Cristo coronato di spine

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Il “Cristo coronato di spine” (tempera e oro su tavola cm 55 x 39)

del Beato AngelicoSi trova nel Duomo di Livorno

(Cappella del Santissimo Sacramento)

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La tavola è stata esposta Domenica 26 novembre 2006

in occasione dell’Anno Giubilarein cui la Diocesi di Livorno ha

ricordato i suoi primi 200 anni di vita.

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Inizialmente attribuito alla “Scuola di Giotto”, tutta la critica più

recente è concorde nel considerare il dipinto come opera del Beato

Angelico.

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Già dal 1928 l’autorevole critico Roberto Longhi dichiarò il dipinto

figlio del Maestro toscano Guido di Pietro detto Beato Angelico

(Vicchio 1400 ca. – Roma 1455).

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Non si conosce la destinazione originaria del dipinto né dove fosse stato conservato fino al 1837, quando giunse a Livorno attraverso il mercato antiquario e fu donata alla parrocchia di Santa Maria del Soccorso (p.zza della Vittoria) da Silvestro Silvestri. Trafugata nel dopoguerra e successivamente ritrovata, è stata portata per la prima volta all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale nel 1955, come opera certa del Maestro, nella mostra celebrativa del Beato Angelico, tenutasi a Firenze nel Museo di San Marco.Chiesa di Santa Maria del Soccorso

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Nel corso degli anni la tavola è stata protagonista di varie esposizioni:

mostra celebrativa del Beato Angelico,svoltasi a Firenze nel Museo di S. Marco;altri itinerari espositivi sono stati quelli di

Firenze (1990), tra le più recenti: quella a Colonia, dedicata al volto di Cristo, in

occasione della XX Giornata mondiale della Gioventù (2005) e quella monografica sul Beato

Angelico, tenutasi al Metropolitan Museum di New York dall’ottobre 2005 al gennaio 2006.

oltre al nostroMuseo Civico Fattori.

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Un primo piano altamente espressivo del volto di Gesù negli ultimi momenti del suo calvario,

quando, dopo essere stato flagellato, per scherno, viene

coronato di spine e coperto con una veste scarlatta,

simbolo della regalità.

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Il taglio della tavola isola il volto suggestivo del Cristo come vir doloris, proiettandone

l’immagine verso l’osservatore;

l’intensità della sofferenza fisica per il martirio è sottolineata dal corrugarsi della fronte, dalla posizione dischiusa

delle labbra e dal grondare del sangue, nonché dal tendersi dei nervi

e dei fasci muscolari del collo.

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La raffinata sensibilità artistica dell’Angelico,

collegata alla sua prima attività diminiatore, accosta alla connotazioni

relative alla passione del figlio di Dio, caratteri di spiccato preziosismo decorativo, quali l’avvitarsi delle ciocche dei capelli che ricadono

sulle spalle e la finissima decorazione dorata del bordo della veste che si

richiama all’oro dell’aureola.

Intervallatadai riquadri, risulta parzialmente

leggibile la scritta: Rex regum domin(antium).

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Il dipinto propone una meditazione sulla verità dell’umanità di Gesù e

sulla realtà del suo sacrificio salvifico.

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Mons. Vincenzo Savio

(Vescovo Ausiliare di Livorno e poi Vescovo della diocesi di Belluno Feltre)

ha scritto questa preghiera rivolta a

“Il Redentore”

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Un Volto.Dall'eterno si prolunga nei miei piccoli giorni. Un volto. Un Dio che ha cercato l'uomo.

I Suoi occhi. Dio ne ha fatto il luogodell'accoglienza e della tenerezza.

Le Sue lacrime.Scendono su un corpo di faticosa speranza, in attesa di trasformarsi nella risurrezione.

Labbra. Pronunciano fino all'ultimoistante, la parola di vita del verbo di Dio: Lo Spirito da Lui effuso,che sempre opera per metterenel cuore del mondo la certezza che dall'eterno proveniamo che nell'eterno sarà il nostroincontro con Lui. Un volto cha parla di tuttii volti che cercano e desiderano la redenzione. E sono certo che in Te l'hanno trovata. Sei tu la nostra salvezza.

Un Volto.Dall'eterno si prolunga nei miei piccoli giorni. Un volto. Un Dio che ha cercato l'uomo.

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I Suoi occhi. Dio ne ha fatto il luogodell'accoglienza e della tenerezza.

Un Volto.Dall'eterno si prolunga nei miei piccoli giorni. Un volto. Un Dio che ha cercato l'uomo.

I Suoi occhi. Dio ne ha fatto il luogodell'accoglienza e della tenerezza.

Le Sue lacrime.Scendono su un corpo di faticosa speranza, in attesa di trasformarsi nella risurrezione.

Labbra. Pronunciano fino all'ultimoistante, la parola di vita del verbo di Dio: Lo Spirito da Lui effuso,che sempre opera per metterenel cuore del mondo la certezza che dall'eterno proveniamo che nell'eterno sarà il nostroincontro con Lui. Un volto cha parla di tuttii volti che cercano e desiderano la redenzione. E sono certo che in Te l'hanno trovata. Sei tu la nostra salvezza.

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Un Volto.Dall'eterno si prolunga nei miei piccoli giorni. Un volto. Un Dio che ha cercato l'uomo.

I Suoi occhi. Dio ne ha fatto il luogodell'accoglienza e della tenerezza.

Le Sue lacrime.Scendono su un corpo di faticosa speranza, in attesa di trasformarsi nella risurrezione.

Labbra. Pronunciano fino all'ultimoistante, la parola di vita del verbo di Dio: Lo Spirito da Lui effuso,che sempre opera per metterenel cuore del mondo la certezza che dall'eterno proveniamo che nell'eterno sarà il nostroincontro con Lui. Un volto cha parla di tuttii volti che cercano e desiderano la redenzione. E sono certo che in Te l'hanno trovata. Sei tu la nostra salvezza.

Le Sue lacrime.Scendono su un corpo di faticosa speranza, in attesa di trasformarsi nella risurrezione.

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Labbra. Pronunciano fino all'ultimoistante, la parola di vita del verbo di Dio: Lo Spirito da Lui effuso,che sempre opera per metterenel cuore del mondo la certezza che dall'eterno proveniamo che nell'eterno sarà il nostroincontro con Lui. Un volto cha parla di tuttii volti che cercano e desiderano la redenzione. E sono certo che in Te l'hanno trovata. Sei tu la nostra salvezza.

Un Volto.Dall'eterno si prolunga nei miei piccoli giorni. Un volto. Un Dio che ha cercato l'uomo.

I Suoi occhi. Dio ne ha fatto il luogodell'accoglienza e della tenerezza.

Le Sue lacrime.Scendono su un corpo di faticosa speranza, in attesa di trasformarsi nella risurrezione.

Labbra. Pronunciano fino all'ultimoistante, la parola di vita del verbo di Dio: Lo Spirito da Lui effuso,che sempre opera per metterenel cuore del mondo la certezza che dall'eterno proveniamo che nell'eterno sarà il nostroincontro con Lui. Un volto cha parla di tuttii volti che cercano e desiderano la redenzione. E sono certo che in Te l'hanno trovata. Sei tu la nostra salvezza.