"L'Annuncio" ottobre 2010 - n°1

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L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA Di certo qualcuno starà pensando …perché imbarcarsi in un’avventura tanto impe- gnativa? Ebbene, l’idea di un giornale parrocchiale è di certo ambiziosa, ma al tem- po stesso fondamentale e necessaria per lo sviluppo della nostra comunità. L’annuncio nasce dalla necessità di trovare un mezzo di divulgazione per le iniziative e per le attività che la parrocchia promuove; riteniamo infatti che per fare comu- nione il primo passo sia lo scambio di informazioni e conoscenze così come la co- struzione di un canale di comunicazione per le attività e per le proposte comunita- rie. Ma in primo luogo il giornale vuole essere uno strumento di condivisione delle sensazioni, delle emozioni, delle esperienze che ognuno di noi fa di Cristo nella propria vita. Programma ambizioso, dunque, ma che speriamo di assolvere nel mi- glior modo possibile. L’EDITORIALE IO...L’ANNUNCIO Antonella Amazzini TESTIMONIANZE DI TER- RA SANTA : DAL DIARIO DI MARC ELLO 2 TESTIMONIANZE DI TER- RA SANTA : LETTERA DEL VICARIO CUSTO- DE DI TERRA SANTA 3 TESTIMONIANZE DI TER- RA SANTA : SUL TABOR 4 SUI LUOGHI DI GESU’ : PER SAPERNE DI PIU’ 5 PESCATORI DI UOMINI : SANTA TERESA DI LISIEUX 6 DALLA PRIMA PAGINA 7 AGENDA DELLA PARROC- CHIA 8 Annunciamo... Cari giovani, il pellegrinaggio volge al termine, e voglio con voi ripercorrere i passi fatti in questi giorni indimenticabili. La prima tappa ci ha visti bussare alla porta della casa di Maria. Siamo entrati in pun- ta di piedi per non disturbare e per ascoltarla mentre ripeteva “ECCOMI” invitando- ci a fare lo stesso anche noi. Che emozione! A casa di mamma …sentendoci figli amati. Personalmente ho imparato a fare silenzio e voglio continuare a farlo per sentire sempre la voce del Signore che mi vuole felice. Come Elia voglio sentire la Sua voce nell’intimità del mio cuore. Vi auguro di fare lo stesso!!!! Poi siamo saliti al Tabor. Quel volto trasfigurato ci ha affascinato, ci ha letteralmente rapito. Abbiamo compreso quanto era vera l’espressione di Pietro “facciamo tre ten- de”. Lui è il centro! Inizio e fine della storia, della mia, della tua storia. Scesi dal mon- te è necessario scolpire nella nostra mente e nel nostro cuore questo incontro. E’ facile farsi prendere dalle cose materiali. Dopo questa carica emotiva ci siamo portati in raccoglimento al Lago di Tiberiade. Il fuoco era ancora acceso. Gesù stesso lo TESTIMONIANZE DI TERRA SANTA LETTERA AI GIOVANI PELLEGRINI IN TERRA SANTA don Gennaro Guardascione SPECIALE TERRA SANTA Continua a pag. 7 OTTOBRE 2010 Anno I - Numero 1

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Il primo numero

Transcript of "L'Annuncio" ottobre 2010 - n°1

L’Annuncio PERIODICO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA

Di certo qualcuno starà pensando …perché imbarcarsi in un’avventura tanto impe-gnativa? Ebbene, l’idea di un giornale parrocchiale è di certo ambiziosa, ma al tem-po stesso fondamentale e necessaria per lo sviluppo della nostra comunità. L’annuncio nasce dalla necessità di trovare un mezzo di divulgazione per le iniziative e per le attività che la parrocchia promuove; riteniamo infatti che per fare comu-nione il primo passo sia lo scambio di informazioni e conoscenze così come la co-struzione di un canale di comunicazione per le attività e per le proposte comunita-rie. Ma in primo luogo il giornale vuole essere uno strumento di condivisione delle sensazioni, delle emozioni, delle esperienze che ognuno di noi fa di Cristo nella propria vita. Programma ambizioso, dunque, ma che speriamo di assolvere nel mi-glior modo possibile.

