba decide di sostituire i suoi tradizionali ap-puntamenti, “Porte aperte”, che avevano luogo in ciascuna delle sue sedi, con un evento inno-vativo, il salone Tecnagri-Pôle a Bressuire.La manifestazione permette ai principali fornitori di Billaud-Se-geba di presentare e di valorizza-re direttamente i propri marchi a stretto contatto con gli agricoltori della regione. E rappresenta una reale opportunità data a ognuno per presentarsi, incontrare altri operatori e clienti, rafforzare la propria notorietà. Un modo nuovo di fare comu-nicazione, promuovendo le rela-zioni all’interno di un comparto economico molto attento alle no-vità e alle innovazioni, che è stato apprezzato dal settore.

Fabrice Rondeau

Venticinquemila clienti e otto sedi operative per seguirli quotidianamente da vicinoBillaud-Segeba è un’azienda molto dinamica, basata su una filosofia moderna: “Proporre un’offerta completa acquistando sempre nuo-ve competenze” la sintetizza Jean Pierre Sourice.Negli ultimi tredici anni sono state numerose le tappe di crescita e sviluppo di Billaud-Segeba:aprile 1996, acquisizione di Billaud-Irrigation, specialista in irrigazio-ne; marzo 1999: rilancio di Segeba, specialista nella distribuzione di macchine agricole;settembre 1999: rilancio dell’attività di Techni Service, specialista nella manutenzione e nell’installazione di stazioni di pompaggio e nell’edilizia per l’allevamento;novembre 1999: fusione dei nomi Billaud-Segeba; settembre �000: acquisizione di Bocage Elevage, specialista in mun-gitrici;dal �001 al �007 poi sono avvenuti, i rilanci di Ets Guillemet, Agri-Vihiers, Seba, Ets Bourneau, specialiste nella distribuzione di mac-

chine agricole; e il rilancio di Bressuire Loisirs Motoculture, speciali-sta in motocoltura, e Agri-France Pièces;nel settembre �008, infine, Billaud-Segeba ha firmato il contratto di distribuzione con Laverda.Insomma, un impegno a tutto tondo nel settore a servizio dell’agri-coltura.Billaud-Segeba vuol essere molto vicina ai clienti, in ogni senso: ope-ra perciò su ben otto sedi, ripartite in tre province, e i suoi agenti commerciali e tecnici sono ogni giorno a disposizione della clientela per rispondere alle domande e offrire soluzioni.Significative, per inquadrare l’azienda, alcune cifre: il fatturato è di �8 milioni di euro, dopo le tasse; i dipendenti sono 117; i clienti di ri-ferimento sono �5.000, dei quali 13.000 agricoltori; i fornitori sono 350; e le referenze commercializzate e a magazzino sono 1�.500.

F. R.

Da destra a sinistra: Fabrice Rondeau, Direttore Commerciale Laverda France - Marie Rambaud, Responsabile Marketing Billaud-Segeba - Jean Pierre Sourice, Direttore Generale Billaud-Segeba - Forza vendite Billaud-Segeba - Yves Gauja-rengues, Ispettore Commerciale Laverda.

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L’appuntamento biennale più ambito tra i costruttori europei di macchine e attrezzature agricole è certamente la fiera Agritech-nica di Hannover, in Germania. Il singolare periodo di durata che include due giornate esclusive per gli operatori del settore e cinque giorni per il pubblico fa sì che, di-versamente da altre manifestazio-ni internazionali del settore, quali Eima di Bologna e Sima di Parigi, la fiera tedesca duri in totale una settimana intera.In attesa di ricevere i dati ufficiali sull’affluenza possiamo anticipare che la percezione generale tra gli espositori è che la formula setti-manale dell’evento non penalizzi l’affluenza dei visitatori e neppure quella degli operatori, nonostan-te il prezioso biglietto d’ingresso da 75 euro. La crisi dell’economia mondiale sembrerebbe non aver influito

sulla voglia di ripresa delle azien-de costruttrici del settore che si sono presentate ad Hannover an-nunciando circa 300 innovazioni nell’ambito della meccanizzazio-ne agricola. Non abbiamo qui la pretesa di illustrarle tutte, vuoi perché se ne è già occupata in larga misura la stampa specializ-zata, vuoi perché la nostra è stata una visita concentrata sul settore delle macchine da raccolta.Gli elementi che contraddistin-guono le innovazioni presentate sono soprattutto legati all’impie-go dell’elettronica per migliorare l’efficienza e la qualità del lavoro delle macchine a favore dell’uo-mo quale operatore. Inoltre, con le moderne tecnologie, si prende sempre più coscienza della neces-sità di ricavare, specialmente dal-le macchine da raccolta, prodotti sani fin dall’origine perché alla fine della filiera c’è sempre l’uo-

mo quale fruitore dei prodotti agricoli destinati all’alimentazio-ne della popolazione mondiale e alla bioenergia.

Per le mietitrebbie, si percepisce che le linee guida per lo sviluppo dei nuovi progetti sono orientate alla compressione dei costi per rendere più economica la raccol-ta. Si punta anche alla maggior efficienza operativa per diminuire ulteriormente i tempi d’impiego delle macchine riducendo i rischi dovuti alle inabilità climatiche e so-prattutto per beneficiare di raccol-ti con qualità eccellenti grazie alla possibilità di una trebbiatura “just in time” ovvero al raggiungimento del punto ottimale di maturazione dei cereali.

Dividendo le macchine in tre ma-cro classi, si può affermare che le mietitrebbie a livello base ven-

Agritechnica 2009 ha evidenziato gli sforzi tecnologici dei costruttori con trecento innovazioni nella meccanizzazione agricolaLaverda e Fella hanno presentato le nuove soluzioni gradite ai mercati, che chiedono affidabilità ed economicità di gestione

Irrompe l’elettronica nello scenario europeo

Sopra: Angelo Benedetti, direttore marketing e vendite di Laverda Spa.Sotto: lo stand Laverda ad Agritechnica.Nella pagina seguente: la M 306 SP LS 4WD esposta ad Hannover.

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7gono sempre più corredate di comfort e strumentazione intuiti-va, oltre che potenziate nelle pre-stazioni. Quelle a livello intermedio sono spesso corredate da soluzioni tecniche alternative ai sistemi tra-dizionali per quanto riguarda gli apparati trebbianti e la funzione di management delle registrazioni di tutte le principali funzioni della macchina. Infine sulle mietitreb-bie di livello top si procede verso una gestione totalmente automa-tica delle funzioni operative e, in aggiunta, si avanza con la ricer-ca di accessori, quali testate per la raccolta, sempre più grandi e performanti, sistemi di controllo e sensori più sofisticati, gestione a distanza per la manutenzione e il massimo sfruttamento logistico. Non manca comunque la massi-ma attenzione alla ricerca, tramite l’elettronica e l’automazione, della miglior qualità dei cereali raccolti sia per l’aspetto economico che per quello inerente il tema dell’ali-mentazione umana.

