L’AZiONe...le sostanze chimiche (an-ticrittogamici ad esem-pio), solo in caso di estre-ma...

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Anno XCI - Euro 0,90 - copia omaggio - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB TV - I.P. 11 Luglio 2005 29 L’AZ iO N e Settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto

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Anno XCI - Euro 0,90 - copia omaggio - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB TV - I.P.

11 Luglio 200529

L’AZiONeS e t t i m a n a l e d e l l a D i o c e s i d i V i t t o r i o V e n e t o

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4 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

Agricoltura e tradizione: fino a qualche decennio fa era un binomioinscindibile. Oggi, complici le tante spinte massificanti che ci giun-gono dai media e da uno stile di vita che standardizza ogni cosa,

vien da chiedersi se esso possa ancora avere una sua validità. La risposta è in-negabilmente sì, anzi è soprattutto trasformando tradizione e tipicità in "valoreaggiunto" che la nostra agricoltura locale può avere maggiori chance per con-trastare la concorrenza mondiale. La quale è sempre più temibile. La nostra agri-coltura ha vissuto nel giro di pochi decenni profonde trasformazioni. Non sonopoi trascorsi anni-luce da quando nell'Opitergino-Mottense quasi ogni aziendaagricola possedeva una stalla, ricca di mucche da latte o da carne. Da quando ba-stava produrre il vino, anche se la qualità non era eccelsa, la cantina sociale co-munque lo riceveva lo stesso. Oggi non è più così. Gli allevamenti sono in pra-tica scomparsi, ne sopravvive qualcuno a patto che sia di grandi dimensioni. L'u-va, che sia vinificata in proprio o conferita alla cantina sociale, dev'essere di qua-lità. L'agricoltore è ogni giorno chiamato a confrontarsi con un mercato semprepiù difficile e complicato, non di rado egli prova un senso di smarrimento di fron-te ad esso. La risorsa, appunto, è nella tradizione, nella tipicità. È ben difficileche il famigerato colosso cinese riesca a clonare l'asparago bianco di Cimadol-mo piuttosto che il vino Prosecco, il radicchio rosso piuttosto che il Raboso Pia-ve. Per inciso, pare che i vini cinesi presentati quest'anno al prestigioso saloneVinitaly di Verona abbiano trovato un'accoglienza gelida. Le difficoltà non man-cano. Sia sul piano legislativo che su quello del marketing. I tanti agricoltori coni quali ci siamo confrontati, siano essi di piccole dimensioni che aziende impor-tanti, lamentano l'assenza dell'impegno politico italiano a livello di Comunitàeuropea. Mentre altri stati lavorano tanto per la loro agricoltura - basti pensareche una grossissima fetta dei finanziamenti Ue se ne va per sovvenzionare ilmondo agricolo francese - i parlamentari europei italiani, che tra l'altro godonodi profumate indennità, hanno agito scarsamente in tal senso. Com'è possibileche i nostri agricoltori si siano ritrovati a dover fare i conti con l'assurdità dellequote-latte, dei vigneti contingentati? All'azione politica si aggiunge la necessitàdi un forte impegno sul piano promozionale. Già ci si è mossi in tal senso, le Proloco si sono date da fare, si sta pensando ad una Strada dell'Asparago Bianco,azioni sono in campo anche per quel che riguarda il Raboso. È ancora troppo po-co, in fondo basta copiare da ciò che hanno fatto altri italiani, la Toscana conMontalcino ed il Chiantishire, insegnano. In tal modo le nostre tradizioni pos-sono trasformarsi in ricchezza, in futuro per la nostra economia agricola. Che haaspetti molto interessanti da conoscere. Sfogliate questo numero ispirato alle an-tiche Fiere della Maddalena e li scoprirete. Buona lettura a tutti!

Annalisa Fregonese

Tipicità e promozionecome passaporto

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Era il 1971 ed Atti-lio Cancian eraun giovane agri-

coltore di 24 anni. Chiusonel cassetto il sogno di di-ventare falegname, pas-sione alla quale si dedicanel tempo libero, comin-cia a dedicarsi a tempopieno all'azienda paterna.Partecipa con frequenzaalle riunioni dei tecniciagronomi che girano perle campagne opitergine,proponendo nuovi metodisia di coltivazione che diallevamento nelle stalle.Uno di questi la prepara-zione dell'insilato: cioè ilmais raccolto ancor acer-bo, triturato e messo amacerare, un foraggio dipregio per i bovini, contri-buendo ad una resa otti-ma in modo naturale."C'era un certo Tonelloche ce ne parlava - ricor-da Attilio - tutti dicevanosì, ma nessuno si azzar-dava a farlo. Così decisidi partire io". Non senzauna furibonda litigata conil padre che bollò la novitàcome una pazzia. "L'insi-lato - rammenta Attilio -aveva bisogno di circa 60

giorni per maturare, maerano troppo lunghi dapassare. Così, dopo pocopiù di un mese, azzardai.Ne presi alcune forcate ele portai alle mucche installa. Le bestie fecero unsalto all'indietro, era perloro un odore forte, sco-nosciuto. Superato il pri-mo impatto, divoraronovoracemente tutto quan-to, nella mangiatoia nonne rimase neppure unabriciola". Attilio fu il primoin provincia di Treviso adattuare questa tecnica.Agricoltore da sempre in-namorato del suo lavoro,la sua indiscutibile pas-sione per gli animali e perl'ambiente è direttamenteproporzionale alla profon-da avversione per tuttociò che è chimico, innatu-rale, contro la natura. Lasua stalla era fiorente, almercato di Oderzo il be-stiame si vendeva bene,finché negli anni Ottantanon fecero capolino gliestrogeni. "In quel tempo- lo dice con grande ama-rezza - c'era più genteche andava in giro a pun-turare le bestie che non a