L’EDITORIALE

IO...L’ANNUNCIO

Antonella Amazzini

TESTIMONIANZE DI TER-RA SANTA : DAL DIARIO DI MARC ELLO

2

TESTIMONIANZE DI TER-RA SANTA : LETTERA DEL VICARIO CUSTO-DE DI TERRA SANTA

3

TESTIMONIANZE DI TER-RA SANTA : SUL TABOR

4

SUI LUOGHI DI GESU’ : PER SAPERNE DI PIU’

5

PESCATORI DI UOMINI : SANTA TERESA DI LISIEUX

6

DALLA PRIMA PAGINA 7 AGENDA DELLA PARROC-CHIA

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Annunciamo...

Cari giovani, il pellegrinaggio volge al termine, e voglio con voi ripercorrere i passi fatti in questi giorni indimenticabili. La prima tappa ci ha visti bussare alla porta della casa di Maria. Siamo entrati in pun-ta di piedi per non disturbare e per ascoltarla mentre ripeteva “ECCOMI” invitando-ci a fare lo stesso anche noi. Che emozione! A casa di mamma …sentendoci figli amati. Personalmente ho imparato a fare silenzio e voglio continuare a farlo per sentire sempre la voce del Signore che mi vuole felice. Come Elia voglio sentire la Sua voce nell’intimità del mio cuore. Vi auguro di fare lo stesso!!!! Poi siamo saliti al Tabor. Quel volto trasfigurato ci ha affascinato, ci ha letteralmente rapito. Abbiamo compreso quanto era vera l’espressione di Pietro “facciamo tre ten-de”. Lui è il centro! Inizio e fine della storia, della mia, della tua storia. Scesi dal mon-te è necessario scolpire nella nostra mente e nel nostro cuore questo incontro. E’ facile farsi prendere dalle cose materiali. Dopo questa carica emotiva ci siamo portati in raccoglimento al Lago di Tiberiade. Il fuoco era ancora acceso. Gesù stesso lo

TESTIMONIANZE DI TERRA SANTA

LETTERA AI GIOVANI PELLEGRINI IN TERRA SANTA don Gennaro Guardascione

SPECIALE TERRA SANTA

Continua a pag. 7

OTTOBRE 2010

Anno I - Numero 1

Dal Carmelo, laddove il Profeta Elia riconobbe la presenza di Dio in una brezza passeggera, è spirato su noi pellegrini in Terra Santa un vento sempre più penetrante, di giorno in giorno. Avvertito con gioia quotidianamente, esso alitava nelle nostre narici, insinuava nelle nostre anime l'intenso profumo della fede, la dolcezza ed il fervo-re della preghiera, la gioia e la av-volgente carica di emozioni che partivano dal cuore per tornare ricche di frutti dello spirito in ogni battito.

Giorno dopo giorno, preghiera dopo preghiera, si viveva il mira-colo di rapporti sempre più frater-ni di ciascuno con il prossimo e di un reale inebriarsi di amore e di pace, quella pace che solo Dio sa donare.

In misura sempre maggiore abbia-mo potuto così sentire nelle conti-nue carezze, negli abbracci, negli sguardi gonfi di pianti e di gioia inesprimibile, nelle preghiere di tutti e nei canti elevati dai cuori di ciascuno all'unisono, così come nella presenza quotidiana di Cristo

Eucaristia, nella guida pastorale del nostro parroco, di don Elio, nell'u-mile e vivida partecipazione del fratello musulmano Ghasub, nelle anziane dame del Monte di Procida come nei fratelli di san Vitale le continue benedizioni che il Signore della Vita ha elargito lungo tutto il nostro viaggio dell'anima nei luo-ghi a Lui cari ed ancora pregni del-la Sua memoria e presenza. Ciascu-no era necessario al proprio fratel-lo, tutti avevamo bisogno di Dio con un'intensità quasi pentecostale.