Laverda si inserisce in questo con-testo grazie all’esperienza matura-ta in oltre 50 anni di sviluppo nel settore della raccolta e, da alcuni anni a questa parte, grazie alla col-laborazione con Agco. Questa edizione di Agritechnica ci ha permesso di mostrare solo al-cune importanti migliorie tecniche sulla nostra serie M e sulla serie Lcs, oltre ad una nuova barra di taglio, ma alla fiera Eima di Bologna nel prossimo autunno �010 daremo ulteriori importanti e innovativi se-gnali di progresso tecnologico. Le migliorie presentate sono comun-que il frutto di una forte attenzione ai mercati che chiedono soprattut-to affidabilità, semplicità costruttiva ed economicità gestionale per una mietitrebbia. Seguendo tali linee i progettisti di Breganze hanno po-tenziato le trasmissioni, migliorato l’accessibilità agli organi trebbianti e concepito soluzioni rapide per le trasformazioni della macchina per i diversi impieghi. Ha fatto piacere notare come an-che i nostri grandi competitor si siano concentrati sulle classi di prodotto comparabili con le serie Laverda. Segno e conferma che a Breganze si è sulla buona strada per soddisfare le esigenze di un im-portante segmento di agricoltori.Per le mietitrebbie di classe inter-media e top, Laverda ha iniziato

un percorso in sinergia con Agco presentando in Italia la Ml 800 Ars, una macchina con sistema di treb-biatura assiale, che ha ben operato nella campagna scorsa sia su grano che su mais ma ha soprattutto stu-pito per le eccezionali prestazioni su riso. Su questo prezioso cereale sono risultate di spicco sia la capa-cità produttiva che la qualità della granella. Secondo i risicoltori più esperti è risultata da record in ter-mini di resa percentuale, conside-rate le medie stagionali.

Un altro settore che coinvolge indirettamente Laverda è quello della fienagione. La presenza in Germania della propria control-lata Fella GmbH fa sì che la fiera Agritechnica diventi un momento importante per il lancio di nuove macchine. Tra queste il nuovo voltafieno Th 13010, una gamma rinnovata di andanatori compatti della serie Ts e la falciatrice frontale Km 3140 Fp con l’innovativo desi-gn da “Formula 1” tutto italiano.In generale tutto il comparto fie-nagione viene ormai considerato degno di nota ed attenzione per gli sviluppi futuri ai quali, nono-stante la crisi attuale, dovrà ri-spondere: uno è indubbiamente l’alimentazione del bestiame e di conseguenza umana, l’altro quel-lo delle bioenergie. Perciò, se da una parte le macchi-ne compatte tradizionali diventa-no più semplici e polivalenti per rispondere all’impiego in aziende a carattere familiare, d’altro can-to le grandi falciacondizionatrici

combinate o semoventi, i voltafie-no da 13, 15 metri e più assieme ai voltafieno a giranti multipli, sa-ranno sempre più importanti nel cantiere sia della foraggicoltura zootecnica che nella catena della bioenergia. E anche queste grandi macchine beneficeranno dei siste-mi di comando elettronici e del protocollo “Isobus” per il dialogo con le moderne trattrici. Proprio in occasione di Agritechnica un rico-noscimento con medaglia d’oro è andato ad un gruppo di aziende tedesche per la prima applicazio-ne del protocollo Isobus per la ge-stione delle proprie macchine.

Altri settori, quali la lavorazione e la preparazione del terreno, semi-natrici, spargiliquami e irroratrici o altre macchine per la protezione delle colture hanno dato chiare indicazioni sugli orientamenti del-la moderna agricoltura e soprat-tutto sulla consapevolezza che le grandi estensioni dell’est attendo-no dai costruttori occidentali una meccanizzazione idonea alle loro specifiche esigenze per realizzare insieme il miglior sviluppo possi-bile dell’agricoltura quale fonte inesauribile di nuova energia e soluzione definitiva per le popola-zioni in deficit del diritto primor-diale ed essenziale, la sufficienza alimentare.Solo allora potremo apprezzare il beneficio della meccanizzazione agricola di alta tecnologia vista ad Agritechnica �009.

Angelo Benedetti

Fima 2010 in Spagna, osservata speciale una M306 LS

Avrà luogo dal 9 al 13 febbraio �010, in Spag-na, il Fima, prossimo im-portante appuntamento internazionale con la pre-senza di Laverda.Il salone, che è biennale, si svolgerà, come di con-sueto, alla fiera di Sara-gozza. Anche per il �010 il focus sarà puntato sulle mac-chine e sulle attrezzature agricole.Laverda esporrà una M 306 Levelling System.

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La Agro Cesla è stata fondata da Bozidar Ivkovic sette anni fa. La casa madre, Cesla Investa, opera da una quindicina d’anni e si occupa princi-palmente di investimenti nel ramo im-mobiliare in Serbia e in Montenegro.Inizialmente, l’attività di Agro Cesla si è concentrata soprattutto sull’impor-tazione di macchine agricole prodot-te nell’Europa dell’Est. Ma quando la situazione economica in Serbia è cambiata, l’obiettivo aziendale si è spostato verso l’offerta di prodotto proveniente dai costruttori di macchi-ne agricole dell’Europa occidentale. Oggi Agro Cesla rappresenta tutte le aziende del gruppo Argo (Laverda, McCormick, Fella e Gallignani), oltre che altre imprese, tra le quali Regent, MaterMacc, Faresin, Bargam, Marani, Dondi, Frema, Eurospand e molte al-tre. In pochi anni Agro Cesla è riuscita a collocarsi fra le prime cinque azien-de del suo settore in Serbia e dimostra un interessante trend di crescita.La sede è a Novi Sad, capitale della Voivodina. Regione della Serbia set-tentrionale, la Voivodina, essendo prettamente agricola, rappresenta ap-prossimativamente il 95% dell’intero mercato serbo per le grandi macchine agricole. L’inserimento in Agro Cesla di nuovi prodotti e nuovi marchi da rappresentare ha naturalmente aperto la strada a molte nuove figure profes-sionali che si sono formate in questi anni.E oggi la maggior parte dei collabo-ratori dell’azienda ha un’età media di trent’anni, rendendo giovane e dina-mica la sua organizzazione.La nuova sede si trova proprio alle porte di Novi Sad e fra qualche mese tutta l’attività verrà trasferita proprio in questa nuova struttura, che offrirà ai professionisti di Agro Cesla ottime condizioni per lavorare al meglio con le tipologie di macchine per l’agri-coltura. Saranno più vicini ai clienti, disporranno di nuovi uffici e di un efficiente servizio assistenza. Ci sarà uno show-room adeguato, un’area dedicata ai clienti. E tutto questo sarà concentrato in un’unica sede.Ogni anno Agro Cesla partecipa a eventi regionali e fiere di settore. La fiera più grande è proprio quella che ha luogo a Novi Sad ogni anno a metà maggio. E’ di forte richiamo e molto