vendere foraggio". Talisostanze ancora non era-no proibite per legge, soloin seguito si sarebberosaputi i danni che causa-vano all'organismo uma-no. "C'era chi come mefaticava per allevare i toriin modo naturale e si ritro-vava sul mercato a con-frontarsi con bestie alle-vate con la chimica, checrescevano a vista d'oc-chio nel giro di poche set-timane". Il confronto nonregge, i costi sono benmaggiori delle entrate,Attilio è costretto a chiu-dere la stalla. E a chieder-si di che cosa vivere, mi-ca è semplice tirare avan-ti quando si ha una fami-glia con cinque figli dacrescere. L'idea gli giun-ge da una constatazione:dalle tavole delle famigliesembravano esser sparitii buoni polli ruspanti diuna volta, soppiantati daquelli allevati in batteria.Supportato dalla moglieClaudia, preziosa alleatanelle sue attività, i due co-niugi si lanciano nell'im-presa: allevare polli ru-spanti. O la va o la spac-

ca, ma la sorte all'inizionon li aiuta, perché pro-prio in quel 1986 si diffusela nube radioattiva diChernobyl, con il consi-glio di non mangiare nulladi allevato a terra. Dall'in-salata ai polli. Pian piano,a forza di duro ed inces-sante lavoro, le cose mi-gliorano. I pulcini, dal cal-duccio dei capannoni,vengono poi liberati sottoi vigneti dell'azienda do-ve, dopo alcuni mesi di vi-ta allo stato brado ed ali-mentazione a farina dimais e nient'altro, diven-tano dei bei pollastri. Unlavoro faticoso, nel qualespesso sono coinvolti an-che i figli. "È la chimica adaver ucciso l'agricolturaitaliana - sottolinea l'uomo- con i bei risultati che co-nosciamo: la mucca paz-za, le malattie derivatedagli estrogeni. Tutto ciòlo si deve anche allo scar-so peso politico dell'Italianella Comunità europea".

Annalisa Fregonese

Paga, il coraggio di rompere gli schemi !

TESTIMONIANZE / ATTILIO CANCIAN

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Aveva solo cin-que/sei anniquando papà

Mario se lo portava in giroper i campi. "Mi facevaannusare il fieno, l'odoredella granella, mangiavole pannocchie cotte sulfuoco acceso nel campo",ricorda Giovanni Stival.Oggi di anni ne ha 37, èenologo, si occupa di tut-to ciò che riguarda la pro-duzione nell'azienda agri-cola. "È stato grazie aquei profumi assaporatinell'infanzia che mi è ve-nuto spontaneo occupar-mi dell'azienda fondatada papà" afferma Giovan-ni. La sua giornata è in-tensa. nei vigne-ti, in cantina, ne-gli impianti di im-bottigliamento.L'azienda Molet-to, che si esten-de nelle campa-gne mottensi, èun'azienda stori-ca: in questo2005 festeggia i45 anni di fonda-zione. Per Gio-vanni non è stata comun-que una scelta facile,quella di dedicarsi all'agri-coltura forte del suo diplo-ma conseguito alla Scuo-la enologica di Coneglia-

no. "Quando ho comincia-to - ricorda - fare il conta-dino pareva quasi svolge-re un mestiere di serie B,poco considerato. È statopapà a farmi capire comeinvece sia un lavoro affa-scinante, completo, chenon si improvvisa. Farel'agricoltore oggi significacapirne di meccanica, dichimica, di contabilità,parlando magari ancheuna lingua straniera. Iclienti giungono anchedall'estero". Giovanni èinnamorato del suo lavo-ro, è sostenuto dalla pas-sione nella ricerca quasimaniacale verso la qua-lità. "Il consumatore è esi-

gente, attento,informato. Il no-stro lavoro oggidev'essere sem-pre più all'inse-gna della qua-lità. Non è sem-plice muoversi inquesto campo.Bisogna tenerconto - sottoli-nea - che nonstiamo parlando

di prodotti fabbricati in se-rie. In agricoltura un'an-nata non è mai uguale al-l'altra, ogni vendemmiaha la sua specificità. Io di-co che il vino è come un

bambino dacrescere fino al-l'età adulta. Sisegue il grappo-lo dalla vite allacantina, dal mo-sto al vino nuo-vo fino all'invec-c h i a m e n t o .L'impegno è no-tevole, ancheperché tendo anon delegare, non permancanza di fiducia maperché voglio che tutto siaal massimo". Un mestierequello dell'agricoltore mo-derno che dà tante soddi-sfazioni ma che richiedesacrifici. "Talvolta miamoglie Monica mi dice senon sia il caso che mi por-ti una brandina in cantina!È una professione che tiassorbe, ma non c'è para-gone con certi lavori infabbrica o dietro una scri-vania". Attento ed esigen-te, Giovanni dedica moltodel suo tempo anche al-l'aggiornamento profes-sionale. "Oggi è indispen-sabile - dice -. Ricorro al-le sostanze chimiche (an-ticrittogamici ad esem-pio), solo in caso di estre-ma necessità. La chimicapuò essere d'aiuto, ma bi-sogna usarla con grandeintelligenza. Non va mai

dimenticato che il vino èun prodotto alimentare.Con una buona bottiglia divino anche la tavola piùmodesta diventa ricca,davanti ad un buon bic-chiere tutti fanno pace".Ciò che Giovanni si augu-ra è un maggiore impe-gno della politica a soste-gno dell'economia agrico-la. "I nostri prodotti, le no-stre tipicità sono un gran-de, inestimabile patrimo-nio. E questo, purtroppo,non è tenuto in molta con-siderazione a livello diComunità europea". Unmaggiore impegno in talsenso potrebbe portarealla creazione di nuovi po-sti di lavoro. E lo spettrodella concorrenza cinesesarebbe inesistente: pro-vatevi a copiare un buonbicchiere di Merlot o diProsecco!