Ognuno di noi serba così nel cuo-re la pace di una conversione data dall'essere, lì, pienamente uomini e Suoi figli, una pace ricca della com-pagnia che abbiamo tenuto a Dio ogni istante di quei giorni lunghis-simi e pur sempre troppo brevi, attraverso luoghi che Egli prima di noi aveva toccato con mano, con-templato nei Suoi divini occhi e racchiuso nel Suo cuore di carne. Nell'Amarlo, nel pregarlo, nel gu-starne la carità con l'Eucaristia, nel salmodiarlo, nel ricordarlo tra lacri-me intense in ogni pietra, orizzonte e paesaggio vissuto, il dialogo con il Signore si è fatto completo e

continuo e, meraviglia dell'Amore vissuto in comunità, questo dialogo dello Spirito e del corpo si è realiz-zato in pienezza tra noi fratelli di pellegrinaggio. L'unità cercata con il Signore e per grazia da Egli ricevuta si è fatta segno visibile dell' unità della Chiesa, per mezzo di una pic-cina sua parte peregrina su un pul-lman tra le strade del deserto, della povertà, della magnificenza e della sacralità e fatta di fratelli in vera e piena comunione di spirito con Cri-sto Gesù

Tra le placide alture del Tabor, lun-go le acque del lago di Tiberiade o sulle rive del Giordano, lungo la rena del primato di Pietro o tra le fronde del Monte delle beatitudini, nei pressi di una camera dove una santa giovinetta proclamò il suo sì all'uomo ed a Dio o in una grotta dove Dio si è fatto uomo, tra i si-lenziosi ulivi del Getsemani o ai piedi della roccia imbevuta del su-dore dell'umanità di nostro Signore, in ginocchio sul Golgotha contem-plando la croce ed in pace e stupore dinanzi ad un sepolcro, il Suo se-polcro, allora e per sempre vuoto, il pellegrinaggio ha narrato la reale volontà di fare esperienza del sacro, si è mostrato come movimento de-ciso verso quel Signore da cui si riconosce di dipendere.

Per al fine assaporare nella letizia e nella fraternità di una tavola imban-dita ad Emmaus ed annunciare oggi a voi fratelli a voce alta che il Signo-re è davvero il nostro Pastore e che davvero non manchiamo di nulla. E che pace ricordare allora la Sua bea-ta promessa: Ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28, 20)

TESTIMONIANZE DI TERRA SANTA

DAL DIARIO DI VIAGGIO Marcello Buonaurio

I pellegrini di Terra Santa presso la basilica dell’Annunciazione a Nazareth

Pagina 2 L ’Annuncio Anno I - Numero 1

TESTIMONIANZE DI TERRA SANTA

LETTERA DEL VICARIO DELLA CUSTODIA FRANCESCANA DI TERRA SANTA AI PELLEGRINI DELLA PARROCCHIA GESU’

DIVINO MAESTRO Frate Artemio Vitores

I pellegrini della parrocchia con frate Artemio Vitores

Gerusalemme, 5 settembre 2010

Caro Don Gennaro, cari amici del Gruppo Young, cari amici del La-boratorio Missionario e carissimi amici tutti di Terra Santa della Par-rocchia Gesù Divino Maestro: il Signore vi dia Pace! Nel nome di tutti i francescani del-la Custodia di Terra Santa vi tra-smetto il mio più sincero e vivo ringraziamento per il dono di 1.950€ e 160$ USA che avete dato per le necessità della Terra Santa, specialmente per i cristiani poveri. Grazie, di cuore, per le vostre belle parole di appoggio ed incoraggia-mento a noi francescani nella no-stra missione in questa Terra che è sempre così bella e Santa ma che, spesso, è anche tanto difficile. Con l'anima ed il cuore pieni d'amore si lavora sempre molto di più e, so-prattutto, si segue il Signore con tanta gioia. Grazie! Il vostro gesto di generosità è, in primo luogo, una prova del vostro amore verso i Luoghi Santi che conservano le memorie più sacre del passaggio del Nostro Signore e della Sua Santissima Madre per questa Terra benedetta. Non c'è bisogno che vi dica che questa Ter-ra non è soltanto la culla del cristia-nesimo, ma anche la fonte della nostra vita e della spiritualità cri-stiana. Per questo, noi francescani chiamiamo la Terra Santa la "Perla delle Missioni". Tutto ciò che verrà fatto per la Terra del Signore sarà un bene per la Chiesa e per tutta l'umanità. In voi vediamo la mano della Prov-videnza divina che continua a ralle-grare i cuori dei poveri del nostro