importante non solo per la Serbia, ma per tutta la regione della ex Yugosla-via. Tra i marchi che rappresenta, Agro Cesla è particolarmente orgogliosa di Laverda, che già ha nella sua scuderia da tre anni. E’ un esempio importante del made in Italy e non è stato facile all’inizio, biso-gna ammetterlo, promuoverlo, perché per il mercato serbo si trattava di un marchio assolutamente nuovo e gli agricoltori e gli addetti del settore non conoscevano molto sulle mietitrebbie Laverda.Ma già dopo le prime unità vendute e la prima stagione di lavoro, i clienti avevano molti buoni argomenti re-lativi alle caratteristiche principali di queste macchine. In particolare sono apprezzate le buone prestazioni di la-voro, l’affidabilità, i bassi consumi e il supporto tecnico.Già nella seconda stagione di raccolto e di vendita Agro Cesla ha avuto vita più facile nel diffondere le macchine e le tecnologie Laverda. Un fattore chia-ve per il successo sono state le ottime relazioni che si sono instaurate sin dal primo momento con tutti i dipartimen-ti Laverda, dalla direzione al servizio assistenza post-vendita, alla divisione ricambi. Insieme è nata una squadra vincente e, da parte dell’azienda ser-ba, ci si aspetta di continuare a colla-borare con la casa madre di Breganze in un modo sempre così valido.

Boban Mladen

Da tre anni la giovane e dinamica concessionaria di Novi Sad rappresenta Laverda: piacciono i bassi consumi e l’efficiente assistenza

Agro Cesla, nel cuore di Serbia

Dida

Boban Mladen, giovane manageralla direzione dell’ufficio vendite Boban Mladen, responsabile vendite di Agro Cesla, è uno dei giovani professionisti che si sono inse-riti con successo nell’organigramma dell’azienda di Novi Sad, nella quale opera ormai da tre anni.Oltre a coordinare l’ufficio vendite, si occupa anche di altre attività che sono molto importanti nella politica aziendale, come la gestione dei contatti con i fornitori e i partner internazionali, il marketing e la finanza.Sin dall’infanzia ha dimostrato un forte interesse per le macchine agricole ed è cresciuto in cam-pagna. Per questo, ha deciso di orientare la sua formazione e la sua carriera professionale verso il settore della meccanizzazione agricola. Durante gli studi, Boban ha partecipato a numerosi progetti che riguardavano l’utilizzo e la valorizzazione delle macchine agricole. Dopo gli studi, ha lavorato su se stesso per incrementare le conoscenze nel settore, partecipando a molti momenti formativi di aggiornamento e perfezionamento, come i corsi di marketing e di assistenza clienti tenuti da Laverda. Boban è sposato, ha già un bambino e a breve diventerà papà per la seconda volta.Congratulazioni Boban!

In alto: la sede di Agro Cesla a Novi Sad.Sopra: Boban Mladen, responsabile vendite di Agro Cesla

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Serbia: modernizzazione agricola nel nome dell’Europa La Serbia, con una lunga storia legata all’Europa, vede all’orizzonte l’entrata nell’Unione Europea. E questo spinge a riforme importan-ti, proprio per l’agricoltura, un Paese che ha conosciuto per diversi decenni una pianificazione economica stringente e un sistema poli-tico sociale allineato ai modelli del socialismo reale, e lunghi anni di isolamento politico.La nuova Serbia sta pertanto compiendo il suo itinerario di transizio-ne verso l’economia di mercato. Il Paese, ricco di giacimenti (piombo, rame, zinco e bauxite), punta anche sulla modernizzazione agricola, settore che contribuisce oggi al �0% dell’export e dà lavoro a oltre il �0 per cento della popolazione attiva. Voivodina e Morava sono le regioni più coltivate: frumento, mais, barbabietola da zucchero, canapa, lino e frutta i prodotti più gettonati.La modernizzazione del settore agricolo, oggi in fase iniziale, do-vrà garantire maggiore produttività e una superiore competitività dei prezzi. Si prevede che il processo favorirà l’accorpamento di più aziende a vocazione familiare, per garantire quantità di produzione maggiori e di conseguenza maggiori redditi. L’operatore economi-co sarà sempre più responsabile delle proprie scelte imprenditoriali, venendo meno la consuetudine che sia lo Stato a indicare che cosa produrre e a garantirne l’acquisto.La Serbia, con l’integrazione nella UE, si propone di creare i presupposti normativi di riferimento per un’economia capace di integrarsi avendo libero accesso al più gran-de mercato agricolo, migliorando qualità e standard dei prodotti a beneficio dei consumatori. Potrà contare su un importante sistema di finanziamenti attraverso la politica agricola comunitaria.

General Leasing, da oltre dieci anniprotagonista del mercato rumenoL’importatore per la Romania di Laverda è la General Leasing SA, società con sede centrale e amministrativa a Bucarest, fondata nel 1993 e inte-ramente controllata da azionisti rumeni.Fin dalla nascita, la società ha operato nell’import di macchinari agricoli per volumi significativi, finanziati attraverso contratti nazionali. L’azien-da in particolare rivende o dà in affitto macchine e attrezzature agricole acquistate da importanti fornitori dell’Europa Occidentale.La gamma dei prodotti commercializzati da General Leasing SA include le mietitrebbie Laverda per la raccolta dei cereali, i trattori McCormick, le macchine Kverneland per la preparazione del suolo, la semina e la cura del raccolto, le attrezzature Bauer per l’irrigazione e il trattamento del terreno, le vendemmiatrici Gregoire e i telescopici McCormick e Dieci. General Leasing ha tre sedi principali nelle quali lavorano i suoi 55 dipen-denti: la sede centrale amministrativa è a Bucarest mentre i due centri di assistenza tecnica sono situati a Slobozia e a Cluj. Queste due sedi non solo forniscono ricambi, manutenzione e riparazione per le macchine agricole vendute, ma anche assistenza tecnica per i clienti, grazie a una ventina di esperti specialisti di meccanica, elettronica ed elettroidraulica. In questo modo, l’assistenza tecnica e la garanzia post vendita sono garantite da General Leasing al cento per cento.Laverda è uno dei fornitori principali di General Leasing: analizzando in dettaglio il volume di vendite per l’azienda di Breganze, balza all’occhio che sono stati quasi ben �00 modelli di mietitrebbie collocati all’interno del mercato rumeno.