AF

Aggiornamento e impegno,e i buoni frutti verranno…

TESTIMONIANZE / GIOVANNI STIVAL

“Il mondo politico

deve dareuna manoal mondo agricolo”

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In un affollato convegno sul vino Raboso del Piave,tenutosi recentemente a San Donà di Piave a curadel Comune e della Fisar (Federazione italiana

sommelier albergatori e ristoratori), Corrado Giacomini,docente di economia agroalimentare all'Università diParma, ha ricordato che i vini del Piave, che rappresen-tano la maggior risorsa economica dell'agricoltura trevi-giana, se vogliono acquistare il valore che loro spetta,hanno bisogno di trovare una propria identità, nonconfondibile con altri vini. Ci sono troppe differenze dacantina a cantina, ha affermato, per cui abbiamo tantiRabosi, tanti Merlot, tanti Verduzzi e ciò limita la capa-cità dei nostri vini di penetrare nel mercato italiano e in-ternazionale. Gli ha fatto eco il Presidente del consorziodei vini del Piave, Pierclaudio De Martin, invitando a pun-tare decisamente sul Raboso, un vino che si trova qua-si solo in Sinistra Piave e che alcuni vignaioli stanno af-finando, valorizzando e facendolo conoscere e apprez-

zare anche lontano dalla Marca trevigiana. Mario Bar-bieri, enologo di San Polo di Piave, ha sottolineato l'im-portanza dell'associazione denominata Confraternita delRaboso, che da dieci anni sta studiando questo vino chemerita davvero, come ha dichiarato De Martin, di otte-nere la denominazione di origine controllata e garantita(Docg) e di essere considerato la vera bandiera dell'e-nologia della pianura trevigiana. Se il Raboso troveràpresto una propria identità inconfondibile, ha conclusoGiacomini, ne guadagneranno anche gli altri vini, e quin-di i tanti produttori trevigiani, in particolare quelli che siaffidano alle Cantine sociali, che producono più dellametà del vino trevigiano. Infatti, mentre altri prodotti, co-me mais, frumento, barbabietole, soia, si possono trova-re ovunque nel mondo, i vini di questo territorio, come ilRaboso e il Prosecco si trovano soltanto qui e, comehanno confermato Severina Cancellier dell'Istituto speri-mentale per la viticoltura di Conegliano e lo studioso e

analista Enzo Michelet, es-si non sono confondibili connessun altro prodotto dellavitienologia mondiale. Èdunque su questi nostri vini- è stata l'unanime conclu-sione e l'auspicio degli in-tervenuti - che deve indiriz-zarsi il massimo impegnodel mondo politico e agroa-limentare trevigiano.

GR

Per bandiera l'inimitabile Raboso

A CONFRONTO SULL’AGRICOLTURA CON...

IN UN CONVEGNO LE ULTIME SUL VINO LOCALE

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Come si può de-finire il territo-rio mottense?

"La nostra è una realtàeterogenea, sono unatrentina le cantine produt-trici di vino, ma molte so-no le realtà agricole cheproducono frutta, ortaggicome asparagi, oppureallevano bestiame contecniche tradizionali. Inquesti ultimi anni l'agricol-tura del nostro territorioha attraversato un cam-bio generazionale che,come in altre zone, haportato a cambi molto im-portanti. Ad esempio c'èmolta più attenzione allarichiesta del mercato,com'è ovvio. Ci si sta indi-rizzando verso una pro-duzione di nicchia, moltopiù intensiva che estensi-va. La qualità nel prossi-mo futuro farà la differen-za".

Cosa manca per ilsalto di qualità?

"Una maggior organiz-zazione tra le varie realtàproduttive. Una personadi passaggio che acquistaad esempio un vino diMotta, acquista una fettadella nostra tradizione.Dobbiamo in questo sen-so attivarci per offrire ilmeglio e in maniera piùorganizzata. Da qui la sfi-da dell'amministrazionecomunale, che vuole or-ganizzare i canali comu-nicativi tra aziende attra-verso un'opera di promo-zione che riteniamo fon-damentale. E ciò lo stia-mo attuando attraversoquattro indirizzi: una car-tellonistica più dettagliata,depliant informativi speci-fici, manifestazioni a tema(come ad esempio "Vini esapori") o la presenza dinostre realtà produttive in

manifestazioni fieristichenazionali e internazionali(abbiamo contatti in que-sto senso anche con l'Au-stria)".

Quali i prodotti sucui scommettere?

"Molti prodotti a Mottaraggiungono l'eccellenza.Porrei in primo piano peròil nostro verduzzo, un pro-dotto da rivalutare e risco-prire. Ci sono delle impor-tanti novità in questo sen-so: infatti proprio in questimesi si sta sperimentan-do una qualità di verduz-zo estratta da un ceppomottense degli anni Venti,che oggi purtroppo nonc'è più. Staremo a vede-re".

Quale la sfida per ilfuturo? Un futuro a chetinte?

"Sono davvero ottimi-sta perché le potenzialitàper una crescita ancor

maggiore a Motta esisto-no. Secondo me il settorepotrebbe attirare forza la-voro.

Se il mercato della for-za lavoro a livello indu-striale diverrà saturo, undomani diverranno inquesto senso importantis-simi i settori del turismo eproprio dell'agricoltura".

Gianandrea Rorato

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La tradizione per il futuro:l'agricoltura darà lavoro

IVANO ABBIATICI VICESINDACO DI MOTTA

Per me il futuro è nebuloso…RENZO VISINTIN COLTIVATORE ARTISTA

Da trent'anni colti-vatore diretto,Renzo Visintin,

noto in città per la sua ve-na di pittore e scultore, èattualmente attento os-servatore dell'agricolturalocale soprattutto perquanto riguarda i piccolicoltivatore.

La situazione."Rispetto a quando

sono partito io, trent'annifa, oggi siamo circondati

dal cemento. In gioco a li-vello internazionale vi so-no degli interessi enormi.Per cui il reddito dei pic-coli proprietari è andatosempre più calando, tantoda arrivare quasi a zero. Icoltivatori lavorano ancheper l'amore per la terra,ma la situazione econo-mica non è semplice".

Quale la strada dapercorrere?