tempo. Se a Betlemme Dio si fa piccolo e povero, un bambino indifeso, nonostante sia più gran-de dei potenti di questo mondo, se a Nazareth si fa un lavoratore e membro della povera Sacra Fami-glia, a Gerusalemme si fa umile e povero, entrando nella Città Santa su un asino, simbolo della pover-tà. Per questo, con il vostro aiuto in favore dei cristiani avete voluto riconoscere nei più piccoli e nei più poveri di questo mondo il vostro affetto e la vostra tenerez-za verso di Lui, il Bambino-Dio, e il vostro amore verso colui che si fece povero per arricchire tutti noi con la Sua Morte e Risurre-zione, e nei poveri avete dato asi-lo allo stesso Cristo. Come ben sapete, oggi molti cristiani di Bet-lemme e della Terra Santa si tro-vano nella situazione nella quale si trovarono Maria e Giuseppe prima della nascita di Gesù "Non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc 2,7). Ma Dio non li ha abbando-nati. Per questo la Provvidenza si serve di tanti cristiani, e tra quelli anche voi, per realizzare questa missione. Avete finito il vostro pellegrinag-gio in Terra Santa, seguendo "le orme di Gesù", percorrendo cioè i luoghi dove Lui è passato, com-patendo con il Signore la soffe-renza che lo aveva accompagnato "prima di entrare nella sua gloria" (Lc 24,26). Sul Sepolcro vuoto avete sentito “Non è qui. E’ risorto, come aveva detto. Venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mt 28, 5-6). Vi auguro che, nonostante le difficoltà della

vita, Cristo risorto sia un motivo di speranza per il mondo di cui ha tanto bisogno. San Francesco D’Assisi, “uomo di pace e artefice della riconciliazione tra gli uomini e tra i popoli, non ha esitato a viaggiare in Oriente per incontrarsi con il Sultano di Egitto e porre così pace tra i cristiani e i musulmani, che erano in guerra. E ha voluto che i suoi figli fossero, specialmente nella Terra Santa, “strumenti di pace e di riconcilia-zione” per il mondo, estirpando, soprattutto con l’esempio della vita, le radici dell’odio, della giusti-zia vendicatrice e del risentimento senza fine. Chiedete al Signore che “la pace” che Cristo ha annunciato agli Apo-stoli possa essere una realtà nella Sua Terra. Vi terremo presenti, insieme ai vostri cari, nelle nostre preghiere al Santo Sepolcro, sim-bolo e speranza di una vita nuova nel Cristo risorto. Pregate per noi! Un caro saluto in Cristo e nella Vergine Madre

Pagina 3 L ’Annuncio Anno I - Numero 1

Frondoso respiro di Dio,

una brezza soffiava tra gli ulivi,

avvolgeva il Santo Monte,

carezzava l'anima peccatrice.

Mirando, beato della Tua pace,

paesaggi benedetti nella Tua memoria scolpiti,

l'anima mia peccatrice

ivi ha trovato ristoro.

Ho condotto lassù,

dove sommessamente parlano i declivi,

per mezzo di terra, pietra ed ulivi a Te cari,

la mia consacrata sposa,

la tenda mia piccina.

Lì, assieme alla donna che Tu a me legasti,

risiedevo in grazia di spirito:

esaltava ella la pace spirante sul Tabor.

O santo monte,

delle Tue preci intriso,

dei pensieri e dei divin ricordi lambito

del sudore delle salutari Tue ascese,

della terra che Ti sarà scivolata,

con il Padre ed il Santo Spirito meditando,

tra le miracolose dita!

O sacra roccia

dalla Tua Sposa amata,

oggi qui raccolta

con la comunità mia petrina!

Poco è il tempo ma, deh,

quanto esso è intriso di Te!

Oggi un altro fanciullo è tornato al santo monte:

l'innocenza del nostro incontro

con la mia metà empatizzato,

e dei fratelli la lieta compagnia,

imploravan tutti la permanenza

del Bene provato,

e traducevan il puro disìo

dell'Apostolo che più ti ha amato.

E pur, a tal beltà montuosa

dirigendo il triste addio,

già anelavo ancor più

ad un nuovo incontro sul cammino mio.