Dumitru MajeriTechnical Adviser

Romania: un ruolo centrale per l’agricoltura e per le sue produzioni tipiche

Confrontata con l’agricoltura della UE a 15 (prima del �004) e dei 10 Paesi dell’Europa Centrale e Orientale (Peco), quella rumena ha un ruolo di maggior rilievo nell’ambito dell’economia nazionale per la sua contribuzione al Pil, all’occupazione e in riferimento alla su-perficie agricola utilizzata. Nel �00� l’agricoltura ha rappresentato il 13,4% del Pil, ha impiegato il 36,4% del totale della popolazione attiva occupando il 6�,1% dell’intero territorio. Il peso agricolo della Romania è quindi rilevante. Ma cosa si attende la Romania dall’Eu-ropa? Ha scritto pochi mesi fa il rumeno Dacian Ciolos, nominato nuovo commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale: “L’entrata della Romania rinforza l’agricoltura dell’Ue con circa 14 milioni di ettari di terre agricole di cui circa 9 milioni di ettari di terre coltivabili. Non si può immaginare una crescita della competitività dell’agricoltura rumena senza una politica di sviluppo rurale solida, dal momento che essa impegna il 30% della popolazione attiva del Paese, mentre nei territori rurali abita metà della popolazione. Seb-bene il 45% della superficie coltivabile sia gestito da poche migliaia di aziende agricole con superfici comprese tra qualche centinaio e qualche migliaio di ettari, la maggior parte della produzione è ot-tenuta nelle aziende agricole di piccole dimensioni. Il consumatore rumeno ha l’abitudine di approvvigionarsi nei mercati locali con pro-dotti alimentari frutto della tradizione e delle culture locali. È per questo che l’adeguamento dei prodotti agro-alimentari alle norme europee non dovrebbe avvenire a discapito della diversità e della tipicità degli alimenti, elementi di tradizione profondamente ricono-sciuti da parte del consumatore rumeno.”

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Non solo il nome è nuovo, ma molto di più. La Km 3140 Fp, la falciatrice a tamburi con attacco anteriore di Fella GmbH, si è presentata ad Agritechnica non solo con un desi-gn completamente rinnovato, ma anche con una tecnologia miglio-rata. La nuova Km 3140 Fp di Fella ha un look fresco e innovativo, ma non è tutto. La macchina ha an-che una forma che ottimizza le sue doti di aerodinamicità e di maggio-re spazio per un più sicuro accesso al tamburo falciante. E poi il colpo d’occhio è fondamentale: la nuo-va falciatrice si presenta col nuovo colore rosso che caratterizza tutte le macchine Fella e con la persona-lizzazione del nuovo stile Fella.“Il design rivisitato della nostra nuova Km 3140 Fp significa mol-to più che una sola modifica estetica - ha dichiarato Bernhard Kohl, capo del dipartimento Ri-cerca e Sviluppo di Fella -. Con il nuovo look vogliamo sottolineare il nostro continuo impegno per il miglioramento. Si tratta di realiz-zare i migliori standard qualitativi e tecnologici per rendere sostanzial-mente più semplice il lavoro per la nostra clientela e, contempora-neamente, di realizzare prodotti di elevata qualità. Questo è il nostro principale obiettivo”.L’azienda di Feucht ha optato per la nuova denominazione Km 3140 Fp, e non solo perché suonava bene. Diversamente dal passato, ora tutte le macchine Fella, a parti-re da questa serie, hanno un nome composto da quattro cifre. Questo non solo fornisce informazioni sulla macchina - la designazione definisce il numero di tamburi e la versione della falciatrice -, ma in-dica anche la larghezza di lavoro attraverso le prime due cifre.Come le macchine che l’hanno preceduta, la nuova Km 3140 ha anche un equipaggiamento tecni-co eccellente. La macchina è equi-paggiata con tamburi imbullonati, cosa molto importante per sempli-ficare la manutenzione.La lubrificazione in bagno d’olio

delle trasmissioni contribuisce ad assicurare la durata della vita del-la macchina e a ridurre i costi di manutenzione, criteri che eviden-ziano la qualità, tipica dei prodotti Fella. L’attacco al trattore della falciatrice, così compatto, rende possibile l’adattamento trasversale al suolo con un’escursione, in più o in meno, di 6,5 gradi.Piastre perforate per il posiziona-mento delle sospensioni a molla, montate standard, assicurano un ottimo sgravio del carico e, combi-nate con un aggancio telescopico, consentono la regolazione al suolo anche in senso longitudinale.La regolazione dell’altezza di ta-glio enormemente variabile, per un utilizzo in condizioni differenti, e il cambio rapido delle lame, stan-dard, rendono il lavoro decisamen-te più semplice per l’utilizzatore.La Km 3140 apre insomma una nuova strada. Per il futuro, tutte le falciatrici Fella a tamburi con attacco frontale al trattore e con larghezza di lavoro da metri �,85, 3,05 e 3,�5, saranno dotate del nuovo look e della nuova denomi-nazione e soprattutto porteranno con sé le migliorie tecniche della nuova falciatrice, oltre ai consueti e ben testati vantaggi offerti dai prodotti della casa di Feucht.

Ad Hannover il debutto della Km 3140 Fp di Fella, falciatrice a tamburo pensata per rendere più semplice ed efficiente il lavoro e la manutenzione

Tutta nuova: nome, look e tecnologiaI prodotti10

In alto: l’innovativo look della falciatrice Fella.Sopra: la sede di Fella a Feucht.Sotto: lo stand dell’azienda tedesca, controllata da Laverda, ad Hannover.

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Le “rosse” migliorano le performance

Sono molte le novità tecniche che coinvolgono la gamma di mietitreb-bie Laverda per la stagione di vendita �009-�010.