"Per quanto riguarda

l'agricoltore singolo, co-me sono io, posso direche la sopravvivenza deipiccoli proprietari passaattraverso la vendita di-retta del prodotto. Chi tragli agricoltori riesce a ven-dere direttamente al con-sumatore il frutto dellapropria terra riesce acampare. Altrimenti la si-tuazione è difficile e comesi vede i prezzi salgono".

GR

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La cooperazione èoggi più che maiattuale. Se decen-

ni fa essa consentì a tantipiccoli agricoltori di usciredal giogo della mezza-dria, di raggiungere con-dizioni economiche digni-tose, essa oggi è unostrumento forte di frontealle nuove sfide poste dal-la globalizzazione. È ilpensiero del dottor Vale-rio Cescon, presidentedel Consorzio CantineSociale La Marca di Oder-zo, nonché della cantina

sociale di Fontanelle-Gaiarine. "La cooperazio-ne è indispensabile peraffrontare un mercato,quello globale, che oggitanti piccoli agricoltori nonriuscirebbero a sostene-re" afferma Cescon. "Puòsembrare paradossale -continua - ma la coopera-zione oggi è forse più at-tuale di un tempo. Di fron-te ai numeri imposti dallaglobalizzazione, non c'èalternativa per i piccoliche vogliono restare sulmercato. La nuova eco-

nomia ha necessità di nu-meri, di risorse ragguar-devoli che solo la coope-razione può dare".

La Marca Vini e Spu-manti è una realtà coope-rativa importante, consi-derato che è un Consor-zio di secondo grado nelquale convergono oltredieci cantine sociali delterritorio. Nel 2004 haraggiunto quasi 20 milionidi euro di fatturato (con-fermando il trend di cre-scita degli ultimi esercizi);il 55% dello stesso è sta-

to realizzato all'estero. Ilresto rimane in Italia, conil 60% nel canale moder-no e il 40% in quello tradi-zionale. "Il mondo del vi-no - è un passaggio delpresidente Cescon - dopoanni di euforia che hannoinnescato una incontrolla-bile corsa dei prezzi, si in-terroga di fronte al calodei consumi, alla rarefa-zione degli ordini e allaglobalizzazione che de-termina una crescentesovracapacità produttivae quindi un'offerta molto

La cooperazione, oggi più che maifa rima con innovazione... e mercato

A COLLOQUIO CON VALERIO CESCON,PRESIDENTE CONSORZIO LA MARCA

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11L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

superiore alla capacità diassorbimento della do-manda". I vini ottenuti daLa Marca derivano tutti dauve prodotte nella provin-cia di Treviso. Egli evi-denzia il rapporto con ladistribuzione moderna,sempre più forte e megliostrutturata per quanto ri-guarda i vini: c'è infattiuno sviluppo delle fascedi prezzo basso e un nu-mero crescente di refe-renze nazionali e stranie-re. Da qui un invito a faregruppo per creare un'im-magine forte dei prodottidella zona e per tentare diconcentrare nelle formepiù diverse l'offerta. Eglisottolinea come il merca-to apprezzi e premi l'im-pegno che La Marca hasaputo infondere nella co-stante politica di qualifica-zione del prodotto, sianella selezione della ma-teria prima, sia nella curadel servizio al cliente. Nonmancano i riferimenti almercato estero per il qua-

le l'azienda ha in-vestito per unconsolidamentodella cl ientela.Egli sottol ineal'incremento si-gnificativo di fat-turato in alcuniPaesi dell'Euro-pa che si trovanoin una situazionedi crisi e di pocoequil ibrio deiprezzi. "Certo -prosegue il presi-dente - il Prosec-co, in Germania ein Austria, conti-nua ad essere il prodottopiù richiesto. Però, all'ini-zio del 2005 sono statichiusi contratti di fornituraimportanti anche per altretipologie di vini rossi".Nell'ultima assemblea deisoci il tono degli interven-ti ha condiviso che c'è lanecessità di una fortestrategia nazionale perfare fronte in futuro a sfideancor più difficili, con laconsapevolezza che bi-

sogna puntare sull'inno-vazione, i vantaggi dellaquale si traducono in unaproduzione a costi inferio-ri e in un'offerta di beni eservizi qualitativamentemigliori e quantitativa-mente maggiori. Innovati-vi inoltre anche nella ge-stione delle risorse azien-dali, sia umane che finan-ziarie. La politica econo-mica de La Marca eviden-zia la flessibilità della

struttura organizzativa, ilcostante sforzo per mi-gliorare la qualità dei pro-dotti senza toccare i prez-zi in modo eccessivo, l'im-pegno a valorizzare ulte-riormente il patrimonio vi-ticolo oltre, naturalmente,alla volontà degli ammini-stratori ad investire in tec-nologia per proseguire ilcammino di qualità edespansione dell'azienda.

Annalisa Fregonese

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13L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

Periodo di alti ebassi per l'agri-coltura trevigiana

e dell'Opitergino-Motten-se in particolare. Le moltetrasformazioni che si so-no avute nella geografiaeconomica e politica eu-ropea hanno portato a no-tevoli cambiamenti anchea livello locale.

La provincia di Trevisoè conosciuta ovunque perla tipicità dei suoi prodotti:asparagi, radicchio, vino.Una realtà che ha quindiuna sua identità ben pre-cisa. Nello specifico nelterritorio dell'Opitergino-Mottense l'agricoltura èsempre stata il fiore all'oc-chiello della zona. Negliultimi decenni, però, qual-cosa è cambiato, è finitaun po' in secondo pianodopo l'avvento delle fab-briche. Nonostante tutto,però, rappresenta ancorauna struttura portante delterritorio.

La produzione vitivini-cola sta vivendo un perio-do di leggera sofferenza,ma si tratta comunque diuna realtà ricca di reddito

nel confrontocon le altre re-gioni ed è quin-di facile pensa-re che non cisaranno grandistravolgimenti.

Tutt'altra si-tuazione sta in-vece vivendo ilsettore lattiero-caseario che sitrova ad attra-versare un pe-riodo difficile.Per fare il puntosul territorio esul settore, an-che a seguito dell'entratain vigore della legge sul-l'obbligo della tracciabilitàsulle confezioni del latte,interviene Terenzio Bor-ga, presidente dell'Apro-lav (associazione produt-tori latte Veneto) e dellaColdiretti di Motta di Li-venza.