Nello sguardo d'amore con la mia sposa,

nell'intenso intrecciarsi di dita,

nel salmodiarTi con i fratelli ad una voce,

rincuorandomi già rispondi

"son con te disceso dal monte".

(Terra Santa, 31-VIII-2010)

TESTIMONIANZE DI TERRA SANTA

SUL TABOR Marcello Buonaurio

Pagina 4 L ’Annuncio Anno I - Numero 1

Veduta dal Monte Tabor, il santo monte dove Gesù si ritirava a pregare e dove ebbe luogo la trasfigurazione

La comunità in meditazione sul Tabor tra i frondosi ulivi

La Terra Santa è una regione dell’-Asia dai confini non delineati, di-visa tra lo stato di Israele e i Terri-tori Occupati, termine col quale si indicano alcune aree della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme est abitate da Pale-stinesi, sottratti da Israele all’Egit-to e alla Giordania durante la guerra dei Sei Giorni del 1967. La guerra dei Sei Giorni scoppiò in seguito al blocco da parte del go-verno egiziano del canale di Tiran con l’impedimento di fatto della circolazione di navi e di merci i-sraeliane. In un conflitto lampo durato sei giorni, Israele occupò le alture del Golan, appartenenti alla Siria, la Striscia di Gaza e il Sinai, appartenenti all’Egitto e la Ci-sgiordania con Gerusalemme est, appartenenti alla Giordania. La risoluzione ONU n. 242 del 22 giugno 1967, oltre ad intimare ad Israele il ritiro delle proprie trup-pe, istituì la cosiddetta “green li-ne”, un’area comprendente la Stri-scia di Gaza, la Cisgiordania e Ge-rusalemme est che avrebbe dovu-to delimitare il nuovo stato di Pa-lestina. Da quel momento i collo-qui di pace tra Israele e Palestine-si, che coinvolgono anche i paesi confinanti come Egitto, Giorda-nia, Siria e Libano, sono andati avanti per anni a corrente alterna , spesso sotto il patrocinio delle grandi potenze mondiali, non a-vendo ancora avuto esito. Sicura-mente il conflitto israelo-palestinese ha conosciuto i mo-menti più bui nel 1982 con il mas-sacro di migliaia di civili palestine-si ammassati nei campi profughi di Sabra e Chatila nel Libano, sterminati dalle milizie israeliane e libanesi, per non parlare della co-siddetta Intifada. Con questo ter-

mine di origine araba viene indicata l’azione di resistenza messa in atto dalle popolazioni palestinesi al fine di porre termine all’occupazione isra-eliana dei Territori occupati. L’intifa-da, sviluppatasi negli anni attraverso varie fasi, ha provocato oltre seimila morti (circa cinquemila palestinesi e mille israeliani). C’è da sottolineare che le fazioni più estremiste palesti-nesi hanno sempre ostacolato il pro-cesso di pace e quando i negoziati sono stati sul punto di essere siglati, con azioni terroristiche anche clamo-rose ne hanno sempre determinato l’arresto, scatenando rappresaglie da parte del governo israeliano che han-no finito per colpire quasi sempre la popolazione civile. Nel giugno 2002 il governo israeliano ha dato inizio alla costruzione di un muro che uffi-cialmente serve a proteggere lo stato di Israele da azioni terroristiche, ma che secondo gli osservatori interna-zionali celerebbe l’intenzione da par-te di Israele di confiscare parte dei Territori Occupati. Nel 2008 l’avia-zione israeliana ha bombardato per rappresaglia alle continue azioni ter-roristiche palestinesi e al continuo lancio di razzi la città di Gaza, pro-vocando quasi 1200 morti (in preva-lenza civili) , di cui più di cinquecen-to al di sotto dei 16 anni e un’emer-genza umanitaria senza fine. Oggi le popolazioni dei Territori occupati devono fare i conti con i continui check point dell’esercito israeliano, con la difficoltà di spostamento della popolazione , aggravata dalla costru-zione del muro. A causa del muro oltre seimila palestinesi hanno perso il lavoro, molte città sono rimaste senza cliniche o ospedali, molte altre senza sorgenti d’acqua e tanti inse-gnanti hanno difficoltà a raggiungere le scuole. Col completamento del muro duecentomila abitanti di Geru-