Le novità esclusive della Serie M Special PowerPer la serie top di gamma, Laverda propone la nuova piattaforma di taglio Free Flow. Dotata di coclea di grande diametro con spirale maggiorata, Free Flow aumenta la capacità di trasporto del prodotto di un buon 15% e assicura un’alimentazione eccellente su tutti i rac-colti, anche i più difficili, con il vantaggio di incrementare le perfor-mance della macchina.Il robusto telaio di Free Flow, a profilo aperto, consente una maggiore visibilità e una migliore alimentazione per prodotti a stelo lungo. Inol-tre, con Free Flow, si semplificano le attività di aggancio e sgancio della barra alla macchina.L’aspo a comando idrostatico, posto sul lato destro, è dotato di un nuovo dispositivo di registrazione barre portadenti, di denti di nuova concezione (più robusti e flessibili) e di lame anti-ingolfamento. Il mi-gliore equilibrio delle masse e la trasmissione semplificata consentono all’aspo di lavorare con maggiore efficienza, anche in condizioni di prodotto allettato.Il nuovo accoppiamento multiplo centralizzato per tutti i comandi elettrici e idraulici rende immediata e semplice l’operazione di aggan-cio della barra con la macchina, con un innegabile risparmio di tem-po e una maggiore precisione nelle operazioni di aggancio e sgancio. Inoltre i comandi sono al top per sicurezza e affidabilità.Il nuovo canale elevatore, più lungo e dotato di un imbocco più grande, è concepito per migliorare la resa della macchina, grazie alla maggiore capacità e continuità di flusso del prodotto, e consente l’ac-coppiamento con testate più grandi. L’adozione di nuovi cilindri au-menta la capacità di sollevamento e l’operatore può contare su una incrementata visibilità dalla cabina. Altra importante novità è l’adozione di nuove trasmissioni coman-do barra e organi trebbianti.Le trasmissioni per il comando della barra e per gli organi trebbianti, poste sul lato sinistro della macchina, sono state rese ancora più affi-dabili e robuste: tutti gli elementi sono proporzionati alle aumentate prestazioni delle macchine, con pulegge di grande diametro e cinghie multiple maggiorate.Ciò consente migliore rendimento, maggiore apporto di potenza e garantisce una più lunga durata dei componenti anche in condizioni difficili e in caso di impieghi gravosi.Anch’esso di nuova concezione, l’inversore esclusivo Laverda ha una potenza triplicata rispetto al sistema tradizionale e risulta in tal modo più efficace. L’innesto, più dolce e graduale, assicura un migliorato comfort all’operatore, il quale può contare su affidabilità e sicurezza operativa maggiori.

Le innovazioni delle Serie M Special Power, LCS, REV e ALPer tutte le serie di mietitrebbie, Laverda propone importanti novità, prima fra tutte una nuova trasmissione per il gruppo idrostatico, posta sul lato sinistro della macchina, ancora più affidabile e robusta. Anche in questo caso, le pulegge di grande diametro e la cinghia mul-tipla maggiorata assicurano migliore rendimento, maggiore apporto di potenza e maggiore longevità dei componenti anche in condizioni difficili e nel caso di impieghi gravosi.E’ stato aggiornato anche il sistema idraulico, con una nuova pompa

di servizio solidale alla pompa idrostatica dell’avanzamento per una trasmissione diretta e per il massimo rendimento, senza dispersione di energia.La nuova vaschetta parasassi, di grande capacità, assicura uno svuo-tamento totale grazie alla sua ampia apertura e permette, con una rapida operazione, l’agevole accesso al piano preparatore e agli organi trebbianti senza alterare la registrazione di base del controbattitore. Ciò riduce i tempi d’intervento per la pulizia e per il controllo degli or-gani trebbianti e rende molto rapide le operazioni di manutenzione.Il computer di bordo Agritronic Plus di seconda generazione è provvisto di nuovi e moderni software. E’ più funzionale e facile da gestire grazie ai tre moduli separati e indipendenti; inoltre l’interfaccia con l’operatore offre una distinta visualizzazione delle prestazioni e dei parametri di efficienza della macchina.

Un vantaggioso optionalper le Serie M Special Power, LCS, REV e ALIl computer di bordo “Ceres 8000 i” per il monitoraggio delle pre-stazioni e la mappatura delle rese è uno strumento all’avanguardia con tecnologia DGPS.Il display indica in tempo reale il peso e l’umidità del prodotto raccolto e il rendimento della macchina, oltre che la resa del terreno su cui si sta operando determinandone la cartografia. Ciò permette un totale controllo dell’attività di trebbiatura in corso e a consuntivo, registrabile tramite SD card e stampa dei dati. I vantaggi sono evidenti: ottimizzazione della buona pratica agraria, razionalizzazione dell’attività gestionale, incremento della redditività.

Carrellata sulle innovazioni applicate alla gamma delle mietitrebbie Laverdaper incrementare le capacità e la qualità del lavoro

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Gli eventi1�

La rete italiana si incontra a Breganze

A quasi un anno di distanza dall’ultimo incontro con la rete di vendita Italia, avvenuto in occasione della fiera Eima del �008, molte cose sono cambiate a causa degli effetti generati prima dalla crisi finanziaria e poi dalla crisi economica globale.Ecco quindi l’importanza di un nuovo incontro per analizzare insieme la situazione e riflettere sulle strategie più adeguate per affrontare le sfide sempre più incalzanti di un mercato competitivo ed esigente. Il meeting, svoltosi nello stabilimento di Breganze a fine settembre, ha visto parteci-pare tutti i concessionari Laverda.Dopo il benvenuto ufficiale il direttore generale, Mario Scapin, ha fornito una breve analisi a consuntivo dell’anno che sta per concludersi prenden-do in esame la situazione economica generale, la reazione di Laverda ai fattori di crisi, le attività svolte al’interno del plant produttivo e il piano degli investimenti. L’intervento si è protratto all’insegna di un cauto ot-timismo perché, ha sostenuto Scapin, “Laverda, consapevole e sicura di una ripresa dei mercati in tempi ragionevoli, si sta preparando al massimo per essere veramente pronta nella fase di nuova crescita”. L’esortazio-ne conclusiva ai concessionari si è riferita all’esigenza di avere sempre la massima cura per il cliente in termini di servizio, consulenza, visibilità.Pietro Dal Santo, direttore assistenza post-vendita e ricambi, ha svolto una relazione sull’attività svolta durante il �009 e ha esortato i conces-sionari a aderire in modo massiccio alle sessioni formative che Laverda organizza nei periodi dell’anno in cui le mietitrebbie non sono in lavoro, perché, ha detto, “la partecipazione ai corsi di formazione tecnica quali-fica il concessionario e gli consente di essere costantemente aggiornato sulle novità del prodotto e sulle soluzioni assistenziali per le macchine che già operano in campo”.Dal Santo ha poi sottolineato l’importanza di una buona organizzazione in ogni officina che, fra l’altro, deve poter contare su una strumentazione e una dotazione di servizio adeguate. Molto rilevante anche il tema della revisione di fine campagna perché una macchina revisionata permette di ridurre il rischio di tempi morti durante il lavoro in campo all’inizio della stagione successiva ed evita costose perdite di tempo. Dal Santo ha con-cluso sottolineando l’importanza che ogni concessionario disponga di un adeguato stock di ricambi.