Perché si dice che illattiero-caseario stia vi-vendo un momento didifficoltà?

"Il momento per il no-stro settore è duro, per-ché stiamo subendo una

forte concorrenza daipaesi dell'Est Europa chesono in grado di presenta-re i prodotti sul mercatocon costi di produzionenettamente inferiori ai no-stri. In provincia di Trevisonegli ultimi 10 anni c'èstata una moria di azien-de del settore che sonopassate da 6000 a 1500 equelle che ci sono si sonopotenziate. Attualmentecon le difficoltà di merca-to alcune vendono le quo-te fuori regione e questofinisce per impoverire il

territorio".Come ci si difende?"L'obiettivo dell'asso-

ciazione che io presiedo èquello di difendere le pro-duzioni di qualità. Attual-mente ci sono sei Dop inregione Veneto: GranaPadano, Asiago, Taleg-gio, Provolone, MonteVeronese e Montasio edue in attesa che sono laCasatella Trevigiana e ilPiave. Poi possiamo an-che vantare molti prodottitipici quali morlacco, ba-stardo, imbriago, i vari for-

«Anche oggi un paese forte ha un'agricoltura forte». Ma noi...

LATTIERO-CASEARIO, È UN MOMENTO DIFFICILE

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maggi molli".Perché si dice che la

qualità delle produzionilocali è migliore di quel-le che arrivano dall'e-stero?

"Perché è garantita dacontinui controlli da partedi tutti gli organi preposti,primi fra tutti le Ulss. Laprovincia di Treviso ha 44strutture di trasformazio-ne del latte tra private ecooperative e questo per-mette di salvaguardare laqualità. È vero che impor-tiamo la materia prima,ma è altrettanto vero chele Dop sono prodotte solocon materie prime trevi-giane (come ad esempiola Casatella, dev'essereprodotta solo con latte tre-vigiano). Questo fa sì cheil prodotto sia molto ri-chiesto, nonostante la for-te concorrenza".

Dal 7 giugno è entra-ta in vigore la legge sul-la tracciabilità. Quali so-no le sue particolarità?

"Tutti i produttori han-no un manuale in cui sonoobbligati a dichiarare iprodotti usati in azienda.Nello specifico per il lattedal 7 giugno è obbligato-

rio riportare sul te-trapack la zona dimungitura e confe-zionamento. Così siriesce a risalire nondico al produttore,ma almeno alla zo-na di produzionedel latte. Ad esem-pio nelle confezionidella latteria "Soli-go" è riportato unnumero di lotto.Collegandosi al sitodell'azienda si pos-sono vedere tutte le

ditte che hanno contribui-to alla realizzazione diquel lotto di confezioni.Ma questo ormai è laprassi per tutte le aziendedel latte fresco di produ-zione nazionale.

In questo modo il pro-duttore dà sempre mag-giori garanzie e di conse-guenza offre più fiducia al

consumatore. Per noi èmolto importante dare vi-sibilità al nostro lavoro egarantire maggiore sicu-rezza alimentare rispettoal prodotto che arriva dafuori e non si sa come vie-ne fatto".

E per la carne?"La rintracciabilità sul-

la carne è cominciata an-cora prima. Infatti oggi tut-ti i bovini macellati sonocontrollati dalle Ulss equindi in questo modo cisono le massime garan-zie sulla qualità del pro-dotto".

Adesso il Veneto haun nuovo assessore re-gionale all'agricoltura, iltrevigiano Luca Zaia.Cosa potrà dare di più alsettore e al territorio?

"Siamo più che con-tenti di essere rappresen-tati in giunta regionale da

un trevigiano. Tanto piùche Zaia conosce moltobene l'agricoltura e le pro-blematiche del nostro set-tore e della Sinistra Piave.Siamo sicuri che ci darà lerisposte alle domandeche gli faremo. L'agricol-tura è infatti ancora im-portantissima. Tutti i pae-si forti hanno un'agricoltu-ra forte. Speriamo che tu-rismo e agricoltura sianocollegati, in questo modoci sarà la possibilità difondere assieme tipicità evalorizzazione dei nostriprodotti tipici. Zaia da pre-sidente della provincia diTreviso ha coniato lo slo-gan: "provincia di Trevisose la vedi ti innamori"; noivorremo a questo aggiun-gere che se ne assaggi isuoi prodotti ne resti esta-siato".

Monica Borga

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15L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

Oderzo, città sa-lotto per tradi-zione ed eccel-

lenza, a luglio si anima disignorile vitalità forse piùche in qualsiasi altro pe-riodo dell'anno.

Scocca infatti, ritmatada una storia che si perdenei secoli, l'ora delle Fieredella Maddalena. Unevento di chiare ed accla-rate origini agro-pastorali(perdonateci l'espressio-ne, ma sicuramente essadisegna alla perfezione lagenesi dell'evento) via vianel tempo trasformatasi inun'occasione di festa po-polare nel contempo pun-tellata e cesellata da mo-menti di grande spessoreculturale.

Le Fiere sisvolgono dal 14al 25 luglio inuna successio-ne incalzante diappuntament iche hanno sicu-ramente, sotto ilprofilo dell ' im-magine, il loroclou negli spet-tacoli in piazzaGrande e daquesti iniziamo.

Lunedì 18 al-le 21.30 Musi-cal! Da più gran-de mano, due atti dellaCompagnia del CappelloRosso.

Martedì 19 sempre al-le 21.30 (così come pertutti gli appuntamenti suc-

cessivi) Marta & Massi-mo, duo di piano bar congenere musicale interna-zionale. Mercoledì 20 èla volta di Rosa Emilia,Concerto per quartetto

Jazz. Si salta giovedì. Ve-nerdì 22 l'attesissima sfi-lata di moda, mentre ilprotagonista di sabato 23sera sarà Oderzo Musicad'Estate, concorso di mu-

IL PROGRAMMA DELL'EDIZIONE 2005

Le Fiere della Maddalena

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16 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

sica leggera. Domenica 24 riflettori

accesi sullo spettacolo dicabaret con il Gomitolo,cui farà seguito l'estrazio-ne della tombola di bene-ficenza.