salemme est saranno compressi tra il muro e la green line del 196-7. A ciò si aggiunga la disputa continua tra le due fazioni in lotta per contendersi il corso del fiume Giordano in una terra assetata di risorse idriche e alla lotta per de-finire lo status giuridico di Geru-salemme, capitale contesa da israeliani e palestinesi. Non si dimentichi inoltre che ben 4 mi-lioni di profughi palestinesi sono ammassati in campi profughi nei paesi arabi confinanti e rappre-sentano una gravissima emergen-za sanitaria e umanitaria. E’ que-sto il contesto in cui i giovani della nostra parrocchia si sono immersi per visitare i luoghi che videro imprimere le orme di Ge-sù.

Il conflitto israelo-palestinese affonda le proprie radici nella notte dei tempi e non è facile tro-vare una chiave di lettura: i pro-cessi storici sono complessi e intersecati fra loro, difficili da decifrare anche dai maggiori e-sperti mondiali di politica inter-nazionale. E’ difficile spiegare ad un ventenne cattolico italiano, desideroso di visitare la terra di Gesù, perché da secoli le popola-zioni del vicino oriente si logora-no in un conflitto etnico e reli-gioso dilaniante; forse non esiste spiegazione a tanto orrore e tanta ingiustizia. Ma i fatti, quelli sì, bisogna conoscerli, i giovani han-no il dovere di informarsi.

Non spetta a noi della redazione lanciarsi in ardite valutazioni di carattere geo-politico. Ci auguria-mo solo che queste poche righe, tutt’altro che complete ed esausti-ve, siano servite quanto meno a suscitare nei lettori un desiderio di approfondimento e di cono-scenza.

I LUOGHI DI GESU’

PER SAPERNE DI PIU’... Maurizio De Simone

Pagina 5 L ’Annuncio Anno I - Numero 1

Il 1 ottobre la Chiesa ricorda S. Teresa del Ge-sù Bambino, conosciuta anche come S. Teresa di Lisieux, al secolo There-se Martin.

Santa Teresa di Lisieux nacque ad Alençon il 2 gennaio del 1873. All’età di soli quattro anni assi-stette alla morte della madre e la famiglia si trasferì a Lisieux. Teresa era molto affezionata alle sorelle Celine e Marie, entrambe entrate nel convento delle Carmeli-tane. Teresa iniziò a desi-derare ardentemente di seguire le orme delle so-relle, ma fu ostacolata sia dal parroco che dal ve-scovo della diocesi di appartenenza. Nel 1887, in occasione del 50° an-niversario di sacerdozio di papa Leone XIII, alcu-ne diocesi francesi orga-nizzarono un pellegri-naggio a Roma a cui par-tecipò anche Teresa. Ai partecipanti al pellegri-naggio fu dal vescovo stesso impedito di rivol-gersi personalmente al papa; ciononostante Te-resa trovò il modo di inginocchiarsi al cospetto del Pontefice e di confi-dargli tutta la sua ama-rezza per l’atteggiamento della chiesa locale. Il pa-pa la invitò ad avere fidu-

cia e affidarsi a Dio; du-rante il viaggio di ritorno, il vescovo le diede il con-senso ad entrare nel con-vento delle Carmelitane. Da suora prese il nome di Teresa di Gesù Bam-bino e del Volto Santo. Teresa iniziò subito a distinguersi per la sua profondità di pensiero e la sua indole mite, ma nel 1896 contrasse la tuber-colosi che la condusse dopo un anno ad una morte assai prematura. La malattia spinse Teresa a vivere quella che lei definì “la notte della fe-de”, un periodo di gran-de travaglio spirituale durante il quale fu tenta-ta di avvicinarsi all’atei-smo e al materialismo. Il 30 settembre 1897 Tere-sa morì nell’infermeria del convento carmelitano e il 4 ottobre fu sepolta nel cimitero carmelitano.