La parola è passata poi ad Angelo Benedetti, il quale ha presentato i risultati di una ricerca di mercato commissionata da Laverda ad una so-cietà specializzata. Da questa indagine emerge che Laverda è un mar-chio particolarmente apprezzato per le doti di affidabilità, robustezza, economicità di esercizio e intuitività di utilizzo che contraddistinguono i suoi prodotti. Prodotti che, come recitava lo slogan creato per il meeting, rappresentano “il miglior standard per ogni cliente”.Simonetta Lambrocco, responsabile comunicazione e pubbliche relazio-ni, ha quindi puntato l’attenzione su un assioma molto semplice, eviden-ziando l’importanza dell’immagine a tutti i livelli “infatti solo se siamo visibili - ha spiegato - il cliente può vederci. E ogni concessionario è la lente di ingrandimento sul territorio attraverso la quale gli addetti ai lavori vedono Laverda”. Simonetta Lambrocco ha concluso il suo intervento lanciando la nuova campagna pubblicitaria di prodotto e il calendario Laverda �010.Il responsabile del mercato Italia, Giampietro Castellacci, ha analizzato l’andamento del mercato interno negli ultimi tre anni in generale e in relazione a Laverda. Posto che Laverda non è presente nel segmento del-le non convenzionali, e che il mercato domestico quest’anno è in calo rispetto alla stagione precedente, Laverda tiene bene, anzi cresce, in ter-mini di quote di mercato, mentre è in calo in termini di volumi. Dato che il momento dell’economia mondiale è ancora difficile e ciò si ripercuote anche sull’economia del nostro Paese, bisogna mantenere alta la guardia e aumentare gli obiettivi, come ha detto in conclusione Castellacci, lan-ciando appunto ai “suoi” gli obiettivi di pre-campagna.Da ultimo, ha preso la parola Luciano Parise, product manager, il quale ha illustrato le novità di prodotto che Laverda presenta per la gamma �009-�010, novità che la clientela ha potuto apprezzare in fiera ad Hannover, dall’8 al 14 novembre.Conclusi i lavori in aula, dopo il pranzo al ristorante aziendale la visita guidata al plant produttivo ha permesso a tutti i partecipanti di osservare da vicino la nuova isola per la saldatura dei telai della nuova famiglia di barre, il rinnovato lay-out della linea di montaggio e la riorganizzazione delle aree di pre-montaggio e, infine, in fase di allestimento, la nuova linea di montaggio delle barre.

Al meeting dei concessionari Italia presentate le linee guida per il prossimo futuroQuote di mercato: negli ultimi tre anni in salita per Laverda

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Incremento di efficienzanella catena dell’approvvigionamento

Supply chain, supermarket, milk run: termini particolari, che individuano un’importante fetta di attività all’interno del plant produt-tivo Laverda.Strane parole che però racchiudono la ca-pacità di ottimizzare risorse, eliminare spre-chi, evitare errori. Con enormi benefici per il cliente, cosa non trascurabile, soprattutto nei momenti in cui la recessione economica si fa sentire.Ne parliamo con l’ingegner Fabio dalla Valle, responsabile dell’approvvigionamento, e con Daniele Saccardo, responsabile dell’attività kaizen in Laverda.

Che cosa si intende per supply chain, Fa-bio?“Supply chain definisce l’insieme delle atti-vità dedicate all’organizzazione dell’approv-vigionamento dei materiali, dalle politiche generali di acquisto alla scelta del fornitore, dalla definizione del listino alla pianificazio-ne e all’alimentazione delle linee di montag-gio”.

Quali sono gli obiettivi del progetto di questo nuovo ente?“La decisione di creare un ente di riferimento specifico è stata determinata dalla necessità di un coordinamento più organico e sinergi-co fra le singole funzioni aziendali coinvolte nelle attività di approvvigionamento”.

Come si inseriscono i concetti di super-market e milk run all’interno della sup-ply chain?“In contesti economici come quelli attua-li in cui flessibilità, efficienza e reattività di un sistema produttivo sono strategici, risulta fondamentale avere un flusso dei materiali, dal fornitore all’utilizzatore finale, struttura-to in modo tale da soddisfare tali esigenze. In quest’ottica Laverda ha intrapreso un per-corso di miglioramento continuo secondo le logiche della lean production, o produzione snella. Supermarket e milk run sono alcuni dei concetti che la filosofia lean ci mette a disposizione per far fronte alle complessità attuali”.

Il miglioramento continuo nella supply chain: da dove avete cominciato? “Siamo partiti con l’individuazione di alcune aree di miglioramento in vista di complessi-tà future e abbiamo ragionato in profonda

sinergia con l’ingegneria di produzione. Il nostro obiettivo prevedeva un’organizzazio-ne efficiente e puntuale del flusso dei ma-teriali dal fornitore alle linee di montaggio che consentisse una perfetta gestione dei vo-lumi, una maggiore flessibilità, un recupero della produttività e la capacità di far fronte all’eventuale introduzione dei nuovi prodot-ti.”

Un obiettivo davvero alto! Come l’avete raggiunto?“Ci siamo concentrati principalmente su tre aree. Siamo partiti con la riorganizzazione del flusso dei materiali in arrivo coniando addirittura uno slogan: “Dal camion all’uti-lizzatore senza soste intermedie”. Abbiamo poi sviluppato il concetto del magazzino-su-permarket ed infine abbiamo introdotto uno dei concetti cardine della lean production, il milk-run”.