Chiudono il fuoco di fi-la degli spettacoli di piaz-za Grande le Orme inconcerto (ingresso gratui-to). A seguire uno spetta-colo pirotecnico.

Non si può parlare diFiere senza citare le ras-segne enogastronomiche"T&T - dalla terra alla ta-vola" (23, 24 e 25 luglioin piazza Carducci) e LeVie dei Goeosessi, per-corso gastronomico con

degustazione di pro-dotti tipici il 23 e 24luglio in centro stori-co.

In particolare nel-l'ambito di T&T, Ras-segna del vino Ra-boso e delle grappe,inaugurazione sa-bato 23 alle 19,mentre domenica24, alle 19 "Il Rabo-so incontra la città diCanelli" (Piemonte)degustazione di vinie prodotti tipici pie-montesi come la ba-gnacauda ed altreprelibatezze.

Numerose le ma-nifestazioni patroci-

nate dall'Am-ministrazionecomunale.

G i o v e d ì14 , 19.30-22.30 Sport inpiazza, provapromozionaleciclistica. Ve-nerdì 15 Mar-cia notturnadella Madda-lena. Sabato16 e domeni-ca 17 alle21.30 in piaz-za GrandeT r a i l e r s2004-2005.

Il settimanale L'Azio-ne, nel 90° di fondazioneorganizza una serie di se-rate: piazza del Foro Ro-mano giovedì 21 alle 21"Storia de Nane" di Ro-mano Pascutto.

Venerdì 22 alle 21"Uomini e terra" - la vitanella prima metà del No-vecento nella campagnaopitergina - conversazio-ne di Ulderico Bernardi.

Dal 21 al 25 "Pionieredel XX secolo" - le mac-chine che hanno rivolu-zionato il lavoro nei campi- esposizione di esempla-ri d'epoca. (CV)

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17L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

Intenso, prestigio-so, coinvolgente,quest'anno anche

a Motta di Livenza. È ilcartellone dell'Opera inpiazza Festival 2005,con ben sei spettacoli incalendario. Quest'annoil primo appuntamentoè stato con la musicajazz grazie al RomanoMussolini all stars jazzquintet. Il 18 giugno inpiazza Grande è andatoin scena un balletto fa-mosissimo: Zorba il gre-co, musica di MikisTheodoraki, direttoreGiorgio Croci. Un ballet-to davvero prestigioso,reso indimenticabiledall'interpretazione diAnthony Quinn. In taleoccasione è stato con-segnato a Michele Mira-bella il "Riconoscimentolir ico internazionaleOder Atto II". Sabato 2luglio, sempre in piazza

Grande, è tornataun'opera che giàdieci anni fa entu-siasmò gli opitergi-ni: Nabucco, musi-ca di GiuseppeVerdi, diretto da Lo-renzo Castriota. Il30 luglio il Festival sisposta, è la novità del2005, a Motta di Liven-za. Nella nuova piazzaLuzzatti va in scena ladivertente operetta Lavedova allegra di FranzLéhar, ospite Katia Ric-ciarelli. Si tratta di unadelle operette più ama-te dal pubblico, con mu-siche briose e dialoghivivaci, davvero quel checi vuole per rallegrareuna serata di mezzaestate. Nei panni di An-na Glavari ci sarà OlgaAdamovich, in quelli delconte Danilo DomingoStasi. Direzione musi-cale di Marco Fiorini,

coreografie di StefaniaBrianzi. La sera prima,cioè il 29 luglio, semprea Motta, Gran gala degliAmerican Singers (in-gresso libero). Si trattadei cantanti americanid'opera che, grazie alleborse di studio finanzia-te dalla Fondazione Ep-caso (Ezio Pinza Coun-cil for american singersof opera) studiano can-to e musica in Italia. In-fine i l 4 dicembre induomo, tradizionalespettacolo di beneficen-za "Note di stelle". Cisaranno i madrigalistipiù famosi del mondo:l'Ottetto nazionale slo-

veno. Nel corso dellospettacolo ci sarà l'e-strazione, tra i posses-sori dei biglietti del festi-val, dei seguenti premi:viaggio a Tel Aviv, Ate-ne e Parigi. Per infor-mazioni www.operain-piazza.it, telefono 0422-815251. Non mancano,per inciso, gli spettacoliper le scuole. Si svolge-ranno sia a Oderzo chea Motta di Livenza in ot-tobre, con "Il filosofo dicampagna", musica diBaldassare Galoppi, or-chestra La Serenissi-ma. È un Festival dav-vero completo sotto tut-ti i punti di vista. (AF)

OPERA IN PIAZZAFESTIVAL 2005

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21L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

L'agricoltura e i lmondo produttivoin generale ha,

nel Mottense, in villa Riet-ti Rota a Villanova di Mot-ta, un punto di riferimentopreciso da diversi anni. Inpassato la passione e la

competenza dell'allora di-rettore Giampaolo Morsa-nuto avevano reso il cen-tro Esav (l'allora ente ve-neto per l'agricoltura) unluogo importante per lavalorizzazione dei prodot-ti tipici e per le attività pro-

duttive locali. Oggi il diret-tore Giuliano Marchesin èalla guida di una strutturatra le più avanzate dellazona, tra l'altro in pienosviluppo, visti i lavori rela-tivi a barchessa ed exstalle.

Ma cos'èoggi villaRietti? Comeviene gestita?