Santa Teresa di Lisieux rappresenta una delle figure di santi più com-plessa e controversa dei tempi recenti . E’ cono-sciuta come la santa scrittrice, in quanto autri-ce di poesie, scritti e ope-re teatrali. Nella Storia di un’anima, la sua opera più famosa, è condensato il pensiero di Teresa. In particolare è ripetuta-

mente rivolto l’invito a farsi piccoli come bambini per potere entrare nel Re-gno di Dio. Lo spirito del-l’infanzia, unito alla mitez-za e all’ umiltà, fanno di Teresa un concentrato di dolcezza e di mansuetudi-ne. Teresa amava moltissi-mo i missionari (di cui è patrona) e avrebbe deside-rato ardentemente recarsi in terra di missione, ma le fu impedito dalla malattia. Aveva un altro grande de-siderio che qualche biogra-fo ha soprannominato “la follia di Teresa”: diventare sacerdote. Teresa ben sa-peva che si trattava di un desiderio irrealizzabile, ma era convinta che in paradi-so questo desiderio sareb-be stato soddisfatto. Il pensiero di Teresa trovò molti oppositori; alcuni teologi l’accusarono di strizzare l’occhio alla mas-soneria, altri di propagan-dare idee femministe, altri ancora di essere psichica-mente instabile. Teresa trovò strenui difensori nei Pontefici; l’eco di questi sospetti e delle maldicenze giunsero fino alle orecchie di papa Pio X che invitò testualmente i teologi a “ristudiare la propria teo-logia”, ricordando che la semplicità di Teresa è la

PESCATORI DI UOMINI

SANTA TERESA DI LISIEUX Giulia Gentile

Santa Teresa di Lisieux

La perfezione è una cosa facile: basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino nelle braccia di Dio

(Santa Teresa di Lisieux)

Pagina 6 L ’Annuncio Anno I - Numero 1

sua virtù più straordina-ria. Pio XI chiese la sua intercessione in tante occasioni, fra tutte la persecuzione della chiesa cattolica in Messico e il conflitto con il regime fascista di Mussolini. Altro pontefice che mo-strò un profondo legame con S. Teresa fu Paolo VI (1963-1978) che an-dava orgoglioso del fatto di “essere nato alla Chie-sa nel giorno in cui Tere-sa nacque al Cielo”. Gio-vanni Paolo II nel 1997 la proclamò Dottore del-la Chiesa, unica donna insieme a S. Teresa d’A-vila e S. Caterina da Sie-na.

lo aveva preparato per i suoi. Un fuoco, quello della Sua Parola, che è ancora vivo e scoppiettante. Parola che diventa Pane e Vino nella celebrazione Eucaristica, quando Gesù come allora ci dice “venite a mangiare”. San Paolo dice “chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione?” Su quelle rive ho sperimentato la Sua vicinanza, la Sua presenza. Cosa e chi devo temere? Anche quando abbiamo attraversato il lago abbiamo potuto gustare il Suo amore per noi. Quante tempeste hanno cercato di farci affogare? Quanti venti impetuosi ci hanno fatto smarrire la strada? C’è una certezza “Ci sono qua io!” Se Gesù fosse ancora presente come uomo e non solo nelle specie eucaristi-che lo abbraccerei forte e gli continuerei a lavare i piedi con le mie lacrime per ringraziarlo di tutto questo. Nel nostro cammino verso abbiamo conosciuto Gesù “eccessivamente uomo” che vive l’amicizia come qual-cosa di viscerale. Ha pianto tanto per Lazzaro. Eppure sapeva che lo avrebbe resuscitato. A dire il vero mi sono sentito imbarazzato. Anche se piango spesso, non lo faccio per gli amici, cioè non vivo così visceralmente le amicizie. Ho chiesto a Gesù di donarmi la Sua stessa capacità di vivere l’amore. L’ho chiesto anche per voi! Strada facendo siamo stati nella casa di Zaccaria. Lì abbiamo unito la nostra voce a quella di Maria: “L’anima mia magnifica il Signore!” Lì abbiamo imboccato la strada per Betlemme: il servizio umile! Ed ecco lungo la strada un grido: “ Oggi è nato il Salvatore!” L’angelo interrompe nella monotonia struggente dei pastori per annunciare una notizia bella: ormai anche la notte più buia non sarebbe stata più la stessa. Ci sarà sempre un piccolo raggio di sole che ci indicherà la strada, che illuminerà il nostro cuore talvolta nelle tenebre. Giuseppe e Maria ci consoleranno ogni qualvolta torneremo stanchi a quella mangiatoia. Ci faranno sedere, come abbiamo fatto nella nostra visita, ci porranno tra le braccia il piccolo Gesù e ci asciugheranno le lacrime. Il bacio che ab-biamo lasciato sulla stella doni a ciascuno di noi la beata consolazione di avere Dio dalla nostra parte. Come dimenticare, poi, la visita al Getsemani. Luogo dove Gesù ancora di più diventa simile a noi. Piange, ha paura cerca la compagnia degli amici ma non la trova, viene arrestato. Increduli abbiamo ammirato quegli ulivi, testimoni silenziosi dell’agonia del Maestro, abbiamo pregato e pianto su quella pietra che ha raccolto le lacrime e il sangue di Gesù. Infine nell’adorazione abbiamo chiesto il dono di perseverare nel fare la volontà di Dio. Altra tappa del nostro cammino è stato il Cenacolo. Che dire! Lì è nata la Chiesa, l’eucarestia, il sacerdozio,il servizio. Un compendio di doni grandi. Abbiamo invocato lo Spirito affinchè scendesse su ciascuno di noi. A dire il vero ho provato i brividi pensando a Gesù che lava i piedi e che viene tradito. Eppure anche i piedi di Giuda sono stati lavati. Cari amici, nel Cenacolo torniamoci spesso, soprattutto quando è duro lavare i piedi a chi ci sta accanto, quan-do smarriamo la bussola della nostra vita. Lì tutto si mette a posto. A preparare la visita al Cenacolo e poi al Sepolcro c’è stata la Via Crucis. Una via faticosa non solo per il peso della croce, ma anche per l’indifferenza della gente. Pensare che la prima Via Crucis, quella di Gesù, non è più terminata e anche noi ci siamo inseriti nel solco che quella croce ha lasciato. Che esperienza indimenticabile. Ci voglio tornare su quella strada quando la mia croce diventa pesante sicuro di trovare Gesù che mi vuol fare da Cireneo. La via della croce non è la fi-ne. La morte viene sconfitta per sempre.