Ma operativamente cosa avete dovuto fare nella supply chain, Daniele?“Innanzi tutto abbiamo riorganizzato la viabilità per i mezzi in arrivo dai fornitori. Con quest’ultimi è stato anche concordato il packaging di ogni singolo materiale, in modo da evitare movimentazioni e travasi inutili delle merci, e attivato il Ddt (documen-to di trasporto, ndr) elettronico direttamente al nostro sistema informativo centrale. Un si-stema di messaggeria informa direttamente il caporeparto tramite un sms circa l’avvenu-ta consegna del materiale urgente. Inoltre, allo scarico del materiale dal mezzo, abbia-mo oggi l’identificazione immediata e au-tomatica della cella di stoccaggio nel nostro magazzino-supermarket. Da ultimo, è stata organizzata la movimentazione del materiale tramite terminali in radiofrequenza e codici a barre”.

Incuriosisce il concetto di magazzino-su-permarket, puoi descrivere in dettaglio come è strutturato, Fabio?“Abbiamo organizzato al meglio il nostro magazzino centrale, definendo all’interno dello stesso un’area ben strutturata e desti-nata unicamente al ricevimento e allo stoc-caggio dei materiali di grande ingombro. Abbiamo installato nuovi magazzini modu-lari verticali, integrandoli con il sistema infor-mativo centrale e infine abbiamo creato un nuovo algoritmo per la gestione del carico

e dello scarico dei materiali. Tutto questo ci consente di snellire al massimo il flusso di ap-provvigionamento e di ottimizzare la gestio-ne del magazzino-supermarket”.

E che cos’è il milk-run, Daniele?“Il milk run nel “caso Laverda” consiste in una serie di trenini composti da motrice elet-trica con rimorchio composto da contenitori Kit di numero variabile da 5 a 7. Questi con-tengono i materiali che servono per alimen-tare le postazioni di montaggio con la logica just in time (ciò che serve nel momento in cui serve, ndr).Come dei veri treni, hanno percorsi prestabi-liti che partono dal magazzino supermarket per andare sia alle linee di verniciatura che ai montaggi e naturalmente devono rispettare orari precisi che vengono scanditi dalla ca-denza di produzione.Tutto questo ha consentito di raggiungere gli obiettivi di efficienza limitando il numero di movimenti e riducendo i rischi in termini di sicurezza legati al traffico dei carrelli elevato-ri nei reparti di produzione”.

Grazie Fabio, grazie Daniele e complimenti per tutta l’attività svolta.

Simonetta Lambrocco

Supply chain, magazzino-supermarket e milk run: un mondo di novità dietro le misteriose parole

I servizi

Fabio Dalla Valle, a sinistra, con Daniele Saccardo.

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L’internazionalizzazione dei mercati e l’av-vento di nuove nazioni emergenti come pro-tagoniste in campo industriale, in particolare nel settore manifatturiero, hanno spinto le aziende europee, e italiane in particolare, a riconsiderare il valore intrinseco della propria storia e tradizione produttiva. Sono elementi di distinzione, in alcuni casi di eccellenza, che possono giocare un ruolo fondamentale nel successo di un prodotto o di una tecnologia.Ecco perché si rivela sempre più necessario il riconoscimento dell’importanza dell’archi-vio d’impresa come fonte di conoscenza e di identità e la consapevolezza di una cor-retta conservazione dei documenti. Lo stes-so mondo universitario si è mosso in questa direzione istituendo corsi di insegnamento specifici.Spesso però molte imprese, anche di antica tradizione, non hanno saputo conservare la propria memoria; si trovano quindi prive di una adeguata documentazione del loro pas-sato e sono spinte, a volte, ad “inventarsi” una storia o a mutuarla da esperienze altrui.Sotto questo aspetto posso affermare che il caso Laverda rappresenta una felice eccezio-ne, anche se dovuta in parte alla casualità e in parte a scelte ragionate.Sono stati infatti il caso, o una serie di for-tuite coincidenze, che hanno determinato la salvezza di una gran mole di documenti rela-tivi all’attività aziendale, riferiti agli anni tra il 1890 e il 1945, conservati nella soffitta del palazzo di famiglia e esplorati solo alla fine degli anni ‘90 da alcuni studenti universita-ri guidati dalla memoria e dalla passione di Giovanni Battista Laverda.Diverso destino avrebbero avuto purtroppo le “carte” aziendali della seconda parte del secolo, per lo più andate al macero in occa-sione di cambi di sede e di proprietà.Questa mole di documenti, lettere, fatture, registri, fotografie su lastra e su carta, cata-loghi, dépliant e filmati pubblicitari ha per-messo, negli ultimi vent’anni, a studiosi e appassionati di ricostruire le vicende di quella che oggi è la più antica fabbrica italiana di macchine agricole tuttora in attività. Da que-sto lavoro di ricerca sono nate tesi di laurea, saggi storici, articoli e mostre fotografiche, fino alla realizzazione del museo aziendale.E di questa vicenda, man mano che si rior-dinano le carte, emergono sempre nuovi aspetti, elementi di una memoria collettiva che accomuna i proprietari, la fabbrica, gli operai, la società breganzese, il territorio, l’agricoltura e l’industria.E’ il caso, recente, del ritrovamento di un im-

portante fascicolo di documenti riguardanti il difficile, a volte tragico, periodo dell’occu-pazione tedesca durante il secondo conflitto mondiale, e il ruolo svolto in quei �0 mesi dall’azienda, le produzioni realizzate, il coin-volgimento delle maestranze locali. Emer-gono così le precarie situazioni di allora, la scarsità delle materie prime, la necessità im-pellente di costruire falciatrici e mietilegatrici per un’agricoltura priva della manodopera maschile impegnata nella guerra. Vengono anche alla luce le specifiche commesse che lo stabilimento di Breganze, dichiarato nel gennaio 1944 “stabilimento protetto” dal Ministero tedesco per l’industria bellica, ven-ne chiamato a realizzare. Tra queste nume-rose lavorazioni meccaniche, la produzione di componenti per impianti a gasogeno da installare sui camion militari e, soprattutto, l’impegnativo incarico di costruire oltre set-tecento carri a quattro ruote a traino animale secondo uno specifico modello. Altro esempio recente è la scoperta, tra le pagine di una rivista agricola degli inizi del ‘900, di un progetto presentato da Pietro La-verda all’Esposizione Internazionale di Torino del 1911 e rimasto allo stadio di prototipo, anche se fu brevettato. Nella scia del suo in-teresse per le macchine enologiche egli aveva progettato e realizzato un torchio continuo ad alimentazione automatica e regolata, in

grado di agevolare notevolmente la lavora-zione delle vinacce. La macchina, azionabile a mezzo di un motore elettrico o a scoppio di 1,5 Cv, poteva lavorare 30/40 quintali di vinaccia per ora. Lo schiacciamento era ot-tenuto tramite due cilindri posti uno dentro l’altro ed eccentrici con la pressione regolata tramite una grossa molla piatta. Il liquido si raccoglieva in basso e poi era convogliato in una apposita tinozza mentre le vinacce esau-rite venivano espulse dall’alto e si avviava un nuovo ciclo di torchiatura. Un’idea anticipa-trice delle moderne macchine enologiche.Così, valorizzando adeguatamente materiali e documenti, la storia di un’industria diventa patrimonio tecnico e culturale non solo del-l’azienda ma di tutta la comunità, stimolando le altre realtà produttive a far tesoro del pro-prio passato e a conservarne la memoria.