" A t t u a l -mente la no-stra realtà -spiega Mar-chesin - è ge-stita da unasocietà pubbli-co-privata, i lcui 51% è de-tenuto dal pub-blico (VenetoAgricol tura),mentre altrepercentuali so-no riservate adenti di primariaimportanza, trai quali l'Ulss 9di Treviso e ilGal 5 che com-prende alcunicomuni limitrofi

e associazioni di catego-ria. Villa Rietti Rota è unente che valorizza i pro-dotti tipici locali, segue lerealtà produttive e mana-geriali del luogo e inoltreha un occhio particolareper tutto quanto è culturaed arte. Questo grazie allavoro d'équipe e al conti-nuo contatto con le diver-se realtà della zona".

Cosa cerca chi vienequi?

"Professionalità ecompetenza certamente,ma anche la possibilità dicorsi specifici in uno sce-nario unico. Più volte chiha frequentato corsi di ag-giornamento a villa RiettiRota ha potuto esternareil proprio apprezzamentoper un luogo immerso nel-la natura".

Come è inserito l'en-te nel contesto produtti-vo in generale e agrico-lo in particolare?

Veneto Agricoltura:una realtà che fotografa

un passaggio epocale

A COLLOQUIO CON IL DIRETTORE GIULIANO MARCHESIN

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22 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

"La valorizzazione delprodotto tipico. Come av-viene questo? Qui abbia-mo ospitato meeting adesempio su alcune qua-lità di vini oppure di asso-ciazioni di categoria. Maabbiamo pure in program-ma un gruppo di lavoro adesempio finalizzato aduna prima certificazionedi prodotti vinicoli dellazona. Attraverso dei corsispecifici che organizzere-mo in futuro vi potrannoessere queste valutazio-ni, formali ancorché nonufficiali, relative a certifi-cazione di prodotti. Fon-damentale per l'opera dicomunicazione è il nostrosito internet: www.villa-riettirota.it".

A livello aziendale?"Prevediamo di conti-

nuo corsi di formazione.Stiamo organizzando adesempio dei corsi per lanegoziazione collaborati-va, per il controllo di ge-stione, per l'internaziona-

lizzazione d'impresa peresportazioni ed acquistiinternazionali. Ma anchecorsi sul ruolo del qualitymanager, corsi di tecni-che di vendita, il corso dimediatore culturale, il cor-so di analisi di bilancio perindici, influssi e program-mazione finanziaria. Tral'altro prevediamo corsiper la gestione di archivi ecorsi per commesse. Co-me si capisce l'offerta for-mativa è quanto mai va-riegata e molto approfon-dita".

Quali gli obiettivi nel-l'immediato futuro?

"Abbiamo tre ordini diprogetti. Il primo è relativoad un'offerta ancora piùapprofondita e qualitati-vamente migliore perquanto riguarda i nostricorsi, specie per managero aziende in generale.Vogliamo anche arrivare,come dicevo poco fa, aduna certificazione parzia-le dei prodotti tipici della

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23L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

nostra zona. Infine spazioall'arte e alla cultura".

Infatti l'arte ha unadimensione che sta ca-ratterizzando villa RiettiRota.

"Ogni mese proponia-mo una mostra di diversiartisti. Ad esempio in que-sto periodo stiamo ospi-tando le personali di Gra-zia Azzali di Padova e Ta-nia Grigolo di Galliera Ve-neta, protagoniste di "Ac-que e Terre", due espres-sioni d'arte diverse maaccomunate da un unicoobiett ivo: comunicaresentimenti e passioni delproprio immaginario. Iquadri sono esposti in va-rie sale in modo chequando vengono previsticorsi questi siano orga-nizzati con i quadri, sem-pre nuovi, nelle stanzedel piano nobile della se-de. Un felice incontro traproduttività e cultura. Inol-tre abbiamo previsto unapinacoteca caratterizzata

dalle opere di tutti gli arti-sti che hanno espostoqui, una collezione d'arteimportante che qualificaancor di più la nostrarealtà".

Uno sguardo al futu-ro: attualmente si stan-no realizzando lavori al-le infrastrutture.

"La regione prevededei lavori per 2,5 milioni dieuro per il rinnovo dellabarchessa e delle ex stal-le. In foresteria realizze-remo 30 nuove camere,per un totale posti letto di58/60 unità. In più, alleex cantine verrà realiz-zato un ristorante percirca un centinaio dipersone, in cui verrà na-turalmente valorizzatala cucina con prodotti ti-pici locali. Le opere do-vrebbero essere con-cluse per la primaveradel prossimo anno".

Nell 'Ottocento laproprietà dell'antica villapassò ad Alvise Tiepolo

e nel secolo scorso aiconti Papadopoli, che lavendettero nel 1914 aduna società francese. Fuacquistata nel 1919 dalcommendator Michelan-gelo Sacilotto, che la ce-dette poi alla famigliaRietti Rota, nel 1928. Du-rante la prima guerramondiale, il sito divennesede di un ospedale mili-tare dell'esercito austria-co e, nella seconda, fu oc-cupata da un comandomilitare tedesco, che lalasciò dopo aver razziato

e devastato il patrimoniodella villa. I Rietti Rota larestaurarono e la tennerosino al '72, anno in cui fuacquistata dall'Ente Na-zionale Tre Venezie perpoi essere ceduta all'Entedi Sviluppo Agricolo delVeneto, oggi diventatoVeneto Agricoltura, Enteoperativo della RegioneVeneto che vi ha realizza-to un Centro studi e for-mazione, a servizio e perlo sviluppo del territorio eper la valorizzazione deiprodotti tipici. (GR)

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24 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

La pubblicazione,scritta a più maniin occasione del

75º dalla fondazione, siprefigge di documentare,oltre che la storia dellaCantina Sociale Tezze diPiave, lo spirito d'iniziati-va dei suoi protagonisti in-seriti in un contesto agri-colo-produttivo che vantaantiche origini.

Come riferisce Gian-carlo Bardini curatore del-la parte storica, già nelXVII secolo i nostri agri-coltori avevano fama diessere particolarmentevocati per la viticoltura enella preparazione dei vi-

ni. In questo fa-vorevole conte-sto, nel 1930dieci soci fon-datori costitui-scono la Canti-na Sociale diTezze, primanel Veneto as-sieme a Soave.