Andare al Sepolcro vuoto significa, ed è significato per noi, sentire l’angelo che ci dice: “Non è qui, è RISORTO”. Come descrivere l’emozione mentre ci inginoc-chiavamo al Calvario e poi al Sepolcro? Non trovo le parole. Voglio solo dire GRAZIE GESU’ ! Cari amici miei siate orgogliosi di questo pellegrinaggio. Portate nel cuore la nostal-gia per Gerusalemme e siate felici. Avete, abbiamo incontrato il Risorto. Lui vi cu-stodisca, vi protegga e vi doni un amore pazzo per il Vangelo. Come io sono fiero di voi, siatelo anche voi di voi stessi. Domani mattina celebreremo la Messa al Sepolcro. Vi porterò tutti sulla Patena e nel Calice e per voi chiederò il bene al Risorto. Voi pregate per me! Ad Emmaus il Risorto ci inviterà ad annunciare a tutti che lui è VIVO. Non venite meno a questa missione. Dio vi benedica Vi voglio bene

Don Genny Gerusalemme 05/09/10

LETTERA AI GIOVANI PELLEGRINI IN TERRA SANTA don Gennaro Guardascione

Pagina 7 L ’Annuncio Anno I - Numero 1

DALLA PRIMA PAGINA

Don Genny ed i giovani pel-legrini di Terra Santa

Parrocchia Gesù Divino Maestro via Marmolito, 1/a Quarto, Napoli

“L’Annuncio”

Periodico di spiritualità cristiana

Redazione

Marcello Buonaurio - Maurizio De Simone - Antonella Amazzini

Tel./fax: 081. 876 85 26 [email protected] www.divinmaestro.it/lannuncio

AGENDA DELLA PARROCCHIA 23, 24 ottobre 2010 Sagra della Mela Annurca

“Con Paolo, prigioniero del Vangelo”

Il prossimo numero de “L’Annuncio” sarà dedicato all’Apostolo delle genti, celebrato con l’Anno Paolino Diocesano

Collabora con Noi! Scrivi a [email protected]

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consegna il tuo articolo alla redazione presso la Parrocchia Gesù Divino Maestro.

In I° ed ultima di copertina: particolare della Basilica dell’Annunciazione, Nazareth