Piergiorgio Laverda

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Dall’archivio Laverda sempre nuove sorpreseLa raccolta dei documenti aziendali rivela nuove pagine di storia dell’ultimo conflitto mondiale e un progetto presentato all’Expo di Torino del 1911

L’ album

Sotto: carro militare a quattro ruote, con trazione a due cavalli, del tipo Hf 1 in dotazione all’esercito tedesco: venne costruito in oltre 700 esemplari nello stabilimento Laverda di Breganze.Nella pagina a fianco: due viste del prototipo del torchio a lavoro continuo ideato da Pietro Laverda, tratte dal giornale dell’epoca “L’Agricoltura Vicentina”.

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I liceali di Bassano studiano la storia di Laverda e vincono il premio di Assindustria

Ottimo risultato dei ragazzi del Liceo Scientifico “Jacopo Da Ponte” di Bassano del Grappa (VI) nell’annuale con-corso promosso dalla locale Associazione degli Industriali e dedicato alle storie d’impresa. Il loro saggio sulla storia dell’industria Laverda, con particolare riguardo alla figura del fondatore Pietro Laverda sr (1845-1930), si è classifi-cato al secondo posto, meritandosi un ambito premio in denaro.Durante il loro lavoro di ricerca gli studenti, oltre a consultare i numerosi documenti dell’Archivio Storico messi a disposizione da Piergiorgio Laverda, hanno potuto visitare lo stabilimento di Breganze e in particolare il museo aziendale che raccoglie le prime storiche realizzazioni tecniche dell’industria. La giuria ha apprezzato in particolare l’attenzione posta al rapporto tra l’azienda e la società e l’accurata esposi-zione grafica e video del lavoro.

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16 La storia, le storie

Imprenditori agricoli, in Europa si cambiaCalano i numeri ma progetti e incentivi puntano a motivare i giovaniChe in Italia, secondo il Censis, sono agguerriti e innovativi

Gli agricoltori in Europa diminuiscono e, allo stesso tempo, cresce la loro età media. Un quadro non facile, anche se non mancano indicazioni in controtendenza.I dati di Eurostat però sono preoccupanti: tra il 1979 e il 1997 gli agricoltori oltre i 55 anni sono passati dal 47% al 55% del tota-le europeo. Nello stesso periodo il numero di agricoltori di età compresa tra 55 e 64 anni è rimasto stabile, mentre sono cre-sciuti quelli che hanno superato i 66 anni. E queste dinamiche si sono sviluppate in particolare in Paesi importanti come Grecia, Spagna, Italia e Portogallo. L’Italia, peraltro, segna proprio l’età media più alta.L’analisi dei dati porta perfino a previsioni molto fosche: l’azzeramento dei giovani agricoltori già nel �0�0 e, presumendo una vita lavorativa di 35 anni, zero presenze to-tali nel settore agricolo nel �055. Natural-mente l’aumento progressivo dell’età è una realtà in tutti i settori economici, in linea con i trend anagrafici del Vecchio Continen-te. Ma in agricoltura è più marcato.In Europa si operando per invertire o ad-dolcire questa tendenza: l’agricoltura è un campo di prova troppo strategico.Una novità interessante per i giovani impren-ditori del settore è il progetto Erasmus che si rivolge loro. Potranno trascorrere fino a sei mesi di lavoro con un imprenditore esperto in un altro paese dell’Unione e apprendere come amministrare e sviluppare l’azienda, sostenuti da un contributo finanziario del-l’Unione Europea. L’Erasmus per i giovani imprenditori intende sviluppare opportunità e imprenditorialità nel settore. La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, ricorda che il progetto ha pre-visto l’organizzazione di 870 soggiorni al-l’estero tra �009 e �010. Intanto il pacchetto di proposte noto come Health Check, messo a punto dalla Com-missione Europea, spinge la politica agricola comune a rispondere a nuove sfide come il cambiamento climatico, la gestione corret-ta delle risorse idriche, la tutela della biodi-versità e del territorio. Per i giovani europei

questi temi sono un motivo in più per im-pegnarsi in agricoltura ed essere artefici del proprio futuro.E se l’Europa soffre l’abbandono dei campi e lavora per incentivare la loro riscoperta, notizie positive giungono comunque da una ricerca svolta per Confagricoltura dal Censis, che ha indagato il profilo dei nuovi imprenditori agricoli italiani: risultano essere giovani, colti, innovativi, orientati ai mercati internazionali. Mediamente si tratta di im-prese ancora in via di assestamento, con fatturato medio di poco sopra i 500.000 euro e una quindicina di addetti, ma molto orientate alla leva commerciale e dell’inno-vazione.Gli imprenditori che le guidano sono il 16,7% del campione sondato dal Censis (per un totale di 150 aziende agricole): il 51 per cento ha meno di 40 anni e un elevato livello culturale, con conseguenti comportamenti manageriali e un approc-cio al mercato secondo le più moderne strategie. La crescita del fatturato, comune al 68% delle loro aziende, ben le fotogra-

fa, perché si tratta di una crescita dovuta non a una congiuntura favorevole, ma a un impegno imprenditoriale basato sul bino-mio mercato-innovazione. Queste aziende agricole accedono di continuo a nuovi mer-cati geografici, distributivi o merceologici, puntano su nuovi segmenti di clientela, si autoorganizzano sotto il profilo commer-ciale e distributivo: il 7�% si avvale di un marchio aziendale autonomo. Tutte han-no uno spaccio interno o un agriturismo a complemento della propria attività.Inoltre il 3�% di queste aziende conside-ra l’introduzione di innovazioni tecniche o tecnologiche la leva principale per la cre-scita. Sul futuro, questi imprenditori hanno idee chiare: 6 su 10 chiedono incentivi per la ricerca applicata e l’innovazione, il 44% considera prioritario anche incoraggiare la produzione di bioenergie e biocarburanti.Idee nuove, l’Europa ne ha bisogno.

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