La capacitàe tenacia deipresidenti chesi sono susse-guiti hanno per-messo allaCooperativa diprogredire edaffermarsi. Alpresidente fon-

IN UN LIBRO I 75 ANNI DELLA CANTINA DI TEZZE

Un cammino su antichetradizioni vitivinicole

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26 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

datore Donato Bellussi èsucceduto il dottor GiulioZacchi che, assieme al di-rettore Narciso Giacomi-ni, è stato promotore del-la costruzione del nuovostabilimento. Il dottor Lui-gi Bonotto, coadiuvatodall'enologo Mario Bar-bieri, ha proseguito perquasi un lustro con capa-cità e passione attuandola ristrutturazione dei fab-bricati e convincendo i so-ci alla riqualificazione deiloro vigneti. Infine nel bre-ve periodo dell'enotecni-co Sergio Luca e sottol'attuale presidenza delgeometra Roberto Zanel-la, con la direzione tecni-ca dell'enologo FrancoZuccarello, è stato com-pletato il rinnovamentotecnologico e posto le ba-si per un rilancio produtti-vo e commerciale in unmercato vinicolo semprepiù complesso.

Alla ricercatrice Seve-rina Cancellier è spettatoil compito di ricostruire glieventi legati alla ripresadella viticoltura locale, do-po le malattie di fine Otto-

cento, sottolineando ilcontributo degli agricoltoridi Tezze nella lotta anti-peronosporica e nellaideazione della Bellusse-ra, sistema di allevamen-to della vite diffusosi in di-verse aree viticole.

Particolare attenzioneè stata riservata al Rabo-so, il vitigno che possia-mo considerare autocto-no, una volta dominantenelle nostre campagne.L'evoluzione della tecnicadi vinificazione che ne ha"smussato" alcuneasprezze, permette ora diottenere un vino Rabosoche sta incontrando il fa-vore dei consumatori. Do-po un accenno al contri-buto che la Cantina diTezze ha riservato allasperimentazione in colla-borazione con l'Istitutosperimentale per la viti-coltura e la Scuola di eno-logia di Conegliano, è sta-ta svolta un'analisi ap-profondita dell'evoluzionedelle colture viticole, cor-relata ai conferimenti d'u-va in Cantina. Il tutto illu-strato da diagrammi che

evidenziano il comporta-mento delle diverse va-rietà.

Infine MariagiovannaBornia ha trattato i proget-ti di qualità adottati dalla

Cooperativa negli ultimianni, messi in atto per uncontrollo di filiera dalla vi-gna alla bottiglia, e i prin-cipali vini prodotti assie-me all'ultimo nato, La Mu-

tera, Passito in dueversioni ottenuto dauve Raboso del Piavee da uve bianche.

La pubblicazione siconclude con la rico-struzione, attraversol'archivio storico dellaCantina, degli uominiche hanno creduto nel-la Cooperativa e han-no fattivamente opera-to per la sua crescita eaffermazione: soci,presidenti, direttori tec-nici, consiglieri e di-pendenti.

Con questa iniziati-va editoriale si vuoleraccontare un'aziendache ha avuto un ruolosignificativo nella sto-ria, l 'economia e lascienza locale e cheattivamente proponeancora la valorizzazio-ne e l'unicità del suoterritorio.nelle foto, tratte dal testo, due immagini della storia della cantina di Tezze

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Orari Sanità

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29L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A Orari Sanità

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30 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T AOrari Sanità

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31L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A Orari Sanità

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34 L’AZiONe 11 luglio 2005I L L U S T R A T A

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(Piavon)- telefono 0422-752950FARMACIA MARCHETTI- via Garibaldi 18- telefono 0422-712241FARMACIA SCOTTO- via Umberto I 28- telefono 0422-712221FARMACIA TREVISAN- piazza Grande 18- telefono 0422-717644

PEDIATRIRIZZA MICHELE - via degli Alpini 10/1- telefono 0422-717990RIZZA SEBASTIANO

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MEDICI DI BASEALVISI PIERANTONIO - via delle Grazie 3- telefono 0422-718380CALCINOTTO ALDO - via Luzzatti 48/6- telefono 0422-716392CASAGRANDE GIANLUIGI- via Valentigo 1 (Pia-

von)- telefono 0422-752033CREMA GIUSEPPE- via San Pio X 28 (Col-

francui)- telefono 0422-815357DE FAVERI MARIA RITA

- viale Gasparinetti 1- telefono 0422-712640FERRI ANGELO- corso Umberto I 7/2- telefono 0422-815284LISCIANDRA GASPARE- via Diaz 4- telefono 0422-717524PIOVESANA CLAUDIO- via Luzzatti 48- telefono 0422-716920ROSSI GIUSEPPE- viale Gasparinetti 2- telefono 0422-710828SESSOLO PIER LUIGI- via Martini 11- telefono 0422-712229TESSER LUIGI- via Dall’Ongaro 7/1- telefono 0422-814986

GUARDIA MEDICAIl servizio di Guardia Medica garantisce l’assistenza medi-ca di base, domiciliare e territoriale, per situazioni che ri-vestono carattere di urgenza notturna, festiva e prefestiva.L’orario del servizio è il seguente: dalle 20 alle 8 di tuttii giorni feriali; dalle 10 del sabato alle 8 del lunedì; dal-le 10 del giorno prefestivo alle 8 del giorno successivo alfestivo.Il servizio di Guardia Medica garantisce altresì le visite am-bulatoriali, solo nei casi urgenti.ODERZO, via Luzzatti 33 (presso ospedale), telefono 0422-715242 (Comuni: Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanel-le, Gorgo al Monticano, Mansuè, Meduna di Livenza, Mot-ta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè,Salgareda, San Polo di Piave).

SERVIZIO di URGENZAED EMERGENZA MEDICA(SUEM) - 118È la struttura che garantisce in tutto il territorio della re-gione Veneto il soccorso sanitario urgente alla popolazio-ne.TREVISO EMERGENZA è il servizio di urgenza ed emergen-za per la provincia di Treviso. FA

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