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Virtuosismo tecnico Grazie a una tecnica molto sofisticata, Sammartino ha reso il minimo spessore delle pieghe evitando la scheggiatura del marmo. In passato è stato addirittura ipotizzato un improbabile procedimento, ideato da Raimondo di Sangro, grazie al quale un velo reale sareboe stato marmorizzato. lunghezza 180 cm Appuntamento con Vittorio Sgarbi Un Museo un Capolavoro NAPOLI Museo Cappella Sansevero L'APOGEO DEL BAROCCO 26 Bell'Italia SUL CORPO DEL CRISTO VELATO È una prova estrema di abilità la scultura settecentesca di Giuseppe Sammartino, voluta per la cappella di famiglia da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. Lo straordinario, sottilissimo velo di marmo che avvolge la figura è anche un'affermazione della capacità dell'arte di superare la caducità del reale La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 08/03/2015 Pag.28 Bell'Italia - N.347 - Marzo 2015 (diffusione:65636, tiratura:89806) 35 MUSEO CAPPELLA SAN SEVERO - Rassegna Stampa 01/01/2015 - 20/11/2015

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Vir tuosismo tecnico Grazie a una tecnica molto sofisticata, Sammartino ha reso il minimo spessore delle pieghe evitando la scheggiatura del marmo. In passato è stato addirittura ipotizzato un improbabile procedimento, ideato da Raimondo di Sangro, grazie al quale un velo reale sareboe stato marmorizzato.

lunghezza 180 cm

Appuntamento con Vittorio Sgarbi

Un Museo un Capolavoro NAPOLI M u s e o Cappel la S a n s e v e r o

L'APOGEO DEL BAROCCO

26 B e l l ' I t a l i a

SUL CORPO DEL CRISTO VELATO È una prova estrema di abilità la scultura settecentesca di Giuseppe Sammart ino, voluta per la cappella di famiglia da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero. Lo straordinario, sotti l issimo velo di marmo che avvolge la figura è anche un'affermazione della capacità dell 'arte di superare la caducità del reale

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

08/03/2015 Pag.28Bell'Italia - N.347 - Marzo 2015(diffusione:65636, tiratura:89806)

35MUSEO CAPPELLA SAN SEVERO - Rassegna Stampa 01/01/2015 - 20/11/2015

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Drammat ico sudario La f igura di Cristo è composta in modo classico, quasi carraccesco, ma il leggero sudario la stravolge attraverso un drammatico effetto "sot tovuoto" che crea in chi guarda il più barocco dei coinvolgimenti emotivi .

Ar t is t i di valore al servizio del principe Nel profondo rinnovamento della cappella voluto da Raimondo di Sangro furono coinvolti artisti di fama. Lo scultore veneziano Antonio Corradini (1688-1752) realizzò la statua velata della Pudicizia (foto a sinistra), in memoria della madre del principe, e il bozzetto del Cristo velato (Napoli, Museo di San Martino). La figura del Disinganno, che celebra la liberazione del padre di Raimondo dal peccato, è del genovese Francesco Queirolo (1704-1772).

losità di un panneggio così realistico da sfiorare l'astrazione, livelli sensazionali di virtuosismo. Il messaggio di questo Cristo velato è chiaro: è l'arte, per quanto possa essere fittizia, il corrispettivo più vicino della palingenesi, il segreto, cioè, per cui dalle spoglie si ritorna in vita, mito che, nel pensiero di Raimondo, era comune a religione e scienza. La resurrezione, dalla morte, dal peccato, dall'oscurantismo, ai fini del trionfo della vita, della sapienza, della verità, è già in atto nel Cristo del Sammartino, a differenza di quanto non capiti nella vicina Pudicizia velata del Corradini. E non come qualcosa di so-vrannaturale, semmai come un proces-so chimico: il velo umido verrà assorbito dalla pelle fino a sparire, dalla simbiosi rinascerà l'esistenza, stavolta non terre-na, non caduca, come ancora ricordato dai simboli della Passione in fondo al letto, ma eterna. Eccola, la luce a cui mi-rare: il mistero non sarà più fede cieca, umiliante per la ragione, ma verità speri-mentabile, alla portata dei più dotati. Il Cristo velato è il canto del cigno della scultura barocca, oltre non si potrà an-dare. Il corpo risorto che si alzerà dal giaciglio della cappella Sansevero sarà per forza nuovo, seppure improntato al recupero di canoni antichi. Nella sua estrema, terminale apologia dell'artifi-cio, la scultura del Sammartino riesce comunque a guadagnarsi l'onore delle armi da parte di Antonio Canova (in visita a Napoli nel 1780), il campione del Neoclassicismo, l'arte che supera definitivamente il Barocco.

Museo Cappella Sansevero, Napoli, via Francesco De Sanctis 19-21, 081/5.51.84.70. Orari: giorni feriali 9,30-18,30, domenica 9,30-14, chiuso martedì; ingresso 7 6.

È un luogo speciale la cappella Sanse-vero a Napoli, nell'omonimo palazzo, fortemente intriso della vicenda umana e intellettuale del suo fautore, il prin-cipe Raimondo di Sangro (1710-1771). Nel contempo, rivela gusti e umori cul-turali affrancabili dalla sola figura del principe, finanche da Napoli, partecipi di un'incipiente modernizzazione già del tutto europea. Uomo dal sapere en-ciclopedico, Raimondo aveva riscattato nello studio un'infanzia non facile, se-gnata dalla morte della madre e dalle scelleratezze del padre, pluriomicida, fuggito a Roma per prendere i voti. Illu-minista a suo modo, Raimondo promos-se a Napoli la massoneria, in opposizio-ne all'oscurantismo gesuita, coltivando l'esoterismo e la scienza sperimentale, cosa per la quale veniva ritenuto, a se-conda degli interlocutori, un invento-re di genio o un negromante. Dilapidò molto del patrimonio nel rifacimento della cappella di famiglia, dedicata al-la Madonna della Pietà, trasformata in un sontuoso impianto simbolico che accosta cristianesimo, cabala, alchimia, massoneria, antichi culti egizi. Al centro, un marmoreo Cristo mor-to a grandezza naturale, realizzato da uno scultore fino a quel momento solo onesto, il locale Giuseppe Sammartino, poi affermatosi con i presepi. Era suben-trato nell'incarico ad Antonio Corradini, scomparso nel 1752, autore di un boz-zetto dell'opera. La competizione tra i due è palese, e Sammartino la vince. Se in Corradini il velo è tecnicismo dissi-mulato, celando l'estrema difficoltà ese-cutiva in una morbidezza di modellato che assorbe l'aria nelle forme e le rende più leggiadre, in Sammartino l'esibi-zione dell'artificio è motivo fondante dell'opera, raggiungendo, nella metico-

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